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Il pensiero double-face che risparmia La giornata della ... · detto la grande targa che, a Villa...

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in PROSPETTIVA PERSONA Spedizione in A.P. 45% - Art. 2, comma 20/B L. 662/96 DCB/DC Abruzzo Pescara Reg. n. 119 del 17.10.1974 - Tribunale di Teramo - R.O.C. n. 5615 MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA Anno XXXIV - n. 1 - Gennaio 2007 Il pensiero double-face che risparmia la fatica dei dilemmi insolubili otenza pervasiva del dop- pio standard, del pensiero duplice, del giudizio duale... Il pensiero che scorre su un dop- pio binario, appunto, come due parallele che non devono incon- trarsi mai. Su Repubblica Michele Serra rimprovera ai laici di essere troppo acquiescenti con le parole del Papa. Può essere. Ma al rimprovero Serra aggiunge l’au- spicio di ignorare gli interventi papali e confinarli a “pro- blemi interni al mondo clericale”, “discussioni di ordi- ne confessionale” del tutto inidonei a “scalfire” la com- patta autonomia della politica. Ma come, non era un dogma multicultu- ralista il disporsi al- l’ascolto dell’“Al- tro”, la curiosità a comprendere punti di vista diversi se non opposti, il duro sforzo di concepire la “differenza” co- me una ricchezza, come una “risorsa” preziosa, un allargamento di una mente non più rinchiusa nel pro- prio fortilizio di certezze? E allo- ra perché non “ascoltare” pure il Papa, lasciarsi sfidare dai suoi ar- gomenti, non per lasciarsene as- soggettare, ma per comprenderli, capirli, apprezzarli come prezio- sa “risorsa” intellettuale? Non è la “doppia verità”, simbolo di un ferrigno passato ormai sep- pellito (si spera). Ne è semmai il suo debole surrogato, la sua ver- sione secolarizzata, il suo resi- duo stanco e snervato. E’ l’apo- teosi del pensiero double- face, l’incapacità culturale di tenere la coerenza logica di un discorso fi- no ad ammettere che le conclu- sioni etiche debbano e possano aspirare ad una validità erga om- nes : qualcosa che assomigli alla pretesa di riconoscere che il ca- none del giusto e dell’ingiusto, del bene e del male (con la minu- scola, beninteso) non possa esse- re così arbitrario, volatile, cultu- ralmente precario da ridursi miseramente alla frusta massima secondo cui il giusto è ciò che ci riguarda e l’ingiusto tutto ciò che fuoriesce dal nostro quadro visi- vo e concettuale. La vita delle opinioni e delle con- troversie ce ne offre ogni giorno qualche luminoso esempio. Dichiararsi fieramente contrario alla pena capitale per Saddam Hussein non osta con la convin- zione che l’uccisione di Musso- lini sia stato invece un atto di giu- stizia. Proclamarsi garantista (con gli amici) non appare sgra- devolmente contraddittorio con la richiesta del massimo e più sbrigativo rigore (per i nemici). Indignarsi dall’opposizione per la “macelleria” sociale” della Finan- ziaria cancella il ricordo del furo- re con cui, dal governo, si respinge- va come esagerata la medesima, squalificante etichetta adoperata dall’opposizione di allora. Il pen- siero double- face si sottrae alle fatiche dei dilemmi insolubili, al- la disperazione degli interrogati- vi troppo aggrovigliati, semplice- mente applicando al giudizio morale la remunerativa tecnica dei saldi: due pensieri al prezzo di uno. Oggi è così. E domani chissà. da Pierluigi Battista Corriere della Sera P “...quando l’ideologia è insuffi- ciente da sola a sottolineare le dif- ferenze ricorre alla morale: chi non la pensa come me è indegno”. Raffaele La Capria in L’estro quotidiano PENSIERINO P. Fazzini - Resurrezione 1970-75. Vaticano, Sala Nervi. ALL’INTERNO: • Il Coro Verdi e l’orchestra fantasma • Fede e arte • Cinema: il capolavoro e il cult • Appunti per febbraio • La pagina del FAI La giornata della Memoria Cerimonia a Teramo olenne la “Giornata della Memoria”, il 27 gennaio, quest’anno a Teramo. In mattinata, alla presenza di nume- rose Autorità e delegazioni, il Sindaco Giovanni Chiodi, ha in- titolato una via al Martire della carità, Giovanni Palatucci, ulti- mo Questore italiano a Fiume, morto a Dachau dopo aver salva- to circa 5000 ebrei. Il Vescovo mons. Michele Seccia ha bene- detto la grande targa che, a Villa Mosca, ricorda il Martire. S’è te- nuta poi in Questura la comme- morazione ufficiale del “Que- store giusto”, con interventi del Questore, Aldo Vignati, e del ge- suita della “Civiltà Cattolica” di Roma, Piersandro Vanzan, tutto- ra impegnato nella Causa di bea- tificazione del Palatucci. Da an- golature diverse tutti hanno sottolineato come il «Servo di Dio Giovanni Palatucci, laico, Funzionario della Polizia di Stato, martire in odio della fede» - così l’intestazione della Causa di beatificazione in corso - abbia saputo creare una straordinaria rete di solidarietà in favore degli ebrei perseguitati e, grazie alla collaborazione dei suoi poliziotti e dello zio Vescovo , ne abbia sal- vato dallo sterminio circa 5.000. E se i nostri “fratelli maggiori” nella fede di Abramo lo hanno già solennemente annoverato tra i “giusti delle genti” allo Yad Vashem, Memoriale della Shoah a Geru- salemme, il Ministero dell’Interno, Dipartimento della PS, che ha isti- tuito un Premio Palatucci - confe- rito a funzionari della polizia par- ticolarmente distintisi nel servire il prossimo-, afferma che Pala- tucci è l’emblema di un poliziotto che, proprio in quanto tale, gioca la sua vita per salvarne altre. Un uomo comune che non vuole separare la sua vita spirituale da quella pubblica, intrecciandole nelle scelte di ogni giorno. Senza questo intreccio di fondo, è stato detto al Convegno in Questura, non riusciremmo a capire la sua dedizione al prossimo, né il senso ultimo e più vero della sua immo- lazione. C.R. S AI LETTORI Da questo numero diamo il “benvenuto” al FAI di Teramo, che disporrà di un’in- tera pagina, e a Giservice, nuovo editore de “La Tenda”, non tralasciando di ringrazia- re l’Edigrafital per il lavoro finora svolto. Le immagini di questo numero corredano l’articolo di pagina 3 “Fede e arte”. La Redazione
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in PROSPETTIVA PERSONA

Spedizione in A.P. 45% - Art. 2, comma 20/B L. 662/96 DCB/DC Abruzzo PescaraReg. n. 119 del 17.10.1974 - Tribunale di Teramo - R.O.C. n. 5615

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURAA n n o X X X I V - n . 1 - G e n n a i o 2 0 0 7

Il pensiero double-face che risparmiala fa t ica de i d i lemmi inso lub i l i

otenza pervasiva del dop-pio standard, del pensieroduplice, del giudizio duale...

Il pensiero che scorre su un dop-pio binario, appunto, come dueparallele che non devono incon-trarsi mai. Su Repubblica MicheleSerra rimprovera ai laici di esseretroppo acquiescenticon le parole delPapa. Può essere.Ma al rimproveroSerra aggiunge l’au-spicio di ignoraregli interventi papalie confinarli a “pro-blemi interni almondo clericale”,“discussioni di ordi-ne confessionale”del tutto inidonei a“scalfire” la com-patta autonomiadella politica. Macome, non era undogma multicultu-ralista il disporsi al-l’ascolto dell’“Al-tro”, la curiosità acomprendere puntidi vista diversi senon opposti, il durosforzo di concepirela “differenza” co-me una ricchezza,come una “risorsa”preziosa, un allargamento di unamente non più rinchiusa nel pro-prio fortilizio di certezze? E allo-ra perché non “ascoltare” pure ilPapa, lasciarsi sfidare dai suoi ar-gomenti, non per lasciarsene as-soggettare, ma per comprenderli,capirli, apprezzarli come prezio-sa “risorsa” intellettuale?

Non è la “doppia verità”, simbolodi un ferrigno passato ormai sep-pellito (si spera). Ne è semmai ilsuo debole surrogato, la sua ver-sione secolarizzata, il suo resi-duo stanco e snervato. E’ l’apo-teosi del pensiero double- face,l’incapacità culturale di tenere la

coerenza logica di un discorso fi-no ad ammettere che le conclu-sioni etiche debbano e possanoaspirare ad una validità erga om-nes : qualcosa che assomigli allapretesa di riconoscere che il ca-none del giusto e dell’ingiusto,del bene e del male (con la minu-scola, beninteso) non possa esse-re così arbitrario, volatile, cultu-ralmente precario da ridursimiseramente alla frusta massimasecondo cui il giusto è ciò che ciriguarda e l’ingiusto tutto ciò chefuoriesce dal nostro quadro visi-vo e concettuale.La vita delle opinioni e delle con-troversie ce ne offre ogni giorno

qualche luminoso esempio. Dichiararsi fieramente contrarioalla pena capitale per SaddamHussein non osta con la convin-zione che l’uccisione di Musso-lini sia stato invece un atto di giu-stizia. Proclamarsi garantista(con gli amici) non appare sgra-devolmente contraddittorio conla richiesta del massimo e piùsbrigativo rigore (per i nemici).Indignarsi dall’opposizione per la“macelleria” sociale” della Finan-ziaria cancella il ricordo del furo-re con cui, dal governo, si respinge-va come esagerata la medesima,squalificante etichetta adoperatadall’opposizione di allora. Il pen-siero double- face si sottrae allefatiche dei dilemmi insolubili, al-la disperazione degli interrogati-vi troppo aggrovigliati, semplice-mente applicando al giudiziomorale la remunerativa tecnicadei saldi: due pensieri al prezzodi uno. Oggi è così. E domani chissà.

da Pierluigi BattistaCorriere della Sera

P

“...quando l’ideologia è insuffi-ciente da sola a sottolineare le dif-ferenze ricorre alla morale: chinon la pensa come me è indegno”.

RRaaffffaaeellee LLaa CCaapprriiaain L’estro quotidiano

PENSIERINO

P. Fazzini - Resurrezione 1970-75. Vaticano, Sala Nervi.

AALLLL’’IINNTTEERRNNOO:: • Il Coro Verdi e l’orchestra

fantasma• Fede e arte• Cinema: il capolavoro e il cult• Appunti per febbraio• La pagina del FAI

La giornata della Memoria

Cerimonia a Teramo

olenne la “Giornata dellaMemoria”, il 27 gennaio,quest’anno a Teramo. In

mattinata, alla presenza di nume-rose Autorità e delegazioni, ilSindaco Giovanni Chiodi, ha in-titolato una via al Martire dellacarità, GGiioovvaannnnii PPaallaattuuccccii, ulti-mo Questore italiano a Fiume,morto a Dachau dopo aver salva-to circa 5000 ebrei. Il Vescovomons. Michele Seccia ha bene-detto la grande targa che, a VillaMosca, ricorda il Martire. S’è te-nuta poi in Questura la comme-morazione ufficiale del “Que-store giusto”, con interventi delQuestore, Aldo Vignati, e del ge-suita della “Civiltà Cattolica” diRoma, Piersandro Vanzan, tutto-ra impegnato nella Causa di bea-tificazione del Palatucci. Da an-golature diverse tutti hannosottolineato come il «Servo diDio Giovanni Palatucci, laico,Funzionario della Polizia diStato, martire in odio della fede»- così l’intestazione della Causadi beatificazione in corso - abbiasaputo creare una straordinariarete di solidarietà in favore degliebrei perseguitati e, grazie allacollaborazione dei suoi poliziottie dello zio Vescovo , ne abbia sal-vato dallo sterminio circa 5.000.E se i nostri “fratelli maggiori”nella fede di Abramo lo hanno giàsolennemente annoverato tra i“giusti delle genti” allo Yad Vashem,Memoriale della Shoah a Geru-salemme, il Ministero dell’Interno,Dipartimento della PS, che ha isti-tuito un Premio Palatucci - confe-rito a funzionari della polizia par-ticolarmente distintisi nel servireil prossimo-, afferma che Pala-tucci è l’emblema di un poliziottoche, proprio in quanto tale, giocala sua vita per salvarne altre. Un uomo comune che non vuoleseparare la sua vita spirituale daquella pubblica, intrecciandolenelle scelte di ogni giorno. Senzaquesto intreccio di fondo, è statodetto al Convegno in Questura,non riusciremmo a capire la suadedizione al prossimo, né il sensoultimo e più vero della sua immo-lazione.

C.R.

S

AAII LLEETTTTOORRIIDa questo numero diamo il“benvenuto” al FAI diTeramo, che disporrà di un’in-tera pagina, e a Giservice,nuovo editore de “La Tenda”,non tralasciando di ringrazia-re l’Edigrafital per il lavorofinora svolto. Le immagini di questo numerocorredano l’articolo di pagina 3“Fede e arte”.

La Redazione

2 la tenda n. 1 - gennaio 2007

È ACCADUTO 2

Il violoncello... la “voix humaine” di Gaetano Braga

Il Coro Verdi e l’Orchestra fantasma

anno ufficialmente avuto inizio lecelebrazioni per il centenario dellamorte del compositore giuliese

GGaaeettaannoo BBrraaggaa, con una manifestazione pres-so l’Istituto Musicale di Teramo a lui giusta-mente intitolato.Nato nel 1829 a Giulianova, formatosi comecompositore e violoncellista di precoce ed in-discusso talento nel fecondo ambiente musi-cale della Napoli ottocentesca, già dal 1853Braga iniziò la sua carriera di compositore te-atrale e di strumentista, che lo avrebbe benpresto portato ad esibirsi con le migliori for-mazioni orchestrali dell’epoca sui più presti-giosi palcoscenici europei come Milano,Vienna, Londra e Parigi, dove visse per tren-t’anni e dove strinse profonda amicizia conGioacchino Rossini ed ebbe proficui rapporticon i grandi musicisti dell’epoca (Liszt,

Rubinstein, Alard etc.).Braga non fu un compositore prolifico ma sicimentò in vari generi musicali e, special-mente nella seconda parte della sua vita arti-stica, acquistò notevole fama come maestrodi canto, formando le migliori voci soliste del-l’epoca e ponendosi come strenuo difensoredel bel canto italiano di fronte alle nuove ten-denze musicali che si stavano affermando inquegli anni. La musica per il Nostro non erauna successione di acrobatismi virtuosisticicon cui abbagliare il pubblico ma come si leg-ge nelle ‘Memorie’: “…la musica per questa po-vera umanità deve essere consolazione e non rom-piscatole!La musica deve essere un bacio e non uncalcio nel sedere, l’arte non ha bisogno di elemen-ti tecnici per ben fare’.Considerato uno dei massimi strumentistidella sua epoca fu apprezzato per la maestria

con cui seppe riassumere e completare la tre-centenaria storia del violoncello che egli con-siderò sempre una sorta di figliolanza della vo-ce umana e a cui dedicò buona parte della suaproduzione musicale fino alla morte, avvenu-ta nel 1907.La non vastissima produzione consta di opereteatrali e per orchestra, di composizioni dimusica da camera e per violoncello e pianofor-te: l’opera più conosciuta è Leggenda Valacca,per canto, pianoforte e violoncello.Se non è paragonabile alla grandezza diArturo Toscanini, di cui quest’anno si celebra ilcinquantennale della morte, Gaetano Braga èpur sempre un artista che ha contribuito a farconoscere il nome di Teramo in Italia e all’este-ro e merita, pertanto, un posto di prim’ordinenella storia culturale della nostra città.

A.C.

i tanto in tanto si sente parlare di scioperodegli orchestrali, di protesta organizzataper rivendicazioni varie, ma credo non sia

mai capitato che un’orchestra, il giorno prima di unconcerto, si dissolvesse nel nulla! A Teramo è suc-cesso: i Sinfonici del M° Sergio Piccone Stella, quel-li citati sui manifesti che invitavano la cittadinanzaal concerto di Natale dell’Associazione Corale’G.Verdi’, per quell’occasione erano solo un nome, inrealtà non esistevano.O meglio erano altrove, ingaggiati in altre rappre-sentazioni nonostante l’impegno preso da tempocon il Coro Verdi per il concerto di Natale (musichedi Mozart e Vivaldi per coro, solisti e orchestra),nonostante i contatti con il suddetto maestro (cirisulta che lui esiste e insegna felicementeall’Istituto Braga) e la definizione per le date delle

prove comuni, nonostante i manifesti affissi dapper-tutto. Insomma ogni cosa era stata organizzata almeglio ma, ahimé, nessuno aveva previsto la Picco-nata dei Sinfonici fantasma che, forse guidati dallaStella cometa un po’ disorientata hanno preso viediverse o, come viene da pensare, non si sono mairaggruppati per andare a suonare alla Madonnadelle Grazie il 23 dicembre! E così il Coro Verdi, perla prima volta in quasi sessant’anni di attività, rima-sto in Braga di tela, ha tenuto il concerto accompa-gnato all’ organo dal M° Umberto De Baptistis,diretto dal M° Carmine Leonzi che non ha traballa-to sotto il colpo del Piccone: il Coro è stato bravo eha dimostrato che i dilettanti sono molto più affida-bili di tanti professionisti: conoscono poco le notema rispettano gli impegni!

mdf

H

D

Miniatura del XIII sec.: Dio col compasso checrea terra e cielo. Osterreichischen bibl.

Tormentone natalizio (Kill Christmas Vol.2°)

I filosofi scettici dell’antica Grecia, ritenendola verità lontana dagli uomini e inconoscibile,evitavano le passioni e praticavano la “sospen-sione di ogni sapere” per raggiungere uno sta-to di imperturbabilità interiore detto ataras-sìa, una specie di neutralità del pensiero:perché questa dotta citazione? Ma perché èquanto sta accadendo da qualche anno nelperiodo natalizio visto che inesorabilmente,dopo il 24 Dicembre, una cortina fumogenailluminata di stelline e angioletti, scende nel-le case, spegne i cervelli, si posa sui golfini,sulle lampade, sui mobili ed anche nelle vieaddobbate e nei negozi; dolci nenie accompa-gnano questa sospensione del reale, invitandonon solo i credenti, ma l’orbe terraqueo a par-tecipare alla Saga Natalizia della Pace e dellaBontà.In realtà pochi periodi risultano così furbe-

scamente orchestrati ai danni del povero cit-tadino-utente che si ritrova senza uno strac-cio di attualità televisiva: addio Ballarò,Porta a Porta, Otto e mezzo e Matrix, siamoimprovvisamente orfani di Gad Lerner,Vespa, Ferrara e Santoro; persino il calcio, agiudicare dalle lamentele dei tifosi, ha avutouna sospensione poco gradita.Insomma, il tempo si è fermato in modo in-naturale, in base all’idea che tutti gli italianiaffollino le sale da gioco o le piste da sci,mentre in realtà in vacanza ci vanno solo ipiù danarosi e trendy e soprattutto loro, i no-stri eroi televisivi e politici. Il mondo conti-nua a criticare i proff. per le lunghe vacanze,ma provate a cercare un avvocato, un inge-gnere o un idraulico sotto Natale: sono tuttialle Dolomiti con Prodi e compagni , i quali,dal canto loro, invece di riflettere sulla

Finanziaria, si lasciano sportivamente ripren-dere dalle telecamere con patetiche papalinedi lana; privi del monopetto grigio e della cra-vatta, rivelano purtroppo tutta la loro vene-randa età, poco adatta allo sci e forse non so-lo a quello.Anch’io voglio scrivere la letterina a BabboNatale: “Ti prego, fa’ che Boldi e De Sica fac-ciano pace, così l’anno prossimo vedremo unfilm-panettone in meno, e fa’ anche che i ge-stori delle nostre sale cinematografiche com-prendano che nessuno chiede sotto Natalefilm d’autore per pochi eletti, ma semplice-mente pellicole, anche cosiddette di evasio-ne, ma semplicemente meno sceme di quelleprogrammate quest’anno”.Il tormentone natalizio è finito: arrivederci alprossimo.

Lucia Pompei

la tenda n. 1 - gennaio 2007 3

CULTURA3

Antonio Pascale: raccontare la disillusioneAAnnttoonniioo PPaassccaallee ha quaran-t’anni, gli occhi azzurrissimi eviene dal Sud. Appartiene allagenerazione degli scrittoriquarantenni che la critica con-tinua a definire giovani e checomprende, tra gli altri, Am-maniti, Scarpa, Nove. Pascale, però, ha un’altra vocerispetto ai suoi coetanei: unavoce limpida e lineare nelleforme che nasconde una fred-dezza e un cinismo che lascia-no senza parole, come un pu-gno nello stomaco. Come se la

vita la si guardasse da lontano,se tutto scorresse sulla pelle escivolasse via senza lasciaretraccia, in una solitudine e inuna mancanza di coinvolgi-mento insuperabili. È quelloche accade al protagonista diS’è fatta ora (minimum fax),ultimo romanzo breve diPascale in cui si narra la for-mazione di un bambino, poiuomo e alter ego dell’autore,che attraversa la vita con undistacco e una disillusione cheinchiodano, che sembrano

coinvolgere, come in unaragnatela invisibile, anche ipersonaggi di contorno e chetraspaiono con una forza ina-spettata dalla pagina scritta. Un romanzo in cui le ragazzesembrano belle soltanto perchésono sole, in cui l’eccesso di vitaè visto non come risorsa macome un pericolo, qualcosache appanna lo specchietto enon ti permette di rifletterti comesei, in cui non bisogna guardaretroppo le persone, altrimenti sco-pri nel loro sguardo qualcosa di

simile al dolore: e allora meglioesser cauti, distaccati e avercura di resistere nei propri pre-cari e contorti equilibri.Attraverso una scrittura piana,di sicuro non innovativa omemorabile ma con una suaforza nascosta, Pascale trat-teggia esistenze e percorsi chesembrano quasi autobiografiama che hanno un respiro piùampio e offrono uno spaccatointenso e molto realistico suun’intera generazione.

Valeria Cappelli

LETTURA EXTRA MOENIA

Gli artisti di ogni tempo hanno interpretato ifatti e le figure più salienti del mistero della sal-vezza fin dalla formazione delle prime comuni-tà cristiane. Icona liturgica per eccellenza è il“Cristo docente”, disegnato prima dalla pennadegli Evangelisti e in seguito evocata nell’ico-nografia figurata dell’età paleocristiana : sipassa da un’ immagine ‘letteraria’ a una pitto-rica, perchè si avverte che essa può esprimereil messaggio evangelico, con l’efficacia deldinamismo di comunicazione e trasmissione.Immediatezza avvertita ed esaltata da PapaBenedetto XVI nell’introduzione al Compen-dio del catechismo della chiesa cattolica e giàprima da Giovanni Paolo II nell’esortazioneapostolica Catechesi tradendae. Il tema del“Cristo Risorto”, viene interpretato nell’etàcontemporanea, seppure con modalità stili-stiche diverse da numerosi artisti, fra cuiPericle Fazzini - Grottammare, Ascoli Piceno1913 -. In ‘Resurrezione’, lo scultore marchi-giano sembra invitarci a riflettere sui valori, iprogetti, l’identità di riferimento della socie-tà. Fondendosi con l’architettura dell’ aulavaticana di Pierluigi Nervi, perfusa anch’essada una sorta di sentimento etico espressodalla chiarezza ed essenzialità della struttu-ra,l’opera presenta un Cristo che “sembrarisorgere dalla voragine aperta dalla bombanucleare in un vortice di violenza e di ener-gia: ulivi divelti pietre volanti, terra di fuocotempesta formata da nuvole e saette e ungran vento da sinistra a destra..... Cristo sitrasforma da cadavere in uccello, emerge dallanatura disgregandola...”.Ma è nell’ambito delle poetiche barocche chegli artisti acquistano la fisionomia di ‘braccio’propagandistico delle aspettative della Chiesacontroriformata e assolvono i grandi compitia loro assegnati interpretando la glorificazio-ne dell’ascesi, quale vittoria così della forzaumana come della grazia divina.Nell’iconografia sacra, quindi, la Chiesa ripren-de la direzione dell’arte e, come già nel Trecen-to, formula i programmi per gli artisti, che

devono riaffermare ed illustrare i dogmi di fedee divulgare le nuove devozioni. Vengono privilegiati temi allusivi alla difesa deiSacramenti,profondamente svalutati da Lutero- ad esempio la confessione, simboleggiata dalle

innumerevoli immagini della ‘Maddalena peni-tente’ oppure ‘L’Eucarestia’, l’esaltazione delleOpere di misericordia, cui il monaco tedescoinsieme a Calvino avevano negato potere di re-denzione, l’Immacolata Concezione, il Rosario,le indulgenze e i suffragi con la rappresentazio-ne delle anime purganti.Analogamente il diffondersi oltremare e inOriente di missioni, che spesso venivano con-sacrate dal sangue, stimolano a raffigurare isanti nell’atto di venire martirizzati; le scene disupplizi e martirii sono numerosi, ma non più

delle estasi e delle visioni, in quanto, se i santidel Medio Evo e del Rinascimento compivanoi miracoli, quelli della Controriforma sono essistessi miracoli, stupiscono, rapiscono; essi ven-gono rappresentati con gli occhi rivolti al cielo,

che tumultuosamente irrompe nelle tele esulle pareti delle chiese. Gli artisti lavorano ad maiorem gloriam di Diosulla terra; la loro immaginazione ha un fine:persuadere che qualcosa di non - reale puòdiventare realtà.Il concetto che l’arte rappresenti il verosimi-le o il possibile è nella ‘Poetica’ di Aristoteleche, insieme alla ‘Rettorica’ dello stessoautore e al “De oratore” di Cicerone è il testofondante della concezione artistica del Sei-cento.Per questi motivi la chiesa controriformata,nel modello paradigmatico della ’Chiesa delGesù’ di Jacopo Barozzi, il Vignola ,a Romapresenta un’unica navata longitudinale -ritorno alle radici del Cristianesimo antico -,così da creare un proscenio per la funzionereligiosa. D’altro canto, nei lati, le cappelle,scarsamente illuminate, favoriscono la me-ditazione dei fedeli.Parimenti, nella ‘Maddalena penitente’ diCaravaggio la contrapposizione di ombranello sfondo - luce in primo piano diventasimbolo eloquente del contrasto dualisticopeccato - redenzione, sonno come sinoni-mo di tenebra, ma sonno vigile - calda, unalacrima riga il volto -, sfinimento come con-

trassegno d’amore della ‘sposa’ mistica delCristo come a sottintendere: ‘io dormo ma ilmio cuore vigila’.Alternativa alla smobilitazone etica ed intellet-tuale di tanti artisti, oggi, nell’Europa del-l’aborto, che si interroga sull’ammissibilità del-l’eutanasia, immagini tipiche della tradizionecristiana - ‘Madonna con Bambino, la ‘Pietà’o ‘Cristo in croce’ - sono destinate a scuoterele coscienze, insistendo sul valore irrepetibiledella vita e perfino della vita sofferente.

Marisa Profeta De Giorgio

Fede e arte

B. Angelico - 1395-1455. Il discorso della montagna. Firenze, Archivio Scala.

vvero, il sentire odori e sapori alterati, finoanche a non sentirne più (anosmia e ageu-sia). I sensi dell’olfatto e del gusto servono asentire gli odori e i sapori, ed hanno anche

funzione di difesa, allertandoci contro tossici, fumi,aria inquinata e cibo avariato. La perdita dei due sensi si incontra abbastanza fre-quentemente nella pratica clinica, ed ha un certoimpatto sulla qualità della vita, primo perché preoccu-pa e demoralizza il paziente, poi perché l’alterazionedel gusto spesso lo induce a diminuire l’apporto ali-mentare: ne consegue una malnutrizione che - soprat-tutto nell’anziano - può impoverire le difese immunita-rie e peggiorare il controllo di alcune patologie. Alcunisoggetti per compensare le perdite sensoriali aumenta-no il consumo di sale e zucchero, peggiorando il com-penso di ipertensione e diabete.Il senso che più spesso è danneggiato è l’olfatto. Lasua perdita dipende nella maggior parte dei casi da:malattie del naso e dei seni (rinite allergica, polipi na-sali, sinusite cronica, ecc), infezione delle vie aeree su-periori, traumi del capo con stiramento delle termina-zioni olfattive. Altre cause sono il fumo di sigaretta,malattie neurodegenerative come Alzheimer e Par-kinson e, meno spesso, uso di farmaci, uso intranasaledi cocaina, esposizione a tossici inalatori e agenti chi-mici industriali, deficit nutrizionali e malattie sistemi-

che. Infine rari casi sono collegati a tumori cerebrali,disordini endocrinologici, emicrania. Le alterazioni delgusto comunemente dipendono da malattie orali eperiorali (gengiviti, candidosi della bocca, infiamma-zione delle ghiandole salivari, ecc), dall’uso di materia-li per le cure odontoiatriche; da secchezza delle fauci,infezioni virali e dall’uso di molti farmaci. Meno spes-so la disgeusia può derivare da deficit nutrizionali,tumori che interrompono le vie gustative, esposizionea tossici e agenti chimici, radioterapia del capo. Esistono disosmie e disgeusie secondarie a depressio-ne e ad altri disturbi psichiatrici, così come esistonocasi semplicemente legati all’età avanzata e a nessunapatologia.I disordini olfattivi più facili da risolvere sono quelli incui si sia riconosciuta una causa trattabile, come i poli-pi nasali e la rinite, allergica o meno. Nei pazienti chehanno anosmia secondaria a infezione delle vie aereesuperiori a volte nessun trattamento riesce a restituirein tempi brevi l’olfatto, che invece si ripristina sponta-neamente dopo qualche tempo. L’anosmia secondariaa trauma del capo può non risolversi, mentre il distur-bo secondario al fumo di sigaretta senz’altro migliorase si smette di fumare. Le disgeusie hanno un decorsoabbastanza lento, e si risolvono spontaneamente dopoqualche anno dall’esordio. Se invece sono causate dal-l’assunzione di un farmaco, migliorano alla sua

sospensione. Per tutto il tempo che dura il disturbo delgusto, il paziente va incoraggiato a pazientare e a nonesagerare con il condimento dei cibi.

Emilia Carloni

4 la tenda n. 1 - gennaio 2007

PARLIAMO DI... 4

Disosmia e disgeusia

Estetiche della consolazione. Il capolavoro e il culte la critica quotidianista abusa della parolacapolavoro, quella specialistica - per stremataopposizione a una deriva che ha mutato la

valutazione estetica in etichetta merceologica - fingeche il termine non esista. Nel senso comune, capola-voro è il film del grande regista sui grandi temi, congrandi attori, belle scenografie, fotografia di lusso emusica toccante. Niente di nuovo, si dirà. Ma per laborghesia di 30 o 40 anni fa erano capolavori i filmdi Fellini, Kurosawa, Godard, Bergman; oggi sonoritenuti tali i film di Spielberg, Stone, Mendes,Burton. Quello era il cinema d’una borghesia umani-sta che rifletteva sulla propria crisi dall’esterno (e ilgrido di Pasolini ne fu l’ultimo lucido barbaglio).Questo è il cinema d’una borghesia interna allasocietà dello spettacolo, i cui gusti sono plasmatisempre meno dalle istituzioni tradizionali e semprepiù direttamente dai media. Radicalmente mutati iluoghi e i criteri di elaborazione del senso sociale, è

anche tramontata l’utopia del cinema come arte dimassa capace di unire cultura alta e bassa in un ipo-tetico gusto medio borghese. L’altra etichetta con cuil’industria culturale attribuisce un’aura estetica aisuoi prodotti è il cult: il pubblico giovane non cercala sanzione dall’alto bensì una trasgressione regolata,il prodotto “basso” che diventa degno, “bello perchébrutto” o “bello e basta”. Nato dalla contestazionedelle gerarchie del gusto, il cult è diventato una stra-tegia commerciale e riflette una mentalità regressiva:l’opera si abbassa al livello del pubblico per liberarlodall’idea che l’arte sia qualcosa di difficile e noioso.La fungibilità fra Capolavoro e Cult porta poi a com-pimento una linea portante dell’esperienza del ‘900:l’abbattimento delle barriere fra estetico e quotidia-no; tutto può ambire allo statuto di capolavoro, peri motivi più disparati e risibili, e confluisce in elenchidi cose, pensieri, emozioni promossi a eventi ecce-zionali. Dall’ironico primum movens di questa litania

elencativa (la scena di Manhattan in cui W. Allenindica le cose per cui vale la pena vivere) fino al pre-cipizio odierno: da Il meraviglioso Mondo di Amélie,dove si fa l’elenco delle cose amate e odiate, a Radio-freccia, dove l’eroe enumera le cose belle della vita:giustizia, pace, la torta della nonna, gli occhi del-l’amata, le trecce della figlia. (1 - segue).

Hans RanalliLLaa PPaaggeellllaa ddeeii ffiillmm

Regista Genere Voto

*L’ARTE DEL SOGNOM. GondryComm. 8

*LE LUCI DELLA SERA A. Kaurismäki Dramm. 8

*IL GRANDE CAPOL. Von Trier Comm. 6

*THE PRESTIGEC. Nolan Thril. 8

Parole = WordsContinuando con le parole e le locuzioni che vengonodall’inglese ci imbattiamo in aaddvveerrttiissiinngg che significa‘pubblicità’. Molti pubblicitari preferiscono i terminiaaddvveerrttiissiinngg aaggeennccyy,, l’annuncio pubblicitario spessoabbreviato in aadd. Il ‘mezzo di pubblicità’ è, invece, l’aadd--vveerrttiissiinngg mmeeddiiuumm,, e il termine latino medium ci portaautomaticamente ad un’altra parola inflazionatissimama sempre di moda: mmaassss mmeeddiiaa, cioè ‘i mezzi di comu-nicazione’. I più diffusi sono radio e televisione per cuitutti gli operatori e i dirigenti in molti casi organizzanola loro programmazione per ottenere un’aauuddiieennccee,, cioèun ‘pubblico’, quanto più ampia possibile. Quel checonta è, infatti, l’insieme degli spettatori che guardano oascoltano un determinato programma. Da qui la pole-mica sulla qualità dei programmi spesso soffocata dallanecessità di fare audience.Passando al mondo degli affari, una locuzione che, versola fine del secolo scorso, è diventata popolare ed è stataadottata al di là del significato originario, è bbiigg bbaanngg,cioè il ‘grande scoppio’ dal quale avrebbe avuto originel’universo. Dal 1986 la stampa economica e finanziariaha cominciato a definire big bang l’insieme dei radicalicambiamenti che hanno caratterizzato i mercati finan-ziari delle principali borse, soprattutto di quella londine-se. E se si parla di Borsa si pensa subito ai bbrrookkeerrss ovve-ro gli ‘intermediari’ che non sono solo agenti di borsa maanche operatori con specifiche competenze in un certosettore (finanza, assicurazioni, etc.).

l.p.

E’ bello passeggiare, in una stagione ancora autun-nale, lungo i viali alberati, dai riflessi cromaticiquasi impressionistici, del Parco di Monza, attiguoalla villa e ai giardini Reali, in una dimensione pae-saggistica spettacolare: un teatro ‘vegetale’, il piùgrande d’Europa, dagli ‘spazi infiniti’. In quest’am-biente naturale, Maria Teresa d’Austria pensò direalizzare un complesso come lo Schönbrunn diMilano. Il progettista fu l’architetto GiuseppePieramarini, che ideò anche il corpo centrale deigiardini, d’impronta inglese. “Vi ha combinati i giar-dini in un sol carattere”, commenta Ercole Silva neltrattato “Dell’arte de’ giardini inglesi” (1813),descrivendo con ammirazione la reggia di Monza.“Avanti il palazzo il terreno erboso scende con dolcependio e grandemente si diffonde, percorso da sinuosisentieri e interrotto da differenti massicci di piantagio-ni diverse”: gingko biloba, sequoie, cedri del Libanoe faggi rossi, veri e propri monoliti giganti. Le esi-genze ‘paesaggistiche’ anglosassoni obbedivano acanoni molto più naturalistici dei giardini italiani eil Piermarini, per primo in Italia, riuscì a plasmare

la natura secondo le regole del giardino paesaggi-stico. In età napoleonica, vennero disegnati dalCanonica spazi e confini, in un ‘cannocchiale’ chesi perdeva a vista d’occhio nel Parco, creando con-tinuità tra i due spazi verdi, fino ad escludere lalontananza in ‘sfumato’ immaginativo; dunque,una sorta di “saepes” fatta di alberi, di “ massicci”,annota il Silva, come la siepe di ‘piante’, non d’ar-busti, cui fa riferimento Giacomo Leopardi nell’Infinito. Così ha integrato la sua esegesi inedita ilProf. Riccardo Scarcia, nell’ambito del Seminario“Circostanze dell’Infinito”, segnalando, tra lemolteplici accessioni leopardiane, proprio il trat-tato di Ercole Silva. La passeggiata nel cromati-smo arboreo del ‘teatro’ vegetale di Monzasfuma, paradossalmente, ‘in un infinito silenzio’,di eco leopardiana.

Grazia Di Lisio**Vincitrice del premio Città di Monza” con la poesia “Inquesta plenitudine”, proprio nel teatrino ( 100 posti) dellavilla Reale di Monza!

O

S

Medicina

IngleseTurismo e poesia

Cinema

Una passeggiata re(g)ale

Michelangelo - Pietà. Basilica di San Pietro. Roma

la tenda n. 1 - gennaio 2007 5

CRONACHE TERAMANE5

OSSERVATORIO

Politica in TV: parole, parole“Spero che nel mese di febbraio arrivere-mo a un testo unico sul testamento biolo-gico. Ma non dobbiamo fare una leggecon una maggioranza di uno o due voti.Poiché riguarda la vita di tutti noi, lalegge dovrà essere frutto di un’ampiamaggioranza, che rispecchi il sentire delPaese”. ‘E questo il messaggio che il SenatoreIgnazio Marino ha voluto sottolinearedurante la tavola rotonda su “ Testamentobiologico e diritti della persona” che si ètenuta il 26 gennaio a Teramo.L’evento è stato promosso dall’Associa-zione di Studi Giuridici “Il Glicine”, impe-gnata da diversi anni su temi riguardanti lequestioni salienti della legislazione italianae l’intreccio imprescindibile tra giurispru-denza e società, nella consapevolezza del-l’importante funzione sociale e civile, oltreche di servizio, che la scienza giuridica egli operatori del diritto hanno il dovere disvolgere.Moderato da Luigi Ponziani, Direttore dellaBiblioteca “Delfico”, il dibattito ha visto lapartecipazione del Sen. Ignazio Marino e gliinterventi di Angela Musumeci, docente didiritto pubblico dell’Università di Teramo edell’Avv. Massimo Micaletti, esperto di bio-etica.Presidente della Commissione Sanità delSenato della Repubblica, chirurgo di chia-ra fama, cattolico eletto nelle liste dei DS,Ignazio Marino è uno dei più autorevolisenatori impegnato nel Parlamento e nelPaese a discutere i temi riguardanti il rap-porto tra scienza e etica, alla ricerca di un

punto di incontro e di equilibrio tra sensi-bilità e orientamenti diversi attraverso cuipervenire alla definizione in termini legi-slativi di ciò che è chiamato “testamentobiologico”, vale a dire la possibilità di sce-gliere anticipatamente il tipo e l’intensitàdi trattamento medico al quale sottoporsiladdove la perdita di ogni controllo di sestessi e l’impossibilità acclarata di guari-gione finisca per rappresentare, al di là diogni ragionevolezza, un inutile “accani-mento terapeutico”.Dalla delicata questione, che evidente-mente tocca le coscienze degli italiani,sono scaturiti interventi da parte del pub-blico che hanno animato il confronto, svi-luppato in modo franco ed equilibrato:com’è necessario circa un tema di grandepregnanza umana e morale, su cui trovarequel necessario equilibrio tra il diritto-dovere della scienza e dei medici a forni-re le cure necessarie e il diritto del cittadi-no malato di salvaguardare la propriadignità umana e civile.

Alberta Ortolani

Il Convegno diocesano “La Chiesa locale:Testimoni del Risorto”, organizzato nella salaEltron di san Nicolò, il 3 e 4 gennaio, haposto al centro della riflessione il ruolo e leprospettive dei laici nella chiesa. Si è parla-to delle indicazioni lanciate dal Convegnodi Verona che riguardano, in particolarmodo, il cammino verso una pastorale inte-grata, guardando alla persona nella sua inte-rezza, alla cura della missione formativa ealla corresponsabilità con i consacrati nelmettersi al servizio della società. E’ impor-tante che i laici vivano la condizione di nor-malità, operando con amore perché si com-pia la volontà del Padre. La speranza da dif-fondere nel mondo non è fatta di parole, masi attualizza nel bel mezzo dei rapporti dif-ficili della vita quotidiana, nei mondi dellaconcorrenza e della frustrazione lavorativa,nel rapporto con coloro che vivono i proble-mi della povertà e della malattia, nelle falleaperte nel tessuto cittadino e nel fraintendi-mento del concetto di legalità, nei problemi

della convivenza tra culture e popoli, nelledifficoltà interne alla Chiesa. Ed è, forse,proprio su questa testimonianza, fatta diazioni concrete e “sudore” che si dovràancora lavorare molto per rendere visibile la“speranza” nella realtà diocesana.Dal dibattito che ha seguito le due relazio-ni (Mons. Nogavero e i coniugi Danese-DiNicola), sono emerse alcune delle difficoltàvissute nella realtà teramana e a conclusio-ne del Convegno il Vescovo di Teramo-Atri,Mons. Michele Seccia, ha invitato adapprofondire e a diffondere il più possibilenelle parrocchie e nei vari movimenti quan-to emerso da Verona ed ha indicato nei gio-vani e nella famiglia le priorità pastorali daseguire nell’immediato futuro.

Manuela Martella

Testamento biologico e diritto della persona

Da alcune settimane gli schermi televisivi sono occupatidalle immagini ovviamente registrate dei lavori del consi-glio comunale di Teramo. Sinceramente non se ne puòpiù. La radio non è da meno. Anche la comunicazione isti-tuzionale risponde a logiche di occupazione di ogni spazioutile, come quella riguardante le grandi opere. Si rischia dimorire per asfissia. La qualità della Tv teramana non è traquelle scarse, da quanto è dato conoscere, ma quandosi scade nella propaganda, come accaduto negli ultimitempi, il livello non può che risentirne. Che fare, allora?Spegnere la TV? Magari si potesse. Se i teramani e quindigli italiani adottassero un comportamento più consapevo-le nella gestione energetica delle loro case si potrebberochiudere sette centrali elettriche, oltre naturalmente adevitare di costruirne di nuove. Questo significherebbecontribuire alla lotta al riscaldamento globale provocatodall’emissione dei gas serra, prodotti in buona parte grazieall’uso dei combustibili fossili utilizzati per creare energia.Il problema è che la maggior parte degli italiani, complicela latitanza delle Istituzioni - centrali e locali - è pocoinformata e spesso mette in pratica dei comportamenticontradditori. Così, se da un lato si acquistano sempre piùspesso elettrodomestici ad alta efficienza energetica, seb-bene con l’intento più orientato al risparmio economicopiuttosto che alla salvaguardia ambientale, dall’altro silasciano in stand-by le apparecchiature elettriche o elettro-niche di casa (TV, computer, radio, stampanti), che cosìcontinuano inesorabilmente a consumare energia elettri-ca. Ma non divaghiamo... Comunque porta al sorriso assi-stere ai lavori del Consiglio Comunale, dove si ritorna suun argomento che resta di scottante attualità: si parla dipattume, di pattumiere, di discarica e di quant’altro. Intanto sarà bene ricordare che sta per arrivare sul capodi ognuno di noi un sensibile rincaro della TIA. Colpadella discarica franata, colpa di quanti continuano, percolpa della tv, a parlarsi addosso senza giungere ad unaconclusione logica.Allora ad anno nuovo alcuni interrogativi si impongono;se l’amministrazione comunale non fosse stata di centrodestra tutto questo bailamme sarebbe scoppiato?Possibile che la sinistra non si accorga che la “monnezza”non ha colore, ma solo odore? Possibile che si stia ancoraa discutere sul sesso degli angeli, quando stiamo per esse-re sommersi dalla immondizia?Un altro interrogativo: la Turbogas. Se fosse stata elettauna amministrazione di sinistra, la Turgogas sarebbe statauna realtà. Non crediamo di errare se ricordiamo che quelsito, proprio sotto Rapino, venne scelto da solerti ammini-stratori montoriesi, gli stessi che oggi cavalcano la prote-sta. Torniamo allora alla domanda: dite qualche cosa disinistra. Non se ne può più di ascoltare solo chiacchieremorte. E poi pensate anche che fra meno di due anni si tornerà avotare. Possibile che nessuno stia studiando da sindaco?Ma non c’è da meravigliarsi, perché la politica è questa edifficilmente cambierà. Per non dimenticare. Alcuni annifa in un consiglio bisognava decidere della nascita dellaTeramo Ambiente, quel carrozzone che oggi imbarca solodirigenti e pochi operatori ecologici. La sinistra abbando-nò l’aula, ma la Team nacque lo stesso.Sapete chi fu il primo presidente a dirigere la Team? LuigiAlesiani, consigliere del Partito Comunista di allora.La musica non è cambiata. Sono cambiati i suonatoritanto che qualcuno rimpiange che Gianni Di Pietro abbiadeciso di impegnarsi altrove invece che per la sua città. Di Pietro ci manca. Ed anche in Consiglio se ne avvertel’assenza. D’altra parte quando lui leggeva il sussidiariopresso la sede dell’ex Pci, gli altri facevano ancora le astesui quaderni a quadretti. Ma questa è un’altra storia.

Gustavo Bruno

J. Barozzi, il Vignola - Chiesa del Gesù iniziata nel 1568. Roma

Convegno diocesano

APPUNTI per Febbraio

In mostra opere del maestro BrattiniL’IIssttiittuuttoo ddii ccuullttuurraa UUrrbbaannaaTTeettrraakkttiiss di Teramo ha promossola mostra di MMaauurroo BBrraattttiinnii in unodei più straordinari, magici ed‘invidiati’siti storico-culturali delnostro Paese, il Castello Cinque-centesco dell’Aquila.“La nostra nazione e la nostraregione” ha detto Franco Espo-sito Presidente di Tetraktis “ affi-dano oggi gran parte del propriofuturo alla capacità di valorizzarein modo più incisivo i propri benistorico-artistici, i segni della pro-pria storia, la loro radicata masopita cultura urbana. L’incremento di questa capacitàpassa,obbligatoriamente, attraver-so lo sviluppo delle doti creative,l’affinamento della sensibilità este-tica, l’affermarsi di quel buon

gusto e quella ricerca continua chehanno sempre contraddistinto imomenti più significativi delnostro vivere civile. La pittura,come l’architettura, la musica, lafotografia, il cinema e tutte le altreforme d’arte, contribuisce in mo-do decisivo a questa positiva evo-luzione, specie quando - come nelcaso del MMaaeessttrroo BBrraattttiinnii - essa sicontraddistingue per i suoi richia-mi ad una delle tematiche delnostro tempo: la dinamicità. Proprio le dinamiche spaziali ed ilmovimento dei corpi sono, infatti,gli elementi che caratterizzano ilperiodo della maturità di un pitto-re-scultore che, affermatosi comeuno dei migliori allievi di Brindisi,discopre oggi percorsi autonomi,frutto di una ricerca continua e

profonda.”MMaauurroo BBrraattttiinnii, artista marchigia-no giunto all’apice di una espe-rienza trentennale si è formato aBologna e presso l’Accademia diBelle Arti di Macerata, dove hapoi insegnato. Lontano dai clamo-ri della cronaca, Brattini, ha elabo-rato negli anni un proprio linguag-gio figurativo coerente e ‘pensato’.Ha ottenuto ampi riconoscimentiin campo internazionale , molteopere sono presenti in Musei edIstituti nazionali ed all’estero.Recente l’acquisizione di sue teleda parte dei Musei Statali d’ArteModerna di San Pietroburgo,Mosca e del “Conservatoire Na-tional De Ragion” a Parigi.La mostra resterà aperta fino al 25febbraio.

APPUNTAMENTIU.P.M.

UNIVERSITÀ POPOLARE

MEDIO-ADRIATICA

Sala Ventilj-CaracciottiVia Torre Bruciata, 17 - Teramo

FFeebbbbrraaiioo 22000077Giovedì 11, ore 17.00Alla scoperta delle etichette alimentariDINO MASTROCOLA

Giovedì 9, ore 17.00Teresio Olivelli (1916-1945):

una luce nel lagerGIOVANNI DI PEJO

Giovedì 15, ore 17.00“Le Culture di Frontiera”:

Il Libano e il medio orienteABDO A.SAWAYA

Giovedì 22, ore 17.00I modelli di governance aziendali:

esperienze a confronto LUCIANO D’AMICO

CONCERTISocietà del teatro

e della musica “P. Riccitelli”Sala San Carlo

Martedì 13, ore 21.00 OOrrcchheessttrraa ddii PPaaddoovvaa

ee ddeell VVeenneettooSSaallvvaattoorree AAccccaarrddoo

direttore e solistaGGiiuusseeppppee RRuussssoo RRoossssii

violaMusiche di Mozart e Beethoven

Mercoledì 28, ore 21.00VViikkttoorriiaa MMuulllloovvaa violino

OOttttaavviioo DDaannttoonnee clavicembaloMusiche di Bach

PROSASocietà del teatro

e della musica “P. Riccitelli”Teatro Comunale - Teramo

Martedì 6, ore 21.00Mercoledì 7, ore 17.30

Sette piani di DDiinnoo BBuuzzzzaattii

con UUggoo PPaagglliiaaii - PPaaoollaa GGaassssmmaannregia di PPaaoolloo VVaalleerriioo

Lunedì 26, ore 21.00 Martedì 27, ore 17.30

Arlecchino servitore di due padronidi CC.. GGoollddoonnii

con FFeerrrruucccciioo SSoolleerriiregia GGiioorrggiioo SSttrreehhlleerr

AATTAAMM -- pprroossaaTeatro Comunale –TeGiovedì 15, ore 21.00

Macbeth di W. Shakespearecon EElleennaa BBuuccccii e MMaarrccoo SSggrroossssoo

Mercoledì 21, ore 21.00La locandiera di C. Goldoni

con MMaasscciiaa MMuussyy e FFrraanncceessccooBBiisscciioonnee

SALA DI LETTURA “PROSPETTIVA PERSONA” via N. Palma - Teramo SSAALLOOTTTTOO CCUULLTTUURRAALLEE 2007 con il contributo della Fondazione Tercas

FFeebbbbrraaiioo 22000077OOrree 1188,,3300

77 mmeerrccoolleeddììConversazione di Filosofia:

Cartesioa cura di EEmmiilliiaa PPeerrrrii

88 ggiioovveeddììLeggendo l’Eneide di Virgilio -

a cura di BBeenneeddeettttoo DDii CCuurrzziioo

1144 mmeerrccoolleeddììLa poesia d’amore-EEmmaannuueellaa VVaalliiaannttee

voce recitanteCCllaauuddiiaa MMoorreellllii

pianoforte

1155 ggiioovveeddììLeggendo l’Eneide di Virgilio

a cura di BBeenneeddeettttoo DDii CCuurrzziioo

2211 mmeerrccoolleeddììGiocando s’impara: quiz

a cura di AAnnttoonniieettttaa BBaallmmaassCCaappoorraallee

2222 ggiioovveeddììLeggendo l’Eneide di Virgilio-

a cura di BBeenneeddeettttoo DDii CCuurrzziioo

2288 mmeerrccoolleeddìì“Demoliamo Palazzo Adamoli?’

politici a confronto: DDii DDaallmmaazziioo ee CCoorrddoonnii

6 la tenda n. 1 - gennaio 2007

6

Ludovico Carracci, l’Annunciazione, Bologna.

SS..FF..II..SS..PP.. Sede dell’Azione Cattolica

Via Vittorio Veneto, 11 (Te)

55 LLuunneeddìì - ore 18.00-20.00 Le ragazze di fronte al lavoro.relatrice: GGiiuulliiaa PPaaoollaa DDii NNiiccoollaa

Università Chieti

1122 LLuunneeddìì - ore 18.00-20.00 Cultura dell’impresa e nuove compe-tenze nelle politiche di sviluppo locale.relatore:: EEvveerraarrddoo MMiinnaarrddii

Università Teramo

1199 LLuunneeddìì - ore 18.00-20.00 Il ruolo degli operatori e dei volontarinell’inclusione sociolavorativa dellepersone svantaggiate.relatrice: AAnnnnaalliiaa SSaavviinnii

Associazione “On the road”

26 Lunedì - ore 18.00-20.00 La tutela penale della sicurezza del lavoratore.relatore: GGiiaannffrraanncceessccoo JJaaddeeccoollaa

Sost. Proc. Gen.di Cassazione

Mostra di Venanzo CrocettiI segni della formazione

Disegni degli anni ‘30A cura di FFrraanncceessccoo TTeennttaarreellllii

Dal 2 febbraio al 10 marzo

Museo d’Arte dello SplendoreGIULIANOVA (TE)

CONFERENZAARCHEOCLUB

Sezione di Teramo

Sala di Lettura

via N. Palma - Teramo

1133 mmaarrtteeddìì -- oorree 1177..0000

““Antichi gioielli dell’età ellenisti-

ca: tra ricchezza ed esibizione,

simbolo e magia””

AAnnnnaa MMaarriiaa GGiiaannssaannttee

Storica dell’arte

ZURIGOGentile Lea Norma sas

Via Paris 16 - 64100 TeramoTel. 0861.245441 - 0861.240755

Fax 0861.253877

la tenda n. 1 - gennaio 2007 7

LA PAGINA DEL FAI Fondo per l’Ambiente Italiano

Lettera ai soci

Cari amici aderenti,Il 2007 si apre per la Delegazione FAI di Teramocon una novità che ritengo di grande importanzaper lo sviluppo delle nostre attività, di tutela, con-servazione e promozione dei tesori, delle bellezzee delle emergenze storiche-artistiche-culturali delnostro territorio, nell’ambito degli scopi statutaridel FAI.Vi scrivo questa lettera, ed altre ne seguiranno nelcorso del 2007, attraverso lo “spazio” che è statomesso a nostra disposizione dalla Direzione de“La Tenda”, giornale di informazione culturale,che ha raggiunto in questi ultimi tempi una diffu-sione ampia e capillare grazie allo splendidolavoro dei suoi collaboratori.E’ uno “spazio” che dovremo gestire insieme, percui a tutti chiedo di dare un contributo culturaleper una migliore conoscenza del nostro bellissimo,ma per molti aspetti ancora sconosciuto, AbruzzoTeramano.Questa conoscenza può anche tradursi in unaragionevole denuncia dello stato di abbandono etalvolta anche di degrado in cui molti nostrimonumenti si trovano.La riscoperta delle tradizioni e dei valori del pas-sato attraverso l’organizzazione di eventi signifi-cativi, è sicuramente uno degli obiettivi che cidobbiamo proporre di perseguire anche attraversoquesto nostro “spazio” autogestito. Leggete quindi“La Tenda” che arriverà gratis a tutti voi, anche

perchè tutte le mie comunicazioni passerannoattraverso il giornale, un modo molto più facile ediretto di scambio delle informazioni delle attivi-tà, che la Delegazione andrà ad organizzare nelcorso dell’anno 2007.Richiamo la Vostra attenzione su un importanteevento culturale, che si terrà a Teramo il giorno 19febbraio 2007, alle ore 17,00: la presentazionedel restauro della tela avente per tema “La disce-sa dello Spirito Santo su due monache carme-litane”, tela che era collocata nella Chiesa delCarmine.Il quadro restaurato sarà ricollocata nella Chiesail 19 febbraio.Il restauro promosso dalla Delegazione FAI diTeramo è stato possibile grazie al contributo dellaBanca Tercas Spa, della SanPaolo Bancadell’Adriatico Spa, ma sopratutto grazie al rica-vato di alcune nostre attività organizzate alloscopo. Il restauro sarà illustrato dalla DottoressaPaola Di Felice, Direttrice del Museo Archeo-logico di Teramo.Altro importante eventoculturale in preparazio-ne è la Giornata Nazio-nale FAI di Primaverache si svolgerà nei giorni24 - 25 marzo 2007 intutta Italia e che per la

nostra Delegazione vedrà coinvolta la Città diGiulianova, dove si aprirà un vero e propriosalotto culturale con una serie di eventi tra cuil’inaugurazione dell’intera Mostra della “Scuoladi Posillipo” circa 400 opere della DonazioneBindi. La Mostra si terrà nel Museo delloSplendore.Vi comunico, infine, che sono aperte fino al 15febbraio le iscrizioni per la Gita in Messico alla“scoperta dell’antica civiltà Maia”.Nel rinnovare a tutti Voi gli auguri di un prospe-ro e felice anno Nuovo, Vi invito a coltivarel’amore per la bellezza e l’arte, il rispetto dellanatura e delle opere dell’uomo, dedicando partedel proprio tempo alla conoscenza attiva delmondo che ci circonda.Come spesso sostiene la nostra PresidenteNazionale: “si ama ciò che si conosce, si conosceciò che si ama”.Auguri a tutti e a presto!

Franca Di Carlo GiannellaPresidente sez. FAI di Teramo

Restauro... che emozione!Il patrimonio culturale e paesaggi-stico italiano è il valore caratteri-stico e irripetibile del nostroPaese. E’ una ricchezza che puòrappresentare un’eccezionale op-portunità di sviluppo economiconon solo per le cosiddette cittàd’arte, ma anche per luoghi menonoti, eppure carichi di storia e tra-dizione. Sono queste le ragioniche ci hanno indotto a promuove-re iniziative di vario genere peravere l’opportunità di far restaura-re una tela del ’600 rappresentan-te “La discesa dello Spirito Santosu due suore Carmelitane” situatanella Chiesa della Madonna delCarmine. Perchè proprio una teladella Chiesa del Carmine? Per unsenso di appartenenza, forse, maanche, perché la Chiesa delCarmine è una delle più antichedi Teramo. In questa Chiesa,infatti, già denominata Chiesa diSanta Croce, vi era un Monasterodell’Ordine delle benedettine.Già attivo nel 1357, l’8 gennaiodel 1477 fu annesso al Monasterodi San Giovanni, dove le famigliebenestanti della Città facevanoeducare le loro figlie(1).

Per rilevare il Convento, la Ba-dessa del Monastero di SanGiovanni, accompagnata dal vica-rio Leonessa, si recò davanti alportale della Chiesa di SantaCroce a reclamare il possesso, esi-bendo il “privilegio di unione e diincorporazione del Vescovo Cam-pano di Teramo” il quale, all’epo-ca dei fatti, era partito per Sienaove, consumato da malattia morìil 15 luglio dello stesso anno. Chiuso il Convento, nella Chiesarimase un sacerdote, al cui mante-nimento provvedevano le suore diSan Giovanni, le quali, nel 1578 lacedettero, ormai cadente, al pa-dre provinciale Errici che vi stabi-lì un convento di Carmelitani.Questi ultimi lasciarono il con-vento nel 1783, ma la confraterni-ta del Carmine continuò a mante-nere la Chiesa anche dopo il perio-do di soppressione dei Conventi.Eretta a parrocchia nel 1908 com-prese, nell’altare maggiore, il tito-lo di parrocchiale per Santa Mariaa Bitetto e custodiva cinque alta-ri, uno dei quali era dedicato aSanta Teresa del Bambin Gesù,dove i Carmelitani avevano fatto

apporre la tela in questione.E’ proprio questa annotazione adarci il senso della presenza degliordini religiosi a Teramo; essi furo-no centri di cultura, di studio, dielevazione morale e di conversa-zione di testi ed opere. E oggi noi,aderenti FAI, siamo orgogliosi dipoter restituire alla città e ai fede-li un’opera il cui restauro, esegui-to da Lucrezia Savini, è statolungo e difficile per le condizioni

in cui la tela era ridotta, ma cisiamo riusciti; perciò vi aspettia-mo tutti il 19 febbraio per la ceri-monia e la messa ufficiata da DonAbramo, attuale parroco dellaMadonna del Carmine.

Gianna Cocciolito

(1) Secondo quanto apprendiamo dal volume“Le Chiese nei quartieri di Teramo” di AlidaScocco Marini.

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Caravaggio, Maddalena penitente, 1596-1597. Galleria Doria Pamphili. Roma

a cura della Sezione FAI di Teramo

Il mondo in cui vive l’essere umano,ècostruito sulle sensazioni e quindi sullasoggettività; questo generando un infi-nito numero di variabili comportamen-tali che sono l’essenza della vita stessa.Tragedia e comicità hanno quindi radi-ci comuni da cui originano fatti appa-rentemente contraddittori che coinvol-gono gli individui, secondo un meccani-smo di azione e reazione generato dauna logica soggettiva e spietata.Il primo libro dell’Iliade,ad esempio,vede Achille adirato nei confronti diAgamennone che, dovendo restituire aCrise la figlia Criseide, tratta in schiavi-tù, temendo una “diminutio imperii”, sot-trae ad Achille la sua schiava Briseide.Le parole dell’eroe acheo nei confrontidell’Atride,denunciano uno stato diprepotere intollerabile: nessun motivodi odio ha Achille verso i Troiani,men-tre Agamennone avrebbe finalizzato la guer-ra contro Ilio al soddisfacimento di biechiinteressi personali. Dalle dure parole del Peli-de emerge il disprezzo per il potere autocra-tico rappresentato da Agamennone che èoltretutto tacciato di pusillanimità.L’assemblea dei Greci assiste in silenzio aldramma di Achille ed alla rivendicazionedella sua dignità brutalmente ferita. Nelsecondo libro dell’Iliade invece, pur essendoconcettualmente riproposta la stessa situa-zione, cambia “esteticamente” la fenomeno-logia. Odisseo, dopo la secessione di Achille,convoca l’assemblea dei Greci per riafferma-re il prestigio di Agamennone. Le critichenei confronti dell’autoreferenziale Atride,questa volta provengono da un semplice sol-

dato, Tersite, che vuole ridicolizzare il capodell’esercito greco. Omero costruisce lavicenda sul rapporto che intercorre tral’aspetto fisico del personaggio, specchiodella sua moralità, e l’uso che questo antie-roe fa della parola. La descrizione di Tersite,

la “scimmia di Achille” (Schadewaldt)è tesa tra due superlativi assoluti:aìschistos (il più brutto) ed échthistos (ilpiù odioso). Il primo aggettivo intro-duce all’aspetto fisico di Tersite:“Gobbo, zoppo e la testa a punta rico-perta di rada peluria” (B 217-219), erinvia al secondo aggettivo che inqua-dra l’istintiva ripugnanza provata daAchille e Odisseo verso questo indivi-duo (ibid. 220). Egli è “deinòs”, distrut-tivo perché col suo messaggio sovversi-vo, mette in discussione il potere diAgamennone. Colpendo col suo scet-tro quella patetica caricatura di solda-to, Odisseo, altro pericoloso campionedella parola,circoscrive però i terminidel contrasto e mediante il “ghélos”, ilridicolo, ripristina l’ordine: “Si piegòTersite, dagli occhi gli scesero lacrime(…); ebbe paura e sedette, dolorante

(…); risero tutti di lui (ibid. 266-270)…Nella dimensione fenomenologica è anchepossibile che un uomo si trasformi in scim-mia.

B.D.C.

G. L. Bernini, Monumento alla Beata Ludovica Albertoni, 1671-1674. Roma, Chiesa di S. Francesco a Ripa, Cappella Altieri.

SATURA LANX 8

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IL GUSTO... LETTERARIO

CC’’èè BBUUSS ee BBUUSSHH!!L’autobus contromano in Circonvallazione Ragusa, a Teramo, è l’ultimo tor-mentone che appassiona e divide la gente e i politici. Non si discute sul fattoche Teramo è alquanto sporca, che non ha una biglietteria, magari automati-ca, in quella specie di stazione ferroviaria, che ha un terminal per le corriereindegno per una provincia, un ex-mani-comio in totale abbandono, un teatroinsufficiente, strade di accesso inade-guate etc.etc. Ma Teramo è Città aper-ta al mondo….e come gli americani siappassionano e gridano ‘VIA BUSH’così i teramani gridano ‘VIA BUS’!

“-Figlio di Atreo,che cosa vuoi ?(…)La tua tenda è piena di bronzo,molte donneScelte vi sono,che noi Achei ti doniamo per primo(…)Vili e infami Achee,non più Achei,Torniamocene a casa sulle navi (…)E’ lui [Agamennnone] che ha offeso Achille, guerriero molto migliore di lui -(…)Così diceva Tersite ingiuriando Agamennone”(Il. B. 225 passim)

“Achille dai piedi veloci lo [Agamennone] guardò con odio (…)-Uomo impudente e avido di guadagno (…)Non sono venuto qui a combattere a causa dei Teucri (…)Ora però me ne torno a Ftia (…)Piuttosto che (…) raccogliere tesori (…) per te(…) Ubriacone, faccia di cane, cuore di cervo-”(Il. A 148 passim)

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TACCUINO

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RRiiccoorrddaannddooMargherita Toscani in De Berardinis, madre di WalterPierina Camaioni moglie di Paolo Ciarrocchi; Francesco Ciarelli Giovanni RossiMario Moranti (’mbajatell’)Maria Danese ved. PicaVincenzo Mancini, veterinario in pensioneLivia Cappelli BecchimanziDino CicioniCaterina PennaPPeerr llee iinnsseerrzziioonnii nneell ““TTaaccccuuiinnoo””:: TTeell.. 00886611..224444776633


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