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Il Sole 24 Ore Giovedì 28 Febbraio 2019 Focus Imprese per ...€¦ · lizzazione delle aziende, la...

Date post: 06-Oct-2020
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Il Sole 24 Ore Giovedì 28 Febbraio 2019 23 Imprese per la crescita Focus Solo la formazione continua può creare e mantenere occupazione in un mercato del lavoro mutevole e sempre più specializzato —Servizio a pagina 25 Giovani & Lavoro Coltivare i talenti (non solo per industria 4.0) è la chiave per lo sviluppo di aziende e sistema-Paese Nicoletta Picchio I numeri sono andati anche ol- tre le aspettative: 7mila i visita- tori, 450 gli espositori, 2500 gli incontri B2B tra le imprese fino all’esaurimento dei tavoli, ol- tre 4mila contatti per incontri futuri, 80 eventi, la firma di molti accordi. E poi 500 imprese presen- ti online nel marketplace, la piat- taforma digitale che resterà attiva per consentire lo scambio e le rela- zioni tra le aziende. È il risultato di Connext, il pri- mo evento nazionale di partena- riato tra imprese di Confindustria che si è tenuto il 7 e 8 febbraio a Milano, al Mi.Co, organizzato per mettere insieme il mondo pro- duttivo, farlo dialogare, creare reti, spingere le filiere di settore e tra piccole, medie e grandi im- prese. Un’iniziativa che, appunto, continua: online, nel marketpla- ce, per poi darsi appuntamento il 27 e il 28 febbraio del prossimo anno, con numeri che già si pre- vedono in crescita, visto il succes- so dell’edizione 2019. «Quando l’industria cresce, cresce l’Italia e se cresce l’Italia cresce l’Europa», è stato il mes- saggio di Vincenzo Boccia, presi- dente di Confindustria. «Connext – ha illustrato Boccia - è un salto di qualità di Confindustria che diventa sempre di più attore so- ciale e vuole definire proposte nell’interesse del Paese. È un esperimento che apre una nuova stagione del nostro mondo asso- ciativo, un evento realizzato dalle imprese per le imprese, con l’obiettivo di disegnare un futuro per il mondo produttivo, per fare squadra e mettere a fattor comu- ne eccellenze e conoscenze. Co- me Confindustria, abbiamo an- che il compito di accompagnare la crescita delle imprese». Ad inaugurare, la mattina del 7 febbraio, è stato proprio Boccia, assieme al presidente di Assolom- barda, Carlo Bonomi, e a Stefano Cuzzilla, presidente di 4.Manager e Federmanager. All’evento mila- nese (creato su un format di Unin- dustria Lazio) era presente tutta la squadra di presidenza di Confin- dustria, a partire da Antonella Mansi, vicepresidente per l’orga- nizzazione, che ha avuto la regia dell’iniziativa e dell’evento finale. Con lei Licia Mattioli, vice presi- dente per l’internazionalizzazio- ne, che ha coordinato la parte in- ternazionale e l’incontro con la Confindustria del Marocco; Lisa Ferrarini, vice presidente per l’Eu- ropa, che si è concentrata sul ruolo del made in Italy; Maurizio Stirpe, vice presidente per le relazioni in- dustriali, che ha presieduto il pre- mio sicurezza sul lavoro in colla- borazione con l’Inail; Giulio Pe- drollo, vicepresidente per la poli- tica industriale, e Giovanni Brugnoli, vicepresidente per il ca- pitale umano, che hanno tirato le fila dei lavori su innovazione e ca- pitale umano. Carlo Robiglio, presidente del- la Piccola industria, e Alessio Rossi, presidente dei Giovani, so- no intervenuti sul tema della ma- nagerialità. I Giovani imprendito- ri di Confindustria sono stati an- che presenti con il loro stand Casa GI ed hanno collaborato alla “Call 4 start up”, un bando per nuove imprese (le 20 vincitrici sono en- trate di diritto a Connext); Stefan Pan, vice presidente di Confindu- stria e presidente del Consiglio delle rappresentanze regionali e per le politiche di coesione terri- toriale, ha coordinato l’accordo tra Confindustria-Agid-Confe- renza delle Regioni-Itaca sugli appalti innovativi presentando un portale, Appaltinnovativi.gov, realizzato dall’Agenza per l’Italia digitale, per cambiare l’approccio delle pubbliche amministrazioni verso il mercato. Sotto la guida del direttore ge- nerale Marcella Panucci, ha contri- buito alla buona riuscita dell’ini- ziativa l’intera struttura di Confin- dustria, e in particolare l’Area Eventi, che ha collaborato tra l’al- tro all’organizzazione dei roa- dshow preparatori in tutta Italia. L’evento si è articolato su quattro driver tematici: la persona al centro del progresso; la fabbrica intelli- gente; le aree metropolitane moto- re dello sviluppo; il territorio labo- ratorio della crescita sostenibile. In più un focus specifico su interna- zionalizzazione e made in Italy, con seminari su Cina e Germania. C’erano piccole, medie e grandi aziende tra gli stand di Connext, aperta anche ai non iscritti a Con- findustria, proprio per ampliare la possibilità di contatti e fare rete, in un approccio di progetto Paese. Eccellenze poco conosciute e gran- di nomi, tra cui spiccano Banca In- tesa e Umana, Enel, Leonardo, Eni, Fs, Erg, Google, Amazon, Sogin, Exprivia-Italtel, Tim con Olivetti, Ibm, Siemens, Audi, Mastercard Europe, Edenred Italia. Inoltre, non mancava il mondo universita- rio, dalla Luiss alla Liuc; oltre al si- stema associativo con molte terri- toriali con il proprio stand. Tra gli eventi, un focus sul- l’economia circolare realizzato da Sogin, con la partecipazione anche delle istituzioni, presente il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, Davi- de Crippa, per analizzare il per- corso per lo smaltimento delle scorie nucleari. Un tema delicato e con grandi ricadute per il siste- ma delle imprese, su cui da anni l’Europa ci chiede di impegnarci per arrivare ad una soluzione. Nella due giorni di Connext si è svolta anche una tappa dei roa- dshow Imprese per l’Africa, con la Fondazione E4Impact. Sui temi della formazione e managerialità si sono concentrate le attività di Fon- dimpresa, presente con il suo presi- dente Bruno Scuotto, e 4.Manager. Quest’ultima ha realizzato un son- daggio in tempo reale tra le impre- se, da cui emerge che la figura ma- nageriale più richiesta per il futuro sarà il manager per l’innovazione. Sono stati inoltre firmati una serie di accordi come, per esem- pio, quello tra Google e Confindu- stria, per favorire l’internaziona- lizzazione delle aziende, la forma- zione sulle competenze digitali, la presenza online del mondo im- prenditoriale. O come quello tra il Gruppo tecnico confederale Reti di imprese, la rete dei Digital in- novation hub di Confindustria e RetImpresa, per stimolare la na- scita di reti di imprese e favorire contemporaneamente la trasfor- mazione digitale. Non c’era solo l’Italia: oltre 50 aziende sono arrivate da Germa- nia, Marocco, Romania, Bulgaria, Albania, Serbia, Macedonia e Bo- snia Erzegovina. In particolare, le aziende italiane del settore del food hanno incontrato operatori delle reti commerciali tedesche. L’attività internazionale si è rea- lizzata grazie alla collaborazione di partner come la Confindustria del Marocco, Confindustria As- safrica e Mediterraneo: la Bdi, Confindustria tedesca; la Ahk, la Camera di Commercio italo-ger- manica, Confindustria Est-Euro- pa e l’Agenzia Ice. Nel corso dei seminari sui dri- ver tematici ci sono stati interventi di personaggi di fama internazio- nale: Stefano Boeri, Gry Hasselba- ch, Geoff Mulgan, Francesca Bria, David Thorne. © RIPRODUZIONE RISERVATA Strategie per lo sviluppo. L’evento di Confindustria sul partenariato industriale ha attivato relazioni che continuano sulla piattaforma online creata per mettere in connessione le aziende Connext prosegue il dialogo nel marketplace digitale Appuntamento nel 2020. Connext , organizzato nel centro congressi MiCo, all’ombra delle tre torri di CityLife a Milano, tornerà il 27-28 febbraio 2020, con l’obiettivo di raddoppiare i numeri dell’edizione 2019 appena conclusa Marco Fortis N onostante la recessione che ci ha colpito nel secondo semestre 2018 e la prospettiva di un aggravamento del quadro macroeconomico nel 2019, l’industria italiana possiede molti più anticorpi per reagire rispetto alle precedenti crisi del 2008-2009 e del 2012-2013. E non vi è alcun dubbio che il made in Italy sia oggi estremamente più competitivo di un tempo. Con circa 1.500 prodotti in cui siamo nei primi cinque posti al mondo per migliore bilancia commerciale, l’Italia detiene il quinto surplus manifatturiero con l’estero, ex aequo con Taiwan, dopo Cina, Germania, Corea del Sud e Giappone. Le nostre piccole e medie imprese manifatturiere con 10-249 addetti sono prime per export nell’area Ocse, con 180 miliardi di dollari, mentre le nostre grandi imprese manifatturiere con oltre 250 addetti, pur essendo appena più di 1.000, da sole esportano 191 miliardi di dollari. In pratica, l'export manifatturiero italiano vale grosso modo due volte quello dell'industria spagnola, che si ferma a 189 miliardi. Il made in Italy non ha alcun timore reverenziale di fronte ai concorrenti mondiali. Anche perché negli ultimi anni ha investito molto in ricerca e sviluppo, qualità dei prodotti, tecnologie, internazionalizzazione, connessione in rete con fornitori e clienti. In un fascicolo statistico di prossima pubblicazione, preparato in occasione del suo ventennale (1999-2019), la Fondazione Edison evidenzia lo straordinario sforzo di trasformazione compiuto dalla nostra industria dal 2014 in poi. Nel triennio 2015-2017 gli investimenti italiani in macchinari e attrezzature, grazie al super- ammortamento e al piano Industria 4.0, sono cresciuti ad un tasso annuo record del 6,7%, doppio di quello tedesco. Nei comparti di nostra maggiore specializzazione siamo ai vertici in Europa per spesa delle imprese in R&D: primi nel tessile-abbigliamento-pelli- calzature-mobili nel 2016 con 686 milioni di euro e secondi solo alla Germania nelle macchine e apparecchi meccanici con 1 miliardo e 635 milioni. Dati che sfatano il luogo comune secondo cui le nostre imprese non farebbero ricerca. Non solo. L’Italia detiene un importante sesto posto a livello mondiale per stock complessivo di robot installati (64.356 unità nel 2017). Siamo preceduti soltanto da Cina, Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti e Germania, che hanno numeri più grandi di noi. Fatto che però dipende dall’alta densità di robot in settori come l’automotive e l’elettronica in cui il nostro Paese è scarsamente presente. In realtà, l’Italia primeggia nei suoi campi di specializzazione, essendo quarta al mondo con 7.023 robot installati nell’alimentare-bevande-tabacco, a poca distanza dalla Germania. Siamo inoltre secondi solo alla Cina nel tessile-abbigliamento-pelli- calzature e alla Germania nel legno- arredo. La crescita dei robot in Italia è stata impressionante negli ultimi tre anni: +48% nell’alimentare, +27% nella moda, +21% nel legno- arredo, +23% nella metalmeccanica. Le politiche per l’industria 4.0 hanno messo il turbo al made in Italy e lo hanno reso più forte. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’ANALISI Il made in Italy può battere recessione e concorrenza In rete sono attive 500 imprese: non solo grandi nomi, ma anche Pmi di tutti i settori economici DOSSIER Online tutti gli articoli su Connext, con video e interviste http://24o.it/ connext-vision Su ilsole24ore .com ‘‘ Quando l’industria cresce, cresce l’Italia e se cresce l’Italia cresce l’Europa Vincenzo Boccia Presidente di Confindustria +Trova di più nel sito ilsole24ore.com COURTESY CONFINDUSTRIA Vo VkVSIyMjVm9sb0Vhc3lSZWFkZXJfU2t5IyMjZjk4YjI0YjctOWE3Mi00MjAwLWI3OTQtOTkwNzUxNzE1ZjMxIyMjMjAxOS0wMi0yOFQxNDozODoyMCMjI1ZFUg==
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Page 1: Il Sole 24 Ore Giovedì 28 Febbraio 2019 Focus Imprese per ...€¦ · lizzazione delle aziende, la forma-zione sulle competenze digitali, la presenza online del mondo im-prenditoriale.

Il Sole 24 Ore Giovedì 28 Febbraio 2019 23

Impreseper la crescita

Focus

Solo la formazione continua può creare e mantenere occupazione in un mercato del lavoro mutevole e sempre più specializzato

—Servizio a pagina 25

Giovani & LavoroColtivare i talenti(non solo per industria 4.0) è la chiave per lo sviluppo di aziende e sistema-Paese

Nicoletta Picchio

Inumeri sono andati anche ol-tre le aspettative: 7mila i visita-tori, 450 gli espositori, 2500 gliincontri B2B tra le imprese finoall’esaurimento dei tavoli, ol-tre 4mila contatti per incontri

futuri, 80 eventi, la firma di moltiaccordi. E poi 500 imprese presen-ti online nel marketplace, la piat-taforma digitale che resterà attivaper consentire lo scambio e le rela-zioni tra le aziende.

È il risultato di Connext, il pri-mo evento nazionale di partena-riato tra imprese di Confindustriache si è tenuto il 7 e 8 febbraio aMilano, al Mi.Co, organizzato permettere insieme il mondo pro-duttivo, farlo dialogare, crearereti, spingere le filiere di settoree tra piccole, medie e grandi im-prese. Un’iniziativa che, appunto,continua: online, nel marketpla-ce, per poi darsi appuntamento il27 e il 28 febbraio del prossimoanno, con numeri che già si pre-vedono in crescita, visto il succes-so dell’edizione 2019.

«Quando l’industria cresce,cresce l’Italia e se cresce l’Italiacresce l’Europa», è stato il mes-saggio di Vincenzo Boccia, presi-dente di Confindustria. «Connext– ha illustrato Boccia - è un saltodi qualità di Confindustria chediventa sempre di più attore so-ciale e vuole definire propostenell’interesse del Paese. È unesperimento che apre una nuova

stagione del nostro mondo asso-ciativo, un evento realizzato dalleimprese per le imprese, conl’obiettivo di disegnare un futuroper il mondo produttivo, per faresquadra e mettere a fattor comu-ne eccellenze e conoscenze. Co-me Confindustria, abbiamo an-che il compito di accompagnarela crescita delle imprese».

Ad inaugurare, la mattina del 7febbraio, è stato proprio Boccia,assieme al presidente di Assolom-barda, Carlo Bonomi, e a StefanoCuzzilla, presidente di 4.Managere Federmanager. All’evento mila-nese (creato su un format di Unin-dustria Lazio) era presente tutta lasquadra di presidenza di Confin-dustria, a partire da AntonellaMansi, vicepresidente per l’orga-nizzazione, che ha avuto la regiadell’iniziativa e dell’evento finale.Con lei Licia Mattioli, vice presi-dente per l’internazionalizzazio-ne, che ha coordinato la parte in-ternazionale e l’incontro con laConfindustria del Marocco; LisaFerrarini, vice presidente per l’Eu-ropa, che si è concentrata sul ruolodel made in Italy; Maurizio Stirpe,vice presidente per le relazioni in-dustriali, che ha presieduto il pre-mio sicurezza sul lavoro in colla-borazione con l’Inail; Giulio Pe-drollo, vicepresidente per la poli-tica industriale, e GiovanniBrugnoli, vicepresidente per il ca-pitale umano, che hanno tirato lefila dei lavori su innovazione e ca-pitale umano.

Carlo Robiglio, presidente del-la Piccola industria, e AlessioRossi, presidente dei Giovani, so-no intervenuti sul tema della ma-nagerialità. I Giovani imprendito-ri di Confindustria sono stati an-che presenti con il loro stand CasaGI ed hanno collaborato alla “Call4 start up”, un bando per nuoveimprese (le 20 vincitrici sono en-trate di diritto a Connext); StefanPan, vice presidente di Confindu-stria e presidente del Consigliodelle rappresentanze regionali eper le politiche di coesione terri-toriale, ha coordinato l’accordotra Confindustria-Agid-Confe-renza delle Regioni-Itaca sugliappalti innovativi presentandoun portale, Appaltinnovativi.gov,realizzato dall’Agenza per l’Italiadigitale, per cambiare l’approcciodelle pubbliche amministrazioniverso il mercato.

Sotto la guida del direttore ge-nerale Marcella Panucci, ha contri-buito alla buona riuscita dell’ini-ziativa l’intera struttura di Confin-dustria, e in particolare l’AreaEventi, che ha collaborato tra l’al-tro all’organizzazione dei roa-dshow preparatori in tutta Italia.

L’evento si è articolato su quattrodriver tematici: la persona al centrodel progresso; la fabbrica intelli-gente; le aree metropolitane moto-re dello sviluppo; il territorio labo-ratorio della crescita sostenibile. Inpiù un focus specifico su interna-zionalizzazione e made in Italy, conseminari su Cina e Germania.

C’erano piccole, medie e grandiaziende tra gli stand di Connext,aperta anche ai non iscritti a Con-findustria, proprio per ampliare lapossibilità di contatti e fare rete, inun approccio di progetto Paese.Eccellenze poco conosciute e gran-di nomi, tra cui spiccano Banca In-tesa e Umana, Enel, Leonardo, Eni,Fs, Erg, Google, Amazon, Sogin,Exprivia-Italtel, Tim con Olivetti,Ibm, Siemens, Audi, MastercardEurope, Edenred Italia. Inoltre,non mancava il mondo universita-rio, dalla Luiss alla Liuc; oltre al si-stema associativo con molte terri-toriali con il proprio stand.

Tra gli eventi, un focus sul-l’economia circolare realizzatoda Sogin, con la partecipazioneanche delle istituzioni, presenteil sottosegretario al ministerodello Sviluppo economico, Davi-de Crippa, per analizzare il per-corso per lo smaltimento dellescorie nucleari. Un tema delicatoe con grandi ricadute per il siste-ma delle imprese, su cui da annil’Europa ci chiede di impegnarciper arrivare ad una soluzione.

Nella due giorni di Connext si èsvolta anche una tappa dei roa-dshow Imprese per l’Africa, con laFondazione E4Impact. Sui temidella formazione e managerialità sisono concentrate le attività di Fon-dimpresa, presente con il suo presi-dente Bruno Scuotto, e 4.Manager.Quest’ultima ha realizzato un son-daggio in tempo reale tra le impre-se, da cui emerge che la figura ma-

nageriale più richiesta per il futurosarà il manager per l’innovazione.

Sono stati inoltre firmati unaserie di accordi come, per esem-pio, quello tra Google e Confindu-stria, per favorire l’internaziona-lizzazione delle aziende, la forma-zione sulle competenze digitali, lapresenza online del mondo im-prenditoriale. O come quello tra ilGruppo tecnico confederale Retidi imprese, la rete dei Digital in-novation hub di Confindustria eRetImpresa, per stimolare la na-scita di reti di imprese e favorirecontemporaneamente la trasfor-mazione digitale.

Non c’era solo l’Italia: oltre 50aziende sono arrivate da Germa-nia, Marocco, Romania, Bulgaria,Albania, Serbia, Macedonia e Bo-snia Erzegovina. In particolare,le aziende italiane del settore delfood hanno incontrato operatoridelle reti commerciali tedesche.L’attività internazionale si è rea-lizzata grazie alla collaborazionedi partner come la Confindustriadel Marocco, Confindustria As-safrica e Mediterraneo: la Bdi,Confindustria tedesca; la Ahk, laCamera di Commercio italo-ger-manica, Confindustria Est-Euro-pa e l’Agenzia Ice.

Nel corso dei seminari sui dri-ver tematici ci sono stati interventidi personaggi di fama internazio-nale: Stefano Boeri, Gry Hasselba-ch, Geoff Mulgan, Francesca Bria,David Thorne.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Strategie per lo sviluppo. L’evento di Confindustria sul partenariato industriale ha attivatorelazioni che continuano sulla piattaforma online creata per mettere in connessione le aziende

Connext prosegue il dialogonel marketplace digitale

Appuntamento nel 2020.Connext , organizzato nel centro congressi MiCo, all’ombra delle tre torri di CityLife a Milano, tornerà il 27-28 febbraio 2020, con l’obiettivo di raddoppiare i numeri dell’edizione 2019 appena conclusa

Marco Fortis

Nonostante la recessioneche ci ha colpito nelsecondo semestre 2018 e laprospettiva di un

aggravamento del quadro macroeconomico nel 2019, l’industria italiana possiede molti più anticorpi per reagire rispetto alle precedenti crisi del 2008-2009 e del 2012-2013. E non vi è alcun dubbio che il made in Italy sia oggi estremamente più competitivo di un tempo. Con circa 1.500 prodotti in cui siamo nei primi cinque posti al mondo per migliore bilancia commerciale, l’Italia detiene il quinto surplus manifatturiero con l’estero, ex aequo con Taiwan, dopo Cina, Germania, Corea del Sud e Giappone. Le nostre piccole e medie imprese manifatturiere con 10-249 addetti sono prime per export nell’area Ocse, con 180 miliardi di dollari, mentre le nostre grandi imprese manifatturiere con oltre 250 addetti, pur essendo appena più di 1.000, da sole esportano 191 miliardi di dollari. In pratica, l'export manifatturiero italiano vale grosso modo due volte quello dell'industria spagnola, che si ferma a 189 miliardi.

Il made in Italy non ha alcun timore reverenziale di fronte ai concorrenti mondiali. Anche perché negli ultimi anni ha investito molto in ricerca e sviluppo, qualità dei prodotti, tecnologie, internazionalizzazione, connessione in rete con fornitori e clienti. In un fascicolo statistico di prossima pubblicazione, preparato in occasione del suo ventennale (1999-2019), la Fondazione Edison evidenzia lo straordinario sforzo di trasformazione compiuto dalla nostra industria dal 2014 in poi. Nel triennio 2015-2017 gli investimenti italiani in macchinari e attrezzature, grazie al super-ammortamento e al piano Industria 4.0, sono cresciuti ad un tasso annuo record del 6,7%, doppio di quello tedesco. Nei comparti di nostra maggiore specializzazione siamo ai vertici in Europa per spesa delle imprese in R&D: primi nel tessile-abbigliamento-pelli-calzature-mobili nel 2016 con 686 milioni di euro e secondi solo alla Germania nelle macchine e apparecchi meccanici con 1 miliardo e 635 milioni. Dati che sfatano il luogo comune secondo cui le nostre imprese non farebbero ricerca. Non solo. L’Italia detiene un importante sesto posto a livello mondiale per stock complessivo di robot installati (64.356 unità nel 2017). Siamo preceduti soltanto da Cina, Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti e Germania, che hanno numeri più grandi di noi. Fatto che però dipende dall’alta densità di robot in settori come l’automotive e l’elettronica in cui il nostro Paese è scarsamente presente. In realtà, l’Italia primeggia nei suoi campi di specializzazione, essendo quarta al mondo con 7.023 robot installati nell’alimentare-bevande-tabacco, a poca distanza dalla Germania. Siamo inoltre secondi solo alla Cina nel tessile-abbigliamento-pelli-calzature e alla Germania nel legno-arredo. La crescita dei robot in Italia è stata impressionante negli ultimi tre anni: +48% nell’alimentare, +27% nella moda, +21% nel legno-arredo, +23% nella metalmeccanica.Le politiche per l’industria 4.0 hanno messo il turbo al made in Italy e lo hanno reso più forte.

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L’ANALISI

Il made in Italypuò battererecessionee concorrenza

In rete sono attive 500 imprese: non solo grandi nomi, ma anche Pmi di tutti i settori economici

DOSSIEROnline tutti gli articoli su Connext, con video e intervistehttp://24o.it/connext-vision

Suilsole24ore

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‘‘Quando l’industria cresce, cresce l’Italia e se cresce l’Italia cresce l’EuropaVincenzo BocciaPresidente di Confindustria

+Trova di più nel sitoilsole24ore.com

COURTESY CONFINDUSTRIA

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24 Giovedì 28 Febbraio 2019 Il Sole 24 Ore

Focus

Internazionalizzazione. Il networking strutturato fra societàpuò spingere il business anche in periodi di crescita stentata

Creare ponti verso l’esteroapre nuovi mercatiLaura Cavestri

«Lo ammetto,non sapeva-mo bene checosa aspettar-ci. Ma siccomeci avevano

detto che l’obiettivo, più che vendere,era cercare partner, ragionare in otti-ca di filiera, abbiamo deciso di nonmandare i “commerciali” ma i nostriesperti di ricerca e sviluppo. Abbiamofatto bene. Abbiamo trovato due star-tup con cui potremo proseguire lo svi-luppo di sensori intelligenti applicatiall’abbigliamento di Vigili del fuoco,Polizia ed Esercito». Per Roberto Grassi, che da anni guida l’azienda difamiglia, fondata in provincia di Va-rese nel 1925 (circa 60 milioni di fattu-rato e oltre mille dipendenti tra Italia,Tunisia, Romania e Albania) l’innova-zione è strettamente legata all’espor-tazione. «Forniamo – spiega – abbi-gliamento tecnico per le Forze dell’or-dine. Vestiamo l’esercito francese. Senza tecnologie all’avanguardia si resta fuori dalle gare d’appalto», dice.

Negli incontri B2B programmatinel corso della due giorni milanese diConnext, il capitolo internazionaliz-zazione è stato soprattutto declinatosu come creare ponti, individuare si-nergie, fare scouting di partner, avvi-cinare modelli di business tra Paesi efiliere molto diversi fra loro.

Il confronto con la GermaniaCon un interscambio che vale più di120 miliardi (56 miliardi di exportitaliano e 65 di import), la Germaniaresta il partner numero uno. Un’eco-nomia più complementare all’Italia,con la quale intreccia catene del valo-re e processi di lavorazione un po’ intutte le filiere: dalla meccanica al-l’automotive, dalla siderurgia all’ali-mentare, sino al tessile e alla chimi-ca-farmaceutica. Il dialogo su questapartnership, a Connext, si è concen-trato su formazione e competenze,dei giovani e di chi è già dentro almondo del lavoro e rischia di subireanziché imparare a gestire la digita-lizzazione delle imprese.

«In Germania, diversamente chein Italia, per legge sono le Camere diCommercio tedesche a certificare la formazione professionale a livello na-zionale - ha affermato Katrin Helber,direttrice di Dual concept, società di formazione della Camera di Com-mercio italo-germanica -. Crediamoche l’Italia debba sviluppare maggior-mente il sistema di formazione dualetedesco. Noi non teniamo corsi, ma ascoltiamo le esigenze di formazione

delle imprese – che possono essere affiliate o meno alla Camera italo-te-desca – stiliamo un piano formativoe cerchiamo l’ente di formazione piùidoneo con cui svilupparlo».

Nell’Italia che ha più del 30% di di-soccupazione giovanile, il modello te-desco ha attratto la platea di Connext.Eppure, con l’ultima legge di Bilancio,il governo ha dimezzato l’alternanzascuola-lavoro, nemmeno più indi-spensabile per accedere alla maturità.«Riteniamo che sia fondamentale al-lineare la formazione scolastica con lecompetenze che richiedono le azien-de – ha detto ancora Helber –. Questoè l’unico modo per raggiungere un’al-

ta occupabilità dei giovani. I nostri programmi prevedono che almeno il50% delle ore di formazione sia svoltoin azienda. Siamo nati solo nel 2015,sinora abbiamo accompagnato una decina di aziende italiane e tedeschein Italia e formato oltre 100 giovani».

Il Marocco porta per l’AfricaAnche l’associazione industriale ma-rocchina – hub di beni e servizi e lo-gistica sicura verso l’Africa – propo-ne alle imprese italiane di crearepartnership di trasferimento tecno-logico. «È necessario sviluppare ilrapporto tra le imprese italiane e ma-rocchine su un piano più ambizioso– ha spiegato a Connext Khalid Benjelloun, vicepresidente di Cgem(la “Confindustria” marocchina) – che coinvolga anche la digitalizza-zione e la ricerca e sviluppo».

Nel 2017, l’export italiano in Ma-rocco è cresciuto del 17%, pari ad 1,8 miliardi e il nostro Paese resta il terzopartner commerciale, a distanza, do-po Francia e Spagna. «Il Marocco – haaggiunto Hassan Aboujoub, amba-sciatore in Italia ed ex ministro – ha laprima rete bancaria e aerea di tutta l’Africa. Telecom Maroc è leader in 14Paesi africani e, al netto di oil&gas,siamo i primi investitori nel conti-nente. Credo che ci siano tutte le pre-messe per partnership utili. A partiredalla digitalizzazione».

Il credito a chi esportaCon vendite all’estero, nel 2018, che hanno superato i 450 miliardi di euro,Stefano Barrese, responsabile della divisione Banca dei Territori di IntesaSanpaolo, ha ricordato, a Connext, che «in dieci anni l’export italiano è triplicato e questo è un dato eccezio-nale, indice dello sforzo delle Pmi perinternazionalizzarsi anche in un peri-odo di crescita difficile».

Nel 2018, ha aggiunto Barrese, laBanca dei territori «ha erogato alle Pmi circa 18 miliardi di crediti a me-dio-lungo termine, cercando di abili-tare per loro percorsi di accompa-gnamento, di connessione e inseri-mento perché siano in grado di com-petere sui mercati internazionali; anche attrezzando desk specialisticioperativi nei principali hub del grup-po a Shanghai, Francoforte, Londrae New York». «Inoltre - ha conclusoBarrese -, per finanziare il credito amedio e lungo termine, abbiamo cre-ato strutture dedicate al rafforza-mento patrimoniale delle imprese ealla finanza strutturata, in gran partefinalizzata a finanziare la loro cresci-ta dimensionale».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Innovazione. La piattaforma online appena creata è un nuovo strumento per il dialogo tra big, Pmi e startup, ma anche luogo di scambio di saperi

Partnership e reti: così si mette il turbo all’open innovationLuca Orlando

«In tutta franchezza,ho partecipato conqualche scettici-smo. Ma il risulta-to dei confrontiB2B è stato positi-

vo e credo che l’anno prossimo cisaremo ancora». Giancarlo Losma,imprenditore della componentisti-ca delle macchine utensili, da Con-next non ha portato a casa alcunnuovo contratto o commessa ag-giuntiva. Non era questo del restol’obiettivo. Il gradimento è infattilegato ad altro ed è un primo se-gnale della validità del modellomesso in campo: un percorso co-struito con l’obiettivo di accelerarel’innovazione aprendosi al mondoesterno, in uno schema che puntasul confronto, l’ampliamento delnetwork, l’accesso a servizi e op-portunità di sistema.

«Nessuno, e a maggior ragionele Pmi, - spiega il vicepresidenteper la politica industriale di Con-findustria, Giulio Pedrollo - puòpensare oggi di innovare in modoindipendente e autonomo. Ma perbattere la strada dell’open innova-tion servono confronti e contami-nazioni. E il nostro obiettivo conConnext era proprio quello di met-tere insieme diversi mondi e farlidialogare, presentando anche unaserie di case history che potesserodare a tutti nuove suggestioni.L’evento di premiazione delle im-prese innovative è stato in effettitra i più seguiti, ho visto molte per-sone prendere appunti e ascoltarecon attenzione le strategie adottatee i successi raggiunti. È stato un belmomento, che a mio avviso sinte-tizza lo spirito di Connext».

Strumento che si pone anche co-me ponte tra innovatori, aspirantiimprenditori e mercato. L’incuba-tore Digital Magics, ad esempio, hacreato in Connext un corner perconsentire ai giovani di raccontareidee, modelli di business e obiettivi,oltre ad aver selezionato tra pocomeno di 200 candidature la rosa di40 startup tra cui il comitato tecnicodi Confindustria ha individuato le20 esperienze migliori. «Il valoredell’iniziativa - spiega l’ad di DigitalMagics, Marco Gay - è quello di fareincontrare queste realtà con le im-prese già strutturate. Mi pare chel’esperimento abbia funzionato, perché ha prodotto contenuti e so-prattutto contatti. Che ora possonoessere portati avanti e sviluppati».

La piattaforma Connext è ancheun modo per sistematizzare le di-verse iniziative e opportunità incampo a disposizione delle azien-de, come la rete dei Digital innova-tion hub creata da Confindustria egià operativa sull’intero territorionazionale, o il cluster Fabbrica in-telligente. «Di rado capita di riusci-re a mettere insieme l’intero nostrosistema- spiega il presidente del cluster, Gianluigi Viscardi - e devodire che il riscontro è stato ottimo:al cluster si sono iscritte molteaziende da tutta Italia, dal Friuli allaPuglia. È stato un modo per raccon-tare alle imprese il ventaglio di op-portunità, il nuovo ecosistema chesta avanzando. Che vede molte ini-ziative in campo, tra cui ora bisognascegliere. La sfida, naturalmente èquella di dare continuità alla piatta-forma». Attraverso cui è possibileinformarsi anche sulle opportunitàofferte dall’Europa, proposte ebandi non sempre noti alle impre-se. Come ad esempio i grandi pro-getti di interesse comune europeo,tema già trattato a Connext e ogget-

to di un follow-up successivo. «Il nostro obiettivo - spiega Da-

niele Finocchiaro, presidente delgruppo tecnico ricerca e sviluppodi Confindustria - è quello di dif-fondere conoscenza, in modo dafavorire la costruzione di partena-riati italiani che possano parteci-pare da protagonisti alle iniziativedelle value chain strategiche eu-ropee. Le risorse in campo sonoingenti e dobbiamo fare in modoche le nostre imprese ne possanoapprofittare». Value chain comead esempio cybersecurity, Iot osmart health, temi su cui le azien-de italiane possono giocare unruolo di primo piano.

Sfruttando anche le sinergiepossibili con alcuni player globalidelle nuove tecnologie, che di re-cente hanno siglato accordi quadrocon Confindustria. Ad esempioSiemens, che mette a disposizionedella rete dei Digital innovationhub il proprio centro tecnologico eapplicativo di Piacenza, offrendofino al 2020 in modo gratuito 100giornate di formazione sulle tec-nologie abilitanti di Industria 4.0.«Il nostro gruppo - spiega GiulianoBusetto, Country division lead del-le divisioni Digital factory e Pro-cess industries&drives di SiemensItalia - è presente in modo direttonei centri di competenza che na-sceranno a Milano, Torino, Bolo-gna ma abbiamo voluto fare unpasso in più, mettendo a disposi-zione del sistema in modo gratuitoil nostro centro già operativo a Pia-cenza. Lì abbiamo macchine fun-zionanti, non slide o presentazio-ni: è un modo per toccare con ma-no i benefici della digitalizzazione

applicata ai processi. Potenzial-mente puntiamo a coinvolgere1.500 aziende».

Altra intesa strategica è quellabiennale siglata nella formazionecon Hp Italy, che mette a disposizio-ne i propri esperti per 40 incontriannuali sul territorio all'interno del-la rete dei Dih. L’obiettivo è appro-fondire le soluzioni tecnologiche didesign e produzione nella manifat-tura additiva. «Noi - afferma TinoCanegrati, ad Hp Italy - lavoriamo ecollaboriamo da tempo con impresee istituzioni italiane per rendere concreto il progetto di trasforma-zione digitale in atto. Questa intesaci consentirà di mettere a disposi-zione la nostra esperienza e i nostricontenuti in ambito tecnologico percontribuire allo sviluppo di nuovecompetenze». Il link tra grandi aziende e Pmi è al centro del coin-volgimento in Connext di Leonardo,che con la propria rete di fornitura(in Italia gli acquisti valgono quattromiliardi di euro) ha avviato il per-corso Leap 2020, un modo per raf-forzare legami e creare partnershipa monte. « Il bilancio è positivo -spiega il responsabile di procure-ment e supply chain Marco Zoff - enon solo perché molte aziende han-no ascoltato la relazione. Dopo l’in-contro ho ricevuto decine di chia-mate inattese, soprattutto da partedi realtà che non sono attualmentenella filiera Leonardo. Ad esempiosoggetti della motor valley emiliana,che pur non collaborando con noirealizzano componenti e lavorazio-ni di altissima precisione con mate-riali innovativi, dunque aziende deltutto coerenti con il nostro mondo».

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Costruttiva la condivisione di best practice a Connext. In prima linea molte piccole e medie aziende, incubatori come Digital Magics, colossi come Leonardo, Siemens e Hp, banche al top come Intesa Sanpaolo

Imprese per la crescita

B2B. A Connext 2019 le imprese espositrici erano 450, si sono svolti 2.500 incontri B2B e sono stati avviati oltre 4.000 contatti commerciali sul marketplace

COURTESY CONFINDUSTRIA

Alleati digitali L’incubatore Digital Magics, guidato da Marco Gay, ha creato in Connext un corner per consentire ai giovani di condividere idee con imprenditori già affermati

HASSANABOUJOUB

Ambasciatore delMarocco in Italia

ed ex ministro del commercio

e dell’agricoltura

SOTTO I RIFLETTORI

Piano ambizioso«È necessario sviluppare di più i rapporti commerciali tra le imprese italiane e quelle marocchine su progetti di digitalizzazione e tlc»

STEFANOBARRESE

ResponsabileIntesa Sanpaolo

della divisioneBanche

dei territori

Risorse e servizi«Nel 2018 abbiamo messo 18 miliardi a disposizione delle Pmi per accompagnarle nella crescita dimensionale e nell’innovazione con l’obiettivo di favorirne l’export»

ROBERTOGRASSITitolare

dell’aziendaAlfredo Grassi

Spadi Varese

Esperienza positiva«A Connext abbiamo incontrato due startup con cui potremo sviluppare sensori smart applicabili all’abbigliamento tecnico. La tecnologia, per noi, è la chiave per l’export»

Partner 4.0«Siemens ha messo a disposizione dei Digital innovation hub il suo centro applicativo di Piacenza, offrendo 100 giornate di formazione 4.0», racconta Giuliano Busetto

COURTESY SIEMENS

Fabbrica intelligente.La rete dei Digital innovation hub ha il compito di agevolare la transizione verso lo smart manufacturing

Vo

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Page 3: Il Sole 24 Ore Giovedì 28 Febbraio 2019 Focus Imprese per ...€¦ · lizzazione delle aziende, la forma-zione sulle competenze digitali, la presenza online del mondo im-prenditoriale.

Il Sole 24 Ore Giovedì 28 Febbraio 2019 25

Focus

Valorizzare i talenti. Solo l’aggiornamento professionale consente alle società di svilupparsi e alle persone di accedere o restare in un mercato del lavoro sempre più mutevole e competitivo

Formazione e manager per crescereGiorgio PogliottiClaudio Tucci

Nei prossimi cinque annile imprese in Italia so-no pronte ad assumerequasi 500mila tecnici,super periti, diplomatiIts, laureati in materie

«Stem». Già oggi il 33% delle profes-sionalità tecniche risulta “introvabi-le”. Ci sarà bisogno, da qui al 2023, anche di quasi 300mila operai spe-cializzati. Tra i colletti “bianchi” inve-ce il mercato ricercherà, tra gli altri, 100mila ingegneri e 65mila laureati scientifici. Senza dimenticare il con-nubio, sempre più necessario, traaziende e manager (per spingere l’in-novazione); come pure quei lavorato-ri che per riorganizzazioni o ristrut-turazioni aziendali hanno necessitàdi aggiornare o “ricalibrare” le pro-prie competenze per migliorare la propria occupazione, o ricollocarsi con maggior rapidità.

Insomma, nella seconda mani-fattura europea, ai tempi di Indu-stria 4.0, la formazione e la spintaalla crescita sono divenuti temi cen-trali del rapporto tra mercato del la-voro e impresa.

«L’azienda chiede nuove compe-tenze e maggiori pluralità di cono-scenze - sottolinea Maria Raffaella Caprioglio, presidente di Umana, frale prime agenzie per il lavoro in Italiacon 133 filiali e 25mila persone ogni giorno impiegate -. E quelle stessehard skill acquisite sono caratterizza-te da un grado di obsolescenza altissi-mo, si consumano rapidamente. Eccodunque che la flessibilità, la capacitàdi adattamento, la conoscenza del mondo dell’impresa, e soprattutto laformazione continua diventano in-gredienti fondamentali per chiunquesi avvicini, o voglia restare parte atti-va del mercato del lavoro».

Quello che serve è un approccio disistema, che si traduca nella defini-zione e nell’implementazione di po-licy nazionali, con declinazioni ope-rative anche a livello territoriale, suformazione secondaria, terziaria, al-ta formazione, formazione conti-nua. «Ciò tuttavia - prosegue Ca-prioglio - presuppone che il sistemaeducativo e formativo sia caratteriz-zato dalla contaminazione dei saperie delle conoscenze, dall’interdisci-plinarietà, da un’impostazione di-dattica ricca di pratiche ed esperien-ze sul campo in azienda. Con la no-stra area orientamento, in questivent’anni abbiamo investito molto

nel rapporto con le università e conla scuola, erogando migliaia di ore diformazione, e abbiamo progettatoAcademy aziendali; Umana è anchepartner attiva di 22 fondazioni Its intutto il territorio nazionale».

Il punto è che la formazione deverestare una sorta di “pietra d’angolo”che consente alle imprese di cresceree alle persone di accedere o restare inun mercato del lavoro sempre piùmutevole e competitivo.

In quest’ottica, un ruolo centrale logioca Fondimpresa, il fondo inter-professionale per la formazione con-tinua di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil(oltre 196mila aziende aderenti, 4,6 milioni di lavoratori), che, da anni, fi-nanzia la formazione dei lavoratori nelle aziende aderenti e promuove lacultura della formazione come stru-mento essenziale per innovazione,sviluppo, tutela dell’occupazione, va-lorizzazione del capitale umano.

«Ormai da tempo abbiamo volutotastare il polso di quella che è la si-tuazione attuale delle grandi impre-se e grazie a loro abbiamo ampliatola nostra visuale, non solo alla neces-sità di figure professionali 4.0, ma arendere innovativo il percorso di for-mazione - racconta Bruno Scuotto,presidente di Fondimpresa -. Abbia-mo preso consapevolezza che non c’èsoltanto bisogno di formare profiliprofessionali 4.0, ma bisogna pensa-re a percorsi formativi 4.0. La nostraformazione è ancora troppo legataalle ore in aula, invece bisogna digi-talizzare il percorso. Immagino pro-cessi di formazione innovativi, conpiattaforme fruibili da tutti i lavora-tori in maniera più immediata e an-che con una immediatezza delle competenze acquisite». Così il “con-to formazione digitale” si affianche-rebbe al “conto formazione delle im-prese”, dove ci sono fondi da spende-re in ore formazione a scelta del-l’azienda, e al “conto di sistema”, chepermette l’accesso ai fondi anche alleimprese con minori disponibilità.

Affinché la formazione digitaliz-zata diventi realtà, prosegue Scuot-to, «bisogna adeguare la normativa,fatta per una rendicontazione di atti-vità formative legate all’aula e al car-taceo, creando un sistema di rendi-contazione anche per questa tipolo-gia di attività».

Ma di quali contenuti formativi c’èbisogno? «A Connext abbiamo an-nunciato l’Active customized training- risponde Silvano Mottura, dg di Ebano, realtà riconosciuta in Italia nelmercato della formazione a distanza

attraverso la propria controllata CefPublishing, che da 10 anni progetta erealizza corsi professionali nel setto-re consumer utilizzando la propria piattaforma di social learning -. L’obiettivo è rispondere alle esigenzedelle aziende, che richiedono nuovi processi e prodotti formativi custo-mizzati ed altamente innovativi, perlo sviluppo del proprio business. L’Active Customized Training ampliaed integra la piattaforma di e-lear-ning con l’utilizzo delle interactive te-chnologies che permettono di valo-rizzare e nutrire una cultura formati-va con interazioni “naturali” che ri-ducono i tempi di apprendimento e massimizzano l’impatto dei contenu-ti appresi, assegnando all’utente un ruolo attivo nel processo formativo».

Non solo formazione. Guardandol’altra faccia della medaglia, per fareil salto di qualità, è fondamentale an-che la figura del manager.

«Più della metà dei manager e de-gli imprenditori intervistati nell’am-bito dell’instant survey realizzata dall’Osservatorio di 4.Manager aConnext - evidenzia Stefano Cuzzil-la, presidente di 4.Manager e Feder-manager - ritiene che le imprese ab-biano bisogno di essere potenziatesul piano della managerialità. Il 69%del campione ritiene che il contributospecifico che i manager possono dareallo sviluppo delle imprese italiane èla spinta all’innovazione. Significache viaggiamo insieme nella stessadirezione, tutti consapevoli che saràproprio sulla partita dell’innovazio-ne che si giocherà il futuro delle im-prese italiane».

Per questo, nella piazza di Con-next, 4.Manager ha dato voce ad alcu-ne testimonianze di successo di im-prese che sono diventate più compe-titive avvalendosi di un manager neisettori della finanza, dell’internazio-nalizzazione e dell’innovazione. Il manager del futuro deve fungere daconnettore di persone e di processi, anticipare in modo creativo le ten-denze del mercato, integrare trasver-salmente tecnologia e competenze, attraverso la combinazione di hard esoft skill. Gli imprenditori, invece, de-vono essere i promotori del cambia-mento perché le imprese che si avval-gono dei manager riescono meglio acogliere le opportunità offerte dai processi di digitalizzazione.

«L’auspicio - chiosa Cuzzilla - èche le testimonianze raccolte possa-no diventare delle best practice repli-cabili in tutto il sistema».

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Strategie. La capacità di fare rete e il dialogo conil territorio al centro del percorso di Enel ed Eni

Energia, le bigscommettonosu innovazionee sostenibilitàCelestina Dominelli

Un unico filo rosso:l’energia. Sviluppata,però, nel segno della so-stenibilità e dell’innova-zione. E con un occhioall’economia circolare

ormai connaturata al modo stesso di fare business. È questa la lente attra-verso cui leggere la strategia di alcunigrandi gruppi del settore energetico che considerano la capacità di dialoga-re con il territorio, di fare rete con tuttigli stakeholder, un tassello cruciale. Lostesso messo al centro anche da Con-next dove, non a caso, le grandi corpo-rate come Eni ed Enel ne hanno ribadi-to la centralità.

Un simile approccio s’intravvede,dunque, lungo i quattro filoni cheEnel ha rimarcato fortemente anchein occasione di quell’appuntamento:dalle proposte per le imprese in gradodi generare un fattore competitivo al-la riqualificazione energetica dei con-domini con una nuova offerta “chiaviin mano” targata Enel X (la divisionededicata ai servizi energetici avanza-ti), dalla mobilità elettrica a Futur-e,il progetto che punta a dare una se-conda vita alle 23 centrali termoelet-triche non più attive e a un’area ex mi-neraria. Tessere diverse, certo, ma ac-comunate dalla volontà di declinarel’energia non solo come semplice compravendita di una commodity.Ecco perché, nella già ampia offerta alle imprese, il gruppo guidato daFrancesco Starace ha scelto di porrel’accento su tutti quei servizi innova-tivi, dagli impianti di cogenerazionealle fonti rinnovabili per la produzio-ne, fino alle soluzioni di efficienzaenergetica, che consentono alle aziende di considerare l’energia co-me un driver di sviluppo. La stessa lo-gica, quest’ultima, che attraversa an-che alle altre tessere, a partire dalla nuova proposta di Enel X per i condo-mini: un pacchetto completo che con-sente la riqualificazione abitativa, maanche una serie di vantaggi, come lariduzione dei consumi e delle emis-sioni inquinanti con il conseguente calo dei costi in bolletta, l’abbatti-mento della spesa per gli interventi oltre che l’aumento del valore degli

immobili grazie al miglioramento della classe energetica. Mentre, sulfronte della mobilità elettrica, la rottaè stata tracciata dal piano nazionale per le infrastrutture di ricarica, pre-sentato e avviato dal gruppo a fine2017, che prevede circa 14mila puntidi ricarica entro il 2020 per raddop-piarle nei successivi due anni, in mo-do da assicurare una copertura capil-lare in tutte le regioni con l’installa-zione di stazioni di ricarica a22kilowatt (quick), a 50 kW (fast) e fi-no a 350 kW (ultrafast). A oggi, i nuovipunti di ricarica installati sono oltre4.500 e si procede a un ritmo di oltre150 installati a settimana. In questomodo, il gruppo punta ad accelerarela diffusione della mobilità elettrica nel Paese. E il Paese è al centro anchenel progetto Futur-e dove impianti esiti, che ne hanno sostenuto la cresci-ta industriale, possono tornare a rac-contare una nuova storia di sviluppoe innovazione sostenibile mediantela collaborazione con i territori e la creazione di valore condiviso.

Questi ultimi due driver guidanoanche la strategia di Eni che, a Con-next, ha puntato su due momenti di confronto per valorizzare le compe-tenze nell’ambito delle aggregazionidi impresa e del modello di relazionicon il tessuto imprenditoriale, e per ribadire l’impegno e le azioni messein campo nell’economia circolare. Daun lato, il gruppo guidato da Clau-dio Descalzi ha così adottato il mo-dello “dual flag”, in base al quale lacompagnia affianca il Paese per so-stenerne lo sviluppo locale attraversoimportanti iniziative di supporto so-cio-economico con il coinvolgimentodi tutti gli stakeholder. E questo vuoldire innanzitutto dare accesso al-l’elettricità, ma anche promuovere unampio portafoglio di interventi a fa-vore delle comunità in cui l’azienda opera (dalla diversificazione delle economie locali a progetti per la salu-te e l’educazione, solo per citarne al-cuni). Dall’altro, Eni ha intrapreso unapproccio sistemico per supportare losviluppo sostenibile di lungo terminefacendo leva sull’economia circolare.Così nella raffinazione, il gruppo, ol-tre a esser stato il primo a convertireuna raffineria tradizionale in bioraffi-neria (Venezia e presto anche a Gela),sta lavorando sul recupero degli oli esausti di frittura domestica per pro-durre green diesel a supporto dellamobilità sostenibile e sta sviluppandosoluzioni tecnologiche per generareolio microbico da rifiuti di biomassalignocellulosica (per esempio, la pa-glia di grano o quella del mais). Sem-pre per spingere la filiera dell’econo-mia circolare, Eni ha poi sviluppato ebrevettato la tecnologia “waste to fuel” che consente di utilizzare rifiutiurbani per produrre energia: i primivengono trasformati tramite un pro-cesso di liquefazione in un olio rico-nosciuto come biocarburante avan-zato da impiegare per il trasporto ma-rittimo o per alimentare le raffineriedell’azienda. Un circolo virtuoso cheè stato avviato con un impianto speri-mentale a Gela (con una capacità pro-duttiva di bio olio della struttura sti-mata in circa 70 chilogrammi al gior-no) e che è frutto del lavoro sinergicodelle diverse realtà del gruppo, dallaricerca a Syndial, il braccio ambienta-le. Ma la circolarità è un driver strate-gico anche per Versalis (chimica), chel’ha applicata ai processi e ai prodottilungo tutto il loro ciclo di vita.

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Lo sviluppo sostenibile economico, sociale e ambientale è una forte leva per la ripresa dell’economia, ma va costruito con tutti gli stakeholder: cittadini delle aree in cui le aziende operano, dipendenti, clienti e fornitori

Imprese per la crescita

Riconversione.A Connext Enel ha presentato il progetto Futur-e, che darà una seconda vita, coinvolgendo partner e stakeholder dei territori, a 24 siti in dismissione (nel rendering 3D di Human Company il progetto di Porto Tolle)

STEFANOCUZZILLA

Presidentedel progetto4.Manager e

dell’associazioneFedermanager

SOTTO I RIFLETTORI

Investire di più«Le imprese hanno bisogno di essere potenziate sul piano della managerialità, per accelerare sulla strada dell’innovazione, su cui si gioca il futuro del Paese»

MARIARAFFAELLA

CAPRIOGLIOPresidente

dell’agenziaper il lavoro

Umana

Nuove competenze«Serve una maggiore pluralità di conoscenze. E le hard skill acquisite sono caratterizzate da un grado di obsolescenza altissimo»

BRUNOSCUOTTOPresidente

di Fondimpresa,il fondo per la

formazionecontinua italiano

Cambio di metodo«Non c’è soltanto bisogno di formare profili professionali 4.0, ma bisogna pensare a percorsi formativi 4.0, digitalizzando tutto il processo di apprendimento»

SILVANOMOTTURA

Dg di Ebano,che opera nella

formazionea distanza conCef Publishing

Più interazione con gli «allievi»«Abbiamo annunciato l’Active customized training, con nuovi processi e prodotti formativi customizzati ed altamente innovativi»

I NUMERI

14milaI punti di ricaricaSono i punti di ricarica previsti al 2020 previsti dal Piano nazionale per le infrastrutture di ricarica, presentato e avviato da Enel a fine 2017. Il gruppo punta a raddoppiarle nei successivi due anni in modo da assicurare una copertura capillare in tutte le regioni con l’installazione di stazioni di ricarica a 22kilowatt (quick), a 50 kW (fast) e fino a 350 kW (ultrafast).

70 kgLa capacità produttiva di GelaÈ la capacità produttiva giornaliera di bio olio stimata per l’impianto pilota targato Eni di Gela che viene alimentato con 700 chilogrammi al giorno di rifiutiorganici forniti dalla società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti Srr di Ragusa.

33%I TECNICI MANCANTIUn terzo delle professionalità tecniche necessariealle imprese manifatturierein svolta verso la quarta rivoluzione industriale risulta introvabile

In 4 anniserviranno300mila operai spe-cializzati, 100mila ingegnerie 65mila laureati scientifici

HURAN COMPANY

L’economia circolare è ormai connatura-ta al modo stesso di fare busi-ness delle aziende italiane

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26 Giovedì 28 Febbraio 2019 Il Sole 24 Ore

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