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Ilfatto20111011

Date post: 01-Dec-2014
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Il Fatto Quotidiano del 11/10/2011
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1,20 – Arretrati: 2,00 Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Martedì 11 ottobre 2011 – Anno 3 – n° 241 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 www.ilfattoquotidiano.it Berlusconismo senza B. di Marco Travaglio M entre il mondo piange Steve Jobs e rimpiange le sue geniali allucinazioni che hanno abolito le distanze spazio-temporali della comunicazione, il nostro regimetto è tutto indaffarato intorno a una leggina premedievale che vieta ai cittadini di conoscere gli atti d’indagine e le intercettazioni anche quando sono pubblici. “Pubblici, ma non pubblicabili” è lo slogan dei fascistelli della mutua che ci sgovernano. Tutt’intorno a loro, il mondo assiste allibito. E anche buona parte dell’Italia che, con tutti i difetti, è molto meglio dei suoi politici. La fuga di massa di un milione e mezzo di telespettatori dalla Rai è una grande prova di maturità. E lo sarà anche l’aumento dell’evasione del canone che, se quest’anno supererà i livelli consueti, andrà attribuita non a un ulteriore crollo del senso civico, ma alla rivolta dei cittadini contro il servizietto privato gabellato da servizio pubblico. Tra sabato e ieri almeno 20 mila persone hanno versato 10 euro per dar vita a un vero Servizio Pubblico che consenta a Santoro e alla sua squadra di tornare in onda. Un fenomeno unico al mondo, una notiziona coi fiocchi: infatti, con lodevoli eccezioni come Fazio e Annunziata, nessuno ne parla in tv, né sulla carta stampata. Ma soprattutto non ne parla, con la lodevole eccezione dell’Idv, la politica. Fino a ieri pomeriggio, l’unico politico oltre a Di Pietro a commentare questa fiumana di cittadini che si tassano per uno spicchio di informazione libera, era tal Giorgio Merlo del Pd, che giustamente nessuno conosce, ma è addirittura il vicepresidente della commissione parlamentare di Vigilanza. Uno di quelli che, con la lodevole eccezione di Vincenzo Vita, si sono astenuti sul demenziale Lodo Butti che impegna la Rai a “sperimentare la doppia conduzione” nei talk show. Dice il Merlo: “Massimo rispetto per Santoro, la sua professionalità, i suoi guadagni e le sue nuove trasmissioni. Una cosa però dovrebbe essere chiara, fino a prova contraria. Di servizio pubblico radiotelevisivo, pur ammaccato e malconcio, in Italia ne esiste uno solo: la Rai”. Tralasciamo la volgarità sui “guadagni” di Santoro, peraltro inferiori a quelli dei conduttori preferiti dal regime che più perdono ascolti più incassano (secondo il Merlo, Santoro dovrebbe lavorare gratis). E concentriamoci sulla frase: “Una cosa dovrebbe essere chiara”. Ecco, che questa Rai sia un servizio pubblico, addirittura l’unico, non è chiaro proprio a nessuno, eccezion fatta per i Merli. Lungi da noi ingigantire l’importanza di questo noto frequentatore di se stesso. Registriamo però che il cosiddetto “maggior partito di opposizione”, il Pd, così impegnato a inseguire le manfrine di preclare figure come Scajola e Pisanu, rimane afasico di fronte a un fenomeno come quello che sta attraversando il mondo della tv: non ha nulla da dire. Infatti non parla nessuno (cioè Merlo). E intendiamoci: se questo silenzio significasse che il Pd ha deciso di disinteressarsi della tv, nel senso di liberarla dal controllo dei partiti (se stesso compreso), sarebbe una buona notizia. Ma non pare questo il caso. Infatti il primo bavaglio, quello di Mastella, lo inventò il centrosinistra: lo stesso che non risolse il conflitto d’interessi e non sfiorò neppure la legge Gasparri. Tre settimane fa, il Pd vomitava insulti e scomuniche contro Luca Mercalli, reo di aver parlato contro il Tav a Che tempo che fa. “Ci chiediamo se la propaganda contro la Tav sia un modello di giornalismo da servizio pubblico”, tuonò il solito Merlo. Tal Farinone, sempre del Pd, denunciò un “uso militante della tv contro la Torino-Lione”. Come se esistesse il reato di leso Tav. Il guaio è che anatemi e silenzi derivano da una concezione tutta berlusconiana dell’informazione: che non è un diritto da liberare dai conflitti d’interessi, ma una proprietà privata di tutti i partiti. Il peggio che può capitarci quando B. sarà caduto è proprio questo: il berlusconismo senza Berlusconi. STRAPPIAMO IL BAVAGLIO Giornalisti, editori, docenti universitari e Cgil contro la porcata di B. che vuole far tacere l’informazione sui processi di B. Il Pdl chiama, Nitto Palma risponde: ispettori a Napoli e Bari Frattini bacchetta Merkel e Sarkozy per il vertice sulla crisi: “Non ne sapevamo nulla”. Replica: noi siamo grandi Paesi. Ma perché non tace ? Patrizia Aldrovandi, Ilaria Cucchi, Lucia Uva e Domenica Ferrulli davanti a Montecitorio (FOTO ANSA) GOVERNO x Si aprono crepe nella maggioranza, ma il rimedio lo conosce Verdini Altro che rivolta, Scajola e gli ex dc trattano sulle poltrone future U di Malcom Pagani CHE TORTURA IL QUIZZONE CENSIMENTO L a Divina Commedia dei nostri giorni va letta con il testo a fronte. Con busta bianca dell’I- stat, a circa 25 milioni di famiglie italiane, il quindicesimo censi- mento della storia nazionale è stato recapitato con la traduzio- ne. pag. 10 z di Luca Telese L a voce dell’ex ministro era risuonata limpida e gioviale nel mio auricolare: “Buongiorno, Tele- se! Ma lo sa che lei è un bel figlio di puttana?”. E poi ecco la risata sonora – inconfondibile – di Claudio Scajola. Di solito i giornalisti occultano questo lato non del tutto gradevole del loro lavoro. pag. 4 z Contro i fuorilegge di Antonio Padellaro dc D a oggi, cari lettori, troverete accanto alla testata del Fat- to un logo su cui abbiamo riportato il titolo del giorna- le di domenica: “Noi non obbedi- remo alla legge bavaglio”. Disobbe- dienza civile che avevamo già pro- messo nel febbraio scorso, quando Berlusconi, terrorizzato (e ne ave- va ben donde) dalle “prove eviden- ti” depositate dalla Procura di Mi- lano sul caso Ruby, annunciò un decreto urgente per fare in modo che nessuno sapesse. Gli andò ma- le, stoppato come fu dal presidente Napolitano. Ma poiché da allora i suoi problemi con la giustizia da pioggia sono diventati grandine, ecco che l’imputato di Arcore vuo- le di nuovo imporre il silenzio de- finitivo dell’informazione sulle sue gesta con battaglioni di prostitute minorenni e non. Cosicché alle prossime elezioni (che qualcuno considera prossime) egli possa pre- sentarsi come un giglio immacola- to, contando sulla smemoratezza degli italiani e sull’occultamento della verità da parte dei tg al suo servizio. Non facciamoci inganna- re dai movimenti di truppe ex dc guidate dallo Scajola, detto Sciabo- letta. Costoro minacciano di far ca- dere un governo che non si regge in piedi per ottenere qualcosa di molto più commerciabile, come la garanzia di una ricandidatura certa nel prossimo Parlamento. Come ha scritto ieri La Stampa, malgrado questi confusi diversivi, l’Italia “re- sta prigioniera del cavaliere”, a cui della crisi finanziaria non frega nul- la e figuriamoci delle fabbriche che chiudono. Bruno Tinti ha spiegato come l’alta incostituzionalità della legge sulle intercettazioni unita alla giurisprudenza delle Corti euro- pee rendano il bavaglio uno strac- cio inservibile. Ma il nostro No a questa robaccia è mosso da una ra- gione più di fondo: noi non pren- diamo ordini da un’armata branca- leone guidata da un personaggio squalificato in tutto il mondo tran- ne che nella dacia di Putin. Ciò che dobbiamo o non dobbiamo scrive- re lo decidiamo noi. Costi quel che costi. Speriamo che a farci compa- gnia siano in tanti. Aldrovandi, Cucchi, Uva, Ferrulli: senza la pubblicazione di foto e registrazioni, i morti per mano dello Stato non avrebbero giustizia D’Onghia pag. 3 z CATTIVERIE Il Pdl: “Papa in carcere è un prigioniero politico”. Dalle Brigate rosse alle Brigate gnocca Massari, Nicoli, Paolin, Truzzi pag. 2 - 3 - 8 z L’uomo con la casa pagata a sua insaputa scrive al premier “per evitare la rottura”. Intanto nella Lega monta la rivolta anti-Bossi della base, anche nella natìa Varese n terrore dei mari Altra nave italiana sequestrata. Fare il pirata conviene Schiavulli pag. 13z n il ritorno di Santoro Già 210 mila euro con le sottoscrizioni per Comizi d’amore Tecce pag. 7z IL RISCHIO DI MORIRE DUE VOLTE IL RISCHIO DI MORIRE DUE VOLTE D’Esposito, Sansa, Vecchi pag. 4 - 5 - 6 z y(7HC0D7*KSTKKQ( +#!=!z!#!#
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Page 1: Ilfatto20111011

€ 1,20 – Arretrati: € 2,00Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Mar tedì 11 ottobre 2011 – Anno 3 – n° 241Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Romatel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230

w w w. i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

Berlusconismo senza B.

di Marco Travaglio

Mentre il mondo piange Steve Jobs erimpiange le sue geniali allucinazioni chehanno abolito le distanze spazio-temporalidella comunicazione, il nostro regimetto è

tutto indaffarato intorno a una leggina premedievaleche vieta ai cittadini di conoscere gli atti d’inda ginee le intercettazioni anche quando sono pubblici.“Pubblici, ma non pubblicabili” è lo slogan deifascistelli della mutua che ci sgovernano.Tu t t ’intorno a loro, il mondo assiste allibito. E anchebuona parte dell’Italia che, con tutti i difetti, è moltomeglio dei suoi politici. La fuga di massa di unmilione e mezzo di telespettatori dalla Rai è unagrande prova di maturità. E lo sarà anche l’aumentodell’evasione del canone che, se quest’annosupererà i livelli consueti, andrà attribuita non a unulteriore crollo del senso civico, ma alla rivolta deicittadini contro il servizietto privato gabellato daservizio pubblico. Tra sabato e ieri almeno 20 milapersone hanno versato 10 euro per dar vita a unvero Servizio Pubblico che consenta a Santoro e allasua squadra di tornare in onda. Un fenomeno unicoal mondo, una notiziona coi fiocchi: infatti, conlodevoli eccezioni come Fazio e Annunziata,nessuno ne parla in tv, né sulla carta stampata. Masoprattutto non ne parla, con la lodevole eccezionedell’Idv, la politica. Fino a ieri pomeriggio, l’unicopolitico oltre a Di Pietro a commentare questafiumana di cittadini che si tassano per uno spicchiodi informazione libera, era tal Giorgio Merlo del Pd,che giustamente nessuno conosce, ma è addiritturail vicepresidente della commissione parlamentaredi Vigilanza. Uno di quelli che, con la lodevoleeccezione di Vincenzo Vita, si sono astenuti suldemenziale Lodo Butti che impegna la Rai a“sperimentare la doppia conduzione” nei talk show.Dice il Merlo: “Massimo rispetto per Santoro, la suaprofessionalità, i suoi guadagni e le sue nuovetrasmissioni. Una cosa però dovrebbe essere chiara,fino a prova contraria. Di servizio pubblicoradiotelevisivo, pur ammaccato e malconcio, inItalia ne esiste uno solo: la Rai”. Tralasciamo lavolgarità sui “guada gni” di Santoro, peraltro inferioria quelli dei conduttori preferiti dal regime che piùperdono ascolti più incassano (secondo il Merlo,Santoro dovrebbe lavorare gratis). E concentriamocisulla frase: “Una cosa dovrebbe essere chiara”. Ecco,che questa Rai sia un servizio pubblico, addirittural’unico, non è chiaro proprio a nessuno, eccezionfatta per i Merli. Lungi da noi ingigantirel’importanza di questo noto frequentatore di sestesso. Registriamo però che il cosiddetto “ma ggiorpartito di opposizione”, il Pd, così impegnato ainseguire le manfrine di preclare figure comeScajola e Pisanu, rimane afasico di fronte a unfenomeno come quello che sta attraversando ilmondo della tv: non ha nulla da dire. Infatti nonparla nessuno (cioè Merlo). E intendiamoci: sequesto silenzio significasse che il Pd ha deciso didisinteressarsi della tv, nel senso di liberarla dalcontrollo dei partiti (se stesso compreso), sarebbeuna buona notizia. Ma non pare questo il caso.Infatti il primo bavaglio, quello di Mastella, loinventò il centrosinistra: lo stesso che non risolse ilconflitto d’interessi e non sfiorò neppure la leggeGasparri. Tre settimane fa, il Pd vomitava insulti escomuniche contro Luca Mercalli, reo di averparlato contro il Tav a Che tempo che fa. “Cichiediamo se la propaganda contro la Tav sia unmodello di giornalismo da servizio pubblico”,tuonò il solito Merlo. Tal Farinone, sempre del Pd,denunciò un “uso militante della tv contro laTor ino-Lione”. Come se esistesse il reato di leso Tav.Il guaio è che anatemi e silenzi derivano da unaconcezione tutta berlusconiana dell’infor mazione:che non è un diritto da liberare dai conflittid’interessi, ma una proprietà privata di tutti i partiti.Il peggio che può capitarci quando B. sarà caduto èproprio questo: il berlusconismo senza Berlusconi.

STRAPPIAMO IL BAVAGLIOGiornalisti, editori, docenti universitari e Cgil contro la porcata

di B. che vuole far tacere l’informazione sui processi di B.Il Pdl chiama, Nitto Palma risponde: ispettori a Napoli e Bari

Frattini bacchetta Merkel e Sarkozy per il verticesulla crisi: “Non nesapevamo nulla”. Replica: noi siamo grandi Paesi. Ma perché non tace?

Patrizia Aldrovandi, Ilaria Cucchi, Lucia Uva e Domenica Ferrulli davanti a Montecitorio (FOTO ANSA)

GOVERNOx Si aprono crepe nella maggioranza, ma il rimedio lo conosce Verdini

Altro che rivolta, Scajola e gli ex dctrattano sulle poltrone future

Udi Malcom Pagani

CHE TORTURAIL QUIZZONECE NSIME NTO

L a Divina Commedia dei nostrigiorni va letta con il testo a

fronte. Con busta bianca dell’I-stat, a circa 25 milioni di famiglieitaliane, il quindicesimo censi-mento della storia nazionale èstato recapitato con la traduzio-ne. pag. 10 z

di Luca Telese

L a voce dell’ex ministro era risuonata limpida egioviale nel mio auricolare: “Buongiorno, Tele-

se! Ma lo sa che lei è un bel figlio di puttana?”. E poiecco la risata sonora – inconfondibile – di ClaudioScajola. Di solito i giornalisti occultano questo latonon del tutto gradevole del loro lavoro. pag. 4 z

Controi fuorilegge

di Antonio Padellarodc

Da oggi, cari lettori, trovereteaccanto alla testata del Fat -to un logo su cui abbiamoriportato il titolo del giorna-

le di domenica: “Noi non obbedi-remo alla legge bavaglio”. Disobbe-dienza civile che avevamo già pro-messo nel febbraio scorso, quandoBerlusconi, terrorizzato (e ne ave-va ben donde) dalle “prove eviden-ti” depositate dalla Procura di Mi-lano sul caso Ruby, annunciò undecreto urgente per fare in modoche nessuno sapesse. Gli andò ma-le, stoppato come fu dal presidenteNapolitano. Ma poiché da allora isuoi problemi con la giustizia dapioggia sono diventati grandine,ecco che l’imputato di Arcore vuo-le di nuovo imporre il silenzio de-finitivo dell’informazione sulle suegesta con battaglioni di prostituteminorenni e non. Cosicché alleprossime elezioni (che qualcunoconsidera prossime) egli possa pre-sentarsi come un giglio immacola-to, contando sulla smemoratezzadegli italiani e sull’occultamentodella verità da parte dei tg al suoservizio. Non facciamoci inganna-re dai movimenti di truppe ex dcguidate dallo Scajola, detto Sciabo-letta. Costoro minacciano di far ca-dere un governo che non si reggein piedi per ottenere qualcosa dimolto più commerciabile, come lagaranzia di una ricandidatura certanel prossimo Parlamento. Comeha scritto ieri La Stampa, malgradoquesti confusi diversivi, l’Italia “re -sta prigioniera del cavaliere”, a cuidella crisi finanziaria non frega nul-la e figuriamoci delle fabbriche chechiudono. Bruno Tinti ha spiegatocome l’alta incostituzionalità dellalegge sulle intercettazioni unita allagiurisprudenza delle Corti euro-pee rendano il bavaglio uno strac-cio inservibile. Ma il nostro No aquesta robaccia è mosso da una ra-gione più di fondo: noi non pren-diamo ordini da un’armata branca-leone guidata da un personaggiosqualificato in tutto il mondo tran-ne che nella dacia di Putin. Ciò chedobbiamo o non dobbiamo scrive-re lo decidiamo noi. Costi quel checosti. Speriamo che a farci compa-gnia siano in tanti.

Aldrovandi, Cucchi, Uva, Ferrulli: senza la pubblicazione di foto e registrazioni,i morti per mano dello Stato non avrebbero giustizia D’Onghia pag. 3z

C AT T I V E R I EIl Pdl: “Papa in carcereè un prigionieropolitic o”.Dalle Brigate rossealle Brigate gnocca

Massari, Nicoli, Paolin, Truzzi pag. 2 - 3 - 8 z

L’uomo con la casa pagata a suainsaputa scrive al premier “perevitare la rottura”. Intanto nellaLega monta la rivolta anti-Bossidella base, anche nella natìa Varese

nterrore dei mari

Altra nave italianasequestrata. Fareil pirata conviene

Schiavulli pag. 13z

nil ritorno di Santoro

Già 210 mila eurocon le sottoscrizioniper Comizi d’amore

Tecce pag. 7z

IL RISCHIO DI MORIRE DUE VOLTEIL RISCHIO DI MORIRE DUE VOLTE

D’Esposito, Sansa, Vecchi pag. 4 - 5 - 6 z

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Vietti: servono regole

di equilibrio

tra i diversi interessi

“S ulle intercettazioni servonoprobabilmente regole chetrovino un migliore equilibrio

tra tre diversi interessi che vengono in gioco inquesta materia”. Lo ha affermato il vicepresidentedel Csm, Michele Vietti. Che ha elencato i treinteressi: “Il primo è l’interesse delle indagini chenon può fare a meno di questo insostituibile

strumento di investigazione; il secondo è la libertàdi stampa e il diritto dei cittadini di essere informati;il terzo è il diritto alla riservatezza, in particolaredei soggetti terzi, estranei all’indagine, soprattuttose si tratta di fatti che non hanno rilevanza penale”.Quindi ha spiegato: “Spetta alla politica, allegislatore, trovare questo punto di equilibrio”. Epoi ha detto basta alle “energie sprecate nello

scontro tra giustizia e politica” e ha auspicato,invece, l'impegno per dare “maggiore efficienza alsistema ordinamentale”. Perché “è importantetenere presente che un mercato funziona seconsidera affidabile le regole che lo governano.Perciò è dovere della politica e di un saggiolegislatore garantire regole affidabili per tutti e chevalgano per tutti, sempre”.

A BOCCA APERTAEditori, mondo dell’università, Cgil, associazioni:scoppia la rivolta contro il bavaglio del Caimano

di Silvia Truzzi

Digitando la parola “inter -cettazioni” nel filtro di ri-cerca delle Agenzie ieri cis’imbatteva in due tipi di

notizie. Le più numerose, quellepolitiche. Poi un paio, interes-santi, di cronaca che davano

conto dell’arresto di cinque per-sone, tra cui tre pedofili fermatimentre stavano stuprando unabambina di 12 anni. Accuse: vio-lenza sessuale di gruppo, abusisu minore, induzione e sfrutta-mento della prostituzione mino-rile (ricorda qualcosa?). Intantola maggioranza di governo sta

per essere assordata dal rumoredel movimento anti-bavaglio,che cresce spontaneamente sudiversi fronti.

Il fattore Marina B.Gli editori hanno ritirato fuoridal cassetto l’appello che aveva-no presentato l’anno scorso,quando si discuteva di multe mi-lionarie e carcere per gli autoriche avessero riportato le inter-cettazioni. “Alla vigilia della Fie-ra internazionale del libro diFrancoforte – dove potremocondividere la nostra preoccu-pazione con i colleghi editori ditutto il mondo – chiediamo al go-verno e al Parlamento di recede-re da questo nuovo tentativo dibloccare la diffusione di cono-scenze rilevanti e significativesugli atti processuali”. Quellavolta ciascuno firmò per la casaeditrice che rappresentava. Na-turalmente Mondadori non sot-toscrisse l’appello ed ErnestoFranco, direttore editoriale di Ei-naudi, dopo le vibratissime pro-teste di scrittori e saggisti scrisseuna lettera a Repubblica per ade-rire a titolo personale, temendoforse un esodo di massa dei suoiautori. Così ha fatto anche que-sta volta. La casa dello Struzzo fa-rà sapere la sua posizione ufficia-le entro domani. Anche i promo-

tori hanno aderito con nome ecognome: Marco Cassini e Da-niele di Gennaro di Minimumfax, Stefano Mauri e Luigi Spa-gnol del gruppo editoriale MauriSpagnol, Alessandro e GiuseppeLaterza. “L’attuale maggioranza– è scritto nel documento – staper approvare una legge che vie-ta la pubblicazione delle inter-cettazioni disposte dai magistra-ti (anche dopo la loro divulgazio-ne alle parti del processo). Unalegge – per fare un esempio – se -condo cui un’i n t e rc e t t a z i o n epotrebbe essere letta in pubbli-co dall’avvocato della personaintercettata ma non potrebbe es-sere pubblicata su un giornale.Una legge – per fare un altroesempio – secondo cui la replica

Intercettazioni, il Pdl perde fiduciaVOTO BLINDATO SOLO SE CONVINCONO SCAJOLA. PRESCRIZIONE BREVE, LEGGE A NOVEMBRE

di parte prevale sulla ricostru-zione di giornalisti e autori neu-trali, inquinando proprio l’infor -mazione più responsabile e pro-fe s s i o n a l e ”. E ancora: “Negli ul-timi anni i tentativi di restringereil diritto di informazione ha su-scitato una vasta opposizioneche ha attraversato le più diversecategorie. Anche a livello inter-nazionale, i provvedimenti sulleintercettazioni hanno sollevatoforti perplessità perfino da partedi qualificati rappresentanti diistituzioni quali l'Osce, l'Onu el'Unione europea”. È prevedibi-le che, a titolo personale, firme-ranno in tantissimi. A comincia-re da Roberto Saviano, nome dipunta di Mondadori, passandoper i tanti professori di Einaudi:Gustavo Zagrebelsky, Marco Re-velli, Paul Ginsborg. Così le caseeditrici della figlia del padrone siritroveranno tutti gli autori (oquasi) contro. L’elenco delleadesioni sarà diffuso giovedì: sa-rà interessante capire chi si tiraindietro. Domenica gli editori,come fecero già l’anno scorso,invitano tutti a partecipare aun’assemblea pubblica (alle 11al Teatro Valle di Roma). Giusep-pe Laterza, intervistato dal sitodi Repubblica, spiega: “In una co-munità le leggi sono importantima è importante soprattutto che

ogni cittadino prenda in mano ilsuo destino. E in questi ultimimesi in tanti, abituati a stare allafinestra, sono scesi in strada”.

La lettera a NapolitanoInfatti anche la Cgil si sta mobi-litando: domani alle 17 è convo-cato un nuovo presidio al Pan-theon, ci sarà anche Articolo 21.Anche il mondo universitario èin agitazione. Un gruppo di pro-fessori bolognesi che si opponealla riforma Gelmini ha promos-

L’appello dellecase editrici:le firme a titolopersonale per“s t a n a re ”gli autoriMondadori

CostituzioneArticolo 21 e libertà

di stampa

T utti hanno diritto dimanifestare libera-

mente il proprio pensie-ro con la parola, lo scrit-to e ogni altro mezzo didiffusione. La stampanon può essere soggettaad autorizzazioni o cen-sur e.

Cassazione penaleVerità, interesse

pubblico, obiettività

I l diritto di cronaca puòesercitarsi anche quan-

do può nuocere all’altruireputazione purché la no-tizia sia vera; esista un in-teresse pubblico alla co-noscenza dei fatti; l’infor-mazione rimanga nei giu-sti limiti di obiettività.

Convenzione europeaM a n i f e s t a re

il pensiero

L a Convenzione europeadei Diritti dell’Uomo san-

cisce il principio della libertàdi manifestazione del pen-siero. Senza ingerenza del-l’autorità pubblica. I limiti dicritica nei confronti dei poli-tici sono maggiori di quellinei confronti dei privati.

Convenzione europeaDiritto a informare

sulle indagini

S empre la Convenzio-ne europea stabilisce

che il diritto della stampadi informare su indaginiin corso e quello del pub-blico di ricevere notiziesu inchieste scottanti pre-vale sulle esigenze di se-gr etezza.

CONTRO I FUORILEGGE

Corte costituzionalePrima l’E u ro p a ,

poi i singoli Stati

G li Stati contraenti so-no vincolati a unifor-

marsi alle interpretazioniche la Corte di Strasburgodà alle norme della Con-venzione europea dei di-ritti dell’uomo. Lo spiegala nostra Corte costituzio-nale.

di Sara Nicoli

A ncora un giorno. È questoche Angelino Alfano ha

chiesto a Berlusconi per poterrecuperare quei voti (gli scajo-liani, ma anche tra i Responsa-bili come Grassano e Sardellitira brutta aria) e decidere semettere la fiducia o meno sulddl intercettazioni. Con unaconseguenza politica di nonpoco conto in caso di decisio-ne per il no; la raggiunta con-sapevolezza da parte del Pdl dinon avere più una maggioran-za solida alla Camera. Quindi,se proprio ci sarà da buttare ilcuore oltre l'ostacolo con unvoto a rischio per il governo,ebbene sarà più probabile cheil Cavaliere voglia correre que-sto rischio non sulle intercet-tazioni, ma sulla prescrizione

breve, che gli serve per evitareanche la condanna di primogrado al processo Mills che po-trebbe arrivare entro fine no-vembre. Dunque, tanto valeandare avanti con il ddl inter-cettazioni con l'iter normale,contando su dei tempi contin-gentati per il dibattito, anchese questo vorrà dire tenere im-pegnata l'aula per un'interasettimana.

QUELLO CHE, alla fine, po-trà venire fuori non sarà co-munque soddisfacente, quinditanto vale non rischiare. Ma seAlfano riuscirà “a recuperareScajola - ecco la voce di un uo-mo vicino al segretario – a l l o rasi potrà ripartire spediti; maxiemendamento che raccolga lemodifiche indicate da Costa eda Paniz e fiducia entro vener-

dì”.Sulla prescrizione lo scoglio è ilTerzo Polo. Oggi la Commissio-ne Giustizia del Senato termi-nerà la discussione sui 150emendamenti, quindi il testosarà licenziato per l'aula. Do-mani mattina, la conferenza deicapigruppo potrebbe anchedecidere di inserirlo nel calen-dario per la settimana succes-siva: “Non credo che il testo ab-bia bisogno della fiducia – spie-gava ieri a Palazzo Madama Fi-lippo Berselli, pidiellino presi-dente della commissione Giu-stizia – mentre credo che sarànecessario metterla alla Came-ra per evitare che torni nuova-mente indietro... a quel puntoce la possono fare tranquilla-mente entro la metà di novem-b re ”. Esattamente quel chevuole il Cavaliere. Insomma, le

intercettazioni alla Camera po-trebbero vedere dei tempi piùlunghi di approvazione e rag-giungere il Senato dopo l'ap-provazione della prescrizionebreve, ma per un singolare casodel destino, entrambi gli artico-lati potrebbero atterrare sullascrivania del Quirinale a pocadistanza l'uno dall'altro. Salvoincidenti di percorso, ovvia-mente.

PER QUANTO riguarda leintercettazioni, molto dipen-derà da cosa ci sarà scritto den-tro, ma senza modifiche sostan-ziali al “lodo Costa” (che ina-sprisce le regole sulla pubblica-bilità delle registrazioni) è mol-to improbabile che il Quirinalela firmi senza chiedere almenoun chiarimento al Parlamentoper questioni legate alla costi-

WO O D C O C K “Cosìbloccano le indagini”

di Vincenzo Iurillo

S ono le 16:45 e sono trascorse quasi tre ore dall’iniziodel convegno allestito dall’Ordine degli Avvocati su in-

tercettazioni, tutela della privacy e diritto all’inda gine,quando Henry John Woodcock prende la parola. Gli or-ganizzatori lo fanno parlare per ultimo. Il pm delle inchie-ste più scottanti non delude. Secondo Woodcock il ddlsulle intercettazioni in via di approvazione in Parlamento“è assolutamente inadeguato, non serve a nulla, è da chiu-dere in un cassetto e buttare via la chiave, come sa anchechi lo sta scrivendo”. E spiega, a suo dire, il perché: “Nonc’entra niente con la sua presunta finalità di tutela dellaprivacy (che pronuncia correttamente ‘pr ivasi’ e non ‘prai -vasi’: la parola non è un inglesismo, ndr)”. Lo scopo prin-cipale del ddl, secondo il sostituto procuratore di Napoli,è invece “quello di depotenziare l’ufficio del pubblicoministero. Che c’entrano con la privacy le norme che ren-dono più complicato chiedere e ottenere i permessi perintercettare? Che c’entra l’istituzione di un giudice col-legiale al posto del Gip? Perché questa distinzione tra giu-dici di serie A, quelli del distretto, competenti a disporrele intercettazioni, e di serie B, quelli dei tribunali di pro-vincia? È un’invenzione che paralizzerà i piccoli tribuna-li”. Woodcock ha poi rilevato che l’udienza filtro finiràper “privilegiare i ricchi, i soli che potranno permettersiavvocati chiusi in caserma per giorni ad ascoltare dieci-mila telefonate. Inserire un elemento discriminante chepuò far sì che l’esito del processo possa dipendere dalportafoglio dell’imputato è una cosa che mi ripugna”. Leconclusioni del Woodcock pensiero: “Questo ddl è ine-mendabile e insanabile, quindi meglio che venga appro-vato così come è al più presto, perché per fortuna c’è ilCapo dello Stato che può firmarlo o meno, e c’è la CorteCostituzionale che lo vaglierà”.

In prima fila Il pm di Napoli Henry John Woodcock (ANSA)

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Martedì 11 ottobre 2011

I l blocco degli straordinari disposto dalministero per il personaleamministrativo determinerà un

“rallentamento delle indagini” e una riduzionedei tempi a disposizione degli avvocati perl’accesso alle segreterie dei pm e laconsultazione degli atti depositati. Lo haannunciato il procuratore di Napoli

Giovandomenico Lepore.Anche il presidente del Tribunale, Carlo Alemi,ha messo l'accento sui problemi che gravanosull'amministrazione della giustizia. “Di questopasso – ha detto Alemi – non potremo più fare iprocessi. Non abbiamo personale, abbiamo 50giudici in meno e non ho la possibilità dicomporre i collegi. Non si può dire: ‘c’è la crisi

LIRIO ABBATE Ecco perché ha pubblicato la raccomandazione di B. a Lavitola di non tornare

“Sono pronto alla disobbedienza civile”

Da Aldrovandi a Cucchi:“Avrebbero insabbiato le violenze”

TUTTI PESTATI DA AGENTI INFEDELI, LE FAMIGLIE DENUNCIANO:“CON LA STRETTA SULLE REGISTRAZIONI SI NASCONDONO GLI ABUSI”

so un appello al Capo dello Stato:“Siamo certi di trovare acco-glienza nella Sua mente e nel Suocuore, nel chiederLe di evitarequesto ulteriore schiaffo alla cul-tura, alla libertà e alla civiltà cherappresenterebbe l'adozionedella così detta ‘legge bavaglio’!Lei è il primo difensore dei prin-cipi della Repubblica nata con laResistenza e milioni di Italianiconfidano in Lei”. I firmatari so-no già più di 130: per aderire, do -c e n t i _ p re o c c u p a t i @ ya h o o . i t .

di Silvia D’Onghia

Non possono lasciare dasole le famiglie”. Per Pa-trizia, Ilaria, Lucia e Do-menica quella contro il

ddl intercettazioni non è solouna battaglia di democrazia innome della libertà di stampa. Èuna battaglia di verità e di giu-stizia. “Perché se la legge fossegià stata in vigore, io non avreimai potuto far mandare in ondail video che mostra le percossesubìte da mio padre”, ha spie-gato Domenica Ferrulli duegiorni fa durante la trasmissio-ne “In mezzora” di Lucia An-nunziata. Una puntata che ve-deva in studio l’avvocato GiuliaBongiorno (che ha tolto la suafirma dal ddl), e che ha fatto il12,6 per cento di share con duemilioni e 142 mila spettatori(un ottimo risultato per Rai3).In collegamento, invece, c’era -no loro: mamme, sorelle, figliedi persone uccise per manodello Stato. Le stesse che la set-timana scorsa, quando è inizia-ta la discussione in aula, si sonopresentate sotto Montecitoriocon le foto atroci dei quattrocadaveri. Per dire che il divietodi pubblicare foto, registrazio-ni o intercettazioni salva il pre-mier, ma uccide coloro checombattono per la giustizia.

PATRIZIA MORETTI è lamamma di Federico Aldrovan-di, il 18enne pestato a morte il25 settembre 2005 a Ferrara daquattro poliziotti, condannatiin appello a tre anni e mezzo peromicidio colposo. Patrizia è sta-ta la prima a combattere unabattaglia feroce contro l’omer -tà. Se non fosse stato per per ilblog aggiornato giorno pergiorno, per la foto del corpo di-

laniato di suo figlio e per il co-raggio di alcuni giornalisti, lamorte di Federico non avrebbeun colpevole. “Quell’imma ginee le conversazioni tra i poliziottisono state determinanti – rac -conta al Fa t t o –. In un caso diomicidio si può dire tutto e ilcontrario di tutto, ma poter pro-vare cosa è accaduto fa la diffe-renza. Noi lottiamo contro i ‘po -teri forti’, se non avessimo dallanostra l’opinione pubblica sa-remmo completamente soli. E

chi informa l’opinione pubbli-ca? La stampa. Nel mio caso sta-va per essere tutto archiviato.Chi vuole mettere il bavaglio aigiornalisti fa il proprio interes-se, non quello delle persone”.

DOMENICA FERRULLI èla figlia di Michele, il facchinobarese di 51 anni morto il primoluglio a Milano durante un fer-mo di polizia. Su richiesta del-l’avvocato Fabio Anselmo (chesegue tutti e quattro i casi), il

pm Gaetano Ruta ha acquisitoda Mediaset il video girato conun iPhone che mostra le imma-gini del fermo. Nel filmato sisentono le voci di alcuni citta-dini romeni che potrebbero es-sere determinanti per lo svolgi-mento delle indagini. L’autop -sia ha evidenziato un traumacranico e una serie di fratture to-raciche forse determinate dalmassaggio cardiaco, ma ora laProcura vuole vederci chiaro.“Mio padre non era un pregiu-

dicato, come hanno provato adire, e voleva continuare a vive-re – ha detto Domenica alla An-nunziata –. Io ringrazio la stam-pa e i giornali”.

ILARIA CUCCHI è la sorelladi Stefano, il geometra 31ennemorto in ospedale a Roma il 22ottobre 2009 dopo una settima-na di agonia dovuta a un pestag-gio. Sul banco degli imputati so-no finiti tre agenti penitenziari esei medici. Tra poche settima-ne, al Festival del Cinema di Ro-ma, verrà presentato fuori con-corso un documentario che, at-traverso una serie di testimo-nianze, racconta la vita di Stefa-no, quegli ultimi giorni e una fa-miglia che non ha mai cercatovendetta. “Se passasse la legge –spiega Ilaria – la gente non sa-prebbe mai di reati molto piùgravi dello spaccio di droga, percui mio fratello fu arrestato. Laverità è che vogliono fare in fret-ta per nascondere le loro vergo-gne. Le intercettazioni sono giàregolamentate. Perchè non sioccupano di cose più importan-ti?”.

LUCIA UVA è la sorella diGiuseppe, artigiano varesino di43 anni morto il 14 giugno 2008dopo un fermo dei carabinieri.A processo c’è solo un medico,accusato di aver somministratoa Giuseppe, ubriaco, un farma-co ansiolitico. “È stato scrittoche mio fratello era aggressivo –commenta Lucia –, ma nelle re-gistrazioni si sentono i carabi-nieri parlare di una persona do-cile. Quando le ascolto io im-pazzisco, ma allo stesso temposo che si tratta di una salvezza.La divulgazione dei nastri o del-le foto è l’unica speranza che ciè rimasta”.

CONTRO I FUORILEGGE

IN QUESTO STATO

Stefano Cucchi Morto il 22 ottobre 2009 in ospedalea Roma, sei giorni dopo il suo arresto per droga (FOTO ANSA)

Giuseppe Uva Morto il 14 giugno 2008 a Varesesubito dopo un fermo dei carabinieri (FOTO ANSA)

Federico Aldrovandi Ucciso a Ferrara nel 2005.Condannati in appello quattro poliziotti (FOTO MILESTONE)

Michele Ferrulli Morto il primo luglio 2011a Milano durante un fermo di polizia

tuzionalità del testo (ex Artico-lo 21). Diverso per la prescri-zione breve, di fatto “un'amni-stia mascherata” che, secondobuone fonti del Pdl, Napolita-no potrebbe non vedere maleper l'effetto che avrebbe sullosvuotamento delle carceri che iRadicali invocano da tempo,seppur attraverso lo strumentodi una vera amnistia. Insomma,alla fine Napolitano la prescri-zione potrebbe anche firmarla.Ma per uno scopo “più alto”.

di Chiara Paolin

L e sue inchieste, scomode, l’han-no già costretto a vivere sotto

scorta. L’idea di poter subire anchela privazione della libertà d’e s p re s -sione fa sputare a Lirio Abbate, gior-nalista dell’E s p re s s o e autore di librisul malaffare nazionale dalla mafia insu, una frase che ogni cittadino vor-rebbe evitare: ho deciso di trasgre-dire la legge del mio Stato pur diconservare il rispetto verso la mianazione.Non sarà eccessivo evocare ilmartirio civico e professionale?Andiamo subito al punto. Mi è ca-pitato di avere tra le mani l’i n t e rc e t -tazione in cui il presidente del Con-siglio dice il famoso “resta dove sei”a un Valter Lavitola già allertato (gra-zie a Pa n o ra m a ) sul caso Tarantini.Precisiamo: intercettazione nota al-le parti, indagini chiuse, nessuna

possibilità di danneggiare la giusti-zia. Se fosse stata vigente la normaora in esame, avrei dovuto attenderele decisioni dei giudici nella fanto-matica udienza filtro o chissà qualealtro passaggio tecnico prima di de-cidere con l’unico metro efficientequanto indispensabile in questi casi:la coscienza di giornalista.Che le ha suggerito di pubblicareun dato penalmente non rilevan-te .Ma socialmente importantissimo. Lagente avrà diritto di sapere come ilpremier consigli un fuggitivo coin-volto nelle indagini per prostituzio-ne sì o no?La stampa seleziona solo i branipruriginosi.Non è colpa nostra se dobbiamo par-lare di bunga bunga.È troppo chiedere “il Waterga-te” alla politica italiana.Gli scandali non mancano, lavoria-

mo su tutto quanto meriti l’impegnodi professionisti seri. Ogni giorno gi-rano informazioni che non si pos-sono pubblicare perché si evidenziail loro carattere di privacy. Si vienepuniti cercando solo lo scandalo: dalpubblico, presso cui si perde cre-dibilità, e poi dagli organi compe-tenti, che emettono le loro senten-ze.Succede di rado.Quando uscirono i colloqui privatitra Ricucci e la moglie, alcuni col-leghi furono sanzionati dall’O rd i n edei giornalisti.Che deve fare ora l’Odg?Schierarsi contro queste proposte,nessuna incertezza in un momentocosì difficile per il nostro Paese.Chiedo anche al sindacato unitario,l’Fnsi, massima chiarezza: non cipuò essere mediazione tra le notiziee la pubblicazione se non il dovere dicronaca e il diritto alla libertà. Che

diventa un bene prezioso, e pure co-stoso.I grandi gruppi editoriali possonopermettersi le multe.E i piccoli no. Il web no. Ma anche igrandi rischiano di trovarsi davantiriassunti, schemini, sintesi. Si chia-mano veline, quelle dell’epoca fasci-sta. Per questo dico di essere prontoalla disobbedienza civile. E ci pen-serà la Corte dei diritti dell’uomo atirarmi fuori dai guai, in caso. La miacoscienza, nel frattempo, mi terràbuona compagnia.

Il cronistaantimafia

Lirio Abbate,i m p eg n at o

nelle inchiestesu Cosa Nostra,è stato più volte

m i n a c c i at o

finanziaria’, perché nella Pubblicaamministrazione ci sono comparti che devonoessere tutelati come la sanità, l’istruzione, lasicurezza e la giustizia. Noi magistrati andremotutti sotto procedimento disciplinare perchénon riusciamo a fare giustizia. E ci sarannocondanne della Corte europea”.

A. Cost.

Lepore: “Il blocco degli

straordinari rallenterà

le indagini”

(FOTO EMBLEMA)

Angelino Alfano (FOTO ANSA)

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pagina 4

Arrivano tutti

dalla Dc i dissidenti

del Cavaliere

I tre dell’Ave Maria, si dicono pronti arimettere in moto il Pdl e la maggioranzadi governo attraverso manovre che

hanno a che vedere con la politica e il palazzo. Ègente navigata, proveniente dalla Balena Bianca.Esperta di rimpasti e di governo. Claudio Scajola,figlio di Ferdinando, amico personale di DeGasperi, e segretario provinciale del partito a

Imperia (di cui divenne anche sindaco) per duelustri, dalla fine della guerra sino al 1954, è il più“f re s c o ”. Costretto per due volte a dimettersi daministro, adesso prova a scollare i suoi colleghi dipartito. L’altro cavaliere ha sede in Lombardia.Roberto Formigoni, estrazione ciellina,presidente della Regione in cui siede consigliereNicole Minetti (che ha contribuito a eleggere

essendo collegata attraverso un listino bloccatoalla sua elezione), è l’altro congiurato.Segue con apprensione la vicenda anche BeppePisanu, democristiano di lunga data, esponente diquei “giovani turchi” che con Francesco Cossigaribaltarono le sorti di un congresso sassareseloro avverso. Oggi, pare, voglia riprovareun’impresa del genere.

I LAVORI SENZA PERMESSO

UN’ALTRA CASA DA SOGNO PER SCAJOLA. QUESTA VOLTA ALL’INSAPUTA DEL COMUNEdi Ferruccio Sansa

U n’altra casa all’insaputa, mastavolta del Comune. Claudio

Scajola non è fortunato con il mat-tone: ha costruito un campetto dicalcio, uno spogliatoio nella suasplendida villa sulle alture di Im-peria. Peccato soltanto che nonabbia chiesto il permesso. Nonbasta: la costruzione che gli è co-stata sanzioni per migliaia di euroè stata realizzata proprio dalla dit-ta del geometra Gianfranco Gag-gero. Sì, proprio il vicesindaco eassessore alle Opere Pubbliche diImperia, il Comune cui doveva es-sere richiesto il permesso.Per Scajola, che nelle sua Impe-ria viene ancora chiamato “u mi-nistr u”, è la terza volta che il ce-mento nasconde una rogna. Cer-to, in passato gli è andata peggio:prima c’è stato l’appar tamento

con vista sul Colosseo, che, se-condo i pm, sarebbe stato paga-to dall’imprenditore Diego Ane-mone con 80 assegni circolari da12.500 euro. Parliamo della fa-mosa casa comprata, disse l’allo -ra ministro, “a sua insaputa”. LaProcura di Roma l’ha indagatoper violazione della legge sul fi-nanziamento illecito ai partiti.

POI SULLA TESTA dell’ex mi-nistro è piovuta un’altra tegolache pochi ricordano: “u mini-str u” è ancora indagato per asso-ciazione a delinquere insiemecon l’imprenditore FrancescoBellavista Caltagirone (uno deipatrioti della cordata Alitalia). Og-getto dell’inchiesta la costruzio-ne del mega-porticciolo di Impe-ria, un’opera da 140 milioni di eu-ro fortemente voluta da Scajola.Insomma, da un politico scafato

COMPLOTTO AL COLOSSEOL’architetto di Forza Italia che dette del “ro m p i c o g l i o n i ”

a Marco Biagi è poco credibile come “congiurato”

FINE IMPERO

come l’ex ministro ci si sarebbeaspettato che si muovesse con ipiedi di piombo. E invece due annifa ha deciso di realizzare nuove co-struzioni nei terreni della sua villada sogno: ecco allora il campettoper le partitelle con amici e paren-ti, poi gli spogliatoi, quindi muret-ti a secco e qualche sentiero. Nonun ecomostro, ma bisogna tenerpresente dove siamo: parliamo diuna zona vincolata, uno degli an-goli più belli del Ponente ligure.E la villa di Scajola è una via dimezzo tra un’abitazione e un mo-numento: 29 stanze affacciate sulGolfo di Imperia, un complessocapace di ospitare nel 2002 il ver-tice tra gli allora ministri dell’In -terno italiano e francese, ClaudioScajola e Nicolas Sarkozy.Un edificio tanto semplice quan-to elegante, finito sulle pagine pa-tinate dei magazine di mezza Ita-

Azzoppatodalla vicendadell’alloggiopagato dalla“cricca”di Anemone èdi nuovo in pista

lia, con le fotografie dell’a l l o raministro e della signora Maria Te-resa Verda ritratti in mezzo ai sa-loni scintillanti, nel parco e in sel-la a moto d’epoca. Mentre i cro-nisti entusiasti scrivevano: “Piùche il ministero dello Sviluppoeconomico avrebbero dovuto

dargli quello dell’ambiente”. Sca-jola disse: “Da casa nostra si cat-tura tutta Imperia”, una frase chea qualcuno parve quasi un’allu -sione allo strapotere dell’a l l o raministro sul Ponente ligure.Ma qualcosa lo stesso mancava aquel paradiso. Così Scajola ha de-ciso di aggiungere l’impiantosportivo privato. Senza permes-so. Salvo poi “autodenunciar si”.La pratica alla fine è arrivata suitavoli della Sovrintendenza e delComune. Così il 7 giugno la So-vrintendenza ha dichiarato laconformità delle opere, ma “u mi-nistr u” ha dovuto pagare 4.000euro di sanzione (il massimo pre-visto). Poi la parola è passata alComune, che ha concesso il per-messo dopo il pagamento diun’oblazione di 1.288 euro. Gio-vanni De Cicco, l’ingegnere cheha presentato il progetto assicu-

ra: “Il progetto è compatibile conle norme, sennò non ci avrebbe-ro dato il parere favorevole”.

GAGGERO, vicesindaco e tito-lare dell’impresa che ha costrui-to, spiega: “È tutto secondo la leg-ge. In quella zona il piano rego-latore prevede che si possano co-struire gli impianti che abbiamore a l i z z a t o ”. Aggiunge: “Noi lavo-riamo da quindici anni per Scajo-la e sappiamo che lui ci tiene arispettare la legge. È stato lui a in-sistere per pagare il massimo del-le sanzioni previste”. Gaggero èuomo di fiducia di Scajola. Gli èvicino anche Paolo Strescino, ilsindaco. Sindaci, vicesindaci,membri del cda di banche e au-tostrade, “u ministru” nel Ponen-te è ancora monarca assoluto, inbarba agli scandali romani e allei n ch i e s t e .

Sanzionemassima perla costruzionedi un campoda calcio conspogliatoiannessi

di Luca Telese

La voce dell’ex ministro erarisuonata limpida e giovialenel mio auricolare: “Buon -giorno, Telese! Ma lo sa che

lei è un bel figlio di puttana?”. Epoi ecco la risata sonora – incon -fondibile – di Claudio Scajola.Di solito i giornalisti occultanoquesto lato non del tutto grade-vole del loro lavoro, quello in cuisi incassano le “lodi” per gli ar-ticoli pubblicati. Io su Scajola, suquesto giornale, ne avevo scrittialmeno 4 dotati di un contenutoper lui “sensibile”. Ognuno diquesti avrebbe potuto farmi gua-dagnare l’epiteto. Per esempio:ero nella sede del ministero delleAttività produttive la mattinadell’indimenticabile conferenza

stampa di dimissioni. Quel gior-no in cui aveva pronunciato lafrase: “Se dovessi acclarare diabitare in una casa che è stata inparte pagata da altri (...) i miei le-gali eserciteranno le azioni ne-cessarie per l’annullamento delcontratto di compravendita”.C’era da immaginarseli i legali diScajola che inseguivano le ven-ditrici, le ormai celeberrime so-relle Papa, per convincerle a ri-prendersi l’appartamento convista sul Colosseo.

ADESSO Scajola sorrideva, e di-ceva cose inversamente propor-zionali alla gravitá delle paroleche aveva appena pronunciato sudi me: “Lei è un bel figlio di put-tana, davvero! E voi del Fa t t o miavete levato la pelle, con un’ope -

razione di chirurgica ferocia. Saperché vi rispetto, malgrado tuttele terribili cose che avete detto escritto di me, tra lei, Lillo e nonparliamo nemmeno di Trava-glio?”. Scajola aveva già prontauna sua risposta. Ero tutt’o re c ch iad ascoltarla: “Perché voi – ave vadetto sicuro l’ex ministro – nonavete secondi fini. E quando io leavrò spiegato tutto quello che hotrovato nelle carte, sarete propriovoi de Il Fatto a riabilitarmi davantiall’opinione pubblica! Perché sie-te figli di puttana, certo, ma ancheintelligenti. E soprattutto, al con-trario di altri, privi di secondi finie onesti”.Nei giorni in cui avveniva questaconversazione Scajola stava tor-nando in campo per la terza (oquarta volta) in vita sua, con l’in -dimenticabile associazione Cri-stoforo Colombo. Sembrava eu-forico. Se svelerò il piccolo retro-scena di quella telefonata, dun-que, è perché da quando i gior-nali scrivono che sarà proprio lui– Scajola – il Dino Grandi del ber-lusconismo, l’uomo che propi-zierà il cambio di regime, quelleparole che mi ero appuntato riac-cendono la mia inquietudine.

DI SICURO, quello di cui Scajo-la si era convinto in quelle ore, ha ache fare con quello che sta facendooggi. E quindi devo trascrivere an-che il tono di spavalderia con cuiripeteva: “Io ho passato mesi senzadormire. Ho riletto ogni singolacarta di quell’inchiesta, e oggi nonho alcun dubbio: qualcuno ha pro-vato a fregarmi!!”.Per completare il quadro, bisognadire che Luigi Crespi, il sondaggi-sta che fu il demiurgo di Silvio Ber-lusconi, oggi fa anche il suo con-sulente per l’immagine (mestieriche bisognerebbe indagare me-glio). Da Mara Carfagna a Gian-franco Fini, a Stefania Prestigiaco-mo, a Lino Micciché, metà del Par-lamento è (o è stato) nel suo por-

tafogli. E il cliente più complessol’avevo scoperto prima dell’estatequando Crespi – cui certo non di-fetta il senso del teatro – mi avevadetto al telefono: “Ti passo un ami-co, eh eh...”. Scajola, appunto.Quella mattina gli avevo chiestocome poteva pensare che qualcu-no avesse potuto mettere in piediuna macchinazione tanto compli-cata solo per colpire lui. E Scajolaaveva risposto: “Questo deve dir-melo lei! Ma sta di fatto che senemmeno i magistrati hanno rite-

nuto di dover indagare...”.Evidentemente in quei giorni ildeputato del Pdl era convinto chenon sarebbe stato rinviato a giudi-zio (come invece è accaduto, nem-meno un mese fa) per la casa di viadel Fagutale. E così mi bombarda-va con i suoi rovelli: “Ma si rendeconto? I soldi sarebbero stati affi-dati a un corriere che in passatoaveva truffato il suo padrone? Perfare l’operazione avrebbero usatoassegni circolari? Le sorelle Papanon hanno detto mai di aver avutoi soldi da me?”. A quel punto lo ave-vo interrotto: “Ma scusi, lei nega ono che quei 900 mila euro sianofiniti dentro il rogito del suo appar-tamento?”. A questo punto l’ex mi-nistro aveva fatto una pausa: “Micrede se le dico sul mio onore chequei soldi io non li ho mai visti?”.Allora gli avevo detto: “Però lei sabene che c’erano. Quindi l’unicapossibilità sarebbe che lei è statovittima di un gigantesco complot-to”. Lo dicevo per schiacciare l’exministro su un’ipotesi paradossalee assurda. E invece di nuovo Sca-jola era rimasto per un attimo in

silenzio: “Questa parola la stausando lei. Ma guardi che è lo stes-so dubbio che attanaglia me! Sichieda però a chi è convenuto farefuori un ministro dell’Interno co-me il sottoscritto!”. Avevo chiestoa Scajola se stava provando a con-vincermi che il caso della sua casaal Colosseo fosse un complotto or-dito nel centrodestra. Lui a questopunto aveva dismesso la mascheradel democristiano ridanciano, perindossare quella dello statista cor-rucciato: “Mi creda. È la stessa do-manda che mi sto facendo io”.

A D E S S O, nelle ore in cui molti asinistra sono pronti ad ammazzareil vitello grasso pur di conquistareun voto contro Berlusconi, biso-gna non dimenticare che Scajola èstato l’architetto di Forza Italia, ilministro dell’Interno che si vanta-va di aver dato disposizione di spa-rare a Genova (“fui costretto a darel’ordine di sparare se avessero su-perato la zona rossa”), che è dav-vero la stessa persona che avevadefinito una vittima delle Br comeMarco Biagi “un rompicoglioni”. Eche è anche il principale benefi-ciario, come ha dimostrato unabella inchiesta di Corrado Formi-gli, della tratta Albenga-Roma, isti-tuita purtroppo a nostra insaputa,sovvenzionata con denaro pubbli-co ed efficacemente ribattezzata“Scajola Airlines” per l’i n d u bb i oservizio reso all’allora ministro im-periese. Il giorno delle dimissioniMattia Feltri, disse di lui: “Cor revaun grande rischio. E ha preferitopassare per imbecille piuttostoche per ladro. Dopotutto è peg-g io”. Io invece mi sono convintoche forse c’è una possibilità cheScajola abbia ottenuto davveroquella casa come una regalia, esenza averne piena contezza. Sa-rebbe un caso incredibile. Ma seScajola dovesse risultare più imbe-cille che ladro non sarebbe unbuon viatico per la politica italia-na.

di Lidia Ravera

Il Giornale avvisai“diversamente militanti”SOTTO IL TITOLO “Il futuro della maggioranza”, “IlGiornale” impagina quattro fotografie: Alfano, icapelli ulteriormente diradati dallo stress, fa ciaocon la manina sotto un virgolettato da cane fedele(“impossibile accantonare Silvio”). Bondi sorride abocca chiusa, dal tondo posto a ornamento dellasua lapide e ammonisce: “Solo il presidente delConsiglio può proporre al Paese pochi e qualificatiprovvedimenti in grado di rilanciare lo sviluppo”(oh, yes!) ed è così contento di essere statointervistato che sembra vivo. A fondo pagina, sottola didascalia “Diversamente militanti”, si stagliano leschede segnaletiche dei reprobi: l’ingratoFormigoni, perplesso e rugoso e il periclitanteScajola, col dorso della mano a chiudersi la bocca das o l o.Né nell’intervista a Bondi, né nel discorso diAngelino si riscontrano tracce di pensiero politico.È la composizione della pagina che illumina sullostato di salute della compagine di governo:agonizzante e divisa. In lotta per la sopravvivenza.

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Martedì 11 ottobre 2011

U n’inchiesta di 12 minuti trasmessadalla televisione olandeseNieuwsuur fa dell’Italia un ritratto

da ultimo impero. Largo spazio allemanifestazioni contro il governo, da Sel a piazzaNavona fino al Teatro Valle “occupato per i taglialla cultura”. E poi una serie di intervisteeccellenti. Partendo dall’economista Massimo

Messori, che commenta la lettera di Trichet eDraghi: “Il governo ha negato la crisi e non hacorretto il debito pubblico – spiega l’economista– che sommato all’incapacità di esprimere unapolitica per la crescita non rende possibile unprogetto di sviluppo”. Poi tocca all’ex presidentedel Consiglio, Romano Prodi, che definiscel’Italia “una nave in un mare in tempesta”. Poi si

passa alle inchieste di Berlusconi, allo scoop delFa t t o sul crocifisso, ai pareri dei cattolici in crisicon la premiership del paese e infine tocca aGiuliano Ferrara: “Voi siete calvinisti, e pensateche il mondo sia trasparente. Ma l’Italia èrimasta cattolica nonostante Calvino e Lutero, ei cattolici hanno sempre qualcosa danascondere, soprattutto nella loro vita privata”.

I mal di pancia Pdlstanno guarendo

FRONDISTI PRONTIALLA RESA PER UN SEGGIO

FINE IMPERO

Il Pd chiede governo tecnico. Bersani noL’IDEA DI VELTRONI SEDUCE ANCHE LETTA. E RENZI ANNUNCIA IL SUO “BIG BANG”

La crisi italiana

va in onda sulla tv

olandese “Nieuwsuur”

M AG L I E e la gnoccacon deficit di dignità

L a nota esperta di rimborsi Rai Maria Giovanna Maglie,domenica scorsa su L i b e ro , ha scaricato sul Fa t t o una serie

di insulti ridicoli: “Manettari che odiano le donne”, poi “mi -sogini, ipocriti, rancorosi, invidiosi”. In pratica, per noi “ledonne sono tutte puttane”. C’è pure l’accusa di fare una“lista di proscrizione”, ancora più risibile perché prove-niente da un quotidiano che in passato le ha fatte davvero(l’ultima, quella dei finiani traditori in prima pagina). A sca-tenare la furia della Maglie è stato l’elenco di “Forza Gnoccaè già qui”con le biografie di 25 berlusconiane impegnate inpolitica o selezionate per una candidatura. Ignoriamo i mo-tivi per cui all’esperta di rimborsi Rai piaccia così tanto ilmetodo del velinismo per fare politica nel Pdl, ma sarebbestato meglio se avesse risposto nel merito dei casi da noisegnalati. Tipo la frase della Faggioli alla Minetti, “Fa c c i a m ocome la Carfagna”, oppure gli insulti di Bisignani della P4alla Brambilla. Buttarla in una polemica di genere è stru-mentale e surreale. Su un punto però vogliamo rassicurarela Maglie. Non si tratta di imporre una nuova morale, ma didignità. Come in quel bellissimo cartello alla prima mani-festazione di “Se non ora quando”:“La dignità delle donne èla dignità di una nazione”. Difficile comprenderlo per chi ladignità magari l’ha messa a disposizione di una parte. fd’e

Ma dopo lo scandalo dell’appar ta-mento vista Colosseo, dopo l’in -chiesta sul porto, perché costrui-re senza permesso e pagare 5.200euro? “Da queste parti lo fanno tut-ti”, dice una persona vicina a Sca-jola. Ma da un esponente politicodi spicco non ci si potrebbe aspet-

tare di più? “Scajola ha sanato la si-tuazione pagando perfino la san-zione”. Ma c’è chi dà una versionediversa: “La trafila prevista dallalegge richiede tempo. E magariimpone variazioni al progetto. Piùsemplice costruire senza permes-so e poi metterci una pezza”.

di Wanda Marra

G overno tecnico o d’emergenza, chedir si voglia, sì, voto subito no. Tutti

d’accordo nel Pd, tranne il segretario PierLuigi Bersani (e pochi altri). A “dettare lalinea” è un’iniziativa organizzata ieri daModem, la componente di Walter Veltro-ni, dove sul palco però non salgono sologli uomini dell’ex sindaco di Roma, maanche pesi massimi del partito. “Situazio -ne di emergenza, governo di emergen-za”, comincia Paolo Gentiloni, introdu-cendo l’incontro. Lo segue Dario France-schini, il leader di Area Democratica, conuna leggera variante: “Governo d’emer -genza entro Natale, se no si vota”. Ancorapiù netto Enrico Letta, che dei Democra-tici è il vicesegretario: “Serve un governodi tregua”. Gongola evidentemente Bep-pe Fioroni, pure lui pezzo grosso dei Mo-dem, mentre parla di un “governo di uni-tà nazionale”, e sottolinea l’indispensa bi-lità dei cattolici. Alle grandi manovre nel

centrodestra fanno da specchio quellenel Pd. Chiude Veltroni da padrone di ca-sa, ribadendo che un governo tecnico ènecessario, perché andare al voto ora sa-rebbe una strada certa “per l’ingover na-bilità”. Ma non dice solo questo: “Il lea-der è quello che è in grado di capire lecose prima del tempo”, afferma, riven-dicando le battaglie fatte dalla sua mino-ranza. Però, no, per carità “non farò a Ber-sani quello che è stato fatto a me”. Che laleadership del segretario non sia in di-scussione lo declamano tutti, senza esi-tazioni. Nella variante Franceschini, “ba -sta logorare il leader” e in quella Fioroni“non siamo qui per dire Bersani a casa”.Però, sembra tanto la classica “ex c u s a t i onon petita” (accusatio manifesta). Ancheperché è abbastanza chiaro che se si an-dasse a votare subito la candidatura diBersani a premier sarebbe più o meno ob-bligata, ma sulle distanze medie o lungheè tutta un’altra storia. Veltroni non rispar-mia neanche indicazioni ad altri. “Bene i

giovani, ma aprano porte e finestre”. Epoi, la battuta: “Sono giovani, ma alcunidi loro li conosco da 30 anni”. E il rife-rimento è evidentemente a Nicola Zin-garetti, che sarebbe (se lui accettasse, pe-rò) il candidato di punta dei T/q (tren-ta-quarantenni) che si riuniscono dome-nica a L’Aquila. Dunque il placet di Vel-troni va alle iniziative delle prossime set-timane: a quella di Serracchiani a Civatiche il 22 e il 23 si vedono a Bologna esoprattutto a quella di Matteo Renzi, lecui ambizioni da leader non sono un se-greto per nessuno, che proprio ieri halanciato la sua kermesse dal 28 al 30 ot-tobre a Firenze promettendo “un bigbang” di una nuova fase. Non un’investi -tura, ma un’attenzione che è già emersanelle scorse settimane. Alla fine dellagiornata arriva pure la benedizione diMassimo D’Alema: “Se qualcuno ritieneche si possa aprire una fase politica nuo-va, venga allo scoperto e si prenda le pro-prie responsabilità”.

di Fabrizio d’Esposito

Sabato notte a Saint Vin-cent, alla lunga tavolatadopo il convegno neode-mocristiano del ministro

Gianfranco Rotondi, una cini-ca battuta ha fatto sorridere lamaggioranza dei presenti:“Chissà forse ci ritroveremoScajola vicesegretario del Pdl”.L’ennesima conferma ai so-spetti che circolano sui frondi-sti del tandem democristianocomposto dai due ex ministridell’Interno, Pisanu e Scajola.Arriveranno allo strappo deci-sivo oppure è solo una questio-ne di posti e di ricandidatureper la prossima legislatura? Equal è la vera consistenza, al-l’interno del Pdl, delle truppein campo contro il premier?Il tormentone è destinato a du-rare almeno un paio di settima-ne. Fino a quando, cioè, pren-derà forma quel decreto svi-luppo che dovrebbe costituireil terreno su cui rompere emandare a casa Berlusconi, al-

meno nei piani dei più ostinatitra i malpancisti scajoliani. Nelfrattempo è ricominciata laguerra dei numeri come già al-la vigilia della fiducia del 14 di-cembre scorso, quando i Re-sponsabili di Scilipoti sostitui-rono i ribelli finiani e salvaronoil governo. Sulla carta i parla-mentari della fondazione sca-joliana Cristoforo Colombo so-no 37 tra deputati e senatori.Alla cena della settimana scor-sa, quando è partito il treno deldissenso, erano però venti inmeno: 17. In quanti resteran-no in caso di rottura, contandoche l’apporto di Pisanu è dav-

vero minimo, ossia non più didue o tre senatori?

IL PRESSING in atto in que-ste ore fornisce alcuni indizipreziosi. E si scopre che alme-no in dieci, se non dodici, po-trebbero cedere a un ritorno al-l’ovile dietro la garanzia di unseggio sicuro con il Porcellumalle prossime politiche. È que-sto il quadro rassicurante che ivertici del Pdl, a partire daltriumviro-sherpa Denis Verdini

(sempre all’opera), avrebberoprospettato al Cavaliere. Nonsolo. Ai frondisti, sempre in te-ma di ricandidature, sarebberoarrivati segnali negativi dal-l’Udc. Al punto che uno dei po-tenziali congiurati si lasciascappare off the record: “Se fac-ciamo cadere Berlusconi abbia-mo da guadagnarci solo unasoddisfazione morale e basta.Un po’ poco”. Non solo: in que-ste ore i più scettici sono i fe-delissimi di Scajola rimasti allafinestra, circa una ventina: nes-suno di loro crede nell’af fondofi n a l e .Anche per questo, allora, le ma-novre per il trappolone demo-cristiano (a detta di qualchescajoliano prudente “for setroppo sopravvalutate dallastampa dei poteri forti che vuo-le mandare il premier a casa atutti i costi”) avrebbero subìtouna brusca frenata. Innanzitut-to non ci sarà una nuova cena.Prevista per stasera o al più tar-di domani è stata smentita dallacerchia dell’ex ministro. Diceun senatore vicino a lui: “Nonsono stato avvisato. E se nonvengo invitato io dubito seria-mente che si faccia”. Niente ce-na. Niente documento, poi, sucui far confluire le firme parla-mentari per la “scossa” allamaggioranza. Continuano imalpancisti: “Il documentonon esiste ancora. Per il mo-mento ci sono una serie di ap-punti per riflettere”. Ma a dareil senso della ritrovata cauteladei frondisti sarebbe una lette-ra riservata che lo stesso Scajolaavrebbe mandato a Berlusconi.Nella missiva sarebbe messa ne-ra su bianco anche l’ipotesi diun Berlusconi-bis come possi-bile gesto di discontinuità. Una

richiesta che indebolirebbe an-cora di più la sponda centristadi Casini. E così già oggi Scajolapotrebbe incontrare il segreta-rio Alfano, che a sua volta ieri havisto Berlusconi. Due i temi arischio: da un lato la fronda de-mocristiana, dall’altro il partitodel condono contro Tremonti.

NEL COLLOQUIO con Alfa-no, il capo dei ribelli dc potreb-be anche spostare il tiro dal go-verno al Pdl. Del resto, le suerichieste incrociano il rilanciochiesto dal governatore lom-bardo Formigoni e dal sindacodi Roma Alemanno. Dietro lo

scudo della “maggiore collegia-lità”, Scajola potrebbe puntarea un ruolo di primo piano nellagestione Alfano. Una mossa periniziare a bilanciare il peso diVerdini nella scelta delle candi-dature per le elezioni politiche.Il problema esiste ed è attualis-simo. Come nota un ministrolontano dai microfoni: “Se an-diamo a votare nel 2012 perdia-mo meglio. Nel 2013 sarebbepegg io”. Una questione di seg-gi, appunto.

L’ex ministroalle Attivitàp ro d u t t i v eha scrittoal premierper scongiurarero t t u re

La mancanzadi garanziedall’Udca v re b b econvintogli scissionistia rinunciare

La villa a Imperia dove Scajola ha fatto costruire un campo da calcio

L’ex ministro Claudio Scajola gonfia un palloncino del Pdl (FOTO EMBLEMA)

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pagina 6 Martedì 11 ottobre 2011

Chi è Maurilio Canton

il “raccomandato”

del Senatùr

M aurilio Canton fino a sabato scorsoera un perfetto sconosciuto anchenella Lega di Varese. Bossiano,

estimatore del cerchio magico, il 44enne sindaco diCadrezzate, un comune di 1.779 anime affacciatosull’anonimo lago di Monate, è stato “i n c o ro n a t o ”segretario provinciale da Umberto Bossi contro ilvolere di buona parte dei delegati al congresso di

Varese. Del resto Canton non è mai neanche statocandidato con la Lega Nord. Le due elezioni in cuiha conquistato la poltrona di primo cittadino,infatti, lo hanno visto correre con una lista civica esenza il simbolo del Carroccio. Consiglierecomunale dal 1999, si è conquistato la fiducia delSenatùr quando gli ha consegnato il “l i b re t t ove rd e ”, una sorta di vademecum del perfetto

leghista scritto di suo pugno. Una “dispensa dellascuola quadri della circoscrizione leghista numero 4della provincia di Varese”, quella dei laghi.Ripercorre il Bossi pensiero e il Capo se n’ètalmente invaghito da aiutare Canton a insegnarlonelle scuole. Padane, ovviamente. A iniziare daCazzago Brabbia, dando vita a una sorta diFrattocchie del Carroccio. da. ve.

GIÙ AL NORD

SECESSIONE IN PADANIAL’imposizione di un fedelissimo di Bossi a Varese

fa esplodere la protesta e spacca in due il Carroccio

IL PERSONAGGIO Da TelePadania all’Arena di Giletti

Camilla si fa strada in Rai

di Davide Vecchi

Qui la Lega di Bossi è nata equi Bossi l’ha condannata amor te”. A Varese, nella se-de numero uno del Carroc-

cio, i telefoni squillano a vuoto. Imilitanti che fino a domenicaper vent’anni hanno tenuto invita il partito, dalle feste ai co-mizi, cominciano a disertare. “Éla reazione naturale al Soviet, almadornale errore commessodal Capo”, spiega con assolutadisinvoltura Giulio Moroni, ca-pogruppo del Carroccio in Co-mune a Varese. Parole che nelCarroccio garantiscono l’imme -diata espulsione. Lui lo sa, magarantisce: “Non mi interessa.Perché “se non cambiamo qual-cosa, la nostra Lega è destinata amor ire”. Come lui la pensano ivertici locali del partito e, so-prattutto, i militanti, la famosabase. Quella che da mesi criticail Capo perché continua a soste-nere Silvio Berlusconi. La baseche vuole Roberto Maroni lea-der: lo ha chiesto a Pontida, gri-

dato a Venezia e ribadito in ognioccasione utile. Per questo ilcongresso di Varese era un pas-saggio cruciale. “Qui l’unico di-rigente che la gente salva è Ma-ro n i ”. E domenica i circa trecen-to delegati al congresso pereleggere il segretario provincia-le volevano esprimere il loro vo-to “proprio per contarsi”, pro-segue Moroni. “E invece Bossi loha vietato. Prima ha costrettouno dei due candidati a ritirarsi,poi ha preteso la nomina per ac-

clamazione dello sconosciutoCanton, infine lo ha imposto trale grida dei presenti”, ricostrui-sce Moroni. “Una prova di forzainutile e controproducente, Va-rese ora si aggiunge ai territoriche non sono più con Bossi”.Bergamo, ad esempio. E ormaitutto il Veneto. A Belluno la scor-sa estate il Senatùr è stato co-stretto ad annullare i comizi perevitare le contestazioni dei diri-genti locali del Carroccio, comea Ponte di Legno. Mentre a Ve-rona ancora non è riuscito a farcacciare dal partito il sindacoFlavio Tosi, additato da RobertoCalderoli e dal cerchio magicoalla stregua di un sovversivo. Luiresiste. Mentre il primo cittadi-no di Varese, il supermaronianoAttilio Fontana, è caduto sulcampo colpevole di essersischierato contro i tagli del go-verno agli enti locali e costrettoal silenzio. Il suo commento suquanto accaduto domenica èemblematico del clima di terro-re che il cerchio magico sta cer-cando di diffondere nel partito:

“Ufficialmente dico è andatotutto molto bene, la Lega è unitacome sempre”. Dichiarazioneche stride talmente con la realtàda dover essere letta al contra-rio. Ma a Fontana è stato impo-sto il Bavaglio, che negli ultimimesi via Bellerio usa con estre-ma disinvoltura.

I FORUM DEI SITI uf ficialidel partito sono chiusi ormai daAprile, mentre ieri a Radio Pada-nia, per la prima volta nella storiadell'emittente del Carroccio, èstato messo il silenziatore ancheai microfoni: vietato parlare del-la nomina di Maurilio Canton.Un perfetto sconosciuto al par-tito. É stato eletto sindaco di Ca-drezzate in una lista civica, senzaneanche il simbolo della Lega.Mai striscione è stato più vero diquello esposto ieri davanti allasede provinciale del Carroccio:“Canton segretario di chi? Di nes-suno”. Lo conferma anche Gia-nluigi Lazzarini, 66enne tesseranumero quattro del partito qui aVarese. Uno che ha cresciuto

Bossi e Manuela Marrone, chequi è stata iscritta fino al 2010.Insomma Lazzarini, oggi maro-niano moderato e convinto cri-tico del cerchio magico, l'univer-so leghista lo conosce bene. Manon Canton. “Non so neancheche faccia abbia”, ammette.“Quando lo hanno candidato hochiesto da dove usciva, chi era;mi hanno risposto che era nelpartito da vent’anni. Sarà, io cisono da vent’anni e non l’ho maivisto, si vede che sono distrattoio”, afferma Lazzarini. L’ha vistodomenica per la prima volta e“non mi è piaciuto perché nonha neanche avuto le palle di sa-lire sul palco a parlare”. Alleagenzie ha invece detto di esserestato scelto da Bossi. “Ed è la ve-rità infatti”, aggiunge Lazzarini.Canton “s'è preso la nomina ed èscappato dal congresso, per menon ha alcuna referenza per fareil segretario provinciale”. Dome-nica “è stato brutto, la Lega non èquesta. È assurdo, siamo ridotti alottare per avere un minimo di li-bertà nel partito. Adesso abbia-

mo idee bellicose, quindi aspet-tiamo un paio di giorni per ana-lizzare quanto accaduto, oggi sa-rebbe guerra”. Contro Bossi, ov-viamente. Che secondo Lazzari-ni “ha usato parole non sue ed èstato consigliato male”. Lui, davecchio militante, il Capo nonriesce ancora a criticarlo. Se laprende con Rosi Mauro, MarcoReguzzoni, Giancarlo Giorgetti.Con quanti, “e lo dico con estre-mo e profondo dispiacere, lostanno usando”.

LA CONSEGUENZA, a n ch esecondo Lazzarini, “sarà la mortedella nostra Lega, i militanti nonhanno più voglia di impegnarsi,siamo stanchi e aspettiamo”. Ma-roni? “Certo, sì”, ammette. Per-ché qui è nata la Lega vent’anni fae qui è nata la corrente maronia-na. Era l’estate del 2010. Quandoin piazza del Podestà Maroni pas-seggiò sottobraccio ad AndreaMascetti, il fondatore di Terra In-s u b re cacciato il giorno prima daBossi durante il comizio sul sacroprato di Pontida.

Divieto diparlare in radioe sui forumAnche imilitanti venetisono sul piededi guerra

La battaglia di Varese è scoppiata dopo l’elezione per acclamazione di Maurilio Canton (nella foto al centrotra la vicepresidente del Senato Rosi Mauro e il padre padrone del partito Umberto Bossi) a segretarioprovinciale della Lega. Ieri uno striscione “Canton segretario di nessuno” è stato posizionato fuori della sededel Carroccio dove è avvenuta l’elezione. A destra, l’uomo forte del partito a Varese, il ministro dell’InternoRoberto Maroni. (FOTO ANSA)

di Chiara Paolin

T utto è iniziato ai primi di ot-tobre su TelePadania, quando

una bionda conduttrice con tantodi orecchini verdissimi piazzò sul-la scrivania tre scatolotti cantile-nando: “Ogni mattina un padanosi sveglia e sa che al di là della suavolontà deve fare tre cose: lavo-rare, pagare le tasse e fare la rac-colta differenziata. Giggino, noisappiamo che nonostante SanGennaro la rivoluzione culturaleche sei chiamato a compiere aNapoli è un compito davvero dif-ficile. Quindi noi vogliamo aiutartie vogliamo inviarti questo videoche tu potrai girare ai tuoi citta-dini per spiegare quanto sia ele-mentare fare la raccolta differen-ziata, anche perché sappiamoche hai poco tempo dati i tuoi in-numerevoli impegni istituzionali

che ti portano spesso anche oltrela Manica a seguire la tua squa-dra del cuore”.Giggino era Luigi De Magistris, ilguaio era che alcune indicazionisi sono rilevate gravemente erro-nee: alluminio e carta mescolati,cartone della pizza infilato nel

box sbagliato, il tutto con ariasaccente. Perfetto pasticcio dasalotto tivù, che lo scaltro Mas-simo Giletti ha ben montato nellaprima puntata della sua Arenaper lanciare la “Domenica In”edizione 2011/2012: cosa divideil Nord dal Sud? A rispondere, unparterre di lusso con i governatoriCota e Caldoro, Francesco Rutelli,Debora Serracchiani, Gian Anto-nio Stella, Mario Sechi, StefanoZecchi, Maria Giovanna Maglie ela famosa biondina, Camilla Va-naria. Che anche lì ha avuto mo-do di illustrare il verbo padano,benché sommersa dalle voci as-sai caotiche del gruppo. “Ma erasolo uno scherzo, un ironico invitoa trovare soluzioni nuove al pro-blema dell’immondizia – assicu-ra il direttore di Telepadania, Au-rora Lussana –. Camilla ha rice-vuto minacce di morte per quella

trasmissione. Che, tra l’altro, sichiama “I Polentoni”: chiaro chestavamo scherzando, o no?”.Tommaso Sodano, assessore al-l’ambiente di Napoli, non ride: “Ipolentoni della Lega dovrebberovergognarsi delle migliaia di ton-nellate di rifiuti tossici e nocivi chehanno inquinato le nostre terre ele nostre acque”. Ma chez Gilettiil preconcetto passa soprattuttodalle voci fuoricampo: quando siracconta del falso invalido di Ca-serta scatta l’oh collettivo, ma secompare lo studente padovanonullatenente con Porsche d’o rd i -nanza sfugge un sonoro ‘embè?’.“Sempre meglio che Domenica5,lì c’era il Gf – conclude Lussana –.E comunque la platea popolare ciinteressa molto, specie ora che labase ribolle”. E va mescolata, co-me la polenta, col solito vecchiomestolone .

di Pino Corrias

Ben scavato,vecchia ManuelaA DISPETTO DI TUTTI i satanassi del dio Po, Manuela Marrone,in arte signora Bossi, siciliana, sta riuscendo dove hannofallito le opposizioni e persino tutti i festeggiamenti dell’Unitàd’Italia: riunificare il Nord al Sud e finalmente dissolvere laLega. Trasformandola in un più tradizionale (e commestibile)clan familiare.Omogeneo ai modelli che dagli aranceti di Palermo fino allepiantagioni di partite Iva del Veneto, ha innervato la storiapolitica italiana in una unità di intenti e di bottino a cui ilcattolicesimo ha fatto volentieri da fondale. E qualche voltaanche da alibi, come nei territori del beneventano, dove intempi anche recenti regnava una certa famiglia di Ceppaloni,non ancora ristretta dagli ordini di custodia cautelare.Sola soletta Manuela scava la sua voragine patriottica. Edall’ombra della sua cucina guida al naufragio il pater familiasche ormai regna con la sola efficacia del dito medio, disdicecandidati, annulla votazioni, impone l’ostensione del figlio e aVarese mette in fuga addirittura Bobo Maroni, ministro dellaforza, in realtà malinconico leader della debolezza. Un giroelettorale ancora e anche lei fischierà con noi l’allegro inno diMameli.

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Martedì 11 ottobre 2011 pagina 7

Il governatore Lombardo

chiede 100 milioni

di danni a Minzolini

I legali del presidente della Regionesiciliana Raffaele Lombardo hannoavviato la procedura per l’atto di

citazione in giudizio civile contro il direttore delTg1 Augusto Minzolini. Nell’atto di citazione agiudizio i legali proporranno un risarcimento perdanni morali e materiali pari a 100 milioni dieuro. “Dopo l’ennesima puntata contro la Sicilia

e contro il governo della Sicilia – spiegaLombardo – è il momento di affidare allamagistratura il compito di stabilire l’entità deidanni morali e materiali causati da una campagnadenigratoria che non ha nulla a che vedere con ilsacrosanto diritto d’i n fo r m a z i o n e ”. Tra idocumenti che lo staff legale del presidente dellaRegione siciliana produrrà a sostegno dell’atto di

citazione contro Minzolini saranno presentatianche ampi stralci del “Libro Bianco del Tg1”,documento realizzato dal Comitato di redazionedel telegiornale di Rai 1. Da quelle note sievince, sostengono i legali, che quella del Tg1 èstata una vera e propria “campagna contro”Lombardo. In serata arriva la replica di Minzolini:“Non ci intimidisce. Il Tg1 ha fatto cronaca”.

C’È TANTA VOGLIADI COMIZI D’AMORE

In 48 ore la sottoscrizione supera210 mila euro soltanto con il paypal

Michele Santoro (FOTO ANSA)

SENZA BAVAGLIO

Il primo è un passo lungo.La raccolta fondi per Comi-zi d'amore, iniziata sabatocon il lancio del sito Servi-

zio Pubblico (che conta già500 mila contatti), supera i 200mila euro in 48 ore, esattamen-te 210 mila soltanto con accre-diti paypal, al conteggio man-cano i versamenti di almeno 10euro ciascuno con banco po-sta o bonifici bancari. La mar-cia che porta al debutto di gio-vedì 3 novembre è cominciata,mentre arrivano nuove adesio-ni, Michele Santoro a Padovaha fissato i suoi obiettivi: “Fa reun milione e mezzo di telespet-tatori con questa situazione sa-rebbe un successo. Si tratta diun milione e mezzo di personeche alla fine ti vengono a cer-care. Se tu dimostri che questacosa sta in piedi anche econo-

micamente – ha detto domeni-ca al Festival delle Parole – ci sipuò cominciare a convincereche non è il canale a fare il pro-gramma ma viceversa: è il pro-gramma che fa il canale. E que-sto lo possono cominciare a ca-pire anche i miei colleghi. D’al-tronde Rai per una notte è statavista su Youtube da 800 milapersone in due giorni”. A Pado-va il giornalista ha annunciatoche Comizi d'amore, sostenutodal Fatto Quotidiano, verrà tra-smesso anche da Sky sul canaleeventi 504 e dunque anche sulmosaico di Sky Tg 24: “Poi perchi non ha Sky c'è sempre In-ternet e la rete delle televisionidi digitale terrestre: più siamopiù avremo la possibilità diportare a termine questa im-presa di serie A”. C'è mobilita-zione a Sky per ospitare il pro-

gramma di Santoro, un esperi-mento di programma politicoe d'attualità in prima serata chesi scontra con i palinsesti deicanali generalisti. Il direttoreSarah Varetto ha diffuso un co-municato per dare il benvenu-to a Santoro: “Siamo lieti di tra-smettere la sua nuova trasmis-sione”. Con lo sbarco sul satel-lite si completa l'integrazionefra i tre mezzi per guardare Co-mizi d'Amore insieme con Inter-net e il digitale terrestre. L'i-deatore di Samarcanda e Anno-ze ro ha parlato anche del vastocircuito di emittenti privateche contribuirà a creare l'ete-rogenea platea di Comizi d'Amo-re . La copertura sarà capillareda Nord a Sud, isole comprese,per il momento la lista conta23 televisioni fra chi ha già tro-vato l'accordo e le poche anco-

ra in trattativa. Ci sono, peresempio, Telelombardia, An-tenna 3, Rtv38, Primocanale,Videogruppo e Telecapri. PoiSantoro ha svelato le ambizionidel suo progetto editoriale: “Laprima puntata la facciamo a Ci-necittà, nel cuore di quella cheè l’industria più importante diRoma. Se noi saremo in tanti al-la fine di questo anno rappre-senteremo una enorme lobbydemocratica ad esempio perdirigere la Rai. Qualcuno mi haaccusato come L i b e ro e Il Gior-nale di chiedere l’elemosina –replica – mi sto muovendo perfare una cosa che scassa comedirebbe Luigi De Magistris”.

C .T.

R E P O RT timeGabanelli su Corriere.it

I l sito del Corr iere lancia le inchieste pensate esclu-sivamente per il web. È ReporTime .it, affidato al team

di Repor t, la trasmissione di Milena Gabanelli. “É unesperimento in cui Milena Gabanelli ha la massimaliber tà”, ha detto il direttore de Il Corriere della SeraFerruccio de Bortoli, presentando il nuovo progettoassieme alla stessa giornalista. ReporTime.it sarà dun-que uno spazio dedicato al giornalismo d’i n ch i e s t a ,autonomo, ma ospitato da Corriere .it, che offrirà con-tenuti diversi da quelli che andranno in onda su Rai3,frutto di un accordo fra Rcs e lo staff di Repor t che, neiprossimi tre mesi, garantirà la pubblicazione di al-meno 16 servizi e di videochat con i giornalisti. “Pa r -tendo da questo nucleo originario – ha aggiunto DeBortoli – vorremmo poi dar vita a un filone di inchiestepiù ampio che completerà la nostra offerta sul web,integrandosi anche con la carta stampata”. “Varie te-state erano interessate al nostro progetto web, ma cipiace l’idea di lavorare con un gruppo che magari nonla pensa esattamente come noi – ha detto Milena Ga-banelli –. Rcs non è Il Fatto Quotidiano e la compagineazionaria di Rcs è nota: nelle nostre inchieste alcuniazionisti sono stati spesso criticati e non ho mai pen-sato di averne un occhio di riguardo”. Il nuovo canaleinaugurato oggi è un esperimento “fatto per essere alpasso con i tempi, non escludendo la generazione dai30 in giù – ha spiegato la Gabanelli –. Dopo anni di tv,ripartiamo da capo con un nuovo mezzo. Ci piacemetterci in discussione, ma bisognerà imparare a con-densare i contenuti in un mix fra interventi scritti evideo, contenendo molto i costi. Vedremo comeva ”.

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pagina 8 Martedì 11 ottobre 2011

INCHIESTA ESCORTIl governo

“indaga” i pmIspettori a Bari e Napoli

Laudati, fuga di notizie a senso unicodi Antonio Massari

Ispezioni del ministero nelleProcure di Bari e Napoli: ilministro della GiustiziaFrancesco Nitto Palma ha

deciso di “inda gare” sulle in-chieste che riguardano GianpiTarantini e le donne portate alpremier. Il ministero vuole ca-pire se davvero vi sono stati “r i-t a rd i ” nell’inchiesta barese, poiaccertare se l’i n t e rc e t t a z i o n e(disposta dalla Procura di Napo-li) tra Valter Lavitola e Silvio Ber-lusconi, riportata da l’E s p re s s o ,sia stata pubblicata prima anco-ra che venisse depositata. E ve-rificare, infine, la revoca dellacompetenza a indagare, decisadal Tribunale di Napoli, sullapresunta estorsione di Lavitolae Tarantini ai danni di Berlusco-ni: parliamo dell’accusa chepoi, a Bari, s’è trasformata – peril solo Lavitola – in induzione arendere dichiarazioni mendacidinanzi all’autorità giudiziaria.Sotto il profilo delle indaginigiudiziarie, ieri s’è registrato unincontro di coordinamento trale Procure di Bari e Roma: nes-suna delle due procure sembraavere la voglia di prendere de-cisioni su scelte imbarazzanti,come iscrivere Berlusconi sulregistro degli indagati per indu-zione a falsa testimonianza,convocarlo per un interrogato-rio già rifiutato a Napoli, peggioancora ipotizzare un confrontotra il premier e l’i m p re n d i t o rebarese. Una prima parte dell'in-contro si è svolta tra il pm ba-rese, Pasquale Drago e il procu-

ratore aggiunto, Piero Saviotti,titolari dell'indagine, poi la riu-nione si è spostata nella stanzadel procuratore di Roma Ferra-ra. Nessuno ha sollevato con-flitto di competenza o sollecita-to l'invio degli atti. Tre indizifanno una prova, sembra pensa-re l'avvocato Diddi che difende“Gianpi” e la moglie Nicla De-venuto. Il primo indizio: se co-me sembra cadesse l’iscr izione,

a Bari, di Valter Lavitola per in-duzione alla falsa testimonian-za, si renderebbe automatical'uscita di scena di Berlusconicome indagato, smentendo latesi del Tribunale del Riesamedi Napoli che aveva dirottato gliatti nel capoluogo pugliese. Se-condo indizio: la Procura di Ro-ma aveva annunciato per boccadel procuratore la volontà di ar-chiviare in tempi stretti l'inchie-sta sull'ipotesi di estorsione, masembra aver cambiato idea e ri-tiene che questo reato si sia svi-

luppato nella prima fase del rap-porto tra il premier e Tarantini,nel periodo che risale al 2009.Terzo e ultimo indizio la deci-sione, del tutto anomala, delpm Drago di chiedere la conva-lida della “non richiesta di arre-sto” per Tarantini. Quasi un in-vito nei confronti del gip a di-chiarare inconsistente l'ipotesiaccusatoria nei confronti diBerlusconi. Che se viene a ca-dere lascia sola la procura di Ro-ma.

ALTRO FRONTE aper to:quello del Csm. Ieri alle audizio-ni del consiglio superiore si so-no presentati Ciro Angelillis edEugenia Pontassuglia, i due pmche hanno condotto – insieme alsostituto Giuseppe Scelsi, fino alsuo trasferimento – l’i n ch i e s t abarese su Tarantini. Il ministroNitto Palma ha chiesto di acqui-sire le audizione del procuratorecapo di Bari, Antonio Laudati, edel pm Scelsi, che ha denuncia-to i “r itardi” nell’inchiesta bare-se. A questo proposito, va rile-vato che, nella ricostruzione of-ferta da Laudati al Csm, il procu-ratore capo elenca una serie difughe di notizie, relative all’inda -gine sulle “escor t” che, a partiredal suo arrivo in procura, sareb-bero invece terminate. Il procu-ratore dimentica di menzionarela fuga di notizia, firmata da Pa -n o ra m a che – con il quotidianoL i b e ro – per primo parlò di un’in -dagine sul “complotto”, orditoattraverso Patrizia D’Addario e isuoi “pupar i”, per colpire Berlu-sconi. Una tesi d’indagine molto

cara proprio a Laudati. E al Csmintende presentarsi anche il se-natore del Pd Alberto Maritati, ti-rato in ballo da Scelsi e Laudati,perché avrebbe tentato di sape-re notizie riservate sull’inda ginebarese per riferirle al dalemianoRoberto De Santis: “Un fatto maiaccaduto”. De Santis temeva diessere accostato all’inchiesta suTarantini per la droga e, dicen-dosi estraneo ai fatti, voleva evi-

Il manifesto a novembre a Napoli

“Scassare” l’Italia: De Magistris sogna un partito

tare di essere accostato a queireati: “Incontrai Scelsi e – pre -messo di non volere alcuna in-formazione a proposito – gli dis-si testualmente: “Qualora fossevero che è estraneo ai fatti su cuitu indaghi e vi fosse il pericoloche il suo nome fosse indebita-mente posto accanto a quello dialtri, inquisiti per droga, ti chie-do di evitare che ciò accada”. Diquesto intende parlare Maritati

al Csm. Infine, arriva l’ennesimomessaggio firmato Alfonso Pa-pa, lettera raccolta dal Pdl per al-zare la tensione sulla magistratu-ra campana: Papa sostiene di es-sere sottoposto a "pressioni eminacce" dai pm – Henry JohnWoodcock, Vincenzo Piscitelli eFrancesco Curcio – e li definisce"estorsori" perché il loro obiet-tivo è "farmi parlare di Berlusco-ni e Lavitola".

M A L I TA L I A

di Enrico Fierro

L uigi De Magistris fonda un nuo-vo partito. “L’Italia è tua”, proie-

zione nazionale di “Napoli è tua”, lalista-movimento dal colore arancio-ne che gli fece conquistare la caricadi sindaco del capoluogo campa-no. L’ipotesi circola da giorni e agi-ta i sonni di Anto-nio Di Pietro,scuote Nichi Ven-dola e la sua Sel efa venire i mal dipancia alla lea-dership del Pd.“Calma, calma,Italia è tua” non

esiste”.Non sarà questo il nome, ma leista fondando un nuovo partito?Io ho una idea in cui credo ferma-mente. Nel Paese c’è tantissima vo-glia di politica, di partecipazione,ci sono interi settori sociali chenon intendono più essere rappre-sentati dai partiti così come sono.E lei è pronto a offrire un nuovocontenitore .Se così fosse la mia sarebbe una vi-sione limitata allo strumento par-tito. Ci sono nuove soggettività daaffermare. E bisogna farlo in fretta,altrimenti il vuoto lasciato dalla ca-duta di Berlusconi sarà occupato

dai Montezemolo, dai Pro-fumo, dai Della Valle.Da chi è sulla scena im-prenditoriale da anni,ma si presenta col

volto della novità.Un’o p e ra z i o n eche è già riuscita aSilvio Berlusconinel ’94.

E allora scen-de in campolei, il sindacodi Napoli.Certo, ma coniniziative, pro-poste, idee,dando coraggioa chi dentro lo

tsunami di questa crisi complessivache è economica, sociale, ma an-che etica e morale, si batte ognigiorno per cambiare le cose. In-somma, voglio riproporre il meto-do e le dinamiche sociali che hannoportato alla mia elezione a sindaco,avvenuta grazie al contributo di al-cuni partiti, ma soprattutto al difuori di essi. Si è fatto a Napoli, sipuò fare in Italia. C’è un movimen-to in campo, che non è un partito,anche se bisogna vedere come sisvilupperà e quali forme assumerà.Presto stileremo un manifesto po-litico.Scassare, era questo il verbotrainante della sua campagnaelettorale, si può coniugare an-che nel resto d’Italia?Scassare significava per Napoli ri-mettere tutto in discussione, pro-vare a dare spazio a quelle realtàescluse dalla politica, penso agli in-tellettuali tenuti fuori dai sistemi dipotere, ai centri sociali, alle asso-ciazioni anti-camorra, ai gruppi chesi erano battuti contro il degrado el’affarismo del ciclo dei rifiuti, noinon ci siamo limitati a dargli unagenerica rappresentatività politica.Oggi questi soggetti sono consiglie-ri comunali, decidono le scelte dafare per la città, sono protagonisti.L’obiettivo del movimento è aggre-gare quelle energie che dentro i

partiti hanno mostrato di crederenel cambiamento.Lei crede davvero che dentroun centrosinistra che si vede fa-vorito nei sondaggi, ci sia tantagente disposta a farsi da parte edare spazio alle novità?A n ch ’io vedo in giro tanto spirito diconservazione. Tutti aspettano ildopo Berlusconi, ma nessuno stalavorando per costruire davverouna svolta radicale. Penso alla que-stione morale: i partiti non l’hannoaffrontata. Non hanno fatto sceltecoraggiose e questo sta dando spa-zio all’antipolitica, quella vera checerca nel capitalista di turno la so-luzione. I partiti resistono al cam-biamento, per questo metteremoin campo idee e proposte. Che nonsi rinchiuderanno nello steccatodel centrosinistra tradizionale. Lanostra è una rete di municipi, luo-ghi dove il rapporto eletto-elettoreè ravvicinato, movimenti di lotta,energie che si sono spese nei re-ferendum. Ci rivolgiamo anche aquella cultura liberale che si richia-ma ai valori della Costituzione, lanostra radicalità è la loro radicalità,in termini di diritti civili, giustizia,questione morale, libertà di mer-cato e di intrapresa. A Napoli midicevano che non avrei mai avuto ivoti della borghesia se mi fossi ac-compagnato con i centri sociali e i

disoccupati, invece è andata diver-samente: mi hanno votato anche li-berali e conservatori.Ci dica le prossime mosse.Intanto il 15 ottobre sarò all’inizia-tiva Uniti contro la crisi, a fine no-vembre renderemo pubblico il no-stro manifesto e in primavera ter-remo una grande iniziativa a Napoliche avrà al centro i temi del lavoroe dello sviluppo. Governo e Legastanno spogliando il nostro terri-torio delle sue eccellenze industria-li, Alenia, Fincantieri, Irisbus, An-saldo. Non mi rassegno ad un fu-turo deindustrializzato, Napoli el’intero Sud hanno più potenzialitàdi crescita di un Nord ormai saturodal punto di vista industriale.Parliamo della città: lei ha no-minato Roberto Vecchioni allaguida del Forum delle culture2013 e sono scoppiate polemi-che .La nomina precedente, quella del-l’ex assessore Nicola Oddati, erastata fatta dal sindaco Iervolinodentro una logica partitocratica. Ioho proposto un cantautore che èunanimemente considerato unpoeta, un artista che ama Napoli.Vecchioni mi ha commosso quan-do gli ho proposto questo incarico.E’ la cosa più bella che mi sia ca-pitata nella vita, mi ha detto. E que-sto per me è un onore enorme.

SALTO NEL VUOTO A SILVI MARINA di Antonio d’A m o re

IL SINDACO E LE DIMISSIONI IN PARACADUTEE Papa mandaun altropizzino: “Separlo diBerlusconi,Woodcock mis c a rc e r a ”

Messaggi incrociatiA sinistra, il procuratore capo

di Bari, Laudati; sopra, ilparlamentare del Pdl, Alfonso

Papa detenuto per l’inchiesta P4(FOTO ANSA)

Q uasi a rispondere a chi sostiene chel’ingresso in politica sia un salto nel

vuoto, il sindaco di Silvi Marina, il salto nelvuoto l’ha fatto davvero, ma per lasciarla lapolitica. E l’ha fatto letteralmente. Con ungesto a metà tra D’Annunzio e Cinecittà,Gaetano Vallescura, Pdl ex An, 49 anni, si èdimesso lanciandosi con il paracadute da 4mila metri. Ai suoi assessori, la sera primaaveva detto: “Questa giunta ha bisogno diuna scossa, domani ci penso io…”. E scossa èstata. Sotto l’imbragatura, una felpa con ilcuore e la scritta “I love Silvi”, dedicata aisuoi quindicimila concittadini. A chi glicontesta l’eccesso di protagonismo, spiega:“È stato un gesto di coraggio, non sterileesibizionismo, rassegno le mie dimissioni econ questo lancio ho chiesto quantocoraggio ho per continuare eventualmentela mia missione”. Contraddizione: se si cercail coraggio per continuare, non ci si dimette.O no? “In questo momento difficile, chi ha

responsabilità di governo deve assumersi leresponsabilità, avendo i piedi sempre pert e r ra . . .” Ri-contraddizione: per restare coipiedi per terra, sale su un aereo. “È unapagliacciata – commenta Sel - ‘Silviprecipita in una Vallescura’ avevamo detto,ma non pensavamo al paracadute”. Ineffetti, Vallescura è amante delle ribaltemediatiche, anche per dare visibilità ad unComune che è ormai periferia di Pescara.Andare sui giornali non è facile, ma il turismopretende visibilità. Così, eccolo a teatro adinterpretare un podestà in fez, poi conMogol a cercare talenti. L’inverno siavvicina, i terremotati che riempivano glialberghi se ne sono andati, l’economiaristagna. Serve una scossa. Contro l’oblio.Vallescura cita Jobs: “Ho voglia di abbatteremuri, costruire ponti e di quella cosa chechiamano "visione" e non ho paura dic o m i n c i a re …”. Esattamente il proclama diuno che se ne va. Sipario.

Luigi DeMagistris e

i suoi nuovip r oge t t isecondo

E m anu e l eF u c e c ch i

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Martedì 11 ottobre 2011 pagina 9

Comune non ricavava sol-di, ma magicamente copri-va i debiti che aumentava-no. E nel frattempo anda-vano in scena manifestazio-ni pubbliche, si bandivanoappalti, si andava ad elezio-ni nel 2005 senza che esi-stesse il bilancio consunti-vo dei due anni pre-cedenti.

UNA STORIAportata alla luce nel2004 quando, in se-de di approvazionedel primo consuntivo2003, veniva presentato airevisori comunali un bilan-cio con l'attivo di dicianno-vemila euro. In realtà, ana-lizzando le entrate gonfia-te, venne fuori il primo bu-co da quaranta milioni di

euro. E così via sino allenuove elezioni del 2008,quando la città è stata con-segnata al nuovo sindacocon le luci al buio e le stra-de intasate dalla spazzatu-ra. Un vero e proprio rega-lo benedetto dal 90 percento di consensi del cen-trodestra. Scapagnini, peruna volta, aveva bisogno diessere curato da Berlusco-ni, la ricetta è arrivata at-traverso una legge ad per-sonam con tanto di fondiFas e decreto sul federali-smo. Per la gioia di Bossi edei suoi seguaci.

FALSI I BILANCI DEL COMUNE DI CATANIAQUASI 3 ANNI DI CARCERE A SCAPAGNINI

Berlusconi coprì il buco con 140 milioni di euro di fondi Fas

di Antonio CondorelliCatania

Adesso è ufficiale: B.ha utilizzato i 140 mi-lioni di euro dei fondiFas per coprire bilan-

ci truccati dal proprio me-dico personale UmbertoScapagnini quand'era sin-daco di Catania. La senten-za di primo grado è arrivataieri pomeriggio all'ombradell'Etna: Scapagnini e 13assessori sono stati con-dannati a due anni e novemesi per falso ideologicocontinuato con l'interdi-zione perpetua dai pubbli-ci uffici. Entrate gonfiateper coprire un fiume diconsulenze, bilanci trucca-ti violando decine e decinedi leggi, secondo l'accusasostenuta dal pm Giusep-pe Gennaro che, dispo-nendo le intercettazioni,ha beccato anche una con-versazione tra l'ex ragio-niere generale FrancescoBruno - Scapagnini lo con-siderava “il mio Tremonti” -e il sindaco senatore Raf-faele Stancanelli, successo-re di Scapagnini e grandeamico del ministro IgnazioLa Russa.“Rimanga tra me e lei –esordisce Stancanelli – miha telefonato Berlusconi inquesto momento, siamo incondizione di avere il va-lore del patrimonio chepossiamo vendere?”. Il“Tre m o n t i ” dell'Etna ri-sponde incredulo: “Ma lo-ro acquistano?”. Berlusco-ni, secondo Stancanelli“vuole una scusa”, è il 15ottobre 2008, “lui mi dice– continua il sindaco sena-tore Pdl – tu mi devi dire illinea di massima”. A tuttoc'è un limite e il ragionieregenerale sbotta: “Un valoredi massima ce lo inventia-mo?”.

DETTO FATTO. Per otte-nere i 140 milioni di euroserviva un elenco di operepubbliche da finanziare, unvero e proprio pretesto,una scusa, come dicevaBerlusconi, tanto che gliimporti necessari sono sta-ti gonfiati moltiplicandotutto per un numero fisso.E il sindaco Stancanelli, instretto contatto con Berlu-sconi, ha detto pubblica-mente di sapere che “ilgiorno successivo all'inviodella lista a Roma una ma-nina avrebbe creato unalegge ad hoc”. È questo ilvero volto della prima leg-ge sul federalismo dellanuova era Berlusconi data-ta 4 ottobre 2008: ha con-sentito di destinare fondipubblici vincolati alla co-pertura di buchi di bilanciofa l s i fi c a t i .Ma non basta, perché laProcura ha scoperto che ibilanci venivano truccatigrazie ad una finta societàcreata sotto Capodanno.Una vera e propria societàfantasma, denominata “C a-tania Risorse”, possedutainteramente dal Comune,alla quale veniva vendutoanche il patrimonio indi-sponibile (monumenti epalazzi storici). Problemi-no: vendendo a se stesso il

In alto, l’ex sindaco diCatania Scapagnini.A destra, il sostituto

procuratore Gennaro(FOTO LAPRESSE)

BENVENUTI AL SUD

“I boss volevano vendicarsi contro i Carabinieri”BRUSCA: SPATUZZA E MESSINA DENARO DISSERO CHE NON ERANO STATI AI PATTI. IL PAPELLO DOPO CAPACI

L’ultima battaglia di Arnone:“Gennaro non può essere procuratore”

Due anni e novemesi all’exsindaco (medicodel premier) ealla sua giuntaper aver gonfiatole entrate

di Giuseppe GiustolisiCatania

C i siamo. Domani il Csm nomi-nerà il nuovo procuratore

della Repubblica di Catania, ascelta fra uno dei tre candidati in-dicati dalla commissione refe-rente: tutti molto noti. Si trattadel Pg di Catania Giovanni Tine-bra (Magistratura Indipenden-te), del pm della Dda etnea, Giu-seppe Gennaro (Unicost) e delsostituto Pg di Roma GiovanniSalvi (Md). L'occasione è troppoghiotta perché non si scateniPeppe Arnone, l'avvocato agri-gentino consigliere comunaledel Pd e coscienza critica delpartito in Sicilia. Arnone ormaiha deciso di intestarsi tutte lebattaglie di legalità e antimafia diogni angolo di Sicilia e questavolta ha voluto occuparsi dellaquestione del procuratore di Ca-tania, nomina fondamentale pergli equilibri del potere politico egiudiziario, siciliano e non.

Lo ha fatto ieri, distribuendo cen-tinaia di copie di un volanti-no-j’accuse, davanti al Palazzo diGiustizia di Catania. E oggi sarà aRoma, per consegnare il docu-mento in busta chiusa e con tantodi timbro a ciascuno dei consi-glieri del Csm.Bersaglio della penna al curarodell'ambientalista agrigentino,è Giuseppe Gennaro, magistra-to molto noto, già presidentedell’Anm, da anni nel mirinodelle polemiche per la vicendadella villa acquistata anni fa dauna società il cui amministrato-re di fatto era il boss mafiosoCarmelo Rizzo, legato alla fami-glia mafiosa dei Laudani di SanGiovanni La Punta, braccio ar-mato della famiglia Santapaola.Arnone ricorda che un’altra vil-letta fu acquistata anche da uncognato di Anna Finocchiaro,che pure poco prima era stataavvertita da un ispettore di po-lizia, militante dei Ds, di infor-mare l'amico e collega Gennaro

che quell'acquisto non era pro-prio opportuno. E qui Arnonecoglie la palla al balzo per pun-tare il dito anche contro una lar-ga fetta del Pd siciliano, colpe-vole di essersi girata dall'altraparte davanti alle documenta-tissime denunce portate inCsm dall'ex Presidente del Tri-bunale per i Minorennni Giam-battista Scidà e dal Pm antimafiaNicolò Marino, che ora è tra ititolari, a Caltanissetta, dell'in-chiesta sulle stragi di mafia esulla trattativa fra Cosa Nostra elo Stato. L'avvocato Arnone sela prende coi suoi colleghi dipartito Anna Finocchiaro ed En-zo Bianco “che non ritengonodi occuparsi, come sarebbe lo-ro dovere, del funzionamentodella più importante istituzio-ne della Stato a presidio della le-galità” e ignorerebbero il “casoCatania”. Arnone insiste: “Ildottor Gennaro ha posto in es-sere atti contrari al vero sui suoireali rapporti col mafioso Car-

melo Rizzo, come accertato dauna sentenza del Tribunale diRoma, non appellata dalla Pro-cura, pronunciata a seguito diquerela del magistrato contro igiornalisti Giustolisi e Trava-glio, per un articolo su Microme -gache raccontava queste vicen-de. Può un magistrato con que-sto pedigree candidarsi al po-sto di Procuratore capo?”.Arnone quindi conclude il pro-prio documento, invocando lanomina di un procuratoreesterno all'ambiente catanese erichiamando anche i numerosiscritti di Scidà (mai oggetto dismentita, né di querela) inviatial Csm sulle vicende del CasoCatania.

IN UNO di questi scritti, invia-to appena qualche settimana faper sollevare la questione dell'i-nopportunità della nomina deldottor Gennaro a Procuratore ca-po della città e della sua incom-patibilità con la funzione di sosti-tuto, Scidà rievoca un vecchioprocesso, di cui Gennaro era giu-dice istruttore, contro il boss Se-bastiano Laudani e il figlio Gae-tano. “Non si è mai saputo – scr i-ve Scidà – perché il magistrato,che incriminò i due per tentatoomicidio, non procedette permafia contro nessuno dei due.Un'inflessione di meraviglia silegge, tra le sobrie righe inizialidella sentenza della Corte d'Assi-se che poi definì il processo”. Sci-dà ricorda poi le controverse vi-cende del processo contro il bossAlfio Laudani, accusato di intesta-zione fittizia delle ville di pro-prietà del clan Laudani alla Di Ste-fano costruzioni, conclusasi conun'assoluzione per il boss.Tutte vicende narrate dall'anzia-no magistrato in pensione nel-l'e-book “Per capire il Caso Ca-tania”, edito dal sito ucuntu.org diRiccardo Orioles. Parte di que-ste vicende vengono riprese neldocumento con cui Arnone pro-verà a convincere i consiglieridel Csm a riflettere a lungo suuna nomina così importante,quale quella di Procuratore del-la Repubblica di Catania.

di Giuseppe Lo BiancoPa l e r m o

T orna Giovanni Brusca nell’auladel processo Mori, conferma che

Riina gli parlò del ‘papello’ tra lestragi di Capaci e via D’Amelio (cosache aveva già fatto sin dal 23 gennaiodel 1999), e aggiunge due tassellinuovi, individuando i carabinieri co-me bersaglio di attentati di Cosa No-stra all’inizio del ’94 per “ve n d i c a r-si”, visto che i “cc non avevano ri-spettato i patti”. Così gli disse Ga-spare Spatuzza, rife-rendosi specificamen-te all’attentato (man-cato) dello stadioOlimpico e così gli fuconfermato, in modopiù generico, da Mat-teo Messina Denaro,incontrati entrambi dalatitanti negli anni suc-cessivi.

UN CLIMA di “t ra t t a-t i va ”, insomma, di pattie ricatti conseguenti aforti tensioni che il

pubblico ministero ha provato a re-stituire al Tribunale producendo unaserie di fonogrammi riservati inviatidal Viminale e dal capo della Poliziaalle Prefetture e ai comandi dei ca-rabinieri dal gennaio al marzo del’92, all’inizio della stagione delle stra-gi, che allertavano sulle iniziativeeversive di Cosa Nostra, dopo la con-ferma delle condanne del maxipro-cesso. Fonogrammi poi sfociati nel-l’allarme del ministro degli InterniVincenzo Scotti che allora nessunoprese in considerazione. Eppure in

un fonogramma del 16 marzo del ’92,tre giorni dopo l’omicidio Lima, sifaceva esplicito riferimento a possi-bili attentati contro il presidente delConsiglio (allora era Andreotti) e agliesponenti politici Mannino e Vizzini.Gli stessi nomi fatti anni dopo daipentiti, come lo stesso Brusca haconfermato ieri in aula, aggiungendoai primi due anche i nomi di Seba-stiano Purpura e Salvo Andò.

E AGLI ATTI, depositato sempredal pm, è finito anche un interroga-

torio di Salvatore Cance-mi, recentemente scom-parso, del 1998, in cui ilpentito parla esplicita-mente del papello, soste-nendo di averlo visto inmano a Riina tra Capaci evia D’Amelio e confer-mando, dunque, le paro-le di Giovanni Brusca. Futra la fine di giugno e gliinizi di luglio del 1992, amargine di un summit dimafia a casa del mafiosoGirolamo Guddo, che Rii-na gli avrebbe detto che

"lo Stato finalmente si era fatto sotto eche lui gli aveva dato un papello conuna serie di richieste scritte''. Suc-cessivamente Brusca e il capo dei ca-pi si sarebbero visti in un'altra oc-casione per programmare un dupliceomicidio ma non sarebbero tornati adiscutere del papello. Il 16 luglio del'92, tre giorni prima dell'omicidio diBorsellino, Brusca avrebbe incontra-to il boss Salvatore Biondino, luogo-tenente di Riina, che gli avrebbe ac-cennato ad un "lavoro da compiere''.E lui capì dopo che si riferiva allastrage di via d'Amelio. L’ultimo in-contro è di agosto, a cui erano pre-senti anche i boss Vincenzo Sinacorie Leoluca Bagarella, nel quale vennefuori l'esigenza "di dare un altro col-petto per far tornare qualcuno a trat-tare''. Poi si salta al ’94: "Fino a quan-do Gaspare Spatuzza non me ne par-lò non sapevo del progetto di atten-tato ai carabinieri allo stadio Olim-pico - ha concluso Brusca - fu lui adirmi che serviva per vendicarsi deicarabinieri che non avevano rispet-tato i patti’’ . Si riprende il 25 ottobrecon la deposizione del neo pentitoStefano Lo Verso.

“Riina mi parlòdellatrattativa”Gli allarmiinascoltati delViminale sugliattentati

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GIOCHI DI SOCIETÀ:IL TERZO GRADOD E L L’ISTAT VOYEUR25 milioni di famiglie sono alle prese

con il rompicapo del censimentodi Malcom Pagani

La Divina Commedia dei no-stri giorni va letta con il te-sto a fronte. Con bustabianca dell’Istituto nazio-

nale di Statistica, a circa 25 mi-lioni di famiglie italiane, il quin-dicesimo censimento della sto-ria nazionale è stato recapitatocon la traduzione. L’aiutino si in-titola “Guida alla compilazionedello stato di famiglia” e dovreb-be permettere di orientarsi sen-za indulgere a crisi isteriche oausili psicanalitici, nel labirintodi Cnosso dell’anno di grazia2011.

SIMILE A UN TRATTATOdi Diritto Pubblico, in realtà ser-ve a poco. Più difficile del grattae vinci, ma comunque meno ar-duo della Rec herc heproustiana, ilcensimento generale della po-polazione e delle abitazioni con-sta di 32 pagine. La prima sem-bra un quadro dadaista. Disegni-ni. Stilizzazioni di mano che in-vitano il compilante a recarsi colmalloppo all’ufficio postale. Di-varicazioni improvvise, freccet-

te multicolore, perle di puronon-sense che brillano ovun-que. Nel paragrafo “istruzione efor mazione” alla domanda sul ti-tolo di studio, se non si sa né leg-gere né scrivere, si viene indiriz-zati comunque alla domanda5.11. È alla pagina dopo.

SEGUONO altri due quesiti mi-steriosi su aggiornamenti pro-fessionali e corsi di studi che ri-mandano a ulteriori curiositàsull’A.F.A.M e sui suoi corsi. Se ilpresunto analfabeta ignora sial’acronimo di alta formazione ar-tistica, musicale e coreutica, èfottuto. A chi ha studiato non vameglio. A pagina sette si incon-tra la sciarada sull’impianto diclimatizzazione. Se non si ha uncaldaista a casa, meglio rinuncia-re. La battaglia navale del com-bustibile prevede quattro opzio-ni orizzontali e sette verticali.Per far conoscere allo Stato im-pianto e combustibile della pro-pria abitazione, il compilante de-ve conoscere la differenza traMetano e Gpl, radiatori e pompedi calore, impianti eolici o foto-voltaici. Se ci si sposta nella se-

zione “Luogo o studio di lavoro”,invece, serve la Novalgina.L’Istat vuole sapere se andiamo alavorare tutti i giorni, a che ora cirechiamo a timbrare il cartellino,quale mezzo di trasporto usiamoe poi, con postilla evidenziata instampatello rosso fuoco, ci chie-de uno sforzo di mnemonismo.“Nel rispondere alle domande7.6, 7.7 e 7. 8 faccia riferimento amercoledì scorso”. Aver dimen-ticato gli spostamenti del prece-dente mercoledì o aver deciso dicompilare il questionario a seigiorni di distanza, sono opzioninon contemplate. Si può evade-re dalla trappola mentendo o so-lo nel caso in cui “In quel giornonon siano stati effettuati sposta-menti (…) per vari motivi comescioperi, malattia o ferie”.

PER COMPLICARE il tutto(presentandola come una rivolu-zionaria semplificazione) a pagi-na uno viene fornita una pas-sword. Il fine è quello di riempi-re il questionario direttamenteonline (già il 9 ottobre, primogiorno utile, l’indirizzo Internetpreposto alla causa http://censi-

mentopopolazione.istat.it/ è an-dato in tilt). Per i refrattari, sottiliminacce sotto forma di gabelle(in verità fino ad oggi mai prete-se). Chi non comunica informa-zioni che vanno dal possesso diautomobili al mezzo usato perrecarsi al lavoro è sanzionabile fi-no a 2.000 euro. La multa mini-ma per chi rifiuta o fornisce dati

Illustrazione di Marilena Nardi

LA FOTOGRAFIA Servono informazioni continue, non ogni 10 anni

Uno strumento utile ai politici, ma non basta più

errati è di euro 206, ma all’Istat –fanno sapere – la volontà è quelladi essere collaborativi e non per-secutor i.Qualcuno aggredito dal timoredel fisco tituba, ma la pena è un’i-potesi remota che osservati i datiweb e le proiezioni di ieri (quasi250.000 famiglie campionate,circa l’1 per cento del totale) inpochi hanno voglia di affronta-re .

LA RETE È STATA assediatada 18 mila contatti ogni 60 mi-nuti, mentre l’alternativa carta-cea alla compilazione (da conse-gnare alla posta) soffre dell’ata -vica impreparazione all’emer -genza. Prima si tagliano i nastri,poi si verifica se la nave galleg-gia. Il varo organizzato dall’Istatper conoscere abitudini, numerie beni posseduti dagli italiani,costa 590 milioni di euro e l’im -mancabile Codacons ha iniziato

a nuotare nel suo stagno prefe-rito, annunciando richieste dirimborso per i ritardi nell’a l ve odei 50 euro a cittadino. L’acquautile alla rimostranza l’ha irrora-ta direttamente il caos che ieri,da Siracusa a Udine e nonostantei rassicuranti comunicati nega-zionisti, era la fotografia unicadelle poste italiane. Nelle agen-zie di mezza Italia, centinaia diutenti hanno assistito a un cam-pionario di scuse da alto varietà.Dalla mancanza del software perrestituire la ricevuta, al bloccodella rete, fino al rifiuto di accet-tare il modulo perché fuori dallacircoscrizione di competenza.Strano, perché da nessuna partenon è specificato o evidenziatoche chi abita nel quartiere X nonpossa consegnare all’Y.

A L L’ISTAT ammettono “qual -che passaggio cervellotico” masi difendono evidenziando unamaggiore leggibilità e semplifi-cazione del linguaggio rispettoal Censimento del 2001 (“Abbia -mo cercato di renderlo più col-loquiale”) e in generale imputa-no i passaggi meno comprensi-bili e le gimcane tra i paragrafi“alle indicazioni dell’ufficio sta-tistico dell’Onu e di Eurostat.Normative di fronte alle quali,opporsi sarebbe vano e fuorileg-ge ”. Sarà. In compenso i pensio-nati assediano l’apposito nume-ro verde lamentando il surreali-smo di alcune domande: “Cichiedono spesso cosa significhi‘ha lavorato almeno un’ora nelloscorso mese’” e l’i m p re s s i o n e ,anche in un sovrasistema chevorrebbe incasellare o ordinare,rimane quella del disordine. Car-ta, penna e calamaio. L’Italia èsempre il Paese nel quale sonoaccampati gli italiani. Lo dicevaFlaiano. Buona fortuna a tutti.

Nei moduli addioalla parità dei sessi

MA LE MENTI raffinate che hanno immaginato questocensimento hanno mai pensato a quel raffinato pilastro delpoliticamente corretto che sono le "pari opportunità"? Sem-brerebbe di no. Non si sono curati delle differenze di genere,non si sono preoccupati di rispettare i diritti delle coppie difatto. E quando hanno spedito il loro questionario hannoinviato il terrificante papiro al coniuge maschio, sottinten-dendo che fosse ancora lui, per tacito retaggio del passato,per sottointeso assunto maschilista, il tanto sospirato “ca-p o fa m i g l i a ”. Risultato: ieri notte, in soggiorno, arrancavosulle risposte del quizzone, nessuno mi aiutava, e Lauragridava dalla camera da letto: “Non hai ancora finito? Guardache se non lo spedisci C’é la multa!”. Sono i momenti dellavita coniugale in cui si desidera ardentemente archiviaresecoli di dittatura sessista, per poter diventare, finalmente, il"coniuge debole".

Luca Telese

I TA L I E

ISTRUZIONI

MA SE VAI ONLINEDIVENTA PIÙ FACILE

di Alessandro Rosina*

L a società italiana è in grande evo-luzione. Quando il cambiamento

non viene letto adeguatamente e gui-dato in modo lungimirante capita piùspesso di subire gli effetti negativi deirischi che cogliere al rialzo le oppor-tunità. È quanto sta accadendo datroppo tempo al nostro Paese, che nona caso vede perdere occasioni di cre-scita e diminuire in prospettiva il be-nessere dei suoi cittadini. Per capirequanto e come stiamo cambiando di-venta allora fondamentale predisporrestrumenti conoscitivi coerenti, senza iquali non è possibile aggiornare lecoordinate all’interno delle quali potercondurre un’azione politica competen-te ed efficace.Il censimento risponde in parte a que-sta esigenza. Quello attualmente incorso presenta poi alcune innovazionisenz’altro utili. La sensibilità verso i te-

mi ambientali ha portato a potenziarele domande sulle fonti di energia uti-lizzate nell’abitazione. L’impor tanzaassunta dal fenomeno dell’i m m i g ra -zione ha suggerito di chiedere in ag-giunta alla cittadinanza, acquisita o

meno, anche il luogo di nascita dei ge-nitori. Sarà, inoltre, possibile ricostruirela mobilità residenziale tra comuni ita-liani e verso l’estero, in corrispondenzao meno di periodi di studio e lavoro.Domande specifiche riguardano, poi,

la crescente popolazione anziana e leeventuali difficoltà nello svolgere le at-tività della vita quotidiana. Il fatto poiche si tratti di un’indagine esaustivache copre tutto il territorio italiano, larende particolarmente utile per il mo-nitoraggio dei principali aspetti delletrasformazioni in atto e dei nuovi bi-sogni emergenti al livello locale più ri-stretto, dal più grande al più piccolocomune. Dal lato negativo c’è però ilfatto che la cadenza è decennale e chei risultati definitivi arrivano usualmentedopo vari anni rispetto al momento incui la rilevazione è stata svolta. Se tuttocambia sempre più velocemente di-venta invece cruciale avere informa-zioni sempre più mirate e fresche. Pro-prio in funzione di questo è già allostudio un epocale cambiamento chedovrebbe portare il censimento ad ab-bandonare la sua veste classica e adiventare una rilevazione continua sulterritorio italiano, sempre più integrata

con le altri fonti amministrative.Ma non basta. Noi abbiamo soprat-tutto un grande bisogno di indagini lon-gitudinali vere e proprie, che consen-tano di seguire per un tempo sufficien-temente lungo i corsi di vita dei membridi specifiche generazioni. Rilevazioni diquesto tipo, molto comuni nei paesi piùavanzati, sono invece praticamente as-senti nel nostro. È soprattutto la ca-renza di queste informazioni che ciimpedisce di conoscere adeguatamen-te la realtà sociale sulla quale inter-venire. Depotenzia drasticamente siala nostra capacità di fare le scelte piùadatte in funzione di chiari e miratiobiettivi, sia di valutare la reale effi-cacia delle misure eventualmente mes-se in campo. Coerente con una politicaadusa alla cronicizzazione dei proble-mi più che impegnata nella loro so-luzione .

* professore di Demografiaalla Cattolica di Milano

C ulture diverse. Le istruzioni percompilare il Censimento 2011 in

versione cartacea deve averle scritte lostesso che compila quelle per la denunciadei redditi. La versione online deve averlafatta un esperto di videogiochi. Tuttodiventa facile, intuitivo, a patto di riuscirea collegarsi con il sito dell’Istat. Chi hatrovato banda disponibile è andato indiscesa. Non devi perderti nei labirinti enei rimandi di un modulo. Ti compare unaschermata e devi riempire gli spazi. Nome,cognome, sesso, codice fiscale... quando

hai riempito gli spazi clicchi su “a va n t i ”, sehai sbagliato qualcosa si apre unafinestrella e ti segnala l’errore ol’omissione. Quando tutto va bene si passaal quadro successivo. Quanti vani ha casatua? Si apre una finestra che ti spiega checosa è un vano. Scrivi tre e vai avanti. Chetitolo di studio hai? Si apre una tendina edevi solo cliccare sul tuo diploma. Fatto. Ilriscaldamento è centralizzato oautonomo? Due possibilità, clicca quellagiusta. Una famiglia normale dellacomposizione media di tre persone, senzaconvivenze complicate, traslochi oseparazioni recenti, può sbrigare la praticain un quarto d’ora. Con un’avvertenza: ilcapofamiglia si faccia affiancare da unbambino minimamente informatizzato, etutto diventerà ancora più veloce.

Se ti seidimenticatogli spostamentidi mercoledìscorso nonriesci piùa proseguire

Il censimento del 1951: la raccolta dei dati veniva fatta a mano (FOTO ANSA)

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Martedì 11 ottobre 2011 pagina 11

di Marco Palombi

Il dibattito politico nelcentrodestra è finalmentetornato su lidi più cono-sciuti ai protagonisti ri-

spetto ad astruse conversazio-ni attorno alla crescita, allapolitica industriale o alla sbu-rocratizzazione: il condono.Tombale lo vogliono per il fi-sco e che tuteli gli abusivistifino al 31 dicembre scorsoquello edilizio: “Ne ricavere-mo 35 miliardi”, sostiene ilfronte dei condonatori guida-to da tempo immemorabiledal campano Amedeo Laboc-cetta.

É PROPRIO il perdono perchi usa disinvoltamente il mat-tone, peraltro, la vera cassafor-te del provvedimento: lo dicela Cgia di Mestre, secondo cuiin trent’anni i condoni edilizisono gli unici che abbiano dav-vero funzionato quanto a in-cassi per l’erario. Ma è vero? Inrealtà, no. O meglio, lo statoincassa, ma poi ci perde. I nu-meri li ha dati Paolo Berdini,docente di urbanistica a RomaTor Vergata e consigliere na-zionale del Wwf: si può calco-lare che per ogni 100 euro ri-scossi dallo Stato nei prece-denti condoni edilizi (1985,1994 e 2003) - ha spiegato nelsuo “Breve storia dell’a busoedilizio in Italia” (Donzelli) -poi se ne siano spesi 500 per leopere di urbanizzazione (por-tare agli abusivi fogne, acqua,elettricità, eccetera). E alloraperché si fanno i condoni? “Ilfatto è – spiega il presidentedei Verdi Angelo Bonelli – ch elo Stato centrale incassa subitoe gli oneri da pagare restano aicomuni negli anni successivi”.E questo senza contare il dan-no ambientale: “Solo l’ultimocondono ci ha regalato 50 mi-lioni di metri cubi di cementoabusivi e la corsa è già ripar-tita: dal territorio ci segnalanoche la cementificazione illega-le ha ricominciato a galopparedopo l’annuncio di quelli del

P d L”.D’altronde quella degli abusiviè una platea immensa, assai di-versificata nelle esigenze (dachi deve sanare una piccolis-sima violazione a chi ha piaz-zato il classico ecomostro inun parco naturale), ma co-munque parecchio pesante intermini di voti. Secondo il pro-fessor Berdini, dal 1948 ad og-gi in Italia sono stati compiutioltre 4,6 milioni di abusi, 203al giorno: gli alloggi abusivisfiorano i due milioni di unitàmentre sono circa 6 milioni gliitaliani che vivono in città abu-sive. Insomma, per chi faticanei sondaggi un bacino eletto-

rale di tutto rispetto, special-mente in Campania, la regionepiù abusiva d’Italia alla qualeSilvio Berlusconi ha più voltecercato di regalare il bloccodelle demolizioni ordinate dal-la magistratura (Legambientene ha censite 3.500 dal 1998).Per capire la densità, e l’attua-lità, del fenomeno soccorronoi numeri del Cesme, il Centrodi ricerche economiche e so-ciali per il mercato dell’edili-zia: a fine 2011 saranno statecostruite 213mila case, 26miladelle quali abusive, circa 6milanella sola Campania. Tutta ro-ba che devasta ulteriormenteun territorio già fagocitato dal-

E U RO L AT

CRAC CIRIO, GERONZI TORNA SOTTO PROCESSO

ECONOMIA

Il film del 1963 di Francesco Rosi, Le manisulla città, racconta la speculazione edilizia a

Napoli evoca il “sacco di Palermo”, ai tempidi Salvo Lima e Vito Ciancimino (FOTO OLY C O M )

l’edilizia disordinata dei de-cenni passati: secondo unostudio del Wwf in nessun pun-to della penisola è ormai pos-sibile tracciare un cerchio di10 km di diametro senza inter-cettare almeno un agglomera-to di case. Consumo del ter-ritorio e edilizia fuori legge,peraltro, non sono senza esiti:“Io per il crollo di Barletta hoparlato di strage di Stato – diceMario Staderini, segretario deiRadicali – Parlare di condoni epiani casa non è che un incen-tivo criminale e indebolire gliedifici esistenti: basti dire cheil 40 per cento degli italiani vi-ve in aree ad alto rischio sismi-co ed il 64 per cento degli edi-fici non è costruito per resi-stere ai terremoti”.

NEMMENO i costruttoridell’Ance sono contenti. “Sia-mo sempre stati contrari a qua-lunque forma di condono – haspiegato il presidente PaoloBuzzetti - perché, in realtà, inquel modo si cambia il mer-cato e si premia chi non ha ri-spettato le regole”. Effettiva-mente decine di inchieste e diricerche hanno sottolineato ilrapporto strettissimo esisten-te tra edilizia fuorilegge e im-prese in odore di criminalitàorganizzata al Sud come nellezone di più recente penetra-zione mafiosa: “L’abusivismo –è ancora Berdini a parlare - èdiventato negli anni una partecostitutiva dell’economia na-zionale, facendo arricchire unsistema di imprese che lavora-no completamente in nero esono controllate dalla crimina-lità organizzata”. Ovviamenteci si attrezza anche senza CosaNostra o la camorra. A Roma,per dire, la Procura sta inda-gando sulle domande per l’ul-timo condono: ne arrivarono85mila e oltre 12mila sono sta-te rigettate perché violavano ipaletti fissati dalla legge. Tra lealtre cose, pare che più di qual-cuno abbia chiesto di sanareun abuso ancora prima di far-lo.

Per ogni 100 eurodalla sanatoria,l’amministrazionepubblicaspende poi 500in oneridi urbanizzazione

CEMENTO DI GOVERNOI tifosi del condono edilizio dicono che lo Stato può incassare

35 miliardi, ma in realtà ci rimetteDoppio Nobel per l’Economia

Il futuronei numeri

di Stefano Feltri

I l premio Nobel per l’Economiaassegnato ieri ci ricorda due co-

se utili in tempo di crisi: che sap-piamo poco di quale sia la catenadi eventi che determina un certorisultato, soprattutto neimomenti drammaticicome quello attuale, eche però qualchemetodo per ridurregli errori esiste. Tho-mas Sargent e Chri-stopher Sims, rispetti-vamente della NewYork University e di Prince-ton, hanno vinto il premio per averfatto progredire “l’arte di distin-guere tra causa ed effetto in ma-c ro e c o n o m i a ”, come recitano i do-cumenti dell’Accademia di Stoc-colma. Può stupire i non addetti ailavori quanto sia difficile, in eco-nomia, capire cosa è la causa e co-sa l’effetto. É la politica a influen-zare l’economia o viceversa? Unesempio: la banca centrale di unPaese taglia bruscamente i tassi diinteresse per stimolare l’econo -mia, rendendo il costo del creditopiù basso. Il Pil ricomincia a cre-scere perché le imprese si decido-no a fare investimenti o perché lepersone si convincono che dopo iltaglio dei tassi l’economia riparti-rà e quindi cominciano a consu-mare, nella classica profezia chesi autoavvera?I due Nobel usano gli strumentidell’econometria, una derivazio-ne della statistica, per analizzarele catene di avvenimenti e indivi-duare le cause di quello che suc-cede. Sargent riesce a costruire unmodello in cui si tiene conto delleaspettative razionali dei soggetti,cioè si presuppone che questi non

abbiano riflessi pavloviani alle po-litiche pubbliche, ma prendano leloro decisioni di consumo e rispar-mio tenendo conto della variabilifondamentali dell’economia e del-la loro evoluzione storica. Se unPaese ha sempre avuto alta infla-

zione e la banca centrale al-za di poco i tassi di in-

teresse, non per que-sto i consumatori co-minceranno all’im -provviso a risparmia-re. Sims, l’altro pre-

miato, ha inventato ilVAR, il modello con vet-

tore di autoregressione: unmodo per valutare come alcunevariabili fondamentali dell’econo -mia reagiscono a choc esterni, delgenere di quelli che può causare lapolitica (o una crisi). Sembrano co-se molto teoriche, ma hanno ef-fetti importanti: è grazie agli stru-menti di Sims che le banche cen-trali adesso ragionano su un oriz-zonte di due anni: se alzano i tassidi interesse e l’inflazione non scen-de, anziché scoraggiarsi pazien-tano e progettano una politica mo-netaria a tappe, anziché perstrappi improvvisi (se volete misu-rare la differenza c’è un educativovideogioco sul sito della Bce). Se-condo alcuni Sims e Sargent han-no salvato la macroeconomia dal-le sabbie mobili degli anni Settan-ta, mettendola in condizione diprevedere il futuro oltre che dianalizzare il passato. Un eccessodi fiducia nei modelli matematiciha contribuito a questa crisi. Madopo il caos, anche teorico, degliultimi tre anni è giusto ricordarsianche di cosa possiamo fare, oltreche di tutto quello che non pos-siamo fare o capire. Questo è ilmessaggio del Nobel.

di Vittorio MalaguttiMilano

N uovo processo in vista per Cesare Ge-ronzi, già condannato in primo grado a

4 anni per il crac di Cirio. L’ex presidentedi Capitalia dovrà tornare in tribunale ilprossimo 25 gennaio per rispondere diconcorso in estorsione e di bancarotta perdistrazione. Lo ha deciso ieri, al terminedell’udienza preliminare, il giudice di Ro-ma Tommaso Picazio, che insieme a Ge-ronzi ha rinviato a giudizio anche l’ex pa-tron di Cirio, Sergio Cragnotti, e il mana-ger Riccardo Bianchini Ric-c a rd i .

LA NUOVA imputazionea carico del banchiere nasceancora una volta dal grovi-glio di affari che portaronoal dissesto il gruppo di Cra-gnotti e poi la Parmalat. Nel1999 la multinazionale diCalisto Tanzi comprò da Ci-rio le attività nel settore lat-te, riunite sotto il marchioEurolat. L’operazione venneconclusa per 829 miliardi dilire, circa 410 milioni di eu-

ro, ma secondo l’accusa il prezzo era su-periore di almeno 200 miliardi di lire rispet-to al valore delle attività passate di mano.Fu un prezzo “spintaneo”, ha raccontatomesi fa Tanzi ai giudici del processo Cirio. Ea spingere sarebbe stata proprio la Banca diRoma all’epoca guidata da Geronzi.Nasce da qui l’accusa di estorsione nei con-fronti del banchiere, che avrebbe di fattocostretto Tanzi a pagare più del dovuto. Ilmotivo è presto detto. Compratore e ven-ditore erano entrambi pesantemente inde-bitati con l’istituto di credito capitolino. Dauna parte, quindi, la banca fece pressioni

su Tanzi minacciandola revoca dei prestitiper convincerlo ad ac-quistare Eurolat. Ed’altra parte i soldi in-cassati con la venditadella divisione latteservivano a diminuirel’esposizione di Cirio,già in crisi, verso Ban-ca di Roma.In una lettera agli attidell’inchiesta, Cra-gnotti si impegnava agirare al suo grandecreditore almeno 500

miliardi ricavati dalla vendita della divisio-ne latte. La lettera porta la data del febbraio1999. Poi è arrivato il crac Cirio (2002) se-guito da quello di Parmalat (2003). Per en-trambi i dissesti c’è già stata una sentenza diprimo grado mentre il filone Eurolat ha se-guito un percorso a dir poco accidentato.Nato a Parma come troncone del processoper la bancarotta della multinazionale dellatte, l’inchiesta è passata a Roma per com-petenza.

IN UN PRIMO TEMPO i pm avevanochiesto il proscioglimento di tutti gli inda-gati ritenendo che la vicenda fosse già com-presa nel procedimento in corso a Parma.Il giudice dell’udienza preliminare ha peròspedito gli atti in Cassazione sollevandonuovamente una questione di competenzapreliminare. La Suprema Corte si è pronun-ciata per Roma e i pm, questa volta, hannochiesto e ottenuto il rinvio a giudizio degliindagati. Una decisione che per EnnioAmodio, legale di Geronzi, rappresenta pe-rò “un’offesa al buon senso”. Perchè benquattro organi giudiziari, tra cui la Corte diCassazione, “hanno riconosciuto che è ma-nifestamente illogico dipingere CalistoTanzi come vittima di una condotta estor-s i va ”.

F RAT T I N I Ci ignoranonella gestione della crisiI l ministro degli Esteri Franco Frattini si lamenta per-

ché l’Italia è esclusa dai vertici in cui si discute la ge-stione della crisi: “La Francia e la Germania non hannonessuna vocazione ad essere il direttorio della Ue e nonagiscono contro gli altri Stati membri”. Il riferimento è alvertice bilaterale di domenica, a Parigi, dove Angela Mer-kel e Nicolas Sarkozy hanno fissato le linee per la pros-sima azione europea a sostegno delle banche. Nel po-meriggio arriva anche il sostegno del presidente Usa Ba-rack Obama al ritrovato dinamismo francotedesco. Oba-ma ha chiamato Sarkozy: “Pieno sostegno alla strategia”definita dall’asse franco-tedesco per rispondere alla cri-si”. A Frattini arriva anche una risposta non ufficiale dalgoverno tedesco, riportata dalle agenzie: “Germania eFrancia hanno una responsabilità particolare per il fu-turo dell’Europa e della moneta unica”. Con che diritto –sembra il sottinteso – un governo periferico bisognosoforse di aiuto si lamenta di essere escluso dalla gestionedi una crisi che ha contribuito a causare? Non è così sem-plice, il battibecco va tradotto: Frattini protesta perchéinvece di risolvere la crisi del debito pubblico degli Stati,Francia e Germania traccheggiano (gli aiuti alla Greciacontinuano a essere rinviati). Mentre appena le banchefrancesi iniziano a crollare, minacciando di trascinarsidietro anche quelle tedesche, ecco all’improvviso il pia-no straordinario. E l’Italia rischia di essere chiamata apagare per salvare le banche francesi e di non rivederepiù i soldi (5,5 miliardi) che ha prestato alla Grecia.

203GLI ABUSI

REALIZZATI IN MEDIAOGNI GIORNO

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E ORA SEGOLENECHI SACRIFICHERÀ:L’EX O LA NEMICA?

Hollande e Aubry al 2° turnodelle primarie socialiste francesi

di Gianni MarsilliPar igi

Primarie alla francese? Oui,merci. Un mese di campa-gna per sei veri candidati,e alla fine 2 milioni e mez-

zo di cittadini alle urne. Untrionfo. E adesso una settimanadi passione per i due sfidanti,François Hollande (39%) e Mar-tine Aubry (31%). Figli dellostesso padre, si può dire, di no-me Jacques Delors. Hollandene è il figlioccio politico, Mar-tine ne è la figlia in senso pro-prio. Tant’è vero che per Ar-

naud Montebourg, il terzo inco-modo (17%), l’uno vale l’a l t ra :“Non vedo differenze”. Ma daqualche parte dovrà pur indiriz-zare il suo capitale di voti, e perquesto tutti pendono dalle suelabbra. Guardano anche versoSégolène Royal, che domenicasera piangeva calde lacrime intv: il suo 47 % al secondo turnodelle presidenziali del 2007 ri-dotto al 7% delle primarie del2011, un’inezia. Aveva ragioneil vecchio Michel Rocard, quan-do disse con feroce realismo: “Il47%? L’avrebbe avuto chiun-que, anche il mio idraulico, è la

logica del secondo turno”. Peròanche quel misero 7% diventaimportante: andrà al suo ex,François Hollande, o a Martine?Domande, queste sui riporti divoto, che rischiano di restaresenza risposta fino a domenicaprossima: è un elettorato assaiporoso, mobile e insondabile, enon ci sono precedenti per te-starlo come si deve. La vittoriadi Hollande è stata meno ampiadel previsto (nel suo campo c’e-ra chi aveva immaginato 20punti di scarto), il secondo po-sto di Martine più robusto diquanto si temesse. Nessuno, aquesto punto, osa fare previsio-ni.

MA AL DI LÀdelle cifre, dallaFrancia è venuta una raffica divento democratico che ha por-tato, per una volta, un po’ di al-legro e fertile scompiglio in que-sto tempo di crisi. Di più, ha se-gnato una svolta. Per il Paese in-nanzitutto: la destra, dopo averirriso e denunciato le primarie(gridava alla violazione della “se -gretezza del voto” e alla creazio-ne di “s ch e d a t u re ”) ha dovutofar marcia indietro. Lo stesso

primo ministro François Fillonl’ha detto: nel 2017 anche la de-stra dovrà organizzarle, le pri-marie sono il futuro. Per la sini-stra, in secondo luogo: 2 milionie mezzo di voti incontrollabilihanno fatto piazza pulita dei gio-chi di corrente, della conta delletessere, delle baruffe tra “elefan -ti” che da sempre hanno con-traddistinto e avvelenato la vitainterna del partito socialista.È una buona notizia, non soloper la Francia: i partiti, e quindila democrazia, riprendono vitae colori. La competizione si svol-ge sotto gli occhi di tutti, non c’èmodo di barare. Mercoledi’ s e ra ,c’è da giurare, milioni di france-si saranno incollati alla tv (pub-blica e in prima serata) per il di-battito tra François e Martine.Che sarà sicuramente duro maanche corretto, come sono statii dibattiti precedenti: anche per-ché il perdente dovrà sostenerecon tutte le sue forze il vincente

ALTRI MONDI

fino a maggio prossimo, pena lapubblica lapidazione.La sorpresa porta dunque il no-me dell’aitante avvocato Ar-naud Montebourg. Fautore del-la “demondializzazione” (“Usa eCina attuano protezionismo econtrollo dei capitali: perchél’Europa non dovrebbe?”), mi-naccioso con le banche (“va n n omesse sotto tutela”), scettico

verso l’Unione europea (“e bb iragione nel 2005 a votare no allaCostituzione”), Montebourg de-ve il suo inatteso successo a dueragioni. La prima: il suo discorsodi sinistra muscolare e dirigistacade bene in un momento di cri-si economica, della quale le ban-che portano buona parte di re-sponsabilità. La seconda: è statolui, più degli altri, a promuoverele primarie, che in certo modosono figlie sue, e questo gli è sta-to riconosciuto. A prima vista,gli è più vicina Aubry, il cui pro-filo appare più radicale di quellodi Hollande, classicamente so-cialdemocratico. Ma Monte-bourg non si fida: li vede ambe-due come tiepidi razionalizzato-ri, più che autentici riformatori,del capitalismo finanziario. Co-munque vada a finire, Sarkozyavrà a che fare con un avversarioforte, oltretutto unto non dal Si-gnore, ma dalla legittimità po-p o l a re .

TRA INDIGNATI E IMPEGNATI

IL “PLEBISCITO” DEI PROFESSORI CILENI

Royal vicina ad Aubry e Hollande (FOTO LAPRESSE)

di Manuel AnselmiSantiago del Cile

S abato e domenica in tutto il Cile si èsvolto il “Plebiscito por la educacion”,

un referendum di 4 quesiti dal solo va-lore simbolico e senza alcun effettogiuridico, dal momento che la costitu-zione pinochetista, che è ancora in vi-gore, non prevede alcuna forma di con-sultazione diretta dei cittadini; ma ungrande successo: hanno votato più di 2milioni di persone, il doppio di quantoprevisto. I primi tre quesiti erano sul-l'educazione: “Lei è per una educazio-ne pubblica e gratuita di stato? Lei è perscuole e università che dipendano solodallo Stato? Lei è per eliminare ogni for-ma di lucro sulle attività educative?”. Ilquarto, invece, propone l'introduzio-ne nell'ordinamento giuridico e istitu-zionale dello Stato, di uno strumentoreferendario per decidere sulle que-stioni di rilevanza nazionale. Il 95% harisposto sì a tutte le domande.

A PROMUOVERE il Plebiscito è sta-to il Colegio nacional de los profesores, ilcoordinamento nazionale degli inse-gnanti in appoggio al movimento stu-dentesco che da fine maggio porta avan-ti la protesta.Il Plebiscito è l'ulteriore dimostrazionedella forza della mobilitazione socialeche gli studenti, delle superiori e dell'u-niversità, hanno saputo estendere a tut-

ti gli altri settori della società, compresii sindacati, creando un vero e propriofronte popolare di opposizione. E chemette non poco in difficoltà il governodi Piñera.Nel fine settimana in tutta Santiago, da-vanti a ogni sede universitaria o a un li-ceo, la maggior parte dei quali occupati,c'era un banchetto dove genitori e in-segnanti del Colegio nacional invitavano ipassanti a votare. Partecipare o no al Ple-biscito, è stato l'argomento di maggiorediscussione nelle case dei cileni. “Soloqui più di 400 voti” dice soddisfatto Nel-son Lobos, docente di arte visuale, del-l’Instituto Nacional, il primo liceo pubbli-co del Cile, dalla cui costola, a pochi me-tri, è nata l'Università Nazionale del Ci-le, la più importante del paese. “La gen-te ha voglia di partecipazione, di dire lasua sulle scelte im-portanti comequelle sull'educa-zione” c o n t i nu aNelson mentre in-dica orgoglioso lepersone in fila peril voto. “Il proble-ma è che né al go-verno, né all'op-posizione interes-sa nulla di questo.La politica non tie-ne conto della vo-lontà popolare e iragazzi stanno fa-

cendo la cosa migliore”. Come Nelsonanche altri docenti lamentano la latitan-za dei partiti della sinistra. Su molti muriè possibile vedere grandi manifesti rea-lizzati dal movimento, in cui appaionoLagos e della Bachelet, fotografati sufondo bianco e cornice nera, comequelle dei d e s a p a re c i d o s .

ANTONIA, DOCENTE di matema-tica in un liceo del centro, dice: “ Siamo120mila professori ad appoggiare il mo-vimento. Con questo plebiscito abbia-mo un doppio obiettivo dare un appog-gio concreto ai ragazzi nella lotta e por-tare il governo ad accettare le nostre po-sizioni perché sono quelle della maggio-ranza dei cileni. I ragazzi lo hanno ca-pito per primi. L'attuale sistema educa-tivo è stato firmato da Pinochet un gior-

no prima che lasciasse ilpotere, anche se già allorabuona part dei cileni nonera d'accordo. Oggi questiragazzi hanno trovato il co-raggio di lottare controquesti residui della dittatu-ra, di cui ne pagano per pri-mi le conseguenze. E lo fan-no senza paura, con alle-gria e pacificamente. Noiprofessori e genitori siamocon loro, perché noi quan-do avevamo la loro età nonpotevamo avere corag-g io”.

Un referendumorganizzato daidocenti superai 2 milioni di votie dà manforteai movimentistudenteschi

L’ex candidataanti-Sarkozye la sorpresaM o n t e b o u rgarbitri delrisultato. Boomdi voti: 2,5 milioni

POLONIA

TRANS E ANTICLERICALINON C’È PIÙ RELIGIONE

di Giampiero Gramaglia

V incono il premier uscente Donald Tusk e la linea europeistadel partito liberale. Perdono l’ex premier gemello (del pre-

sidente morto lo scorso anno in un incidente aereo a Smolensk,in Russia, Lech Kaczynski) e la linea euroscettica. Ed entra nellaDieta, come terza forza, destando sensazione, il Movimento diPalikot, un partito di sinistra anticlericale, creato un anno fa daun imprenditore ricco ed eccentrico, Janusz Palikot: prende il 10% dei voti e 40 deputati, in un Paese in cui il 90% dei cittadini sidichiarano cattolici – i numeri lasciano credere che lo hannovotato tutti gli altri. ll Movimento di Palikot ha anche fatto entrarenella Dieta per la prima volta un transessuale: Anna Grodzka,capolista a Cracovia, 57 anni, psicologa e produttore cinema-tografico, ha cambiato sesso da non molto L’eccezionale risul-tato di Palikot è anche frutto della debolezza della sinistra tra-dizionale post-comunista: il partito socialdemocratico ottiene ilpeggior risultato della sua storia, con poco più dell’8% dei suf-fragi e 27 deputati.Il premier Tusk, 54 anni, può dunque prepararsi a un secondomandato alla guida della stessa coalizione: il suo partito, la Piat-taforma civica, ha superato il 39% dei voti e i suoi alleati del Psl, ilPartito dei Contadini, hanno avuto più dell’8%. Insieme, le dueformazioni dispongono di 234 dei 460 seggi della Camera bassa.L’opposizione conservatrice Diritto e Giustizia di Jaroslaw Kac-zynski sfiora il 30% dei voti e ha158 seggi. Solo 5 partiti superanola soglia del 5% ed entrano nella Dieta.

È LA PRIMA VOLTA, dalla caduta del comunismo nel 1989,che un partito al potere rivince le legislative in Polonia, al terminedi una consultazione che ha visto un tasso di partecipazione ‘ame -r icano’, bassissimo: meno d’un elettore su due è andato alle urne,in un Paese di 38 milioni di abitanti, il 6° per popolazione del-l’Unione europea. Il presidentedella Repubblica Bronislaw Ko-morowski giudica l’esito delleelezioni “p o s i t i vo ” per l’Ue: la Po-lonia esercita attualmente la pre-sidenza di turno semestrale delConsiglio dei ministri dei 27 epunta a entrare nell’e u ro .Nel nuovo governo, Tusk vuolerimpiazzare la maggior parte de-gli attuali ministri. Ma i cardinidelle politiche estera ed econo-mica, marcatamente europeiste,dovrebbero restare al loro posto:Radoslaw Sikorski e Jacek Rosto-wski.

Anna Grodzka (FOTO ANSA)

Amnesty 2024 condannati a morte nel 2010Secondo il rapporto Amnesty International nel 2010almeno 23 Paesi hanno eseguito la pena capitale perun totale di 527 esecuzioni riportate. In testa l’Iran conalmeno 252 esecuzioni, la Corea del Nord con almeno60, lo Yemen con almeno 53, gli Stati Uniti d’Americacon 46, l’Arabia Saudita con almeno 27. Questi datinon includono la Cina. Inoltre nel 2010 in 67 paesisono state inflitte 2024 nuove sentenze capitali (FOTO ANSA)

Afghanistan Carcere con torture a HeratTorture, violenze e maltrattamenti di ogni genereanche nel carcere afghano di Herat, la strutturaammodernata grazie ai fondi italiani, nella zona doveoperano i nostri soldati. L’Onu in questa galera haintervistato 16 detenuti fermati dalla Polizia locale eben nove di loro hanno denunciato di aver subito delleviolenze per ottenere confessioni. Tra di loro c’è ancheun ragazzo di 16 anni (FOTO ANSA)

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Martedì 11 ottobre 2011 pagina 13

PROMESSE DA MARINAII pirati non liberano gli 11 naviganti italiani, anzi ne sequestrano altri 7.

Intanto il governo s’impegna solo a parole

ALTRI MONDI

Hook I pirati dell’immaginario collettivo sono molto diversi dai banditi dei mari (FOTO OLY C O M )

di Barbara Schiavulli

L’ultima comunicazionedel comandate DiegoScussat è arrivata alle6.45 del mattino di ieri.

Una richiesta di aiuto che rac-contava di un’i m b a rc a z i o n econ almeno cinque uomini ar-mati. E poi più nulla. È calato ilsilenzio del mare su una naveitaliana. Inghiottito dalle manidei pirati somali che hannosferrato l’ennesimo attacco. IlMontecristo, una nave livorne-se da poco varata, dell’ar mato-re Antonio D’Alesio trasporta-va rottami di ferro dall’Inghil-terra al Vietnam. Non facevamai lo stesso percorso. Ma aipirati è bastato un attimo.“L’ultimo contatto – ha dettoun portavoce della compagniaarmatrice – risale alle 6,45 distamani: dunque non siamo ingrado di dire se l’attacco siastato respinto oppure no”.Alla sede della compagnia tuttisono preoccupati per l’equi-paggio. Le coste al largo dellaSomalia sono le più pericoloseal mondo. Il cargo è stato in-tercettato non appena ha su-perato il Golfo di Aden, hannoaspettato che la nave della ma-rina giapponese che li avevascortati, si ritirasse e hanno at-taccato, 620 miglia al largo del-la Somalia: “La nave è abba-stanza lontana, tra l’isola di So-cotra e l’India”, ci spiega unafonte della sicurezza militare

Se c’è da reprimere si va in Russia

Ras-Putin, consigliere occulto di B.

italiana che insieme alla Farne-sina si è immediatamente aller-tata. E per accertarsi di quelloche sta accadendo al mercan-tile, è stato subito disposto l’in-vio di un’unità navale della taskfo r c e marittima 508 della Nato,guidata dal contrammiraglioGualtiero Mattesi, imbarcatosul cacciatorpediniere “An-drea Doria”. Non che possanofare molto, di solito si privile-gia la trattativa all’attacco pernon mettere in pericolo dellepersone sequestrate. Ostaggiche possono rimanere in baliadelle onde e dei rapitori ancheper mesi, fino a quando non siriesce a raggiungere un accor-do. Comincia così, in una gior-

nata qualunque quando il pez-zo di rotta più pericoloso sem-brava passato, il lungo incubodelle famiglie che stanno a ca-sa e delle 23 persone a bordodel Montecristo, la maggiorparte ucraini, indiani e sette gliitaliani, tra i quali il comandateScussat di Venezia, l’uf ficialedi coperta Stefano Mariotti,l’allievo ufficiale Luca Gigliolientrambi di Livorno (quattrodi loro sono addetti alla sicu-rezza disarmati).“Non abbiamo notizie. Biso-gna solo aspettare”, è il primocommento dei familiari del co-mandante: “Siamo in contattocon l’armatore e con le auto-rità competenti".

Il guadagno dei banditi dei mari nel 2010

LA VITA DA CAPITAN UNCINOVALE 240 MILIONI DI EURON on hanno la benda sul-

l’occhio e non issano labandiera nera con il teschio,ma i pirati della Somalia nonsono meno pericolosi diquelli delle leggende. Sonol’incubo di ogni nave, picco-la o grande che sia, che attra-versa il golfo di Aden e si ag-gira per le coste della Soma-lia per tuffarsi nell’Oceano

Indiano. Un fenomeno cri-minale che con l’acuirsi del-le tensioni nell’Africa orien-tale, non ha fatto che molti-plicarsi, nonostante l’impe-gno della Marina di mezzomondo, delle task force ch esono state create ad hoc, sen-za riuscire veramente a faremolto, visto che basta un’im-barcazione fatiscente con

cinque uomini armati perbloccare navi molto piùgrandi. In questo momentoal largo della Somalia ci sono11 grandi navi prigionierecon 274 ostaggi. Tra questi lenavi cisterna italiane ‘S av i n aC ay l i n ’ e ‘Rosalia D'Amato’da mesi in ostaggio, conequipaggi che rischiano diessere torturato – lo ha dettoil comandante della ‘S av i n a ’in una delle ultime telefona-te alla moglie – se non ci sa-ranno svolte nella trattative.I pirati della Somalia, che perlo più arrivano dalla regionedi Puntland (nord est soma-lo) hanno tra i 25 e i 35 anni esi considerano i paladini deimari. Si fanno chiamare i ba-daadinta badah, i salvatori delmare, e sono divisi per lo piùin tre categorie: navigatoriesperti; pescatori che cono-scono bene le coste e il mare(nutrono una reale ostilitàverso le navi straniere chehanno depredato la zona sca-ricando sostanze quando vo-levano liberarsene o razzian-do la fauna marina quandovolevano pescare); poi ci so-no ex miliziani che hanno la-sciato la guerra cittadina,molti dei quali addestrati dacontractor s stranieri, e ci sonotecnici, esperti di tecnologias a t e l l i t a re .

SI GUADAGNA bene coni riscatti che vengono conse-gnati nei modi più strani, pa-racadutati, o lanciati in vali-gie resistenti all’acqua. I pira-ti ricevono le armi, kalashni-kov, rpg e pistole semiauto-matiche, per lo più dallo Ye-men che ha perso molti con-tratti commerciali perché èquasi impossibile raggiun-gerlo senza essere attaccati.Altre armi arrivano da Al Qae-da, lo stesso Bin Laden avevalodato l’iniziativa dei piratisomali, e dalla capitale dellaSomalia intrappolata da unaguerra per il potere senza fi-ne. Altro sostegno arriva an-che dalla dispora somala ri-versatasi in Inghilterra, Cana-da e Stati Uniti: ci sono orga-nizzazioni che avvisano del-l’arrivo di questa o quella na-ve. Il finanziamento delleoperazione di pirateria fun-ziona come in borsa, ci sonoinvestitori pronti a vendereazioni di un attacco imminen-te. E i guadagni sono altissimiper sequestri che in generedurano in media un mese emezzo. Il guadagno dei piratisi stima sia stato nel 2009 di39 milioni di euro e di 238 nel2010, ma il costo indiretto diquesto fenomeno è molto al-to anche per chi è coinvolto:tra i 7 e i 12 miliardi di dollariper il sostegno navale, per laprotezione, per rimorchiarele navi e soprattutto per l’as-sicurazione che è tra i veri be-neficiari della pirateria aven-do alzato il premio a livelli or-mai altissimi. B. Sch.

Vladimir Putin (FOTO LAPRESSE)

Arabia S. Arrestato calciatore per tatuaggioUn calciatore colombiano di una squadra saudita èstato arrestato a Riad per aver esibito tatuaggi asfondo religioso. Juan Pablo Pino, 24 anni, attaccantein forza all’Al Nasr ed ex Monaco, si trovava in uncentro commerciale con una canottiera che lasciavaben visibili i tatuaggi sulle braccia raffiguranti simbolicristiani come un volto di Gesù. In Arabia Saudital'esibizione di tatuaggi è vietata (FOTO ANSA)

Egitto Cristiani copti in fuga dopo la strageResta alta la tensione al Cairo dopo gli scontri di ieri trafedeli copti ed esercito che hanno provocato 25 morti e oltre300 feriti. Per correre ai ripari il governo egiziano, riunitosioggi sotto la presidenza del primo ministro, Essam Sharaf,ha deciso provvedimenti a favore della minoranza copta (il10%). Una minoranza che secondo quanto riferito dalministro degli Esteri Franco Frattini sta già fuggendo:“Sono 100.000 cristiani già scappati” (FOTO ANSA)

Editto bulgaro,m e t o d o - B o ff o ,guerra a Fini:visita all’amico(ex Kgb)per studiarele strategiecensorie?

Nave livornese La portarinfuse Montecristo in ostaggio da ieri (FOTO ANSA)

di Francesca Mereu

O ltre a festeggiare il 59° com-pleanno di Putin, Berlusconi ha

appena lasciato uno dei pochi postidove si sente ancora a suo agio. “InRussia nessuno gli fa domande sugliscandali sessuali e sui processi chedeve affrontare in patria”, confida aIl Fatto Quotidiano un alto uffi-ciale del Cremlino che conosce mol-to bene il tipo di relazione che in-tercorre tra Putin e Berlusconi. Qui,infatti, “l’italiano può contare suiconsigli” del suo amico quando acasa i problemi a incalzano.Sono poche le notizie trapelate ri-guardo ai festeggiamenti privati delcompleanno di Putin che, come datradizione, si è svolto nell’isolata te-nuta di Valdai, a metà strada tra Mo-sca e San Pietroburgo. Ma secondol’alto ufficiale del Cremlino il Cava-liere si è come al solito “lamentato dinon riuscire a controllare giudici epm”. Secondo diverse fonti del Cre-mlino e della Casa Bianca (la sededel governo) sono anni che il premieritaliano chiede a Putin consigli su co-me applicare i principi della upra -vlyaemaya demokratsia russa -o democrazia guidata - in Italia.“Per qualsiasi problema politicoBerlusconi viene a Mosca a parlarecon Putin, se non può raggiungerlofisicamente gli telefona”, racconta

a Il Fattouna fonte vicina alla CasaBianca.

LE “CONSULENZE” sullademocrazia sono iniziate nel lontano2001. Putin era al potere da appenaun anno e il Cavaliere era stato elettoa maggio per la seconda volta. Se-condo la fonte vicina alla Casa Bian-ca sin dal loro primo incontro in Rus-sia (nel settembre del 2001 a Sochi,località balneare sul Mar Nero), ilpremier aveva parlato delle criticheche subiva da parte dei media e inparticolare da un certo gruppo digiornalisti che “lo attaccavano” eche lui non riusciva a far tacere. Putinall’epoca aveva quasi concluso la co-siddetta s p e t s o p e ra t s i a , o opera-

zione speciale, per il controllo diNtv, il solo canale che osava ancoracriticarlo. E questa avrebbe ispiratoil cosiddetto “editto bulgaro” pro -nunciato da Berlusconi a Sofia il 18aprile 2002, quando senza mezzitermini aveva denunciato l’“uso cri-minoso”della tv pubblica che venivafatto da giornalisti come Enzo Biagi,Michele Santoro e dal satirico Da-niele Luttazzi. Se in Russia dal pic-colo schermo sparirono il team digiornalisti di Ntv, composto da gio-vani entusiasti che in pochi anni didemocrazia erano riusciti a raggiun-gere invidiabili livelli di professiona-lità, in Italia il bavaglio fu posto a En-zo Biagi, una delle icone del nostrogiornalismo, a Santoro, e al comico

Luttazzi, per nominarne alcuni.Solo coincidenze? “No, - sostiene lafonte del Cremlino - questi sono imetodi di Putin e a Berlusconi nonpotevano venire in mente se nondietro suggerimento. È dopotuttoun leader occidentale. Da chi avreb-be potuto apprenderli?”

D O S S I E R AG G I O. Da quandoPutin è salito la potere i dossier con-tro i nemici del Cremlino si sono mol-tiplicati. Lo scorso anno una bella egiovane fanciulla ha sedotto nume-rosi esponenti dell’opposizione egiornalisti scomodi portandoli in unappartamento dove venivano filma-ti da telecamere nascoste. I video aluci rosse sono stati poi messi online.Se non si riesce a filmare qualcuno,lo si discredita su internet, o in tv.Anche in Italia contro quelli che al-zano la voce contro il premier si at-tiva la cosiddetta macchina del fan-go. Basti pensare al direttore di Av-venire Dino Boffo; oppure la pm IldaBoccassini, o la presidente di Con-findustria Emma Marcegaglia. Intutti questi casi di diffamazione nonsono state fornite prove giornalisti-che concrete, ma usati metodi dellacalunnia tipici della Russia di Putin.“È una pratica che da noi è com-parsa soprattutto con Putin, e Ber-lusconi sembra imitarne i metodi”,spiega la fonte vicina alla Casa Bian-

ca.

GIUDICI E PM È in Russia cheda tempo il Cavaliere cerca la so-luzione per cancellare le inchiesteche lo coinvolgono. Inchieste che quinon sarebbero mai iniziate: i giudicisono già asserviti al volere del Cre-mlino, mentre gli uomini di Putincontrollano il Ministero della Difesae degli Interni. Alle insistenti doman-de del premier italiano su come fare,i russi avrebbero risposto che unPaese può essere controllato se tut-ta la stampa è sottomessa e se si hail controllo dei giudici, dei magistratie delle forze dell’ordine, insommase la cosiddetta legge-bavaglio ve-nisse approvata.Le fonti del Cremlino e della CasaBianca dicono di non aver prove cer-te che dietro questa legge controver-sa per una democrazia come l’Italiaci sia la consulenza del Cremlino, maaffermano d’avere un “ra g i o n ev o l esospetto” che il premier sia stato for-temente “i s p i ra t o ” dalle riforme vo-lute da Putin.E Berlusconi non nasconde la sua vo-glia di assomigliare allo Zar russo:“Mgari il presidente del Consiglioitaliano avesse i poteri del premierrusso”, avrebbe detto ai suoi depu-tati prima di partire per il complean-no di Putin, secondo quanto riportaL i b e ro .

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SECONDOTEMPOS P E T TA C O L I , S P O RT, IDEE

ManciniRinviato agiudizio.Chiesti 3anni e 8 mesiper stupro

BasketCestistaamericanoucciso inRomania perle percosse

McCartneyPer losposinorecital inItalia dal 26n ove m b re

S. GuzzantiVe n e rd ìospite diMentanacon “V i vaZ a p a t e ro ”

di Claudia Colasanti

In fila ordinata verso l’a bisso.L’implacabile sequenza di testeruota attorno a un unico prota-gonista: un uomo piuttosto an-ziano, geometricamente stem-piato, dall’espressione corruc-ciata, intriso di una severità (rab-bia compressa?) priva di autore-volezza. Si tratta di sette ritratti

tridimensionali di Silvio Berlu-sconi, in resina verniciata dibianco a effetto plastica, la cuiicona autotrasformista da cartastampata e video discorsi di ini-zio millennio viene sgretolatadalle mani abili di Stefano Pierot-ti, scultore toscano (Pietrasanta,1964) con un passato remoto daperito aeronautico e uno slan-cio – poi ben coltivato – verso lascultura ad alto tasso figurativo.Pierotti ha collocato nel suo stu-dio un’infinità di fotografie re-centi del demoralizzato cavalie-re, convivendoci – imma ginia-mo faticosamente – a lungo, percogliere quell’esatta espressio-ne facciale e per poi disintegrar-la con le armi del suo mestiere.Consapevole del lusso che si èconcesso in quanto “ar tista”,confida di aver interpretato conquesto gesto impertinente i de-sideri, non solo notturni, di unabella fetta di italiani. Soddisfattodopo la conclusione del ciclo di

opere: “Mi sono sfogato, ma an-che divertito, ho voluto descri-vere a mio modo un fenomenosociale, più che politico”. Nelleprime teste il bianco candidodel gesso viene leggermente in-crinato evidenziando rughe esolchi inesorabili, poi mano amano che si succedono vengo-no colate e ricoperte di vernicerossa e schizzate di celeste; unaè illuminata dall’interno comefosse una folcloristica mascherada luna park. “Viene percepitocome sangue, ma in realtà è solouna vernice rossa. Intendevo ro-vesciargliene un barattolo inte-ro sulla testa come se il ‘comu -nismo’, parola di cui si riempiela bocca, se lo divorasse in un solcolpo”. Le ultime teste della filanon paiono quasi volti umani: lafisionomia dell’incongruo lea-der è ormai consumata, sfaldata,sbriciolata dall’interno, final-

mente inesistente. “Ci ha abitua-to a tutte le trasformazioni d’a-bito e comportamento possibi-le” racconta l’artista, “con labandana, mostrando le corna, ingiacca doppio petto, in maglion-cino: la mia versione era quellamancante”.“Berluscrotto?, si intitola questaparabola espressionista, chiarae graffiante, ma l’antologia delsilvio dilaniato non è l’unica gi-ravolta impertinente del Pierot-ti, che l’8 settembre scorso si è

reso protagonista di un’altra po-tente imbrattatura. Anche sta-volta è una sua opera ad esserericoperta (da lui stesso) di ver-nice rossa, con una corda e unascala di sette metri, nel cuoredella notte, dopo aver scavalca-to un’alta recinzione.

SI TRATTA del monumentaleCrocifisso in bronzo (dell’altezzadi sei metri e venti e largo quat-tro) di Tor Vergata della “Gior na-ta Mondiale della Gioventù” delgiubileo romano, sotto la qualePapa Wojtyla fece il suo ingresso

fra migliaia di giovani, realizzatosempre da Pierotti dodici anni fa,saldando insieme 33 pezzi per untotale di 2000 kg (a Pietrasantapresso la fonderia Da Prato). Lareazione dello scultore è la con-seguenza del noncurante desti-no cui venne affidata la croce su-bito dopo il raduno: immediata-mente smontata e affidata nellemani di Angelo Balducci, a queitempi Provveditore alle Operepubbliche del Lazio, in attesa chela chiesa di Tor Tre Teste di Ri-chard Majer, dove era destinata,venisse ultimata. Una storia sur-reale, di straordinaria cialtrone-ria, perché alcuni mesi dopo Pie-rotti scopre che la scultura è statabuttata insieme a scarti di gom-me e laterizi in una sorta di disca-

rica e, dopo la sua denuncia, de-positata in un altro cantiere. In-fine, nell’aprile del 2006 vienerespinta anche dallo spazio diMajer e collocata a Tor Vergata,accanto alla chiesa azzurrina San-ta Margherita Maria Alacoque,progettata dall’architetto ItaloRota. Purtroppo anche in questospazio “sta cadendo a pezzi, è po-sizionata con l’inclinazione sba-gliata, ha un dito rotto ed è presadi mira dagli uccelli che la spor-cano di continuo”. “So bene cheappartiene al Vaticano”, raccon-ta Pierotti, “ma ho implorato peranni una sistemazione più ade-guata e mi hanno risposto chie-dendomi se avevo uno sponsor”.Anni di amarezza stemperati daquesto gesto estremo: dopo

averla interamente verniciata dirosso lo scultore ha provato unsenso di liberazione. Un’azioneapparentemente autolesionista,tutta indirizzata ai poco sensibilipotenti che in modo arrogantehanno trascurato quello che fu ilsimbolo di una grande aggrega-zione giovanile. Rapidamente ri-pulita la croce, del gesto rimanela querela da parte del parroco acarico dello scultore. Una vicen-da lunga e dolorosa, cui StefanoPierotti ha reagito con il colore,in entrambi i casi, a partire dai“b e r l u s c ro t t i ”: con un rosso fu-rioso come il tono irrimediabil-mente assunto dall’Italia in que-sto momento. Una frequenza im-pazzita, irresponsabile e dram-matica.

Stefano Pierotti, “B e rlu s c r o t t o ”, 2011

in & out

LO SCULTORE“B e r l u s c ro t t i ”d’artistarossi di vernice

QUANTETESTE DI B.

Nuovi status-symbol

Si dimettono tutti (meno Alberoni)di Nanni Delbecchi

D imettersi. Ormai è una pandemia, una frenesia, unatentazione irresistibile. Le dimissioni sono l'ultimo

grido dell'uomo di genio, il vero status-symbol mediatico.Dimmi che dimissioni dai, e ti dirò chi sei. Ma soprattuttoquanto lo sei. Se mi dimetto io, nessuno mi filerà, questoè sicuro. Ma in compenso non passa giorno che suigiornali non si legga di qualche illustre annuncio di di-missioni sparato a nove colonne, di solito in contem-poranea con il varo di una qualche nuova iniziativa deldimissionando. Sul Corriere della Sera di ieri MaurizioCattelan, a un mese esatto dall'apertura della sua per-sonale al Guggenheim Museum di New York, ha an-

nunciato: “Sono infelice. Appendo tutto e smetto”. Po-veretti, si vede che soffrono, e ce la mettono tutta pernon dimettersi. Ma poi crollano. Qualche giorno fa èstato Zlatan Iibrahimovic a dichiarare pubblicamente lasua nausea sartriana per il pallone: non proprio di-missioni-dimissioni, ma chi vuol capire, capisca. E an-cora, in occasione del lancio sia della sua autobiografiasia del nuovo album, aveva solennemente annunciato leproprie dimissioni da rockstar Ivano Fossati. MentreVasco Rossi, al solito più creativo di tutti, quest'estate haconiato le dimissioni-telenovela, forse che sì forse che no,mi dimetto da rockstar ma non da cantante, farò ancoraqualche concerto ma valuterò di volta in volta, vedremo,voi che dite; roba da far crepare di invidia Uolter, il re del

ma anche. Per fortuna che c'è anche chi tiene duro, e vacontrocorrente. Francesco Alberoni, per esempio; lui nonsi dimette, anche se il direttore del Cor sera in personagli alza la palla, lui non la schiaccia, e ripresenta la suarubrica tale e quale sul Giornale (un po' come Biscardi,che da Rai3 è passato con il suo Processo a Tele7 Gold).E poi ci sono i politici, loro non mollano la cadreganemmeno a morire, a costo di rovinarsi il fondoschiena,come insegnano il nostro presidente del Consiglio, e nonsolo. “Non ci si può dimettere dalla vita” ha dichiaratol'ex presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo,preannunciando il ritorno in politica. Strana idea dellapolitica, ma soprattutto della vita. A volte, per viverladavvero, basterebbe dimettersi da qualcos'altro.

StefanoPierottiha realizzatosette ritratti“sanguinantidel colore delcomunismo”

La statua del Cristo in crocedel Giubileo buttata in una sortadi discarica. L’opera è stata tinta

di rosso dal suo stesso autoreper protesta

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Martedì 11 ottobre 2011 pagina 15

L’ACQUANE RAE LE FALLEA BILANCIOdi Luca Cardinalini

L’ Acquanera Comollo Novi ha vinto per 3-1 lo scontro sal-vezza con il Cantù (girone A, serie D). Una vittoria im-

portante quanto – forse – ininfluente, visto che di qui a pocola società di Novi Ligure (o Alessandria, o Basaluzzo, ora vidiciamo) è a rischio cancellazione. Va detto che il club è ilrisultato di una fusione a freddo, avvenuta nel 2010, tra l’Ac-quanera di Basaluzzo (neo promossa in serie D) e il ComolloNovi (Prima categoria piemontese). Primo anno dignitoso,la scorsa estate i proprietari, il tandem Emanuela Giaco-mello-Renato Traverso, rilevano la Novese e si trasferisconocon armi e bagagli (e pure più di un soldato, per la verità) aNovi Ligure. A salvare l’Acquanera ci pensa allora l’i m p re n -ditore edile albanese, Mehemet Hysa. Ha la passione per ilcalcio, un po’ in tutti i sensi. Dal 2009 ha una squalifica di treanni sul groppone, residuo dei tempi in cui era dirigente delDon Bosco di Alessandria, per aver salesianamente preso acalci un arbitro. Poi era passato al Derthona e aveva puntatoal Rivoli, “ma avevo lasciato perdere, c’era un buco di 500mila euro”. Forse a causa di questo piccolo impedimento,presidente ufficiale era la moglie Irta. Hysa “acquista” lasquadra – “no, le cifre non posso farle” – e versa la fideius-sione di 18 mila euro per l’iscrizione. La Covisod (che sa-rebbe l’equivalente della Covisoc per la serie D) nulla obiet-ta e il campionato inizia. Un po’ a fatica. La squadra non hasede – “forse ne apriremo una ad Alessandria” – né stadio,emigrando di volta in volta a Rivarolo e ad Acqui.Si acquistano calciatori a container, molti arrivano e molti sene vanno, se ne va anche l’allenatore Del Vecchio, seguito aruota anche dal segretario Pronestì, che oggi dice, sorri-dendo: “Finché c’ero io era tutto a posto, gli dissi quali eranoi documenti da presentare e i moduli da riempire”. Sembrainfatti che quella fideiussione presentata avesse il valore deisoldi del Monopoli, come conferma il segretario della serieD, Mauro De Angelis: “Sì, è vero, abbiamo trasmesso gli attialla Procura. E se la fideiussione, come sembra, si rivelassefalsa, allora la società rischierebbe una pesante sanzione,addirittura la cancellazione”. Come è stato possibile darel’ok a una situazione del genere? “Noi ci atteniamo alle con-clusioni della Covisod, il controllo avviene a posteriori,quando le banche danno l’ok riguardo alla copertura finan-ziar ia”. Ragionamento che fa più di una grinza, visto che inestate società come Sapri, Rovigo, Pomezia e Villacidreseerano state escluse dai ripescaggi proprio “sulla base dellecontestazioni della Covisod” e sarebbe interessante capirequali carte abbia esaminato la stessa commissione per l’Ac-quanera. E resta anche da valutare il ruolo della Lnd, che adagosto ha comunque iscritto la squadra. Il fatto di essersirivolta alla Procura, noncancella l’omesso control-lo preventivo. Hysa mini-mizza: “Nessuno ci hachiamato, comunque ionon mi occupo di cose fi-nanziarie, se ne occupa ilvicepresidente che perònon vuol apparire. Co-munque, ho appena ven-duto al mio connazionale,il signor Dedej”. A bè, al-l o ra …

OGNI MALEDETTA DOMENICA

PRANDELLI D’I TA L I AUn Ct prudente e ‘democr istiano’;

però il gruppo sta rinascendodi Oliviero Beha

Benedetta anche da Zeman,ancora la figura più interes-sante di Rotondolandia,che approva la scelta del

“blocco Juve”da parte di Prandel-li, ci ritroviamo tra gli occhi un’I-talia abbastanza unita. In propor-zione all’Italia di Berlusconi eBossi, è addirittura una nazionevera in calzoncini. È un’ipotesi disquadra, ricostruita a pezzetti do-po le macerie del Mondiale suda-fricano. Addirittura stasera, con-tro la trapattonica e tardellesca Ir-landa del Nord, nello stadio in cuisi divertono a veder giocare il Pe-scara zemaniano, Prandelli po-trebbe permettersi il lusso deilussi: una coppia davanti formatada Cassano e Giovinco, in cui Cas-sano come struttura in propor-zione farebbe l’Ibrahimovic e laformichina atomica Giovinco ilCassano. Potenza del calcio, se èpensato e attuato in libertà, senzal’assillo del risultato essendo l’I-talia già abbondantemente quali-ficata per gli Europei ucraino-po-lacchi prossimi venturi, se è inte-so anche come una sfida alle lo-giche imperanti quasi esclusiva-mente fisiche, se attraverso que-ste scelte il Ct vuole sottolinearecon matita azzurra che è “tutta ro-ba sua”, del suo sacco. Scrivoquesto per i lotofagi: Prandelli ar-riva sulla panchina della Naziona-le alla vigilia dei Mondiali sudafri-cani, per i quali era rimasto a farda Ct Lippi aureolato del titolo diPozzo del Terzo millennio. UnLippi tornato a casa azzurra per-ché Donadoni aveva deluso, piùcome gioco che come risultati(uscì negli Europei del 2008d’Austria e Svizzera ai rigori conla Spagna, monopolista di questociclo). Ma un Lippi che in prece-denza era rimasto per i Mondialitedeschi malgrado lo scandalo diCalciopoli, con l’accordo che sene sarebbe andato comunque do-po di essi, anche perché GuidoRossi non avrebbe scommessoun centesimo su quella Naziona-le. Invece fu cavalcata callipigia,non so se indimenticabile mapremiata. Voci su combine, tipol’accertata Italia-Camerun del1982 sempre con dietro un girodi scommesse e di “biscotti”? Mano, qualche ronzio su Italia-Gha-na, sempre circonfuso di scom-messe e niente di più. Si arriva aiMondiali sudafricani e la Feder-calcio non ha idea di come sosti-tuire l’ingombrante e insieme unpoco vizzo Lippo Lippi.

COME SPESSO accade in que-sto balordo Paese, va in buca la ne-cessità come virtù: Della Valle harotto con Prandelli, aziendalista sìma non fesso, e vuole farne a me-no alla Fiorentina. Altro che il Fer-guson italiano, un “separato in ca-sa” giacché nel lustro fiorentinosempre di case e mai di centrisportivi si era parlato seriamen-te... Così il “trio degli angeli dallafaccia pulita”, Della Valle, Monte-zemolo e Luigi Abete, tecnica-mente non inferiori al trio argen-tino “degli angeli dalla faccia spor-ca” composto da Maschio, Ange-lillo e Sivori, sibilano all’o re c ch i odell’Abete junior lasco lasco, cheperò è presidente della Figc e siinteressa di Nazionale, il nome diClaudio Cesare. È un ripiego eun’occasione insieme. Prandelliha tutte le caratteristiche dell’al -

lenatore vero, anche se prendepure lui le sue brave topiche (pen-sate ai Balzaretti, agli Osvaldo, aiPazzini perduti e dismessi a Firen-ze, ma poi recuperati in questi me-si in Nazionale) e non parrebbeadatto al mestiere di assemblatoreche invece si chiede a un Ct. Ep-pure, stupendo anche un pocochi lo aveva preso per turare unafalla, si regola a grandi linee comese la Nazionale fosse un club e ciriesce in fretta. Ricostruisce ungruppo provando e riprovando, lifa giocare palla a terra (altrimenticome farebbe con Cassano e Gio-vinco?) stimolando l’autostima

dei giocatori, si dimostra pronto acogliere i suggerimenti della do-menica, intesa al plurale dellemolte domeniche. Il blocco difen-sivo Juve combinato accettabil-mente dalla squadra di Conte na-sce da questo spirito e in Nazio-nale è quasi meglio che nel club.Sa di poter contare su De Rossiche in quella posizione fa la diffe-renza, Pirlo è ancora in grado digestirsi nella Juve e nell’Italia,Marchisio è vivo e segna assieme anoi, davanti fa girare un po’ di per-sone e personcine, amministran-do anche lo scugnizzo alla bareseche in campo una ne fa e cento nepensa, e fuori campo una ne pen-sa e cento ne fa. Adesso Cesare hamaltrattato un poco il suo ex pu-pillo Gilardino, ma sarei l’ultimo ameravigliarmi se lo rimettesse al

centro dell’attacco qualora la con-dizione del centravanti tornassequella giusta.

INSOMMA , un Ct democristia-namente prudente che però haun gusto antico per il calcio, ognitanto ha qualche incertezza (eu-femismo!) nei rapporti interper-sonali, ma alla fine vanta un saldoattivo dovunque abbia operato. Èla sua Nazionale, un gioco decen-te, pochi gol ma magari arriveran-no strada facendo, una persona-lità crescente dimostrata a Bel-grado in ambiente ostile: non èmoltissimo, a ben vedere, lo di-venta in proporzione alle mace-rie sudafricane, alla gestione delcalcio italiano e alla qualità delcalcio degli altri, che di sicuro(Spagna a parte) non ci fa strave-

dere. A latere rimane il leghistasceso dalla bici dopo il Giro dellaPadania che gorgoglia su Osvaldopoco italiano: almeno avesse det-to “poco padano”, per il princi-pio di non contraddizione. Ro-betta. Per questo dicevo che aPrandelli va il merito per intierodi una per ora piccola ricostru-zione, con uno spirito unitarioche mi ricorda vagamente il Vici-ni di più di 20 anni fa, nel dopoBearzot. È vero, anche lui, come èaccaduto finora a Prandelli con lesquadre di club, vinceva solocontro le squadre più deboli o dipari valore. Non c’era verso. Ma-gari Claudio Cesare ci smentirà inestate (del resto, come sostiene IlMale rinato facendolo dire a Na-politano, “la Polonia non esi-ste”...).

Come spessocapita in questoPaese, unascelta natacome ripiego sitrasforma invera occasione

PA L L O N AT Edi Pippo Russo

tita, era abba-stanza prevedi-bile che i serbinon ci stendesse-ro tappeti, eppure sentire l’inno di Mameli fi-schiato così e così lungamente, dall’inizio alla fi-ne, è stato piuttosto sgradevole. A memoria, nonricordiamo una situazione analoga anche se Bel-grado, storicamente, non è mai stata una capi-tale adagiata sull’ovatta e, per estensione, un te-nerone chi la abita”. Belgrado e Oreggia: due luo-ghi comuni. Non vorremmo mai trovarci in unasituazione terribile come quella subita da WalterMazzarri, allenatore del Napoli. Egli ha dato ap-puntamento a tre cronisti del Corriere delloSport-Stadio (Massimo Basile, Rino Cesarano eAntonio Giordano) per quella che credeva doves-se essere una lunga intervista. Invece è stato unagguato. Basta leggere la prima domanda, dal-l’edizione del 9 ottobre: “Walter Mazzarri, se-condo noi, è il miglior allenatore del campionatoitaliano: lei pensa di condividere il giudizio o ri-tiene che sia meglio andare avanti con cautela?”.E dopo un inizio così brutale, immaginate qualialtri vessazioni “Abu Ghraib-Style” è toccato su-bire all’allenatore del Napoli.

osservatori in valutazione numerica al fine delladeterminazione della esatta quantificazionenumerica della media finale che ne discende”.Ecco, voi al posto degli arbitri non vi sarestesentiti presi per il culo?Un ispiratissimo Massimo Cecchini si è dedicatoal romanista Bojan Krkic in un pezzo pubblicatosulla Gazzetta dello Sport di sabato 8 ottobre.Leggete un po’ l’incipit: “Il suo sorriso è come sefosse macchiato da una zona d’ombra, la sua vocecome se avesse rintocchi misteriosamente fuorifrequenza. Forse per questo Bojan Krkic avanzanella vita trascinando dietro sé coriandoli di fra-gilità infinitamente pesanti”. Se non era ancoradepresso, adesso amen. Oreggia, fortissima-mente Oreggia. Su Tuttosport di sabato scorso ilvicedirettore del quotidiano ha commentato inprima pagina il pareggio della Nazionale azzurraa Belgrado, soffermandosi su un aspetto ambien-tale spiacevole: “Dopo la guerriglia di Marassi etutto ciò che è seguito a quella partita-non par-

MAZZARRI, ATTENTO ALLE IMBOSCATE

COME QUELLA CHE GLI HA TESO I L CORRIERE DELLOSPORT: SECONDO NOI LEI È IL PIÙ BRAVO. COSA NE PENSA?

Q uanto a conflitti il basket italiano non si famancare nulla. Dalle wild card gestite in

modo pedestre agli scontri frontali traFederazione e Lega di Serie A, passando per lecontrapposizioni sull’opportunità dirimodellare il campionato pur di imbarcare unastar NBA. E nel mezzo di tutto ciò è andato ainnestarsi anche un conflitto interno al settorearbitrale, che ha contrapposto il ComitatoItaliano Arbitri e l’associazione degli stessigiudici di gara (Aiap). L’oggetto del contendereè il meccanismo di valutazione delleperformance arbitrali . Gli arbitri vorrebberocapire come funziona, e non sono rimastisoddisfatti della risposta del Cia. Cosa dicevaessa? Ve la riportiamo in tutto il suo stile terso,dopo averla letta sulla Gazzetta dello Sport del3 ottobre: “A garanzia di tutti gli arbitri si èdisposto che a seguito della redazione delle listedi fine anno si provvederà a fornire la verificadella trasformazione delle crocette degli

Ricostruttore Cesare Prandelli. In basso, Walter Mazzarri (FOTO ANSA, LAPRESSE)

FIGLI DI UN CALCIO MINORE

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pagina 16 Martedì 11 ottobre 2011

20.57 PREVISIONI DELTEMPO Meteo21.00 NOTIZIARIO Newslunghe da 2421.27 PREVISIONI DELTEMPO Meteo21.30 RUBRICA Meridiana- Scienza 121.57 PREVISIONI DEL TEMPO Meteo22.00 ATTUALITÀ Inchiesta3 (Interni) (REPLICA)22.30 NOTIZIARIO Newslunghe da 2422.57 PREVISIONI DEL TEMPO Meteo23.00 RUBRICA Consumi econsumi23.27 PREVISIONI DEL TEMPO Meteo23.30 RUBRICA Tempisupplementari23.57 PREVISIONI DEL TEMPO Meteo0.00 NOTIZIARIO Newslunghe da 240.27 PREVISIONI DEL TEMPO Meteo

11.00 REAL TV Forum13.00 NOTIZIARIO TG5 -Meteo 513.40 SOAP Beautiful14.10 SOAP OPERACentoVetrine14.45 TALK SHOW Uominie Donne16.20 ATTUALITÀPomeriggio Cinque18.50 GIOCO Avantiun altro20.00 NOTIZIARIO TG5 -Meteo 520.30 ATTUALITÀ Strisciala notizia - La voce dellacontingenza21.10 PRIMA TV MEDIASETFILM Oggi sposi.Con LucaArgentero, Moran Atias. 23.40 FILM Mio fratello èfiglio unico. Con RiccardoScamarcio, Elio Germano. 1.30 NOTIZIARIO TG5Notte - Meteo 5 Notte2.00 ATTUALITÀ Strisciala notizia - La voce dellacontingenza (REPLICA)

11.55 PRIMA TV REAL TVSpose Extralarge12.25 NOTIZIARIO StudioAperto - Meteo - StudioSport13.40 CARTONI I Simpson14.35 CARTONI What'smy destiny Dragon Ball15.00 TELEFILM Big BangTheory15.35 TELEFILM Chuck16.30 TELEFILM Glee17.25 PRIMA TV CARTONIANIMATI Zig & Sharko17.30 PRIMA TV CARTONIANIMATI Mila e Shiro - Ilsogno continua18.30 NOTIZIARIO StudioAperto - Meteo - StudioSport19.25 TELEFILM Dr. House- Medical Division20.20 TELEFILM C.S.I.21.10 FILM Transformers0.00 FILM Underworld:Evolution2.05 RUBRICA SPORTIVAPoker1mania

13.00 TELEFILM La signorain giallo13.50 REAL TV Il tribunaledi Forum - Anteprima14.05 REAL TV Sessionepomeridiana: il tribunaledi Forum15.10 TELEFILM HamburgDistretto 2116.15 SOAP OPERA Sentieri16.55 FILM Quel maledettocolpo al “Rio GrandeExpress”18.55 NOTIZ. TG4 - Meteo19.35 SOAP OPERA Tempe-sta d'amore20.30 TELEFILM WalkerTexas Ranger21.10 Riassunto: TheMentalist21.15 PRIMA TV TELEFILMThe Mentalist23.05 PRIMA TV MEDIASETTELEFILM Law & Order -Unità Speciale0.00 Cinema Festival0.05 PRIMA TV MEDIASETFILM Basta che funzioni

11.05 ATTUALITÀ (ah)iPi-roso12.00 VARIETÀ G' Day(REPLICA)12.25 RUBRICA I menù diBenedetta13.30 NOTIZIARIO TG La714.05 FILM Diritto di cronaca. Con Paul Newman, Sally Field.16.15 DOCUMENTARIOAtlantide - Storie di uomini e di mondi17.30 TELEFILM L'ispettoreBarnaby19.30 VARIETÀ G' Day20.00 NOTIZIARIO TG La720.30 ATTUALITÀ Otto emezzo21.10 REAL TV S.O.S. Tata(REPLICA)23.00 PRIMA PUNTATAATTUALITÀ Il mondo cheverrà0.00 NOTIZIARIO TG La70.10 TELEFILM CrossingJordan1.00 TF NYPD Blue

��/ Oggi sposiCome ci si sposa in Italia ai giorninostri? Luca Lucini lo racconta attra-verso la storia di quattro coppie. Unpoliziotto pugliese convola a nozze conuna ragazza indù figlia di un ambascia-tore. Un ricco attempato sposa una ven-titreenne vistosa, in barba all’avversio-ne del figlio. Un cuoco e una camerieraa corto di soldi cercano di imbucarsi aun matrimonio altrui. E, infine, il mana-ger cafone sposa la starlette di turno...Canale 5 21,10

��/ Mio fratello è figlio unicoLa storia si svolge tra gli anni ‘60 e glianni ‘70, a Latina. Le vite dei fratelliBenassi prendono, fin dalla giovane età,due strade ben diverse. Antonio dopouna breve esperienza in seminario, ritor-na a casa, fa amicizia con un venditoreambulante e muove i primi passi nelMovimento Sociale Italiano. Manrico, dapar sua, si trova un lavoro in fabbrica esi dimostra subito molto sensibile allebattaglie per i diritti degli operai...Canale 5 23,40

���/ Basta che funzioniIl newyorkese Boris Yellnikoff, un tempofisico di fama internazionale, ora reduceda un tentato suicidio e un divorzio, siculla nel proprio nichilismo, cercando diimporre su chiunque gli capiti a tiro leproprie pessimistiche convinzioniriguardo alla religione, alle relazioniinterpersonali e alla pochezza della vita.Tutto cambia il giorno in cui l’uomo siimbatte nella giovane Melody, unaragazza di provincia scappata di casa...Rete 4 0,05

� SfideCampioni senza tempo come Gigi Rivarimangono impressi nella mente di tut-ti, perché non sono soltanto abilissimiatleti, sono prima di tutto grandi uomi-ni. La puntata di “Sfide” ripercorre lacarriera dell’eroe azzurro che detieneancora oggi il record di 35 gol segnaticon la Nazionale. Dall’infanzia difficile,fino all’arrivo in Sardegna, dove Rivariuscirà nell’impresa storica di portarelo scudetto al Cagliari.Rai 3 23,15

TRAME PROGRAMMI

DI OGGI

DEI FILM DA NON PERDERE

LA TV

11.00 NOTIZIARIO TG111.05 ATTUALITÀ Occhioalla spesa12.00 IN DIRETTA DALLOSTUDIO NOMENTANO 3VARIETÀ La prova del cuoco13.30 NOTIZIARIO TG1-TG1 Economia - TG1Focus14.10 ATTUALITÀ VerdettoFinale15.15 ATTUALITÀ La vitain diretta

NOTIZIARIO TG Parla-mento - TG1 - Che tempofa (ALL'INTERNO)18.50 GIOCO L'eredità20.00 NOTIZIARIO TG120.30 EVENTO SPORTIVOCalcio, QualificazioniEuropei 2012 Da PescaraItalia - Irlanda del Nord(DIRETTA)23.10 ATTUALITÀ Porta aPorta0.45 NOTIZIARIO TG1Notte - TG1 Focus

11.00 ATT. I Fatti Vostri13.00 NOTIZ. TG2 Giorno13.30 RUBRICA TG2Costume e Società -Medicina 3314.00 ATT. Italia sul Due16.10 TELEFILM GhostWhisperer16.50 PRIMA TV TELEFILMHawaii Five-017.45 NOTIZ. TG2 FlashL.I.S. - Meteo 2 - TG Sport18.15 NOTIZIARIO TG218.45 TELEFILM Numb3rs19.30 TELEFILM SquadraSpeciale Cobra 1120.25 Estrazioni del Lotto20.30 NOTIZ. TG2 - 20.3021.05 PRIMA TV RAI TELE-FILM Criminal Minds

TERZA STAG., PRIMO EP.TELEFILM Criminal Minds23.25 NOTIZIARIO TG2 -TG2 Punto di vista23.40 DOCUMENTI Rai150 anni Fratelli d'Italia0.30 PRIMA TV TELEFILMPiloti

12.00 NOTIZIARIO TG3 -Sport Notizie - Meteo 312.25 ATT. TG3 Fuori TG12.45 ATTUALITÀ Le storie13.10 PRIMA TV TF Julia 14.00 NOTIZ. TG Regione- Meteo - TG3 - Meteo 314.50 RUBR. TGR Leonardo15.00 NOTIZ. TG3 L.I.S.15.05 RUBRICA FIGU 15.10 TF The Lost World15.55 DOCUMENTARIOCose dell'altro Geo16.45 Meteo 316.50 SPORT Calcio, Qualificazioni EuropeiUnder 21 2013 Da RietiItalia - Turchia (DIRETTA)19.00 NOTIZIARIO TG3 -TG Regione - Meteo20.00 VARIETÀ Blob20.15 TELEFILM Sabrinavita da strega20.35 SOAP OPERAUn posto al sole21.05 ATTUALITÀ Ballarò23.15 DOCUMENTI Sfide0.00 TG3 Linea notte

� Il mondo che verràPrimo dei tre appuntamenti in esclusi-va con Romano Prodi. Il Professoretorna in cattedra per confrontarsi conuna classe di studenti italiani e stranie-ri, sul presente e sul futuro dell’econo-mia mondiale. A fianco di RomanoProdi, la giornalista e conduttriceNatascha Lusenti, che modererà ildibattito. Il primo appuntamento con“Il Mondo Che Verrà” è dedicato allacosiddetta “Sfida dei continenti”.La 7 23,00

� BallaròCondono, pensioni e tasse locali: mentrela Maggioranza si divide tra riunioni, litie fronde il Paese aspetta dalla politica lesoluzioni che lo aiutino a uscire dallacrisi economica. Se ne discuterà in que-sta puntata di “Ballarò” . Tra gli ospitidi Giovanni Floris ci saranno Rosi Bin-di, Maurizio Lupi, Gianni Alemanno,Guglielmo Epifani, Roberto Napoleta-no, Antonio Polito, Dario Antiseri eNando Pagnoncelli. Rai 3 21,05

TELE+COMANDOTG PAPI

Golftra gli squali

di Paolo Ojetti

T g1Chissà per quale miste-

riosa ragione il Tg1 ha sceltodi aprire con gli scontri delCairo dove – ma il numero èincerto – hanno perso la vitauna trentina di copti. Contutto il rispetto, c’erano cosepiù urgenti, almeno per noi.Tramite Frattini che parla dicopti e della Merkel con lastessa serenità, il Tg1 passaalle Borse, alla produzioneindustriale, con un salto lo-gico spericolato. La paginapolitica parte da Veltroni perfinire al “dibattito sui ribelli”del Pdl. Dal servizio di M a r-co Frittella emerge all’i m-provviso una notizia: il famo-so e miracoloso “decreto svi-luppo” arriverà a fine mese.Doveva essere pronto ieri,poi a metà mese, adesso altrorinvio. Ma esiste questo “d e-c re t o ”? Il lunedì sera c’e rasempre la tragica cena fraBossi e Berlusconi. Ieri sera,

niente. Era o no una notizia?Magari lo era. E che domaniricomincia la danza tribale at-torno alla legge-bavaglio, erao no una notizia? Magari loera. Ma, si sa, se c’è una no-tizia, il Tg1 sparisce. Meglioparlare del campo da golf au-straliano con laghetto infe-stato dagli squali. Da leccarsile pinne.

T g2È giusto o non è giusto?

Ecco la domanda, dopo i ver-tici – decisivi per la “ro a dmap” europea – fra Sarkozy ela signora Merkel: è giusto ono che ci tengano fuori dallaporta? La risposta berlusco-niana è arrivata da un irritatoFr a t t i n i (che parla per contoterzi) sponsorizzato dal Tg2come dal Tg1 in nome di nonsi bene quale “s ov ra n i t à ”. Lapolitica è realismo e, realisti-camente, Francia e Germaniasono quelli grossi: noi, so-prattutto in questa fase po-litica morente, piccolissimi.

E poi, diciamoci quella veritàche né il Tg2 né il Tg1 hannoavuto il coraggio di riesuma-re: a vertici di questo livellodovrebbe andare Berlusconi,non Frattini smiling. E ce lovedete Berlusconi davanti al-la Merkel dopo quei terrifi-canti apprezzamenti sulle ve-nustà della cancelliera, rilan-ciati da tutta la stampa mon-diale?

T g3A smontare le frattinate

ci ha pensato GiuseppinaPaterniti che si è chiesta co-me mai – dopo innumerevolivertici a due fra la Merkel eSarkozy – solo adesso si sve-glia Frattini. E già, come mai?Il mistero dura poco, lo svelaun comunicato ufficioso Ber-lino-Parigi: siamo le econo-mie più grandi, quindi abbia-mo più grandi responsabilità.Passata la vera Europa, le be-ghe di casa nostra sembranoavanzi di magazzino: condo-no o non condono? Berlusco-ni o non Berlusconi? Alfano eBossi fanno muro, ma La Rus-sa ha qualche timore o no?Veltroni vuole “apr ire” ai dis-sidenti del Pdl per un gover-no di tregua senza Berlusco-ni, ma piace a Bersani e aibersaniani? Sembrano canzo-ni di un organetto sfiatato.Domani si riparla di legge-ba-vaglio e, almeno nelle piazze,la lotta continua.

di Fulvio Abbate

B onolis è il male a colori, anzi, in chromakey.L’uomo si staglia sul ridente vuoto torricel-

liano che la televisione commerciale imponecome proprio codice etico, di più, ricreativo,come dépliant vivente di una domenica dell’in -telligenza. Il dato di fatto che si tratti di un pro-fessionista dal talento innegabile, gagliarda-mente inchiavardato ai propri tempi comici eperfino in possesso di un cinismo antiretorico,bene, tutte queste qualità nel nostro caso ap-paiono come un’aggravante tutt’altro che ge-nerica. Passi insomma per gli Amadeus e per-fino per un doroteo cartonato con voce impo-stata da digei maturo di provincia come CarloConti, succedanei sia pure ogm degli ormaifossili da teche Daniele Piombi e Febo Conti,non passi affatto per Bonolis (Banalis secondola vulgata di Roberto D’ Agostino e del suo Da-gospia) e non tanto perché il Bonolis avrebbeperfino le carte, meglio, i tempi in regola permisurarsi (come già gli scanzonati Walter Chia-ri e Renato Rascel) con “Finale di partita” diSamuel Beckett, semmai perché dopo un po’che lo osservi al centro della sua opera al nero

travestita da sagra tar-do pomeridiana ti vie-ne il dubbio che siadavvero finito il tem-po delle scusanti.Spiego meglio: prendiil caso del suo ultimoimpiego, “Avanti una l t ro ” (su Canale 5,proverbialmente) lacui acme è il momen-to del gioco dei con-trari. Ti spiego comefunziona: dico Berlu-sconi, e intanto ti of-fro, metti, come pos-

sibili aggettivi da accludere al personaggio“onesto” e “fara butto”, tocca a te a quel puntoscegliere la categoria anni luce estranea al no-me enunciato. Voi adesso mi direte che, trat-tandosi del Nano Ghiacciato è d’obbligo pun-tare sulla prima opzione, no? E che bel carico dipolisemica ambiguità che si porta dietro que-sto nostro giuoco… Ma non divaghiamo, nonbuttiamola di politica, resta tuttavia da aggiun-gere che il gioco dei contrari è davvero, se soloci fai caso, un segno di palese parossismo te-levisivo, spettacolare, è appunto il male inchromakey. Anni luce dagli anni in cui, pun-tando il dito ammonitore verso il mediocre conorgoglio Mike, si accennava a quanta bestialitàvi fosse nel nozionismo delle sue tre buste. Mastavamo dicendo appunto di Bonolis-Falstaff,accompagnato alla pianola post- Bontempi dalsuo non meno onesto Luca Laurenti. Un in-cubo trovarlo lì ed essere costretti a mettersinei suoi panni, di più, nei panni del suo imma-ginabilmente invidiabile 740, trovarsi appuntoa guardare la realtà con gli occhi del garantito,del vip della televisione, meglio se paraculo ecinico spietato come l’Alberto Sordi di “Il giu-dizio universale”: dai, come puoi immaginareche Bonolis possa tradire il proprio mandato?Quasi che essere il male in chromakey fosse unsuo dovere assoluto, in nome della condizioned’appartenere alla casta dei faraoni della tele-visione commerciale. In nome della realpolitikculturale cui ci ha abituati l’estetica del NanoGhiacciato è finita ormai che le uniche aggra-vanti di buon gusto riguardano i poveri, i nongarantiti, i precari, i paria, coloro che sono co-stretti in attesa del telegiornale (o magari di unaltro orizzonte dell’intrattenimento mediati-co) a sorbirsi l’ipnosi sinistra di “Avanti un al-t ro ”, alla fine, osservando Bonolis, verrebbequasi voglia di dirgli: ma restartene a casa, no?

IL PEGGIO DELLA DIRETTA

La “bonolità”del male

Paolo Bonolisconduce “Avanti un altro”

su Canale5 (FOTO LAPRESSE)

SECONDO TEMPO

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Martedì 11 ottobre 2011 pagina 17

RADIO

I FILM LO SPORTSC1= Cinema 1SCH=Cinema HitsSCP=Cinema Passion

SCF=Cinema FamilySCC=Cinema ComedySCM=Cinema Max

SP1=Sport 1SP2=Sport 2SP3=Sport 3

A “Radio3 Mondo” la storicavittoria di Donald TuskLa Polonia è il volto della nuova Europa e lui è il voltodella nuova Polonia: Donald Tusk, cinquantaquattroanni, con il suo partito ha raccolto il 39,6% dei consen-si, battendo i Conservatori di Jaroslaw Kaczynski, checon il partito Diritto e Giustizia (PiS) hanno ottenuto il30% dei voti. E così per la prima volta, dalla caduta delcomunismo nel 1989, in Polonia un primo ministro rice-ve un secondo mandato consecutivo. Del resto perchècambiare governo se grazie alle politiche economichedel leader progressista la Polonia è l’unico Stato mem-bro dell’Unione Europea che non ha accusato i colpidella recessione e dove, addirittura, la previsione di cre-scita per quest’anno è di circa il 4%? Questa mattinanella puntata di “Radio3 Mondo”, in onda dalle 11,30alle 12,00, Anna Maria Giordano ne parlerà con Woj-ciech Ponikiewski, Ambasciatore della Repubblica diPolonia in Italia.Radiotre 11,30

19.05 Pandorum - L'universo parallelo SCM19.20 Mr. Deeds SCC19.20 Dragon Trainer SCF19.20 A Natale mi sposo SC119.25 Ladykillers SCH21.00 Amore a prima vista SCC21.00 Principe azzurro cercasi SCF21.00 Visioni dal futuro SCM21.00 Beloved SCP21.10 Planet 51 SCH21.10 Sharm El Sheikh -Un'estate indimenticabile SC122.35 La strategia di Adam SCC22.35 Blindato SCM22.50 Il mio amico Einstein SCH22.50 Avatar SC123.00 La banda dei coccodrilli SCF23.55 Insieme per caso SCP0.10 Wrong Turn 3 SCM0.30 Il Messaggero SCH0.35 La patata bollente SCC0.40 Uno strano scherzo del destino SCF

17.30 Automobilismo, FerrariChallenge 2011 Vallelunga: Gara 2 (Replica) SP219.00 Wrestling WWE Experience Episodio 15 SP219.00 Calcio, QualificazioniEuropei 2012 Germania -Belgio (Diretta) SP120.00 Wrestling WWE Domestic Raw Episodio 16 SP221.00 Calcio, Serie A 2010/2011 10a giornata ritornoRoma - Lazio (Replica) SP121.45 Vela, Volvo Ocean Race 2011 Episodio 5 SP223.00 Calcio, QualificazioniEuropei 2012 Germania - Belgio (Replica) SP10.15 PartyPoker.netEuropean Open. Episodio 2 SP20.45 Calcio, Serie A 2011/2012Posticipo 6a giornataJuventus - Milan (Replica) SP31.00 Wrestling WWE NXTEpisodio 15 SP21.00 Calcio, Serie A 2010/2011Roma - Lazio (Replica) SP1

ter”. I vigili sonostati chiamati daun negozio che stadi fronte. I ragazzinon hanno docu-menti, il garage nonè a norma. Il verbaleè salato. Ma se tiranofuori qualche soldo di mazzetta,si appara tutto. Gli danno il primoguadagno e apparano. Ma il gior-no dopo arriva la Finanza. Devo-no apparare pure la Finanza. Epoi l’ispettorato del Lavoro. El’ufficio Igiene. Il gruzzolo inizia-le è volato via. Se ne sono andati iprimi guadagni. Intanto l’idea stalì. I primi acquirenti chiamanoentusiasti, il computer va allagrande. Bisogna farne altri, a qua-lunque costo. Ma dove prendere isoldi? [...] I due ragazzi decidonodi chiedere aiuto ai genitori. Ven-dono l’altro motorino, una colle-

zione di fumetti. Met-tono insieme qual-cosa. Fanno i docu-menti, hanno parti-ta Iva, posizione In-ps, libri contabili,

conto corrente bancario.Sono una società. Hanno costi fis-si. Il commercialista da pagare. Lasede sociale è nel garage, non è anorma [...]. Fanno dieci compu-ter nuovi, riescono a venderli. Lacosa sembra poter andare. Ma ungiorno bussano al garage. È la ca-morra. Sappiamo che state gua-dagnando, dovete fare un regaloai ragazzi che stanno in galera.“Come sarebbe?”. “Pagate, è me-glio per voi”. Se pagano, finisco-no i soldi e chiudono. Se non pa-gano, gli fanno saltare in aria il ga-rage. Se vanno alla polizia e li de-nunciano, se ne devono solo an-dare perché hanno finito di cam-

è “IL GOVERNO CI SPIA”DENUNCIA HACKER TEDESCHIGli storici hacker tedeschi del“Caos computer club”, hannoaccusato il governo di spiare isuoi cittadini, attraverso unsoftware ribattezzato“B u n d e s t ro j a n e r ”, cavallo diTroia del bund federale. Ladenuncia sta mettendo indifficoltà il governo, che haannunciato un’inchiesta internasul caso. Il leader del partitodei Pirati Nerz, trionfatoredelle ultime elezioni a Berlino,chiede le dimissioni immediatedel ministro dell’I n t e r n o.

f e e d b ac k$Commenti al postsu ilFattoQuotidiano.it“Carcere di Bologna,circolare choc del Dap‘Finiti i soldi per i pastidei detenuti’ ”di David Marceddu

èMANDIAMOLI amangiare a Montecitori,dove i pasti costanopochissimo e si mangiadivinamente!

cetta504

è SAREBBE i n t e re s s a n t ecapire per quale tipo disostanza i tossicodipendentidi cui si parla nell’ar ticolosono in carcere. Mettere ingalera qualcuno solo per unpo’ di erba non credo siamolto sensato.

Ashoka il Grande

è IL PROBLEMA allesoglie del 2012 è lo stessodel 2007: il sovraffollamentoenorme e ormai cronico.

hide

è FORSE sarebbe il casodi cominciare a fare lavorarei detenuti, magariproducendo qualcosa dacommercializzare o qualcheservizio/prestazione daproporre. Solo così sipotrebbe risolvere ilproblema del mantenimentoe non solo; sempre che,essendo in Italia, qualcunonon troverebbe poi ilsistema di sfruttare anchequesto a proprio vantaggio.

Cleonte

è PUR essendofondamentalmente di“destra”(non quella di SilvioBerlusconi) dal punto di vistacarcere/detenuti, questasituazione non può nonfarmi pensare al fatto che ilproblema non sono di certoi detenuti in sè, ma l’enormespreco di soldi che devenecessariamente smettere.

The Bonf

è A PARTE il problema delpersonale, per quantoriguarda nuove carceri sipotrebbero usare le casermedisabitate, che potrebberoessere idoneee ai detenuticon pochi anni di detenzionee che risultino più tranquilli.

Te x

èMI CHIEDO chi mangitutti questi soldi chespariscono e dove sia ilmiracolo italiano promessodal signor Berlusconi.

una lettrice

è ADESSO sono lecarceri, poi saranno lescuole e gli ospedali a nonavere piu soldi neppure per ilcibo; la Polizia già non ha piusoldi per la benzina.

Maurizio Mori

è SONO stato detenutoper due anni a Napoli eLatina. Se i detenutidovessero mangiare conquello che passal’amministrazionepenitenziaria, penso che nonsi sopravviverebbenemmeno due mesi incarcere .

cicciosalsiccio

è IN ITALIA i detenutivengono tenuti a poltrire incella per 20 ore al giorno,invece che farli lavorare,come negli USA, dove fannola manutenzione agli alvei deifiumi, coltivano la terra.Impiegandoli in attività delgenere, oltre ad essereoccupati fisicamente,assolverebbero anche ad unservizio sociale .

s t e fa n o fi v e

MONDO WEBIL POST PIÙ LETTO DEL MOMENTO

Se Jobs fossenato a Napoli...

Il blogger Antonio Mennaha scritto per il suo blogantoniomenna.wordpress .comun post che ha fatto il giro dellaRete. Lo pubblichiamo in granparte di seguito.

di Antonio Menna

M ettiamo che Steve Jobs sia na-to in provincia di Napoli. Si

chiama Stefano Lavori. Non va al-l’università, è uno smanettone.Ha un amico che si chiama Ste-fano Vozzini (il co-fondatore diApple è Steve Wozniack, ndr). So-no due appassionati di tecnolo-gia, qualcuno li chiama ricchioniperché stanno sempre insieme. Idue hanno una idea. Un compu-ter innovativo. Ma non hanno isoldi per comprare i pezzi e as-semblarlo. Si mettono nel garagee pensano a come fare. StefanoLavori dice: proviamo a venderlisenza averli ancora prodotti. Conquegli ordini compriamo i pezzi.Mettono un annuncio, attaccanoi volantini, cercano acquirenti.Nessuno si fa vivo. Bussano alleimprese: “Volete sperimentare

SECONDO TEMPO

un nuovo computer?”. Qualcunoè interessato: “Portamelo, ti pagoa novanta giorni”. “Ve ra m e n t enon ce l’abbiamo ancora, avrem-mo bisogno di un vostro ordinescr itto”. Gli fanno un ordine sucarta non intestata. Non si puòmai sapere. Con quell’ordine, idue vanno a comprare i pezzi. Inegozianti li buttano fuori. Chefare? Vendiamoci il motorino.Con quei soldi riescono ad as-semblare il primo computer, fan-no una sola consegna, guadagna-no qualcosa. Ne fanno un altro.La cosa sembra andare.Ma per decollare ci vuole un ca-pitale maggiore. “Chiediamo unp re s t i t o ”. Vanno in banca. “Man -datemi i vostri genitori, non fac-ciamo credito a chi non ha nien-te”, gli dice il direttore della filia-le. I due tornano nel garage. Co-me fare? Mentre ci pensano bus-sano alla porta. Sono i vigili urba-ni. “Ci hanno detto che qui statefacendo un’attività commercia-le. Possiamo vedere i documen-ti?”. “Che documenti? Stiamo so-lo sperimentando”. “Ci risultache avete venduto dei compu-

MINISTRO INGLESE a rischioper lo scoop del blogger italiano

èBLACKBERRY IN PANNEIMPOSSIBILE GESTIRE MAILAncora ieri sera non erano risoltii problemi che hanno riguardatomilioni di possessori di telefoniBlackberry in tutto il mondo. Ilblackout del servizio mail dellosmart-phone ha toccato l’E u ro p ae si è esteso al Medio Oriente,all’Africa e all’India. La confermadel disservizio, che dalle ore 11ha reso impossibile inviare ericevere posta elettronica, èarrivata alle 16 sul canale ufficialedi Tim su Twitter. Il black-outpotrebbe essere dovuto a unaggiornamento dei server.

èUN MILIONE DI IPHONE4RECORD DI PRE-ORDINIMentre Sony ha annunciato che lavita di Steve Jobs potrebbediventare un film, è boom dipreordini il nuovo iPhone4S:hanno raggiunto quota unmilione in un solo giorno,superando il record giornalierodi 600.000, del modelloprecedente. Se lo smartphonearriverà in Italia a fine ottobre,intanto Samsung, storica rivale diCupertino, ha rimandato il lanciodel suo “Nexus Prime” “in segnodi rispetto per la scomparsa diSteve Jobs”.

pare. Se non li denunciano e sco-prono la cosa, vanno in galera pu-re loro. Pagano. Ma non hannopiù i soldi per continuare le atti-vità. Il finanziamento dalla Regio-ne non arriva, i libri contabili co-stano, bisogna versare l’Iva, paga-re le tasse su quello che hannovenduto, il commercialista pre-me, i pezzi sono finiti, assemblarecomputer in questo modo diven-ta impossibile, il padre di StefanoLavori lo prende da parte e gli di-ce “guagliò, libera questo garage,ci fittiamo i posti auto, che è me-glio”. I due ragazzi si guardano edecidono di chiudere il loro so-gno nel cassetto. Diventano gara-gisti. La Apple in provincia di Na-poli non sarebbe nata, perché sa-remo pure affamati e folli, ma senasci nel posto sbagliato rimanicon la fame e la pazzia, e nientepiù.

A volte anche un blogger (italiano) puòaiutare la politica (inglese) a fare chia-

rezza. Così Filippo Sensi, romano, giàmolto noto in Rete (e di lavoro, addettostampa di Rutelli) è finito sulla primapagina del britannico Obser ver domenicascorsa. Con il video da lui scovato è riu-scito a inguaiare definitivamente LiamFox, ministro della Difesa del governoCameron. Il conservatore Fox è sotto iriflettori per i rapporti poco chiari con ilsuo “miglior amico” Adam Werretty,spacciatosi a lungo per suo consulente.Spiega Sensi al telefono: “Ho usato soloun po’ di intuito. Sono partito dalla fotodel ministro sul sito ufficiale dell'amba-sciata britannica in Sri Lanka, sono ri-salito al sito web di uno srilankese chevive in Gran Bretagna. E così ho trovato il

video con Fox accompagnato da Wer-retty. Poi è stato l’Obser ver a contattar-mi”. Il blog di Sensi, occupandosi di co-municazione politica, non è nuovo agliscoop. “Qualche mese fa trovammo unmessaggio subliminale contro Obamanel video del gruppo repubblicano chefa capo a Carl Rowe, consigliere di Bushjr. Un fotogramma recava la scritta “tax”,tasse. La scoperta interessò un analistapolitico come Ben Smith, e finimmo sulsito americano Politico.com”. Non pernulla il sito del blogger romano rispondeal nome irriverente di Nomfup, not myf**ing problem, ovvero: “Non è un miofottuto problema”.Ieri intanto per il ministro Fox, è stato ungiorno sull'orlo delle dimissioni. Duran-te il dibattito alla Camera dei Comuni hatenuto un basso profilo, dopo aver fattomarcia indietro sui propri errori, con-testualmente ottenendo la fiducia di Ca-meron. Buon segno, certo, ma il peggionon è ancora passato. In uno scandalodel giugno 2010, il lib-dem David Laws fucostretto alle dimissioni per non aver in-cassato rimborsi parlamentari, pur vi-vendo con colui che si sarebbe scopertoessere il suo compagno. Siamo in GranBretagna, eppure i casi Milanese, da unlato, e Lavitola dall’altro, non sembranotroppo lontani.

(Andrea Valdambrini)

Lo scoop di Filippo Sensi

Antonio Mennae il suo blog

a cura di Federico Mello

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pagina 18 Martedì 11 ottobre 2011

r iere, di quello inglesee francese. Il che è tut-to dire.Se avevo dei dubbi suquesti rivoltosi libiciadesso non li ho più.Sono, oltre che, perlo-meno nelle alte sfere,degli ex gheddafianiche hanno cambiatosponda al momento

opportuno, a cominciare da Jalil che sot-to Gheddafi era ministro della Giustizia,proprio il posto peggiore, degli imbelli,dei servi antropologici che senza il pe-santissimo apporto dell'aviazione Natonon sarebbero andati da nessuna parte.Non sono stati loro a rivendicarsi in li-bertà. La guerra l'ha vinta la Nato.E quando non ci si rivendica da sé inlibertà, ma si ricorre all'aiuto determi-nante dello straniero, poi si pagano pe-daggi pesantissimi. Fatte tutte le debiteproporzioni, è quanto è avvenuto all'I-talia nel periodo 1943-45. Non siamostati noi a liberarci dal fascismo, ma letruppe americane, inglesi, neozelande-si, australiane, marocchine e dei razzistisudafricani. La Resistenza è stata il ri-scatto morale di poche decine di mi-

noi e loro Édi Maurizio Chiericii

DOVE VOLANOI VERI VAMPIRII vampiri attraversano i secoli nelle superstizioni di ogni

popolo fino a quando Bram Stoner li battezza Dracula. Neiricordi dell’adolescenza si nutrono del sangue di chi siabbandona nel gioco delle paure virtuali. Naturalmente nonesistono e il razionalismo li considera metafora deglispeculatori di una umanità senza difese mentre i romanzi e ilcinema horror “smuovono milioni di dollari per ingrassarel’industria dell’i n t ra t t e n i m e n t o ”. Non sappiamo tante cose delcondominio pianeta e quasi nessuno si accorge che un secolofa, Carlos Chagas, medico brasiliano, scopre che i vampirivolano davvero e attorno alle Ande: grandi insetti che uccidono14 mila persone l’anno. Bambini e donne, soprattutto. Sigonfiano del loro sangue. Invadono i loro corpi con parassitiche li sfiniscono fino alla morte. Lo racconta Eliane Brum in unlibro scritto dai nove testimoni di un mondo dimenticato:“Dignità” sta per uscire da Feltrinelli promosso da Medecinssan Frontières. Per raccontare una tragedia ripiegatanell’indifferenza, Eliane va ad abitare in un villaggio bolivianominacciato dagli assassini della notte appesi ai tetti di paglia onascosti fra vecchie travi di legno. Il sibilo di quanto siavventano sveglia le vittime, ma è tardi per difendersi. El’incubo della malattia invisibile li accompagna per ciò cheresta della vita. “Ti prego, non voglio morire, portami via conte”: una bambina quechua si aggrappa ad Eliane che sta pertornare in Brasile. Quanti dollari servono per trasformare lavita di popoli rimasti invisibili nel medioevo che resiste a duepassi dalle città 2000? Cinquanta, cento milioni per risanareuna regione che scavalca le frontiere del Perù e del Paraguay:13 milioni di persone in pericolo. La dimensione di quanto puòcostare l’attenzione sanitaria salva vita, resta incerta: nessunol’ha mai calcolata. In fondo sono indigeni fino a ieri analfabetie qualsiasi cifra sembra sproporzionata agli interessi dellamodernità. Insomma, gli agguati dei vampiri continuano el’incubo di popolazioni non si scioglierà proprio come negli

anni della conquista spagnola, lì per scavare eportar via i tesori d’argento. Bisogna dire chesono giorni complicati anche per le nostresoffici abitudini messe a dura prova dai giochibanche-politica contro le quali marciano gliindignati di Wall Street. Soldi svaniti in chissàquali casse segrete. E i colletti bianchi restanoa tasche vuote. Sfoglio le bozze del libro dopoaver letto il rapporto Nato su quanto hannospeso fino al 31 agosto i paesi interessati alladifesa dei diritti umani, guerra per salvare 6milioni di libici dalla violenza di Gheddafi. Eccoil conto cassa. LItalia ha speso 58 milioni, 135milioni Londra, 160 milioni la Francia e 1miliardo 200 milioni dollari gli Stati Uniti. Sonopassati due mesi e i costi si moltiplicano senzacontare che Roma sta pagando le rate dei 27miliardi di dollari per spesucce militari firmateun anno fa. Bombardieri con testate culturali.Quale morale raccoglie enormi capitali nellemani dei ministri della guerra e qualedisinteresse nega gli spiccioli agli incubi deibambini del mondo latino e a pensionati dalletavole vuote, ad ammalati costrettiall’insopportabile ticket, e alle scuolepubbliche abbandonate? L’argento è finito, ilpetrolio no. E i vampiri continuano a volaredagli Appennini alle Ande. [email protected]

PIAZZA GRANDEIl Pd tra vescovi e parrocchie

di Marco Politi

Sarà una balena tricolore.Lo vogliono Casini e il Va-ticano. Dunque, non unaformazione bianca, di-

chiaratamente confessionale,bensì un partito nazional-po-polare fortemente legato aivalori indicati dalla Chiesa.Il ping-pong di interventi, ve-rificatosi domenica scorsa traBenedetto XVI, il leader del-l’Udc Pier Ferdinando Casinie il presidente della Cei Ba-gnasco ha mostrato un timingtroppo perfetto per essere ca-suale. Apre piuttosto unanuova stagione all’insegna diun’accelerata manovra di in-canalamento dell’associazio-nismo cattolico verso un’a re amoderata di centrodestra de-purata da Berlusconi.Si realizzi o no, il disegno èquesto e il conclave di Todi –che vedrà riunito il 17 ottobreil mondo dei movimenti cat-tolici ad ascoltare una relazio-ne di Bagnasco – a questo de-ve servire.Domenica, nel suo breve pel-legrinaggio in Calabria, Bene-detto XVI ha auspicato “v i va -mente” che dal confrontocon il Vangelo e la dottrina so-ciale della Chiesa “scatur iscauna nuova generazione di uo-mini e donne capaci di pro-muovere non tanto interessidi parte, ma il bene comune”.È da tre anni, dal suo viaggio aCagliari, che il Papa pungola ifedeli cattolici all’impegnopolitico. Ma il suo appello,pronunciato a Lamezia Termedurante la messa, ha un sensod’urgenza impossibile da nonc o g l i e re .E infatti Pier Ferdinando Ca-sini ha risposto immediata-mente sul suo blog con unosquillante “eccomi”. Vistoche Benedetto XVI “ha riba-dito la necessità di un impe-gno dei cattolici per salvarel’Italia”, Casini ha indicato l’o-biettivo, agganciandolo espli-citamente al messaggio papa-le: “Nessuno può o vuole ri-fare la Dc o ricostruire stec-cati fra credenti e non”. In-vece, ha spiegato, stante il fal-limento di questa stagione“tutti, nel Pd come nel Pdl,sentono che c’è bisogno diqualcosa di nuovo che recu-peri forti valori e ricette per lacrescita, a partire dalle poli-tiche per la famiglia”. È unagrande occasione, ha sottoli-neato Casini “con orgoglio”.

IL SEGNALE è evidente. Inquesta visione Pdl e Pd ven-gono posti sullo stesso pianocome formazioni in cui non hasenso militare, mentre è beneche i cattolici per affermare ipropri valori trovino la loro ca-sa (assieme a laici di buona vo-lontà) in “qualcosa di nuo-vo ”.Il discorso è fatto per piacerealla gerarchia ecclesiastica, alcui interno un 30 per cento sisente vicino al Pdl, un 40 al-l’Udc, un altro 30 al centrosi-nistra. Insomma due terzi del-l’episcopato sono in partenzaben disposti verso una forma-zione moderata di centrode-stra, anche se priva di contras-segni confessionali, a metàstrada tra Sarkozy e la Merkel.Con tempismo notevole nellastessa giornata il cardinale Ba-gnasco ha rimarcato che “nonesiste nessun partito di Bagna-sco, sarebbe assurdo”.

A completare il quadro è in-tervenuto a stretto giro ancheil presidente dell’Udc, RoccoButtiglione, da sempre ben in-trodotto nelle stanze vaticane.È l’ora – ha dichiarato – di “ma-turare un cambio di strategiada parte dei cattolici impegna-ti in politica: non è più suffi-ciente la difesa dei valori nonnegoziabili, occorre invecepartecipare attivamente alla ri-costruzione del bene comu-ne”. Un altro larvato invito allaraccolta dei cattolici in unaformazione unitaria.

COSÌ, NELL’ARCO di unweekend, vengono archiviatedefinitivamente sia la strategiadi Ruini (che ha tenuto banconel ventennio berlusconiano,propugnando la difesa trasver-sale dei “valori non negozia-bili” da parte dei cattolici col-locati nei differenti blocchi)sia la tentazione del cardinaleBertone di premere per la fon-dazione di un nuovo partitocattolico.Nell’area ecclesiastica ha vin-to alla fine la strategia tenace-mente portata avanti da Casinida due anni: nessuna alleanzacon Berlusconi, rimozione delpremier e poi creazione di unpartito moderato non confes-sionale.Il problema si pone ora al Pd. Èevidente, come ha rivelato an-che l’ultima indagine di Ro-

berto Cartocci, pubblicata dalMulino, che il nucleo dei cat-tolici attivi nelle parrocchie enei movimenti è rimasto pro-babilmente l’unica minoranzaattiva nel Paese “capace di co-niugare insieme solidi riferi-menti ideali, dedizione e ca-pacità di organizzarsi in auto-nomia”. È un mondo indispen-sabile per ricostruire l’Italia,come hanno dimostrato i re-ferendum sull’acqua e il legit-timo impedimento e l’elezio-ne di Pisapia a Milano, ma an-che di Vendola a governatoredella Puglia.La questione è come rappor-tarsi a questa realtà. C’è chi nelPd vorrebbe dimostrare allaChiesa di essere altrettanto“af fidabile” dei cattolici delcentrodestra. È una gara persa

La Libia ha solo cambiato padrone

SECONDO TEMPO

Se si vuole costruiredavvero “qualcosadi nuovo per ic re d e n t i ”, idemocraticipossono trovarenella base cattolicauna minoranzaattiva capacedi coniugare idealie organizzazione

di Massimo Fini

Il presidente del Consiglio nazionale transito-rio (Cnt), Mustafa Abdel Jalil, si è genuflessodavanti al nostro ministro della Difesa, l'exfascista Ignazio La Russa, giustificando il co-

lonialismo italiano, fascista, degli anni Trenta inLibia: "Il colonialismo italiano, nonostante tutti glisbagli, non potrà mai essere paragonato a Ghed-dafi. Gheddafi è stato assaipeggio. Il colonialismoitaliano portò strade e pa-lazzi ancora oggi bellissi-mi a Tripoli, Derna, Ben-gasi. Portò sviluppo agri-colo, leggi giuste e proces-si giusti. Gheddafi inveceè stato l'esatto opposto".Intorno a Jalil ragazzini li-bici sventolavano bandie-re tricolori, le nostre, gri-dando "Viva l'Italia!". Il mi-nistro La Russa, preso daentusiasmo, ha risposto algrido di "Allah Akbar!" (Al-lah è grande!). E lo credobene. Il colonialismo ita-liano, in Libia e altrove, èstato peggiore, come scri-ve Sergio Romano sul Cor-

gliaia di uomini e di donne coraggiosi, ma dal pun-to di vista militare, ad onta di tutta la retorica di cuil'ammantiamo da sessant'anni, non ha avuto nes-suna influenza sull'esito del conflitto. E le con-seguenze si sono viste. Nonostante noi ci si siaautoconvinti di aver vinto una guerra che inveceavevamo perso, e nel peggiore dei modi, siamodiventati dei sudditi, militarmente, politicamen-te, economicamente e, alla fine, anche cultural-mente degli americani. Non solo e non tanto per-ché gli Stati Uniti mantengono sul nostro terri-torio un'infinità di basi i cui militari godono diextraterritorialità per cui possono compiere im-punemente stragi (Cermis) o stuprare le ragazzenapoletane (sì loro, i vessilliferi della dignità e deidiritti delle donne), ma ci costringono a seguirlinel loro avventurismo imperiale: aggressione allaSerbia nel 1999 (governo D'Alema), occupazionedell'Afghanistan da dieci anni, uno scandalo si-lenziato che grida vendetta al cielo, e la stessaaggressione alla Libia. A cui Berlusconi non avreb-be voluto partecipare perché è tutto, e il peggio ditutto, ma non è un guerrafondaio. Ha altri inte-ressi, i suoi.Adesso la Libia diventerà un protettorato occi-dentale che, come tutti i protettorati, sfrutterà lesue risorse tenendosi per sé il grosso e lasciandoagli indigeni le briciole.I libici non si sono liberati. Hanno solo cambiatop a d ro n e .

in partenza. Se il metro è ac-cettare i paletti del Vaticano,Pier Ferdinando Casini saràsempre più vicino alla gerar-chia ecclesiastica così comeCarlo Casini (leader del Movi-mento per la vita) sarà semprepiù inflessibile nella difesa dei“principi non negoziabili” delsuo omonimo postdemocri-stiano.Il centrosinistra ha un solo mo-do di approcciarsi alla questio-ne cattolica in maniera vincen-te. Quello che ha portato allavittoria di Pisapia a Milano. Ecioè di coinvolgere diretta-mente le forze cattoliche, con-frontandosi realmente con iloro valori nell’obiettivo diuna rinascita civile. Mantenen-do chiarezza sui diritti (coppiedi fatto o testamento biologi-co) su cui oltre due terzi degliitaliani sono d’a c c o rd o .Perché nell’urna conta in ul-tima analisi unicamente il con-senso degli italiani, credenti ediversamente credenti, su unpreciso programma. Proporsidi inseguire su ogni progettodi legge l’imprimatur della ge-rarchia è un gioco a perdere.

I rivoltosipervenuti al poteresi stanno rivelandoopportunisti dellapeggior specie;sono arrivatiperfino a rivalutareil colonialismoitalianoinginocchiandosidavanti a La Russa

La presa di Sirte da parte dei ribelli libici. Sotto, Mustafa Abdel Jalil (FOTO ANSA)

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Furio Colombo A DOMANDA RISPONDO7

MAIL B OXLa vergognadelle morti sul lavoroIl Presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano, in occasionedella giornata per le vittime degliincidenti sul lavoro, ha detto cheche “gli infortuni e le morti sul la-voro costituiscono un fenomenosempre inaccettabile e che nonpuò abbassarsi la guardia riducen-do gli investimenti nel campo del-la prevenzione e della sicurezzasul lavoro”. Prontamente il Mini-stro del Lavoro Sacconi ha rispo-sto che “la guardia resta alta, fos-se anche uno solo non saremmos o dd i s f a t t i ”. Ma come fa Sacconi adire ciò, quando il governo e il suoministero hanno stravolto il Te-sto unico la sicurezza sul lavorovoluto dal Governo Prodi, dimez-zando le sanzioni ai datori di la-voro, dirigenti preposti; postici-pando l’applicazione della legisla-zione in materia di protezionedella salute e sicurezza sul luogodi lavoro per le persone apparte-nenti alle cooperative sociali e al-le organizzazioni di volontariatodella protezione civile. Senza di-menticare la deresponsabilizza-zione dei datori di lavoro in casodi delega e sub delega (salva-ma-nager): tutto mentre nulla vienefatto per aumentare i controlliispettivi delle Asl in materia di si-curezza sul lavoro. Bene ha fattoNapolitano a richiamare tutti allaproprie responsabilità: la tragediadi Barletta ha riacceso i riflettorisul dramma delle morti sul lavoro,troppo spesso dimenticate etroppo spesso sottostimate neidati Inail, perché non tengonoconto dei lavoratori che non so-no assicurati, cioè quelli in nero ei pensionati. In un paese civile lasicurezza sul lavoro verrebbe in-segnata nelle scuole, gli impren-ditori responsabili pagherebberocon il carcere e non pene irrisorieo con la prescrizione, i controllisarebbero efficienti e la Confin-dustria non griderebbe alla re-pressione per il loro aumento. Masoprattutto, le morti sul lavoroverrebbero chiamate omicidi enon “morti bianche” o tragichefatalità.Marco Bazzoni

I fischi a Bossia VareseDopo aver sostenuto insieme adAlfano che “Berlusconi non sitocca”, Bossi si è presentato a Va-rese al congresso per eleggere ilsegretario provinciale della Lega,nel luogo dove la stessa è nata.Erano presenti 300 delegati e ilnuovo segretario provinciale lonominava Bossi. Una volta il renominava i suoi cortigiani, ma an-che nella Lega sembrano cambiatii tempi ed evidentemente adessoun mediocre non sta più beneneanche ai leghisti. Proteste, urla,tentativi di rissa e soprattutto fi-schi all’indirizzo di Bossi che, peruna volta senza alzare il dito me-dio, se ne andato in una salettaprospicente appoggiandosi alTrota. A Varese non si aspettavacontestazioni: evidentemente ilpopolo leghista è stufo di Bossi edel suo cerchietto magico, ancheperché loro stanno bene a Romadove, alla faccia del popolo chedovrebbero rappresentare, si go-dono la vita. Le promesse fatte al

pendi, il cittadino non fa moltastrada. Qualche tempo fa si par-lava del problema della terza set-timana, poi si parlava di secondasettimana: infine in televisione hosentito parlare dei primi diecigiorni del mese. Ergo, le retribu-zioni devono essere più alte, pergarantire una vita dignitosa, comeprevede la Costituzione all’ar ti-colo 36. Il governo deve attivarsiper evitare danni ai cittadini, spe-cie i meno abbienti, se non vuoleritrovarsi con il popolo in piazza,forcone alla mano. Il governo sidimetta e lasci spazio ad altre for-ze e queste lavorino solo su pochipunti, per riequilibrare economiae socialità.Paride Antoniazzi

I malidell’agricolturaA “Presa Diretta” a Raitre unatrasmissione d’inchiesta sullavergogna della distruzione siste-matica della agricoltura siciliana.Colpevoli? I politici che ci ammi-nistrano. Hanno intervistato tan-ti grandi proprietari di frumento,di frutteti e di vigneti. Tutti chehanno abbandonato le terre, perprodotti che devono vendere aprezzi irrisori. Per non parlare deiprodotti cinesi e dell’Ucraina mi-scelati con quelli italiani e cheescono con il marchio made inItaly. Vedi il latte e il concentratodi pomodoro. Non hanno parlatodell’olio, ma vi sarà un’altra tra-smissione. Finalmente un’analisiconcreta sul marcio che sta die-tro la crisi mortale dell’agricoltu -ra: una situazione tragica anche aMarsala. Questo è il servizio pub-blico che si vuole far tacere. Ci sa-ranno politici che continuearan-no a proporre soluzioni irrisorieper gli agricoltori?Gaspare Barraco

Il sistema inefficientedel censimento on lineVolevo segnalare come negli ulti-mi due giorni abbia sprecato circatre ore per cercare di compilare ilcensimento attraverso l’utilizzodi Internet: peccato che non mi èstato possibile accedere al servi-zio. Da parte mia la volontà diadempiere ai miei doveri c'è, masembra proprio che manchi quel-la dello stato (con la s minuscolaperché in questo momento il miopaese non merita una S maiusco-la) di farmi adempiere agli stessi.Tenterò ancora alcune volte, mami chiedo chi mi restituirà il tem-po perso.Walter Barcella

Il sistema sanitariodella Regione LombardiaIl Governatore della Lombardia sivanta dell’efficienza del sistemasanitario. Ha ragione se confron-tato con il resto dell’Italia, ma seconfrontata alla Germania megliolasciar perdere. L’organizzazionedelle strutture italiane riesce an-cora a sorprendermi. E parlo diMilano, un’area di eccellenza. Perun sospetto glaucoma a bassapressione mi sono state prescrit-te dal mio medico della mutua uninsieme di analisi, tre esami ed unavisita oculistica finale. Tempo pereseguire il tutto: 45 giorni. Giorniimpegnati: cinque. Luoghi di at-tuazione: cinque, Milano Nord,Sud, Est, Ovest, Centro. Milano èun centro di eccellenza. Il meglioche si possa trovare in Italia. Sonotra i fortunati pensionati, quindinon mi pesano i cinque giorni dadedicare a questi accertamenti.Questi tempi e modalità di attua-zione rendono poco produttivo il

nostro sistema. Mi è capitato aMonaco di Baviera, dove vive miafiglia, di andare in ospedale per ac-certamenti a seguito di una cadu-ta. In tre ore e quindici minuti: vi-sita medica, radiografia, ecogra-fia, visita medica finale, conte-stuale consegna di medicinali.Una differenza evidente.Benedetto Altieri

Legalità e maggiore equitàper uscire dalla crisiI cittadini non ne possono più ditutti gli espedienti che il governocontinua a trovare per racimola-re qualche soldo, facendo pagaresempre gli stessi. Eppure baste-rebbero poche misure: una patri-moniale, l’eliminazione di tutte lefacilitazioni per evasione ed elu-sione fiscale (senza dimenticare idoppi e tripli incarichi milionari),il blocco della corsa verso i para-disi fiscali, l’obbligo dei pagamentielettronici. Che sarà mai una pa-trimoniale? Perchè la stessa per-sona può spendere 2 mila europer un lusso, ma non può darli alloStato per evitare il baratro? Chesenso ha: se la gente non ha soldi,non consuma, allora l’economiasi ferma per tutti e alla fine nem-meno loro potranno più compra-re i loro lussi. Perché l’opposizio -ne appare così tiepida? Perchènessuno si accorge che il Paese èfermento? Il popolo non ne puòpiù di pagare per le resposanbilitàaltrui.Rita Trigilio

C aro Colombo, perché neicosiddetti programmi di

approfondimento o talk-show ci sonosempre le stesse persone, con unscambio fra un programma e l’a l t rosempre delle stesse facce? Peresempio mi intriga il misteroFo r m i go n i .

Elio

C OMINCIO dal mistero Formigoniche intriga anche me. Interpreto così la frasedel lettore: Formigoni è presidente di unaregione, ma ce ne sono tanti altri dotati diparola. Che cosa fa di Formigoni un unicumche bisogna avere ogni due o tre volte (certonel programma Ballarò)? Conosciamo tutti lerisposte: Formigoni, con le sue truppe di Cl,rappresenta un serio rivale per la guida delladestra dopo Berlusconi. Formigoni presiede laLombardia, dunque conta. Formigoni è uncattolico potente in un mondo di Chiesapotente. Tutto vero ma non basta. Peresempio, perché Formigoni è esente dadomande che tormenterebbero De Magistris oErrani se uno di loro avesse a carico la storiadelle firme false per la sua elezione che hannosollevato i Radicali e che è tuttora in piedi?

Qui devo dire che si associano il mistero delconduttore e quello dei fieri partecipanti. AFormigoni, beato lui (che appartiene al mondoin cui si proclamano i beati) viene usato iltrattamento della personalità storica.Neanche la Bindi ci è arrivata. Quanto al fattoche sono sempre gli stessi, come se fosseroestratti da un mazzo di strane carte da gioco,in ogni rete e in ogni programma, temo che larisposta si ispiri più alla scuola di Bruno Vespache alla famosa deontologia professionale. Perquanto ne sappiamo avviene così: il giornalistaconduttore chiede alle parti. Le parti decidonoin modo vincolante chi indicare, scegliendosempre nel ristretto gruppo dei leader che sisostengono a vicenda anche quando sicombattono. Il risultato è che un giorno lafaccia nota e uguale è qui, il giorno dopo è là.E se tieni un piccolo conto ti accorgi che ilsistema non sgarra mai. Avete mai incontratoin televisione il giovane deputato ignoto, peròdotato di giudizio e di idee, la ragazza non discuderia, l’organizzatore sociale che non siasindacato o Chiesa? Non lo incontrerete.

Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano00193 Roma, via Valadier n. 42l e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

LE TESTEPA R L A N T I

IL FATTO QUOTIDIANOvia Valadier n. 42 - 00193 Romal e t t e re @ i l f a t t o q u o t i d i a n o. i t

LA VIGNETTA

SECONDO TEMPO

IL FATTO di ieri 11 Ottobre 1960Sigla soft e accattivante, conduttore maternamentevicino al suo debuttante di grido, atmosfera datalk-show sperimentale. Si apre con le parolevagamente impacciate di Mario Scelba, ministrodell’Interno del neo-governo Fanfani, “. . . d ov e t eaccettarci belli o brutti che siamo..”, il primo salottopolitico della tv. Sono le nove della sera dell’11 ottobre1960 quando, con ecumenico aplomb, Gianni Granzottodà il via alla prima Tribuna Elettorale della Raimonocanale. Dai comizi ruspanti al confronto con lagrande platea invisibile, il passaggio è choc. Soprattuttoper i leader di partito, abituati alla passione della piazzae costretti a misurarsi con un linguaggio sconosciuto,con le piccole “umiliazioni” del trucco e del looktelegenico. E, mentre i riti della classica propagandaelettorale cominciano a sapere di vecchio, il nuovoformat, tra politici un po’ ingessati, ma già sensibili allaforza del nuovo medium e cerimonieri compassati,cattura curiosità e audience. Con una media di 14milioni di spettatori, roba da far invidia ai grandisceneggiati e telequiz, l’appuntamento del martedì seracon la politica in tv, diventerà un piccolo must.Anteprima accademica di una nuova religione catodica.

Giovanna Gabrielli

popolo padano sono ormai soloun vago e fastidioso ricordo, ementre l’economia precipita Maun popolo si può prendere in giroper certo tempo, ma non persempre. Ora la secessione, l’indi -pendenza e il federalismo sonoormai vane promesse non man-tenute e la gente non ci credepiù.Sandro Malvatani

Prezzi impostie mercato falsatoDopo la puntata di “Presa Diret-ta” non c’è più bisogno di prove: ilmercato è completamente falsa-to da cartelli di aziende che im-pongono i prezzi ai produttori.Vergognoso che ciò avvenga ed èpenoso vedere produttori, im-prese e ditte individuali, soggio-

gati da questo sistema perverso.Tuttavia, ciò che indigna assai dipiù è che il governo non interven-ga per correggere tale stato di co-se. Sono chiare due cose: la primaè che i prezzi al dettaglio di beni dilargo consumo sono falsati, ora alribasso e in questo caso i produt-tori sono sottopagati; oppure alrialzo, come nel caso di acquistodi prodotti della moda: quanto in-cide il nome ed i costi pubblicitaridi quel prodotto, non molto dif-ferente da uno di marca meno co-nosciuta? Noi consumatori dob-biamo abituarci a spendere me-glio, meno per “g r i f fe s ” e di piùper pane, pasta, olio, frutta e ver-dura. La maggiore qualità richiedeun suo prezzo. In geografia eco-nomica si chiama “prezzo vero”.La seconda cosa da chiarire è checon l’attuale sistema di salari e sti-

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