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imp. Cronache Cast - istitutoitalianocastelli.it · Presentazione del libro: Castelli medioevali...

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166 2007 166 2007 “Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Milano” EN / IBI Lombardia Il sistema fortificato di Pizzighettone e Gera. Molise Una vita per la cultura. Puglia Siti archeologici della Campania. Sardegna Bosa e il castello di Serravalle. Calabria Cittanova e i Grimaldi Serra di Gerace. Campania La suggestiva grotta di Seiano. Lazio I castelli di Puglia e i Sassi di Matera. Sicilia Visita al castello di Scaletta Zanclea. Toscana L’antichissima terra della Borgogna. Umbria Le meravigliose città dell’Uzbekistan.
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166 2007166 2007“Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Milano”

EN / IBI

LombardiaIl sistema fortificato di

Pizzighettone e Gera.

MoliseUna vita per la cultura.

PugliaSiti archeologici della Campania.

SardegnaBosa e il castello di Serravalle.

CalabriaCittanova e i Grimaldi Serra

di Gerace.

CampaniaLa suggestiva grotta di Seiano.

LazioI castelli di Puglia e i Sassi

di Matera.

SiciliaVisita al castello di

Scaletta Zanclea.

ToscanaL’antichissima terra

della Borgogna.

UmbriaLe meravigliose città

dell’Uzbekistan.

3 Due anime, un cuore solo.Non sempre le tristi notizie sono vere.Restaurare?

1 Cronache Castellane

o m m a r i o

L’ O s s e r v a t o r i o

4 Fenestrelle.

14 CalabriaCittanova e i Grimaldi Serra di Gerace.

14 CampaniaLa suggestiva grotta di Seiano.Presentazione del libro: Castelli medioevalinella storia del reame di Napoli.

A t t i v i t à d e l l e S e z i o n i

Fondatore Vittorio Faglia

Direttore Flavio Conti

Redattore Mariarosa Fonio

Collaboratori Francesca AlbaniMila Antonietti

Anna CaroliLuisella Rosti

Progetto grafico Maria Rosa Fonio

Impaginazione Luisella Rosti

Redazione Via San Galdino, 620154 Milano

Tel./Fax 02.33.61.15.97 e-mail: [email protected]

Stampa Interlinea sas - Via Biseo, 3925128 Brescia

Il presente notiziario, stampato in 3.000copie, è una circolare interna di informazioneper i soci dell’Istituto Italiano dei Castelli.Autorizzazione del tribunale di Monza n. 147del 23.4.1968. I testi possono essere riprodot-ti previa autorizzazione e citando la fonte.

ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI ONLUS.Fondato da Piero Gazzola nel 1964.Organizzazione internazionalesotto gli auspici dell’Unescoe del Consiglio d’Europa.Associato a Europa Nostra,Federazione paneuropea del Patrimonio.

Sede legale: Castel Sant’Angelo, RomaSede Operativa: Via G.A. Borgese, 14

20154 MilanoTel./Fax 02.34.72.37

e-mail: [email protected]

Cronache Castellane

In copertina: Briona (NO), frazione Proh, castello sforzesco.

A t t i v i t à d e l l ’ I s t i t u t o

6 CXV Consiglio Scientifico.

7 CXIX Consiglio Direttivo.

12 X Premio di Laurea sull’Architettura Fortificata.

E d i t o r i a l e14 Lazio

I castelli di Puglia e i Sassi di Matera.

15 LombardiaIl sistema fortificato di Pizzighettone e Gera.

17 MoliseUna vita per la cultura.

20 PugliaSiti archeologici della Campania.

22 SardegnaBosa e il castello di Serravalle.Seminario sulla storiografia della Sardegna.

23 SiciliaI Beati Paoli e lo scrittore William Galt.Visita al castello di Scaletta Zanclea.

24 ToscanaL’antichissima terra della Borgogna.

26 UmbriaLe meravigliose città dell’Uzbekistan.Pavia e l’Oltrepò Pavese.L’Umbria sconosciuta.

Cronache Castellane 3

d i t o r i a l eDDuuee aanniimmee,, uunn ccuuoorree ssoollooL’Istituto dei Castelli, ripeteva spesso il nostro fondatore Piero Gazzola, « ha due anime »: unascientifica, volta allo studio, alla salvaguardia, alla manutenzione e rivitalizzazione delle architetturefortificate, e una sociale – non osiamo scrivere “mondana” – che permette e favorisce l’affiatamentotra i Soci, lo svilupparsi della loro amicizia, la capacità e la coscienza di “fare (ed essere) squadra”. Questa strutturazione parallela è una peculiarità della nostra associazione, la nota che la rendediversa dalla maggior parte delle altre nostre consorelle. Ma ciò che più conta è il risultato cosìottenuto: la continua, reciprocamente fecondante osmosi tra le due “anime”: e questo numero ne èuna prova eccellente. Dedicato nella sua maggior parte all’attività delle Sezioni, ne mostra le infinitesfaccettature, e le diversissime – ma alla fine convergenti – vie di approccio all’architetturacastellana. Viaggi di studio, conferenze, tavole rotonde, pubblicazioni, premi (dall’ormai consolidatopremio di laurea per tesi sull’architettura fortificata alla targa “Una vita per la cultura” consegnatadalla Sezione Molise): una variegatissima attività che compone, nel suo insieme, una grandesinfonia. E che deve renderci orgogliosi.

NNoonn sseemmpprree llee ttrriissttii nnoottiizziiee ssoonnoo vveerreeNei mesi passati la grande stampa ha dato notizie di una serie di luoghi, riconosciuti dall’Unescocome “patrimoni dell’umanità”, che versavano in precarie condizioni di manutenzione, conconseguente pericolo di grave danneggiamento o addirittura di perdita. Tra questi, quattro sarebberoitaliani e due – l’immenso insieme fortificato di Fenestrelle e lo spettacolare ponte-diga visconteo diValeggio sul Mincio – sarebbero beni fortificati.Ebbene, non è così. I due complessi hanno i loro, anche cospicui, problemi, ma non versanocertamente in pericolo di perdita e, quel che più conta, non sono abbandonati né dalle competentiamministrazioni né dall’opinione pubblica. Significativo, a questo proposito, l’esempio di Finestrelle,che proprio in questi tempi sta vivendo un coordinato sforzo di recupero e valorizzazione e del qualeriferiamo con maggiori dettagli nelle pagine interne della rivista. Non c’è che da rallegrarsi se, in un panorama dove accanto alle luci vi sono ancora molte ombre,notizie che, se vere, sarebbero state quanto mai allarmanti, risultano invece errate, o quanto menoampiamente esagerate. Ma sarebbe anche il caso che gli organi di stampa controllassero un po’ più afondo le informazioni che pubblicano, senza andare regolarmente alla caccia del “caso” anchequando – fortunatamente – non c’è.

RReessttaauurraarree??L’ultimo contributo critico di Piero Gazzola come presidente dell’Istituto fu un articolo fortementeproblematico, a cominciare dal titolo: Restaurare? Quello che, negli anni Quaranta-Sessanta, erastato uno dei maggiori, più seguiti, più studiati e più entusiasti restauratori del mondo si interrogavasulle possibilità e sulla validità della pratica del restauro, e arrivava a metterne in dubbio, se non lanecessità, perlomeno le metodologie. Qualcosa di simile sta, forse, accadendo ora. Le nostre visite di studio ci portano alla scoperta dimolti castelli ben restaurati, eccellentemente indagati, ben “presentati”. E tuttavia questi restaurisono molto spesso di lunghissima realizzazione (dieci, quindici, talvolta venti anni), di costosissimaconcretizzazione, di immenso sforzo indagativo, progettuale, esecutivo. Accanto, parecchi altridocumenti del passato, lasciati senza denaro e senza possibilità di questi lunghi interventi, soffrono,e talvolta si estinguono, senza ottenere quasi attenzione. Le nostre metodologie di restauro sono sempre più raffinate, ma sempre meno utilizzabili a grandescala. Non stiamo forse diventando troppo narcisisti in questo campo? Non corriamo il rischio didiventare eccessivamente provinciali, troppo attenti a dirci bravi tra di noi, mentre all’estero usanocriteri assai più speditivi, e forse discutibili, che certo perdono qualcosa (talvolta parecchio)nell’intervento, ma consentono la salvezza a un numero maggiore di esempi?Non sappiamo la risposta. Ma è forse il caso di pensarci.

Flavio Conti

4 Cronache Castellane

o s s e r v a t o r i oIN PERICOLO, MA NON TROPPO

el Corriere della Sera dell’8 giugno 2007 è com-parso un articolo, a firma di Renzo Cianfanelli,che sotto il titolo “Monumenti a rischio, anche

l’Italia nei Top 100”, riprendeva un allarme, lanciatodall’americano World Monuments Fund, secondo ilquale, tra i grandi monumenti a grave e immediatorischio di perdita del nostro pianeta, ne esistevanoquattro italiani, di cui due fortificati: il forte sabaudodi Fenestrelle (TO) e il ponte-diga visconteo di Valeggiosul Mincio (VR).Poiché in questi anni i due monumenti sono statioggetto di continue visite di studio da parte di membridell’Istituto – chi scrive c’è stato almeno tre volte negliultimi cinque anni – e la situazione non pareva cosìpreoccupante, ci siamo rivolti alle nostre rispettiveSezioni per istruire una pratica in merito. Nel caso di Fenestrelle non c’è stato nemmeno bisognodi fare molta fatica.Un articolo della Stampa del 27 giugno dava infattinotizia non solo dei vari interventi di recupero attuatidal 1990 al 2006, con una immissione di denaro di 4,5milioni di euro soltanto nell’ultimo lotto di lavori e unostanziamento di altri 6 milioni che saranno sborsati daRegione e Provincia per realizzare un gigantescoimpianto di risalita lungo la dorsale del grande com-plesso fortificato, ma anche di un concorso sul temadella rivitalizzazione del complesso aperto agli archi-tetti che nel 2008 verranno a Torino in occasione delloro Convegno Mondiale.Il tutto per un’opera che già oggi registra 50.000 visi-tatori l’anno, disposti a fare migliaia di gradini per visi-

N

tare la poderosa fortificazione che doveva difendere il“cuore” dei domini sabaudi dalla minaccia francese: egiusto un altro articolo della Stampa, in data 7 luglio2007, si occupava del grande spettacolo di suoni e luciofferti ai visitatori del forte in occasione della ricor-renza della battaglia tra piemontesi e truppe napoleo-niche nel corso della prima campagna d’Italia.Ma la cosa più interessante è la chiusura del primoarticolo del giornale torinese. La trascriviamo in sinte-si: « I 6 milioni di euro che Regione e Provincia investi-

Forte diFenestrelle (TO)

La costruzione delcomplesso di

Fenestrelle inizianel 1727,

sviluppandosi sulversante sinistrodella Val Chisone

su un contraffortedel monte Orsiera,

creando unosbarramento

militare sul confinetra le terre

sabaude e quellefrancesi.

La chiesa situatasul piazzale

principale del ForteSan Carlo.

L’interno, dopo gliaccurati restauri èadibito a teatro e

auditorio.

Il palazzo delGovernatore, sullosfondo è visibile lastrada coperta che

si sviluppa sullamontagna.

Nella paginaaccanto in alto,

l’ingresso del fortevisto dal ponte

levatoio.

Cronache Castellane 5

SPERIAMO SIA LA VOLTA BUONA

ochi monumenti dell’importanza delle murarinascimentali di Milano – le cosiddette “Muraspagnole” – sono state così maltrattate nel corso

della storia. Quando vennero costruite costituivano lapiù lunga cinta urbana bastionata allora esistente.Giunsero pressoché intatte fino agli anni Ottantadell’Ottocento, quando un tratto venne demolito perconsentire la realizzazione di un quartiere abitativo dispeculazione nell’area dell’ex Lazzaretto.Poi, la frana. Le lunghissime cortine, con i grandibastioni e i cavalieri rettangolari rompitratta, vennerospianate quasi totalmente. Ne rimasero pochi tratti sulconfine orientale, e soprattutto su quello sudocciden-tale, della città.Per paradosso, potremmo dire che la traccia maggiorela lasciarono nella toponomastica milanese, dove ladizione “cerchia dei bastioni” è tuttora viva e usatissi-ma per indicare sia la lunga serie di viali aperti là dovesorgevano le mura sia i confini del centro storico citta-dino.Tuttavia, a ben guardare, le parti che ancora sopravvi-vono hanno una loro dignità e consistenza, e potrebbe-ro tuttora, se adeguatamente restaurate e valorizzate,

P

ranno per realizzare l’impianto di risalita rientrano nelpiano di valorizzazione della fortezza, inserita sunostra proposta – spiega l’assessore alle Infrastrutturedella Provincia, Franco Campia – fra le 100 realtà dasalvare segnalate dal World Monuments Fund ». Capito? Il “monumento a rischio di perdita” è in realtàinserito in una lista di monumenti da salvare con con-tributi provenienti da tutto il mondo. Insomma: vistoda destra e visto da sinistra. A noi, comunque, ciò che interessa è che questa“Grande Muraglia” piemontese venga salvata, restau-rata, vitalizzata: come pare stia avvenendo.Deo gratias.

Flavio Conti

rendere preziosa testimonianza di un’importante elunga epoca della storia ambrosiana.Tentativi, in realtà, ne sono stati fatti più d’uno. Tutti,più o meno velocemente, sono finiti nel nulla, o quasi.Ora il Comune di Milano, in accordo con i privati, ciriprova. Il 18 maggio scorso, nell’ambito del convegno“Restauro e valorizzazione delle mura spagnole inMilano”, la TMC pubblicità, in accordo con laSoprintendenza regionale per i Beni e le Attività cultu-rali, ha presentato il progetto di restauro delle muramilanesi: che, stavolta, dovrebbe veramente andare inporto.Si tratta di un intervento imponente: 12.400 metri qua-drati di mura da rilevare, consolidare, restaurare, per uncosto complessivo previsto di 3.000.000 di euro. Iltutto, come da apposita convenzione stipulata traAmmini-strazione comunale e l’agenzia di pubblicitàTMC, a costo zero per le casse civiche.È infatti previsto che la TMC Pubblicità sostenga l’inte-ro onere del restauro delle Mura Spagnole, oltre a ver-sare al Comune un cospicuo importo a titolo di occu-pazione di suolo pubblico e per l’imposta di pubblicità.Milano è il primo Comune italiano a ricorrere al meto-do di far sponsorizzare interamente un bene monu-mentale a carico dei privati.Questa situazione può certamente portare a qualcherischio – e l’Istituto se ne è fatto portavoce – in parti-colare per la possibile invadenza dell’apparato pubbli-citario disposto a ridosso delle mura.Tuttavia i possibili vantaggi sono evidenti. L’attuazionedel progetto di restauro e valorizzazione ambientaleporterà al recupero, per la città, di una parte importan-te della sua memoria storica, e strapperà al loro finoratragico destino i resti di quella che fu una delle piùgrandi cerchie bastionate d’Europa.Non ci resta che sperare che sia la volta buona.

Maria Rosa Fonio

La pianta diMilano dopo lacostruzione dellacinta bastionataedita da GiulioBellino nel 1569 –Rccolta Bertarelli.

6 Cronache Castellane

t t i v i t à d e l l ’ I s t i t u t o

Roma.Il Vittoriano

CXV CONSIGLIO SCIENTIFICORoma, Palazzo Borghese, 26 maggio 2007

Presenti: Calderazzi, Carafa, Conti, Corazzi, Cuppini, DeTommasi, Fasanella, Foramitti, Guida, Labaa, Maglio,Magnano di San Lio, Martegani, Montaldo, Palloni,Perbellini, Taddei, Valente, Viglino Davico, Villari.Assenti giustificati: Carbonara, Chiarizia, Gentilizi,Jacobone, Marchesi, Mariano, Marino, Mauro, Roggero,Viganò.Assenti: Manenti Valli, Palazzo, Santoro, TamboriniUditori: Caputi, De Gaetano, Liliana Mauriello, LuciaValdarnini, Ventimiglia.

Il Presidente De Tommasi apre la seduta alle 15.00 rin-graziando la sezione Lazio per l’ospitalità sia alConsiglio sia in occasione del convegno “Rocca, turris,munitio” tenutosi il giorno precedente.Esprime un sentito ringraziamento al presidente uscen-te Taddei per la significativa attività che ha svolto nelcorso degli anni in cui è stato presidente del ConsiglioScientifico ed auspica una sua continua collaborazione.1) Approvazione del verbale della seduta precedenteIl Consiglio approva il verbale all’unanimità.2) Comunicazioni del PresidenteDe Tommasi si compiace per la grande attività e per ilgran numero di pubblicazioni scientifiche delle diversesezioni dell’Istituto; comunica che la sezione Campaniaha organizzato un ciclo seminariale di studi sulle archi-tetture fortificate della Campania; invita le sezioni adare la massima comunicazione delle proprie iniziativein modo che possano essere divulgate tramite il sitodell’Istituto e Cronache CastellaneInforma il Consiglio Scientifico che Pietro Marchesi siscusa di non poter essere presente per ragioni di salute,saluta con affetto tutti e rimette al Consiglio la caricadi vice presidente, che ha egregiamente ricoperto inquesti anni. Il presidente sottolinea il grande impegnosempre prestato da Marchesi per l’Istituto e auspica chepossa presto riprendere una piena operatività. Proponedi trovare un modo adeguato per testimoniare la stimadell’intero Consiglio Scientifico a Marchesi Conti propone che venga attribuita a Marchesi la meda-glia dell’Istituto. Il Consiglio Scientifico approva all’u-nanimità e delega Conti a procedere in tal senso.3) Linee programmatiche della nuova presidenzaDe Tommasi espone le linee programmatiche del prossi-mo triennio, affermando di voler agire in un’ottica diinnovazione nella continuità. Per questo intende pro-muovere un maggiore coinvolgimento di tutti i compo-nenti del Consiglio Scientifico al fine rendere l’organi-smo più dinamico nella sua operatività.Dovrebbe anche essere recuperato l’originario ruolo delConsiglio Scientifico come organismo di supporto alConsiglio Nazionale, con il compito di proporre soluzio-ni alle problematiche che emergono e di svolgere anchedeterminate attività in maniera autonoma.In sintesi, quindi, le principali linee di azione delConsiglio Scientifico dovrebbero essere: - coinvolgimento e maggiore partecipazione dei mem-

bri del Consiglio, con la massima attenzione rivoltaall’esterno, in particolare ai giovani;

- rivalutazione del ruolo di ricerca e supporto scientifi-co del Consiglio, in stretta correlazione con la lineapolitica dettata dal Consiglio Direttivo;

- formazione e informazione;

- rapporto con il territorio e con Enti e Associazioni confinalità istituzionali analoghe.

Sul piano operativo, si propone di azzerare definitiva-mente le vecchie commissioni e di costituire all’occor-renza commissioni su temi specifici con durata limitatanel tempo e di dare incarico ai singoli membri delConsiglio Scientifico di relazionare su temi specifici inqualità di referenti.Per quanto riguarda le iniziative editoriali, propone diuniformare la produzione editoriale dell’Istituto e dellesingole sezioni con una veste grafica che possa garan-tire la riconoscibilità della produzione culturale comun-que espressa dalle diverse sezioni dell’Istituto, con unvantaggio di immagine globale, anche per gli eventualisponsor. Questo, ovviamente, senza intaccare l’autono-mia delle singole sezioni. Occorre inoltre dare un fortesostegno alla rivista “Castellum”.Il presidente riferisce del convegno del giorno prece-dente, per il quale ricorda di aver chiesto ai consiglieridi fornire un breve contributo sul tema del convengo. Itesti sono stati poi collazionati dal presidente stessoche ha potuto fare una relazione riassuntiva, mante-nendo comunque l’individualità dei singoli contributi.Ritiene che l’iniziativa sia stata particolarmente inte-ressante, data la notevole risposta dei consiglieri chehanno inviato in dieci il saggio richiesto rispettandoanche i tempi previsti. Nell’ambito poi di Europa Nostra,Perbellini ha promosso una iniziativa analoga. Questitesti troveranno spazio negli atti del convegno, ma l’in-teresse del lavoro collettivo così prodotto fa pensarealla possibilità di ampliare i saggi già presentati inte-grandoli eventualmente con quelli di altri consiglieriche non hanno avuto modo di contribuire: si potrebbecosì pubblicare un volume della serie “Castella”.Altre iniziative di studio e ricerca analoghe potrebberoessere promosse in futuro con la partecipazione deiconsiglieri. Per quanto riguarda le altre iniziativedell’Istituto, riscontra l’importanza del Premio diLaurea, che dà buoni risultati e che sarebbe da valoriz-zare con la divulgazione dei lavori premiati o segnalati.Valida e meritevole di prosecuzione appare anche l’ini-ziativa “Il castello diventa”.Il completamento dell’Atlante castellano sarà ancheuno degli obiettivi da raggiungere.Andrebbe inoltre incrementato il rapporto conl’Università, anche con la prospettiva di ricerche comu-ni. Importanti sono anche le Targhe di segnalazionedell’Istituto, la cui concessione dovrebbe essere l’occa-sione per approfondimenti e per raccogliere elementistorico-scientifici, da utilizzare in apposite pubblicazio-ni (anche di limitata tiratura) a cura del ConsiglioScientifico, mentre la partecipazione economica di Entiproprietari, sponsor, ecc. dovrebbe garantire la copertu-ra delle spese.Perbellini ricorda che la standardizzazione grafica vienegià applicata da Europa Nostra e dall’IBI e si dichiarad’accordo su questo punto. Per le targhe di segnalazionepropone di strutturare ed organizzare maggiormente l’i-niziativa in modo analogo al premio di laurea: si potreb-be decidere di assegnare un numero definito di targheall’anno, proposte dalle sezioni e valutate dal ConsiglioScientifico una volta all’anno. Ribadisce l’opportunità diorganizzare iniziative speciali del Consiglio come visitedi studio, incontri scientifici anche internazionali.De Tommasi propone che il Consiglio Scientifico organiz-zi periodicamente una missione scientifica finalizzata

alla conoscenza o all’esame di alcuni casi, missioni chepossono essere in ambito nazionale o internazionale.Ventimiglia chiede che i presidenti delle sezioni sianomaggiormente informati sull’attività del ConsiglioScientifico; ricorda che per le iniziative internazionalic’è anche Mediterraneo Nostro ed auspica che si evitiun raddoppio delle iniziative.Cuppini ritiene che la definizione di una “collana”imponga anche la definizione di una linea editoriale, esi ritiene favorevole a mantenere la differenza dei sin-goli contributi scientifici.Informa i consiglieri che dirige il centro di eccellenza diRavenna sul restauro architettonico e che il tema chepotrebbe seguire in particolare potrebbe essere ilrestauro dei castelli. Vorrebbe costituire una rete, orga-nizzata per via elettronica, fra alcuni dei centri chefanno ricerca ed approfondire un tema fondamentalenel restauro che è quello della “lettura” del monumen-to, indispensabile soprattutto nel caso di manufatticaratterizzati da notevoli stratificazioni. Crede di poteristituire in tempi brevi un primo “centro di osservazio-ne” e successivamente organizzare la rete di istituzioni.De Tommasi chiede un promemoria su questo argomen-to al fine di diffonderlo fra gli altri consiglieri e discu-terne nel prossimo Consiglio Scientifico4) Designazione vicepresidente e segretario delConsiglioDe Tommasi, propone di riconfermare come segretarioForamitti, che correttamente ha messo a disposizione ilsuo incarico allo scadere del mandato; per la vicepresi-denza, date le dimissioni di Marchesi, propone Carafa,Labaa e Mariano, in modo da ampliare e rendere piùincisiva l’operatività del Consiglio Scientifico.Il Consiglio approva all’unanimità5) Targhe di segnalazioneDe Tommasi, informa che è pervenuta una richiesta diattribuzione della targa di segnalazione per il castello diFormigine (Modena) e che per l’esame della pratica èstata formata una commissione composta da Labaa eMariano, con la collaborazione di Palloni. Labaa informa il Consiglio che il castello è stato restau-rato a cura del Comune a partire dai primi anni ’90; lacommissione ha riconosciuto la validità dell’interventoeseguito, del nuovo uso del bene e la garanzia del futu-ro mantenimento del bene stesso. Oltre a ciò si tratta diun intervento pilota che potrà essere di esempio peraltri castelli della provincia. Fa poi notare che le soprin-tendenze hanno collaborato attivamente, dato che sitratta anche del sito di maggiore importanza nell’areasotto il profilo dello scavo archeologico. Legge infine lemotivazioni espresse dalla commissione.Il Consiglio Scientifico approva e lascia al presidenteConti il compito di procedere per l’attribuzione delletarghe.6) Nomina commissari X premio per tesi di laureaTaddei, su richiesta del presidente, propone CalderazziConti, Corazzi, De Tommasi Jacobone, Labaa, Mariano,Perbellini, Roggero, Palloni, Taddei, Valente, ViglinoDavico; la riunione della commissione avrà luogo aMilano venerdì 15 giugno. Il Consiglio Scientifico approva all’unanimità7) Situazione atlante castellanoConti riferisce che il lavoro dell’atlante è a buon punto;diverse sezioni hanno svolto un grande lavoro e comin-ciano ad uscire delle pubblicazioni specifiche, comequella eccellente della sezione Piemonte, dove per ogni

manufatto vengono descritte la storia, l’architettura, leindicazioni degli interventi necessari, una bibliografiaaggiornata. Oltre a questa, si segnala anche una dellasezione Molise sulla provincia di Campobasso.Come promesso al Consiglio Scientifico di Ferrara, èstato reimpostato un sistema di riferimento per unifor-mare i dati e mettere in rete l’atlante.Gran parte delle informazioni sui castelli sono già dis-ponibili in qualche modo su Internet, tanto che non siritiene utile tenere riservato il lavoro dell’atlante se nonper alcune informazioni come la georeferenziazione.L’Atlante potrebbe quindi essere consultabile da un sitoall’interno del sito principale dell’Istituto. Rocco Marchi illustra quindi la struttura della scheda ela possibile visualizzazione sulla rete. La nuova schedacontiene i dati fondamentali delle schede già predispo-ste in precedenza, per cui sarà possibile riutilizzare idati già elaborati in precedenza.Segue un dibattito fra i membri del Consiglio su quantoproposto e, nel generale apprezzamento per il lavoro svol-to, emerge la necessità di mantenere nelle schede alcunicampi come la bibliografia, oltre ad una maggiore espli-cazione di termini vaghi come “buono” o “cattivo”. Vieneanche proposto di impostare un S.I.T. già in questa fase.Conti chiarisce che la schedatura proposta si pone l’o-biettivo di definire uno standard minimo che possaessere facilmente raggiunto da tutte le sezioni in tempiragionevoli; ogni sezione, in ragione delle sue possibili-tà, sarà comunque sempre libera di fare il lavoro inmodo anche più approfondito.Viglino Davico comunica che il volume della sezionePiemonte è stato inviato a tutte le sezioni, e prega chinon l’avesse ricevuto per disguidi postali di contattarla 8) Varie ed eventuali:Palloni ricorda che il comitato di redazione di Castellumva integrato con un nuovo membro e propone ForamittiTaddei rammenta che bisognerebbe prima parlarne conRoggero, che è assente. De Tommasi si impegna a contat-tare Roggero, ferma restando la designazione proposta.La riunione si conclude alle 18.00.

Il segretario del Consiglio ScientificoVittorio Foramitti

Cronache Castellane 7

Roma.Foro Romano

CXIX CONSIGLIO DIRETTIVO Roma, Palazzo Borghese 26 maggio 2007

Presenti: Bellucci, Bragadin, Calderazzi, CaputiIambrenghi, Caramanti, Codroico, Colmuto Zanella, Conti,De Tommasi, Fasanella, Fenici, Frezza Federici, Giovanelli,Hardouin, Labaa, Martegani, Per bellini, Perrella,Pieragnoli, Quendolo, Statella, Ventimiglia, Villari.Deleghe: Chiappini a Fasanella, Chiarizia a Martegani,Del Carretto a Taddei, Floris a Conti, Giusso del Galdo aCaramanti, Marchese a Guida, Rosati a Pieragnoli,Pignatelli a Maglio, Rosboch a Viglino Davico, Sammartinia Perbelllini. Uditori: Caputi, Carafa, Montaldo, Non hanno dato delega: Appino Genco, Marchesi,Sabatini, Saponaro, Stagno d’Alcontres, Valvo.

Conti ringrazia calorosamente la Sezione Lazio, nellepersone del suo presidente e vice-presidente AlteaHardouin di Gallese e Letizia Giovanelli, per la raffinataaccoglienza, complimentandosi altresì vivamente per laperfetta organizzazione del Convegno (per cui ringrazia

in particolare Olga Caputi) e per il notevole livelloscientifico della manifestazione. Prosegue con un calo-roso benvenuto ai nuovi intervenuti Codroico, dellasezione Trentino, Alessandra Quendolo, della sezioneFriuli-Venezia Giulia e Antonella Guida della sezioneBasilicata, augurando a tutti buon lavoro.Deve purtroppo comunicare, anche questa volta, unanota triste: la morte avvenuta in nottata di FrancescoMaria di Carpegna, ex presidente della sezione Lazio; ilConsiglio osserva un minuto di silenzio in suo ricordo.1) Approvazione del verbale della riunione precedenteIl verbale viene approvato all’unanimità.2) Relazione del Presidente sulle iniziative in corso esullo stato dell’IstitutoConti riferisce della sua partecipazione a Catania per lacostituzione dell’associazione Mediterraneo Nostro, for-temente voluta dal presidente della sezione SiciliaVentimiglia, al fine di creare un nucleo centrale nelMediterraneo che polarizzi la cultura dell’architetturafortificata di tutti i Paesi che si affacciano sul tale mare,ovviamente di grande importanza strategica per l’Italia.L’ottima organizzazione della manifestazione e l’interes-se manifestato dal grande afflusso di partecipanti devespronare l’Istituto a sostenere ulteriormente l’iniziativaconvogliando a essa ogni altro progetto inerente.Informa inoltre che anche quest’anno, nel quadro di unaprogressiva riduzione delle spese generali, la pubblica-zione di Cronache Castellane sarà limitata a tre uscite:il prossimo numero uscirà prima delle vacanze estive;l’ultimo numero uscirà a novembre, con i risultati delleGiornate Castellane. Infine, segnala che a seguito delle dimissioni delladott.ssa Sonia Merendino, alla quale rivolge un vivo rin-graziamento per il lungo lavoro prestato alla segreteriadell’Istituto, augurandole altresì il migliore successonella sua nuova attività professionale, l’amministrazionedella Segreteria Generale è ora affidata alla Sig.ra IreneBiassoni, assicurando così l’apertura degli uffici di ViaBorgese 14 di Milano tutte le mattine dal lunedì alvenerdì, più il martedì pomeriggio. L’architetto NicolettaCremonesi assisterà invece il presidente nella elabora-zione tecnica ed informatica dei vari progetti scientificiin corso o proposti dalle singole sezioni. 3) Approvazione del bilancio consuntivo 2006 e pre-ventivo 2007. Relazione del Segretario GeneraleCaramanti distribuisce il bilancio al 31.12.2006 e il pre-ventivo per il 2007, redatti con una grafica più confa-cente alle richieste dei diversi Enti finanziatoridell’Istituto.Gli interventi di riassetto attuati nel corso dell’anno,hanno consentito una sensibile riduzione totale dellespese (euro -13,4 mila). Purtroppo, a causa principal-mente del calo delle quote sociali, del mancato ricevi-mento del contributo ministeriale e dalla perdita dialcuni inserti pubblicitari, si è però realizzata una per-dita di euro 42,5 mila con la conseguente ulteriore ridu-zione delle disponibilità liquide.Il preventivo 2007 si presenta ancora in perdita cheperò sarà più contenuta, in quanto si dovrebbero recu-perare i livelli d’incasso di quote sociali degli anni pas-sati, ricevendo altresì il contributo ministeriale che nel2006 è stato corrisposto dopo la chiusura dell’esercizio.La situazione economica dell’Istituto, sostiene ilSegretario, si è evidentemente stabilizzata su una situa-zione di deficit costante che sarà possibile correggeresia aumentando il numero dei soci che sfruttando mag-

giormente, anche economicamente, le proprie compe-tenze scientifiche.Infatti, il bilancio consolidato dell’Istituto, che aggrega leattività di tutte le sezioni, evidenzia come nel corso degliultimi dodici anni le spese complessive per le varie mani-festazioni, passate da euro 181.793 del 1995 ad euro423.400 del 2005, inizialmente coperte in buona partedalle quote sociali, abbiano creato un crescente maggiorinteresse degli enti finanziatori e dei soci stessi, i cuicontributi totali di sostegno all’aumentato impegnohanno raggiunto i 344.800 euro nel 2005.Il bilancio al 31 dicembre 2006 viene approvato all’u-nanimità. 4) Organizzazione della Giornate CastellaneConti chiede che tutte le sezioni si impegnino ad orga-nizzare un evento importante e a darne tempestivacomunicazione in segreteria nazionale, in modo da potercomunicare orari e programmi alla stampa nazionale elocale. Si stabilisce che i programmi giungano in segre-teria entro il 30 giugno 2006. La data delle Giornate,viene fissata nei giorni 29-30 settembre pur intenden-dosi che le relative manifestazioni possano essere effet-tuate nelle due settimane a cavallo di questa data.I poster delle giornate vengono stampati e forniti dallaSegreteria Generale nel formato tradizionale con lospazio in bianco per l’inserimento dei programmi locali.Intervengono sull’argomento Perbellini, Taddei, Bragadine Giovanelli che oltre a far notare l’accavallamento conle Giornate del Patrimonio Europeo, segnalano la possi-bilità di partecipare alla relativa manifestazione diBelgrado sulle locali fortezze, e l’opportunità di inviareuna copia limitata dei manifesti, magari sostituendolicon l’invio di un CD.Data la notevole diffusione in Italia dell’iniziativa saràopportuno esporli nelle librerie, università e sovrinten-denze. Ogni sezione farà richiesta delle copie necessarie. 5) Concessione Targhe di segnalazioneConti chiede se vi siano proposte al riguardo. Vengonosegnalati i castelli di Capecchio (Umbria), Gambatesa(Molise), Mola (Puglia).Invita quindi ad inviare lettera al Presidente Nazionaleper istruire la pratica, e consegnare la Targa possibil-mente in occasione della prossima riunione e dopo ladelibera del consiglio di Sezione.Il consiglio, all’unanimità, delega il presidente adapprovare la concessione delle Targhe, dopo analogaapprovazione del consiglio scientifico. 6) Varie ed eventualiVentimiglia, Perrella,Bragadin, e Fenici, discutono sul-l’opportunità di inserire i nominativi dei soci dell’Isti-tuto negli elenchi delle Pro-Loco comunali. Ciò favori-rebbe notevolmente la diffusione delle nostre iniziative,tenuto conto del grande numero esistente dei suddettienti. Tuttavia vengono opposte riserve sulla loro effet-tiva importanza. 1 Labaa quale responsabile del progetto “Attivo” pre-senta alcune proposte atte a favorire l’incremento deisoci:2 Autorizzare quote triennali e quinquennali, per ren-dere più semplice l’impegno burocratico dei soci e dellesezioni, garantendo in tal modo una base sicura di socied una riserva disponibile di fondi.3 Rilanciare la categoria dei soci benemeriti.4 Pubblicare su Cronache l’Albo d’Onore dei Benemeriti.5 Associare a pagamento i Comuni che ricevono Targhedi riconoscimento.

8 Cronache Castellane

t t i v i t à d e l l ’ I s t i t u t o

Il consiglio approva con l’astensione di Martegani.Statella prende la parola per richiamare il discorso sullaFondazione dell’Istituto la cui costituzione, a suo avvi-so, non può essere accantonata.I tempi sono assai cambiati dalle origini dell’Istituto,oltre quarant’anni fa, quando l’associazione potevacontare sull’aiuto e sull’influenza di pochi soci illustriper contribuire a salvaguardare la cultura del patrimo-nio castellano.Anche noi tentiamo ora di farlo nelle modalità che itempi moderni ci richiedono, ma questo ci costa molto:dal 1995 le nostre riserve sono in continuo deficit.Ora, finalmente, abbiamo raggiunto un obiettivo fonda-mentale dell’associazione: quello di predisporre undocumento che presenti tutte le costruzioni fortificated’Italia con tutte le informazioni storiche e scientificheche sono ad esse inerenti. L’Atlante Castellano Italiano,un lavoro ciclopico e costosissimo che non può esseregestito con le nostre sole forze di volontariato cultura-le, ma che deve essere supportato da un organismo piùsnello e maggiormente inserito nella vita sociale e atti-va del Paese. È opportuno quindi riproporre lo studio diuna Fonda-zione, controllata dall’Istituto, ma apertaanche ad altre forze, che possa essere in grado oltre chedi ricercare i necessari fondi, anche di colloquiare conaltre fondazioni od enti e fornire così maggiore sicurez-za a chi intende contribuire con eventuali donazioni. Viglino Davico è personalmente d’accordo sulla propo-sta anche se la sua sezione ne è dubbiosa per il rischiodi una riduzione dell’indipendenza dell’Istituto.Taddei chiede di discutere la bozza di Statuto dellaFondazione, da sottoporre all’approvazione del Consiglio.De Tommasi osserva che con l’Atlante Castellano non sisono esauriti gli obbiettivi dell’Istituto. La Fondazionene potrebbe essere il braccio operativo, ma per sanarela situazione deficitaria potrebbe essere sufficienteaumentare le quote sociali.Fenici non condivide eccessivamente l’idea contandosoprattutto sui contributi regionali già oggi corrispostie considerando un possibile rischio l’assegnazione diconsulenze esterne.Perbellini ritiene che l’utilizzo dei moderni servizi diricerca fondi di cui si potrebbe avvalere la Fondazioneoltre ad efficienti public-relations in concerto con lesezioni sarebbe una buona opportunità per stabilizzarele nostre finanze.Giovanelli propone al riguardo un sostanzioso aumentodelle quote sociali oltre che una intensificazione delleP.R. come già avviene nella sua sezione.Manlio invita a controllare che il patrimonio dell’Isti-tuto non scenda sotto i limiti richiesti dalla RegioneCampania per continuare ad essere considerati Ente diPreminente Interesse Regionale.Fasanella chiede se gli utili della Fondazione verrannoutilizzati per sanare le perdite dell’Istituto e come taliutili verranno generati dalla Fondazione.Conti e Caramanti riassumono i pareri esposti e fornisco-no le necessarie delucidazioni, proponendo di rimandaread una prossima riunione un esame più approfondito.Il consiglio approva la proposta di destinare la prossimariunione all’esame dei problemi finanziari e dellaFondazione dell’Istituto.7) Convocazione prossimo Consiglio Direttivo eScientificoVengono decise le seguenti date:PERUGIA, SABATO 6 OTTOBRE 2007 - Consiglio

Scientifico dell’Istituto e premiazione Premio di Laurea.PERUGIA, DOMENICA 7 OTTOBRE 2007 – ConsiglioDirettivo dell’IstitutoLa seduta è tolta alle h. 12,20

Il segretario Il presidente Giancarlo Caramanti Flavio Conti

VERBALE DELLA XLIV ASSEMBLEA ORDINARIADELL’ISTITUTORoma, Palazzo Borghese, 26 maggio 2007

Alle ore 12,45 il presidente Conti apre la riunione rin-graziando gli intervenuti e la Sezione Lazio che ospital’assemblea nella sua Sede. Constatata la validità dellaconvocazione e delle presenze, invita il dott. Caramantia fungere da segretario dell’assemblea e passa alla dis-cussione dell’ordine del giorno.1) Approvazione del bilancio al 31.12.2006Il segretario distribuisce agli intervenuti il fascicolo delbilancio consuntivo per l’anno 2006, in precedenzaapprovato dal Consiglio direttivo, e ne commenta le sin-gole voci. Legge poi, a nome del Collegio dei Revisori, laRelazione del collegio predisposta per l’assemblea.Il presidente chiede quindi che il bilancio consuntivoper l’anno 2006 venga approvato, riportando la perditadi euro 42,5 mila a riduzione del Patrimonio netto.L’assemblea approva.2) Approvazione del bilancio preventivo per l’anno2007Il presidente chiede l’approvazione del bilancio preven-tivo per l’anno 2007 che prevede anch’esso un risultatonegativo. L’assemblea approva. Null’altro essendovi adeliberare, l’assemblea è chiusa alle ore 13,30.-

Il segretario Il presidente Giancarlo Caramanti Flavio Conti

Cronache Castellane 9

RELAZIONE DEL SEGRETARIO E DEL TESORIERESUL CONSUNTIVO 2006 E SUL PREVENTIVO 2007

li interventi di riassetto attuati presso laSegreteria Generale nel corso dell’anno 2006,hanno consentito una sensibile riduzione delle

spese (-13,4 mila) che sono passate da un totale com-plessivo di euro 152,5 mila ad euro 139,1 mila, recupe-rando in tal modo il contributo positivo che negli anniprecedenti veniva fornito dai proventi finanziari e che,a parità di andamento delle entrate, avrebbe dovutopermettere un miglioramento della situazione economi-ca, così come previsto dal preventivo presentato all’as-semblea dei soci.Purtroppo ciò non si è verificato, a causa principalmen-te del sensibile calo degli incassi di quote sociali (-17,8mila), dalla mancata corresponsione del contributoministeriale (-6,0 mila), e dalla rinuncia di alcuni insertipubblicitari (-2,0 mila). Ne è pertanto conseguita unaperdita (-42,5 mila) notevolmente superiore a quelladell’anno precedente (-28,4 mila).In conseguenza della nuova perdita e della cancellazio-ne di crediti pregressi verso alcune sezioni, le disponibi-lità finanziarie liquide si riducono ulteriormente, da127,2 mila a 70,1 mila, al netto della riserva vincolata,anche se i fondi presso le sezioni (riferiti all’anno pre-cedente e non disponibili a livello nazionale) rimango-no stabili sul livello di circa 190.000 euro.

G

Il preventivo 2007 presenta una nuova perdita che potràessere un po’ contenuta rispetto a quella del presenteesercizio, solo se si potranno recuperare i livelli d’incas-so di quote sociali degli anni passati, contando altresìsull’assegnazione di un contributo ministeriale corri-spondente all’entità richiesta in domanda. La disponibi-lità liquida, senza intaccare la riserva vincolata, si ridur-rà ulteriormente ad almeno 33 mila euro.La redazione del presente bilancio, viene effettuatasecondo i requisiti dell’art. 2427 del C.C..

Il Segretario generale Il Tesoriere Dr. Giancarlo Caramanti Dr. Paolo Sabatini

RELAZIONE DEL COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI

Signori Consoci,ll bilancio dell’anno 2006 che viene presentato allavostra approvazione, fornisce la composizione del patri-monio sociale, così come previsto dall’art.4 delloStatuto, nel rispetto della normativa vigente, e così siriassume:Titoli di Stato, fondi, obbligazioni, creditied altre attività liquide euro 486.446

Patrimonio sociale e Fondo di Riserva euro 477.996Debiti diversi euro 8.450

euro 486.446

Il patrimonio sociale include l’importo di euro 180.760vincolato quale riserva indisponibile, come previsto dalD.P.L. n.° 11 del 31.1.1991, pubblicato sulla G.U. n.° 133del 8.6.91. Le relazioni del Consiglio e del Tesoriere danno ampiodettaglio dei movimenti avvenuti nel corso dell’anno2006 e pertanto ad esse Vi rimandiamo. Abbiamo esaminato il preventivo per l’anno 2007 e necondividiamo le indicazioni in esso contenute.Nel corso dell’esercizio abbiamo provveduto ad effet-tuare le verifiche di nostra competenza alla contabilitàtenuta dalla Segreteria Generale dell’Istituto.Attestiamo che il presente bilancio è redatto secondo irequisiti stabiliti dall’art. 2427 del C.C. e si compone per-tanto dello Stato Patrimoniale, Conto economico e NotaIntegrativa. Ad esso viene allegato il rendiconto consoli-dato al 31.12.2005 della gestione economica di tutte lesezioni, essendo quello dell’anno 2006 disponibile solodopo la celebrazione della vostra assemblea.Al riguardo ricordiamo che a termini di Statuto e diRegolamento, la gestione dei fatti amministrativi dell’Isti-tuto è svolta direttamente ed in modo autonomo dallaSegreteria Generale di Milano e dalle singole Sezioni, cia-scuno di tali Enti operante con proprie contabilità separa-te. Pertanto i fondi disponibili presso le Sezioni, riportatinei singoli Rendiconti delle Sezioni ed approvati annual-mente dalle rispettive assemblee a norma di quanto previ-sto dagli artt. 12 e 13 del Regolamento, sono inclusi nelpatrimonio netto dell’Istituto, ma sono utilizzabili solodalle relative sezioni per le loro finalità operative.Vi invitiamo a voler approvare il Bilancio Consuntivodell’anno 2006 ed il Preventivo per il 2007, così comepropostoVi dal Consiglio Direttivo.

I REVISORI DEI CONTI: Dott. Luigi Piceci, Rag. Bruno Bagnoli, Dott. GianpietroLauri

10 Cronache Castellane

t t i v i t à d e l l ’ I s t i t u t oNOTA INTEGRATIVA AL BILANCIO AL31.12.2006(a norma dell’art. 2427 del Codice civile)

Principi e metodi contabiliIl bilancio dell’esercizio è stato predisposto in base allanormativa vigente e con l’accordo del Collegio deiRevisori, applicando principi contabili omogenei conquelli dell’esercizio precedente.Vengono indicati anche i fondi in giacenza presso leSezioni alla data dell’anno precedente, essendo quellidell’anno in esame disponibili solo dopo l’approvazionedei rispettivi bilanci.

Composizione delle voci e variazioni rispetto al 2005:

STATO PATRIMONIALECrediti verso sociPassano da euro 27,6 mila ad euro 45,6 mila. TitoliSono esposti al valore adeguato a quello di mercato al31.12.2006.Passano da euro 267,8 mila a euro 232,9 milae sono così composti:- Titoli di Stato: euro 110,9 mila- Obbligazioni Italia: 75,3- Obbligazioni Estero: 40,3- Azioni Parmalat 6,4Fondi presso Sezioni anno precedentePassano da euro 181 mila a euro 190 milae sono principalmente così ripartiti:Sezione Sardegna (CA) 12,7 milaSezione Sardegna (SS) 24,8Sezione Lazio 43,0Sezione Toscana 12,7 Sezione Umbria 13,0Sezione Campania 13,4Sezione Puglia 21,3Sezione Marche 19,5Altre sezioni 29,6 Attivo circolantePassa da euro 40,2 ad euro 17,9 milaed è così composto:- valori in cassa, banche e c/postale. euro 16,9 mila.- crediti pubblicità 1,0Patrimonio nettoPassa da euro 502,8 ad euro 477,9 milaed è così composto:saldo al 31.12.05: euro 502,8mila.- risultato del periodo: -42,6- rimborsi azzerati da Sezioni -9,4- aumento crediti verso soci 18,1- aumento fondi presso sezioni 9,0 DebitiPassano da euro 13,7 a euro 8,4 e sono inerenti a com-pensi professionali maturati ma non ancora corrisposti.

CONTO ECONOMICO: Le voci sono già dettagliate inbilancio. Ulteriori informazioni vengono date nella rela-zione del Tesoriere.

RENDICONTO DI TESORERIA La disponibilità finale è rappresentata dai titoli e circo-lante attivo, al netto della Riserva Vincolata.

Cronache Castellane 11

ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI RENDICONTO AL 31 DICEMBRE 2006 (euro)

SITUAZIONE PATRIMONIALE

ATTIVO ANNO 2006 ANNO 2004 PREV.2007A) Crediti v/ soci 45.600 27.544B) Immobilizzazioni

III. 3. Titoli 232.929 267.7914. Fondi presso Sez. anno prec. 190.000 181.000

C) Attivo circolanteIV. 1. Depositi bancari e postali 16.350 24.451

2. Denaro e valori in cassa 387 4393 Crediti diversi 1.000 15.291

Totale attivo (A+B+C) 486.446 516.526 500.000

PASSIVOA) Patrimonio netto 297.236 322.056

VII Riserva vincolata 180.760 180.760VIII Fondo per Congresso Nazionale 0 0

D) Debiti6. Verso fornitori 8.450 13.71012. verso istituti previdenziali e soc.

Totale passivo (A+D) 486.446 516.526 500.000

CONTO ECONOMICO

ENTRATE ANNO 2006 ANNO 2005 PREV.2007A) 5 Quote sociali 84.016 101.824 100.000

Contributo Ministero Beni Culturali 0 5.998 5.000Proventi da attività collaterali 2.217 5.590 5.000

TOTALE A) 86.233 113.412 110.000USCITEB) 6 Attività delle Sezioni -42.008 -50.912 -50.000B) 6 Spese generali: Castellum -9.000 -8.000

Cronache -14.652 -20.190Spedizioni -4.369 -5.366Cancell.e manutenz. -7.174 -6.947Luce,telefono,internet -7.394 -7.059Postali -1.599 -1.147Diverse e tasse -1.073 -1.023

-45.261 -49.732 -45.000B) 7 Compensi professionali lordi -17.578 -20.308 -18.000B) 8 Affitto locali -8.811 -8.229 -9.000B)14 Spese di rappresentanza -4.423 -4.123 -5.000

Spese per manifestazioni istituzionali -21.023 -19.206 -20.000-51.835 -51.886 -52.000

TOTALE B) -139.104 -152.510 -147.000

DIFFERENZA A-B -52.871 -39.098 -33.000c) 16 Interessi attivi TOTALE C) 10.289 10.662 10.000RISULTATO (A-B+C) -42.582 -28.436 -37.000

RENDICONTO DI TESORERIA

Disponib. inizio anno (escl. ris. vincolata e fondi sez) 127.212 153.938 70.086Risultato del periodo -42.582 -28.436 -37.000Variazione crediti/debiti -14.544 1.710Disponib. fine anno (escl. ris. vinc. e fondi sez.) 70.086 127.212 33.086

Romanengo: una nuova biblioteca comunale, discussapresso la Facoltà di Architettura di Milano, autriciFrancesca Alicino, Alessandrea Barea, Cinzia Besana,relatori prof.sa S. Pesenti, prof.sa C. Tedeschi, prof.sa S.Giaggioli, per l’accuratezza e la solidità d’impianto dellavoro e la sicurezza dell’approccio.4° premio Tesi Restauro e recupero funzionale del castello diVergano, autore Simone Velati, relatore prof. F. Resta,per l’approfondimento grafico e operativo delle ideeprogettuali e l’attenzione della proposta.

La giuria ha inoltre deliberato di assegnare un attestatodi segnalazione alle seguenti tesi:Nicoletta Cremonesi, La Torre Isso e il tracciato dellemura di “Castrum Leonis”: una ipotesi di recupero, dis-cussa presso la Facoltà di Architettura di VeneziaVirginia Gammone, Il castello di Venosa, discussa pressol’Università “Suor O. Benincasa” di NapoliGiovanna Naccarella, Il castello caldoresco di Vasto:dalla fortificazione quattrocentesca al palazzo sullapiazza di città, discussa presso la Facoltà di Architetturadi PescaraFrancesca Pappalardo, In Terra Trayne: memorie, perma-nenze e progetti per una cittadella normanna, discussapresso la Facoltà di Ingeneria edile di CataniaPaola Ricciardi, Il recupero del castello di CasertaVecchia, discussa presso la Facoltà di Architettura diRoma 3Isabella Leone e Susanna Landucci, Il borgo fortificato diNozzano Castello a Lucca: storia, analisi e rilievo per unaproposta di riqualificazione, discussa presso la Facoltàdi Architettura di Firenze.Avendo concluso i lavori, la giuria toglie la riunione alleore 16,15.

Flavio Conti

12 Cronache Castellane

t t i v i t à d e l l ’ I s t i t u t oProgetto di riutilizzo

del Castellanodi San Zeno.

Veduta aerea dellaRocca di Montecarlo

di Lucca.

VERBALE DELLA COMMISSIONEGIUDICATRICE DEL X PREMIO DI LAUREASULL’ARCHITETTURA FORTIFICATA

l giorno 15 giugno 2007 si è riunita a Milano, pres-so i locali della segreteria generale dell’IstitutoItaliano dei Castelli, la giuria del X Premio di laurea

sull’architettura fortificata. Erano presenti: il presiden-te nazionale dell’Istituto, prof. arch. Flavio Conti, il prof.arch. Roberto Corazzi, il prof. arch. Damiano Jacobone,l’arch. GianMaria Labaa, il prof. arch. Gianni Perbellini,il prof. arch. Domenico Taddei. Constatata la validità della convocazione e della riunio-ne, i lavori vengono aperti alle ore 10,30.Sono arrivate presso la segreteria dell’Istituto 33 tesiprovenienti rispettivamente dalle seguenti sedi univer-sitarie: Firenze (8), Venezia (6), Napoli (5), Bari (2),L’Aquila (2), Milano (2), Roma (2), Bologna (1), Catania(1), Pavia (1), Pescara (1), Trento (1), Urbino (1) per untotale di 40 partecipanti. Dopo approfondita analisi ediscussione, la giuria assegna i seguenti premi:1° premio: Tesi Proposta di recupero della fortezza di Montecarlo diLucca, discussa presso la Facoltà di Architettura diFirenze, autore Alessio Accorroni, relatori prof. R.Corazzi, prof. D. Taddei, arch. A. Bulleri, per la capacitàinventiva e propositiva della proposta, espressa con lin-guaggio deciso e innovativo.2° premio Tesi Progetto di riutilizzo del Castellano di S. Zenone perl’allestimento di una nuova sede espositivo-didattica,discussa presso la Facoltà di Archiettura di Venezia,autore Nicola Stangherlin, relatore prof. A.R. Burelli,arch. M. Trevisan, per la corretta e puntigliosa cura ana-litica e per la coerenza progettuale dal lavoro.3° premioTesi Progetto di conservazione e riuso della Rocca di

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14 Cronache Castellane

t t i v i t à d e l l e s e z i o n i

C a l a b r i a

CITTANOVA E I GRIMALDI SERRA DI GERACE

a sezione Calabria, sabato 19 maggio, ha organizza-to un’interessante visita di studio nell’ex feudoGrimaldi Serra di Gerace. I soci si sono incontrati a

Cittanova (RC) presso l’Uliveto Principessa Park Hotel,splendida residenza di recente inaugurazione, che sorgenella proprietà feudale già della principessa AnnaSaluzzo, duchessa di Corigliano, moglie dell’ultimoPrincipe di Gerace Gian Battista Serra deceduto senzadiscendenza. Si conserva ancora la “Casina” dove furonoospitati nel 1932 i Principi di Piemonte Umberto e MariaJosè di Savoia.Cittanova, già Casalnuovo, fu fondata dal PrincipeGirolamo Grimaldi con il Bando di Edificazione del 12agosto 1618. E’ seguita la visita alla villa Comunale“Carlo Ruggero” (il salotto verde) monumento naziona-le, ultimata nel 1880 e al Museo Civico di storia natu-rale. La Villa Comunale, progettata dall’ingegnere sviz-zero Enrico Fehr è stata realizzata su una superficie di26515 mq. La vegetazione, rigogliosa è ricca di pianteesotiche e di esemplari più comuni che hanno raggiun-to dimensioni notevoli.Il giardino è arricchito da viali, fontane, monumenti,vialetti con colonne.Al termine è seguita la ricognizione alla Chiesa MatriceSan Gerolamo, situata in piazza Garibaldi, che conserva,tra l’altro, il sepolcro della Principessa Maria TeresaGrimaldi, perita sotto le macerie del terremoto del 1783. Prima di pranzo, sopraluogo all’interessante Museo pri-vato delle carrozze della Famiglia Valensise, cortesemen-te accolti dall’avvocato. È seguita la riunione convivialepresso il predetto “Uliveto Principessa Park Hotel”, e suc-cessivamente l’assemblea dei soci per la conferma delConsiglio Direttivo.Nel pomeriggio sopraluogo ai principali monumentidella Città. Successivamente spostamento a San GiorgioMorgeto per la visita della Ditta Tedesco Profumi pro-duttrice di famosi profumi e liquori.Ai partecipanti il sindaco ha offerto in omaggio la pub-blicazione “Cittanova e i Grimaldi”, ed. Rubettino.

Rosalbino Fasanella d’Amore

LLA SUGGESTIVA GROTTA DI SEIANO

attività della Sezione per il 2007 ha avuto esor-dio con una suggestiva escursione alla Grotta diSeiano, in via Coroglio, in direzione di Bagnoli.

L’antichissima strada, in galleria, che oggi si configuracome uno straordinario percorso archeologico, si ipotiz-za sia stata, in origine, una cava per materiali dacostruzione, divenendo successivamente accesso allavilla appartenuta al patrizio romano Publio Vedio.Dimenticata nel corso dei secoli, la galleria sotterraneasarà riscoperta e restaurata in epoca borbonica, conripristino del collegamento nel 1841. Impropriamentedefinita Grotta di Seiano da G. Pontano, presumendo inTiberio Seiano il suo realizzatore, la strada coperta pre-senta una lunghezza di circa 800 m, un’altezza cheoscilla tra i 4 ed i 9 ed una larghezza che in alcuni trat-ti raggiunge i 7 m. È inoltre dotata di adeguata pen-denza per il deflusso dell’acqua piovana.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO: CASTELLIMEDIOEVALI NELLA STORIA DEL REAME DINAPOLI.

origine del volume scaturisce da una forte passio-ne dell’autore, il socio prof. Marcello Orefice, peril disegno, con una particolare predilezione per la

tecnica dell’acquerello. Egli ha infatti, nel corso deglianni, realizzato numerosi acquerelli, molte seppie e dise-gni a colori il cui soggetto sono i castelli che ancora oggicaratterizzano fortemente il paesaggio della Campania.La pubblicazione, che ne raccoglie una serie consistente,dedicata in particolar modo ai casi di Lettere, Maddalonie Caserta Vecchia, costituisce anche una piacevoleopportunità per un viaggio nella storia del regno diNapoli, letta attraverso i suoi castelli. Con gradevole stilenarrativo l’autore infatti, oltre a descrivere le connota-zioni principali dei singoli complessi fortificati, neinquadra il ruolo nel contesto territoriale di appartenen-za, passando quindi ad interessanti divagazioni suimportanti protagonisti, quali regnanti e feudatari.

Luigi Maglio

C a m p a n i a

I CASTELLI DI PUGLIA E I SASSI DI MATERA

a sezione Lazio da venerdì 13 a domenica 15marzo 2007 ha organizzato una interessante visitadi studio dei sassi di Matera e dei castelli pugliesi.

Prima tappa, visita di Castel del Monte (BA).La fortezza più misteriosa e affascinante di Federico IIdi Svevia, che, con la sua mole, si erge in una zonaancora oggi incontaminata.Trasferimento ad Altamura e visita della Cattedralededicata all’Assunta, vero e proprio simbolo religioso,civile e storico della Città.Fu Federico II a volerne la costruzione nel 1232 secon-

L a z i o

L

Sopra, originale“stele” in pietra

con incisionigeometriche

installata con altri“monumenti” in un

ampio prato dellavilla Comunale.

Sotto, uno dei tantivialetti del parco

arricchito concolonne in granito.

Cronache Castellane 15

Gioia del Colle(BA). Il castello,situato nel centrourbano, haun’impianto a basequadrata con torriangolari quadrate.La bella facciata èarricchita dafinestre ad arco atutto sesto conbordo in pietralavorata. Da segnalare lacaditoia centratasul portoned’ingresso e labella bifora concolonnina centrale.

do l’arte e l’architettura romanica del tempo. LaCattedrale di Altamura è una delle quattro basilichepalatine di Puglia, cioè alle dirette dipendenze dell’im-peratore di Svevia.Durante la mattinata di sabato 14 marzo CostantinoD’Orazio affiancato da una guida autorizzata dallaRegione Basilicata, ha condotto i soci alla visita deiSassi di Matera. È seguita una passeggiata alla scoper-ta dei resti archeologici di Piazza Vittorio Veneto e dellemaggiori chiese rupestri che costituiscono un monu-mento unico al mondo, inserito all’interno delPatrimonio Culturale dell’Umanità dall’UNESCO. Èseguita la visita alle chiese: S. Pietro Barisano, S. Mariade Armenis, Madonna de Idris, S. Giovanni in Monterrone,S. Lucia alle Malve, Convicinio di S. Antonio, S. Barbara eCappuccino Vecchio. Nel pomeriggio visita del Castello dei Marchesi Berlingieri.I Marchesi Berlingieri ospitano presso il loro castello inlocalità San Basilio una delle collezioni di arte modernapiù importanti del mondo. Si tratta di opere che i pro-prietari hanno commissionato agli artisti e che si spo-sano perfettamente con l’ambiente medioevale.La mattina del 15, visita al Parco della Murgia perammirare uno dei panorami più suggestivi dei Sassi dalBelvedere della Murgia e per visitare la Chiesa diS.Maria della Palomba.Trasferimento a Gioia del Colle e visita del CastelloSvevo per concludere il nostro percorso dedicato all’ar-chitettura di Federico II.

Costantino D’Orazio

L o m b a r d i a

IL SISTEMA FORTIFICATO DI PIZZIGHETTONE EGERA (CR).

l 21 aprile la sezione Lombardia ha effettuato unagiornata di visita al sistema fortificato diPizzighettone e Gera (CR), con navigazione lungo il

fiume Adda.Accompagnati dall’architetto Luciano Roncai, delegatoper la Provincia di Cremona, dal giovane socio DavideTensini e dal signor Gianfranco Gambarelli del GruppoVolontari delle Mura, abbiamo visitato il complessosistema di difese di un borgo costruito per la guerra eper il controllo del traffico delle merci sull’Adda già nelXVI secolo e poi evolutosi nel tempo e secondo il muta-re delle tecniche militari e delle armi fino alla secondaguerra Mondiale ed alla caduta del “muro di Berlino”.A Pizzighettone, sulla riva sinistra dell’Adda, in unpunto di facile guado, sorgeva una rocca costruita daiCremonesi nel 1133 a difesa del confine occidentale delComune, passata poi sotto il dominio Visconteo eSforzesco, divenuta avamposto difensivo di MilanoCapitale del Ducato.Dopo l’incendio del 1801 e le demolizioni attuate nelsecolo XX delle difese medievali, rimangono oggi solopoche tracce fisiche, la più importante delle quali è latorre del Guado, famosa per essere stata per settanta-nove giorni prigione di Francesco I di Valois dopo la bat-taglia di Pavia del 1525 e ora utilizzata come spazioespositivo.A Pizzighettone sono stati visitati: il Rivellino nell’areasud - est delle mura, Porta Cremona Vecchia, la sequen-za di “Casamatte”, il percorso esterno alla cerchiabastionata che si sviluppa lungo un perimetro comples-sivo di circa cinque chilometri.Il complesso, interamente costruito in mattoni, è statoaffidato dall’A.C. all’encomiabile cura della localeAssociazione Volontari delle Mura, che ha anche allesti-to all’interno di alcune casematte un interessanteMuseo del Territorio.Ma particolare interesse ha suscitato la visita alRivellino già ben noto e documentato dal Dott. MarinoViganò in occasione del Convegno sulle fortificazioni

I

Pizzighettone eGera (CR). Piantacon lo statoattuale dellefortficazioni, innero le struttureche si sonoconservate. A lineepunteggiate icontorni delloscomparsocastello.

16 Cronache Castellane

t t i v i t à d e l l e s e z i o n iCerchia di casematte

costruite sulla coronadelle antiche mura. È

la parte più consi-stente delle difesesettecentesche di

Pizzighettone.

dell’Adda, organizzato dalla sezione Lombardia nell’ot-tobre 2005 a Varenna. Si tratta di un grande manufat-to di forma semicircolare realizzato all’inizio del XVIsecolo, secondo una tecnica difensiva a quel tempo dif-fusa in Francia che venne giudicata ormai superata(anche se a lungo praticata) dagli architetti militari ita-liani dell’epoca, orientati ad una conformazione penta-gonale dei bastioni.Le casematte di Pizzighettone si presentano come unsuggestivo susseguirsi di ampi ambienti voltati comuni-canti tra di loro e aperti verso l’interno, mentre com-pletamente diverse sono quelle più recenti di Geraoggetto di visita nel pomeriggio.Lo studio della piazzaforte di Pizzighettone si è comple-tato con il sopralluogo alla Parrocchiale di San Bassanorisalente al XII secolo che, costruita dopo la distruzionedi Lodi Vecchio nel 1157, porta la stessa titolazionedella chiesa lodigiana perché voluta da profughi dellacittà rifugiati in Pizzighettone. Anche questo edificio haprofondamente risentito delle vicende belliche delborgo: venne trasformato in deposito militare in epocanapoleonica e restaurato alla fine del XIX secolo condiffuso apparato di decorazioni neogotiche.All’interno si conservano in controfacciata una bellaCrocifissione e diversi medaglioni raffiguranti Santilungo la navata centrale, opere di Bernardino Campi; inuna cappella della navata sinistra si trovano tre prezio-se formelle marmoree rinascimentali di scuola seneseraffiguranti l’Annunciazione, la Natività e la Visitazione.Infine si segnala che per agevolare le manovre militari,le cappelle della navata destra vennero demolite.

Nel pomeriggio i visitatori si sono trasferiti a Gera, forsel’antica Acerrae di origine etrusca, posta sulla spondadestra del fiume Adda. L’insediamento urbano già mili-tarizzato nel secolo XVII venne fortificato dagliAustriaci con il 1720 ed il 1735 quando, per il progre-dire dell’artiglieria, i bastioni di Pizzighettone divenne-ro raggiungibili dalle cannonate sparate dalla spondaopposta del fiume.A Gera le casamatte risultano essere più compatte, concoperture a volta rette da un grosso pilastro centrale e,a memoria dell’uso degli ambienti ricovero per cavalli emuli, sono percorse all’interno da un canale per lo scolodei liquami e da numerosi pozzi.Le opere di restauro attualmente in corso da parte dellaSoprintendenza hanno permesso di conoscere nel det-taglio la struttura muraria del bastione Caracena, (finoa pochi giorni prima era interamente coperto dallavegetazione infestante) la Corderia militare realizzatanegli anni Trenta del secolo scorso e rimasta attiva finoagli anni Settanta (sec. XX).La visita di studio è stata infine arricchita dall’escursio-ne con motonave di recente predisposta lungo il fiume,che ha consentito di comprendere ed apprezzare lagrandiosità dell’opera di rettificazione del corsodell’Adda, realizzata dall’ingegnere idraulico GiovanniBattista Barattieri in soli due anni, dal 1639 al 1641,onde preservare le difese della piazzaforte: si trattava diun’opera assai grande che suscitò all’epoca stupore eammirazione in tutta Europa.I soci hanno potuto godere nel corso del sopralluogodella bellezza del paesaggio e del silenzio nella stessaatmosfera così ben rappresentata da Ermanno Olmi nelsuo ultimo film Centochiodi.Permettetemi una seconda considerazione legata allacronaca della giornata: i bastioni di Gera quel giornoospitavano un grande raduno di scouts; è stato moltobello vedere un esercizio di ragazzini festosi occuparequasi militarmente quegli spazi in via di recupero,anche se elementari norme di prudenza avrebbero sug-gerito di attendere ancora un po’.

Maria Cristina Ricci

Torre del Guado èla più importante emeglio conservata

testimonianza del-l’imponente castel-

lo visconteo chesorgeva in fregio

all’Adda.

Cronache Castellane 17

Lucito (CB),stemma della città.

Uno scorcio delPalazzo de Rubertis- Perrotti, dovesi è svoltal’inaugurazionedell’anno sociale2007 della sezioneMolise.

UNA VITA PER LA CULTURA

artedì 24 aprile, ospiti della Signora AngelaCaròla Perrotti nell’incantevole cornice delPalazzo de Rubertis-Perrotti di Lucito (CB), si è

svolta l’inaugurazione dell’anno sociale 2007dell’Istituto Italiano dei Castelli - Sezione Molise,anche quest’anno ricco di appuntamenti e di iniziativeculturali. In tale occasione, la Presidente della Sezione,Prof.ssa Onorina Perrella Cavaliere ha avuto il privile-gio di consegnare al Prof. Renato Lalli, insigne storicomolisano, la targa ‘Una vita per la cultura’.Il Prof. Lalli, emozionato e grato del riconoscimento conil quale i soci della Sezione Molise hanno voluto ren-dergli omaggio per la sua instancabile e prolifica attivi-tà scientifica sulla storia molisana, ha destato l’atten-zione dell’affollato consesso, con una relazione sullafigura del noto condottiero Giacomo Caldora, originariodel piccolo borgo altomolisano di Castel del Giudice edesponente di spicco nel panorama storico regionale,conosciuto come uno tra i più famosi uomini d’armid’Italia vissuti a cavallo tra il XIV e il XV secolo.Nel delineare il quadro degli avvenimenti che caratte-rizzarono la storia molisana del tempo nelle continueguerre per la successione al trono di Napoli, lo storicoha tracciato il profilo di Giacomo Caldora secondoun’ottica del tutto particolare. «Il Quattrocento - affer-ma Lalli - è un periodo nel quale tutta la penisola èpercorsa dai capitani di ventura, che combattono permestiere e per denaro.Alla morte della regina Giovanna I, Luigi d’Angiò eCarlo di Durazzo si contendono il Regno». Secondo l’o-pinione di Benedetto Croce, Giacomo, al pari degli altriuomini d’armi del tempo, combatteva seguendo unapolitica ben precisa finalizzata esclusivamente all’ar-ricchimento personale, in favore del contendente chelo aveva assoldato, ma, allo stesso tempo, evitandoscaltramente che questi divenisse eccessivamentepotente.Di diversa opinione si mostra a riguardo il Prof. Lalli,secondo cui Giacomo Caldora, “uno degli uomini piùpotenti del suo tempo”, ha dimostrato in tutte le vicen-de che lo hanno visto protagonista la sua profondalealtà. Nella storica battaglia del 1424, che vede leschiere armate di Braccio da Montone, di fazione ara-gonese, opporsi a quelle del Caldora di fazione angioi-na, egli mostra tutta la sua abilità e sconfigge il rivale.La vittoria del Caldora ha larghissima risonanza intutta la penisola e Giacomo diventa il più richiesto trai capitani di ventura, personaggio di spicco nella con-tesa tra Renato d’Angiò ed Alfonso d’Aragona, di cui,però, non vede la fine morendo improvvisamente il 15novembre 1439 ‘di goccia al cuore’ per dirla conAlfonso Perrella. Non meno significativa la figura del figlio ed erede diGiacomo, Antonio Caldora, esposta con il consuetoacume dall’Arch. Franco Valente, Vicepresidente dellaSezione Molise dell’Istituto Italiano dei Castelli, dallacui relazione traspare il profilo di un uomo, certamen-te potente, che tuttavia sceglie, sulle orme paterne, diallearsi con il debole sovrano angioino andando, così,incontro ad un’annunciata disfatta. Fiumi di parole

M

M o l i s esono state spese sull’epico scontro combattuto nellapiana di Sessano del Molise nel giugno del 1442, scon-tro dal quale, come l’Arch. Valente ha sapientementeevidenziato, sono dipese non soltanto le sorti delRegno, ma dell’Europa intera. Attraverso l’indagine storica lo studioso ripercorre letappe salienti della vita del Caldora, dall’alleanza con ilsovrano angioino all’arresto, dalla liberazione all’asse-dio di Carpinone da parte dell’Aragonese, sino al tradi-mento di Paolo di Sangro, vero responsabile della scon-fitta angioina, tracciando ai convenuti un quadro geo-storico assai puntuale da profondo conoscitore del ter-ritorio molisano.La manifestazione è proseguita con due gradevoliintermezzi musicali proposti dall’Accademia Interna-zionale Mario Santoro di Bojano presieduta dall’Ing.Gian Maurizio de Fabritiis. Alle dolci note di AnnalisaDesiata, talentuosa mandolinista molisana, ha fattoseguito l’esibizione del trio ‘Ben tornato mandolino’costituito dal Maestro Antonio Parascandolo, mandolae mandolino, da Nicola Cordisco chitarra classica edalla voce Milena Peccia. Tra i brani eseguiti, alcuni tra i più celebri componi-menti della musica partenopea, da Fenesta vascia a Tevoglio bene assaie, da Luna Rossa a Io te vurria vasàsino al memorabile Era di maggio. La serata si è infine conclusa con il ricco buffet offer-to dalla gentile padrona di casa, la Signora AngelaCarola Perrotti.

Gabriella Di Rocco

Situato in splendida posizione collinare con vista mozzafiato sulla Valdichiana, si trova

il casale "Il Ciliegio". Il Ciliegio è un'antica casetta in pietra serena costruita su due

piani collegati da una caratteristica scala in legno ed esternamente da una scalinata in

pietra serena. Il Ciliegio è parte di un club ippico privato con possibilità di lezioni per-

sonalizzate, escursioni a cavallo e passeggiate in carrozza. Il centro ippico e la club-

house sono raggiungibili a piedi o in macchina in circa 5 minuti. Un soggiorno presso

il casale "Il Ciliegio" vi permetterà di passare una vacanza indimenticabile immersi nel

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20 Cronache Castellane

t t i v i t à d e l l e s e z i o n iA destra, veduta

aerea delcomplesso

paleocristiano diSan Giusto

costituito da unachiesa a tre navate

con absidesemicircolare.

L’edificio presentaun ricco apparato

decorativocostituito da

intonaci dipinti emosaici con tessere

di pasta vitrea.

Canosa (BA), gliimportanti restidella Basilica di

San Leucio, di cuisi possono ancora

vedere, le basi disolide colonne e

strati dipavimentazione a

mosaico.

SITI ARCHEOLOGICI DELLA CAMPANIA

resso la sala multimediale del castello svevo diBari, il prof. Giuliano Volpe, ordinario di archeo-logia cristiana e medievale presso l’Università di

Foggia e direttore del DI.SC.UM. - Dipartimento diScienze Umane e Territorio - ha tenuto una conferen-za sul tema Città e campagna nella Puglia centro set-tentrionale in età tardo antica.L’ampia ed approfondita relazione ha affrontato, attra-versando i risultati dell’attività di scavo, ricerca e valo-rizzazione dei più importanti siti del territorio dàunonell’arco degli ultimi cinque anni, una tematica digrande interesse e spesso non analizzata a fondo comequella relativa al periodo tardo-antico ed alto-medie-vale, necessario elemento di continuità tra le civiltàclassica e medievale.Attraverso il supporto dei quattro laboratori afferential dipartimento e di una nutrita schiera di studiosi sista procedendo, dal 2002, ad una sistematica edapprofondita catalogazione, di tutte le aree dellaPuglia settentrionale a valenza archeologica compresenel periodo di riferimento con campagne di scavo, rilie-vi anche aerei, progetti di valorizzazione e recuperocon la predisposizione di pubblicazioni scientifiche.Una prova è il sito web del Dipartimento, già di per sé

molto articolato ed in continuo aggiornamento.Tra i numerosi siti oggetto di studio ed illustrati dalprof. Volpe vanno menzionati almeno i più conosciuti,come quello di Montecorvino, oggi riconoscibile da unatorre semidiruta realizzata su una motta normanna edai resti di una chiesa episcopale.Il sito, comunque, ha un’origine più antica e rientranella linea di difesa bizantina realizzata nei primidecenni dell’XI secolo e che prevedeva le fortificazionidi Troia, Dragonara, Fiorentino, Civitate e Tertiveri.Questa frontiera artificiale aveva in Montecorvino unimportante nucleo posto proprio sulla linea di confinetenendo presente che la vicina Volturara faceva giàparte del Principato di Benevento, come risulta da undocumento del 1012.Il nucleo di questa aggregazione di castra era la colo-nia latina di Lucera fondata nel 314 a.C.Altro sito di grande interesse è la città romana diHerdonia estesa su una superficie di circa 22 ettari deiquali è stata indagata sistematicamente un’area dicirca 4 ettari nella zona del foro e del centro urbano;sono stati effettuati anche saggi complementari, perun’estensione di oltre 5000 m2, in aree periferiche sinoa ricostruire la rete viaria, il sito del ponte sulCarapelle, l’acquedotto e la necropoli romana lungo lavia Traiana (109 d. C.) che attraversa il centro con unbasolato ancora ben conservato.Grazie alle ricerche fin qui condotte, la storia diHerdonia è ormai ben nota, non solo per l’importanzadei suoi resti monumentali, ma anche in quanto sino-nimo di scavo programmato, sistematico e continuati-vo, caso quasi unico in un panorama archeologicoancora oggi dominato dalla netta prevalenza di sco-perte occasionali e dall’emergenza. La città ha conser-vato sino alla fine del V e gli inizi del VI secolo unacerta importanza tanto da essere menzionata comesede episcopale del vescovo Saturninus. In età altome-dievale (VII-X sec.) il centro si ridusse ulteriormente efu in parte occupato da spazi agricoli e da necropoli,mentre a partire dall’XI secolo ricominciò l’occupazio-ne della piccola altura situata a settentrione dell’abita-to che fu fortificata e dotata di un edificio di culto conl’aggiunta, nel XIII secolo, di una domus fortificata rea-lizzata da Federico II di Svevia.

P

P u g l i a

Cronache Castellane 21

A sinistra, vedutaaerea della cittàromana diHerdonia estesa suuna superficie di22 ettari. Gli scavihanno interessatoun’area di circa 4ettari nella zonadel foro e delcentro urbano.Ulteriori scavihanno messo inluce la rete viaria,l’acquedotto e lanecropoli romanalungo la viaTraiana.

Veduta del Forodella città romanadi Herdonia(l’attuale Ordona):sono stati portatialla luce ancheil tratto della viaTraiana cheattraversa l’abitatoe un piccoloanfiteatrocostruito a cavallodelle mura.

Tralasciando la più nota città di Canosa di Puglia nellaquale sono presenti le aree di scavo del sito sabinianodi S. Pietro - edificio sacro ricordato da un’opera agio-grafica altomedievale, l’Historia vitae inventionistranslationis S. Sabini episcopi - e del battistero di S.Giovanni, è necessario menzionare la fondamentaleattività di scavo, conoscenza e documentazione delsito rurale di San Giusto – sede di una villa rusticaromana ormai posta sott’acqua per la costruzionedella diga sul torrente Celone.Il primo insediamento documentato archeologicamen-te risale al I secolo a.C. (è appartenuto alla gens Annia)e si tratta di una fattoria di coloni costruita all’internodi una grande centuriazione che si sviluppava tra Arpied Aecae, ben documentata dalle fotografie aeree.Di grande interesse è il vicino complesso paleocristia-no costituito da una chiesa (m 18,50x25) conclusa daabside semicircolare, divisa in tre navate mediante duefile di sei colonne di granito sormontate da capitelli dicalcare.L’edificio presentava un ricco apparato decorativo, siaarchitettonico, sia parietale (intonaci dipinti e mosaicicon tessere di pasta vitrea di colore blu, verde, giallo,con lamine auree), sia musivo.Lungo la fronte orientale si sviluppava un ampio narte-ce, che consentiva anche la comunicazione con il bat-tistero: l’edificio è a pianta centrale, articolato in unapossente struttura interna, circolare all’esterno edottagonale all’interno, e in un ambulacro di forma irre-golare.Nei pressi venne costruita una seconda chiesa (deno-minata B), parallela alla prima e di dimensioni identi-che in lunghezza e di poco minori larghezza (m 16,60),monoabsidata e articolata in tre navate scandite dadue file di sostegni. Di grande effetto e utili dal puntodi vista didattico sono le ricostruzioni virtuali del com-plesso.Infine, ultimo sito è quello di Faragola, situato neipressi di Ascoli Satriano/Ausculum, che ebbe un’occu-pazione lunga più di un millennio: sono presenti i restidi un abitato di età daunia (IV-III a.C.), di una fattoriadi età romana (I a.C.- III d.C.), di una grande villa tardo-antica (IV-VI d.C.) e infine di un villaggio di età alto-medievale (VII-VIII d.C.).

La residenza aristocratica tardo-antica, appartenutaalla ricca famiglia senatoria degli Scipioni Orfiti, è cer-tamente l’elemento di maggior rilievo. Della grandevilla si è finora indagata solo una limitata porzione dicirca mille metri quadri corrispondente alle terme e aduna lussuosa sala da pranzo, due degli elementi piùcaratteristici delle dimore aristocratiche.Le grandi terme comprendono un ampio salone intera-mente pavimentato con un mosaico policromo a deco-razione geometrica (fine IV-inizi V secolo d.C.), utiliz-zato per gli esercizi ginnici, ed i canonici frigidarium,tepidarium e calidarium.Spettacolare anche la lussuosa sala da pranzo (cenatio)decorata da pavimenti di marmo policromo e da prege-voli tappeti in opus sectile con elementi di pasta vitrea,di marmo, di osso e di legno; qui l’elemento di maggiorspicco era un esclusivo e rarissimo stibadium in mura-tura, dotato di una fontana con acqua corrente eabbellito sulla fronte con rivestimenti in opus sectile,mosaici rivestiti da lamine d’oro e rilievi con la raffigu-razione di una Menade danzante.Lo stibadium, inizialmente utilizzato per il banchettoall’aperto, finì per sostituire il triclinio in età tardo-antica: è presente anche nelle raffigurazioni del ban-chetto per eccellenza, e cioè l’Ultima Cena, comemostra il mosaico della chiesa di Sant’Apollinare Nuovoa Ravenna.

Gaetano Cataldo

22 Cronache Castellane

t t i v i t à d e l l e s e z i o n i

BOSA E IL CASTELLO DI SERRAVALLE

l giorno 4 marzo 2007 i soci della Delegazione diCagliari e Oristano si sono recati a visitare la cittàdi Bosa, interessante centro fondato nell’ XI secolo

dai Malaspina alla foce del Temo, lungo le coste occi-dentali dell’isola.I partecipati dopo aver ascoltato una relazione del pre-sidente prof. Francesco Floris, sono giunti a destinazio-ne ed hanno iniziato la visita della città, guidati dagliarchitetti Gallus e Virdis che attualmente sono impe-gnati in interventi di restauro ai principali monumenti.In particolare sono stati visitati:La chiesa di San Pietro extramuros, interessante edificiodel XII secolo attualmente sottoposto ad accuratorestauro dall’architetto Virdis. L’impianto della chiesa èin stile romanico cui, nel corso dei secoli, si sono inte-grati alcuni elementi gotici. Il complesso, circondato dauna natura lussureggiante, è situato di fronte alla cittàin riva al fiume ed evoca visioni di grande intensitàemotiva.Il centro storico costituito da due entità distinte: laprima, comprendente il duomo e il corso VittorioEmanuele, costituisce, un’entità compiuta realizzata nelcorso del secolo XVIII con un audace intervento urbani-stico voluto da alcuni architetti militari piemontesi.La seconda comprende il quartiere medioevale di SaCosta sviluppatosi lungo il declivio del colle diSerravalle a partire dal XIV secolo.Il quartiere, perfettamente conservato, è costituito dauna serie di strette viuzze, di suggestive piazzette, diardite scalinate che racchiudono palazzi e chiese digrande interesse, il suo tessuto giunge a lambire il

I

S a r d e g n a

castello. Il castello di Serravalle, la potente rocca edi-ficata dai Malaspina a guardia dell’antico porto fluvia-le della città, è piuttosto imponente con i suoi oltre3.000 mq di superficie e con la cinta di mura e di torri.Al suo interno, di grande suggestione, è la chiesetta diNostra Signora di Regnos Altos che conserva un inte-ressante ciclo di affreschi del XIV secolo di scuolaSenese.I partecipanti hanno socializzato anche durante il pran-zo che si è svolto in un locale caratteristico del quartie-re medioevale gustando alcuni dei tipici prodotti dellacittà.

SEMINARIO SULLA STORIOGRAFIA DELLASARDEGNA

ome a suo tempo comunicato, la Delegazione diCagliari dell’Istituto Italiano dei Castelli ha avvia-to nell’anno in corso una riflessione sulla storio-

grafia, che nell’ ultimo trentennio si è interessata dellaSardegna. Tale iniziativa, che ha consentito di instaurare costrut-tivi rapporti tra il nostro Istituto e altre AssociazioniCulturali e Istituzioni, è in corso di svolgimento e siconcluderà il 18 maggio del corrente anno. Sono statiimpegnati docenti universitari e studiosi di comprovataesperienza e di sicura professionalità.In ciascuno degli incontri è stato esaminato un periodostorico cronologicamente determinato o un settoredella storiografia, attraverso una relazione seguita daun dibattito.Gli incontri, frequentati da un pubblico numeroso eattento, hanno richiamato l’attenzione della stampa,che ha dedicato molto spazio all’iniziativa, e, a conclu-sione della stessa, sarà cura della Delegazione comuni-care i risultati ottenuti ed eventualmente fornire allaPresidenza la rassegna stampa. Al termine dei lavori è prevista inoltre la realizzazionedi un volume di Atti del Seminario che verrà curato daiproff. Francesco Floris e Raimondo Zucca e sarà editodalla casa editrice Della Torre di Cagliari.

Francesco Floris

C

Castello diSerravalle, Bosa

(NU). Il poderosocomplesso,

torreggia dall’altodella collina,

sull’abitato diBosa.

È caratterizzato dauna torre

massiccia (mastio)realizzata in tufo

di colore rosachiaro.

Nell’immagineveduta esterna del

complesso, in cuisono chiaramente

visibili la torrequadrata, e quella

poligonare.In basso veduta del

castello dallapiazza d’armi.

Cronache Castellane 23

I BEATI PAOLI E LO SCRITTORE WILLIAM GALTCONFERENZA TENUTA DAL GIORNALISTAGAETANO BASILE PRESSO IL CIRCOLOUNIONE.

e non fossero davvero esistiti, avrebbero dovutoinventarli “ca li Biati Pauli ci vurrevanu pi daveru,addifinnianu li nostri gritti e li cosi caminavanu

cu lu versu”.Così Salvatore Salomone Marino nel racconto su “LiBiati Pauli” riferitogli dalla sua serva, la “criata”Francesca Campo di Borgetto (PA) e pubblicato nel1875 da Giuseppe Pitrè.Il tema dei Beati Paoli, diffuso dalla cultura popolaresiciliana specie nel palermitano, e cui si è ispirato ilromanzo storico-popolare di Luigi Natoli, alias WilliamGalt, continua ad essere ancora oggi argomento leg-gendario e folklorico che affascina e incuriosisce,anche perché, nonostante le diverse ricerche approfon-dite, non si è finora giunti ad elementi di assoluta cer-tezza storica che ne dimostrino la reale esistenza. Nellacredenza popolare, i Beati Paoli, nascosti da un saiofrancescano, severi e rigidi, caritatevoli, ma anchecapaci di punire crudelmente, sarebbero esistiti comemembri di una setta segreta che soleva riunirsi verso lafine del Settecento e nel corso dell’Ottocento, aPalermo, nel sotterraneo di S. Giovanni alla Guilla e inuna grotta vicino a San Cosimo. Ad essi ricorrevano glioppressi per essere vendicati dalle offese degli oppres-sori che per loro mano , capace di raggiungerli dapper-tutto, sparivano velocemente dal volto della terra.L’amministrazione di tale “giustizia” era il risultato diuna sincronia abilmente organizzata dalla pluralità deimembri della setta. Il suo tribunale, terribile e inesora-bile, colpiva e distruggeva nel nome della giustizia e sisostituiva all’inerzia delle leggi o alla prevaricazionedel privilegio e del potere.Alcuni studiosi vedono oggi, in quel tribunale segreto,la vera o supposta filiazione siciliana dal tribunalesegreto della Germania medievale, la “Fehmegerichtevesfalica” che introduceva anche la Sicilia nel preludiodel clima romantico ottocentesco europeo.Erano idee che circolavano negli ambienti letterari,dove “I Masnadieri” di Schiller facevano testo e la“Santa Fema” con i suoi tribunali storicamente esistitiin Germania, era espressione di libertà e di giustizia.Una libertà e una giustizia che anche i siciliani vede-vano possibile attraverso l’azione se pur terribile, dellamisteriosa setta dei Beati Paoli.Delle affascinanti vicende della setta segreta, legataalla memoria della narrazione di William Galt, ha par-lato al Circolo Unione, su invito del presidentedell’Istituto Italiano dei Castelli, Sezione Sicilia, ing.Giovanni Ventimiglia di Monteforte, il noto giornalistaGaetano Basile, appassionato conoscitore della storiasiciliana, il quale ha spaziato intorno all’interessante evastissimo argomento che dà adito a supposizioni efantasie ed ha chiarito che dalle sue stesse ricerche atal proposito non è emersa alcuna verità storica.Certamente, tra storia e immaginazione, possono con-siderarsi fonti documentarie della leggenda dei BeatiPaoli, gli scritti di Jean Levesque de Burigny, Federico

Munter, Mariano Scasso e Borrello, Francesco MariaEmanuele marchese di Villabianca, Benedetto Naselli,Gabriele Quattromani, Evangelista Di Blasi, SalomoneMarino, Vincenzo Linares, Luigi Natoli, FrancescoRenda.Mentre c’è da osservare che a tale presunta setta nonfa riferimento nessuno dei viaggiatori in Sicilia delSettecento, da Goethe a Brydone, fatta eccezione per ilMunter. Ma che, a sostegno dell’origine medievale ditale leggenda, può valere la testimonianza di due passidei codici del tempo “La breve cronaca di un AnonimoCassinese” (1185) e la “Cronaca di Fossa Nova” diGiovanni De Ceccano (1186), con preciso e puntualeriferimento ad una sorta di associazione di individuiche si chiamavano “Vendicosi”, eseguivano i loro delit-ti nel buio della notte e vennero scoperti nell’annostesso delle nozze di Costanza d’Altavilla, come riferi-sce il Burigny nella sua “Histoire générale de Sicilie”.

S

S i c i l i a

VISITA AL CASTELLO DI SCALETTA ZANCLEA

soci dell’Istituto Italiano dei Castelli dellaDelegazione di Catania e della Delegazione diMessina, guidati dalla Baronessa Michaela Marullo

e dal Prof. Franz Riccobono, si sono recati il 3 marzo avisitare il Castello di Scaletta Zanclea e al Museo inesso allestito, primo centro di tradizione feudale nelterritorio demaniale di Messina. L’insediamento iniziò asvilupparsi nel XVI sec. con la Signoria dei Marchese,intorno al Castello, dongione normanno realizzato supreesistente impianto militare romano, e quindi castel-lo fortificato federiciano del XIII sec. posto a guardiadell’ingresso, via mare, alla città di Messina.Il Castello di Scaletta, oggi proprietà del Comune chelo ha debitamente restaurato ed arredato, fu residenza

ICastello di Scaletta(ME). La fortezzanasce comeavampostodifensivo diMessina. È situatasu uno speroneroccioso a presidiodella strada dicollegamentoproveniente daCatania.Nell’immaginesottostante,l’ingresso diaccesso al castello.

L’ ANTICHISSIMA TERRA DELLA BORGOGNA

lla fine di Aprile, la sezione Toscana ha organizza-to un bellissimo viaggio in Borgogna. La Borgognaè una regione della Francia ricchissima di storia, di

abbazie e architetture fortificate.Oggi è costituita da quattro dipartimenti francesi checonvergono intorno all’antichissimo zoccolo graniticodel Morvan, ricoperto di folte foreste, le cui acque sor-give scorrono, attraverso la Senna, la Loira, la Saona e ilRodano verso tre mari. Roma con le sue arti, armi e leggi,vi edificò, sulle rovine della Gallia, delle città libere, unaciviltà brillante. La Borgogna deve il suo nome al popo-lo scandinavo dei Burgundi che nel V secolo vi si stan-ziò. Divenne Ducato intorno all’anno mille, periodo in cuinacque l’architettura monastica e il grande tempio dellafede a Cluny. Infatti erano migliaia le abbazie e i priora-ti che nel medioevo combattevano dall’Irlanda allaPolonia dalla Svezia alla Sicilia, battaglie a favore deipoveri contro violenza, ingiustizia e ricchezza.L’ambizione della Borgogna di creare uno Stato si realiz-zò nel XIV e XV secolo con i «Granduchi d’Occidente».Durante l’aggregazione degli stati europei Digione con-tinuava ad essere la culla culturale dell’epoca. Con CarloV, il vecchio ducato di Borgogna divenne francese epiano piano i vecchi abitanti cominciarono ad emigrarelasciando le loro terre a coltivatori amanti del territorioche con le loro cure e le grandi capacità riuscirono a tra-sformare il territorio nel bellissimo paesaggio che ancoroggi ammiriamo. Prima tappa a Digione, capitale della regione, cittadinaposta a nord est, che grazie ai duchi di Borgogna che neavevano fatto la capitale del ducato, è rimasta bellanelle sue Chiese, nei suoi palazzi e nelle sue stradine delcentro storico.Da ricordare, il Palazzo Ducale che oggi ospita granditesori d’arte, soprattutto fiamminghi, dato che nel perio-do del massimo suo splendore, tale regione faceva partedel ducato. Posta al centro del palazzo stesso vi è la torredi Filippo il Buono, da cui è possibile ammirare la cittànella sua totalità. Piacevole è andare per le vie della vec-chia Digione dove si possono ammirare tra le tantearchitetture, il Palazzo di Vogué dell’inizio del XVII seco-lo, la chiesa di Notre-Dame, il Palazzo del Parlamento.È seguita la visita alla città di Bearne, famosa per le suemura e per l’Hotel Dieu, l’ospedale Maggiore degli Ospizi,addossato proprio alle mura, fondato nel XV secolo comeospizio per poveri e costruito dal maestro fiammingoWisecrère. Questo edificio è un gioiello di architetturamedioevale.Dal cortile è possibile ammirare la vista più suggestivadell’Ospedale Maggiore. I suoi tetti ricoperti di tegole interracotta, verniciate e variopinte disegnano straordina-rie figure geometriche. La Grande Corsia dei Poveri haconservato le dimensioni originali e vi è riproposto l’an-tico arredo di origine medievale. Nell’edificio si trovanotanti capolavori d’arte fra cui la statua lignea “Christ depitié”, sublime figura del XV secolo che domina la salaprincipale ed il Giudizio Universale di Van der Weyden,nella corsia di San Luigi. Tale pala d’altare (polittico) fucommissionata all’artista nel 1443 appositamente perl’Hotel Dieu dove appunto ancora oggi è conservata.

di diverse nobili casate prima di passare ai Ruffo,Principi di Scaletta e Calabria.Si raggiunge attraverso stradine prevalentemente agradoni e presenta le sue facciate in pietra chiara,aperte da eleganti bifore e monofore su un ricco giar-dino a terrazza che dall’alto si affaccia sul mare. Oggi sede di Museo etno-antropologico, il Castelloconserva raccolte cartacee, fotografie storiche, arma-ture, armi, divise borboniche e delle varie casate che loabitarono e rappresenta per il territorio motivo di sicu-ro vanto culturale e meta turistica di notevole pregiostorico e paesaggistico.Successivamente i soci si sono recati a visitare il Mona-stero Benedettino di San Placido-Kalonerò costruitosull’antica Strada Valeria che conduceva da Messina,attraverso Taormina, a Montalbano Elicona.Gli annali del monastero registrano che vi dormì CarloV di ritorno in Spagna, dall’impresa condotta a Tunisi.La terza tappa dell’interessante escursione ha riguarda-to Itala, con la Chiesa di San Pietro, una delle tre chie-se edificate dai monaci basiliani con l’ausilio del GranConte Ruggero nell’XI sec. proprio nel posto in cui,secondo la tradizione, i normanni sconfissero gli arabi.La chiesa a pianta basilicale a tre navate, presenta ilmeraviglioso effetto cromatico architettonico ottenutocon materiale da costruzione che comprende a stratipietra bianca, pietra scura, laterizi, mattoni di cotto.Mentre la facciata si esalta con finestre ogivali e cupo-le rosse, greco-bizantine.Al suo interno, oggi debitamente restaurata, conservatele del 600 e 700, fra cui tre di Paolo Parisi, una crocedipinta di ignoto polidoresco del XVI sec ed una tavolacon Madonna con bambino di sicuro pregio artistico.

Milly Bracciante

24 Cronache Castellane

t t i v i t à d e l l e s e z i o n i

Sopra, la piantatrapezoidale del

castello di Scalettain cui sono

evidenziati treambienti coperti

da volta a botte eun ambiente più

piccolo coperto dauna volta a

crocieracostolanata su

peducci. Sotto, veduta

generale delcastello.

To s c a n a

A

Nel pomeriggio visita al Castello di Clos De Vougeot;castello rinascimentale costruito nella prima metà delXVI secolo dai monaci di Citeaux su di un precedenteedificio romanico del XII secolo, oggi è sede della“Confreríe des Chevaliers du Tastevin, in difesa dellagenuinità del vino. Il giorno seguente, la comitiva si è spostata alla voltadella fortezza di Berzè le Chatel posta a sud della regio-ne. Questa imponente fortezza medioevale, circondatada tre cinte di mura, domina la vallata su un colle a pro-tezione dell’Abbazia di Cluny. La costruzione, con pontilevatoi e antica cappella forse di origine carolingia, èavvenuta probabilmente tra il XIII e il XV secolo.Interessanti sono i grandi torrioni posti all’entrata dellafortificazione. Quasi completamente costruita in pietra,oggi la fortezza è stata ristrutturata e adibita a residen-za; sono evidenti infatti interventi di restauro e la collo-cazione di finestre con le relative persiane color grigio,con l’applicazione sopra di esse di cornici “bizantineg-gianti”.Nei pressi di Berzé la Ville, poco più a sud della prece-dente fortezza si trova la cappella des Moines, romanicadel XII secolo che al suo interno possiede preziosi affre-schi dell’arte cluniacense. Fin da 1893, la cappella fuclassificata come monumento storico. Poco dopo laseconda guerra mondiale, nel 1947, fu donataall’Accademia di Macon.È seguita la visita di Cluny famosa per la sua Abbazia lapiù potente fondazione monastica d’Europa. Fondata nel910 fu il maggior centro dell’ Ordine cluniacense che nelmedioevo sovrastava a quasi mille monasteri in tuttaEuropa. Dal XV secolo iniziò un declino che portò allasua chiusura nel 1790, con la conseguenza che le suepietre furono usate come materiale di costruzione. Oggine resta solo parte del transetto meridionale.Nel pomeriggio tappa al Castello di Pierreclos pocodistante da Cluny. Ha un impianto imponente e nel suocomplesso ben conservato. La cinta muraria, sul perime-tro di un fossato ancora esistente, presenta torrioni cir-colari non troppo alti ma di diametro piuttosto ampio,sui quali una copertura a forma di cono sovrasta e snel-

lisce l’architettura. Quasi totalmente in pietra a filaret-to, presenta nella parte superiore della muratura unamerlatura modulare, mentre in corrispondenza dellaporta di accesso principale è visibile un paramentomurario in travertino con l’elemento di coronamentosuperiore, a mensole. È possibile notare chiaramente gliincavi dove alloggiavano i tiranti dei due ponti levatoi,l’uno pedonale e l’altro per il passaggio della cavalleria edei carri.Al suo interno si trova più di un edificio: interessantisono la chiesa medioevale, le vecchie cucine, il forno, lescale a spirale, uniche in Francia. Il giorno seguente i viaggiatori hanno raggiuntol’Abbazia di Fontenay, posta a nord ovest di Digione.Questo meraviglioso luogo, capolavoro dell’arte romani-ca, fu fondata nel 1118 da San Bernardo e costruita nelmezzo di una foresta, nella pace e nell’isolamentorichiesto dai cistercensi. L’epoca di prosperità dell’abba-zia durò dal XII al XV secolo. La decadenza cominciò nelXVI in seguito al regime della “Commende” sotto il qualegli abati erano nominati per favore reale. Venduta almomento della Rivoluzione al Signore Hugot di Percy-sous-Thil, questo trasformò l’edificio in una cartiera.Riacquistata nel 1820 da Elie de Montgolfier, la cartieradiventò molto importante e funzionò fino al 1906.Successivamente Edouard Aynardf acquistò la proprietàe fece abbattere gli edifici moderni restituendole l’a-spetto iniziale.A pranzo i nostri soci si sono trasferiti nel borgo fortifi-cato di Flavigny sur Ozeray, posto in una magnifica posi-zione, con due porte fortificate del XVI secolo.Nell’interno del borgo, tra strette vie si trovano variecase antiche e la chiesa di ST Genest dei XIII-XIV secoli,che contiene singolari matronei, il tramezzo e gli stalli.Durante lo spostamento per visitare il Castello di BussyRabutin, la guida ha consigliato di fare una sosta pressoil Castello di Posanges, residenza privata, che però èstato possibile vedere esternamente.

Cronache Castellane 25

Bussy-Rabutin. Ilcastello, situato anord ovest diDigione, ha unafacciata manieristafinementedecorata racchiusada grandi torricilindricheappartenentiall’antico castello.

Abbaziacistercense diFontenay, fufondata nel 1118da Bernardo diChiaravalle in unaboscosa vallata.Raggiunse unanotevole prosperitànel XII e XIII secolo,godendo laprotezione dei re diFrancia. La chiesa èa tre navate contransetto ecappelle absidali.

Il Castello di Bussy Rabutin, del XVI secolo, è decoratoda ritratti e da pitture d’intento satirico e galante.Spesso ospiti a castello, vi erano pittori itineranti, arti-giani laboriosi, eruditi accorti che intrattenevano il pro-prietario. Roger de Rabutin, esiliato da Luigi XIV a causadel suo comportamento libertino, si rifugiò nel castellodi sua proprietà, cercando di “abbellire” la sua forzatanuova residenza facendo notevoli migliorie. Uno dei piùimportanti interventi fu quello di trasformare la faccia-ta principale in una facciata su modello quattrocente-sco inserendo un doppio loggiato a sinistra e a destradella stessa con decori, colonne, pilastri e frontoni. Durante il viaggio di ritorno, i partecipanti hanno fattoun’ultima sosta a Bourg en Bresse per visitare la chiesadi Brou. Essa fa parte del complesso monastico costrui-to agli inizi del XVI secolo, per volere di Margheritad’Austria che voleva immortalare la propria gloria e l’a-more per il suo sposo. Infatti Margherita, vedova diFiliberto Il il Bello, alla morte dell’amato marito si impe-gnò assiduamente per ricostruirlo, viste le precarie con-dizioni in cui versava.Esso fu destinato ad accogliere tre tombe sontuose:quelle di Filiberto, della madre e della stessaMargherita. Rimase un monastero agostiniano (vi si tro-vano tre chiostri, la sacrestia ed il capitolo) fino allaRivoluzione; a partire dal 1791 fu classificato tra imonumenti di Stato da conservare e venne assegnatonel XIX secolo al seminario diocesano. Nel 1920, loStato cedette la maggior parte del convento alla città diBourg-en Bresse che vi ha allestito il suo museo. Lachiesa, sconsacrata, oggi è aperta alla visita. Essa è ungioiello dell’architettura gotico-fiammeggiante, operadel fiammingo Loys van Boghem. L’interno a tre navateè suggestivo per la semplicità dell’architettura e il colo-re ambrato della pietra. Un ricco tramezzo con decora-zioni a traforo divide le navate dal coro sui cui lati siosservano bellissimi stalli intagliati. Al centro tre ric-chissime tombe ducali, disegnate dal fiammingo vanRoom e costruite dal tedesco Conrad Meit, sono ampia-mente decorate da numerosi altri artisti.

Giovanna Taddei

26 Cronache Castellane

t t i v i t à d e l l e s e z i o n i

LE MERAVIGLIOSE CITTA’ DELL’UZBEKISTAN

l viaggio, tenutosi dal 23 al 30 aprile 2007, è quasiun sogno che passa lungo la favolosa via della setaper settecento anni collegamento fra l’antica

Ch’ang-an e Bisanzio e ha aiutato a capire, a conosce-re la storia di quei popoli lontani attraverso la loroarte, la loro religione, i loro costumi.Il cuore perduto dell’Asia ha attrattive eccezionali euna sua eccentricità, ponte fra le culture è la via dellaseta, una via misteriosa e magica, attraverso la quale legrandi civiltà d’Oriente e di Occidente entrarono incontatto.La via evoca nomi che da secoli sono nell’immaginariocollettivo, un passato di mercanti, come Marco Polo, diviaggiatori come Giovanni da Pian del Carpine, di con-dottieri come Gengis Khan e Tamerlano il Terribile. Lemadrase, antiche scuole coraniche trasformate ormaiin ristoranti e centri commerciali, i palazzi, le moschee,i marmi, i mosaici, gli intarsi dorati sono ancora lì aricordare quel mondo nomade delle steppe e quellostanziale e colto dei grandi imperi.Taskent è la capitale dell’Uzbekistan, una città cosmo-polita nel cuore del territorio eurasiatico, una cittàmoderna con sistema universitario alla francese e ungrande Politecnico di Ingegneria.La città è caratterizzata da palazzi decorati con motiviuzbeki, piazze d’armi con solenni monumenti, poi c’èun’altra Taskent, quella vecchia, che conserva l’aspettodi una cittadina di campagna, con alberi e piante divite, nascosti nei cortili protetti dai muri. Il primonucleo di Taskent è stato forse l’insediamento di Ming-Uruk (mille alberi di albicocche) intorno al II o I sec.A.C. Nel 751 d.C., se ne impadronirono crocevia di pistecarovaniere e nell’XI secolo le fu dato il nome diTaskent, Città di Pietra. Nel XIII secolo Gengis Khanoccupò la città che, sotto il dominio dei Mongoli e conTamerlano si riprese.Nel Quattrocento e nel Cinquecento, sotto gliShayhramidi, visse un periodo florido. Nel 1865 i russisconfissero l’emiro di Bukhara che si preparava adimpadronirsi della città e trovarono una Taskent orgo-gliosa cinta da poderose mura, in cui si aprivano undi-ci porte. L’aspetto della città cambiò per sempre nel1966 per un violento terremoto, ma è una città inte-ressante ed è stato piacevole visitare il dedalo di viuz-ze intorno al Bazar di Chorsu, ricco di colori e caricodi profumi, costellato di moschee e vecchie madrase,un patrimonio di edifici che risalgono al XV e al XVIsecolo.Samarcanda, Marakanda per i Greci, è uno degli inse-diamenti più antichi dell’Asia Centrale, fondata, proba-bilmente nel V secolo a.C., oggi capitale cosmopolita,cinta da mura. Venne conquistata da AlessandroMagno nel 329 a.C. che disse: “Tutto quello che houdito di Marakanda, è vero, tranne il fatto che è piùbella di quanto immaginassi”. La città, punto crucialedella via della seta, sorgeva sull’incontro delle vie checonducevano in Cina, India e Persia. Nel 1220 GengisKhan la distrusse, ma nel 1370 il grande Tamerlanodecise di farne la sua capitale e fece nascere una nuovae quasi mitica città, centro culturale ed economico

I

U M B R I A

Sopra, chiesaromanica di Pierrecloscostruita alla metà del

XII secolo, con ilcaratteristico

campanilequadrilatero.

Il castello di Clos deVougeot fu

realizzato daimonaci cistercensinel 1551, sul luogo

di un precedenteinsediamento

cistercense del XI-XIV secolo a presidio

di un territoriovinicolo. L’impianto

del complesso è a“U” con una serie di

corpi di fabbricadisposti intorno a

una corte.

Cronache Castellane 27

dell’Asia Centrale.La città conserva importanti monumenti: la PiazzaRegistan, contornata da antiche scuole islamichedecorate con maioliche, la famosa moschea BibiKhanym del XIV secolo, un tempo tra le più grandi delmondo islamico. Secondo la leggenda fu fatta edifica-re da Bibi Khanym, moglie cinese di Tamerlano per far-gli una sorpresa, mentre egli era assente. L’architetto siinnamorò della giovane donna e, per terminare il lavo-ro, volle un bacio da lei. Tale gesto lasciò un segno eTamerlano, quando lo notò fece giustiziare l’architettoe ordinò che le donne dovessero indossare il velo pernon tentare gli uomini.Agli inizi degli anni venti, dopo tanti secoli e tantevicende, i sovietici finanziarono una rivolta femminilecontro l’uso del Chador, al fine di diminuire il poteredei mujiaidin. Interessanti sono i mausolei della stradaSha-e-Zinda, luogo sacro e meraviglia di decorazioni, ilmausoleo di Guri Amir, sormontato da una originalecupola azzurra, tomba di Tamerlano e dei suoi discen-denti, infine i resti dell’Osservatorio di Ulughbek, nipo-te di Tamerlano, poeta, astrologo e matematico e ilMuseo di Arte e Cultura dell’Uzbekistan. L’eco diSamarcanda nella cultura europea è contemporanea,nella nota canzone di Vecchioni e nel saggio“Samarcanda” di Hgo Pratt. Nella poesia usbekha sonocantate la bellezza del cielo, la fierezza del popolo e gliocchi verdi delle donne, occhi che incantano.Bukhara è la città più sacra dell’Asia Centrale, ha anti-che madrase e i resti di un mercato, un tempo moltogrande e frequentato. Nei secoli IX e X fu il cuore cul-turale e religioso dell’Asia, come capitale dello statosamanide.Il gruppo “castellano” ha visitato le madrase diUlughbek e di Abdul Aziz Kan, la moschea Bolo Khanz,la cittadella detta Ark, il Lyabi Khanz, una delle piazzepiù raccolte e caratteristiche della vecchia città, con alcentro un laghetto ombreggiato da gelsi, la torre CharMinar e il Magik-i-Attar, pozzo dell’erborista e merca-to dei profumi, attualmente trasformato in museo ditappeti, infine la fortezza costruita con terra impasta-ta con latte di cammello. A Bukhara viveva una comu-

nità ebraica. Non si potevano dimenticare il Mausoleodi Bakhantdin Nasqshband, uno dei più importantisantuari del sufismo e la città natale di Tamerlano, spi-rito della guerra. Si racconta che Stalin fece sorvolarela linea nazista verso Mosca da un aereo con le ossa diTamerlano per favorire la vittoria delle truppe sovieti-che. Per un caso della storia che conferma la fama diTamerlano spirito della guerra, quando fu aperta la suatomba, scoppiò la II guerra mondiale. La città di Khivaè chiusa da alte mura fatte di argilla impastata con illatte di cammello, secondo la tradizionale tecnica diquel popolo. Un viaggio, dunque, alla scoperta di un mondo lonta-no, dove storia e leggenda si intrecciano, per cercare dicogliere il fascino dell’Asia e dei misteri custoditi neimausolei, nelle cupole azzurre e negli occhi verdi delle

PAVIA E L’OLTREPÒ PAVESE

el mese di maggio i soci della sezione, accompa-gnati dalla presidente Angiola Bellucci, hannovisitato l’oltrepò pavese. Prima tappa la città di

Pavia e i suoi monumenti. Le mura comunali del XIIIsecolo proteggono anche i luoghi che sono fuori dalquadrilatero romano e racchiudono l’attuale centro sto-rico. San Pietro in Ciel d’Oro, la chiesa che risale al1132, è un bell’esempio di architettura romanica ecustodisce l’Arca di Sant’Agostino, il Castello Visconteo,imponente edificio in laterizio con torrioni angolari,fatto edificare da Galeazzo Visconti nel 1360, alcunesale ospitano il Museo Civico, poi la Basilica di SanMichele di fondazione longobarda e ricostruita nel XIIsecolo, e il Duomo, una delle più originali creazioni delrinascimento lombardo. Una lettura della città interes-sante perché sono stati colti gli aspetti storici ed archi-tettonici inerenti alla “cultura” dell’Istituto.Nell’Università di Pavia, Ugo Foscolo lesse la prolusione“Dell’origine e dell’ufficio della letteratura” (1809).I soci hanno visitato ad Alessandria il Museo del Cappello,

N

Bukara è la cittàpiù sacra dell’Asiacentrale, ricca diantiche madrase,tra cui la madrasadi Char Minar conle sue quattrotorrette rivestite dimosaicimulticolori.

Samarcanda,Marakanda per igreci, è uno dei piùantichiinsediamentidell’Asia centrale,fondata nel Vsecolo a.C. La cittàconservastraordinarimonumenti tra cuila scenograficapiazza Registandecorata conmaiolichecoloratissime.

dove Borsalino ha raccolto una collezione di cappelli divarie epoche.È seguita la visita al Castello di Piovera, accolti consquisita cortesia dai proprietari conti Niccolò e AnnaMaria Calvi di Bergolo. Il castello, costruito nel XIVsecolo, su antecedenti strutture e sulle rovine di unconvento, fu fortezza e residenza marchionale.Circondato da un fossato e da un parco, si presentadopo i successivi rifacimenti che non hanno toccato lastruttura originaria e ha un aspetto romantico che faevocare lontane e poetiche immagini.Altra tappa a Valenza, nella Villa Vogliona i soci sonostati accolti dai proprietari Cristopher Poli e FrancescaAbbiati, il complesso architettonico, le scalinate, l’im-pianto riconducono al famoso architetto piemonteseFilippo Juvara. Poi visita al Castello di Cremolinonell’Ovadese, edificio trecentesco che conserva unatorre poligonale, la porta di accesso con ponte levatoioe un torrione tondo. Nella visita i soci sono stati accom-pagnati dai proprietari Guido Zerbino e Andrea Parri.Prima di tornare a Perugia è stata significativa la visitaalla Certosa di Pavia. La mole marmorea, notevole testi-monianza del rinascimento lombardo, si staglia abba-gliante nella piatta uniformità della campagna. Neichiostri e nelle celle si coglie l’antica vita segreta dellacomunità certosina.

L’UMBRIA SCONOSCIUTA

a Catacomba di Villa San Faustino, località MassaMartana scalo, lungo la Via Flaminia, unico esem-pio di cimitero paleocristiano, databile al IV e V

secolo d.C. Si tratta di una catacomba di campagna,ubicata a breve distanza dalla via Flaminia, nei pressidegli imponenti resti del Ponte Fonnaia, in operacementizia, di epoca romana. Lungo le pareti della cata-comba sono disposti i loculi, su più ordini, fino al sof-fitto, quasi tutti aperti, mentre sul pavimento sonostate scavate alcune “formae”, chiuse con tegole, chepresentano segni circolari ottenuti prima della cottura.La catacomba non ha restituito alcuna epigrafe, testi-

monianza che sembra indicare l’appartenenza dellesepolture ad un ceto non alfabetizzato. All’esterno dellacatacomba, recenti scavi, hanno messo in luce un’areacimiteriale, sistemata all’interno di una piccola basilica.L’edificio funerario fu concepito e costruito sia per altresepolture e, presumibilmente quelle di maggior presti-gio, sia per svolgere attività culturali. La catacomba e lapiccola basilica documentano, dunque, un territorioche, pur defilato dalle grandi arterie di scorrimento,mantenne una certa concentrazione demografica, sep-pure sparsa e vocata all’agricoltura. È seguita la visita diS. Maria in Pantano, chiesa risalente al VII-VIII secolo,edificata sui ruderi del Vico di Marte, come ricorda unaepigrafe romana, conservata entro la stessa chiesa. Lafacciata del XIV secolo, protende in avanti e si avvale diun rosone di pregevole fattura con tre pesci.Nell’interno della chiesa e del chiostro si notano ele-menti significativi del periodo romano, frammenti dipavimentazione a mosaico, una statua femminile acefa-la del tipo “Pudicizia”. Le mura dell’abside ornate da unmotivo ad arcate cieche, sono di età altomedioevale.Una breve sosta a Massa Martana, ha concluso la visitadi studio. La cittadina è di origine medioevale, edificatasulle rovine del Vicus Martis Tudernum, nei cui pressi gliantichi itinerari riportano una importante stazione dicambio e di posta, sul primo percorso della Flaminia, a70 miglia da Roma.La piazza conserva ancora le caratteristiche del centrofortificato.

Igea Frezza Federici

28 Cronache Castellane

t t i v i t à d e l l e s e z i o n i

L

Castello Visconteo(PV). Fù costruito

nel 1360 daGaleazzo II

Visconti earricchito da

scenografichebifore ad arcoacuto da Gian

Galeazzo,comprende un

vasto ciclo didipinti celebranti le

gesta del casatoVisconteo.

L’impianto èquadrato con torrid’angolo quadrate

e fossatoperimetrale.

La facciata dellaCertosa (PV),gioiello della

scultura lombarda,è ricca di statue ebassorilievi come

l’importante“Storie della

Madonna”.

e g n a l a z i o n e

Cronache Castellane 29

Pizzighettone (CR) Bosa (NU) Bussy Rabutin (F)Scaletta (ME)


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