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Date post: 07-Mar-2016
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Periodico di informazione e cultura d’impresa promosso dalla Confcommercio di Catania - Anno X
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Periodico di informazione e cultura d’impresa promosso dalla Confcommercio di Catania - Anno X impresa i i n n f f o o r r m m a a supplemento a “Confcommercio Notizie” Aligrup, le fasi di una vertenza complessa Storia semiseria di un decreto regionale... Ma il presidente Crocetta, lo sa? Regioni sconfitte, shopping a tutte le ore per “favorire la scelta dei consumatori” legislazione 21 gennaio, Confidi e banche a sostegno delle Pmi convegno finanziamenti lavoro
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Aligrup, le fasi di una vertenza complessa

Storia semiseriadi un decreto regionale...Ma il presidenteCrocetta, lo sa?

Regioni sconfitte,shopping a tuttele ore per “favorire la sceltadei consumatori”

legislazione

21 gennaio,Confidi e banche a sostegno delle Pmi

convegno

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lavoro

2 19 GENNAIO 2013 impresainforma

GERENZA

EDITORIALE

5Pag. lavoroAligrup, le fasi di unavertenza complessa

IMPRESA INFORMAsupplemento a “Confcommercio Notizie”periodico della Confcommercio Catania

Reg. Trib. di Catania n. 28/96edizione 19 gennaio 2013

DIRETTORE RESPONSABILEPietro AgenDIREZIONE E REDAZIONEc/o Ass. CommerciantiVia Mandrà, 8 - Catania

tel. 095.351253 - fax095.356211

REALIZZAZIONE EDITORIALE

Blu MediaV.le Andrea Doria, 69 Catania - tel. 095.447250www.blumedia.infoPROGETTAZIONE TESTATASignorelli&Partners

SITO INTERNETwww.confcommercio.ct.it

Raccontiamo l’orgoglio di essere imprenditori

6Pag.finanziamenti

Ma il presidente Crocetta, lo sa?

Ecco, come annunciato, il numero zero dell’edizione on line del nostro giornale,sempre più voce di chi non si ferma mai“

10Pag.associazioni

Fai / Ecobonus: «Serve più prudenza»

9Pag.

4Pag.primo piano

28 gennaio, giornatadi mobilitazione delle Pmi

8Pag.legislazioneRegioni sconfitte,shopping a tutte le oreconvegno 21 gennaio

Confidi e banche a sostegno delle Pmi

Numero zero. Final-mente ci siamo: do-po settimane di at-tesa, partiamo conil numero zero del-

la nuova edizione on line delnostro giornale “Impresa Infor-ma” che nell’occasione si tra-sforma da trimestrale a bimen-sile. Passiamo da 4 a 24 nume-ri annuali con uno sforzo note-vole ma con la speranza di nondeludere i nostri lettori!Mi sono chiesto come affronta-re l’editoriale di questo primonumero. Ho pensato a mille co-se: alla politica, alla corruzio-ne, alla burocrazia, a Monti e aCrocetta, alle tasse ed alle ban-che, ma poi ho pensato che for-se, per una volta, sarebbe statogiusto parlare non delle cosenegative ma della speranza edel coraggio. Così ho deciso didedicare l’editoriale di questonuovo primo numero agli im-prenditori, a quei “pazzi comevoi” che ogni giorno hanno il co-raggio di continuare a lavorareed investire, per creare svilup-po e benessere.Sappiamo tutti quante difficol-tà, quanti momenti faticosi unimprenditore deve affrontare,sappiamo dei problemi con laburocrazia, con i contributi econ le tasse, con le scadenzeche si susseguono, spesso an-che con gli stipendi da pagare,con le banche che rifiutano dicapire i nostri problemi, con laconcorrenza sempre più ag-gressiva. Sappiamo che ogniimprenditore ha pensato, nonuna ma dieci o cento volte, dimollare tutto ma poi ha deciso

di andare avanti! Cosa spinge, mi chiedo, questiuomini coraggiosi, cosa li haspinti a rischiare, a lavoraremagari 16 ore al giorno, a sa-crificare spesso i momenti disvago, quando non anche gliaspetti familiari? Credo che la riposta più intelli-gente alla domanda sia ancoraquella che 60 anni fa diede ilnostro grande Presidente dellaRepubblica Luigi Einaudiquando scrisse: “... migliaia,milioni di individui lavorano,producono e risparmiano non-ostante tutto quello che noipossiamo inventare per mole-starli, incepparli, scoraggiarli.E’ la vocazione naturale che lispinge; non soltanto la sete didenaro. Il gusto, l’orgoglio divedere la propria azienda pro-sperare, acquistare credito,ispirare fiducia a clientele sem-pre più vaste, ampliare gli im-pianti, abbellire le sedi, costi-tuiscono una molla di progres-so altrettanto potente che ilguadagno. Se così non fosse,non si spiegherebbe come cisiano imprenditori che nellapropria azienda prodigano tut-te le loro energie e investonotutti i loro capitali per ritrarrespesso utili di gran lunga piùmodesti di quelli che potrebbe-ro sicuramente e comodamenteottenere con altri impieghi”.Non penso si debba aggiungerenulla, ma sono certo debba es-serci in tutti noi l'orgoglio di es-sere uno di quegli individui dicui il nostro, mai dimenticatoPresidente parlava!

M.D.M.

in questo numero19 gennaio 2013

319 GENNAIO 2013

sommarioimpresainforma

di Maria Enza Giannetto

Èuna chiamata alle armi per tutte lepiccole e medie imprese che ognigiorno combattono la crisi a colpi di

sacrifici. Confcommercio - Imprese per l’I-talia organizza per lunedì 28 gennaio, unagiornata di mobiltazione nazionale che, asuon di eventi, manifestazioni e iniziative,sparsi sull’intero territorio nazionale, inten-de richiamare l’attenzione di tutti e soprat-tutto dei candidati alle prossime elezionicui si chiede di adottare le misure necessa-rie per superare la crisi. Il grande evento sarà un’occasione impor-tante per riflettere sulla situazione dram-matica che stanno vivendo le imprese inItalia e per conoscere meglio i dati dellacrisi su base provinciale, regionale e nazio-nale. E naturalmente la Confcommercio Cataniaha risposto alla chiamata, organizzando unevento-incontro per le ore 9 nella sede del-la Camera di Commercio di Catania. Nelcorso dell'iniziativa verrà presentato il do-cumento di Confcommercio sulla giornatadi mobilitazione corredato da dati macroe-conomici sulla regione e sulla provincia diCatania. L’iniziativa di lunedì 28 sarà preceduta,martedì 22 gennaio da una conferenzastampa “congiunta”: è in programma a Ro-ma alle ore 10.15 e contestualmente in tut-te le sedi provinciali, a Catania in via Man-drà, n 8. Nel corso dei lavori sarà presen-tata infatti la Giornata di mobilitazione na-zionale indetta da Rete Imprese Italia e sa-rà illustrata un’analisi sull’andamento del-l’economia. La conferenza stampa saràaperta dall'intervento del presidente diConfcommercio, Carlo Sangalli, presidentedi turno di Rete Imprese Italia, e partecipe-ranno i presidenti di Casartigiani, GiacomoBasso, di Cna, Ivan Malavasi, di Confarti-gianato, Giorgio Merletti, e di Confesercen-ti, Marco Venturi. Anche la giornata del 28gennaio sarà aperta in diretta streaming ein collegamento con le sedi territoriali. «La manifestazione della Confcommerciodel 28 gennaio - dice Pietro Agen, presi-dente Confcommercio Sicilia e vicepresi-dente nazionale di Confcommercio Impre-

Lunedì 28 gennaio Confcommercio organizza una serie di eventi per reclamare l’attenzione verso i problemi delle Pmi da parte di chi formerà il prossimo governo “ ”

sicuri in parlamento che anzi abbiamo ri-fiutato, abbiamo chiesto e continueremo achiedere con forza e senza fare sconti, co-me dice un nostro slogan, di fermare la di-struzione di quel patrimonio di imprese eimprenditori coraggiosi che con i loro la-voratori, nonostante tutto si battono ognigiorno per fare grande il nostro Paese. Unasettimana e un giorno in particolare di mo-bilitazione per dire, e per ribadire tanti no.“No” a un sistema di tassazione ormai in-sostenibile; “no” a un sistema bancario cheuccide le imprese, “no” a un calo dei con-sumi che soffoca la nostra economia; “no”a un sistema bancario che uccide le impre-se; “no” a una burocrazia che fa fuggire leaziende dall’Italia».«Quale organo rappresentivo delle impresein una provincia a grande vocazione com-merciale - sottolinea Riccardo Galimberti,presidente di Confcommercio Catania - lanostra associazione sarà in prima linea perfar valere le ragioni delle imprese etneeche da troppo tempo sono strette nellamorsa recessiva e che hanno bisogno oggipiù che mai di una prospettiva di crescita.Noi siamo pronti per questa grande mobi-litazione generale e il 28 gennaio saremotutti uniti per dire no all’alta pressione fi-scale, al crollo dei consumi, al difficile ecostoso accesso al credito e all’eccessivaburocrazia».

se per l’Italia - non è, come qualcuno hapensato, il punto di arrivo di una settimanadi azione pubblica che prende il via con laconferenza stampa del nostro presidenteSangalli il 22. È invece il punto di partenzadi una azione di stimolo e di confronto cheConfcommercio e Rete Imprese per l’Italiaintendono avviare a tutti i livelli, nazionale,regionale e provinciale nei confronti di unapolitica incapace di comprendere che l’e-conomia si sviluppa solo se le imprese cre-scono e creano lavoro vero». «Vedremo chi vorrà e saprà ascoltarci - con-tinua Agen - , non abbiamo cercato posti

4 19 GENNAIO 2013 impresainforma

primo pianoGiornata di mobilitazione nazionaleLe imprese ribadiscono i loro “no”

La Confcommercio di Catania:«Il 28 gennaio saremo

tutti uniti per dire no all’alta pressione fiscale, al crollo dei consumi, al difficile accesso al credito e all’eccessiva burocrazia che fa fuggire le aziende»

519 GENNAIO 2013impresainforma

di Silvia Carrara

L’Aligrup - colosso sici-liano della grandedistribuzione orga-

nizzata, che, fino all’aprile2012, con i suoi 47 puntivendita a gestione diretta e i

114 affiliati ad insegna Despar, Eurospar,Interspar, Iperspar, Eurocash, presentinelle province di Catania, Enna, Caltanissetta,Siracusa, Ragusa e Palermo, occupava oltre1.400 dipendenti, con un fatturato di oltre300 milioni di euro - oggi si trova a doverelottare per evitare il tracollo definitivo. Lecause vanno ricercate in una crisi che affon-da le sue radici non solo nelle vicende giudi-ziarie che hanno riguardato il socio fondato-re dell’impresa.Sicuramente il decennio di amministrazionegiudiziaria controllata, conclusosi nell’apriledel 2010, con la confisca del 15% delle quo-te societarie da parte dello Stato, ha segnatoin parte il destino del “colosso” sfociato inuna crisi pesantissima acuitasi nella primave-ra del 2012.La crisi dovuta alla contrazione degli affida-menti da parte delle banche, delle assicura-zioni e dei fornitori sopraggiunge in un mo-mento che per la grande distribuzione orga-nizzata non è dei più rosei. I grandi gruppiitaliani e internazionali cominciano ad avver-tire le conseguenze negative della crisi regi-strando a livello nazionale un generale signi-ficativo crollo delle vendite. Anche sul terri-torio iniziano a pagare un prezzo elevato do-vuto dalla presenza massiccia di giganteschipunti vendita nei centri commerciali cresciuticome funghi e aperti senza considerare l’im-patto negativo che prima o poi avrebberoavuto sull’economia, specialmente della pro-vincia di Catania. Quali le vie d’uscita da que-sta crisi? Purtroppo poche. La concomitanza di tutti questi elementi han-no costituito un grave pregiudizio all’attua-zione delle strategie aziendali che avrebberodovuto garantire reddito e crescita per cui difatto si è intervenuti per ridurre il costo dellavoro e si sono aperte trattative per la crea-zione di una partnership industriale che ri-guardava la rete vendita e la logistica, tra Ali-grup, Coop e Despar Italia, quest’ultime giàalleate nella unione d’acquisto “Centrale Ita-liana”. Contemporaneamente Aligrup ha ini-ziato a dialogare con Conad, Ergon e Ro-mano, il tutto per rafforzare la posizione sulmercato e per avviare sinergie che consenta-no di superare il difficilissimo momento, sul-la quale viene a gravare una nuova proble-matica legata alla legge 62 per la quale leaziende devono pagare i debiti con i credito-ri al massimo entro 45 giorni, invece che 80.Insomma, da un lato i vertici di Aligrup e gliamministratori giudiziari, che negli ultimi me-si si sono avvicendati, mettono in piedi tuttele trattative per la cessione dei rami d’azien-da, dall’altro vengono attivati tutti i tavoli sin-

Aligrup, le fasi di unavertenza complessa

La crisi del colosso catanese della Gdo ricostruita dal sequestro giudiziario alla lotta per evitare il tracollo“

6 19 GENNAIO 2013 impresainforma

dacali, provincia per provincia, e infine sul-l’intera regione, per la gestione degli esu-beri del personale che, con il decorrere deltempo, diventavano sempre più significati-vi fino a coinvolgere la totalità dei dipen-denti.Sui termini dell’accordo con Coop, e su tut-te le trattative che si sono succedute, il tri-bunale di Catania, che ha posto sotto am-ministrazione giudiziaria il 15% delle quotesocietarie, doveva pronunciarsi dando onegando il placet alle singole operazionicon riferimento alla valutazione della con-gruità dell’offerta avanzata dal potenzialeacquirente. Mesi difficili, fatti di ansiose attese e di pas-saggi prudenti, di riservatezza, a voltefraintesa, per evitare equivoci o interpreta-zioni distorte, di costruzioni di equilibri, diatteggiamenti responsabili di tutti gli attoripresenti sulla scena.Le trattative sindacali, sui tavoli aperti inConfcommercio di Catania, hanno pro-dotto accordi conclusi, dapprima, con il li-cenziamento del personale che volontaria-mente accettava di andare in mobilità, esuccessivamente con il ricorso a tutte leforme di ammortizzatori sociali. La cassa integrazione straordinaria a rota-zione per crisi aziendale per 12 mesi, ha in-teressato prima, 58 lavoratori dei puntivendita della provincia di Siracusa e poi102 unità sulla provincia di Catania; suc-cessivamente è stato attivato il contratto disolidarietà al 30% per 80 impiegati negli uf-

fici direzionali.Nel frattempo le trattative con le Coop perl’acquisizione di alcuni punti vendita dannosperanza di salvare l’azienda che nel frattem-po certificava, alla fine del 2011, una perditadi otto milioni di euro e una sopravvenutaperdita di sette milioni al 31 maggio del2012. Viene assunta la decisione necessariadella messa in liquidazione della società conla nomina di un collegio di liquidatori, a cuivengono affidati i compiti per l’esercizioprovvisorio dell’impresa, che avrà comeobiettivo primario il tentativo di dismissionedei rami commerciali con il miglior realizzo.Si arriva così all’estate, trascorsa tra negozia-ti delicati perché in ballo ci sono equilibri so-ciali ed economici che coinvolgono, oltre i1440 dipendenti di Aligrup, anche altre due-mila lavoratori che operano nell’indotto.Le trattative sindacali, fatte anche alla vigiliadi ferragosto, per scongiurare i 290 licenzia-menti preannunciati dalla società, si chiudo-no il 21 agosto con la firma, all’Ufficio pro-vinciale del lavoro di Catania, di 2 distintiverbali, uno per la messa in Cig straordinariaper 4 mesi di 210 unità e uno per l’estensio-ne del contratto di solidarietà in essere pres-so gli uffici direzionali. Le speranze per tutti finiscono quando, a set-tembre, le Coop, scaduti i termini delle trat-tative, si tirano indietro in quanto non ga-rantiti da una probabile revocatoria fallimen-tare.Nel frattempo i punti vendita rimangonoaperti e, per quanto possibile, continuano a

lavoro

719 GENNAIO 2013

finanziamentiimpresainforma

garantire servizi e merce ai clien-ti nonostante i problemi inevitabi-li con i fornitori-creditori. Aligrupcontinua pertanto a difendere lasua posizione sul mercato, ilknow how che ha sviluppato inquesti anni sul territorio, il posi-zionamento strategico, la rete lo-gistica e tutto il resto del patrimo-nio aziendale, pur avendo fatto ri-corso per alcune centinaia di la-voratori, alla Cig straordinaria.L’auspicio è quello di salvaguar-dare l’intero livello occupazionalee il rispetto dei crediti che i forni-tori vantano. E’ evidente che attorno ad Ali-grup ruota un tessuto economicofatto di centinaia di piccole e me-die imprese, un indotto che nelGruppo ha avuto da sempre ilpunto di riferimento assoluto eche al di là dei crediti vantati spe-rano nella continuità dell’attivitàper evitare il tracollo definitivo. Viene così avviato, dal collegiodei liquidatori della società, il ten-tativo per il raggiungimento di unaccordo di ristrutturazione del de-bito con i fornitori, ai sensi del-l’art. ex 182 bis legge fallimenta-re. Nel frattempo entrano in campoper le acquisizioni altri nomi notinello scenario imprenditoriale si-ciliano, il Gruppo Arena, ilGruppo Abate, Conad Sicilia,Re Leone. Si aprono i tavoli sin-dacali per l’affitto, prima, e la suc-cessiva cessione del ramo d’a-zienda con i singoli interlocutori,che avrebbero dovuto coinvolge-re circa 750 lavoratori. Aligrup nelfrattempo presenta alla SezioneFallimentare di Catania la propo-sta di concordato in bianco, a cuihanno fatto richiesta di accesso1.819 creditori per una somma dioltre 100 milioni.Il gruppo Abate, che aveva mo-strato interesse per l’acquisizionedi alcuni punti vendita, tra cui leGinestre di Tremestieri, nelfrattempo si tira fuori dalla tratta-tiva. Nessuna manifestazione diinteresse viene avanzata per l’I-perspar presente al centro com-merciale “Centro Sicilia” per ilquale non è stato possibile trova-re alcun acquirente ed è quindidestinato a chiudere, con tutte leconseguenti manifestazioni daparte dei lavoratori, che hanno vi-sto definitivamente chiuso qual-siasi spiraglio di speranza per unaloro collocazione futura presso

un’altra azienda. Sul fronte sindacale si cercano lesoluzioni per garantire il salvatag-gio degli esuberi, dichiarati daAligrup in 1.256 dipendenti, per iquali viene aperta, ad inizio di-cembre, una Cig straordinaria percrisi aziendale, per fortuna attiva-bile, considerato che erano de-corsi i termini minimi necessariper potere fare nuovamente ricor-so a questa forma di tutela socia-le. Nel frattempo l’unico tavolosindacale che chiude l’accordoper l’acquisizione di 5 punti ven-dita è quello aperto con il Grup-po Arena, una delle aziende chenegli ultimi anni, partendo dallaprovincia di Enna, ha saputo svi-lupparsi e strutturarsi su gran par-te del territorio siciliano con ilmarchio Sidis.Con l’acquisizione del centro Ba-latelle e degli altri 4 punti vendi-ta transitano, con l’applicazionedi una piccola deroga all’art. 2112del codice civile, 150 dipendentidall’Aligrup al gruppo Arena, conl’apertura e l’inaugurazione deinegozi ad insegna Sidis il 15 di-cembre 2012.Rimangono aperti i tavoli con Co-nad Sicilia e Re Leone, mentreAligrup chiude l’accordo conCarrefour per il punto venditapresente al centro commerciale “IPapiri”. Nel frattempo l’Aligrupchiede “una proroga di 30 giorniper il deposito della proposta diconcordato motivata dalla com-plessità del piano a supporto del-la domanda e dai dovuti adempi-menti formali con relativi control-li e autorizzazioni di legge. Ilmaggior termine concesso verràristretto all’indispensabile e noncomporterà interruzione delletrattative finalizzate al sostegnodei livelli occupazionali e al mi-gliore soddisfacimento dei credi-tori”. In questa fase dunque siamo tuttiquanti chiamati ad assumerequell’atteggiamento responsabileavuto fino ad oggi in grado dievitare il totale collasso dell’Ali-grup e la perdita della speranzadegli oltre 1.200 lavoratori, oggitutelati dalla Cig straordinaria.Tutti i tavoli, giuridici, commer-ciali, sindacali, istituzionali, politi-ci non devono perdere di vistache quando un’azienda muore,non chiude soltanto un’insegnama si spegne la speranza di unintero territorio.

Ma il presidenteCrocetta lo sa?

di Confcommercio Catania

Storia semiseria di un decreto regionale che annulla(retroattivamente) la restituzione di parte degli in-teressi pagati dagli imprenditori siciliani su finan-

ziamenti garantiti dai Confidi. Leggendo il titolo del de-creto regionale 4 dicembre 2012, pubblicato in Gurs11/01/2012, abbiamo pensato: finalmente verranno paga-ti gli arretrati degli anni 2009-2010-2011. Una bella noti-zia in un momento di crisi come quello che le nostre im-prese stanno vivendo. La soddisfazione è durata pochisecondi, poi abbiamo pensato si trattasse di uno scher-zo. Ma no, purtroppo quello che stavamo leggendo eratutto vero, era evidente che ancora una volta la burocra-zia era riuscita a distruggere una cosa buona fatta dal-la politica in passato (parliamo della vecchia legge Fle-res, per intenderci); oppure come alternativa potremmopensare che la “nuova politica”, volendo distruggere sen-za dirlo la vecchia normativa, abbia pensato bene di ren-derla inaccessibile al 95% alle aziende.

Per la verità l’operazione eragià stata avviata sotto il prece-dente governo regionale, eranostate escluse le restituzioni aldi sotto dei trecento euro (eli-minando così le aziende mino-ri), erano stati previsti adem-pimenti burocratici, in parteinutili e ripetitivi, ma nulla, ve-ramente nulla, lo ripetiamo, ri-spetto a quanto si è riusciti afare con il nuovo decreto, coneffetti retroattivi. Ma vediamoalcune chicche, per far capiredi cosa parliamo. Secondo “igeni” della Regione, per ottene-re la restituzione di parte degli

interessi pagati (si noti bene 4 , 3 e 2 anni prima) si do-vrebbero presentare: contratto della banca da cui si evin-ce la finalità aziendale dell’operazione finanziaria; fi-deiussione bancaria o assicurativa in favore della Re-gione per l’importo del finanziamento maggiorato degliinteressi; dichiarazione di un perito professionale cheattesti che il prezzo del bene acquistato per uso azien-dale non è superiore ai prezzi di mercato ed è inferioreal costo di beni simili nuovi di fabbrica. Ci fermiamo qui,non vogliamo stancare i lettori con altre “brillanti” ideeelaborate dalla nostra Regione, ma garantiamo che ve nesono molte altre. Chi vorrà leggere il testo integrale deldecreto potrà trovarlo sul nostro sito (www.confcom-mercio.ct.it). Una cosa appare chiara a questo punto,con il nuovo decreto la maggior parte degli imprenditorinon avranno più l’interesse o la possibilità di chiedere larestituzione degli interessi, si salveranno soltanto i solitigrandi imprenditori. Fortunati o favoriti?Un’altra cosa appare chiara, una legge che in passato hafunzionato è stata resa non operativa. Ci chiediamo: perrisparmiare o per diminuire i carichi di lavoro degli uf-fici regionali ? E infine, un ultimo gioiello, i finanziamen-ti antecedenti gli anni indicati, ancorché in essere sonoesclusi (evviva la certezza del diritto).Ma... il presidente Crocetta ne è informato?

Un decretoregionale annulla

la restituzione di parte degli interessi pagatidagli imprenditorisu finanziamentigarantiti Confidi

8 19 GENNAIO 2013 impresainforma

legislazione

Respinto dalla Corte Costituzionale il ricorso contro le liberalizzazioni. «Una decisione - dice Francesco Sorbello di Confcommercio Catania - che apre la strada a prassi commerciali poco limpide»“ ”di Carmine Amato

Governo Monti batte Regioni 6-0. Lapartita in gioco era quella degli oraridei negozi, liberalizzati con l’articolo

31 del decreto Salva Italia voluto dal governoMonti. Arbitro della partita la Corte Costituzio-nale che ha decretato il risultato. Alcune Re-gioni - Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli,Toscana, Lazio, Sardegna e Sicilia - hanno pro-posto ricorso avverso il predetto articolo perben sei ordini di motivi, ma non hanno vistoriconosciute le loro ragioni, in nessun modo ein nessuna parte. Fondamentalmente con l’art. 31 si stabilisce “lalibertà di apertura di nuovi esercizi commer-ciali sul territorio senza contingenti, limiti ter-ritoriali o altri vincoli di qualsiasi altra natura”,ovvero si inibiscono limiti anche in ordine al-l’apertura domenicale e festiva dei negozi, e siobbligano le Regioni ad adeguare i propri or-dinamenti. Le Regioni non ci stanno, si vedo-no spodestate di una materia, quella del com-mercio, che reputano di loro esclusiva com-petenza ai sensi dall’art. 117 della Costituzionee per questo motivo propongono un ricorsoalla Suprema Corte affinché dichiari incostitu-zionale il citato articolo 31. Ma, come detto, la Corte dà loro torto in quan-to “l’eliminazione degli inutili oneri regola-mentari, mantenendo però quelli necessari al-la tutela di superiori beni costituzionali, è fun-zionale alla tutela della concorrenza e rientraa questo titolo nelle competenze del legislato-re statale”. Insomma nessuna competenza re-siduale per le Regioni in materia di orari deinegozi.«La verità è che la politica – dichiara RiccardoGalimberti, presidente provinciale di Conf-commercio – non ha saputo gestire la que-stione del commercio sin dall’inizio della rifor-ma del 1998, specie a livello europeo. Il Par-lamento e la Commissione Europea sono scol-legate dal territorio, emanano norme che fon-damentalmente nessuno Stato accetta e repu-ta coerenti rispetto alle esigenze del territorio.La deputazione europea non si confronta conil territorio e si limita ad affermazioni di prin-cipio poco concrete, scollegate dal territorio.Eppure sono princìpi e norme che influenza-no la normativa dei singoli Stati ed anche laGiurisprudenza. D’altro canto la deputazionenazionale non fa sentire la propria voce sulversante del Parlamento Europeo. La politica

Regioni sconfitte, shopping a tutte le oreper “favorire la scelta dei consumatori”

nazionale e regionale, di fatto, ha perso il suoprimato in materia di commercio. Occorre cheanche le organizzazioni di categoria sviluppi-no meglio e di più l’interlocuzione con la de-putazione europea, perché è in quella sedeche si fanno i giochi». La Suprema Corte, con la sentenza 299 dell’11discembre scorso, mette in evidenza il “bene-ficio dei consumatori” e così recita: “l’elimina-zione dei limiti agli orari e ai giorni di apertu-ra al pubblico degli esercizi commerciali favo-risce, a beneficio dei consumatori, la creazio-ne di un mercato più dinamico e più aperto al-l’ingresso di nuovi operatori e amplia la possi-bilità di scelta del consumatore (…) si tratta,dunque, di misure coerenti con l’obiettivo dipromuovere la concorrenza, risultando pro-porzionate allo scopo di garantire l’assettoconcorrenziale nel mercato di riferimento rela-tivo alla distribuzione commerciale”. «È una parte del dispositivo - afferma France-sco Sorbello, responsabile dell’area legislativae vice direttore provinciale Confcommercio -che proprio non capisco. La Corte afferma te-stualmente di voler favorire i consumatori e in-tende ampliare la possibilità di scelta dei con-sumatori. Ma se in un determinato territorio ladomenica a restare aperti sono pochi esercizicommerciali, di solito non più del 5-10% deinegozi, i consumatori quel giorno non solonon usufruiscono di un servizio adeguato enon hanno una sufficiente possibilità di sceltama non sono garantiti da un adeguato livellodi concorrenza, che, invece, è proprio ciò cheauspica il legislatore e la Corte. E la non ade-guata concorrenza può esporre i consumatori

a prassi commerciali poco limpide, come l’au-mento dei prezzi proprio quel giorno. Primadi determinare gli orari dei negozi, infatti, isindaci sentivano le organizzazioni di catego-ria proprio per il fatto che esse dovevano in-dicare l’orientamento dei negozianti proprioper verificare che fosse garantita l’apertura diun congruo numero di esercizi, tale da assicu-rare un sufficiente standard di concorrenza. Laverità è che politica in materia di commercioha permesso solo le speculazioni degli immo-biliaristi e sta intervenendo tardivamente ri-spetto alla questione degli orari dei negozi.Quando si è costretti a ricorrere alla Corte Co-stituzionale vuol dire che a monte non si so-no affrontate le questioni del commercio, o losi è fatto male». Il problema dell’apertura domenicale dei ne-gozi non sembrerebbe toccare la nostra pro-vincia, dove la deregulation è partita almenovent’anni fa. «Ciò è assolutamente vero, ingran parte della nostra provincia - continuaSorbello -, l’apertura domenicale è una prassia cui i piccoli operatori commerciali non pos-sono rinunciare. Penso ai comuni dell’hinter-land, ai paesi etnei, dove la domenica i picco-li negozi effettuano ricavi pari ad un terzo diquelli di una intera settimana. Però non è co-sì in tutta la Regione e resta una questione diprincipio la possibilità di determinare su baselocale l’apertura dei negozi. Il Governo Montiè entrato a gamba tesa su una questione chedovrebbe riguardare il territorio, sfruttandouna normativa europea decisamente non ri-spettosa delle aspettative dei singoli Stati del-l’Unione».

Il 21 gennaio alla Camera di Commercio di Cataniaun convegno di Confcommercio e Intesa Sanpaolo“ ”

“Innovazione e riposizionamentodelle piccole e medie imprese”.Questo il tema del convegno or-

ganizzato per lunedì 21 gennaio (ore 10)alla Camera di Commercio di Catania nel-l’ambito della collaborazione tra Conf-commercio Sicilia e Intesa Sanpaolo, san-cita da una convenzione mirata a intensi-ficare i rapporti di cooperazione con iConfidi operanti sul territorio e agevolarel’accesso al credito da parte delle Piccolee Medie Imprese. «Questo convegno -spiega il presidente di Confcommercio Si-cilia Pietro Agen - vuole essere un con-fronto costruttivo tra l’istituto di credito ei consorzi Fidi del Sistema Confcommer-cio sulle difficoltà che, soprattutto i pic-coli imprenditori, riscontrano nell’accede-re a finanziamenti per sostenere le loroimprese e sui nuovi strumenti di accessoal credito, studiati per supportare leaziende nella particolare congiunturaeconomica che sta vivendo il nostro Pae-se. Condizioni che non incoraggiano l’im-prenditoria, aggravate, appunto, da un si-stema bancario che scoraggia l'iniziativa». Una giornata di lavori con relatori autore-voli, rivolta agli associati Confcommercio,un mix di operatori del settore del com-mercio, dei servizi e del terziario. Rap-presentanti di aziende radicate da temponel tessuto economico locale, che hannofatto la storia del commercio a Catania,città per sua natura ad alta vocazionecommerciale, ma anche giovani impren-ditori che si sono scommessi soprattuttonel comparto dei servizi e delle nuovetecnologie. «Puntiamo su una politica di intervento

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Confidi e banche a sostegno delle Pmi

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INNOVAZIONE E RIPOSIZIONAMENTODELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE

Catania. Sede della Camera di Commercio 21 gennaio ore 10:00

Promosso da Confcommercio Sicilia e Intesa Sanpaolo

CONVEGNO

ROBERTO CELLINIOrdinario di Economia PoliticaUNIVERSITÀ DI CATANIA

ALBERTO RANIERIDirettore di Area Siciliadi INTESA SANPAOLO

VINCENZO PERRICONEResponsabile Segmento Small Business Area Siciliadi INTESA SANPAOLO

PIETRO AGENPresidente di CONFCOMMERCIO SICILIA

ROSARIO FARACIOrdinario di Economia e Gestione delle ImpreseUNIVERSITÀ DI CATANIA

RELATORI

Da una parte i Consorzi Fidi, che operano so-lo con le associazioni di Confcommercio, sen-za promotori perché non vendono prodotti maoffrono un servizio agli associati, che al mo-mento sono oltre diecimila. Dall’altra IntesaSanpaolo, la banca che ha già esteso l’om-brello su Rete Imprese Italia con una conven-zione che ora vuole allargare alle realtà re-gionali alla luce dell’attuale scenario econo-mico al fine di avviare una ulteriore fase disupporto alle imprese.Prosegue, con la convenzione firmata tra l’i-stituto bancario e Confcommercio Sicilia, lacollaborazione avviata con il precedente ac-cordo che ha portato le parti a intensificare irapporti di cooperazione con i Confidi operan-ti sul territorio al fine di favorire l’accesso alcredito da parte delle Pmi.«Una convenzione pilota – commenta PietroAgen – per le ottime condizioni che IntesaSanpaolo propone ai nostri associati e per lanecessità di condividere un percorso comuneper il sostegno delle imprese, motore dell’e-conomia italiana, in questo difficile e delicatomomento di crisi. Il partner ideale da affianca-re ai nostri Consorzi Fidi che rappresentanoun modello di banca di garanzia».Per favorire il sostegno e la promozione dellanuova imprenditoria, con particolare attenzio-ne a quella giovanile e femminile, in un’otticadi sviluppo economico del Paese, la bancamette a disposizione degli associati prodotti diconto corrente per la gestione dell’attività eprodotti di finanziamento a breve e medio ter-mine volti al sostegno del capitale circolante eal supporto dei processi di riequilibrio econo-mico e finanziario delle imprese. «Incrementare la sinergia tra associazioni e fi-liali. La nostra volontà - spiega Vincenzo Perri-cone, responsabile Segmento Small BusinessArea Sicilia di Intesa Sanpaolo - è quella dimuoverci sul territorio siciliano per capire leesigenze degli imprenditori locali premiando leaziende più virtuose».Al centro dell’attenzione le piccole e medieimprese, quelle che maggiormente soffronoper un sistema bancario poco generoso ver-so il mondo imprenditoriale. «Guardiamo so-prattutto ai piccoli imprenditori - afferma Mas-simo Pesce, specialista Enti e Relazioni terri-toriali Sicilia Orientale - attraverso il perfezio-namento di specifici accordi tra Intesa San-paolo e le associazioni di categoria, creandole condizioni ottimali per ogni singolo asso-ciato, diversificate per rating, competitive sulmercato siciliano”.

LA CONVENZIONE

capillare sul territorio - afferma Mauri-zio Perna, coordinatore Mercato Cata-nia Intesa Sanpaolo - per dare risposteconcrete e specifiche alle singole real-tà territoriali. Noi, insieme a Confcom-mercio, vogliamo essere uno strumen-to di avvio per le aziende start up euno strumento di sostegno per quelleimprese che hanno invece bisogno diriposizionarsi».Al tavolo dei lavori il presidente diConfcommercio Sicilia Pietro Agen conun intervento su “Start up e riposizio-namento delle Pmi”; due esperti diquestioni economiche, i professori or-dinari della Facoltà di Economia eCommercio dell’Università di CataniaRosario Faraci e Roberto Cellini, con“Sistema delle imprese di fronte allacrisi” e “Dalla crisi alla crescita: La Sici-lia e le altre regioni”. Ai rappresentan-ti di Intesa Sanpaolo, Alberto Ranieri(direttore di Area Sicilia) e VincenzoPerricone (responsabile SegmentoSmall Business Area Sicilia), il compitodi illustrare tutti quei prodotti utili allagestione dell’attività, al sostegno delcapitale circolante e al supporto deiprocessi di riequilibrio economico e fi-nanziario delle imprese.

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10 19 GENNAIO 2013

Il presidente della Fai: «Via libera da Bruxelles? Meglionon alimentare aspettative senza avere certezza» ”

Transpotec Logitec, la manifestazione fieri-stica dedicata ad autotrasporto e logisticaorganizzata da Fiera Milano, si terrà a Ve-ronafiere dal 28 febbraio al 3 marzo 2013.Per la prima volta, infatti, per rispondere al-le specifiche esigenze del mercato, FieraMilano ha scelto di svolgere una sua mani-festazione a Verona, crocevia dei due gran-di corridoi europei 1 e 5, con una forte vo-cazione industriale nell'ambito di trasportisu gomma, distribuzione e componentisti-ca.A rendere unica la manifestazione è la pre-senza diretta delle case costruttrici con gliultimi modelli di “truck” e di veicoli commer-ciali, cui si aggiungono i maggiori rimorchi-sti, con un’ampia scelta di prodotti (rimor-chi, semirimorchi, bighe, porta-container,cisterne alimentari, per carburanti e mate-riale chimico/infiammabile e molto altro an-cora). In particolare, il Tracky Village di FAI

Service, consente di avere consulenza suiprincipali problemi quotidiani di chi lavorasulla strada, dall’assistenza fiscale ai servi-zi finanziari ed assicurativi, fino ad arrivarea servizi sui pedaggi.Transpotec non è solo momento espositivo,ma strategica occasione di business traoperatori privati, pubblici ed istituzioni inter-nazionali.Il concept, che coniuga esposizione, busi-ness matching, convegni e community onli-ne, è nato da un intenso lavoro in sinergiacon tutti i soggetti della filiera.Una fiera, diverse opportunità:- l’area espositiva, per scoprire le novità dis-ponibili sul mercato;- l’area esterna dedicata ai test drive, perprovare su strada i veicoli delle principalicase produttrici;- gli incontri one to one tra domanda e of-ferta, per far incontrare agli espositori po-tenziali buyer italiani ed esteri. (G.R.)

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A VERONA IL SALONEDELL’AUTOTRASPORTO

Giovanni RinzivilloSegretario FAI Conftrasporto

Anita - L’Associazio-ne nazionale im-prese trasporti au-

tomobilistici - annuncia ilpossibile sblocco delle ri-

sorse per le vie blu. Ed è subito polemi-ca. La Fai Conftrasporto, per bocca delsuo presidente Paolo Uggè, risponde perle rime a quella che ritiene al momentosolo una falsa notizia. «Nel mondo della rappresentanza degliinteressi - spiega Uggè - vi sono realtàche sono sempre pronte a sfruttare il la-voro di altre, che invece operano in si-lenzio con il solo scopo di ottenere risul-tati per gli imprenditori. Anticipare unanotizia delicata rischia di bloccarne il per-corso e far nascere aspettative che se poivanno deluse sono foriere di reazioni, an-che di protesta, molto forti. È il caso delbonus ecologico». L’ecobonus rappresenterebbe per leaziende una boccata d’ossigeno grazie alsussidio previsto per l’utilizzo del combi-nato strada–mare per la movimentazionedelle merci in Italia. «Abbiamo sempre so-stenuto sin da quando “falsi profeti ovenditori di fumo” diffondevano certezzesu soluzioni inesistenti, che l’unica stradada percorrere era quella comunitaria –continua Uggè -. In tale direzione ci sia-mo sempre mossi, anche ricorrendo al so-stegno di parlamentari europei o nazio-nali. L’ultimo in ordine di tempo è statol’intervento del deputato siciliano Gibii-no».

L’onorevole Gibiino, infatti, ha presentatoun odg per impegnare il governo ad in-tervenire nei riguardi della CommissioneUe al fine di sbloccare le risorse, spie-gando che l’Ecobonus è ancora al vagliodella Commissione europea che ha aper-to un’inchiesta. Rilasciare dichiarazioni suun possibile via libera di Bruxelles, ad og-gi, oltre ad essere prematuro, potrebbe ri-velarsi pericoloso per la buona riuscita diuna battaglia che lo vede impegnato inprima linea accanto alle associazioni dicategoria.«La nostra proposta sosteneva proprio larichiesta di ottenere lo sblocco delle ri-sorse non utilizzate e relative al finanzia-mento del 2005 quando il governo otten-ne il via libera da parte dell’Unione Euro-pea – ha aggiunto il leader della Federa-zione Autotrasportatori Italiani -. Nessunopuò smentire la ricostruzione, visto che ilSottosegretario delegato in quel momen-to era chi scrive. Su tale linea, condivisadal Dipartimento trasporti, ci si è mossi inquesti mesi. Non ci siamo accorti di inter-venti a supporto di realtà che oggi, anti-cipando una possibile soluzione, diffon-dono in modo affrettato e rischioso unanotizia così importante per le imprese si-ciliane. Non resta che augurarci – ha con-cluso Uggè – che il protagonismo di qual-che associazione in cerca solo di visibilitànon comprometta il delicato lavoro disensibilizzazione portato avanti in questimesi dai nostri dirigenti siciliani (cito ilpresidente Agrillo per tutti) e da deputativicini al mondo del trasporto. Noi saremoresponsabilmente attenti».

Ecobonus, Uggè ad Anita:«Serve più prudenza»

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