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IN QUESTO NUMERO 09_2014.pdf · IL LAVORATORE COSA FARE ma se in busta paga allora tassazione...

Date post: 11-Oct-2020
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IN QUESTO NUMERO In primo piano TFR. Barbagallo, decida il lavoratore cosa fare ( Adnkronos) p. 1 LEGGE STABILITÀ. Proietti, TFR è salario differito non salario aggiuntivo ( Adnkronos) p. 1 DDL LAVORO. Barbagallo, ok TFR in busta paga ma solo se volontario ( IlSole24Ore Radiocor) p. 2 Le interviste RIFORMA PENSIONI. Proietti: ora Renzi mantenga le promesse con la Legge di Stabilità ( Il Sussidiario.net) p. 2 Gli approfondimenti Approfondimento e commento sull’ipotesi di riconoscimento del TFR in busta paga p. 4 La UIL sulla stampa TFR in busta paga, Confindustria chiude: “Toglierà 10 miliardi alle imprese” (La Stampa Economia) p. 5 Bisogna continuare ad abbassare le tasse sul lavoro ( ASCA) p. 6 I dubbi dei sindacati sul TFR in busta paga: “Sia scelta consapevole” ( LaRepubblica.it) p. 7 Critiche dai sindacati: non è aumento salariale ( Il Sole 24 Ore) p. 8 “Con il TFR il bonus sale a 180 euro per chi ne guadagna 1300” ( La Repubblica) p. 9 Renzi rilancia: altri 100 euro al mese “TFR in busta con i soldi di Draghi” ( La Nazione) p. 10 La UIL sul web da p. 10 Corriere della Sera Milano Finanza Wall Street Italia Contatto News Le dichiarazioni sul web ISTAT. Proietti, Bellissima: dati Istat dimostrano che è improcrastinabile taglio tasse su pensioni (IlSussidiario.net il Cittadino Roma OnLine Business Online CorrieredellaSera..it ) p. 11 O SSERVATORIO PREVIDEN ZA Anno VI – n. 9 6 OTTOBRE 2014 In primo piano TFR BARBAGALLO, DECIDA IL LAVORATORE COSA FARE ma se in busta paga allora tassazione agevolata Roma, 3 ott. - "L'unica cosa che il Governo dovrebbe fare è con- sentire al singolo lavoratore di poter di- sporre liberamente del proprio Tfr". E' il segretario generale aggiunto, Carmelo Bar- bagallo, a delineare così l'unica via di usci- ta che si aprirebbe al governo in materia di Tfr. "Il Tfr è salario differito che già appartiene al singolo lavoratore: è lui, semmai che do- vrebbe poter decidere, volontariamente, dove destinarlo. Siamo stufi del fatto che Governo e Parlamento vogliano disporre dei soldi dei lavoratori. Peraltro, l'inseri- mento del Tfr in busta paga, con l'attuale normativa, comporterebbe un aggravio della tassazione. Senza contare che, oggi, milioni di lavoratori lo hanno già destinato alla creazione di una posizione previden- ziale integrativa", elenca. "La verità è che non c'è alternativa: per far crescere i salari, bisogna continuare ad ab- bassare le tasse sul lavoro", conclude. LEGGE STABILITÀ PROIETTI, TFR È SALARIO DIFFERITO NON SALARIO AGGIUNTIVO Ogni lavoratore deve essere libero di scegliere sua destinazione Roma, 30 set. - Sul Tfr in busta paga "il Governo continua a fare annunci di provve- dimenti senza valutare attentamente la normativa vigente". È Domenico Proietti, segretario confede- rale Uil a commentare l'ultima proposta avanzata dal premier Renzi per cercare di dare ossigeno alla domanda di consumo interna. Il Tfr, infatti, ricorda il sindacato, "è salario differito e quindi già nella titolarità del lavoratore. Il riconoscimento in busta paga non è quindi un aumento di retribuzione o un bonus aggiuntivo riconosciuto dal Governo, ma semplicemente un anticipo di quanto già spettan- te al lavoratore". E , in ogni caso, "un eventuale intervento di legge, in questa direzione, deve preve- dere che sia il lavoratore a scegliere liberamente come utilizzare il proprio Tfr".
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IN QUESTO NUMERO

In primo piano ● TFR. Barbagallo, decida il lavoratore cosa fare ( Adnkronos) p. 1● LEGGE STABILITÀ. Proietti, TFR è salario differito non salario aggiuntivo ( Adnkronos) p. 1● DDL LAVORO. Barbagallo, ok TFR in busta paga ma solo se volontario ( IlSole24Ore Radiocor) p. 2

Le interviste ● RIFORMA PENSIONI. Proietti: ora Renzi mantengale promesse con la Legge di Stabilità ( Il Sussidiario.net) p. 2

Gli approfondimenti ● Approfondimento e commento sull’ipotesi di riconoscimento del TFR in busta paga p. 4

La UIL sulla stampa ● TFR in busta paga, Confindustria chiude: “Toglierà10 miliardi alle imprese” (La Stampa Economia) p. 5● Bisogna continuare ad abbassare le tasse sul lavoro ( ASCA) p. 6 ● I dubbi dei sindacati sul TFR in busta paga: “Sia scelta consapevole” ( LaRepubblica.it) p. 7● Critiche dai sindacati: non è aumento salariale( Il Sole 24 Ore) p. 8● “Con il TFR il bonus sale a 180 euro per chi ne guadagna 1300” ( La Repubblica) p. 9● Renzi rilancia: altri 100 euro al mese“TFR in busta con i soldi di Draghi” ( La Nazione) p. 10

La UIL sul web da p. 10 ● Corriere della Sera ● Milano Finanza ● Wall Street Italia ● Contatto News

Le dichiarazioni sul web ● ISTAT. Proietti, Bellissima: dati Istat dimostrano che è improcrastinabile taglio tasse su pensioni(IlSussidiario.net – il Cittadino – Roma OnLine Business Online – CorrieredellaSera..it) p. 11

OSSERVATORIO PREVIDENZAAnno VI – n. 9

6 OTTOBRE 2014

In primo pianoTFRBARBAGALLO, DECIDA IL LAVORATORE COSA FARE ma se in busta paga allora tassazione agevolata

Roma, 3 ott. - "L'unica cosa che il Governo dovrebbe fare è con-sentire al singolo lavoratore di poter di-sporre liberamente del proprio Tfr". E' il segretario generale aggiunto, Carmelo Bar-bagallo, a delineare così l'unica via di usci-ta che si aprirebbe al governo in materia di Tfr."Il Tfr è salario differito che già appartiene al singolo lavoratore: è lui, semmai che do-vrebbe poter decidere, volontariamente, dove destinarlo. Siamo stufi del fatto che Governo e Parlamento vogliano disporre dei soldi dei lavoratori. Peraltro, l'inseri-mento del Tfr in busta paga, con l'attuale normativa, comporterebbe un aggravio della tassazione. Senza contare che, oggi, milioni di lavoratori lo hanno già destinato alla creazione di una posizione previden-ziale integrativa", elenca."La verità è che non c'è alternativa: per far crescere i salari, bisogna continuare ad ab-bassare le tasse sul lavoro", conclude.

LEGGE STABILITÀPROIETTI, TFR È SALARIO DIFFERITO NON SALARIO AGGIUNTIVO Ogni lavoratore deve essere libero di scegliere sua destinazione

Roma, 30 set. - Sul Tfr in busta paga "il Governo continua a fare annunci di provve-dimenti senza valutare attentamente la normativa vigente". È Domenico Proietti, segretario confede-rale Uil a commentare l'ultima proposta avanzata dal premier Renzi per cercare di dare ossigeno alla domanda di consumo interna. Il Tfr, infatti, ricorda il sindacato, "è salario differito e quindi già nella titolarità del lavoratore. Il riconoscimento in busta paga non è quindi un aumento di retribuzione o un bonus aggiuntivo riconosciuto dal Governo, ma semplicemente un anticipo di quanto già spettan-te al lavoratore". E , in ogni caso, "un eventuale intervento di legge, in questa direzione, deve preve-dere che sia il lavoratore a scegliere liberamente come utilizzare il proprio Tfr".

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Nel merito, inoltre, prosegue Proietti, il premier sembra comunque "ignorare buona parte delle norme che attualmente regolano il trattamento di fine rapporto". Innanzitutto che il Tfr può essere destinato alla previdenza complementare che, in questi anni, ha dato rendimenti medi sensibil-mente superiori alla rivalutazione di quello lasciato in azienda. Inoltre, che per le aziende con al -meno 50 dipendenti il Tfr non destinato alla previdenza complementare transiti nel Fondo di Teso-reria del Mef che vale oggi oltre 6 miliardi l'anno. "Il Governo intende rinunciare a questo flusso?", chiede Proietti.E ricorda come limitare il provvedimento al mondo privato crei nuova discriminazione verso il pubblico impiego e come lo sviluppo della cessione del quinto dello stipendio abbia già di fatto prosciugato il Tfr in mano ai lavoratori. Infine la questione fiscale: "la quota di Tfr riconosciuta eventualmente in busta paga andrebbe comunque sterilizzata ai fini fiscali, per evitare la beffa di un aumento delle tasse".

DDL LAVOROBARBAGALLO, OK TFR IN BUSTA PAGA MA SOLO SE VOLONTARIO

- Milano, 30 set - Carmelo Barbagallo, segretario generale aggiunto di Uil, è favorevole al Tfr in busta paga “purchè sia su base volontaria. Se vogliono farlo lo facciano su base volontaria”. In realtà, secondo il sindacalista, il Tfr in busta paga “aumenta la tassazione, quindi bisogna capire di cosa stiamo parlando, visto che il Tfr ha tasse più basse. Poi creerebbe problemi per la pensione integrativa” e non è detto che non intacchi “la liquidità delle aziende”. Il sindacalista ha aggiunto che se fosse imposto per legge, “mi saprebbe di liberismo forsennato. Il mio ex datore di lavoro, Giovanni Agnelli, diceva: 'le peggiori leggi di destra le possono fare solo coloro che si dichiarano di sinistra”.Barbagallo è stato critico nei confronti delle proposte di Renzi, espresse anche oggi sul Washing-ton Post. “Ho l'impressione che sia lui a dividere il Paese”, ha dichiarato. Il sindacalista ha ricordato che le coppie giovani non fanno figli e così “siamo un Paese in via d'estinzione e al mondo non c'è paese che cresca economicamente senza crescita demografica”. Barbagallo ha associato Renzi “a Monti e Letta” che prendono decisioni secondo i criteri della Merkel.

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Le intervisteLe interviste

del 2 ottobre 2014

RIFORMA PENSIONI/ Proietti (Uil):ora Renzi mantenga le promesse con la Legge di stabilità

RIFORMA PENSIONI Due settimane ancora e il governo presenterà la Legge di stabilità. Fino a prima di settembre, sem-brava che uno dei temi affrontati dal Governo po-tesse essere quello delle pensioni, ma nelle ultime settimane tutto è finito quasi nel dimenticatoio, in-nanzi alla lotta Renzi-sindacati-minoranza Pd sul-l’articolo 18. Fra quindici giorni, però, l’esecutivo

verrà allo scoperto e il mondo pensionistico cono-scerà i provvedimenti redatti. Per fare il punto del-la situazione, e cercare di capire se le promesse del Governo saranno mantenute, abbiamo sentito Domenico Proietti, segretario confederale Uil, che chiede un taglio delle tasse sulle pensioni, peraltro impegno preso dallo stesso Presidente del Consi-glio.

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Riforma delle pensioni: prestito pensionabile, flessibilità sull’età, bonus e penalizzazioni. Se ne era parlato tanto, ma negli ultimi tempi il tema è passato sotto traccia. Che farà il gover-no?Noi pensiamo che in occasione della Legge di sta-bilità ci debba essere un intervento molto preciso e deciso da parte dell’esecutivo, che faccia seguito agli annunci degli ultimi mesi.

Entriamo nel merito.Riteniamo che bisogna reintrodurre un principio di flessibilità: proponiamo un range tra i 62-70 anni entro il quale il lavoratore può scegliere - in base a tante esigenze, come ad esempio la tipologia di la-voro (usurante o meno) e lo stato di salute - come andare in pensione.

Che vantaggi si avrebbero?Questo consentirebbe anche di portare finalmente a soluzione il problema degli esodati, che ha tro-vato una positiva risposta negli ultimi due anni grazie alla mobilitazione del sindacato, ma che ri-guarda ancora un consistente numero di persone che hanno diritto a una risposta.

Un altro tema sul versante pensionistico che bi-sogna affrontare?Si deve dare un segnale di rivalutazione delle pen-sioni attraverso un taglio delle tasse. E proprio su questo noi richiamiamo il presidente Renzi al ri-spetto dell’impegno che lui stesso ha assunto nello scorso maggio in occasione del bonus degli 80 euro per i lavoratori dipendenti, quando affermò che con la Legge di stabilità tale “premio” sarebbe stato esteso anche ai pensionati. Chiediamo che venga mantenuta la promessa.

Invece, in materia di pensione anticipata, Cesa-re Damiano propose 62 anni di età più 35 di contributi a braccetto di un sistema di incentivi e disincentivi, ma non trovò d’accordo tutto il Partito democratico. Lei come valuta questa sua idea?Noi della Uil riconosciamo l’impegno del presi-dente della Commissione Lavoro della Camera, ma non condividiamo assolutamente che sia previ-

sta una penalizzazione, che non ci deve essere as-solutamente, visto che è già implicita.

In che senso?Se il lavoratore va in pensione a 62 anni, con il si-stema contributivo, avrà versato meno contributi e dunque prenderà meno di pensione. Non ci può essere certo un ulteriore danno.

La Legge di stabilità verrà presentata a metà ottobre: pensa quindi che l’esecutivo, che deve tener conto dei vincoli di bilancio, manterrà gli impegni presi?Noi confidiamo che il governo rispetti quanto af-fermato. Il ministro Poletti, più volte, ha sottoli-neato come si stesse lavorando per reintrodurre un principio di flessibilità. E poi ci sono, soprattutto, le affermazioni di Matteo Renzi, che ha esplicita-mente detto che avrebbe esteso il taglio delle tasse (attraverso il bonus degli 80 euro) anche ai pensio-nati. Ci aspettiamo dunque che le parole vengano seguite dai fatti. Il premier afferma di essere una persona che rispetta gli impegni: tra pochi giorni avremo la prova del nove

È ottimista?Allora, sia l’operazione di flessibilità sia quella re-lativa a un primo taglio delle tasse sono pienamen-te sostenibili dal punto di vista economico. E dico il perché.

Prego.Bisogna andare a riprendere parte di quelle risorse che Fornero e Monti hanno tolto al sistema previ-denziale – si parla di 80 miliardi nel prossimo de-cennio. Altri ingredienti della ricetta sono i tagli alla spesa improduttiva, agli sprechi della politica e la razionalizzazione delle municipali, che al mo-mento sono più di 8mila: ne bastano mille. Rispar-mieremmo diversi miliardi. Infine, è necessario che si agisca in maniera più incisiva in materia di evasione fiscale, che rappresenta l’emergenza più grande dell’Italia. Si parla di 180 miliardi di euro: se si riuscisse a recuperali, anche in parte, si avrebbe un gran bel tesoretto da investire in finan-ziamenti a favore della ripresa e lotta alla disoccu-pazione. (Fabio Franchini)

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Gli approfondimentiGli approfondimenti

APPROFONDIMENTO E COMMENTO SULL’IPOTESI DI RICONOSCIMENTO DEL TFR IN BUSTA PAGA

Il Governo continua a fare annunci di provvedimenti senza valutare atten-tamente la normativa vigente. Ultima in ordine di tempo la proposta di mettere il TFR dei lavoratori in busta paga. È bene ricordare in proposito che il TFR è salario differito e quindi già nella titolarità del lavoratore. Il riconoscimento in busta paga non è quindi un aumento di retribuzione o un bonus aggiuntivo riconosciuto dal Governo ma semplicemente un anti-cipo di quanto già spettante al lavoratore. Per la UIL in ogni caso un even-

tuale intervento legislativo in questa direzione deve prevedere che sia il lavoratore a scegliere li -beramente come utilizzare il proprio TFR. Nel merito il Presidente Renzi sembra comunque ignorare buona parte delle norme che attualmente regolano il trattamento di fine rapporto. 1) Il TFR può essere destinato alla previdenza complementare che, in questi anni, ha dato rendi-menti medi sensibilmente superiori alla rivalutazione del TFR lasciato in azienda. Il TFR è infatti la principale fonte di finanziamento della previdenza complementare (articolo 8, comma 1, d.lgs. n. 252/05). Senza quel 6,91% della retribuzione versato al Fondo pensione – e stante le retribu-zioni medie particolarmente basse ed incapaci di favorire il risparmio previdenziale - l’accanto-namento sarebbe assolutamente insufficiente ad assicurare una copertura di secondo pilastro adeguata alle future esigenze previdenziali. Ricordiamo anche che la previdenza complementare era prevista dalla L. 335/95 come elemento indispensabile da affiancare al passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, per garantire tassi di sostituzione complessivi adeguati. Inoltre dal 1993 ad oggi il rendimento medio dei Fondi Pensione è stato nettamente superiore a quello del TFR. Come dimostra una recente comparazione del Corriere Economia: il TFR maturato e la-sciato in azienda da un lavoratore in venti anni da 58.000 euro è diventato 75.749, lo stesso TFR destinato invece al Fondo Pensione di categoria è diventato 103.134 per effetto dei rendimenti ottenuti. Senza contare che la tassazione finale è poi molto più favorevole per la previdenza com-plementare, con un’aliquota del 15% ulteriormente riducibile fino al 9%, rispetto a quella gra-vante sul TFR che è data dall’aliquota marginale media degli ultimi 5 anni di lavoro. Nel solo 2013 i Fondi Pensione Negoziali hanno poi reso il 5,4% a fronte dell’1,7% del TFR che risulta quindi ampiamente battuto dalla previdenza complementare. TFR battuto anche se si allarga l’o-rizzonte temporale di valutazione. Dal 2000 ad oggi il rendimento dei Fondi Pensione Negoziali è stato del 48,7% a fronte del 46,1% registrato dal TFR. Inoltre il trend di inflazione si è costante-mente ridotto negli ultimi anni pesando sensibilmente sul rendimento del TFR lasciato in azien-da. 2) L’attuale normativa – per effetto della Legge di Stabilità del 2007 - prevede per le aziende con almeno 50 dipendenti che il TFR non destinato alla previdenza complementare transiti nel Fon-do di Tesoreria del MEF. Così, su un totale di TFR maturando di circa 22/23 miliardi, 5,5 miliardi vanno ai fondi pensione, circa 11 restano in azienda e 6 confluiscono a questo fondo. Che gesti-sce ormai oltre 30 miliardi di Euro. Quei soldi dovevano essere destinati al finanziamento di ope-re infrastrutturali mentre oggi finanziano spesa corrente. Questa situazione è stata più volte de-nunciata anche dalla Corte dei Conti. È evidente che una proposta che preveda di versare il TFR in busta paga dovrebbe anche prevedere l’abolizione di questo Fondo Tesoreria con conseguente interruzione di un flusso di circa 6 miliardi annui per le casse dello Stato. Il Governo intende quindi rinunciare a questo flusso? 3) Dalle dichiarazioni del Presidente del Consiglio si apprende che l’anticipo in busta paga del TFR varrebbe solo per il settore privato e non per quello pubblico. Se nella visione del Governo questa decisione costituisce un vantaggio per i lavoratori l'esclusione del comparto pubblico sa-rebbe una nuova pesante discriminazione per un settore già escluso dalla riforma della previ-

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denza complementare attuata con il d.lgs. n. 252/05. Una situazione che sarebbe inaccettabile e priverebbe oltre 3 milioni di lavoratori di una possibilità di scelta offerta invece a tutto il resto del mondo del lavoro. Sarebbe peraltro singolare che lo Stato chiedesse alle aziende di anticipare il TFR dei lavoratori, privandole di liquidità a basso costo, e poi non lo facesse lui in primis come datore di lavoro pubblico.4) In questi anni si è sviluppata in maniera esponenziale la cessione del quinto dello stipendio e quindi in molti casi il TFR è di fatto nella disponibilità delle finanziarie come garanzia del presti -to. Il vincolo derivante dal contratto di cessione non permetterebbe quindi al lavoratore di avere il TFR disponibile in quanto verrebbe pregiudicata la garanzia del prestito contratto. Peraltro casi di parziale o totale indisponibilità del TFR sono molto frequenti e non riguardano solo le cessioni del quinto ma anche molte altre fattispecie (pignoramenti, vincoli per sentenza di divor-zio, ecc.) la gestione delle quali è estremamente complicata e gravosa.5)La quota di TFR riconosciuta eventualmente in busta paga andrebbe comunque sterilizzata ai fini fiscali, per evitare la beffa di un aumento delle tasse. Se il TFR anticipato fosse infatti tassato in via ordinaria avrebbe effetti sull’aliquota marginale, determinando un aumento della tassazio-ne, ed il netto riconosciuto in busta sarebbe di conseguenza sensibilmente più basso rispetto alle cifre circolate in questi giorni. Peraltro a fronte di una tassazione del TFR destinato a previdenza complementare molto più vantaggiosa (15% ulteriormente riducibile fino al 9%).Siamo quindi in presenza di una materia molto complessa, ricordiamo pertanto al Presidente Renzi il motto che ispirava l’azione del Presidente Luigi Einaudi “Conoscere per deliberare”.

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La UIL sulla stampaLa UIL sulla stampa

ECONOMIA - 5 ottobre 2014

Tfr in busta paga, Confindustria chiude: “Toglierà 10 miliardi alle piccole imprese”

Il presidente Squinzi: «La nostra risposta è no. Vantaggi solo per il fi-sco». E sferza il governo sulla riforma dell’articolo 18: «Non regaliamo l’ultimo miglio alla paura»

Dopo l'altolà dei piccoli, i paletti dei grandi. Confindustria dice no al Tfr in busta paga, una misura che, nelle intenzioni di Palazzo Chigi, dovrebbe dare nuovo impulso ai consumi, congelati ormai da mesi. «L’unico reale beneficiario di questa operazione sarebbe il fisco», taglia corto il numero degli industriali Giorgio Squinzi, che avvisa Renzi: «Nulla che possa nuocere ulteriormente alle imprese è tollerabile». Da Napoli Squinzi spiega perché l’opera-zione è considerata troppo rischiosa: «Per ora l’unica cosa che abbiamo compreso è che l’i-potesi sul Tfr fa sparire con un solo colpo di penna circa 10-12 miliardi per le piccole im-prese italiane. Questo meccanismo metterebbe in crisi la liquidità aziendale, l’Inps e i Fon-di pensione». Se chiude, momentaneamente al Tfr, il presidente Squinzi sferza però il governo sulla rifor-ma del lavoro. Dopo passi «apprezzabili per determinazione e coraggio» sul mercato del la-voro, avverte: «Non regaliamo l’ultimo miglio alla paura». Ed a chi «parla di noi come pa-droni» che vogliono «il lavoratore più debole e senza protezioni», il leader degli industriali replica: faccia «un corso di formazione nelle nostre fabbriche».

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«Affrontiamo il problema nella sua complessità e nella sua interezza, perché non si tratta del solo articolo 18», continua Squinzi. «Questo disegno di riforma sul contratto a tempo indeterminato e sulla flessibilità in entrata ed in uscita reggerà solo se accompagnato da una innovazione altrettanto importante e coraggiosa degli ammortizzatori sociali e dei ser-vizi per l’impiego, della formazione al lavoro e dell’orientamento». La riforma, dice il leader degli industriali «sarà compresa, agevolata e sostenuta se accompagnata da una azione de-cisa sulle politiche attive, rifondando radicalmente i meccanismi che si occupano del mer-cato del lavoro, di un moderno ed efficiente incontro tra domanda e offerta». In realtà qualche dubbio sul Trf serpeggia pure all’interno dell’esecutivo. «Voglio essere molto chiaro sulla posizione del governo: farà questa operazione solo se sarà totalmente neutra per le imprese», dice il viceministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda alla platea del Forum della Piccola Industria. Se si potrà mettere in campo «una operazione neutra sulle Pmi allora funzionerà» mentre «se dovesse essere indispensabile toccare la li-quidità delle imprese», se ci dovesse essere un qualsiasi impatto negativo sulle imprese, dal credito al costo dei finanziamenti, «il Governo non lo farà perché è consapevole che il settore industriale è quello che può trainare la ripresa, e va aiutato e supportato». Il progetto, comunque, è ancora nella fase di «perfezionamento», e starebbe prendendo quota l’ipotesi di rendere disponibile la liquidazione per i dipendenti che lo vorranno in una unica tranche, invece che mese per mese, come una sorta di ulteriore «tredicesima». Inoltre si sta valutando se liberare tutto il Tfr o solo il 50%. «Se si creano le condizioni si può fare, altrimenti meglio lasciar perdere», fa il punto il ministro del Lavoro Giuliano Po-letti. Per la Cisl Annamaria Furlan, che si appresta a diventare la nuova leader del sindacato di via Po, avverte che se verrà fatta questa scelta l’aumento in busta paga che deriva dal Tfr «deve essere a tasse zero». Mentre dalla Uil, il segretario generale aggiunto Carmelo Barba-gallo dice: «Il Tfr è salario differito che già appartiene al singolo lavoratore: è lui, semmai che dovrebbe poter decidere, volontariamente, dove destinarlo. Siamo stufi del fatto che Governo e Parlamento vogliano disporre dei soldi dei lavoratori».

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3 ottobre 2014

Bisogna continuare ad abbassare le tasse sul lavoro (ASCA) - Roma, 3 ott 2014 Il Tfr "è salario differito che già appartiene al singolo lavoratore: è lui, semmai che dovrebbe poter decidere, volontariamente, dove destinarlo. Siamo stufi del fatto che Governo e Parla-mento vogliano disporre dei soldi dei lavoratori". Lo afferma Carmelo Barbagallo, segretario generale aggiunto Uil, secondo cui l'inserimento del Tfr in busta paga, "con l'attuale normativa, comporterebbe un aggravio della tassazione. Senza contare che, oggi, milioni di lavoratori lo hanno già destinato alla creazione di una posizione previdenziale integrativa. L'unica cosa che il Governo dovrebbe fare, dunque, e' consentire al singolo lavoratore di poter disporre liberamente del proprio Tfr. La verità è che non c'è alter-nativa: per far crescere i salari, bisogna continuare ad abbassare le tasse sul lavoro".

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del 1 ottobre 2014

I dubbi dei sindacati sul Tfr in busta paga: "Sia scelta consapevole"

Le aziende temono un salasso, mentre i lavoratori sono indecisi. Per la Cgil si tratta di "soldi dei lavoratori,

nessuno racconti che siamo di fronte a degli aumenti salariali". Cisl e Uil chiedono la possibilità di scegliere la destinazione delle risorse.

È importante la libertà di scelta

MILANO - Meglio il Tfr in busta paga o accantonato per il futuro? Se lo chiedono in queste ore maggioranza e opposizione, ma anche sindacati e lavoratori. Per le aziende la mossa avrebbe un effetto dirompente sui conti: per i piccoli artigiani costerebbe fino a 4,5 miliardi di euro l'anno e società dovrebbero ricorrere a prestiti bancari per erogare l'anticipo. Per i dipendenti il dubbio è ancora più complesso: un aumento in busta paga oggi, infatti, si tradurrebbe in una forte riduzione del Trattamento di fine rapporto al momento dell'uscita dall'azienda. Con un'ulteriore incognita: oggi il Tfr beneficia di una tassazione agevolata, se invece entrasse in busta paga rischierebbe di finire in un'aliquota Irpef più elevata. Insomma per evitare che l'au-mento (circa 55 euro al mese fronte di 1.500 euro lordi) venga mangiato dalla tasse è necessa-rio studiare un meccanismo ad hoc. Un po' come accaduto per il bonus da 80 euro.È contraria alla proposta la Cgil secondo cui "invece di fare annunci roboanti sui soldi dei lavo-ratori, sarebbe bene pensare concretamente a come si evita di impoverirli ancora", dice Susan-na Camusso che aggiunge: "Sono soldi dei lavoratori e nessuno racconti che siamo di fronte a degli aumenti salariali". Per la Uil "è bene ricordare che il Tfr è salario differito e quindi già nel-la titolarità del lavoratore". Anche per questo la Cisl "deve essere chiaro, per una scelta consa-pevole, che si tratta di usare in anticipo risorse non più utilizzabili altrimenti al momento delpensionamento e per la previdenza complementare".Il premier, Matteo Renzi, è tornato nuovamente sulla questione durante la puntata di Ballarò. "Il tfr così com'è c'è praticamente solo in Italia", ma "la preoccupazione è che se diamo il tfr su-bito in busta paga ci sia un problema di liquidità per le piccolissime imprese, le grandi ce la fanno. Allora sulla base di questo stiamo ragionando sul fatto che l'Abi, l'associazione delle banche, possa dare i soldi che arrivano dall'Europa, quelli che chiamiamo i soldi di Draghi, esattamente alle piccole imprese per garantire liquidità: questo garantirebbe al lavoratore di avere un pò più di soldi da spendere. Ne discuteremo nei prossimi giorni. Ma anzichè tenere i soldi da parte alla fine del lavoro te li do tutti i mesi. Significa che, per Matteo Renzi uno che guadagna 1.300 euro, un altro centinaio di euro al mese che uniti agli 80 euro inizia a fare una bella dote, circa 180 euro.

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del 1 ottobre 2014

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del 1 ottobre 2014

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Uil: Tfr è già del lavoratore, governo valuti bene normativa

Uil: Tfr è già del lavoratore, governo valuti bene normativa

Le dichiarazioni sul webLe dichiarazioni sul web

ISTATProietti – Bellissima: dati Istat dimostrano che è improcrastinabile taglio tasse sulle pensioni

Roma, 26 settembre 2014 - Gli odierni dati Istat dimostrano che è im-procrastinabile il taglio delle tasse sulle pensioni. Il presidente Renzi mantenga l’impegno assunto nella scorsa primavera di estendere il bonus fiscale di 80 euro ai pensionati. Que-sto provvedimento serve a dare sollievo a milioni di persone che in questi anni hanno visto impoverire il potere d’acquisto delle proprie pensioni

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