Informativa al pubblico III Pilastro – Basilea 3
31 dicembre 2016
Confidi.net Soc. Coop.
AI SENSI DELLE DISPOSIZIONI DI VIGILANZA PER GLI INTERMEDIARI FINANZIARI
ISCRITTI ALL’ALBO UNICO EX ART. 106 TUB (CIRC. N. 288 DEL 3 APRILE 2015)
Rimini, 8 giugno 2017
Informativa al pubblico – III Pilastro
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INDICE
PREMESSA ................................................................................................................................................................................................................................... 3
OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO – ART. 435 CRR .......................................................................................................................... 5
AMBITO DI APPLICAZIONE – ART. 436 CRR ...................................................................................................................................................................... 17
FONDI PROPRI – ART. 437 CRR ............................................................................................................................................................................................. 18
REQUISITI DI CAPITALE – ART. 438 CRR ............................................................................................................................................................................ 22
RETTIFICHE DI VALORE SU CREDITI – ART. 442 CRR .................................................................................................................................................... 25
USO DELLE ECAI – ART. 444 CRR ........................................................................................................................................................................................ 29
ESPOSIZIONE IN STRUMENTI DI CAPITALE NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE – ART. 447 CRR .................................. 31
ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SU POSIZIONI NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE – ART. 448
CRR 33
ESPOSIZIONE IN POSIZIONI VERSO LA CARTOLARIZZAZIONE – ART. 449 CRR .................................................................................................... 35
LEVA FINANZIARIA – ART. 451 CRR .................................................................................................................................................................................... 36
TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO – ART. 453 CRR ............................................................................................................... 38
DICHIARAZIONE AI SENSI DELL’ART. 435, LETT.E) ED F) DEL REGOLAMENTO UE N. 575/2013 ........................................................................ 39
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PREMESSA
Il primo gennaio 2014 è entrata in vigore la nuova disciplina prudenziale per le banche e per le imprese di
investimento contenuta nel Regolamento (UE) n. 575/2013 (Capital Requirements Regulation, c.d. CRR,
contenente riferimenti direttamente applicabili all’interno di ciascuno stato membro) che ha trasposto
nell’ordinamento dell’Unione Europea gli standard definiti del Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria (il
c.d. framework di Basilea 3). Il CRR è integrato da norme tecniche di regolamentazione o attuazione approvate
dalla Commissione Europea su proposta delle autorità europee di supervisione (norme di secondo livello),
nonché dalle disposizioni emanate dalle autorità nazionali e dagli stati membri per il recepimento della
disciplina comunitaria. A tale riguardo, con la pubblicazione della Circ. 288/2015 - Banca d’Italia - “Disposizioni
di Vigilanza per gli intermediari finanziari”, sono state indicate le modalità attuative della disciplina contenuta
nel CRR, delineando un quadro normativo in materia di vigilanza prudenziale integrato con le disposizioni
comunitarie di diretta applicazione.
Confidi Punto Net Soc. Coop. (d’ora innanzi “Confidi.net” o “il Confidi”), in qualità di intermediario finanziario
vigilato iscritto all’Albo Unico ex art. 106 TUB dal 5 agosto 2016, è pertanto tenuto a formalizzare quanto
richiesto dalle disposizioni di vigilanza al fine di assicurare il rispetto dei requisiti di informativa, valutandone
l’adeguatezza anche in termini di modalità e frequenza della diffusione.
La nuova normativa si basa, in linea con il passato, su tre Pilastri:
a) il primo pilastro attribuisce rilevanza alla misurazione dei rischi e del patrimonio, prevedendo il
rispetto di requisiti patrimoniali per fronteggiare le principali tipologie di rischio dell’attività bancaria e
finanziaria (di credito, di mercato e operativo).
b) il secondo pilastro richiede agli intermediari di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo
dell’adeguatezza patrimoniale (cosiddetto “Internal Capital Adequacy Assessment Process” - ICAAP), in
via attuale e prospettica e in ipotesi di “stress”, a fronte di tutti i rischi rilevanti per l’attività (credito,
di mercato, operativo, di concentrazione, di tasso di interesse, di liquidità ecc.) e di un robusto sistema
organizzativo, di governo societario e dei controlli interni.
c) il terzo pilastro prevede specifici obblighi di informativa al pubblico riguardanti l’adeguatezza
patrimoniale, l’esposizione ai rischi e le caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione,
misurazione e controllo.
Per ciò che attiene, in particolare, all’informativa al pubblico, la materia è disciplinata direttamente dal
Regolamento (UE) n. 575/2013, Parte Otto e Parte Dieci, Titolo I, Capo 3.
L’EBA ha, inoltre, emanato degli orientamenti e linee guida con riferimento:
alle modalità di applicazione da parte degli enti dei criteri di esclusività e riservatezza in ordine agli
obblighi di informativa;
alla valutazione della necessità di pubblicare con maggiore frequenza l’informativa al pubblico;
al contenuto dell’informativa avente ad oggetto le attività vincolate e non vincolate.
I citati riferimenti sono integrati dal Titolo IV, Capitolo 13, Sezione 1 della Circolare 288/2015 della Banca
d’Italia.
Il presente documento, denominato “Informativa al pubblico – III Pilastro – 31 dicembre 2016”, è stato redatto
dal Confidi su base individuale. Il documento è reso disponibile annualmente, congiuntamente ai documenti di
bilancio, mediante pubblicazione sul sito internet www.confidi.net nella sezione azienda/informativa III
pilastro, come richiesto dalla normativa di riferimento.
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In proposito si fa presente che il documento riprende stralci di informativa già riportata nel Bilancio 2016
(documento sottoposto a revisione legale dei conti ex artt. 14 e 16 D.Lgs. 39/2010 da parte della società PKF
Italia S.p.A.).
Infine, si precisa che non essendo utilizzati da Confidi.net metodi interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali,
al presente documento non si applicano gli art. 452, 454 e 455 del Regolamento (UE) n. 575/2013.
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TAVOLA 1
OBIETTIVI E POLITICHE DI GESTIONE DEL RISCHIO – ART. 435 CRR
Il modello di governo dei rischi, ovvero l’insieme dei dispositivi di governo societario e dei meccanismi di
gestione e controllo finalizzati a fronteggiare i rischi cui è esposto il Confidi, si inserisce nel più ampio quadro
del Sistema dei Controlli Interni aziendale, definito in coerenza con le nuove disposizioni di vigilanza
prudenziale per gli intermediari finanziari emanate con la Circolare della Banca d’Italia n. 288/2015.
Tali disposizioni, pur ponendosi in linea di continuità con la cornice normativa e regolamentare precedente,
hanno introdotto rilevanti novità che hanno impegnato il Confidi – e ancora in prospettiva – a una serie di
articolati interventi sull’organizzazione, sui processi, sui dispositivi interni aziendali.
Il principio ispiratore delle scelte aziendali in materia si basa su un assunto fondamentale, ovvero la
consapevolezza che un efficace sistema dei controlli costituisca la condizione essenziale per il perseguimento
degli obiettivi aziendali e che gli assetti organizzativi e i processi debbano costantemente risultare atti a
supportare la realizzazione degli interessi dell’impresa contribuendo, al contempo, ad assicurare condizioni di
sana e prudente gestione e stabilità aziendale. Funzioni di controllo autorevoli e adeguate contribuiscono,
infatti, a guidare gli organi di vertice verso scelte strategiche coerenti con il quadro normativo e con le
potenzialità aziendali, agevolano lo sviluppo di una cultura aziendale orientata alla correttezza dei
comportamenti e all’affidabilità operativa, permettono di accrescere la fiducia degli operatori e dei clienti.
Nel corso degli anni il Confidi ha rafforzato l’integrazione tra la Pianificazione Strategica e il Controllo dei Rischi,
sia per un naturale percorso di crescita professionale che per le novità normative. Tale integrazione, in
continua evoluzione, è attualmente strutturata nel seguente modo:
Definizione del Piano Strategico triennale e, in particolare, delle linee generali sul tema della
gestione dei rischi;
Adeguamento del Piano strategico con un orizzonte “mobile” su tre anni e predisposizione del Piano
di Sviluppo Commerciale;
Definizione annuale delle politiche di rischio nel documento Policy del Credito approvato in
concomitanza del Budget annuale.
E’ inoltre intenzione del Consiglio di Amministrazione continuare il progetto di formalizzazione del Risk Appetite
Framework (RAF) al fine di prevedere un sistema di indicatori e un approccio integrato alla gestione dei rischi
che consentano una completa rispondenza degli obiettivi di rischio con gli obbiettivi strategici e commerciali
prefissati.
L’implementazione del RAF viene assicurata attraverso l’interazione fra la funzione di Risk Management e
l’ufficio Pianificazione e Organizzazione, a seguito dello svolgimento dei processi di pertinenza.
Con riferimento ai rischi quantificabili, la declinazione degli elementi costituenti il RAF continuerà ad essere
impostata facendo riferimento alle medesime metodologie di misurazione dei rischi utilizzate ai fini della
valutazione aziendale dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP). Per ogni parametro identificato sono definiti:
- il livello di risk appetite, ovvero il livello di rischio che Confidi.net intende assumere per il
perseguimento dei propri obiettivi strategici;
- il livello di risk tolerance, ovvero la devianza massima dal risk appetite consentita;
- il livello di risk capacity, ovvero il massimo livello di rischio che il Confidi è tecnicamente in grado di
assumere senza violare i requisiti regolamentari o altri vincoli imposti dall’Autorità di Vigilanza.
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La definizione del percorso nell’orizzonte strategico avviene in coerenza con la definizione di un livello di
propensione al rischio che, sulla base del principio di una sana e prudente gestione, garantisce la necessaria
stabilità economico-finanziaria, il mantenimento di un elevato standing di mercato, nonché, più in generale, il
raggiungimento degli obiettivi strategici sulla base di una allocazione del capitale maggiormente efficiente.
A tal proposito coerentemente con le vigenti disposizioni di vigilanza prudenziale, Confidi.net è dotato di un
processo per la determinazione del capitale complessivo – in termini attuali e prospettici – al fine di
fronteggiare tutti i rischi rilevanti cui è o potrebbe essere esposto in base alla propria operatività (ICAAP -
Internal Capital Adequacy Assessment Process).
Confidi.net opera attraverso un modello di governance tradizionale, descritto nella Relazione sulla Struttura
Organizzativa. Le finalità e le attività sviluppate da ciascuna unità organizzativa, nonché le modalità di
coordinamento e di integrazione tra i diversi attori coinvolti nei processi di controllo sono disciplinate dai
regolamenti aziendali.
In quest’ambito, si distinguono i controlli di primo, di secondo e di terzo livello.
I controlli di linea o di primo livello, sono diretti ad assicurare il corretto svolgimento dell’operatività aziendale.
Tali controlli vengono effettuati dalle singole unità operative (controlli di tipo gerarchico, sistematici e a
campione) o incorporati nelle procedure automatizzate ovvero eseguiti nell’ambito dell’attività di back office.
Per l'assolvimento di tale adempimento, gli uffici individuati effettuano i controlli di completezza, contabili ed
operativi previsti da apposite schede che ne definiscono le modalità e la tempistica; le schede compilate e
sottoscritte dai responsabili di ciascun ufficio vengono trasmesse mensilmente alla funzione Risk Management.
I controlli di secondo livello sono demandati a specifici attori che hanno come mission quella di controllare le
attività svolte ed i risultati conseguiti dalle diverse aree operative. In particolare, gli attori individuati, hanno
l’obiettivo di concorrere alla definizione delle metodologie di misurazione del rischio (con riferimento a tutte le
tipologie di rischio), verificare il rispetto dei limiti assegnati alle varie funzioni operative e controllare la
coerenza dell’operatività delle singole unità organizzative di linea con gli obiettivi loro assegnati (funzione Risk
Management e funzione Compliance).
Vi sono, infine, i controlli interni rivolti alla valutazione periodica della funzionalità e completezza del Sistema
dei Controlli Interni (Internal Audit), nonché i controlli esercitati dall’Alta Direzione, dal Collegio Sindacale e
dalla Società di Revisione.
I principali attori coinvolti nel processo d’implementazione e monitoraggio del Sistema di Controlli Interni sono
i seguenti:
• Alta Direzione;
• Collegio Sindacale;
• Internal Audit;
• Risk Management;
• Compliance;
• Società di Revisione.
Ai fini del processo interno di gestione dei rischi, le entità coinvolte sono identificabili negli organi aziendali, cui
è demandato il governo e la responsabilità del macroprocesso, e nelle funzioni aziendali di Confidi.net con ruoli
operativi e di controllo. Di seguito sono esposte le competenze in capo a ciascun organo, funzione in
Confidi.net, ai fini del processo interno di gestione dei rischi.
Organi aziendali
Il Consiglio di Amministrazione (di seguito anche “CdA”), organo con funzione di supervisione strategica, è
responsabile nell’ambito della Governance dei rischi dell’approvazione, in ultima istanza, del Regolamento del
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Processo ICAAP. In particolare il CdA: individua gli orientamenti strategici e le politiche di gestione del rischio,
provvedendo al loro riesame periodico al fine di assicurarne l’efficacia nel tempo; verifica che l’assetto delle
funzioni di controllo dei rischi sia adeguato alla complessità operativa, dimensionale e organizzativa e coerente
con gli indirizzi strategici; garantisce che la funzionalità, l’efficienza e l’efficacia del sistema di gestione e
controllo dei rischi siano periodicamente verificate e che i risultati di tali verifiche siano portati a conoscenza
del medesimo organo di supervisione; con riferimento al Processo ICAAP, definisce e approva le linee generali
del processo, ne assicura l’adeguamento tempestivo in relazione a modifiche significative delle linee
strategiche, dell’assetto organizzativo, del contesto operativo di riferimento e promuove il pieno utilizzo delle
risultanze dell’ICAAP a fini strategici e nelle decisioni d’impresa.
Il Collegio Sindacale vigila sulla completezza, adeguatezza, funzionalità e affidabilità del Sistema dei Controlli
Interni; vigila sulla rispondenza del Processo ICAAP ai requisiti stabiliti dalla normativa. Per lo svolgimento delle
proprie funzioni il Collegio Sindacale si avvale delle evidenze e delle segnalazioni delle funzioni di controllo
(Internal Audit, Compliance, Risk Management e Antiriciclaggio).
Il Direttore Generale dà attuazione al Processo ICAAP curando che lo stesso sia rispondente agli indirizzi
strategici, che soddisfi i requisiti di contenuto richiesti dalla normativa e che sia adeguatamente formalizzato,
documentato, conosciuto e condiviso dalla struttura interna. Si avvale per tali finalità del Responsabile della
funzione Risk Management e, per il tramite del medesimo, supervisiona le attività svolte e la gestione del
Processo, acquisisce e valuta la documentazione relativa al Processo ICAAP.
Funzioni di controllo
La funzione di Risk Management è distinta da quelle produttive e concorre alla definizione delle politiche di
governo dei rischi e del processo di gestione degli stessi intesa come identificazione, misurazione, valutazione,
monitoraggio, segnalazione e attenuazione dei rischi aziendali; ha libero accesso a tutte le informazioni che
siano funzionali al raggiungimento degli obiettivi. I principali compiti della funzione Risk Management:
collabora alla definizione delle politiche e del processo di gestione del rischio e delle relative procedure e
modalità di rilevazione e controllo; presiede al funzionamento del sistema di misurazione e controllo dei rischi
e ne verifica il rispetto da parte del Confidi; in tale contesto sviluppa e applica indicatori in grado di evidenziare
situazioni di anomalia e inefficacia dei sistemi di misurazione e controllo dei rischi; monitora costantemente
l’evoluzione dei rischi aziendali e il rispetto dei limiti operativi all’assunzione delle varie tipologie di rischio;
analizza i rischi dei nuovi prodotti e servizi e di quelli derivanti dall’ingresso in nuovi segmenti operativi e di
mercato; verifica l’adeguatezza e l’efficacia delle misure prese per rimediare alle carenze riscontrate nel
sistema di controllo dei rischi. Inoltre, la funzione Risk Management è responsabile dell’individuazione,
valutazione o misurazione e reportistica dei principali rischi aziendali.
La funzione Internal Audit identifica eventuali violazioni della regolamentazione e delle procedure, verifica e
controlla la complessiva gestione dei rischi ed il corretto funzionamento del Sistema dei Controlli Interni. In
qualità di funzione di controllo, l’Internal Audit ha il compito di eseguire la revisione annua dell’intero Processo
ICAAP. La funzione Internal Audit ha la responsabilità di assicurare il costante rispetto dei profili di affidabilità
dei processi aziendali. I principali compiti della funzione riguardano: la verifica dell’adeguatezza dell’assetto
organizzativo aziendale e del Sistema dei Controlli Interni; il controllo sull'affidabilità dei sistemi informativi,
inclusi i sistemi di elaborazione automatica dei dati e dei sistemi di rilevazione contabile; la verifica del rispetto
nei diversi settori operativi dei limiti previsti dai meccanismi di delega nonché del pieno e corretto utilizzo delle
informazioni disponibili nelle diverse attività; l’effettuazione di test periodici sul funzionamento delle
procedure operative e di controllo interno; la verifica della rimozione delle anomalie riscontrate nell'operatività
e nel funzionamento dei controlli; l’accertamento su specifiche irregolarità, ove richiesto dagli organi aziendali
o di supervisione strategica.
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La funzione Compliance collabora all’individuazione e valutazione del rischio di non conformità alle norme. La
funzione Compliance identifica nel continuo le norme applicabili al Confidi e alle attività da esso prestate ne
misura/valuta l’impatto sui processi e sulle procedure aziendali. Con riferimento alla gestione ed al controllo
dei rischi, la Compliance: supervisiona i documenti di governance (deleghe, verbali, depositi, ecc.); propone
modifiche organizzative e procedurali volte ad assicurare l’adeguato presidio dei rischi di non conformità alla
norme.
La funzione Antiriciclaggio ha lo scopo di prevenire e contrastare operazioni di riciclaggio e di finanziamento del
terrorismo. La funzione, in particolare, si occupa di: verificare l’efficacia della struttura organizzativa e
l’adeguatezza del sistema dei controlli interni volto ad assicurare il rispetto della normativa in materia di
adeguata verifica della clientela, registrazione, rilevazione e segnalazione delle operazioni sospette; verificare
l’idoneità di tali controlli interni proponendo le eventuali modifiche necessarie a garantire un adeguato sistema
di presidio dei rischi; verificare l’affidabilità del sistema informativo che alimenta l’Archivio Unico Informatico.
MAPPA DEI RISCHI
Nel rispetto della regolamentazione applicabile Confidi.net identifica i rischi ai quali è o potrebbe
essere prospetticamente esposto. L’identificazione è svolta in modo analitico tenendo conto:
• del contesto normativo di riferimento, nonché del modello di business e operativo;
• delle specificità derivanti dalla propria natura cooperativa;
• dei profili dimensionali e delle specificità organizzative;
• degli obiettivi strategici definiti dal Consiglio di Amministrazione.
Sulla base di quanto emerge dalle analisi svolte, viene approfondita l’effettiva rilevanza ed esposizione specifica
per Confidi.net. Di seguito la mappa dei rischi:
CATEGORIA TIPOLOGIA DI RISCHIO RILEVANZA OPERATIVA
RILEVANZA PER ESPOSIZIONE
RISCHI DI I PILASTRO
Misurazione Quantitativa
Rischio di credito A A
Rischio di mercato B B
Rischio operativo M M
RISCHI DI II PILASTRO
Misurazione Quantitativa
Rischio di concentrazione M M
Rischio tasso di Interesse B B
Rischio residuo M M
Rischio di liquidità B B
ALTRI RISCHI
Valutazione Qualitativa
Rischio da cartolarizzazione NA NA
Rischio strategico B B
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Rischio reputazionale B B
Rischio paese NA NA
Rischio di trasferimento NA NA
Rischio base NA NA
Rischio di leva finanziaria eccessiva
NA NA
Legenda
A = Alta
M = Media
B = Bassa
NA = Trascurabile o non applicabile rispetto all’attuale operatività del Confidi
In generale, i criteri per l’attribuzione del grado di rilevanza si basano sull’analisi congiunta delle seguenti
componenti:
• l’esposizione attuale o prospettica ai rischi, intesa come effetto che la manifestazione degli stessi
potrebbe determinare in termini economici, patrimoniali, finanziari o sanzionatori;
• la probabilità di manifestazione dei rischi, tenuto conto sia di fattori interni, sia di fattori esterni
riconducibili all’evoluzione del contesto in cui opera Confidi.net;
• le tecniche di attenuazione del rischio adottate, ossia gli strumenti, le garanzie, le procedure volte a
contenere gli effetti negativi derivanti dalla manifestazione dei rischi.
I rischi sono divisi in due categorie: i rischi misurabili e non misurabili. Sono considerati rischi misurabili quei
rischi per i quali l’intermediario adotta specifiche metodologie di quantificazione del relativo capitale assorbito.
Le stesse sono utilizzate al fine di determinare l’esposizione ed il relativo capitale interno riferibile a ciascun
rischio. I rischi non misurabili rientrano tra i rischi rilevanti; tuttavia, per loro natura, lo sviluppo di appropriate
metodologie e la conseguente determinazione del capitale interno appare difficile. A fronte di tali rischi
l’intermediario predispone ugualmente adeguati sistemi di controllo e di attenuazione.
Più nello specifico, con riferimento a ciascuno dei rischi rilevanti individuati vengono di seguito riportati la
definizione adottata e le principali informazioni relative alla governance del rischio, agli strumenti e
metodologie a presidio della misurazione/valutazione e gestione del rischio, alle strutture responsabili della
gestione.
RISCHIO DI CREDITO
Il rischio di credito rappresenta il rischio di subire perdite inattese, o riduzione di valore o di utili, dovuto
all’inadempienza o ad una modificazione del merito creditizio delle controparti garantite che determini una
variazione del valore dell’esposizione. Comprende il rischio di controparte, ossia il rischio che la controparte di
una transazione, avente ad oggetto determinati strumenti finanziari, risulti inadempiente prima del
regolamento definitivo dei flussi finanziari di un’operazione.
L’assunzione del rischio di credito rappresenta il core business dei consorzi di garanzia collettiva. I principali
fattori che possono incidere su tale rischio sono la natura della garanzia e naturalmente la probabilità di
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inadempienza/insolvenza dei soggetti affidati. Le trasformazioni dell’assetto organizzativo di Confidi.net sono
state effettuate nella direzione di consolidare l’attività di rilascio garanzie in un’ottica di consapevole e
prudente gestione di tale rischio.
L’assetto organizzativo della Società è stato definito prestando la massima attenzione a garantire, da un lato
competenze adeguate e flessibilità, dall’altro separatezza di ruoli e responsabilità.
Oggi i dipendenti impegnati nel processo del credito (istruttoria e post delibera) sono suddivisi in 3 uffici:
l’ufficio fidi (addetti al controllo documentale, all’analisi, valutazione e perfezionamento delle pratiche),
l’ufficio controgaranzie e contributi e l’ufficio monitoraggio e gestione credito anomalo (monitora le posizioni
creditizie che rilevano anomalie andamentali al fine di poter valutare il grado di rischio, determinare la corretta
classificazione ed effettuare le conseguenti rettifiche di valore).
La struttura delle deleghe è la seguente:
ORGANO DELIBERANTE MASSIMALE DI IMPORTO GARANTITO COMPLESSIVO
Responsabile Area Fidi Fino a € 50.000
Comitato Tecnico Deliberativo Fino a € 500.000
Consiglio di Amministrazione Fino al limite di legge
Per limitare i rischi connessi allo svolgimento della propria attività, Confidi.net adotta tecniche e procedure fra
loro interconnesse. L’utilizzo di questi strumenti consente di prevenire, o in alcuni casi contenere, i rischi con
impatti potenziali sui risultati di business e sugli obiettivi patrimoniali.
Data la centralità dell’attività di erogazione delle garanzie, il Confidi adotta attente politiche di rilascio della
garanzia, attuando specifici criteri di valutazione del merito creditizio, basati sull’analisi dei bilanci, degli indici
economici, finanziari e patrimoniali. Le convenzioni sottoscritte con il sistema bancario prevedono adeguati
flussi informativi mensili, tesi ad assicurare una corretta stima dei finanziamenti e dei rischi in essere
(erogazioni del credito, ritardi o inadempienze probabili, passaggi a sofferenza, estinzioni). Tali report
permettono di valutare separatamente le pratiche deteriorate e le pratiche in bonis. Per quanto attiene la
determinazione e il monitoraggio del rischio di credito, è importante sottolineare che essa si basa sulla
individuazione di classi di pratiche omogenee per rischiosità e sulla previsione della percentuale di perdita
associata ad ogni classe.
Fra gli strumenti di controllo ed attenuazione del rischio di credito che Confidi.net utilizza quotidianamente
risulta presente la verifica dei dati economico-finanziari delle aziende richiedenti il servizio di garanzia
attraverso l’interrogazione della banca dati CRIF Spa. Attraverso questa funzione, gli addetti impegnati
nell’Area Fidi possono entrare in possesso di elementi utili alla valutazione dell’associato e conoscere in tempi
rapidi le reali esposizioni verso il sistema bancario. I risultati concorrono a determinare il giudizio finale
rilasciato dal Comitato Tecnico Deliberativo o dal Consiglio di Amministrazione.
Nel suo assetto organizzativo Confidi.net dispone della funzione Risk Management istituita con lo scopo di
monitorare efficacemente i rischi connessi all’attività fra cui, in particolar modo, il rischio di credito. Tale
controllo permette di tenere costantemente aggiornati i dati della principale fonte di assorbimento del
capitale, di individuare le aree sulle quali poter intervenire e di pianificare azioni correttive finalizzate al
contenimento del rischio stesso.
Per perseguire una sana e prudente gestione Confidi.net si avvale dei controlli di linea affidati alle aree
operative e distinti tra informatici e gerarchici. I controlli informatici consentono un monitoraggio continuo
nell’acquisizione delle garanzie, ponendo limiti operativi (a titolo esemplificativo, controlli automatici sui limiti
di autonomia di delibera definiti dal Consiglio di Amministrazione per gli organi delegati). Tali controlli sono
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suggeriti dai referenti delle singole Aree e Funzioni e, sulla base delle risultanze delle delibere del Consiglio di
Amministrazione, implementati nella procedura informatica in collaborazione con l’Uff. Servizi Accentrati. Tali
limiti procedurali vengono testati, aggiornati al fine di assicurare un sistema più sicuro. I controlli di linea
gerarchici, invece, vengono effettuati da ciascun ufficio secondo le disposizioni del Regolamento del Sistema
dei Controlli Interni. In particolare, ciascun ufficio effettua e attesta mensilmente di aver svolto i controlli
previsti dal suddetto Regolamento aziendale.
RISCHIO DI MERCATO
La misurazione del rischio di mercato e del rischio di cambio è richiesta agli intermediari che abbiano un
portafoglio di negoziazione di vigilanza o un’operatività in cambi significativa; il rischio di cambio deriva da
avverse variazioni dei corsi delle divise estere su tutte le posizioni detenute dall’intermediario
indipendentemente dal portafoglio di allocazione. Il requisito patrimoniale è volto a fronteggiare le perdite che
possono derivare dall’operatività sui mercati riguardanti gli strumenti finanziari, le valute e le merci.
Confidi.net detiene unicamente un portafoglio AFS nel quale classifica:
- i titoli di stato e obbligazionari bancari direttamente gestiti;
- i titoli e fondi acquistati da OICR.
RISCHIO OPERATIVO
Il rischio operativo esprime il rischio di perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di procedure,
risorse umane e sistemi interni, oppure da eventi esogeni. Assieme al rischio di credito e al rischio di cambio
completa i rischi di primo pilastro rilevati da Confidi.net nello svolgimento della propria attività.
Ai fini del calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio operativo, il Confidi adotta il metodo base
previsto dall’art. 315 (e seguenti) del CRR 575/2013.
Il rischio operativo riguarda il rischio di subire perdite per l’inadeguatezza o la disfunzione di procedure, risorse
umane e sistemi interni, o eventi esterni; in particolare, rientrano in tale tipologia le perdite derivanti da frodi,
errori umani, interruzioni dell’operatività, indisponibilità dei sistemi, inadempienze contrattuali. In tale
contesto, il rischio operativo è presidiato dalle funzioni di controllo della Società (Internal Audit, Risk
Management, Compliance e Antiriciclaggio), dai controlli automatici del sistema informativo e da procedure
documentate sui processi rilevanti della Società.
Confidi.net ha inoltre attivato una serie di azioni preventive finalizzate alla riduzione dell’esposizione al rischio
operativo. In particolare:
• adozione di regolamenti interni e loro condivisione con tutto il personale;
• separazione dei ruoli fra le funzioni di controllo e quelle operative;
• controllo delle autenticazioni e degli accessi al sistema gestionale;
• costante formazione del personale dipendente.
Al fine di non incorrere in errori derivanti da una cattiva distribuzione delle mansioni, il Confidi adotta da
tempo una politica di ripartizione delle principali attività su più operatori. Confidi.net dispone di un
Regolamento IT e Continuità Operativa nel quale sono formalizzati gli aspetti inerenti le procedure
informatiche e il loro utilizzo.
Confidi.net dispone di adeguati presidi, opportunamente formalizzati, volti a garantire:
• la sicurezza fisica e logica dell’hardware e del software, prevedendo procedure di back-up e disaster
recovery;
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• l’individuazione dei soggetti autorizzati ad accedere ai sistemi e le relative abilitazioni;
• la possibilità di risalire agli autori degli inserimenti o delle modifiche dei dati e di ricostruire la serie
storica dei dati modificati.
RISCHIO DI CONCENTRAZIONE
Il rischio di concentrazione è il rischio derivante da esposizioni verso controparti, gruppi di controparti
connesse e controparti del medesimo settore economico o che esercitano la stessa attività o appartenenti alla
medesima area geografica.
L’attività caratteristica di Confidi.net di garanzia collettiva dei fidi è destinata ad un target di controparti
rappresentato principalmente da piccole imprese e medie imprese e settorializzata in un’area geografica in
continua espansione. Per questi motivi si è ritenuto opportuno procedere all’analisi del rischio di
concentrazione focalizzandosi sulle esposizioni verso singole controparti (metodo single name).
Per quanto riguarda l’analisi del rischio di concentrazione con metodo single name, si è partiti dal verificare e
constatare che il portafoglio di Confidi.net risulta granulare, in quanto caratterizzato da un elevato numero di
esposizioni di importo medio contenuto e rivolto per oltre il 96% a piccole imprese (retail).
RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE DEL PORTAFOGLIO BANCARIO
Per quanto riguarda il rischio di tasso di interesse – portafoglio bancario, si rinvia all’informativa qualitativa
della Tavola_8 – Esposizione al rischio di tasso di interesse.
RISCHIO RESIDUO
E’ il rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dal Confidi risultino
meno efficaci del previsto, generando nelle esposizioni garantite perdite superiori a quelle coperte dai
corrispondenti requisiti patrimoniali calcolati secondo la metodologia standardizzata di misurazione del rischio
di credito.
Per fornire un’indicazione quantitativa degli strumenti di attenuazione del rischio di credito (CRM) sulla
riduzione del requisito patrimoniale, il Confidi adotta una metodologia di calcolo che consiste nel creare uno
scenario alternativo nel quale si neutralizza l’effetto delle esposizioni controgarantite ridistribuendole
all’interno delle classi regolamentari di attività e per tipologia di esposizione. Il risultato ottenuto viene
confrontato con la situazione del rischio di credito effettivo, ovvero la situazione che considera efficaci le
tecniche di CRM; l’eccedenza rispetto al rischio di credito effettivo costituisce il capitale interno a fronte del
rischio residuo. L’unica forma di CRM considerata da Confidi.net per il calcolo del rischio è la controgaranzia
fornita dal Medio Credito Centrale.
Ai fini di mitigare il rischio residuo, fra le più significative azioni adottate, Confidi.net ha predisposto all’interno
della sua struttura organizzativa un apposito Ufficio Controgaranzie e Contributi con il compito di verificare, fra
le altre attività, il rispetto dei requisiti di eleggibilità delle potenziali nuove esposizioni e di efficacia delle
esposizioni già controgarantite.
RISCHIO DI LIQUIDITÀ
Il rischio di liquidità si manifesta nell’impossibilità di adempiere ai propri impegni di pagamento a causa
dell’incapacità di reperire fondi o per la presenza di limiti allo smobilizzo delle attività. Il Confidi opera,
Informativa al pubblico – III Pilastro
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prevalentemente, attraverso l’erogazione di strumenti che non generano un significativo fabbisogno di
liquidità. Tale caratteristica limita significativamente l’esposizione al rischio in questione.
I fabbisogni di liquidità della Società sono legati principalmente alle possibili escussioni a seguito di crediti
deteriorati ed al finanziamento delle attività operative della struttura organizzativa (stipendi, costi di
funzionamento, etc.).
Il Confidi, al fine di limitare la possibilità di non essere in grado di adempiere alle proprie obbligazioni alla
scadenza, ha volutamente classificato i propri titoli nel portafoglio Available For Sale (AFS). La liquidità in conto
corrente e quella investita in attività finanziarie non ha dunque vincoli di alcun tipo per poter far fronte
prontamente alle esigenze improvvise.
RISCHIO STRATEGICO
In coerenza con la definizione della regolamentazione di vigilanza, il rischio strategico è connesso alla
potenziale riduzione, attuale o prospettica, del capitale o degli utili che può derivare da modifiche delle
condizioni operative, da scelte aziendali errate o da incapacità reattiva dinanzi a situazioni di competitività.
Il rischio strategico rientra fra i rischi che, per loro natura, trovano difficile lo sviluppo di appropriate
metodologie e la conseguente determinazione del Capitale Interno. A fronte di tale rischio Confidi.net
predispone comunque adeguati sistemi di controllo e di attenuazione, sia attraverso l’analisi del mercato di
riferimento, sia attraverso la definizione di budget annuali.
Fra i principali strumenti di controllo e di attenuazione del rischio strategico, Confidi.net svolge un attento
monitoraggio dell’evoluzione dell’operatività del sistema dei Confidi a livello regionale e della propria
operatività con gli istituti di credito.
RISCHIO DI REPUTAZIONE
Il rischio reputazionale è connesso alla potenziale riduzione, attuale o prospettica, del capitale e degli utili che
può derivare da una percezione negativa dell’immagine di Confidi.net da parte di clienti, di controparti o
dell’Autorità di Vigilanza.
Pur in assenza di una quantificazione del capitale assorbito a fronte di tale rischio, per la sua mitigazione
Confidi.net predispone comunque adeguati sistemi di controllo e di attenuazione.
E’ sempre stata presente l’attenzione affinché l’agire in termini di nuovi o vecchi prodotti, il trattamento del
singolo cliente, le iniziative volte a promuovere il “nome” del Confidi nelle aree di recente e originario
insediamento, e quant’altro sia generato dall’attività, concorressero a mantenere ed accrescere positivamente
la reputazione.
La mitigazione del rischio di reputazione è principalmente rappresentata dal Sistema dei Controlli Interni, che
coinvolge sia le aree operative (controlli di I livello), sia le funzioni e gli organi di controllo (controlli di II, III
livello), necessario a garantire un corretto svolgimento dell’attività. Il rispetto dei requisiti di natura cogente e
dei regolamenti interni riduce il rischio di incorrere in sanzioni amministrative pecuniarie, sospensioni
temporanee dell’attività, errata o incompleta informativa, comportamenti inadeguati.
Informativa al pubblico – III Pilastro
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IL SISTEMA DI GOVERNANCE
Gli assetti organizzativi e di governo societario del Confidi sono disciplinati dallo statuto sociale, consultabile al
link www.confidi.net/azienda/statuto e regolarmente aggiornati annualmente e presentati alla Banca d’Italia
nella Relazione sulla struttura organizzativa.
In ordine alle linee generali di tale assetto, si evidenzia che Confidi.net:
è una società cooperativa a mutualità prevalente;
osserva il principio cooperativistico del voto capitario, in quanto ogni socio esprime in assemblea un
solo voto, qualunque sia il numero delle azioni delle quali sia titolare (art. 20 dello statuto sociale);
adotta il modello tradizionale di amministrazione e controllo, con la prima affidata al Consiglio di
amministrazione quale organo con funzione di supervisione strategica e di gestione che svolge il
proprio compito col supporto e la partecipazione del Direttore generale, mentre il secondo è
attribuito al Collegio sindacale, posto al vertice del sistema dei controlli interni.
L’attuale assetto di governance risponde all’esigenza di assicurare il corretto governo dell’intero processo di
evoluzione strategica e di trasformazione organizzativa di Confidi.Net.
Le priorità del modello di governance sono incentrate sul raggiungimento dell’efficacia e dell’efficienza nella
gestione del rafforzamento della posizione competitiva e organizzativa. In particolare, l’assetto di governo
adottato dalla Società è finalizzato ad assicurare il perseguimento dei seguenti obiettivi:
chiara distinzione dei ruoli e delle responsabilità;
appropriato bilanciamento dei poteri;
equilibrata composizione degli organi;
efficacia dei controlli;
presidio di tutti i rischi aziendali;
adeguatezza dei flussi informativi.
L’ORGANO DI AMMINISTRAZIONE
Ai sensi dell’art.28 dello Statuto del Confidi, il Consiglio di Amministrazione è composto da un minimo di 7
amministratori - ad un massimo di 9 - eletti dall’assemblea dei soci. Gli amministratori durano in carica tre
esercizi e sono rieleggibili. Il mandato scade in coincidenza della data dell’Assemblea convocata per
l’approvazione del bilancio relativo all’ultimo esercizio della loro carica.
L’Assemblea dei soci, in data 20/05/2016 ha nominato per gli esercizi 2016-2017-2018 (e, quindi, sino alla data
della convocazione dell’Assemblea dei Soci per l’approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2018) un
Consiglio di Amministrazione composto da 7 membri.
In conformità a quanto previsto dalla circolare nr.288/2015 della Banca d’Italia (Disposizioni di Vigilanza per gli
Intermediari Finanziari) in materia di organizzazione e di governo degli Intermediari Finanziari, il Consiglio di
Amministrazione ha ritenuto che, oltre ai requisiti stabiliti alla succitata circolare e precisamente:
attività di amministrazione o di controllo ovvero compiti direttivi presso imprese
attività professionali in materia attinente il settore creditizio, finanziario, mobiliare, assicurativo o
comunque funzionali alle attività dell’Intermediario
attività d’insegnamento universitario in materie giuridico e/o economiche
per un buon funzionamento dell’organo amministrativo, nella scelta degli amministratori, si dovesse tener
conto anche della complessità e specificità del settore in cui il Confidi opera. Conseguentemente sono state
individuate delle aree di competenza che devono essere rappresentate nell’organo amministrativo; pertanto,
Informativa al pubblico – III Pilastro
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agli amministratori è richiesto di essere in possesso di una buona conoscenza ed esperienza nel settore di
riferimento.
Il Consiglio di Amministrazione presenta una composizione eterogenea per professionalità (legale, di business e
finanziaria) idonea a garantire la corretta pianificazione strategica del Confidi, la valutazione costante dei rischi
a cui la stessa risulta esposta nello svolgimento ordinario delle proprie attività nonché l’adozione tempestiva di
strumenti atti a monitorare, su base continuativa, il rischio assumibile e a presidiarlo correttamente.
Nella tabella che segue sono riportati i nominativi dei membri appartenenti al Consiglio di Amministrazione, la
carica ricoperta in Confidi.net e il numero delle cariche ricoperte in altre società/enti.
NOMINATIVO CARICA IN
CONFIDI.NET NUMERO DI CARICHE IN
ALTRE SOCIETÀ/ENTI
DI ANGELO Alduino Presidente 2
ANGELINI Nicola Vice-Presidente 5
DOLCI Alberto Consigliere 3
CEVOLI Luca Consigliere 3
GIBELLIERI Walter Consigliere 2
GASPERONI Marco Consigliere 10
BASCHETTI Gabriele Consigliere 12
COMITATO TECNICO DELIBERATIVO
Il Consiglio di Amministrazione ha istituito in data 26/05/2016, ai sensi dello Statuto, il Comitato Tecnico
Deliberativo (CTD), il quale esercita facoltà in materia di credito nei limiti, nei modi e nei termini stabiliti dal
Consiglio stesso e disciplinati analiticamente nel Regolamento sui poteri di firma e deliberativi.
Il CTD è un comitato con delega sul credito ed è composto da:
Presidente del CdA
Vice Presidente del CdA
Direttore Generale
Responsabile Area Fidi
Responsabile Area Mercato
Il CTD è validamente costituito con la presenza della maggioranza dei suoi membri e con l’obbligatoria presenza
del Presidente o, in sua vece, del Vicepresidente. Il CTD riferisce al Consiglio di Amministrazione e al Collegio
Sindacale sulle pratiche deliberate, con cadenza mensile, come riportato dal Regolamento dei Flussi
Informativi.
Il CTD si riunisce almeno ogni 30 giorni, nonché ogni qualvolta lo richiedano almeno due componenti del
Comitato medesimo, su convocazione del Presidente.
FLUSSI INFORMATIVI INDIRIZZATI ALL’ORGANO DI AMMINISTRAZIONE
La reportistica per il vertice aziendale è fondata su dati contabili ed extra contabili elaborati ed arricchiti da
note critiche e da relazioni esplicative, predisposte dalle strutture competenti, al fine di rendere, con cadenza
periodica (mensile, trimestrale, semestrale, a seconda della tipologia del report), compiuti elementi
Informativa al pubblico – III Pilastro
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informativi/valutativi sugli aspetti più rilevanti della gestione, considerata nel suo insieme e nei singoli settori
operativi.
Confidi.net, in ottemperanza alle disposizioni di vigilanza, ha adottato un Regolamento Flussi Informativi che
disciplina:
tempistica, forme e contenuti della documentazione da trasmettere ai singoli componenti degli Organi
aziendali, necessaria ai fini dell’adozione delle delibere sulle materie all'ordine del giorno;
individuazione delle funzioni tenute ad inviare, su base regolare, flussi informativi agli Organi;
determinazione del contenuto minimo dei flussi informativi.
I flussi informativi sui rischi indirizzati agli Organi consentono la verifica della regolarità dell’attività di
amministrazione, dell’osservanza delle norme di legge, regolamentari e statutarie, dell’adeguatezza degli
assetti organizzativi, contabili e dei sistemi informativi dell’intermediario, dell’adeguatezza e affidabilità del
sistema dei controlli interni.
In particolare, tali flussi includono il livello e l’andamento dell’esposizione alle diverse tipologie di rischi
rilevanti, gli eventuali scostamenti rispetto alle politiche approvate, nonché gli esiti delle previste attività di
controllo.
Informativa al pubblico – III Pilastro
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TAVOLA 2
AMBITO DI APPLICAZIONE – ART. 436 CRR
Quanto illustrato nel presente documento Informativa al pubblico è riferito unicamente a Confidi Punto Net
Soc. Coop.
Informativa al pubblico – III Pilastro
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TAVOLA 3
FONDI PROPRI – ART. 437 CRR
I Fondi propri sono stati calcolati sulla base dei valori patrimoniali e del risultato economico determinati con
l'applicazione della normativa di bilancio prevista dai principi contabili internazionali IAS/IFRS e tenendo conto
della nuova disciplina sui Fondi propri e sui coefficienti prudenziali introdotta con l’emanazione del
Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR), nonché delle correlate disposizioni di carattere tecnico-applicativo
dell’EBA, oggetto di specifici regolamenti delegati della Commissione Europea.
I Fondi propri derivano dalla somma delle componenti positive e negative, in base alla loro qualità
patrimoniale; le componenti positive sono, conformemente ai requisiti in proposito definiti dalle norme
applicabili, nella piena disponibilità del Confidi, al fine di poterle utilizzare per fronteggiare il complesso dei
requisiti patrimoniali di vigilanza sui rischi.
Il totale dei Fondi propri, che costituisce il presidio di riferimento delle disposizioni di vigilanza prudenziale, è
costituito dal capitale di classe 1 (Tier 1) e dal capitale di classe 2 (Tier 2 – T2); a sua volta, il capitale di classe 1
risulta dalla somma del capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET 1) e del capitale aggiuntivo di
classe 1 (Additional Tier 1 – AT1). I tre predetti aggregati (CET 1, AT 1 e T2) sono determinati sommando
algebricamente gli elementi positivi e gli elementi negativi che li compongono, previa considerazione dei c.d.
“filtri prudenziali”. Con tale espressione si intendono tutti quegli elementi rettificativi, positivi e negativi, del
capitale primario di classe 1, introdotti dalle autorità di vigilanza con il fine esplicito di ridurre la potenziale
volatilità del patrimonio.
La nuova disciplina di vigilanza sui Fondi propri e sui requisiti patrimoniali è anche oggetto di un regime
transitorio, il quale prevede in particolare:
- l’introduzione graduale (“phase-in”) di alcune di tali nuove regole lungo un periodo generalmente di 4
anni (2014- 2017);
- regole di “grandfathering” che consentono la computabilità parziale, con graduale esclusione entro il
2021, dei pregressi strumenti di capitale del patrimonio di base e del patrimonio supplementare che
non soddisfano tutti i requisiti prescritti dal citato Regolamento (UE) n. 575/2013 per gli strumenti
patrimoniali del CET1, AT1 e T2.
Una parte delle disposizioni che regolano il predetto regime transitorio sono state dettate dalla Banca d’Italia,
con la menzionata circolare n. 288/2015, nell’ambito delle opzioni nazionali consentite dal Regolamento (UE) n.
575/2013 alle competenti autorità di vigilanza nazionali.
Di seguito si illustrano gli elementi che compongono, rispettivamente, il capitale primario di classe 1, il capitale
aggiuntivo di classe 1 ed il capitale di classe 2 di Confidi.net.
CAPITALE PRIMARIO DI CLASSE 1 (CET1)
Il capitale primario di classe 1, che rappresenta l’insieme delle componenti patrimoniali di qualità più pregiata,
è costituito dai seguenti elementi:
capitale sociale;
riserve di utili e di capitale;
riserve da valutazione;
filtri prudenziali, quali le rettifiche di valore di vigilanza, le posizioni verso la cartolarizzazione soggette
a ponderazione al 1.250% che il Confidi ha scelto di dedurre direttamente dai Fondi propri;
deduzioni, quali le perdite infrannuali, le attività immateriali.
Informativa al pubblico – III Pilastro
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Nella quantificazione degli anzidetti elementi si è tenuto conto anche degli effetti derivanti dal “regime
transitorio”, riepilogati nel prosieguo.
Si precisa che Confidi.net emette azioni di un’unica fattispecie che rispettano chiaramente le condizioni
previste per la computabilità nel capitale sociale come strumenti di CET1 secondo quanto previsto dagli art. 28
e 29 CRR 575/2013.
CAPITALE AGGIUNTIVO DI CLASSE 1 (AT1)
Nel capitale aggiuntivo di classe 1 vengono computati con effetto negativo gli elementi da detrarre dal capitale
di classe 2 rispetto al capitale di classe 2. Per via dell’impossibilità di disporre di un AT1 negativo, l’ammontare
viene riportato con segno opposto tra le eccedenze degli elementi da detrarre dal capitale di aggiuntivo di
classe 1 rispetto al capitale aggiuntivo di classe 1, in modo da azzerare il capitale aggiuntivo di classe 1.
CAPITALE DI CLASSE 2 (T2)
Nel capitale di classe 2 vengono detratti gli investimenti significati in strumenti di T2 in altri soggetti del settore
finanziario. Viene, inoltre, computato l’effetto positivo del regime transitorio (50% delle riserve da valutazione
non computate nel CET1). Dal momento che il capitale di classe 2 risulterebbe negativo, la differenza tra i
suddetti effetti viene riportata con segno opposto tra le eccedenze degli elementi da detrarre dal capitale di
classe 2 rispetto al capitale di classe 2, in modo da azzerare il capitale di classe 2.
Si rappresenta, infine, che alla data del 31 dicembre 2016, in conformità a quanto previsto dalla Circolare
288/2015, l’intermediario è tenuto al rispetto dei seguenti coefficienti patrimoniali minimi:
coefficiente CET1 pari al 4,50%;
coefficiente TCR (Total Capital Ratio) pari all’6,00%.
Come si riscontra dalle evidenze quantitative che seguono, i limiti regolamentari e i requisiti aggiuntivi,
risultano tutti ampiamente rispettati, in quanto:
il coefficiente CET1 si attesta al 27,31%;
il coefficiente TCR si attesta al 27,31%.
Informativa al pubblico – III Pilastro
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INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA
TAB. 3.1 – Composizione Fondi propri
TAB. 3.2 – Riconciliazione dello Stato Patrimoniale Attivo
COMPOSIZIONE DEI FONDI PROPRI 2016
A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) prima dell'applicazione
dei filtri prudenziali 17.936.207
di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie -
B. Filtri prudenziali del CET1 (+ / -) - 8.685
C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A +/-
B) 17.927.522
D. Elementi da dedurre dal CET 1 - 633.669
E. Regime transitorio - Impatto su CET1 (+/-) - 356.100
F. Totale Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 - CET1) (C-D +/-E) 16.937.753
G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) al lordo degli elementi da
dedurre e degli effetti del regime transitorio) -
di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie -
H. Elementi da dedurre dall'AT1 -
I. Regime transitorio - Impatto su AT1 (+/-) -
L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 - AT1) (G - H +/- I) -
M. Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del
regime transitorio -
di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie -
N. Elementi da dedurre dal T2 -
O. Regime transitorio - Impatto su T2 (+ / -) -
P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2 - T2) (M - N +/- O) -
Q. Totale fondi propri (F + L + P) 16.937.753
CET1 AT1 T2
10 Cassa e disponibilità liquide 5.934
20 Attività finanziarie detenute per la negoziazione
30 Attività finanziarie al fair value
40 Attività finanziarie disponibili per la vendita 14.665.162 (520.380)
50 Attività finanziarie detenute fino a scadenza
60 Crediti 19.408.912
70 Derivati di copertura
80 Adeg. al valore di attività finanz. oggetto di cop. gen.
90 Partecipazioni
100 Attività materiali 162.169
110 Attività immateriali 45.465 (45.465)
120 Attività fiscali 102.385
130 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismiss.
140 Altre attività 2.818.366 (67.823)
37.208.395 (633.669)
IMPORTI RICONDOTTI NEI FONDI PROPRIVALORE DI
BILANCIOVOCI
TOTALE ATTIVO
Informativa al pubblico – III Pilastro
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TAB. 3.3 – Riconciliazione dello Stato Patrimoniale Passivo
TAB. 3.4 – Elementi non individuabili nello Stato Patrimoniale
CET1 AT1 T2
10 Debiti 7.988.958
20 Titoli in circolazione
30 Passività finanziarie in negoziazione
40 Passività finanziarie al fair value
50 Derivati di copertura
60 Adeg. di valore delle passività finanz. oggetto di cop. gen.
70 Passività fiscali 42.665
80 Passività associate ad attività in via di dismissione
90 Altre passività 10.731.470
100 Trattamento di fine rapporto del personale 509.095
110 Fondi per rischi e oneri
120 Capitale 15.306.945 15.306.945
130 Azioni proprie
140 Strumenti di capitale
150 Sovrapprezzo di emissione
160 Riserve 2.509.725 2.509.725
170 Riserve da valutazione 791.856 791.856
180 Utile/perdita d'esercizio (672.320) (672.320)
37.208.395 17.936.206
VOCIVALORE DI
BILANCIO
IMPORTI RICONDOTTI NEI FONDI PROPRI
TOTALE PASSIVO
CET1 AT1 T2
A Rettifiche di valore di vigilanza (8.685)
C Regime transitorio - impatto su CET1 (356.100)
ELEMENTI NON INDIVIDUABILI NELLO STATO PATRIMONIALEVALORE DI
BILANCIO
IMPORTI RICONDOTTI NEI FONDI PROPRI
Informativa al pubblico – III Pilastro
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TAVOLA 4
REQUISITI DI CAPITALE – ART. 438 CRR
Le disposizioni di vigilanza per gli intermediari finanziari emanate dalla Banca d’Italia (circolare 288/2015)
sottolineano l’importanza del processo aziendale di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP –
Internal Capital Adequacy Assessment Process) volto a determinare il capitale complessivo adeguato, in termini
attuali e prospettici, a fronteggiare tutti i rischi assunti. L’ICAAP affianca ed integra il processo “tradizionale” di
valutazione della congruità tra i Fondi propri e i requisiti patrimoniali obbligatori. Alla visione regolamentare
dell’adeguatezza patrimoniale, basata sui ratio patrimoniali derivanti dal raffronto tra i fondi propri e i requisiti
prudenziali a fronte dei rischi di primo pilastro, si affianca la visione gestionale dell’adeguatezza patrimoniale
basata sul raffronto tra le risorse finanziare che si ritiene possano essere utilizzate a fronte dei rischi assunti e la
stima del capitale assorbito da tali rischi. Il processo di auto-valutazione dell’adeguatezza patrimoniale
implementato dal Confidi è finalizzato, pertanto, a determinare il capitale adeguato – per importo e
composizione – alla copertura permanente di tutti i rischi ai quali lo stesso è o potrebbe essere esposto, anche
diversi da quelli per i quali è richiesto il rispetto di precisi requisiti patrimoniali.
Al fine di orientare gli intermediari nella concreta predisposizione dell’ICAAP e nell’identificazione dei requisiti
minimi dello stesso, la Circolare 288/2015 fornisce una declinazione del principio di proporzionalità ripartendo
gli intermediari in tre classi, caratterizzate da livelli di complessità operativa decrescente. Confidi.net rientra
nella categoria degli intermediari di Classe 3, categoria costituita dai soggetti finanziari che utilizzano le
metodologie standardizzate per il calcolo dei requisiti regolamentari e che dispongono di un attivo pari o
inferiore a 3,5 miliardi di euro. In virtù di tale collocazione e in linea con le proprie caratteristiche operative, il
Confidi determina il capitale interno complessivo mediante un approccio basato sull’utilizzo di metodologie
semplificate per la misurazione dei rischi quantificabili, assessment qualitativi per gli altri rischi rilevanti, analisi
di sensibilità semplificate rispetto ai principali rischi assunti e la sommatoria semplice delle misure di capitale
interno calcolate a fronte di ciascun rischio (building block approach). Per capitale interno si intende il capitale
a rischio, ovvero il fabbisogno di capitale relativo ad un determinato rischio che l’intermediario ritiene
necessario per coprire le perdite eccedenti un dato livello atteso; per capitale interno complessivo si intende il
capitale interno riferito a tutti i rischi rilevanti assunti.
Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte dei rischi quantificabili, Confidi.net utilizza le
metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali regolamentari per i rischi compresi nel I Pilastro (di credito, di
mercato e operativo) e gli algoritmi semplificati indicati dalla normativa per i rischi quantificabili rilevanti e
diversi dai precedenti (concentrazione e tasso di interesse del portafoglio bancario). Più in dettaglio vengono
utilizzati:
il metodo standardizzato per il rischio di credito;
il metodo standardizzato per il rischio di mercato;
il metodo base per il rischio operativo;
l’algoritmo del Granularity Adjustment per il rischio di concentrazione “single-name”;
l’algoritmo semplificato “regolamentare” per il rischio di tasso di interesse.
Per quanto riguarda invece i rischi non quantificabili, come già detto, il Confidi ha predisposto adeguati presidi
interni di controllo e attenuazione.
Nell’ambito delle attività di misurazione, sono altresì definite ed eseguite prove di stress test ai fini di una
migliore valutazione dell’esposizione ai rischi, dei relativi sistemi di attenuazione e controllo, della verifica della
congruità delle risorse patrimoniali disponibili e della valutazione dell’adeguatezza del capitale.
Informativa al pubblico – III Pilastro
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I risultati delle prove di stress, opportunamente analizzati, conducono ad una migliore valutazione dell’effettiva
esposizione ai rischi e del grado di vulnerabilità dell’azienda al verificarsi di eventi eccezionali, ma plausibili.
Più in generale l’esito della valutazione dei rischi non quantificabili, unitamente alla complessiva
autovalutazione del processo ICAAP, è presa in considerazione al fine di corroborare o rivedere gli esiti della
valutazione dell’adeguatezza del capitale effettuata: in presenza di rilevanti carenze nel processo ICAAP e/o
esposizioni ritenute rilevanti ai rischi difficilmente quantificabili, gli esiti della valutazione su base quantitativa
dell’adeguatezza patrimoniale sono opportunamente e prudenzialmente riesaminati.
La determinazione del capitale interno complessivo – effettuato secondo il già cennato approccio “building
block” - viene effettuata con riferimento tanto alla situazione attuale, quanto a quella prospettica.
Al fine di un adeguato monitoraggio del livello di esposizione ai rischi, la misurazione del capitale interno
complessivo in chiave attuale viene aggiornata con riferimento alla fine di ciascun trimestre dell’esercizio in
corso. Il livello prospettico viene invece determinato con cadenza essenzialmente annuale - in sede di
predisposizione del resoconto ICAAP - con riferimento alla fine dell’esercizio in corso, tenendo conto della
prevedibile evoluzione dei rischi e dell’operatività.
Al 31/12/2016 Confidi.net, come riportato anche nell’autovalutazione contenuta nel Resoconto ICAAP riferito
alla stessa data, ha giudicato adeguata la propria dotazione patrimoniale.
INFORMAZIONI DI NATURA QUANTITATIVA
TAB. 4.1 – Rischio di credito
TAB. 4.3 – Rischio operativo
PORTAFOGLI REGOLAMENTARI VALORI
Esposizioni verso amministrazioni centrali e banche centrali -
Esposizioni verso amministrazioni regionali o autorità locali 29.017
Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo -
Esposizioni verso organizzazioni internazionali -
Esposizioni verso intermediari vigilati 337.017
Esposizioni verso imprese e altri soggetti 596.354
Esposizioni al dettaglio 1.418.053
Esposizioni in stato di default 607.742
Esposizioni in strumenti di capitale 11.851
Esposizioni verso OICR 188.042
Altre esposizioni 33.747
REQUISITO RISCHIO CREDITO 3.221.824
RISCHIO DI CREDITO
VALORI
Indicatore rilevante 2014 2.499.782
Indicatore rilevante 2015 2.610.931
Indicatore rilevante 2016 2.979.732
Media triennale indicatore rilevante 2.696.815
REQUISITO RISCHIO OPERATIVO 404.522
RISCHIO OPERATIVO
Informativa al pubblico – III Pilastro
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TAB. 4.2 – Rischio di mercato (rischio di cambio)
TAB. 4.4 – Requisiti patrimoniali - Riepilogo
VALORI
Esposizioni in NRK 23.990
Esposizioni in CHF 46.511
Esposizioni in GBP 178.023
Esposizioni in JPY 70.340
Esposizioni in USD 918.703
Esposizioni in altre valute 339.663
Posizione netta aperta in cambi 1.577.230
Soglia del 2% di Fondi Propri 338.755
REQUISITO PATRIMONIALE 94.634
RISCHIO DI CAMBIO
CATEGORIE / VALORIIMPORTI
NON PONDERATI
IMPORTI
PONDERATI /
REQUISITI
A. ATTIVITÀ DI RISCHIO
A.1 Rischio di credito e di controparte 116.640.559 53.687.220
1. Metodologia standardizzata 116.640.559 53.687.220
2. Metodologia basata sui rating interni
2.1 Base
2.2 Avanzata
3. Cartolarizzazioni
3.221.233
94.634
94.634
404.522
404.522
3.720.389
62.007.842
27,32%
27,32%
27,32%
C.3 Capitale di classe 1/Attività di rischio ponderate (Tier1 capital ratio)
C.4 Totale fondi propri/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio)
B.3 Rischio di regolamento
C.2 Capitale primario di classe 1/Attività di rischio ponderate (CET1 capital ratio)
B.6 Altri requisiti prudenziali
B.7 Altri elementi del calcolo
B.8 Totale requisiti prudenziali
C. ATTIVITÀ DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA
C.1 Attività di rischio ponderate
3. Rischio di concentrazione
B.5 Rischio operativo
1. Metodo base
2. Metodo standardizzato
3. Metodo avanzato
B.1 Rischio di credito e di controparte
B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito
B.4 Rischi di mercato
1. Metodologia standard
2. Modelli interni
B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA
Informativa al pubblico – III Pilastro
25/39
TAVOLA 5
RETTIFICHE DI VALORE SU CREDITI – ART. 442 CRR
Le definizioni di crediti “scaduti” e “deteriorati” utilizzate ai fini contabili
Per la classificazione e definizione dei crediti “deteriorati”, Confidi.net ha adottato quanto previsto dalle
disposizioni dell’Autorità di Vigilanza. Nello specifico, Confidi.net adotta un modello di classificazione che,
partendo da analisi dello stato dell’operazione, aggiornato con le informazioni periodiche provenienti dagli
istituti di credito, porta alla successiva classificazione della controparte.
Si definiscono posizioni creditizie deteriorate le esposizioni che ricadono nelle categorie dei past due, delle
inadempienze probabili o delle sofferenze, secondo le regole di seguito stabilite.
Sofferenze: sono le esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio nei confronti di soggetti in stato di insolvenza
(anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle
eventuali previsioni di perdita formulate dal Confidi. Si prescinde, pertanto, dall’esistenza di eventuali garanzie
(reali o personali) poste a presidio delle esposizioni.
Inadempienze probabili: sono le esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio nei confronti di soggetti in
temporanea situazione di obiettiva difficoltà, qualora sia prevedibile che possano regolarizzarsi in un congruo
periodo di tempo. Si prescinde dall’esistenza di eventuali garanzie (personali o reali) poste a presidio delle
esposizioni.
Past due (scaduti): sono le esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio diverse da quelle classificate come
sofferenze o inadempienze probabili che risultano scadute da oltre 90 giorni rispetto alla data di riferimento
della segnalazione.
La descrizione delle metodologie adottate per determinare le rettifiche di valore
Confidi.net effettua una classificazione delle garanzie con suddivisione tra garanzie in bonis e garanzie
deteriorate in base alle comunicazioni ricevute dagli istituti di credito ed alle informazioni in suo possesso. Le
garanzie classificate a sofferenza, inadempienza probabile, past due e in bonis sono censite secondo i criteri
definiti dalla normativa di vigilanza prudenziale.
Alle garanzie in bonis, in past due e ad inadempienza probabile (di importo inferiore ad una soglia di
significatività) viene applicata una rettifica di valore forfettaria collettiva (c.d. “impairment collettivo”)
differenziata a seconda del settore merceologico di appartenenza dell’affidato. Tale valutazione avviene per
categorie di garanzie omogenee in termine di rischio.
Alle garanzie deteriorate (ad eccezione dei past due e delle inadempienza probabili di importo inferiore ad una
soglia di significatività) viene applicata una svalutazione determinata analiticamente sulla base della perdita
attesa (cosiddetta “EAD”) considerando le coperture disponibili della specifica posizione.
Sulle garanzie escusse, divenute crediti verso la clientela, viene effettuata una valutazione per la
determinazione del valore recuperabile. I criteri per la determinazione del valore recuperabile dei crediti si
basano sull’attualizzazione dei flussi finanziari attesi per capitale e interessi, al netto degli oneri di recupero e di
eventuali anticipi ricevuti; ai fini della determinazione del valore attuale dei flussi, gli elementi fondamentali
sono rappresentati dall’individuazione degli incassi stimati, delle relative scadenze e del tasso di attualizzazione
da applicare.
Informativa al pubblico – III Pilastro
26/39
Tutti i crediti problematici sono rivisti ed analizzati almeno semestralmente. Ogni cambiamento successivo
nell’importo o nelle scadenze dei flussi di cassa attesi, che produca una variazione negativa rispetto alle stime
iniziali, determina la rilevazione di una rettifica di valore alla voce di conto economico 100 a)
“Rettifiche/Riprese di valore nette per deterioramento di attività finanziarie”.
La svalutazione per perdite su crediti è iscritta come una riduzione del valore contabile del credito.
TAB 5.1 - Distribuzione delle esposizioni nette per cassa e fuori bilancio per portafogli regolamentari
Art. 442, lett. C)
TAB 5.2 – Distribuzione territoriale delle esposizioni lorde verso la clientela per cassa e fuori bilancio
Art. 442, lett. D)
TAB 5.3 - Distribuzione delle esposizioni lorde per cassa e fuori bilancio per tipo di controparte
Art. 442, lett. E)
PORTAFOGLI REGOLAMENTARI ATTIVITA' DI
RISCHIO PER CASSA
ATTIVITA' NETTE
FUORI BILANCIOIMPEGNI TOTALE
Esposizioni verso amministrazioni centrali e banche centrali 5.496.010 19.599.575 25.095.586
Esposizioni verso amministrazioni regionali o autorità locali 2.418.094 2.418.094
Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo 23.997 23.997
Esposizioni verso organizzazioni internazionali 28.324 28.324
Esposizioni verso intermediari vigilati 20.235.300 20.235.300
Esposizioni verso imprese e altri soggetti 3.842.186 6.644.164 384.400 10.870.750
Esposizioni al dettaglio - 40.070.293 6.187.690 46.257.983
Esposizioni in stato di default 433.608 7.365.370 21.457 7.820.436
Esposizioni in strumenti di capitale 197.512 197.512
Esposizioni verso OICR 3.134.040 3.134.040
Altre esposizioni 568.376 568.376
TOTALE 36.377.448 73.679.402 6.593.548 116.650.397
AREA GEOGRAFICA ESPOSIZIONI PER CASSA ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO TOTALE
Italia centrale 10.533.353- 26.872.073- 37.405.425-
Italia insulare 1.737.500- 1.737.500-
Italia meridionale 57.803- 1.815.104- 1.872.907-
Italia nord-occidentale 5.793.425- 1.370.288- 7.163.712-
Italia nord-orientale 10.417.111- 26.868.139- 37.285.250-
Italia 6.873.582- 27.050.641- 33.924.223-
Altro 4.002.657- 612.754- 4.615.411-
TOTALE 37.677.930- 86.326.498- 124.004.428-
DI CUI PMI DI CUI PMI
amministrazioni centrali e banche centrali 5.491.522- 5.491.522-
intermediari vigilati 20.235.300- 20.235.300-
enti territoriali 2.418.094- 2.418.094-
banche multilaterali di sviluppo 23.997- 23.997-
organizzazioni internazionali 28.324- 28.324-
imprese e altri soggetti 4.171.062- 10.572.778- 4.578.134- 14.743.840-
esposizioni al dettaglio 1.409.703- 1.174.634- 75.296.752- 74.825.087- 76.706.455-
organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR) 3.134.040- 3.134.040-
Altre controparti 765.887- 456.968- 1.222.856-
TOTALE 37.677.930- 1.174.634- 86.326.498- 79.403.221- 124.004.428-
ESPOSIZIONI PER CASSA ESPOSIZIONI FUORI BILANCIOPORTAFOGLIO CONTROPARTE TOTALE
Informativa al pubblico – III Pilastro
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TAB 5.4 - Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio
Art. 442, lett. F)
TAB 5.5 - Distribuzione per settore economico delle controparte delle esposizioni per cassa e fuori bilancio
Art. 442, lett. G)
Nota: Le esposizioni fuori bilancio comprendono anche gli impegni. Nella classe esposizioni fuori bilancio/altre esposizioni sono comprese
anche le esposizioni oggetto di tranched cover.
Voci/ Scaglioni temporali
a vi
sta/
fin
o
a 1
me
se
da
olt
re 1
me
se
fin
o a
3 m
esi
da
olt
re 3
me
si
fin
o a
6 m
esi
da
olt
re 6
me
si
fin
o a
1 a
nn
o
da
olt
re 1
an
no
fin
o a
3 a
nn
i
da
olt
re 3
an
ni
fin
o a
5 a
nn
i
olt
re 5
an
ni
Du
rata
ind
ete
rmin
ata
A. Attività per cassa (totale) 13.397.069 10.364.820 1.075.143 634.690 2.506.570 137.000 7.396.517 -
A.1 Titoli di Stato - 26.207 69.793 126.481 154.000 117.000 4.120.000
A.2 Altri titoli di debito 130.497 8.725 29.560 268.577 1.617.027 20.000 13.000
A.3 Finanziamenti 7.997.292 10.200.000 87.052
A.4 Altre attività 5.269.281 129.888 975.790 239.633 735.544 3.176.465
B. Operazioni fuori bilancio (totale) 989.879 1.895.585 5.530.090 9.691.610 15.217.282 21.565.475 20.139.410 4.616.568
B.1 Garanzie finanziarie rilasciate 989.879 1.895.585 5.530.090 9.691.610 15.217.282 21.565.475 20.139.410 4.616.568
ESPOSIZIONE
LORDA
RETTIFICHE DI
VALORE
ANALITICHE
RETTIFICHE DI
VALORE DI
PORTAFOGLIO
ESPOSIZIONE
LORDA
RETTIFICHE DI
VALORE
ANALITICHE
RETTIFICHE DI
VALORE DI
PORTAFOGLIO
ESPOSIZIONE
LORDA
RETTIFICHE DI
VALORE
ANALITICHE
RETTIFICHE DI
VALORE DI
PORTAFOGLIO
A. Esposizioni per cassa 5.491.522- 2.418.094- 23.421.662-
A1. Sofferenze
A2. Inadempienze probabili
A3. Esposizioni scadute
A4. Altre esposizioni 5.491.522- 2.418.094- 23.421.662-
B. Esposizioni fuori bilancio
B1. Sofferenze
B2. Inadempienze probabili
B3. Esposizioni scadute
B4. Altre esposizioni
ESPOSIZIONI/SETTORE
ECONOMICO CONTROPARTE
GOVERNI E BANCHE CENTRALI ALTRI ENTI PUBBLICI SOCIETA' FINANZIARIE
ESPOSIZIONE
LORDA
RETTIFICHE DI
VALORE
ANALITICHE
RETTIFICHE DI
VALORE DI
PORTAFOGLIO
ESPOSIZIONE
LORDA
RETTIFICHE DI
VALORE
ANALITICHE
RETTIFICHE DI
VALORE DI
PORTAFOGLIO
ESPOSIZIONE
LORDA
RETTIFICHE DI
VALORE
ANALITICHE
RETTIFICHE DI
VALORE DI
PORTAFOGLIO
A. Esposizioni per cassa 5.580.765- 1.300.482 765.887- 37.677.930- 1.300.482 -
A1. Sofferenze 1.738.579- 1.300.482 1.738.579- 1.300.482 -
A2. Inadempienze probabili - - -
A3. Esposizioni scadute - - -
A4. Altre esposizioni 3.842.186- 765.887- 35.939.351- - -
B. Esposizioni fuori bilancio 85.869.530- 4.465.248 723.303 456.968- 17.859 86.326.498- 4.483.107 723.303
B1. Sofferenze 8.269.374- 3.580.200 8.269.374- 3.580.200 -
B2. Inadempienze probabili 4.576.774- 885.048 4.576.774- 885.048 -
B3. Esposizioni scadute 487.833- 5.353 487.833- - 5.353
B4. Altre esposizioni 72.535.549- 717.950 456.968- 17.859 72.992.517- 17.859 717.950
TOTALEESPOSIZIONI/SETTORE
ECONOMICO CONTROPARTE
IMPRESE NON FINANZIARIE ALTRI SOGGETTI
Informativa al pubblico – III Pilastro
28/39
TAB 5.6 – Distribuzione territoriale delle esposizioni per cassa e fuori bilancio
Art. 442, lett. H)
TAB 5.7 - Dinamica delle rettifiche di valore sui crediti verso clientela
Art. 442, lett. I)
ESPOSIZIONE
LORDA
RETTIFICHE DI
VALORE
ESPOSIZIONE
LORDA
RETTIFICHE DI
VALORE
ESPOSIZIONE
LORDA
RETTIFICHE DI
VALORE
ESPOSIZIONE
LORDA
RETTIFICHE DI
VALORE
A. Esposizioni per cassa 10.533.353- 461.478 - - 57.803- 52.192 5.793.425- 18.965
A1. Sofferenze 637.123- 461.478 57.803- 52.192 31.265- 18.965
A2. Inadempienze probabili
A3. Esposizioni scadute
A4. Altre esposizioni 9.896.229- 5.762.159-
B. Esposizioni fuori bilancio 26.872.073- 1.674.407 1.737.500- 21.479 1.815.104- 162.497 1.370.288- 61.545
B1. Sofferenze 2.898.943- 1.274.612 173.026- 65.310 154.539- 52.906
B2. Inadempienze probabili 1.148.637- 186.265 611.605- 92.833 161.214- 746
B3. Esposizioni scadute 100.499- 1.052
B4. Altre esposizioni 22.723.993- 212.478 1.737.500- 21.479 1.030.473- 4.353 1.054.535- 7.893
ESPOSIZIONI / AREA
GEOGRAFICA CONTROPARTE
ITALIA CENTRALE ITALIA INSULARE ITALIA MERIDIONALE ITALIA NORD-OCCIDENTALE
ESPOSIZIONE
LORDA
RETTIFICHE DI
VALORE
ESPOSIZIONE
LORDA
RETTIFICHE DI
VALORE
ESPOSIZIONE
LORDA
RETTIFICHE DI
VALORE
A. Esposizioni per cassa 10.417.111- 182.789 10.876.239- 585.057 37.677.930- 1.300.482
A1. Sofferenze 204.951- 182.789 807.437- 585.057 1.738.579- 1.300.482
A2. Inadempienze probabili - -
A3. Esposizioni scadute - -
A4. Altre esposizioni 10.212.160- 10.068.802- 35.939.351- -
B. Esposizioni fuori bilancio 26.868.139- 1.058.010 27.663.395- 2.228.474 86.326.498- 5.206.411
B1. Sofferenze 1.074.504- 643.821 3.968.362- 1.543.552 8.269.374- 3.580.200
B2. Inadempienze probabili 699.108- 205.839 1.956.210- 399.363 4.576.774- 885.048
B3. Esposizioni scadute 159.022- 1.331 228.312- 2.971 487.833- 5.353
B4. Altre esposizioni 24.935.505- 207.019 21.510.511- 282.588 72.992.517- 735.809
ESPOSIZIONI / AREA
GEOGRAFICA CONTROPARTE
ITALIA NORD-ORIENTALE ITALIA - ALTRO TOTALE
CAUSALI / CATEGORIE IMPORTO
A. Rettifiche di valore/accantonamenti complessivi iniziali 1.353.645
B.Variazioni in aumento 404.927
B.1 rettifiche di valore/accantonamenti 404.927
B.2 altre variazioni in aumento
C. Variazioni in diminuzione 458.090
C.1 riprese di valore da valutazione -
C.2 riprese di valore da incasso 48.712
C.3 cancellazioni 409.378
C.4 altre variazioni in diminuzione
D. Rettifiche di valore/accantonamenti complessivi finali 1.300.482
Informativa al pubblico – III Pilastro
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TAVOLA 6
USO DELLE ECAI – ART. 444 CRR
L’adozione della metodologia standardizzata ai fini della determinazione del requisito patrimoniale a fronte del
rischio di credito comporta la suddivisione delle esposizioni in “portafogli” e l’applicazione a ciascuno di essi di
trattamenti prudenziali differenziati, eventualmente anche in funzione di valutazioni del merito creditizio
(rating esterni) rilasciate da agenzie esterne di valutazione del merito di credito (ECAI) riconosciute ai fini
prudenziali sulla base di quanto previsto dal Regolamento (UE) 575/2013. In tale contesto, tenendo conto delle
proprie caratteristiche operative, al fine di verificare gli effetti in termini di requisiti patrimoniali riconducibili
alle diverse opzioni percorribili, Confidi.net ha designato l’agenzia di rating Fitch Ratings per l’assegnazione dei
rating utili alla determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni ricomprese nel portafoglio
“Amministrazioni centrali e Banche centrali” (nonché indirettamente di quelle rientranti nei portafogli
“Intermediari vigilati” e “Amministrazioni regionali o autorità locali”).
Alla data di riferimento del 31 dicembre 2016, il rating assegnato all’Italia da parte dell’agenzia di rating Fitch
Rating è risultato pari a Bbb+ e, conseguentemente, nell’ambito della metodologia standardizzata applicata
dall’intermediario per la determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credito, ciò
comporta l’applicazione del fattore di ponderazione del 100% alle esposizioni non a breve termine verso o
garantite da intermediari vigilati italiani e del 20% alle esposizioni verso o garantite da amministrazioni
regionali o autorità locali.
TAB 6.1 - Valore delle esposizioni prima dell'applicazione delle tecniche di attenuazione del rischio di credito
(CRM)
Art. 442, lett. E)
Nota: I valori riportati fanno riferimento all’equivalente creditizio, ovvero i valori dell’esposizione post applicazione del fattore di
conversione creditizia
0% 20% 75% 100% 150%
ESP. V/AMMINISTRAZIONI CENTRALI E BANCHE CENTRALI 25.095.586- 5.491.522- 17.800.351- 1.049.265- 754.448-
ESP. V/AMMINISTRAZIONI REGIONALI O AUTORITA LOCALI 2.418.094- 2.418.094-
ESP. V/BANCHE MULTILATERALI DI SVILUPPO 23.997- 23.997-
ESP. V/ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI 28.324- 28.324-
ESP. V/IMPRESE E ALTRI SOGGETTI 10.563.230- 10.563.230-
ESP. V/INTERMED.VIGILATI 20.235.300- 18.272.930- 1.962.370-
ESP. AL DETTAGLIO 41.328.216- 41.328.216-
ESP. IN STATO DI DEFAULT 7.803.270- 3.151.728- 4.651.543-
ESP. IN STRUMENTI DI CAPITALE 197.512- 197.512-
ESP. V/ORGANISMI DI INVESTIMENTO COLLETTIVO DEL RISPARMIO (OICR) 3.134.040- 3.134.040-
ALTRE ESP. 568.376- 5.934- 562.442-
TOTALE 111.395.944- 5.549.777- 20.691.024- 59.128.566- 20.620.586- 5.405.991-
% PONDERAZIONE ANTE CRM TOTALEPORTAFOGLIO REGOLAMENTARE
Informativa al pubblico – III Pilastro
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TAB 6.2 - Valore delle esposizioni dopo dell'applicazione delle tecniche di attenuazione del rischio di credito
(CRM)
Art. 442, lett. E)
Nota: I valori riportati fanno riferimento all’equivalente creditizio, ovvero i valori dell’esposizione post applicazione del fattore di
conversione creditizia
0% 20% 75% 100% 150%
ESP. V/AMMINISTRAZIONI CENTRALI E BANCHE CENTRALI 25.095.586- 25.095.586-
ESP. V/AMMINISTRAZIONI REGIONALI O AUTORITA LOCALI 2.418.094- 2.418.094-
ESP. V/BANCHE MULTILATERALI DI SVILUPPO 23.997- 23.997-
ESP. V/ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI 28.324- 28.324-
ESP. V/IMPRESE E ALTRI SOGGETTI 10.563.230- 10.563.230-
ESP. V/INTERMED.VIGILATI 20.235.300- 18.272.930- 1.962.370-
ESP. AL DETTAGLIO 41.328.216- 41.328.216-
ESP. IN STATO DI DEFAULT 7.803.270- 3.151.728- 4.651.543-
ESP. IN STRUMENTI DI CAPITALE 197.512- 197.512-
ESP. V/ORGANISMI DI INVESTIMENTO COLLETTIVO DEL RISPARMIO (OICR) 3.134.040- 3.134.040-
ALTRE ESP. 568.376- 5.934- 562.442-
TOTALE 111.395.944- 25.153.840- 20.691.024- 41.328.216- 19.571.322- 4.651.543-
PORTAFOGLIO REGOLAMENTARE TOTALE % PONDERAZIONE POST CRM
Informativa al pubblico – III Pilastro
31/39
TAVOLA 7
ESPOSIZIONE IN STRUMENTI DI CAPITALE NON INCLUSE NEL PORTAFOGLIO DI
NEGOZIAZIONE – ART. 447 CRR
DIFFERENZIAZIONE DELLE ESPOSIZIONI IN FUNZIONE DEGLI OBIETTIVI PERSEGUITI
I titoli e fondi si trovano classificati tra le “Attività finanziarie disponibili per la vendita”. Confidi.net classifica
nella voce 40 le attività che intende mantenere per un periodo di tempo indefinito e che possono essere
all’occorrenza venduti per esigenze di liquidità, variazioni nei tassi di cambio e nei prezzi di mercato.
TECNICHE DI CONTABILIZZAZIONE E METODOLOGIE DI VALUTAZIONE UTILIZZATE
Criteri di iscrizione
Le attività finanziarie disponibili per la vendita sono registrate alla data di regolamento al valore normale (“fair
value”); tale valore è rappresentato, generalmente, dal corrispettivo pagato per l’esecuzione della transazione,
comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili all’attività stessa.
Criteri di classificazione
Si tratta di attività finanziarie non derivate, che non sono classificate come crediti, attività finanziarie detenute
sino alla scadenza, attività finanziarie detenute per la negoziazione o attività valutate al fair value. Sono, quindi,
attività finanziarie che si intende mantenere per un periodo di tempo indefinito ma che possono essere
vendute per esigenze di liquidità, variazioni nei tassi d’interesse e nei prezzi di mercato. Possono essere
classificati come attività finanziarie disponibili per la vendita i titoli del mercato monetario, gli altri strumenti di
debito e i titoli azionari.
Criteri di valutazione e rilevazione delle componenti reddituali
Successivamente alla loro iscrizione in bilancio, le attività finanziarie disponibili per la vendita continuano ad
essere valutate al fair value, se riguardano titoli di debito quotati in mercati attivi. Nel caso in cui i titoli di
debito presenti in questa categoria siano investimenti in strumenti di capitale non quotati in mercati attivi, si è
fatto ricorso alle quotazioni direttamente fornite dalle banche depositarie o, in mancanza, a quanto previsto
dallo IAS 39 in merito alla valutazione di stime. Gli utili e le perdite derivanti dalle variazioni del fair value sono
rilevati nel patrimonio netto, alla voce 170 “Riserve da valutazione”, fino a quando l’attività finanziaria non è
alienata, momento in cui gli utili e le perdite cumulati sono effettivamente realizzati e, quindi, iscritti nel conto
economico. Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale le attività vengono sottoposte a verifica
dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore (“impairment test”). In tal caso, la perdita cumulata,
che è stata rilevata direttamente nel patrimonio netto, viene stornata e rilevata a conto economico nella voce
100 “Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie”, anche se l’attività finanziaria non è
stata eliminata. L’importo trasferito è pari alla differenza tra il valore di carico (costo di acquisizione) e il fair
value corrente, dedotta qualsiasi perdita per riduzione di valore su quell’attività finanziaria rilevata
precedentemente nel conto economico. Se, in un periodo successivo, il fair value di uno strumento di debito
classificato come disponibile per la vendita aumenta e l’incremento può essere oggettivamente correlato a un
evento che si è verificato in un periodo successivo a quello in cui la perdita per riduzione di valore era stata
rilevata nel conto economico, la perdita per riduzione di valore viene ripresa, rilevando il corrispondente
importo alla medesima voce di conto economico. Il ripristino di valore non determina in ogni caso un valore
Informativa al pubblico – III Pilastro
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contabile superiore a quello che risulterebbe dall’applicazione del costo ammortizzato qualora la perdita non
fosse stata rilevata.
Criteri di cancellazione
Le attività finanziarie cedute vengono cancellate dalle attività in bilancio solamente se la cessione ha
comportato il sostanziale trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi all’attività stessa. Per contro, qualora
siano stati mantenuti i rischi e benefici relativi all’attività ceduta, questa continua ad essere iscritta tra le
attività del bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità dell’attività sia stata effettivamente trasferita.
INFORMAZIONE QUANTITATIVA
TAB 7.1 – Informazioni sulle esposizioni in strumenti di capitale
Art. 442, lett. E)
UTILI PERDITE PLUSVALENZE MINUSVALENZE PLUSVALENZE MINUSVALENZE PLUSVALENZE MINUSVALENZE
PORTAFOGLIO AFS
A. Titoli di capitale
A.1 Quotati 12.621 12.621 13 44 13 44
A.2 Non quotati:
A.2.1 Strumenti di private equity
A.2.2 Altri titoli di capitale 190.988 190.988
B. Titoli di debito (strumenti di capitale)
B.1 Quotati 35.089 35.089 141 226 930 226 930
B.2 Non quotati 721.753 721.753 8.620 8.639 869 24.490 869 24.490
PARTECIPAZIONI
D. Partecipazioni -
D.1 Quotate
D.2 Non quotate - 25.000
ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE
PLUS/MINUSVALENZE
COMPLESSIVE IMPUTATE A
PATRIMONIO NETTO (F)
PLUS/MINUSVALENZE
COMPLESSIVE IMPUTATE NEL
CET1 (G)
UTILI E PERDITE
REALIZZATE NEL PERIODO VALORE DI
BILANCIO
FAIR VALUE /
VALORE DI
MERCATO
PLUS/MINUSVALENZE
COMPLESSIVE IMPUTATE A
CONTO ECONOMICO (E)
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TAVOLA 8
ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SU POSIZIONI NON INCLUSE
NEL PORTAFOGLIO DI NEGOZIAZIONE – ART. 448 CRR
NATURA DEL RISCHIO
Rischio di subire una perdita o riduzione di valore di attività e passività derivanti da inattese variazioni del tasso
di interesse. L’esposizione al rischio di tasso di interesse è misurata con riferimento alle attività e alle passività
comprese nel portafoglio bancario del Confidi.
MISURAZIONE E GESTIONE DEL RISCHIO
Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte del rischio di tasso di interesse sul portafoglio
bancario, Confidi.net adotta il metodo regolamentare previsto dalla Circ. 288/2015, cap. 14, Allegato C.
La metodologia richiamata prevede che tutte le attività e le passività comprese nel portafoglio siano classificate
in fasce temporali in base alla loro vita residua. All’interno di ciascuna fascia viene calcolata l’esposizione netta,
ottenuta dalla compensazione tra posizioni attive e posizioni passive. Le esposizioni nette di ogni fascia sono
poi moltiplicate per i fattori di ponderazione ottenuti dal prodotto tra una variazione ipotetica dei tassi (fissata
a 200 basis point) e un’approssimazione della duration modificata relativa a ciascuna fascia definita dalla Banca
d’Italia.
Più precisamente, l’applicazione della citata metodologia semplificata si basa sui seguenti passaggi logici:
1. Definizione del portafoglio del Confidi: il complesso delle attività e passività rientranti nel
portafoglio bancario.
2. Classificazione delle attività e passività in fasce temporali: sono definite 14 fasce temporali; le
attività e passività a tasso fisso sono classificate in base alla loro vita residua, quelle a tasso
variabile sulla base della data di rinegoziazione del tasso di interesse.
3. Ponderazione delle esposizioni nette di ciascuna fascia: in ciascuna fascia le posizioni attive e
passive sono compensate, ottenendo una posizione netta; la posizione netta per fascia è
moltiplicata per il corrispondente fattore di ponderazione; i fattori di ponderazione per fascia
sono calcolati come prodotto tra una approssimazione della duration modificata relativa alla
fascia e la variazione ipotetica dei tassi di 200 basis point.
4. Aggregazione delle esposizioni nelle diverse valute: i valori assoluti delle esposizioni relative alle
singole “valute rilevanti” e all’aggregato delle “valute non rilevanti” sono sommati tra loro. In
questo modo si ottiene un valore che rappresenta la variazione di valore economico aziendale a
fronte dell’ipotizzato scenario sui tassi di interesse.
L’importo ottenuto viene rapportato ai fondi propri ottenendo in questo modo l’indice di rischiosità, la cui
soglia di attenzione è fissata al 20% (tit. IV, cap. 14, sez. III, par. 3.2).
Come si evince dalla tabella seguente, al 31/12/2016 il Confidi presenta un indicatore di rischiosità pari a
6,70%.
Informativa al pubblico – III Pilastro
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Dal momento che l’indice di rischiosità di Confidi.net si attesta ad 6,70% si può ragionevolmente ritenere
adeguato il capitale interno rispetto ai fondi propri.
Confidi.net effettua, inoltre, prove di stress, avvalendosi della metodologia semplificata indicata dalla
normativa, utilizzando il modello di shock parallelo della curva di 300 bp sull’esposizione al rischio di tasso
d’interesse.
FREQUENZA DI MISURAZIONE
La misurazione del capitale interno attuale, condotta attraverso il richiamato algoritmo semplificato indicato
dalla Circolare 288/2015 di Banca d’Italia, viene effettuata su base trimestrale dalla funzione Risk Management.
Le risultanze dell’analisi vengono portate all’attenzione del Consiglio di Amministrazione.
INFORMATIVA QUALITATIVA
RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE
SUL PORTAFOGLIO BANCARIO VALORE
Capitale interno a fronte del rischio di tasso 1.135.051
Fondi propri 16.937.753
Indicatore di rischiosità 6,70%
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TAVOLA 9
ESPOSIZIONE IN POSIZIONI VERSO LA CARTOLARIZZAZIONE – ART. 449 CRR
In data 19 marzo 2013, il Confidi ha nominato e costituito procuratore speciale la Federascomfidi, in qualità di
rappresentante di alcuni confidi, per la sottoscrizione con Unicredit del contratto di Garanzia Junior finalizzato
alla realizzazione di una operazione di cartolarizzazione sintetica (tranched cover). Il portafoglio dell’operazione
risulta costituito da finanziamenti erogati dallo stesso Originator. I confidi partecipanti all’operazione hanno
costituito un Deposito (oggetto della Garanzia Junior) presso Unicredit rilasciato proporzionalmente al
portafoglio cartolarizzato. L’obbligazione di garanzia assunta da ciascun confidi è limitata al rispettivo Deposito.
Con la sottoscrizione del contratto, all’avvio dell’operazione le fidejussioni esistenti, ovvero le fidejussioni
rilasciate a garanzia degli obblighi assunti dalle imprese, sono state formalmente estinte e sostituite con la
Garanzia Junior. La Garanzia Junior copre le perdite riferibili alla Tranched Junior, fino ad un ammontare pari
all’80% di ciascuna perdita e fino ad un ammontare massimo garantito pari all’80% della Tranched Junior.
Le perdite registrate vengono allocate:
i. in primo luogo alla Tranched Junior, fino a completa consunzione di questa;
ii. alla Tranched Mezzanina, fino a completa consunzione di questa;
iii. infine, alla Tranched Senior.
Le perdite a valere sui finanziamenti e le relative escussioni della Garanzia Junior sono imputate ai confidi
secondo i seguenti principi:
i. innanzitutto al Deposito riferibile al Confidi che originariamente prestava la Fidejussione Esistente a
favore dell’impresa rispetto a cui si è verificato l’evento che ha dato origine alla perdita; e
ii. in caso di incapienza totale o parziale del relativo Deposito, l’ammontare residuo oggetto di
escussione viene imputato pro-quota ai Depositi, oggetto della Garanzia Junior, riferibili agli altri
confidi, come calcolati alla data di escussione.
Il contratto dell’operazione rimane efficace fino all’estinzione di tutte le obbligazioni garantite di tutti i
portafogli cartolarizzati dei singoli confidi (estinzione attualmente prevista per il 31/05/2030).
Il contratto delimita in maniera certa ed inequivocabile il rischio per Confidi.net senza prevedere alcun obbligo
o impegno di effettuare pagamenti ulteriori rispetto al limite stabilito, né di ricostituire il fondo monetario
allorché incapiente.
Dal punto di vista del patrimoniale, Confidi.net ha stabilito di dedurre il fondo monetario (al netto della quota
portata a Conto Economico) dai Fondi propri e non applicare alle singole posizioni del portafoglio ceduto un
fattore di ponderazione del rischio del 1.250%, secondo le modalità alternative previste dalle nuove
disposizioni di vigilanza prudenziale dall’art.244 del CRR 575/2013 a cui la Circ. 288/2015 rimanda.
Per quanto riguarda Confidi.net, il fondo monetario costituito presso Unicredit all’avvio dell’operazione risulta
al 31/12/2016 ancora integro e pari ad €86.956 (7,75% del Fondo Monetario della Garanzia Junior). Allo stato
attuale, infatti, il fondo non è stato intaccato né da perdite su posizioni di Confidi.net, né pro-quota dalle
perdite dei finanziamenti di altri confidi con fondi monetari incapienti.
Informativa al pubblico – III Pilastro
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TAVOLA 10
LEVA FINANZIARIA – ART. 451 CRR
Nell’ambito degli obblighi di informativa al pubblico previsti dalle disposizioni di vigilanza prudenziale, a far
data dall’iscrizione all’Albo Unico ex art. 106 TUB, gli intermediari sono tenuti a fornire l’informativa
concernente il coefficiente di leva finanziaria (leverage ratio), in ottemperanza a quanto stabilito dall’art. 451
CRR e dal correlato Regolamento esecutivo UE n. 200/2016, il quale definisce le norme tecniche di attuazione
relativamente alla forma e al contenuto della predetta informativa. La previsione dell’indice di leva finanziaria
mira a realizzare l’obiettivo di contenere il livello di indebitamento del settore bancario, in special modo nelle
fasi espansive del ciclo economico, contribuendo in tal modo a ridurre il rischio di processi di deleveraging tipici
in situazioni di crisi: più in dettaglio, una leva finanziaria eccessiva espone gli intermediari finanziari e bancari al
rischio che il livello di indebitamento particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri li renda
vulnerabili, rendendo necessaria l’adozione di misure correttive ai piani industriali, comprese le vendite di
attività con contabilizzazione di perdite che potrebbero comportare rettifiche di valore anche sulle restanti
attività.
In tale contesto, il Leverage Ratio è calcolato come la misura del capitale dell’intermediario divisa per la misura
dell’esposizione complessiva ed è espresso in percentuale. Ai fini del predetto calcolo il capitale preso in
considerazione è il capitale di classe 1. Nel denominatore del rapporto sono considerate le attività per cassa e
le esposizioni fuori bilancio.
Con riferimento alle attività per cassa sono rilevate le tutte le attività al valore di bilancio prima
dell’applicazione delle tecniche di mitigazione del rischio di credito, escludendo le attività dedotte dai fondi
propri.
Le attività fuori bilancio (garanzie e impegni) sono rilevate al valore dell’esposizione, post applicazione dei
fattori di conversione creditizia e ante applicazione delle tecniche di mitigazione del rischio (così come previsto
dall’art. 429 CRR 575/2013).
Tutto ciò premesso, si fa presente che alla data del 31 dicembre 2016 il coefficiente di leva finanziaria è
risultato pari a 15,20%.
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INFORMAZIONE QUANTITATIVA
TAB 10.1 – Riconciliazione tra attività e misura dell’esposizione complessiva al rischio di leva finanziaria
Art. 451 CRR e Regolamento UE 200/2016
TAB 10.2 – Informativa armonizzata sul coefficiente di leva finanziaria
Art. 451 CRR e Regolamento UE 200/2016
IMPORTO
1 Attività totali come da bilancio pubblicato 37.208.395
2 Rettifiche per entità che sono consolidate in bilancio ma escluse dal consolidamento
prudenziale
3 Rettifiche per gli elementi fiduciari iscritti in bilancio ma esclusi dalla misura dell'esposizione
complessiva del coefficiente di leva finanziaria a norma dell'art. 429 (13) del CRR (-)
4 Rettifica per gli strumenti finanziari derivati
5 Rettifica per le operazioni di finanziamento tramite titoli (SFT)
6 Rettifiche per strumenti fuori bilancio (conversione all'equivalente creditizio) (+) 75.018.496
6a Rettifica per le esposizioni infragruppo escluse dalla misura dell'esposizione complessiva del
coefficiente di leva finanziaria a norma dell'art. 429, par. 7 del CRR (-)
6b Rettifica per le esposizioni escluse dalla misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di
leva finanziaria a norma dell'art. 429, par. 14 del CRR (-)
7 Altre rettifiche 830.947-
8 ESPOSIZIONE COMPLESSIVA DEL COEFFICIENTE DI LEVA FINANZIARIA 111.395.944
DESCRIZIONE
IMPORTO
Attività in bilancio (esclusi strumenti derivati e operazioni SFT)
1 Attività in bilancio (esclusi derivati e operazioni SFT, ma incluse garanzie reali) 37.208.395
2 Attività dedotte dal Capitale di Classe 1 830.947-
3 Totale attività in bilancio (3 = 1 + 2) 36.377.448
4-11 Contratti derivati -
12-16 Esposizioni SFT -
Altre esposizioni fuori bilancio
17 Importo nozionale lordo delle esposizioni fuori bilancio 80.272.950
18 Rettifiche per applicazione fattori di conversione creditizia (-) (18 = 19 - 17) 5.254.453-
19 Totale esposizioni fuori bilancio 75.018.496
19a-19b Esposizioni esentate a norma dell'art. 429, par. 7 e 14 del CRR (in e fuori bilancio) -
Capitale ed esposizione complessiva
20 Capitale di classe 1 16.937.753
21 Misura dell'esposizione complessiva del coefficiente di leva finanziaria
(21 = 3 + 11 + 16 + 19 + 19a + 19b) 111.395.944
Coefficiente di leva finanziaria
22 Indicatore di leva finanziaria di fine trimestre (22 = 20 / 21) 15,20%
Indicatore di leva finanziaria -
23 Scelta del regime transitorio per la definizione di misura del capitale TRANSITORIO
24 Importo degli elementi fiduciari non computati in applicazione dell'art. 429 (11) del CRR -
DESCRIZIONE
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TAVOLA 11
TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO – ART. 453 CRR
Con riferimento all’acquisizione, valutazione e gestione delle principali forme di garanzia reale, Confidi.net non
adotta alcuna policy volta a garantire il soddisfacimento a fini regolamentari di tali forme di Credit Risk
Mitigation (CRM) in quanto le varie tipologie di garanzia reale (ad es: ipoteca, pegno ecc.) richieste in fase di
istruttoria della domanda di finanziamento, sono per lo più rilasciate in favore dell’istituto bancario erogante e
pertanto da quest’ultimo gestite e regolate. Tuttavia, Confidi.net in particolari condizioni ritiene opportuno
acquisire un deposito cauzionale di ammontare variabile a seconda del rating associato al cliente, della
tipologia e dell’importo della garanzia rilasciata. Il deposito viene restituito interamente a seguito della
estinzione delle linee garantite, con semplice richiesta scritta da parte dell’interessato.
Confidi.net utilizza quali strumenti di mitigazione del rischio di credito: la controgaranzia rilasciata dal Fondo
Centrale di Garanzia, la controgaranzia rilasciata da Finanziaria Promozione Terziario S.c.p.a (di seguito anche
Fin.Promo.Ter.) e lo strumento della tranched cover volto alla delimitazione alla “prima perdita” del rischio su
un portafoglio di garanzie definito.
Confidi.net prevede all’interno della propria struttura organizzativa un Ufficio Controgaranzie e Contributi con il
compito di verificare, fra le altre attività, il rispetto dei requisiti di eleggibilità delle potenziali nuove esposizioni
e di efficacia delle esposizioni già controgarantite.
Si precisa che l’unica forma di CRM utilizzata ai fini del calcolo del requisito patrimoniale a fronte del rischio di
credito è la controgaranzia rilasciata dal MedioCredito Centrale.
TAB 11.1 – Effetto delle tecniche di CRM
Art. 453, lett. F)
PORTAFOGLIO REGOLAMENTAREESPOSIZIONE
ANTE CRMEFFETTO CRM
ESPOSIZIONE
POST CRM
Esposizioni verso amministrazioni centrali e banche centrali 5.496.010 19.599.575 25.095.586
Esposizioni verso amministrazioni regionali o autorità locali 2.418.094 2.418.094
Esposizioni verso banche multilaterali di sviluppo 23.997 23.997
Esposizioni verso organizzazioni internazionali 28.324 28.324
Esposizioni verso intermediari vigilati 20.235.300 20.235.300
Esposizioni verso imprese e altri soggetti 11.311.518 440.768- 10.870.750
Esposizioni al dettaglio 64.058.334 17.800.351- 46.257.983
Esposizioni in stato di default 9.178.892 1.358.456- 7.820.436
Esposizioni in strumenti di capitale 197.512 197.512
Esposizioni verso OICR 3.134.040 3.134.040
Altre esposizioni 568.376 568.376
TOTALE 116.650.397 116.650.397
Informativa al pubblico – III Pilastro
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DICHIARAZIONE AI SENSI DELL’ART. 435, LETT.E) ED F) DEL REGOLAMENTO UE
N. 575/2013
Il Consiglio di Amministrazione dichiara ai sensi dell’art. 435, comma 1, lettera e) ed f) che:
i sistemi di gestione dei rischi messi in atto dal Confidi e oggetto di illustrazione nel documento
pubblicato “Informativa al Pubblico - 31 dicembre 2016” (cfr. Tavola 1) risultano adeguati con il profilo
di rischio e la strategia aziendale;
l’organo di amministrazione monitora periodicamente l’andamento dei rischi a cui il Confidi è esposto
e valuta eventuali correzioni da apportare al piano strategico.
Considerato l’attuale livello del profilo di rischio e le strategie aziendali previste dal piano strategico, il Confidi
mostra un adeguato e conforme livello di adeguatezza patrimoniale.
Rimini, 8 giugno 2017
Per il Consiglio di Amministrazione
Il Presidente di Confidi.net
Alduino Di Angelo