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Italia: la Tuscia Il luogo sacro dell'antica Etruria - La Tuscia.pdf · inaspettate emozioni uniche...

Date post: 20-Feb-2019
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Italia: la Tuscia Il luogo sacro dell'antica Etruria Viaggiare non è solo vivere grandi avventure, ma è soprattutto un modo per incontrare la storia, l’arte, la religione, la gente e la natura di un popolo. E quando poi si tratta di scoprire angoli della nostra Italia che tanto ci può dare di bellezze artistiche e naturali, di contatti umani e culturali… allora l’entusiasmo può veramente andare alle stelle! Così è stato con il viaggio in Tuscia, una piccola parte della regione laziale che non tutti conoscevano.. abbiamo vissuto, in un breve, ma intenso viaggio inaspettate emozioni uniche ed irripetibili.
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Italia: la TusciaIl luogo sacro dell'antica Etruria

Viaggiare non è solo vivere grandi avventure, ma è soprattutto un modo per incontrare la storia, l’arte, la religione, la gente e la natura di un popolo.

E quando poi si tratta di scoprire angoli della nostra Italia che tanto ci può dare di bellezze artistiche e naturali, di contatti umani e culturali… allora l’entusiasmo può veramente andare alle stelle!

Così è stato con il viaggio in Tuscia, una piccola parte della regione laziale che non tutti conoscevano.. abbiamo vissuto, in un breve, ma intenso viaggio inaspettate emozioni uniche ed irripetibili.

Italia: la TusciaIl luogo sacro dell'antica Etruria

Ora rientrata a casa, ho cercato di riporre nel cassetto della memoria le stupende giornate che abbiamo vissuto.. allora ecco che le parole hanno potuto darci la possibilità di far continuare a vivere nella mente quei ricordi, quelle immagini e sono diventate una presenza viva, un collage di emozioni anche familiari proprio perché vissute insieme ad un gruppo di amici, un gruppo affiatato e unito dai medesimi interessi.

I ricordi si sono mescolati alla nostra quotidianità e sono diventati qualcosa di diverso, ma altrettanto bello, magico e molto, molto prezioso! Mentre dispongo ed osservo le varie foto scattate cerco anche di rivivere non solo l’ordine e la successione delle visite nelle varie giornate, ma i vari momenti magici, i luoghi che più mi hanno emozionato.

Italia: la TusciaIl luogo sacro dell'antica Etruria

Viterbo, per esempio, quella vecchia signora in disarmo che voleva conservare ancora il suo prestigio, mi ha affascinato.

Italia: la TusciaIl luogo sacro dell'antica Etruria

Abbiamo camminato in quelle strette e un po’ dissestate vie del centro antico, forse troppo abbandonate all’incuria del tempo, con il viso rivolto verso l’alto… allora i tetti, i campanili delle chiese, i palazzi nobili, i balconi lavorati, le torri.. tutto ci parlava di un passato ricco di prestigio, ciascuna casa poteva raccontare la sua storia.

Italia: la TusciaIl luogo sacro dell'antica Etruria

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Ma era anche bello in questo nostro vagare seguendo la guida, vedere e sentire intorno a noi la forza pura e semplice della vita presente nella folla che ci sfiorava, presente nel suo calore, nel suo respiro, in qualche sorriso rubato.. era un modo per comunicare e apprezzare maggiormente ciò che stavamo ammirando.

Italia: la TusciaIl luogo sacro dell'antica Etruria

Camminavamo un po’ in fila, un po’ sparsi, calpestando pietre antiche della nostra storia, ricordo di secoli lontani, come nel quartiere medioevale di San Pellegrino.. per parecchie ore abbiamo percorso salite, scivolato in discesa, sfiorato un’infinità di fontane severe ed originali che spiccavano nelle varie piazze, siamo passati sotto pittoreschi archi che univano spesso i due corpi delle case..

Italia: la TusciaIl luogo sacro dell'antica Etruria

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...e quando ci siamo infine trovati di fronte al palazzo dei papi con la sua ampia scalinata, le sue sette arcate intrecciate a traforo con gli stemmi cardinalizi e gli elaborati rilievi nelle cornici, siamo rimasti senza fiato: quanti posti meravigliosi abbiamo in Italia!

Italia: la TusciaIl luogo sacro dell'antica Etruria

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E in quella giornata di sole abbagliante svettava sulla piazza San Lorenzo il bel campanile del Duomo con le sue allegre fasce bianconere.

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Ricordo anche i piccoli paesi arroccati come quello di Civita di Bagnoregio, un borgo raggiunto con una certa fatica, attraverso un alto viadotto pedonale che si allungava sulla campagna circostante.

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“Una città che muore” era stata definita, ma a me sembrava, al di là della precarietà delle case e del terreno tufaceo che stava lentamente sprofondando, che fosse un luogo vivo e pittoresco.

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Sembrava volesse mostrare a tutti il suo volto migliore mentre un pallido, ma già caldo sole, illuminava a festa la porta etrusca, le colonne romane, le loggette dei palazzi, la ricca chiesa di San Donato, che un tempo era stata addirittura una cattedrale!

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Ci vorrebbero pagine e pagine per elencare tutte le bellezze che abbiamo avuto modo di vedere in così pochi giorni… ci vorrebbero pagine e pagine per cercare di mettere in risalto con le parole, i monumenti, i palazzi ed i castelli dai nomi nobili altisonanti.. Orsini, Chigi, che si ergevano imponenti anche se spesso un po’ in rovina, come fortezze a guardia dei vari paesi.

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Ma io vorrei soffermarmi in alcuni luoghi che più mi hanno colpito, uno tra questi è stato il Palazzo Farnese a Caprarola, unico e grandioso. Siamo arrivati mentre il sole benevolo illuminava i pendii delle colline che lo circondavano e le piatte pietre della facciata, le grandi finestre, acquistavano spesso una lucentezza tale da farci credere di avere di fronte una miriade di piccoli diamanti incastonati.

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Siamo saliti attraverso l’ampia, monumentale scalinata esterna e una vertiginosa interna e ci siamo concessi una lunga visita nel palazzo legato alla cultura tardo cinquecentesca.

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Poi abbiamo alzato lo sguardo ai bei soffitti affrescati nelle varie sale, ai dipinti, ai rilievi veramente suggestivi per l’elaborata cesellatura del loro insieme.

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Abbiamo passeggiato nei grandiosi giardini ricchi di statue, fontane, nicchie… tutto ci ha letteralmente emozionato ed incantato… anche la maliziosa “Palazzina del Piacere”!

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Tante altre immagini si affollano nella mia mente, e sto cercando di riviverle e di ricordarle… la bella passeggiata attraverso i prestigiosi giardini manieristici “a sorpresa” di Villa Lante, a Bagnaia...

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...seguendo gli zampilli romantici delle piccole fontane, con i favolosi giochi d’acqua, i grottini gocciolanti.. tutto incredibile e sorprendente.. un mondo fresco e quasi irreale. Inerpicandoci tra querce, lecci e platani siamo anche arrivati alla “Fontana dei Lumini”...

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...e poi a quella “dei Giganti”, una vera meraviglia idraulica.. infatti l’acqua che fuoriusciva veniva incanalata, quasi musicalmente, in un alveo di pietra artisticamente elaborato proprio per ricavare suoni melodici!

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Dal profano “estetico” di tutta quella miriade di fontane ci siamo spostati alla “sacralità” della chiesa della Madonna della Quercia con le sue leggende interessanti.

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Si narra infatti che agli inizi del 1400, dove oggi sorge la chiesa, c’era una vigna.. ebbene, un certo Battista Juzzante, agricoltore e fabbro, aveva collocato tra i rami di una quercia, all’ingresso della vigna, l’immagine di una “Madonna con Bambino” fatta dipingere da un pittore viterbese per attirare la benedizione divina sul suo raccolto.

L’immagine fu subito apprezzata dai viandanti e non solo fu devotamente ammirata, ma cominciò anche a fare miracoli. Tra i più importanti viene ricordata anche la fine della pestilenza che aveva colpito la città…

Da quel momento si decise di onorare meglio l’immagine della Vergine, con la costruzione prima di una cappella e poi di un vero e proprio santuario!

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Accanto alla chiesa il suggestivo Chiosco della Cisterna, posto su due ordini di arcate ci ha trasportato in un’atmosfera di pace e di meditazione.

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Lungo il tragitto verso Rieti abbiamo anche fatto una sosta a Sutri, una piccola, ma antichissima cittadina posta su un imponente rilievo di tufo dominante la via Cassia. Qui l’anfiteatro romano ci aspettava, immobile da secoli, suggestivo, illuminato dai caldi raggi del sole, scavato completamente nel tufo, patinato dal muschio e cinto dalle scure chiome dei lecci che aggiungevano una specie di classica solennità all’insieme.

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Poco più avanti un suggestivo e singolare ipogeo, il Sacello della Madonna del Parto, ritenuto forse una tomba o forse un “mitreo” adattato nel Medioevo al culto cristiano... è stato un’altra apprezzata scoperta.

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E poi come dimenticare Civita Castellana, ricca di monumenti e di storia, abbracciata dalle possenti mura del Forte Sangallo fatte costruire dal papa Alessandro Borgia!

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La cittadina era, in fondo, un grande museo all’aperto: i cinquecenteschi palazzi nobili, la cattedrale di Santa Maria in Falleri, quella del Carmine con l’annesso monastero delle Clarisse e poi il Duomo, capolavoro dell’arte dei marmorari romani.. tutto è stato un susseguirsi di piccole scoperte legate ad un sapore d’altri tempi.

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E infine l’arrivo a Rieti con la magia di una scoperta. Non avrei mai immaginato che proprio la piccola Rieti, “l’ombelico d’Italia”, ai piedi del Terminillo, sulle sponde del Velino, fosse una città ricca di tanta storia millenaria!

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La Rieti sotterranea con il suo tesoro archeologico mi ha affascinato.. abbiamo fatto un percorso a ritroso nel tempo, attraversando androni medioevali sotto nobili dimore appartenute alle grandi famiglie patrizie, siamo passati sotto suggestive volte a botte, architravi e antichi vicoli, illuminati da centinaia di candele che erano state magicamente accese al nostro passaggio..

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Risaliti in superficie ci siamo ritrovati tra scenografici edifici del tardo rinascimento che si mescolavano qua e là con vestigia gotiche e con bellissime chiese che intrecciavano l’esterno romanico con la ricchezza dell’interno barocco.. ma soprattutto mi hanno colpito alcuni scenari della città veramente fuori dal tempo, scenari romantici di grande dolcezza, offerti dalle calme e azzurre acque del Velino.

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Ma tutte le cose belle hanno una loro fine.. restano appunto i ricordi, perché ogni viaggio, anche se breve, di pochi giorni, “è sempre uno spazio in cui formare i propri passi” è un modo per vivere intensamente l’avventura dell’esistenza, per scoprire e cercare di conoscere tutto quello che ci circonda, anche i misteri, le storie, le leggende che hanno da sempre accompagnato il cammino dell’uomo.

Il viaggio trasforma sempre, da la possibilità di non restare bloccati nello specchio del tempo, ma di inseguire il mondo che corre, che si evolve al nostro fianco.. l’importante è avere sempre il coraggio di vedere con emozione e con gli occhi del cuore!

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