Date post: | 11-Jul-2015 |
Category: |
Documents |
Upload: | valeriagarau |
View: | 1,733 times |
Download: | 0 times |
5/11/2018 La crisi del Trecento - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/la-crisi-del-trecento-55a0d12275418 1/10
Valeria Garau IIIF A.S. 2011/2012
5/11/2018 La crisi del Trecento - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/la-crisi-del-trecento-55a0d12275418 2/10
La crisi politica, demografica e la grande peste del ‘300
Valeria Garau III F A.S. 2011 - 2012
1
Indice
CAPITOLO I
1.5 La concezione politica di Dante
1.6 Dante e il papato
1.7 Papato e impero nel Trecento
CAPITOLO II
2.1 Il ritorno della carestia
2.2 L'epidemia del 1347-1350
2.3 Gli effetti della peste in Europa
2.4 Le conseguenze economiche della peste
2.5 Rivolte sociali, nelle città e nelle campagne
GALLERIA IMMAGINI: DANTE E IL DE MONARCHIA
GLOSSARIO BIBLIOGRAFIA SITOGRAFIA
5/11/2018 La crisi del Trecento - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/la-crisi-del-trecento-55a0d12275418 3/10
La crisi politica, demografica e la grande peste del ‘300
Valeria Garau III F A.S. 2011 - 2012
2
1.5 LA CONCEZIONE POLITICA DI DANTE
ante Alighieri (1265 - 1321), nella sua concezione dell'autorità politica, metteva
quest'ultima in collegamento con Dio. Tuttavia lo scrittore ragionava ancora in termini
tradizionalisti, infatti come il suo rivale Bonifacio VIII, Dante non aveva
ancora capito che il potere non era più nelle mani del Papa o dell'imperatore
tedesco ma ormai volgeva verso persone nuove come ad esempio il re di
Francia o il re d' Inghilterra. Dante espresse pubblicamente le proprie idee in
un trattato intitolato "De Monarchia", composto agli inizi del '300; il trattato è
articolato in 3 libri: nel primo Dante espone le ragioni per cui Dio istituì
l'autorità imperiale. Nel secondo libro Dante sostiene che l'esercizio
dell'autorità imperiale spetta di diritto al popolo romano, e ribadisce chel'imperatore riceve l'autorità di governare il mondo direttamente da Dio. Nel
terzo da un lato celebra l'importanza della vita terrena e della dignità
dell'uomo, dall'altro come tutti gli uomini del Medioevo riconosce che la vita
eterna (quella dopo la morte) sia infinitamente più importante di quella che si
conduce in questo mondo.
D
Dante Alighieri
5/11/2018 La crisi del Trecento - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/la-crisi-del-trecento-55a0d12275418 4/10
La crisi politica, demografica e la grande peste del ‘300
Valeria Garau III F A.S. 2011 - 2012
3
1.6 DANTE E IL PAPATO
ante nella Commedia si presenta come la persona a cui
Dio ha concesso il privilegio di visitare il mondo dei morti.
Durante la vicenda il poeta afferma più volte di aver
ricevuto una vera e propria missione, cioè l'incarico di
annunciare l'imminente intervento di Dio che attraverso una
persona da lui inviata salverà il mondo dal disordine creato dalla
politica di Bonifacio VIII e dagli altri pontefici. Dante sostiene che
tutti i Papi che hanno seguito le orme di Gregorio VII abbiano
peccato di cupidigia: vizio che Dante nel primo canto dell'inferno
presenta per mezzo di una lupa; e l'inviato divino che viene
raffigurato da un veltro. Non si conosce con esattezza quale inviato
attendesse Dante, probabilmente si tratta di un imperatore capace
di ottenere il successo imponendo autonomia ai comuni italiani e aipontefici desiderosi di ottenere anche il potere temporale.
Bonifacio VIII viene più volte criticato da Dante a causa della sua
politica ierocratica, e infatti viene collocato da Dante nell'ottavo1
cerchio dell'inferno.
Il poeta fiorentino non venne considerato un eretico perché non
attaccò l'istituzione del papato ma bensì se la prese con alcuni singoli
pontefici che a suo parere si erano allontanati dal volere divino; infatti
Dante riuscì a mantenere un atteggiamento distaccato persino nei
confronti del tanto odiato Bonifacio VIII riuscendo comunque a
separare l'uomo (peccatore) dalla sua carica (sacra).
1Nella terza bolgia dell'ottavo cerchio sono puniti i simoniaci , che fecero compravendita di beni spirituali e di cariche
ecclesiastiche: essi sono destinati a rimanere capovolti in buche dalle quali fuoriescono solo i piedi, lambiti dalle
fiamme.
D
Bonifacio VIII indice il primo giubileo
(dipinto di Giotto)
BONIFACIO VIII
Bonifacio VIII, (Anagni, 1230 circa-Roma, 11 ottobre 1303), fu il 193° papa della Chiesa Cattolica. Figlio di Lofredo Caetani
e di Emilia Petrasso, discendenti della famiglia pisana Caetani. Studiò a Todi, dove era vescovo suo zio Pietro Caetani. La
sua carriera ecclesiastica fu rapida e soprattutto prodigiosa, svolgendo importanti missioni in Francia e Inghilterra. I 23
gennaio 1295 fu incoronato Pontefice nella Basilica di San Pietro all ’ età di 64 anni. Durante il suo pontificato, come prima
cosa, riportò la sede papale al posto d ’ origine, spostandola da Napoli a Roma, ma poi temendo che il suo predecessore
Celestino V, tornato frate semplice, venisse “ assoldato” come antipapa, lo fece arrestare e rinchiudere nella rocca di
Fumone, proprietà della famiglia Caetani dove rimase fino alla morte. Il 18 novembre 1302, emana la famosa bolla Unam
Sanctam, una delle più importanti dichiarazioni della supremazia pontificia ma in Francia si scatenò una violenta
opposizione contro il papa che venne considerato “ usurpatore del trono di Pietro” , inviarono ad Anagni una banda di
armati per catturare il Papa. Anche se il Papa non era ben visto, l ’ offesa venne considerata come un oltraggio a Cristo e
quindi la borghesia cristiana lo liberò e lo riportò a Roma dove morì poco dopo. Inoltre Bonifacio VIII fu il primo a stabilire
con la bolla Antiquorum habet fidem l ’ indulgenza plenaria a chi nell ’ anno in corso e in ogni futuro centesimo anno avesse
visitato le Basiliche di san Pietro e san Paolo a Roma con l ’ intento di redimere i peccati. A lui succedette Benedetto XI.
5/11/2018 La crisi del Trecento - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/la-crisi-del-trecento-55a0d12275418 5/10
La crisi politica, demografica e la grande peste del ‘300
Valeria Garau III F A.S. 2011 - 2012
4
DANTE E IL DE MONARCHIA
Ritratto di Dante, durante
la stesura del De Monarchia
Copertina del De Monarchia
tradotto in italiano
Indice dei libri proibiti, tra iquali era inclusa anche
l’opera di Dante
Statua raffigurante Dante
-Basilica S.Croce, Firenze-
Ritratto di Dante dipinto da
Raffaello, raffigurato sulla
moneta italiana da 2euro
Sepolcro Dante
Alighieri - Ravenna
5/11/2018 La crisi del Trecento - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/la-crisi-del-trecento-55a0d12275418 6/10
La crisi politica, demografica e la grande peste del ‘300
Valeria Garau III F A.S. 2011 - 2012
5
1.7 PAPATO E IMPERO NEL TRECENTO
el 1305, divenne papa un vescovo francese, Clemente V, che per sfuggire alle
persecuzioni delle grandi famiglie romane spostò il papato in Francia. Dopo la sua morte
venne eletto nuovamente un vescovo francese e anch'esso decise di rimanere ancoralontano da Roma, trasformando una scelta saggia e temporanea in una stabile che durerà fino al
1378. Come sede del papato venne scelto un possedimento
pontificio nella città di Avignone, ma che di fatto era sotto la sfera
governativa del re di Francia. Nel 1314 mentre i cardinali stavano
per ritirarsi in conclave, Dante scrisse loro una durissima lettera
lamentando la rovina della Chiesa. Dante ancora una volta mostra
la concezione che ha di se stesso come
profeta chiamato da Dio. Intanto in
Germania assunse il potere Ludovicoduca di Baviera, entrato subito in
conflitto con il papa, perchè
quest'ultimo non voleva riconoscerlo
come sovrano, e quindi il 18 aprile 1328
Ludovico pronunciò la sentenza di deposizione di Giovanni XXII,
proclamato Anticristo. L'imperatore durante la sua lotta contro il papa
trovò appoggio nel filosofo italiano Marsilio da Padova; in base alla
sua concezione politica deve essere il popolo a scegliere in quali mani
far confluire il potere. Ludovico venne solennemente incoronato
imperatore nel 1328 e affermò che il suo diritto di governare non
proveniva da Dio ma bensì dal popolo Romano. Dieci anni più tardi
un'assemblea di principi tedeschi stabilì che non sarebbe più stata
necessaria l'incoronazione dell'imperatore da parte del papa. Infine nel 1356 venne fissato un
gruppo di principi che avevano il diritto di eleggere l'imperatore. La Bolla d'oro emanata
dall'imperatore Carlo V, ne individua sette: tre ecclesiastici e quattro laici.
2 LA CRISI DEMOGRAFICA E LA GRANDE PESTE
2.1 IL RITORNO DELLA CARESTIA
econdo gli studiosi del clima, nei primi anni del Trecento ci fu un
mutamento climatico e l'Europa entrò in una fase fredda,
caratterizzata da un netto aumento delle precipitazioni. A partire
dal 1315, per tre anni consecutivi, un eccessiva piovosità distrusse i
raccolti e quindi la mancanza di cerali colpì anche le zone più ricche. Così,
per la prima volta dopo duecento anni, l'intero Occidente fu in preda alla
N
S
Carlo V
La Bolla d'oro
Dipinto gotico della Peste Nera
5/11/2018 La crisi del Trecento - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/la-crisi-del-trecento-55a0d12275418 7/10
La crisi politica, demografica e la grande peste del ‘300
Valeria Garau III F A.S. 2011 - 2012
6
carestia: da maggio ad agosto, nel 1316 a Ypres2, morì di fame un abitante su dieci. Nei momenti
più critici le persone cercarono di sfamarsi come potevano, e quindi indeboliti da diete scadenti,
favorirono l'esplosione di epidemie, tra cui la più grave e devastante, che si scatenò nel 1347: la
peste.
2.2 L'EPIDEMIA DEL 1347-1350
Nel XIII secolo in Asia, i Mongoli crearono un
gigantesco impero. La pax mongolica, cioè la stabilità
politica data dal fatto che governasse una sola
persona, favorì una intensa rete di commerci, che in
Europa vide protagoniste le due repubbliche
marinare di Genova e di Venezia. Ma insieme alle
merci, iniziarono a spostarsi verso Occidente anche i
bacilli delle varie malattie, primi tra tutti quelli della
peste. Infatti la grande epidemia (1347-1350, nota
anche come peste nera) scaturì in una colonia
genovese della Crimea; a quanto pare, nella
primavera del 1347, un esercito tataro che assediava
la colonia, si ammalò di peste e fu costretto alla
ritirata, ma il generale prima di abbandonare la terra
ordinò di catapultare dei cadaveri infetti all'interno delle mura della città, che a loro volta
contagiarono i Genovesi. I mercanti presero le navi per tornare in patria e i batteri iniziarono adiffondersi in tutta Italia. La forma di peste più diffusa, era quella bubbonica, il sintomo principale
infatti, era la comparsa di rigonfiamenti alla base degli arti, la maggior parte dei malati morivano in
quattro o cinque giorni. Questo tipo di peste veniva trasmessa dalla pulce del ratto nero, che la
trasmetteva al roditore che a sua volta la trasmetteva all'uomo. La seconda forma della peste era
quella polmonare che a punto, colpiva l'apparato respiratorio; era ancora più pericolosa di quella
bubbonica, in quanto uccideva (in minor tempo) quasi il 100% dei malcapitati che la contraevano,
e soprattutto si trasmetteva da uomo a uomo. La peste quindi era tipica di contesti gravemente
carenti dal punto di vista igienico.
2.3 GLI EFFETTI DELLA PESTE IN EUROPA
Nel giro di due anni la peste invase l'intera Europa. Oggi
si ritiene che la peste abbia provocato la morte di circa
un terzo della popolazione del continente europeo.
Dopo questa grande pandemia, la peste rimase una
tragica presenza nella storia dell'Europa fino al XIII
secolo. Nei secoli compresi fra il 1350 1 il 1700, essa si
fece periodicamente sentire anche se fortunatamente in
2Città fiamminga, dell'attuale Belgio.
La Punizione degli untori
5/11/2018 La crisi del Trecento - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/la-crisi-del-trecento-55a0d12275418 8/10
La crisi politica, demografica e la grande peste del ‘300
Valeria Garau III F A.S. 2011 - 2012
7
Torre del Capitano del Popolo –
Vetralla
Esempio di campanile a vela del ‘300,
nel quale, oltre le campane, troviamo
uno dei primi orologi meccanici.
maniera meno pesante.
2.4 LE CONSEGUENZE ECONOMICHE DELLA PESTE
Gli storici, studiando le campagne del XIV secolo, rimasero colpiti dal
fenomeno dei "villaggi scomparsi". Con questa espressione si
intende l'abbandono, da parte dei contadini, di luoghi che risultano
invece abitati. Le cause di questo evento furono diverse, ma
generalmente le terre venivano abbandonate perchè rendevano
poco e, dato che la peste aveva colpito soprattutto gli abitanti delle
città, i contadini migrarono verso i centri, richiamati dalla necessità
di mano d'opera che faceva aumentare i salari. La crisi economica
portò i datori di lavoro ad allungare la giornata lavorativa dei dipendenti, introducendo unacampana che scandiva la giornata lavorativa dei lavoratori urbani. Ora non si lavorava più
"dall'alba al tramonto", orario soggetto a cambiamento a seconda delle stagioni, ma c'era un
orario prestabilito da rispettare. Successivamente venne introdotto l'orologio meccanico con
suoneria, che accanto alle campane delle chiese, scandiva le ore dei lavoratori.
2.5 RIVOLTE SOCIALI, NELLE CITTA’ E NELLE CAMPAGNE
Per le regioni in cui era maggiormente sviluppata l ’industria tessile, il Trecento fu un secolo di violenti
scontri sociali tra mercanti, artigiani e manovali. I conflitti scoppiavano quando le autorità cittadine,
d’accordo con i mercanti, cercavano di diminuire le retribuzioni. A Firenze la rivolta più importante fu quella
5/11/2018 La crisi del Trecento - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/la-crisi-del-trecento-55a0d12275418 9/10
La crisi politica, demografica e la grande peste del ‘300
Valeria Garau III F A.S. 2011 - 2012
8
denominata “tumulto dei ciompi”, nel 1378, ma fu pressoché inutile. Inoltre, con l’arrivo della peste anche
il prezzo dei cereali lievitò, e ciò portò ad un gran numero di rivolte contadine, totalmente represse nel
sangue.
L’episodio più famoso ebbe luogo in Francia nel 1358, mentre le campagne del nord della Francia venivano
saccheggiate dai soldati impegnati a combattere nella Guerra dei Cent’Anni; questa rivolta prese il nome di
Jaquerie. E’ famosa anche la rivolta dei contadini inglesi nel 1381, che vennero appoggiati da predicatori
religiosi denominati lollardi3, che sostenevano con motivazioni religiose il fatto che a società dovesse
cambiare. Uno di questi predicatori fu John Ball, che predicava uguaglianza tra gli uomini e incitava ad una
rivolta armata per spodestare i grandi signori e riporre finalmente il potere nelle mani del popolo.
BIBLIOGRAFIA
Chiaroscuro dall’età feudale al seicento
AUTORI: Francesco Feltri, Maria Manuela Bertazzoni, Franca Neri
EDITORE: Sei
SITOGRAFIA
http://www.vaticanotours.com/
http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:Storia
http://www.danteonline.it/italiano/home_ita.asp
3
I lollardi detti anche Alessiani, furono un gruppo religioso belga.
Essi pensavano che la "chiesa dei salvati" significasse l'intera
comunità dei fedeli e non la chiesa ufficiale romana. Inoltre erano convinti della predestinazione e predicavano la povertà secondo
l'esempio apostolico della Chiesa.
5/11/2018 La crisi del Trecento - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/la-crisi-del-trecento-55a0d12275418 10/10
La crisi politica, demografica e la grande peste del ‘300
Valeria Garau III F A.S. 2011 - 2012
9
- GLOSSARIO-
La peste dal punto di vista medico
La peste è una malattia infettiva di origine batterica. Il batterio infetta i tessuti linfoidi dell'uomo,
annullando la capacità di difesa dei linfociti. Ma per far questo, il batterio deve evitare di essere ingerito
dai macrofagi, le cellule del sistema immunitario che distruggono gli agenti esterni: il batterio risolve
questo problema producendo delle proteine che penetrano nei macrofagi e li disattivano. Alcune di
queste proteine provocano danni diretti alla cellula, altre invece fanno in modo di annullare la
comunicazione interna dei macrofagi. Per combattere la peste sono necessari degli antibiotici. E'
Importante isolare i malati per evitare ulteriori contagi. Esistono dei vaccini antipestosi, ma a causa della
brevità del loro effetto vengono somministrati solo in casi di elevato rischio di contrazione della malattia
(per esempio per le figure professionali di biologi, ricercatori, ecc.)
Esistono fondamentalmente due tipi di peste:
-Bubbonica: La trasmissione nell'uomo può avvenire attraverso la puntura delle pulci dei ratti, o tramite
il loro morso. I pidocchi, in forma minore, permettono di trasmettere la peste bubbonica anche da uomo
ad uomo. La malattia insorge violentemente dopo un periodo di incubazione da 2 a 12 giorni. Si presenta
con febbre alta, cefalea, grave debolezza, disturbi del sonno, nausea, fotosensibilità, dolore alle
estremità, vomito e delirio. Si formano pustole nelle zone punte dalla pulce infetta; i linfonodi delle zone
colpite (generalmente la zona inguinale e quella ascellare) si infiammano, gonfiandosi fino a formare
bubboni. Nei casi gravi, l'infezione si propaga nell'organismo provocando insufficienza cardiocircolatoria,
complicazioni renali o emorragie interne, sintomi che possono facilmente portare alla morte. Altrimenti,
nei casi meno gravi, la febbre cessa dopo circa due settimane, i bubboni gettano fuori del pus
sgonfiandosi e lasciando delle cicatrici.
-Polmonare: Forma decisamente più grave rispetto alla precedente in quanto attacca i polmoni, può
presentarsi anche come complicanza della forma bubbonica. Il periodo di incubazione varia da 1 a 7
giorni e presenta un notevole abbassamento della temperatura corporea, difficoltà respiratorie, tosse,
colorazione bluastra della pelle e delle mucose, sintomo di disturbi circolatori o respiratori e grave
debolezza. Se non curata in tempo, porta quasi sicuramente alla morte per edema polmonare acuto. La
peste polmonare è trasmissibile anche senza l'azione di pulci, per via aerea: attraverso, cioè, tosse e
starnuti di persone infette, portatori in grado di contagiare il loro prossimo ospite.
PANDEMIA:
Pandemia (dal greco
pand-demos, che
significa “ tutto il
popolo” ) è una epidemia
con un elevato numero
di casi gravi e di
mortalità, la cui
diffusione interessa
diverse zone del mondo.
CIOMPI:
Nel medioevo a Firenze
venivano definiti Ciompi i
lavoratori salariati, in
particolar modo quelli
impegnati nel settore
della lana, che all ’ epoca
rappresentavano il
gradino più basso della
società.
JAQUERIE:
Il termine Jaquerie
prende il nome
dall ’ espressione “ Jaque
bonhomme” , appellativo
che i nobili francesi e i
proprietari terrieri
utilizzavano per
canzonare i contadini (da
jaque, la giubba che a
punto utilizzavano i
contadini).
SCOMUNICA:
La scomunica è una delle
tre censure ecclesiastiche
presenti nel diritto
canonico. E ’ la pena più
grave che possa essere
inflitta ad un battezzato.
Consiste nell ’ esclusione di
un membro dalla
comunità dei fedeli a
causa di gravi infrazione
alla dottrina cristiana.