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LA DIGITALIZZAZIONE DEL FASHION - Lectra · Ad esempio, anche se riunire i team di design intorno a...

Date post: 15-Feb-2019
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LA DIGITALIZZAZIONE DEL FASHION
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LA DIGITALIZZAZIONE DEL FASHION

Il settore del fashion sta diventando sempre più complesso.

I mercati locali e globali sono entrambi ipercompetitivi e in costante evoluzione, obbligando brand, retailer e produttori a prendere decisioni repentine per non perdere terreno sulla concorrenza. Documentazione, sistematizzazione e trasparenza vengono spesso relegate in secondo piano dall'esigenza di produrre velocemente collezioni stagione dopo stagione.

Benché i mercati interni di Cina e India siano in fortissima crescita, la delocalizzazione è sempre diffusa. Attualmente, nonostante il proximity sourcing sia sempre più comune, sono ancora pochissimi i prodotti realizzati là dove sono stati sviluppati. Accanto ad altri centri di approvvigionamento chiave come India, Vietnam e Cambogia, la Cina continua a dominare la cosiddetta "Factory Asia", secondo una definizione dell'Economist, che produce rispettivamente il 60% delle calzature mondiali e metà della produzione globale complessiva.1 La sola Cina esporta 280 miliardi di dollari2 di beni ogni anno. Ciò nonostante, ancora oggi, elementi quali le barriere linguistiche, le differenze di fuso orario e la pura distanza geografica limitano le comunicazioni tra gli uffici dove vengono ordinati i prodotti e gli stabilimenti dove si realizzano.

Per farla breve, nel mondo del fashion stanno accadendo molte cose, ma in modo troppo rapido, troppo informale e troppo lontano dagli headquarter per poterle vedere a occhio nudo. Paradossalmente,

nonostante i consumatori, gli uffici esteri e i partner della supply chain continuino ad allontanarsi fisicamente, dal punto di vista digitale non sono mai stati tanto vicini.

Ad esempio, anche se riunire i team di design intorno a un unico tavolo di lavoro è poco pratico, uno spazio online condiviso faciliterebbe la collaborazione o potrebbe persino migliorarla. Analogamente, coordinare le approvazioni dei campioni e le sessioni di fitting tra diversi continenti può essere a dir poco complicato, in particolare quando i tempi stringono, le tendenze cambiano e le aziende devono produrre iper velocemente. Per fortuna, lo stesso processo può essere non solo riprodotto, ma addirittura migliorato utilizzando i prototipi virtuali 3D al posto dei campioni fisici. In entrambi i casi citati, il lavoro digitale è in grado di velocizzare il time-to-market, rafforzare la collaborazione tra dipartimenti e stabilire un linguaggio comune per le comunicazioni tra diverse nazioni.

Molte aziende sono già consapevoli del potenziale degli strumenti software di collaborazione e del campionamento tridimensionale. Tuttavia, questi sono solo i vantaggi iniziali e più evidenti di una transizione al digitale più ampia che promette di migliorare la visibilità durante l'intero ciclo di vita dei prodotti e di rivoluzionare il modo di operare delle aziende del fashion, esattamente come negli altri settori.

Ben presto, è probabile che la maggior parte dei prodotti sarà concepita, progettata e trasferita digitalmente agli altri reparti per l'ulteriore sviluppo

La digitalizzazione del fashion

#2

La digitalizzazione del fashion

tecnico. Da qui verranno assemblati ed elaborati, sempre digitalmente, dai partner della supply chain connessa. Oppure, nel caso delle supply chain più avanzate, saranno prodotti da robot industriali che riceveranno istruzioni, senza alcun intervento umano. Per finire, saranno spediti, tracciati, distribuiti e commercializzati elettronicamente presso un pubblico di consumatori connessi, al quale si deve principalmente la crescita del 15% delle vendite online nel 2016.3

Grazie a queste e altre tendenze, il fashion sta diventando rapidamente un'industria prevalentemente digitale, nella quale gli ingenti volumi di dati, la collaborazione digitale, le interazioni sociali online, il marketing digitale e l'e-commerce si uniscono per creare e vendere prodotti fisici ai nativi digitali. Benché la qualità del prodotto finale conservi un'importanza cruciale, per il futuro settore del fashion sarà fondamentale anche quella parte di esistenza che i prodotti trascorrono nel mondo digitale.

Le approvazioni dei campioni e le sessioni di fitting possono essere non solo replicate, ma addirittura migliorate utilizzando i prototipi virtuali 3D al posto dei campioni fisici.

#3

RICONOSCERE LA RIVOLUZIONEAnche se nel mondo del fashion è una novità relativamente recente, la digitalizzazione si sta lentamente diffondendo nel settore, riecheggiando i profondi cambiamenti che la tecnologia ha portato in altri settori. Dallo spettacolo alla ristorazione, i canali analogici e i processi manuali sono stati gradualmente soppiantati da soluzioni computerizzate e automatizzate, rivoluzionando interi settori.

In un'ottica industriale, i seguenti quattro trend tecnologici4 sono generalmente considerati le pietre miliari della digitalizzazione:

• Un forte aumento della quantità di dati generati da aziende e consumatori (spesso indicati con il termine "big data");

• L'avvento dell’Internet of Things, o IoT, grazie al quale la connettività universale e a basso costo ha favorito il rapido sviluppo di nuovi dispositivi online. Alcuni, come i telefoni cellulari, sono intelligenti, ma molti sono semplici nodi all'interno di grandi reti a bassa potenza;

• L'esplosione della "platform economy" nella quale, per effetto della proliferazione dei dispositivi mobili e della diffusione dell’informatica, i servizi cloud hanno iniziato a diffondersi in sempre più settori;

• Una ricontestualizzazione della manodopera determinata dall'intelligenza artificiale e dal machine learning, con la robotica, l'automazione e le reti neurali che supportano o sostituiscono le persone in un'ampia gamma di mansioni.

Anche se gli esempi che verranno citati sono un po' abusati, restano comunque validi. In ogni regione con una ragionevole diffusione di Internet, i negozi di video sono scomparsi in meno di un decennio, sostituiti quasi interamente dallo streaming on demand. Inoltre, il settore della ristorazione da asporto negli Stati Uniti, in Europa e in Asia sta attraversando un vero e proprio boom, grazie agli intermediari che hanno creato gigantesche piattaforme di consegna su cloud per evitare ai clienti l'incombenza di ritirare personalmente gli ordini.

Anche se apparentemente queste transizioni digitali sembrano favorire i consumatori, in realtà non sono condotte nel loro esclusivo interesse. Tralasciando la chiusura di importanti aziende, il processo di

Nell'insieme, i quattro pilastri della digitalizzazione – big data, IoT, platform economy e intelligenza artificiale – preannunciano forse il cambiamento più profondo che il fashion abbia conosciuto dall'avvento della produzione su larga scala.

La digitalizzazione del fashion

BIG DATA IOT PLATFORM ECONOMY

INTELLIGENZAARTIFICIALE

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digitalizzazione del settore ha portato notevoli vantaggi a tutte le parti coinvolte. Per questo motivo, la prospettiva di analoghi cambiamenti nel fashion dovrebbe essere considerata più un'opportunità che una minaccia dalle aziende disposte ad abbracciare senza indugi la digitalizzazione.

I leader di altri settori digitalizzati possono già contare su una maggiore trasparenza dei processi e della supply chain, oltre che su una capacità nettamente superiore di reagire tempestivamente alle mutevoli esigenze dei consumatori, grazie a metodi di visualizzazione e di raccolta dati in tempo reale che, semplicemente, non sarebbe stato possibile utilizzare in un mondo non digitale.5

Negli ultimi cinque anni, tentativi analoghi sono stati effettuati anche nel settore del fashion, dove i retailer che operano prevalentemente online hanno usato l'analisi dei big data per capire meglio le esigenze del mercato e hanno tradotto queste conoscenze in azioni immediate, con prodotti progettati ad hoc per il proprio target di riferimento.6

Questa tendenza ha coinvolto anche il settore pubblicitario. Brand e retailer stanno iniziando a trasformare queste informazioni sui clienti in messaggi digitali personalizzati, investendo in questa attività una quota senza precedenti del budget marketing. Nel 2016, il solo settore del lusso ha speso più di 1 miliardo di dollari nella pubblicità digitale, con un aumento di oltre il 60% nell'arco di tre anni.7 Secondo BI Intelligence, la pubblicità digitale tramite i social media è destinata a diventare entro i prossimi quattro anni un mercato da 30,8 miliardi di dollari.8

Anche se una modifica degli schemi di investimento in attività promozionali può sembrare un cambiamento relativamente piccolo e gestibile nel modo di operare di brand e retailer, non è che la punta dell'iceberg. Nell'insieme, i quattro pilastri della digitalizzazione – big data, IoT, platform economy e intelligenza artificiale – preannunciano forse il cambiamento più profondo che il fashion abbia conosciuto dall'avvento della produzione su larga scala. Secondo una ricerca del think tank nordico Demos Helsinki, "la digitalizzazione è molto più di un normale aggiornamento tecnologico, […] bensì una trasformazione economica e sociale paragonabile alla rivoluzione industriale del 18o secolo".9

Il quadro complessivo diventa più chiaro se si considera come le tecnologie e i processi digitali stiano già arrivando a lambire entrambe le estremità del ciclo di vita del prodotto. Se da un lato la pubblicità porta l'approccio digitale a valle verso il cliente finale, dall'altro la tecnologia è utilizzata a monte per agevolare le comunicazioni tra le aziende e le supply chain. Nel loro studio ”The State of Fashion” del 2017, Business of Fashion (BoF) e McKinsey&Company sostengono che "la tecnologia sarà vista come il mezzo per risolvere i problemi relativi agli approvvigionamenti e alla supply chain, nell'intento di aumentare i margini, [mentre] l'automazione, la robotica e la supply chain digitale diventeranno sempre più diffuse nel settore del fashion".10

La digitalizzazione del fashion

#5

CONSUMATORICON UNA COSCIENZAÈ noto che la digitalizzazione della supply chain aiuta le aziende ad aumentare i profitti e la produttività grazie alla migliore organizzazione e alla maggiore velocità in fase di produzione. Tuttavia, le aziende dimenticano spesso un altro vantaggio: i risparmi legati all'aumento dell'efficienza, con la possibilità di soddisfare le esigenze dei clienti e di migliorare i processi aziendali in altre aree. Come sostiene la società di consulenza multinazionale Accenture, "ogni supply chain ad alte prestazioni è una supply chain digitale".11

I consumatori di oggi – i famosi millennial e la generazione Z, estremamente esigenti e rivoluzionari nei comportamenti d'acquisto, tanto da far vacillare i retailer tradizionali – esigono trasparenza. Anche se il prezzo è ancora un fattore importante nelle decisioni d'acquisto, questi consumatori coscienziosi pongono un'analoga attenzione anche alla provenienza del prodotto. I dati Nielsen rivelano che il 70% dei giovani consumatori è disposto a pagare di più pur di acquistare prodotti di brand etici ed ecologici.12

Non stupisce, quindi, che lo studio di BoF e McKinsey citato in precedenza menzioni la "trasparenza totale"13 come tema chiave per la ristrutturazione digitale della supply chain del fashion. Brand e retailer che investono per raggiungere questo livello di trasparenza saranno in grado di creare e promuovere codici di condotta volti alla responsabilità sociale e alla sostenibilità, nella certezza di non avere punti ciechi nei loro processi di design, sviluppo e produzione.

Al di là della teoria, esistono già prove evidenti che confermano la redditività di questo approccio orientato alla trasparenza. Per alcune aziende

potrebbe essere un semplice argomento di discussione, ma un brand in particolare ha usato la digitalizzazione della supply chain per migliorare sia i processi di produzione che l'immagine pubblica. Questa azienda è impegnata a costruire relazioni sostenibili con i fornitori raccontando la loro storia ai clienti. Soprattutto, rivela al pubblico ciò che definisce il "costo reale" della maggior parte dei propri stili. Il brand fornisce ai consumatori un'accurata analisi del prezzo finale scomposto per categorie quali materiali, manodopera, logistica e imposte, prima di rivelare il proprio margine confrontandolo con quello delle aziende di retail più tradizionali. Nonostante gli standard di design e qualità dei materiali restino alti (grazie alle partnership e alla migliore organizzazione dei processi della supply chain), questi prezzi possono variare anche considerevolmente.

Questo livello di trasparenza totale sarebbe difficile – se non impossibile – da raggiungere senza canali di comunicazione più accessibili e una migliore collaborazione con fornitori e partner. Utilizzando processi e strumenti digitali per lavorare in modo diverso, questo brand è riuscito a distinguersi in un mercato competitivo, affascinando i millennial che condividono lo stesso approccio etico.

La digitalizzazione del fashion

#6

I dati Nielsen rivelano che il 70% dei giovani

consumatori è disposto a pagare di più pur di acquistare prodotti di

brand etici ed ecologici.

Indeed, Nielsen data reveals thatmore than 70% of young consumers

willing to pay a premium to buyfrom ethical and eco-friendly brands eco

Friendly

ecoFriendly

Ma lo sviluppo di relazioni migliori e più eque con chi lavora negli stabilimenti è solo uno dei molti vantaggi della digitalizzazione. I brand sportivi più famosi del pianeta hanno già iniziato a trasformare parte dei loro processi di produzione e distribuzione utilizzando robot industriali per creare prodotti in base a istruzioni comunicate digitalmente, gettando le basi per una personalizzazione economicamente vantaggiosa.14

Analogamente, un noto brand del lusso sta attualmente incorporando piccoli sensori IoT nei prodotti per garantire la qualità e l'autenticità durante la produzione e la distribuzione, mentre un produttore di camicie di lusso sta utilizzando simili sistemi di sensori incorporati per coordinare i processi della supply chain, eseguire i controlli di qualità e rimanere in contatto con i clienti che indossano i capi.

GLI STANDARDDI DOMANI, OGGISarebbe facile concludere che brand come questi rappresentano solo un'eccezione, in grado di far leva su un approccio esclusivo alla digitalizzazione per sfruttare al meglio un certo settore del mercato, per battere sul tempo la concorrenza nella corsa agli scaffali o ancora per migliorare il servizio di assistenza clienti. Ma questi esempi offrono comunque un primo sguardo sul futuro del fashion.

Dal momento che i millennial e la generazione Z rappresentano una percentuale crescente del target di riferimento di molti brand e retailer (solo i primi costituiscono un quarto della popolazione degli Stati Uniti15 e attualmente in Cina sono 400 milioni16), soddisfare le loro aspettative diventerà una priorità per tutti coloro, brand o retailer, che desiderano rimanere competitivi in un mercato in trasformazione. Una parte delle attuali attività intraprese dalle aziende tecnologicamente all'avanguardia potrebbero sembrare sperimentali, ma gli elevati standard che stanno fissando in termini di velocità, servizi e trasparenza diventeranno i benchmark di domani.

Così, anche se non è possibile prevedere esattamente quale impatto avranno sul mercato le esigenze di questa generazione di consumatori – e della prossima, e di tutte le successive –, possiamo già vedere come la digitalizzazione stia aiutando a gettare le fondamenta delle trasformazioni attuali e future nel settore del retail.

La digitalizzazione del fashion

I principali brand e retailer stanno utilizzando strumenti e processi digitali per analizzare e segmentare i diversi mercati regionali, anziché perseguire una globalizzazione a tappeto.

#7

Abituata alle raccomandazioni sui prodotti dei retailer online, generalmente accurate e generate tramite algoritmi, la nuova generazione di consumatori è solitamente molto meno disposta a passare al setaccio un'ampia gamma di offerte per trovare un prodotto di proprio gradimento. Questo comportamento d'acquisto ha già iniziato a manifestarsi nel settore del retail. Secondo le previsioni, un quarto dei centri commerciali degli Stati Uniti chiuderà entro il 202217, mentre il 21% (in metri quadri) di quelli scandinavi potrebbero scomparire entro il 2020.18

I client odierni, abituati a ricevere nuovi stili ogni due settimane, sono ormai poco disposti ad attendere che i capi si diffondano dalle passerelle delle sfilate presso il grande pubblico. Di conseguenza, il messaggio del fast fashion (ovviamente comunicato in modo digitale) risuona così forte che i più grandi nomi del settore stanno già superando i tradizionali retailer in termini di redditività di circa quattro volte.19

Per quanto la tentazione di generalizzare sia forte, i principali brand e retailer stanno anche utilizzando strumenti e processi digitali per analizzare e segmentare i diversi mercati regionali, anziché perseguire una globalizzazione a tappeto. Ad esempio, mentre i consumatori europei fanno sempre più ricorso all'e-commerce per i propri acquisti (quasi il 90% degli acquirenti britannici ha comprato almeno un articolo online nel 2016),20 i millennial cinesi sono più orientati verso i prodotti di altissima qualità e preferiscono fare gli acquisti nei punti vendita fisici.21

Anche se i micro e i macro trend variano da un mercato all'altro, la profonda trasformazione del panorama competitivo e delle aspettative dei clienti innescata dalla digitalizzazione obbligherà, presto o tardi, retailer, brand e produttori ad accettare l'idea del fashion come ambiente digitale.

Ma che cosa significa tutto questo nella pratica?

I RISVOLTI PRATICIDEL PLMCi sono due elementi chiave per garantire il successo di un processo di digitalizzazione: best practice in termini di software ed efficace gestione dell'hardware.

Le best practice di gestione del software comportano la raccolta e l'analisi di alti volumi di dati per fornire informazioni di utilità pratica, la creazione di canali di comunicazione e collaborazione tra i team, oltre ad attività di coordinamento, ottimizzazione e automatizzazione dei processi nuovi ed esistenti durante l'intero ciclo di vita del prodotto. A livello di soluzione, ciò significa integrare il flusso di dati provenienti dal supply chain management e i sistemi PLM ed ERP, quindi analizzare questa massa di dati per ottenere informazioni affidabili e utili per l'azienda.

Ad esempio, una grande azienda europea produttrice di beni di largo consumo ha recentemente iniziato ad analizzare la propria massa crescente di big data (relativi sia ai clienti che alle operation) e a utilizzarla per realizzare un modello di previsione dinamico delle tendenze che ha prodotto un impatto misurabile sulla rotazione di magazzino.

Sviluppando questo concetto, le agenzie di previsione di tendenze stanno passando a loro volta al digitale, utilizzando sofisticate tecniche di deep-learning per ricavare informazioni da immagini e altri dati che un essere umano non sarebbe mai in grado di analizzare per via del volume e della complessità. I leader dell'e-commerce stanno già utilizzando questi servizi digitali su cloud, ricavandone un aumento del fatturato di oltre un terzo.22 Sul fronte dell'hardware, le aziende che stanno realizzando la transizione al digitale utilizzeranno una combinazione di automazione,

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#8

In genere, si fa riferimento alla digitalizzazione del

settore manifatturiero con il termine Industria 4.0,

la quarta rivoluzione del settore manifatturiero,

dopo lean, outsourcing e automazione.

comunicazione digitale da macchina a macchina e, forse, stampa 3D e produzione su richiesta. Dai sistemi di taglio fino ai tavoli di stesura e ai plotter, le macchine saranno in grado di comunicare tra loro. Saranno anche collegate a sistemi di monitoraggio e controllo per inviare dati - ad esempio sul consumo di materiale, lo stato di taglio, la temperatura e le prestazioni - a una serie di soluzioni progettate per convertire questo flusso di dati in informazioni di utilità pratica.

In genere, si fa riferimento alla digitalizzazione del settore manifatturiero con il termine Industria 4.0, la quarta rivoluzione del settore manifatturiero, dopo lean, outsourcing e automazione. In altre regioni, viene detta "smart manufacturing", mentre

McKinsey&Company la indicano con la frase "confluenza di trend e tecnologie [che] promettono di trasformare il modo in cui i prodotti vengono realizzati.”23

Nonostante tutto ciò possa sembrare complicato (e non può che essere così, data la portata del cambiamento), l'essenza di questa quarta rivoluzione industriale, per quanto riguarda gli impianti di produzione, si può spiegare in modo molto semplice. Digitalizzare il processo di produzione significa essenzialmente eliminare un antico e ormai inutile scollegamento manuale tra prodotti che vengono progettati e sviluppati con soluzioni digitali CAD, di modellistica e di sviluppo taglie e realizzati con macchinari e robot a controllo digitale.

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deliver

sell

produce

plan DESIGN

develop

source

industrialize

DELIVER

SELL

PRODUCE

PLAN DESIGN

DEVELOP

SOURCE

INDUSTRIALIZE

Ogni strategia di digitalizzazione ha una cosa in comune con le altre:

La necessità di un’unica piattaforma per sovrintendere, ottimizzare e

gestire le nuove reti digitali.

UNA VISIONEPIÙ AMPIAPurtroppo, non esiste una sola via verso la digitalizzazione. Con una gamma di software, hardware e servizi quasi illimitata, teoricamente collegabile in modo da formare un flusso digitale compatto, la direzione presa da ogni azienda sarà determinata dagli obiettivi e dalle sfide da affrontare.

Per accorciare i tempi di consegna, alcuni brand introdurranno la prototipia virtuale e la stampa 3D. Altri, nel tentativo di superare le attese dei clienti, si affideranno al machine learning, applicando algoritmi ai flussi di informazioni in tempo reale provenienti da tutti i canali di distribuzione per fornire raccomandazioni ad hoc sui prodotti. Altri ancora, per migliorare l'uso dei materiali e ridurre

i costi, collegheranno i sistemi di taglio a software intuitivi che forniscono ai team di design e sviluppo informazioni tecniche aggiornate minuto per minuto.

Per quanto unica, tuttavia, ogni strategia di digitalizzazione avrà una cosa in comune con le altre: la necessità di un'unica piattaforma per sovrintendere, ottimizzare e gestire le nuove reti digitali. Con l'aumento delle soluzioni software, delle piattaforme e delle unità hardware connesse (compresi i prodotti stessi, grazie ai piccoli sistemi incorporati), la necessità di consolidare, gestire e analizzare i dati in un sistema centralizzato diventerà più urgente, così come diventeranno sempre più evidenti i potenziali vantaggi della digitalizzazione. Il PLM si è ormai affermato come lo strumento più efficace per questo scopo e Accenture ha definito l'impatto positivo di un flusso di lavoro acquisito, gestito e controllato dal PLM nei seguenti termini:24

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• Visibilità in tempo reale senza precedenti, che dà luogo a una rete di approvvigionamento intelligente e a modelli operativi in evoluzione;

• Informazioni di interesse pratico e processi decisionali innovativi;

• Operazioni efficienti e flessibilità organizzativa senza confronti;

• Time-to-market eccezionale grazie alla straordinaria reattività […].

Per quanto grande sia questo potenziale, tuttavia, le aziende devono ricordare che non tutte le soluzioni PLM sono uguali. Alcune sono state sviluppate per attività creative limitate; altre sono state riadattate per settori diversi. Le aziende che sperano di conquistare un podio nella corsa al digitale e di gestire efficacemente un'operazione complessa come il collegamento di centinaia di diversi strumenti e tecnologie dovrebbero, se possibile, selezionare una soluzione specificamente progettata per l'IoT e l'industria 4.0, anziché accontentarsi di un software rimodernato per adattarlo alle novità del mercato.

Una soluzione PLM ideale dovrebbe avere un'ampia gamma di funzioni che coprono l'intero processo, dal design alla produzione. Collegando insieme tutti i protagonisti della supply chain, i fornitori esterni e i processi industriali, la soluzione aiuta le aziende a sfruttare appieno i vantaggi dell'industria 4.0, colmando il divario tra utenti finali e produttori. Dovrebbe anche avere la capacità di interfacciarsi rapidamente con tutti gli altri strumenti e sistemi IT, come CAD, ERP e CRM, per garantire un flusso continuo di dati e aiutare l'azienda a completare senza problemi la transizione alla nuova era digitale.

Per questo, è importante rendersi conto che, per molte aziende, la digitalizzazione sarà probabilmente un processo esponenziale: quanti più processi e tecnologie saranno digitalizzati, tante più opportunità di digitalizzazione si presenteranno nell’ambito del PLM. Da questo punto di vista, è fondamentale che la piattaforma selezionata dai potenziali clienti sia modulare.

Quando si tratta di definire il quadro complessivo e di fissare l'obiettivo finale della digitalizzazione, molte aziende e giornalisti si affidano al termine "trasformazione digitale". Noi abbiamo evitato di usarlo perché implica una transizione totale e immediata, mentre in realtà la digitalizzazione è un obiettivo che può – e deve – essere perseguito per gradi.

Brand, retailer e produttori che desiderano sfruttare appieno i vantaggi della transizione al digitale devono rifarsi ai modelli elaborati dai leader digitali oppure trovare da soli il proprio cammino, definendo casi d'uso specifici per apportare valore oggi e gettare le fondamenta per i radicali cambiamenti di domani.

Coloro che oggi optano per la digitalizzazione potranno usufruire quasi certamente di nuove informazioni non solo sui propri clienti, ma anche sui modelli aziendali e le attitudini interne. Le aziende che hanno già iniziato il processo dimostrano la propria volontà di tenere il passo con le attese dei clienti. Ed esse - insieme ai retailer e ai brand che decidono di seguirle - saranno nella posizione ideale per garantirsi un posto privilegiato nel futuro mondo digitale del fashion.

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1 http://www.economist.com/news/leaders/21646204-asias-dominance-manufacturing-will-endure-will-make-development-harder-others-made

2 https://www.wto.org/english/res_e/statis_e/wts2016_e/wts2016_e.pdf3 http://www.kpcb.com/internet-trends4 https://www.sitra.fi/en/publications/from-pause-to-play/#1-the-new-engels-pause5 https://www.wired.com/insights/2014/03/big-data-lessons-netflix/6 https://www.retail-week.com/topics/technology/analysis-how-asos-is-unlocking-the-value-of-real-time-data/5057538.article7 https://www.wsj.com/articles/fashion-ads-a-last-bastion-of-print-are-going-digital-1497000602?utm_source=Triggermail&utm_medium=email&utm_campaign=Post%20Blast%20%28bii-digital-media%29:%20Luxury%20fashion%20brands%20shift%20budgets%20to%20digital%20%E2%80%94%20Video%20to%20make%20up%20more%20than%2080%25%20of%20IP%20traffic%20by%202021%20%E2%80%94%C2%A0Facebook%27s%20advice%20on%20mobile%20video%20advertising&utm_term=BII%20List%20DMedia%20ALL

8 https://www.businessinsider.com/intelligence/research-store?IR=T&utm_source=businessinsider&utm_medium=content_marketing&utm_term=content_marketing_store_text_link_luxury-fashion-brands-shift-budgets-to-digital-2017-6&utm_content=report_store_content_marketing_text_link&utm_campaign=content_marketing_store_link&vertical=digitalmedia#!/The-US-Digital-Media-Ad-Revenue-Report/p/70356647/

9 https://www.sitra.fi/en/publications/from-pause-to-play/#foreword-from-the-pause-to-opportunities10 https://www.businessoffashion.com/articles/intelligence/10-fashion-trends-define-agenda-201711 https://www.accenture.com/us-en/insight-digital-supply-network-modern-supply-chain-management12 http://www.nielsen.com/eu/en/insights/news/2015/green-generation-millennials-say-sustainability-is-a-shopping-priority.html13 https://www.businessoffashion.com/articles/intelligence/10-fashion-trends-define-agenda-201714 http://www.economist.com/news/business/21714394-making-trainers-robots-and-3d-printers-adidass-high-tech-factory-brings-

production-back15 https://www.census.gov/newsroom/press-releases/2015/cb15-113.html16 https://www.forbes.com/sites/helenwang/2017/03/27/the-real-reason-chinese-millennials-are-super-consumers/#6fb8c083405317 http://money.cnn.com/2017/06/02/news/economy/doomed-malls/index.html18 https://www.strategyand.pwc.com/reports/footprint-2020 19 https://sourcingjournalonline.com/zara-gap-retail-denial-thorbeck/20 http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/File:Internet_users_who_bought_or_ordered_goods_or_services_for_

private_use_over_the_internet_in_the_previous_12_months,_2012_and_2016_(%25_of_internet_users).png21 http://daxueconsulting.com/chinese-millennials-spending-behaviors/22 https://www.theguardian.com/technology/2014/jan/30/fashion-data-tool-editd-helps-asos-push-revenues-up-3723 http://www.mckinsey.com/business-functions/operations/our-insights/manufacturings-next-act24 https://www.accenture.com/gb-en/insight-digital-product-lifecycle-management

FONTI

Lectra, grazie a 40 anni di esperienza, a un approccio di provata efficacia e a competenze senza confronti nel settore del fashion e dell'abbigliamento, è in grado di aiutare brand, produttori e retailer ad affrontare con successo i cambiamenti e le sfide del mercato attuale.

WhichPLM è il portale di riferimento per le aziende che operano nei settori del retail, delle calzature e dell'abbigliamento e che sono alla ricerca di informazioni sui sistemi PLM e le altre tecnologie. Le pubblicazioni periodiche di WhichPLM dedicate al settore del fashion raggiungono un vasto pubblico e la sua rete di consulenti indipendenti lavora con brand e retailer in tutto il mondo.

whichplm.comlectra.com

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