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La marmaglia maggio

Date post: 15-Mar-2016
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satira criminale cronaca sur-reale
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La Marmaglia La Marmaglia GIORNALE IORNALE CLANDESTINO CLANDESTINO DI DI SATIRA SATIRA CRIMINALE CRIMINALE E DI DI CRONACA CRONACA SUR SUR- REALE REALE [email protected] [email protected] <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro mondo; ma la stupidità in questo.>> mondo; ma la stupidità in questo.>> Arthur Schopenhauer Arthur Schopenhauer
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La MarmagliaLa Marmaglia GGIORNALEIORNALE CLANDESTINOCLANDESTINO DIDI SATIRASATIRA CRIMINALECRIMINALE EE DIDI CRONACACRONACA SURSUR--REALEREALE

[email protected]@libero.it

<<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro <<La malvagità, si dice, la si sconta nell'altro mmmmoooonnnnddddoooo;;;; mmmmaaaa llllaaaa ssssttttuuuuppppiiiiddddiiiittttàààà iiiinnnn qqqquuuueeeessssttttoooo....>>>>>>>> mmmmoooonnnnddddoooo;;;; mmmmaaaa llllaaaa ssssttttuuuuppppiiiiddddiiiittttàààà iiiinnnn qqqquuuueeeessssttttoooo....>>>>>>>>

Arthur SchopenhauerArthur Schopenhauer

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Ciapalé! Avete provato a incastrarci in tutti i mo-di, ma nonostante tutto siamo ancora qui a gridare al mondo: “CE L’ABBIAMO FATTA!” Vi è piaciuto? Speriamo di sì; vi ha fatto vomitare perfino l’anima? Amen. L’importante è che l’abbiate letto (fatto già di per sé non scontato) e che vi abbia stimolato anche solo una minima parte del vostro cervellino (evento ai limiti dell’impossibile). In questo numero abbia-mo cercato di migliorare i difetti del primo, tenendo conto anche dei vostri suggerimenti. Co-me noterete il formato è più lungo di quattro pagine, abbiamo assunto a tem-po indeterminato alcuni collaboratori in più (Nihal, Apotropaico Zuzzurellone, Il Solista, ζ, Bob e Ben) e abbiamo dato spazio a notizie più interessanti e coin-volgenti, giochi spastici per bambini ela-stici. Anche i più asini potranno così

comprendere i frutti della nostra perver-sa fantasia. Siete così ignoranti da pretendere di restare a casa il 25 Aprile senza sapere il perché? Leggete allora alle pagine 4 e 5 e istruitevi. Siete così depressi da pensa-

re che la vostra infanzia sia uno schifo? Date un’occhiata a pagina 6 e vi riterrete molto for-tunati. Vi piacciono i libri, la musica, lo scaz-zo o avete una patetica passione per le avven-ture galanti dei re del XIV secolo? Leggete l’ultima parte del nostro giornale e sazierete i

vostri bisogni (fisici e mentali). Di carne al fuoco dunque ce n’è tanta, attenzione solo a non bruciarsi il culo. ■

di Johnny e Dorcas Gustine

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SiamoSiamoSiamoSiamo ancora qui!ancora qui!ancora qui!ancora qui!

Dorcas Gustine Ruzzante Mr X

Johnny

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Non c’eravamo, ma non dimentichiamoNon c’eravamo, ma non dimentichiamoNon c’eravamo, ma non dimentichiamoNon c’eravamo, ma non dimentichiamo Sempre di più negli ultimi anni si sono inten-

sificati gli attacchi, più o meno politici, alla legittimità e alla memoria del nostro movimen-to di liberazione, da parte di un sedicente “partito” revisionista che è arrivato a riscuote-re un discreto successo tra quelle persone più facilmente influenzabili e indifferenti ai valori ed ai sentimenti che hanno ispirato la Resi-stenza. Noto che anche tra noi giovani in molti sono

del tutto indifferenti all’anniversario del 25 Aprile ( chissenefrega cosa si festeggia, basta stare a casa a dormire …) e che non pochi i-gnorano del tutto che cosa è stato storicamen-te il movimento di Resistenza, anche a causa dei programmi scolastici ormai obsoleti che ignorano totalmente l’attualità e la storia del 900: ovvio che con una simile educa-zione è facile i n c u l c a r e nelle menti delle perso-ne convinzio-ni storiche false e tesi revisioniste s e m p l i c e -mente insostenibili. Se ci si attenesse ai fatti e alle verità stori-

che, testimoniate da vari archivi e numerose testimonianze, non si potrebbe negare che, al di là delle polemiche, il nostro movimento di Resistenza è stato secondo in Europa solo a quello Yugoslavo, per quantità e organizzazio-ne, e che senza il contributo dei partigiani e del consenso popolare di cui hanno goduto dopo l’ 8 Settembre probabilmente il nostro Paese avrebbe subito la stessa sorte di Ger-mania o Giappone, ovvero sarebbe divenuto una semplice marionetta nelle mani degli Alle-ati o addirittura avrebbe potuto essere occu-pato e smembrato come la Germania; per for-tuna però il sangue dei 60000 partigiani mor-ti, dei 25000 dispersi e dei 60000 mutilati ci ha permesso di ricostruire uno stato più o me-no democratico e indipendente, gettando le basi di una delle più avanzate Costituzioni del mondo fondata su libertà e uguaglianza.

La Resistenza incomincia all’indomani dell’armistizio (8 Settembre 1943), quando un eterogeneo numero di soldati “disertori”, stu-denti, antifascisti, delusi del regime e perse-guitati si rifugia in montagna e inizia a com-battere i tedeschi invasori. Da questo nucleo iniziale nascono le prime formazioni partigia-ne, dapprima disorganizzate e scarsamente armate, poi un autentico esercito di liberazio-ne che attira sempre più miliziani in ogni fa-scia di età, di ceto e di ogni credo politico (a sinistra comunisti, socialisti e militanti del Par-tito d’Azione, a centro e a destra democristia-ni, liberali e monarchici). In breve le schiere partigiane si ingrossano e resistono all’ inver-no del ’43-’44, compiendo azioni di guerriglia, attentati ed incursioni tra le linee nemiche e

attacchi a colonne di soldati e magazzini, spesso arrivando an-che a liberare vasti territori. Con la primavera e l’estate del ’44 la Resi-stenza diventa un vero e proprio movimento di massa, occupando va-rie provincie del Nord c h e s i a u t o -

organizzano in Repubbliche, primi reali “embrioni” dello stato in cui viviamo, con pro-pri consigli comunali e sindacali e organi di stampa autonomi. Durante l’ ultimo inverno di guerra le effimere Repubbliche libere vengono spazzate via, mentre una nuova ondata di ra-strellamenti costringe i partigiani a trascorrere la cattiva stagione in abiti civili senza opporsi direttamente all’ invasore; di nuovo però la primavera porta tantissime reclute e un’ onda-ta di entusiasmo e di ribellione che attraversa la penisola e che culmina con i giorni dell’ in-surrezione, giorni di trionfo e gioia ma anche di aspri combattimenti e crudeli rappresaglie nei confronti dei fascisti considerati traditori; malgrado i timori degli Alleati, pronti a repri-mere ogni movimento eccessivamente rivolu-zionario, i partigiani consegnano le armi e sciolgono le proprie brigate, che hanno ormai concluso il proprio cruciale compito. ■

di Johnny New

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Vorrei precisare che non si tratta di un 'intervista in senso stretto, quanto di un raccon-to. Il racconto di una storia, che insieme a mi-gliaia di altre storie, semplici eppure straordina-rie, costituisce le radici della nostra repubblica. Il protagonista di questa storia è Barbieri Luigi, classe 1919, combattente della 62° brigata “Luigi Evangelista”, nome di battaglia “Ligure”. Io l'ho incontrato il 25 aprile, all'inaugurazione

del museo della Resistenza piacentina, a Spe-rongia di Morfasso. Novant'anni portati alla perfezione, schiena dritta e memoria vivissima, in testa un cappello tricolore con la stella della brigata. La nostra storia ha inizio nel giugno del 1940. Il signor Barbieri viene richiamato alle armi il 10 giugno; ha già moglie e una figlia, ma quando la patria chiama non c'è niente da fare, bisogna partire. “La guerra è durata quattro giorni” mi dice “dal 20 al 24, poi i tedeschi han-no superato la linea Maginot e i francesi hanno chiesto l'armistizio.” La guerra da qualche mi-gliaio di morti di cui necessitava Mussolini per sedersi al tavolo dei vincitori, come ebbe a dire lui stesso. Ricorda l'annuncio del 24 giugno, trasmesso dopo pranzo: si torna a casa. Il ri-chiamo alle armi è il 9 settembre dello stesso anno “mi hanno mandato a Napoli” ricorda “da lì ci hanno imbracato per la Libia”. Il fronte afri-cano, che segnò una delle sconfitte definitive dell'Asse. “Il 13 settembre, verso le 2 di notte gli Inglesi affondarono la nave. Sono rimasto

sette ore in acqua col salvagente, poi ci hanno caricato sulle scialuppe e siamo arrivati in Li-bia”. Si combatte a Tripoli, nel deserto del Sirte, fino alla ritirata di Tobruk, avvenuta a metà del 1942, sotto la spinta della 5° armata statuni-tense. Il sig. Barbieri viene rimpatriato poco pri-ma della disfatta di El-Alamein “mi diedero una licenza di 45 giorni per tornare a casa e sono riuscito ad evitare El-Alamein”. L'8 settembre

1943 è in Italia e lavora in un caseificio, vicino a Pontenure, dove risiedeva e risiede tutt'o-ra. “Un giorno – mi dice– stavo portando un carretto per il ca-seificio, mi ferma un tedesco e mi porta a Piacenza, un parti-giano mi dice che mi arrestano per 17 giorni. Poi per fortuna il padrone del caseificio aveva delle conoscenze e mi hanno fatto uscire”. La confusione è grande in Italia: l'esercito è allo sbando, i vecchi alleati ora sono nemici e occupano il ter-ritorio nazionale. “Cosa dovevo fare?” mi dice “tornavo a lavo-rare così mi arrestavano un'al-tra volta? Agli inizi di luglio so-no salito in montagna, dove ho

incontrato un partigiano che conoscevo; mi ha caricato su un motocarro e mi ha portato al di-staccamento di Giovanni lo Slavo, a Pellizone, dove mi hanno dato questo”. Mi mostra ora un autentico cimelio, il documento di identificazio-ne che veniva fornito ai partigiani della 62° bri-gata. “Sono stato anche al distaccamento di Luneto, dove c'era comandante un certo Finetti, lo chiamavano Eva. Guidavo i mezzi per le squa-dre volanti perché avevo il patentino militare e allora non ce n'erano tanti che ce l'avessero. Sono stato anche nella squadra anticarro. Lì usavo il bazooka ed ero insieme al portamuni-zioni, lo chiamavano “Scimmia”. Quanti aneddo-ti e storie si potrebbero raccontare... “una volta siamo scesi ad Alseno e abbiamo tirato un col-po di bazooka contro il comando dei tedeschi per farli spaventare”. Il discorso si sposta poi sulle motivazioni che spinsero tanti giovani ad aderire alla Resistenza “non c'era nessuno che voleva fare l'eroe. →→→→ N

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Una storia resistenteUna storia resistenteUna storia resistenteUna storia resistente

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BiotestamentoBiotestamentoBiotestamentoBiotestamento: libertà mancata: libertà mancata: libertà mancata: libertà mancata Guardando le eminenze del Vaticano

commentare gongolanti l'approvazione della legge sul testamento biologico, ap-pare subito chiaro cosa abbia spinto il go-verno a varare un provvedimento di tale portata a furiosi colpi di maggioranza, so-prattutto considerando i commenti entu-siasti che “L'Osservatore Romano” ha a-sperso come acqua santa sul congresso del PDL, definito “vero partito dei cattolici italiani”. Si spinge dunque fino a questo punto

l'intreccio d’interessi fra politica e religio-ne? E poco importa che tre italiani su quattro siano favorevoli a scegliere cosa fare della propria vita, senza sottostare al Signore di Roma, o magari a quello di Ar-core. Analizziamo ora il testo della legge, partendo dalla più macroscopica nefan-dezza: l'emendamento Fosson. Non deve sorprendere che tale modifica al testo ori-ginario sia stata proposta dall'UDC, inten-zionata forse a recuperare lo status di pre-diletta della Santa Sede. Si potrà esprime-

re la propria volontà, tuttavia il medico sarà libero di ignorarla. Direi che l'emen-damento si commenta da sé. Ma la galle-ria degli orrori ha in serbo altre mostruosi-tà degne di nota. L'articolo 7 della legge, prevede che le disposizioni di trattamento debbano essere prese in considerazione dal medico curante, che in nessun caso può ritenere valide indicazioni che possa-no causare la morte del paziente. Questo dunque è il senso generale di

una legge che sancisce una pesante scon-fitta per la laicità dello stato. Une legge che mostra come un pericoloso vento stia spingendo l'Italia lontano da un vero di-battito sui diritti civili, in favore di scelte dettate, come sempre, dal più bieco op-portunismo politico. Possiamo solo spera-re che l'attenzione mediatica suscitata dal biotestamento, a seguito della vicenda di Eluana Englaro, desti la coscienza laica di un paese sempre più impegnato a percor-rere a passo di gambero la strada dei dirit-ti. ■

di Il Solista

→→→→ Noi andavamo per salvare la vita, ma molti ragazzi l'hanno persa sulle montagne. Uno della mia età – prosegue – aveva quattro strade: lo portavano in Germania a lavorare nei campi, o entrava nelle brigate nere, o si nascondeva, ma ci vole-va qualcuno che ti por-tasse da mangiare, e allora non ce n'era nean-che per chi lavorava, oppure si veniva in mon-tagna. Non era mica fa-cile, niente in tasca, niente nella pancia”. Mi racconta ora come operavano le formazioni partigiane “scendevamo dalle montagne e portavamo via ai tedeschi quello che i tedeschi avevano portato via alla popolazione. Ricordo una volta che abbiamo fermato un camion carico di trenta forme di formaggio, i tedeschi però ci sono scappati” aggiunge con un sorriso. “Hanno detto che i partigiani erano ladri, ma i

ladri c'erano come ci sono dappertutto. Ricor-do che una volta uno del distaccamento di Luneto si fece dare 20 kg di burro da un ca-seificio. Al posto di portarli al distaccamento li andò a vendere. Quando lo venne a sapere il

comandante si fece 20 giorni di carcere e gli ordi-narono di sparire dalla Val d'Arda.” Poi aggiunge sorri-dendo “ in montagna non si andava per rubare, visto che non c'era niente da portare via, anzi c'era da

darne. Insomma lo spirito era questo – mi di-ce – non avevamo la pretesa di fare gli eroi”. Conclude con un pizzico di rammarico “di guerre ne hanno sempre fatte e sempre ne faranno, però che io debba uccidere un altro che è innocente come me, non è giusto”. L' “intervista” è finita e il sig. Barbieri si avvia ad assistere all'inaugurazione del Museo.■

di Il Solista

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Nel mondo ci sono circa 2 miliardi di ragaz-zi di età compresa tra gli 0 e i 18 anni e nove su dieci vivono nei paesi in via di sviluppo. A noi sembra “normale” andare a scuola, usci-re con gli amici o fare una partita a pallone; ogni tanto osiamo anche dire che la nostra vita è noiosa e monotona e che vorremmo più libertà. Libertà … questa parola per gran parte dei ragazzi del mondo non esiste. È un utopia, un sogno lontano. Mentre noi siamo seduti sulle nostre belle

seggioline a far finta di ascoltare la voce p e s a n t e e m o n o t o n a dell’insegnante,250.000.000 ragazzi sono al buio, in una stanza col sof-fitto troppo basso anche per star seduti, con la pancia vuota, i crampi causati da una posizione troppo scomo-da e dalla fame … cosa fan-no? Lavorano. Non una non due, ma più di dieci ore per sei giorni la settimana, sem-pre. Producono palloni, gioielli, scarpe e molti altri oggetti che compriamo ogni giorno senza pensarci. I loro genitori, troppo poveri per mantenere dei figli, li affida-no come pegno di piccoli pre-stiti alle multinazionali, affin-ché anche loro possano “contribuire al be-nessere famigliare”. Bambini di 8-9 anni e a volte anche più piccoli si trovano, quindi, a lavorare intensamente senza nessun diritto: vengono picchiati, frustati e a volte qualche ragazzina viene stuprata, senza che nessuno faccia qualcosa per impedirlo. I lavori sono diversi, ma tutti pericolosissimi: in Costa d’Avorio, Sudafrica e Colombia i minori sono costretti ad eseguire scavi minerari pericolo-si perfino per gli adulti, a lavorare nelle fab-briche di ceramica, di porcellana e di serra-ture o nei vivai che esportano i fiori. Inalano silicio, respirano fumi nocivi emessi da so-stanze chimiche pericolose, sono esposti a pesticidi ormai banditi nei paesi industrializ-zati e soprattutto non c’è nessuna attenzio-ne e premura nei loro riguardi. Sono questi i

motivi del lavoro minorile: i bambini, oltre ad essere pagati molto meno degli adulti, non si ribellano, non si organizzano per rivendicare salari migliori e possono essere sottoposti a qualsiasi tipo di abuso. Passano la vita in luoghi bui e stretti, a

vent’anni, già vecchi e inutili, vengono liqui-dati senza alcun rispetto. Per l’assenza di luce, la mancanza di cibo e le scarse condi-zioni igeniche diventano diafani, magri e deboli; non sono più ragazzi, ma spettri … non hanno sogni né ideali, vivono alla giorna-ta cercando di mangiare il più possibile e non essere maltrattati; non sperano neppure

in una condizione più agiata … Quando erano più piccoli magari desideravano studiare e cambia-re la propria condizione; le scuo-le però sono spesso lontane, il materiale scolastico è conside-rato dai genitori una spesa inuti-le e i programmi scolastici sono poco flessibili e non riescono a coniugarsi con il tempo del lavo-ro. Il 30% dei bambini dei paesi in via di sviluppo, così, non fini-sce la scuola elementare, consi-derata quasi un lusso, e inizia a lavorare. Come fare a fronteggiare il pro-blema? Sicuramente con un

maggiore attenzione da parte dei paesi occi-dentali e aiuti diretti alle popolazioni, poiché la causa del problema è, sicuramente, l’eccessiva povertà. Il boicottaggio rischierebbe soltanto di peg-

giorare le cose. Levi Stauss, per esempio, dopo essere stato accusato di contribuire allo sfruttamento minorile, si rifiutò di acqui-stare tessuto da quelle industrie che utilizza-vano come manodopera ragazzi al di sotto dei 14 anni; l’immediata reazione delle indu-strie tessili, dove i bambini rappresentavano il 13% della forza lavoro, fu quella di licen-ziarli tutti; si sperava così, che questi potes-sero tornare finalmente a scuola, ma un in-chiesta fatta due anni dopo riscontrò che, al contrario, tutti avevano accettato lavori più rischiosi e mal pagati. →→→→

Un’infanziaUn’infanziaUn’infanziaUn’infanzia di solitudinedi solitudinedi solitudinedi solitudine

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IIII costi inutili della politicacosti inutili della politicacosti inutili della politicacosti inutili della politica

→→→→ In più solo il 5% dei lavoratori minoren-ni sono impiegati nelle industrie per l’esportazione, poiché la grande maggio-ranza lavora inosservata e ignorata. Il problema non colpisce, comunque, solo

i paesi poveri, ma anche in Italia sono pre-senti 300.000 casi di bambini lavoratori, di cui 12.000 letteralmente sfruttati. Le for-me più gravi di autentico sfruttamento mi-norile riguardano le comunità immigrate

come quelle Rom, marocchine e cinesi. Il problema è spesso causato da una educa-zione scolastica non all’altezza della situa-zione: la scuola spesso produce disinteres-se nei confronti dell’istruzione e innesca il circolo vizioso dell’abbandono. La colpa è ancora una volta nostra: non siamo capaci di dare agli stranieri un’alternativa educati-va valida ■

di Dorcas Gustine

I costi della politica sono sempre più alti. Le spese di Quirinale, Senato, Camera, Cor-te costituzionale, Cnel e Csm continuano a salire. Nel 2001 le spese dei Palazzi del potere ammontavano un miliardo e 314 milioni, salite di anno in anno fino ad arri-vare a un miliardo e 998 milioni nel 2008. Ma la cosa più sorpren-dente è scoprire in che modo gran parte di que-sto denaro pubblico fini-sce in spese assoluta-mente inutili. Tanto per cominciare, di certo vi ricorderete la polemica scoppiata poco tempo fa riguardo i 260.000 euro spesi nelle elegantissi-me agendine da tavolo e da tasca personalizzate. E pensare che tutti quei soldi superano la spesa necessaria per pa-gare lo stipendio lordo annuo di dodici poli-ziotti da mandare nelle zone più a rischio criminalità. Ma come resistere a eleganti taccuini personalizzati? Questa è solo l’ultima delle spese non facilmente com-prensibili dai comuni cittadini. Sì, perché se facciamo ricerche un po’ più accurate tro-viamo anche 19.080 euro spesi in sei mesi per noleggiare piante ornamentali, 8.200 euro in tre mesi per calze e collant di servi-zio, 56.000 euro in sei mesi per camice di servizio e infine 16.200 euro per fornitura di vestiario di servizio per motociclisti. A cosa serve abbigliamento da motociclista nei Palazzi del potere? Forse che di recente siano diventati sede di corse clandestine?

E non è finita. 1.450.000 euro (121 mila per ogni parlamentare) se ne vanno in “trasporti aerei circoscrizione estero”. È vero che da questa legislatura ci sono 12 deputati italiani all'estero che devono tene-re i rapporti con i nostri elettori emigrati, ma il costo complessivo dei viaggi aerei, al

di là del via vai di questa pattu-glia di deputati “esteri”, salirà da 6 milioni a 7 milioni 550 mila euro. Queste sono solo alcune delle spese superflue. Per non parlare di stipendi e cosiddetti “assegni di solidarie-tà”. I politici italiani sono i più pagati d’Europa e del mondo. Basti pensare che un consiglie-re regionale abruzzese (la Re-gione Abruzzo elargisce ai suoi rappresentanti gli stipendi più alti d’Italia) guadagna più del

governatore della California Arnold Schwar-zenegger, che prende e restituisce tutti 162.598 euro lordi, perché non ne ha biso-gno, e che il presidente della Provincia au-tonoma di Bolzano Luis Durnwalder porta a casa 320.496 euro lordi l'anno, 36.000 euro più di quanto guadagna il presidente degli Stati Uniti. Oltre agli stipendi lo Stato ha dovuto sborsare 7.251.000 euro per pagare gli “assegni di solidarietà” ai sena-tori rimasti senza seggio: tra questi Cle-mente Mastella, con un “assegno di reinse-rimento nella vita sociale” di 307.328 euro, e Armando Cossutta, con una liquidazione di ben 345.600 euro. ■

di Mr X

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Sono qui per raccontarvi di un “luogo della perdizione” di Piacenza che proba-bilmente la piena di fine aprile avrà can-cellato. Era un fresco pomeriggio di apri-le, arrivo in stazione e incontro Ruzzante e Johnny che mi dicono che hanno una cosa da farmi vedere e intanto se la ridono sotto i baffi. Ci dirigiamo allora verso il confine con la Mago-zia, l'argine del Po. Du-rante il tragitto cerco di capire cosa mai dovran-no farmi vedere e mi passano per la mente innumerevoli pos-sibilità che non sto qui a dire, però mi rendo conto che deve esserci sotto qual-cosa di scandaloso. Percorsi circa 2 km deviamo per una strada sterrata e Ruz-zante mi dice di non guardare per terra,

allora mi trattengo per non rovinarmi la sorpresa. Sceso dalla bicicletta guardo il terreno e lì in mezzo all'erba scorgo un pezzo di plastica di forma quadrata, ar-gentato, che mi ricorda vagamente qual-

cosa. Guardo meglio... sì, è proprio così, è la confe-zione di un profilattico. Alzo lo sguardo e riper-corro la strada assieme a Ruzzante e Johnny, con-tando gli scabrosi reperti: 1, 2, 3, 4, ... 37! Arrivia-mo infine al piazzale da cui siamo partiti: ci si po-

teva lastricare una strada! Trovammo di tutto: assorbenti, confezioni di profilatti-ci, preservativi usati (anche fosforescen-ti) e poi anche le istruzioni ... sarà stato un convegno di farmacisti?? ■

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ItaliaItaliaItaliaItalia, uno stato al participio, uno stato al participio, uno stato al participio, uno stato al participio Per noi italiani, la parola “Stato” è soltanto

il participio passato del verbo stare, non un concetto e un idea di unità che ci rende parte di una sola nazione: infatti il professor Gehirn Vergessen dell’università di Monaco scrive nel suo saggio sociologico intitolato “Lobotomizzati che votano” che ciò in parte è dovuto ad una mancanza di memoria stori-ca: è la memoria che dà anima ad uno Stato e sempre la stessa consente di non fare le stesse “fascistate” del passato; purtroppo però specie di questi tempi sembra che ci siamo dimenticati del nostro passato e in particolare delle sue pagine più nere ed infa-mi, poiché ad esempio prendiamo sul serio Fini o Bossi e pensiamo che Forza Nuova sia un partito moderato centrista. Ma c’è sicura-mente un'altra ragione più di carattere stori-co, infatti fino a centocinquanta anni fa l’Italia era divisa in tanti piccoli staterelli non più grandi del comune di Gossolengo, peren-nemente in lotta tra di loro fra sputi, pernac-chie, schioppettate e bestemmie, finché

all’improvviso un bel giorno … puff! L’Italia venne unita e il Re sulla sua mappa cancellò con la sua regale gomma i confini fra gli stati, che però nonostante l’unità continuarono a spernacchiare e tonflarsi l’un l’altro. Oggi grazie alla Lega Nord siamo ancora più

divisi di quando si diceva : ”Ah sì, Modena è all’estero”, e in compenso ci ritroviamo Bossi che con affermazioni da quinta elementare del tipo “ Noi c’e l’abbiamo duro” vorrebbe farci credere che gli italiani che risiedono nel Nord Italia siano migliori e sicuramente molto meglio dotati dei loro concittadini “terroni”. E comunque, facciamo una riflessione se-

ria: forse siamo davvero due mondi inconci-liabili, che non hanno niente in comune e che non vogliono avere niente in comune, infatti due aree geografiche che chiamano l’organo sessuale maschile rispettivamente uccello e pesce non possono di certo convivere ed es-sere parte di una nazione unita. Non c’è spe-ranza. ■

di Ruzzante

Argine … disastro ambientaleArgine … disastro ambientaleArgine … disastro ambientaleArgine … disastro ambientale

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… Sveglia Chanel!!!!! Sono le 7, oggi devi an-dare a scuola! … Uffi ke palle ma’ oggi non ne ho proprio vo-

glia … credo ke resterò a letto come al solito … kome dici, scusa? Cosa, oggi ho l’assemblea? Wow, fico, una giornata di allegro kazzeggio! Preparami la colazione, serva … ehm skusa, mamma … ah, se per caso mi kiama Loris, io sono in bagno a farmi la doccia, asciugarmi i capelli, piastrarmi, farmi la messainpiega, trukkarmi, profumarmi, mettermi il push-up ke mi dà quel sostegno in più ke mi piace tanto e a vestirmi con qualche firmatissimo capo alla moda. … dopo un’ ora … Ciao papi, ci vediamo

stase, tu vai al lavoro e guadagnami tanti soldi-ni da mettere nel mio conto, ok? Hi Jessica, Luana, Stephany!!!! O h h h m a k e bell’ombretto ke ti sei messa stamattina! Ma dove l’hai comprato? E guarda che tailleur e-splosivo! Suuuuuper! Allora oggi assemblea? Oh, no ancora quella pallosissima Giornata della Memoria, tanto ormai sono morti, chisse-ne … però c’è quel figo di Peter Speeze … vab-bè speriamo almeno ke il film non sia un pac-co! Cmq dopo girlz si va tutte a fare Shoooop-piiiing! … poco dopo, in una sala cinematografica

gremita di adolescenti urlanti … Dai raga becchiamoci un posto un po’ imbo-

scato, così possiamo svakkare, anche perché troppo davanti il suono dell’Ipod è un po’ di-sturbato, e poi alle 10 mi chiama Loris, se ho le casse nell’ orecchio kome faccio a sentirlo mentre mi dice quanto sono speciale? … comincia il film …. Oh raga ma com’ è ke si kiama ‘sta roba? La

fattoria degli uccelli …? oh a proposito Jessica sai chi è uscito dalla Fattoria? Ma c’è ancora quel gran tocco di gnocco di Corona? Dai metti su i Tokio Hotel, che Benny Benassi mi ha stancato … uuuddio guarda quanto sangue!

Ma quel tipo li è scemo che sta lì fermo a farsi ammazzare? Vabbè fortuna ke è tutto finto … Scusa ma l’attore che fa quello con la spada non è quello di Twilight? Ma sssì dai, quello ke fa il padre di Edward, il vampiro sexy! Ma per-ché tutti applaudono mentre gli tagliano la testa? Vabbè ci sarà un motivo … Bravooo! Bis! Ma skusa Luana ma xkè li portano nel deserto legati? Cioè, kazzo, in Africa fa caldo, non è ke poi gli viene sete? … dopo una pausa–svacco, giusto il tempo

di mettere su i Dari, comincia il dibattito …

Cioè ma ‘sta palla non è ancora finita? Ma ki è quello sfigato ke parla? Mi sembra ke stia

dicendo un mukkio di stron-zate … no ma skusa stephy ma sembra mica un komuni-sta? Quelli li mi stanno sul kazzo da morire … Loris mi dice sempre ke sono tutti dei froci e dei drogati, ma non di koka, ke quella fa bene, ma di kanne, e poi rompono sem-pre le palle con ste’ storie qui, tipo sterminio dei Mongo-li, o di quello ke sono, oppure

kol capitolino ( voce dal pubblico:

“capitalismo, cretina il Capitolino è uno dei

sette Colli di Roma!”) … beh quello ke è … cmq Loris mi ha detto ke le stragi dei fasci non so-no mai esistite, invece i komunisti avevano ammazzato 1 milione a Marzabotto, ‘spetta un po’ ke lo dico allo sfigato … “Oh sfigato! Guar-da ke i tuoi amiketti ne hanno fatto fuori un bel po’ a Marzabotto!” Ecco, vedete, l’ho zitti-to! Tutti mi applaudono e ridono, si vede ke ho ragione! Sì sì parla pure tanto non ti askolta nessuno … E non provare a risp, ke kiamo Lo-ris e poi ti fa il culo coi suoi amici … Oooh ma è già finita? Peccato, è stata un po’ meno pal-losa del solito … cominciavo quasi a divertirmi! Però, sarebbe bello fare sempre assemblea così!■

di Ruzzante e Johnny

L’assemblea per una BimbaminkiaL’assemblea per una BimbaminkiaL’assemblea per una BimbaminkiaL’assemblea per una Bimbaminkia

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Brutte Storie

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Brutte Storie

Brutte Storie

Quale istituzione nel corso dei secoli si è macchiata di tanti e tali abominevoli cri-mini come la Santa Inquisizione?

Questa diffusa opinione è facilmente confutabile, analizzando attentamente l’operato di questo braccio della Chiesa cattolica. Il fine più nobile e importante della Santa Inquisizione è quello di scova-re e punire individui eretici: ciò è certa-mente positivo perché impedisce a costo-ro di divulgare le proprie false tesi, salvan-do numerose anime dalle fiamme dell'In-ferno. Potremmo dun-que definire la sua missione come una scelta filantropa, det-tata da un immenso amore verso l’umanità tutta. Dunque il fango gettato addosso a questa santa istituzio-ne non è altro che un meschino tentativo di screditarla. Si pensi alla misericordia che mostra nei confronti di chi abiura le pro-prie diaboliche tesi: l’estremo privilegio per i peccatori tenaci sono le fiamme puri-ficatrici, ma anche a chi si converte prima che sia troppo tardi è riservato un tratta-mento generoso. La condanna al rogo vie-ne commutata in pene più lievi, quali con-fische, carcere, digiuni ecc … Alcuni mi-scredenti hanno bollato come disumane le tecniche di interrogatorio, ma non è for-se vero che Dio sorregge i giusti nelle sof-ferenze? Sembra lecito pensare che chi non resista a queste prove sia da conside-rarsi peccatore e come tale vada trattato. L’attività della Santa Inquisizione assume dunque un’altra luce, rispetto a quella cru-dele gettata da due secoli di menzogne.

Pensate poi alle terribili sofferenze de-gli inquisitori e dei loro sottoposti, costret-ti a mondare col fuoco le anime perdute di eretici e peccatori, obbligati ad osservarne

l’atroce supplizio in nome della fede e dell’amore per il prossimo. Il principale scopo di questa salvifica istituzione è dun-que la tutela dell’anima, sia essa di me-schini o di pii, che potrebbero restare tra-viati dalle immonde parole degli eretici. Sorge dunque spontanea una domanda: può un uomo di Chiesa anteporre la vita del corpo a quella dello spirito? Non si macchierebbe forse di omicidio dell’anima, permettendo che quest’ultima

possa continuare a concepire idee blasfeme, finendo tra le fiamme dell’Inferno? Si noti inoltre la precisa fun-zione di controllo sociale dell’Inquisizione. Eretici, stre-ghe e liberi pensatori tentano di turbare l’ordine costituito e ciò è inaccettabile. Non pos-siamo permettere che miscre-denti di ogni risma imponga-no le loro fallaci idee, gettan-do nello sconforto e nel caos la mente di tanti Cristiani per-bene. Il ruolo dell’inquisitore

assume dunque una precisa connotazione di difesa della società dai continui attac-chi degli uomini del Demonio. In fondo è questo il vero nemico della Santa Inquisi-zione: il Maligno. Il mondo non è altro che una scacchiera su cui bene e male si bat-tono eternamente attraverso le loro pedi-ne, Inquisitori e streghe. Ogni Cristiano deve dunque scegliere da che parte dello schieramento stare: Dio o Satana? Ordine o Caos? Bene o Male? Inquisizione o Ere-sia?

Non sentite anche voi, in questi tempi di perdizione e ateismo, un sincero biso-gno di ritornare alle sane e vecchie tradi-zioni? Perché dunque non ristabilire que-sta nobile istituzione che molto ha fatto nei secoli passati per la giustizia e la felici-tà del genere umano? Voi lettori cosa ne pensate? … sarebbe bello, no?■

di Apotropaico Zuzzurellone

ElogioElogioElogioElogio all’Inquisizioneall’Inquisizioneall’Inquisizioneall’Inquisizione

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LaLaLaLa guerra dei Cent’guerra dei Cent’guerra dei Cent’guerra dei Cent’annianniannianni La storia come non l’avete mai sentita prima! - Scena 2

Narratore:Narratore:Narratore:Narratore: Si è detto di una crisi economica, la famosa “Crisi del ‘300“, che aveva messo in gi-nocchio l’Europa e soprattutto l’Inghilterra. Gli anglo-sassoni dipendevano in gran parte dai commerci e pertanto la loro unica chanche era invadere la Francia solcando i mari della Mani-ca. Ma torniamo alla nostra storia... Edoardo dopo il bagnetto si rivestì e andò in camera da letto aspettando Isabella, una delle sue amanti che regolarmente passava con lui le sue oziose giornate; purtroppo, però, quel giorno la povera Isabella non era disponibile a causa di un contrattempo in tribunale per atti di libidine violenta ai danni della torre di Londra; così Sir Snoopy, cavaliere impavido, saltò in sella e si mi-se a cercare una bella donna per le campagne, bussando alle porte dei contadini.

Contadino:Contadino:Contadino:Contadino: Ma boia can chi se che i bussa così?

Snoopy: Snoopy: Snoopy: Snoopy: Sono Sir Snoopy, incaricato dal re di …

Narratore: Narratore: Narratore: Narratore: Sentite quelle parole il contadino, chiudendogli la porta in faccia, urlò:

Contadino: Contadino: Contadino: Contadino: Cane d’un figlio de vacca, vattene via, te che porti le parole che son come biestem-mie di quell’altro can rognoso del re!! Via... gran bastardo che non sei altro! …

Snoopy: Snoopy: Snoopy: Snoopy: Scusate...

Narratore: Narratore: Narratore: Narratore: Così Sir Snoopy cavalcò fino a Nottingham. Durante il tragitto bussò ad altre dieci porte, ma le risposte furono tutte uguali, con l’unica variante che cambiavano i modi: dal turpilo-quio si passò ai calci e perfino alle frecce. Ad un certo punto il nostro uomo vide una casupola isolata su una collina e, spinto dalla curiosità nonostante avesse il culo ridotto ad un colabrodo, fra calci e frecce si spinse in cima e bussò …

Contadino: Contadino: Contadino: Contadino: Ma chi diavolo è a quest’ ora? Se è l’esattore, una bastonata in fronte o un calcio nel dadrio non gliela leva nessuno!

Narratore: Narratore: Narratore: Narratore: Sir Snoopy stava per scappare: volendo evitare ulteriori bastonate, ma quando il con-tadino aprì la porta vide una fanciulla bionda e candida starsene seduta vicino al focolare. Così si rese conto che era la ragazza più bella che avesse mai visto e in un attimo se ne innamoro. A riportarlo sulla terra furono, però, le continue imprecazioni del contadino, che continuava a scuoterlo, vedendolo con lo sguardo fisso e sbavante …

Contadino: Contadino: Contadino: Contadino: Ma insomma, bussi, ti apro e poi si sapere che vuoi? Parla brutto infame!

Snoopy: Snoopy: Snoopy: Snoopy: Ah sì scusate sono incaricato dal re di potare una fanciulla a palazzo e vostra figlia mi sembra un ottima candidata a ricevere questo privilegio... per cui la porto con me!

Contadino: Contadino: Contadino: Contadino: Come? Portare mia figlia a palazzo? Che tu possa morire gonfio e marcio di peste … Però se paghi bene posso anche pensarci …

Snoopy: Snoopy: Snoopy: Snoopy: Se proprio insistete …

Narratore: Narratore: Narratore: Narratore: E Snoopy, dopo aver pagato al contadino una misera somma in pezzi d’argento, sa-pendo bene che il contadino non sapeva né contare, né differenziare l’oro dall’argento, anche perché non ne aveva mai visto il colore e la lucentezza, se ne andò portando la fanciulla con sé. Il contadino appena si accorse della truffa, dopo aver chiesto aiuto al suo cane, prese a impre-care così forte che per non perdere il ritmo non prendeva neanche più il fiato a respirare …

Contadino: Contadino: Contadino: Contadino: Porc d’un can maledicto, fio de una puta!, gran signore e cavaliere … tié … sei gran-de solo in groppa a quel ronzino e con la spada! Come te le tolgono sei una checca isterica, una donnetta di primo pelo, una pulzella che ha scoperto che esistono ragazze più belle di lei e che perciò piange per questa ingiustizia.

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Scena 3 Narratore:Narratore:Narratore:Narratore: Trottando e galoppando Snoopy e la pulzella che a questo punto della storia merita un nome, Filippa, arrivarono sotto le porte fortificate di Londra e, dopo aver percorso le tortuose strade, arrivarono a palazzo dove il re Edoardo attendeva e pretendeva impazientemente il suo sollazzo pomeridiano. Snoopy, entrato nella camera da letto del sovrano, si sente baciare e sus-surrare porcate all’orecchio …

SnoopySnoopySnoopySnoopy: Oh ti prego così mi lusinghi … sì, dai, baciami!!

EdoardoEdoardoEdoardoEdoardo: Ma certo che vi bacio! Fatemi, però, accendere qualche candela, così che vi possa vedere in tutta la vostra bellezza …

SnoopySnoopySnoopySnoopy: Così mi fate arrossire!

EdoardoEdoardoEdoardoEdoardo: No, non voglio che proviate vergogna, sentitevi come a casa vostra, ma ora seguite il suono sensuale della mia voce … ecco adesso ho acceso le candele, così possiamo … oddio … oh mioddìo Snoopy, sporcaccione infame! Cosa vuoi?

SnoopySnoopySnoopySnoopy: Ehm … mio sovrano ero venuto ad annunciare la pulzella che avrà l’onore di ospitare nel suo letto, però, se vuole, resto …

EdoardoEdoardoEdoardoEdoardo: Ma assolutamente no! E’ fuori discussione! porta dentro la ragazza!

SnoopySnoopySnoopySnoopy: Sì mio signore...

NarratoreNarratoreNarratoreNarratore: Così il nostro cavaliere impavido e, diciamo, dai modi un po’ effeminati se ne andò sbattendo la porta, lasciando spazio a Filippa …

EdoardoEdoardoEdoardoEdoardo: Benvenuta nella mia reggia … io sono il magnificentissimo, bellissimo, ricchissimo im-pareggiabile Edoardo III di Woodstock, figlio di Charlie II duca di Brown, sono il re di Inghilterra e il principe di Galles.

FilippaFilippaFilippaFilippa: Mmmmh … sì … non ho capito fra tutto ciò che avete detto quale è il vostro nome, però fa lo stesso … io sono Filippa, figlia di Abelardo: contadino del pezzo di terra sopra Nottingham

EdoardoEdoardoEdoardoEdoardo: Non importa, la vostra bellezza non ha eguali … ora seguitemi, entrate nel mio letto e concedetevi!!

FilippaFilippaFilippaFilippa: A voi?!? Con quella faccia?!? Sembrate un caprone con tutti quei ricci …

EdoardoEdoardoEdoardoEdoardo: Come vi permettete, insolente!! Snoopy, vieni qui!

SnoopySnoopySnoopySnoopy: Eccomi mio re

EdoardoEdoardoEdoardoEdoardo: Porta via la ragazza … oggi passerò il tempo da solo, puoi tenertela!

SnoopySnoopySnoopySnoopy: Grazie mio signore, ma se volete resto

EdoardoEdoardoEdoardoEdoardo: FUORI!!!!!!!! Devo pianificare l’invasione di domani. di Ruzzante

I nostri eroiI nostri eroiI nostri eroiI nostri eroi A sinistra: Filippa A destra: Il padre di Filippa

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ThereThereThereThere are some illusions, this isn’are some illusions, this isn’are some illusions, this isn’are some illusions, this isn’tttt one of thoseone of thoseone of thoseone of those

Capitolo 1

Era sera tarda, per le vie di Londra una fitta nebbiolina cominciava ad avvolgere le case, come a proteggerle dal freddo di quella notte d’autunno. Il teatro era gremito di persone. Silvie si stava finendo di truccare prima dell’entrata in scena, mancavano pochi minuti allo spettacolo; si fermò tra i capelli biondi una molletta a forma di fio-re e sorrise. Era forse quella la cosa di quel lavoro che più la stancava: sorridere. Dal palco udì la voce di Edward che la chiamava, così si posizionò dietro al sipario che dopo po-chi secondi scomparve svolazzando, permettendole di vedere ciò che stava al di là di esso. Il calore del pubblico la investì, riscaldandola in quella tetra giornata uggiosa. La luce di scena l’illuminò in pieno viso e la ragazza si sforzò di mantenere il sorriso. – Ed ecco la mia bellissima assistente! Si accingerà a compiere un illusione che si può definire straordinaria. Mentre l’illusionista presentava il numero, era stata calata dall’alto una cassa di legno cinta tutt’intorno da una catena chiusa da un grosso lucchetto. – Chiunque di voi voglia salire a verificare se ci sia qualche trucco, faccia pure; ma vi avverto, non ne troverete. A quelle parole, una fila disordinata di persone si riversò sul palco per toccare e guardare il grosso baule. Nessuno, come previsto, vi trovò inganni. Quando tutti si furono nuovamente se-duti, Edward aprì la bara e vi fece entrare Silvie. La ragazza si strinse in quell’angusto spazio e attese che il compagno avesse terminato di chiudere il lucchetto. Il buio l’avvolse. Quando tutto fu pronto, picchiettò sul fondo della cassa con le dita e sentì la botola sotto di lei che si apriva; dopo pochi secondi l’asse che la sosteneva fu tolta e lei cadde tra le braccia di Mark, il loro en-geigner. Edward aveva cominciato a dire le solite frasi di costume. Dopodichè aveva ripreso ad armeggiare con il lucchetto e aveva sollevato il coperchio della cassa, una decina di colombe bianche erano volate fuori in un gran turbinio di piume e ali. Il pubblico rimase un secondo in silenzio, felice di essere stato ancora una volta stupito, poi scoppiò in un fragoroso applauso. Fu in quel momento che Edward si sentì male. Si piegò in due e fu sul punti di rimettere, si scusò velocemente con il pubblico e fuggì, la coda della marsina che lo seguiva svolazzando. Intanto Silvie, come da copione, rientrò nella sua bara. Prima che l’assenza di luce le oscurasse la vista, vide un ombra alle spalle di Mark, ma suppose di essersela solo immaginata, dal mo-mento che dietro le quinte nessuno, oltre l’engeineer, aveva il permesso di entrare. Attese qualche istante che il coperchio fosse sollevato, ma quel momento tardava ad arrivare. Passavano i secondi e nessuno si faceva vivo. Tese l’orecchio per sentire cosa stesse accaden-do e quello che sentì fu solo un confuso mormorio che proveniva dal pubblico. L’aria cominciò a mancarle; l’agitazione e il caldo di quel luogo angusto fecero sì che un sottile velo di sudore le appiccicasse addosso l’abito aderente che l’avevano costretta ad indossare. Passarono i minuti, il rumorio della folla andò in crescendo. Ad un certo punto si levò un grido dagli spalti e dopo quello altre urla e altre ancora. Silvie non capiva cosa stesse accadendo, cominciò a muoversi all’interno della cassa dove era rinchiusa, sperando di attirare l’attenzione; in quel momento il fondo mobile, sotto il gravare del suo peso che si dimenava, si aprì e lei cadde a terra. Zoppicando perché si era fatta male ad una caviglia, andò fino ad una porticina che sbucava su un lato delle scale che rialzavano il palco e l’aprì. Quello che vide subito fu una fiumana di gente urlante che si accalcava alle uscite. Corse, igno-rano il dolore e quando fu in mezzo ai sedili della platea si voltò seguendo gli sguardi della folla. Davanti ai suoi occhi si presentò una macabra visione: Mark pendeva dal soffitto, una corda che gli avvolgeva il collo; il viso paonazzo e il petto nudo. Sopra di questo, incise nella carne, brillavano vermiglie alla luce del teatro le parole “There are some illusions, this isn’t one of tho-se ”.

di Nihal

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ConoscereConoscereConoscereConoscere il il il il futurofuturofuturofuturo con Dingocon Dingocon Dingocon Dingo POLITICAPOLITICAPOLITICAPOLITICA ♦ 6/6/2054 elezioni politiche: ecco i programmi dei vari partiti:

---- Popolo delle Libertà condizionate:Popolo delle Libertà condizionate:Popolo delle Libertà condizionate:Popolo delle Libertà condizionate: pensioni più dignitose, libertà di mimare parole a vanvera durante l’Inno di MameIi, meno tasse per tutti (ma proprio per tutti), libertà di scegliere quale canale di Media-set vedere e più Carfagna per tutti. ---- Partito Democratico:Partito Democratico:Partito Democratico:Partito Democratico: scusate ma non sappiamo più cosa fare... anche se promettiamo miglioramenti gli Italiani preferiranno sempre la Carfagna alla Rosy Bindi. ---- RiRiRiRi----riririri----rifondazione Comunista: rifondazione Comunista: rifondazione Comunista: rifondazione Comunista: eliminazione del capitalismo, distruzione delle imprese private, libertà di non lavorare se non ci va, abolizione del parlamento, Gulag... insomma rivogliamo il comunismo, ok? ---- Partito della scure tricolore:Partito della scure tricolore:Partito della scure tricolore:Partito della scure tricolore: sostegno per le famiglie italiane che chiameranno i loro figli: Benito, Claretta, Rachele, Alessandra, Bettino, Gianfranco e Giorgio; per il resto andate a leggervi il “Mein Kampf”. ---- Partito di “Quando c’era Di Pietro”: Partito di “Quando c’era Di Pietro”: Partito di “Quando c’era Di Pietro”: Partito di “Quando c’era Di Pietro”: Giustizia e, se perdiamo, una opposizione che picchia duro.

♦ La mafia scompare … entra in politica EVENTI STORICIEVENTI STORICIEVENTI STORICIEVENTI STORICI ♦ Arrestato il fantasma di Andreotti: non solo infestava il Senato, ma pretendeva anche lo stipendio.

di Ruzzante

Futuro & Musica

Futuro & Musica

Futuro & Musica

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Decibels! - Rubrica musicale di Bob e Ben

CuriositàCuriositàCuriositàCuriosità - In alcuni concerti Hendrix suonava alcuni assoli con i denti. - Capitava alcune volte che bassista, Noel Redding, lasciasse lo studio di registrazione per calmarsi dopo l'ennesima sfuriata con Hendrix ed al suo ritorno trovasse la linea di basso registra-ta per mano dello stesso chitarrista durante la sua assenza. - All'inizio degli anni Sessanta, a causa di alcuni problemi con la legge, venne arruolato nell’esercito, ma, frustrato dalla rigidità dell’ambiente militare, Hendrix si finse omosessuale e pose così fine al suo periodo sotto alle armi.

Jimi HendrixJimi HendrixJimi HendrixJimi HendrixJimi HendrixJimi HendrixJimi HendrixJimi Hendrix

James MarshallJames MarshallJames MarshallJames Marshall, noto come "Jimi" Hendrix, nato il 27 novembre 1942 a Seattle è considerato uno dei più grandi chitarristi della storia. Egli passò una brutta infanzia segnata dalla morte della madre nel 1958, quando ricevette in dono la sua prima chitarra. Nel 1966 venne presentato a Chas Chandler, all’epoca bassista degli Animals, che vide in Jimi un ragazzo dalle grandi prospettive e si convinse del fatto che una versione di Hey JoeHey JoeHey JoeHey Joe, proposta secondo lo stile aggressivo del chitarrista, sarebbe potuta diventare un ottimo singolo di lancio. Poi gli affiancò il chitarrista Noel Redding, delegato al basso, e il batterista Mitch Mitchell. Nacque così la Jimi Hendrix ExperienceJimi Hendrix ExperienceJimi Hendrix ExperienceJimi Hendrix Experience e, fin da subito, il sound del gruppo si rivelò una novità assoluta grazie, soprattutto, alle “bordate” di Hendrix. Nello stesso anno uscì l’album “Are You Experien-“Are You Experien-“Are You Experien-“Are You Experien-ced?”ced?”ced?”ced?”. Il 1967 vide l'uscita di “Axis: Bold as Love”“Axis: Bold as Love”“Axis: Bold as Love”“Axis: Bold as Love”, altro album di grande successo. L’ultimo LP in studio di Hendrix fu il doppio album “Electric Ladyland”“Electric Ladyland”“Electric Ladyland”“Electric Ladyland”. In seguito a questo i rapporti col bassista Noel Redding si deteriorarono e così, nel 1969, la The Jimi Hendrix Experience si sciolse. Nello stesso anno si svolse an-che il festival di Woodstock in cui la performance di Jimi Hendrix divenne un simbolo del festival stesso. L’anno successivo Jimi si esibì in un'arrancante performance allo storico Festival dell'Isola di Wight. Qual-che mese dopo, il musicista si ritirò a Londra in seguito al pessimo esito di un concerto e la mattina del 18 settembre 1970, venne trovato morto nell'appartamento che aveva affittato, probabilmente per over-dose. Dopo la morte, le spoglie di Hendrix vennero sepolte prima al Greenwood Memorial Park di Renton, Washington, e poi, a causa di alcune incursioni, vennero fatte spostare dal padre in una cappella monu-mentale di proprietà della famiglia Hendrix, in una zona marginale del complesso funebre di Renton.

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La Marmaglia GIORNALE CLANDESTINO DI SATIRA CRIMINALE E DI CRONACA SUR-REALE

HANNO SCRITTO IN QUESTO NUMERO:

RUZZANTE, DORCAS GUSTINE, JOHNNY, MR X, NIHAL, IL SOLISTA, APOTROPAICO

ZUZZURELLONE, BOB, BEN E ζζζζ

PROGETTO GRAFICO:

DORCAS GUSTINE

IL GIORNALE È AUTOPRODOTTO

CONTATTATECI A:

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APPELLO�AI�LETTORIAPPELLO�AI�LETTORIAPPELLO�AI�LETTORIAPPELLO�AI�LETTORIAPPELLO�AI�LETTORIAPPELLO�AI�LETTORIAPPELLO�AI�LETTORIAPPELLO�AI�LETTORI�������� Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, Inviateci tutte le vostre domande (sulla vita, sull’amore, sulla politica, sulla satira …) le critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sulla satira …) le critiche (anche violente) e le proposte, che verranno sicuramente lette ed eventualmente poi cestinate.sicuramente lette ed eventualmente poi cestinate. Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una pic-Se volete potete contribuire alla giusta causa anche inviando una pic-cola donazione (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) cola donazione (minimo 5 euro, ma anche cibo e vestiario vanno bene) oppure scrivendo e inviandoci un articolo per La Marmaglia.oppure scrivendo e inviandoci un articolo per La Marmaglia.

AttenzioneAttenzioneAttenzioneAttenzioneAttenzioneAttenzioneAttenzioneAttenzione�������� Le vostre mail potrebbero venire utilizzate per dar vita a una nuova rubrica, “L'Epitaffio”, Le vostre mail potrebbero venire utilizzate per dar vita a una nuova rubrica, “L'Epitaffio”, nella quale il nostro esperto, al secolo professor Osiris Nemesis, le commenterànella quale il nostro esperto, al secolo professor Osiris Nemesis, le commenterà��������


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