La pulizia dell'ambiente Ti sei mai chiesto dove finiscono i rifiuti?
I rifiuti rappresentano uno dei problemi più
importanti per la nostra società. Le
nostre Città potrebbero esserne sommerse in poco
tempo se non ci fosse un servizio di raccolta e
smaltimento efficiente.
Eppure ce ne accorgiamo solo quando i
cassonetti traboccano di immondizia, perché i
netturbini sono in sciopero, oppure quando
viaggiamo in un Paese dove il servizio
funziona male.
Ma ti sei mai chiesto che fine fanno i rifiuti, dopo
che li abbiamo depositati nel cassonetto?
La “nuova strada” non passa per la discarica
Pensiamo che un condominio, composto da dieci appartamenti, in un anno produce qualcosa come
11.000 chilogrammi di rifiuti, equivalenti a 100 metri cubi così suddivisi: rifiuti organici (30%), carta e
cartone (25%), plastiche (10%), vetro (8%), metalli (4%), medicinali, pile e rifiuti pericolosi (15%).
Fino a pochi anni fa, c'era un solo luogo in
cui portare tutti i rifiuti urbani: la discarica,
un immenso terreno ubicato nei dintorni
delle città e destinato a ricevere ogni giorno
tonnellate di rifiuti.
Dove possibile, l’alternativa a questo
sistema era di ricorrere a un inceneritore
capace di bruciare i rifiuti, utilizzando il
calore prodotto come fonte per la
produzione di energia elettrica
(termovalorizzazione).
Ogni anno che passa l'uomo produce sempre
più rifiuti: la Terra non ne può
più...rischiamo di soffocarla!
Finalmente si è compreso che accumulare i rifiuti nelle grandi discariche è un comportamento pericoloso
per la natura e per la società, perché si corre il rischio di inquinare il terreno e le falde dell’acqua
provocando gravi danni, oltre che all’ecosistema, anche alla salute delle persone.
La raccolta differenziata
In Italia dal 1997 esiste una
legge, il Decreto Ronchi, che
sottolinea come ognuno di noi è
responsabile della salvaguardia
dell’ambiente e della tutela delle risorse naturali.
Il Decreto stabilisce che i rifiuti
devono essere considerati sempre
meno come scarti da accumulare
e sempre più come risorse.
In linea con gli obblighi della
legge, i Comuni italiani hanno
adottato un nuovo modello
organizzativo per la gestione dei
rifiuti, che richiede la
partecipazione attiva di tutti i
cittadini: la raccolta differenziata.
Mettendo in pratica la raccolta
differenziata è possibile ridurre l’accumulo dei rifiuti e attuare il riciclaggio di oggetti e materiali.
La conseguenza più importante è che si evita di prelevare dalla natura una gran quantità di materie prime,
che altrimenti sarebbero necessarie per attuare il processo produttivo.
AcegasAps ha capito che questa è la strada da seguire per dar vita a una forma di sviluppo realmente
sostenibile.
Nel 2004, infatti, l’azienda ha raccolto mediante questo sistema oltre 100.000 tonnellate di rifiuti nelle
province di Trieste e Padova. Si tratta di un buon risultato, che però, soprattutto in certe zone, può essere
ancora migliorato grazie all’impegno di tutti i cittadini.
I rifiuti, divisi per tipologia, possono essere trattati e utilizzati al posto delle materie
prime, permettendo un importante risparmio energetico e un concreto rispetto del
territorio.
Per concludere, in una corretta politica ambientale è necessario considerare che:
• dagli scarti devono nascere nuove opportunità;
• il sistema di consumo della nostra società richiede un forte consumo di energia per la fabbricazione di
merci e causa una elevata produzione di rifiuti;
• il termine “rifiuto” non esiste in natura, ma è esclusivo dell'organizzazione sociale e dei processi
produttivi realizzati dagli uomini;
• se la nostra società produce quantità di rifiuti sempre crescenti, allora è necessario che crescano le
strutture di raccolta e di smaltimento.
Non dimentichiamo che la “nuova strada” da seguire è quella dello sviluppo sostenibile e che uno
degli obiettivi è appunto quello di ridurre drasticamente la quantità di rifiuti non riciclabili.
La raccolta differenziata comincia in cucina
In cucina si dividono i rifiuti “umidi” da quelli “secchi”: quelli “umidi” sono di origine animale o
vegetale, cioè sono prodotti dalla natura e non dall’uomo; quelli “secchi” sono tutti gli altri, che vedremo
poi come suddividere.
Nel nostro contenitore per l’umido/organico andranno riposti scarti e avanzi di cibo, prima e dopo la
cottura: verdura, carne, ossi, pesce, gusci d’uovo, pasta, sfarinati, pane, filtri del tè, fondi di caffè,
tovagliolini di carta, fiori e piccole piante, lettiere di animali. Sono di origine organica anche gli scarti del
giardino: erba, foglie, ramaglie, radici.
Ma dove finiscono questi rifiuti organici? Essi possono essere utilizzati per produrre il compost. Sfruttando l’azione degli organismi decompositori
(che si nutrono delle solo sostanze naturali disgregandole), si ottiene una specie di concime, ottimo da
utilizzare nell’agricoltura, nel giardinaggio o nel florovivaismo.
Nella provincia di Padova, AcegasAps gestisce il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti umidi. Una
volta ritirati, questi vengono lavorati in speciali impianti per produrre il compost.
Da cartacce e vecchi scatoloni nasce nuova carta
Giornali, riviste, libri, fogli usati, sacchi e sacchetti di carta, scatole e scatoloni di
cartone sono un’altra ricchezza da non sprecare.
Questo tipo di rifiuti di origine cellulosica (la cellulosa è la componente principale della
carta e del cartone) servirà infatti a produrre carta e cartone nuovi senza bisogno di
abbattere altri alberi, i fornitori naturali di cellulosa.
Produrre una tonnellata di carta significa abbattere 15 alberi e impiegare 440.000 litri d'acqua, senza
contare la pesante produzione di anidride carbonica.
Produrre carta riciclata significa risparmiare materie prime, energia, denaro e ridurre l’inquinamento.
Usa qualche semplice accortezza: gli scarti devono essere privi di cellophane e di qualsiasi parte in
plastica o in polistirolo, e, nel caso degli scatoloni, devono essere piegati in modo da ridurne il volume.
La plastica è nostra amica. Non sprechiamola!
Bottiglie, barattoli, flaconi, taniche, confezioni per uova, buste e sacchetti, vaschette, scatole,
cassette, reti, nylon, reggette, cellophane, pellicole per imballaggi, polistirolo...Avete mai pensato a
tutte le forme in cui si presenta la plastica?
La plastica è un derivato dal petrolio, perciò costa molto, in termini di energia utilizzata e di spese
ambientali.
Il riciclaggio è il sistema migliore per smaltire gli imballaggi in plastica divenuti rifiuti, perché
consente di risparmiare una materia prima ancora fondamentale per la nostra vita (il petrolio) e soprattutto
perché la plastica è un materiale scarsamente biodegradabile, e perciò tra i più inquinanti al mondo.
D'ora in poi nessuno parlerà più di "ferrovecchio"!
Barattoli, scatolette, lattine... anche questi sono rifiuti preziosi.
Se li raccogliamo a parte, ci faranno risparmiare materie prime, energia, denaro... e anche inquinamento.
Facciamo un esempio: fabbricare una nuova lattina con l’alluminio usato,
anziché con le materie prime, permette di risparmiare il 95% dell’energia
elettrica!
Ma non c’è solo l’alluminio delle lattine. I metalli sono un’immensa riserva di
materie prime: scatole, barattoli, bombolette, vecchie posate, elettrodomestici,
caffettiere, pentole, biciclette, autoveicoli, ecc. C’è l’imbarazzo della scelta.
L'abito non fa il monaco, ma forse un altro abito si...
Gli indumenti usati non vanno gettati via, perché, selezionati opportunamente per
tipologia di tessuto, possono essere avviati a riciclaggio.
Lo sapevi che ogni anno in Italia vengono rigenerate 50.000 tonnellate di lana? L'obiettivo
è quello di aumentare tale quantità così da risparmiare materie prime ed energia per la
produzione.
In molte città ci sono appositi contenitori in cui riporre gli indumenti usati che, se in buono stato, possono
essere donati ai più bisognosi, invece di essere subito riciclati. A Padova e Trieste questi contenitori sono
quelli gialli della Caritas.
Sono riciclabili: abiti, maglieria, biancheria, cappelli, coperte, tende, lana, tessuti in genere, scarpe
appaiate, giacche e giacconi, borse, cinture, indumenti in pelle in genere...
Il riciclaggio del vetro
Fragile, trasparente, rigido: è il vetro, un materiale davvero straordinario.
Si ottiene mettendo insieme, al naturale, silice, soda, calcio, che altro non sono che
sabbia.
Il vetro è un materiale che può essere riciclato con facilità: basta fonderlo ad alte
temperature (1.500 gradi) al posto delle tre materie prime. In questo modo si ottiene
nuovo vetro, di qualsiasi forma, dimensione e destinazione d’uso, e si evita di disperdere in natura un
materiale resistente ai processi di decomposizione.
Perché non approfittarne? Impegniamoci nella raccolta differenziata del vetro!
Se sono ingombranti, vanno separati dagli altri rifiuti!
I rifiuti ingombranti come armadi, materassi, reti del letto, ecc, o i
RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) come lavatrici, televisori o
frigoriferi sono riciclabili e non vanno abbandonati lungo le strade, gli argini o fuori dai
cassonetti, ma vanno conferiti al servizio di raccolta differenziata a loro dedicato.
Pensiamo ad una lavatrice: è composta da un cesto in acciaio inox, da una carrozzeria in
lamiera, da cavi elettrici di rame, tutti metalli che possono essere prima separati e poi fusi per
produrre nuovi manufatti.
Rifiuti pericolosi... per l'uomo e per l'ambiente
I rifiuti contenenti sostanze chimiche sono chiamati pericolosi, perché hanno elevato
potere d’inquinamento. Ricorda sempre da separarli dagli altri.
Tra i rifiuti pericolosi più diffusi ci sono i prodotti per la manutenzione e la pulizia
dell'auto, i prodotti per il giardinaggio (fitofarmaci, antiparassitari, fertilizzanti chimici),
i prodotti per l’hobby e il bricolage, i detersivi, i farmaci, i cosmetici, i prodotti per la
pulizia della casa, le pile, le sostanze tossiche, corrosive, velenose, infiammabili in
genere.
Tali prodotti sono doppiamente pericolosi: infatti, quando vengono gettati via, dal rischio casalingo si
passa a quello ambientale, perché i componenti chimici contenuti possono inquinare gravemente le falde
acquifere se finiscono nelle discariche.
Fai attenzione! Non gettarli nel cassonetto; questi prodotti vanno consegnati ad apposito personale o
conferiti secondo le regole fissate dal proprio Comune di residenza.
Seguendo poche semplici regole, sarà possibile evitare pericolosi incidenti domestici. Spiegalo anche alle
persone che vivono nella tua casa!
I prodotti contenenti sostanze chimiche:
• Vanno tenuti fuori dalla portata dei bambini più piccoli che, magari solo per curiosità, potrebbero
entrare in contatto o ingerire queste sostanze nocive.
• Devono essere conservati sempre nel contenitore originale con l’etichetta, che va letta con
attenzione e mai rimossa.
• Non vanno mai travasati o miscelati fra loro, perché si potrebbero produrre vapori fortemente
irritanti.
• Una volta terminati, vanno raccolti separatamente dai rifiuti di tipo ordinario, depositandoli negli
appositi contenitori o consegnandoli a personale specializzato, conformemente a quanto disposto
dal nostro Comune.
I rifiuti urbani pericolosi si riconoscono da questi simboli, osserviamoli e impariamoli insieme:
In ordine, da destra, incontriamo: Infiammabile, Irritante\Tossico, Tossico, Infiammabile, Nocivo,
Corrosivo
Rifiuti non riciclabili: solo questi nei cassonetti
Siamo arrivati al termine del nostro viaggio fra i rifiuti.
Abbiamo imparato che molti tipi di rifiuti sono riciclabili e perciò possono essere selezionati alla fonte,
cioè in casa, in ufficio, a scuola, nei negozi, nelle fabbriche, ecc.
Esistono, però, anche dei rifiuti non riciclabili: sono tutti quelli che non appartengono a nessuna delle
categorie che abbiamo visto, il cosiddetto secco non reciclabile.
Ad esempio: pannolini, assorbenti igienici, lampadine, videocassette, pellicole fotografiche, sacchetti
pieni dell’aspirapolvere, terracotta e porcellana. A Trieste, a differenza di Padova,
anche il rifiuto “umido” non è soggetto alla raccolta differenziata e, quindi, può
essere accomunato a quelli appena citati.
I tipi di rifiuti che abbiamo elencato, anziché giacere per decine di anni nelle
discariche, possono essere destinati agli inceneritori, come a Trieste e a Padova,
dove diventano un prezioso combustibile per produrre energia elettrica.
La Regola delle 4R
E’ curioso notare che, secondo le regole italiane, ogni cosa di cui noi “ci liberiamo” è considerata un
rifiuto; il decreto Ronchi, infatti, è una legge emanata dallo Stato Italiano che regola la gestione dei rifiuti,
basata sul principio delle 4R, scopriamole insieme:
RIDURRE Possiamo scegliere prodotti con imballaggio poco ingombrante o assente come, ad esempio, i detersivi
sfusi o con ecoricariche.
Usare meno materiali per un prodotto significa eliminare contemporaneamente la necessità di smaltirlo e,
anche se limitato, l’inquinamento provocato dai processi di riciclaggio. Evitiamo anche di scegliere
confezioni monouso o monoporzione.
RIUTILLIZARE Impegnamoci a far durare il più possibile un bene una volta acquistato, impiegandolo anche per altri scopi
così da ridurre la quantità di rifiuti prodotti, allungando la vita ai prodotti che acquistiamo ed evitando
così il continuo utilizzo di materie prime.
Pensiamo ai vestiti che non indossiamo più: se gettati negli appositi cassonetti potranno essere riutilizzati
da altre persone che, purtroppo, hanno guardaroba molto più vuoti dei nostri.
Un altro esempio è il sacchetto di plastica che ci viene dato in un negozio: potrò riutilizzare il sacchetto
più e più volte per trasportare molti prodotti e, alla fine, utilizzarlo per gettare rifiuti.
E’ importante ricordare anche che:
è bene utilizzare sacchetti biodegradabili così da scegliere il bene dell’ambiente! Sono riutilizzabili e
infine possono essere usate per smaltire i rifiuti umidi.
RICICLARE Questa azione ci consentirà di non ricorrere alle materie prime per produrre nuovi oggetti. E’
fondamentale, perciò, fare sempre la raccolta differenziata dividendo la carta, da vetro, plastica e
alluminio. Per ognuno di questi materiali è prevista una tecnica e degli strumenti diversi per il riciclaggio:
gettarli via insieme non aiuterà l’ambiente!
RECUPERARE Alla fine del ciclo di uso e riuso del prodotto, quando questo non sarà più utilizzabile come tale,
cerchiamo di ottenere dal medesimo altri materiali da utilizzare nuovamente, anche in maniera fantasiosa!
Al termine del ciclo di uso e riuso di un prodotto potrò anche recuperare energia! Come?
I rifiuti sono usati come combustibile nei termovalorizzatori: bruciandoli potrò diminuirne l’ingombro e
produrre energia. Gli impianti di termovalorizzazione sono progettati e realizzati per essere in grado di
utilizzare il calore prodotto dalla combustione dei rifiuti come fonte per la produzione di energia elettrica.
E’, inoltre, importante interessarsi a quanto siano trasparenti i processi di produzione di ogni prodotto che
portiamo nelle nostre case, facendo attenzione che ogni cosa nasca senza sprecare inutilmente energia.