Date post: | 04-Mar-2016 |
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Turismo
ed
Enogastronomia
nella Piana
Alessandrina...
...e dintorni
in collaborazione con:
P.zza S. Maria di Castello, 1415121 AlessandriaTel. 0131288095
testi a cura di Romeo Ferrettiprogetto grafico Matteo Ferretti
www.labuonascelta.com
Quanto proposto in questa "brochure" non è che una estrema sintesidi ciò che si poteva raccontare sulla Piana Alessandrina e dintorni.
Purtroppo, tanti argomenti non sono stati affrontati in maniera adeguataper motivi di spazio e di costi.
Coloro che intendono approfondire la conoscenza del territorio possono consultare i siti:
wwwwww..aalleexxaallaa..iitt wwwwww..mmoonnffeerrrraattoo--mmaarreennggoo..iitt
wwwwww..mmaarrcchheessiimmoonnffeerrrraattoo..ccoomm
Si ringraziano tutte le aziende che, grazie alla sensibilità dimostrataverso la valorizzazione del territorio dove vivono e lavorano,
hanno permesso con il loro contributo la realizzazione di questo opuscolo.
La realizzazione di questa pubblicazione nasce con lo scopo
di dare ulteriore visibilità al progetto "Listen to the Voice of
Villages" che ha come obiettivo proprio la valorizzazione e
lo sviluppo delle potenzialità turistiche dei territori rurali
con il fine di migliorare le performance, senza però, sacrifi-
carne l'unicità culturale. I territori rurali si trovano spesso a
fronteggiare numerosi problemi legati allo spopolamento.
A spostarsi sono soprattutto le fasce più giovani della po-
polazione in cerca di maggiori e migliori possibilità di la-
voro. Il turismo rappresenta uno dei settori cruciali sia per
le prospettive di crescita delle zone rurali, sia per la poten-
ziale creazione di posti di lavoro; inoltre, uno sfruttamento
sensibile delle potenzialità turistiche contribuisce a mante-
nere e preservare il patrimonio artistico e culturale delle re-
altà locali. Questa la chiave del progetto: la cultura non solo
conserva ma promuove l'essenza del territorio, la sua iden-
tità. Dalle radici, dal patrimonio rurale e dalle sue peculia-
rità fioriscono le ricchezze per la promozione e la
valorizzazione del territorio anche a livello turistico.
I cambiamenti nelle abitudini di consumo degli utenti regi-
strano un’evoluzione; il concetto di vacanza non è solo
quello dello svago, ma anche di esperienza di vita. Si svi-
luppano così nuove forme di turismo rurale per incontrare
la domanda di un turista alla ricerca di un rapporto diretto
con i luoghi visitati, con il territorio e la sua memoria sto-
rica, la sua cultura e il suo ambiente. Il turista non è solo
spettatore ma diventa protagonista di un contesto che va-
lorizza e rivela la propria essenza.
Si punta al contatto con la natura e i suoi tradizionali ritmi,
si sviluppano attività esperienziali con percorsi che rivivono
la storia e la tradizione dell’artigianato locale per riscoprire
sapori e profumi, per l’arricchimento personale. Il momento
conclusivo della conferenza finale "Listen to the voice of
villages" vuole rappresentare il rilancio delle risorse dei ter-
ritori, il punto di partenza per capitalizzare le esperienze
progettate e ora raccontate.
LE AREE RURALI DELL’ALESSANDRINO
Alessandria è storicamente caratterizzata dal fatto che la
sua provincia (intesa come territorio) le ha sempre ricono-
sciuto con grande difficoltà il ruolo di capoluogo; i sei Co-
muni così detti “centro-zona”, cioè Casale Monferrato,
Valenza, Tortona, Novi Ligure, Ovada e Acqui Terme hanno
tutti avuto per diverse ragioni storico-politiche una storia
diversa e in molti casi più antica e prestigiosa di Alessan-
dria. Per questa ragione la gran parte dei Comuni della pro-
vincia si sentono e si definiscono appartenenti alle diverse
aree che rispettivamente fanno riferimento a questi centri
(casalese, acquese, tortonese, ecc.) per ragioni di comu-
nanza storica e amministrativa, ma anche per ragioni più
tradizionali come le Diocesi o i mercati, o più recentemente
LA PIANA ALESSANDRINA
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per motivi istituzionali come i comprensori regionali, i di-
versi consorzi amministrativi o le reti di biblioteche.
Paradossalmente, invece, Alessandria non ha mai avuto un
suo vero e proprio territorio di riferimento, benchè ci sia
tutta un'area identificabile con la bassa Valle Tanaro e le
prime colline circostanti ad essa che anche solo per neces-
sità gravita sul capoluogo; il fatto poi che il Comune abbia
un territorio così vasto, con numerose frazioni anche di di-
mensioni rilevanti (alcune sono ancora l'ultimo retaggio di
insediamenti più antichi della stessa città, come Villa del
Foro o Marengo) determina un rapporto controverso e non
sempre felice anche tra il centro città e il suo contado.
Se si vuole trovare una giustificazione storica a questo
strano fenomeno è sufficiente guardare le antiche carte po-
litiche di quest'area, dalle quali si può vedere facilmente
che il confine del Marchesato del Monferrato contornava
da tre lati e molto da vicino la città, che per gran parte della
sua storia è invece stata sottomessa a Milano e alle sue di-
verse Signorie italiane o straniere.
Nel territorio comunale di Alessandria e nei comuni limi-
trofi sono state individuate diverse aree con forti legami
con il capoluogo, che trovano quasi sempre un riscontro nel
suo sistema museale cittadino: S. Pio V a Bosco Marengo,
Napoleone a Marengo, Giuseppe Borsalino a Pecetto di Va-
lenza, Carlo Carrà a Quargnento, per arrivare a Carlo Leva
a Bergamasco. Se poi si aggiungono altri più antichi e al-
trettanto importanti riferimenti, come il sito romano di Villa
del Foro, il ciclo di affreschi medioevali di Frugarolo o l'ab-
bazia aleramica di Sezzadio, ma soprattutto il sistema di
fortezze sette-ottocentesche che la contorna (la Cittadella
e i Forti Acqui, Ferrovia e Bormida), ci si rende conto che i
dintorni di Alessandria hanno un appeal turistico di gran-
dissima rilevanza e interesse. In tema di dintorni si ricorda
che l'area interessata è stata, con quella definita della "Fra-
schetta", territorio che è stato teatro della Battaglia di Ma-
rengo.
Questo si concretizza con la realizzazione di due itinerari. Il
primo ad ovest di Alessandria, il percorso “I Confini del
Marchesato del Monferrato", tra la pianura e le prime col-
line dei “Paesaggi vitivinicoli del Monferrato”, le cui co-
muni vicende storiche sono rappresentate da importanti
testimonianze storico-artistiche, borghi e castelli. Il secondo,
ad Est della città, il percorso “Marengo, da Papa Ghislieri a
Napoleone”, caratterizzato dalla presenza di rilevanti com-
plessi monumentali e territori, come Santa Croce di Bosco
Marengo, la Cittadella, l'area della battaglia con il Museo
e la "Fraschetta"). Entrambi gli itinerari iniziano e si con-
cludono nei caselli autostradali di Alessandria Ovest (uscita
sulla A 21) e Alessandria Sud (uscita sulla A 21), ma pos-
sono anche essere suddivisi a loro volta utilizzando gli altri
quattro caselli della zona: Casale Sud (uscita sulla A26),
Alessandria Est (uscita sulla A21), Tortona (uscita sulla A7)
e Novi ligure (uscita sulla bretella tra la A7 e A26).
In questo modo il viaggiatore in transito che proviene da
una qualunque direzione può uscire dall'autostrada, fare
una parte di itinerario e poi riprendere il proprio cammino;
invece l'escursionista più appassionato e attento potrà per-
correre in un giorno uno degli itinerari o anche fare in due-
tre giornate l'intero itinerario (pernottando negli hotel o B
& B e pranzando presso i ristoranti, trattorie e gli agrituri-
smi disponibili nelle vicinanze dei caselli o nelle località tu-
ristiche), avendo così tempo di visitare anche musei,
cantine, castelli, cantine e e aziende produttrici di tipicità
del territorio, oltre naturalmente al Capoluogo.
I comuni interessati sono ventisette con una popolazione
di oltre trentamila persone, alla ricerca di maggiore visibi-
lità in collaborazione con partner europei. A queste realtà
territoriali si aggiungono attività ricettive, commerciali, ar-
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tigianali inserite in un contesto economicamente rilevante
con un patrimonio turistico e ambientale da potenziare e
valorizzare. L’alessandrino, infatti, terra agricola per tradi-
zione e vocazione, offre inoltre al turista la scoperta di
splendidi paesaggi naturali uniti a prodotti di qualità e sa-
pori dimenticati; la realizzazione della brochure di presen-
tazione ha lo scopo di condurre i visitatori alla scoperta di
questi luoghi, visualizzando punti d’interesse, mappe e per-
sonalizzando gli itinerari in base alle proprie esigenze. Il
progetto europeo "Listen to the Voice of Villages" è stato
coordinato del Comune di Alessandria con partner il "Cir-
colo Culturale Marchesi del Monferrato", ATL Alexala e la
Società Consortile Langhe Monferrato Roero in Provincia
di Alessandria.
Il viaggio all'interno di questo territorio può iniziare da di-
verse parti. Per l'occasione la scelta è caduta sull'area de-
nominata Fraschetta in quanto è la più interessante per le
testimonianze storiche che essa racchiude. Strabone, geo-
grafo greco, nel settimo libro della sua monumentale opera
intitolata "Geografia", scriveva così: "Al di là dei monti, c'è
una terra piana e verde, coperta da frasche di bosco, abitata
da uomini forti, domatori e allevatori di cavalli". Quella
terra, coperta di frasche di bosco, era la Fraschetta, un vero
e proprio pezzo di un'antica foresta di latifoglie, costituita
da distese di frassini, olmi, ontani, querce e pioppi neri.
Si tratta di una porzione di territorio all'interno di un trian-
golo ai cui vertici si trovano Tortona, Novi Ligure ed Ales-
sandria. Il nucleo principale ovvero il cuore della regione
Fraschetta, è contenuto nel Comune di Alessandria e com-
prende i quartieri di: Cascinagrossa, Castelceriolo, Litta Pa-
rodi, Lobbi, Mandrogne, San Giuliano Nuovo, San Giuliano
Vecchio, Spinetta Marengo. Sono da considerare parti di
questo territorio anche parti di comuni limitrofi (Tortona,
Pozzolo Formigaro, Novi Ligure, Bosco Marengo).
Del passato di queste terre non rimane molto ma è suffi-
ciente per definire l'importanza del luogo, in particolare
quello militare durante l'epoca romana. Qui, infatti, si in-
crociavano in maniera strategica i tracciati delle più impor-
tanti strade del nord italia: la via Aemilia Scauri, da Vado via
Acqui portava a Tortona, la via Postumia, da Genova via Li-
barna (Serravalle Scrivia) ad Aquileia e la via Fulvia, da Tor-
tona via Villa del Foro e Asti a Torino. In qualche zona sono
ancora visibili le centuriazioni dei terreni dovute alla com-
plessa opera di bonifica e organizzazione agraria.
Qui un lungo rettifilo ricalca l'impianto originale della via
Emilia Scauri che localmente ha preso il nome di Levata,
datole dagli ignari contadini perchè di molto si alza sul li-
vello delle campagne che attraversa. Si è anche rilevato che
i cortili delle abitazioni sono posti sugli allineamenti della
centuriazione romana e le misure del recinto corrispondono
a jugeri, sottomultipli della centiara.
In epoche successive, in particolar modo durante il medio
evo, queste terre furono colinazzate dai monaci seguaci di
San Bernardo che, provenienti dall'Abbazia di Lucedio, s'in-
sediarono nella zona edificando il grande complesso ci-
stercense di Rivalta Scrivia e sviluppando ulteriomente
l'agricoltura con nuove bonifiche.
L’ABBAZIA DI RIVALTA SCRIVIA
La Chiesa di Rivalta è quanto resta del complesso ab-
baziale dei monaci cistercensi, insediatisi in questa
località nel 1180. L’edificio presenta una caratteri-
stica architettura cistercense tra il romanico lom-
bardo e il gotico francese.
Nel primo ventennio di costruzione fu edificata la
zona absidale composta da un presbiterio a termi-
nazione rettilinea fiancheggiato da quattro cappelle
laterali rettangolari con le volte a botte archiacuta, i
lavori proseguirono verso il lato destro del transetto
ove si trovano la sacrestia la sala capitolare, il parla-
torio e la sala dei monaci; con una scala a doppia
rampa che porta all'accesso del dormitorio al piano
superiore. La chiesa attualmente misura 40 metri di
lunghezza e 16 metri di larghezza.
L’elemento importante è rappresentato dall’apparato
di affreschi risalenti alla seconda metà del secolo XV,
notevole corredo pittorico di Franceschino Boxilio, re-
cuperati durante i restauri del 1941-42. A fianco del-
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l’abbazia, alla metà Dell'antico monastero oggi pos-
siamo vedere ancora la sala capitolare e la sala dei
monaci. L'Abbazia è visitabile nei giorni festivi dalle
ore 15.00 alle 19.00 da Marzo ad Ottobre.
Particolarità interessante di quest'area la si trova nella co-
struzione semplici abitazioni rurali costruite con la terra
cruda battuta di terra chiamate "trunere"
In direzione di Alessandria, invece, si trova la frazione di
Torre Garofoli, una vecchia cascina al cui interno venne
posto il quartier generale di Napoleone, prima e durante la
famosa battaglia di Marengo (14 giugno 1800). Cronache
dell'epoca riferiscono che tra le sue mura vi morì il generale
Desaix, vero artefice della vittoria di Marengo. Nell’attigua
chiesetta di Santa Giustina sono esposte opere di Camillo
Procaccini. Altri luoghi da visitare: la frazione Passalacqua,
tipica cascina fortificata del seicento (si trova a poca di-
stanza dal casello autostradale di Tortona) e il Santuario
della Cavallosa.
Durante l’itinerario, il visitatore avrà modo anche di vedere
il complesso reticolo di rogge che, partendo dal torrente
Scrivia, permettevano l’irrigazione dei campi e davano forza
motrice a decine di mulini. Recentemente da queste parti si
sono sviluppate le coltivazioni del mais 8 file (eccellente
per fare la polenta di "una volta") e della fragola profu-
mata di Tortona. Il percorso continua verso Alessandria e
dopo il borgo di San Giuliano Vecchio si passa attraverso
l'area denominata "Vigna Santa" da dove partì l'attacco
vincente del Gen. Luis Desaix sulle truppe austriache del
Gen. Michael von Melas.
Durante la battaglia il generale francese fu ferito a morte.
Nel 2002, a ricordo del suo sacrificio che dava inizio alla
gloria di Napoleone, fu posta una stele. Pochi chilometri
dopo, passato l'abitato di Spinetta Marengo, deviando sulla
destra alla rotonda si raggiunge il casello di Alessandria Est
sulla A21 (Torino/Piacenza), uno dei principali accessi al-
l'area, e subito dopo il paese di Piovera con il suo Castello.
IL CASTELLO DI PIOVERA
Il castello di Piovera, la cui attuale conformazione ri-
sale al XIII secolo, si impone come un edificio estre-
mamente scenografico e imponente. Si tratta di un
massiccio edificio quadrilatero con torri ovali agli an-
goli e due grandi torri squadrate al centro dei lati
maggiori. L'edificio è circondato da un profondo fos-
sato e da un vasto parco con annessa tenuta agri-
cola. Nel XIX sec. venne trasformato in dimora
signorile senza però intaccare l'originale struttura a
"U". Dagli anni Sessanta appartiene al Conte Niccolò
Calvi di Bergolo che lo aprì al pubblico.
All'interno del parco si trovano anche laboratori
d'arte e museo dove periodocamente si tengono
mostre d'arte.
A Piovera interessanti da visitare sono anche l'Ora-
torio S.Giovanni Battista (ora auditorium), con torre
campanaria del 1300, la pinacoteca e la mostra per-
manente de i “Fossili Moderni”, sculture dislocate
lungo le vie e gli spazi del centro e del castello e l'An-
tica Porta.
Appena fuori del paese, in direzione Sale, si staglia la
medievale struttura del Castello del Rivellino.
Da Piovera si ritorna alla già citata rotonda, dove si con-
cluse la battaglia di Marengo e dove si trova il Museo della
Battaglia.
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MARENGO MUSEUM
Si tratta del più antico museo napoleonico esistente,
sorto nel 1847 con l’intento di celebrare la battaglia
di Marengo, vinta dalle truppe francesi comandate
dal giovane Primo Console Napoleone Bonaparte il
14 giugno 1800, che di fatto segna il momento di
inizio dell’ascesa del condottiero. Il museo, situato a
Spinetta Marengo a Villa Delavo, fu realizzato a par-
tire dal 1845 per merito di Giovanni Antonio Delavo
al fine di commemorare la vittoria francese sugli Au-
striaci e l’annessione del Piemonte. Raccoglie cimeli
del periodo napoleonico: armi, bandiere, documenti
e stampe dell’epoca e offre al visitatore un sugge-
stivo percorso multimediale che rende omaggio alla
leggenda di Napoleone. All'interno del parco è stato
realizzato un piccolo mausoleo che raccoglie i resti
di combattenti, raccolti dalle mani pietosi dei con-
tadini della zona e lì depositati.
Villa Delavo oggi offre ai suoi visitatori le parti deco-
rative completamente ristrutturate. Parte dei dipinti
a tempera, quasi tutti realizzati dal pittore Paolo
Maggi (1801-1890), rappresentano le principali bat-
taglie del periodo napoleonico con chiaro intento ce-
lebrativo e evidenti richiami mitologici e simbolici.
LA BATTAGLIA DI MARENGO
La battaglia di Marengo fu combattuta il 14 giugno
1800 nel corso della seconda campagna d'Italia, du-
rante la guerra della seconda coalizione, tra le truppe
francesi dell'Armata di riserva, guidate dal Primo
console Napoleone Bonaparte e l'esercito austriaco
comandato dal generale Michael von Melas.
La battaglia fu combattuta a est della Bormida nei
pressi dell'attuale Spinetta Marengo, frazione di
Alessandria. Lo scontro iniziò il primo mattino con
l'attacco degli austriaci che mise in grave difficoltà
Bonaparte; le truppe francesi dopo una strenua resi-
stenza sembrarono condannate alla disfatta; quando
la sconfitta appariva inevitabile l'arrivo nel pomerig-
gio dei reparti di rinforzo guidati dal generale Louis
Desaix che intervenne di sorpresa. Alla testa dei
10.000 uomini della nona brigata di fanteria leggera,
si lanciò contro il nemico. Il ritorno di Desaix coincise
con un rinnovato vigore dei francesi che investirono
con l'artiglieria le truppe austriache che li insegui-
vano, scompigliandole.
Nel giro di breve tempo, le sorti della battaglia fu-
rono completamente rovesciate anche grazie un de-
cisivo intervento della cavalleria di Kellerman, e
quella che sembrava una vittoria già conseguita si
tramutò per gli austriaci in una disastrosa rotta verso
Alessandria.
Da qui si riparte. Si attraversa il ponte sul fiume Bormida e
in vista del "platano napolenico" (albero monumentale tu-
telato dalle Regione Piemonte) si svolta a destra, per la ten-
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genziale di Alessandria in direzione nord-ovest e raggiun-
gere Pietra Marazzi e Montecastello, subito dopo aver sca-
valcato il fiume Tanaro.
A Pietra Marazzi si possono vedere la Chiesa (del XI-XII
secolo) e l'Oratorio di San Bernardo abate. Interessanti
anche il Palazzo del Municipio, la Chiesa parrocchiale di San
Martino, la Chiesa campestre di San Defendente sul colle
presso Monte Mariano (esistente già alla metà del XVI se-
colo). Al confine sud, su un’altura a picco sulla riva sinistra
del Tanaro, si trova la frazione di Pavone con nucleo edili-
zio storico disposto a corona attorno al sito dell’antico ca-
stello e e la Chiesetta di Sant’Anna.
Non molto lontano, nella piana ad est delle prime colline del
Basso Monferrato, sorge Montecastello. Del suo passato
non rimangono molte tracce se non quelle legate al castello,
un edificio compatto con un’alta torre, cintato da un muro
a pianta quadrata con quattro torrioni ai vertici. Alcune
parti dell’impianto strutturale sono state attribuite, addirit-
tura, ai secoli XII e XIII. Interessanti anche gli interni, com-
presa una cappella del 1739. Oltre il castello, da vedere ci
sono l' antica porta e il torrione d'ingresso alla Rocca, la
Chiesa Parrocchiale di San Giorgio, l'Oratorio di Sant'Anto-
nio Abate. Poi, l'ottocentesca Villa Garrone con parco e la
Chiesa di Santa Maria della Valle (ubicata nella frazione di
San Zeno).
Si torna nuovamente alla tangenziale alessandrina. All'al-
tezza della località San Michele, alla rotonda svolta a destra
per iniziare il percorso che un tempo fu il confine del Mar-
chesato del Monferrato.
Si inizia con Castelletto Monferrato. In paese, oltre al
Castello Scazzoso/Foresto sono da vedere la Chiesa Par-
rocchiale di San Siro, in stile tardo barocco nel 1714, la
Chiesetta Madonna della Pace (inizio 1600), in fine stile ba-
rocco, e la Chiesetta di San Francesco d'Assisi, in frazione
Giardinetto. Da non dimenticare Villa Pona, dove nel 1858
Vittorio Emaneuele II pone il proprio quartier generale,
quando inizia l’offensiva degli eserciti franco-piemontesi
contro gli austriaci. Pochi chilometri separano questo co-
mune da San Salvatore Monferrato.
San Salvatore definita la “porta del Monferrato” per la
sua collocazione sulle prime colline del Basso Monferrato,
è meta di turismo soprattutto estivo. Da visitare sono cer-
tamente i giardini di Villa Genova (apertura nei mesi di
maggio e settembre). Al centro del parco si può ammirare
il fascino secolare di enormi querce.
Tra le costruzioni religiose da ricordare la Torre Campana-
ria, la Chiesa Beata Vergine Assunta, la Parrocchiale di S.
Martino (XV Sec. contenete la Beata Vergine del Rosario del
Moncalvo), la Chiesa di San Siro (del 1560 con Natività del
Moncalvo) e la Chiesa della Santissima Trinità (del XIV sec.).
Poi ancora tra i palazzi storici da segnalare: Palazzo Car-
magnola (XV sec); Palazzo Barco Veglio di Castelletto (sede
Biblioteca Civica, ufficio turistico), Palazzo Ollearo e Palazzo
Lingua Gazzoli ( già convento dei padri francescani). Il per-
corso adesso prosegue verso Lu.
Lu è incluso in un territorio di elevata qualità paesaggistica
e dall'insospettabile patrimonio storico-artistico locale, che
si presta in modo particolare a un turismo eno-gastrono-
mico e culturale. Da vedere: la Pieve carolingia di San Gio-
vanni di Mediliano, sorta sull’area funeraria dell’antico
pagus Metilianum e la torre medievale, vestigia dell’antico
castello, risalente al primo decennio del XV secolo, l’adia-
cente Parco panoramico e il complesso rinascimentale dei
palazzi Bobba-Paleologi. Una visita meritano la Chiesa di
San Nazario, gotica, risalente all’XII sec., quella di San Gia-
como e Santa Maria Nuova, costruita nel 1479 con bolla di
Sisto IV in stile romanico-gotico, su una preesistente chiesa
intitolata a San Pietro, risalente all'XI secolo. L'antica chiesa
si trova ancora sotto la navata centrale della parrocchiale
e nel 1721 fu re-intitolata a San Valerio quando vi furono
poste le spoglie del santo, ritrovate nei dintorni del paese.
LA CHIESA DI SAN GIACOMO
E IL MUSEO D’ARTE SACRA
Il Museo d’arte sacra San Giacomo, allestito nel com-
plesso storico di San Giacomo in Lu, è� formato dalla
chiesa fondata nel XIII secolo (ricostruita tra il 1568
ed il 1610), dalla sacrestia e dalla Casa della Reg-
genza.
Sull’onda dell’emozione suscitata nel 1998, per la
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chiusura della chiesa a causa del pericolo di crollo del
tetto, è sorta l'Associazione Culturale San Giacomo,
con lo scopo di preservare la memoria storica, in
opere sia architettoniche che artistiche e letterarie,
per le future generazioni. I lavori di restauro, in col-
laborazione con la Soprintendenza e l’Ufficio Beni
Culturali della Diocesi di Casale Monferrato, hanno
consentito il recupero non solo di un luogo di culto,
ma anche di uno spazio di incontro culturale: il
Museo San Giacomo. In esso sono raccolte alcune
delle testimonianze più significative della storia della
fede di Lu e del suo territorio tra cui opere dell’am-
bito di Guglielmo Caccia (detto Moncalvo) e della fi-
glia Suor Orsola Maddalena.
Pochi chilometri di strada per raggiungere da Lu il paese di
Cuccaro, località che ha dato i natali alla famiglia di Cri-
stoforo Colombo. Nella Chiesa parrocchiale costruita dalla
famiglia Colombo nel 1676, si possono ammirare pregevoli
affreschi di P. Maggi, V. Arneri, e dipinti del Guala e del Mon-
calvo. In una bella giornata, da non perdere una visita alla
chiesetta della Madonna della Neve, da dove si può ammi-
rare un magnifico panorama. Il Museo è aperto su preno-
tazione.
IL MUSEO COLOMBIANO
In un locale seicentesco, già appartenente alla vecchia ca-
nonica, è sorto il Museo Colombiano destinato a traman-
dare i documenti che da secoli legano Cuccaro alla
questione Colombiana e per dare uno sbocco visivo e con-
creto al turismo spontaneo di molti visitatori che, arrivando
da lontani paesi del mondo, specie dalle Americhe, deside-
rano conoscere la storia che lega il piccolo paese monfer-
rino al Grande Navigatore. L’immobile scelto
dell’Amministrazione Comunale è quello che un tempo fu
la scuderia della parrocchia. Al suo interno conserva splen-
dide colonne con capitello, archi a tutto sesto e artistiche
volte a vela. E' adiacente al Castello appartenuto per mille
anni alla famiglia Colombo di Cuccaro che, pur fortemente
rimaneggiato, si erge maestoso sulla sommità della collina.
Altro breve tratto di strada ed ecco Fubine, paese situato
sulle ultime propaggini delle colline monferrine, che si af-
facciano sulla pianura del Tanaro. Di probabile origine
tardo-romana (IV secolo dopo Cristo?) è sorto sull'altura
che domina una strada romana non lastricata, che passava
nel fondovalle e superava le colline presso l'attuale Alta-
villa per poi scendere nella vallata del Po. Interessante da
vedere è la Chiesa Parrocchiale, dedicata a Santa Maria As-
sunta. La sua bella facciata è impreziosita da uno splen-
dido rosone in cotto, soprastante un elegante portale, che
è uno dei più pregevoli esempi di architettura quattrocen-
tesca in Piemonte. Uno sguardo merita anche il Castello.
IL CASTELLO BRICHERASIO
Particolare pregio riveste ciò che è rimasto dell'an-
tico castello trasformato da fortezza medievale a re-
sidenza nobiliare per opera del conte Vincenzo Natta
di Baldesco, nella seconda meta del XVII secolo. Il
conte ed i suoi eredi continuarono l’opera di modi-
fica del castello creando uno splendido giardino al-
l’inglese in luogo del preesistente bosco e gli interni
dell’edificio vennero dotati di importanti arredi. L’ul-
timo restauro del Castello risale agli anni ’90 quando,
dopo anni di inutilizzo, venne realizzata una l'attuale
Casa di Riposo per anziani intitolata alla benefattrice
Sofia di Bricherasio.
Del passaggio dei Bricherasio sul territorio è rimasto,
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in località Garlaschi (o "dei cappuccini"), anche la
cappella funeraria dei Conti Bricherasio, in stile neo-
gotico, edificata nel 1839. Nella cripta ospita il mo-
numento funebre del Conte Emanuele Cacherano di
Bricherasio opera di eccezionale livello artistico di
Leonardo Bistolfi (corrente Liberty).
Adesso il percorso punta decisamente verso sud, per rag-
giungere Quargnento, paese di nascita di Carlo Carrà.
Qui si trovano i "Percorsi dell’Arte" a lui dedicati, articolati
in dieci pannelli serigrafati distribuiti nelle strade del paese.
Da vedere c'è il Palazzo Comunale, costruito tra la fine del
1700 e l’inizio del 1800, con muri esterni in mattoni a vista
ed un elegante portico sul lato della facciata. Nella stessa
piazza si trova la Chiesa Parrocchiale Basilica Minore di San
Dalmazio, sulla cui facciata si possono ammirare alcuni mo-
saici di Dario Narduzzi; l'Abside risale all'anno 1000. Degni
di nota anche Villa Cuttica di Cassine, la Chiesa della SS.
Trinità e la Casa natale di Carlo Carrà.
CARLO CARRA’
Carlo Carrà nacque a Quargento l’11 Febbraio 1881.
E' stato un pittore italiano che aderì al futurismo e
poi alla corrente metafisica. Erede della tradizione ot-
tocentesca prende parte a tutte le vicende del rin-
novamento artistico dell'epoca nuova, dal Futurismo
alla metafisica, dal Novecento, ai Valori Plastici.
Figlio di artigiani, apprese i primi rudimenti dell'arte
del disegno da giovinetto, durante una forzata per-
manenza a letto a causa di una lunga malattia. La
prematura scomparsa della madre e le ristrettezze in
cui venne a trovarsi la famiglia fecero sì che iniziasse
ben presto a lavorare come decoratore murale a Va-
lenza, frequentando nel contempo le Scuole serali
tra cui a Milano, negli anni 1904-05, la Scuola supe-
riore d'Arte applicata all'Industria del Castello Sfor-
zesco. Sposatosi nel 1919, trascorse anni di intensa
attività artistica e nel 1941 venne nominato titolare
della cattedra di pittura alla Accademia di Brera a Mi-
lano. Dopo l’esperienza nel movimento futurista e la
partecipazione alla pittura metafisica, Carrà defini-
sce, in un rinnovato rapporto con la natura e il vero,
l’aspirazione a un “realismo mitico” da cui discende-
ranno paesaggi, marine, nature morte. La sua atti-
vità artistica ha trovato la sua più alta celebrazione
nelle due memorabili esposizioni che il capoluogo
lombardo gli dedicò a Brera nel 1942 e a Palazzo
Reale nel 1962. Morì a Milano nel 1966.
I MUSEI DI COLLE MANORA
Colle Manora è di proprietà di Giorgio Schön e Ma-
rina Orlandi Contucci dal 1991. L'azienda è la sintesi
dei valori per i quali l’Italia è apprezzata nel mondo:
qualità, stile, passione. La fierezza di questo storico
territorio, con i suoi vitigni autoctoni, abbinati alle
fantasie aromatiche di alcuni vitigni internazionali,
produce vini con precise impronte: lo stile italiano
ispirato all’estro creativo di Mila Schön, la Signora
della Moda; la passione per le rosse da corsa espressa
nel marchio: un semplice tratto di penna rossa unito
ad un grappolo. In questo contesto era più che lo-
gico rendere omaggio a una delle più importanti e
apprezzate stiliste del panorama della moda inter-
nazionale dedicandole uno spazio nelle sale della
cantina realizzando un piccolo museo.
Qui sono sono esposti frammenti di storia di Mila
Schön composti da abiti storici ricamati, pezzi ispi-
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rati a grandi artisti, immagini e video delle collezioni
degli anni ’70 e ’80 che fecero impazzire le più im-
portanti e affascinanti donne del mondo. Nel museo
trovano spazio anche altri ricordi di famiglia: l’intero
archivio cartaceo delle pubblicazioni dal 1953 al
1990 del quotidiano milanese "La Notte", in onore di
Nino Nutrizio, fratello di Mila Schön, fondatore e di-
rettore del giornale e alcune vetture Lancia Martini
vincitrici di numerosi titoli mondiali in circuito e nei
rally. Il Museo è visitabile su richiesta contattando il
numero di Tel. 0131219252
Da Quargnento proseguiamo verso Solero, Felizzano e
Quattordio. Solero, propone ai visitatori il Castello Faà di
Bruno. Il primo nucleo del maniero risale al XVI secolo; fu
ampliato, con giardino e mura merlate, nel 1600. Dal 1972
è proprietà del Comune che ne ha restaurato il piano basso
e il prato-giardino che lo circonda. Tra gli edifici religiosi
meritano un accenno la Chiesa di San Perpetuo (eretta in-
torno all’anno 1000, subì nel corso del 1700 importanti la-
vori di ampliamento, la costruzione del campanile risale al
1907) e la Chiesa della Madonna del Poggio che pare risa-
lire al periodo della dominazione spagnola (1600); fu edifi-
cata come ex-voto per lo scampato pericolo della peste.
Subito dopo si arriva a Felizzano località dotata di casello
aurostradale sull'A21 (TO/PC) e pertanto punto d'accesso e
di uscita dell'area che di seguito sarà descritta.
L'abitato di Felizzano, le cui radici risalgono all'epoca ro-
mana, è sito su un terrazzamento naturale (mt. 114 s.l.m.).
Testimoni della sua antica storia restano alcuni monumenti
dell’architettura religiosa e civile. Si possono ancora vedere
i resti della cinta muraria risalente all’XII secolo, eretta dal
Marchese del Monferrato, con l’intento di creare un castello
fortificato, chiudendo una striscia di terreno di circa 130 per
460 metri e sfruttando un terrazzamento naturale. Poco di-
stante sorge la massiccia Torre Cova, alta 26 metri, con mer-
latura ghibellina, risalente al XIII secolo che ha al suo
interno, ben conservati, soffitti a cassettone. Nel paese si
trova anche la Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcan-
gelo (sec. XIII); nella vicina canonica sono conservate una
Madonna col Bambino e angeli musicanti e la Santa Apol-
lonia, tavole di Gandolfino da Roreto e la tela seicentesca
di S. Ambrogio, del Moncalvo. Nei pressi della piazza è la
Chiesa di San Pietro, originaria del XII secolo. Vi sono poi
l'antica Chiesa della Madonna della Fonte (del XIII secolo),e
la Chiesa campestre di San Rocco, annessa al cimitero, ri-
salente al XIV secolo, con affreschi del quattrocento. Da se-
gnalare, infine, le tre preziose finestre in cotto del Palazzo
Municipale (secolo XV).
L’origine del paese di Quattordio risale all’epoca romana,
sul tracciato dell'antica Via Fulvia, tra Asti e Tortona. In que-
sta zona molti paesi presero il nome dalla loro distanza in
miglia romane da un luogo importante: Quattordio deno-
tava il quattordicesimo miglio da Asti. Nonostante le sue
antiche origini, ben poche sono le strutture di un certo ri-
lievo storico arrivate fino ai giorni nostri. Tra questi da se-
gnalare la “Rocca Civalieri". Da non dimenticare la Chiesa
di San Pietro risalente al XVII Sec., il seicentesco palazzo
Olivazzi, casa Sanfront (sede del Municipio), che conserva
un imponente scalone in pietra ed alcuni saloni affrescati,
e il settecentesco palazzo Tapparone, un interessante esem-
pio di dimora patrizia movimentato da portali barocchi, cor-
nicioni e lesene in cotto.
IL CASTELLO DI LAJONE
In origine fu una cappella con annesso edificio pa-
dronale. Col tempo andò via via assumendo
l'aspetto di Dimora Signorile e di Castello. Passò di
proprietà diverse volte, ma non sempre fu gestito nel
migliore dei modi, rischiando più volte di cadere nel-
l'oblio e nel degrado. Oggi il Castello con il suo parco
secolare è stato completamente restaurato ritor-
nando alla sua antica bellezza.
La visita al Castello avviene tra sale affrescate arric-
chite da consolle dorate, trono dorato e lampadari
di cristallo, da quadri dell'Ottocento e del Settecento
con soggetti religiosi e ritratti. Nelle cantine, a volta,
si possono ammirare bocche di lupo e l'infernott:
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cantina a pianta pentagonale fornita di vini pregiati
situata sotto il torrione. Si procede alla visita del tor-
rione: nella parte alta è stata mantenuta l'originalità
delle pareti e, dopo una "scalata" di cento gradini, si
può godere una vista panoramica a 360°.
Ora il viaggio continua verso sud scavalcando il fiume Ta-
naro per raggiungere Masio, Oviglio, Bergamasco, Caren-
tino e Borgoratto.
Masio sorge sulla sponda destra del fiume Tanaro, a ri-
dosso prime colline dell'Alto Monferrato: la frazione Abazia
è uno splendido punto panoramico. L’insediamento ha ori-
gini che risalngono all’epoca romana (il nome deriva dal la-
tino mansum, sosta, poiché era sede di un attraversamento
del fiume lungo la Via Fulvia). Il simbolo del paese è l'antica
torre medioevale del XII secolo, alta circa 30 m. Altri mo-
numenti significativi sono la Parrocchiale dei SS Maria e
Dalmazzo (XIII e XIV sec.), la Chiesa di S. Maria Maddalena,
con un prezioso altare barocco attribuito al Solari ed il pa-
lazzo nobiliare dei Conti Baiveri.
IL CASTELLO DI REDABUE A MASIO
A qualche chilometro dal paese, sorge il Castello di
Redabue, di origine medioevale. La costruzione, pro-
babilmente del XIII secolo, sorge ove si suppone ci
fosse un antico rifugio di caccia dell’Abbazia di Santa
Maria di Brera a Milano. Edificato in posizione stra-
tegica è stato a lungo teatro dei conflitti che hanno
caratterizzato le guerre di successione del Monfer-
rato. Assediato nel 1636 dai Francesi, ha visto tra i
proprietari le famiglie dei Scarampi di Camino, i della
Rovere e i Doria Lamba. L’intera struttura è arricchita
da una torre cilindrica merlata e da una torre qua-
drata edificata di fianco al corpo centrale. Da vedere:
i suoi ampi saloni a piano terra, la vasta cantina sot-
tostante, l'adiacente Chiesa disegnata dal Juvarra e il
bellissimo parco con i suoi lunghi viali e i grandi prati.
Probabilmente Oviglio è di origine latina. Gli inse-
diamenti primitivi dovettero essere costituiti da pa-
stori che vivevano ai margini del vicino ed importante
municipio romano di Forum Fulvii (attuale Villa del
Foro). Interessanti ricordi del passato sono la mae-
stosa chiesa parrocchiale dei S.S. Felice ed Agata, di
impianto romanico e risalente all’anno 1308 (nel
‘700, il transetto e la parte absidale hanno assunto
aspetto barocco; lo stesso dicasi per le due cappelle
laterali posteriormente aggiunte) e il Castello, cer-
tamente già esistente nel 1367 quando Oviglio
cadde in potere di Galeazzo Visconti.
IL CASTELLO DI OVIGLIO
Nei secoli scorsi il castello è stato un piccolo castrum
medievale, un borgo fortificato, la residenza reale di
Sua Maestà la Regina Cristina di Savoia e dimora di
campagna dell'aristocrazia del tempo. Il Castello di
Oviglio ha preservato gli ambienti e gli spazi origi-
nari. I grandi saloni, la biblioteca, le cantine, il de-
ambulatorio dell'antico castello oggi sono spazi
aperti agli ospiti in cui arredi, decorazioni, affreschi,
dipinti rievocano le lussuose atmosfere dell'antica di-
mora reale. All'interno del castello sono state realiz-
zate nove raffinate suite in cui il fascino del passato
convive con i comfort di un albergo di oggi.
La magia del Castello di Oviglio continua anche al-
l'esterno con il grande parco, con alberi secolari, uni-
tamente alla corte inferiore e ai saloni interni.
12
Bergamasco è un centro abitato le cui origini dovrebbero
risalire al X secolo. Di interessante per i turisti sono la chiesa
parrocchiale di stile neoclassico dei primi decenni del 1800,
la Chiesetta di San Pietro, nell’omonimo Borgo, risalente al
XII sec., la chiesetta campestre di San Bernardino e il sar-
cofago romano esposto nell'atrio del palazzo municipale.
Una visita particolare merita il palazzo marchionale appar-
tenuto ai Marchesi Moscheni ora proprietà dello scenografo
Carlo Leva.
IL CASTELLO DI BERGAMASCO E CARLO LEVA
Pochi sanno che a Bergamasco c'è una delle più in-
teressanti memorie storiche del cinema! Al termine
dell'attività Carlo Leva e la moglie Teresa si ritirarono
nel Castello di proprietà della famiglia, cuore del
paese di Bergamasco, trasformandolo in un mueo
del cinema, dove tutt'ora, ospitali e simpatici, li si
può andare a trovare.
Sono ben 144 i film, tra i più importanti dell'epoca
gloriosa della fabbrica di illusioni di Cinecittà, nei
quali portò la sua eccezionale abilità. Carlo nacque a
Bergamasco coccolato da due amorevoli zie. Veden-
dolo dotato di capacità creative non comuni, con no-
tevoli sforzi economici, le zie lo mandarono a
studiare prima a Genova e poi a Roma. L'incontro
con Pietro Gabrielli, proprietario di un noto locale,
che gli affidò il restyling che si sbizzarrì in scene
tratte da affreschi quattrocenteschi fu detrminante
per la sua carriera. L'idea piacque molto e lo fece co-
noscere anche al mondo del cinema. Il grande rim-
pianto di Carlo è quello di non aver potuto fermare
la distruzione delle scenografie dei più importanti
film al termine della lavorazione. Brani di storia del
grande cinema italiano che ora sopravvivono solo
nella sua memoria. Carlo e Teresa hanno invece
hanno conservato il più possibile: disegni, bozze, og-
getti dei film in cui Carlo ha lavorato, nell'intento di
creare e donare alla comunità un museo del cinema.
Una collezione inedita di memorabilia delle sceno-
grafie dei film western di Sergio Leone, dei primi di
dario Argento, dei film con Terence Hill e moltri altri
indimenticabili lavori. Tra i cimeli si trova anche la co-
razza di ferro usata da Clint Eastwood nel film di Ser-
gio Leone “Per un pugno di dollari”.
Il villaggio di Carentino si adagia sopra una delle ultime
alture del versante meridionale della Valle Belbo che si dis-
solvono poi nell’agro alessandrino fra Tanaro e Bormida.
Dell’epoca rimangono tracce nel fabbricato dell’azienda
agricola Aimonetta cui è riconducibile l’insediamento di un
antico monastero. La casa parrocchiale, la chiesa della
Beata Vergine Assunta e la Cascinetta, residenza di cam-
pagna dei Marchesi di Faà di Bruno, sono gli edifici più an-
tichi del paese, intorno ai quali venne edificato il paese così
come è arrivato ai giorni nostri.
Borgoratto Alessandrino è nominato per la prima volta
in un atto del 1222 come appartenente a Gamondio, oggi
Castellazzo Bormida. Il nome deriverebbe da una certa fa-
miglia Ratti che lo edificò nel nucleo originario e lo abitò.
Tracce del suo passato si trovano nella Chiesa Parrocchiale
di Maria Vergine Assunta che risale al 1222, riedificata nel
1968 contenente un’affresco del 1576 che rappresenta una
Sacra Famiglia. Notevole Opera d’arte è la cancellata in
ferro battuto sita in via Acqui, opera di Ernesto Ferrari
(1924). Edificio antico, recentemente ristrutturato, è il Pa-
lazzo donato al Comune.
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Continuando il percorso si trovano Frascaro, Gamalero, Cas-
sine e Castelnuovo Bormida.
Il nome Frascaro deriva probabilmente dal termine "fra-
sca", in quanto fu fondato nelle vicinanze del bosco detto
Cerreta o Cerveta. Il paese è citato per la prima volta nel
1192 come feudo appartenente ai Guasco di Bisio. Della
storia di Frascaro non rimane altro che una piccola memo-
ria del castello, distrutto dalla lotta fra i due fratelli Trotti,
uno guelfo l'altro ghibellino. La chiesa, edificata nel '200, è
stata completamente rifatta a inizi '900. Di particolare bel-
lezza la frazione Tacconotti con il suo ambiente incontami-
nato e la sua raccolta e suggestiva chiesetta campestre.
Gamalero deriva da “gobba“, per la sua posizione su due
colline. Prima notizia certa della sua esistenza è un diploma
di Ottone I di Sassonia, datato 967. Del passato non è ri-
masto nulla se non il ricordo di Castelmerlino demolito nei
primi anni dell'800 per recuperere e riutilizzare i materiali.
Da vedere la Parrocchiale si San Lazzaro, ricostruita nel Cin-
quecento e ripetutamente ristrutturata.
Elementi archeologici rinvenuti nel territorio comunale di
Cassine testimoniano una frequentazione nell’epoca neo-
litica e nell’età del bronzo e del ferro; ritrovamenti di età
romana indicano insediamenti di tipo rurale. Il centro sto-
rico è ricco di testimonianze medievali con edifici religiosi
e civili, quali la chiesa romanica di S. Giacomo (sec. XII) e la
chiesa gotica di San Francesco (sec.XIII- XIV), raro esempio
di architettura gotico-lombarda in Piemonte, con tre navate
ad archi ogivali e pilastri in fasce di arenaria e laterizio. Vi
compaiono affreschi gotici sui pilastri, rinascimentali alle
pareti, dei secoli XIV e XV nelle cappelle.
La sala Capitolare conserva affreschi (sec. XIV) con al cen-
tro un’animata crocifissione. Nella cappella di S. Urbano
sono le spoglie mortali del Santo. Nelle vicinanze si trova
Palazzo Zoppi (sec.XIV- XV) con affreschi di caccia e giochi
del 1400 e le barocche le parrocchie di S. Caterina e di S. Lo-
renzo (sec. XVIII). Sulla strada per Ricaldone da visitare ex
Convento dei Cappuccini, oggi sede di un’azienda vinicola;
proseguendo si ammira un vasto panorama di vigneti con
sfondi degli Appennini e delle Alpi. Appena fuori del paese
è stata istituita la zona di salvaguardia ambientale Bosco
delle Sorti – “La Communa”. Residuo di un’antica foresta
sfruttata dalla comunità per il prelievo del legname sino al
1869 e poi privatizzata.
FESTA MEDIOEVALE
Da oltre venti anni in occasione del primo fine setti-
mana di Settembre a Cassine si svolge la Festa Me-
dievale. La manifestazione che ha ormai raggiunto
una grande notorietà, sia in Italia sia all'estero, fa ri-
vivere per due giorni agli ospiti un suggestivo pas-
sato medioevale allorquando, nel pieno del suo
fulgore giunse in visita di Gian Galeazzo Visconti.
Il centro Storico viene completamente liberato da
qualsivoglia riferimento alla vita contemporanea e si
cala nell’atmosfera medioevale, con i suoi mercanti,
cavalieri, musici, danzatori, arcieri, nobili e popolani.
La Rievocazione, unica rievocazione rimasta sul terri-
torio della Provincia di Alessandria, rappresenta un
momento peculiare di approfondimento culturale nel
panorama italiano. Nata nel 1991 come occasione
recuperare fondi per il restauro della stupenda chiesa
trecentesca intitolata a San Francesco (monumento
nazionale) oggi, pur mantenendo inalterato il suo
obiettivo, si è trasformata in uno straordinario stru-
mento di valorizzazione di uno dei centri storici me-
dioevali più importanti e prestigiosi del Monferrato.
La Festa Medioevale è anche l’occasione per cono-
scere meglio Cassine nei suoi aspetti monumentali.
Castelnuovo Bormida è situato al confine tra l'Alto
Monferrato e la piana di Alessandria – Tortona; l’abitato si
sviluppa sulla riva destra del fiume Bormida. Discreto va-
lore ha la chiesa parrocchiale di S. Quirico e S. Giulitta, di cui
si ha notizia già nel secolo XII. A queste fanno corona la
Chiesa della Madonna del Rosario, eretta intorno al 1594 e
la Chiesa di S. Rocco, costruita in seguito alla peste del
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1630. Il Castello fu eretto fra i secoli X e XI, restaurato più
volte, sino ad alcuni anni fa erano visibili i merli guelfi che
ricordavano i vescovi di Acqui.
Degni di nota i sentieri attrezzati e segnalati “Sentiero degli
Amorosi Sensi” e “Sentieri Valdrua”.
IL CASTELLO DI CASTELNUOVO BORMIDA
La costruzione è particolare in quanto appare come
la sovrapposizione di più stili, a causa dei tanti rima-
neggiamenti che lo riguardarono nei secoli, dovuti
soprattutto al fatto che questo castello fu teatro di
molte battaglie, in particolar modo tra francesi ed
austriaci. E’ una costruzione in mattoni a forma tra-
pezoidale, circondata da fossato e munito di torre.
A partire dal 700 il castello venne trasformato da for-
tezza militare in residenza della famiglia Ferrari.
Parte della cinta muraria iniziale è scomparsa. Il ma-
niero rimase di proprietà dei Ferrari fino agli anni suc-
cessivi al secondo conflitto mondiale. Oggi si
possono notare il bell’atrio medievale ed al con-
tempo interni baroccheggianti.
Il percorso sta per concludersi. Non rimane che visitare Sez-
zadio, Castelspina, Castellazzo Bormida, Casal Cermelli, Fru-
garolo e Bosco Marengo.
Le origini di Sezzadio sono legate alla costruzione della
Via Aemilia Scauri, che collegava Piacenza a Vado Ligure,
iniziata nel 109 a.C. Particolare importanza riveste la chiesa
di Santa Giustina, uno tra i maggiori documenti romanici
del Piemonte, che nell’XI secolo divenne abbazia benedet-
tina, tra le più ricche e potenti della regione. Altri monu-
menti notevoli di Sezzadio sono la Chiesa di S. Stefano o
Santa Maria di Banno (fondata prima del 1229), la Chiesa
Parrocchiale di Maria Immacolata (gotico fiorito), il Centro
Storico Castelforte e il Castello di Clelia Borgia.
ABBAZIA DI SANTA GIUSTINA
Fondata intorno al 722 dal re longobardo Liutprando
e dalla regina Teodolinda , nel 1030 Otberto, un Ale-
ramico, aggiunse alla chiesa un’abbazia benedettina.
Il complesso conventuale, come appare oggi, è for-
mato dalla chiesa, da una villa e da alcuni edifici ru-
rali. La chiesa si presenta severa e suggestiva, nelle
forme dell’XI secolo, con prospetto in cotto scandito
da lesene e illeggiadrito dal coronamento ed archetti
pensili che continua nei fianchi e nella zona absidale.
Il maestoso interno in tra navate absate, con presbi-
terio sopraelevato, conserva le decorazioni ad affre-
sco di scuola lombarda, dei secoli XIV e XV, con
qualche brano romanico. Molto frammentate le più
antiche nel transetto sinistro; le Storie della Vergine,
di metà Trecento, si trovano nell’abside sinistra, men-
tre nell’abside mediana si notano Scene della Pas-
sione e un Giudizio Universale culminante nel Cristo
di un maestro di primi del Quattrocento. La cripta,
molto suggestiva, risale al tempo di Liutprando. Di-
visa in tre navate da basse ed eleganti colonnine. Sul
pavimento a mosaico, un iscrizione ricorda Orberto,
“riparatore” della chiesa. Il campanile dell’VIII-IX se-
colo è stato inglobato nell’XI secolo.
Castelspina, l’antico paese che risale al 1200, viene ci-
tato da qualche storico con il nome di Castello della Spina,
saccheggiato e distrutto venne poi ricostruito all’inizio del
1300 e prese il nome attuale. Risalgono ancora a quel pe-
riodo parti delle mura del Castello situato dietro all’Edificio
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Comunale. Più recenti sono: l’Oratorio S.S. Annunziata e la
Chiesa Parrocchiale Beata Vergine Assunta, che si affac-
ciano sulla bella Piazza Boccasso dove si può ammirare il
monumento ai Caduti, opera di Fontana e una bella siepe
di rose rosse che insieme al Castello sono il simbolo di Ca-
stelspina.
Castellazzo Bormida nasce con il nome di Gamondio, si
ipotizza nel secolo VII o VIII d.C. Castellazzo in passato
vantò una valida resistenza militare, anche grazie ad un
buon sistema difensivo di cui restano oggi da vedere le
fondazioni medioevali dei primissimi secoli dopo il Mille, il
Castello, importante palazzo nobiliare rimaneggiato varie
volte, la Torre dell’Orologio a pianta semicircolare, il Tor-
rione, il tracciato ellittico delle mura d'epoca comunale e
quello pentagonale delle mura fatte erigere da Ludovico il
Moro (fine sec. XV). Da non dimenticare le chiese di Santa
Maria della Corte (ampliamento settecentesco fondata in-
torno all’ anno Mille, poi ricostruita), San Martino, la più
antica chiesa del paese, Santi Carlo e Anna, SS. Trinità da
Lungi e Santo Stefano, San Francesco e lex complesso con-
ventuale dei Cappuccini seicentesco e le ciminiere delle fi-
lande. Famoso è il Santuario Madonnina della Creta che
ospita la Madonna della Creta, patrona dei Centauri di tutto
il mondo ed il relativo raduno annuale.
SANTUARIO DELLA MADONNINA DELLA CRETA
Il culto della cosiddetta Madonnina dei Centauri ha
una lunga tradizione, che nasce dall’erezione di una
cappella votiva, nel 1631. La forte devozione popo-
lare per la Beata Vergine della Creta ha condotto al
santuario odierno, fondato nell’Ottocento e com-
pletato nel 1924. Grazie alla passione e all’organiz-
zazione di Marco Re, farmacista e centauro, nel 1947
con bolla papale la Madonnina della Creta viene ri-
conosciuta Patrona dei motociclisti. Dal 1946 si tiene
regolarmente ogni anno a Castellazzo, nel secondo
week-end di luglio, un importante raduno motoci-
clistico internazionale, con benedizione delle moto
dentro al santuario e sfilate, concerti, rassegne, con-
corsi, incontri tra amici di Paesi diversi.
Casal Cermelli è un piccolo centro posto alla confluenza
dell’Orba con la Bormida a sud di Alessandria, nell’area pro-
tetta del parco dell’Orba. Il ritrovamento di urne cinerarie
della tarda età del ferro in una vasta necropoli a Portanova,
testimonia un insediamento di antichissimi liguri qui ri-
chiamati dalla fertilità della terra. Da segnalare due edifici
rustici: la “Cascina Campagna”, cascinale-fortezza dell’ XI
secolo che conserva del nucleo originario un ampio salone
quattrocentesco e la “Tenuta la Torre” forse derivata da una
“curtis” longobarda. Di rilievo oltre a palazzo Cermelli
Trotti, l’Oratorio della Trinità con la tela raffigurante la Na-
tività della Vergine del Moncalvo.
IL PARCO FLUVIALE DEL PO E DELL’ORBA
Il Parco Fluviale del Po e dell‘Orba fu istituito nel
1990, suddiviso in 3 tratti che fanno riferimento a 3
diversi Enti di gestione. Il tratto da Crescentino (VC)
alla confluenza con il Sesia fu assegnato all‘Ente di
Gestione delle Aree Protette della Fascia fluviale del
Po e del torrente Orba. Della parte dedicato al tor-
rente Orba fanno parte i comuni di Bosco Marengo,
Casalcermelli, Predosa e Capriata d'Orba.
Alcuni studiosi ritengono che la nascita di Frugarolo sia
merito di una piccola tribù di Liguri: i Marici. Successiva-
mente il piccolo centro subì il dominio romano, l’occupa-
zione barbarica, il potere dei principi di Milano. (Visconti
prima e Sforza poi).
Una visita meritano la parrocchia di San Felice: di struttura
romanica con influssi gotici, con una scalinata di epoca suc-
cessiva, recentemente ricostruita, dopo il crollo del campa-
nile e di parte della chiesa stessa. Degna di visita anche la
Torre Duecentesca della “Tenuta Torre San Pio V°”, tra Fru-
garolo e Casalcermelli, ove furono rinvenuti (e poi distac-
cati) affreschi della fine del trecento con scene tratte dal
ciclo di re Artù (oggi custoditi presso la sede la Pinacoteca
Alessandrina).
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La tradizione vuole che Bosco Marengo sia stato fondato
da Teodorico nel 498, intorno all’anno mille fu uno dei sette
famosi marchesati aleramici e il suo territorio si estendeva
da Alessandria fino alle coste liguri. A cavallo del 1600 il
paese poté godere di un periodo di floridezza e pace a
causa dell’assunzione al papato di Pio V, poi fatto santo,
nato a Bosco nel 1504 ed unico papa piemontese.
Nel centro storico, in gran parte ancora circondato dalle
mura, si trova la casa natale del pontefice, nella chiesa par-
rocchiale è conservato il fonte in cui fu battezzato, scen-
dendo verso i prati si scorge il lavatoio coperto, la roggia
legata alle vicende del papa e il vecchio mulino che ospita
la sede locale del Parco Naturale del Po e dell’Orba. Con un
percorso di alcuni chilometri tra i prati si arriva al torrente
Orba e a una garzaia, in cui nidificano numerosi uccelli la-
custri.
IL COMPLESSO MONUMENTALE
DI SANTA CROCE
Santa Croce nacque da un progetto di Papa Pio V
Ghislieri (1504-1571) per onorare la sua terra natale
facendone un polo religioso irradiatore di fede e dot-
trina cattolica. Alla realizzazione del progetto ven-
nero chiamati artisti fra i più rinomati del tempo:
Ignazio Danti e Martino Longhi il vecchio come ar-
chitetti e Giorgio Vasari come pittore.
Il grandioso complesso comprende la chiesa, il con-
vento dei domenicani, due chiostri e la Biblioteca.
La chiesa, eretta tra il 1566 e il 1572, è un esempio
precoce del rinnovamento artistico della Controri-
forma. La facciata classicheggiante è riconducibile a
modelli architettonici romani del tardo cinquecento.
L'interno è costituito da un'ampia e luminosa navata
voltata a botte e fiancheggiata da cinque cappelle
per parte, con una cupola ottagonale sopra il tran-
setto. Tra le opere pittoriche meritano attenzione i
dipinti di Giorgio Vasari eseguiti per il grandioso al-
tare maggiore distrutto nel 1710, tra cui spicca il Giu-
dizio Universale. Notevoli sono anche il raffinato
mausoleo in porfido e marmo verde di Pio V e il bel-
lissimo coro ligneo, intagliato nel 1571-72, con dos-
sali che riportano effigi di Santi, stemmi e scene
bibliche.
L'attiguo convento domenicano presenta al piano
terreno il grande refettorio, la sala capitolare e il lo-
cale che era destinato a cucina. Di grande rilievo
sono anche i due chiostri: il primo racchiude un gra-
zioso giardino; il grande chiostro presenta al centro
un tempietto con il pozzo per la raccolta delle acque
piovane.
PAPA PIO V (ANTONIO GHISLIERI)
Nacque nel 1504 a Bosco (oggi Bosco Marengo, in
provincia di Alessandria), appartenente all'epoca alla
diocesi di Tortona e quindi al ducato di Milano, dalla
nobile ma decaduta famiglia Ghislieri. All'età di quat-
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tordici anni entrò nell'Ordine dei Frati Predicatori a
Voghera, dove prese il nome di fra Michele. Nel
1519 professò i voti solenni a Vigevano, poi com-
pletò gli studi presso l'Università di Bologna. Negli
anni di preparazione al sacerdozio, insieme a una so-
lida formazione teologica, facilitata da un'intelli-
genza vivida, manifestò quell'austerità di vita che gli
avrebbe meritato tanta stima negli anni successivi.
Nel 1528 ricevette l'ordinazione presbiterale a Ge-
nova e presto diede prova delle opinioni che avreb-
bero trovato realizzazione pratica nel corso del suo
pontificato, sostenendo a Parma trenta proposte a
supporto del seggio pontificio contro le eresie. Do-
menicano e teologo a Pavia, commissario dell'Inqui-
sizione romana, vescovo di Sutri e Nepi (1556),
cardinale (1557), grande inquisitore della Chiesa ro-
mana (1558), contrario alla politica accomodante di
Pio IV, fu eletto papa nel 1566, con l'appoggio del ni-
pote del suo predecessore, Card. C. Borromeo. Fece
applicare con intransigenza i decreti tridentini e
fondò (1571) la Congregazione dell'Indice. Tutte le
sue energie dedicò all'attuazione di tre ideali: la ri-
forma della Chiesa, l'applicazione dei decreti del con-
cilio in tutti gli Stati, la crociata. Morì il primo maggio
del 1572. Fu beatificato da Clemente X, fu santifi-
cato da Clemente XI (1712).
Da Bosco Marengo si può raggiungere sia il Casello di Novi
Ligure sulla bretella tra le autostrade A7 (Ge/Mi) e la A26
(Voltri/Sempione), altro punto di uscita (o d'ingresso della
Piana Alessandrina) sia il borgo di Mandrogne, reinseren-
dosi nei luoghi della battaglia di Marego, per rientrare poi
ad Alessandria.
Capoluogo di provincia della regione Piemonte, Alessan-
dria, così denominata in onore di Papa Alessandro III, sorge
nella piana alluvionale formata dai fiumi Tanaro e Bormida,
nei punti in cui questi confluiscono nel Po. La città è nota
come "patria del cappello", dato che qui nel 1857 sorse lo
storico cappellificio fondato da Giuseppe Borsalino e come
la “città dell’argento” per le importanti case argentiere.
Il primo nucleo urbano di Alessandria si sviluppò intorno
all’antica chiesa di Santa Maria di Castello, in borgo Rove-
reto, del cui baluardo difensivo omonimo si sono perse le
tracce, ed i vari villaggi di Borgoglio, Marengo e Gamon-
dio. Alla Lega Lombarda, però, sembra da attribuirsi nel
1168 la fondazione vera della città, grazie all’unione del
gruppo di villaggi alleati contro il Barbarossa.
La storia passa dalla Lega Lombarda alle alleanze con Ge-
nova, al dominio dei Visconti, degli Sforza e dei Savoia,
dove Alessandria divenne la seconda città del Regno ed il
cui destino vi resterà legato fino all’unità d’Italia. Con i Sa-
voia e con Napoleone si afferma il ruolo di Alessandria
quale crocevia commerciale dell’Italia del Nord ed il suo ca-
rattere strategico militare.
Ricca di tracce storiche, Alessandria poco conserva dei bor-
ghi preesistenti la fondazione, rimodellati dall’insediamento
urbano condizionato dai due fiumi che la circondano. La
città possiede un tessuto architettonico molto vario dove
l’edilizia civile e religiosa del Settecento è largamente pre-
sente nelle aree centrali così come nel caratteristico aspetto
di alcune vie e piazze di origine prevalentemente ottocen-
tesca che caratterizzano la città. A tutto questo si uniscono
le tracce medievali, rinascimentali e barocche che vanno a
completare l’immagine di sofisticata eleganza e che rap-
presentano gli elementi di richiamo di una città dal fascino
discreto, ricca di storia, fedele nel tempo ad una vocazione
di luogo di incontro e di dialogo tra culture regionali di-
verse. Il turista può ammirare una serie di edifici pubblici e
religiosi di particolare interesse. Nel tranquillo centro i resti
del Palatium Vetus (ex distretto militare), la più antica sede
del governo cittadino, affacciato su Piazza della Libertà, un
tempo fronteggiato dal Duomo medievale, raso al suolo da
Napoleone. L’ottocentesca Cattedrale di San Pietro, poco
distante, conserva un campanile secondo in altezza solo al
Torrazzo di Cremona.
Su Piazza della Libertà si affaccia anche Palazzo Ghilini,
sede della Prefettura e della Provincia, progettato dall’ar-
chitetto Alfieri nel 1732, significativa la successione di due
atrii (il primo ottagonale) e gli splendidi scaloni a tenaglia.
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Sul fianco di Palazzo Ghilini sorge Palazzo Cuttica di Cassine
(sede del Conservatorio musicale), con due balconi di fac-
ciata sorretti da telamoni e un piano nobile di gusto rococò
con dipinti seicenteschi, impreziosito da importanti spec-
chiere e sovrapporte coeve; Palazzo Cuttica ospita anche la
fototeca civica e uno splendido allestimento museale, parte
del Sistema dei Musei Civici.
Sempre su Piazza della Libertà si trova il Palazzo del Muni-
cipio con il caratteristico orologio a tre quadranti. Da visi-
tare inoltre: il Palazzo Guasco, costruzione in cotto risalente
al sec. XVIII, la Chiesa di Santa Maria del Carmine e a pochi
isolati la Chiesa di Santa Maria di Castello risalente al XV
sec., con il convento conventuale duecentesco, che ospita
la Mostra permanente “Le Stanze di Artù” dedicata ai 15
pannelli provenienti dalla Torre Pio V di Frugarolo, ciclo di
affreschi a raro soggetto profano eseguito fra 1391 e 1402
da un artista molto vicino alla corte viscontea di Pavia ispi-
rati al romanzo cavalleresco di Lancelot du Lac. Nelle vici-
nanze si trova anche il Museo Etnografico della Gambarina
“C’era una volta”. Per gli appassionati di architettura con-
temporanea, ecco la sede storica della Fabbrica Borsalino
(1857), che ospita parte della sede universitaria cittadina e
il Museo Borsalino. Poco distanti gli edifici della Taglieria
del Pelo e il Dispensario Antitubercolare, disegnati negli
Anni ’50 da Ignazio Gardella. Pregevoli gli sfavillanti mo-
saici di Gino Severini che ornano la facciata del Palazzo
delle Poste e Telegrafi, eretto a fine degli Anni Trenta se-
condo i canoni dello stile razionalista.
LA CITTADELLA
Particolare menzione va fatta alla Cittadella fortezza
oltre il fiume Tanaro, capolavoro dell’architettura mi-
litare costruita a partire dal 1728 per volontà di Vit-
torio Amedeo II. Fu realizzata su progetto di Ignazio
Bertola, architetto della corte dei Savoia, e comple-
tata dagli architetti G.B. Borra, A. Papacini d'Antoni,
L. Pinto, F. De Vicent. Sorge sulla riva sinistra del
fiume Tanaro nell'area occupata dall'antico villaggio
di Borgoglio.
Qui ebbe luogo l'insurrezione capeggiata da San-
torre di Santarosa del marzo 1821 e nel 1833 fu im-
prigionato il mazziniano alessandrino Andrea
Vochieri, poi condannato a morte. Visitabile in occa-
sione di eventi. Ospita il museo delle uniformi.
FORTE ACQUI, FORTE FERROVIA
E FORTE BORMIDA
I Forti furono fatti costruire da Carlo Alberto. Il forte
Valenza già nel 1831 mentre nel 1857 vi fece ag-
giungere il forte Acqui, il forte della Ferrovia, e il forte
Bormida, tutti di pianta pentagonale, formati da un
muro staccato con feritoie e caponiere di fiancheg-
giamento, distanti da 1000 a 2000 m. dalla cinta.
Furono costruiti per rendere Alessandria un campo
trincerato di controllo del sistema fluviale Tanaro-
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Bormida.
Il forte Bormida svolgeva la funzione di protezione
da sud-est alla città di Alessandria, ove oggi sorge
Spinetta M.go.
La protezione del versante sud, nella zona del-
l’odierno quartiere Pista, era affidata al Forte Ferro-
via, mentre il sostegno del versante sud fu affidato al
forte Acqui. In caso di necessità poteva, inoltre, of-
frire una prima protezione a questo versante della
città, che oggi corrisponde alla zona Cristo. Tali strut-
ture dopo il 1899 videro decrescere la loro impor-
tanza militare e, negli anni, furono utilizzati come
campi di addestramento militari, caserme e sedi di
comando.
La frazione di Villa del Foro si trova nella parte occiden-
tale del comune di Alessandria. Di questo luogo si hanno
notizie fin dai tempi antichi, fu un importante centro in
epoca preistorica e protostorica come dimostrano i nume-
rosi ritrovamenti: nelle vicinanze sono state trovate alcune
tombe risalenti alla cultura dei campi di urne, alle culture
proto-celtiche dei Liguri e propriamente Celtiche durante
l'età del ferro. Divenne poi un insediamento romano con il
nome di Forum Fulvii per entrare in decadenza in epoca me-
dioevale, forse a causa delle inondazioni.
AGRICOLTURA E GASTRONOMIA
L’alessandrino è terra agricola per vocazione e vanta una
solida tradizione culinaria. La cucina è basata sulla qualità
e sul pregio dei prodotti della terra e le specialità enoga-
stronomiche rappresentano uno dei tanti aspetti interes-
santi di una realtà territoriale che si svela grazie alla fusione
di diverse trazioni locali ed extra-locali accumulatesi nei se-
coli. I sapori che impreziosiscono la cucina arrivano dagli
orti con la scorzonera (una radice bianco-giallognola).
Tra le produzioni meritano citazione la zucca, la bietola
rossa, il melone, il mais otto file e la fragola profumata in
particolare sulla sponda sinistra dello Scrivia nei pressi di
Tortona. Di particolare pregio è il tartufo che si raccoglie
nei dintorni di Bergamasco, zona particolarmente fiorente
di trifole e “trifolao”.
La gastronomia locale propone piatti rappresentativi: i ra-
baton della Fraschetta (rotolini di spinaci, ricotta ed erbette
bolliti in acqua calda e successivamente gratinati al forno
con formaggio, burro e salvia), i salamini di vacca del Man-
drogne (prodotto con carne di vacca, lardo e talora pan-
cetta, macinati a grana fine, provenienti da bovine ormai
improduttive) e la polenta di Marengo. Non mancano le
portate di tipica matrice piemontese come gli agnolotti, il
brasato, la bagna cauda e i bolliti misti con il bagnetto
verde. Una curiosità della gastronomia locale è rappresen-
tata dal “pollo alla Marengo”, ricetta tipica alessandrina
che risale alla vittoria di Napoleone contro gli Austriaci nella
famosa battaglia di Marengo ( giugno 1800).
Le fotografie fanno parte dell’archivio di Alexala,Provincia di Alessandria, Regione Piemonte e Mas-similiano Navarria.
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Hotel Marengo www.marengohotelalessandria.it
Via Genova 30 – 15047 Spinetta Marengo di Alessandria (AL) - Tel. 0131 1805000
Il Marengo è un hotel quattro stelle situato proprio davanti al Museo dedi-cato alla storica battaglia di Marengo. Dista solo un minuto d’auto dalla cittàdi Alessandria. Le numerose sale attrezzate, in grado di ospitare da 30 a 250,persone fanno di questa struttura un punto di riferimento per riunioni di la-voro ed eventi congressuali. L’hotel offre, inoltre, servizi di ottima qualità edè dotato di tutti i comfort. Dispone di 72 camere di cui 9 Executive. L’esclu-sivo ristorante à la carte propone ricercati piatti della tradizione regionale, cu-cina nazionale ed internazionale. Location ideale per banchetti e cerimonie,il “Ristorante Marengo” può ospitare fino a 200 persone. Ampio parcheggioriservato.
Az. Agr. Zootecnica “La Pederbona” www.lapederbona.it
Via Genova, 2 - 15122 Spinetta Marengo di Alessandria (AL) - Cell. 331 2588652
La Pederbona, azienda agricola ad indirizzo zootecnico, conta circa1200 capi bovini di razza frisona di cui 550 le vacche in lattazioneche producono circa 170 quintali di latte al giorno, consegnato edimbottigliato dalla Centrale del Latte di Alessandria e Asti. Svolge at-tività di fattoria didattica e presso lo spaccio (aperto venerdì, sabatoe domenica) è possibile gustare il gelato e lo yogurt, ed acquistareprodotti di altre aziende agricole del territorio. A bordo della “PeddyExpress” si potrà visitare l’allevamento.
Trattoria La Piola www.trattorialapiola.it
Via Poligonia, 86 - 15121 Alessandria - Tel. 0131 226779 - Chiuso: lunedì
La Piola è un locale elegante, caldo ed accogliente, il luogo ideale per tra-scorrere una serata all'insegna della migliore gastronomia e del buon umore.Nasce nel 1997 nello storico quartiere Orti. Negli anni si sviluppa sotto laguida di Alessandro Quirico. Ad agosto 2007 il locale si trasferise al numero86, dove sono ampliati l'area cucina e la ricettività. Propone gustosi piatti apranzo e un ricco menù del territorio a cena preprati in base a quello cheoffre la stagione. Il menù spazia dai tipici Rabaton e agnolotti allo stufatod’asino, alla più ricca fetuccina alla cacciagione, dagli stufati di fassone pie-montese al nebbiolo ai bolliti misti con bagnetti, dai salamini del mandrogneai formaggi misti con mostarde.
Ristorante "Il Grappolo" www.ristoranteilgrappolo.it
Via Casale, 28 - 15121 Alessandria (AL) - Tel. 0131 253217
Sito in un antico palazzo del ‘600 che fu sede del primo Comune di Ales-sandria, “Il Grappolo”, arredato in stile rustico elegante è suddiviso in due saledi diversa dimensione, una piccola enoteca, un salone banchetti e dehorestivo. La cucina è quella tipica piemontese, rivista in chiave moderna; curanella presentazione e attenzione alla leggerezza delle portate non disde-gnando, però, piatti nazionali ed esteri. Lo conduce, dal 1978, Beppe Sardi.Con lui oggi ci sono anche Gianluca Bertini in sala e Paolo Magnè e GattiLuca in cucina. Un ambiente familiare, intimo e non pretenzioso. Chiuso: illunedì sera e il martedì tutto il giorno.
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B & B La Filanda www.residencelafilanda.it
Via Ollearo, 2 - 15122 Castelceriolo di Alessandria - Tel. 0131 585068 - Cell. 392 9774552
La Filanda è una costruzione di architettura industriale di fine ‘800, situata nelcentro del piccolo paese di Castelceriolo, immersa nella campagna alessan-drina a circa 1 km dall’uscita del casello autostradale di Alessandria Est. Nelcorso degli anni è stata ristrutturata pur mantenendo l’aspetto originale. Ilsobborgo di Castelceriolo 14 giugno 1800 è stato uno dei luoghi teatro della"Battaglia di Marengo". A circa 20 minuti di strada si trova l’outlet più granded’europa, il Serravalle Outlet per gli amanti dello shopping. Grazie alla vici-nanza con l’autostrada, è possibile raggiungere grandi città tipo Milano, Torinoe Genova. Ideale punto di partenza per visitare sia il Basso sia l'Alto Mon-ferrato.
Tenuta La Trunera www.trunera.it
Via Porrona, 10 - 15122 San Giuliano Vecchio di Alessandria (AL) - Tel. 0131 57445 - Cell. 328 1883373
La Tenuta che risale tra fine ‘700 ed inizio ‘800 è un esempio di “case in terracruda”, tipiche della zona Fraschetta, chiamate “Trunere”. È stata riportata anuova vita nel 1997 dalla famiglia Orsi-Bosco che, da sempre, ne è proprie-taria. "La Trunera" è un'oasi di tranquillità strutturata ed attrezzata all’esternoe all’interno per l’organizzazione di ricevimenti, matrimoni con rito civile, feste,colazioni, seminari, cene di lavoro ed eventi vari. Dispone di cucina attrezzata,di veranda e padiglione di 120 mq chiuso che permettono di avere vista pa-noramica sul giardino, sale interne riscaldate e climatizzate, di ampio parco,campetto da calcio, piscina, ping pong, animazione. E' dotata di ampio par-cheggio interno e viene affittata in esclusiva.
Agriturismo La Ventolina www.laventolina.com
Via Ventolina, 19 - 15122 San Giuliano Vecchio di Alessandria - Tel. 0131 610632 - Fax 393 2175737
Questo territorio, che appartiene a quella parte della provincia di Alessan-dria chiamata "fraschetta", si trova nel bel mezzo dell'area che fu teatro, il 14giugno del 1800, della Battaglia di Marengo. A quell'epoca sembrano risalirele parti più vecchie della cascina. Nel corso degli anni la struttura è stata am-pliata e ristrutturata. Oggi si presenta come un confortevole punto d'incon-tro con possibilità di pranzare e pernottare. La cucina proposta è quella tipicapiemontese, dove sono utilizzati esclusivamente prodotti aziendali e del ter-ritorio. E' l'ambiente ideale per pranzi di lavoro, feste di compleanno, seratea tema. Dispone di 5 camere con bagno di cui due accessibili ai disabili. Pos-sibilità sosta camper.
Villa Badia www.villabadia.com
Via Badia 53 - 15079 Sezzadio (AL) Tel. 0131 703659
Tra Alessandria e Acqui Terme, a Sezzadio, sorge l'Abbazia romanicadi Santa Giustina, edificio sacro del XI secolo. Attiguo all'Abbazia, ilcomplesso denominato Villa Badia, sviluppatosi sulle fondamenta delpre-esistente convento benedettino. La cornice di Villa Badia è quella,grandiosa e antica, di un ampio parco secolare che costituisce il con-testo ideale per il servizio di aperitivi e ricchi buffet per ricevimentidi nozze o altri eventi particolari. All'interno, gli ospiti sono attesi daeleganti sale per il servizio al tavolo, dove potranno apprezzare i piattidella tradizione gastronomica monferrina e della cucina moderna, inabbinamento ai migliori vini della produzione regionale e non solo.
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Ristorante le Cicale www.lecicale.net
Via Pineroli, 32 - 15122 Spinetta Marengo di Alessandria - Tel. 0131 216130
Le Cicale, questo nome nasce dal ricordo delle giornate estive trascorse aSpinetta, un tempo luogo di campagna e giardino d'incontro, cadenzate dal-l’attesa della nascita delle cicale. Nel 2006, grazie all' impegno profuso dai ti-tolari, è stato possibile restituire questo luogo all’accoglienza. La cucina,caratterizzata dalla semplicità, dal legame con la tradizione locale e famigliaree dal rispetto della stagionalità, è realizzata con la stessa cura che è dedicataal giardino che gli ospiti possono usufruire durante la stagione estiva. Un de-hors allestito per accogliere tutti coloro che amino cenare nell’armonia delverde, in un piacevole senso di isolamento e intimità grazie al contenuto nu-mero di coperti. Aperto solo alla sera. Chiusa la domenica.
Az. Agr. "Le Dolcezze dell’alveare" [email protected]
Via Oviglio 17 - 15122 Villa del Foro (AL) - Cell 338 1113886 - Tel 0131 39247
L'Azienda è nata negli anni '80 dalla passione per le api di Leopoldo padredi Roberto che attualmente gestisce circa 230 alveari, utilizzando i metodibiologici e la tecnica del nomadismo, che comporta nello spostamento delleapi in luoghi diversi per ottenere qualità di miele pregiato. Le arnie vengonoportate in diverse zone della Val Lemme e nel Parco Naturale di Capanne diMarcarolo. Le qualità di miele solitamente prodotto sono: Acacia, Tiglio, Ca-stagno, Millefiori e Melata di Bosco e in annate favorevoli Ciliegio e Girasole.Tutti i tipi di miele sono certificati dall'ente biologico ICEA che controlla e ga-rantisce la genuinità.
Agriturismo Tenuta "La Fiscala" www.lafiscala.it
Strada Frugarolo, 142 - 15122 Spinetta Marengo di Alessandria - Tel. 0131 617198 - Cell. 335 6122996
E' ubicata nel cuore della Fraschetta e delle Terre di Marengo ed è stata te-stimone della loro storia dal XVI secolo. Nell’azienda sono ancora visibili letestimonianze di un’attività agricola del passato: un piccolo museo raccogliestoriche macchine agricole restaurate e grandi porticati, vecchie stalle. I fab-bricati del centro aziendale sono costituiti da una corte padronale e da unacorte rustica, rispettando la tipologia costruttiva a doppia corte. In alcuneparti si nota ancora la tipica struttura in terra denominata “trunera”. L’ospi-talità è offerta in sei appartamenti disposti su due piani, con angolo cottura,due bagni, soggiorno e camera da letto doppia. La struttura è ideale locationper cerimonie, convegni, meeting.
Macelleria Guastavigna Piazza Barberis 5 - 15022 Bergamasco (AL) - Tel. 0131 777188
La macelleria è situata nel centro del paese. Da oltre trent'anni è un sicuropunto di riferimento per chi vuole trovare tagli di carne di alta qualità (solodi razza piemontese, femmine e castrati). Gian Paolo, il titolare, sceglie per-sonalmente i migliori capi nelle stalle della zona per macellarli nei locali atti-gui al suo negozio. Accanto a questa attività ha anche aperto una piccolastalla dove alleva con somma cura una decina di buoi grassi da macellare inoccasioni particolari al raggiungimento di un peso di almeno 13 quintali. Nelnegozio si possono anche trovare gli agnolotti preparati dalla moglie, la sal-siccia, le uova fresche...e naturalmente i tartufi raccolti direttamente da GianPaolo, abile cercatore. Chiuso mercoledì.
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Giraudi Cioccolato Artigianale www.giraudi.it
Via Giraudi, 16 - Loc. Micarella - 15073 Castellazzo B.da (AL) Tel. 0131 278472
La pasticceria Giraudi muove i suoi primi passi nel lontano 1907, conl’apertura di un mulino e di un forno per la panificazione. Da allorainizia un processo di continua crescita ed evoluzione fino all’introdu-zione, nei primi anni ’60, della lavorazione del cioccolato, destinata adiventare il fiore all’occhiello della Pasticceria Giraudi. È il 1982, e Gia-como Boidi comincia a imparare il mestiere sotto la guida dei due ziiGiovanni Battista Giraudi, cioccolataio, e Paolino Boidi, pasticcere.Queste due grandi figure gli trasmettono la passione per un lavoroche è quasi un’arte. Ed è la passione che ha trasformato questa pic-cola azienda artigianale in una realtà conosciuta in Italia e all’estero.
Floricoltura Cermelli www.webalessandria.info/floricolturacermelli.htm
Strada Casalcermelli, 15 - 15073 Castellazzo Bormida (AL) - Tel. 0131 279554
L'azienda si occupa di floricoltura dal ............ Da allora mette tutta la propriaesperienza, competenza e professionalità al servizio del cliente proponendouna vasta gamma di piante e fiori per tutti i gusti. Il proprio personale è sem-pre pronto a consigliare al meglio la propria clientela. Inoltre la ditta proponela realizzazione di addobbi e allestimenti florealli per tutte le occasioni sianoesse matrimoni o eventi di ogni genere, studiati per il piacere e le esigenzedei clienti. Le piante prodotte vengono commercializzate direttamente pressola serra aziendale per garantire l'assoluta concorrenzialità dei prezzi a favoredegli acquirenti. Per loro è disponibile un ampio parcheggio all'interno del-l'azienda. Chiuso: lunedì mattina
Salumificio Cereda www.salumificiocereda.it
Piazza V. Emanuele II, 8 - 15073 Castellazzo B.da (AL) - Tel. 0131 275172 - Fax 0131 449585
Il Salumificio Cereda è un'azienda artigianale fondata nel 1938 e rilevata dalCav. Mauro Mandirola nel 1974. Ancora oggi è il Cav. Mandirola a portareavanti, con molta dedizione, l'attuale produzione del Salumificio Cereda cheè il frutto di oltre settant'anni di esperienza e tradizione. Al fianco di tuttal'esperienza maturata c'è la ricerca scrupolosa delle migliori carni suine chesiano certificate e permettano di arrivare ad ottenere quelli che vengonodefiniti: I Salumi che non temono confronti! La qualità delle materie primeconsentono altresì di garantire l'assenza completa, da tutta la propria pro-duzione, di glutine, lattosio e derivati del latte rendendoli accessibili anche acoloro che presentano problemi di intolleranze ed allergie.
Locanda dell'Olmo www.locandadellolmo.it
Piazza Mercato, 6 - 15062 Bosco Marengo (AL) - Tel. 0131 299186
"La Locanda dell'Olmo" è nata dall’unione di due passioni, il vino e la prepa-razione di piatti rigorosamente legati al territorio. La cucina propone allaclientela il risultato della fusione delle culture culinarie di Basso Piemonte eLiguria. Il rispetto delle cadenze stagionali ed una cura maniacale nella sceltadelle materie prime sono considerate condizioni essenziali per la prepara-zione dei nostri piatti. Particolare attenzione viene prestata alla selezione diformaggi e alla preparazione dei dolci. La carta dei vini garantisce una possi-bilità di scelta tra le migliore etichette piemontesi e non solo. La conduzioneè familiare, la cucina è curata da Gianni e Michela, la sala è gestita da Andrea.Ampio parcheggio. Chiuso: lunedì tutto il giorno e martedì sera.
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Ristorante Lo Spiedo [email protected]
Strada Alessandria/Acqui 1391 - 15075 Castellazzo Bormida (AL) - Tel. 0131 278812
Si trova a poche centinaia di metri da dove termina la tangenziale di Ales-sandria (verso Acqui Terme), a 10 minuti dal centro città. E' un piccolo ma ac-cogliente locale, familiare e curato che propone una cucina casalinga conricette tipiche delle tradizioni piemontesi e carne alla griglia. E' in grado diospitare una sessantina di commensali in due sale e di servire un menu fissoal prezzo fisso di € 25, bevande comprese. A mezzogiorno è aperto perpranzi di lavoro mentre la sera accoglie coppie e amici che vogliono tra-scorrere una serata all'insegna del buon gusto e della buona cucina. E' con-sigliata la prenotazione. Dispone di parcheggio privato. Durante la bellastagione è possibile pranzare all'aperto. Chiuso lunedì.
Ristorante Il Biancospino www.ristoranteilbiancospino.it
Regione Fugassa, 8 - 15043 Fubine (AL) - Tel. 0131 778779 - Cell. 340 1638181
Il ristorante é a conduzione famigliare e propone una cucina molto curatatipica del territorio Monferrino, accompagnata da vini di qualità che proven-gono dal Monferrato Casalese e Astigiano. Tutti i piatti sono preparati da An-drea, lo chef, che pone particolare attenzione agli ingredienti usati chearrivano da produttori locali; il pane, la pasta e gli agnolotti sono fatti in casae le carni provengono da agricoltura biologica. Il locale dispone di una salaper pranzi e cene più intime attorno al fuoco del caminetto ed una sala piùgrande per rinfreschi e cerimonie, con grande vetrata sul giardino annesso alristorante. Chiuso: lunedì
Enosis Meraviglia www.enosis.it
Via per Cuccaro, 19 - 15043 Fubine (AL) - Tel. 0131 798311
Tra Fubine e Cuccaro, dalla sommità di una delle colline, o meglio da uno dei“bricchi”, sorge Enosis Meraviglia sede del Centro Servizi e Ricerca Appli-cata in Enologia e Viticoltura. La struttura si affaccia sul Monferrato, terra vo-cata da tempo immemore alla coltivazione viticola, in particolar modo deivitigni di Grignolino e Barbera. In Enosis si studiano i vini di ieri, si perfezio-nano i vini di oggi, si creano i vini di domani. Con la forza di chi ha solide ra-dici e l’entusiasmo di chi punta verso il cielo. Enosis Meraviglia è diretta daDonato Lanati la cui professionalità ha ottenuto numerosi premi e ricono-scimenti, tra i quali spicca nel 2003 la Gran Medaglia di Cangrande della Scalaattribuita ai benemeriti della viticoltura italiana.
Az. Ag. Longo Antonio Mauro www.polentadiunavolta.com
Via della Repubblica 11/A - 15043 Fubine (AL) - Tel./Fax: 0131 778656 - Cell. 330 510129
Il mais “Marano” è il miglior mais per produrre farina per polenta. La nostraazienda ne effettua e conduce l’intero ciclo produttivo: la selezione del seme,la semina, la coltivazione, la raccolta, l’immagazzinamento, la macinatura a pie-tra e l’insacchettamento. Dalla sua qualità non ibrido, non transgenico, origi-nario italiano, nasce la linea "La polenta di una volta" composta da quattrogustosi prodotti di pasticceria e panificazione, tutti preparati con la nostra fa-rina per polenta: I Grissini di Fubine, Le Paste di Meliga di Fubine, Monferrinidi Fubine e Lingue di Fubine.
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Az. Agr. Casalone Paolo www.casalone.it
Via Marconi, 100 - 15040 Lu (AL) - Tel. 0131 741280
"La vinificazione è un arte che richiede amore" . Così pensava PetrusHieronymus Casalone quando, nel 1734, arrivò a Lu Monferrato peressere colono e vignaiolo dei Marchesi Millo. Da allora, per quasi tre-cento anni, questo pensiero è passato inalterato da generazione in ge-nerazione, diventando il principio ispiratore di una famiglia che hasaputo rimanere fedele ad una tradizione antica senza rinunciare aibenefici che la moderna tecnologia offre. Principi che uniti ad unaterra come il Monferrato non possono che dare origine ad un pro-dotto di alta qualità. Questo ha permesso all'azienda di attraversarela storia rimanendo fedele al principio ispiratore del fondatore.
Az. Agr. Capra PaoloVia G. Mameli, 38 - 15040 Lu (AL) - Tel. 0131 741128
Produttori di vino da tre generazioni, i fratelli Capra producono e com-mercializzano i loro vini attraverso la vendita diretta in azienda e con conse-gna a domicilio. La loro è una piccola azienda a conduzione familiare di circadieci ettari, dove sono coltivati vigneti di sole uve doc tipiche del Monferratoin particolare Barbera e Grignolino. Dai loro padri hanno ereditato unagrande tradizione fatta di amore e rispetto per il territorio in cui vivono e peri frutti che da sempre questo dona. Il loro obiettivo è sempre stato quello diottenere vini genuini e naturali, vinificati secondo la tradizione monferrina: lagioia di fare bere un buon bicchiere.
Cantina Sociale Coop. di Lu www.webalessandria.info/cantinasociale.htm
Via Roma, 76 - 15040 Lu (AL) - Tel. 0131 741136
Lu è un paese del Basso Monferrato prevalentemente agricolo famoso peri suoi vini da tempo immemore. Un territorio dove la vite, con il serpeggiaredi linee e colori, ne tratteggia la fisionomia. Nel 1906, per l'esigenza comunedei soci di vinificare e trasformare le proprie uve, si è costituita la Cantina So-ciale. Oggi, nella cantina vengono conferite le uve provenienti da 80 ettari divigneto di proprietà dei 62 soci uniti da un'unica filosofia di lavoro: la co-stante e continua ricerca qualitativa. Vini doc prodotti: Barbera del M.to, Pie-monte Barbera, M.to Chiaretto, Piemonte Cortese, Piemonte Grignolino,M.to Freisa, M.to Dolcetto, Barbera d'Asti, M.to Bianco, Grignolino M.to C.se,M.to Rosso.
Antico Monastero www.anticomonastero.com
Via G. Colli, 43 - 15040 Lu (AL) - Tel. 0131 741511 - Cell: 339 1789894
Lu è un paese di origini medioevali. Nel suo centro storico, situato sulla som-mità della collina accanto alla torre civica, si trova completamente ristruttu-rata la vecchia dimora dei Marchesi del Monferrato. Proprio in questoambiente ora esiste “Antico Monastero” ristorante di cucina tipica del Mon-ferrato, arte della buona cucina e dell’ospitalità. I menu fissi e la carta varianosettimanalmente e soddisfano le esigenze di tutti. E' un ambiente romanticoideale anche per banchetti, rinfreschi, pranzi e cene di lavoro. Dalla sala edalle verande si gode un incantevole panorama. Cornice storica autentica di“ Palazzo Paleologi” resort, luogo ideale per trascorrere notti di riposo e pia-cevoli weekend.
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Ristorante La Commedia della PentolaFrazione Borghina, 1 - 15040 Lu (AL) - Tel. 0131 741706
All'ingresso del casale che ospita il ristorante "La Commedia della Pentola"troviamo Vilma, appassionata cuoca e ospite che ci presenta la casa. E si ca-pisce che la fantasia, il gusto e la femminilità hanno condizionato ogni parti-colare del locale. Pareti con pietre a vista, soffitto con i mattoni pieni (tipicidel territorio), tavoli scrigno ricolmi di oggetti del passato. Impossibile restareindifferenti al gioco dei toni smorzati, di colori che sembrano avvolti da unanebbia delicata. Completano la struttura tre camere romantiche che por-tano il nome di poesie di Leopardi. Tutte sono dotate da 2 a 4 posti letto, diTV color e di tutti i comforts. La camera "il canto alla luna" ha una splendidasulla vallata. Aperto solo a cena - Chiuso: lunedì
Ristorante Il Ristoro [email protected]
Via Marconi, 125 - 15040 Lu (AL) - Tel. 0131 741538
Tra le belle colline e i vigneti del Basso Monferrato, in una terra straripantedi sapori e di profumi legati alla tradizione enogastronomica nasce Il Ristoro.Un ambiente sapientemente ristrutturato, elegante, caldo ed accogliente, si-tuato in una posizione stupenda con una indimenticabile vista sulla sotto-stante vallata. E' composto da due salette ben arredate con tavoli rotondi percomplessivi 40 coperti. La cucina è quella tipica piemontese ma ricercata inogni suo particolare. Tutto è preparato in casa con prodotti freschi di sta-gione e del territorio, dal pane alla pasta fino ad arrivare ai dolci di Laura (latitolare ). In estate si può pranzare nel piccolo e panoramico dehor. Menu evini sono alla carta. Aperto: giov., ven., sab. a cena. Dom. pranzo e cena.
Tenuta San Sebastiano www.dealessi.it
Cascina San Sebastiano, 41 - 15040 Lu (AL) - Tel. 0131 741353
Su queste dolci e soleggiate colline del Monferrato i Dealessi coltivano ottoettari di vigneto, tutti di proprietà, vinificando direttamente le uve. I vitignisono quelli classici della zona: Barbera, Grignolino, Cortese e Moscato Bianco.Dalla lunga tradizione di famiglia nella viticultura è stato tramandato un pre-ciso e rigoroso impegno: ottenere i più alti livelli qualitativi. Per perseguirequesto scopo tutti gli sforzi sono stati indirizzati allo sviluppo razionale dei vi-gneti, alla ottimizzazione delle uve, alla introduzione di una moderna tecno-logia in cantina per ottenere i migliori risultati nel rispetto del territorio edella cultura vitivinicola del Monferrato. L'azienda effettua vendita diretta.
Ristorante Orazio www.trovavetrine.it/ristorante-orazio
Piazza Gherzi, 5 - 15040 - Lu (AL) - Tel: 0131 741138
Dal 1870 sulla piazza principale di Lu sorge un ristorante. Oggi, nonostantenumerose ristrutturazioni, l’essenza rustica e familiare di una volta è rimastala stessa. I profumi che si sprigionano dai tegami e i sapori delle portate sonoquelli della nonna. Il menù cambia quotidianamente, mantenendo però leportate tipiche della cucina piemontese invariate. Per accompagnare i piatti,la cantina propone una selezione di vini principalmente luesi, tra cui spiccanoalcune eccellenti etichette. Il locale offre una splendida vista delle colline cir-costanti. Il salone principale è molto luminoso ed è stato arredato secondoun gusto rustico. E' in grado di ospitare un centinaio di commensali. Si pre-sta a banchetti e cerimonie.
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Ristorante Albergo "da Tunon" www.albergoristorantedatunon.com
Via Dante, 4 - 15026 Oviglio (AL) - Tel. 0131 776142
L'albergo ristorante "Da Tunon" sorge all'ombra del magnifico castellodi Oviglio, un piccolo paese di campagna al confine con il Monfer-rato e a pochi chilometri da Alessandria. Il locale è stato inauguratonel 1934 e, da quattro generazioni, la famiglia Massobrio offre ai suoiospiti piatti della cucina tipica piemontese. La professionalità, la sim-patia e la cordialità dei gestori hanno contribuito in questi anni adaccrescere la fama del Ristorante. L'albergo offre ai propri ospiti unospazio per rilassarsi, lontano dal trafficoe dalla frenesia quotidiana. Lecamere sono complessivamente otto: sono divise in doppie e triple(tutte dispongono di servizio privato con doccia, tv a colori).
Agriturismo Castello di Monvicino www.monvicino.it
Strada Comunale di Monvicino - 15026 Oviglio (AL) - Tel. 0131799907 - Cell. 348 3107593
Si trova in zona collinare, all'interno di una celebre Azienda, sviluppata at-torno al bellissimo ed antico edificio, in passato adibito a convento e ristrut-turato nel 1989, mantendendo uno stile elegante. L'Azienda, aperta tuttol'anno, organizza week-end dedicati alla degustazione di vini e di cioccolatae piante ornamentali (acquistabili in loco). L'Agriturismo dispone anche diun maneggio (possibilità di imparare a montare in tutta sicurezza grazie allapresenza di un istruttore qualificato). La struttura vanta 11 camere, con ser-vizi in comune, per complessivi 25 posti letto. Due stanze sono attrezzate peraccogliere persone con handicap motori. Convenzioni con agenzie viaggi eistituti scolastici.
Castello di Oviglio www.castellodioviglio.it
Via XXIV Maggio, 1 - 15026 Oviglio (AL) - Tel. 0131 776166
E' una sontuosa residenza d'epoca situata tra due delle aree più affascinantidel Piemonte: il Monferrato e le Langhe. Questa trecentesca dimora, si puòfregiare dell'aggettivo “reale” in quanto a suo tempo fu acquistato da SuaMaestà la Regina Cristina di Savoia. La magia del Castello si rinnova tut-t’oggi in una dimora d’epoca dotata di tutti i comfort moderni, avvalendosidel prestigioso mix di atmosfere esclusive e ambienti curati e originali, in cuiresta intatto il fascino di un tempo. Ancora oggi e possibile cenare nelle an-tiche cucine con il grande camino, il forno ed il girarrosto medioevale assa-porando i prodotti della terra che lo circonda in pietanze particolarmentegradite ai propri ospiti.
Da U-Re Specialità Alimentari www.dauremasio.it
Strada Collina, 15 - 15024 Abazia di Masio (AL) - Tel. 0131 799080
Da u-Re vanta una tradizione centenaria, rappresentata da ben 4 genera-zioni di commercianti. Scoprire, assaggiare e selezionare i migliori prodottiche il territorio offre è sempre stata la passione di famiglia. Qui si trovanosalumi e formaggi artigianali di alta qualità. Da u-Re è anche gastronomia, in-fatti proprio all’interno del negozio è stato realizzato un laboratorio a vista,dove prendono vita le ricette della tradizione: l’insalata russa, i subrich di ver-dura, il vitello tonnato e la pasta fresca artigianale, mentre tra i dolci da se-gnalare: “tirà”, crostate, baci di dama e biscotti casarecci. Da u-Re consegnaanche direttamente a casa dei clienti tramite corriere espresso, in tutta Italiae all'estero. Chiuso: mercoledì pomeriggio e domenica
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Az. Ag. Floricoltura Cattaneo www.trovavetrine.it/azienda-agricola-floricoltura
Via Piacenza, 66 - 15024 Masio (AL) - Tel. 0131 799561
L'azienda si occupa della produzione e vendita di fiori ornamentali, sia da in-terno sia da esterno offrendo servizi di giardinaggio, sia per privati sia perluoghi pubblici, di alto standard qualitativo. La Floricoltura Cattaneo disponedi un vivaio di proprietà con serra dove è visibile una vasta esposizione dipiante di ogni tipo. Impegno e passione garantiscono la massima cura deldettaglio. I clienti possono contare sulla collaborazione di personale qualifi-cato, sempre pronto a guidarli nelle scelte che maggiormente rispondonoal loro gusto ed esigenze. Maggiori informazioni si possono avere presso lasede o sui mercati di Acqui Terme, Casale M.to (martedì e venerdì) e Tortona(sabato).
Az. Ag. Maranzana Franco [email protected]
Via della Fornace, 5/1 - 15077 Predosa (AL) - Tel. 0131 719920 - Cell. 347 4445301
L’azienda, che ha carattere familiare, risale al 1895. Si trova in comune di Pre-dosa, uno di quelli che fanno parte della Riserva Naturale del Torrente Orba,ed è a indirizzo cerealico con produzione di mais, frumento, girasole e loiettoin rotazione. La cascina è stata recentemente restaurata in maniera elegantecon recupero delle parti rustiche e dei fienili originali della cascina. In aziendasono presenti prati stabili per circa 4 ettari, pioppeti certificati per 2 ettari eun bosco di 1,5 ettari. Nel tempo ha fatto dell’innovazione e della sostenibi-lità la sua missione. Le coltivazioni sono fatte con metodo integrato (misura214 del PSR 2007-2013). Da poco è diventata fornitrice di Qualità Ambien-tale del Parco.
Albergo Ristorante Villa Magnolia [email protected]
Via Ovada, 111 - 15077 Predosa (AL) - Tel. 0131 718002
Il locale si trova subito fuori l'abitato di Predosa, sulla strada provinciale cheporta ad Ovada. Si presenta con un piacevole ambiente, tra il classico e il ru-stico è piacevole, con ampie vetrate che si affacciano su un bel giardino condehor. La cucina offre un saggio delle migliori ricette tipiche sarde. La pro-posta culinaria è molto ricca e gustosa, e sa soddisfare fin dal primo assaggiole attese del cliente. Il servizio è professionale ed allo stesso tempo familiare.L'hotel assicura un soggiorno rilassante e piacevole. Tutte sistemazioni sonocurate nei minimi dettagli e sono dotate di ogni comfort, per non fare man-care nulla all'ospite. Dispone di ampio parcheggio privato. Villa Magnolia è sufacebook. Chiuso: lunedì, martedì
Centro Ippico Il Duende www.centroippicoilduende.it
Strada Fubine, 2A - 15044 Quargnento (AL) - Cell. 339 5403891 - Cell. 339 8355958
Il Centro Ippico Il Duende nasce dalla collaborazione di più soggetti da tempooperanti nel settore dell’equitazione, uniti da un obbiettivo comune: lavorareinsieme per la diffusione della cultura del rispetto e del benessere del ca-vallo e del cavaliere e per promuovere un'equitazione basata sulla collabo-razione e sulla serenità reciproca. Ciò significa riscoprire la tradizione e lacultura da sempre legati al mondo dell’equitazione e applicare questi concettiall’ambito delle principali discipline sportive e non. Il Duende si occupa didressage e salto ostacoli, ma anche di quella che viene comunemente defi-nita equitazione classica o arte equestre classica.
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Hotel Ristorante Ai 4 Gatti [email protected]
Via Mazzini, 11 - 15044 Quargnento (AL) - Tel. 0131 219432 - Sempre aperto
Il locale è situato quasi al centro del paese (a pochi passi dalla casadove è nato il pittore Carlo Carrà). Si trova in una zona caratteristicadell'alessandrino, facilmente raggiungibile dal casello di Alessandria edi Felizzano, lontano dal caos. Data la sua posizione strategica l'al-bergo (9 camere con bagno) è l'ideale per soggiornare per motivi dilavoro o per visitare altre zone della provincia di Alessandria. Gli in-terni, sono stati restaurati nel 2003, anno d'ingresso della nuova ge-stione di Maria Manuela Quartero. L'accoglienza è familiare, calorosa.Il ristorante, che conta su una sessantina di coperti, propone piattigustosi e rappresentati della cucina tipica piemontese e non solo.
Az. Ag. Colle Manora www.collemanora.it
Via Bozzola, 5 - 15044 Quargnento (AL)- Tel. 0131 219252
Colle Manora è situata a cavallo tra i comuni di Quargnento e Fubine, al cen-tro di un anfiteatro circondato da boschi d'acacia, querce e ciliegi selvaticidove gode di un favorevole microclima ed il terreno argilloso è adatto allavite. La superficie è di circa 75 ettari, di cui 20 coltivati a vigneto. Su questecolline del Monferrato, pur rendendo il doveroso omaggio alla tradizione evocazione vitivinicola di queste terre, accanto ai tradizionali vigneti di Bar-bera sono stati introdotti altre varietà nobili quali Sauvignon, Chardonnay,Pinot Nero, Merlot Cabernet Sauvignon, ed innovativi come l’Albarossa, peraggiungere complessità ad alcuni vini, pur nella consapevolezza del forte ca-rattere del territorio.
Agriturismo I Segreti della Pieve www.isegretidellapieve.com
Via Frascarolo, 17a - 15046 San Salvatore Monferrato (AL) - Cell. 392 1499536
L'agriturismo è sito sulle colline del Monferrato, zona famosa per la sua na-tura variegata fatta di ampie distese di colline ricche di vigneti che produ-cono ottime uve dalle quali nascono pregiati vini. La cascina sorge nel belmezzo di tali territori nella parte più alta di San Salvatore Monferrato. Da qui,durante alcuni periodi dell'anno, si possono ammirare paesaggi che, performe e colori, sono degni delle migliori cartoline. La struttura è attrezzataper offrire ogni tipo di servizio in maniera adeguata, in particolare consentedi pernottare in un'atmosfera familiare, offrendo la possibilità di degustareproduzioni aziendali (salami, confetture). Per gli ospiti sono disponibili tre ca-mere doppie con bagno.
Locanda dell'Arzente www.locanda-arzente.it
Reg. Guatrasone, 100 - 15046 San Salvatore M.to (AL) - Tel. 0131 233969
La Locanda dell'Arzente e' un antico cascinale del XIX da poco ristrutturatoe' situato a mezza collina circondato da un immenso prato verde. panoramache si puo' godere dalla sala /veranda del ristorante che offre menu' degu-stazione della cucina piemontese . oltre che ristorante e' anche albergo dovegli alloggi rustici ,ma climatizzati e dotati di tv e con- nessione internet,of-frono un clima famigliare e accogliente. a sei km dal casello autostradale dellaA21,vicino e lontano da tutto,offre una soluzione interessante per chi vuolevisitare il Monferrato o per chi lavora e cerca una cucina tipica e un rifugiotranquillo. Chiuso: domenica sera e lunedì
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Pasticceria Pozzi di Pozzi Alberto [email protected]
Via Panza, 110 - 15046 - San Salvatore Monferrato (AL) - Tel. 0131 233673
Il laboratorio è stato aperto nel 1972 quando Pier Giorgio Pozzi decise, dopouna lunga gavetta presso una delle migliori pasticcerie di Alessandria, di met-tersi in proprio. In poco tempo ha conquistato una posizione preminentenel settore diventando un punto di riferimento per il paese e dintorni. Oggila tradizione continua con Alberto che produce pasticceria frescae secca,torte farcite e non (per ogni ricorrenza e cerimonia), paste lievitate, biscot-teria e prodotti da forno, pasticceria salata e le specialità Amaretti e Mon-ferrini al rum e, quando è il momento, panettoni e colombe. Ogni prodottoè realizzato con la selezione dei migliori ingredienti per garantire la massimaqualità e freschezza. Chiuso: lunedì
B & B Olimpia www.olimpia-b-and-b.it
Fraz. Olimpia, 68 - 15046 San Salvatore M.to (AL) - Tel. 0131 237544 Cell. 339 7355000 340 9117021
Accogliente e tranquillo B&B del Basso Monferrato. Si trova in una piccolis-sima frazione di San Salvatore M.to, in collina, tra vigneti e zone verdeggianti,ideale per fine settimana rilassanti, fughe romantiche o soggiorni di lavoro,perfetto come base per conoscere il territorio. Antico cascinale ristrutturatoin stile rustico con un tocco di eleganza. Parcheggio all'interno della proprietà,camere con bagno privato, aria condizionata, TV, frigo bar, custodia valori econnessione internet wireless gratuita. Ricca e genuina colazione a buffet conprodotti artigianali e locali. Inoltre è possibile pranzare e cenare presso l'adia-cente Ristorante Olimpia che propone una cucina tradizionale ed originale.
Ristorante Olimpia www.ristoranteolimpia.it
Loc. Olimpia, 69 - 15046 San Salvatore Monferrato (AL) - Tel. 0131 233445 - Cell. 347 6036580
La struttura è stata ricavata da un antico cascinale risalente al 1818. E' im-mersa nel verde e nella tranquillità delle colline del Monferrato, a pochi chi-lometri da Alessandria. Il ristorante è rustico ed elegante allo stesso tempo,circondato da un delizioso giardino fiorito. Il locale, gestito direttamente daiproprietari, dispone di due sale: una intima ed accogliente è adatta per cenea lume di candela, l’altra, altrettanto confortevole e calda, è per gruppi e ce-rimonie. Per la bella stagione sono disponibili due suggestivi dehors. I menusono organizzati nel rispetto della cucina tipica piemontese e delle varietà sta-gionali. Ampio parcheggio privato.
Trattoria La Serignola www.trattorialaserignola.it
Strada Provinciale, 71 - 15046 San Salvatore M.to (AL) - Tel. 0131 233406 - Cell. 338 3601466
La Trattoria si colloca sulle colline del Monferrato. La riscoperta della cucinatipica, semplice, fresca del territorio piemontese sono le prerogative dellagestione assolutamente famigliare. La cucina si basa sulla perenne ricercadelle tipicità del territorio prima monferrino e poi piemontese. L'amore peri vini del territorio è un altro dei punti fermi del locale, con la presenza dimolte etichette di prestigio. La cantina vanta la prima "Carta del Grignolino",l'unico vitigno veramente autoctono del Monferrato. L'ambiente è di carat-tere rustico, elegantemente sobrio, con un limitato numero di posti. E' apertoper cena dal giovedì alla domenica, a pranzo la domenica e i festivi, nelle altresere solo su prenotazione
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