Date post: | 29-Nov-2014 |
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Strategia di comunicazione
Gianni Florido e la Provincia di Taranto
La politica nell’era dei social media: strumenti, strategie, possibilitàCesena, 6 novembre 2010Duepuntozero – politica, democrazia e partito nel web
Dino Amenduni, Proforma
Chi parla?
Mi chiamo Dino Amenduni
Ho 26 anni, sono laureato in psicologia del lavoro (triennale), della comunicazione (specialistica) e ho un master in marketing
Sono il responsabile dei nuovi media e consulente per la comunicazione politica a Proforma, agenzia di comunicazione di Bari, mia città natale, da cui non mi sono mai allontanato
Chi parla?
Sono il responsabile dei social media di Nichi Vendola (Link alla pagina FB di Nichi)
Sono stato coordinatore di EmiLab, staff di 150 volontari under30 a supporto di Michele Emiliano, sindaco di Bari, (PD, Amministrative 2009)
Nel poco tempo libero che mi rimane sono giornalista musicale, co-gestisco un collettivo di satira e mediattivismo (Quink) e lavoro in una radio locale
Di che si parla?I social media in politica: chi può usarli e come
Buone pratiche: cosa è necessario fare per non sbagliare
La comunicazione sul web: la vera campagna elettorale permanente?
L’inversione dei flussi: dal web ai media tradizionali
Michele Emiliano e Nichi Vendola: le buone pratiche come esempio
Questioni
a. I social media sono per tutti i politici?
b. Quanto costa esserci?
c. E quanto costa non esserci?
d. I social media sono strumenti efficaci solo per comunicare i singoli individui, o anche le organizzazioni e i partiti?
Sommario
Sui social media
a tutti i costi?
Facebookmania?Social media per tutti?
Tutti usano Internet per fare campagna elettorale.
Lo fanno perché convinti di trovare nuovi bacini elettorali
o perché intuiscono le potenzialità di uno strumento che
segue logiche indipendenti da quelle che regolano i media
tradizionali. O lo fanno perché sono fruitori di questi
strumenti e ne conoscono le dinamiche
Qualunque sia il motivo per cui un politico usa i social
media, non ci si può più limitare allo spontaneismo. Se
tutti sono online bisogna fare di più e meglio per
emergere
Parliamoci onestamenteSocial media per tutti?
I social media più popolari, per loro natura, sono
strumenti egalitari. Ogni utente, che sia un capo di
Stato o un ragazzo di 15 anni, ha la stessa interfaccia
e le stesse opzioni. La retorica comunicativa è
condivisa e questo comportamento è atteso dagli
utenti: un partito o un politico non può rivendicare le
gerarchie del mondo reale per marcare una distanza
La richiesta di feedback e di comunanza è
un’esplicita richiesta di onestà e di parità
Parliamoci onestamenteSocial media per tutti?
Non si può mentire perché tra amici o tra persone
emotivamente affiliate ci si aspetta, con forza,
l’onestà.
Se un politico decide di comunicare sui social media,
accetta questa regola. Se non sente il bisogno di
comunicare in modo leale, franco, accettando
critiche pubbliche (e l’onere della risposte a queste
critiche), sarebbe più onesto se NON usasse i social
media
La censura, nel web 2.0 è non solo vietata, ma
immediatamente controproducente
Sommario
Da dove si inizia?
Per partire: i requisiti minimi e massimi
coincidono
Social media: Come partire
Il caso italiano semplifica lo scenario
L’accesso ai social media in Italia è piuttosto
anomalo e comunque assai differente rispetto alle
democrazie anglosassoni. Il quadro è infatti molto più
semplificato:
Facebook – 16 milioni di utenti (un italiano su 4, il
60% circa degli italiani che usano Internet)
Youtube – un miliardo di video caricati nel mondo
Twitter – un milione di iscritti in Italia (mondo: FB
500 milioni, TW: 100 milioni)
Facebook, Twitter e Youtube sono sufficienti?
Social media: Come partire
Per il momento sì
Conviene concentrare gli sforzi su questi tre strumenti, essendo
gratuiti ed avendo raggiunto una massa critica o un livello di
semplicità di utilizzo tale da non richiedere grossi sforzi cognitivi
e organizzativi
Vanno tenuti d’occhio, però, altri strumenti, più o meno
emergenti:
LinkedIn - social media che mete in rete professionisti)
Foursquare – social media che geolocalizza la posizione
dell’utente
Flickr – social media dedicato alle foto
Friendfeed – aggregatore di aggiornamenti su tutti i social
media degli utenti
Facebook, Twitter e Youtube: ma come?
Social media: Lo scheletro
Facebook – pagina pubblica (fanpage)
A differenza del profilo personale, può essere
amministrato da più persone in contemporanea. I nomi
degli amministratori restano anonimi. Non esiste il limite
massimo di 5000 contatti per profilo, così come accade
per i profili personali
Un utente di Facebook può diventare “fan” del candidato
senza che quest’ultimo debba approvare una richiesta di
amicizia
Facebook, Twitter e Youtube: ma come?
Social media: Lo scheletro
Facebook – pagina pubblica (fanpage)
La fanpage è lo strumento che Facebook ha creato per
offrire i maggiori gradi di personalizzazione all’utente
Su una pagina è possibile installare applicazioni (banner,
giochi, plug-in) ed è possibile acquistare inserzioni
pubblicitarie altamente personalizzate, con cui veicolare
campagne web mirate a target definibili per sesso, età,
città di residenza e di nascita, orientamento politico,
religioso e sessuale, titolo di studio e stili di navigazione
su FB (a quali pagine è già iscritto, ad esempio)
Facebook, Twitter e Youtube: ma come?
Social media: Lo scheletro
Facebook – pagina pubblica (fanpage)
Tutti i fan possono essere informati in contemporanea con un
aggiornamento, un messaggio che giunge nelle caselle di posta
di Facebook degli utenti in modo non invasivo. Non appare come
messaggio di posta, ma come aggiornamento, la notifica è meno
evidente e dunque raggiunge solo le persone realmente
interessate
Per il resto, una fanpage funziona esattamente come un profilo
personale, compresa la funzione di aggiornamento di status
Facebook, Twitter e Youtube: ma come?
Social media: Lo scheletro
Facebook – pagina pubblica Nichi Vendola
Facebook, Twitter e Youtube: ma come?
Social media: Lo scheletro
Youtube – canale istituzionale
Il mezzo video è probabilmente il più efficace nel mondo
del web 2.0. È il più facile da fruire (specie se i video sono
brevi) ed è tra più facili da realizzare. La qualità dell’immagine,
su Youtube, non è una condizione determinante. È importante
comunicare tanto ed in tempo reale
Su questo spazio possono essere caricati video inediti, relativi
all’attività del politico o dell’organizzazione, ma non solo: si
possono ricavare estratti provenienti da altre fonti, in particolare
spezzoni di trasmissioni TV e telegiornale. Il rapporto tra costi
(nulli a livello economici, assai modesti per le risorse umane) e
benefici è indiscutibilmente a favore
Facebook, Twitter e Youtube: ma come?
Social media: Lo scheletro
Youtube – canale istituzionale Michele Emiliano
Facebook, Twitter e Youtube: ma come?
Social media: Lo scheletro
Twitter – profilo personale certificato
In Italia si parla molto di questo servizio di microblogging, ma è
uno strumento ancora poco ed alto tasso di mortalità. Ma la
gestione di un profilo su Twitter è quanto mai conveniente, per
due motivi
Il primo è legato alla possibilità di aggiornare automaticamente il
profilo attraverso la gestione al “minimo” della fanpage di
Facebook, senza nessuno sforzo di integrazione; il secondo è
legato alla maggiore presenza sul web, a fronte di nessuno
sforzo redazionale supplementare
Facebook, Twitter e Youtube: ma come?
Social media: Lo scheletro
Twitter – profilo personale certificato
Questo approccio “minimo” allo strumento si mostrerà, però,
sempre meno efficace quanto più cresceranno gli iscritti a
Twitter, dato che i “followers” si rivolgeranno in modo immediato
(con un messaggio di 160 caratteri) al politico o
all’organizzazione che, proprio per la semplicità di interazione,
ha il “dovere morale” di rispondere e di seguire gli
aggiornamenti degli iscritti alla pagina
Alla crescita della complessità deve seguire una crescita
della complessità del team di gestione dei social media
Quanto costa comunicare sui social media?
Social media: Lo scheletro
Twitter – profilo personale certificato Vendola
Prima dei social media: il gruppo di lavoro
Social media: Lo scheletro
Gestire la comunicazione web di un candidato richiede uno
sforzo non dissimile dalla creazione di un ufficio stampa o di un
team che si occupa di media planning ed organizzazione eventi
Affidare tutto il peso di questo lavoro a una sola persona è
dunque impossibile e talvolta nocivo. Allo stesso tempo un
singolo coordinatore può gestire tutti i profili “2.0” di un
candidato, sia dal punto di vista dei contenuti sia in termini di
strategia politica. Bisogna, dunque, individuare una figura di
coordinatore di questa area di lavoro
Le risorse necessarie per comunicare sui nuovi media
sono umane, non economiche
Sommario
Il social media team: chi, dove,
come
Un buon team sui social media
Social media: L’organizzazione
Un uomo solo al comando non è sufficiente. I social media
vivono di contenuti ed aggiornamenti costanti, che spesso un
politico o un’organizzazione può (e deve) creare internamente.
Le figure indispensabili per comunicare in modo efficace sono:
Responsabile video: deve essere in grado di girare ed editare
gli interventi pubblici del candidato (comizi, iniziative),
registrazioni di presenze in TV (dibattiti, TG, talk show). Non è
necessario che abbia competenze politiche, specie se lavora in
tandem col coordinatore: sarà quest’ultimo a suggerire le
strategie per il montaggio e il caricamento dei video su Youtube
Un buon team sui social media
Social media: L’organizzazione
Responsabile foto: può anche coincidere con il responsabile
video o un’altra figura di staff. Deve dare testimonianza della
vita quotidiana del partito o dei politici, quello che i media
tradizionali non raccontano e quello di cui ha bisogno
un’organizzazione politica per creare interesse attorno alle
attività ed “umanizzare” il lavoro. Il mezzo fotografico è assai
colorato emotivamente e questo può aiutare nel raggiungimento
dell’obiettivo generale
Un responsabile foto può anche gestire un profilo su Flickr o
utilizzare foto di archivio o da fonti esterne. Può aiutare anche
nella realizzazione di manifesti e campagne
Un buon team sui social media
Social media: L’organizzazione
Responsabile web: deve essere in grado di costruire un sito e
gestirne i contenuti. Se possibile, deve poter programmare
applicazioni per Facebook (con il codice FBML), strumenti che
possono favorire moltissimo la distribuzione dei contenuti, specie
se associati a giochi o a elementi più “leggeri”, che semplifichino
la complessità di certi argomenti. Possono essere videogiochi,
quiz, premi, contest di creatività. All’occorrenza può essere
anche web editor ed inserire contenuti redazionali sul sito di
riferimento
Le quattro figure devono avere competenze minime nei
reparti che non sono di loro competenza diretta. Il coordinatore
deve anche essere dotato di capacità di analisi politica per
orientare lo sviluppo dei contenuti
Sommario
Cosa dire e cosa fare?
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
Le parole chiave della comunicazione sui social media
sono:
Contenuti: il silenzio è più assordante sui social
media. In un contesto dove tutti parlano, la politica che non dice
(o che dice male) fa più rumore
Feedback: Tutti parlano, tutti ci parlano, tutti si
aspettano risposte. I social media non sono strumenti
unidirezionali. L’onore e l’onere dell’interazione sono valori non
discutibili né negoziabili
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
1. Comunicare con costanza e frequenza
È importante tenere l’attenzione sempre viva sulla Rete
Gli spazi di un politico o di un’organizzazione sul web
corrispondono ad un mezzo di comunicazione istituzionale o
personale. Non parlare, dunque, vuol dire non avere niente
da dire
Se non ci sono contenuti o opinioni fresche, cercarle fuori dalla
nostra organizzazione. Articoli di giornale, stimoli per il dibattito
e la discussione, contenuti di altre organizzazioni a noi prossime.
Così facendo è possibile costruire e descrivere il nostro universo
valoriale di riferimento
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
2. Non pubblicare contenuti esclusivamente
politici
Gli utenti dei social media si aspettano di parlare con altri
utenti, che siano direttamente i politici o persone del loro staff o
appartenenti a partiti e organizzazioni
Così come ognuno di noi condivide gusti, passioni e interessi sui
social media, ci si aspetta che le persone che compongono le
organizzazioni con cui interagiamo facciano lo stesso. Anche la
condivisione di una passione, di un hobby, persino di una
debolezza, di un singolo o di un gruppo di lavoro può
generare attenzione e consenso
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
2. Non pubblicare contenuti esclusivamente
politici
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
3. Citare esplicitamente (o taggare) i nostri
interlocutori
Taggare una persona vuol dire associarla ad un contenuto. Molti
social media permettono agli amministratori dei profili di taggare o
linkare altri profili personali, gruppi ed altre fanpage quando si pubblica
un contenuto o un aggiornamento di stato
Taggare un contenuto ha due vantaggi: includere le persone o i gruppi
taggati all’interno della comunità creata attorno al candidato; auto-
includersi nella comunità che viene taggata, duplicando la quantità di
lettori di un contenuto. Per questo motivo è importante che chi si
occuperà dell’amministrazione della fanpage si iscriva ai profili, ai gruppi
e alle pagine vicini politicamente, oppositori o co-protagonisti di iniziative
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
3. Citare esplicitamente (o taggare) i nostri
interlocutori
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
4. Gestire i due flussi di feedback
Vuol dire gestire e interpretare la comunicazione che giunge
dall’utente al candidato, al politico o all’organizzazione, al fine di
rimodulare agenda e proposta politica e socializzare le innovazioni con i
nostri sostenitori
Questa attività di monitoraggio costante ha due vantaggi: il primo è
l’anticipazione dei tempi della politica e la possibilità di correggere
la strategia in corsa; la seconda è la creazione di link sui profili, le
pagine o i gruppi con cui è stata stabilita un’interazione. Questo
aumenta la visibilità della pagina e la rende più facilmente rintracciabile,
oltre a generare meccanismi di networking e di costruzione del consenso
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
5. Evitare censure
La tracciabilità e la memorabilità l’attività sul web rende impossibile una
rimozione totale e indolore dei contenuti. Se cancelliamo un contenuto
scomodo, gli utenti lo denunceranno pubblicamente
Sono da evitare anche rimproveri e punizioni ufficiali. Se avremo
costruito una comunità solida di sostenitori, saranno gli stessi utenti a
stigmatizzare i comportamenti spiacevoli, ribattendo agli attacchi in
nostra difesa fino alla segnalazione di comportamenti inappropriati a
Facebook che, in caso di numerose indicazioni, sospenderà
provvisoriamente l’accesso alla pagina all’utente molesto
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
6. Coltivare e crescere la propria rete di
relazione
Stimolare la maggior quantità possibile di meccanismi di networking: con
i grandi elettori, con gli stakeholders, con gli altri candidati alle Primarie,
con i competitors e i loro sostenitori. Non esistono molti modi
altrettanto efficaci per provare a muovere il consenso in tempo
reale
Per ottenere questo obiettivo è sufficiente stringere relazioni, scambiare
contenuti, condividerli in contemporanea, tributare i meriti di iniziative o
attaccare un avversario. O più semplicemente, posizionandosi
politicamente e avendo cura delle reazioni generate dalle nostre azioni
In questo senso, Facebook è una risorsa chiave: permettere di fare
tutto questo in tempi brevi e in modo pressochè gratuito
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
7. Tutto online, per tutti
Rendere disponibili tutti i contenuti e le informazioni sulla
campagna elettorale: dai manifesti alle brochure, dalle indicazioni sul
come si vota alle sedi elettorali, bisogna mettere ogni sostenitore nelle
condizioni di poter auto-gestire una campagna elettorale a sostegno del
candidato, del partito o dell’organizzazione politica, senza complicare i
processi con meccanismi di controllo ed approvazione dall’alto
I flussi di comunicazione sono tali e tanti da impedirne un controllo
metodico e totale, che sarebbe comunque controproducente perché
contrario alle retoriche “orizzontali” di Facebook. Perché, allora, non
delegare i processi di creazione del contenuto alla Rete? Spesso gli
utenti sono più bravi di noi
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
7. Tutto online, per tutti
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
8. Trarre vantaggio sui media tradizionali
Se le condizioni di questa analisi sono soddisfatte per la maggior parte,
usare Facebook e i social network come strumento esplicito di
comunicazione politico/elettorale anche sui media tradizionali
(manifesti, locandine, apparizioni televisive)
Questo principio è ancora più solido nei sistemi mediatici locali, dove
si può approfittare della relativa scarsezza di informazioni “autonome”
(che non provengono da uffici stampa e altre redazioni) per veicolare
contenuti di comunicazione nati sul web e che lì hanno ottenuto un
buon successo (in particolare video e dichiarazioni, mediante
comunicati stampa)
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
8. Trarre vantaggio sui media tradizionali –
videolettera sul Corriere della Sera
Sommario
Come comunicare? La
gestione quotidiana
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
1. Costruire un racconto, una storia, una
narrazione
I contenuti, quando coerenti tra loro devono inseguirsi l’un
l’altro nella proposta, nei temi e nello stile di
comunicazione
Devono assecondare l’attualità quando possibile, devono
andare in “alto” e spostarsi sui temi nazionali quando se
ne ha competenza, devono andare in “basso” e
occuparsi delle emozioni e dei sentimenti delle persone
quando il mittente ha genuinamente empatizzato con
questo genere di contesti
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
2. Comunicare tutto in diretta
Il modo migliore per comunicare sui social media è usarlo esattamente
come tutti gli altri. Così come tutti noi aggiorniamo lo status raccontando
episodi della nostra vita, carichiamo le foto di una festa o di un luogo che
ci ha emozionato, allo stesso modo dobbiamo amministrare una pagina.
Se una persona non entra in sintonia con noi, se non gli
comunichiamo umanità ed empatia, il progetto politico non
basterà a convincerci
La qualità dei contenuti prodotti è meno importante del timing
scelto per proporli. Una foto realizzata con un iPhone e caricata
durante un incontro pubblico è da preferire ad una foto professionale
condivisa a distanza di giorni (per quanto un contenuto non escluda
l’altro)
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
2. Comunicare tutto in diretta
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
3. Evitare la routine
I contenuti vanno alternati sia per tipologia sia per stile
comunicativo. Anche in questo caso, si tratta di usare Facebook così
come lo usano i nostri interlocutori, il nostro modo di usare lo strumento.
A intervalli di tempo compresi tra i 60 e i 120 minuti la pagina dovrebbe
essere aggiornata. Si può inserire un aggiornamento di stato su un
evento, poi un articolo di giornale, poi una foto del passato, poi un link su
una delibera, poi un video Youtube del proprio canale, poi un
aggiornamento di stato sul calcio, e così via
Bisogna offrire di tutto seguendo dei fili logici e narrativi ben riconoscibili
che garantiscono la coerenza dello strumento senza sacrificare
l’eterogeneità dei contributi proposti
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
3. Evitare la routine – fanpage di Vendola il 5
novembre
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
4. Editare i contenuti
Il successo di un’azione sui social media può dipendere da 30
secondi di lavoro in più. Ogni contenuto può essere personalizzato nel
titolo e nella descrizione e può essere inserito un commento a qualsiasi
contenuto, anche a un link esterno
L’importanza di un lavoro preciso di editing è forse ancora più
determinante per Youtube, dove il titolo e la descrizione sono i primi
elementi che un utente osserva. Inoltre bisogna preparare un
contenuto pensando che questo verrà condiviso da persone
anche molto lontane da noi. Suggeriamo, dunque, di inserire sempre
il nome del mittente nel titolo e sempre i link del sito e di Facebook
all’interno della descrizione
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
5. Comunicare le esclusive
Nel 2008 Obama comunicò il nome del suo candidato vicepresidente
attraverso un SMS agli iscritti alla sua newsletter e solo dopo fece
pervenire la notizia alla stampa. Lo ha fatto per far sentire la propria
comunità parte di un percorso politico e di vita
Dobbiamo fare nostro questo principio: il rapporto con i media tradizionali
è fondamentale, ma chi si deve attivare per raccogliere i voti sono
le persone e sono loro il nostro interlocutore privilegiato. Tutto ciò
che può essere condiviso prima con gli utenti e poi con la stampa (a
partire dai racconti in diretta degli eventi) è da preferire nella scelta dei
contenuti da veicolare sui social media
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
5. Comunicare le esclusive –
videolettera di Vendola ai fan di Facebook (link
Youtube)
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
6. Far dialogare vecchi media e nuovi media
Tutti gli interventi sui media tradizionali devono diventare contenuti per il
web. Se si interviene in televisione, l’intervento deve finire su Youtube; se
parla in radio si deve caricare e condividere il suo contributo audio. I
social media sono come il maiale: non si butta via niente
Questo è vero sia per non disperdere i contenuti, sia perché è possibile
creare affiliazione e condivisione da parte di chi ha visto l’intervento
sui media tradizionali, lo ha trovato convincente, lo vorrebbe condividere
con i suoi amici e, se viene messo nelle condizioni di poterlo fare, si attiva
per farlo conoscere
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
7. Far dialogare nuovi media e vecchi media
La transizione vecchi-nuovi media richiede solo un lavoro redazionale. Il
passaggio inverso, ben più affascinante, non è poi così
impossibile. Spesso i media locali hanno “fame” di storie da raccontare.
Un comunicato stampa ben confezionato, un video corto e di alta qualità,
una curiosità o un aneddoto possono entrare nell’agenda setting dei
giornali e delle TV senza sforzo
Inoltre i social media permettono di testare contenuti video prima che
diventino “ufficiali”. Se il miglior video prodotto durante la
campagna (per visualizzazioni e feedback) è stato prodotto da un
utente/sostenitore, perché non si può immaginare che diventi il
video ufficiale?
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
7. Far dialogare nuovi media e vecchi media
Video – problemi di elezione (campagna Emiliano 2009): da spot web a
spot ufficiale - Link al video - Youtube
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
8. Parlare alle nicchie
La comunità virtuale di sostenitori o di semplici appassionati di politica è
fatta di esperienze diverse, di tante piccolissime nicchie di pubblico:
gli ambientalisti, gli architetti, gli abitanti del centro, i commercianti, gli
sportivi, gli omosessuali, gli amici del Sindaco, i nemici del Segretario
Per questo bisogna sforzarsi di cogliere le occasioni per dire una cosa a
ognuna di queste categorie, seguendo l’attualità o una richiesta esplicita
di attenzione. La gestione del feedback è la chiave del successo della
comunicazione sui social media. Dare feedback a tutti vuol dire
mostrarsi attento agli interessi di tutti, dunque essere un
garante della comunità, dunque essere credibile come
amministratore
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
9. Parlare quando c’è gente online
Un aggiornamento di stato illuminante scritto in piena notte rischia di non
essere valorizzato pienamente perché non c’è nessuno online che può
condividerlo in tempo reale e può generare l’effetto palla di neve e il
passaparola anche fuori dalla Rete
Per questo motivo va contemplata l’ipotesi di scrivere una scaletta
quotidiana dei contenuti da condividere per poter gestire tutto e far
uscire i contenuti migliori quando il pubblico potenziale è più ricettivo
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
10. Essere flessibili in caso di crisi
comunicative
Se un contenuto offre lo spunto per critiche e controversie, non è un
immorale proporre in breve tempo (e non aspettare, dunque, la cadenza
canonica di pubblicazione) un altro stimolo per distrarre i fan della pagine
e riattivarli positivamente
Questa regola è valida, al contrario, in caso di intervento comunicativo
particolarmente riuscito. Se un aggiornamento esalta i sostenitori, forse è
il caso di tenerlo in evidenza per più tempo, salvo necessità di caricare
contenuti nuovi perché sono tanti, perché c’è un evento o perché
l’attualità impone un intervento o una correzione di strategia
Il “delitto perfetto”: la videolettera di Vendola a
Berlusconi
Social media: Come comunicare
Il video politico più di successo in Italia sul web (750mila
visualizzazioni) è ripreso da tutti i giornali e le televisioni italiane ed
internazionali: Videolettera di Nichi a Berlusconi (Youtube)
Grazie!Un grande abbraccio
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