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La Rua n°18

Date post: 14-Mar-2016
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La Rua è la rivista trimestrale edita dalla Banca per i Soci e vuol essere il canale di comunicazione privilegiato con essi. Una rivista che informa su iniziative, novità, servizi e proposte, che favorisce il dialogo e rinsalda il contatto fra la Banca ed i suoi Soci.
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Poste Italiane s.p.a. - spedizione in A.P. - 70% CNS PD - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 - Comma 1 - DCB PD Restituire al mittente le copie non consegnate Periodico d’informazione di Banca San Giorgio e Valle Agno N° 18 - NOVEMBRE 2010 OPPORTUNITÀ INIZIATIVE INFORMAZIONI UTILI TERRITORIO COOPERAZIONE 4 Una fusione per il futuro 18 Basilea 3 8 Nuova filiale a Thiene
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Page 1: La Rua n°18

Poste Italiane s.p.a. - spedizione in A.P. - 70% CNS PD - D.L. 353/2003(Conv. in L. 27/02/2004 n. 46) Art. 1 - Comma 1 - DCB PDRestituire al mittente le copie non consegnatePeriodico d’informazione di Banca San Giorgio e Valle Agno

N° 18 - NOVEMBRE 2010

Periodico d’informazionedi Banca San Giorgio e Valle Agno

OPPORTUNITÀ • INIZIATIVE • INFORMAZIONI UTILI • TERRITORIO • COOPERAZIONE

4Una fusioneper il futuro

18Basilea 3

8Nuova filiale

a Thiene

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Prima dell’adesione leggere il prospetto informativo disponibile in tutte le filiali e sul sito www.bancasangiorgio.it

La mia Banca

ancora di più.IO!SONO

Con l’aumentodi capitale

La mia banca è fatta di persone che conosco. Che mi stimano e che io stimo. Protegge i miei risparmi con competenza e sicurezza. Non mi promette la luna. Però mi suggerisce con semplicità e chiarezza quello che è giusto fare, e anche quello che è meglio evitare. È cresciuta e si è rafforzata nel tempo, come le cose destinate a durare. La mia banca è nel mio territorio. È attenta e parsimoniosa, come piace a me. Ma so che non mi volta le spalle davanti a un problema. Io ho fiducia nella mia banca, perché lei si fida di me.La mia banca è anche mia: anch’io ho aderito all’aumento di capitale di Banca San Giorgio e Valle Agno. Credito Cooperativo. Differente per forza.

www.bancasangiorgio.it

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Trimestrale d’informazione n. 4 anno 6

Chiuso in redazione il 24/11/10

Hanno collaborato a questo numero:Federica Morello, Andrea Alba, Carlo Todesco, Andrea Scettro, Luisa Binotto, Luca Sperotto, Corra-do Gnata, Sandro Stella, Valeria Simonato, Alessio Cabrio e Sonia Sperotto.

Iscrizione al Registro Stampa del Tribunale di Vicenza n. 1172 del 20/03/08

Direttore Responsabile: Marco Catalani

Coordinatrice Editoriale: Barbara Gamba

Editore e Proprietario:Banca San Giorgio e Valle AgnoVia Perlena, 78 San Giorgio di Perlena (VI)

Progettazione Grafica:DIELLE - www.denislucatello.com

Stampa: Industrie Grafiche Vicentine S.p.A.

Carta Ecologica

Tiratura: 8.500 copie

AVVERTENZE DI LEGGE: In conformità al “Decreto Legislativo 196/2003” sulla tutela dei dati personali, si informa il de-stinatario del presente periodico che ha la possibilità di accedere liberamente ai suoi dati anagrafici per aggiornarli, modificar-li, integrarli o semplicemente per segna-lare di non voler più ricevere il periodico “La Rua” scrivendo al seguente indirizzo: Segreteria Soci BANCA SAN GIORGIO e VALLE AGNO Via Perlena, 78 - 36030 Fara Vicentino (VI) oppure via email all’indirizzo:[email protected]

Per eventuali messaggi promozio-nali contenuti all’interno di questa pubblicazione si rimanda alle condi-zioni contrattuali riportate nei fogli infor-mativi a disposizione del pubblico presso le filiali o sul sito www.bancasangiorgio.it

S O M M A R I O

Nuova Filialea Thiene

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BASILEA 3

18

4

Una fusioneper il futuro

Progetti4 Verso il futuro senza dimenticare le nostre radici5 La fusione? Un progetto condiviso e maturato nel tempo6 Il percorso preparatorio alla proposta di fusione

Primo Piano8 Nuova filiale a Thiene9 In aiuto agli alluvionati10 Le nostre pensioni12 Pacco Natalizio per i nostri Soci13 ABC: il risparmio si impara da piccoli

Incontri14 UNIFORM, il passaggio del testimone da padre a figlio 16 GASPARELLA, la stampa digitale è di famiglia

Focus18 Anticipare Basilea 3 per continuare a sostenere l’economia locale No Profit20 Il colorato mosaico delle associazioni di Salcedo21 Tutti fermi alla “seconda età e mezza” Radici22 La Banca sostiene le politiche per l’infanzia23 Crescere nella cooperazione

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La mia Banca

ancora di più.IO!SONO

Con l’aumentodi capitale

La mia banca è fatta di persone che conosco. Che mi stimano e che io stimo. Protegge i miei risparmi con competenza e sicurezza. Non mi promette la luna. Però mi suggerisce con semplicità e chiarezza quello che è giusto fare, e anche quello che è meglio evitare. È cresciuta e si è rafforzata nel tempo, come le cose destinate a durare. La mia banca è nel mio territorio. È attenta e parsimoniosa, come piace a me. Ma so che non mi volta le spalle davanti a un problema. Io ho fiducia nella mia banca, perché lei si fida di me.La mia banca è anche mia: anch’io ho aderito all’aumento di capitale di Banca San Giorgio e Valle Agno. Credito Cooperativo. Differente per forza.

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ProgettiProgetti

L’ipotesi di una fusione tra la nostra Ban-ca e la BCC di Quinto Vicentino, che abbiamo annunciato ai Soci nel prece-

dente numero della Rua, si sta facendo più concreta. Un primo passo è stato già fatto ed il per-corso comune ha preso avvio: infatti qual-che giorno fa, dopo l’approvazione una-nime dei due Consigli di Amministrazione, sono stati sottoscritti i “patti di fusione”. Con questo documento gli amministratori hanno definito le linee di fondo e stabilito le “coordinate” all’interno delle quali dovrà svilup-parsi il progetto. Entro la fine del mese di novembre, invieremo alla Banca d’Ita-lia per l’approvazione il piano industriale, il cui con-tenuto è illustrato in dettaglio nelle prossime pagine della rivista. La decisione spetterà poi ai Soci, che si riuniran-no nelle assemblee straordi-narie previste nella primave-ra del 2011. In caso di ap-provazione del progetto di fusione, l’efficacia giuridica della nuova Banca partirà dal 1 gennaio 2012.

Le due banche si sentono già vicine a livello operativo e si stanno confrontando su procedure, metodi e stile. Le basi di partenza sono solide perchè fondate sulla sostan-ziale condivisione dei valori fondamentali della mutua-lità e della cooperazione. Ma è evidente che oggi, nel contesto difficile e competitivo in cui viviamo, non pos-siamo richiamarci unicamente a questi ideali: dobbiamo pensare anche a rafforzarci, migliorarci in efficienza e acquisire una maggiore capacità di stare sul mercato. Il C. di A. della nostra Banca ha visto nell’apertura della BCC di Quinto Vicentino ad una fusione un’opportunità significativa: vogliamo ora impegnarci a fondo per far

comprendere appieno lo spirito e soprattutto le prospettive di sviluppo che si possono aprire con questo progetto.Infatti, siamo convinti si tratti di un momento importante nella storia della nostra Banca, il cui obiettivo primario deve essere quello di far ricadere sui Soci i vantaggi di una buona ed efficiente cooperazione. La prospettiva della fusione rappresenta un’opportunità concreta di migliorare la re-lazione con i Soci e la clientela: potremo ampliare la gamma dei servizi offerti, pun-

tare con convinzione alla qualità dei rapporti e ra-zionalizzare con maggiore efficacia le risorse, a tutto beneficio del conto econo-mico. Le nuove opportunità commerciali possono essere la premessa per acquisire una maggiore capacità di dare credito e liquidità alle imprese del territorio; in altri termini, potremo contribuire in maniera più incisiva ad innescare il circolo virtuoso dello sviluppo. Quello che ci si prospetta è la nascita di un’unica realtà che ope-rerà in un territorio molto vasto - che comprende una larga fascia della Provincia di Vicenza e alcuni comu-ni dell’alta padovana - so-stanzialmente omogeneo

per l’alto livello di sviluppo economico e per il tessu-to sociale, che si caratterizza per un discreto livello di ricchezza, generalmente diffusa, e per la presenza di numerose realtà associative e di volontariato. Il nuovo Istituto dovrà valorizzare la propria identità di banca mutualistica locale e crediamo abbia tutte le poten-zialità per riuscire a interpretare bene il suo doppio ruolo: intermediario creditizio, cioè banca a tutti gli effetti, e impresa a responsabilità sociale legata ai propri Soci e clienti da un patto di fiducia.

Ilario NovellaPresidente

Verso il futuro senza dimenticare le nostre radici

Verso una fusione?

Le prime tappe di un lungo percorso.

La firma d’intesa sui “Patti di Fusione”: da sinistra il direttore Giorgio Sandini ed il Presidente Franco Forte della BCC di

Quinto Vicentino; il Presidente Ilario Novella ed il direttore L. Pilati di Banca San Giorgio e Valle Agno.

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ProgettiProgetti

Architetto Carollo, in queste pagine si ragiona sull’ipotesi di fusione con la BCC di Quinto Vicentino: cosa ne

pensa ?“E’ un cammino iniziato diversi anni fa – rac-conta Carollo – quando abbiamo incomincia-to ad assistere allo sviluppo di intese consortili tra le varie categorie economiche e sociali, tese al miglioramento dei servizi offerti. In quel-la fase abbiamo visto che il territorio si stava omogeneizzando, rivelando una società in continua e rapida evoluzione. La velocità dei cambiamenti si è rivelata, paradossalmente, una co-stante dei nostri tempi: essa richiede rapidità di adatta-mento, ma anche la capa-cità di non perdere di vista le nostre peculiarità. Ciò ha comportato per noi un mag-gior impegno nell’ascoltare, nell’aumentare le capacità di legge-re chi siamo, ponendo attenzione al cambiamento in essere. In questo siamo stati agevolati dal meccanismo della rotazio-ne dei mandati all’interno del C. di A. che ci ha permesso di guardare alla realtà in modo diverso e dinamico, volto allo sviluppo di nuove idee e di nuove energie, senza rimanere ancorati al contingente che può diventare un limite culturale e di immaginazione”.

Quali criticità vede nell’evolversi del progetto?“Il rischio che si corre è quello di perdere l’aggancio con le speci-ficità del territorio e con le idee progettuali che lo animano, con le nuove relazioni che si stanno in-staurando - specie in questo momento di crisi: rischiamo di non comprenderne il linguaggio e di non offrire i giu-

sti supporti per superare le attuali negatività. Ma sono fermamente convinto della bontà di questo progetto.” Quali indicazioni propone?“Vedo due banche che si confrontano e mo-strano la voglia di percorrere strade che uni-scono, per mantenere vivo lo spirito del cre-dito cooperativo che costituisce il nostro vero punto fermo, perché è retto da una profonda motivazione interiore e da un radicato senso di responsabilità nei riguardi del territorio.

A mio avviso, occorre esse-re consapevoli di agire in un ambito in cui l’iniziativa dei singoli e delle imprese si deve necessariamente con-frontare con la modernità, la globalizzazione dei merca-ti, il progresso tecnologico sempre più avanzato. Di qui

l’impegno di affrontare queste nuo-ve frontiere della solidarietà, dello sviluppo e della promozione uma-na, cercando di dare risposte adeguate con contenuti concre-ti, progetti innovativi, iniziative atte ad incrementare il senso di appartenenza e la condivisione con una cultura d’impresa comu-ne; svolgendo al meglio il ruolo

di banca, con strumenti qualificati e competitivi e valorizzando, nel contempo la caratteristica di es-sere anche cooperativa. Non

posso che augurare a tutti noi la felice conclusione di questo pro-getto con un pensiero solidale a tutti i soci e in particolare ai più giovani, che costituiscono il fulcro di questa grande famiglia, tenen-do sempre a mente che dobbiamo

essere in grado non solo di aiutare ma anche di dare dignità a chi è aiutato”.

Sull’ipotesi di fusione abbiamo

chiesto l’opinione di Elio Carollo,

presidente del C. di A. dal 2006 al 2009.

La cartina riporta in arancione i Comuni di insediamento delle filiali di Banca San Giorgio e Valle Agno; in azzurro quelli con filiali della BCC

di Quinto Vicentino. In giallo, l’intera zona di competenza della eventuale nuova Banca.

Elio CarolloPast President

La fusione? Un progetto condiviso e maturato nel tempo

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ProgettiProgetti

Quando si intraprende un progetto im-portante come quello della fusione con un’altra banca, il percorso “tec-

nico” da fare è lungo e complesso.Prima di arrivare all’Assemblea dei Soci, anzi proprio per arrivare preparati a quel momen-to, il Consiglio di Amministrazione deve pro-durre, con il supporto dell’esecutivo e di even-tuali consulenze professionali esterne, svariati documenti. Il primo è il Piano Industriale di Fusione. Si tratta di un elaborato che prende in esame i principali elementi tecnici e strategici su cui si basa la proposta di fusione. Di fatto è il docu-mento cardine che contiene ed evidenzia tutta una serie di informazioni e conside-razioni che permettono di valutare i principi fondanti dell’operazione, la sua so-stenibilità economica e le linee di sviluppo strategico del nascente Istituto. Nel documento, inoltre, devono essere illustrati le mo-difiche statutarie richieste, il nuovo organigramma e la pianificazione dei vari obiettivi.

Una volta approvato dal C. di A., il documento viene consegnato alla Banca d’Italia, che procede ad un det-tagliato esame dei suoi contenuti. Se tutto va bene, entro i successivi 90 giorni l’organo di vigilanza concede l’au-torizzazione a procedere, in modo che il progetto possa prendere corpo e svilupparsi nei successivi passaggi.Come si vede, quindi, il Piano Industriale è fondamentale per il prosieguo del percorso: vediamo allora quali ne sono le principali linee di fondo, anche per dar modo ai

nostri Soci di cominciare a raccogliere qualche elemento utile alla riflessione. Va precisato, innanzi tutto, che il progetto si struttura tecnicamente come “fusione per incor-porazione in Banca San Giorgio e Valle Agno della BCC di Quinto Vicentino”. Inizialmente si pensava ad una fusione “per unione”, scelta quest’ultima abbandonata per la semplificazio-ne di procedure e segnalazioni che la fusione per incorporazione facilita.In sostanza, nel piano industriale viene di-

chiarato che << Il progetto di fusione tra Banca San Giorgio e Valle Agno ed il Credito Cooperativo di Quinto Vicentino mira alla costituzione di una banca più solida e strutturata che, fondandosi su importanti affinità valoriali e su forti complementarietà territo-riali, consenta di affrontare meglio i cambiamenti strut-turali del mercato >>.

Le due banche, infatti, riconoscono quali valori comuni i principi fondanti della mutualità e della coooperazio-ne e attribuiscono la massima rilevanza strategica alla centralità della compagine sociale e del territorio. Tra le premesse citate all’inizio del documento, troviamo infatti il fare “perno sull’ampia compagine sociale quale sog-getto fondamentale della nuova Banca” e “favorire lo sviluppo complessivo del territorio” e delle comunità che vi sono insediate. La dimensione territoriale delle due banche messe as-sieme è ragguardevole: 29 filiali, 237 dipendenti per 75 comuni serviti; di fatto la prima banca di credito cooperativo della Provincia di Vicenza. L’accorpamento

Spunti di riflessione sul Piano

Industriale di Fusione, il primo documento

all’esame della Banca d’Italia.

Il percorsop repa ra t o r i oal la propostad i f u s i o n e

Mariano BonattoViceDirettore

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ProgettiProgetti

delle due aree territoriali consentirebbe un << maggior presidio di territori con forte potenzialità commerciale, senza alcuna sovrapposizione di filiale >>.

Sia dal punto di vista “geografico” della copertura terri-toriale, sia da quello dei volumi complessivi, l’eventua-le aggregazione permetterebbe al nascente Istituto di << posizionarsi ai primi posti a livello regionale delle banche di credito cooperativo e raggiungere dimensio-ni superiori alla media delle banche facenti parte del movimento, per meglio competere con i gruppi bancari operanti nei rispettivi territori di competenza >>.

Proviamo a considerare qualche cifra che, seppur indica-tiva, ben rappresenta le potenzialià di una fusione. Il totale dell’attivo di bilancio passerebbe a 1,20 miliar-di di euro, collocando il nuovo Istituto al 7° posto nella “classifica” regionale delle banche di credito cooperativo (oggi Banca San Giorgio e Valle Agno è al 9° posto). La raccolta complessiva ammonterebbe a 1,07 miliardi di euro ed i finanziamenti verso la clientela a circa 1 mi-liardo di euro, cui si sommano i crediti cartolarizzati per 40,7 milioni di euro.Il patrimonio complessivamente raggiunto arriverebbe a 104,7 milioni euro: un dato significativo, perchè offrireb-be migliori garanzie di solidità e permetterebbe un mi-glior controllo degli indici di rischio. Quest’ultimo aspetto non è affatto trascurabile: nel Piano Industriale si sottoli-nea infatti che << la nascita di una banca di dimensioni maggiori consente di meglio diversificare i rischi, ri-partendo il portafoglio su più settori e territori distinti; la diversificazione delle attività di portafoglio permette un risparmio del capitale economico e la riduzione del rischio del credito>>.

Non solo: i risparmi di costo e le economie di scala otte-nute andrebbero a tutto beneficio del conto economico.L’organizzazione interna dovrà necessariamente essere

rivista, nell’ottica di una valorizzazione delle competenze professionali del personale – aspetto su cui i due C. di A. concordano - e di razionalizzazione dei costi. L’integra-zione delle due banche non produrrebbe esuberi, anzi mantenendo tutti i posti di lavoro si potranno recuperare aree di efficienza e valorizzare << le “best practices” attuate dalle singole banche, ossia le prassi migliori, al fine di diffonderle rapidamente nelle aree organiz-zative e funzionali simili e aggregabili >>.

“Non possiamo pensare di fare sempre le

stesse cose e ottenere risultati diversi”.

(A. Einstein)

Quali benefici cipossiamo attendere

dalla fusione?L’integrazione tra Banca San Giorgio e Valle Agno e la Banca di Credito Cooperativo di Quinto Vicen-tino porterebbe a questi risultati:

SOCI: oltre 10.000, tutti residenti o operanti nella provincia di Vicenza

PATRIMONIO: un patrimonio complessivo di 104,7 milioni di euro

FILIALI: una rete territoriale di 29 sportelli e la pos-sibilità di operare in 75 comuni

RACCOLTA: una raccolta complessiva di 1,07 mi-liardi di euro

IMPIEGHI: risorse restituite al territorio sotto forma di prestiti e finanziamenti a soci e clienti per oltre 1 miliardo di euro

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Primo PianoPrimo Piano

Banca San Giorgio e Valle Agno concede il bis.Accade a Thiene, dove è stata aperta a metà ottobre la filiale n. 21 della

banca. Si tratta del secondo sportello a Thiene, dove è stata scelta la centrale Piazza Scalcerle al civico 25, di fron-te alle scuole elementari. “Con la seconda filiale sa-remo ancora più vicini al cuore della città - spiega il Presidente della banca, Ilario Novella - e metteremo a frutto la nostra capacità di servire meglio le famiglie thienesi; nel centro storico saremo inol-tre particolarmente vicini agli esercizi pubblici e alle attività commerciali”.

Un traguardo importante voluto da tutto il Consiglio di Amministrazione della banca, a supporto dello sportello del “Ponte di Fer-ro”, in via Masere, diven-tato ormai frequentatissimo punto di riferimento per le imprese del polo produttivo industriale. La squadra della nuova filia-le è guidata dal Responsabi-le di filiale Enrico De Boni e dai collaboratori Alberto Ve-celli, Michela Rizzato ed Eugenia Patassini. Gli ambienti vivaci e colorati, dalla cassa agli uffici di consulenza, sono pensati per accogliere i clienti in totale sicurezza e riservatezza. “Aprire una filiale e’ sempre una sfida impegnativa – ci racconta De Boni – in particolare

in questo caso perché siamo nel cuore della città, dove sono presenti diversi Istituti bancari e la concorrenza è agguerrita.

Questo però non ci spaven-ta, anzi ci è di stimolo a fare ancora meglio. Voglia-mo farci conoscere da un maggior numero di perso-ne, lavorando con cortesia e senso di responsabilità. Siamo qui solo da qualche settimana ma abbiamo già avuto riscontri positivi con la clientela privata, le atti-vità commerciali e, ci piace sottolinerarlo, anche con le moltissime associazioni lo-cali, che vedono nella no-stra Banca un reale punto di riferimento.” A tutto lo staff della nuova filiale va l’augurio di saper interpretare le esigenze ed incontrare le aspettative della dinamica piazza di Thiene.

Thiene: aperta una nuova filiale

in piazza Scalcerle.

Nuova filialea T h i e n e

Alcune immagini della nuova filiale

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Primo PianoPrimo Piano

Un aiuto subito a chi è stato colpito dai danni del mal-tempo ed è alle prese con

problemi dovuti agli allagamenti e al fango. La nostra Banca, as-sieme alle altre BCC/CRA della Provincia, si è attivata per offri-re misure di sostegno e per po-ter essere vicina da subito a famiglie, imprese, attività produttive, agricole, commerciali e artigianali che hanno bisogno di aiuto.

Finanziamenti Sono state attivate forme di finanziamento per l’anticipo dei contributi post alluvione che verranno erogati dallo Stato o dalla Regione. Le spese di istruttoria e di paga-mento rata sono gratuite; la durata può arrivare a 60 mesi. I tassi sono differenziati a seconda che il richie-dente sia Socio o cliente. Per le persone fisiche già so-cie o clienti, il tasso d’interesse è zero per prestiti fino a 5.000,00 euro. Tra la documentazione da produrre: certificazione del Comune alluvionato che attesta i danni subiti, per le aziende corredata da documentazione foto-grafica e/o perizia.

Raccolta fondiPer favorire la raccolta di fon-di pro alluvionati, è stato aper-to presso la Fondazione delle BCC/CRA della provincia di Vicenza il conto corrente sotto indicato:

Conto Corrente codice IBANIT04 M083 9960 1900 0000 0216 840Presso CRA Brendolaintestato alla“Fondazione delle BCC/CRA della Provincia di Vicenza - Pro alluvionati”

Per effettuare donazioni non si pagano spese ed è pos-sibile indicare nella causale il comune prescelto: la Fon-dazione si farà carico di trasferire i fondi raccolti ad una Associazione/Ente operante in quel territorio comunale. Per le donazioni prive di una specifica causale, la Fon-dazione si impegna a individuare un’Associazione/Ente meritevole.

Emergenza alluvione:

le Banche di Credito Cooperativo e

Casse Rurali della Provincia di Vicenza

Scendono in campo con interventi comuni.

In aiuto agli a l luv iona t i

Un gesto concretoLe BCC/CRA vicentine si sono impegnate a promuo-vere la raccolta fondi nelle proprie comunità di riferi-mento presso i propri soci e clienti, ma anche presso i membri degli organi istituzionali ed il personale delle stesse. Banca San Giorgio e Valle Agno si è già atti-vata in questo senso; molti dipendenti hanno deciso di contribuire devolvendo la somma equivalente ad una o più ore di lavoro, mentre i componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sinda-cale hanno rinunciato ad un gettone di presenza.

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Primo PianoPrimo Piano

Il sistema pensionistico integra-tivo è stato concepito dal legi-slatore come un’aggiunta alla

pensione obbligatoria, quando questa è stata rivista dalla rifor-ma Dini. Nel corso degli anni Novanta la revisione del sistema della pensione obbli-gatoria nello specifico ha visto il passaggio dal siste-ma cosiddetto “retributivo” al “contributivo”: in massima sintesi la differenza è che con il secondo si ottiene un assegno previdenziale pari nel migliore dei casi al 45-60 % dell’ultima busta paga, mentre in precedenza si raggiungeva anche il 100%.

Mi conviene aderire a un fondo pensione com-plementare?

Per chi ha iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 la pensione è calcolata solo con il sistema contributivo: è per questi lavoratori che la “costru-

zione” di una previdenza inte-grativa può essere una scelta molto conveniente. Per dare ai dipendenti la possibilità di acce-dere convenientemente ai fondi pensione, la legge ha previsto

la possibilità di alimentarli in particolare con il Tfr, tratta-mento di fine rapporto (ma è possibile farlo anche con contributi propri, a seconda del fondo), aggiungendo delle forti agevolazioni fiscali per rendere l’operazione conveniente.

Quali sono queste agevolazioni? Anzitutto, è bene precisare che il Tfr (quota via via

accantonata dal datore di lavoro, per il dipendente) può essere destinato al fondo pensione che si è scelto anche solo in parte, in modo da avere comunque una liquida-zione.

Il primo vantaggio fiscale è la deducibilità. I con-tributi versati alle forme di previdenza comple-

mentare, anche il Tfr, sono deduci-bili dal reddito Irpef fino a un mas-simo di 5.164,67 euro. La soglia è più alta se il lavoratore è un gio-

vane neo-occupato. In pratica se verso 500 euro in un anno di contributi volontari e ho un’aliquota del 23 per cento, avrò uno sgra-vio fiscale di 115 euro. Sono deducibili anche le quote versate a favore

di familiari a carico.

Altro aspetto positivo è il livello di tassazione della pensione integrativa, deci-samente basso. Contano,

Pensione,

ci sono dei motivi reali per fare “bis”?

Rispondiamo alle domande di alcuni Soci.

L e n o s t r eP e n s i o n i

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Primo PianoPrimo Piano

in questo caso, gli anni di contributi versati: la pensione riscossa viene tassata del 15 per cento, ma se si è iscritti da oltre 15 anni l’aliquota si riduce dello 0,30 per cento annuo (la soglia minima è il 6 per cento). Per esempio, un lavoratore con 35 anni di previdenza complementare riscuoterà un assegno tassato al 9 per cento. Per il Tfr la-sciato in azienda, invece, come livello di tassazione vale l’aliquota media del singolo dipendente: se anche una persona resta nella soglia di tassazione Irpef più bassa si tratta sempre del 23 per cento.

Avviando un proprio fondo pensione, come con il Tfr, è possibile richiedere delle anticipazioni prima del tempo, con qualche vantaggio. Se si lascia il trattamento di fine rapporto in azienda la somma richiesta non può eccede-re il 70 per cento del totale maturato, e non può avvenire prima di otto anni in caso la richiesta venga fatta per l’ac-quisto della prima casa o per spese sanitarie. L’importo anticipato sul Tfr viene sempre tassato almeno al 23 per cento, o con aliquote superiori. In caso di Tfr versato ai fondi, invece, si ha diritto a ottenere fino al 75 per cento del capitale maturato, sempre dopo otto anni per acqui-stare casa e in qualunque momento per spese sanitarie, e fino a una quota del 30 per cento sul totale accumulato per altre esigenze. La tassazione è al massimo del 23 per cento per l’acquisto della casa o per altre esigenze, e al massimo del 15 per cento su spese sanitarie.

E se ad un certo punto il fondo pensione che ave-vo scelto non mi va più bene?

Niente paura, la legge prevede che dopo due anni dalla data di inizio della partecipazione ad un fondo, l’ade-rente possa trasferire l’intera posizione individuale matu-rata ad un altro. E il trasferimento è esente da ogni onere fiscale.

Come si sceglie un fondo pensione dall’altro? Ci sono più criteri. La prima valutazione va fatta

sui costi: tutti i fondi nelle note informative hanno indicato

l’I.S.C. (Indicatore sintetico di costo), per capire quali sono le spese che si avranno ogni anno. E’ poi importan-te analizzare i rendimenti dei fondi, su un periodo lungo, e naturalmente il tipo di rischio che si corre: elevato con l’azionario, e via via minore più si va verso l’obbligazio-nario.

Banca San Giorgio e Valle Agno, a questo proposito, propone ai propri clienti fondi pensione personalizzabili a seconda delle esigenze e dell’età. In particolare è inte-ressante il “Fondo Pensione Aperto Aureo”: uno strumento multicomparto, cioè costruibile con un piano di previden-za equilibrato fra i comparti Azionario, Bilanciato, Obbli-gazionario e Garantito. E il fondo lavora in un’ottica di “lifecycle”: il bilanciamento fra i vari comparti si aggiorna automaticamente nel tempo in base all’età dell’aderente e alle sue caratteristiche, un po’ più “aggressivo” all’ini-zio – quando l’orizzonte temporale è ancora molto lungo – e un po’ più “tranquillo” alla fine, quando si avvicina il momento della pensione.

Maggiori informazioni sono disponibili in filiale. di Andrea Alba

Foto di gruppo per i nostri Soci in viaggio in Cina

Una serie di indicazioni sul tema della previdenza complementare (o integrativa) permetterà di avere le idee un po’ più chiare.

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Primo PianoPrimo Piano

Nel pacco dono per il pros-simo Natale i nostri Soci tro-veranno due prodotti tipici: un vino rosso passito molto parti-colare, il Groppello, ed una confezione di biscotti artigia-nali di pasticceria. La storia del Groppello è sin-golare.Groppello sta per “grop”, termine veneto che indica il nodo formato da un grappolo compatto di acini particolar-mente serrati. Testimonianze certe che il vitigno Groppello fosse coltivato nella zona di Fara Vicentino e di Breganze risalgono già al ‘600 e anche un secolo dopo se ne parla in documenti arrivati fino a noiQuesto antico Groppello è stato per molto tempo dimen-ticato, ma ora la Cantina Be-ato Bartolomeo lo ha riscoperto e recuperato registrando al Catasto Viticolo i rari vigneti ancora in produzione. L’uva, raccolta a mano e riposta ad appassire in fruttaio fino a dicembre, raggiunge una concentrazione zucche-rina del 38%. La resa in mosto è bassissima, da 100 chi-li d’uva si ottengono 25 litri. A differenza del Torcolato, il Groppello fermenta a contatto con le vinacce per 20 giorni arricchendosi di colore e profumi e dopo 10 mesi di affinamento in vasca è pronto per essere degustato.La prima vendemmia che si può fregiare del nome Groppello è la 2009: in precedenza i vigneti di Grop-pello erano semplicemente registrati come Uva Rossa. La Cantina Beato Bartolomeo e Banca San Giorgio e Valle Agno dedicano con grande piacere ed orgoglio questa prima produzione ai Soci della Banca.Per l’occasione è stata scelta un’etichetta dei primi ‘900 utilizzata all’epoca dai produttori di Groppel-

lo della Costa di Fara Vicentino, la

stessa località dalla quale provengono

le uve del “Gropeo” 2009.

Per il ritiro del pacco dono, staccate il coupon allegato a questo numero della rivista: vale per il ritiro del pacco e per ottenere lo sconto del 10% sugli altri prodotti della Cantina Beato Bartolomeo da Breganze. La pro-mozione è riservata esclusivamen-

te ai nostri Soci.

Pacco Natalizio

per i nostri Soci

Natale 2010:

iniziative, appuntamenti e curiosità.

BORSE DI STUDIO Sono circa 350 le domande di borsa di studio presenta-te quest’anno da universitari e studenti delle superiori.Per gli assegnatari che hanno dimostrato di avere i requisiti, l’erogazione degli importi avverrà - a par-tire dal 2 gennaio prossimo - attraverso l’accredito in conto corrente o, per i giovanissimi, con ricarica dell’importo su carta prepagata. Quest’anno torna anche l’appuntamento per la sera-ta di consegna: i ragazzi e le loro famiglie sono invi-tati giovedì 23 dicembre alle 20,30 alla Corte degli Aranci di Marano Vicentino. Per maggiori informazioni, visitate il sito www.banca-sangiorgio.it.

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Primo PianoPrimo PianoParte a dicembre il nuovo progetto che

Banca San Giorgio e Valle Agno dedica

ai bambini con meno di 13 anni.

Si chiama ABC ed è dedicato alle famiglie: l’obiet-tivo è offrire un primo semplice strumento per inse-gnare ai propri figli e nipoti l’importanza di pensa-

re al futuro, cominciando da subito e in modo semplice.Il tutto in piena coerenza con quanto stabilisce la mission della banca che, nell’esercizio della propria attività, ha anche lo scopo di promuovere “l’educazione al rispar-mio e alla previdenza”.Cos’è ABC? Chi ha un figlio o un nipote con meno di 13 anni potrà chiedere in filiale il LIBRETTO ABC: nessun ca-none e nessuna spesa, nemmeno per l’imposta di bollo. Disponibilità immediata e massima semplicità di utilizzo. Con il primo versamento 25,00 euro come omaggio di benvenuto.Inoltre sarà possibile dedicare al bimbo una serie di pro-dotti e servizi pensati per garantirgli nel tempo sicurezza, protezione e previdenza, investendo a capitale garantito con redditività certa.E subito in regalo Giorgino, il simpatico salvadanaio per imparare a risparmiare sin da piccoli! I giovanissimi po-tranno così affidare a Giorgino le mancette ricevute in re-galo e, una volta riempito, portarlo in filiale per imparare da subito a capire il valore del loro “gruzzolo”.

Messaggio promozionale. Per le condizioni applicate ai servizi

si rinvia ai fogli informativi disponibili gratuitamente in tutte le filiali.

A B C :il risparmio si impara da piccoli

Da zero a 13 anni,

per diventare grandi

imparando a risparmiare

Idea

REGALOperNATALE

IdeaREGALO

per NATALE

Nel cassetto dei ricordiho trovato stamattinauna vecchia cartolinacon gli auguri di Natale.

Non è carica di cose:la capanna coi pastori,il bambino e i genitori,niente abeti o lampadine.

Son gli auguri di un compagnodella scuola elementare“Infinite cose care.”Poi la firma e “Buon Natale”.

LA CARTOLINA DI NATALE

Sergio G. Mocellin, “Il canto dei grilli che toglie i pensieri”, Attilio Fraccaro Editore, 2010.

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IncontriIncontri

È il sogno di tanti impren-ditori ed artigiani: poter lasciare un giorno l’atti-

vità di una vita, fatta crescere in tanti anni di dedizione e fatica, nelle mani dei figli, perché ne raccolgano l’ere-dità non solo economica, ma anche di valori, motivazioni, passione per il lavoro. È il tema del “passaggio genera-zionale” che per anni ha te-nuto banco nei dibattiti pub-blici, soprattutto nel Nord Est delle Pmi e del miracolo economico, ed è oggi an-che la sfida ormai vinta di Uniform Srl, azienda di Ma-rostica specializzata nella realizzazione e produzioni di stampi industriali per ma-terie plastiche. L’azienda è nata infatti anco-ra 35 anni fa per iniziativa di Luciano Passuello, che l’ha fatta crescere negli anni portandola alle attuali dimensioni: 1,5 milioni di euro di fatturato, 12 dipendenti e un portafoglio clienti che vede numerosi grandi nomi dell’industria del Veneto e non solo. A 61 anni, da tre in pensione, oggi Luciano sta gradual-mente lasciando le redini della società nelle mani del figlio Riccardo, 31 anni, che, entrato in organico solo nel 2006, sembra avere già oggi le idee molto chiare sulle direttrici di sviluppo futuro di Uniform: innovazione e tecnologia, qualità e customizzazione, infine sostenibi-lità. Come ci racconta lui stesso in questa intervista.

Com’è nata la Uniform?Era il 1975. Mio padre, allora venticinquenne, dopo diversi anni di esperienza all’interno di un’azienda del settore di Marostica, la prima ad aver introdotto, già negli anni Cinquanta, la tecnologia dello stampo ad iniezione per materie plastiche, decide di fare il grande salto e mettersi in proprio. Al suo fianco in società trova

prima Giuseppe Filadi, che mette a disposizione anche la prima sede all’interno del-lo scantinato sotto casa sua, a Vallonara, e poi Lorenzo Cremasco, collega nella precedente esperienza.

Il primo verrà a mancare sfor-tunatamente solo due anni dopo, e così la compagine rimarrà fino agli anni ’90 composta da soli due soci: mio padre specializzato sul fronte produttivo, Cremasco su quello progettuale. Nel 1984 intanto l’azienda si era già trasferita nell’attua-le sede di via dell’Industria, sempre a Marostica, ma è nel 1997 che gli assetti societari cambiano radical-mente. Cremasco vende la sua

quota ad un importante gruppo metalmeccanico della zona, spingendo la mia famiglia a decidere nel 2001 un importante investimento per riacquisire la proprietà dell’azienda.

E poi entri in scena anche tu….Io entro in azienda solo quattro anni fa, specializzando-mi nella parte progettuale. Inizialmente, dopo la laurea nel 2004 con il massimo dei voti all’università di Pa-dova in ingegneria meccanica, avevo altri progetti. Mi sono infatti trasferito a Milano per due anni, tentando un’esperienza in McKinsey, una delle più importanti so-cietà di consulenza internazionali, ma ho capito presto che non era la mia strada. Nel frattempo la Uniform stava crescendo, le complessi-tà aumentavano, anche per effetto di un mercato sempre più competitivo e difficile, e mio padre aveva bisogno di una mano. Da lì al mio ingresso in società il passo fu breve, e oggi sono davvero contento di averlo com-piuto.

U N I F O R M ,il passaggio del t e s t i m o n e

da padre a figlio

L’azienda di Marostica specializzata nella produzione di stampi industriali affronta

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IncontriIncontri

Com’è cambiato in questi ultimi anni il vostro merca-to, anche per effetto della crisi?I clienti ci chiedono un ser-vizio e una qualità mag-giori a fronte di prezzi più bassi, anche in virtù di una congiuntura economica non favorevole e per la concor-renza straniera pressante. Oggi Cina e paesi dell’Est europeo sono in grado di garantire condizioni economiche spesso più vantaggio-se. Noi cerchiamo di rispondere con la qualità, la cono-scenza delle nostre specificità locali e con la capacità di instaurare un dialogo stretto e proficuo con i clienti. Su questo terreno sappiamo che non c’è “cinese” che tenga. Certo sono i finiti i tempi in cui il mercato aveva una so-vrabbondanza tale di domanda da metterci quasi nelle condizioni di non dover cercare nuove commesse.

Chi sono i vostri clienti, e cosa offrite loro?Sono per lo più importanti aziende del Veneto e dell’Alto Adige, soprattutto nei settori del bianco (elettrodomesti-ci), dell’elettrico e dell’automotive. Recentemente abbia-mo acquisito anche un cliente russo, il nostro secondo all’estero. Produciamo stampi di tutti i tipi per materie plastiche. In questi giorni ad esempio stiamo lavorando su un proget-to di ingegnerizzazione per un motore innovativo, idea di un nostro cliente, che forse rivoluzionerà il mercato e la lavatrice così come la conosciamo oggi.

Quanto pesa l’innovazione per voi?Come in tutti i settori è fondamentale. Tanto più in quelli industriali e manifatturieri, dove spesso la competizione degli stranieri è assillante e le leve distintive possono essere proprio la qualità e l’innovazione. Per noi ha tra l’altro due anime: una tutta interna alla Uniform, per lo sviluppo di nuovi processi produttivi e nuove tecnologie, l’altra a disposizione dei nostri clienti, per i quali svi-luppiamo progetti per prodotti o servizi spesso all’avan-guardia.

Avete anche progetti impor-tanti di sviluppo strutturale.Proprio per spingere con for-za sul fronte dell’innovazio-ne, l’azienda presto farà un importante salto in avanti. Abbiamo infatti deciso con mio padre un importante in-vestimento di oltre un milione di euro per rinnovare lo sta-bilimento, con la costruzione

– se riusciremo ad avere le necessarie autorizzazioni dal Comune – di una nuova area ad alta tecnologia, con climatizzazione per garantire temperature e umidità controllate, a vantaggio della qualità della produzione. I nuovi macchinari saranno votati all’automazione più spinta, e per questo stiamo già cominciando a formare i nostri dipendenti perché in futuro siano in grado di fare un passo indietro dal lavoro manuale per gestire invece i processi e il corretto funzionamento delle macchine. Costruiremo inoltre una nuova palazzina per ospitare gli uffici, e punteremo sul fotovoltaico per abbattere i consu-mi e i costi energetici.

Come farete fronte ad un tale investimento?Banca San Giorgio e Valle Agno ci sta fortunatamente accompagnando in questo percorso, garantendoci il ne-cessario finanziamento. Inutile dire che il rapporto con la banca è oggi sempre più importante, vista l’entità econo-mica del piano e soprattutto la sua importanza strategica per il futuro di Uniform. Puntiamo infatti a raddoppiare in pochi anni la produzione. Se riusciremo a raggiungere l’obiettivo, dovremo ringraziare necessariamente anche chi ha creduto in noi come Banca San Giorgio e Valle Agno.

il passaggio generazionale investendo sul futuro, in tecnologia e sulla crescita dimensionale.

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IncontriIncontri Nella zona industriale di Thiene,

la Gasparella Office Service fondata da Francesco Gasparella e dalla moglie Bruna,

La Gasparella Office Service di Thiene nasce ancora nel 1982 come

piccola ditta di vendita di macchine, attrezzature ed ar-ticoli per ufficio e il disegno tecnico. Sono passati quasi trent’anni di onorato servizio da allora, nel corso dei qua-li anche il mondo esterno è rapidamente cambiato, a forza di innovazioni, nuove tecnologie e modalità di co-municazione. Proprio come il mercato, anche l’azienda si è evoluta, crescendo di anno in anno, fino a diventa-re ciò che è oggi: una delle realtà all’avanguardia e più conosciute nell’Alto Vicenti-no nell’ambito della stampa digitale, nei più svariati tipi di supporti, formati e colori, con particolare attenzione allo sviluppo dei sistemi di elaborazione grafica. Merito di Francesco Gasparella, oggi 62 anni, e della moglie, che fin dall’inizio hanno creduto nell’attività, con passio-ne, dedizione e capacità di coinvolgere nel corso del tempo nuovi validi collaboratori, primi tra tutti Federico, Alberto e la figlia Nicoletta.

Signor Gasparella, come le venne tanti anni fa l’idea e la voglia di diventare imprenditore?Venivo da un’esperienza come agente per alcune ditte della zona specializzate nel settore delle macchine per ufficio fax e delle fotocopiatrici. Ad un certo punto de-cisi che era arrivato il momento di mettermi alla prova, di camminare da soli, io e mia moglie. Partimmo come semplice Snc, in una bottega di soli 70 metri quadri a Piovene Rocchette, trattando inizialmente tavoli da dise-gno, macchine eliografiche e altre apparecchiature per ufficio. Solo per pochi anni, perché nel 1985 ci trasfe-rimmo a Thiene, in un nuovo negozio fronte stazione ferroviaria, dove avviammo anche una prima vendita al dettaglio di cancelleria, molto accogliente. Dieci anni più tardi, affrontammo il trasferimento in una nuova sede

lungo la Nuova Gasparona, mentre nel 2001, passam-mo in via definitiva all’attua-le sede di 500 mq nella IV zona industriale di Thiene.

Come ha influito in questi cambiamenti l’evoluzione del mercato?Moltissimo. La stessa tec-nologia ha fatto passi da gigante. Nel ’92, ad esem-pio, quando decidemmo il trasferimento, la competi-zione era già allora fortis-sima, i margini ridotti, e la stampa digitale stava già cominciando a cambiare le regole del gioco. Oltre all’ampliamento decidem-mo quindi subito, tra i primi nel Vicentino, di scommette-

re sull’innovazione, investendo su questo tipo di stampa e assumendo il nostro primo giovane collaboratore, Fe-derico Dal Zotto, all’epoca in uscita da un’importante esperienza proprio nel digitale alla Selecta di Bolzano Vicentino ed oggi una delle colonne portanti della socie-tà assieme a mia figlia Nicoletta.

Per voi fu la svolta.Da allora cominciammo a specializzarci sempre più sui servizi di stampa in digitale e per ogni tipo di formato, conservando e facendo comunque crescere anche la parte di front office e vendita di cancelleria per uffici, che ci ha sempre permesso di attirare traffico nel punto vendita. I nostri clienti oggi sono per lo più piccole e medio-piccole imprese dell’Alto Vicentino, oltre che pri-vati cittadini e istituzioni locali. Generalmente infatti non seguiamo grandi clienti, poi-ché preferiamo investire sulla qualità e sul servizio, piut-tosto che competere sul prezzo. Questa scelta nel tempo sembra averci premiato, visto che ogni anno abbiamo incrementato il fatturato, ormai vicino al milione di euro, e abbiamo avuto la possibilità di assumere nuove per-sone.

GASPARELLA, la stampa digitaleè di famiglia

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IncontriIncontrioffre servizi di stampa digitale e in grande

formato, di vendita al dettaglio di cancelleria e di consulenza grafica e creativa.

Come siete organizzati all’in-terno?Attualmente siamo in nove in azienda. Io seguo la parte commerciale e gli acquisti di rilievo, mentre mia moglie la parte amministrativa. Alberto cura gli acquisti di cartucce, carte speciali e cancelleria in genere e la vendita esterna presso le aziende e Tatiana la vendita al dettaglio in negozio, mentre Federico e Nicola seguo-no i servizi grafici, la stampa digitale per i grandi formati. Dario segue la stampa a colori, mentre mia figlia Nicoletta i contatti con buona parte della clientela e la relativa gestione degli ordini. Con Silvia, poi, segue anche la stampa in bianco e nero e relative finiture.

Quando ha deciso Nicoletta di seguire le orme dei ge-nitori?Inizialmente aveva altri progetti. Laureata in economia aziendale nel 2004 alla Cà Foscari di Venezia con 110 e lode, ha avuto l’opportunità di fare un paio di esperienze molto importanti a Trieste e in Canada. Poi però, nonostante qualche titubanza iniziale, ha deciso di seguirci in azienda. Ed oggi è assolutamente innamo-rata del suo lavoro: è la prima ad entrare, l’ultima ad uscire. Sempre.

Cosa offre la Gasparella oggi in più rispetto ai con-correnti?Credo che la Gasparella Office Service sia tra le poche aziende del Vicentino a poter offrire ogni tipo di servi-zio e consulenza in ambito stampa e di elaborazione grafica. Possiamo garantire massima flessibilità, velocità di esecuzione, attenzione costante alla qualità. In casa lavoriamo soprattutto le medio-piccole commesse che ri-chiedono l’abbattimento dei tempi di consegna, mentre per la stampa di grandi volumi (libri, manuali, etc.) ci ap-poggiamo spesso a partner della zona con cui abbiamo attivato strette collaborazioni. L’importante è che il no-

stro cliente per ogni esigenza di stampa e in ogni momento può avere in noi un unico punto di riferimento costante e affidabile.

E la tecnologia come entra in gioco?Ovviamente un livello tale di ser-vizio viene in parte reso possibile dalle persone, in parte dalla tec-nologia, sulla quale continuiamo ad investire. Oggi usiamo mac-

chine Xerox per la stampa a colo-ri, Ocè per quella in bianco e nero e Roland per i grandi formati. Cerchia-mo sempre di tenerci al passo con le ultimissime novità, anche perché è ne-cessario in un settore così competitivo e attento alla qualità come il nostro.

Quanti clienti avete, e quali nomi eccellenti si appog-giano a voi?Oggi seguiamo circa duemila clienti, tra aziende e privati. Ci sono anche società molto conosciute come Laverda, Valentino Fashion Group, Bft, Fas, Sicon Soco-mec, Tyrolit Vincent, Faresin, Arroweld o Adriani e Rossi Edizioni a Thiene.

E con Banca San Giorgio e Valle Agno che rapporto avete?Siamo clienti da diversi anni, sia come famiglia, sia come ditta. Soprattutto però siamo anche soci, e posso dire che il rapporto è davvero molto positivo. Per chiudere: altri dieci, venti anni alla guida della Ga-sparella Office Service, o spazio alla pensione?Quest’azienda l’ho costruita dal nulla, è la mia vita e anche una passione. Non posso chiedere di meglio che continuare a seguirla, anche se cerco di dedicarmi più tempo che in passato. Amo la montagna e cerco di andarci più spesso, mentre sto scrivendo anche un libro su un caro, vecchio amico alpinista, un grandissimo Marco Dal Bianco, che ora non è più con noi. Spero di pubblicarlo già il prossimo anno.

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FocusFocus

L’accordo Basilea 3 impone requisiti patri-moniali più severi per

l’operatività delle banche, in modo che gli Istituti bancari possano disporre di maggio-ri risorse per resistere a una crisi come quella iniziata con i mutui subprime, che con-tinua ad avere oggigiorno ripercussioni non solo nel mondo finanziario ma anche nell’economia reale (indu-striale). Oltre all’irrobustimento dei criteri su patrimonio e rischi, sono state introdotte misure nuove quali il presidio del-la liquidità (soddisfare determi-nati equilibri sia di breve che di medio periodo in funzione della capacità di far fronte a fabbisogni improvvisi di liqui-dità), il provisioning e cioè la richiesta alle banche di creare dei “cuscinetti” di ca-pitale nei periodi non di crisi a fronte dei possibili periodi di crisi e il limite generale di leva massima e cioè del rapporto tra i volumi di attività della banca (compresi gli impegni) e i suoi mezzi propri.

I punti principali sui quali poggia l’accordo possono es-sere così sintetizzati:

• Patrimonio di base: aumento della qualità al fine di garantire una maggior capacità di assorbire le perdite,

• Buffer: è il cuscinetto previsto che permetterà di inte-grare il patrimonio minimo di base (capitale più riserve), che potrà gonfiarsi o sgonfiarsi nelle diverse condizio-

ni cicliche; in sintesi si tratta di una serie di misure volte all’accumulo di capitale in tempi di espansione econo-mica al fine di disporre degli stessi in periodi di recessione (stabilizzazione dell’espan-sione);

• Standard minimi di liqui-dità: liquidità minima che include 30 giorni e 12 mesi di copertura di fabbisogno

di liquidità (“Liquidity Coverage Ratio” quale indicatore di equilibrio per evitare situa-

zioni di stress tra scadenze del passi-vo e dell’attivo entro i trenta giorni

e il “Net Stable Funding Ratio” quale parametro di controllo dell’equilibrio tra l’attivo ed il passivo entro i dodici mesi),

• Rapporto di leva: introdu-zione di un leverage ratio al fine di contenere l’accumulo

eccessivo della leva finanzia-ria (ricorso al capitale di debi-

to); sarà definito quale rapporto massimo tra volume delle attività e

delle esposizioni fuori bilancio (crediti di firma, margini su linee di credito non

utilizzati, ecc.) e il capitale.

Con le nuove regole di Basilea le banche italiane “sa-ranno in grado di muoversi verso livelli patrimoniali più elevati con gradualità, assicurando al tempo stesso il so-stegno alle imprese e all’economia” ha spiegato il Go-vernatore Draghi, aggiungendo altresì che “il contenuto di questo accordo, che riguarda tutti, non solo l’Italia o l’Europa, ma è mondiale, rispecchia le finalità che indi-co da tempo: più capitale, meno debito e sostegno alla

Nella riunione del 12 settembre scorso tra

i governatori delle banche centrali europee

e i capi di Vigilanza è stato approvato il

nuovo accordo denominato “Basilea 3”.

A n t i c i p a r eBasilea 3 per c o n t i n u a r e a s o s t e n e r e l’economia locale

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FocusFocus

crescita attraverso una maggiore solidità del sistema bancario”.A fronte dei benefici che il nuovo accordo avrà sulla stabilizzazio-ne del sistema bancario e sulle relative capacità dello stesso di affrontare con maggior snellezza eventuali crisi economiche mondia-li, senza il sostegno pubblico, non mancheranno effetti sull’economia reale e sulla relativa capacità del-le aziende di credito di sostenere le imprese: gli effetti sulla struttura patrimoniale, finanziaria ed eco-nomica delle banche sono rilevanti e la capacità di finanziare le imprese sarà sicuramente ridotta e dovrà essere necessariamente proporzionale al merito del credito del cliente finanziato.

L’aumento del capitale delle banche è condizione ne-cessaria alla capacità delle stesse di sostenere il tes-suto produttivo e da questa esigenza non sono certa-mente immuni le banche di credito cooperativo che, oltre al finaziamento dei clienti, hanno il dovere di presidiare il territorio, sostenere la compagine sociale e l’economia locale, in particolare nei periodi di crisi quale quello che stiamo attraversando.

Con l’introduzione delle nuove regole vi è però una dif-ferenza rispetto al periodo attuale: se le banche di credito coo-

perativo sono riuscite a continuare ad erogare prestiti nonostante la recente recessione mondiale (dati testimoniati dallo sviluppo degli attivi creditizi delle banche locali a dispetto della contrazione degli stessi verificatasi nelle grandi ban-che italiane che hanno privilegiato gli investimenti nel portafoglio di proprietà), con l’introduzione di vincoli strutturali di liquidità, capita-li aggiuntivi e rating più stringenti, tale capacità potrà essere garantita solo con l’aumento del patrimonio garantito dalla compagine sociale.

Scelta che Banca San Giorgio e Valle Agno, prima ban-ca in Italia nel mondo del credito cooperativo, ha già attuato attraverso l’Offerta pubblica di sottoscrizione di azioni.

Di Andrea Scettro,Ufficio Pianificazione e Controllo di Gestione

L’entrata in vigore sarà graduale, a partire

dal 1 gennaio 2013, per arrivare alla

piena attuazione all’1 gennaio 2019.

La tua Associazione ha ritirato i cappellini di Banca San Giorgio e Valle Agno? Mandaci la foto!

Il Futsal Rosà, squadra di Calcio a 5 impegnata nel campionato di serie D che si allena con le T-shirt di MondoDream

«Le banche italiane complessivamente sono soli-de e hanno livelli patrimoniali superiori ai mini-mi regolamentari. Sono in linea e a volte anche meglio rispetto alla media internazionale».Mario Draghi, governatore di Banca d’Italia, settembre 2010.

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No ProfitNo Profit

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A Salcedo, piccolo co-mune ai piedi dell’Al-topiano di Asiago, i

diversi gruppi di volontariato hanno intrapreso un percor-so comune, organizzando – anche con l’aiuto della no-stra Banca - alcune iniziative per uscire dal localismo e far conoscere le ricchezze e le risorse del luogo.

“Abbiamo bellissimi percorsi immersi nella natura, piatti e prodotti tipici, feste di comu-nità e persino piccoli Musei che è impossibile trovare al-trove - racconta il presiden-te della Pro Loco, Roberto Montemaggiore - Attraverso la riscoperta delle nostre origini, legate alla terra, ci siamo dati l’obiettivo di va-lorizzare la specificità del paese e magari riuscire a promuoverlo all’interno dei percorsi enogastronomi-ci o degli itinerari turistici complementari alle grandi mete del Veneto. In fondo, non abbiamo niente da individiare a comuni di altre regioni italiane che hanno già fatto questo percorso.”

L’appuntamento principale nell’arco dell’anno è senza dubbio a luglio, con la Festa di S. Anna: un momento molto sentito in paese, non solo per il contenuto religioso – che ha origini antiche ed è sempre molto forte – ma anche in senso più ampio, come occasione per la co-munità di riunirsi richiamando anche persone dai paesi vicini. In autunno, poi, Salcedo si riunisce per la Festa del Rin-graziamento, che si tiene l’ultima domenica di settem-bre ed è preceduta, il sabato, dalla transumanza. “Può sembrare un pittoresco corteo di uomini e animali – rac-

conta Antonio Lazzaretti, che coordina il Gruppo Coltivatori - ma l’occasione ha in realtà un significato più profondo: vorremmo richiamare i valo-ri della civiltà contadina dei nostri avi, per riavvicinare i giovani alla natura ed ai suoi cicli”. Da qualche anno i diversi gruppi collaborano anche alla realizzazione del calendario, che raggiungendo ogni fami-glia diventa strumento di me-moria e condivisione: infatti, rievoca eventi importanti o semplicemente momenti di vita o lavoro cha hanno coin-volto il paese. Ma il risultato più bello – raccontano - è l’esser riusciti a coinvolgere molti ragazzi e ragazze del

paese. “Facciamo pur finta di non aver capito che per loro fare volontariato è la scusa per uscire un po’ - dice Montemaggiore – Il loro entusiasmo e la loro spontaneità sono la migliore ricompensa per tutti gli sforzi fatti!”

Pro Loco, Protezione civile,

Gruppo Coltivatori e Donatori di sangue:

tutti riuniti, assieme a molti altri volontari,

per un traguardo comune.

I l c o l o r a t omosaico del lea s s o c i a z i o n id i S a l c e d o

Nelle immagini alcuni momenti della recente “Festa del Ringraziamento” a Salcedo.

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No ProfitNo Profit

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A Fara e San Giorgio manca la terza età. Gli over 65, riuniti

in un gruppo compatto e numeroso, si sono risoluti a fermarsi alla “Seconda età e mezza”. E guai a parlare di … anziani!Il Comitato pomotore è sorto solo qualche anno fa, grazie alla tenace vo-lontà dell’amministrazione comunale, per favorire le possibilità di incontro e le occasioni di socializzazio-ne fuori casa: Sindaco, Vice Sindaco e qualche assessore, pur essendo … juniores, fanno ancora parte del gruppo.Oggi ci sono oltre 160 iscritti, che partecipano con entusiasmo alle varie attività e frequentano le strutture comunali - la pale-stra e la biblioteca, soprattutto - messe a disposizione dell’Associazione a titolo gratuito. Il Comitato Diretti-vo, previsto dallo Statuto, coordina le verie iniziative, che hanno come scopo principale quello di rafforzare i legami tra la comunità di Fara e quella di San Gior-gio.L’iniziativa più seguita è senz’altro l’attività moto-ria. Ma se al lunedì si fa ginnastica, al martedì si balla! I pomeriggi danzanti sono aperti anche ad ospiti dei comuni vicini, con tessera d’ingresso, e sono resi più vivaci dalla musica eseguita dal vivo. Ogni anno si organizzano almeno quattro gite: mete raggiungibili in una giornata, con la pausa per il lauto pranzo, che hanno portato il gruppo a visitare di recente Feltre, l’Abbazia di Praglia, il Santuario di Pietralba. E’ rimasta nel cuore a tutti la visita all’isola di S. Andrea a Ve-nezia: grazie all’interessamento di un concittadi-

no, è stato possibile visitare la caserma dei Lagunari e assistere alle loro esercita-zioni belliche. Il gruppo ha anche consu-mato il rancio assieme ai soldati: alcuni di loro sono probabilmente ancora in missione in Afghanistan.

Si portano avanti anche al-cune attività sociali, prezio-se per la comunità, come quella dei Nonni Vigili.“Il gruppo – ci racconta il Presidente, Nicola Gnata – è nato con l’aiuto, anche economico, del Comune e con il supporto della Banca, sempre presente e vicina alle nostre necessità. Dopo

la fase di avvio, però, abbiamo ritenuto che fosse dove-roso da parte nostra autotassarci, anche se per importi modesti. Abbiamo quindi introdotto il tesseramento an-nuale e stabilito delle quote per le gite. E’ vero che per i nostri iscritti è un piccolo sacrificio, ma abbiamo la soddisfazione di non gravare interamente sulle risorse

del comune, che può quindi destinarle anche ad altri

scopi.

Dallo Sci Club 2A riceviamo la foto della partenza della corsa in salita Stalder, organizzata in agosto a Maddarello di Asiago.

Da circa un triennio, Fara Vicentino e

San Giorgio di Perlena hanno la loro

associazione della “terza età”.

Tu t t i f e r m i a l l a “ s e c o n d ae t à e m e z z a ”

Il gruppo degli iscritti al corso di attività motoria.

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RadiciRadici

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Le Banche di Credito Coo-perativo del Veneto offro-no un aiuto concreto alle

scuole d’infanzia non statali, mettendo a disposizione 7,5 milioni di euro per anticipare i contributi che le scuole stesse attendono dalla Regione.L’iniziativa è stata presentata a fine ottobre, in un incontro al quale hanno partecipato Amedeo Piva ed Andrea Bo-logna, rispettivamente presi-dente e direttore della Fede-razione Veneta delle Banche di Credito Cooperativo assieme ad Ugo Lessio, presidente della Fism regionale che rappresenta le scuole materne del Veneto.

A questa iniziativa ha subito aderito anche Banca San Gior-gio e Valle Agno, ritenendo si tratti di una significativa appli-

cazione del principio di sussi-diarietà a favore di strutture, quali le scuole materne, che spesso faticano a chiudere il bilancio.Da sempre, infatti, la nostra banca ha manifestato sensibi-lità e attenzione nei confronti delle attività a sostegno della famiglia, accompagnando le giovani coppie nell’educazio-ne dei figli. Oggi lo facciamo con uno strumento in più a van-taggio della gestione opera-

tiva delle scuole d’infanzia non statali: l’anticipo del saldo è a costo zero.

Da più parti, infatti, abbiamo raccolto la richiesta di anticipa-re alcune somme dovute dalla Regione del Veneto alle scuole d’infanzia, in attesa che questi contributi a saldo divengano tec-

nicamente disponibili. Nel frattempo, proprio per dare linfa vitale alle attività svolte dagli asili per l’infanzia e per assistere la loro gestione in un momento difficile per tutti, interverremo per anticipare questi contributi. La Federazione Veneta ha coinvolto in questo progetto tutte le 40 BCC/CRA Venete, che operano attraverso gli oltre 630 sportelli in tutta la regione. Tale facilitazione sarà realizzata mediante la concessione di apposite li-nee di fido a tasso zero. Le scuole d’infanzia - asili privati e parrocchiali - coin-volti in questo progetto nelle varie province venete sono 1.192.

Gli importi anticipati dalle banche di credito coope-rativo veneto, che si aggirano mediamente sui 5 -10

L a B a n c as o s t i e n e l e p o l i t i c h eper l’infanzia

Fata Passaparola legge le fiabe ai bimbi della Scuola Materna San Giuseppe di Schiavon

Il Credito Cooperativo Veneto assegna un

totale di 7,5 milioni di euro per l’anticipo

del contributo regionale alle scuole

dell’infanzia non statali.

Festa di fine anno alla Scuola Materna Dolcetta di Montecchio Maggiore

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RadiciRadici

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mila euro per ciascun asilo, saranno erogati a costo zero fino alla liquidazione del contributo da parte del-la Regione Veneto. Potranno chiedere l’anticipo le singole scuole dell’in-fanzia che già intrattengono un rapporto di conto cor-rente con la nostra Banca o che in relazione a questa operazione provvederanno ad aprirlo. Maggiori in-formazioni possono essere richieste attraverso la pro-pria filiale.

Con la collaborazione di Federica MorelloFederazione Veneta BCC

“Crescere nella cooperazione” è il nome dato al nuovo progetto della Fondazione delle BCC/CRA vicentine. L’iniziativa, che nasce per favorire l’inte-

grazione e lo scambio tra scuola e territorio, vuole va-lorizzare la cultura della cooperazione tra i giovani e potenziare la dimensione della solidarietà e dell’impren-ditorialità, viste come competenze preziose per la vita.L’intento del progetto è quello di sviluppare un’azio-ne di impegno civico ed etico: l’idea di cooperazione proposta a docenti ed alunni non è, infatti, soltanto un modello di sviluppo economico, ma anche un esempio di responsabilità civile e sociale.Il progetto è uno strumento per approfondire la cono-scenza del mondo cooperativo e dei suoi valori, in par-ticolare la responsabilità individuale, la democrazia, la solidarietà. Ma non si ferma ad una mera esposizione astratta di questi principi: per la conoscenza del modello cooperativo, della sua organizzazione, della sua storia e della sua valenza sul territorio è importante che i ragazzi ne sperimentino direttamente le forme organizzative. Solo la sperimentazione di imprese cooperative con le classi – ossia vere e proprie Associazioni Cooperative Scolastiche - con l’esperienza concreta dei valori della democrazia e della condivisione, permette di compren-derne l’importanza, gettando le basi per una cittadinan-za responsabile e solidale e offrendo ai ragazzi compe-tenze aggiuntive per la loro futura vita professionale.

La Fondazione delle Banche di

Credito Cooperativo e Casse Rurali

della provincia ha avviato un nuovo progetto

di collaborazione con le scuole del territorio.

A Venezia la firma del protocollo d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale e la Regione Veneto

Cappellini blu per la gita al parco dei bambini della Scuola Materna di Fara Vicentino

C r e s c e r e nel la cooperazione

La giornata termina in allegria alla Scuola Materna Prospero Alpino di Marostica

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