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La Valle del Reno - Emilia Romagna in primo piano ... Fiume Reno Il Reno, in celtico “acqua che...

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52 La Valle del Reno
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Page 1: La Valle del Reno - Emilia Romagna in primo piano ... Fiume Reno Il Reno, in celtico “acqua che scorre”, nasce in Toscana sul Monte delle Piastre e dopo un bre-ve e impetuoso tratto

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La Valle del Reno

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Il Fiume Reno Il Reno, in celtico “acqua che scorre”, nasce inToscana sul Monte delle Piastre e dopo un bre-ve e impetuoso tratto fa il suo ingresso in Emilia.Siamo a Ponte della Venturina, nel territorio delComune di Granaglione: di qui il corso del fiu-me disegna una verde vallata, che in 75 km scen-de sinuosa fino a Casalecchio di Reno.

Da Casalecchio, il fiume inizia il suo corso nel-la pianura bolognese che attraversa fin quasi aFerrara. I suoi argini, fra i più alti e imponentidella Val Padana, sono visibili da chilometri didistanza e accompagnano il fiume fino a lam-bire le Valli di Comacchio e a giungere final-mente alla foce nel mare Adriatico. Nel suoultimo tratto, il Reno occupa l’antico letto delPo di Primaro, al tempo dei Romani ramo prin-cipale del Grande Fiume.

Una storia millenaria scorre insieme a tutto ilcorso del Reno, straordinario museo all’apertocapace di raccontarci la sua storia geologica equella dell’uso delle sue acque, che hanno in-fluenzato profondamente l’economia di que-ste terre, facendo di Bologna la prima città in-dustriale d’Europa.

Il Reno è anche una preziosa arteria ambienta-le che offre scorci di straordinaria bellezza, cheuna volta scoperti è impossibile non amare.

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Il fiume Reno in pianura

Comune di Baricella

PORRETTA E LA DIMENSIONE DEL TEMPOIl primo ricordo che ho di Porretta è il pontesul Reno da cui mi affacciavo per guardare letrote. Non so se si vedano ancora - temo dino - ma quando io avevo otto anni, nell’or-mai lontano 1963, quel gesto di osservare ipesci dall’alto mi garantiva un po’ di sollievodopo le ore trascorse alle terme, tra orrendiaerosol e soggiorni in acque non proprioprofumate. Sul ponte mi ci portava miopadre, e anche questo è un bel ricordo, vistoche assieme a lui non ci potrei tornare più.Oggi, trote a parte, non mi sembra chePorretta sia molto cambiata, anche se io lafrequento solo di sera, per militanza lettera-ria, e di giorno non so…. Di sicuro, non haperso il fascino dei luoghi europei, da primidel Novecento, con i suoi alberghi un po’demodé e i suoi caffè accoglienti, compre-so quello in cui sorseggiai per la prima voltaun goccio di birra. Per arrivarci, poi, ci si im-piega ancora una vita, mentre tutt’intorno ilmondo vola, ed è anche per questo suo ap-partenere alla dimensione del tempo lentoe sospeso che continua a piacermi, più diogni altro posto della nostra provincia.

Stefano Tassinari, scrittore,

PENSIERI: IL RENO, A CASALECCHIO“Che bella idea che ha avuto il fiume Renodi toccare con le sue fresche e dolci acqueoltre a città meravigliose come Basilea,Mannheim, Coblenza, Bonn, Düsseldorfanche la non meno splendida Casalecchio. Certo, al vecchio fiume non possiamo cherimproverare la sua pigrizia che se vinta gliavrebbe consentito di toccare pure Utrecht e, per fare felice anche Erasmo, Rotterdam. Gli abitanti di Casalecchio, nei tempi remo-ti e medievali, vollero invece averlo tuttoper sé e costruirono una chiusa che permiseloro di poter guardare dall’alto in basso gliabitanti di altri borghi meno fortunati, ba-gnati dal piatto Po, dal poco blu Danubio,dalle acque un po’ stagnanti della Mosella. Casalecchio allora fu subito superba e amòquel fiume in modo quasi insensato, gettan-dosi quasi scosciata sulle sue rive rumorose,ispiratrici non del melenso walzer ma dellaben più energica filuzzi”

Alessandro Fullinattore e autore di testi comici e commedie, artista di Zelig

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Il Corno alle Scale e il suo comprensorio sciisticoIl Museo Marconi a Pontecchio (Sasso Marconi) L’area archeologica e il Museo Nazionale Etrusco di MarzabottoLa Pieve di RoffenoLa Pieve di Panico e gli altri capolavori dei Maestri comaciniLa Chiesa di Santa Maria Assunta di Alvar Aalto a RiolaGrizzana Morandi e le colline morandiane La Rocchetta Mattei Il borgo medievale di La ScolaPalazzo Comelli a BargiI borghi di Baigno, Stagno e ChiapporatoI Parchi Regionali e le riserve naturaliLe Terme di PorrettaIl Porretta Soul FestivalGli zuccherini montanari I funghi, i tartufi e le castagne della Valle del RenoLa birra di castagne di Granaglione

Da non perdere: L’itinerario di visitaL’itinerario ruota intorno alla SS64 Porrettana. All’altezza di Ver-gato si divide in due percorsiparalleli: il primo guida il viag-giatore dalle colline morandia-ne al Parco dedicato ai duegrandi laghi di Suviana e delBrasimone, mentre il secondosale fino in cima alla più altavetta del bolognese, il Cornoalle Scale, per arrivare a Por-retta Terme, capitale del benes-sere termale e chiudersi a Gra-naglione a ridosso del crinaletosco-emiliano.

- Casalecchio di Reno- Sasso Marconi- Marzabotto - Vergato

Dalle colline morandianeal Parco dei Laghi- Grizzana Morandi- Camugnano - Castel di Casio

Verso i più alti crinali- Castel d’Aiano- Gaggio Montano- Lizzano in Belvedere- Porretta Terme- Granaglione

La Valle del Renol’appennino

Casalecchio

di Reno

Sasso Marconi

Marzabotto

Vergato

Grizzana Morandi

Castel di Casio

Castel d’Aiano

Gaggio Montano

Porretta Terme

Granaglione

CamugnanoLizzano

in Belvedere

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La storia e l’ambiente La storia della Valle del Reno affonda le sueradici nella civiltà degli Etruschi, che quihanno lasciato importanti tracce della loropresenza: nella zona di Marzabotto affioranole vestigia di una grande città del VI secoloa.C., presso cui si trova il Museo NazionaleEtrusco “Pompeo Aria”. Successivamente con-quistata prima dai Celti e poi dai Romani, lavallata, divisa tra possedimenti Bizantini eLongobardi, fu attraversata per secoli da con-flitti per il comando sui diversi borghi ecastelli. In questo contesto si giocò la vicen-da dei Conti di Panico, fieri avversari del Co-mune di Bologna, dopo aspre lotte ridottiall’obbedienza anche grazie all’istituzione deiCapitani della Montagna, di cui resta memo-ria nello splendido palazzo di Vergato. Almedioevo risalgono anche le meraviglioseopere dei Maestri comacini e le tante case-torri che ancora oggi costellano la vallata.Erede della grande tradizione costruttivacomacina è Palazzo Comelli di Bargi (Camu-gnano). Ma non mancano testimonianze dellastoria più recente: dalla casa museo Gugliel-mo Marconi, ai luoghi del pittore GiorgioMorandi, passando per la fiabesca RocchettaMattei, fino alle atmosfere liberty delle TermeAlte di Porretta. Capolavoro dell’architetturacontemporanea è la chiesa di Riola, unicaopera in Italia del grande maestro finlandeseAlvar Aalto.L’ambiente, di rara bellezza, varia molto a se-conda dell’altitudine, che sale fino a sfiorare i2000 m del Corno alle Scale. Quasi intera-mente ricoperto da boschi di castagno e difaggio, il paesaggio è oggi tutelato da ben treParchi regionali: il Parco del Corno alle Scale,il Parco dei Laghi e il Parco Storico di MonteSole, oltre che dal Parco Provinciale di Mon-tovolo e dalla riserva del Contrafforte plioce-nico.

A tavola La cucina del territorio, così come il dialetto,è caratterizzata dalla collocazione geograficadi confine tra l’Emilia e la Toscana. I piattirisentono delle blasonate tradizioni gastro-nomiche delle due regioni, fondendosi ingustose contaminazioni. Accanto alle tipicheminestre emiliane (così nel Bolognese si chia-mano tutti i primi piatti, non solo quelli inbrodo) troviamo le zuppe di cereali, le succu-lente bistecche alla fiorentina, la cacciagione,i piatti a base di tartufo, funghi e castagne,senza dimenticare le infinite altre delizie cheregalano il sottobosco e le alte brughiere,confezionate secondo antiche ricette.

Tra queste si segnalano il miele di crinale e lacastagna di Granaglione, ultimo Comune pri-ma della Toscana, che riserva una sorpresa: labirra di castagne Beltaine, ispirata alla pre-senza dei Celti nella vallata. Originali sonoanche i ciacci di castagne, la crescenta del-l’uva di Vergato e i borlenghi. Da provare glizuccherini montanari, protagonisti dellaSagra di Riola.

Come arrivare - Autostrada A1 Bologna-Firenze: uscite aSasso Marconi, Rioveggio e Pian del Voglio.

- Strade: SS 64 Porrettana (Pistoia - Bologna)- Linea ferroviaria Bologna-Pistoia: stazioni aCasalecchio di Reno, Borgonuovo, SassoMarconi, Lama di Reno, Marzabotto, Pian di Venola, Pioppe di Salvaro, Vergato, Riola,Silla, Porretta Terme, Ponte della Venturina, Molino del Pallone, Biagioni.

- Linee ATC www.atc.bo.it

Sasso MarconiVia Porrettana, 312 - 40037 Sasso Marconi (BO)Tel. 051.6758409 - [email protected]

Porretta TermeP.zza della Libertà, 11 - 40046 Porretta Terme (BOTel. 0534.22021 - [email protected]

Lizzano in BelvedereP.zza G. Marconi, 6 - 40042 Lizzano in Belvedere (BO)Tel. 0534.51052 - [email protected]

Vidiciatico (Lizzano in Belvedere)Via Marconi, 31 - 40042 Vidiciatico (BO) Tel. 0534.53159 - [email protected]

Molino del Pallone (Granaglione)Via Roma, 56/1 - 40030 Molino del Pallone (BO) Tel. 0534.62468 - [email protected]

Informazioni Turistiche

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Abitata da sempre, la Valle del Reno ricopre,fin dai tempi degli Etruschi, un ruolo decisivocome via privilegiata delle comunicazioni traEmilia e Toscana.

Nel Medioevo, la strada veniva chiamata ViaFrancesca della Sambuca e rappresentavaun’importante variante della Via Francigena,usata dai pellegrini nei loro viaggi verso Roma.Questi antichi percorsi oggi sono stati risco-perti e sono percorribili in parte a piedi, inparte con mezzi pubblici o in automobile.

Pur se semplice mulattiera, la fondovalle delReno fino al Settecento continuò ad essereuna delle vie transappenniniche maggiormen-te frequentate. Con l’industrializzazione le esi-genze infrastrutturali cambiarono e si impose-ro nuovi interventi: nel 1847 sotto il GovernoPontificio di Papa Gregorio XVI venne termina-ta nel versante bolognese la Strada Statale 64“Porrettana”, costruita contemporaneamenteal suo prolungamento sul versante toscano, laVia Leopolda, così chiamata in onore del Gran-

duca di Toscana Leopoldo II.

Ancora oggi la Porrettana unisce città e pae-saggi estremamente diversi ma tutti altrettan-to affascinanti, in un percorso attraverso loca-lità incastonate tra nevi e nebbie, boschi egrandi spazi, montagne e pianure che non la-sciano indifferente il viaggiatore.

Il 3 novembre 1864 partì il treno a vapore cheinaugurò la ferrovia parallela alla Porrettana,che collega Bologna a Pistoia, prima strada fer-rata transappenninica all’epoca consideratauna delle più ardite d’Europa. Il viaggio perpercorrere l’intero cammino era di sei ore emezzo. Oggi questa bella tratta è riservata auna linea regionale che permette di risalire, incirca un’ora e mezza, la Valle del Reno e di rag-giungere, respirando un’atmosfera d’altri tem-pi, molte delle località toccate dal nostro iti-nerario.

La Porrettana:una strada lunga oltre 2000 anni

Il Balzo dei Rossi a Sasso Marconi - Ecosistema - Andrea Serra

Terre Alte, da giugno a settembre oltre 600eventi organizzati dai Comuni di Camugnano,Castel di Casio, Gaggio Montano,Granaglione, Lizzano in Belvedere, PorrettaTerme, dal Parco del Corno alle Scale e dalParco Regionale dei Laghi di Suviana eBrasimone.

Suoni dell’Appennino è una rassegna musi-cale estiva che permette di scoprire antichiborghi, santuari, pievi medievali e bellezzenaturali dell’Appennino, attraverso concerti dimusica di ogni genere. Il festival valorizza lepromesse musicali del territorio e si avvaledella presenza di artisti di fama internaziona-le. Nato nella Valle del Reno, l’evento coinvol-ge oggi anche le altre vallate dell’Appennino.www.associazionemusicae.com

Eventi

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Iniziamo il nostro viaggio a Casalecchio di Re-no appena 5 km da Bologna, lungo la Porret-tana SS 64.

Già meta di villeggiatura dell’aristocrazia bo-lognese, nel 1883 Casalecchio venne collegataa Bologna con una tramvia a vapore e alcunisuoi locali, come il Caffè Pedretti, divenneroluoghi di ritrovo dell’élite culturale raccoltaintorno a Giosuè Carducci. Contemporaneamente Casalecchio ricevetteun forte impulso industriale e le sue frequen-tazioni si arricchirono di importanti presenzestraniere come i tedeschi dell’Argenteria e del-la birreria Ronzani (oggi centro commerciale),e gli inglesi della filanda della Canonica. Oggiè un vivace centro culturale e commerciale,immerso nel verde alle porte di Bologna.

A dominare il paese è il Colle della Guardia,sormontato dalla mole del celebre tempiomariano di San Luca, unito a Bologna dal por-tico più lungo del mondo. Anche Casalecchioè direttamente collegata al Santuario attra-

verso il sentiero dei Brégoli, un’antica mulat-tiera che, immersa nei boschi, conduce escur-sionisti e pellegrini dalla chiesa di San Mar-tino fino ai piedi della venerata icona bizanti-na della Madonna di San Luca.Di fronte al Colle della Guardia, al di là delfiume, sorge l’Eremo di Tizzano (4 km dal cen-tro di Casalecchio, in direzione Zola Predosa).Già eremo dei Camaldolesi, la grande chiesabarocca è composta da sei cappelle collegatetra loro. Al suo interno, si segnalano il coroligneo e le tele di Gandolfi e del Guercino. Sulretro sono visibili due delle diciassette celledove vivevano i monaci. Notevole il panoramasu Bologna e la pianura.

Allo scopo di deviare verso la città parte delleacque del Reno, furono costruiti nel XII secolouna prima Chiusa e il Canale di Reno. La Chiusa è oggi ancora in funzione e lungo ilCanale corre una bella pista ciclabile che con-sente un tranquillo collegamento nel verdefino a Bologna.

Casalecchio di Reno

La Chiusa e il Canale di RenoL’obiettivo era quello di fornire forza motriceai mulini e agli opifici della città medievale inpiena espansione, oltre che di alimentare vienavigabili che aprissero ai prodotti bolognesicanali commerciali internazionali. Fu così chea Casalecchio nel 1208 venne costruita, a spe-se del Comune di Bologna, una prima chiusastabile in legno.Risistemato il Canale di Reno che collega laChiusa alla città, Bologna riuscì ad alimentareun fitto reticolo di canali, chiaviche e chiavi-cotti, che ne fece una città d’acque, nonchéun grande centro europeo di produzione delvelo di seta. Ricostruita più volte, la Chiusanon riusciva tuttavia a reggere le piene. Nel1567 papa Pio V ne ordinò pertanto la rico-struzione e ne impose la manutenzione a co-loro che dall’acqua traevano utili. Sorse cosìla grande chiusa costruita su disegno del

Vignola (Jacopo Barozzi), che ancora oggi re-sta una meravigliosa testimonianza dell’inge-gneria idraulica dell’epoca.Procedendo verso Bologna lungo il canale, siincontra un altro manufatto che testimoniadella storia produttiva bolognese legata alleacque del Canale di Reno: la Filanda, storicoopificio per la lavorazione della canapa,danneggiato dalla seconda guerra mondialee oggi recuperato nella sua parte che affac-cia sul canale e adibito a sede della “Casaper la Pace”. Da non perdere: Il 29 Agosto di ogni anno iConsorzi dei Canali di Reno e Savena apronogli impianti e organizzano visite alle struttu-re approfondendo la loro storia, le caratteri-stiche e le funzioni operative di un tempo edi oggi. Info: Consorzio della Chiusa di Casalecchio edel Canale di Reno - Tel. 051.6493527www.consorzireno-savena.it

Storia e Cultura

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Sulla riva destra del Reno, adagiato sulle colli-ne che si arrampicano fino al santuario di SanLuca, il Parco Talon è uno dei polmoni verdiche cingono scenograficamente Bologna.

Di fronte al Parco Talon, il Lido di Casalec-chio è raggiungibile dal centro della cittadinacon una bella passeggiata ciclabile che offreuno splendido panorama sulla Chiusa e sulfiume. Qui in estate è possibile prendere ilsole e rilassarsi sulle rive del Reno in unaspiaggia attrezzata come un vero e propriostabilimento balneare.

Da segnalare sono anche il polo culturaledella “Casa della Conoscenza” e il Teatro“Alfredo Testoni”. Il teatro, che si trova in Piazzadel Popolo, venne costruito nel 1928, qualesede della locale Casa del Fascio. La costruzio-ne è ingentilita da una loggia, all’epoca desti-nata alle esercitazioni di scherma.

Il Parco della Chiusa, noto come ParcoTalon, è costituito dagli ex possedimentidei marchesi Sampieri Talon, che dal ‘600qui costruirono diverse ville. Il parco haconosciuto momenti di grande splendoremondano, in particolare nel ‘700.Nell’Ottocento Stendhal, assiduo frequen-tatore di questi luoghi, lo paragonò al “Boisde Boulogne”. Ancora oggi è possibileimmaginarne gli antichi fasti nobiliari pas-seggiando lungo i viali alberati, sostando neigrandi prati all’inglese e attraversando bo-schetti pensati apposta per perdervisi den-tro. Qua e là si riconoscono i ruderi delleartificiose invenzioni architettoniche, per lequali gli studiosi fanno anche il nome delfamoso architetto e scenografo Ferdinan-do Galli Bibiena. In primavera e in estate ilparco diventa la suggestiva cornice di mani-festazioni e rassegne culturali.

Natura

CanoaIl Reno, in prossimità della Chiusa, scorretranquillo e consente a tutti, adulti e ragaz-zi, di praticare il canottaggio in sicurezza, diallenarsi e anche di divertirsi in una vera epropria palestra fluviale, dotata anche di uncampo permanente di canoa slalom.Questo tratto di fiume viene utilizzatotutto l’anno per gli allenamenti della squa-dra agonistica di canoa fluviale (Info: A.S.D.Canoa Club Bologna Tel. 051.575354; [email protected]). A Casalecchio notissimo è anche il Pala-sport, tempio del basket tricolore e sede deipiù importanti concerti pop della regione.

Sport e Vacanza attiva

Festa degli Aquiloni, Parco Talon: 1° maggio.Reno Folk Festival, suoni e sapori dellatradizione: musica folk, danza, stage espettacoli, stand gastronomici: giugno.Trimi’s Festival, rassegna musicale inter-nazionale: giugno. www.trimisfestival.itFesta di San Martino: 11 novembre.

GIORNO DI MERCATO: mercoledì

Eventi

La chiusa

Comune di Casalecchio di Reno

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Risalendo la Porrettana, si entra nel territoriodi Sasso Marconi, che deve il suo nome allaRupe, nota nel Medioevo come Sasso diGlòsina, scenografico avamposto del Contraf-forte pliocenico, e a Guglielmo Marconi, loscienziato inventore del telegrafo senza fili.

Prima di giungere a Sasso, provenendo da Ca-salecchio, si incontra la frazione di Pontecchio.Ben visibile dalla SS 64 Porrettana, si staglia VillaGriffone, costruita alla fine del Seicento e mo-dificata nel Settecento. Nel 1895 l’edificio passòalla famiglia Marconi e proprio qui il giovaneGuglielmo compì il suo esperimento di trasmis-sione. Scavato nel colle su cui sorge la villa, ilMausoleo dello scienziato è opera del celebrearchitetto del fascismo Marcello Piacentini, cheper il progetto si è ispirato alle tombe etrusche.

Proseguendo verso Sasso, si incontra il borgodi Colle Ameno, interessante episodio archi-tettonico a fini abitativi e produttivi di conce-zione tipicamente settecentesca.Costituito attorno alla villa della nobile fami-glia Ghisilieri, il borgo si presentava come unvero e proprio villaggio preindustriale conabitazioni e botteghe artigiane, un ospedaleper i poveri, una tipografia e una celebre fab-brica di ceramiche. Durante la seconda guerramondiale divenne un centro nazista di prigio-nia e smistamento. Oggi della villa non resta-no che suggestive rovine, mentre il borgo e ilparco, aperti al pubblico, sono stati oggettodi recente recupero. Annesso al complesso èl’oratorio di S. Antonio da Padova, vero gioiel-lo di arte barocca per la cui visita bisognarivolgersi alla Fondazione Guglielmo Marconi.

Tra le numerose ville della zona, merita sicu-ramente una visita il Castello de’ Rossi, dal-l’elegante profilo merlato che si allunga sullerive del Reno, raggiungibile con una devia-zione di 1,4 km dalla Porrettana.Costruito alla fine del Quattrocento dal ban-chiere Bartolomeo Rossi, ospitò i papi GiulioII, Paolo III, Leone X, il poeta Torquato Tassoe Giovanni II Bentivoglio. Separata dal castello da un canale, la corte,animata da locande e negozi, è chiusa a set-tentrione da una bella torre colombaia a dueordini di logge. In questo scenario si svolgeda oltre trecento anni la “Fira di sdaz”, tradi-zionale fiera settembrina.Proseguendo lungo la strada che ci ha con-dotto al castello, l’elegante architettura inlegno e metallo del Ponte di Vizzano ci per-

Sasso Marconi

L’era del wireless, della comunicazione sen-za fili, nasce qui, nella seicentesca Villa Grif-fone di Pontecchio, residenza di famiglia eluogo dei primi esperimenti di telegrafia diGuglielmo Marconi (Bologna 1874 - Roma1937). Oggi la villa è sede della Fondazione edel Museo dedicati al grande inventore.Emozionante è la visita alla celebre “stanzadei bachi”, primo laboratorio del giovanescienziato, destinato appena trentacin-quenne al Nobel per la Fisica. Nel parco ècustodito il relitto del panfilo “Elettra”,laboratorio galleggiante di Marconi dal 1919.Le visite al Museo - particolarmente stimo-lante la sua offerta didattica - si effettuanosu prenotazione e con visita guidata. Sulletracce di Marconi, a Granaglione è possibilevisitare l’antica casa (XV sec.) della famigliad’origine dello scienziato, mentre nellapiazza di Porretta è il bel palazzo apparte-nuto al padre (nato alle vicine Croci di Ca-pugnano), dove Guglielmo trascorse leestati della sua infanzia.

MUSEO MARCONI - Villa GriffoneVia Celestini, 1 - Pontecchio Marconi40037 Sasso Marconi (BO)Tel. 051.846121 - Fax [email protected] - www.fgm.itApertura: su prenotazione e con visita gui-data. Ingresso gratuito.

Musei - Personaggi e Cultura

Villa Griffone - Museo Marconi

Provincia di Bologna - Guido Avoni

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mette di passare alla scoperta del territoriodi Sasso sulla destra del fiume Reno.Costeggiato il grande parco dei Prati di Mu-gnano (oltre 110 ettari di verde), si imboccala strada panoramica delle Ganzole fino albivio che a sinistra porta a Pieve del Pino,dove la vista si apre di fronte a uno splendi-do anfiteatro naturale di calanchi dominatidallo sperone di arenaria del “dente”. Pocooltre, deviando a destra dopo 6 km si rag-giungono Bàdolo e Monte Adone, cuore del-l’area del Contrafforte pliocenico.Alla confluenza del Setta nel Reno da segna-lare è l’acquedotto romano, straordinaria o-pera di ingegneria idraulica che porta l’acqua

L’Oasi naturale di San Gherardo

S.A.P.A.B.A.

Il Contrafforte pliocenico La catena di rocce arenacee del Contraf-forte, risalente al periodo geologico delPliocene (tra i 5 i 2 milioni di anni fa), si sta-glia imponente fra le valli del Reno e dell'I-dice. Le sue spettacolari pareti rocciosesono il risultato della sedimentazione disabbie e ghiaie trasportate dai fiumi Setta,Reno, Savena e Idice, che sfociavano nellapianura padana allora ricoperta dalle acquedel mare. Le successive fasi di sollevamentodella catena appenninica hanno innalzatoqueste rocce fino ad oltre 600 m di quota.Le erosioni eoliche hanno poi conferito allepareti un aspetto quasi dolomitico: esempiofra i più belli è quello delle Torri di MonteAdone, nelle vicinanze dell’omonima cima.Tutte queste rocce sono ricche di fossilimarini: il reperto più straordinario di questomare perduto è senz’altro la Balenotterapliocenica di Gorgognano, i cui resti sonoora presso il Museo di Geologia e Paleon-tologia dell’Università di Bologna. Di grande interesse non è solo l’aspettogeologico, ma anche quello faunistico-ambientale con una serie di habitat moltodiversi tra loro. Nell’area non mancano ori-ginali testimonianze storiche, come il “co-lombario”, forse un antico sepolcro scavatoin profondità nella nuda parete.

Nell’area del Contrafforte, a 10 km circa daSasso, il Giardino botanico Nova Arbora,nato nel cortile di una vecchia casa coloni-ca, ricrea ambienti naturali (stagno, rocce,torbiera) divenuti l’habitat naturale per di-versi tipi di piante e animali. Si organizzanovisite guidate e percorsi didattici alla sco-perta di mille specie diverse di piante tra cuialcune a rischio di estinzione in Italia.Info: www.novarbora.com

Natura

L’Oasi naturale SAPABA di San Gherar-do si estende tra il fiume Reno e la pareterocciosa del “Balzo dei Rossi” e compren-de due zone umide create a seguito delrecupero di ex cave di sabbia e ghiaia.L’area è dotata di percorsi, cartelli e puntidi osservazione attrezzati per la fruizionepubblica e didattica (si segnala l’innovati-vo capanno anfibio per l’osservazioneacquatica), agevolata anche dall’ubicazio-ne dell’oasi lungo il fiume Reno a metàstrada tra il Parco della Chiusa di Casalec-chio di Reno e i Prati di Mugnano di SassoMarconi. Gli elementi naturalistici salientidell’oasi sono il falco pellegrino che nidi-fica nella vicina parete di arenaria e gliuccelli acquatici che frequentano le duezone umide. L’area è accessibile ai disabilied è visitabile solo su prenotazione.Tel. 051.6758409 - [email protected]

Natura

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Colli Bolognesi, microzona Colline Marconia-ne. Dal 1999 il Comune aderisce all’Associa-zione Nazionale “Città del Vino” e dal 2006ospita l’Info point della Strada dei Vini e deiSapori “Città Castelli Ciliegi”.Numerose sono le possibilità di escursioni apiedi per le colline intorno al capoluogo,lungo sentieri che toccano luoghi densi di

storia e di suggestioni, come il borgo di Janocon la sua torre medievale. La Guida turisticadi Sasso Marconi, realizzata dal Comune, pro-pone 41 percorsi escursionistici, referenziati inuna pratica cartina allegata al volume. E'disponibile un'audioguida dei comuni di SassoMarconi, Casalecchio di Reno, Crespellano,Vergato e Zola Predosa scaricabile su telefonocellulare, smartphone o computer (www.sassomobile.com).

potabile a Bologna attraverso un percorso nelsottosuolo lungo 18 km. Progettato e realizza-to dai Romani negli ultimi anni del I sec. d.C.,l’acquedotto è tuttora in piena efficienza.Il territorio di Sasso Marconi ha da sempreuna spiccata vocazione agricola e in partico-lare è famoso per la produzione dei vini DOC

Sport e Vacanza attiva

L’acquedotto romanoGiudicate troppo limacciose le acquedell’Aposa (l’unico corso d’acqua naturaleche attraversa il centro di Bologna) e trop-po calcaree quelle del Reno, gli ingegneriidraulici romani individuarono nel Setta ilfiume da cui trarre nel I sec d.C. l’acqua peril fabbisogno idrico della colonia di Bono-nia. Da allora, l’acquedotto rimase in fun-zione fino alla caduta dell’Impero, quandoiniziò il suo lento declino, che lo portò adessere quasi completamente dimenticato.La sua riscoperta nel Settecento si deveall’abate Calindri, grande studioso dellamontagna bolognese. Per la sua completariattivazione, ad opera del Comune di Bo-logna, bisogna attendere il 1883, ma la cosaforse più straordinaria è che oggi, dopooltre 2.000 anni, l’acquedotto serve anco-ra perfettamente le case dei bolognesi.

Storia e Cultura

Eventi

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Leoni, tigri, scimmie e coccodrilli in Appen-nino insieme a caprioli e rapaci? Sì, sono glianimali che, sequestrati a chi li ha sottrattiillegalmente al loro habitat naturale, a Mon-te Adone trovano il loro rifugio. Il centro nonè quindi un parco faunistico, né tanto menouno zoo, ma un luogo in cui è possibile cono-scere e avvicinare animali esotici e selvatici inmaniera intelligente e consapevole. CENTRO TUTELA E RICERCA FAUNA ESOTICA E SELVATICA Sede nazionale: Via Brento, 940037 Sasso Marconi (BO)Per informazioni e visite guidate (anche perscuole): Tel. [email protected] www.centrotutelafauna.org

Natura

Free climbing L’area del Contrafforte pliocenico è ilregno dell’arrampicata sportiva: dal “me-raviglioso castello di sabbia” di Badolo,alla falesia di Fosso Raibano. Lunga è lastoria sportiva di queste rocce e mille isegreti di ognuna delle sue vie. La partearrampicabile della Rocca di Badolo è altacirca 120 metri e si divide in quattro gran-di settori: Badolo Basso, Medio, Alto eNew. Nella parte alta ci sono moltissimevie di elevata difficoltà e di stile atletico.A Fosso Raibano lo stile di arrampicata sifa elegante e prevalentemente verticale.La bellezza del luogo e la cura particolareimpiegata nell’attrezzatura delle vie nefanno forse la falesia più bella della pro-vincia. Nei giorni in cui il ven-to di scirocco soffia forte sul-l’alta parete della Rocca diBàdolo, qui si può arrampica-re al sole e senza vento, anched’inverno. La parete è in unaproprietà privata: i proprietarideclinano ogni responsabilitàsu eventuali danni alla propriapersona o a terzi.Info: www.federclimb.bo.it

Giornata di Guglielmo Marconi: 25 aprile.Camminata “Sopra e sotto i ponti”:giugno.Tartufesta: tra ottobre e novembre.Fira di sdaz (dei setacci), da oltre 300 anni,la Fiera dei setacci di Pontecchio mette inmostra suoni e sapori della cultura conta-

dina dell’Appennino nella sce-nografia intatta della corte diPalazzo de’ Rossi: settembre.Info: 051.843511

Bosco di MezzanaSagra del Marrone biondodei colli bolognesi: ottobre.

GIORNO DI MERCATO:martedì

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Eccoci dunque a Marzabotto, cuore dell’Ap-pennino etrusco.

A partire dal 1831 sono stati rinvenuti a montedell’abitato i resti di un’importante città etru-sca, che arrivò a contare oltre 4000 abitanti.La visita agli scavi si articola in un emozionan-te percorso che attraverso i resti degli isolatidella città sale all’acropoli e si chiude nel sug-gestivo sepolcreto orientale. All’interno del-l’area archeologica, la nuova sede del MuseoNazionale Etrusco “Pompeo Aria” custodisce iricchi corredi delle necropoli, le ricostruzionidi tetti delle case, le statuette votive in bron-zo e la celebre testa di Kouros.

Marzabotto

Area archeologica e Museo Nazionale Etrusco La città etrusca di Marzabotto, nota anchecome Misa dal nome del pianoro di Misano sucui sorge, tra il VI e il V secolo a.C. era una flo-rida città carovaniera, posta al centro del siste-ma commerciale che collegava il porto diSpina, la capitale dell’Etruria padana (Felsina,oggi Bologna) e l’Etruria tirrenica. La piantadella città, costruita secondo la rigorosa geo-metria ippodamea, testimonia i frequentiscambi tra Etruschi e mondo greco. Il reticolodelle strade (le principali larghe ben 15 m) dise-gna un impianto ancora oggi ben leggibile, checostituisce un caso unico in Italia di pianifica-zione urbana di età preromana. Ancora visibilisono i resti di una grande fonderia per la fusio-ne del bronzo e di officine per la lavorazionedella ceramica, oltre a quelli di numerose abi-tazioni con cortile interno e pozzo, spesso cor-redate di una bottega artigiana che si affaccia-va sulla strada. A est e a nord dell’abitato sonole due necropoli con tombe in travertino, men-tre sulla piccola altura oltre la Porrettana sitrova l’acropoli. Il declino dell’antica coloniaetrusca sotto la spinta delle invasioni celtiche

del IV secolo a.C. fu inesorabile: quando iRomani ne presero possesso, della città nonrestavano che labili tracce su cui decisero diedificare nulla più di una grande villa rustica.Della villa sono visibili le fondamenta, il pozzoe i resti di una fornace per laterizi. Per informazioni su visite guidate e pacchettididattici, anche integrati con il sito etrusco-cel-tico di Monte Bibele e il Museo archeologicodi Monterenzio, Tel: 051.2097715/00www.archeobo.arti.beniculturali.it/marza-bottoMUSEO NAZIONALE ETRUSCOPOMPEO ARIAVia Porrettana Sud, 1540043 Marzabotto (BO)Tel. e Fax [email protected]: Museo da martedì a domenica,estate ore 9-13 e 15-18.30, inverno ore 9-13 e14-17.30. Area archeologica estate ore 8-19,inverno ore 8-17.30. Biglietto: intero euro 2,ridotto euro 1 (18-25 anni), gratuito fino a 18 eoltre 65 anni. Ingresso all’area archeologicagratuito.

Musei

sopra Testa di Kouros, sotto Museo Nazionale Estrusco,

nella pagina seguente Area archeologica

Provincia di Bologna - Guido Avoni

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Il borgo di Malfolle, a 6 km da Marzabottodopo Pian di Vénola, conserva edifici medie-vali di pregio, come la Torre delle Lame del XVsecolo e l’oratorio di San Niccolò di Bezzano.Oggi vi trova sede un centro culturale poliva-lente. Di qui si può godere il più bel panoramadi questo versante della vallata, proprio difronte al Parco Storico di Monte Sole. La zonaè un ottimo punto di partenza per escursionia piedi e in mountain bike. Nei dintorni hannoresistito ai secoli diversi altri borghi, come lacinquecentesca Ca’ Zanetti di Luminasio.

L’arte romanica trova il suo migliore esempiodella vallata a Panico (2 Km a nord del capo-luogo, dopo avere scavalcato il Reno sul pon-te di Paganino). Si tratta della pieve di SanLorenzo, fondata nel 1145 e realizzata in concidi arenaria ad opera di maestranze comacineprovenienti dalla Toscana. Notevoli i capitellizoomorfi e l’abside affrescata, nelle cui deco-razioni esterne si riconosce l’emblema dellarosa, testimonianza del leggendario dominiodei Conti di Panico. Il castello di Panico sorge-va in posizione strategica sulla collina di fron-te alla pieve e fu definitivamente distrutto daibolognesi nel 1306.

I Conti di PanicoLa famiglia feudale dei Conti di Panicoviene fatta discendere dai Conti di Bologna,le cui radici affondano nel IX secolo e siriconducono ai Carolingi. Il primo docu-mento a parlarci di loro è del 1068 e peroltre tre secoli i Panico furono i più potentifeudatari dell’Appennino bolognese e nellostesso tempo i più fieri nemici di Bologna.Nel Duecento la potenza della famiglia ètale che l’imperatore Federico II le ricono-sce il possesso di un vastissimo territorioche si estendeva dall’odierna Sasso Marconifino al confine con la Toscana. Le ostilitàcon Bologna si fecero cruente quando illibero Comune, cacciati i conti che reggeva-no la città, iniziò ad espandere il suo domi-nio sulla montagna. Fu una conquista lentache si concluse solo verso la fine del ‘300,quando già da tempo nel resto dell’Italiasettentrionale il sistema feudale era statosuperato. Per ridurre all’ordine i feudataripiù riottosi, oltre che per difendere i confi-ni con la Toscana, Bologna istituì la Magi-stratura del Capitano della Montagna, consede dapprima a Scaricalasino (l’odiernaMonghidoro) poi nel castello di Casio einfine a Vergato, affidandola ai signori divolta in volta suoi alleati. Nel 1306, la lottasfociò in uno scontro sanguinoso fra Guelfie Ghibellini. I Conti di Panico, a capo dei

Ghibellini, ebbero lapeggio: il loro castellovenne distrutto, il ConteMaghinardo preso e suofiglio, il Conte Mostarda,decapitato. Ma il colpodecisivo i Panico lo rice-vettero alla fine del‘300, in concomitanzacon i tentativi di conso-lidamento di un domi-nio signorile su Bologna.Reo di avere fatto partedella congiura ordita daGian Galeazzo Visconti

per impadronirsi della città, Ugolino daPanico fu decapitato in Piazza Maggiore aBologna il 31 dicembre 1389.

Storia e Cultura

La tigella, tipica dell’Appennino tra Bolo-gna e Modena, è - in realtà - non la focac-cia, ma la pietra refrattaria su cui viene ada-giato l’impasto. Coltempo il nome dellostrumento ha sosti-tuito quello del pro-dotto vero e proprio.Da notare è la tipicadecorazione florealeal centro di ogni ti-gella che richiama lostemma dei Conti diPanico. Interessanteè anche l’uso, an-dato perduto, di por-re delle foglie di ca-stagno tra l’impastoe la pietra rovente,allo scopo di mante-nere l’umidità.

Enogastronomia

Tigella

archivio privato

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Parco Storico Regionale di Monte SoleNella media montagna, tra le valli del Renoe del Setta, il Parco Storico - esempio unicoin Italia - sorge sui luoghi della strage nazi-fascista di Marzabotto dell’autunno del 1944.Oggi vi trovano sede la Fondazione Scuoladi Pace di Monte Sole e la comunità di reli-giosi fondata da don Giuseppe Dossetti(pag. 25), che qui riposa. La piccola dorsaledei monti Pezza, Sàlvaro, Termine e Sole, sidispiega lungo uno spartiacque dove siattestò durante la seconda guerra mondia-le la linea del fronte. Le presenze naturalipiù significative sono i pini silvestri delmonte Termine, qui al loro limite meridio-nale europeo, testimonianza di passati climipiù freddi. Da segnalare la presenza delcervo e del lupo che, assieme ad alcunespecie di uccelli rapaci che frequentanol’area, rappresentano la possibilità di un in-contro emozionante durante le escursioniall'interno del Parco: dalla visita al“Memoriale”, lungo i luoghi toccati daglieccidi, agli itinerari “Montovolo”, “Etrusco”e “Naturalistico”, fino a quello “Moran-diano”, dedicato ai luoghi che ispirarono il pittore Giorgio Morandi.

Sede del ParcoVia Porrettana Nord, 440043 Marzabotto (BO)Tel. 051.932525 - Fax [email protected] www.ermesambiente.it/parchiwww.parcostoricomontesole.it

Centro Accoglienza Il PoggioloVia San Martino 25 40043 Marzabotto (BO)Tel. 051.6787100

Natura

I sapori di Marzabotto, mercatino di pro-dotti agroalimentari della montagna: damaggio a dicembre.

Pian di VénolaAntica fiera: maggio.

GIORNO DI MERCATO: giovedì

Eventi

Il Comune è stato decorato con la Medagliad’Oro al Valor Militare. Questa la motivazione:

“... Incassata fra le scoscesi rupi e le verdiboscaglie della antica terra etrusca, Marza-botto preferì ferro, fuoco e distruzioni piutto-sto che cedere all’oppressore. Per 14 mesi sop-portò la dura prepotenza delle orde teutoni-che che non riuscirono a debellare la fierezzadei suoi figli arroccati sulle aspre vette diMonte Venere e di Monte Sole sorretti dal-l’amore e dall’incitamento dei vecchi, delledonne e dei fanciulli. Gli spietati massacridegli inermi giovanetti, delle fiorenti spose edei genitori cadenti non la domarono ed i suoi1830 morti riposano sui monti e nelle valli aperenne monito alle future generazioni diquanto possa l’amore per la Patria ...”

(8 settembre 1943 - 1 novembre 1944)

Nella chiesa di Marzabotto è visitabile, tutti igiorni tranne il lunedì, la cripta-ossario costrui-ta in memoria dei martiri. La memoria dellaSeconda Guerra Mondiale e della Strage diMarzabotto è custodita nel Parco Storico Re-gionale di Monte Sole, immerso nella natura eoggi sede della Scuola di Pace.

Marzabotto è nota anche per l’eccidio di 955civili consumato dai militari tedeschi tra il 29settembre e il 5 ottobre 1944. Qui si fermava la Linea Gotica (pag. 160), chetra il 1944 e il 1945 divideva l’Italia dall’Adriaticoal Tirreno. Incalzati dall’avanzata delle truppealleate, i Tedeschi furono costretti ad arretrarela prima linea fino alle porte di Marzabotto. Fudurante la ritirata che avvenne il feroce massa-cro della popolazione civile, accusata diappoggiare la brigata partigiana Stella Rossa. Il29 settembre 1944 le truppe tedesche iniziaro-no la salita verso la vetta di Monte Sole. Seigiorni dopo, dei borghi in cui si consumò lastrage non rimanevano che poche rovine.

Cervi

Provincia di Bologna

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Lasciata Marzabotto, proseguendo lungo la SS64, a Pioppe di Salvaro si entra nel territorio diVergato. Dopo pochi chilometri si incontraCalvenzano, antico possesso di Matilde di Ca-nossa. La chiesa di Sant’Apollinare, documen-tata dal XII secolo e ricostruita in forme sette-centesche, conserva al suo interno vestigia ro-maniche.

Superata Calvenzano la statale 64 passa tra ilReno e i balzi di Calvenzano, contrafforte dirocce arenacee nei cui anfratti nidifica il falcopellegrino. Nel punto più stretto tra il montee il fiume, sulla destra, sorge il Santuario dellaMadonna del Bosco, che sembra vigilare sulpiccolo ponte che scavalca il fiume Reno.Giunti in località Tabina, si può fare una devia-zione sulla destra e addentrarsi in una vallestretta e boscosa che raggiunge l’abitato diPrunarolo, dove è possibile ammirare antichecase in arenaria.

Ritornati nel fondovalle, si raggiunge Vergato,posta al centro di una conca alluvionale allaconfluenza del torrente Vergatello nel Reno. Lasua posizione strategica la rese luogo d’incontroe di scambio fra le popolazioni circostanti, de-terminando una fioritura di attività economichee commerciali. Per trecento anni sede dei Ca-pitani della Montagna, ospita ora la ComunitàMontana dell’Alta e Media Valle del Reno.Sulla piazza principale il Palazzo dei Capitanidella Montagna presenta una bella facciatadecorata con gli stemmi dei Capitani, grazie aiquali il Comune di Bologna si assicurò il do-minio dei contesi territori appenninici. Il pa-lazzo, edificato attorno al ‘400, è stato accura-tamente restaurato e recentemente arricchitoda quattro vetrate, opera dell’artista vergateseLuigi Ontani.

Situata lungo la Linea Gotica (pag. 160), duran-te la seconda guerra mondiale Vergato subìripetute incursioni aeree e venne praticamen-te rasa al suolo. Il Comune è stato insignitodella Medaglia d’Oro al Valore Civile.

Nelle vicinanze del capoluogo si trova Liser-na, luogo da cui è nata Vergato e alle cui spal-le svettano i monti Aldara e Pero, sui quali siera attestata la Linea Gotica. Ora queste mon-tagne sono meta di belle passeggiate, soprat-tutto a primavera per vedere e fotografaresplendide fioriture, come quella delle “peo-nie”, fiore protetto di queste località. Un sen-tiero panoramico segnalato raggiunge la vettadi Monte Pero, incrociando manufatti bellicidifensivi, quali trincee, rifugi e camminamenti.

Sulla strada che da Vergato sale a Zocca, supe-rata Susano, si incontra Cereglio, col suo anti-co borgo di Suzzano dalle case in pietra are-naria tipiche dell’Appennino. Non lontano, fraboschi di castagni sgorga la sorgente Cerelia,le cui acque sulfuree erano già note agli anti-chi Romani per le loro proprietà salutifere.

Lasciata Cereglio, nell’alta Valle del fiume Ver-gatello sull’antica via Nonantolana, non si puòtralasciare una visita alla Pieve di Roffeno. Lapieve, dedicata a San Pietro, conserva l’impian-to di architettura romanica rurale del XII seco-lo. In epoca barocca ha subito vari rifacimentiche ne hanno modificato in parte la struttura,ma dell’antica chiesa rimangono la splendidaabside decorata, pregevoli capitelli e una torredi difesa trecentesca. All’interno si conservanoun importante fonte battesimale e affreschiseicenteschi. La pieve è visitabile su prenota-zione. Info: Tel. 051.915407.

Vergato

Palazzo dei Capitani, vetrate di Luigi Ontani

Comune di Vergato

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Ritornati a Cereglio, si raggiunge in pochi chi-lometri Tolè, tranquilla meta turistica estiva.Siamo sullo spartiacque tra la Valle del Renoe la Valle del Samoggia. La zona è rinomataper la produzione di una tipica patata di mon-tagna, alla base di molte ricette della tradizio-ne, e per la bontà delle acque che sgorganoda tre sorgenti e alimentano dodici fontane.Per valorizzare le fontane e l’antico impiantourbano, Tolè si è dotato di un museo all’aper-to con varie opere di pittura e scultura, che ilvisitatore può scoprire passeggiando per levie del paese. Di grande impatto visivo è laTorre di Tolè, affascinante borgo da decenni ingran parte abbandonato. Notevoli, la basedella torre e alcune finestre e portali; meritauna visita anche il secolare castagneto cheincornicia il complesso del caseggiato.

Rientrati a Vergato, percorrendo per 12 km laPorrettana, si giunge a Riola, frazione il cui ter-ritorio è diviso fra il comune di Vergato equello di Grizzana Morandi.

Salendo per la strada che porta a Monteca-valloro, si incontrano le case-torri di Monzo-ne e Costonzo, costruite in posizione domi-nante sulla vallata. Proprio a Costonzo nacquee si sviluppò nella seconda metà del XIV seco-lo l’unica scuola medica dell’appennino bolo-gnese. Il grandioso complesso della casa-torre di Costonzo è composto da vari edificisviluppatisi attorno ad una possente torre.Monumento nazionale della provincia di Bo-logna, è visitabile previo accordo.

Per chiudere, una prelibatezza: la famosa cre-scenta dell’uva, prodotta dai forni locali so-prattutto nel periodo delle festività natalizie.

La patata di Tolè deve la sua ottima quali-tà e le sue caratteristiche alla natura sab-biosa del terreno e al particolare climadella media montagna bolognese. Gnocchi, tortelloni e budino di patate so-no alcune delle specialità che si possonogustare nei ristoranti del territorio e in oc-casione della Sagra della patata, che sisvolge in settembre da quaranta anni.

Enogastronomia

Fiera della Domenica in Albis: 1a domenicadopo Pasqua.Fiera della Valle del Reno: giugno. Tartufesta: tra ottobre e novembre.

TolèSagra del cinghiale: fine luglio. Festa della patata: fra settembre e ottobre.

CereglioFesta del Borgo: agosto.

GIORNO DI MERCATO: lunedì

Eventi

Pieve di Roffeno

Comune di Vergato

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La Valle del Reno in autunno

Comune di Vergato

Il nostro itinerario alla scoperta della Valle del Reno si divide ora in due percorsi paralleli, conpartenza entrambi da Vergato: il primo sale dalle colline di Giorgio Morandi fino al ParcoRegionale dei Laghi, mentre il secondo punta dritto al Corno alle Scale per arrivare a PorrettaTerme, capitale del benessere della vallata e chiudersi a Granaglione.

1. Dalle colline morandiane al Parco dei Laghi- Grizzana Morandi- Camugnano- Castel di Casio

2. Verso i più alti crinali- Castel d’Aiano- Gaggio Montano- Lizzano in Belvedere - Porretta Terme- Granaglione

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Non lontano dalla chiesa di Aalto si trovainvece l’edificio più singolare dell’interoAppennino: la Rocchetta Mattei, un vero eproprio castello delle favole, che con il suostile arabo-moresco non può non colpire lafantasia di chi attraversa la valle.

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Sul crinale tra le valli del Reno e del Setta,Grizzana con i suoi paesaggi e le sue case èentrata nella storia dell’arte del Novecentograzie a Giorgio Morandi, che qui conobbeuna stagione particolarmente creativa dellasua vicenda artistica. Ispirato dai panoramidella torre San Michele di Poggio Mezzano odai fienili del Campiaro, qui il grande pittorebolognese ha dipinto alcune delle opere piùsignificative della pittura moderna. Ai luoghimorandiani è dedicato un itinerario del ParcoStorico Regionale di Monte Sole (pag. 64).

Nella frazione di Riola, sulla SS 64 Porrettana,da non perdere è un gioiello di architetturacontemporanea: la chiesa di Santa MariaAssunta, opera dell’architetto finlandese AlvarAalto.

Giorgio Morandi, uno dei maggiori pittoriitaliani del Novecento, si reca per la primavolta a Grizzana nel 1913, per farne da allorail suo luogo di villeggiatura abituale. Nellavilletta, che ospitò Morandi nei suoi ultimisoggiorni a Grizzana, si conservano ancoragli arredi originali e lo studio con gli stru-menti di lavoro del pittore. A 1 km dal cen-tro del paese, si trova il Centro di documen-tazione “Giorgio Morandi”, allestito all’in-terno del complesso dei Fienili del Cam-piaro, soggetto caro al pittore, immerso inun’area rimasta inalterata dai tempi dellapresenza dell’artista. Giorgio Morandi e ilpaesaggio di Grizzana, come Corot e lacampagna romana o Van Gogh e Arles, sifondono così in un continuo rimando traarte e natura. Ma non fu solo Grizzana, altroluogo morandiano dell’Appennino è Roccadi Roffeno (Castel d’Aiano), sull’oppostoversante della Valle del Reno: nell’anticomaniero del Monzone (XIV sec.) l’artista tra-scorse le estati tra il 1933 e il 1938 e vi dipin-se una serie di paesaggi.

CENTRO DI DOCUMENTAZIONEGIORGIO MORANDI E CASA MUSEO MORANDILocalità Campiaro, 112 40030 Grizzana Morandi (BO)Tel. [email protected]

Apertura: mercoledì ore 9-13, giovedì ore 14-18, venerdì ore 15-18, sabato ore 10-13 e 14-18.Aperto tutto l'anno. Ingresso gratuito.

Musei - Personaggi e Cultura

Il nome di Alvar Aalto, grande architettodesigner e urbanista, è legato all’Appenninobolognese grazie alla chiesa di S. Maria As-sunta di Riola, da lui progettata nel 1966 edestinata a rimanere l’unica sua opera inItalia. Nelle sue visite a Riola, il Maestro fin-landese colse il profilo delle montagne checircondano il luogo e volle riproporlo nellafacciata dell’edificio, che fece realizzare inpietra di Montòvolo. Lo stretto rapportocon il paesaggio della Valle del Reno siripropone anche all’interno della chiesa, aforma di scafo rovesciato, dove è il fiumestesso che attraverso la vetrata a fianco delfonte battesimale si fa apparato iconografi-co naturale. Altre opere d’architettura con-temporanea da non perdere nel territoriosono la palazzina Ésprit Nouveau di LeCorbousier e il Fiera district del suo disce-polo Kenzo Tange, entrambi a Bologna.

Personaggi e Cultura

Chiesa di S. Maria Assunta di Alvar Aalto

archivio Provincia di Bologna

Grizzana Morandi

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Il Conte Cesare Mattei da studioso autodi-datta arrivò a metà Ottocento a definireuna “scienza nuova” che lo rese celebre intutta Europa: l’elettromeopatia.Contemporaneamente ai suoi studi, il Con-te Mattei si dedicò con altrettanta passioneall’edificazione della sua residenza da favo-la, la Rocchetta Mattei. L’eclettico edificio,realizzato tra il 1850 e il 1871, si staglia con lesue torrette sul colle dove sorgeva il castel-lo matildeo di Savignano. I pazienti chegiungevano da mezzo mondo per accederealle cure del Conte venivano in un primotempo ospitati nella Rocchetta, ma benpresto si rese necessaria la costruzione diuna serie di villini climatici nel vicino borgodell’Archetta, che si trova sulla strada per LaScola.

Personaggi e Cultura

Rocchetta Mattei

Provincia di Bologna

Tra i borghi che costellano il territorio di Griz-zana, merita una visita Scola di Vimignano,uno dei meglio conservati dell’Appennino.Facilmente raggiungibile in automobile da Rio-la seguendo le indicazioni per Campolo eMontòvolo, ci si può arrivare anche a piedi inun’ora di cammino attraverso i sentieri chetagliano per i boschi circostanti. Di origine mili-tare bizantina (VI sec.), il borgo assunse succes-sivamente l’aspetto che ancora oggi conoscia-mo. Da notare sono le caratteristiche case-torricostruite in funzione difensiva e le formelled’arenaria incise con gli arcaici simboli dei Mae-stri comacini (pag. 71). Nella parte bassa delborgo sopravvive un bellissimo esemplare dicipresso considerato monumento arboreo, cheinsieme al vicino oratorio è un po’ il simbolo diLa Scola. Durante l’estate il borgo accoglie div-erse iniziative culturali tra cui anche alcuneimportanti rassegne di musica antica e barocca,che trovano in questo abitato sospeso nel tem-po il loro luogo di rappresentazione per cosìdire naturale. Testimonianze delle architetturecomacine si ritrovano anche a Tudiano, dove sisegnala l’oratorio romanico (1100), che conservaun affresco del XIV secolo.

Parco Provinciale di Montovolo Natura, arte e religiosità si incontrano lungoi sentieri del parco. Sulla cima di quella chefin dai tempi degli Etruschi è chiamata“Montagna Sacra”, sorge il più antico san-tuario del bolognese, con annesso oratoriocostruito per volere dei crociati. Tra la fau-na che vive nel Parco di particolare interes-se sono gli uccelli: il sito ospita un elevatonumero di specie molto rare: sono segnala-te almeno 7 specie nidificanti di interessecomunitario (Falco pecchiaiolo, Falco pelle-grino, Lanario, Aquila reale, Succiacapre,Tottavilla, Averla piccola), mentre tra le spe-cie rare e minacciate figurano l’Upupa, ilTorcicollo e il Gheppio. Per chi volesse al-loggiare o semplicemente ristorarsi nel Par-co, accanto alla chiesa un edificio in pietraopera delle locali maestranze scalpellineospita la Foresteria, che accoglie fino a 30persone. Info: Comune di Grizzana MorandiTel. 051.6730311

Natura

Scola di Vimignano

Comune di Grizzana Morandi

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Per gli amanti della natura si consiglia un’e-scursione al Monte Vigese (1126 m), facilmen-te riconoscibile per le sue tre cime. Sulla cimadi Montovolo (962 m), al centro dell’omoni-mo Parco, si trova l’antichissimo santuariodella Madonna della Consolazione, sorto pro-babilmente su un preesistente tempio paga-no. La chiesa attuale è opera dei Maestri co-macini e al suo interno custodisce una statuadella Madonna col Bambino e un crocifissobizantino. La parte più antica della chiesa risa-le all’VIII secolo e si presenta molto simile auna cripta. Nelle vicinanze sorge il duecente-sco oratorio di Santa Caterina con affreschidel XV secolo, in prossimità del quale si apreuno splendido panorama.

Montovolo, i Crociati e la Via FrancigenaL’oratorio di S. Caterina d’Alessandria, verogioiello di romanico montano affonda lesue origini all’epoca dei crociati. Moltifurono gli uomini dell’Appennino che par-teciparono alle crociate, e in particolare aquella del 1217 alla conquista di Damietta,nei pressi del monte Sinai. Il Sinai ha duecime, quella di Mosé e quella, appunto, diS. Caterina d’Alessandria. Una volta tornatiin patria, ai crociati bolognesi non sfuggì lasomiglianza del Monte Vigese col Montedi Mosé e di Montovolo con la cima di S.Caterina. Di qui la decisione di costruire aMontovolo una chiesa che ricordasse laconquista del Sinai. L’opera è dovuta all’ar-te dei Maestri comacini. La loro presenzanei nostri monti nel Duecento è fattoancora piuttosto raro, mentre già dal seco-lo precedente essi operavano a Pisa e inaltre città toscane ed è probabile che icrociati bolognesi abbiano visto lì le loroopere. Ipotesi assai plausibile, se si pensache proprio a Pisa era il porto d’imbarcoper la Palestina. Il percorso per raggiunger-lo attraversava la Via Francigena dellaSambuca (di cui l’attuale Porrettana è l’ere-de) fino a Pistoia. E a Pistoia nel 1145 fu tra-slata una reliquia di San Giacomo, lì notocome San Jacopo, facendo della città unadelle tappe italiane più importanti delCammino per Santiago di Compostela.Attraverso la Via Francigena sambucanapossiamo quindi immaginare i crociati e ipellegrini padani passare per Montovolo,immagine della Terra Santa, e per Pistoia,immagine di Santiago. Il percorso della ViaFrancigena (o Francesca) della Sambuca eracosì una sorta di mini pellegrinaggio versouna vicina Santiago e una sorta di TerraSanta locale.

Storia e Cultura

RiolaSagra della Sfrappola, sfilata in costumimedievali dalla Rocchetta Mattei: 1° maggio.Sagra dello zuccherino e Palio dei Somari,stand gastronomici, elezione di Re Zucche-rino: ferragosto.

Pian di SettaFiera della cipolla: maggio.

CampoloTartufesta: tra ottobre e novembre.

GIORNO DI MERCATO: domenica

Eventi

Gli zuccherini montanari sono fragrantibiscotti, aromatizzati con semi di anice ericoperti da una glassa di zucchero e liquoreall’anice stellato. Da sempre preparati per imatrimoni e per le cresime, l’usanza preve-deva che venissero portati dai fidanzati nellecase di amici e parenti per annunciare lenozze, mentre in occasione della cresimaera compito della sántola (madrina) prepara-re collane di zuccherini da mettere al collodei bambini. Riconosciuto come “Tradizio-nale” dal Ministero dell’Agricoltura, lo zuc-cherino trova la sua area di produzione neiComuni di Sasso Marconi, Marzabotto,Vergato, Grizzana Morandi, Castel di Casio,Camugnano, Castel d’Aiano, Gaggio Monta-no, Porretta Terme, Lizzano in Belvedere,Granaglione, Pianoro, Monterenzio, Loiano,Monzuno, Monghidoro, San Benedetto Valdi Sambro, Castiglione dei Pepoli, Monte-veglio, Monte San Pietro, Savigno, Casalfiu-manese, Borgo Tossignano, Fontanelice, Ca-stel del Rio. Immancabile in occasione dellefeste di paese, a Grizzana dal 1951 a Ferra-gosto è al centro della Sagra dello Zucche-rino e Palio dei Somari.

Enogastronomia

Zuccherini montanari

Comune Porretta Terme - Stefano Capitani

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Camugnano sorge nel verde di una bella zonadi montagna. Oltre al capoluogo, sono tutte lefrazioni a restituirci con i loro poderi e piccoliborghi, o anche solo con la toponomastica, lamillenaria storia del territorio, che rimanda astirpi, culture e religioni diverse: dagli Etruschiai Celti, dai Romani ai Longobardi.

Il territorio di Camugnano è incastonato tra itre bacini artificiali di Suviana, del Brasimone edi Santa Maria, nati a inizio Novecento perricavarne energia idroelettrica e oggi splendidilaghi, cuore di un’area protetta. All’interno delParco Regionale dei Laghi si possono visitarele località di Bargi, Chiapporato, Stagno eBaigno.

A 12 Km da Camugnano incontriamo Bargi,famosa per la lavorazione del ferro e la tradi-zione di fabbricare armi. Di Bargi erano gliAcquafresca, tra il Sei e il Settecento famosicostruttori di archibugi e pistole, i cui capola-vori sono oggi esposti nei musei di Torino e diBirmingham. In località Ca’ Melati merita assolutamenteuna visita Palazzo Comelli, casa-castello forti-ficata rimasta intatta dalla metà del XVII seco-lo. Si tratta dell’edificio più importante dellazona, nonché di uno degli episodi più signifi-cativi della cultura architettonica della monta-gna bolognese. Nei suoi pressi un’area di sostaattrezzata è punto di partenza di tre incante-voli passeggiate, segnalate con cartelli dai di-versi colori. Tra queste si consiglia l’escursionealle cascatelle di Rio Malsacco, nate negli anniCinquanta dallo sbarramento realizzato a sec-co in pietra locale dalla Forestale.

Curiosa sorte è quella toccata al bel ponte aiCinghi di Bargi e Suviana: realizzato nel 1776 sudisegno dell’architetto Gian Giacomo Dotti,oggi si trova esattamente sotto la grande digadi Suviana.

Immerso negli antichi castagneti sulle pendicidel Monte Calvi, al confine con la Toscana,sorge il pittoresco borgo di Chiapporato.Intatto nel suo isolamento dal XVII secolo, èoggi abitato da una sola famiglia. Da visitare èl’oratorio di S. Maria della Neve con il suo pic-colo cimitero.

Camugnano

I Maestri comaciniLa denominazione “Maestri Comacini”, giàcitata nell’editto di Rotari (643 d.C.) e inquello di Liutprando (713 d.C.), si riferiscealle maestranze organizzate nelle corpora-zioni dei muratori, lapicidi e capomastri. Iltermine “comacino” deriverebbe da Como,loro probabile zona di origine. In un’età incui prevalevano le costruzioni in legno, iMaestri comacini si fecero preziosi custodidei segreti dell’arte muraria. Il loro stile de-corativo evoca simboli arcaici, spesso tra-mandati dalle culture classiche e ispirati allegrandi forze del mondo contadino: così lasemisferica “mamma”, che porta prosperità,o i “faccioni”, che sostituiscono simbolica-mente l’antica usanza di seppellire i corpi divittime sacrificali sotto le fondamenta dellacasa. In questo modo le abitazioni si trasfor-mano in “case-amuleto”, capaci di propizia-re la natura e allontanarne i pericoli. La tra-dizione comacina si diffuse a partire dalTrecento in gran parte dell’Appennino to-sco-emiliano. Splendidi esempi ne sono lachiesa di Panico, forse il loro capolavoronella montagna bolognese, e il borgo di LaScola. Nel camugnanese si stabilì la famigliaElmi, che ha lasciato molte testimonianzedell’arte comacina ancora oggi visibili, comeCasa Elmi a Carpineta o la Torre di BertoElmi a Roda. Agli Elmi sono legati anche ilsantuario di Montovolo e le costruzioni delborgo di Affrico (Gaggio Montano).

Storia e Cultura

Palazzo Comelli

Comune di Camugnano - Flavio Gardini

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Stagno sorge in splendida posizione panora-mica sul lago di Suviana e sulla vallata delLimentra. Già piccola capitale del feudo dellacasata longobarda degli Stagnesi, il borgopassò a Matilde di Canossa e fu poi al centrodi scontri dovuti alla sua importanza strategi-ca. Per un periodo fu anche sotto il dominiodei Conti di Panico (pag. 63).

A Baigno da visitare è la chiesa di S. Stefano,con opere di scuola reniana e guercinesca. Nelborgo di Baigno Grosso si segnala la caratteri-stica Fontana del Doccione, vero fulcro dellavita economica e sociale d’un tempo.

Meritano una segnalazione anche le frazionidi Guzzano e di Vigo.

Guzzano, l’antico Fundus Acutinianus, è oggiun piccolo borgo della valle del Limentra. LaPieve di San Pietro ha origini che affondanonel X secolo e forme attuali che risalgono allametà dell’Ottocento. A Guzzano sono anchealcuni murales a carattere politico, che nefanno una minuscola Orgosolo bolognese.

La Valle del LimentraIl Limentra di Treppio, nervoso affluentedell’Alto Reno, nasce nell’Appennino pisto-iese e in località Suviana (Castel di Casio)alimenta il bacino di Suviana, insieme alleacque derivate dal Limentra della Sambucae dal fiume Reno. Dopo lo sbarramentodella diga di Suviana, il Limentra percorreuna stretta valle incassata, la Gola di Ca-strola, che si allarga man mano che si avvici-na alla confluenza col Reno. La Valle delLimentra è uno di quei luoghi dove è anco-ra possibile trovare una natura selvaggia esolitaria, accessibile solo a chi avrà la pa-zienza di indugiare in deviazioni, magari conl'aiuto di una guida. Compiuti i 31 Km del suocorso, il Limentra sfocia nel Reno di fronte aRiola, dopo avere lambito la fiabescaRocchetta Mattei e ricevuto altri numerositorrenti e ruscelli specialmente dal massic-cio del Monte Vigese. Il più bel panoramasulla sua valle si gode dalla Serra delloZanchetto, da cui si possono raggiungere iresti del Castello di Mogone, ultima resi-denza dei Conti Alberti, già Signori di Prato,attorno al quale aleggia la leggenda di unvitello d’oro, che giacerebbe nascosto tra lemacerie con un diavolo per custode.

Natura

Vela sul Lago di Suviana

Comune di Camugnano

Il borgo di Vigo si impone all’attenzione per laparticolare formazione geologica, detta Sassodi Vigo, alle cui pendici sorge la chiesa di S.Stefano. A Predolo di Vigo spiccano le duecase-torri del XV secolo, una delle quali futrasformata in convento alla metà del XVIIsecolo. Da notare alcuni particolari architet-tonici, come il portale e una finestra trecente-schi, unici per la loro fattura nella montagnabolognese. Nel borgo, in una splendida corni-ce naturale all’aperto, è possibile visitare ilmuseo che raccoglie le opere dello scultoreLuigi Faccioli, realizzate in pietra locale.

La Valle del Limentra è oggi una delle metepiù ambite del turismo sportivo dell’interoAppennino, grazie all’acqua rilasciata dagli im-pianti di Suviana, che consente di praticarecanoa, rafting e hydrospeed.

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Eventi

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Esteso lungo il crinale tra i torrenti Limentra eBrasimone, il Parco Regionale dei Laghi ècaratterizzato dai due grandi bacini di Suvia-nae del Brasimone. I laghi, con le numerose areedi sosta attrezzate lungo le sponde e la possi-bilità di fare canoa e windsurf, oltre all’estesarete di sentieri, fanno del Parco una piacevolemeta turistica estiva. Simbolo del Parco è ilcervo, nobile frequentatore dell’area: intorno asettembre, durante il periodo degli amori, sera-te dedicate e escursioni guidate permettono diassistere agli emozionanti duelli vocali tramaschi. Di particolare suggestione è il borgo diChiapporato, mentre a Bargi, Baigno, Badi eStagno sono conservate testimonianze medie-vali. Dal crinale la dorsale formata dal monteCalvi (1.283 m) e dal monte di Stagno si prolun-ga separando le valli dei torrenti Brasimonee Limentra di Treppio, principali immissa-ri dei due laghi. Boschi di querce, faggi econifere rivestono quasi per intero iversanti e le arenarie dei principali rilie-vi nella parete occidentale della dorsalee a Valle del bacino del Bra-simone, for-mando lo spettacolare fronte dei Cinghi delleMogne. Nei boschi sulle pendici più dolci si apronovaste radure un tempo lasciate al pascolo. Folti

castagneti si incontrano intorno a Mo-gne e aPoranceto, dove il parco ha allestito il Museodel bosco. Di grande interesse è il complessosistema tecnologico che regola gli impiantiidroelettrici di Suviana, dove si trova ilLaboratorio delle acque, e del Brasimone, cheospita una struttura informativa dell’Enea.

Centro ParcoP.zza Kennedy 10 - 40032 Camugnano (BO)Tel. 0534.46712 - Fax [email protected]/parchiwww.parks.it/parco.suviana.brasimone

Museo del Boscolocalità Poranceto, frazione Barceda.Tel. 0534.46712 Apertura: aprile-maggio-set-

tembre-ottobre: domenica 14.00-18.30;giugno-luglio: sabato 9.00-13.00 dome-nica 14.00-18.30; agosto: tutti i giornitranne il lunedì 9.30-13.00/14.00-18.30

Centro Ricerche BrasimoneApertura: giorni feriali 9.00-17.00 Per pre-

notare una visita guidata (gruppi e scuole) Tel: 0534.801390/[email protected]

Natura

Mentre vi addentrate alla scoperta del ter-ritorio di Camugnano, lungo le belle stradepanoramiche tra Grizzana Morandi e Casteldi Casio, ricordatevi che state attraversan-do uno dei territori più ricchi di funghiporcini e di tartufi dell’Appennino. Il Tar-tufo Bianco Pregiato di Camugnano in par-ticolare è un prodotto di assoluta eccel-lenza e straordinaria qualità e si trova inabbondanza in tutto il territorio comunale.Si può gustare tutto l’anno nelle trattoriespecializzate della zona, o in autunno inoccasione della Tartufesta.

Enogastronomia

Fieragricola, esposizione merci e attrezzi a-gricoli; mercatino artigianato e dimostrazio-ne di antichi mestieri; mercatino di prodottilocali: settembre.Sagra di San Martino, si festeggia con pro-dotti tipici e artigianato locale: novembre.Tartufesta: novembre.Baigno e Burzanella Sagra della castagna: ottobre.Baigno di Camugnano

Festa della smielatura e mercatino: set-tembre.Fiume Limentra Wild Water Women’s Day, raduno turisticonazionale di canoa: maggio.Lago di SuvianaTriathlon Olimpico “Parco dei Laghi”: giugnoMotoraduno: luglio.

GIORNO DI MERCATO: giovedì

Parco AvventuraIl Parco Avventura Saltapicchio è immersonel verde dell'appennino tosco-emiliano, nelmeraviglioso contesto naturale del ParcoRegionale dei Laghi di Suviana e Brasimone.Il parco offre la possibilità di sperimentareemozionanti percorsi sugli alberi, caratteriz-zati da diverse altezze e difficoltà e costruitinel rispetto delle piante, oltre alla possibilitàdi praticare moltissimi sport con attrezzaturee personale specializzato. Il parco è collegatoal Parco Avventura Montepizzo di Lizzano inBelvedere (pag. 83) da un servizio navetta.Info: Tel. 346.6157268info@parcoavventurasaltapicchio.itwww.parcoavventurasaltapicchio.it

Sport e Vacanza attiva

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Da Camugnano raggiungiamo Castel di Casio,piccolo centro di origine medievale caratteriz-zato dall’antica torre spezzata a metà in verti-cale. Costruita in arenaria intorno al 1220 daGislimerio da Casio, signore di queste terre,faceva parte delle mura di un castello fortifi-cato. Sede della Podesteria e poi del Capita-nato della Montagna, Casio era un importantecentro di scambio in cui si negoziavano leesportazioni della montagna, consistenti infrumento e castagne, contro le importazioni divino, olio, droghe, spezie, cuoio introdotte daPistoia.

Di origine cinquecentesca, La Gaggiola è unodei più bei complessi architettonici della zona.Notevoli sono la torre, il loggiato e il rosone inmattoni, tipico delle torri più tarde della me-dia montagna bolognese. Attualmente è unaresidenza privata, visitabile solo dall’esterno enel periodo estivo in occasione di manifesta-zioni culturali. Annesso al complesso è l’orato-rio della Madonna del Carmine.Nella frazione di Casola merita una visita lachiesa di Santa Maria, anch’essa del XV secolo,dove è conservato un quadro attribuito allascuola di Guido Reni.

La frazione di Suviana introduce all’area pro-tetta del Parco Regionale dei Laghi (pag. 73) eal complesso sistema idroelettrico di Suviana-Brasimone.

Castel di Casio

A Castel di Casio nacque nel Rinascimentoil poeta Girolamo Pandolfi, noto comeGirolamo da Casio, autore tra l’altro del-l’epitaffio del Bramante. Il suo amico Gio-vanni Antonio Boltraffio, allievo di Leonar-do, gli fece un’interessante serie di ritrattiidealizzati, in cui Girolamo assume trattifemminili proprio come il Giovanni dell’Ul-tima Cena di Leonardo. Definito un “dandyrinascimentale”, la sua fama è da collegare aiquadri del Boltraffio, di cui fu commitentee soggetto: la Pala Casio (oggi al Louvre) e iritratti della Pinacoteca di Brera e dellaGalleria degli Uffizi. A Pian di Casale trovia-mo l’interessante Casa dei Nanni di originemedievale, appartenuta al poeta.

Personaggi e Cultura

Il comprensorio Suviana-Brasimone costitui-sce nel suo insieme la principale centraleidroelettrica dell’Appennino settentrionale ela seconda di tutto l’Appennino, collocandosia livelli di potenza e produzione comparabilicon le grandi centrali idroelettriche alpine.

Il lago del Brasimone è il più antico e nascenel 1911 con la costruzione della diga in pietraarenaria alta 32 metri, che sbarra il corso deltorrente Brasimone in località Scalere. Il baci-no non ha una centrale direttamente connes-sa, ma dalla diga parte una condotta idraulicasospesa, che deriva le acque fino alla centra-le di Santa Maria. Il lago di Santa Maria sorgea valle dell’omonima centrale, attivata nel 1911.Le acque che riceve dal bacino del Brasimonevengono rilasciate nella centrale di Le Piane,

da cui si ricollegano nuovamente al torrenteBrasimone.

Il lago di Suviana è un bacino artificiale, rea-lizzato nel 1932, immerso in un ambiente riccodi boschi e sorgenti e alimentato dalle acquedei due Limentra (di Treppio e della Sambuca)e del Reno. Al bacino sono collegate due cen-trali idroelettriche, quella di Suviana, postasotto la diga, e quella di Bargi, realizzata lungole rive del lago. La centrale di Bargi presiede alciclo giornaliero di generazione-pompaggiotra il bacino di Suviana e quello del Brasimo-ne, attraverso due imponenti gallerie in pres-sione: di giorno le condotte scaricano le ac-que a Suviana producendo energia (fase digenerazione), di notte risollevano l’acqua finoal Brasimone (fase di pompaggio), per averlal’indomani disponibile per la ricaduta.

Golf - Scuola di Golf “La Prossima”Trascorrere una settimana tra i boschidell’Appennino Tosco-Emiliano, può diven-tare l’occasione ideale per apprendere i primirudimenti del golf e del pitch&putt, grazieai campi scuola in località La Prossima. Dati tecnici: 6 buche P&P, par 18, 400 metri,600 m s.l.m.Via Prostima, 2 - 40030 Castel di Casio (BO)Tel. e Fax 0534.42572www.scuoladigolflaprossima.it

Sport e Vacanza attiva

Scienza e Tecnica: l’energia dell’acqua

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Affacciato sul lago di Suviana, il borgo di Badiè un tipico paese di montagna formato dadiverse borgate sparse. La chiesa di San Pro-spero custodisce il quadro della Madonnadella Misericordia, detta dei Maremmani, lacui festa viene celebrata la seconda domenicadi luglio con processione solenne per le viedel paese. Molto importante per Badi è lafonte del Perio, già citata fin dal 1200 comefebbrifuga. Meritano senz’altro una visita an-che il castagno monumentale e l’oratorio diSant’Ilario a Monte di Badi. Il castagno ha unacirconferenza alla base di ben 11 metri e forse1000 anni d’età, ma cosa ancora più sorpren-dente una porta intagliata che si apre nel pos-sente tronco. La piccola chiesa di Sant’Ilario,già possedimento di Matilde di Canossa, pre-senta una sola navata e abside romanica semi-circolare, unica parte originaria dell’edificiorimasta intatta. All’interno si trovano tracce diaffreschi forse cinquecenteschi.

Il regista Pupi Avati nel film Una gita scola-stica (1983) racconta una storia, avvolta dalsogno, in cui una donna ormai ottantennerievoca una gita scolastica vissuta con icompagni del liceo nella primavera del 1914.Meta della gita è Firenze, da raggiungere apiedi attraverso l’Appennino bolognese.L’itinerario prende le mosse dal centro diBologna per spostarsi lungo la Valle delReno, toccando Vergato, Riola e PorrettaTerme. Da Porretta, le vicende del film pro-seguono tra escursioni nei boschi di casta-gni fino a raggiungere i ruderi del castello diCasio. Altri film di Avati ambientati inAppennino sono Noi tre (1984) e Il testimo-ne dello sposo (1998). Nelle atmosfere sfu-mate della pianura e in particolare a Miner-bio si svolgono invece parte de La casadalle finestre che ridono (1976) e Le strellenel fosso (1978).

Personaggi e Cultura

Festa medievale, nelle strade del borgo sisvolge la grande rievocazione storica chericorda i fasti di un antico passato legato aldominio dei Signori di Stagno. I personaggiin costume medievale passeggiano per levie di sasso del paese e assistono alla rievo-cazione degli antichi mestieri. Sempre nellevie del paese sono allestiti banchetti ga-

stronomici dove poter gustare i piatti tipi-ci dell’Appennino: 1° week end dopo ferra-gosto.

Tartufesta: tra ottobre e novembre.

BadiFesta dell’ospitalità: agostowww.prolocobadi.it

Eventi

Castagno a Monte di Badi

Comune di Camugnano - Alfredo Verardi

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Castel di Casio aderisce all’Associazione Na-zionale “Città del Tartufo”.

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Il nostro itinerario alla scoperta della Valle del Reno riprende ora da dove l’avevamo lasciato.Ripartiamo dunque da Vergato per spingerci in sinistra Reno fino ai più alti crinali appenninici,guidati dall’elegante profilo del Corno alle Scale.

Verso fino ai più alti crinali- Castel d’Aiano- Gaggio Montano- Lizzano in Belvedere - Porretta Terme- Granaglione

Sullo sfondo il Corno alle Scale

Rugletto Belvederiani

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A Castel d’Aiano a imporsi è un paesaggioormai montano. Posto a un’altitudine di 805metri s.l.m., Castel d’Aiano è il capoluogo piùalto della provincia bolognese e si estendesullo spartiacque dei fiumi Reno e Panaro.

L’insediamento fortificato di Aiano sorse tra il VIIe l’VIII secolo in posizione dominante sul territo-rio. Situato su una terra di confine, fu a lungoconteso tra Modena e Bologna, sino al passaggiodefinitivo sotto il controllo bolognese.

A 1 km dal centro del paese, merita una vista ilSantuario di Brasa, costruito interamente conil tufo ricavato dalle Grotte di Labante.

Nella frazione Rocca di Roffeno, la chiesa diSan Martino custodisce una Deposizione at-tribuita al Calvaert, mentre l’abside romanicaalla base del campanile testimonia l’originetrecentesca dell’edificio. Non lontano, la chie-sa e il Monastero di Santa Lucia (Info: Tel.051.912742), nel Medioevo erano il centroordinatore di tutto il territorio. Costruiti comeuna rocca difensiva, il loro aspetto attuale sideve a un rifacimento del XV secolo. Sempre aRocca di Roffeno, si segnala l’antico manierodel Monzone, dove negli anni ‘30 il pittoreGiorgio Morandi (pag. 68), conobbe una felicestagione creativa.

A Labante, nella vallata del torrente Aneva, inlocalità San Cristoforo si trovano le famoseGrotte di Labante. Facilmente visibili dallastrada, le grotte sono segnalate dalla suggesti-va cascata che le sovrasta. Sono state propriole acque della sorgente che alimenta la casca-tella a costituire l’incantevole deposizione diroccia calcarea, chiamata “sponga” (spugna),già impiegata dagli Etruschi per la necropoli di

Marzabotto. L’interesse paesaggistico e natu-ralistico del luogo non sfuggì ai viaggiatori deisecoli passati, tanto che le grotte di Labantesono le prime cavità naturali del bolognese dicui si conservi memoria scritta. Le grotte (sem-pre aperte) sono inserite in un bel parco,punto di partenza per escursioni a piedi e inmountain bike.

Nella zona si consiglia una visita al Mulino delPovolo, con le sue antiche macine ancora fun-zionanti.

La frazione di Villa d’Aiano è ricca di corsid’acqua costeggiati da suggestivi percorsinella natura come “Il Sentiero degli Ontani”e “L’Orrido di Gea”.

Castel d’Aiano

LaGrotta di Labante, classificata come SIC(sito di importanza comunitaria), è dal pun-to di vista geologico una formazione prima-ria di travertini, particolare fenomeno carsi-co di cui rappresenta uno dei più grandiesempi d’Europa. Formazioni di questo tipo,infatti, raggiungono di norma lunghezzenon superiori ai 4-5 metri, mentre a Labantequesta misura viene abbondantementesuperata. Ma è tutto il territorio della me-dia Valle del Reno ad essere caratterizzatoda morfologie riconducibili a fenomeni car-sici e non è raro trovare cavità, pozzi o doli-ne, come la grotta delle Spugne a Cereglioe le grotte di Soprasasso a Riola.

Natura

Cascatella e Grotta di Labante

Comune di Castel d’Aiano

Monastero di Santa Lucia

Provincia di Bologna

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I grandi castagneti che dominano il paesag-gio regalano al sottobosco ottimi funghi inquantità. La gastronomia del territorio, oltrealle eccellenze tipiche di tutta la vallata, ri-serva una gustosa sorpresa nell’antica ricettadei borlenghi.

Castel d’Aiano, terra di presepi Nel paese esiste una radicata tradizione: lenatività sono realizzate ogni anno in modonuovo, nel capoluogo come nelle sue frazio-ni. A Castel D’Aiano il presepe si caratterizzaper la sua fedeltà nel ricostruire il paesaggiodella Palestina, mentre a Villa d’Aiano preva-le l’aspetto della meccanizzazione. Ma il piùsuggestivo è probabilmente il presepe viven-te organizzato presso le Grotte di Labante.Nel periodo natalizio è possibile ancheammirare una raccolta di presepi nella vicinachiesa parrocchiale di Santa Maria diLabante. Info: Tel. 051.6735718

Storia e Cultura

Il borlengo è una sottile sfoglia croccantemolto grande preparata a partire da unimpasto liquido estremamente semplice, abase di acqua, farina, uova e sale, che vienecotto nella rola o sole. Viene condito conla cunza - un battuto di pancetta, lardo,aglio e rosmarino - e cosparso di parmigia-no reggiano. Ripiegato in quattro partiviene servito molto caldo. Si può mangiaresolo in una fascia ristrettissima di Appen-nino, che comprende i Comuni a cavallotra la provincia di Bologna (Castello diSerravalle, Savigno e Castel d’Aiano) e quel-la di Modena. Per alcuni il borlengo sareb-be il frutto di una “burla” ai danni di unamassaia che, con acqua e farina, stava pre-parando il tradizionale impasto per le tigel-le. La donna, trovandosi l’impasto eccessi-vamente allungato da qualche burlone,non si perse d’animo e provò con successoa ricavarne ugualmente qualcosa da man-giare. Altri pensano che fosse tipico di car-nevale: di qui il nome borlengo, “cibo perburla”. Tutt’altro che facile da preparare,per gustare questa specialità bisogna recar-si nei ristoranti specializzati della zona oalla sagra che ogni anno gli viene dedicataa Castel d’Aiano. Variante del borlengo è laZampanella, diffusa nei Comuni di GaggioMontano, Lizzano in Belvedere e PorrettaTerme, che si distingue per la maggioredensità dell’impasto.

Enogastronomia

Sagra del fungo, da più di vent’anni con ric-ca mostra micologica e stand gastronomici:luglio.Ferragosto casteldaianese, serata di musicae spettacolo con fuochi pirotecnici.Motofest, motoraduno per tutti i tipi di mo-to: 3° week end di agosto.Tartufesta: ottobre/novembre.Rocca di RoffenoGrande Spettacolo di Fuochi Artificiali atempo di musica: 2° o 3° sabato di luglio.Festa del Borlengo: 1a domenica di giugno.

Villa D’AianoFesta della Madonna delle Grazie, mostramercato, spettacoli e fantastico spettacolopirotecnico: 3a domenica di agosto.

Santa Maria di LabanteFesta delle grotte: luglio.Festa della Trebbiatura, degli antichimestieri - Come una volta … con trebbiatu-ra nell’aia nel rispetto delle tradizioni di untempo: ultima domenica di luglio.

GIORNO DI MERCATO: domenica

Eventi

Zampanelle

Comune di Porretta Terme - Stefano Capitani

Mentre andiamo alla scoperta del territorio,non dobbiamo dimenticare che questi montidal ‘44 al ‘45 furono attraversati dalla LineaGotica (pag. 160): per chi ama la storia, di gran-de interesse è il Plastico multimediale dellaLinea Gotica ospitato nella sala polivalentedel comune, che permette di ricostruire i mo-menti salienti dell’ultimo grande fronte dellaSeconda Guerra Mondiale.Info: Tel. 051.6735718

Oltre al Plastico sono visitabili anche trinceee luoghi teatro dei combattimenti, a comin-ciare dal complesso di Torre Jussi.

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Affrico (17 km da Gaggio) è forse la più belladi tutte le frazioni. La sua Pieve è documen-tata già nel 969 d.C., mentre la chiesa di SanGiovanni Battista conserva sull’altare mag-giore un Battesimo di Cristo attribuito al bo-lognese Francesco Albani. Notevole è an-che il Palazzo d’Affrico, opera dei Maestricomacini (pag. 71), costituito da diverse case-torri di età medievale. Sempre nella valle delMarano, si segnala il Castellaccio, edificiofortificato del XV sec.

A Rocca Pitigliana colpisce la chiesa di SanMichele Arcangelo col suo campanile, sceno-graficamente addossati a uno sperone roccio-so. Sul lato destro del complesso si apre nellaroccia un suggestivo passaggio che dà accessoalla chiesa.

A Silla è ancora funzionante un mulino ad acqua per la macina di cereali e castagne.

Gaggio Montano è una tranquilla località inbella posizione strategica sulle più alte cimedell’Appennino. Verso Lizzano svetta MonteBelvedere, caposaldo della Linea Gotica te-desca (pag. 160).

Di origine longobarda, il suo antico nome è“Gaium Reginae” in onore di Geltrude mogliedi re Astolfo. Nel Medioevo Gaggio era al cen-tro di un’importante via di comunicazione, laVia Cassìola: nota anche come piccola Cassia,la strada collegava l’Abbazia di Nonantola conla Toscana, passando per la Valle del Samoggiae arrivando a varcare il crinale nei pressi diCapugnano (Porretta Terme).

Il paese è dominato dal Sasso di Rocca, su cuisorgeva uno dei due castelli di Gaggio. Oggi, incima al Sasso svetta il Faro della Vittoria co-struito nel 1952 a ricordo dei Caduti della mon-tagna: il suo belvedere offre uno dei migliori pun-ti panoramici della zona. Degne di nota sono an-che la chiesa dei Santi Michele e Nazario, del XIXsecolo con opere dal ‘500 al ‘700, e i palazzi rina-scimentali del centro, a partire da quello deiTanari, signori di queste terre. Notevole è la tra-dizione gastronomica, legata in particolare all’at-tività di celebri caseifici di Parmigiano Reggiano.

Gaggio Montano

Il Parmigiano - Reggiano DOP è uno deiprodotti dell’artigianato gastronomicoitaliano più conosciuti e imitati nel mon-do. La zona di produzione comprende ilterritorio delle province di Parma, Reggio-Emilia, Modena, Bologna (sinistra Reno) eMantova (destra Po). Il Parmigiano Reg-giano, nel bolognese chiamato semplice-mente “forma”, si produce con il latte pro-veniente solo dagli allevamenti della zo-na. Il Parmigiano ha origini antichissime,che risalgono all’età romana, ma la testi-monianza più nota è quella di Boccaccio,che nel suo Decamerone ne descrive l’im-piego ancora oggi più classico: grattugiatosulla pasta. I caseifici bolognesi, alcuni convendita diretta, si trovano nelle Valli delReno e del Samoggia.Info e visite guidate ai caseifici: Consorzio Parmigiano ReggianoTel. [email protected]

Enogastronomia

Gaggio è un miraggio - Sagra del cacciatore:luglio. Festa del Gallo - Festa dell’Agricoltura:luglio/agosto.Gran Galà d’estate: agosto.

PietracoloraPresepe vivente: la vigilia di Natale.

GIORNO DI MERCATO: domenica

Eventi

Ca’ del Ponte e Arco Tanari

Comune di Gaggio Montano

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Lizzano in Belvedere è una delle principalimete turistiche dell’Appennino tosco-emilia-no, incastonata tra le più alte vette del Bo-lognese. Su tutte domina il Corno alle Scaleche sfiora i 2000 metri e dà il nome a un gran-

de parco naturale, nonché a un comprensoriosciistico di altissimo livello, dove è cresciutoil talento del grande campione di sci alpinoAlberto Tomba.

Lizzano in Belvedere

Il Corno alle Scale (1945 m s.l.m.) è la più altamontagna della provincia di Bologna, facil-mente raggiungibile anche dal versantemodenese e da quello pistoiese. La stradad’accesso principale sale da Vidiciatico lungola Valle del Torrente Dardagna e terminapoco oltre il Rifugio del Lago del Cavone acirca 1500 m s.l.m. Dal punto di vista orogra-fico, la montagna si presenta nettamente dif-ferenziata nei suoi versanti: mentre il versan-te meridionale e quello nord-occidentale so-no ricoperti da praterie, il versante nord-estsi presenta assai impervio e caratterizzato dauna spettacolare parete a balze rocciosepressoché verticale: sono i Balzi dell'Ora,circa 1000 metri a picco sul fondovalle delSilla, parete che non trova riscontro in nessu-

na altra montagna appenninica, tranne forsein Abruzzo. Sulla cima, nelle vicinanze delburrone che precipita verso i Balzi dell’Ora,svetta una grande croce metallica visibile dadecine di chilometri di distanza. Il panoramache si gode è uno dei più vasti d'Italia: in gior-nate particolarmente limpide, oltre ai mariAdriatico e Tirreno e a quasi tutta la cerchiadelle Alpi, si possono scorgere addirittura ilMonte Cinto, in Corsica, e la sommità delTerminillo, nel Lazio. In una conca poco sottola cima, a 1775 m s.l.m., si apre il caratteristicoLago Scaffaiolo, uno dei più elevati laghiappenninici di crinale, dove si incrocianomolti sentieri. Presso le sue rive sorge il Ri-fugio del CAI di Bologna “Duca degli Abruzzi”,il primo costruito nell’Appennino Settentrio-nale.

Natura

Vetta del Corno alle Scale

Parco Corno alle Scale - Massimo Barbi

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Il Santuario di Madonna dell’Acero fu co-struito nel 1500 sul luogo dov’era l’aceropresso cui la Madonna apparve a due pasto-relli salvandoli da una bufera di neve. Aun’immagine posta sull’acero fu subito dedi-cato un culto, continuato fino a oggi nelsantuario. All’interno della chiesa, restaura-ta nel Novecento, tra i tantissimi ex-voto sisegnalano “I Brunori”, gruppo ligneo scolpi-to per la scampata morte di un membrodella famiglia Brunori nella battaglia diGavinana del 1530 contro le truppe di CarloV. Il luogo, immerso nel verde, è un buonpunto di partenza per escursioni alle Ca-scate del Dardagna, al Corno alle Scale e alLago Scaffaiolo.

Santuario di Madonna dell’Acero

Parco Corno alle Scale - Massimo Barbi

Pastore dell’Appennino - Rugletto Belvederiani

Ma nel territorio di Lizzano non è solo la naturaa regalare episodi di grande suggestione. Per ren-dersene conto basta visitare l’antico edificioproto-romanico del Delubro bizantino (dettaanche “Rotonda”) e, soprattutto, il santuario diMadonna dell’Acero, nei pressi di Vidiciatico.

Storia e Cultura

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NeveA metà strada fra Bologna e Firenze, la stazio-ne sciistica del Corno alle Scale offre un com-prensorio di alto livello per gli standard appen-ninici. Dislocato tra i 1358 e i 1945 m, con 36 kmdi piste (tra cui la più lunga dell’Appennino) quiè possibile sciare 150 giorni l’anno. Le caratteri-stiche delle piste hanno consentito al com-prensorio di ospitare manifestazioni agonisti-che a livello internazionale e ad Alberto Tomba

di raggiungere una preparazione ottimale per laconquista degli ori mondiali. In quota è diffusala pratica dello snowboard e non manca lapossibilità di divertirsi con emozionanti fuori-pista, come di immergersi nel cuore del Parcolungo gli anelli di fondo. Un servizio di navettacollega le piste con la stazione ferroviaria diPorretta Terme e con i paesi del comprensorio.Grazie a recenti interventi di abbattimentodelle barriere architettoniche, le piste sonostate rese accessibili a tutti.

Sport e Vacanza attiva

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Skirama

archivio Corno alle Scale Iniziative Turistiche

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Skirama - Corno alle Scale Iniziative Turistiche

Parco AvventuraIl Parco Avventura Montepizzo è immerso nelverde dell'appennino tosco-emiliano, nelmeraviglioso contesto naturale del ParcoRegionale del Corno alle Scale.Il parco offre la possibilità di sperimentareemozionanti percorsi sugli alberi, caratterizzatida diverse altezze e difficoltà e costruiti nelrispetto delle piante. La struttura è accessibile

e parzialmente fruibile anche dai disabili moto-ri e dalle carrozzine, grazie alla presenza di vei-coli attrezzati. Per i non vedenti, tutti i percorsihanno illustrazioni e indicazioni in Braille. Ilparco è raggiungibile con i mezzi pubblici e col-legato al Parco Avventura Saltapicchio diCamugnano (pag. 73) da un servizio navetta.

Info: Tel. 346.7227076 – 346.7228610www.montepizzo-adventurepark.it

Sport e Vacanza attiva

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Posta tra i torrenti Silla e Dardagna ai piedi delMonte Grande, immersa in meravigliosi bo-schi di castagni, pini, abeti e faggi, Vidicia-tico è una località ricca di risorse turistiche,con Lizzano punto di partenza ideale per lepiste da sci e per escursioni verso l’Alto Ap-pennino. Del sistema difensivo che nel Me-dioevo presidiava questi crinali, nella frazioneresta una torre, diventata in seguito la base diun campanile. Nella suggestiva piazzetta delBorgo Antico, a cui si accede da quattro vol-toni ribassati, zampilla una piccola fontanacon alle spalle un’edicola votiva del XIX sec.

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Cascate del Dardagna

Parco del Corno alle Scale - Enrico Pasini

Sulla statale 324 del Passo delle Radici, lungo laValle del Dardagna, troviamo Rocca Corneta.Già possesso del monastero di S. Pietro diModena, benché i suoi abitanti nel 1197 giuraro-no fedeltà al Comune di Bologna, nel 1226Federico II restituì temporaneamente il paese a

Modena. Su un aguzzo colle di arenaria, svettal’antica torre (XIV sec.) della rocca, che ai primidel ‘300 risultò inespugnabile persino ai Conti diPanico. Poco distante, la chiesa di San Martinoaccoglie un’antica immagine in carta pesta dellaMadonna con Bambino, che richiama un grannumero di pellegrini.

Rocca Corneta

archivio Provincia di Bologna - Manuela Malaguti

I sapori del Corno alle ScaleIl gruppo del Corno alle Scale segna il limitemeridionale di varie specie vegetali tipichedelle praterie alpine: qui il pascolo può avva-lersi di essenze che non esistono nell’Appen-nino centro-meridionale e che si riflettono neiprodotti di questi monti. Il formaggio di pe-cora, ad esempio, presenta particolarità deltutto originali, esaltate anche dall’uso tuttoraabituale del latte crudo. In tema di formagginon bisogna dimenticare che Lizzano si trovanell’estremo lembo sud-orientale della zonadi produzione del Parmigiano Reggiano: letecniche di allevamento e la composizionedei pascoli danno al latte profumi e saporiparticolari, rintracciabili anche nel più celebreformaggio italiano. E poi c’è il pesce: la qualitàdelle carni del Salmerino di torrente, alleva-to nello Stabilimento ittiogenico della Provin-cia (presidio Slow Food), ne fa uno dei pescid’acqua dolce più apprezzati a tavola. E anco-ra i frutti di bosco: nel territorio del Parco cre-scono spontaneamente fragoline, mirtilli, mo-re, ribes, ginepro, lamponi e sambuco. La lorobontà associata alla purezza dell’ambiente,

rende questi frutti ideali per la preparazione dimarmellate, confetture, frutta sottospirito, di-stillati, liquori, grappe e altri prodotti tipici ge-nuini derivati da antiche ricette tradizionali. Lependici erbose del Corno sono ricche anchedi piante terapeutiche utilizzate per la prepa-razione di infusi e medicamenti, ma anche disaporiti condimenti e profumi naturali.

Le Castagne del Corno alle ScaleFin dall’antichità i castagni sono stati fonte disostentamento per le popolazioni del territo-rio, sia come legna da ardere, sia soprattutto,come fonte alimentare. La castagna del Cornoalle Scale è conosciuta per le sue innumerevo-li varietà: dalla castagna selvatica detta Sal-vano alla Mascarino, alla Lòiola (utilizzata perle caldarroste), alla Pastanesa (caratterizzata dauna leggera peluria e usata per la preparazionedella farina), fino alla Sborgà. Tanti sono i modiper gustare le castagne: bollite (ballotti), arro-stite sul fuoco (frugiate), oppure essiccate perottenere la farina con cui cucinare polenta,frittelle, torte, ciacci e patolle (impasti di ac-qua e farina cotti in stampi di terracotta oferro).

Enogastronomia

Tra le numerose sorgenti d’acqua e gli antichimulini del lizzanese, nei pressi di Poggiolfora-to (pag. 86) si segnala per la suggestione dellesue forme il Mulino del Capo, dal tetto inlastre di arenaria e gli originali comignoli ton-di sormontati da ancestrali figure scolpite,chiamate “mummie”.

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Parco Regionale del Corno alle ScaleUn Parco di crinale dagli spettacolari trattialpini cinge il massiccio del Corno alleScale. Coperto per gran parte da boschi, ilParco ospita numerose specie botanicheprotette, come l’astro alpino e la primulaorecchia d’orso. Numerosi e facilmente av-vistabili sono anche gli animali, dai muflonie le marmotte fino all’aquila reale. Nel Par-co è anche possibile partecipare al moni-toraggio della presenza del lupo tramite latecnica del wolf howling. Numerosi sonopoi gli sport che si possono praticare intutte le stagioni, dai più classici fino ai piùinsoliti come il parapendio o il tiro con l’ar-co di campagna. Tutta l’area è dotata di unarete di sentieri segnalati, rifugi e bivacchi:da non perdere l’escursione alle Cascatedel Dardagna. Affascinanti per la loro col-locazione nel Parco e per la loro storiasono i Santuari di Madonna dell’Acero e diMadonna del Faggio, mentre esempi diarchitettura della montagna che meritanocertamente una visita sono i borghi di Pia-naccio (paese natale di Enzo Biagi), Pog-giolforato e Monteacuto delle Alpi, dallecui mura si gode una splendida vista sulCorno. Consorzio gestione del ParcoVia Roma, 1 - Loc. Pianaccio 40042 Lizzano in Belvedere (BO) Tel. 0534.51761 - Fax 0534.51763info@parcocornoallescale.itwww.parcocornoallescale.itwww.parks.it/parco.corno.scale

Natura

Veduta dalla cima del Corno alle Scale

Comune Lizzano in Belvedere - Ares Cremonini

Pedalare al Corno alle ScaleChi ama la montagna ed é alla ricerca diambienti incontaminati dove potere tra-scorrere serenamente il proprio tempolibero dedicandosi alla mountain bike nonpuò che scegliere il Corno alle Scale. Peda-lare nel comprensorio del Corno alle Scalesignifica percorrere numerosi itinerari, ditutte le difficoltà, che si snodano all’internodi boschi, lungo gli alti crinali tosco-emilia-ni o fra antichi borghi, addentrandosi nellaparte più bella e meno battuta del ParcoRegionale. Gli itinerari sono tutti segnalaticon cartelli di differenti colori e indicati inuna cartina dettagliata disponibile gratuita-mente presso gli Uffici di informazioni turi-stiche di Lizzano e di Vidiciatico.

Sport e Vacanza attiva

In Mountain Bike nel Parco del Corno alle Scale

Corno alle Scale Bike

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Tartufesta: tra ottobre e novembre.

VidiciaticoGiughence la campana: 14 agosto.

Madonna dell’AceroSagra della Madonna dell’Acero: 5 agosto.

QuerciolaFiera di Querciola: 1a domenica di settembre.

GIORNI DI MERCATO: giovedì nel capoluo-go, venerdì a Vidiciatico

Eventi

Tra il XIII e il XIV secolo, il Senato bologneseprogettò e fece scavare un canale per convo-gliare le acque del Dardagna nel Silla, alloscopo di facilitare il trasporto del legnamediretto a Bologna. Da quest’opera, di cui resta-no solo vaghe tracce, ha preso il nome il paesedi Poggiolforato, un bel borgo dalle case in

Museo G. Carpani

Provincia di Bologna - Guido Avoni

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Nella Valle del Silla, davvero notevole è il bor-go di Monteacuto delle Alpi, arroccato su unminuscolo cucuzzolo di fronte al massicciodel Corno alle Scale. Stupendamente conser-vato, nel Medioevo godette di un’importanzastrategica tale che, al momento della stipuladi una pace tra Bologna e Pistoia, si pretese incalce anche la firma di un suo rappresentante.

pietra con tetti in lastre di arenaria e curiosicomignoli tondi caratteristici della Valle delDardagna. Qui ha sede il Museo etnografico“G. Carpani”, dove spicca la ricostruzione diuna tipica cucina della montagna, con il co-siddetto “re dei camini”, uno dei più grandidell’Appennino emiliano.

Nato dalla raccolta di testimonianze dellacultura montanara avviata nel 1965 dal mae-stro Giovanni Carpani, il Museo G. Carpaniè uno dei centri visita del Parco Regionaledel Corno alle Scale. Il percorso illustra lediverse attività produttive della zona (ilcastagno, la pastorizia, la tessitura, l’artigia-nato), le tradizioni religiose e i riti legati adantiche credenze. In un edificio adiacentesono ricostruiti gli ambienti di una casa tra-dizionale.

MUSEO ETNOGRAFICOGIOVANNI CARPANILocalità Poggiolforato40042 Lizzano in Belvedere (BO) Tel. 0534.54366 - Fax [email protected]

Apertura: da gennaio a giugno e da settem-bre a dicembre, sabato e domenica ore 14.30-17.30. Luglio e agosto, sabato e domenica ore15-18. Marzo chiuso. Ingresso gratuito.

Musei

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Lasciata Lizzano in Belvedere, ritorniamo sullaPorrettana e facciamo il nostro ingresso nelpaese che dà il nome alla strada e al passoche valica il crinale tosco-emiliano: PorrettaTerme. Circondata da boschi secolari, Porrettadeve la sua fama alle straordinarie proprietàdelle sue acque termali che ancora oggi nefanno un’importante capitale del benessere edella salute.

Gli stabilimenti sorgono ciascuno sulla rispet-tiva sorgente, da cui traggono nomi suggesti-vi. Ecco quindi le storiche Terme Alte, sceno-grafico complesso di edifici sette-ottocente-schi incastonati nella stretta Valle del Rio Mag-giore a ridosso del centro del paese, con lefonti salsobromoiodiche Bovi, Leone, Marte eDonzelle. Sulla sinistra del Reno sgorgano inve-ce le Acque Basse, sulfuree e a debole minera-lizzazione, delle sorgenti Porretta Vecchia,Porretta Nuova, Galleria della Madonna e Puz-zola, i cui stabilimenti sono del 1948-49.

Porretta Terme

Le Terme di Porretta, già frequentate daEtruschi e Romani, hanno sulle spalle duemi-la anni densi di storia e di leggende. Comequella che narra di un bue ammalato, torna-to rinvigorito dal suo padrone dopo essersiabbeverato alla fonte della Puzzola, scopren-done così le proprietà curative e diventan-done il simbolo. Altro emblema delle termeè quello del leone, dal mascherone del II sec.d.C. qui ritrovato e conservato attualmentepresso il B.A.M. A conferma dell’antica fre-quentazione del sito a scopi di benessere,nello stabilimento Leone è stata ritrovatauna scala in pietra serena delle terme roma-ne. E ancora nel Rinascimento a Porretta sog-giorna Machiavelli ai tempi della Mandragolae nel 1475 Giovanni Sabadino degli Arienti viambienta le sue storie Porrettane, in cui im-magina gentiluomini e gentildonne, raccoltiper le Terme, raccontarsi a turno 62 novelle,sul modello del Decamerone di Boccaccio.Le novelle sono dedicate a Ginevra Sforza,sposa di Giovanni II Bentivoglio, Signore diBologna, che qui è solito villeggiare con lasua corte. Ricordate anche da Rabelais nelGargantua et Pantagruel, le terme nei secolisono frequentate da personaggi come Lo-renzo il Magnifico, il Cardinale FrancescoGonzaga con al seguito il pittore AndreaMantegna, Giovanni Sforza Visconti, la Gran-duchessa di Toscana Bianca Cappello e il fra-tello di Napoleone, Luigi Bonaparte. Qui, perarrivare alle soglie dei nostri giorni, si davanoappuntamento nobili e intellettuali prove-nienti da tutta l’Italia della Belle Époque.

Storia e Cultura

sopra: Maschera romana

sotto: Terme Alte

Comune Porretta Terme - Stefano Capitani

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Al suo interno opere di scuola bolognese; lapala d’altare è attribuita al Calvaert. A fiancodella chiesa è il settecentesco oratorio diSan Rocco, opera di Giovan Paolo Dotti, fi-glio dell’architetto progettista della basilicadi San Luca a Bologna.

Tra i più avanzati d’Italia, gli stabilimenti ter-mali sono specializzati nella cura di malattiedell’apparato digerente, del fegato, re-spira-torie, genito-urinarie e della pelle. Le struttu-re del “Centro Termale di Prevenzione, Cura eRiabilitazione” sono composte da 6 stabili-menti e 8 centri di cura. Attivi tutto l’anno, icentri specializzati delle Terme offrono curetermali fatte di bagni, fanghi, rieducazioneneuromotoria, cura della pelle, pressotera-pia, trattamenti ginecologici, oltre a servizi didietologia e a un Centro Benessere con trat-tamenti mirati per il viso e il corpo. Da pro-vare è la linea di prodotti di bellezza prepa-rati con i fanghi e le acque termali. Le Terme e i Centri benessere di Porretta Società degli Alberghi e delle Terme diPorretta S.p.a. Via Roma, 540046 Porretta Terme (BO) - Tel. 800.514626www.termediporretta.it

Terme & Benessere

Parco Termale - Comune di Porretta Terme - Stefano Capitani

Oggi centro della vita termale sono gli stabi-limenti della Puzzola-Castanea, il cui parcodurante il periodo estivo è sede di manifesta-zioni culturali e di caffè concerto. Poco oltregli stabilimenti termali, si trova la chiesa dellaMadonna del Ponte, dalla pianta ottagona inblocchi di arenaria scalpellata. La Madonnadel Ponte è stata eletta protettrice dei cesti-sti italiani, a legare idealmente l’Appennino aBologna, basket city italiana.

Oltre agli stabilimenti delle Terme, eleganti eattrezzate strutture ricettive contraddistin-guono la loro offerta con centri benessere do-tati di hamman, piscine con idromassaggi epercorsi benessere personalizzati.

Il paese vanta una lunga tradizione di ospita-lità: oltre al termalismo, molte sono le ragio-ni di una visita, monumenti e musei, sport,eventi prestigiosi, ottima cucina e bellissimidintorni.

Da segnalare è la suggestiva chiesa di SantaMaria Maddalena, costruita in sassi di fiume trail 1690 e il 1696. Il sagrato in bella posizione pa-noramica servì per secoli da cimitero, come te-stimonia qualche cornice di lapide superstite.

Spa center - archivio privato

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Il B.A.M. Biblioteche, Archivi Storici e Musei dell’Alto RenoVia Borgolungo, 10 - 40046 Porretta Terme (BO)Tel. [email protected] B.A.M. rappresenta il punto di raccordo delSistema Museale dell’Alto Reno. All’internodelle sale del B.A.M., ricavate dall’antico palazzodelle Carceri Mandamentali, possono essereconsultati gli importanti volumi della bibliotecadi storia locale dell’Associazione Nuèter -Gruppi Studi Alta Valle del Reno (www.nue-ter.com), così come è possibile visitare la riccaemeroteca, che permette di approfondire leconoscenze legate alla storia locale, all’ambien-te, agli usi e costumi della montagna bolognesee pistoiese. Il B.A.M., grazie alla collaborazionecon la Fondazione Veronica Martini, mette adisposizione an-che testi, riviste e video dedica-ti al cinema, al Porretta Cinema Film Festival ealla storia della Mostra del Cinema Libero eRitrovato. I percorsi documentari continuanocon la possibilità di visionare il materialedell’Archi-vio Storico delle Terme di Porretta euna sala è interamente dedicata al Porretta SoulFestival. Il B.A.M. è anche la sede dell’Archi-vioStorico, degli archivi della Pretura e dell’A.S.L.Infine due sale espositive ospitano per tuttol’anno mostre di arti visive.

Musei - Scienza e tecnica

Castello Manservisi

Provincia di Bologna - Guido Avoni

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A Porretta Terme ha sede il Sistema Musealedell’Alto Reno che comprende:- il B.A.M. Biblioteche, Archivi Storici e Musei dell’Alto Reno

- il Museo delle moto e dei ciclomotori DEMM - il Museo etnografico LabOrantesdi Castelluccio

- la Biblioteca- La Ferriera Calvi

Nei dintorni meritano una visita gli antichiborghi di Castelluccio e di Capugnano.

A Castelluccio merita una visita il CastelloManservisi, che ospita il Museo LabOrantes.Immerso tra i boschi a 6 km da Castelluccio, ilsantuario della Madonna del Faggio uno deiluoghi più suggestivi dell’Appennino, è visita-bile la domenica d’estate. Di recente apertura,il rifugio escursionistico “Le Casette del Doc-cione - ex Vivaio Monti”, gestito dal Comune,rappresenta un punto di eccellenza per l’ac-coglienza, l’organizzazione, la rimessa attrezzi,il riposo (con 10 posti letto) e il ristoro per gliamanti delle escursioni, della mountain bike edell’orienteering (dalla primavera all’autunno)e delle ciaspole e dello sci di fondo (durantel’inverno). Il rifugio è aperto tutti i giorni dagiugno a settembre e tutti i venerdì, sabato edomenica da ottobre a maggio. Chiuso in apri-le. Possibilità di noleggio di mountain bike,ciaspole e sci da fondo. In presenza di neve,viene garantita la costante battitura lungo unanello da fondo di circa 10 Km. Gli amanti del-l’orienteering possono usufruire gratuitamen-te di una cartina di 2 Km di bosco mappato.

Terra di motori: Mudeo DemmMUSEO DELLE MOTO E DEI CICLOMOTORI DEMMIl Museo espone più di 100 modelli e proto-tipi di moto e ciclomotori prodotti dallaDEMM fra il 1952 e il 1982. Su tutte spicca ilcosì detto “Siluro”, che negli anni cinquantarealizzò ben 24 record mondiali di velocità.Il museo è dotato di un ricco archivio foto-grafico con immagini delle moto e dellecampagne pubblicitarie realizzate in passa-to dallo stabilimento porrettano. Via Mazzini, 230/a40046 Porretta Terme (BO)Tel. 335.7214996/[email protected] Ingresso gratuito.Apertura: sabato 10.00-12.00/16.00-19.00, do-menica 16.00-19.00 e feriali su prenotazione.

MUSEO LABORANTES Un’ala del Castello Manservisi di Castelluc-cio raccoglie le testimonianze della religio-sità popolare locale (provenienti dai san-tuari della Madonna del Faggio e della Ma-donna del Ponte), accanto ad oggetti legatialla vita e al lavoro in Appennino. Via Manservisi, 5 - Località Castelluccio40046 Porretta Terme (BO)Tel. 347.5321382Apertura: luglio e agosto ore 9.00-12.00/16.00-19.00, su prenotazione il resto dell’anno.

Musei

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Il rifugio escursionistico è inoltre un idealepunto di partenza per attività didattiche le-gate alla flora ed alla fauna dell’Appennino.Per tutte le attività sono disponibili guidespecializzate per accompagnare gruppi. Neiperiodi di alta stagione è consigliabile la pre-notazione.

Le Casette del Doccionevia Monte Cavallo, 100 - località Castelluccio 40046 Porretta Terme (BO)Tel. 0534.29198 - [email protected]

Capugnano è un antichissimo centro, fino al‘500 più importante della stessa Porretta. Nelborgo merita una visita la chiesa di San Mi-chele, nota fin dal Duecento e rimaneggiatafino alla fine del Seicento. La pala dell’altaremaggiore è stata ricondotta alla scuola di Gui-do Reni. Alle Croci di Capugnano si segnala lacasa del padre di Guglielmo Marconi (pag. 59).

Da provare è poi la cucina del territorio.Funghi, tartufi, frutti del sottobosco, cre-scentine fritte, crescentine nei testi (tigelle),polenta di castagne, castagnacci, ciacci,patolle, minestra di “stianconi” e il celebre“Tortino di Porretta” (una ciambellina al gu-sto di limone), costituiscono il ricco panieredi specialità della zona.

Porretta Soul Festival, storico appuntamen-to a carattere internazionale che riunisce aPorretta i migliori interpreti di musica Soul eRhythm & Blues: luglio. www.porrettasoul.itDa Bach a Bartok, rassegna internazionale dimusica classica: luglio e agosto.Tartufesta: tra ottobre e novembre.

Porretta Cinema, rassegna internazionaledel cinema d’autore realizzata in collabora-zione con la Cineteca di Bologna: dicembre.www.porrettacinema.com

CastelluccioCastelluccio in fiore: 14 e 15 agosto.

CapugnanoFesta della Beata Vergine della neve: i primidi agosto.

A spasso per i MERCATI:- tutti i sabati dell’anno (da oltre tre secoli) dalle ore 7 alle 13 il mercato tradizionale;

- Fiera paesana, primo mercoledì di ogni mese (esclusi luglio, agosto e settembre);

- Mercatini d’estate: le domenichedal 15 giugno al 15 settembre;

- Fiera di Ferragosto: primo mercoledì dopo il 15/8 per tutto il giorno.

EventiRufus Thomas - Porretta Soul Festival

Comune Porretta Terme - Stefano Capitani

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Eccoci alla conclusione del nostro itinerario.Siamo nella parte più meridionale della pro-vincia di Bologna, al confine con la Toscana.Qui si estende il territorio di Granaglione, ag-grappato per la sua gran parte alle scoscesependici delle montagne che coronano versooccidente la Valle del Reno. A dominare ilpaesaggio sono i boschi di castagni, faggi econifere, con un’estensione fra le più ampiedella provincia.

A Granaglione merita una visita la chiesa diSan Niccolò, le prime notizie della quale risal-gono al 1220, e l’antica casa dei Marconi,famiglia d’origine del celebre inventore (pag. 59).

L’origine longobarda del nome Granaglione,che significa “luogo ben difeso e luogo di os-servazione”, ben si adatta alla collocazionegeografica del paese, che dall’alto dei suoi800 metri domina una vasta parte della Valledel Reno. Questi insediamenti di confine finoal 1219 dipesero civilmente da Pistoia, fortecentro longobardo, e religiosamente dal Ve-scovo di Bologna, che aveva nella Pieve diSùccida (oggi Capanne) il suo riferimento piùimportante del territorio. Sùccida e Grana-glione furono poi fusi dai Bolognesi in un uni-co comune, al quale si aggiunsero le “ville” diBoschi e Lùstrola, il cui Governo era concen-trato nelle mani di poche famiglie, i cosiddet-ti “antichi originari”. La chiesa di Borgo Ca-panne dedicata a San Giovanni Battista pre-senta alcuni resti dell’abside romanica che,con il ritrovamento di numerose moneteimperiali romane e bizantine, fanno risalirealmeno al 1000 la costruzione dell’edificiosacro e a un periodo ancora precedente lafrequentazione del luogo.

Dalla seconda metà del XIV secolo e soprat-tutto tra il XV e il XVII secolo passarono nellaValle del Randaragna i Maestri comacini(pag. 71), costruendo molte case a Le Noci,Casa Boni, Casa Nasci. A Lùstrola, degna dinota è l’antica chiesa di San Lorenzo.

Scorci di particolari suggestione si possonocogliere nei numerosi borghi dell’alta Valledel Randaragna, a Case Boni, Case Calistri, alPoggio dei Boschi, oltre che nei diversi quar-tieri in cui si articola l’abitato di Granaglione.

Da ricordare sono anche gli antichi oratoridislocati nelle varie frazioni: a Casa Boni l’ora-torio della SS. Annunziata (1703), a Poggio deiBoschi l’oratorio di San Michele (1702), a CasaNasci l’oratorio Sant’Antonio (1703), a Olivaccil’oratorio di San Matteo (1754), a Madognanal’oratorio dedicata alla B.V. della Vita, infinel’oratorio di San Michele in località Vizzero.

Da non mancare è una visita al santuario dellaMadonna di Calvigi, in magnifica posizionesulla valle sottostante, a 2 km da Granaglione.

Granaglione

Poco lontano dal paese di Granaglione, sor-ge il piccolo Santuario di Calvigi, dedicatoal culto della Madonna. L’origine di taledevozione è legata alla fede popolare nellecapacità miracolose di un dipinto su pietraraffigurante la Vergine - risalente nella pri-ma metà del ‘500 - fatto eseguire dal parro-co di San Niccolò di Granaglione. Un seco-lo più tardi (attorno al 1634), quale ringrazia-mento per essere scampata dal pericolodella peste, la comunità fece voto solennedi erigere un santuario. La chiesa, ampliatanel 1635, secondo un’iscrizione presentesulla facciata, fu dotata di campanile nel1833. All’Ottocento risale anche una tradi-zione che dura ancora oggi: ogni 5 anni neigiorni precedenti Ferragosto l’immagineviene trasportata in processione alla chiesadi San Niccolò di Granaglione, per poi tor-nare al santuario il giorno dell’Assunta.L’immagine originaria dipinta sulla roccia,ormai compromessa, fu riportata su tela nelXIX secolo, mentre nel 1954, deterioratasianche la tela, al suo posto venne realizzatauna bella ceramica faentina policroma.

Storia e Cultura

Mulino Randaragna

Provincia di Bologna

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Itinerario turistico-didattico del Castagno

1. Parco Sperimentale Didattico del CastagnoNel Parco è possibile visitare le diverse areedi carattere dimostrativo sulle forme direcupero del castagno e percorrere il sen-tiero didattico sulla storia della castanicol-tura negli ultimi 100 anni.2. Microbirrificio BeltaineAll’interno è possibile prendere visione delprocesso produttivo della Birra di castagneBeltaine3. XilotecaSi tratta di una raccolta di 30 campioni didifferenti specie di legno: ogni campione ècostituito da una sezione del fusto accom-pagnato da un testo descrittivo (anche inBraille) sulle caratteristiche dell’essenzaesposta e sul significato che ricopriva nel-l’antichità.4. CaniccioQui è possibile visionare il processo diessiccazione delle castagne che avvieneancora con il metodo tradizionale “a fuoco”.5. Molino RandaragnaNel mulino è possibile osservare il processodi lavorazione attraverso cui le castagne“secche” vengono ridotte in farina.6. Rifugio Monte CavalloPresso il rifugio, accessibile a tutti, si posso-no trascorrere momenti di relax immersinella natura. Il rifugio rappresenta il puntodi partenza di itinerari all’interno di casta-gneti matildici e di secolari foreste di faggi edi conifere.Info: Tel. 0534.21329 - [email protected]

La coltivazione del castagno e la trasforma-zione del suo prodotto hanno costituito persecoli l’attività agricola principale della zona edi ciò resta vasta traccia nella cultura popola-re. Il Consorzio di castanicoltori, in collabora-zione con la Pro Loco, la Provincia e il Comu-ne, ha negli ultimi anni portato anche a nuovimetodi di utilizzo della castagna.

de bellezza e particolare pregio ambientale.Gli escursionisti possono trovare riparo eristoro nel rifugio di Monte Cavallo.

Birra di castagne di GranaglioneDalle “Castagne di Granaglione”, derivateda produzione biologica, nasce la birra arti-gianale alle castagne Beltaine. Il nome deri-va da quello della grande Festa di Prima-vera dei Celti: Granaglione era infatti terradi confine degli insediamenti celtici dell’Ap-pennino bolognese. Bevanda tipica deiCelti era la birra, in gaelico Cervogia. IlNodo dell’Amante, riportato sull’etichetta,rappresenta il simbolo della rinascita dellanatura. Tre sono le tipologie di birra Bel-taine: Birra Speciale alle Castagne, Birradoppio Malto alle Castagne affumicate eGinepro, Birra Bianca alle Castagne e Fru-mento. Caratterizzate da una schiumaabbondante e strutturata, le diverse tipo-logie di birra presentano un sapore chespazia dallo speziato, al fruttato, al citrico.I lieviti, visibili in sospensione, testimonia-no la rifermentazione naturale della birra in bottiglia e le conferiscono una nota di genuinità.

Enogastronomia

Natura

Sagra del rivoltone:ultimo week end di luglio.

Sagra della castagna:ultimo week end di ottobre.

Feste di paese:Lustrola, Festa di San Lorenzo: 10 agostoMolino del Pallone: 13 agostoBorgo Capanne: 14 e 15 agostoBoschi, Festa di Sant’Agostino: 28 agosto

BiagioniSagra del tortellone: 1° week end di agosto.

Casa BoniSagra del cinghiale: 1a domenica di agosto.

Casa CalistriSagra della polenta: 2° week end di agosto.

Ponte della VenturinaFesta della birra: 1a settimana di luglio.

VizzeroFesta delle tre farine: aprile.

Eventi

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Numerose sono le possibilità d’escursione.Da Granaglione, Case Forlai e Poggio dei Bo-schi diverse piste forestali conducono al pas-so Tre Croci, al crinale fra le valli di Reno, Ran-daragna e Rio Maggiore, o fin sul Monte diGranaglione e a Monte Cavallo (m. 1280). Ipercorsi attraversano castagneti, pascoli, fag-gete e boschi di conifere alcune delle quali didimensioni monumentali, che conferiscono aquesta zona, popolata da daini e caprioli, gran-

Nella frazione Capanne nacque il commedio-grafo Gherardo Ghepardi (1891-1949).

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Siamo ormai in Toscana, o meglio in un territorio di crinale da un’identità, anche linguistica,tutta sua, da sempre terra di sintesi e contaminazione di tradizioni diverse, in primis gastrono-miche. Le terre del crinale tosco-emiliano sono anche i luoghi dell’infanzia del cantautoreFrancesco Guccini, che a queste montagne deve la poetica che ritroviamo in molti suoi testi.Per questo motivo il Comune di Porretta Terme, “capitale” di questa terra di confine, gli ha con-ferito la cittadinanza onoraria.

Castagneto

Parco del Corno alle Scale - Tiziana Bertuzzi

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Villa Smeraldi e il Museo della Civiltà contadinaLe Cicogne bianche dell’Oasi La RizzaLa Ciclovia del NavileIl Navile a BentivoglioI Vini DOC del RenoIl centro storico di Pieve di CentoLa Bisana e il Bosco della PanfiliaGli argini del fiume Reno Il Casone del Partigiano a San Pietro in CasaleCento e il Guercino

Da non perdere:

L’itinerario di visitaLa seconda parte dell’itinerarionella Valle del Reno si snoda al-la scoperta dei tesori della pia-nura. Lasciata Bologna alle pro-prie spalle, l’itinerario riper-corre idealmente le antiche vied’acqua che per secoli hannorappresentato una straordinariamodalità di collegamento dellacittà con Venezia e l’Europa.

Tra Reno e Navile: nelle terredel Ducato di Galliera- Castel Maggiore- Bentivoglio- San Giorgio di Piano- San Pietro in Casale- Galliera- Pieve di Cento - Castello d'Argile - Argelato

La Valle del Renola pianura

Castel

Bentivoglio

San Giorgio

di Piano

San Pietro

Galliera

Pieve di Cento

Castello d’Argile

Argelato

in Casale

Maggiore

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La storia e l’ambiente Il territorio della Bassa renana si presenta alvisitatore scandito dalla geometria di strade,campi e canali, in cui ancora oggi si riconosco-no i segni della centuriazione romana, primoepisodio della millenaria lotta tra l’uomo e ledisordinate acque della pianura. Il risultato èuna campagna ricca e ordinata, altra facciadella florida economia urbana bolognese. Lamigliore testimonianza dello stretto rapportotra la città e questa terra è senz'altro il CanaleNavile. Antica via di comunicazione traBologna e Venezia, il Navile è oggi meta dipasseggiate in bicicletta lungo la Via dellaSeta. Questi sono anche i luoghi d’origine deiBentivoglio, Signori rinascimentali di Bologna,che qui avevano terre e palazzi. Personaggicome Lucrezia Borgia e Napoleone, che elessequesto territorio a Ducato, hanno lasciato laloro impronta nel corso dei secoli. Da visitaresono i centri storici porticati di San Giorgio diPiano, San Pietro in Casale e Pieve di Cento,dove sopravvive una secolare tradizione liuta-ria. Non mancano poi aspetti ambientali digrande interesse, laddove il rigido ordine pro-duttivo della pianura lascia spazio a verdi oasi,rifugio per la fauna selvatica e la flora sponta-nea. L’osservatore attento che attraversa apiedi o in bicicletta la pianura del Reno potràcogliere vari aspetti di interesse naturalistico eincrociare diverse presenze significative, tal-volta del tutto inaspettate, come quella dellacicogna bianca. Salici e olmi ombreggiano gliantichi maceri per la lavorazione della canapa,macchie di pioppi si stagliano verticali suglisconfinati orizzonti della bassa, mentre grandiesemplari di farnie, le querce simbolo dellapianura, resistono isolati vicino alle case colo-niche o in filare lungo antiche strade. Sul Renotra Galliera e il ferrarese da non mancare è unavisita alla riserva della Bisana - Bosco della Pan-filia, straordinario esempio di bosco di pianura.

A tavola Gli aspetti più caratteristici della cucina di pia-nura sono quelli della tipica tradizione emilia-na, pasta all’uovo in testa. E dalla sfoglia, graziea mani sapienti, nascono i grandi primi prota-gonisti della gastronomia bolognese: lasagneverdi al forno, tortelloni di ricotta e spinaci,tortellini in brodo. Senza dimenticare le taglia-telle, che una leggenda fa nascere proprio inqueste terre, e i gustosi tortelli di zucca, segnodell’influenza della vicina Ferrara. Tra i primipiatti, che non vi dovrete stupire se li sentire-te chiamare “minestre” anche se asciutti, daprovare sono i “maccheroni alla bolognese”,conditi secondo tradizione con carne dimanzo, pancetta di maiale, fegatini di pollo,burro.Onnipresente è anche il suino, la cui macella-zione è qui elevata ad arte. Ma anche i piùsemplici prodotti della campagna diventanogustosi elementi che aggiungono a condimen-ti e pietanze sapore e vivacità. Formaggi e frut-ta tipica concludono il pasto nelle trattorie enei ristoranti della zona, sempre accompagna-ti dai vini della Doc del Reno e dei vicini Collibolognesi.

Come arrivare - Autostrada A13: uscite Bologna-Interporto e Altedo.

- Strade: SS 64 “Porrettana” (direzione Ferrara),SP 4 “Galliera” e SP 5 “San Donato”.

- Linea ferroviaria Bologna-Ferrara-Venezia: stazioni a Castel Maggiore, Funo Center-gross, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale, Galliera.

- Linee ATC www.atc.bo.it

Borghi e frazioni in musica è una rassegnamusicale che ogni estate (giugno e luglio)coniuga la buona musica con la scoperta diangoli inediti della campagna bolognese. Lefrazioni e i borghi della Bassa si trasformanoper una serata in suggestivi palcoscenici: ilpubblico è condotto in un girovagare curio-so da una villa nobiliare a una casa colonica,per assistere a un concerto, provare gustosiassaggi gastronomici, ma anche per scoprireun giardino o un edificio che si aprono perl’occasione.www.comune.san-pietro-in-casale.bo.it

Tracce di teatro d’autore propone un per-corso unico nell’universo del teatro contem-poraneo d’autore, che attraversa sale, cinema,teatri e piazze dei Comuni della pianura delReno. La stagione di Tracce rappresenta unastraordinaria opportunità di incontro e diconfronto con le tendenze e gli aspetti piùoriginali della scena nazionale e allo stessotempo permette agli spettatori di esserecoinvolti in un progetto che da oltre diecianni dialoga con le migliori realtà culturali esociali del territorio. Da febbraio a maggio.www.traccediteatrodautore.it

Eventi

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Argelato - URPVia Argelati, 4 - 40050 Argelato (BO)Tel. 051.6634607 - [email protected]

Bentivoglio - URP P.zza della Pace, 1 - 40010 Bentivoglio (BO)Tel. 051.6643502/[email protected]

Castello d’ArgilePiazza Gadani, 2 - 40050 Castello d’Argile (BO)Tel. [email protected]

Castel Maggiore - URP Piazza Pace - 40013 Castel Maggiore (BO) Tel. 051/6386781 [email protected]

GallieraP.zza Eroi della Libertà, 1 - 40015 Galliera (BO) Tel [email protected] di Cento (BO) - URPP.zza Andrea Costa, 17 - 40066 Pieve di Cento (BO) Tel. 051.6862611 [email protected]

San Giorgio di Piano - URPVia della Libertà, 35 - 40016 San Giorgio di Piano (BO) Tel. [email protected]

San Pietro in Casale - URPVia G. Matteotti, 154 - 40018 S. Pietro in Casale (BO) Tel [email protected]

Oasi La Rizza al tramonto

Comune di Bentivoglio - Stefano Gottardi

Informazioni Turistiche

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Il Canale NavileIl Canale Navile ha rappresentato dalla finedel XII secolo fino all'inizio del Novecento laprincipale via d’acqua del Bolognese.Alimentato dalle acque dei Canali di Reno edi Sàvena e da quelle del Torrente Áposa, ilNavile con i suoi 40 km di lunghezza connet-teva Bologna alla “grande autostrada” dellevalli del Po (oggi in gran parte bonificate),attraverso cui era possibile raggiungere ilmare e Venezia. Lungo tutto il tracciato ilcanale fungeva da straordinaria via di comu-nicazione, che veniva utilizzata in modo par-ticolare per il trasporto delle merci, primafra tutte la seta. Oggi come allora il Navileesce dalla città nei pressi dell’antico porto(oggi Manifattura delle Arti) e termina il suocorso nel Reno a Passo Segni, presso Malal-bergo. Qui aveva fine la “navigazione supe-riore” e il viaggio poteva proseguire per vallesolo una volta cambiato tipo di imbarcazio-ne. Il canale è largo una decina metri e aisuoi lati corrono le “restare”, sentieri che ser-vivano a buoi e cavalli per il traino delle bar-che. Ai numerosi “sostegni” (chiuse) che nelprimo tratto del canale permettevano disuperare il dislivello tra l’alta e la bassa pia-nura, si aggiunse nel 1775 quello di Malal-bergo grazie a cui si poté evitare il cambio diimbarcazione. All’inizio del Novecento, tra-montata la sua funzione economica, il Na-vile divenne meta di gite in barca organizza-te dal neonato Touring Club. Ripercorrereoggi il suo corso significa attraversare nellanatura otto secoli di storia e di grandi tra-sformazioni.

Cartina storica del canale Navile

Provincia di Bologna

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Castel Maggiore, prima tappa del nostro itine-rario, anticamente era detta Castagnolo, no-me che deriverebbe dal tronco di un castagnotrasportato in pianura dal Canale Navile. AlNavile, ai mulini e agli opifici che sorsero lun-go il suo corso, si devono anche le origini dellosviluppo industriale del territorio.

Il Navile passa per Castel Maggiore in localitàCastello, dove si possono ammirare i resti del-l’antico Sostegno di Castagnolo Maggiore,costruito da Ercole Bentivoglio nel 1497 e apartire dall’800 centro di attività manifatturie-re sviluppatesi grazie all’iniziativa della famigliaPizzardi.

Il territorio di Castel Maggiore si allarga in unafertile campagna, che offre al visitatore la pos-sibilità di dimenticare la realtà urbana di Bo-logna, pure così vicina. Passeggiando per il ter-ritorio (l’ideale sarebbe in bicicletta), sono davedere alcune ville storiche, antichi luoghi divilleggiatura della nobiltà, noché centri dire-zionali dell'economia rurale. La più nota èforse Villa Zarri, dall’elegante stile settecente-sco, oggi sede di eventi e congressi.

Villa Salina risale invece al XVI secolo: appar-tenuta allo scienziato Marcello Malpighi, nelgiardino sul retro ospita una monumentalefarnia il cui tronco supera i 5 metri di circonfe-renza. La villa è oggi di proprietà della RegioneEmilia Romagna.

Anche Villa Stagni e gli edifici colonici annes-si si presentano circondati da un ampio parco,all’interno del quale l’edificio ristrutturato delmulino Borgognino testimonia di uno storicomanufatto per la regolazione delle acque sulcanale Ghisiliera che qui confluisce nel Reno.

Castel Maggiore

Storia e Cultura

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Degni di nota sono anche alcuni edifici religiosi.

L’ottocentesca chiesa di Sant’Andrea è situatadove, nel X secolo, era sorto il primitivo nu-cleo di Castagnolo Maggiore. Da sempre prin-cipale centro religioso della zona, conservaall’interno un bel crocifisso del XVII secolo.

La chiesa di San Biagio di Saliceto costituisceil più antico edificio del territorio comunale:di forme romaniche, appartenne ai monacibenedettini pomposiani fin dal 1154. La portaoriginaria sul retro conserva ancora l’architravee la soglia in selenite. È affiancata da un orato-rio e da un massiccio campanile pendente.

Vita tormentata ha avuto la chiesa di San Gio-vanni Battista di Trebbo di Reno, il cui fabbri-

cato originario fu spazzato via da un’alluvione.La struttura attuale è frutto dei numerosi rifa-cimenti che si sono susseguiti dal ‘500. Nel1887 fu traslato di ben quattro metri il campa-nile poiché risultava fortemente inclinato epericolante. La pala d’altare, di ottima fattura,è opera di Francesco Gessi, della scuola diGuido Reni.

Sempre al Trebbo, di grande interesse sonoanche le aree golenali del fiume Reno: qui sitrovano le vestigia dell’antica attività di estra-zione della ghiaia e il primo tratto realizzatodel parco fluviale (accesso da Via Byron). Seguendo la strada Lungo Reno (Via Lame) sipossono trovare altri accessi alle aree di gole-na, mete ideali per passeggiate a piedi o a ca-vallo.

Antica quercia di San Pierino, festa tradi-zionale con maccheronata in piazza: ultimosabato di maggio.Giugno sotto le stelle: giugno.Fiera di Luglio: 1° week end di luglio.

Festa di Sant’Andrea: 30 novembre.

Trebbo di RenoFesta della Raviola: 3a domenica di marzo.

GIORNO DI MERCATO: giovedì

Eventi

Villa Zarri

Comune di Castel Maggiore

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Bentivoglio è una bella località che riserva piùdi una ragione per una visita. Nel Medioevoera Ponte Poledrano, luogo di passaggio dipuledri sul ponte del Canale Navile, che attra-versa scenograficamente il centro del paese.Al suo corso sono strettamente legate la sto-ria e l’evoluzione del territorio: ancora nel 1930il riso delle risaie di Bentivoglio arrivava aBologna sui barconi che percorrevano il cana-le.

Bentivoglio è il nome della nobile famigliabolognese che qui fece costruire il suo Ca-stello, una “Domus Jocunditatis” destinata aluogo di divertimento e di caccia con i cani ei falconi. Le mura del castello custodisconoancora oggi un’autentica perla dell’arte delQuattrocento. Sono le “Storie del pane”, stra-ordinario ciclo di dieci affreschi di scuola fer-rarese che ripercorre le diverse fasi della pani-ficazione, dalla semina al banchetto cortese.Ospiti di Giovanni II Bentivoglio e della mo-glie Ginevra Sforza furono Ercole I d’Este, Lu-crezia Borgia, Alfonso I d’Este e altri Signori ri-nascimentali, che spesso giungevano al ca-stello in barca.

Proteso sul Canale Navile è il Palazzo Rossooggi sede della Biblioteca. Fatto edificare daCarlo Alberto Pizzardi nel 1897, l’edificio pre-senta splendide decorazioni di Achille Casa-nova raffiguranti ambientazioni tipiche dellalocale zona palustre; capolavoro di decora-zione, la Sala dello Zodiaco risulta una dellemigliori espressioni dell’Ars Æmilia.

Bentivoglio

L’Æmilia Ars, “società protettrice di arti eindustrie decorative nella regione emiliana”,venne fondata nel 1898 a Bologna da ungruppo di nobili e artisti raccolti intornoall’architetto-restauratore Alfonso Rubbianie al Conte Francesco Cavazza. Attiva fino al1903, il suo sforzo fu quello di riqualificare epromuovere le arti applicate e la produzio-ne e commercializzazione degli oggetti diuso quotidiano.Versione italiana dell’Arts&Crafts inglese,costituì un originale apporto nell'ambitodelle discussioni estetiche nate intorno almovimento Liberty.

Storia e Cultura

Cavalieri d’Italia all’Oasi La Rizza

Ecosistema - Roberto Tinarelli

Sala dello Zodiaco - Palazzo Rosso

Comune di Bentivoglio - Gianni Gosdan

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Per gli amanti della natura da non perdere èl'Oasi La Rizza, con le sue cicogne bianche.

La Ciclovia del Navile è un percorso cicla-bile a tappe che si dispiega lungo l’anticavia d’acqua dal Porto di Bologna a Malal-bergo e al Passo Segni. Le vestigia degliimponenti manufatti idraulici che si incon-trano lungo l’itinerario restituiscono ilfascino di una Bologna città d’acque, capi-tale europea della seta e crocevia di com-merci internazionali, per lo più nascostadalle trasformazioni degli ultimi due seco-li. La Ciclovia del Navile si appresta a dive-nire un classico del cicloturismo e costitui-sce la parte centrale del lungo itinerario inbicicletta della “Via della Seta”, che unisceLucca a Venezia, passando per Bologna e lapianura del Reno.www.montesolebikegroup.it

Sport e Vacanza attiva

L’Oasi di Bentivoglio - Ex Risaia “La Rizza”A nord del capoluogo si estende l’ex risaiadi Bentivoglio e San Pietro in Casale,un’area che nel corso dei secoli ha subitoradicali trasformazioni: dalle paludi, allerisaie e da queste ultime alle coltivazioniintensive fino al progressivo ritorno dell’ac-qua, a partire dagli anni Novanta. Oggi l’Oasi di Bentivoglio - Ex Risaia “LaRizza” ospita una ricca e diversificata fauna,in particolare uccelli, e permette di cono-scere e cogliere il fascino di paesaggi untempo caratteristici di gran parte della pia-nura bolognese. Nell’Oasi è tornata, doposecoli, a nidificare la Cicogna bianca. Peruna visita, parte dell’area è attrezzata conpercorsi pedonali e ciclabili e osservatori.Info: Tel. 051.6640076www.orizzontidipianura.it

Natura

L’ottocentesca Villa Smeraldi ospita unmuseo etnografico di importanza nazionale,con una ricca collezione di macchine agri-cole, strumenti e oggetti legati alla vita edal lavoro contadino nel Bolognese. Alcunesezioni presentano i diversi cicli produttivi(la canapa, il frumento, il latte) o ricostruzio-ni di ambienti della casa rurale. Un fittocalendario di esposizioni temporanee con-sente di approfondire le diverse tematichelegate all’archeologia contadina e alle tradi-zioni locali.ISTITUZIONE VILLA SMERALDIMUSEO DELLA CIVILTÁ CONTADINAVilla Smeraldi - Via Sammarina, 35località San Marino 40010 Bentivoglio (BO)Tel. 051.891050 - Fax 051.898377segreteria.museo@provincia.bologna.itwww.museociviltacontadina.provincia.bologna.itApertura: lunedì, mercoledì e venerdì ore9.30-12.30; martedì e giovedì 9.30-12.30 e14.30-18; sabato su prenotazione per comiti-ve. Domenica da ottobre a aprile 14.30-18.30;da maggio a settembre 16-20. Biglietto: inte-ro euro 4; ridotto euro 2 da 14 a 18 e oltre 60anni, gratuito fino a 14 anni e disabili. Visiteguidate maggiorazione euro 2 a visitatore.

Musei

Nella vicina località di San Marino di Ben-tivoglio è da visitare il Museo della civiltàcontadina, davvero unico nel suo genere. Quisono ricostruite le vicende della pianura bo-lognese raccontate attraverso le sue colture,dal mais alla canapa, dal grano al riso.Ospitato nell’affascinate cornice di Villa Sme-raldi, il museo è circondato da un ampio par-co dalla spiccata valenza ambientale e ricrea-tiva.

Parco di Villa Smeraldi - Museo della civiltà contadina

Provincia di Bologna

Cicogne bianche

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Nella storia della gastronomia del territorio ilnome di Bentivoglio rimanda a una leggenda,anzi a due leggende, nate intorno all'invenzio-ne delle tagliatelle, che altro non sarebberoche i biondi capelli di Lucrezia Borgia.

I maceri e la canapaL’economia agraria della pianura del Reno èprosperata per secoli grazie alla canapa,pianta industriale apprezzata principalmen-te per le sue applicazioni in campo navale,poiché forniva ottimo cordame e un fortetessuto per le vele. L’introduzione delle navia vapore e la diffusione del cotone segnaro-no tra Otto e Nove-cento l’inarrestabiledeclino della canapi-coltura.Tuttavia, la campagnebolognesi conservanoancora memoria diquesta antica colturanei maceri disseminati nella media pianura.I maceri sono piccoli bacini artificiali similia vasche rettangolari, dalla profondità dicirca 2 metri. L’ampiezza dipendeva dallaquantità di canapa da macerare, che in al-cuni casi era quella prodotta da un solopodere, mentre più spesso era quella pro-dotta da più mezzadri di una tenuta. Lamacerazione serviva a neutralizzare l’azionedelle sostanze collanti che impedivano allafibra tessile di staccarsi dallo stelo legnoso.Fasci di canapa raccolti insieme formavanodelle zattere (postoni), che venivano affon-date nel macero caricandole di pietre edopo circa otto giorni i fasci venivano sca-ricati e lavati. Alla metà del secolo scorsooltre i due terzi del prodotto di canapa ve-nivano esportati in Italia e all’estero, men-tre il resto era oggetto, a Bologna o neicentri minori del contado, delle successivefasi di lavorazione, alimentando in questomodo il lavoro di migliaia tra artigiani, lavo-ratori a domicilio, operai di manifatture.Recentemente la canapa tessile è stata og-getto di un rinnovato interesse e si sta assi-stendo a una sua, seppur limitata, reintro-duzione.

TagliatelleTradizione vuole che le tagliatelle sianonate dall’estro di Mastro Zafirano, cuocopersonale di Giovanni II Bentivoglio, in oc-casione delle nozze tra Annibale Bentivo-glio e Lucrezia d’Este, che nel 1487 si con-giunsero a Ponte Poledrano, provenienti,entrambi in barca sul Navile, l’uno da Bo-logna l’altra da Ferrara. Un’altra leggendavuole invece che a ispirare Mastro Zafiranosiano state le bionde chiome di LucreziaBorgia, che nel 1502 passò da Bentivogliodiretta Ferrara per andare in sposa adAlfonso d’Este. In dote il padre di Lucrezia,Papa Alessandro VI, aveva promesso al Ducadi Ferrara i territori di Cento e di Pieve diCento. Oggi come allora, il segreto dellebuone tagliatelle sta tutto nella sfoglia, chedeve essere tirata al matterello perchémantenga la giusta ruvidezza per sposarsi almeglio col ragù, tipico condimento di carnebolognese famoso nel mondo, la cui ricettaoriginale è stata depositata presso la Ca-mera di Commercio il 17 ottobre 1982.

Enogastronomia

Festa dei sapori: fine maggio.Castello in festa, presso il castello deiBen-tivoglio: inizio giugno.Festa della mietitura e della trebbiatura,presso il Museo della Civiltà Contadina: finegiugno.Festival Internazionale di Musica da Camera: settembre/ottobre.Festa del volontariato: ottobre.Museo della Civiltà Contadina: visite guidate tematiche domenicali.

GIORNO DI MERCATO: venerdì

Eventi

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Storia e Cultura

Testimonianza dell’antica coltivazione dellacanapa, molti maceri restano ancora sul terri-torio, il più interessante dei quali si trova invia Santa Maria in Duno, dopo la strada bian-ca per Cinquanta. Sulle sue sponde si posso-no ancora vedere i sassi di fiume che serviva-no per affondare i postoni, zattere formate dapiù mannelli di canapa legati insieme.

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San Giorgio di Piano è un tipicopaese del contado bolognese. Ilsuo centro storico, assai ben con-servato, si caratterizza per un torre-sotto del 1321, oggi sede dellaBiblioteca. Da vedere sono il Pa-lazzo Comunale, edificato alla finedel Settecento, e l’ottocentescachiesa di San Giorgio, di origine ro-manica.

Dell’antico castello costruito nel1403 rimane solo Porta Ferrara,dalle caratteristiche feritoie per ilponte levatoio. Nei pressi dellademolita Porta Bologna, l’oratoriodi San Giuseppe e della Nativitàdella Madonna (XVIII secolo) custo-disce una Sacra Famiglia dellascuola del Guercino.

Meta di pellegrinaggio per cinefiliè la casa natale di Giulietta Masi-na, compagna d’arte e di vita di Fe-derico Fellini.

Il territorio tra San Giorgio di Piano e SanPietro in Casale fu teatro di una storica batta-glia: in località Gherghenzano, Annibale IBentivoglio sconfisse l’esercito visconteo nel1433. Qui, testimone dei secoli passati, rimaneun platano monumentale, alto ben 33 metri.

San Giorgio di Piano

Corso dei Fiori, sfilata notturna di carri alle-gorici: inizio giugno.Not(t)e in piazza: fine giugno/inizio luglio.Sagra di San Luigi Gonzaga: 4a settimana disettembre (dal venerdì alla domenica).Presepe vivente: Avvento.

GIORNO DI MERCATO: lunedì

Eventi

Fisico minuto, “palpebre di nebbia” e “pelledi anima”, Giulietta Masina ha impersona-to magistralmente un archetipo di femmi-nilità malinconica e remissiva, attraversouna serie di interpretazioni che hanno fattola storia del cinema del Novecento. Nata aSan Giorgio di Piano nel 1921 da un violini-sta e una maestra, Giulietta si trasferiscepresto a Roma e nel 1942 partecipa a unatrasmissione radiofonica in cui conosceFederico Fellini. L’anno dopo è sua moglie.Presente come attrice fin dai primi film delmarito, nel 1954 è Gelsomina ne La strada,ruolo che la consacra a livello internazio-nale. Seguono altri grandi ruoli felliniani (Lenotti di Cabiria, Giulietta degli spiriti, Gin-ger e Fred) e non (Europa ’51 di Rossellini,Fortunella di Eduardo De Filippo conAlberto Sordi, Nella città d'inferno di Ca-stellani con Anna Magnani). Vincitrice dinumerosi premi, Giulietta si spegne a Romail 23 Marzo del 1994, a pochi mesi dallamorte del suo Federico.

Personaggi e Cultura Giulietta Masina: un paese e la sua stella

Comune di San Giorgio di Piano

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Ciò che subito colpisce entrando a San Pietroin Casale è il bell’impianto urbanistico delcentro storico, con i suoi portici alla bologne-se e gli eleganti edifici storici.

Da segnalare è l’ottocentesca parrocchialedei SS. Pietro e Paolo, fiancheggiata da uncampanile romanico che ricorda le originimedievali dell’edificio. Al suo interno si tro-vano interessanti dipinti di scuola ferraresedella prima metà del Cinquecento. Poco di-stante si apre il Parco comunale, annessoalla seicentesca Villa Padoa, dal 1896 sededel Municipio.

Quattro percorsi ciclabili con partenza dalcapoluogo conducono tra strade asfaltate esterrate alla scoperta di un mondo ricco disuggestioni riservate a un viaggiatore atten-to.

Quando si pensa alla pianura si immagina unpaesaggio monotono e sempre uguale a sestesso. In realtà non è così. Solo nel territo-rio di San Pietro in Casale, spostandosi in di-rezioni opposte, si possono notare non po-che differenze. Il territorio a est del capo-luogo si caratterizza per la sua origine valli-va, che oggi si riconosce dagli immensi spazidei campi coltivati e dalle oasi recuperatealle acque. La campagna verso ovest, invece,è punteggiata da case padronali e antichiedifici rurali inseriti in poderi dalle dimen-sioni più modeste. Qui è possibile scorgerequalche ultimo tratto del più caratteristicodei sistemi di coltivazione della pianura co-nosciuto come “piantata padana” (pag. 150).Le frazioni sampierine sono spesso segnala-te a chilometri di distanza dai loro campani-li svettanti sulla pianura. Tra queste vale lapena visitarne almeno alcune.

A Tombe si segnala il grande palazzo costrui-to nel 1490 da Giovanni II Bentivoglio suiresti di un edificio degli imperatori Antonini,al margine di una estesa palude vicina alconfine con lo Stato estense. Sorto comedimora per battute di caccia in valle, anchese in parte demolito il palazzo conserva an-cora all'esterno le sue caratteristiche origi-narie fondamentali, mentre all’interno so-pravvivono tracce di decorazioni pittoriche.Ben visibile lo stemma dei Bentivoglio -Sforza. Il palazzo fece poi parte del Ducatodi Galliera (pag. 105).

San Pietro in Casale

Chiesa SS. Pietro e Paolo

Provincia di Bologna

La casa dell’artista Guido Frabboni (1926-1994) è parte di un’ex barchessa, in cui ha abi-tato e lavorato per lungo tempo il pittore,che ha donato al Comune la sua dimora, lesue opere, circa duecento, le sue collezionidi maioliche ed icone. Oggi è uno spazioespositivo aperto in occasione di mostre. Lesale destinate alle esposizioni temporanee sitrovano al piano terra e al primo piano del-l’edificio, mentre il secondo piano ospita lecollezioni delle opere di Frabboni e del pit-tore e scultore casalese Raimondo Rimondi. CASA FRABBONIVia Matteotti, 13740018 San Pietro in Casale (BO)Tel 051.6669525cu l tura@comune . s an -p ie t ro - in -casale.bo.itApertura: martedì, sabato e domenica 9,30-12,30. Sabato pomeriggio 15-18. Ingressogratuito.

Musei

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A Rubizzano da vedere è la chiesa dei SS. Si-mone e Giuda che contiene quadri del Guar-dassoni e del Trebbi. Qui si ritirò a 70 anni Pierde’ Crescenzi, nel secolo XIII fondatore del-l’agronomia. Da segnalare inoltre Palazzo Bo-nora, tipica casa della bassa pianura.

L’antica località di Poggio Massumatico èdetta Poggetto per distinguerla dal vicinoPoggio Lambertini (oggi Poggio Renatico),paese natale del Cardinale Prospero Lamber-tini, asceso al soglio pontificio col nome diBenedetto XIV. Sotto il suo regno fu scavato ilCavo benedettino, primo passo verso la siste-mazione definitiva del tormentato corso delReno. Per secoli infatti la zona fu soggetta allegravi rotte del fiume. A Poggetto da vedere è lachiesa di San Giacomo Maggiore, la cui palad’altare è opera della scuola di Guido Reni,mentre l’abside è di probabile origine romanica.

Nel tratto di Canale Navile (pag. 97) che attra-versa il territorio di San Pietro in Casale, lasponda destra è fiancheggiata da un argine checonserva le “restare” (alzaie) ancora percorribili. Di qui si gode un ampio panorama sul paesag-

gio rurale. Seminascosta dalla vegetazione è lacinquecentesca Ca’ Gioiosa, edificio per il per-sonale addetto alla rete idrografica che nel‘700 ospitava un mulino.

Dal punto di vista ambientale, si segnalano leAree di riequilibrio ecologico istituite nei pres-si del Casone Partigiano e le Aree rifugio realiz-zate nelle zone prossime a Poggetto e Massu-matico.

In età napoleonica, una nuova campagna di boni-fiche avviò la definitiva trasformazione di questeterre. A quell’epoca risale l’introduzione dellacoltura del riso, destinata a caratterizzare tutta labassa bolognese orientata verso il Delta del Po.

La centuriazioneI Romani, conquistata Bologna ai Galli Boi, siimpegnarono in imponenti opere di bonifi-ca per mettere a coltura ampi settori dellepaludi tipiche del primitivo paesaggio pada-no. La pianura fu così suddivisa secondo unarigida geometria costituita da un reticolo distrade e canali, che gli agrimensori romanirealizzarono in pochi anni. Grandi quadratidi 710 m di lato (circa 50 ettari), a loro voltafrazionati in 100 appezzamenti uguali,segnavano, e in parte segnano ancora, lacampagna. Ogni centuria era fiancheggiatada strade (limites), che si incrociavano orto-gonalmente. Agli incroci erano posti cippicon immagini pagane, proprio dove oggi inmolti casi si trovano edicole votive cristia-ne. La centuriazione aveva molteplici fun-zioni, dal governo delle acque a scopi irriguialla divisione dei campi in poderi. Da alloral’appoderamento è rimasto una caratteristi-ca tipica della campagna bolognese e in etàmoderna ha trovato nella conduzione amezzadria il modo di produzione ad essopiù congeniale, nonché assolutamente pre-dominante.

Carnevale di San Pietro in Casale: marzo.Æmiliana: giugno.

GIORNO DI MERCATO: martedì

Eventi

Il Casone del Partigiano è un edificio rive-stito di canne che ricorda l’antico casone delguardiano della valle, crollato in seguito aicedimenti dovuti alle bonifiche. Costruitonel ‘700 nel mezzo di una vasta palude, amargine delle risaie, e raggiungibile solo inbarca, il casone servì nell’ultima guerra comebase della 2a Brigata Partigiana “Paolo”, cheorganizzò l’insurrezione del 22 Aprile 1945.Oggi è circondato da un fossato (scavalcatoda una passerella), che ricorda l’antico am-biente vallivo, qui rimasto inalterato fino al1948. Al suo interno conserva cimeli del pe-riodo bellico e lapidi alla memoria dei Mar-tiri per la Liberazione. Al centro di un recen-te intervento di rinaturalizzazione, le areeadiacenti ospitano una grande zona umidacircondata da pioppi e salici.

Natura

La strada comunale Setti tra Maccaretolo eTombe è forse il più chiaro esempio di centu-riazione romana tra quelli risparmiati dallerovinose piene del Reno.

La piazza del paese

Provincia di Bologna

Storia e Cultura

Storia e Cultura

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Galliera, nodo d’acque tra il fiume Reno, ilCanale Emiliano Romagnolo e il Cavo Napo-leonico, è immersa in un dolce paesaggio dicampagna chiuso dalle linee sinuose degliargini. Nel suo nome sono tutta la storia e labellezza di questa terra: Gal in celtico signifi-ca confine e Lyr acqua.Il suo territorio è costituito da tre paesi cheinsieme formano un unico comune: GallieraVecchia, San Venanzio e San Vincenzo.

Galliera

A San Venanzio, di fronte alla chiesa, sorgePalazzo Bonora. I telamoni che sorreggono ilbalcone (nella foto) ricalcano modelli urbanie in particolare il portone di Palazzo DaviaBargellini a Bologna.

Oggi sede del municipio, l’edificio in origineera residenza dei Bonora, imprenditori agrariche per decenni gestirono con successo ilpatrimonio terriero del “Ducato di Galliera”.

Napoleone e il Ducato di GallieraLa calata delle truppe napoleoniche nel1796 aprì per la pianura del Reno una nuovafase, segnata dalle vicende di uno sviluppoagricolo di tipo capitalistico. Principalefautore del processo di modernizzazionedell’economia agraria bolognese fu Anto-nio Aldini. Rampollo di una famiglia dell'al-ta borghesia, nipote dello scienziato LuigiGalvani e lui stesso docente di diritto, fuministro di Napoleone e tra i fondatoridella Repubblica Cisalpina. Tra Galliera eSan Pietro in Casale l’Aldini riuscì ad acqui-stare negli anni a cavallo traSette e Ottocento ben 52fondi di terra, che accorpò se-condo i criteri di una gestioneproduttiva unitaria. Venne cosìa formarsi un’azienda di note-voli dimensioni, comprenden-te novanta edifici rurali, vie dicomunicazione interne e unmoderno sistema irriguo chepermetteva la coltivazione delriso su vasta scala. Il riso venivacondotto tramite il Canale Riolo al portodi Malalbergo e di lì inviato a Bologna sulNavile. Le risaie erano condotte “in econo-mia” (cioè attraverso lavoro salariato),segnando le premesse del definitivo supe-ramento della mezzadria nelle campagnebolognesi e la trasformazione delle fami-glie contadine nel nuovo proletariato rura-le. Nel 1812 la tenuta venne acquistata daNapoleone che l’anno dopo la investì deltitolo di “Ducato di Galliera”, solida dotepatrimoniale per la nipote GiuseppinaEugenia Beauharnais, figlia del Viceréd’Italia.

Storia e Cultura Per l’erede, Napoleone aveva già compratoa Bologna la grandiosa residenza della fa-miglia senatoria dei Caprara, oggi sededella Prefettura. Palazzo Caprara fu annessoal patrimonio del Ducato di Galliera, diven-tandone la sede di governo. Nel 1823,Giuseppina Eugenia, col titolo di principes-sa di Bologna e duchessa di Galliera, sposail principe Oscar di Svezia. I reali di Svezianon dimostrarono nessuna inclinazione perl'amministrazione delle terre e si preoccu-parono solo di trasferire in Svezia il patri-monio artistico del ducato: ancora oggi la“collezione Galliera” costituisce un'impor-

tante sezione della quadreria dicorte di Stoccolma. Caduto Na-poleone, nel 1837 sia Palazzo Ca-prara sia la tenuta di Gallierafurono vendute al marchese DeFerrari di Genova, che ottenne daPapa Gregorio XVI il ristabilimen-to del Ducato di Galliera col rela-tivo titolo, diventandone il legit-timo portatore. Nella metà dell’Ot-tocento lo sviluppo tecnico-pro-duttivo dell’azienda toccò l’api-

ce, ma il nome di Galliera ebbe risonanza alivello internazionale soprattutto grazie al-la filantropia della moglie del De Ferrari,ultima discendente dei Brignole Sale.Maria, Duchessa di Galliera, morì a Pariginel 1888, dove lasciò a perpetuare Oltralpeil nome di Galliera un elegante edificio delXIX secolo, Palazzo Galliera appunto, oggisede del Museo della Moda. All’inizio delNovecento il Ducato venne frazionato emesso in vendita dai suoi ultimi proprieta-ri, Eulalia di Borbone e Antonio d’Orléans,Infante di Spagna, ultimo figlio di LuigiFilippo Re dei Francesi.

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Il Canale Emiliano - RomagnoloIl Canale Emiliano Romagnolo (CER), realiz-zato nella seconda metà del Novecento, èl’ultima grande opera idraulica nella millena-ria storia del governo delle acque della pia-nura. Il canale serve a condurre a scopo irri-guo le acque del Po fino alla Romagna e siriconosce subito dagli altri canali sia per ilverso contrario della corrente delle sueacque, sia per gli argini cementati. La primaintuizione dell’opera risale al 1620, quandol’abate Tirelli da Reggio Emilia propone alduca Cesare d’Este un “progetto d’estrarreacqua dal Po sopra Piacenza per irrigarne laprovincia e quelle di Parma, Reggio, Modenae Bologna”. Si deve all’ingegnere bologneseAnnibale Certani il primo progetto organico,presentato nel 1863 e presto accantonato

per motivi politici. L’idea comincia a concre-tizzarsi solo molto tempo più tardi, anchegrazie all’impegno dell’ing. Mario Giandotti,commissario del Consorzio di bonifica per ilcanale, istituito nel 1939. Lo scoppio dellaseconda guerra mondiale blocca di nuovo ilprogetto, che nel 1947 trova la sua vestedefinitiva coniugando le esigenze della dife-sa dalle piene del Reno a quelle dell’irriga-zione della pianura bolognese e romagnola,e spostando definitivamente il punto diderivazione dal Po a Bondeno, sul confinefra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto.L’avvio effettivo dei lavori scatta nel 1955.Oggi il CER è un sistema idrico complesso,che, mantenendo l’irrigazione come missio-ne primaria, serve anche a usi civili, ambien-tali e turistici.

Scienza e Tecnica

Verso nord, la torremedievale di Galliera rap-presenta, con le vicine torri di Cocenno edell’Uccellino, quanto ancora oggi si può am-mirare del sistema di fortificazioni che il Co-

mune di Bologna alla fine del XII secolo co-struì in quello che era il punto più avanzatodei suoi confini verso il territorio estense.

Torre di Galliera - Comune di Galliera

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Il Bosco Panfilia - Area di riequilibrio eco-logico “La Bisana” è il più significativo e-sempio di foresta planiziale della regione.Gli uccelli rappresentano la fauna principa-le del bosco sia per le specie presenti tuttol’anno, sia per quelle di passaggio. Tra imammiferi più importanti ricordiamo il ric-cio, il ghiro, la talpa, la volpe e, nei canaliadiacenti, numerosi esemplari di nutrie. IlBosco Panfilia è visitabile in ogni stagionedell’anno, preferibilmente nei mesi prima-verili ed autunnali. All’ingresso principale (invia del Cavo, Comune di S. Agostino) esisteun piazzale per il parcheggio e una fontanacon acqua potabile. È possibile parcheggia-re anche in vicinanza di una seconda entra-ta, in fondo a via del Bosco. È bene munirsidi equipaggiamento adeguato, oltre che diun buon binocolo. All’interno sono attrez-zati sentieri percorribili a piedi e in biciclet-ta. Info: WWF sezione Alto FerrareseTel. 0532.846470

Natura

Mappa del bosco golenale

archivio Comune di Sant’Agostino (FE)

San VenanzioFiera d’agosto: inizio agosto.

GIORNO DI MERCATO: mercoledì a SanVenanzio e giovedì pomeriggio a SanVincenzo

Eventi

Tra Galliera, Pieve di Cento e S. Agostino (FE)si estende un grande monumento naturalisti-co, di estremo interesse ambientale: il boscogolenale della Bisana e della Panfilia, esem-pio di foresta umido-ripariale di pianura, untempo diffusa in tutta la bassa padana.

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Il GuercinoNato a Cento nel 1591, Giovanni FrancescoBarbieri, detto il Guercino a causa di unocchio guercio, è uno dei massimi esponen-ti della grande stagione del Seicento emilia-no. Fondamentale per la sua formazioneartistica è l’incontro con Ludovico Carracci,che lo inserisce nell’ambiente culturale bo-lognese. Guercino sviluppa poi uno stilepersonale, coerente coi dettami dell’esteti-ca barocca senza mai rinunciare a quelleistanze di verità proprie della lezione carrac-cesca. La sua arte richiama presto le atten-zioni delle più importanti committenze: nel1621 è a Roma, dove per il Cardinal Ludovisi,asceso al soglio pontificio col nome diGregorio XV, realizza gli affreschi del CasinoLudovisi. Nel 1642, morto Guido Reni,Guercino trova posto in patria, dove ereditail ruolo di caposcuola. Muore nel 1666 aBologna, dove viene seppellito nella chiesadel SS. Salvatore. I suoi dipinti sono oggicustoditi nei maggiori musei del mondo, maè nella sua terra natale che si trova la mag-gior concentrazione delle sue opere.

Personaggi e Cultura

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Pieve di Cento, conosciuta come “piccolaBologna” per i suoi lunghi portici, ha mantenu-to ben leggibile l’impianto urbanistico del“castrum” romano, con l’aggiunta della pievedel IX sec., poi della città medievale e quindirinascimentale e barocca. La sua posizionestrategica ne ha fatto fin dalle origini un puntodi riferimento avanzato del Vescovado e delComune di Bologna, che non mancò di entra-re nelle mire degli Estensi di Ferrara. Di qui lacostruzione di edifici difensivi come la Roccadel 1387 progettata da Antonio di Vincenzo,l’architetto di San Petronio a Bologna, e lequattro porte di accesso al paese, nel Tre-cento ricostruite in muratura.

La storia di Pieve è indissolubilmente legata aquella della gemella città di Cento, appena unsalto oltre il Reno.

È il 1185 quando il Vescovo di Bologna allargala sua giurisdizione su queste terre, ancoradominate dalle acque. Sono gli anni delle pri-me bonifiche e dell’introduzione dell’enfiteusi,istituto che prevedeva l’assegnazione di terrein cambio della loro colonizzazione. Si arrivacosì nel 1253 alla nascita delle Partecipanzeagrarie, ancora oggi esistenti e attive (pag.190). Col venir meno dell'autorità vescovile leterre sono passate ai Centopievesi, uniti inun’unica comunità, che aveva il compito diridistribuirle tra le famiglie partecipanti, conrotazioni ventennali. Del 1460 è la ristruttura-zione della Partecipanza di Pieve, così comefunziona tuttora.

A suggellare materialmente la separazione trale due cittadine fu la disastrosa rotta del Renodel 1459, che modificò il corso del fiume spo-standolo da ovest a est di Cento. Nel 1502,intanto, il centopievese entrò nell'orbita ferra-rese, portato in dote da Lucrezia Borgia alDuca d’Este. Il territorio, tuttavia, ha continua-to a mantenere una sua identità autonoma,storicamente legata a Bologna. A questo sideve la decisione di Pieve di tornare nel 1929sotto Bologna.

Pieve di Cento

La Rocca di Antonio di Vincenzo

Comune di Pieve di Cento

Oltre che dal Reno, le due città sono unitedall’arte nel nome di Guercino.

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Il Palazzo Comunale (secc. XVI-XVII) ospital’antico Archivio Notarile e il Teatro Zeppilli,modificato nel 1856 e oggetto di recenterestauro. L’ultimo intervento ha restituito allaloro funzione originale la platea e il foyer.Anche gli arredi originali sono stati restaurati,così come le parti dipinte e gli stucchi. Il tea-tro, omologato per 149 posti, accoglie attivitàteatrali e musicali, convegni, conferenze espettacoli. I ridotti ospitano un piccoloMuseo della Musica, con testimonianze dellavita di Alice Zeppilli, nonché documenti estrumenti musicali provenienti dal laboratoriodi Liuteria. Informazioni e biglietteria pressol’Urp.

L’uso della Sala del Palazzo Pubblico perrappresentazioni teatrali e musicali inizia nel1785. Da allora, anche se come sede provvi-soria, il teatro viene utilizzato in modoregolare fino al 1852, quando vi si rappresen-ta l’Ernani di Giuseppe Verdi. Nel frattempola Comunitàdi Pieve con-sidera l’idea diedificare unnuovo teatro,inteso comeedificio auto-nomo. Gli e-levati costi delprogetto fanno optare per una risistemazio-ne dell’esistente, affidata all’ingegnere cen-tese Antonio Giordani, che successivamen-te progetterà anche i teatri di Cento e diCrevalcore, oltre a quello di Maracaibo inVenezuela. Giordani adotta per questo tea-tro la consolidata tipologia del “teatroall'italiana”. La decorazione è semplice maelegante. Il sipario, che si conserva ancora,raffigura Esopo che parla ai pastori. Il teatroè inaugurato nell'agosto del 1856 con Il Tro-vatore e Il Rigoletto di Giuseppe Verdi.Chiuso nel 1929 e rimasto pressoché inuti-lizzato per molti anni, il teatro, completa-mente recuperato, è stato nuovamente ina-ugurato il 6 dicembre 2003 con un concer-to. Le sale del Teatro, che raccolgono unadocumentata collezione di strumenti di liu-teria, custodiscono anche testimonianzefotografiche ed oggetti personali apparte-nuti al soprano Alice Zeppilli.

Alice Zeppilli Amata e osannata dal pubblico americanodegli anni Dieci del Novecento, Alice Zep-pilli fu un soprano dal grande fascino che siesibì nei maggiori Teatri degli Stati Uniti alfianco di giganti del melodramma come En-rico Caruso e Titta Ruffo. Donna dalla bel-lezza non comune e artista dalle qualitàsceniche universalmente apprezzate, pareche avesse anche buona tecnica vocale ebuon gusto nell’interpretazione, doti nonscontate per l’epoca. La sua voce semprefresca e la sua generosità sul palcoscenico laportarono il 13 dicembre del 1913 a esibirsinel pomeriggio come Gilda del Rigoletto ealla sera come Margherita del Faust, in quel-lo che dalla stampa di Chicago fu ribattez-zato il “Zeppilli Day”. La figura e l’arte dellaZeppilli non affascinarono solo i melomanidell’epoca, ma colpirono anche il poetaGabriele D’Annunzio, che nelle sue moltelettere la definiva “il mio Cherubino”. Pie-vese era il marito, Giuseppe Alberghini, pri-mo violoncello al Metropolitan di NewYork e a Chicago: nella bella villa di PieveAlice passò numerose estati durante la suacarriera, nonché gli ultimi anni della sua vita.

Personaggi e Cultura

Teatro Comunale Alice Zeppilli

Palazzo Comunale - Teatro Alice Zeppilli

Comune di Pieve di Cento

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Tre sono i Musei pievesi, che offrono la possibi-lità di compiere un viaggio nell’arte e nella sto-ria del territorio e non solo, dal Medioevo alleultime generazioni dell’arte contemporanea.

La trecentesca Rocca ospita documenti etestimonianze sulla storia e i personaggi chehanno onorato Pieve e il ricco archivio foto-grafico di Melloni e Monti. Si segnalano laraccolta di antiche mappe, le memorie dellapresenza dei Padri Scolopi e di una comuni-tà ebraica.MUSEO CIVICOVia della Rocca, 1 - 40066 Pieve di Cento (BO)Tel. [email protected] sabato 15.30-18.30; domenica 9.00-12.00 e 15.30-18.30. Ingresso gratuito

Il settecentesco palazzo del vecchio ospe-dale ospita una sezione d’arte antica conopere di scuola bolognese e ferrarese (XVI-XVIII secolo) e una ricca collezione di telesettecentesche. Capolavoro del Museo èuna Madonna lignea policroma del XIVsecolo. Importante la raccolta di tele e scul-ture dal ‘500 al ‘700 di ambito bolognese eferrarese. Una sezione di arte del Nove-cento, con la Collezione Mascellani, ospitaopere di Martini, donazioni di Cuniberti, Se-po, Ponti e le numerose opere donate daTavoni.PINACOTECA CIVICAP.zza Andrea Costa, 1740066 Pieve di Cento (BO)Tel. [email protected] Apertura: sabato 15.30-18.30; domenica 9.00-12.00 e 15.30-18.30. Ingresso gratuito

Nato dalla passione del collezionista GiulioBargellini, il Museo d'Arte delle Genera-zioni Italiane del ‘900 “Giulio Bargellini”è ospitato in un vecchio silos ristrutturatosu progetto dell’architetto Davanzo. Esponeuna raccolta di arte italiana del Novecento,con sale dedicate ai “maestri storici”(Modigliani, de Chirico, Depero) e alle suc-cessive generazioni dei protagonisti dell’ul-timo secolo, dal primo decennio agli anniTrenta. Il museo è circondato dal Giardinodella Scultura con opere plastiche di grandidimensioni e diversi materiali e linguaggi.Oltre alla collezione permanente, il museorealizza importanti mostre temporanee.M.A.G.I. ’900Via Rusticana, 1/a - 40066 Pieve di Cento(BO) Tel. 051.6861545 - Fax [email protected] - www.magi900.com

Apertura: martedì-domenica 10-18.Biglietto: intero euro 7, ridotto euro 5 fino a18 e oltre 65 anni, studenti con tessera.Gratuito fino a 10 anni, gruppi organizzati,studenti con scolaresche.

Musei

Musei

Musei

Scuola di liuteria

Comune di Pieve di Cento

Museo Civico

Provincia di Bologna

Scuola di liuteriaPresso la trecentesca Porta Ferrara, di cuisono stati messi recentemente in luce imerli bentivoglieschi, e nei locali del conti-guo ex-macello trova oggi sede la Scuola diLiuteria del Centopievese, frequentata dastudenti italiani e stranieri. La Scuola, assie-me al Museo della Musica, testimonia laradicata tradizione musicale e artigiana diPieve di Cento, dove botteghe di liutai sonodocumentate fin dal ‘700.

Storia e Cultura

Page 60: La Valle del Reno - Emilia Romagna in primo piano ... Fiume Reno Il Reno, in celtico “acqua che scorre”, nasce in Toscana sul Monte delle Piastre e dopo un bre-ve e impetuoso tratto

Il pianeggiante territorio emiliano si presta per natura a rilassanti escursioni in bicicletta. La bici qui è ancora il mezzo più utilizzato per i piccoli spostamenti quotidiani e per chi visi-ta questa terra è bello confondersi tra i Centopievesi e partire per la visita delle bellezze sto-rico-artistiche e naturalistiche del luogo. Ecco alcuni itinerari consigliati:

Prima di proseguire l’itinerario inoltrandocinella verde campagna circostante, meritanouna visita almeno due delle chiese del centrostorico di Pieve.

La Collegiata di Santa Maria Maggiore, edi-ficata tra il 1702 e il 1710, contiene dipinti delgotha della pittura bolognese dalla celebra-tissima Pala dell’Assunta di Guido Reni aun’Annunciazione del Guercino, oltre a teledello Scarsellino, di Passerotti e di LaviniaFontana. Da segnalare è anche il notevole cro-

cifisso ligneo del XIV secolo venerato comemiracoloso. Il campanile è stato riedificato informe tardo romaniche nel 1487.

La Chiesa e Oratorio della SS. Trinità (secc.XVI-XVII) è considerato uno dei capolavorid’arte della provincia bolognese. Contieneuna pala d’altare di Lucio Massari e uno stra-ordinario ciclo di affreschi di Lionello Spada eFrancesco Brizio, dipinti tra il 1612 e il 1615. Digrande pregio anche il coro ligneo intarsiatoed intagliato, sempre seicentesco.

Sport e Vacanza attiva

1. In Bici nella Terra del Guercino

Percorso alla scoperta dei tanti capolavoridel Guercino disseminati per il territorio.

Pieve:Collegiata di Santa Maria Maggiore,Pinacoteca CivicaCento:Porta Pieve, Piazza Guercino, PinacotecaCivica, Basilica di San Biagio, Chiesa deiServi, Chiesa del RosarioCorporeno:Chiesa di San GiorgioRenazzo:Chiesa di San Sebastiano

Tot. 14 kmTiming 1h 45’ + visite interni

Nota beneL’apertura delle chiese dei Servi e delRosario di Cento avviene solo su richiesta.

Info: Ufficio InformaturismoPiazza della Rocca, 9 - 44042 Cento (FE)Tel. [email protected]

2. In Mountain Bike e a cavallo lungoil Reno

Per gli amanti della natura, il Parco del Renocon gli alti argini del fiume ben si presta abelle passeggiate a piedi, in bici o a cavallo.Risalendo il Ponte Vecchio e costeggiandogli argini verso nord, si arriva dopo 15 kmcirca all’Area di riequilibrio ecologico dellaBisana e al Bosco della Panfilia, ampia areagolenale rifugio per molte specie di uccelli,nonché prezioso giacimento di funghi e tar-tufi.

Info: www.itineraridascoprire.com(La Terra Plebis sulla via del Reno)

Carnevel d’la Piv: tra febbraio e marzo. Maratonina delle Quattro Porte: marzoSS. Crocifisso: tutti i venerdì di marzo.Mercatino di Primavera: fine aprile, iniziomaggio.Sagra dei Maccheroni al Pettine: 1° weekend di luglio.Festa della Pieve detta dei Giovani: 1° weekend di settembre.Staffetta Settembrina: settembre

GIORNO DI MERCATO: venerdì

Eventi

I portici della “Piccola Bologna”

Comune di Pieve di Cento

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Castello d’Argile è una località nata e vissutain simbiosi con il fiume Reno, tanto che daisuoi argini, o forse dalle argille di cui rendevaricco il terreno, ha tratto anche il nome.

Sulla piazza del paese si affaccia la chiesa diSan Pietro di Argile, al cui interno si conserva-no frammenti di un pregevole e raro affrescoattribuito a Simone dei Crocifissi. Dietro l’al-tare maggiore trova posto l’antico organo,opera di Giuseppe Guermandi, oggetto direcente restauro.

Passeggiando, magari in bicicletta, tra i campicoltivati della pianura circostante, non si puòfare a meno di notare la maestosa, e per certiversi sorprendente, mole neogotica dellachiesa di Santa Maria di Venazzano. Non lontano, in località Ronchi, la TorreMarsigli rappresenta un bell’esempio di torrecolombaia, dalle probabili origini difensive.Sempre a Ronchi si trova l’Osteria della Stella,già nel Seicento luogo di accoglienza perviandanti e pellegrini.

Tra le specialità che si possono gustare nel ter-ritorio ricordiamo i tradizionali sughi d’uva, pro-tagonisti di una sagra nel mese di settembre.

Castello d’Argile

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Festa dei Santi Pietro e Paolo: giugno.Fiera: luglio.Festa della Beata Vergine del Rosario: ottobre.

Mascarino Festa dei Sughi: settembre.

GIORNO DI MERCATO: sabato

Eventi

L’edificio, in cui ha sede la sala teatrale, nascenel 1907 come Casa del Popolo per volontàdi una delle prime organizzazioni cooperati-ve di ispirazione socialista. Il teatro risultacostituito da una sala a pianta rettangolarecon una balconata dalle sottili colonne inlegno, che corre lungo i tre lati. L’inaugura-zione avviene il 22 settembre 1907 alla pre-senza dei deputati socialisti Ferri e Bentini. Sianegli anni che precedono il primo conflittomondiale che successivamente ospita spet-tacoli, riunioni politiche e sindacali. Con l’av-vento del fascismo diventa Casa del Fascio enel dopoguerra torna ad essere sede dellalocale Casa del Popolo. Nel 1981 il Comune,proprietario del teatro, lo ristruttura e inquell’occasione viene posta all’ingresso dellasala una lapide che ricorda il tenore Fran-cesco Grassilli, padre dell'attore Raoul, nativodi Castello d’Argile.Reinaugurato il 25 aprile 2004 il teatro puòessere utilizzato anche come sede espositiva.

Sughi d’uvaL’autunno, tempo di vendemmia, è il mo-mento ideale per preparare i Sughi d’uva,piccolo dessert che si ricava dal mosto cot-to. Tradizionalmente questa sorta di budinod'uva si prepara con il mosto dell’uva nera,ma si può anche trovare di uva bianca. Oltreal mosto, gli altri semplici ingredienti di que-sta antica ricetta sono zucchero e farina. Isughi si possono gustare da soli o in abbina-mento ai formaggi più ricercati.

Enogastronomia

Chiesa Santa Maria in Venazzano

Provincia di Bologna

Teatro Comunale

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Immerso nella tranquillità e nei vasti orizzontidella pianura, il territorio di Argelato è imprezio-sito da una collana di residenze storiche. Allespalle del centro cittadino Villa Beatrice, risa-lente alla seconda metà del '500, conserva all'in-terno pitture del decoratore Cesare Baglione; ilgiardino fu costruito secondo tecniche rinasci-mentali che favoriscono la circolazione dell'ariatra le stanze della villa. La villa è stata recente-mente restaurata e ospita manifestazioni cultu-rali. Info: [email protected]

Nel raggio di pochi chilometri si trovano VillaZambonelli e Palazzo Orsi (dall’imponentefacciata porticata del ‘500) a Funo, Palazzo dellaMorte sulla strada per la frazione di Casadio,Palazzo Sampieri a Volta Reno.Dell’anno Mille è la chiesa di San Michele Ar-cangelo, poi appartenuta alla Contessa Matildedi Canossa.

In alternativa alle strade provinciali - preferitedagli amanti delle moto - il territorio offre unfitto reticolo di strade di campagna, ideali perlunghe passeggiate in bicicletta, tra antichimaceri per la lavorazione della canapa, pilastrinidevozionali e filari di pioppi.

Argelato

VINI DOC RENOLa zona di produzione dei vini a denomina-zione di origine controllata “Reno” compren-de in provincia di Bologna il territorio deicomuni di: Imola, Dozza, Castel San PietroTerme, Castelguelfo, Medicina, Ozzanodell’Emilia, Castenaso, Budrio, Granarolodell’Emilia, Bologna, San Lazzaro di Savena,Bentivoglio, San Giorgio di Piano, San Pietroin Casale, Pieve di Cento, Castel Maggiore,Argelato, Castello d’Argile, Casalecchio diReno, Calderara di Reno, Sala Bolognese,Zola Predosa, Crespellano, Anzola dell’Emilia,San Giovanni in Persiceto, Sant’AgataBolognese, Crevalcore e Bazzano. Il più tipicotra i suoi prodotti è il Montuni, il vino dicolore giallo paglierino, dall’aroma delicato,gradevole e persistente. Il sapore è fresco,asciutto, piacevolmente amarognolo.

Da oltre 30 anni la Cantina di Argelato è sino-nimo di valorizzazione della cultura enologi-ca emiliana e punto di riferimento per tutticoloro che amano i vini e i sapori della tradi-zione contadina della pianura bolognese.Nata nel 1972 con l’obiettivo di salvaguarda-re la sapienza delle antiche pratiche enologi-che locali, la Cantina di Argelato ha volutorecuperare e saputo valorizzare i vini Doc delReno come il Montuni, il Pignoletto, il Rossodei Bentivoglio (vino dal sapore deciso cheprende il nome dalla terra di origine degliantichi Signori della Bologna rinascimenta-le), l’immancabile frizzante Lambrusco. Vinipiacevoli in sintonia con il carattere di chi liproduce e li beve, a cui si aggiunge anche l’ot-timo spumante Argelato Brut, di un delicatoperlage e dal gusto armonico e vellutato.La Cantina di Argelato Via Centese, 17 - 40050 Argelato (BO)Tel. [email protected]

Enogastronomia

A Funo trovano sede importanti infrastrutturecome l’Interporto e il CentergGross, una delle piùgrandi cittadelle di vendita all’ingrosso d’Europa.

Agli amanti del vino si segnala la Cantina diArgelato, forziere dei vini Doc del Reno.

Festa Patronale di San Michele: a fine settembre.

FunoFuno in Festa, festa di paese: agosto.

GIORNO DI MERCATO: mercoledì nelcapoluogo e sabato a Funo

Eventi

Pilastrino

Circolo fotografico Funo - Ivano Bergami

In giro per le frazioni incontriamo Malacappa,minuscola località stretta in maniera davvero sug-gestiva tra il Reno e il suo alto argine.


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