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LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO NEI LABORATORI DEL SNPA · 2018-10-19 · Al fine di determinare il...

Date post: 28-Jun-2020
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LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO NEI LABORATORI DEL SNPA ESPERIENZA DI ARPA LOMBARDIA 1
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LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO NEI LABORATORI DEL SNPA

ESPERIENZA DI ARPA LOMBARDIA

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I RISCHI NEI LABORATORI ARPA

RISCHI PER LA SALUTE: intossicazione acuta e cronica, ustioni, effetti mutageni –

cancerogeni

RISCHI PER LA SICUREZZA: incendio, esplosione

I laboratori che effettuano analisi sulle matrici ambientali operano con una vasta gamma

di agenti chimici. Solo grazie alla conoscenza appropriata del pericolo e al conseguente

comportamento idoneo del personale è possibile ridurre in maniera sensibile il rischio di

eventi infortunistici all’interno dei laboratori.

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Il Regolamento CE n. 1272/2008 del 16 dicembre 2008, denominato regolamento

CLP (Classification, Labelling and Packaging – Classificazione, Etichettatura,

Imballaggio), entrato in vigore nell’Unione Europea il 20 gennaio 2009, ha introdotto

un nuovo sistema di classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze e delle

miscele pericolose.

In generale l’applicazione del regolamento CLP consente di determinare quali

proprietà di una sostanza o di una miscela permettano di classificarla come

pericolosa, affinché i pericoli che essa comporta possano essere adeguatamente

identificati e resi noti. Gli strumenti per comunicare il pericolo che deriva dall’uso o

dall’esposizione ad una determinata sostanza o miscela sono l’etichetta, la scheda

di sicurezza, gli scenari di esposizione. Le etichette ed i simboli di pericolo

costituiscono uno strumento rapido ed importante per il riconoscimento dei pericoli. A

titolo esemplificativo: Classi e Categorie Classificazione CLP

Tossicità acuta, Cat 1 e 2 Per via orale Per via cutanea Per inalazione

H300 H310 H330

Pericolo

Tossicità acuta, Cat 3 Per via orale Per via cutanea Per inalazione

H301 H311 H331

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Lo strumento più completo per ricavare e trasferire le informazioni di pericolosità di

sostanze e di miscele è la Scheda Dati di Sicurezza (SDS) disciplinata dal

Regolamento (UE) n.453/2010.

Le SDS sono i principali vettori di informazione per gli utilizzatori

professionali/utilizzatori finali di agenti chimici pericolosi, oltre che lo strumento

fondamentale a disposizione dei datori di lavoro per adottare le misure necessarie per

la tutela della salute umana, per la sicurezza sul luogo di lavoro e per la tutela

dell’ambiente. Le informazioni riportate sulle SDS, divise in 16 sezioni, riguardano

l’impiego previsto, una panoramica completa delle proprietà chimico-fisiche,

tossicologiche ed eco-tossicologiche di sostanze/miscele, nonché le indicazioni

necessarie per la manipolazione sicura e per l’adozione di misure corrette per la

gestione del rischio.

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Il Decreto Legislativo 81/2008 ha introdotto un’innovazione sostanziale alle modalità di

tutela della salute dei lavoratori, sostituendo la presunzione del rischio da agenti chimici

pericolosi, cancerogeni e mutageni, con la sua valutazione.

Per i laboratori significa anche lo sviluppo di una nuova “cultura della sicurezza” che

passa attraverso una valutazione più attenta e profonda, sotto il profilo della sicurezza,

della “pianificazione dell’attività lavorativa che comporta una idonea organizzazione

del lavoro e delle aree, sostituzione, ove possibile, delle sostanze pericolose, una

riduzione della durata e dell’intensità dell’esposizione.

Se non è tecnicamente possibile sostituire l’agente cancerogeno o mutageno

provvedere affinché la produzione o l’utilizzazione dell’agente cancerogeno o mutageno

avvenga in un sistema chiuso. Se il ricorso ad un sistema chiuso non è tecnicamente

fattibile provvedere affinché il livello di esposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso

valore possibile.

Numerosi sono i parametri da tenere in considerazione ai fini della valutazione

all’esposizione del lavoratore agli ACP e ACM.

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Al fine di determinare il livello di esposizione ad agenti chimici pericolosi nelle linee

guida ISPRA è proposto un algoritmo che prende in considerazione tutti i parametri

richiesti dalla norma oltre ad altri parametri ritenuti importanti: proprietà intrinseche

pericolose dell’agente chimico, modalità d’impiego, livello, modo e durata

dell’esposizione, quantità utilizzata e/o stoccata, valore limite di esposizione

professionale all’agente, misure preventive e protettive adottate.

Dove L è il livello di esposizione del singolo lavoratore agli n agenti chimici pericolosi

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Al fine di determinare l’efficacia dei sistemi di tutela per l’esposizione ad agenti

cancerogeni e mutageni, si prendono in considerazione tutti gli elementi caratterizzanti

l’esposizione medesima secondo il seguente algoritmo:

Dove Lcanc è il livello di efficacia delle misure di tutela.

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ARPA Lombardia ha sperimentato l’applicazione dell’algoritmo riportato nelle Linee

Guida all’interno di un lavoro di tesi universitaria di una studentessa laureanda in

Scienze e Tecnologie per l’Ambiente dell’Università degli studi di Milano-Bicocca.

La sperimentazione ha riguardato due metodi analitici e precisamente riferiti alla

determinazione dell’indice idrocarburi e alla determinazione dell’indice dei tensioattivi

anionici solfonati e solfati presso il la U.O. Laboratoristica di Brescia sede

laboratoristica di Bergamo.

La valutazione del rischio è stata effettuata per singolo lavoratore partendo da una

raccolta di informazioni riguardanti:

• l'analisi delle mansioni, attività e degli ambienti di lavoro (laboratori);

• le misure preventive e protettive adottate;

• i dati dei prodotti utilizzati.

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Il lavoro ha comportato preliminarmente la verifica dell'idoneità delle attrezzature, delle

apparecchiature e degli impianti, l'esistenza di dettagliate procedure, l'attuazione di

specifici programmi di formazione, l'effettivo utilizzo sistematico delle cappe e l'uso

corretto di appropriati dispositivi di protezione individuale (DPI).

Le informazioni riguardanti gli agenti chimici utilizzati sono state estratte da:

• elenco degli agenti chimici pericolosi,

• schede di sicurezza contenenti le proprietà chimico-fisiche e le classificazioni di

pericolo, le possibili interazioni tra i diversi prodotti

• documenti che indicano le quantità degli agenti chimici utilizzati e stoccati

I dati rilevati sono riferiti ad un periodo di tempo pari ad una settimana lavorativarappresentativa dell'attività

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Per gli agenti classificati cancerogeni e mutageni (CM esempio : H340 Può

provocare alterazioni genetiche ereditarie, H350 Può provocare il cancro H370

Provoca danni agli organi) il legislatore affianca la “valutazione del rischio” con la

“valutazione della potenziale esposizione” dei lavoratori quale ulteriore misura

generale di tutela.

Si tratta pertanto di una "valutazione della potenziale esposizione" connessa

all'attività condotta nei laboratori da parte di operatori "potenzialmente esposti".

Tale valutazione permette non solo di esprimere un giudizio sul rischio associato a

ciascuna operazione, ma fornisce indicazioni circa la necessità e la fattibilità di

misure dirette dell'esposizione professionale.

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I parametri, riferiti alla singola attività con l'agente CM considerato, svolta all’interno

di ciascun laboratorio, sono i seguenti:

descrizione della mansione svolta, con utilizzo delle sostanze cancerogene e

mutagene;

stato fisico e concentrazione dell’agente;

quantità/mese utilizzata

quantità stoccata;

minuti/mese di esposizione all’agente;

frequenza di utilizzo

qualità della dispersione durante l’uso;

fattori di protezione durante l’utilizzo (circuito chiuso, sotto cappa, DPI, ecc);

Il grado di potenziale esposizione individua la probabilità d’esposizione

dell'operatore che svolge una specifica attività con un determinato agente CM.

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La manipolazione di tutti i reagenti avviene sotto cappa chimica

Sono utilizzati DPI

Ogni operatore è stato idoneamente formato

Poiché nell’attività di analisi in argomento sono coinvolti limitati gruppi selezionati

di lavoratori esperti e sono disponibili sistemi di controllo adeguati a controllare e

contenere l’esposizione, è stata considerata una tipologia d’uso poco

dispersivo.

La durata dell’esposizione per l’operatore è riferita al periodo della manipolazione

dell’agente cioè quando la sostanza è nelle condizioni chimico-fisiche di liberarsi

nell’aria.

Si è ritenuto, quale migliore approssimazione, valutare il tempo di esposizione di

una settimana, espresso in minuti, ed ipotizzare, per avere una condizione

cautelativa, che questa durata dell’esposizione settimanale sia concentrata in un

solo giorno (come definito nelle linee guida).

Per tali motivi la durata di possibile esposizione fissata per operatore è di 10

minuti a settimana, ma per questioni cautelative consideriamo che i 10 minutisettimanali siano concentrati in un solo giorno.

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Per ogni i-esima sostanza pericolosa utilizzata da ciascun operatore si ricava un

valore Li; i valori Li ottenuti per ogni sostanza sono sommati fra loro per esprimere

l’esposizione totale L di quel dato operatore ipotizzando in via cautelativa che tutte

le sostanze dichiarate usate in una settimana siano state utilizzate in un solo giorno.

Di seguito vengono illustrate gli estratti di tabelle di lavoro derivante dall’applicativo

delle Linee Guida ISPRA e riferiti al tempo di esposizione di una settimana

lavorativa del 2016 con il numero più alto di campioni da analizzare

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DETERMINAZIONE DELL’INDICE DI IDROCARBURI TOTALI

Per la determinazione degli idrocarburi con un numero di atomi di carbonio

superiore a 12 nelle matrici acquose, viene utilizzato un metodo che prevede la

determinazione della frazione pesante degli oli minerali tramite estrazione con n-

esano e analisi gascromatografica con rivelatore FID.

L’estrazione degli idrocarburi dall’acqua viene effettuata sull’acqua tale quale. Sono

utilizzati nelle fasi di purificazione o clean up solfato anidro e Florisil, il primo è

impiegato per trattenere l’acqua e il secondo per eliminare l’interferenza di oli

animali o vegetali, trattenendo i composti più polari. Tale metodica di analisi fa

riferimento ai metodi UNI EN ISO 9377-2.

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Valutazione di rischio per i quantitativi impiegati

DIPARTIMENTO ARPA BG RESPONSABILE XX

SETTORE LABORATORI GRUPPO DI LAVORO

IDROCARBURI

C>12

OPERATORE Op 1

NOME

SOSTANZA

STANZA

ZONA D'USO

LINEA ANALITICA METODO

ANALITICO

FRASI DI RISCHIO STATO FISICO

AGENTE

Acido cloridrico 2P/31 Acque Reflue,

superficiali e sotterranee

UNI EN ISO

9377:2002

H290, H314, H335 liquido altamente

volatile

N-esano 2P/31 Acque Reflue,

superficiali e sotterranee

UNI EN ISO

9377:2002

H225, H304, H315,

H336, H361f, H373,

H411

liquido altamente

volatile

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QUANTITÀ USATA QUANTITÀ

STOCCATA

(mL/settimana)

TIPO DI

ESPOSIZIONE

MANUTENZIONE

Acido cloridrico

35%

mL per campione 1,500

mL/settimana - campioni 16 + 3 campioni noti

21,000 contatto cutaneo

accidentale

X

mL tot/settimana 28,500

N-esano mL per campione 45,000

mL/settimana -16 campioni + 3 campioni noti

855,000

mL/settimana retta di taratura 5 standard+ 3

standard di controllo+ bianco+finestra 18,000

750,000 Inalazione

contatto cutaneo

accidentale

X

mL tot/settimana 873,000

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SCHEDA DI RILEVAZIONE DATI SU AGENTI CHIMICI UTILIZZATI E RELATIVI A FATTORI DI PROTEZIONE

Tabella di lavoro Attività lavorativa DPC DPI

Normale lavoro Pulizia Durata

esposizione

(minuti/sett)

Tipologia

d'uso

Procedure

scritte

Cappa Indumenti

protettivi

Occhiali

Guanti

Acido

cloridrico

35%

Si Si 10 Uso poco

dispersivo

X efficiente Si Si

N-esano Si Si 10 Uso poco

dispersivo

Si efficiente Si Si

Propipette o altri

sistemi di

manipolazione

obbligatori

Formazione

specifica

Raccolta

separata

acidi, basi,

infiammabili

Acido

cloridrico

35%

efficiente Si Si

N-esano efficiente Si Si

TLV TLV-TWA TLV-STEL TLV-Ceiling

Acido

cloridrico

35%

5ppm 10ppm 2ppm

N-esano 20ppm

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VALUTAZIONE COMPLESSIVA IDROCARBURI TOTALI

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DETERMINAZIONE DELL’INDICE DEI TENSIOATTIVI ANIONICI SOLFONATI E

SOLFATATI (MBAS)

Il caso in esame è riferito alla determinazione dei soli tensioattivi anionici attraverso

la tecnica di spettrofotometria. Tale metodica di analisi fa riferimento al

procedimento APAT IRSA 5170.

I tensioattivi anionici formano con il blu di metilene (colorante cationico) un sale di

colore blu che viene estratto quantitativamente in cloroformio. L’assorbanza della

fase cloroformica è proporzionale alla concentrazione del tensioattivo anionico e

viene misurata, per via spettrofotometrica, alla lunghezza d’onda di 650 nm. Questo

metodo determina globalmente i tensioattivi anionici solfonati e solfatati MBAS

(Methylene Blue Active Substances) presenti in acque di scarico urbane ed

industriali e in acque superficiali e sotterranee. Oltre all’analisi dei campioni una

volta al mese si analizza lo standard di controllo con la medesima tecnica analitica e

una volta l’anno è necessario preparare la curva di taratura.

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Valutazione di rischio per i quantitativi impiegati

DIPARTIMENTO ARPA BG RESPONSABILE

SETTORE LABORATORI GRUPPO DI LAVORO

TENSIOATTIVI ANIONICI MBAS OPERATORE Op 1 Op 2

NOME SOSTANZA STANZA ZONA D'USO LINEA ANALITICA

METODO ANALITICO FRASI DI RISCHIO

STATO FISICO AGENTE

Cloroformio 2P/29 Acque reflue 5170 APAT IRSA

H351, H361d, H331, H302, H372, H319, H315

liquido ad alta volatilità

Acido Solforico 98% 2P/29 Acque reflue 5170 APAT IRSA H314, H315, H319 Liquido a bassa volatilità

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QUANTITÀ USATA QUANTITÀ STOCCATA TIPO DI

ESPOSIZIONE

MANUTENZIONE

Cloroformio mL per campione 60

campioni 8 mL/settimana tot 480

mL/settimana-standard di controllo 60 ml

250 ml inalazione

mL tot/settimana 540

Acido Solforico 98% mL per campione 1,5

mL/settimana-campioni 8 12,000

mL/settimana-standard di controllo 1,500

21 contatto cutaneo

accidentale

mL tot/settimana 13,5

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SCHEDA DI RILEVAZIONE DATI SU AGENTI CHIMICI UTILIZZATI E RELATIVI A FATTORI DI PROTEZIONE

Tabella di lavoro Attività lavorativa DPC DPI

Normale

lavoro

Pulizia Durata

esposizione

(minuti/sett)

Tipologia

d'uso

Procedure

scritte

Cappa Indumenti

protettivi

Occhiali

Guanti

Cloroformio Si Si 10 Uso poco

dispersivo

Si efficiente Si Si

Acido

Solforico

98%

Si Si 10 Uso poco

dispersivo

Si efficiente Si Si

Propipette o

altri sistemi di

manipolazione

obbligatori

Formazione

specifica

Raccolta

separata

acidi, basi,

infiammabili

Cloroformio efficiente Si Si

Acido

Solforico

98%

efficiente Si Si

TLV TLV-TWA TLV-STEL TLV-Ceiling

Cloroformio 5ppm

Acido

Solforico

98%

10ppm

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VALUTAZIONE COMPLESSIVA TENSIOATTIVI ANIONICI

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VALUTAZIONI CONCLUSIVE

In base ai parametri utilizzati nella presente analisi, se si verifica per un lavoratore

che il livello d’esposizione complessivo L (dovuto a tutte le sostanze pericolose

utilizzate dal lavoratore stesso) è inferiore ad 1 si può affermare che gli interventi di

prevenzione e protezione sono sufficienti a contenere gli elementi di rischio e quindi

la situazione è sotto controllo.

.

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In caso di valore Lcanc inferiore ad 1, si può affermare che gli interventi di

prevenzione e protezione in atto di cui all’art. 237 del d.lgs. 81/2008, sono

efficaci.

Se invece il valore di Lcanc è superiore o uguale ad 1, risulta necessario

intervenire con misure di tutela ulteriori, applicate le quali è necessario

procedere ad una nuova valutazione dell’efficacia mediante l’algoritmo

proposto.

.

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CONCLUSIONI

Il risultato complessivo della valutazione dell’analisi per la determinazione

degli idrocarburi totali in matrice acquosa è minore di 1 e quindi irrilevante

per la salute, vedi tabella seguente.

Il reagente acido cloridrico 35% con L inferiore a 1 presenta un rischio basso

per la salute perciò gli interventi di prevenzione e protezione sono sufficienti a

contenere gli elementi di rischio e quindi la situazione è sotto controllo.

Per il reagente n-esano, classificato dalle frasi di pericolo tra i cancerogeni

perchè sospetto teratogeno, il risultato dell’algoritmo afferma che le misure ditutela utilizzate sono efficaci.

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Il risultato complessivo della valutazione dell’analisi per la determinazione

dell’indice di tensioattivi anionici solfonati e solfatati (MBAS) in matrice

acquosa è minore di 1 e quindi irrilevante per la salute, vedi tabella seguente.

Il reagente acido solforico 68% con L inferiore a 1 presenta un rischio basso

per la salute per cui gli interventi di prevenzione e protezione sono sufficienti a

contenere gli elementi di rischio e quindi la situazione è sotto controllo.

Per il reagente cloroformio, classificato dalle frasi di pericolo tra i cancerogeni,

il risultato dell’algoritmo afferma che le misure di tutela utilizzate sono efficaci.


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