+ All Categories
Home > Documents > La Voce - 4-5/2015

La Voce - 4-5/2015

Date post: 23-Jul-2016
Category:
Upload: figlie-di-s-maria-della-provvidenza
View: 251 times
Download: 8 times
Share this document with a friend
Description:
La Voce delle Figlie di S. Maria della Provvidenza, Opera Femminile Don Guanella
100
Bollettino bimestrale - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n o 46) art. 1, comma 2, DCB Roma Anno LIX • Luglio-Ottobre n. 4-5/2015 delle Figlie di S. Maria della Provvidenza Opera Femminile Don Guanella Primo centenario 1916-2016 Casa di Valle Maggia
Transcript
Page 1: La Voce - 4-5/2015

Bo

llet

tin

o b

imes

tral

e -

Po

ste

Ital

ian

e S

.p.A

. - S

ped

izio

ne

in A

bb

on

amen

to P

ost

ale

- D

.L. 3

53/2

003

(co

nv.

in L

. 27/

02/2

004

no

46)

art.

1, c

om

ma

2, D

CB

Ro

ma

Anno LIX • Luglio-Ottobre • n.4-5/2015

delle Figlie di S. Maria della ProvvidenzaOpera Femminile Don Guanella

Primo centenario 1916-2016Casa di Valle Maggia

Page 2: La Voce - 4-5/2015

In copertina: Valle Maggia (CH - CT), Casa Beato Luigi Guanella.Nella foto: la superiora suor Anna Studioso.

Periodico bimestraledelle Figlie di S. Maria della Provvidenza

Opera Femminile Don Guanella•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••CASA GENERALIZIA DELLA CONGREGAZIONEDELLE FIGLIE DI S. MARIA DELLA PROVVIDENZAPiazza S. Pancrazio, 9 - 00152 RomaTel. 06.58.82.082 - Fax 06.58.16.392 - www.cgfsmp.org

Direzione: Suor GIUSTINA VALICENTI

Amministrazione: Suor LETIZIA [email protected]

Redazione: Suor MARIA TERESA NOCELLATel. 06.58.09.361 - 06.58.99.043 - [email protected]

Con approvazione ecclesiastica

«LA VOCE» viene inviata ai componenti la Famiglia guanellia-na, agli amici e ai sostenitori delle Opere di Don Guanella.Eventuali altre richieste vanno inoltrate alla Redazione.

Ogni contributo sarà gradito e servirà a sostenere e migliorarequesta nostra rivista.

Potrete inviarlo tramite il nostro ccp N. 54079009 intestando a:ISTITUTO FIGLIE S. MARIA DELLA DIVINA PROVVIDENZAPiazza S. Pancrazio, 9 - 00152 Roma

Direttore responsabile: MARIO CARRERA

Autorizzazioni: Tribunale di Como n. 82 del 26-3-1957 Tribunale di Roma n. 17573 del 24-2-1979

Associato all’Unione Stampa Periodici Italiani

•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••AVVISO AI LETTORINel rispetto di quanto stabilito dalla legge n. 196/2003, concernen-te la “privacy” dei dati personali dei lettori, garantiamo la riserva-tezza di tali dati, che fanno parte dell’archivio elettronico di que-sto periodico, gestito dalla Congregazione delle Figlie di S. Mariadella Provvidenza, ente proprietario.• I vostri dati, pertanto, non saranno oggetto di comunicazione o

diffusione a terzi.• In qualsiasi momento si desiderasse apportare modifiche

o cancellazione, si potrà farlo scrivendo alla Redazione della rivista.

•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••Consulenza grafica: Giovanni Maccari

Fotocomposizione, selezioni e stampa: 3F PHOTOPRESS SNCdi Fantasticini S. & F.lli - Viale di Valle Aurelia, 105 - 00167 Roma

Finito di stampare nel mese di ottobre 2015

ANNO LIX - N. 4-5 LUGLIO-OTTOBRE 2015

Redazione de La Voce 1 Il passaggio di un Santo

CHIESA NOSTRA MADRE

Papa Francesco 2 La protesta di sorella madre TerraPapa Francesco 4 La missione è passione per Gesù CristoP. Marcello della V. del C. ocd 6 Vica provvederà!

FAMIGLIA GUANELLIANA

Silvia Fasana 10 Casa Guanella a FraciscioSuor Elda Soscia fsmp 14 Seguendo la beata Chiara Bosatta. Suor Chiara attraente

FINESTRE SUL MONDO

Nostro servizio 17 Preghiamo per i fratelli perseguitatiM. Basilea Schlink 19 Il mio incontro con san FrancescoGianni Moralli 22 EXPO Milano 2015a cura di Giuseppe Adernò 25 Le scuole cattoliche arricchiscono lo StatoFrancesco Sapio 28 L’Oratorio di «San Francesco»a cura di Mauro Pianta 31 Dante e la sua opera universale

VOCI DAL SILENZIO

Gilda Mori 34 Il pane

VIVERE LA FESTA

a cura di suor M.T. Nocella 36 E passò beneficando tutti...

TESTIMONIANZE

60 Faustina Kowalska l’apostola dell’amore

VOCE FAMIGLIA

Papa Francesco 64 L’anzianità è una vocazionePapa Francesco 67 Il lutto in famigliaSan Pio da Pietrelcina 69 L’Angelo custode ci protegge come un amico 71 Adozioni a distanza

PROPOSTE GIOVANI

a cura di Antonio Gaspari 72 Don Bosco ai giovaniDwight Lonecker 75 La pagina dei ragazzi. Il decalogo del buon chierichetto 77 Per i più piccoli da colorare

VITA GUANELLIANA

Maggia (CT-CH): (Casa Beato Luigi Guanella):79 • Roma (Casa S. Rosa): 81 • Albese: 81 •Cosenza (Casa Divina Provvidenza): 82 • Como (Mensa San Luigi Guanella): 83 • Ar-gentina (Santa Fe): 84 • Afganistan (Kabul):84 • Cile (Aysen-Coyhaique XI Reg. - HogarBeata Chiara): 85 • Menaggio (Casa Giardinodegli Ulivi): 85 • Pianello del Lario (CasaS. Cuore): 86 • USA (Syracuse-New York -Daughters of St. Mary of Providence): 87 •Trecenta (Casa Sant’Antonio): 88 • I consiglidella nonna: 89

NELLA CASA DEL PADRE

Suor Maria Albanesi: 90 • Suor Gemma Fa-sola: 92 • Suor Elsa Renesto: 93 • Suor Tom-masina Benincasa: 94 • Suor Gertrud Sticklerfma: 95 • Veronica Braga: 96

Sommario

Page 3: La Voce - 4-5/2015

1La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

Ai lettori

Il passaggiodi un SantoIl pellegrinaggio dell’urna reliquiariadi san Luigi Guanella

Questo numero della rivista (4-5/2015), nella rubrica«Vivere la festa», porta un ampio servizio sul pel-

legrinaggio dell’urna con le spoglie di san LuigiGuanella presso le comunità guanelliane del

Centro-Sud Italia, in occasione del centena-rio della sua nascita al cielo, avvenuta il 24ottobre 1915. Un itinerario che, avuto ini-zio il 16 aprile 2015, si è articolato in 18tappe e si è concluso il 1o giugno, con il

rientro a Como. Leggeremo diverse testi-monianze e ci diranno la fede e l’amore con

cui è stata accolta la preziosa reliquia di san LuigiGuanella dai fedeli. Il passaggio del santo non ha avuto solo un si-

gnificato emozionale e devozionale, ma «lo zelo, la passione di don Guanella per i poveri (hanno riper-corso) le nostre strade per riaccendere il calore benefico dell’amore sulle nuove povertà. Un’iniziativa perconfermare i suoi preti, le suore, i cooperatori, i fedeli tutti, ma in particolare per intercettare le tante so-litudini e i non sensi, per farsi con lui buoni samaritani, accarezzare volti, donare speranza» (don NinoMinetti, già Superiore provinciale). La reliquia non è un amuleto, essa è funzionale alla carità, alla pre-ghiera, all’incontro con Dio, con Gesù presente nell’Eucaristia e questo lo hanno capito molto bene colo-ro dai quali abbiamo ricevuto le relazioni e le testimonianze. Il santo prega per noi e noi possiamo pre-gare che il santo interceda per noi presso il Signore: «Quando bacio la reliquia di un santo è come se ba-ciassi la Misericordia di Dio che si è realizzata in questo santo. Quando prego davanti al corpo di un san-to, ringrazio Dio che ha sostenuto questa persona nel cammino verso la santità» (mons. Marco Frisina).La parola reliquia (dal latino reliquiae, resti) è una memoria fisica, la testimonianza viva di un santo o diun beato. Nella Chiesa ha sempre avuto un valore grande, perché ci riporta alla presenza del passaggiostorico di questo santo sulla terra. Il grande valore della reliquia e soprattutto del corpo di un beato o diun santo è che quel corpo è stato abitato dallo Spirito Santo, si è nutrito dell’Eucaristia, è una presenzadi Grazia. «La reliquia non è amata dal diavolo, essendo una realtà fisica che ha un rapporto specialecon la Grazia» (mons. Marco Frisina) santificante e quindi per noi è una forza contro lo spirito delmale. La venerazione delle reliquie comincia durante il rito di beatificazione, quando le reliquiedel novello Beato vengono portate solennemente sull’altare. La Chiesa solo da questo mo-mento permette la venerazione delle sue reliquie in modo pubblico. Infatti le spogliedel nostro san Luigi e della beata Chiara Bosatta sono state esposte alla venera-zione dei fedeli nel Santuario del Sacro Cuore di Como, sotto l’altare perloro preparato, sin dalla loro beatificazione.

La Redazione de La Voce delle FSMP

Page 4: La Voce - 4-5/2015

gno nella società e la pace inte-riore.La sua testimonianza ci mostraanche che l’ecologia integrale ri-chiede apertura verso categorieche trascendono il linguaggiodelle scienze esatte o della biolo-gia e ci collegano con l’essenzadell’umano.Così come succede quando ci in-namoriamo di una persona, ognivolta che Francesco guardava il

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 20152

CHIESA NOSTRA MADRE

La protestadi sorella madreTerra

L’

verso i più poveri e abbandonati.Amava ed era amato per la suagioia, la sua dedizione generosa,il suo cuore universale. Era unmistico e un pellegrino che vive-va con semplicità e in una mera-vigliosa armonia con Dio, congli altri, con la natura e con sestesso. In lui si riscontra fino ache punto sono inseparabili lapreoccupazione per la natura, lagiustizia verso i poveri, l’impe-

audato si’, mi’ Signore»,cantava san Francescod’Assisi. In questo belcantico ci ricordava chela nostra casa comune è

anche come una sorella, con laquale condividiamo l’esistenza, ecome una madre bella che ci ac-coglie tra le sue braccia: «Lauda-to si’, mi’ Signore, per sora no-stra matre Terra, la quale ne su-stenta et governa, et produce di-versi fructi con coloriti flori etherba».Questa sorella protesta per il ma-le che le provochiamo, a causadell’uso irresponsabile e dell’abu-so dei beni che Dio ha posto inlei. Siamo cresciuti pensandoche eravamo suoi proprietari edominatori, autorizzati a sac-cheggiarla.La violenza che c’è nel cuoreumano ferito dal peccato si ma-nifesta anche nei sintomi di ma-lattia che avvertiamo nel suolo,nell’acqua, nell’aria e negli esseriviventi. Per questo, fra i poveripiù abbandonati e maltrattati, c’èla nostra oppressa e devastataterra, che «geme e soffre le do-glie del parto» (Rm 8, 22).Dimentichiamo che noi stessisiamo terra (cfr. Gen 2,7). Il no-stro stesso corpo è costituito da-gli elementi del pianeta, la suaaria è quella che ci dà il respiro ela sua acqua ci vivifica e ristora.(...)

San Francesco d’Assisi

Non voglio procedere in questaEnciclica senza ricorrere a unesempio bello e motivante. Hopreso il suo nome come guida ecome ispirazione nel momentodella mia elezione a Vescovo diRoma. Credo che Francesco sial’esempio per eccellenza della cu-ra per ciò che è debole e di unaecologia integrale, vissuta congioia e autenticità.È il santo patrono di tutti quelliche studiano e lavorano nel cam-po dell’ecologia, amato anche damolti che non sono cristiani. Eglimanifestò un’attenzione partico-lare verso la creazione di Dio e

Page 5: La Voce - 4-5/2015

perché per lui qualsiasi creaturaera una sorella, unita a lui convincoli di affetto. Per questo sisentiva chiamato a prendersi cu-ra di tutto ciò che esiste.Il suo discepolo san Bonaventuranarrava che lui, «considerandoche tutte le cose hanno un’origi-ne comune, si sentiva ricolmo dipietà ancora maggiore e chiama-va le creature, per quanto pic -cole, con il nome di fratello o sorella».Questa convinzione non può es-sere disprezzata come un roman-ticismo irrazionale, perché in-fluisce sulle scelte che determi-nano il nostro comportamento.Se noi ci accostiamo alla naturae all’ambiente senza questa aper-tura allo stupore e alla meravi-glia, se non parliamo più il lin-guaggio della fraternità e dellabellezza nella nostra relazionecon il mondo, i nostri atteggia-menti saranno quelli del domina-tore, del consumatore o del merosfruttatore delle risorse naturali,incapace di porre un limite aisuoi interessi immediati.

3La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

Papa Francesco

Viceversa, se noi ci sentiamo inti-mamente uniti a tutto ciò cheesiste, la sobrietà e la cura scatu-riranno in maniera spontanea.La povertà e l’austerità di sanFrancesco non erano un asceti-smo solamente esteriore, maqualcosa di più radicale: una ri-nuncia a fare della realtà un me-ro oggetto di uso e di dominio.D’altra parte, san Francesco, fe-dele alla Scrittura, ci propone diriconoscere la natura come unosplendido libro nel quale Dio ciparla e ci trasmette qualcosa del-la sua bellezza e della sua bontà:«Difatti dalla grandezza e bellez-za delle creature per analogia sicontempla il loro autore» (Sap13, 5) e «la sua eterna potenza edivinità vengono contemplate ecomprese dalla creazione delmondo attraverso le opere da luicompiute» (Rm 1, 20).Per questo chiedeva che nel con-vento si lasciasse sempre unaparte dell’orto non coltivata, per-ché vi crescessero le erbe selvati-che, in modo che quanti le avreb-bero ammirate potessero elevare

il pensiero aDio, autore ditanta bellezza.Il mondo èqualcosa dipiù che unproblema darisolvere, è unmistero gau-dioso che con-templiamonella letizia enella lode.

Dalla Letteraenciclica

Laudato si’sulla cura della

casa comune (nn. 1-2.10-12)sole, la luna, gli animali più pic-

coli, la sua reazione era cantare,coinvolgendo nella sua lode tuttele altre creature. Egli entrava incomunicazione con tutto il crea-to, e predicava persino ai fiori e«li invitava a lodare e amare Id-dio, come esseri dotati di ragio-ne».La sua reazione era molto piùche un apprezzamento intellet-tuale o un calcolo economico,

Francescoe il Canticodelle creature.Tavoladi SeverinoBaraldi.

Page 6: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 20154

L Papa Francesco

(...)

La missioneè passione per Gesù Cristo

speciale ai consacrati è chiesto diascoltare la voce dello Spiritoche li chiama ad andare verso legrandi periferie della missione,tra le genti a cui non è ancora ar-rivato il Vangelo.(...)Oggi, la missione è posta di fron-te alla sfida di rispettare il biso-gno di tutti i popoli di ripartiredalle proprie radici e di salva-guardare i valori delle rispettiveculture.Si tratta di conoscere e rispettarealtre tradizioni e sistemi filosofi-ci e riconoscere ad ogni popolo ecultura il diritto di farsi aiutare

dalla propria tradizione nell’in-telligenza del mistero di Dio enell’accoglienza del Vangelo diGesù, che è luce per le culture eforza trasformante delle medesi-me.All’interno di questa complessadinamica, ci poniamo l’interro-gativo: «Chi sono i destinatariprivilegiati dell’annuncio evange-lico?».La risposta è chiara e la trovia-mo nel Vangelo stesso: i poveri, ipiccoli e gli infermi, coloro chesono spesso disprezzati e dimen-ticati, coloro che non hanno daricambiarti (cfr. Lc 14, 13-14).L’evangelizzazione rivolta prefe-renzialmente ad essi è segno delRegno che Gesù è venuto a por-tare: «Esiste un vincolo insepara-bile tra la nostra fede e i poveri.Non lasciamoli mai soli» (Esort.ap. Evangelii gaudium, 48).Ciò dev’essere chiaro special-mente alle persone che abbrac-

CHIESA NOSTRA MADRE

India. 2011, Madre Serena e la vicariagenerale suor Giustina Valicenti

in visita alla comunità guanelliana di Eluru (Andhra Pradesh). Il Vangelo in ogni cultura.

a missione è passioneper Gesù Cristo e nel-lo stesso tempo èpassione per la gente.Quando sostiamo in

preghiera davanti a Gesù croci-fisso, riconosciamo la grandezzadel suo amore che ci dà dignità eci sostiene; e nello stesso mo-mento percepiamo che quel-l’amore che parte dal suo cuoretrafitto si estende a tutto il popo-lo di Dio e all’umanità intera; eproprio così sentiamo anche cheLui vuole servirsi di noi per arri-vare sempre più vicino al suo po-polo amato (cfr. ibid., 268) e atutti coloro che lo cercano concuore sincero.Nel comando di Gesù: «andate»sono presenti gli scenari e le sfi-de sempre nuovi della missioneevangelizzatrice della Chiesa.In essa tutti sono chiamati ad an-nunciare il Vangelo con la testi-monianza della vita; e in modo

Page 7: La Voce - 4-5/2015

ciano la vita consacrata missio-naria: con il voto di povertà sisceglie di seguire Cristo in questasua preferenza, non ideologica-mente, ma come Lui identifican-dosi con i poveri, vivendo comeloro nella precarietà dell’esisten-za quotidiana e nella rinunciaall’esercizio di ogni potere per di-ventare fratelli e sorelle degli ul-timi, portando loro la testimo-nianza della gioia del Vangelo el’espressione della carità di Dio.(...)Cari fratelli e sorelle, la passionedel missionario è il Vangelo. SanPaolo poteva affermare: «Guai ame se non annuncio il Vangelo!»(1 Cor 9, 16).Il Vangelo è sorgente di gioia, diliberazione e di salvezza per ogniuomo. La Chiesa è consapevoledi questo dono, pertanto non sistanca di annunciare incessante-

5La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

mente a tutti «quello che era daprincipio, quello che noi abbia-mo udito, quello che abbiamo ve-duto con i nostri occhi» (1Gv 1,1). La missione dei servitori del-la Parola – vescovi, sacerdoti, re-ligiosi e laici – è quella di mette-re tutti, nessuno escluso, in rap-porto personale con Cristo.Nell’immenso campo dell’azionemissionaria della Chiesa, ognibattezzato è chiamato a vivere almeglio il suo impegno, secondola sua personale situazione.Una risposta generosa a questauniversale vocazione la possonooffrire i consacrati e le consacrate,mediante un’intensa vita di pre-ghiera e di unione con il Signore ecol suo sacrificio redentore.Mentre affido a Maria, Madredella Chiesa e modello di missio-narietà, tutti coloro che, ad gen-tes o nel proprio territorio, inogni stato di vita cooperano al-l’annuncio del Vangelo, di cuoreinvio a ciascuno la BenedizioneApostolica.

Dal Messaggio del Santo PadreFrancesco per la Giornata

missionaria mondiale 2015(III Domenica di ottobre)

Filippine. Madre Serena e suor CarlaFolini in visita a Legazpi.

Suore guanelliane della ProvinciaImmacolata Concezione FSMP nella Diocesi di Kamloops,British Colombia, Canada.

Page 8: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 20156

no, in modo del tutto inatteso, al-l’improvviso il Cielo si oscurò.Una spaventosa tempesta si sca-tenò nell’anima mia, tanto dacredere di non poterla sopporta-re!...Evidentemente Satana non pote-va vedere di buon occhio la miavita pura e piena di gioia. Ne erainvidioso. Era in tutto il suo di-scorso quella moltitudine di pen-sieri, destinati a portarmi alla di-sperazione che si agitavano inme come se dei fulmini si abbat-tessero nel mio interiore e si sus-seguissero tuoni su tuoni, l’infer-no intero si destasse e tutti i dia-voli mi urlassero nelle orecchie:«Non ci riuscirai tu, sciocco chesei! Come ti è venuta pure inmente una simile pazzia?!Metterti di nuovo a studiare a 38anni, sgobbare, memorizzare i li-bri in latino parola per parola!Tu che sei abituato a tenere con-ferenze, ad essere produttivo edefficiente; adesso, per anni e an-ni, dovrai semplicemente ripro-durre, ripetendo la lezione impa-rata come uno scolaretto.La tua testa non reggerà più, di-venterai matto; la tua memoria ècome un setaccio che lascia pas-sare tutto e non vi resterà niente!È una cosa assurda! Sì, è propriouna cosa assurda! Inoltre ognigiorno ti daranno dei voti come ascuola, e il risultato delle tue ri-sposte verrà annotato: riceverai

P. Marcellodella Vergine del Carmelo ocd

CHIESA NOSTRA MADRE

Vicaprovvederà!

SSi tratta di una deliziosatestimonianza di fiducia

in Maria VergineMadre provvidente

da parte del giovane professoreungherese

Boldizsar Marton (1887-1966),raccontata nel suo scritto

autobiografico Il Bell’Amore.Già adulto, con gioia

aveva accolto la chiamatadel Signore per la vocazione

di sacerdote e religiosonell’Ordine del Carmelo

Teresiano, ma una violentatentazione voleva farlo desistere

dalla sua scelta.Il ricordo di una commediateatrale porta il suo cuore

a volersi fidare di Maria ss.macome un bambino

fra le braccia della mamma.Così diverrà poi p. Marcellodella Vergine del Carmelo,

oggi venerabile.

ì! La Vergine Madre ètutto! Ella rimedia atutto, sostituisce in tut-to, risolve tutto. I suoimeriti, le sue virtù ap-

partengono ai figli. Possiamousarli, mostrarli, possiamo van-tarcene con Gesù. Non guardareme, o Signore, guarda Lei! Eccomia Madre! Oh, come presi in se-guito l’abitudine di non mostrareche Lei, dicendo: «Ecco la Vergi-ne Madre, o mio Gesù! Ne respi-cias...». Questa abitudine già dalungo tempo ha sviluppato in mela grande, forte e viva fede nel-l’Onnipotenza in ginocchio dellamia Madre. Posso ottenere tuttocon Lei, per mezzo di Lei e inLei!Ora, durante quei sei mesi «san-ti», la cara Vergine Madre volleperfezionare la mia fiducia inLei. Perciò predispose una circo-stanza che mi condusse ad avereuna fiducia completa, illimitataed assoluta in Lei. Per edificazio-ne come anche per esempio daseguire, e soprattutto per la suagloria lo racconterò e vi apporròanche un titolo speciale: La Ver-gine Madre provvederà!Erano allora giorni felici, com-pletamente senza nuvole. «Sua-vis est Dominus», quanto è buo-no il Signore! – era questa la «re-altà» che mi riempiva, che si ri-velava a me, che potevo vivere edi cui potevo godere. Ma un gior-

Page 9: La Voce - 4-5/2015

7La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

dei voti, dei punti, ma sai! Asino,sciocco che sei! Verrà fuori chetu, professore famoso, sei un asi-no e uno sciocco! Avrai dei com-pagni giovani che ti supereranno,oh come lo riusciranno a fare, etu dovrai vergognarti e vorrai po-ter sprofondare sotto terra – se-dersi nei banchi di scuola a tren-totto anni?!...».Durante la bufera di quegli orri-bili pensieri, il senso di vergognadivenne così forte in me, e la

prospettiva del mio futuro pe-riodo di studente carmelitanomi apparve così spaventosasoprattutto a causa delle umi-liazioni – che fui preso quasidalla disperazione. E poi tuttala vita carmelitana – i piediscalzi, la disciplina, il cilicio,il saio, la mancanza di riscal-damento – si profilava davantia me. E il vitto limitato!Ma Satana mi attaccava so-prattutto con la perdita dellamia libertà d’oro, dell’indipen-denza maschile.Mi raffigurava il convento co-me la più oscura delle carceri,da cui non c’è più scampo!«Di cosa fatta male il ripentirnon vale! Liberati, finché seiin tempo! Suvvia, fallo subito,perché dopo sarà troppo tardi!Adesso è ancora possibile!».(...) Un pensiero si faceva sem-pre più insistente, mi sembra-va ormai che si impossessasseinvincibilmente di me: «Siedicon calma e scrivi! Basterà so-lo una cartolina postale: nonpuoi andare, vi hai riflettuto.Chi ti obbliga? Sei ancora un

Uomo nella bufera.Simbolo della tempesta interiore

che avvolse il giovaneBoldizsár Marton, pronto a seguire

la voce del Signore che lo chiamavaal Carmelo.

«Per vivere la vita del Vangelonon ci vuole molto!Bisogna diventare bambini!Il bambino a sua voltaaffida tutto alla madre»(p. Marcello della Verginedel Carmelo).

Page 10: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 20158

uomo libero, padrone di te stes-so. Vigliacco, sciocco, tirati fuorida te stesso: siedi e prendi in ma-no la penna...». Mentre ero giàquasi sul punto di dare soddisfa-zione al tentatore infernale, co-me un lampo mi venne in menteil titolo di una commedia: Vicaprovvederà! Ma al tempo stesso,non so in quale frazione dellostesso istante, il titolo della com-media si trasformava così: LaVergine Madre provvederà!Che devo dire? Durante il guizzodello stesso momento vidi svol-gersi quella commedia nella miaanima con una rapidità prodigio-sa e, in un modo ancora più pro-digioso, percepii il ruolo svoltodella dolce Vergine Madre lungotutta la mia vita futura.L’effetto che ne risultò superavatutto l’immaginabile. Sentii ilmio viso distendersi e diventarerotondo e sorridente come unaluna piena.D’un colpo tutta l’oscurità cessò,tutte le difficoltà furono risolte.«Ma che dovevo preoccuparmi iodelle difficoltà: la Vergine Madreprovvederà! Abbia solo fiducia inLei e Lei avrebbe risolto tuttoperfettamente».La teologia? Le interrogazioni? –«La Vergine Madre provvederà!».La vergogna davanti ai giovani? –«La Vergine Madre provvederà!».Poi, il rigore della vita religiosa?– «La Vergine Madre provvede-rà!». E quando non ne potraiproprio più? – «La Vergine Ma-dre provvederà!...».La mia fiducia nella Vergine Ma-dre divenne totale, immensa, illi-mitata e assoluta.D’ora in poi avrei affidato tutto,ma con piena fiducia, alla Vergi-ne Madre: il mio corpo, la miaanima, la mia sorte, il mio futuroe tutti i miei affari piccoli e gran-di. Ed anche gli altri! – Lei, laVirgo Potens, l’Onnipotenza Sup-plicante provvederà! Suo Figliomutò perfino l’acqua in vino soloperché Lei, sua Madre, avevadetto: «Non hanno più vino»! Seanch’io non avrò più vino, né ac-qua, né pane, né grazia, basteràuna sua parola, un suo sguardo eio avrò tutto.

Da allora in poi la mia vita fuuna vita di fiducia nella VergineMadre. E non sono stato mai de-luso.

Una commedia

Ma cos’era quella commedia? Nerimango stupito: la Madre delleMadri quanti espedienti adoperaper salvare il suo figlio buono anulla! Questo è Lei, Madre, So-rella, Sede della Sapienza, Vergi-ne Prudentissima, la Fidanzataidealissima, la Sposa e tutte que-ste cose messe insieme: la Madredel Bell’Amore, il Bell’Amore!Già una volta Ella aveva preso ilvolto della mia madre terrena.Ora assumeva il ruolo e persino

il carattere della protagonista diuna piccola commedia moltosemplice. Nient’altro era Vica cheuna serva! Che altro è pure laVergine Madre che una serva,«ancilla»?! È vero che Ella èl’«ancilla Domini», la serva delSignore, ma è vero anche che El-la è veramente «Ancilla om-nium», la serva di tutti!In quella commedia intitolata«Vica (= Vice) provvederà!» sia-mo in campagna, dalla famigliadi un proprietario terriero chepossiede un piccolo castello e unpodere assai grande.Moglie e marito sono abbastanzaanziani e hanno figli e figlie dasposare. Sono amati da tutti.Sono persone singolarmentebuone, ma hanno un unico difet-to: mancano assolutamente disenso pratico. E cosa fa il Signo-re con coloro che Egli ama? Miseaccanto a loro una cameriera dinome Vica – che è l’abilità, labontà, l’intelligenza, la fedeltà inpersona, piena d’affetto, è pronta

Ungheria, Lago Balaton,il lago che affascinava il giovane

professore Boldizsár Martone dove lui amava passare

i suoi giorni di vacanza.

Page 11: La Voce - 4-5/2015

9La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

valore, che era rimasta fedelmen-te immagazzinata nella mia me-moria.Da allora in poi questa divennela mia espressione preferita: laVergine Madre provvederà! Diffi-cilmente si potrebbe imparare oinsegnare la fiducia completa esenza riserve con un metodo piùpratico: provare per credere!Molti l’hanno imparato; tantissi-mi hanno consolidato la loro fe-de e hanno assimilato la fiduciadella piccola Teresa con l’aiuto diesso, e come sono numerosi co-loro che così si sono affezionatialla Vergine Madre.Per vivere la vita del Vangelo nonci vuole molto! – Bisogna diven-tare bambini! Il bambino a suavolta affida tutto alla madre. Pro-prio per questo è bambino.Noi invece vogliamo diventareadulti ad ogni costo di fronte aDio, il Padre celeste della provvi-denza. Egli però – con il suo Fi-glio sulla Croce – ci dona cometestamento la sua Madre: – Eccola tua Madre!Cosa potremmo fare senza diLei? Roviniamo tutto, sbagliamotutto, non raggiungiamo nessunrisultato. – Perché? Perché sia -mo noi a fare, a compiere, a sbri-gare i nostri affari, i nostri lavori;perché lasciamo la nostra Madrein disparte a casa, spodestiamola Regina dal trono del nostrocuore.Possiamo dare due titoli alla po-vera Vergine Madre:1. la Regina spodestata; 2. la Ma-dre trascurata.Eppure è Lei l’«Advocata no-stra», la nostra vera avvocata checon tanta commozione sappiamoimplorare nella Salve Regina:«Oh, advocata nostra, illos tuosmisericordes oculos ad nos con-verte!». – Rivolgi a noi quegli oc-chi tuoi misericordiosi!...La fiducia fa miracoli, insegnavala piccola santa Teresa. Preghia-mo per la grazia della fiducia illi-mitata. E il successo è sicuro? –Ma sì! La Vergine Madre provve-derà. n

a dare perfino la vita per la fami-glia. I membri della famiglia ineffetti sarebbero incapaci di vive-re senza di lei. Ella invece fa tut-to per loro e al loro posto. Adesempio un servo della cascina dinome Giovanni appare all’im-provviso dal padrone di casa:– Quando dobbiamo iniziare adarare? – chiede al suo padrone.– Va’ da Vica, Giovanni! Vicaprovvederà!Poco tempo dopo arriva il vigna-iolo:– Tutti i nostri vicini hanno giàpotato. Cosa comanda Vostra Si-gnoria, cominciamo a potare an-che noi?– Va’ da Vica, Vica provvederà –suona la risposta.La cuoca entra in fretta e furianella stanza della padrona di ca-sa:– Signora, lei ha detto che do-mani verranno ospiti. Quanti tac-chini devo ammazzare?– Va’ da Vica! Vica provvederà!...Gli ospiti sono ormai arrivati.

Stanno danzando nel gran salo-ne. I giovani si divertono. In unangolo della sala i signori gioca-no a carte. È appena finita unapartita. Guardando le coppiedanzare, un signore accende unasigaretta e poi si rivolge al padro-ne di casa:– Eh, amico mio, come sono di-ventati uomini belli i tuoi figli.Tutti hanno ormai compiuto iventiquattro anni. Perché non liammogli?L’interpellato sgrana gli occhi, ri-mane pensoso, poi come se aves-se avuto un’idea buona, rispondeentusiasmato:– Hai ragione! Vica provvede-rà!...Nello stesso momento, in un al-tro angolo della sala delle anzia-ne signore chiacchierano fra lo-ro. Una di loro, osservando conocchio esperto i ballerini, si ri-volge alla padrona di casa:– Come sono graziose le tue fi-glie! Dimmi, mia cara, perchénon le mariti?Anche lei riceve subito la rispo-sta:– Hai ragione, tesoro mio. Lo di-rò a Vica. Vica provvederà!...E Vica fa ammogliare i ragazzi emarita le ragazze. Vica risolvetutte le cose che sono sotto il fir-mamento...

Diventare bambini

Fu questa commedia che mi tor-nò alla mente in quel momento.In verità dovrei dire così: fu que-sta commedia che portò davantialla mia anima l’«Ancilla Om-nium», l’Ancella di Tutti, la bene-detta Vergine Madre.Fu una semplice coincidenza?Certamente no.È da notare che avevo visto quel-la commedia circa diciotto anniprima, quando ero studente uni-versitario, al Teatro Ungherese diBudapest.Da allora non mi era venuta inmente neanche una volta.Quanti drammi classici avevo vi-sto, ma nessuno mi era ritornatoin mente se non questa piccolacommedia insignificante e senza

Page 12: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201510

Gli ambienti interni conservanoancora l’atmosfera di calore fa-miliare e di sobrietà di quando lafamiglia Guanella vi abitava. Unavera scuola di fede, di sacrificio edi generosità, che don Guanellaricorderà spesso come una gra-zia di Dio: «fu Provvidenza chemi si educasse in famiglia allospirito di lavoro e di sacrificio» 1.Al piano seminterrato si trovava-no la stalla, il vecchio fienile (dacui sono state ricavate sale perincontri) e la cantina, tutt’oraesistente.Al piano terra, entrando dall’in-gresso principale, si accede adun corridoio, sul fondo del qualeun pannello con l’immagine agrandezza naturale di san LuigiGuanella accoglie il visitatore.

Sulla sinistra si trova la stüa, unlocale abbastanza ampio confunzione di soggiorno, riscaldatoda una pigna (stufa) in muratura(ricostruzione). L’ambiente, rive-stito in legno di cirmolo, è tenue-mente illuminato dalla luce fil-trante dalle tre finestrelle rivoltea Sud. Un luogo intimo, che ac-coglieva la famiglia, dopo il lavo-ro, per i pasti frugali e la pre-ghiera serale. Si conservano an-cora la madia, il tavolo, la cassa-panca, la sedia. Una porta inter-na immette nello stüin, la came-ra invernale dei genitori, dove, lanotte del 19 dicembre 1842, alleore ventitré, nasceva il piccoloLuigi. Il letto, la cassapanca, gliappendiabiti sono ancora quellioriginali.All’esterno della stüa, nell’attualecorridoio, si trovava la cucina(ora smantellata), comunicantecon la stüa mediante una fine-

P Silvia Fasana

Casa Guanella a Fraciscio

FAMIGLIA GUANELLIANA • Storia Spiritualità Carisma

er capire un uomo, nel no-stro caso san Luigi Gua-nella, può essere moltoutile «pellegrinare» nella

sua valle nativa e in particolareentrare, in punta di piedi, nellasua casa natale di Fraciscio, doveegli nacque il 19 dicembre 1842.La casa di un Santo è certamenteun bel richiamo a conoscere imomenti più significativi dellasua vita familiare e dell’ambientein cui è nata e cresciuta la sua fe-de e i suoi propositi di bene.L’edificio originario fu costruitonella prima metà dell’Ottocentoda Lorenzo Guanella, padre diLuigi, nel tempo ha subìto diver-se trasformazioni e aggiunte chegli hanno conferito l’aspetto at-tuale. Gli interventi conservatividegli anni Novanta dello scorsosecolo hanno evidenziato la partestorica rispetto a quella realizza-ta successivamente.

Page 13: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015 11

Fraciscio (Sondrio),paese nataledi san Luigi Guanella.

asa museo è il luogo do-ve qualcuno ha abitato(non importa se re o pe-scatore) e che porta an-

cora i segni e le forme della cultu-ra e della società a cui quel qual-cuno è appartenuto.Le case museo raccontano storiepersonali e sociali, dinastiche eeconomiche, collezionistiche e im-prenditoriali, con un linguaggioche appartiene a tutti, appuntoquello dell’abitare.L’Italia si racconta anche attraver-so le case museo, disseminate intutte le regioni con caratteri, for-me, dimensioni, storie differenti:dai palazzi reali alle ville nobilia-ri, dai palazzi dei collezionisti allecase degli artisti, dagli apparta-menti cittadini alle abitazioni ru-rali, in tutte passa la voce nar-

rante di chi le ha volute, acquista-te, abitate, costruite.Come pochi altri musei, le casesono profondamente radicate nelterritorio dove si trovano perchéfanno parte della sua storia, delsuo paesaggio, della sua gente;ne interpretano anche le qualitàmeno evidenti a uno sguardo fret-toloso.Visitare una casa museo èun’esperienza diversa rispetto al-la visita di un qualunque altro mu-seo.Quello che vi troveremo non è so-lo una raccolta di oggetti materia-

li ma anche un ricco e inaspet-tato patrimonio immateriale cheracconta le qualità e il modo diabitare di periodi e culture diffe-renti, il gusto, i riti familiari e so-ciali che si svolgono all’internodella casa.Per queste ragioni, le case museopossono essere considerate por-tavoce e interpreti della conven-zione UNESCO del 2003 per la sal-vaguardia del patrimonio culturaleimmateriale, cioè le tradizioni, isaperi, le espressioni in cui unacomunità si riconosce.Le case museo sono una passio-ne, e sono pagine di storia viva».

Rosanna Pavonidal sito www.casemuseoitalia.it

«C CHE COSA SONOLE CASE MUSEO

Page 14: La Voce - 4-5/2015

strella detta böcc de la carité: dalì si passavano i cibi pronti daconsumare.Una ripida scala porta al pianosuperiore dove nel corridoio so-no state poste una panca e unalibreria con alcuni scritti di donGuanella e studi sulla sua figura.Sulla sinistra si accede a quellache fu la camera dei fratelli Gua-nella, in cui nel 2012 è stata alle-stita una piccola raccolta musea-le nell’ambito del progetto «Suipassi di don Luigi Guanella... ilsenso di un cammino». In parti-colare sono stati posizionati al-cuni pannelli con le immaginiantiche della val Rabbiosa, delpaese di Fraciscio e della casaGuanella, con l’«albero genealo-gico» della famiglia Guanella, ol-tre a tre dedicati a Pa’ Lorenzo,Mamma Maria e a Caterina Gua-nella, accanto ai loro oggetti si-gnificativi. Un sistema di proie-zione permette la visione di alcu-ni brevi video di approfondimen-to e un apposito angolo accogliei quadretti devozionali un tempocollocati sulle scale e nelle altrestanze della casa. Dirimpetto aquesta stanza si apre un altro lo-cale usato come camera dalle so-relle.Al secondo piano il corridoio dàaccesso a quattro locali e ad una

tempo. La stanza successiva erainvece quella dei genitori, chepoi la destinarono a Luigi chieri-co, quando tornava dal semina-rio per le vacanze; egli vi dipinseun cielo stellato, come egli stessoricorda: «Da chierico dipingevoun cielo stellato nella mia cameraa Fraciscio» 2. Il 2 luglio 1994 ilvescovo Alessandro Maggiolini lacostituiva formalmente oratorio.Il 24 febbraio 2004, la Congrega-zione del culto divino, con decre-to a firma del card. FrancescoArinze, concedeva ai sacerdotipellegrini la facoltà di celebrarvila Messa votiva del Beato LuigiGuanella (ora Santo) e della Bea-ta Chiara Bosatta, in ogni giorno,fatte salve le norme universalidell’anno liturgico e del calenda-rio. All’interno è conservato unreliquiario con la reliquia ex ossi-bus di don Guanella.A lato della cappella, una portici-na dava accesso al fienile, scher-zosamente chiamato da don Lui-gi «Albergo Fenarolo». Quandoera canonico teologo a Prosto e

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201512

Camera da lettodei genitoridi don Guanella.

scaletta in legno che conduce alsolaio. La prima cameretta a si-nistra, rivestita in legno origina-le, appartenne alla sorella Cateri-na ed è arredata con mobili del

Page 15: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015 13

blicato presso l’editore Gangemidi Roma. Al libro, uscito anchein versione inglese, sono seguiteuna serie di mostre, sia in Italiasia presso Istituti di Cultura ita-liani all’estero. Ai responsabili diqueste dimore Pavoni ha chiestodi «invitare» un’altra casa museoche avrebbero consigliato ad unamico. E così il Consorzio Turi-stico Valchiavenna, che si occupadella gestione di Palazzo Verte-mate di Piuro, ha proposto la ca-sa natale di San Luigi Guanella,che è stata riconosciuta merite-vole di essere inserita nel sito,accanto a luoghi ben più famosiquali il castello di Racconigi aTorino, gli Appartamenti Reali diBorgo Castello a Venaria Reale, ilVittoriale di Gardone Riviera, laCasa Museo di Giovanni Pascolia San Mauro Pascoli, le Case diErcolano, il Castello di Donnafu-gata a Ragusa, il Compendio Ga-ribaldino di Caprera. n

si recava in visita ai genitori, sefaceva tardi, vi trascorreva lanotte. «Terminate le funzioni ve-spertine [a Prosto], bramava ritor-nare in famiglia e rifaceva a piediquasi 20 chilometri e quando percaso giungeva ad ora un po’ tarda

della Diocesi di Bergamo e Mu-seo per la Città di Monza. Il sitoè nato per valorizzare e far cono-scere le case museo, un patrimo-nio diffuso in tutte le regioni ita-liane, con lo scopo di creare unarete sempre più ricca di musei

collegati dal filo rosso dell’abita-re, che narri la loro storia e la lo-ro unicità.Il primo nucleo di questo portaleweb era rappresentato dalle qua-rantaquattro case museo scelteda Rosanna Pavoni nel 2009 peril suo libro Case Museo in Italia.Nuovi percorsi di cultura: poesia,storia, arte, architettura, musica,artigianato, gusto, tradizioni, pub -

Note

1 Positio super introductione causae,Summarium N. II, 60, teste L. Maz-zucchi.

2 L. MAZZUCCHI, Fragmenta vitae et dic-torum sac. Aloysii Guanella, 1912-1915, manoscritto, ASG Como, XXIX,24 marzo 1914, 1.

3 L. GUANELLA, Le vie della Provvidenza.Autobiografia di un santo (1913-1914), Edizioni San Paolo, CiniselloBalsamo 2011, 55.

il “Signor Canonico teologo” pren-deva alloggio, per non disturbarequei di famiglia, nell’Albergo Fena-rolo, il fienile presso la casa» 3.Attigua ai locali storici, la partedestra dell’edificio, ricavata dal-l’allora pollaio e dall’abitazione diRocco Levi, è attrezzata per unagestione in autonomia ed è apertaa confratelli, consorelle, coopera-tori, laici guanelliani per momentidi riflessione e condivisione.La casa natale di don Guanella aFraciscio è stata inserita nel pre-stigioso sito www.casemuseoita-lia.it, realizzato dalla museologaRosanna Pavoni, consulente del-l’Amministrazione Provinciale diComo per la realizzazione del si-stema museale della Provincia,docente di Museologia e già presi-dente del Comitato InternazionaleDimore Storiche Museo (DEM-HIST) istituito da InternationalCouncil of Museums (ICOM/UNE-SCO), oltre che responsabile dellaideazione e progettazione del Mu-seo Bagatti Valsecchi di Milano,del Museo «Adriano Bernareggi»

Una delle stanzedi casa Guanella adibitea museo.

La stüa, l’accoglientesoggiorno di casa Guanella.

Page 16: La Voce - 4-5/2015

i viene in mente la descrizione che dilei fa don Guanella dicendo:«Suor Chiara si guadagnava con il sor-riso... volevano suor Chiara... le corre-vano incontro... Era come don Bosco...

un sorriso... una parolina... un servizio...Nei giorni festivi suor Chiara si intrattenevacon le sue allieve colla parola, col gesto, conl’accompagnamento, diceva che stessero pureallegre santamente, perché l’allegrezza del cuo-re aggiunge vigoria e lena al corpo medesimo.Oh, quanto faceva di bene nella ricreazione!»(L. Guanella, I, 44).Ci viene da pensare qui all’elogio di Chiara eal rimprovero a Marcellina che uscì dalla boc-ca di don Guanella quando osservò a quest’ul-tima: «Suor Chiara è attraente, voi invece no!»(L. Guanella, Sum. pag. 239).

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201514

Suor Elda Soscia fsmp

C

Suor Chiaraattraente

FAMIGLIA GUANELLIANA • Storia Spiritualità Carisma

Seguendo la beata Chiara Bosatta

Roma, Casa S. Maria,beata Chiara Bosatta,di Nico Parziale.

Page 17: La Voce - 4-5/2015

Piangina» o «canterina»?

Sì, suor Chiara era attraente.Forse questa dichiarazione potràsorprendere noi che abbiamo let-to, senza la dovuta preparazione,le sue lettere a don Guanella, do-ve lei esprime tutto il travagliodella sua vita mistica; con super-ficialità, forse, ci siamo infastidi-te del suo continuo piangere edel suo dichiararsi la personapiù abominevole del mon-do. È successo a noi ciòche è avvenuto nel-l’odierno mondo cultu-rale alla pubblicazionedegli scritti intimi diMadre Teresa, la san-ta che aveva dichiara-to con la sua vita divoler fare qualcosa dibello per Dio ed a tuttiaveva donato un magni-fico sorriso di amore, na-scondendo il grande tormen-to interiore che l’attanagliavaper le prove mistiche a cui l’amo-re a Dio ed ai poveri l’aveva as-soggettata. I giornali del mondointero, che quando lei era in vitaavevano esaltato il suo lavoro afavore dei poveri, vedendovi soloun impegno sociale e nonun’espressione della carità cri-stiana, hanno gridato allo scan-dalo, l’hanno definita bugiarda emistificatrice, accusandola diateismo e di fariseismo. Qual -cosa di simile succede per la nostra suor Chiara che per moltiè solo una povera «piangina».Ma non era questo il parere dichi è vissuto accanto a lei, a cuinon trapelava il crogiolo dellasua vita mistica, mentre godevadello splendore della sua testi-monianza di amore. Infatti, co-me disse don Eugenio Venco,con un’espressione poi ripresa dadon Piero Pellegrini, «suor Chia-ra avrebbe voluto essere tutta e so-lo di Dio, ma capì che il suo cuoredoveva dilatarsi all’amore dei fra-telli. La passione di Cristo e deipoveri diventò anche la sua pas-sione, a livello di carismi altissimie di sofferenze penose. Ma seppeportare tutto su di un vassoio lu-

rispetto», «suor accoglienza» ecosì via!

Sulle sue orme

Don Guanella nel presentarcil’insieme delle virtù di Chiara cidà una chiave di lettura interes-sante, quasi un’indicazione dirotta per noi: «In lei erano comedue forze, quella onnipotente di

Dio che l’attraeva per vie singo-lari e mirabili a sé, quella di

lei che con ogni generositàdi mente, di cuore e dicorpo si premurava dicorrispondergli. Inquesti suoi sforzi pergiungere alla perfezio-ne Chiara non dicevamai basta e non si tro-vava mai contenta ab-

bastanza» (L. Guanella,summ. p. 280).

Certo, non possiamo pen-sare che Dio conduca tutte

noi per vie «singolari e mirabi-li» come è avvenuto per suorChiara, non perché Dio non lopossa fare: tutt’altro! In realtàEgli costantemente opera mera-viglie e il suo Spirito non si stan-ca ogni giorno di rinnovare lafaccia della terra e ricrearci! Ma,in me e forse anche in altre dinoi, manca quel sostrato di ognigenerosità di mente, di cuore e dicorpo per corrispondergli, baseumana necessaria perché Diopossa operare, secondo la sua li-beralità. Parlo di me, che ho purcapito che a Dio bisogna dire«sì» senza «se» e senza «ma» (cfr.don Guanella nel nostro Regola-mento), ma non mi decido vera-mente a mettere mano all’operadella mia santificazione e sonotentata di distribuire le responsa-bilità della mia mediocrità ad al-tri. Purtroppo, siamo sempretentate di annacquare il Vangelo.Chiara, però, è un richiamo forteper noi. Don Guanella vuole checamminiamo sulle orme di lei eci ripete il suo invito:«Vi auguro che abbiate a cammi-nare sulle vie di suor Chiara e disapervi valere della sua mediazionepresso il Signore. Vi aiutino le pre-

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015 15

minoso, come lo splendore del suolago: era il sorriso che incantavatutti» (P. Pellegrini - M.L. Oliva,o.c. introduzione p. 9).Suor Lina Manzi, una nostraconsorella di Pianello, ci ha la-sciato una testimonianza scrittanella quale riporta i ricordi disuo nonno. Egli le raccontò che,essendo lui un contadino analfa-

Suor Elda, l’autrice dell’articoloci dice con una certa vivacità:

Sorelle, siamo chiamate come leia renderci attraenti.

beta, da giovane andò a scuolaserale e festiva presso le nostreprime suore dell’Ospizio. Incari-cata ne era proprio suor Chiarache era tanto brava, allegra e«canterina». E quando vedevache, facilmente a sera la testa de-gli studenti-lavoratori ciondolavaper il sonno, ella allora intonavacon la sua bella voce non solocantici religiosi, ma anche bellecanzoni folcloriche, per mante-nerli attivi e contenti. Don Gua-nella ci ricorda che suor Chiaraera capace persino di organizza-re belle feste di carnevale per lasua gente di Pianello! Si, suorChiara era attraente! Sorelle, sia-mo chiamate a farci «attraenti»come lei! Come sarebbe bello se,volendo imitarla, ci fosse unasanta competizione tra noi perchi può vincere il concorso di...(si fa per dire!) miss... «suor sor-riso!», «suor delicatezza!», «suordolcezza!», «suor bontà», «suor

Page 18: La Voce - 4-5/2015

ghiere di suor Chiara a compiere imigliori vostri desideri e a spinger-vi molto innanzi sulla strada dellavirtù e della santificazione».Eccoci, quindi, a chiedere l’inter-cessione di suor Chiara perchéfaccia sorgere in noi il desideriosincero di farci «presto sante»,come lei lo ebbe.Chiediamo la sua intercessioneperché lo Spirito Santo accendanei nostri cuori un amore «svisce-rato» per Gesù e per il nostroprossimo, così che anche noi en-triamo come lei in quella «violen-ta passione di amore» che trasfi-gura la vita. Chi ha una passionenel cuore, sa perché vive e dà unsenso a tutto quello che fa ed in-contra. Possa suor Chiara, sorellanostra, prenderci per mano e gui-

darci a vivere nel quoti-diano le virtù «ceneren-tole» della mitezza,dell’umiltà, del rispetto,della pazienza, senza maidire basta. Ci occorre riabi-litare queste virtù che nonfanno scalpore, ma sono alla no-stra portata e sono le uniche checi mettono in condizione di assa-porare la bellezza della vita, delmondo in cui viviamo e della co-munità che Dio ci ha donato.Queste semplici virtù umane sonola base necessaria per poter espri-mere nella pratica di ogni giornola nostra fede ed il nostro amore.Così, praticandole, giorno pergiorno, per amore, giungeremo asentirci coinvolte anche noi inquella meravigliosa «storia di un

amore sviscerato», il cui epilogosarà per noi, come lo fu per Chia-ra, la beatitudine dell’abbandonototale in Dio, nostra pace. Perciòpreghiamo con lei:«Mio caro Gesù, ve le chieggo que-ste belle virtù, tanto care al vostrobel Cuore, pel vostro sangue spar-so per amor mio, e per i vostrisantissimi meriti e non cesserò dichiedervele sino a che me le avretescolpite nel cuore. Datemi grazia ei mezzi perché possa esercitarmiin queste virtù e divenir prestosanta» (Ib. pag. 7).

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201516

Suor Chiara ci prenda per manoe ci guidi a vivere le virtùcenerentole che ella amava.

O Signore, presentaci ai tuoi santicome trofei della tua misericordia!

(b. Chiara Bosatta).

Con lei rinnoviamo la nostragrande fiducia in Dio, che operameraviglie.E con lei, la nostra sorella Chia-ra, in questo prossimo Anno San-to straordinario della Misericor-dia preghiamo: «O Signore, pre-sentateci ai vostri santi come tro-feo della vostra misericordia!». n

B. Chiara Bosatta

Page 19: La Voce - 4-5/2015

17La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

parti del mondo: non accada chesubentri l’abitudine e quindi l’in-differenza davanti al persistere ditanta brutalità omicida, travestitadi religione. Spegnere i riflettori e

stare in silenzio, lasciando che lacarneficina continui, sarebbe di-ventarne conniventi, colpevoli difronte al tribunale di Dio e dellastoria.Alcune Agenzie internazionali af-fermano, dati alla mano, che il2014 è “l’anno con il più alto livel-lo di persecuzione globale dei cri-stiani dell’era moderna” (Rapporto“World Watch”) e che “il calo co-stante è tale che molti cristiani te-mono che le loro chiese si trasfor-meranno in musei piuttosto cheluoghi di culto” (Center for Ameri-can Progress). Le soluzioni non so-no semplici, ma pensiamo che ladiplomazia possa fare molto dipiù, se le Cancellerie lo permette-ranno: “isolare” dovrebbe essere laparola d’ordine. In primo luogo

«U

Nostro servizio

FINESTRE SUL MONDO

Preghiamoper i fratelli perseguitati

In India

In Indonesia

n secolo fa, in Anato-lia, si è consumato “ilprimo genocidio delventesimo secolo”, hadetto il Papa nell’ome-

lia della Messa del l’aprile scorsoper i fedeli di rito armeno: in nep-pure due anni, un milione e mez-zo di persone – uomini e donne,bambini e anziani – sono stati eli-minati in modo lucido e program-mato! La memoria di tale stermi-nio – che a fatica il mondo occi-dentale sta riconoscendo – deveessere o maggio alla verità e moni-to efficace per la cultura del ri-spetto e della non violenza, dellagiustizia e della pace.

La persecuzione oggi

Il ricordo del popolo armeno vaad aggiungersi alla continua per-secuzione dei cristiani in diverse

Page 20: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201518

isolare il fanatismo omicida dell’Isis e similari sulpiano dell’opinione pubblica mondiale con una reite-rata condanna: nessuno giustifichi con le parole ocon il silenzio!In secondo luogo, troncare ogni rapporto economicoo geopolitico pubblico e, soprattutto, segreto: nessu-no commerci con la vita umana!» (Card. Angelo Ba-gnasco, Prolusione alla 68ª Assemblea Generale - Ro-ma, 18/21 maggio 2015).

In Medio Oriente

Le persecuzioni religiose non solo sono diffuse, maanche in aumento. La libertà religiosa a livello glo-

In Iraq

In Siria

Nel Vietnam

bale è entrata in un periodo di grave declino negliultimi tre anni.In Medio Oriente, in particolare, i cristiani sonostati specificamente presi di mira, uccisi o costrettia fuggire dalle loro case e paesi, sottoposti a soffe-renze fisiche e morali.Solo 25 anni fa, c’erano quasi due milioni di cri-stiani in Iraq; le stime più recenti dicono che sonooggi meno di un quarto di quella cifra. Qui, i cri-stiani, hanno un profondo senso di abbandono. So-

no in gioco principi fondamentali come il valoredella vita, la dignità umana, la libertà religiosa, e laconvivenza pacifica e armoniosa tra le persone e ipopoli.Per 2.000 anni, i cristiani hanno chiamato “casa”il Medio Oriente; anzi, come tutti sappiamo, ilMedio Oriente è la culla del cristianesimo.La presenza cristiana in Medio Oriente è impor-tante sia per la vita della Chiesa sia per lo svilup-po della società perché, come ha detto il SantoPadre Francesco nel suo intervento alla Plenariadella Congregazione delle Chiese Orientali nel2013, «da duemila anni vi confessano il nome diGesù, inseriti quali cittadini a pieno titolo nella vitasociale, culturale e religiosa delle nazioni a cui ap-partengono».

Essi, infatti, svolgono un ruolo di primo ordine alservizio del bene comune attraverso l’educazione,la cura dei malati e l’assistenza sociale; sono artefi-ci di pace, di riconciliazione e di sviluppo.Tutta la Chiesa ha la responsabilità di sostenerecon la preghiera e con ogni mezzo possibile i nostrifratelli cristiani che confessano la loro fede in Me-dio Oriente e d’incoraggiarli a continuare ad essereuna presenza significativa per il bene di tutta la so-cietà.I cristiani perseguitati di tutto il mondo contano sudi noi e chiedono sempre maggiori sforzi da partenostra per risparmiarli dalla persecuzione. La lorostessa sopravvivenza potrebbe dipendere dalla no-stra solidarietà. È doveroso per noi pregare perchéil signore ci usi misericordia e faccia cessare que-sta carneficina.Le sofferenze patite dai cristiani di diverse confes-sioni, ci ricorda il Santo Padre nella Lettera indi-rizzata ai Cristiani del Medio Oriente, «realizzano“l’ecumenismo del sangue, che richiede fiducioso ab-bandono all’azione dello Spirito Santo”».Dicevano i Padri della Chiesa che il sangue deimartiri è il seme di nuovi cristiani. Che la sofferen-za di tanti nostri fratelli porti frutti di bene peril futuro dei cristiani in quella «terra benedetta dal Signore» e in tutta la cristianità. n

Page 21: La Voce - 4-5/2015

19La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

Il mio incontrocon san Francesco

FINESTRE SUL MONDO In spirito ecumenico,con gioia pubblichiamoil discorso cheMadre Basilea,di Confessioneevangelica,fece in occasionedella festa per laconsacrazionedi un monumentoalla Verna(11.5.1970).Ce lo hanno inviatole Sorelle di Maria,da lei fondatee conosciute «perla loro trasparenzaevangelicae la loro disarmanteperfetta letizia».

V

Assisi (Perugia), città nataledi san Francesco.

L’autobiografia diMadre Basilea Schlink,di Confessioneevangelica, fondatricedelle Sorelle di Maria.

oglio ringraziare con tut-to il cuore i nostri fratelliFrancescani, che ci han-no accolte con tanta be-

nevolenza. Un «Grazie» special-mente al Padre Guardiano pertutta la sua premura e caritànell’averci dato l’occasione di eri-gere qui questo monumento, do-ve Dio ha dato abbondanza digrazie a san Francesco. Non ho ildiritto di dire molto su san Fran-cesco in questa riunione. I PadriFrancescani ne sanno più di me.Ma vorrei esprimere in poche pa-role che cosa san Francesco edanche La Verna significano perme personalmente.Alcune decine di anni fa cono-scevo sì la parola di san Paolo:«Del resto, nessuno m’importuni,perché io porto nel mio corpo lecicatrici delle ferite del SignoreGesù» (Gal 6, 17). Devo dire peròche non capivo il vero significatodi queste parole. Sentivo soltantoche le parole contengono qual-che cosa meravigliosa. Ugual-mente oscure per me erano le al-tre parole nelle quali san Paoloesprime il suo desiderio di parte-cipare alle sofferenze e alla mor-te del Signore (Fil 3, 10). Ma Ge-sù nel suo grande amore mi aprìquesto tesoro.Questo accadde qualche decinad’anni fa. Ero già stata per ventianni al servizio di Cristo quandoavvertivo in me un gran fallimen-to spirituale. Dovevo vivere insie-me con una persona isterica, chemi tormentava ogni giorno. Poi,Gesù mi fece comprendere che lacolpa di questa discordia tra noidue era mia. I miei sentimentiamari e la mia mancanza di cari-tà non permettevano un contatto

Page 22: La Voce - 4-5/2015

mente di molti nel mondo di oggi.Noi tutti sappiamo che oggi c’è latendenza di eliminare la soffe-renza dal mondo, perciò si ricor-re alla droga per dimenticare larealtà e le difficoltà della vita! Edecco! In san Francesco si presen-ta un uomo che ha conquistatola sofferenza, egli ce ne insegna il

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201520

de. Ciò leggevo nella storia di sanFrancesco.Un torrente di gioia usciva da luie sentiva una felicità nel suo cuo-re per cui spesse volte doveva co-prire il suo viso con il cappuccio,perché aveva la faccia raggiantecome Mosè quando parlò conDio sul monte.L’amore per Gesù e la partecipa-zione alla sua croce lo facevanouscire fuori di sé dalla gioia edegli si servì d’un pezzo di legnocome violino per esprimere lasua allegria e cantare la lode diCristo! In parole, perciò, nonposso esprimere quanto devo asan Francesco.

personale e una comprensione ariguardo di suddetta persona.Per la seconda volta nella mia vi-ta, Gesù mi diede la grazia di unsincero pentimento e il suo per-dono, da cui germogliava comefrutto meraviglioso un grandeamore per Gesù. Sperimentai lagioia d’essere la sposa di CristoRedentore e mi veniva un grandedesiderio di prendere parte allesofferenze dell’«Uomo del Dolo-re».In quei giorni, al nostro conventogiunse improvvisamente una ri-vista francescana. Non so come –perché la nostra comunità inquel tempo era ancor piccola esconosciuta, così anche il mionome a cui la rivista era indiriz-zata. Mi parve che era la Provvi-denza che voleva farmi conosce-re-meglio la vita di san France-sco. Leggendola, ero trasportatad’ammirazione, perché san Fran-cesco desiderava ardentementedi condividere la vita di Cristosofferente.Spuntò anche nel mio cuore unpiccolo desiderio di soffrire. EGesù lo soddisfò prontamente.La nostra comunità, appena na-ta, fu stimata degna di sperimen-tare: obbrobrio, odio, persecu-zione e calunnie.In quei giorni si era ancora lon-tani dallo spirito ecumenico, e ilnostro tentativo di prendere con-tatti con tutti quelli che stannosotto la croce di Cristo, fu malin-terpretato. Piaceva neppure chenoi insegnavamo la via della pe-nitenza e del pentimento.Questo era una piccola provadella Via Dolorosa, che io sop-portai con poco coraggio e senzagioia. Dalla Vita di S. Francescoimparavo lentamente che il San-to era appassionato di soffrirecon Cristo dicendo:

«Devo essere come Te,o Cristo Gesù,devo far parte di Te stessoe Tu personifichila sofferenza».

Capivo pure che è san Francescoche dà la soluzione al problemadella sofferenza, che occupa la

La Verna. Luogo del Monumento.Lapide alla scala della Basilica.

Testo del Monumento.

IL TESTODEL MONUMENTOALLA VERNA

Mistero delle Stimmate!Le piaghe di Gesùha portato san Francesco,Stimmate, segno di amoree di partecipazione alla sua Passione,Stimmate da cui la vita divinaè sgorgata su tutta la terra.Gesù, mio Signore, rendimi partecipedella tua Passione.

Madre Basilea

metodo: Egli amò la sofferenza etramite l’amore lo trasfigurò ingioia!Voglio spiegarmi ancor meglio.san Francesco amava la sofferen-za soltanto perché amava Gesù:come una sposa che è molto in-namorata dello sposo desideracamminare insieme a lui la stes-sa strada, anche se questa via èpiena di spine. Per san Francescoè l’amore a Gesù che accendel’amore alla sofferenza.È logico: quando amo Gesù sonounita con Lui nella sofferenza,sono uno con Lui che è la felicitàe la gioia, in se stesso. Ogni sof-ferenza con Gesù, la comunionedella sua Passione perciò deveportarci la beatitudine più gran-

Alcuni anni dopo, incontrai gran-di difficoltà nella mia vita. Era ilperiodo della costruzione dellanostra Casa Madre e della nostracappella. Molto del lavoro dove-vamo realizzarlo con le nostre

Page 23: La Voce - 4-5/2015

21La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

mie figlie a causa della mia man-canza di carità. Dopo questo do-loroso periodo di tempo – quasinon lo comprendevo – il Signore,s’inchinò verso di me con copio-se grazie celesti. Mi accolse piùprofondamente nella comunionedella sua sofferenza.Proprio in quel tempo sentii par-lare della Verna. Il mio cuore mispingeva là. Due volte potei visi-tarla e sperimentare la presenzadel Signore.Il Mistero delle Stimmate, con-cesse dal Signore a san France-sco, fu per me un dono prezioso.Che cosa è più grande del nostroSignore Gesù Cristo, se non ilfatto che porta le stimmate?La rivelazione di san Giovanni cimostra il Cristo nella sua gloria,

mani sulla «via della fede» senzadenaro.Nei primi mesi tutto procedevabene. Si poteva parlare di mira-coli, ma poi, ad un tratto, sem-brò che il cielo si chiudesse.L’aiuto materiale cessò ed io eroa letto malata per cinque mesi.Eravamo in un grande dilemma,Il Signore mi giudicava perchéero la responsabile, sembravache Dio il Santo tenesse la spadadi giustizia sopra di me e mi sen-

tivo in un profondo abisso. Im-paravo di nuovo a piangere imiei peccati.Dopo la malattia ritornai a casaed ero spinta ad umiliarmi dalprofondo del cuore davanti alle

adorato da schiere innumerevolicome l’Agnello Immacolato, por-tando le piaghe.Non è forse il miracolo più gran-de di avere un Dio che porta del-le piaghe? Come lo devono averadorato gli angeli quando Egliascese al cielo con le cinque san-te piaghe nel suo corpo! E comedoveva essere commosso il Cuo-re di Dio Padre nel rivedere il Fi-glio – ed ora con le sante piaghe!Sante sono le piaghe di Gesù.Brilleranno nel cielo durante isecoli, e tutti i redenti si inchine-ranno per adorarle. n

Arezzo, chiesa di San Francesco.Crocifisso e san Francesco

(particolare), Scuola umbra.«Il mistero delle stimmate, concesso

dal Signore a san Francesco,fu per me un dono prezioso».

(Madre Basilea)

Germania -Darmstadt,

Kanaan,parco dellaCasa Madredelle Sorelle

di Maria.«Sante sono

le piaghedi Gesù.

Brillerannonel cielodurante

i secoli e tuttii redenti

si inchinerannoper adorarle».

Sorelle di Maria in preghiera.

Page 24: La Voce - 4-5/2015

suo sangue» (Gen 9, 2-4). «Tuttiaspettano da te, Signore, che tudia cibo a tempo opportuno. Tulo provvedi, essi lo raccolgono,april la tua mano ed essi si sazia-no di beni» (Sal 104, 27-28).

Ma tutto questo però col tempo èviolato dall’egoismo dell’uomo enoi vediamo che «la società si di-vide in due classi: quelli che han-no più cibo che appetito e quelliche hanno più appetito che ci-bo».E la raccomandazione biblica èsempre attuale, cioè «condivide-re il pane con l’affamato» (Is 58,7), quindi di impedire che Lazza-ro, il mendicante, viva solo dellebriciole che cadono dalla tavoladel ricco Epulone (Lc 16, 19-31),e che bisogna evitare gli sprechilegati al consumismo, speciequello più sfacciato che anche ilprofeta Amos stigmatizza (4, 4;6, 4-6).È la sapienza orientale: «Non po-trai mai consumare al di là deltuo appetito. Metà del tuo paneappartiene a un’altra persona edovresti conservarne un pezzo

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201522

Milano 2015

Il cibo, dono di Dio, va sempre condiviso!Gianni Moralli

FINESTRE SUL MONDO

L

In un’Apocalisse apocrifa coptaleggiamo parole sconvolgentisulle origini del grano:un pezzo di carne del Figlio divinopestato... il primo seme di grano.

a Bibbia ci presenta unareligione storica ed incar-nata e considera il cibouna componente basilare

dell’esistenza ed uno dei primimessaggi di Dio all’uomo dice:«Io vi do ogni erba che produceseme e che è su tutta la terra, eogni albero fruttifero che produ-ce semi: saranno il vostro cibo...Tu potrai mangiare di tutti gli al-beri del giardino» (Gen 1, 29; 2,16). Ed è quello che leggiamonello splendido cantico dellecreature che è il salmo 104. «Tu,Signore, fai crescere l’erba per ilbestiame e le piante che l’uomocoltiva per trarre cibo dalla terra,vino che allieta il cuore dell’uo-mo, olio che fa brillare il tuo vol-to e pane che sostiene il cuore»(vv. 14-15).Ed è dopo il diluvio che Dio dice:«Quanto striscia sul suolo e tuttii pesci del mare sono dati in vo-stro potere. Ogni essere che stri-scia e ha vita vi servirà di cibo; vido tutto questo, come già le verdierbe. Soltanto non mangerete lacarne con la sua vita, cioè col

Page 25: La Voce - 4-5/2015

per l’ospite inatteso».Dunque l’esortazione a riservaredue pani per i poveri: uno persfamarlo e uno a venderlo e ac-quistare un fiore perché anch’es-si hanno diritto alla bellezza.Non si vive di solo pane... e«quel» pane che in situazioni dipericolo si trasforma in un se-condo prodigio, come nella vitadi santa Casilda.Lei, figlia del grande Califfo, por-tava ai prigionieri cristiani delpane, di nascosto dal padre, e nelmomento in cui stava per esserescoperta e condannata per que-sto misfatto, nel cesto della fan-ciulla al posto dei pani vennerotrovati dei fiori.È la Bibbia che ci sottolinea co-me l’ospitalità è sacra e racco-gliere l’appello ad essere accoltialla tavola del mondo, evitandol’accaparramento dei beni, macondividerli fraternamente con ifratelli meno fortunati e solo lìc’è Dio.Bisogna essere capaci di ritrova-re nel divino una spiga di granoed il pensiero va ad AlessandroManzoni nei suoi Promessi sposi,quando Renzo raccoglie i paniche trova per le strade di Milanoper restituirli ai proprietari.

altro pane, quello che Fra’ Cristo-foro ha ricevuto, in segno di per-dono, dal fratello dell’uomo cheha ucciso. «Il primo che ho chie-sto in carità serbatelo: fatelo ve-dere ai vostri figlioli..., dite loroche perdonino sempre, sempre!Tutto, tutto!»”.E questo avviene perché primabisogna essere stati capaci dichiedere il perdono per sé. È ilpiù alto valore morale del ciboche Manzoni ci offre.E come dai Vangeli apocrifi ab-biamo scoperto verità che sonoentrate a pieno titolo nella cultu-ra di vita..., così da una Apocalis-se apocrifa copta leggiamo quellepagine coinvolgenti circa l’origi-ne del grano. Adamo ed Eva nonsono più nel paradiso terrestre alcospetto del Signore in quantodisuddebendo si sono trovati nu-di e spogli dell’amicizia divina inun mondo sconosciuto e senzapiù cibo.Ed ecco che il Figlio prende il co-raggio di dire al Padre: Ho verifi-cato il loro stato di abbandono etra non molto moriranno ed il livoglio aiutare. E la decisione delPadre fu questa: il Figlio dal fian-

23La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

«Metà del tuo pane appartiene a un’altra persona e devi conservarneun pezzo per l’ospite inatteso».(Proverbio orientale)

Expo di Milano,padiglione della Santa Sede:

«Non di solo pane vive l’uomo».Al centro del padiglione della Santa

Sede infatti c’è un grande tavolo,che è il mondo da Dio destinato

all’umanità.

La strada è deserta e per terra visono «certe strisce bianche e sof-fici, come di neve, ma neve nonpoteva essere». Renzo si china,tocca, «e trovò ch’era farina».Dopo pochi passi sugli scalini«certe cose sparse, che certa-mente non eran ciottoli, e sefossero state sul banco di unfornaio, non si sarebbe esita-to un momento a chiamarli

pani».E dopo il saccheggio delPrestin di Scanso, l’as-

salto agli altri forni, l’assedio allacasa del vicario, la sommossa, lostrascico della carestia, l’incubodella pestilenza... per cui ci vorrà

Page 26: La Voce - 4-5/2015

sente che ha già in sé una suabontà».È bello scoprirlo, vederne il vol-to, dolce e tranquillizzante conquell’oro caldo che lo riveste, cheapre le braccia in un gesto mater-no rivolto a quei figli che vivonosotto («se sta mai coi man inman...»).È impossibile non notarla: «Omia bela Madunina, che te briletde luntan...» e vedere che è un ri-ferimento per tutti e non solo perchi crede e questo perché Leiparla all’umano che è in ciascu-no e ci mette in rapporto con ilmistero e quindi è «dedicata atutti quelli che alzano gli occhiverso il cielo».La copia della Madonnina, agrandezza naturale, è stata espo-sta all’EXPO sul Padiglione dellaVeneranda Fabbrica, realizzatadalle Fonderie Del Giudice diNola, è alta 4,6 metri, pesa 14quintali, è costituita da 26 pezzie ricoperta da 4.750 fogli d’oroda 24 carati, collocata in cima auna scalinata con rivoli d’acqua,si staglia a 8,90 metri dal suolo estando lassù è di tutti e per tutti.

n

co destro si tolse un boccone del-la sua carne divina, la pestò inun mortaio e la ridusse in polve-re per poi portarla al Padre, ilquale a sua volta fece lo stesso edal tutto uscì un grumo: il primochicco di grano.Ed ecco l’arcangelo Michele chelo consegna ai due infelici randa-gi ed affamati ed insegna loro co-me seminarlo e a mieterlo, a bat-terlo e macinarlo e da ultimometterlo nel forno: con la carnedel Padre e del Figlio cibarsi edarne a tutti i figli.E ci pare di vedere il Signore Ge-sù dopo la sua risurrezioneaspettare i discepoli sulla riva del

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201524

Una copia della «Madunina»(guai a chi la tocca per i milanesi!)è stata esposta all’Expo sul padiglionedella Veneranda Fabbrica.

«La loro povertà, la loro famesono un motivo in più per amarli».

(Papa Francesco)

– Foreste e Orti verticali e le Viedell’Acqua - salvaguardare l’am-biente.– Vivere non di solo pane: sradi-care l’iniquità - salvaguardarel’ambiente.– Un’accoglienza a misura di fa-miglia: i bambini protagonisti.– Restituire al cibo la storia chemerita.– Mostre - Arte - Territorio -Spettacoli - Percorsi e rispoperte- le Vie della fede da riscoprire.

L’Esposizione mondiale di Mila-no ha fatto puntare i riflettori ditutto il mondo su Milano e l’Ita-lia: cibo - arte - cultura e per pro-gettare un nuovo futuro. È unasfida che non dobbiamo sottova-lutare e lasciare a chi verrà dopodi noi un mondo migliore e vivi-bile!Dunque l’EXPO è per la secondavolta (la prima fu nel 1906) a Mi-lano e non poteva mancare il«simbolo» della città: la Madon-nina; e come ha detto il cardina-le Angelo Scola accoglie tutti conun augurio: «È possibile sperarein un futuro buono per l’umani-tà: è possibile incontrare un pre-

mare di Tiberiade, accendere ilfuoco e cuocere sulla brace il pa-ne ed i pesci. «E nessuno dei di-scepoli osava domandargli: Chisei?, sapendo che era Signore»(Gv 21, 12).Ecco in sintesi il compito di EXPO Milano 2015:

– Nutrire il pianeta = Energia perla vita.– La sfida è trovare un consensoanche su sistemi controversi.– La sicurezza dei prodotti è undiritto da tutelare.– Un nuovo umanesimo che è ilrisultato vincente.– Il villaggio globale con sei spe-cifiche filiere e tre identità tema-tiche.– Al centro c’è l’Albero: metaforadella vita.– Il Belpaese in vetrina: cultura eidee fanno spettacolo.

Page 27: La Voce - 4-5/2015

3 Nei cortei si critica il go-verno che sostiene la scuo-

la cattolica per lo sgravio fiscaledi 400 euro. Che ne pensa?

Dal 1948 ad oggi si è assistitoalla discriminazione degli allie-vi, figli di famiglie che, volendocaparbiamente esercitare il di-ritto alla libertà di scelta educa-tiva, che fa parte dei DirittiUmani, hanno affermato questalibertà indirizzandosi verso lascuola pubblica paritaria. Di-scriminazione che appare feroceverso i figli dei poveri, che nonpossono scegliere. È proprio lanostra Repubblica che ha rico-nosciuto loro questo diritto al-l’art. 3 della Cost., in un plurali-smo educativo all’art. 33; l’Euro-

pa, con le Risoluzioni del 1984 edel 2012 lo ha espressamente ri-chiesto; la Dichiarazione Uni-versale dei Diritti dell’Uomo ri-vendica la libertà di scelta edu-cativa sia per l’individuo che perla famiglia.La libertà di scelta educativa puòesercitarsi solo ed unicamente inun pluralismo educativo comesancito dalla Costituzione italia-na all’art. 33 e all’art. 118 «Stato,Regioni, Città metropolitane,Province e Comuni favorisconol’autonoma iniziativa dei cittadi-ni, singoli e associati, per lo svol-gimento di attività di interessegenerale, sulla base del principiodi sussidiarietà». Dunque, men-tre si è evidenziato che pubblicoè ciò che è fatto per l’interesse

25La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

a cura diGiuseppe Adernò

Le scuolecattolichearricchisconolo Stato

FINESTRE SUL MONDO

Suor Anna Moria Alfieriillustra i benefici per lo Statorappresentati dalla scuola cattolica

In merito alla propostadi riforma della scuola,ZENIT (8 aprile 2015)ha intervistatosuor Anna Monia Alfieri,plurilaureata, presidentedella FIDAE Lombardia,Legale Rappresentantedell’Ente Istituto di Culturae Lingue Marcelline in Milano.Dal mese di giugno 2013collabora nel Gruppo di StudioSistema scolastico di istruzionee formazione integraticostituitosi per la I commissionecamera dei deputatiAffari Costituzionali,e la VII commissionecamera dei deputatiCultura, Scienza e Istruzione.Per la sua competenzae formazione è considerataa ragione una delle vocipiù autorevoli e accreditatenel panoramadella scuola italiana oggi.Ringraziamo cordialmentel’agenzia Zenite suor Anna Monia Alfieri.Precisiamo che le fotografieriguardano esclusivamentela nostra Scuola guanellianaparitaria di Saronno (Varese),ispirata ai principi pedagogiciguanelliani.

Page 28: La Voce - 4-5/2015

pubblico, quindi non implica ne-cessariamente e solo la gestionestatale.Chi non intende le ragioni del di-ritto, intenderà quelle dell’econo-mia: le famiglie che scelgono lascuola pubblica paritaria paganoe le tasse per la pubblica statale ele rette per formare i loro figli.Dunque, triplo vantaggio: 1) of-frono un gettito di imposta per lascuola statale a fondo perduto;

della pubblica paritaria, a frontedel costo di un allievo alla scuolastatale di ben 8.000 euro annuisolo di spese correnti, mi pareuna cifra ben meno che simboli-ca – seppur ribadisco garantisceun diritto in capo alla famigliaper la prima volta.Entrambe le famiglie (della pari-taria e della statale) hanno paga-to le tasse per un sistema scola-stico integrato e plurale. Poi, sequello che fa problema è che visiano scuole cattoliche si dia allafamiglia la possibilità di sceglieree se nessuna di queste scuole sa-rà scelta, bene: avranno chiuso.Se questi signori sono così certidella loro idea raccolgano la sfi-da che forse questo governo ha

lanciato. Si badi bene: la laicitàpura non teme mai il confrontoe, se non genera autentica libertàdi scelta, smette di chiamarsi lai-cità e si chiama dittatura, monar-chia assoluta.L’homo ideologicus del corteo di-chiari apertamente che l’indivi-duo, la famiglia non ha il dirittodi scegliere l’educazione per il fi-

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201526

2) fanno risparmiare ben sei mi-liardi di euro allo Stato, costi-tuenti un’entrata a fronte dellamancata spesa, e 3) formano perla collettività cittadini in gradodi produrre ricchezza con il lorolavoro. Attualmente, i cittadinilavoratori formati dalle scuolepubbliche paritarie non sono co-stati una lira allo Stato: sempli-cemente lo arricchiscono. Dun-que gli convengono.Ma in una democrazia non pos-sono esistere cittadini di serie Ae di serie B. Pertanto ben vengala detrazione fiscale nel breve pe-riodo, che si perfezioni spedita-mente verso il costo standard perallievo, fattore di efficienza e disostenibilità nel buco nero dellapubblica istruzione.Detrazioni fiscali di massimo400 euro annui per una famiglia

Saronno - Scuola «S. Agnese».Classi della Scuola primaria ed elaborati degli alunni della Scuola secondaria.

Page 29: La Voce - 4-5/2015

glio e pertanto non ne ha la re-sponsabilità; quindi deve essereinterdetta e lo Stato deve interve-nire in sua vece.

3 La centralità educativasembra poco evidenziata.

Cosa si suggerisce per rimetter-la al centro del sistema?

Non potrà farlo certamente unDDL. Potremmo riporla al centrose avessimo tutti il coraggio di ri-

tati dallo Stato garante. Ma fin-ché la famiglia sarà considerataun mero strumento da sfruttareper politiche di mercato e socialiutili ad un sistema di «sussidia-rietà al contrario» (la famigliasostiene lo Stato e non viceversa,come dovrebbe essere), nessunDDL potrà ridare senso all’edu-cazione. Si restituisca da parte diciascuno di noi, chiesa, politica,economia, scuola, la dignità allafamiglia riconoscendole quelruolo educativo defraudato datante logiche miopi e da tanticompromessi.

3 Le nuove tecnologie saran-no veramente il futuro del-

la scuola?

Credo nelle nuove tecnologie nel-la misura in cui saranno stru-menti, mezzi e non fini. Spesso

lanci. Per fortuna anche di altro...Ma la tecnologia non deve esseresdoganata come l’eccellenza diuna scuola. Dovrà essere uno de-gli elementi di normalità e nep-pure ciò di cui vantarsi. La classedella primaria 2.0 mi fa paura senon è accompagnata da docentiben preparati, equilibrati, consa-pevoli del loro ruolo educativo,edotti sulle radici identitarie dellapropria scuola, disponibili al dia-logo costruttivo con la famiglia,

27La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

collocare la famiglia quale cellu-la fondante alla base della socie-tas; una famiglia soggetto del di-ritto, messa in condizione diorientare a proprio favore le scel-te educative, culturali, sociali,economiche, politiche. La scuolapubblica (paritaria e statale) sideve preparare ad «essere scelta»dalla famiglia e quindi dovrà ave-re una propria identità nell’asso-luto rispetto degli standard det-

noi viviamo di mode che passa-no, ma sui ragazzi non possiamorischiare. Le nuove tecnologie, insé, non sono solo il futuro dellascuola, ma della società civile.Già sono in uso dappertutto. Sipensi alle transazioni e agli ac-quisti online, all’uso degli smart -phone. Non parliamo di chi, co-me la sottoscritta, opera in cam-po amministrativo e gestionale...Vivo di pane e schermate di bi-

collaborativi nella propria équipesocio-educativa...Mi sono spesso domandata sel’utilizzo dei tablet non sia spessolo specchietto per le allodole e lostrumento di un inganno ulterio-re per la famiglia. Il tablet è di-vertente, all’inizio, ma non è daquesto strumento – sicuramenteutile – che dipendono le sorti del-la cultura e della civiltà italiana.Le LIM sono strumenti meravi-gliosi, ma ho notizia di scuoleche hanno dovuto aspettare unmese per ricevere la promessaassistenza tecnica per il piccologuasto... Lascio immaginarequando le scuole hanno duemilaalunni e 100 classi...Resta sempre valido il consigliodi tenere sempre una lavagnabianca con pennarelli cancellabi-li nelle classi! n

Page 30: La Voce - 4-5/2015

Casa salesiana in Gaetazione che, numerosi, non fannomancare la loro presenza.Come noto, l’8 dicembre del 1841don Bosco accolse BartolomeoGarelli nel suo «oratorio» e noiex-allievi non possiamo non ri-tornare nel nostro oratorio, ognianno, in questa ricorrenza che ciconsente di festeggiare anchel’Immacolata Concezione.Sono giornate particolarmenteintense di comunione e riflessio-ne e costituiscono il modo mi-gliore per infondere coraggio aquei pochi di noi, ancora rimasti,che hanno la possibilità e trovatola forza di dedicarsi alla «causa»in maniera fattiva e continuativa,un po’ favoriti dal loro risiederein città ma sicuramente spintidall’amore per don Bosco.Ed è stato proprio in occasionedi una di queste riflessioni in co-

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201528

L’Oratoriodi «San Francesco»

FINESTRE SUL MONDO

Francesco Sapio

via i salesiani, hanno responsa-bilmente preso a proprio caricol’intera struttura sforzandosi dicustodire la memoria comune,preservare il tempio e trasmette-re ai «nuovi» giovani i dettami disan Giovanni Bosco.Sono gli ex-allievi che l’8 dicem-bre di ogni anno convocano datutta Italia gli iscritti all’Associa-

LGaeta. Il tempio di San Francesco è

situato sul versante del monte Orlandorivolto verso il golfo di Gaeta, in unaposizione dominante sul centro storico

della città; viene talvolta definitoerroneamente come duomo cittadinoper la sua collocazione scenografica e

la sua elaborata architettura.

a penisola che forma ilgolfo di Gaeta terminacon l’altura di Monte Or-lando che sovrasta la città

medioevale realizzata alle suefalde.Su tutti gli edifici spiccano lepossenti moli dei castelli Angioi-no e Aragonese eretti a difesa delsito, ma il tempio di San France-sco fa la sua bella mostra appenapiù in basso, come a protezionedegli abitanti.Annesso al tempio vi sono gliedifici che hanno ospitato i Sale-siani fino al 1993, col relativo se-minario e gli immancabili spazidestinati all’oratorio.Quest’ultimo ha costituito scuoladi vita e di indottrinamento non-ché palestra formativa per interegenerazioni di gaetani tanto che,alcuni di essi, una volta andati

Page 31: La Voce - 4-5/2015

mune che mi sono ricordato dimio nipote Francesco (stranezzadelle coincidenze...) e di quandolo portammo per la prima voltaal tempio di San Francesco: bal-bettava appena ma dinanzi al bu-sto di don Bosco mostrò subito echiaramente di riconoscere ilvolto a lui familiare del Santoche tante volte aveva già visto ef-figiato in un quadro che campeg-gia nella nostra casa di Roma.Lietamente sorpreso e commos-so, sono stato spinto a scriverealcuni appunti sull’oratorio conl’intento di lasciarli ai miei nipo-tini; appunti che riprendo per re-digere queste note.Il mitico San Francesco!Mitico per generazioni di gaetaniche hanno trovato nel collegio enell’oratorio, retti dai Salesiani,la loro casa, la loro scuola, la lo-ro palestra educativa, il loro luo-go ricreativo, la possibilità di sa-lubri campeggi sul Petrella eMonte Altino, e – non da ultimo– il posto in cui una sana meren-da pomeridiana non mancavamai (specie quando ce ne era più

29La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

era la possibilità di partecipareai campeggi estivi sui Monti Au-runci che dominano Formia ecoronano il golfo!Chi non ricorda la giostra di SanFrancesco? Era rigida, con tavoledi legno a formare un ottagonoche serviva da sedile, pesante daspingere e, quindi, piuttosto len-ta; ma era sempre gremita dibambini.Il passo volante era per i «gran-di»: un palo di ferro piantato nelterreno, con alla sommità un cer-chio girevole dal quale pendeva-no robuste corde con all’estremi-tà annodato un cilindro di legnotrasversale su cui poggiare le na-tiche dopo aver fatto passare lacorda tra le gambe. Si prendevala rincorsa e ci si lasciava andarein volo, attenti alle collisioni conaltri ed alle «tranvate» contro ilpalo centrale...Tutto sotto l’attento sguardo delsignor Crivellaro (qualcuno hascritto qualcosa di questo grandeuomo?).Poi c’era il teatro! Questa attivitàandrebbe ricordata da uno spe-

cialista che sapesse riproporrenon soltanto la commozione, ildiletto, lo svago e le risate diquanti vi assistevano, ma che ri-proponesse all’attenzione tutticoloro che sono riusciti a darecaratterizzazioni artistiche e di-dattiche a lavori dilettantistici,amorevolmente preparati e rea-lizzati.È grande la tentazione di riporta-re alcuni nomi, almeno i più...noti, ma proprio perché sono giànoti si arrecherebbe torto ai tantiche noti non sono.Ricordando il «teatro», è suffi-ciente per comprenderli tutti, dalpiù bravo al meno bravo: l’entu-siasmo e il «servizio» li equipara-vano.Gli spettatori erano sempre nu-merosi, arrivavano anche dal-l’estremità opposta della città,certi di un sano e gratuito diver-timento per l’intera famiglia.Tutti gli svaghi, però, erano inca-stonati nell’opera dell’Oratorio,cioè nello spirito di san GiovanniBosco, ovunque presente e parte-cipe; ci si divertiva formandosi,

L’esterno, quanto l’interno, ècaratterizzato dalla ricca decorazione

plastica ottocentesca in stileneogotico, progettatada Giacomo Guarinelli.

La facciata, rivolta verso sud, èpreceduta da una monumentalescalinata che porta al sagrato.

Sopra un alto piedistallo,vi è la statua della Religione di LuigiPersico (1853), raffigurata come unadonna in piedi che tiene in mano una

grande croce.

bisogno, cioè negli anni del do-poguerra), ma soprattutto il lorocentro formativo religioso e civi-co.Tutti, o quasi, i ragazzi di Gaetafrequentavano assiduamentel’Oratorio, ma non pochi arriva-vano da più lontano; a molti ve-niva assicurato lo svago di unapartita in un decente campo dicalcio con un vero pallone; tuttiavevano a disposizione il «passovolante» e la giostra; per tanti vi

sotto una discreta ma ferma gui-da, che raggiungeva lo specificocon l’ora di catechismo e di for-mazione a cura degli instancabiliSalesiani.Poi... la merenda!Più di uno degli oratoriani veni-va prevalentemente per questa...In dialetto «ah mreen», che a se-conda della generosità con laquale i benefattori avevano «ap-provvigionato» i salesiani e,quindi, della disponibilità «della

Page 32: La Voce - 4-5/2015

casa», era costituita dalla «pa-gnottella», o dalla cotognata, odal bicchiere di latte in polvere, odalla scodella di farinella, equant’altro «putes passà uhcunvent»...I Salesiani: uomini eccezio-nali per dedizione ed affetto,gente indimenticabile! Tra lemie note ne ho trovata unache trascrivo senza alcunamodifica: «Oggi è il 17 feb-braio 2007. Sono appena ri-tornato da Frascati ove hopartecipato al rito funebre perdon Armando Buttarelli, dece-duto ieri: addio, caro don Ar-mando, e grazie di tutto a nomedei tuoi “ragazzi” di Gaeta. Que-sto ringraziamento avrei dovutorivolgerlo pubblicamente, nellaCattedrale ove è stato officiato ilrito funebre, ma non ne sonostato capace. Sono certo che micapirai».Dicevamo dei Salesiani in Gaeta:persone dal carisma particolareche hanno reso confidenziale ericorrente il rapporto tra centi-naia di giovani e Maria Ausilia-trice, così come voleva don Bo-sco, che tanto confidava in Lei;che hanno operato nello spiritodel Fondatore immedesimandosia tal punto in lui da riuscire aformare una folta schiera di gio-vani che, ormai padri e poi non-ni, nella vita sociale e nell’educa-zione dei figli hanno operato se-condo i dettami ricevuti, fornen-do al mondo diverso sacerdoti,buoni cristiani, ottimi cittadini efedeli discepoli del Santo.A conferma di ciò valga il consi-stente numero degli «ex allievi»che, ancora nel 1988, a Torino, inoccasione della partecipazionealle celebrazioni per il centenariodella morte di don Bosco, risulta-va tra i più numerosi d’Italia no-nostante le ridotte dimensionidella città.Ancora a proposito degli «ex al-lievi», ci piace ricordare che ladistribuzione «d’ah pagnuttèl»(pane e mortadella) è di rito an-cora oggi, ogni qualvolta ci riu-niamo.Ormai è dal 1993 che i Salesianihanno lasciato Gaeta, ma l’Ora-

sforzi sono proseguiti (e prose-guono ancora), tanto che già alladata del 4 ottobre 2010 risultava-no completati anche i lavori ri-guardanti la facciata e Sua Ec-cellenza l’Arcivescovo FabioBernardo potette precedereall’inaugurazione e benedi-zione dell’opera.Come non vedere in tutto ciòil poderoso sostegno di donBosco?E come non credere che siriuscirà a portare a termine ilrestauro dell’intero complesso

se continuiamo a confidare inlui?Perché, ne siamo certi, don Bo-sco continua a operare tra e pernoi!Infatti, quella che costituiva unadelle grandi preoccupazioni deipochi ex-allievi anziani ora nonlo è più; anzi costoro hanno po-tuto tirare un grande sospiro disollievo proprio in occasione del -l’ultimo raduno dell’8 settembre2014, quando dalle urne sonousciti i nomi di alcuni «giovani»che avevano trovato il coraggiodi offrire la loro candidatura peril nuovo Consiglio direttivo.Si temeva, infatti, che il tutto vol-gesse al termine per cause ana-grafiche, per l’assenza di nuovalinfa, invece...Invece, ecco i figli, se non i nipo-ti, o gli allievi dei vari RobertoPirro, Paolo Totaro, Dini Rebec-chi, Lello De Marinis e... di tanti,tantissimi altri che da tempohanno concluso la loro esperien-za terrena, ma che hanno lascia-to tra noi la scia luminosa del lo-ro operare. E come dimenticareFerdinando Robbio, il decanoche tuttora presta la sua preziosae insostituibile opera a «tempopieno»?Siamo certi che i nuovi giovanisapranno continuare l’opera svol-ta da quei pochi «superstiti» cheavevano avuto la fortuna di for-marsi sotto la guida dei vari donArmando Buttarelli, don AntiocoDeiala, don Piero Giua...Forza ragazzi: a voi tutto il no-stro sostegno e il nostro grazie.

n

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201530

Bambini del tempo passato educatiall’oratorio di San Francesco, di cui si parla nell’articolo.

torio «‘i San Franciisc», in unmodo o in un altro, continua asvolgere la sua preziosa operaformativa della gioventù localeproprio per merito e grazie allacaparbietà di alcuni ex-allievi. Vacomunque sottolineato che si av-verte la carenza di quella assi-stenza spirituale in via continua-tiva che soltanto la presenza sa-lesiana avrebbe potuto assicura-re. L’attività svolta meriterebbeben più ampio spazio per unapiù approfondita conoscenza,ma in questa sede appare dove-roso almeno ricordare l’impegnovolto a far sì che la chiesa venis-se riparata dai danni dovuti dallavetustà di tutto l’edificio e daquelli, catastrofici, del febbraiodel 1999, causati dalla pesantecroce che dominava la facciata(sormontata sulla guglia più alta)precipita al suolo, all’interno del -l’edificio, dopo averne sfondato iltetto.A seguito di quest’ultimo disgra-ziato evento, il Tempio ha dovutosmettere ogni attività perché di-chiarato inagibile, ma la fermavolontà proprio di alcuni ex allie-vi ha fatto sì che il 4 ottobre del2008 venisse riaperto al culto,anche se limitatamente alla solanavata centrale, per la celebra-zione della santa messa. Ma gli

Page 33: La Voce - 4-5/2015

il mondo: Brasile, Ucraina, Kaza-kistan, Siberia, Sierra Leone,Spagna, Ungheria. Il motivo diquesto successo? Dice Nembrini:«È un’opera universale, ma so-prattutto è un testo vivente: aiutaad entrare di più nella realtà».Un mese fa le registrazioni di al-cuni di quegli incontri sono ap-prodate in televisione, a TV 2000,con un riscontro positivo in ter-mini di ascolti. «Il fatto è – osser-va Nembrini – che l’Alighieri par-la della vita di tutti e infatti lagente si riconosce nella sua av-ventura umana e si appassiona».Il primo appassionato, natural-mente, è proprio Nembrini cheha appena deciso di licenziarsida rettore del centro scolasticoparitario La Traccia di Calcinate(Bergamo), per dedicare i prossi-mi tre anni a un’edizione com-pleta di un suo commento di tut-ta la Divina Commedia. Ognicanto verrà illustrato con un ta-

vola del pittore romano GabrieleDell’Otto, uno dei disegnatori deisupereroi della Marvel.Abbiamo incontrato FrancoNembrini nella scuola di Calci-nate.

3 Professor Nembrini, papaFrancesco nel messaggio

31La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

Dantee la sua operauniversale

FINESTRE SUL MONDO

Intervistaal Prof. Franco Nembrini

a cura di Mauro Pianta

R

Il sommo poeta Dante Alighieri, di Sandro Botticelli.

Il prof. Franco Nembrini.

Un’interessante intervistaa Franco Nembrini,

il docente che,in giro per il mondo,

nelle piazze, nei teatri e in tv,ha fatto riscoprirea giovani e adulti

l’avventura umana raccontatanella Divina Commedia.

estituire Dante al popolo.Contribuire a liberarlodalle prigioni in cui mol-ta critica lo ha rinchiuso

e imbalsamato. Da tempo, or-mai, è questo il mestiere di Fran-co Nembrini da Trescore Balnea-rio (Bergamo), un docente di let-teratura alle scuole superiori cheriempie piazze, scuole, parroc-chie, centri culturali e teatri conle sue conversazioni sulla DivinaCommedia. In Italia e in giro per

Page 34: La Voce - 4-5/2015

per i 750 anni dalla nascita delSommo Poeta, scrive che il Fio-rentino è un «profeta di speran-za» È d’accordo?

«Eccome, e sa perché? Ne hoavuto la prova in tutti questi annileggendo la Commedia ai ragaz-zi, in giro per il mondo. Se siamoleali, se si accetta la sfida dell’au-tore e si ha il coraggio di fare ledomande giuste, Dante ci rispon-de. E ci dice che, nonostante lecontraddizioni, niente nella vitaè contro di noi. Nulla della realtàci tradisce, tutto è legato, rilega-to, tenuto insieme con amore co-me in un volume. È come se luici dicesse: “C’è un ordine nella vi-ta che non possiamo vedere dallaterra, possiamo solo intraveder-lo. Io l’ho visto. Coraggio! L’og-getto più profondo del vostro de-siderio esiste, rende più bella lavita ora, non nell’aldilà, e il miocompito è raccontarvelo perchésiate felici”».

3 Benedetto XV, nel 1921,ha definito quei cento can-

ti un «vero tesoro di dottrinacattolica». Paolo VI ha scrittoche «nostro è Dante. Nostro, vo-gliamo dire, della fede cattoli-ca». Questo spiega la difficoltàdell’epoca contemporanea a ca-pire Alighieri, l’«estraneità» chegli studenti avvertono?

«Che la nostra società e la nostrascuola fatichino a comprendereDante perché la cultura non èpiù cristiana è fuori di dubbio. Èaltrettanto vero, però, che nellascuola la Divina Commedia hasubìto una vera e propria censu-ra proprio perché quel libro èun’esplicita proposta di vita cri-stiana. La censura ideologica del-la Commedia è andata di paripasso con quella del latino, lalingua della Chiesa. Dicono: “Maè difficile, lontano, noioso...”.Scusate: invece il greco o queicervellotici sperimentalismi delprimo Novecento, sono facili?».

3 In che senso, come Lei ri-pete spesso, Dante è il

poeta del desiderio?

«Pensiamo all’etimologia dellaparola desiderio: de-sidera, qual-cosa che ha a che fare con le stel-le, con l’eterno, con l’infinito.

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201532

La Divina Commedia,«poema sacro, al quale han posto

mano cieli e terra» (Dante).

Virgilio) e l’amore (Beatrice).Tutta l’attrattiva che Dio ha mes-so nel creato è buona. Le coseche ci attraggono sono buone acondizione che siano tutte vissu-te secondo la loro natura, quelladi essere segno dell’infinito, “lu-me di suo raggio”. L’attrattiva cheproviamo per le cose serve a farcirendere conto che il nostro cuoreè fatto per l’infinito. Il male met-te uno stop al nostro desiderio, cidice di accontentarci.“Ti piace questa donna o questolavoro? Prendili, basteranno afarti felice”. Questo è l’inferno:accontentarsi. La realtà che di-venta idolo invece che segno. In-vece occorre un percorso di co-noscenza, di purificazione dellaragione che può avvenire grazieall’incontro con un maestro, untestimone. Dante non si accon-tenta, ci fa arrivare fino alla fon-te della bellezza: ecco perché è ilpoeta del desiderio».

3 Lei legge la Commedia daquarant’anni: è riuscito a

spiegarsi come abbia fatto unuomo a realizzare un’opera delgenere?

L’uomo è desiderio, tensione. Lecose ci attraggono, eppure non cibastano mai. Il desiderio è sem-pre più grande di quello che ab-biamo arraffato. Attenzione: ècosì per tutti gli uomini – pensia-mo a Leopardi – non per i cri-stiani. Dio per attirarci a sé usale cose che amiamo. In Dante fu-rono la poesia (rappresentata da

L'incontro con Beatrice, di Salvatore Postiglione (1861-1906).

Page 35: La Voce - 4-5/2015

«È un mistero. Qualcuno l’ha de-finita, a ragione, il quinto vange-lo. L’Alighieri stesso ne ha datouna celeberrima definizione:“poema sacro / al quale ha postomano e cielo e terra”.Mi piace pensare che abbia volu-to dire: con le sole forze umanenon ci sarei riuscito, è l’ispirazio-ne del cielo che me lo ha permes-so. Credo che Dante sia uno cheha “visto” qualcosa...».

3 Francesco insiste sulla mi-sericordia: c’è qualcosa di

«dantesco» in questo?

«Direi proprio di sì. Tutto il Pur-gatorio è la grande cantica delperdono: in quella montagna di-visa in sette balze sono puniti glistessi peccati dell’inferno, macon dentro la speranza del per-dono. Lì ogni tradimento è per-donato e abbracciato, basta chelo si voglia. Nel purgatorio Danterisponde alla domanda di ogniuomo: “Ho sbagliato tutto, biso-gnerebbe poter ricominciare. Sipuò ricominciare?”. Il Purgato-rio, che poi è la vita, è il lungocammino che l’uomo deve fareper ritrovare se stesso, fino a di-venire “puro e disposto a salire ale stelle”».

Vatican insider, La Stampa, 2.6.2015

33La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

Paradiso. Dante con Beatrice,di Cristobal Rojas,

pittore venezuelano.

Brevi

IL ROSARIO COLLETTIVO CONTRO LA CRISI ECONOMICA

A Torino si è avviata «Impresa Orante». Preghiera collettiva e in con-temporanea sui luoghi di lavoro per far rinascere l’economia. La recitadel Rosario sui luoghi di lavoro. La crisi si combatte anche così. Ne èconvinta Maria Chiara Martina, imprenditrice torinese nel campo dellamoda e della comunicazione.Si legge su impresaorante.org – abbiamo deciso di giocare la partitatirando fuori una carta inaspettata: la preghiera ed, in particolare, lapreghiera del Rosario. Quando c’è bisogno di conforto e di aiuto con-creto, diciamocelo, la mamma è sempre una garanzia. E nel nostro ca-so, trattandosi di una sfida che rasenta l’impossibile, serve una ga-ranzia al cubo: la Mamma Celeste in combinata con il grandissimo sanGiuseppe».

IL SIGNORE TI BENEDICA

Assisi. Auguri e benedizioni divine per padre Manuel Valensisi, dive-nuto sacerdote professo dell’Ordine dei Minori Francescani il 27 giu-gno 2015. Padre Manuel era un bambino della Scuola dell’Infanzia te-nuto dalle nostre consorelle a Lurate Caccivio. Suor Rosetta Manetta,sua insegnante di scuola materna, lo ricorda con particolare affetto.Ora è felice di salutarlo sacerdote di Cristo e di tenerlo sempre pre-sente nella sua preghiera.Le foto lo ritraggono mentre, al termine della sua prima Messa, lamamma Luisa gli bacia le mani e Sara, la sorella, lo abbraccia. La caraamica Luisa ci ha confidato: «Tutti eravamo profondamente commossiper la grande gioia che abbiamo provato. Ognuno si esprimeva così:Ma qui c’è qualcosa di particolare, qui si respira un’aria diversa, qui cisi sente bene... Io sono sempre più convinta che la nostra Terra Santad’Italia è Assisi».

Page 36: La Voce - 4-5/2015

Era il momento solenne in cuil’uomo, al suono delle campane,recitava l’Angelus.Ora a mezzogiorno non suonanopiù le campane.Ma i campi sono rimasti ancora alodare il Signore, come diceva ilpoverello d’Assisi.Questa nostra madre terra donata

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201534

Il pane

H

VOCI DAL SILENZIO

Gilda Mori

Angelus, di G.F. Millet.

«Laudato si’, mi’ Signore,cum tucte le tue creature,spetialmente messor lo frate sole,lo qual è iorno,et illumini noi per lui.

Et ellu è bellu e radiantecum grande splendore,

de te, Altissimu,porta significatione.

...Laudato si’, mi’ Signore,per sora nostra madre terra,la quale ne sustenta et governa,et produce diversi fructicon coloriti fiori et herba”.

Noi abbiamo seminato e irrigato,la Provvidenza ha dato fecondità.Giorno dopo giorno, l’uomo con illavoro delle braccia e con le tecni-che più avanzate si è fatto collabo-ratore di Dio nel progetto dellacreazione.Sia ringraziato il Signore.L’autunno è la stagione dell’ultimo

Gesù prese il pane... poi il vino. Quel pane fatto di grano, quel vinosucco della vite.

da Dio all’uomo perché la custo-disse, la coltivasse e l’amasse.Ebbene, mi sento di amare questamia terra e pianura emiliana, per-ché in queste distese si coltiva an-cora il grano.Lo vedo spuntare ad ogni stagio-ne, poi farsi più alto, poi flettersial moto del vento, quasi a sembra-re un mare verde. Poi farsi bion-do, divenire più dorato a mezzo-giorno, e smorzarsi la sera.E tutto questo mi riporta alla Ce-na pasquale quando Gesù istituìl’Eucaristia.«Poi preso un pane, rese grazie, lospezzò e ne diede loro dicendo:“Questo è il mio corpo che è datoper voi; fate questo in memoria dime”. Allo stesso modo, dopo avercenato, prese il calice dicendo:“Questo calice è la nuova alleanzanel mio sangue, che viene versatoper voi”».Quel pane fatto di grano, quel vinofrutto della vite. Quell’uva che siraccoglie in autunno quando le fo-glie non sono più verdi, ma coloramaranto, quasi colore del sangue.Allora mi torna alla mente unaantica preghiera: «L’autunno»:Si fa festa insieme, perché Dio habenedetto il lavoro dei campi.

o tra le mani una cartoli-na sbiadita dagli anni,perché rimasta appesa adun chiodo, in una umidacasa colonica di campa-

gna. Dà un senso di serenità.Dà un senso di pace.In un campo un uomo con gli zoc-coli ai piedi sta a capo chino conil cappello in mano. Accanto a luiun tridente piantato in terra, nel-l’erba verde.Di fronte a lui una donna con unlungo grembiule bianco, con ilfazzoletto in testa, con le manigiunte in preghiera, accanto aduna carriola con due sacchi, forsedi grano.A terra un paniere con le vivande.Lontano, laggiù dove la terra toc-ca il cielo, il campanile di un pic-cola chiesa. È «l’Angelus» del fa-moso paesaggista G.F. Millet, col-lezione Chanchard, ora esposto alLouvre di Parigi.

Page 37: La Voce - 4-5/2015

raccolto, della semina e della ri-presa in ogni settore della vita co-munitaria.In questo tempo siamo tutti chia-mati a rivelare le intenzioni e i di-segni di Dio, con la testimonianzadi fede, il senso di responsabilità,la generosa apertura ai fratelli.Come gli antichi patriarchi ripren-diamo il cammino sotto lo sguar-do del Padre incontro al Cristoche viene.Perché tutta la comunità si uniscanel rendimento di grazie a Dio

creatore e Padre, fonte prima diogni bene e di ogni progresso ma-teriale e spirituale, preghiamo.Perché il lavoro in tutte le sueespressioni tragga luce e forzadalla parola e dall’esempio di Cri-sto, nella consapevolezza che inLui è il futuro dell’uomo, preghia-mo.Perché il Padre benedica gli uomi-ni dei campi, assieme a quelli del-le officine, dei servizi e del com-mercio, e renda feconda la terra eogni altra iniziativa per liberarel’uomo dalla schiavitù morale edeconomica, preghiamo.E non dimentichiamo ciò che fa-cevano gli uomini e le donne deicampi insegnandolo ai figli: quan-do cadeva in terra un pezzo di pa-ne, lo prendevano e lo baciavanoprima di riportarlo alla bocca permangiarlo.Infatti, nella Bibbia (vedi riqua-dro) il pane è riportato come donoed è scritto che è il nutrimentofondamentale per l’uomo, per di-ventare poi cibo eucaristico, donoper noi tutti. n

35La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

INFINITO

Ricordami, ti prego,ora che fai partedella Luce vera.

Io resto ancoranella palude,ove la tua ninfeagià affiora in superficie.

Quante notticon luci spente,nell’azzurro adombrato,dovrò attendere ancoraprima di rivederti?

Come te allora nullavedo e sento coi sensidell’Infinito.

Sento la tua voce,mentre dicevi ciecamentecon l’anima:credo!

Ed io ripetevo.Gilda

11 agosto 1998

IL PANE NELLA BIBBIA«L’attestazione biblica del pane (300× nell’AT) esprime il nutrimentofondamentale dell’uomo. Oltre al significato materiale, troviamo altreformule: “pane e vino” allude al banchetto della Sapienza (Pr 9, 5);“pane e acqua” rimanda al tema della sopravvivenza (Ez 4, 17); “panee indumenti” indica il necessario per la vita (Gen 28, 20; Is 4, 1); “pa-ne delle lacrime” esprime la sofferenza (Sal 80, 6); “pane di empietà”si riferisce alla malvagità umana (Pr 4, 17), mentre “pane della pigri-zia” al vizio dell’accidia (Pr 31, 27).Nel Nuovo Testamento (97×) il termine ricorre nelle tentazioni di Gesù(Mt 4, 4), nei racconti della moltiplicazione dei pani e più in generaleindica il pasto del sostentamento.Caratteristica è la perifrasi “spezzare il pane” in riferimento al miraco-lo della moltiplicazione dei pani (cfr. Mc 6, 52; 8, 144-21; Gv 6,32.35.48) e soprattutto all’istituzione dell’Eucaristia (Mt 26, 26-28). Lo“spezzare il pane” diventa il gesto costitutivo della vita della Chiesa(Lc 24, 11-35; At 2, 42), non solo nella sua valenza sacramentale, maanche caritativa e solidale (1 Cr 11, 17-34)».

Da Voce di padre Pio, 5/2015, p. 17

Page 38: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201536

Pellegrinaggio dell’urnadi san Luigi Guanellanelle Case del Centro - Sud Italia16 aprile - 1 giugno 2015

VIVERE LA FESTAa cura di suor Maria Teresa Nocella

E passòbeneficandotutti...

hghghg

11-13 maggio: Cosenza FSMP e Cattedrale14 maggio: Chiesa parrocchiale di Laureana

di Borrello14-16 maggio: Chiesa Parrocchiale

San Ferdinando Re16-20 maggio: Chiesa parrocchiale SS. Salvatore

di Messina20-23 maggio: Santuario San Calogero di Naro23-28 maggio: chiesa parrocchiale

Madonna M.D.P. di Agrigento28-29 maggio: chiesa parrocchiale dell’Olivaro

S. Giovanni in Fiore29 maggio - 1 giugno: Chiesa parrocchiale

di Sant’Agata Ferentino1 giugno: ritorno a Como Santuario Sacro Cuore

* In questo servizio presentiamo solo le testimonianzepervenuteci.

ITINERARIO*

16 aprile: Partenza da Como in mattinata16-20 aprile: Chiesa Corpus Domini di Firenze20-22 aprile: Comunità di Perugia-Montebello22-24 aprile: Santuario Santa Casa di Loreto24-29 aprile: Roma Basilica San Giuseppe

al Trionfale29-30 aprile: Roma San Pancrazio FSMP30 aprile - 4 maggio: Napoli-Miano4-5 maggio: Fasano e Pozzo Faceto5-7 maggio: Ad Alberobello8-11 maggio: a Bari Centro Anziani

e Chiesa dell’Addolorata

Page 39: La Voce - 4-5/2015

37La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

VIENI AL MONDO DEL DOLOREa cura di Riccardo Liguori

hghghg

PERUGIA

dolore, portare unpo’ di sollievo esperanza ai tantimalati anche gra-vi curati in questoluogo, ai loro fa-miliari e agli ope-ratori. Per loro è stata occasione di fare per tutta lanotte una sosta in preghiera di fronte alle reliquiedi un Santo, che nella vita si è fatto sempre caricodei sofferenti».

Testimonianze giovaniliAd animare e a rendere più coinvolgente e toccantela veglia di preghiera sono state alcune testimo-nianze di vita e di fede, come quella di Elena, pocopiù che trentenne ed in carrozzina fin dalla nasci-ta... Ha raccontato la sua storia e quella della suafamiglia credente e praticante, che l’ha educata aivalori cristiani e ad andare in chiesa la domenica.

«Nel periodo adolescenziale,però, cominciarono le “crisi” –ha detto Elena –, perché nonaccettavo la mia condizioneche era molto diversa da quelladei miei coetanei. Per questoero tanto arrabbiata con Dio,in quanto ritenevo lui respon-sabile della mia situazione.All’età di venti anni i miei geni-tori mi hanno portato all’Istitu-to Sereni per un ciclo di terapieambulatoriali, incontrando nu-merosi ragazzi con disabilitàmolto più grave della mia. Nei

DAl Centro Sereni -Opera Don Guanella.

All’Ospedale «S. Mariadella Misericordia».

opo la permanenza di un giorno e mezzopresso l’Istituto Sereni - Opera Don Gua -nella, l’urna ha proseguito per l’OspedaleS. Maria della Misericordia.

A guidare la veglia, che ha visto la partecipazionedi 200 fedeli, è stato il vescovo ausiliare mons. Pao-lo Giulietti. «È molto significativo che le reliquie disan Luigi Guanella – ha commentato il presule –siano arrivate in questo luogo di cura ad un annodalla Visita pastorale del cardinale Gualtiero Bas-setti, la quale ha evidenziato, accanto alla qualitàdel servizio sanitario e all’impegno di tanti operato-ri professionali e volontari, il crescente bisogno diun orizzonte di senso di fronte alla realtà dramma-tica della sofferenza e della morte. La fede di donGuanella, il suo abbandono alla Provvidenza, la ca-pacità di stare vicino a chi soffre, sono dono pre-zioso per i malati, per i familiari e per quanti siprendono cura di loro».Il dott. Stefano Cusco, direttore dell’Ufficio dioce-sano per la pastorale della sanità, ha ricordato che«san Luigi Guanella è stato un santo che si è spesonella carità agli ultimi. Riuscire a portare le sue re-liquie nel luogo di cura e sofferenza più importantedella nostra regione, chiamando giovani e malatiad una veglia di preghiera, significa per la Chiesalocale farsi particolarmente vicino al mondo del

Page 40: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201538

loro volti ho visto un Gesù totalmente diverso dacome me lo immaginavo prima. Ho capito che ilSignore è più vicino a chi soffre che agli altri. Poiandai a Lourdes, anche se in me era ancora forte larabbia con Dio. È stata un’esperienza umana e spi-rituale fortissima, che mi ha fatto comprendereche la Vergine Maria della Grotta di Lourdes mi sa-rebbe stata sempre vicino. Le crisi sono continuateanche molto forti, però è cambiato il mio rapportocon Dio, in quanto non lo considero più responsa-bile della mie sofferenze. Da tre anni, su invito diuna mia amica, ho intrapreso un cammino di fedecon il Rinnovamento nello Spirito, che mi ha aiuta-ta di più a conoscere e ad avvicinarmi a Gesù, an-che se con molta fatica. Le prove non sono finite,anzi, ce ne saranno sempre tante, ma sono sicurache il Signore mi vorrà donare la vera gioia e la ve-ra pace». Altre testimonianze sono giunte da Irmae Rosanna, del Movimento Giovanile Guanelliano(M2G). Quest’ultima ha presentato le finalità delMovimento: «Seguire gli insegnamenti di don Gua-nella vivendo principalmente la carità nella vita dinoi giovani: in famiglia, a scuola, nel volontariatocon emarginati e disabili». Irma ha raccontato lasua esperienza guanelliana iniziata 11 anni fa, inun campo-scuola a Fraciscio, il paese natale di sanLuigi Guanella, nel periodo del post-cresima. Espe-rienza che si è intensificata una volta entrata nel-l’equipe dei coordinatori del M2G. «Oggi le personenon si guardano negli occhi – ha detto Irma –, per-ché viviamo in un’epoca di sconvolgente individua-lismo. Lo stile di don Guanella porta a farci prossi-mi con gli altri e ad essere fratelli. E poi, crederenella Provvidenza ci aiuta a dare un senso ai mo-menti difficili e a sperare che essi si risolvano inqualcosa di positivo nella nostra vita».Infine, la testimonianza di Michel, che da educato-re-operatore è diventato cooperatore guanelliano,trasformando la sua professione di servizio ai disa-bili in uno stile di vita. Come? «Operando al “Cen-tro Sereni” – ha sottolineato Michel – mi sono ac-corto che si può lavorare con i disabili unendo me-todi scientifici al cuore. Diceva don Guanella:“L’educazione è soprattutto opera di cuore”. Il miodiventare cooperatore è iniziato nel leggere tutti igiorni questa frase scritta all’interno del “Don Gua-nella” di Perugia. Nel percorrere la strada della for-mazione di cooperatore, che dura almeno tre annidi incontri mensili nei quali si approfondisce la co-noscenza di Dio attraverso le opere di san LuigiGuanella, ho scoperto che non era l’unica frase delSanto che si avvicinava al mio modo di rapportar-mi con la sofferenza degli altri. Il mio cuore si èaperto all’intero pensiero di educatore che era donGuanella, che disse anche: “Ciò che non otterrò conle buone, tanto meno l’otterrò con le cattive”». n

GIOIAE FORZA DEL CARISMA

Comunità guanelliana di Loreto

hghghg

LORETOBasilica Santa Casa

L

marchigiano; la Casa Divina Provvidenza di Lo-reto e il Villaggio delle Ginestre di Recanati. Leautorità religiose e civili; il Vicario generale deiServi della Carità, don Umberto Brugnoni; ilCommissario straordinario del Comune di Lore-to, dott.ssa Simona Calcagnini; il Sindaco di Re-canati, Francesco Fiordomo; il Comandantedell’Aereonautica di Loreto colonnello StefanoGensini.Appena è apparsa l’auto che trasportava l’urnadel Santo, c’è stato un emozionante battito dimani; la gioia si leggeva sul volto dei presenti.Una devota processione ha accompagnato il San-to fino al sagrato. Dopo un saluto da parte delleautorità civili, l’urna, presa in consegna da novevalorosi operatori, è entrata con solennità nellaBasilica, mentre si cantavano con fervore cantiguanelliani. L’urna di san Luigi Guanella è statacollocata nella Cappella di San Giuseppe o Cap-pella Spagnola per la venerazione pubblica. Su-

a Basilica della Santa Casa nei giorni 22-24aprile ha «ospitato» l’urna di san LuigiGuanella. Ad attenderne l’arrivo in PiazzaPapa Giovanni XXIII erano presenti ospiti

e personale delle Case guanelliane del territorio

Page 41: La Voce - 4-5/2015

39La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

bito è iniziata la visita da parte dei pellegrini pre-senti nel Santuario. All’altare maggiore si è cele-brata la Santa Messa presieduta da Sua Ecc.zamonsignor Giovanni Tonucci e concelebrata dadon Umberto Brugnoni, dai parroci e religiosidella prelatura di Loreto. Alcuni momenti dellavisita dell’urna sono stati ripresi e trasmessi indiretta dall’emittente televisiva Maria Vision.Nel pomeriggio, dinanzi all’urna di san LuigiGuanella, si è svolto un incontro di preghiera perle religiose della prelatura. Grande la partecipa-zione. Il giorno seguente, il 23 aprile alle ore10,00, è stato celebrato il 70o di vita religiosa del-la nostra sorella suor Amelia Maio della Comuni-tà di Recanati. La Santa Messa è stata celebratadal Vescovo di Macerata Sua Ecc.za monsignorNazzareno Marconi e concelebrata da don Um-berto Brugnoni e da alcuni sacerdoti di Recanati.Il racconto della vita di comunità e di preghieradei settanta anni di suor Amelia è stata una gioiae un’emozione per tutti i presenti.Nel pomeriggio i gruppi di volontariato e del-l’UNITALSI hanno pregato davanti a san Luigi.Grande la devozione dei partecipanti.Apertura serale straordinaria della Basilica peraccoglierci e condividere un momento di pre-ghiera con san Luigi Guanella alla presenza deiragazzi della Comunità Cenacolo, che hanno ani-mato la veglia con canti. La celebrazione si èconclusa con il passaggio nella Santa Casa di Na-zareth.La mattina del 24 aprile la viabilità di Loreto èstata un po’ sconvolta. I Centri di Loreto e Reca-nati hanno organizzato una mini-marcia per di-sabili e ragazzi delle scuole, che ha suscitato cu-riosità e interesse tra i passanti. Dal primo matti-no sono iniziate ad affluire nel punto di ritrovole ospiti dei nostri Centri con gli operatori. Subi-to la piazza ha preso vita e colore. Canti, slogan e

cappellini colorati sono stati la coreografia dellamattinata. Le «ragazze» delle nostre Case sono leprime a radunarsi intorno alla Fontana dei Galli.I bambini della scuola elementare ImmacolataConcezione, i ragazzi delle scuole medie di Lore-to sono arrivati. Ora è la volta degli ospiti delCentro Diurno di Recanati. In ultimo arrivano iragazzi del Centro guanelliano di Gatteo accom-pagnati dai nostri Confratelli. Per le nostre «ra-gazze» è stata un’esperienza molto bella e signifi-cativa e per alcune unica nella loro esistenza. Iltempo è stato dalla nostra parte regalandoci unagiornata veramente calda e limpida.Tutti pronti, don Decio Cipolloni, Vicario di Lo-reto, don Umberto Brugnoni e i confratelli diGatteo hanno dato la benedizione e la marcia hapreso il via lungo il percorso cittadino. Arrivatiin Piazza della Madonna, abbiamo condiviso unmomento di gioia e di animazione. La cammina-ta si è conclusa davanti all’urna del nostro Fon-datore. Ai partecipanti è stata consegnata unamedaglia commemorativa.Nel primo pomeriggio tutti di nuovo sul sagratoper salutare la partenza di san Luigi Guanella.Un po’ ci dispiaceva che il nostro amato Santo ci

lasciava, ma la gioia che ci ha dato inquesti giorni è stata davvero tanta. Ilpensiero che tante altre persone lo at-tendono e dare loro la possibilità di fa-re un’esperienza così forte di fede e diappartenenza ad una famiglia grandeche allarga i confini della carità ciriempie di gioia.La visita dell’urna di san Luigi Gua-nella è stato un momento di grandedivulgazione del suo carisma. Molte lepersone curiose della vita e delle operedel Santo. La Basilica di Loreto ognianno è visitata da migliaia di pellegri-ni provenienti da tutto il mondo. Que-st’anno molti porteranno con loro il ri-cordo di san Luigi Guanella. n

Page 42: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201540

DON GUANELLAUN CAMMINATORE

hghghg

ROMABasilica S. Giuseppe al Trionfale

È

«Don Guanella con il suo corposi è rimesso in viaggio per visita-re le case della Carità sorte nelsuo nome, nel nome della carità,frutto del suo fecondo carisma,per ricordarci che la carità tendead accogliere la persona, a ri-spettarla e a offrire la coscienzadella sua dignità, della sua gran-dezza» (don Mario Carrera, giàpostulatore della Causa di cano-nizzazione).

Davanti all’urna del Santo, mar-tedì 28 aprile 2015: il Superioregenerale don Alfonso Crippa,don Mario Marino e don Adria-no Folonaro hanno celebrato il50o di sacerdozio tra i Servi del-la Carità, Congregazione reli -giosa fondata dal san Luigi Gua-nella. n

la «sua» basilica parrocchiale, fatta co-struire e inaugurata il 19 marzo 1912. Acento anni dalla morte – 24 ottobre 1915 –l’urna contenente il corpo è giunta a San

Giuseppe al Trionfale il 24 aprile, dove è rimastafino al 29.«Don Guanella torna a camminare idealmenteper le strade del suo quartiere per ricondurre aDio, invitare a dare “Pane e Signore”, ricordarciche il metodo pastorale di Papa Francesco èquello giusto: andare senza posa per le strade deipoveri e dei sofferenti, per riscattarli. Cammina-tore senza riposo, con scarponi da montanaro,nomade di Dio, fu pellegrino soprattutto nel cuo-re dell’uomo, nella geografia della sua povertà.“Fermarsi non si può”, ripeteva, “finché ci sonopoveri da soccorrere”. Non si fermava mai, anziil suo metodo di vita era definito del corri... cor-ri..., non per un vuoto da colmare, ma per uncuore da donare» (don Wladimiro Bogoni, sdc eparroco).

Page 43: La Voce - 4-5/2015

41La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

Sono passati quasi 110 anni da quando hai volu-to aprire questa opera; tanto bene è stato fatto.Tanto bene è stato scritto, ti accogliamo comePadre e amico, come Fondatore e come colui checi indica ancora la via... Noi, in questi giorni, cer-cheremo solo di «capire» cosa desidera il tuocuore per noi.Cosa faresti tu oggi? Cosa ti aspetti da noi inquesto XXI secolo?Capire e apprendere. Tu non sei stato un teoricodella missione nella Chiesa, bensì un apostolo ar-dente. Il tuo pellegrinare anche oggi per l’Italia,ci conferma che non vuoi essere considerato néun pio ricordo da commemorare, né tantomeno

un pezzo di storia da conserva-re in un museo.La tua presenza in mezzo a noila sentiamo come un incorag-giamento a fare nostro il tuo ze-lo apostolico che deve ripetersi,deve continuare, deve contagia-re; ci dice che, pur nello sforzodi adeguarci ai bisogni del tem-po, non dobbiamo permetterené ai nostri desideri di efficien-za, né alle burocrazie di ingab-biare, di ingessare il carisma.Siamo rimasti un «piccolo greg-ge» di persone a volte stanche,ma tu con la sapienza del Van-gelo ci dici che «è Dio che fa»,che così sono iniziate le tue opere, che noi, nella semplicitàe nella ristrettezza dei nume- ri, dobbiamo sentirci lievitoche non si vede, ma agisce etrasforma.

BEN TORNATOFRA NOI!hghghg

ROMACuria generalizia FSMP

Casa S. Pio X

CSaluto di Madre Serena Ciserani

arissimi, a tutti voi qui convenuti per ren-dere omaggio a san Luigi Guanella, rivolgoun invito: apriamo il nostro cuore al suoarrivo fra noi nella Casa da lui stesso dedi-

cata all’amico Papa Pio X, poi divenuto Santo.Che idea sublime aveva don Luigi dell’amicizia!Diceva: «L’amicizia se non nasce tra gli eguali, sisforza però di rendere uguali tra loro gli amici.Ora l’amicizia cristiana significa appunto l’ascen-sione di due esseri verso un ideale puro e santodi miglioramento reciproco» (Reg. FSMP 1911).Parole quanto mai vere.Papa Pio X e don Guanella: due amici e due Santi!Oggi ti salutiamo, Padre, ben tornato fra noi! Latua visita ci rende felici e consapevoli di essereaccolti nella tua cerchia di amicizie.

Page 44: La Voce - 4-5/2015

La tua presenza ci rinvigorisce, genera in noi stu-pore per ciò che la Provvidenza ha potuto opera-re in te, con te e attraverso di te. Ci fa sentire for-ti come diamanti e tenere come madri nell’impe-gno di liberare l’umanità sofferente dalle struttu-re ingiuste e nocive che la imprigionano. Voglia-mo corrispondere alla chiamata a perseverarenella via della solidarietà con tutti coloro chesoffrono. Dopo averti conosciuto, il quieto vivereci sta stretto, l’indifferenza ci mette a disagio, lecomodità facili non ci soddisfano e soprattutto èinconcepibile non fare il Bene.Non appaia presuntuoso, da parte nostra, pen-sare che lo Spirito Santo, quando ha ispiratoPapa Francesco a scrivere un frammento dellaEvangelii Gaudium, aveva davanti agli occhi isanti della Carità come te e oggi te lo vogliamodedicare: il testo così recita: «Il nostro impegnonon consiste esclusivamente in azioni o in pro-grammi di promozioni umane e assistenza;quello che lo Spirito mette in moto non è un ec-cesso di attivismo, ma prima di tutto una atten-zione rivolta all’altro» considerandolo comeun’unica cosa con se stesso... questa non è ideo-logia, è amore: solo a partire da questa vicinan-za reale, cordiale si crea spirito di famiglia per econ i poveri... Soltanto questo renderà possibileche i poveri si sentano, in ogni comunità cristia-na, come «a casa loro». «Non sarebbe questostile, prosegue il Papa, la più grande ed efficacepresentazione della buona novella? Senza l’op-zione preferenziale per i poveri, l’annuncio delVangelo, che pure è la prima carità, rischia diessere incompreso, o di affogare in quel mare diparole a cui l’odierna società della comunicazio-ne quotidianamente ci espone».

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201542

Per questo grande era la tua gioia quando riusci-vi a portare a termine un progetto di bene. Ti ri-suonavano dentro le parole evangeliche: «... quel-lo che avete fatto al più piccolo l’avete fatto ame...» che, tradotte nel tuo linguaggio essenzialee incisivo, sono diventate: «...il più piccolo, met-tetelo a mensa con voi...».Per finire: grazie, don Guanella, per la gioia e lasperanza che diffondi largamente nel mondo,grazie per essere finalmente ritornato qui, grazieper la tua nobile proposta di vita vissuta in con-nubio con la divina Provvidenza, che continueràad ispirare persone semplici e persone impegna-te nei più difficili settori della società, anche a ri-schio della propria vita.Il carisma che lo Spirito Santo ha suscitato in tee che ora vive in noi ci chiede di aprire spazi dibene.Insegnaci che è bello anche oggi percorrere eabitare gli ambiti quotidiani della vita.Aprire nuovi spazi non significa unicamente an-dare per il mondo, non è solo questione di tempie di luoghi, ma è dare il nostro apporto seguendoil tuo esempio, cambiando il nostro modo, a vol-te statico, di pensare alle stesse identiche cose,convertendo la nostra mentalità.La tua presenza ci dia forza per intraprenderenuovi percorsi, spazi larghi affinché, nella sem-plicità, la nostra piccolezza possa ancora far lie-vitare la massa e rendere realtà il sogno che il Si-gnore, attraverso la Vergine, ha affidato a te, donGuanella, e a tutti i tuoi figli.Grazie per essere qui e per averci ascoltato!

Roma, 29 aprile 2015

Suor Elisabetta Serena CiseraniSuperiora generale

Page 45: La Voce - 4-5/2015

Dalla «sua» Casa in RomaCarissime Consorelle,condivido con voi la gioia della visita del Fonda-tore fra noi, in Casa S. Pio X. Il clima frizzantedella preparazione, l’attenzione ad ogni cosa e aogni piccolo particolare significava proprio chestava per arrivare una persona molto cara e spe-ciale. Sì, era don Luigi nostro che ritornava inquesta casa dopo tanti anni... in questa casa cheha tanto voluto e tanto amata. Era la casa di RO-MA, la casa in ROMA, vicino al Papa e nel centrod’Italia, da dove facilmente poteva raggiungeretutte le periferie del mondo! Il suo arrivo è statauna esplosione di gioia per la partecipazione ditutte noi, delle ospite delle nostre case e deglioperatori che fanno parte effettiva della casa. Lapolizia a cavallo lo ha scortato dal cancello finoin casa dove lo ha accolto la banda della polizia,la danza delle sorelle indiane, quasi a confermar-gli che il suo sogno di apertura al mondo è di-ventata realtà. Il saluto riconoscente delle ospiti,le parole ricche di calore del direttore medicodella Casa, il caldo saluto di bentornato a casa di

Madre Serena ce lo hanno fatto sentire ancorapiù vicino. Infine 10 operatori delle tre case diRoma, elegantemente vestiti e ricoperti di unmanto, come del manto della carità, lo hannopreso con tutta la virilità della loro forza e lohanno posto davanti all’altare per la venerazionedi tutti! Dopo un giorno di permanenza in casanostra ha avuto la nostra preghiera e compagnia,come pure quella delle anziane della nostra casa,è stato venerato da tanta gente del quartiere e dalparroco e da tutti i religiosi e religiose della par-rocchia; tutta la notte è stato vegliato dagli ope-ratori e giovani Cooperatori di casa Santa Maria.Prima della partenza è stato salutato dalla bandadelle ragazze di Santa Maria, da una splendidadanza delle giovani di Santa Rosa e da un simpa-tico saluto di una anziana della Casa S. Pio X indialetto romano: «Ciao, don Luì».Ha ripreso poi la strada per Napoli dove era giàatteso!Rendiamo grazie a Dio per tutto e per tutti, e dicuore vi abbraccio,

suor Giustina ValicentiVicaria generale

43La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

Bentornato, don Guanella!

Bentornato, don Guanella, bentornato Padre, ec-co che ritorni nella tua casa romana come acca-deva più di cento anni fa, quando salivi il Giani-colo da via delle Fornaci, magari dopo aver in-contrato il Papa, con la tonaca impolverata, ilpasso stanco eppur deciso, con le tasche vuote,colme solo di fede e nel cuore il mondo intero.Immagino che entravi a San Pancrazio, incro-ciando lo sguardo attonito e compassionevoledella suora portinaia che ti rimproverava il tuozelo e tu, «ladro della Provvidenza», come ti defi-niva proprio Pio X, l’ammonivi benevolmente:

Page 46: La Voce - 4-5/2015

Ringraziamo il buon Dio per averci donato in teun Sacerdote Santo, uomo dal cuore generoso epieno di amore per le persone più povere e biso-gnose di aiuto, che la società considera inutili edi serie B.Tutte noi che facciamo parte della Famiglia gua-nelliana e abitiamo nelle tue Case, godiamo deituoi benefici e della tua consolazione. Per questodono ringraziamo ogni giorno la Provvidenza diDio e intercediamo perché aumentino le vocazio-ni religiose per un così nobile e caritatevole ser-vizio. Non vengano mai a mancare Pane e Paradi-so specie negli inevitabili momenti tristi della vi-ta. La tua Opera così grande, voluta dal Signoreprovvidente e Padre buono, è ormai sparsa intutto il mondo e nessuno si sente escluso dalleamorevoli cure delle tue Figlie, che vivono il tuocarisma e seguono le tue orme di carità. Grazie,grazie di vero cuore. Dal cielo continua a proteg-gerci e a vegliare su ciascuna delle tue Figlie e sututte noi.Ora voglio sorprendervi: io sono una delle ospitivenute in questa Casa verso la fine degli annitrenta. All’inizio è stata un po’ dura per me accet-tare questa situazione di lontananza dalla fami-glia naturale, e questo specie quando ero nel pie-no della giovinezza: 20-25 anni.Sentivo dentro di me una forte ribellione e nonriuscivo a rassegnarmi. Ma pian piano è suben-trato il buon senso e con la grazia di Dio, dellacomunità religiosa e delle amiche che condivide-vano con me lo stesso cammino, con l’aiuto spiri-tuale e culturale dei padri Comboniani, respon-sabili della cappellania e della nostra formazio-ne, sono riuscita a superare le mie difficoltà.

Oggi mi sento una persona feli-ce e realizzata, umanamente espiritualmente ed eccomi qua aringraziare la Provvidenza diDio per quanto ho ricevuto e ri-cevo nella Famiglia guanellia-na. Finché avrò vita e per sem-pre canterò in eterno le miseri-cordie del Signore, la maternaprovvidenza di Maria ss.ma e ilnostro caro e amato Padre sanLuigi Guanella.Caro san Luigi, continua a do-narci la tua protezione e bene-dizione.

Maria Luisa Grottanelli

«Martorella, martorella, non lo sapete voi chenon ci si può fermare finché ci sono poveri dasoccorrere?». Ed ora, ecco che ritorni fra noi, dasanto, sebbene per te la vera gloria restano sem-pre gli anziani, gli abbandonati, i buoni figli, ituoi poveri, i nostri poveri, i prediletti dal Signo-re che tu ci hai insegnato a custodire. Ogni gior-no, nel nostro quotidiano lavoro di operatori lai-ci, desideriamo farci testimoni dei tuoi insegna-menti, del Carisma, metterci dalla parte dei piùbisognosi, di coloro che ci sono stati affidati, e dicollocarli al primo posto... «Non mettete all’ulti-mo posto di casa chi deve stare al primo, il piùpovero, perché dei pupilli e degli abbandonaticustode è il Signore». E poi, ancora, il preziosoinvito del primato del cuore sulla tecnica che,senza nulla togliere alla serietà e alla professio-nalità del servizio medico, sollecita quel caloreumano che conforta e incoraggia e dà la gioiaprofonda alle persone che assistiamo, di sentirsirispettati e amati per quello che sono.Mi vengono in aiuto le parole di don Mazzucchi:«Possano tutte le nostre Case, presenti e future,recare e presentare sempre la tua impronta, l’im-pronta di don Luigi, lo spirito di don Luigi no-stro!».

Dott. Francesca De PasqualeDirettore Medico della Casa S. Pio X

Testimonianza di una signora residente

Caro don Guanella,finalmente fra noi! Come è bello essere così vici-ni e pregare davanti a te!

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201544

Page 47: La Voce - 4-5/2015

45La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

Piatta Bormio) di anni 25, assistente; MazzolariCaterina (da Cremona) di anni 42, insegnante diasilo; De Carli Mariannina, siciliana di anni 23,aiutante. Dopo un sosta a Roma, giunsero a Co-senza dove furono accolte calorosamente da suorTeresa Vitari, ultima rimasta delle Cappuccinelle, edall’Arcivescovo mons. Trussoni: era il 12 settem-bre 1919. Il 25 dello stesso mese la Madre generalescrisse due commoventi lettere: una all’Arcivesco-vo mons. Trussoni, ringraziandolo per la chiamataa Cosenza delle suore guanelliane ed una alle suesuore, invitandole a riportare all’antico splendore

il Convento delle Cappucci-nelle, fidando nell’aiutodella Provvidenza, deifigli di Cosenza e del-la benefattrice tantoamabile e amata.Il 10 giugno 1920 èstipulato il con-tratto di compra-vendita del Mona-stero e dell’annes-so giardino tra lagenerosa signorinaBoccuti e le nuovesuore, che possonoaverlo allo stesso

prezzo e condizioni percui la Boccuti lo aveva

acquistato dal Comune diCosenza. La fiaccola di carità che aveva illuminatoil colle Pancrazio sin dal lontano 1581 tornava a ri-splendere attirandosi la fiducia, l’ammirazione e lasimpatia affettuosa di tutto il popolo cosentino!Ora don Guanella, dopo 102 anni, è tornato a Co-senza dove è stato accolto dalle sue Figlie, guidatedalla superiora suor Gabriela Carbajal Esperanza,dai Cooperatori guanelliani, dagli operatori e daivolontari dell’Istituto.L’urna di san Luigi è arrivata a Cosenza nel pome-riggio dell’11 maggio 2015, in un tripudio di gioiae di festa tra i devoti cosentini che lo hanno ac-

TORNA DOPO 102 ANNI

Dino Stella, cooperatore guanelliano

hghghg

COSENZA

L’

Don Guanella non vide l’arrivo delle sue «marto-relle» a Cosenza, ma egli le precedette il 17 maggio1913 quando accompagnò suo cugino mons. To-maso Trussoni, il quale faceva il suo ingresso a Co-senza come Vescovo dell’Archidiocesi cosentina. Illoro rapporto fu da sempre caratterizzato da unaprofonda stima reciproca e da una sincera collabo-razione affettiva.Mons. Trussoni fu un Vescovo energico e attivo,finché l’età avanzata e la salute malferma lo co-strinsero, il 7 aprile 1934, a rinunciare al governodella Diocesi. Il 29 maggio 1919 mons. Trussoniscriveva alla superiora delle FSMP, Madre Marcel-lina Bosatta, per chiedere l’invio di alcune suoreper aprire una casa di beneficenza e di educazionenell’ex monastero occupato, sin dal 1581, dallesuore che i cosentini chiamavano «cappuccinelle»e che professavano la stretta osservanza di santaChiara, con Costituzioni pregne dello Spirito deiCappuccini, ed era caratterizzata da una vita distretta povertà, penitenza ed umiltà.La superiora accolse favorevolmente la richiesta e,sbrigate velocemente le pratiche burocratiche, par-tirono da Milano tre suore: Dei Cas Caterina (da

Mons.Tomaso

Trussoni.

Istituto delle Figlie di Santa Maria dellaProvvidenza di Cosenza domina dal collePancrazio il centro storico e la città nuovache si stende verso nord, lungo la valle del

fiume Crati.

Page 48: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201546

compagnato, in processione, sino alla chiesa di ViaMotta, sede dell’Istituto, dove con una solenneS. Messa il popolo di Dio ha dato il benvenuto alnostro «Gigante della Carità». In serata una vegliadi preghiera.Martedì mattina si è celebrata la S. Messa per gliammalati, seguita da momenti di preghiera ani-mati in successione dai volontari dell’Oasi Federi-co, dai Cooperatori guanelliani.Nel pomeriggio alle 16,30 l’urna di san Luigi Gua-nella è stata esposta alla venerazione del popolo diDio presso il Duomo di Cosenza, dove l’Arcivesco-vo di Cosenza mons.Salvatore Nunnari ha presieduto una Messa solen-ne concelebrata dai sacerdoti della diocesi; in sera-ta il rientro presso la chiesa delle ex cappuccinelle,annessa alla casa divina Provvidenza, dove si sinosucceduti momenti di preghiera animati dai giova-ni e dalle parrocchie.Il mattino di mercoledì 13, la S. Messa di ringra-ziamento presieduta da don Umberto Brugnoni,vicario generale dei SdC e custode dell’urna per iltempo del suo pellegrinaggio nel centro sud Italia,poi tra una cornice festante e gioiosa di ragazzidelle scuole ed un corteo di ancora numerosi devo-ti, la santa urna di san Luigi Guanella ha lasciatoCosenza con destinazione Laureana di Borrello.Momenti, anzi tre giornate di immensa emozione,di gioiosa fraternità, di intensa preghiera indivi-duale e comunitaria, di filiale ammirazione per lespoglie mortali del Santo fondatore! Grazie, donLuigi, per essere tornato in questa città, tra le tueFiglie, tra i tuoi Cooperatori, tra i tuoi laici opera-tori e volontari della Casa, tra il popolo cosentino!Ci siamo sentiti «come figli intorno ad un padre ead un amico».Sono stati, per tutti noi, fecondi giorni di Grazia!

Grazie, padre buono don Guanella n

IL DONO DELLA CARITÀ

Eleonora Palmieri

hghghg

LAUREANA DI BORRELLO

N

l’evento, avente come tema «San Luigi Guanella:un Santo a casa nostra». Pietro Ozimo, Presiden-te nazionale dei Cooperatori Guanelliani, ha pre-sentato. Rocco Ozimo, Presidente del gruppo lo-cale dei Cooperatori, ha svolto il ruolo di coordi-natore.Il Vescovo sua eccellenza monsignor FrancescoMilito, ha relazionato su «San Pio X e san LuigiGuanella: due Santi per la Calabria». Ha spiegatoche san Pio X dovrebbe essere considerato uncompatrono della regione, perché dopo il terre-moto di Reggio e Messina di un secolo fa, egli siprodigò per riparare ai danni. Ha ricordato la vi-cenda del piccolo Domenico Lacquaniti Argirò,

ella ricorrenza del centenario della mortedi don Luigi Guanella, il Santo della cari-tà, l’urna contenente la sua reliquia è sta-ta portata a Laureana, dove egli venne nel

mese di maggio del 1913 e celebrò la S. Messa.La sua opera, fondata il 28 dicembre 1912, è per-petuata ancora oggi dalle suore guanelliane pres-so la scuola dell’infanzia «Domenico LacquanitiArgirò». Sabato 9 maggio 2015, presso il CinemaAurora, si è svolto il convegno di apertura del-

Page 49: La Voce - 4-5/2015

47La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

morto tragicamente, per cui la famiglia vollel’Asilo delle suore a Laureana e si rivolse a donGuanella, che prese a cuore questa vicenda. Di-ceva che «se le opere le vuole la Provvidenza, sirealizzano». Fiducia nella Provvidenza, trasmes-sagli da due grandi Santi: don Bosco e san Cotto-lengo, che incontrò durante la sua vita. Secondoil Vescovo Milito, quest’anno «si celebra il cente-nario della vita che nasce dopo la morte».Il dottor Nando Mamone, studioso e cooperatoreguanelliano, ha ripercorso la storia della Cala-bria, definita dagli scrittori «terra ballerina», acausa dei terremoti. Quando don Luigi Guanellacelebrò la S. Messa a Laureana e vide le condizio-ni della chiesa matrice dopo il terremoto, solleci-tando i fedeli a migliorarle, egli vendette il pro-prio orologio da taschino per donarne il ricavato.Suor Franca Vendramin, Figlia di Santa Mariadella Provvidenza, delegata provinciale dei Coo-peratori Guanelliani «Nord Italia e Svizzera», hacarpito l’attenzione della platea sul tema «DonGuanella, prete montanaro padre dei poveri». Haspiegato che egli non aveva un linguaggio raffi-nato, ma aveva qualcosa di sovrannaturale, stavaattento alla carità e ai poveri. Era montanaro, ve-

niva da Fraciscio, in provincia di Sondrio. Ungiornale laico dopo la sua morte scrisse: «L’uomoche l’umanità ha perso ieri è un grande. Coloroche appartengono a tutte le fedi lo devono rim-piangere, perché aveva una grande bontà». DonGuanella diceva che «il giogo dei monti è subli-me, perché là si contempla da più vicino il para-diso». L’opera guanelliana è sparsa in circa ventipaesi al mondo. Il sogno di Luigi e della sorellaCaterina, che da piccoli giocavano a fare la mi-nestra per i poveri con acqua e terra, e dicevanoche da grandi lo avrebbero fatto davvero, si èrealizzato. Da sacerdote si impegnò per i soffe-renti, nonostante avesse tante persone che glimettevano i bastoni tra le ruote. Ma non si afflig-geva, perché sosteneva che «ci vuole anche loscoraggiamento; se avessimo sempre il coraggiodel leone, non seguiremmo la via della croce».Egli aveva un sostegno speciale per la sua operain suor Marcellina, sorella della beata Chiara Bo-satta; la sua preghiera gli infondeva forza. DonGuanella amava le persone disabili e chiamava idisabili «buoni figli», perché essi «conservano

l’innocenza battesimale»; riusciva ad ottenere daloro risultati che gli psichiatri non si spiegavano.Giovanni Paolo II diceva: «È facile innamorarsidella bellezza visibile. Per scoprire la bellezza na-scosta è necessaria una grande carità. Questa è lastrada di don Guanella. Questa è la vostra stra-da». Suor Franca ha mostrato un affresco raffi-gurante don Guanella, suor Chiara, i disabili, ilcui significato è chiaro: il più debole dà il passoagli altri verso la santità.È seguito l’intervento del dottor Antonio Valenti-ni, pedagogista, Presidente provinciale dei Coo-peratori Guanelliani «Nord Italia e Svizzera»,che ha analizzato come don Guanella abbia datovalore alla persona, indipendentemente dalla sua

(segue a pag. 50) ➠

Page 50: La Voce - 4-5/2015
Page 51: La Voce - 4-5/2015

• •

• •

È bello essere guanelliani.Rendiamo grazie a Dio con la vita!Auguri a tutti.

Don Umberto Brugnoni

Pellegrinaggio dell’urna di san LuigiGuanella nelle Case delCentro-Sud Italia

È bello essere guanelliani.Rendiamo grazie a Dio con la vita!Auguri a tutti.

Don Umberto Brugnoni

Pellegrinaggio dell’urna di san LuigiGuanella nelle Case delCentro-Sud Italia Arrivo dell’urna

di san Luigi Guanella in Casa S. Pio X, Roma.

Page 52: La Voce - 4-5/2015

condizione, sostenendo chel’educazione debba passare at-traverso il cuore.Ha terminato il convegno donLuigi de Giambattista, Consi-gliere generale della Congrega-zione dei Servi della Carità, ri-cordando che tutti dobbiamoaspirare alla santità.Dopo il convegno mattutino,una bella serata con canti delcoro, composto da giovani ecooperatori, e dei bambini del-la scuola dell’infanzia con rap-presentazione mimata di donGuanella e della sorella Cateri-na da piccoli, nella rustica e fine cornice dellachiesa di Sant’Antonio.Dopo il triduo per l’arrivo del Santo, mercoledì13 il grande giorno! In tarda mattinata, alla pre-senza di tutte le autorità e della comunità, è arri-vato san Luigi Guanella: emozione tangibile nel-la gente.Di pomeriggio, la S. Messa presieduta dal Vesco-vo di Mileto, sua eccellenza monsignor LuigiRenzo, che ha ricordato come don Guanella in-sieme a don Bosco, don Orione e san Pio X sianostati testimoni della carità che educa alla culturadella solidarietà. L’urna di san Luigi deve essereun richiamo verso gli emarginati.La nostra superiora, suor Nazarena, ha afferma-to che la santità viene offerta a tutti; non è unameta per pochi eletti, ma consiste nell’unirsi a

Gesù e don Guanella lo fece con la vita: «Dobbia-mo vivere con speranza e volare in alto comeaquile reali; affidiamoci al nostro istruttore divolo don Guanella».Il Sindaco di Laureana, signor Paolo Alvaro, haspiegato che «se c’è una categoria universale, intutti i tempi e in tutti i posti, è il povero. Le rivo-luzioni politiche e religiose sono partite sempreda lui. È lui che produce ed è l’unico essere libe-ro, perché lui può. Il povero è il profeta del cam-biamento. E don Guanella metteva al centro ilpovero, il bambino, l’emarginato».Dopo cena, il concerto di musica sacra ad operadell’orchestra del Liceo scientifico Pizi di Palmi,diretta dal Maestro Maurizio Managò.Giovedì mattina è stata celebrata la S. Messa pertutte le scuole, presieduta da don Giovanni Amico,sacerdote guanelliano di Agrigento, che è riuscitoa carpire l’attenzione di grandi e piccoli, invitandotutti a cantare e ballare per «scatenare la gioia»!La sera, la concelebrazione di saluto presiedutada don Salvatore Larocca, dal parroco di Laurea-na don Cecè Feliciano e da don Umberto Bru-gnoni, e poi il passaggio alla scuola dell’infanzia,perché san Luigi Guanella lasciasse Laureanadavanti a quella grande opera dove i bambini,con la loro voce intonata d’innocenza, hannocantato e fatto volare palloncini gialli e bianchi,gioiosi e puri come loro.In una sua opera, san Luigi ha scritto che «i fan-ciulli sembrano somigliare a quelle nostre ca-prette montane che per molte ore si allontananodal caprile e saltano di balza in balza, ma poiverso sera quando il pastore le chiama con altestrida gli corrono incontro perché sanno di assa-porare dalle mani di lui del sale saporito».Chiara metafora di Dio come pastore. Per donGuanella i suoi monti erano il locus amoenusche gli infondeva la pace e la santità, che gli face-va sfiorare Dio, tanto le vette erano alte... n

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201550

Da sinistra: Cooperatore Guanelliano Rocco Ozimo, mons. Luigi Renzo, Vescovo di Mileto, suor Rosa Lippolis,

don Cecè Feliciano parroco, suor Nazzarena Pontorierosuperiora, don Umberto Brugnoni sdc e vicario generale,

Pietro Ozimo, presidente nazionale CooperatoriGuanelliani, don Giovanni Amico sdc.

➠ (segue da pag. 47)

Page 53: La Voce - 4-5/2015

Bosatta. Ma, giorno dopo giorno, anno dopo an-no, il desiderio era diventato, per i gravi proble-mi familiari, quasi un sogno irrealizzabile.È proprio vero, san Luigi, «è Dio che fa», ma iSanti intercedono per noi, perché leggono neinostri cuori. Quest’anno, ricorrendo il centenariodel tuo «dies natalis» (1915-2015), pellegrino eviandante per le «case», sparse da nord a sudd’Italia, quale padre di una numerosa famigliache ha per te, Servo della carità, come campionedell’Amore evangelico da imitare, sei venuto tu atrovare me, in Sicilia, a Messina. Sul sagrato delnostro bel duomo le lacrime di commozione e digioia – e non sono stata la sola – ti hanno accoltonel primo pomeriggio del 16 maggio (data perme indimenticabile: giorno della nascita del miogenitore terreno), insieme ai canti e alle grida di

51La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

«TI HO SALUTATOCON IL CUORE

GONFIO DI PAROLENON DETTE»

Marisa Armato

hghghg

MESSINA

D

giubilo dai tantissimi fedeli, dai gialli foulardcon la tua foto sopra impressa. Custode dell’ur-na: don Umberto Brugnoni. Poi la Santa Messain Cattedrale, con l’Arcivescovo mons. La Piana.A forza mi sono distaccata da te, saresti stato in-

al 16 al 20 maggio 2015 abbiamo potutogodere della presenza dell’urna di sanLuigi Guanella a Messina, nella nostraparrocchia del SS. Salvatore. Non pensa-

vo di sentire una gioia più grande di quella pro-vata il 23 ottobre 2011 a Roma, per la canonizza-zione del beato Luigi Guanella. In Piazza SanPietro c’ero anch’io in quel mare di berretti bian-chi che inneggiavano di felicità, provenienti daogni parte del mondo, uniti dal carisma del Pa-dre Fondatore, per il tanto atteso riconoscimentoufficiale della «virtù caritativa» di don Luigi daparte di Papa Benedetto XVI. Giornate intense,quelle dal 21 al 24 ottobre, di veglie di preghierae di sante messe di ringraziamento nelle basili-che: San Giuseppe al Trionfale, San Paolo fuorile mura e San Pietro in Vaticano, facendo mio ilmotto: «il mondo andrà salvato per la carità». 25ottobre, ultima tappa del programma di canoniz-zazione, pellegrinaggio a Como, «ai piedi» del-l’urna di san Luigi, dove noi, del gruppo di Mes-sina, non siamopotuti andare.Quel particola-re momento dipartecipazione,in unione fra-terna, ha risve-gliato nel miocuore il deside-rio e la nostal-gia di andare atrovare san Lui-gi a Como, nelSantuario delSacro Cuore,dove è custodi-ta l’urna, insie-me a quella del-la beata Chiara

Page 54: La Voce - 4-5/2015

teramente con «noi», nelle parrocchie SS. Salva-tore e San Pio X, ben quattro giorni! Ma comesono volati via in fretta questi giorni, seppure co-sì intensi!Il 17 maggio, come da programma, sei sceso dalmonte in processione lungo la via principale delRione: ovunque un tripudio di colori, di voci e diprofumi: coperte e fiori ai balconi con la tua effi-gie e con i gialli foulard, bandierine, altarini, car-telloni, piante, lumini accesi, ecc. Che festa perquesto evento eccezionale; per me, regalo unicoe impensabile.Sono stati giorni indimenticabili per chi ti vuolbene ed ha assaporato la tua vicinanza, momen-to forte per tutta la comunità che si è stretta at-torno al tuo corpo davanti all’altare con le vegliedi preghiere, celebrazioni eucaristiche, rosari,ecc.I gruppi guanelliani ed il servizio d’ordine si al-ternavano per non lasciarti solo ed un continuovia vai di fedeli di altre parrocchie, venuti perl’occasione irripetibile. Il 20 maggio alle ore 11,l’incontro con gli ammalati nell’Eucaristia. Alleore 14, prevista la partenza per Naro.Insieme ad un gruppo numeroso ho continuatocon mia madre a pregare, a farmi più vicina, di-spiaciuta per il distacco come dal proprio genito-re. Il cuore gonfio di parole non dette, un mago-ne in gola. Ti abbiamo salutato sotto un sole co-cente, sventolando i nostri foulard gialli, con la-crime agli occhi.Ho avvertito come uno strappo lacerante e, me-sta, sono ritornata a casa. Ma quale meraviglia!Pochi giorni dopo, mi viene consegnata la sta-tuetta con la tua effigie, uno dei premi per il mi-glior balcone addobbato al tuo passaggio. Chesegno per me! Hai voluto restarmi vicino, bene-dirmi e lasciarmi il tuo messaggio: «... è col fuocodella preghiera che si accende il fuoco della cari-tà verso il prossimo».Grazie, san Luigi, grazie di cuore. n

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201552

«OH, LA SALMADI UN SANTO

CHE CARO TESORO!È UN DEPOSITODI VIRTÙ SANTA»

Don Luigi Guanella

hghghg

SAN GIOVANNI IN FIORE

O h, la salma di un santo che caro tesoro!È un deposito di virtù santa: espressionicommosse che don Guanella pose ungiorno in bocca ai fedeli che si appresta-

vano a porgere omaggio alla salma del beato An-drea da Peschiera, apostolo della Valtellina 1.Credo siano oggi quanto mai adatte per salutarela sua stessa salma che ha peregrinato dal NordItalia/Svizzera al Centro e al Sud.L’urna con il corpo di san Luigi Guanella – uncaro tesoro – è stata accolta ovunque in un tripu-

Page 55: La Voce - 4-5/2015

dio di festa, ma soprattutto in un clima di devo-zione sincera che si è tramutata in preghiera diintercessione e richiesta di grazie. La fermatadell’urna all’Olivaro, zona periferica del grossocentro silano di San Giovanni in Fiore, inizial-mente non era prevista, ma improvvisamente(per provvidenza!) si è vista opportuna una sostanel viaggio di ritorno dalla Sicilia verso l’ultimatappa di Ferentino, prima del rientro nel Santua-rio del Sacro Cuore in Como (1o giugno 2015).La notizia della visita del santo si è propagata ra-pidamente: stupore... gioia... incredulità... e poi ipreparativi: in chiesa, nelle case... mobilitazionegenerale. Le strade vengono ripulite e sistemateda squadre di operai messe a disposizione dalComune di S. Giovanni in Fiore, locandine e stri-scioni con frasi guanelliane sono posti nei puntistrategici, cosicché anche il passante distrattopossa leggere la grande notizia; sui balconi e suidavanzali delle finestre compaiono coperte di se-ta variopinte, vasi di fiori, coccarde colorate...Alla sera, dopo cena, nel triduo di preparazione,la chiesetta di S. Domenico è affollata: la rifles-sione sulla figura e il messaggio di san LuigiGuanella illustrato da suor Franca nelle sue di-verse sfumature, è intercalato dai canti eseguiti,con cuore e abilità, dalla corale dell’Olivaro. Tut-to ciò ha contribuito ad accrescere il desiderio ela trepidazione affettuosa dei «figli» che attende-

vano impazienti l’ar-rivo del «padre».Appena arrivata l’ur-na, è scoppiato unacquazzone violentomisto a grandine,ma nessuno si è spa-ventato né si è pen-sato di rivedere ilprogramma... Appe-na cessata la pioggiainfatti, ha preso ilvia il corteo con l’ur-na verso la frazionedi Palla Palla e poi

lungo le vie dell’Olivaro. Agli incroci, la gente at-tendeva con recipienti colmi di petali di rosa e diginestra gialla che venivano lanciati al passaggiodel santo. In breve, l’urna era adagiata su di unsuggestivo tappeto di fiori: umile e splendidoomaggio della fede dei semplici!I momenti toccanti sono stati quelli in cui sanLuigi ha incontrato gli ammalati, i disabili, ibambini che accorrevano vivaci e curiosi per ve-

53La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

dere quell’insolito spettacolo, ma sicuramenteciò che ciascuno si porta «dentro» solo lui, donGuanella, lo conosce e sicuramente lo avrà pre-sentato al Signore. In chiesa, oltre alla concele-brazione solenne con i parroci della cittadina diS. Giovanni in Fiore, c’è stata la veglia di pre-ghiera fino alla mezzanotte, seguita poi da turniliberi di «presenza» accanto all’urna. Momenti diintercessione e di comunione fraterna che credonon saranno dimenticati.Di questo passaggio di grazia, anch’io sono statatestimone e ringrazio lo Spirito per avermi ripor-tata all’Olivaro esattamente dopo 25 anni dallaprima volta in cui ho vissuto, con altre consorellee i padri cappuccini, la missione popolare dal te-ma: «E continuiamo a chiamarlo Padre» (marzo1990). Allora fu un’esperienza che mi segnò pro-fondamente perché ebbi modo di vedere comequel luogo, caratterizzato da un contesto socialepovero e particolarmente difficile, era vibrante diumanità, di calore, di fede umile. Forse, ho pen-sato, il Padre ha voluto ora tornarci «di persona»per sigillare la sua amorevolezza verso questisuoi figli.Tra le numerose testimonianze e preghiere rac-colte nel quaderno posto in chiesa accanto all’ur-na, ne ho scelta una: quella di Franco Gabriele,amico comune che, nonostante la sua disabilità,non è mai mancato in questi 25 anni di cammino

1 L. Guanella, Cento lodiin ossequio al IV Cente-nario dal transito delbeato Andrea da Pe-schiera Apostolo dellaValtellina, 1885; inScritti Storici e agio-grafici, II/2; CentroStudi Guanelliani,Nuove Frontiere Edi-trice, Roma 1997; pp.479-594.

Page 56: La Voce - 4-5/2015

della giovane parrocchia, ma si è sempre schiera-to a fianco degli animatori, lasciando poi traccesignificative di spiritualità.Infine, pubblichiamo il saluto di don Carlo, «ilparroco delle periferie», come simpaticamenteda sempre ama definirsi. E stavolta le periferiesono state davvero privilegiate nell’avere la visitadi san Luigi Guanella: ma così avrebbe fatto an-che Gesù, papa Francesco... uno stile, una moda-lità d’incontro del povero e dell’uomo che attraee affascina: ieri, oggi e sempre. E noi lo abbiamosperimentato dal vivo.

Suor Franca Vendramin fsmp

v v v

Una testimonianza

Dal mons. Olivarum (dall’Olivaro) sorgerannouomini nuovi

Patto d’oro: San Luigi Guanella - AbateGioachino da Fiore suggellato dallo Spirito.

San Luigi Guanella, a cento anni dalla morte, havoluto festeggiare le sue nozze d’argento con lagiovane Comunità dell’Olivaro, sita nella periferiadel più importante centro silano di S. Giovanni inFiore (Cosenza). La popolazione ha accolto la sal-ma con vero tripudio, esternato anche dallo scop-

buoni figli: gli ospiti del centro Raggio di sole.Il pellegrinaggio della gente all’urna del Santo èstato ininterrotto e ben ordinato, grazie anche al-l’impeccabile organizzazione guidata da suorBeatrice e da suor Annalisa con la collaborazio-ne dei gruppi e degli operatori pastorali. L’animadell’organizzazione, semplice e profonda, è stata

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201554

l’amore: quell’amore del Padre, unito a quello diMaria, Madre della Divina Provvidenza, che ilnostro san Luigi – come ha ben evidenziato suorFranca nelle tre serate di preparazione – ha in-carnato in modo ben visibile nella sua vita.Descrivere i frutti prodotti dall’eccellente visita èdavvero impossibile! Qualcosa è potuta trapelaredai volti, talvolta rigati di lacrime di gioia o dasplendida serenità, ma solo lo spirito di ognunopotrebbe in qualche modo esprimere quello «cheintendere non può chi non lo prova» (Dante).Voglio solo accennare ciò che riguarda la miaesperienza personale nell’ambito di un avveni-mento storico eccezionale, forse unico perchéDio non usa la fotocopiatrice...Intanto faccio fatica a parlare di «salma», soprat-tutto dopo aver ascoltato l’omelia di don Umber-to che, con genialità, si è sostituito in spirito alsuo Fondatore e, parlando in prima persona, ciha idealmente trasportato in un periodo storicopreciso, mettendo dinanzi agli occhi della nostramente una figura viva, palpitante, zelante nel«fare « ciò che Dio gli indicava, passo dopo pas-so.Guardando in faccia san Luigi, attraverso l’urna,«vedevo» muoversi i muscoli, mentre le labbra,accennando un sorriso di cielo da far brillare gliocchi, mi dicevano chiaramente: «Mi compiacciocon te, perché il Padre ti ha fatto capire che Lui havoluto che io venissi qui, servendosi di persone at-tente alla soffiata dello Spirito, perché le mie Figliee i miei Figli leggano bene questo segno dei tempi.

piettio dei fuochi d’artificio che, salendo verso ilcielo, gridavano il grazie al Padre celeste per averconcretizzato – avendolo oltremodo corteggia-to... – il suo amore per l’umile prete montanaro.Il Santo della carità, nel suo percorso dalla Co -munità Maria delle suore guanelliane verso lachiesa di S. Domenico, ha sostato presso la clinicaS. Chiara, volendo riscaldare per primo il cuoredei suoi buoni figli ospiti della struttura, per chiu-dere poi la sua visita con un abbraccio ad altri

Page 57: La Voce - 4-5/2015

Il Padre Celeste ha una particolare predilezione pervoi dell’Olivaro e di San Giovanni in Fiore ed hagià avviato per voi, ultimi tra tutti, («gridano e ilSignore li ascolta», Salmo 33) un Suo grande pro-getto d’amore!».Durante la notte, ho riflettuto su questa esperien-za ed il mattino dopo, salutando san Luigi che ri-tornava alla sua casa, il mio cuore era ormai benaperto e la mente ben lucida.Su proposta del Padre Celeste, un patto d’oroera stato siglato tra san Luigi Guanella e l’Aba-te Gioachino da Fiore, affinché cominci a realiz-zarsi quella profezia dell’Abate Florense, ben stu-diata e circostanziata da uno storico dello stessoAbate – il prof. Alfredo Prisco – secondo la qualedal Mons. Olivarum (cioè dall’Olivaro) sarebbe-ro sorti uomini nuovi che avrebbero dato im-pulso alla religione per rinnovare il mondo!E san Luigi ci ricorda: È Dio che fa! (... ma vuoleil supporto degli intercessori!).

Franco Gabriele

v v v

Il saluto del parroco

Reverendissimo don Umberto Brugnoni,nella mia qualità di parroco, ringrazio tutta laCongregazione dei Servi della Carità per averscelto proprio la nostra Comunità parrocchiale

vi della Carità. I Figli e le Figlie di don Guanellahanno lasciato qui una traccia profonda di spiri-tualità!Oggi, il corpo di san Luigi Guanella richiama etestimonia la sua instancabile attività caritativa aservizio degli indifesi, dei poveri, dei diseredati,degli esclusi e dei deboli, in assoluta e perfetta

55La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

aderenza agli insegnamenti di Cristo. La rapidaed universale diffusione delle opere guanelliane èun segno eloquente del sostegno della divinaProvvidenza che è misteriosamente intervenutanel suscitare vocazioni, consensi, sostegni e col-laborazioni nella coscienza di tante persone.La presenza del corpo del Santo nella nostra co-munità interpella la coscienza di ciascuno di noie costituisce un appello profetico all’impegnoevangelico, nel solco di una lunga e feconda tra-dizione di spiritualità religiosa, testimoniata datante vocazioni sacerdotali e religiose che ha nelmessaggio profetico di Gioachino da Fiore la suainesauribile fonte.Speriamo che l’evento che celebriamo costituiscal’occasione per l’innesto di questa nostra fecondatradizione religiosa nel rigoglioso tronco delleiniziative guanelliane, suscitando sempre energiee generose collaborazioni anche tra i fedeli laicidi tutte le comunità del grosso centro silano.Siano questi due giorni di presenza dell’urna esoprattutto dello spirito di san Luigi Guanellauna intensa esperienza di veglia, di preghiera edi profonda sintonia con i suoi insegnamenti e ilsuo esempio.Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato ecollaborato in vario modo alla storica presenzadell’urna del Santo nella nostra Parrocchia, checostituisce un dono cui devono corrispondere lanostra gratitudine ed il nostro impegno cristiano.

Devotissimo parrocoDon Carlo Arnone

come sede di accoglienza e di esposizione dell’ur-na in cui è custodito il corpo santificato di sanLuigi Guanella.La nostra, come lei sa, è una giovane parrocchiadi periferia nella quale dal 1990 operano con de-dizione le Figlie di Santa Maria della Provviden-za e che in numerose occasioni dell’anno pasto-rale, si è valsa della presenza e dell’opera dei Ser-

Page 58: La Voce - 4-5/2015

manovre attente per estrarre dall’auto l’urna e si-stemarla perché sia visibile a tutti. I sacerdoti siavvicinano, uno di loro, anziano sulla sedia a rotelle,fa giri continui di qua, di là per osservare meglio,non riesce a staccarsi dall’urna. Chissà quanto haaspettato di vivere quel momento... Commuove...È l’abbraccio tenero di un figlio devoto.E finalmente lo vedi san Luigi Guanella, balbettinel cuore e nella mente «benvenuto, grazie per es-sere venuto, ora posso conoscerti meglio, ti vedo,ti sento presente, sei vivo in mezzo a noi».Quando la forte emozione comincia a lasciare ilposto ad altri pensieri, ti guardi intorno e ti accor-gi che anche chi è accanto a te è stato sopraffattoda uguali sentimenti. Sembra di stare in piazzaS. Pietro la domenica del 23 ottobre 2011, sole co-lori bandiere grida gioia, rivivi la stessa festosaesperienza, ascolti le parole del Papa BenedettoXVI che proclamano Santo don Luigi Guanella«esemplare discepolo di Cristo».(...) Tante sono state le iniziative per la «visita» didon Guanella, la cui urna è stata portata la seradell’8 maggio con una fiaccolata dal Centro Anzia-ni in parrocchia: celebrazioni, veglie, preghiera,

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201556

I SANTISONO L’AMORE DI DIOVISIBILE SULLA TERRA

Maria Palermo

hghghg

BARI

È

spettacolo... Tutto è servito, almeno per me, adapprofondire la figura di questo Santo.Ma non tutto mi è sembrato nuovo, in quanto donLuigi Guanella continua ad operare tra la genteattraverso i sacerdoti e le suore che appartengonoalla sua Congregazione, che si prodigano conamore, zelo e sacrificio instancabili. Incarnano lafigura del buon Samaritano che si fa prossimo aduno sconosciuto, realizzano la parola di Gesù «...Ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi

stato un grande regalo del Signore, alla co-munità della parrocchia Maria SS. Addolo-rata di Bari, l’arrivo dell’urna con il corpodi san Luigi Guanella, giovedì 7 maggio

2015. Tra i tanti momenti vissuti nei giorni dellasosta dell’urna tra noi, mi piace soffermarmi suquello dell’accoglienza.L’ arrivo, nel giardino antistante il Centro Anziani,brulicante di ospiti e di tanta gente, è avvenutonel clima caldo di avanzata primavera, ma caldosoprattutto per l’atmosfe-ra di gioia e di festa...Le frecce tricolori, cheprovavano per l’indoma-ni, festa di San Nicola,patrono della città di Ba-ri, compivano evoluzionispettacolari e, a modo lo-ro gioiose, pareva chestessero, nel cielo terso esereno, anch’esse in atte-sa, per salutare e porgeregli onori di casa a donLuigi che veniva a trovar-ci. Eravamo tutti, anchenel cielo, una grande fa-miglia in attesa... L’attesasul volto e nei cuori ditutti era palese e palpabi-le (un cuore e un’animasola), nessuno riusciva astare fermo e seduto espesso qualcuno si alzava con la scusa di trovareun posto più in ombra, tutti si voltavano indietroa guardare la strada... E infine una voce... la pri-ma... eccolo... arriva. Un’auto entra lentamentedal cancello d’ingresso...Ed ecco, immediata, un’emozione che non ti aspetti:il cuore sobbalza, tremi, lacrime inattese rigano ilvolto, trattieni il respiro, batti le mani... Gli occhifissi seguono l’auto che sale piano piano la piccolarampa che porta all’ingresso del Centro anziani, le

Page 59: La Voce - 4-5/2015

deste da bere, nudo e mi copriste, infermo e mi visi-taste... (Mt 25, 35-36)», e si distinguono per l’at-tenzione ai «poveri» di ogni specie. Insegnano cheDio ama ciascuno di noi come Padre che avvolgedi amore particolare ogni creatura, a fidarci di luie della sua provvidenza, a mettere tutto ciò chefacciamo nelle sue mani perché è «sempre Dio chefa». Si spendono svolgendo la loro vita di «amoresprecato», appassionato e disinteressato per i gio-vani, gli anziani, gli ammalati, perché tutti sonoconsiderati «importanti» e trattati come dono uni-co da custodire e curare.In ogni epoca della storia il Signore ha «inviato»all’umanità persone sante ciascuna con la sua pe-culiarità, con il suo carisma, con la sua lungimi-ranza e intuizione profetica, che ha operato uni-camente per il bene, secondo il comandamentodel divino Maestro «Amatevi gli uni gli altri comeio ho amato voi»: tutti i Santi sono l’amore visibiledi Dio sulla terra.È stata triste la partenza dell’urna la mattina del -l’11 maggio: il distacco fa sentire la sofferenza del-la lontananza, ma non ha lasciato il vuoto. Ci sia-mo sentiti tutti più ricchi, rinnovati, pronti ad in-traprendere strade nuove di carità operosa, consciche le difficoltà che inevitabilmente incontreremole supereremo con Gesù accanto sull’esempio disan Luigi Guanella. La visita di don Luigi, che sa-rebbe doveroso restituire a lui nei «suoi» luoghi, èstata una grande opportunità offerta a tutti pertoccare con mano la bontà di Dio: «Gustate e vede-te quanto è buono il Signore».E, andando via, risuona nella mia mente una rac-comandazione di san Luigi Guanella per me mol-to significativa: «Qualunque sia la strada che ciapre e l’impresa che ci pone innanzi il Signore noi,dobbiamo gettarvisi ad occhi chiusi, con tutta labuona volontà senza risparmiarci fatiche, purché sipossa fare un po’ di bene per noi e per il prossimo.Abbandoniamoci interamente alla divina Provvi-denza. E poi, avanti, senza timore». Sì, desideria-mo essere sempre umili strumenti della volontà diDio, sull’esempio di don Guanella. n

57La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

1915-2015PRIMO CENTENARIO DALLA MORTE

DI DON GUANELLA

UNA BELLA NOTIZIATANTO ATTESA

Porto a vostra conoscenza una bella notizia.Nella mattinata del 7 agosto scorso, abbiamoricevuto conferma ufficiale, dal Prefetto dellaCasa Pontificia, che il Santo Padre riceverànell’Aula Paolo VI la Famiglia guanelliana inUdienza particolare, il prossimo giovedì 12novembre 2015, presumibilmente intorno alleore 12,00. È per noi guanelliani la Solennitàdella Madonna Madre della Divina Provviden-za e consideriamolo quindi un dono di Mariaa ciascuno di noi.

A noi ora il compito di comunicare, sensibiliz-zare per essere il numero più grande possibilepresenti in Aula. L’Aula Paolo VI ha una capien-za con posti a sedere fino a 6.300 persone.

Il programma completo e ufficiale per quellagiornata vi verrà comunicato più avanti. Ledue Congregazioni stanno pensando ad unapiccola commissione che lo rediga.

Arrivederci alla prossima comunicazione e at-tendiamo consigli e proposte.

Buona festa dell’Assunta!

Roma, 12 agosto 2015

A nome di Madre Serena e don Alfonso

Don Umberto

P.S. Mentre la rivista va in stampa, ci viene comu-nicato che si è in attesa della chiamata di Mons.Georg della Prefettura Apostolica per avere piùnotizie circa l’Udienza, confermata per il 12 novem-bre. Di seguito verrà data una seconda comunica-zione, con precisazioni in merito.

Page 60: La Voce - 4-5/2015

morto 100 anni fa, ma a cercare di raggiungere eamare l’invisibile di un Dio che è vivo, ama ed èaccanto a noi. Ci è stato propizio anche il Tempoliturgico della Pasqua e della Pentecoste chehanno accompagnato il procedere del nostropellegrinaggio.I Cardinali e i Vescovi intervenuti nelle Celebra-zioni in onore di san Luigi Guanella hanno co-niugato tutti la sua passione per Dio e per il po-vero rendendo ancor più facile l’incontro conDio attraverso la mediazione di don Guanella.Hanno sottolineato l’idea che non bastava visita-re l’urna di don Guanella, ma diventava indi-spensabile farselo compagno di viaggio in quelcammino che noi ora stiamo percorrendo pergiungere là dove lui già è ed è felice. «Santi co-me lui, santi come noi» è stato anche uno slogansuggerito da un musical su don Guanella pre-sentato in questi giorni.Il pellegrinaggio, incominciato il 16 aprile con lapartenza da Como, ha fatto tappa a Firenze, aPerugia, a Loreto nella santa Casa, a Roma, aNapoli, a Fasano, ad Alberobello, a Bari, a Co-senza, a Laureana di Borrello, a San Ferdinan-do, a Messina, a Naro, ad Agrigento, a San Gio-vanni in Fiore, a Ferentino. Ogni tappa è statacaratterizzata da vera creatività nell’accoglienza,nelle manifestazioni sulle strade, nelle varie ce-lebrazioni, negli addobbi, nelle trasmissioni ra-diotelevisive, nelle pubblicazioni, negli eventi dimusica e di spettacolo, di arte, di folclore e disport. Quel popolo che non aveva mai visto ilcorpo santificato di don Guanella ha potuto in-contrare finalmente colui di cui hanno sempre

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201558

UN’ESPERIENZASTORICA

E DI GRAZIADon Umberto BrugnoniVicario generale dei SdC

hghghg

COMO1 giugno 2015

S

sentito parlare, del quale hanno condiviso leopere, lo spirito e il carisma, la testimonianzadei suoi Figli e delle sue Figlie. Per tutti è statoun vero miracolo della bontà di Dio che attraver-so le Congregazioni religiose guanelliane hannoreso vero e possibile questo incontro solo sogna-

Don Guanella ritorna nel Santuario Sacro Cuore di Como

dopo il suo pellegrinaggionelle Comunità guanelliane

del Centro - Sud Italia.

i è concluso lunedì 1 giugno 2015 il pelle-grinaggio dell’urna di san Luigi Guanellanel Centro -Sud Italia. Una esperienzastorica e di grazia. Storica per la visita del

nostro santo Fondatore a città e paesi mai visita-ti nella sua vita terrena, o un ritorno carico dibenedizioni in altri paesi dove la sua opera si èaccesa proprio partendo dalla sua presenza tantianni orsono e che ora nel suo nome continua afare del bene specie alla povera gente. Di graziaperché in questi giorni veramente siamo stati acontatto con la grazia di Dio e l’azione dello Spi-rito Santo effuse sull’immenso popolo che ha ve-nerato le reliquie di san Luigi Guanella. La sere-nità e la pace del popolo che ha accostato l’urnadel Fondatore, le loro espressioni di gratitudine,di pianto e di fede sono sicuramente il frutto piùeloquente di questo pellegrinaggio. Ci eravamoaugurati che questo pellegrinaggio fosse occa-sione per aumentare e rinnovare la fede nel po-polo di Dio e credo che san Luigi Guanella abbiaravvivato questo valore nel cuore della gente chelo ha accostato. Moltissime confessioni, celebra-zioni, incontri di preghiera, adorazioni, veglienotturne, stare in venerazione silenziosa ai piedidell’urna, processioni e fiaccolate in onore delsanto sono state certamente le manifestazionipiù eclatanti di testimonianza di fede a Dio cheha operato cose grandi nella vita di don LuigiGuanella. Il riferimento continuo e voluto al «èDio che fa» di don Guanella ha aiutato il popoloa incontrare don Guanella per arrivare a Dio; anon fermarsi a guardare il visibile di un corpo

Page 61: La Voce - 4-5/2015

to. Sì la componente della gratitudine ancheall’Opera don Guanella è stata espressa in molte-plici modi e atti sia alla persona del Custode cheai Confratelli e Consorelle presenti alle manife-stazioni.Rendiamo grazie a Dio che fa sempre belle ebuone tutte le cose! Esorto i confratelli e leconsorelle ad accompagnare con la preghiera ela vicinanza il cammino rinnovato di questi in-numerevoli uomini e donne che hanno fattol’esperienza di incontrare don Guanella perché,fedeli all’esempio ricevuto dal santo, si lasci -no fare dal Signore e da Lui preparare per ilRegno.Ringrazio anch’io tutti: i Superiori per avermiconcesso il dono di questa esperienza faticosa,

ma ricca di conforto e di benedizioni. I confra-telli e le consorelle per quanto hanno messo incampo di grande e di bello per lodare Dio dellasantità del Fondatore. Il popolo di Dio per l’en-tusiasmo e le emozioni che hanno suscitato inme, spronandomi ad un maggior impegno comereligioso guanelliano. A tutti i collaboratori chehanno reso possibile questa esperienza: DittaClaudio Tersigni e Ditta Enrico Sala, MirkoGiannini (autista), Laura Galimberti e DavidProietti (Centro di comunicazione).

È bello essere guanelliani.Rendiamo grazie a Dio con la vita!Auguri a tutti. n

59La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

Page 62: La Voce - 4-5/2015

Una ragazza povera, destinata a fare la serva.Ma Gesù le parlava come si parla all’amata.Da lui riceve una grande missione per il mondo.La sua «storia d’amore»ha ispirato il pensiero di Giovanni Paolo II.

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201560

FaustinaKowalskal’apostoladell’amore*

TESTIMONIANZE

MGesu Misericordioso e santa Faustina Kowalska.

Prometto che l’anima, che vene-rerà quest’immagine, non perirà.Prometto pure già su questa ter-ra, ma in particolare nell’ora del-la morte, la vittoria sui nemici.Io stesso la difenderò come Miapropria gloria”. “... Io desideroche vi sia una festa della Miseri-cordia. Voglio che l’immagine,che dipingerai con il pennello,venga solennemente benedettanella prima domenica dopo Pa-squa; questa domenica deve es-sere la festa della Misericordia.Desidero che i sacerdoti annun-cino la Mia grande Misericordiaper le anime dei peccatori. Il pec-catore non deve aver paura diavvicinarsi a Me”.“Le fiamme della MisericordiaMi divorano; voglio riversarlesulle anime degli uomini”» (22febbraio 1931, Diario santa Fau-stina Kowalska, n. 49).Il profilo biografico che pubbli-chiamo ci indurrà a conoscere me-glio i suoi scritti (la Redazione).

Giovanni Paolo II benedice l’Immaginedi Gesù Misericordioso

nella Chiesa di S. Spirito in Sassiaa Roma, 23 aprile 1995,

Domenica della Divina Misericordia.

«Sulla miseria degli uomini io sonoil misericordioso»

* Profilo biografico di autore non iden-tificato.

anca poco all’aperturadell’Anno Santo stra-ordinario della Miseri-cordia. Ci può aiutar-lo a viverlo bene la fi-

gura e gli scritti autobiografici disanta Faustina Kowalska, la «se-gretaria di Gesù Misericordioso»,canonizzata da san Giovanni Pao-lo II nell’Anno Santo del 2000. El-la è l’apostola della Misericordia,colei che ha avuto preziose rivela-zioni su questo grande attributodivino.Ci ha rivelato l’infinita Misericor-dia del Cuore di Dio.Nel suo Diario leggiamo tra l’al-tro: «Gesù mi disse: “Dipingiun’immagine secondo il modelloche vedi, con sotto scritto: Gesù,confido in Te! Desidero che que-sta immagine venga venerataprima nella vostra cappella, epoi nel mondo intero.

Page 63: La Voce - 4-5/2015

Aurora a GlogowigeIn Polonia, tra Łodz e Wlocla-wek, a metà strada, sorge un pae-se di contadini: Glogowige. Tra lealtre case più belle, in mezzo atutte le attrattive della zona, ipellegrini, polacchi o stranieriche siano, si dirigono verso unacasetta di due sole stanze di mat-toni argillosi, con il tetto di assidi legno. La gente vi entra, osser-va, sosta a pregare qualche istan-te. Non è una cattedrale, ma qua-si un tugurio, eppure lì si prega...Appeso al muro c’è il ritratto diuna ragazza, morta a 33 anni.È l’immagine di Elena Kowalska,che in quella casetta nacque il 25agosto 1905, terza di dieci figli,in una famiglia poverissima. Labambina era molto allegra, atti-va, generosa. Pochi studi elemen-tari, poi, già a 14 anni, lasciavala sua casetta per andare a ser -vizio.Un anno dopo Elena, quindicen-ne, parlava ai genitori e dicevaloro: «Voglio farmi suora». Ne ri-cevette un rifiuto deciso: «Abbia-mo troppi debiti, non possiamoprocurarti il corredo».Elena riprese a lavorare, comeragazza tutto fare. A 18 anni unaVoce interiore misteriosa le dis-se: «Parti per Varsavia, là entre-rai in convento».Elena non conosceva nessuno aVarsavia, ma partì, con il solopovero vestito che aveva addos-so... Si rivolse a un sacerdote,don Dabrowski, che l’aiutò a tro-vare un lavoro, come domesticapresso una famiglia. Era povera,senza istruzione, sembrava unanullità.Ma il convento delle Suore dellaMisericordia la accolse: sarebbediventata suora conversa, addet-ta ai lavori più umili.

La chiamarono suor FaustinaAveva 20 anni, Elena. il giornodella vestizione religiosa la chia-marono suor Faustina, un no-me bello, beneaugurante. Lamandarono a svolgere le fatichepiù umili e più dure: prima nel

forno, poi in cucina e nell’orto.La spostavano in diverse case.Suor Faustina era abile, pazien-te, pronta, soprattutto serena.Sorrideva sempre a tutti, anchequando la umiliavano.Intanto nel suo cuore, che sapevaamare Dio come pochi e dirgliun «sì» totale senza tenere nullaper sé, prese possesso Gesù, loSposo divino, teneramente ama-to, perdutamente amato. Gesùispirava a lei così incolta una spi-ritualità semplice e altissima; leconcedeva grazie straordinarieche la facevano segnare a dito,anche contro la sua volontà.Spesso soffriva terribilmente: el-la stessa chiedeva di soffrire, per

«offrire» tutto a Dio, con Gesùcrocifisso per gli altri.

«Io sono la misericordia»E Gesù fece di lei, povera igno-rante, l’ultima, il capolavoro del-la sua misericordia.Il 22 febbraio 1931 le apparve,per indicare la sua missione nel-la Chiesa. Racconta suor Fausti-na:«Di sera, mentre stavo nella miacella, vidi il Signore con una ve-ste bianca: teneva una mano al-zata per benedire e l’altra manotoccava il vestito all’altezza delcuore. Dalla veste socchiusa sulpetto uscivano due grandi raggi,uno rosso e l’altro bianco.Fissavo in silenzio gli occhi nelSignore. Dopo un istante mi dis-se: «Dipingi un quadro secondol’immagine che vedi, con la scrit-ta: Gesù, io confido in Te. Desi-dero che questo quadro venga ve-nerato prima nella vostra cappel-la e poi nel mondo intero. Pro-metto che l’anima che tributeràculto a questo quadro non peri-rà. Le prometto pure, già qui interra, la vittoria sui suoi nemici,ma specialmente nel punto dellamorte. Io, il Signore, la protegge-rò come la mia gloria.I raggi del mio Cuore significanosangue e acqua e riparano le ani-me dall’ira del Padre mio... Pro-teggerò come una madre proteg-ge il suo bambino le anime chediffonderanno il culto alla miamisericordia, per tutta la loro vi-ta; nell’ora della loro morte nonsarò per loro Giudice, ma Salva-tore».Suor Faustina, felice, si trovò neiguai. Lei, dipingere? Come fareper stabilire questa nuova devo-zione? Lei chi era? Ma Gesù la salunga e può tutto: bastava fidarsidi lui. Da parte sua Faustinachiese a Gesù di renderla parteci-pe fino in fondo della sua passio-ne, della sua immolazione pertutti gli uomini. Volle prenderesu di sé, come se fossero il donopiù dolce, le pene, le angosce, ladisperazione di chi vive lontanoda Dio. Attraverso la sua vita to-

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015 61

Quadro originaledi Gesù Misericordioso,

fatto dipingere da santa Faustinanel 1935, a Vilnius.

Page 64: La Voce - 4-5/2015

ca è la festa della Misericordia».Suor Faustina continuava umil-mente la sua missione ricevutada Gesù, a favore di tutte le ani-me. Una vita fatta di lavoro durosino alla fine, di lunghe ore dipreghiera trascorse ai piedi delTabernacolo, di colloqui intimicon Gesù e con la sua Mammasantissima.C’è un diario meraviglioso, doveella racconta i suoi «dialoghid’amore» con Gesù, «faccia a fac-cia». Un giorno Gesù le si mostròcarico di piaghe e di sangue e ledisse: «Guarda chi hai sposato».Ed ella non ebbe altro sogno chequello di essere uguale in tutto aGesù, il suo Sposo di sangue,perché capiva che solo con lasofferenza e l’amore si salva ilmondo, si santifica la Chiesa.Stremata dalla fatica, la trasferi-rono in portineria. Molti la con-sideravano solo una visionaria,una «buona a nulla», ma ella eraintimamente felice, perché Gesùl’aveva scelta per continuare nelmondo la sua missione. E questoè ciò che conta.

«Sono la Madredei sacerdoti»Era devotissima della Madonna.Scriveva: «Vivo sotto il mantoverginale della Madre di Dio. Èlei che mi istruisce e mi custodi-

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201562

talmente donata, Gesù crocifissoavrebbe salvato l’umanità. E allo-ra che cosa importava la soffe-renza, se con essa poteva colla-borare all’opera della Redenzio-ne iniziata dal Cristo? La soffe-renza era una grazia potente dicui essere felice.Gesù le aveva detto: «Quanto piùgrande è la miseria degli uomini,tanto maggior diritto hanno allamia misericordia, perché deside-ro salvarli tutti. Scrivi che primadi venire come giudice, spalan-cherò tutta la grande porta dellamia misericordia. Chi non vuolpassare attraverso questa porta,dovrà passare per quella dellamia giustizia. La sorgente dellamia misericordia è stata apertadal colpo di lancia sulla croce,per tutte le anime. Non ne hoesclusa nessuna. L’umanità nontroverà né tranquillità né pacefinché non si rivolgerà con pienafiducia alla mia misericordia. Di’all’umanità sofferente che si rifu-gi nel mio Cuore misericordiosoe io la ricolmerò di pace».

Un Cristo dal volto soave

Un pittore dipinse l’icona, cosìcome la voleva Gesù. Don Sopo -

cko, il suo direttore spirituale,chiese a suor Faustina il signifi-cato dei fasci di luce scaturentidal Cuore di Gesù. Lo spiegò Ge-sù stesso:«Questi raggi significano l’acquae il sangue. L’acqua che giustificale anime, il sangue che è vitadell’anima. Sgorgano dal miocuore aperto sulla croce... Felicel’anima che vive alla sua ombra;la giustizia non la raggiungerà».Ne scaturiva una fiducia immen-sa, una confidenza senza limitinel Cuore del Cristo, nella suamisericordia. Suor Faustina di-ventò così l’apostola della miseri-cordia del Signore.L’icona fu espostaper la prima voltanel 1935 nellachiesa di OstraBrama, a Wilno, inLituania, dove al-lora si trovava suorFaustina. Tutto sisvolse secondo idesideri del Signo-re che aveva det-to: «Desidero chequesto quadro ven-ga esposto pub-blicamente la 2adomenica di Pa-squa. Tale domeni-

Polonia, Glogów,casa natale di santa Faustina.

Marianna Kowalska,madre di suor Faustina.

Stanislao Kowalski,padre di suor Faustina.

Page 65: La Voce - 4-5/2015

sce. Rannicchiata tra le sue brac-cia, non temo nulla». Alcuni mesiprima di consumare il suo olo-causto, nel febbraio 1938, suorFaustina vide Maria con in brac-cio Gesù Bambino.«Bella così – raccontava Faustina– non l’avevo mai vista. Mi guar-dò e mi disse: «Sono la Madredei sacerdoti». Depose a terra ilBambino Gesù e, alzando la ma-no destra al cielo, disse: «Dio, be-nedici la Polonia, benedici i sa-cerdoti». E rivolgendosi a me,disse: «Racconta ai sacerdotiquello che hai visto».L’immagine di Gesù misericor-dioso, dipinta poi dal pittore A.Hyla, ha cominciato a cammina-re per il mondo, come un segnodi speranza per tutti, primi fratutti i peccatori e i fratelli più so-li, più disperati... E suor Fausti-na si spense serena il 5 ottobre1938 a Lagiewniki presso Craco-via. Aveva 33 anni come Gesù.

Il messaggio di suor Faustina

Il 27 settembre 1968 ilcard. Karol Wojtyla, ar-civescovo di Cracovia,chiuse il processo dioce-sano per la beatificazio-ne di suor Faustina, do-po che da Roma, il card.Ottaviani aveva racco-mandato: «Faccia pre-sto, prima che muoianoi testimoni».Lo stesso Karol Wojtyla,diventato papa GiovanniPaolo II, si è ispirato almessaggio della piccolasuora della sua patriaper elaborare l’enciclica«Dives in misericordia»(30 novembre 1980), cheannuncia all’uomo trava-gliato dall’angoscia del nostrotempo l’infinita misericordia delCristo-Amore.

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015 63

Così questa piccola innamoratadi Gesù di nome Faustina – dellaquale una consorella non volleneanche trattenere la foto, per-ché era «buona a nulla» – sta as-surgendo al centro della Chiesauniversale, come un’eco dolce eforte della parola del Maestro,che un giorno agli uomini stan-chi del suo tempo proclamò: «Ve-nite a me, voi tutti che siete affa-ticati e oppressi e io vi ristorerò.Prendete il mio giogo sopra divoi e imparate da me che sonomite e umile di cuore e trovereteristoro alle vostre anime» (Mat-teo 11,28-29).Il messaggio meraviglioso disuor Faustina – tradotto in quasicento lingue in tutta la terra – èl’invito a riscoprire che Dio èamore, a sentirci amati da lui,configurati a Cristo, invasi ecambiati dalla sua presenza, mo-bilitati su tutte le strade, per direa tutti: «Ma lo pensi? È Dio cheti ama». n

Le suore in preghiera davantial Quadro alle ore 15,00(ora della .Misericordia).

La Casa della Congregazione a Cracovia (Łagiewniki)

Page 66: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201564

spiritualità delle persone anziane. Ma grazie aDio non mancano le testimonianze di santi e san-te anziani!

Anna e SimeoneSono stato molto colpito dalla «Giornata per glianziani» che abbiamo fatto qui in Piazza SanPietro lo scorso anno, la piazza era piena. Hoascoltato storie di anziani che si spendono per glialtri, e anche storie di coppie di sposi, che dice-vano: «Facciamo il 50o di matrimonio, facciamoil 60o di matrimonio».È importante farlo vedere ai giovani che si stan-cano presto; è importante la testimonianza deglianziani nella fedeltà. E in questa piazza eranotanti quel giorno. È una riflessione da continua-re, in ambito sia ecclesiale che civile. Il Vangelo

L’ANZIANITÀÈ UNA VOCAZIONE

VOCE FAMIGLIA

Papa Francesco

(...) «Quando sono stato nelle Filippine,il popolo filippino mi salutava dicendo:“Lolo Kiko” – cioè nonno Francesco –

“Lolo Kiko”, dicevano»!

U

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201564

na prima cosa è importante sottolineare:è vero che la società tende a scartarci, madi certo non il Signore. Il Signore non ciscarta mai.Lui ci chiama a seguirlo in ogni età della

vita, e anche l’anzianità contiene una grazia euna missione, una vera vocazione del Signore.L’anzianità è una vocazione. Non è ancora il mo-mento di «tirare i remi in barca».Questo periodo della vita è diverso dai preceden-ti, non c’è dubbio; dobbiamo anche un po’ «in-ventarcelo», perché le nostre società non sonopronte, spiritualmente e moralmente, a dare adesso, a questo momento della vita, il suo pienovalore. Una volta, in effetti, non era così normaleavere tempo a disposizione; oggi lo è molto dipiù. E anche la spiritualità cristiana è stata coltaun po’ di sorpresa, e si tratta di delineare una

Page 67: La Voce - 4-5/2015

ci viene incontro con un’immaginemolto bella, commovente e inco-raggiante. È l’immagine di Simeo-ne e di Anna, dei quali ci parla ilvangelo dell’infanzia di Gesù com-posto da san Luca. Erano certa-mente anziani, il «vecchio» Simeo-ne e la «profetessa» Anna che aveva84 anni.Non nascondeva l’età questa don-na. Il Vangelo dice che aspettavanola venuta di Dio ogni giorno, congrande fedeltà, da lunghi anni. Vo-levano proprio vederlo quel giorno,coglierne i segni, intuirne l’inizio. Forse erano anche un po’ rassegna-ti, ormai, a morire prima: quellalunga attesa continuava però a oc-cupare tutta la loro vita, non aveva-no impegni più importanti di que-sto: aspettare il Signore e pregare. Ebbene, quan-do Maria e Giuseppe giunsero al tempio peradempiere le disposizioni della Legge, Simeone eAnna si mossero di slancio, animati dallo SpiritoSanto (cfr. Lc 2, 27).Il peso dell’età e dell’attesa sparì in un momento.Essi riconobbero il Bambino, e scoprirono unanuova forza, per un nuovo compito: rendere gra-zie e rendere testimonianza per questo Segno diDio. Simeone improvvisò un bellissimo inno digiubilo (cfr. Lc 2, 29-32) – è stato un poeta inquel momento – e Anna divenne la prima predi-catrice di Gesù: «parlava del bambino a quantiaspettavano la redenzione di Gerusalemme» (Lc2, 38).

Anziani che preganoCari nonni, cari anziani, mettiamoci nella scia diquesti vecchi straordinari! Diventiamo anche noiun po’ poeti della preghiera: prendiamo gusto acercare parole nostre, riappropriamoci di quelleche ci insegna la Parola di Dio.È un grande dono per la Chiesa, la preghiera deinonni e degli anziani! La preghiera degli anzianie dei nonni è un dono per la Chiesa, è una ric-chezza! Una grande iniezione di saggezza ancheper l’intera società umana: soprattutto per quellache è troppo indaffarata, troppo presa, troppo di-stratta.Qualcuno deve pur cantare, anche per loro, can-tare i segni di Dio, proclamare i segni di Dio,pregare per loro! Guardiamo a Benedetto XVI,che ha scelto di passare nella preghiera e nel-l’ascolto di Dio l’ultimo tratto della sua vita! Èbello questo! Un grande credente del secolo scor-

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015 65

L’AMORE GUARISCE

Ho letto sul giornale che un bambino, a Brasilia,è stato brutalmente picchiato dai genitori.Per questo motivo ha perso la capacità di muo-versi e di parlare.Ricoverato in ospedale, è stato curato da unainfermiera che ogni giorno gli diceva: «Io tiamo».Anche se i medici garantivano che non potevaudirla e che i suoi sforzi erano inutili, l’infermieracontinuava a ripetergli: «Io ti amo, non dimenti-carlo». Tre settimane dopo, il bambino aveva riacqui-stato la capacità motoria.Quattro settimane dopo, tornava a parlare e asorridere.L’infermiera non ha mai rilasciato interviste e ilgiornale non pubblicava il suo nome, ma qui nerimane l’annotazione, affinché non dimentichia-mo mai che l’amore guarisce.

«Cari anziani,diventiamo un po’ poeti della preghiera...Abbiamo bisogno di anziani che pregano...Noi possiamo ricordare ai giovani ambiziosi

che una vita senza amoreè una vita arida

e ai giovani paurosi che l’angoscia del futuropuò essere vinta»(Papa Francesco).

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015 65

Page 68: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201566

so, di tradizione ortodossa, Olivier Clément, di-ceva: «Una civiltà dove non si prega più è una ci-viltà dove la vec chiaia non ha più senso. E que-sto è terrificante, noi abbiamo bisogno prima ditutto di anziani che pregano, perché la vecchiaiaci è data per questo». Abbiamo bisogno di anzia-ni che preghino perché la vecchiaia ci è data pro-prio per questo.È una cosa bella la preghiera degli anziani. Noipossiamo ringraziare il Signore per i benefici ri-cevuti, e riempire il vuoto dell’ingratitudine chelo circonda.Possiamo intercedere per le attese delle nuovegenerazioni e dare dignità alla memoria e ai sa-crifici di quelle passate. Noi possiamo ricordareai giovani ambiziosi che una vita senza amore èuna vita arida.Possiamo dire ai giovani paurosi che l’angosciadel futuro può essere vinta.Possiamo insegnare ai giovani troppo innamora-ti di sé stessi che c’è più gioia nel dare che nel ri-cevere.I nonni e le nonne formano la «corale» perma-nente di un grande santuario spirituale, dove lapreghiera di supplica e il canto di lode sostengo-no la comunità che lavora e lotta nel campo dellavita.La preghiera, infine, purifica incessantemente ilcuore. La lode e la supplica a Dio prevengonol’indurimento del cuore nel risentimento e nel-l’egoismo.Com’è brutto il cinismo di un anziano che haperso il senso della sua testimonianza, disprezzai giovani e non comunica una sapienza di vita!Invece com’è bello l’incoraggiamento che l’anzia-no riesce a trasmettere al giovane in cerca del

Famiglia Bergoglio. Nonna Rosa al centro.«Le parole che la mia nonna mi consegnò per iscritto

il giorno della mia ordinazione sacerdotale,le porto ancora con me, sempre nel breviario

e le leggo spesso e mi fanno bene»(Papa Francesco).

IL ROSARIO DELLA NONNA

Dolci grani di pace che,silenziosi, scivolate nellemani ormai stanche di coleiche tanto amò nella vitaquella famiglia cara.Ora sola e silente a te, o Madre,offre il suo tempo giàlaborioso e duro nel tramontodel suo umano e lungo andare.Ave o Maria,proteggi i figli miei e i loro figli,indica con l’amor tuoqual è per essi la giusta via.Ave o Maria,così ti prega l’ottuagenaria nell’ora più dolcedi questa operosa e lunga vita,dona a colei che figlia, madre, nonna,attende ora con fede che si chiuda,con l’ultimo grano del Rosarioil suo respiro.

Loredana Montellanico

senso della fede e della vita! È veramente la mis-sione dei nonni, la vocazione degli anziani.Le parole dei nonni hanno qualcosa di speciale,per i giovani. E loro lo sanno.Le parole che la mia nonna mi consegnò periscritto il giorno della mia ordinazione sacerdota-le, le porto ancora con me, sempre nel breviario ele leggo spesso e mi fa bene.Come vorrei una Chiesa che sfidasse la culturadello scarto con la gioia traboccante di un nuovoabbraccio tra i giovani e gli anziani!E questo è quello che oggi chiedo al Signore,questo abbraccio!

Udienza generale, 11 marzo 2015

Page 69: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 luglio.ottobre 2015 67

IL LUTTOIN FAMIGLIA

VOCE FAMIGLIA

Papa Francesco

ma?». Cosa rispondere quando il bambino soffre?Così è la morte in famiglia. In questi casi la morteè come un buco nero che si apre nella vita delle fa-miglie e a cui non sappiamo dare alcuna spiegazio-ne. E a volte si giunge persino a dare la colpa aDio. Ma quanta gente – io li capisco – si arrabbiacon Dio, bestemmia: «Perché mi hai tolto il figlio,la figlia? Ma Dio non c’è, Dio non esiste! Perché hafatto questo?». Tante volte abbiamo sentito questo.Ma questa rabbia è un po’ quello che viene dal cuo-re del dolore grande; la perdita di un figlio o di unafiglia, del papà o della mamma, è un grande dolo-re. Questo accade continuamente nelle famiglie. Inquesti casi, ho detto, la morte è quasi come un bu-co. Ma la morte fisica ha dei «complici» che sonoanche peggiori di lei, e che si chiamano odio, invi-dia, superbia, avarizia; insomma, il peccato delmondo che lavora per la morte e la rende ancorapiù dolorosa e ingiusta. Gli affetti familiari appaio-no come le vittime predestinate e inermi di queste

N

Padova, Cappella Arca del Santo.Una donna invoca p. Antonio di risuscitare il nipotinoParrasio che, poi da grande, vestirà il saio come lo zio.

el percorso di catechesi sulla famiglia, og-gi prendiamo direttamente ispirazionedall’episodio narrato dall’evangelista Lu-ca, che abbiamo appena ascoltato (cfr. Lc7, 11-15). È una scena molto commoven-

te, che ci mostra la compassione di Gesù per chisoffre – in questo caso una vedova che ha persol’unico figlio – e ci mostra anche la potenza di Ge-sù sulla morte.

La morte di un figlio o di un genitoreLa morte è un’esperienza che riguarda tutte le fa-miglie, senza eccezione alcuna. Fa parte della vita;eppure, quando tocca gli affetti familiari, la mortenon riesce mai ad apparirci naturale. Per i genito-ri, sopravvivere ai propri figli è qualcosa di parti-colarmente straziante, che contraddice la naturaelementare dei rapporti che danno senso alla fami-glia stessa. La perdita di un figlio o di una figlia ècome se fermasse il tempo: si apre una voragineche inghiotte il passato e anche il futuro. La mor-te, che porta via il figlio piccolo o giovane, è unoschiaffo alle promesse, ai doni e sacrifici d’amoregioiosamente consegnati alla vita che abbiamo fat-to nascere. Tante volte vengono a Messa a SantaMarta genitori con la foto di un figlio, di una fi-glia, bambino, ragazzo, ragazza, e mi dicono: «Sene è andato, se ne è andata». E lo sguardo è tantoaddolorato. La morte tocca e quando è un figliotocca profondamente. Tutta la famiglia rimane co-me paralizzata, ammutolita. E qualcosa di similepatisce anche il bambino che rimane solo, per laperdita di un genitore, o di entrambi. Quella do-manda: «Ma dov’è il papà? Dov’è la mamma?» –Ma è in cielo» – «Ma perché non lo vedo?». Questadomanda copre un’angoscia nel cuore del bambi-no che rimane solo. Il vuoto dell’abbandono che siapre dentro di lui è tanto più angosciante per ilfatto che non ha neppure l’esperienza sufficienteper «dare un nome» a quello che è accaduto.«Quando torna il papà? Quando torna la mam-

Page 70: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201568

potenze ausiliarie della morte, che accompagna-no la storia del l’uomo. Pensiamo all’assurda«normalità» con la quale, in certi momenti e incerti luoghi, gli eventi che aggiungono orrore al-la morte sono provocati dall’odio e dall’indiffe-renza di altri esseri umani. Il Signore ci liberidall’abituarci a questo!

I nostri cari sono nelle mani buone di Dio

Nel popolo di Dio, con la grazia della sua com-passione donata in Gesù, tante famiglie dimo-strano con i fatti che la morte non ha l’ultimaparola: questo è un vero atto di fede. Tutte le vol-te che la famiglia nel lutto – anche terribile – tro-va la forza di custodire la fede e l’amore che ciuniscono a coloro che amiamo, essa impediscegià ora, alla morte, diprendersi tutto. Il buiodella morte va affronta-to con un più intensolavoro di amore. «Diomio, rischiara le mie te-nebre!», è l’invocazionedella liturgia della sera.Nella luce della Risur-rezione del Signore,che non abbandonanessuno di coloro che ilPadre gli ha affidato,noi possiamo toglierealla morte il suo «pun-giglione», come diceval’apostolo Paolo (1 Cor15, 55); possiamo im-pedirle di avvelenarci lavita, di rendere vani inostri affetti, di farcicadere nel vuoto più buio. In questa fede, pos-siamo consolarci l’un l’altro, sapendo che il Si-gnore ha vinto la morte una volta per tutte. I no-stri cari non sono scomparsi nel buio del nulla:la speranza ci assicura che essi sono nelle manibuone e forti di Dio. L’amore è più forte dellamorte. Per questo la strada è far crescere l’amo-re, renderlo più solido, e l’amore ci custodirà fi-no al giorno in cui ogni lacrima sarà asciugata,quando «non ci sarà più la morte, né lutto, né la-mento, né affanno» (Ap 21, 4). Se ci lasciamo so-stenere da questa fede, l’esperienza del lutto puògenerare una più forte solidarietà dei legami fa-migliari, una nuova apertura al dolore delle altrefamiglie, una nuova fraternità con le famiglieche nascono e rinascono nella speranza. Nasceree rinascere nella speranza, questo ci dà la fede.

Il Signore ci restituirà i nostri cari

Ma io vorrei sottolineare l’ultima frase del Van-gelo che oggi abbiamo sentito (cfr. Lc 7, 11-15).Dopo che Gesù riporta alla vita questo giovane,figlio della mamma che era vedova, dice il Van-gelo: «Gesù lo restituì a sua madre». E questa èla nostra speranza! Tutti i nostri cari che se nesono andati, il Signore ce li restituirà e noi ci in-contreremo insieme a loro.Questa speranza non delude! Ricordiamo benequesto gesto di Gesù: «E Gesù lo restituì a suamadre», così farà il Signore con tutti i nostri carinella famiglia!Questa fede ci protegge dalla visione nichilistadella morte, come pure dalle false consolazionidel mondo, così che la verità cristiana «non ri-

schi di mischiarsi conmitologie di vario gene-re, cedendo ai riti dellasuperstizione, antica omoderna» (BenedettoXVI, Angelus del 2 no-vembre 2008).Oggi è necessario che iPastori e tutti i cristianiesprimano in modo piùconcreto il senso dellafede nei confronti del-l’esperienza famigliaredel lutto.Non si deve negare ildiritto al pianto – dob-biamo piangere nel lut-to –, anche Gesù «scop-piò in pianto» e fu«profondamente turba-to» per il grave lutto di

una famiglia che amava (Gv 11, 33-37).Possiamo piuttosto attingere dalla testimonian-za semplice e forte di tante famiglie che hannosaputo cogliere, nel durissimo passaggio dellamorte, anche il sicuro passaggio del Signore,crocifisso e risorto, con la sua irrevocabile pro-messa di risurrezione dei morti.Il lavoro dell’amore di Dio è più forte del lavorodella morte.È di quell’amore, è proprio di quell’amore, chedobbiamo farci «complici» operosi, con la no-stra fede! E ricordiamo quel gesto di Gesù: «EGesù lo restituì a sua madre», così farà con tuttii nostri cari e con noi quando ci incontreremo,quando la morte sarà definitivamente sconfittain noi. Essa è sconfitta dalla croce di Gesù. Gesùci restituirà in famiglia a tutti! n

Padova, Cappella Arca del Santo. «Risurrezionedell’annegata Emilia». Opera del Sansovino.

Page 71: La Voce - 4-5/2015

O deliziosa intimità, o beata compagnia! O segli uomini tutti sapessero comprendere ed ap-prezzare questo grandissimo dono che Iddio,nell’eccesso del suo amore per l’uomo, a noiassegnò questo celeste spirito! Rammentatespesso la di lui presenza: bisogna fissarlocoll’occhio dell’anima; ringraziatelo, pregate-lo. Egli è così delicato, così sensibile; rispet -tatelo. Abbiate continuo timore di offenderela purezza del suo sguardo. Invocate spessoquesto angelo custode, quest’angelo benefi-co, ripetete spesso la bella preghiera: “Angelodi Dio, che sei custode mio, a te affidata dal-la bontà del Padre celeste, illuminami, custo-

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015 69

L’ANGELO CUSTODEci protegge come un amico

VOCE FAMIGLIA • Dedicata ai nonni nella loro festa

San Pio da Pietrelcina

I nonni imparino dall’Angelo custode comeproteggere i loro nipotini e guidarli al Signo-re e li facciano crescere nell’amore verso que-sto celeste compagno di vita.

In una lettera scritta da Padre Pio a RaffaelinaCerase il 20 aprile 1915, il Santo esalta l’amoredi Dio che ha donato all’uomo un dono cosìgrande come l’Angelo custode:«O Raffaelina, quanto consola il sapersi di es-sere sempre sotto la custodia di un celeste spi-rito, il quale non ci abbandona nemmeno (cosaammirabile!) nell’atto che diamo disgusto aDio! Quanto riesce dolce per l’anima credentequesta grande verità! Di che dunque può teme-re l’anima devota che si studia d’amare Gesù,avendo sempre con sé un sì insigne guerriero?O non fu egli forse uno di quei tanti che assie-me all’angelo san Michele lassù nell’empireodifesero l’onore di Dio contro satana e controtutti gli altri spiriti ribelli ed infine li ridusseroalla perdita e li rilegarono nell’inferno?Ebbene, sappiate che egli è ancor potente con-tro satana e i suoi satelliti, la sua carità non èvenuta meno, né giammai potrà venir meno daldifenderci. Prendete la bella abitudine di pen-sar sempre a lui. Che vicino a noi sta uno spiri-to celeste, il quale dalla culla alla tomba non cilascia mai un istante, ci guida, ci protegge co-me un amico, un fratello, deve pur riuscire anoi sempre di consolazione, specie nelle oreper noi più tristi.Sappiate, o Raffaelina, che questo buon angeloprega per voi: offre a Dio tutte le vostre buoneopere che compite, i vostri desideri santi e puri.Nelle ore in cui vi sembra di essere sola e ab-bandonata non vi lagnate di non avere un ani-ma amica, a cui possiate aprirvi ed a lei confi-dare i vostri dolori: per carità, non dimenticatequesto invisibile compagno, sempre presentead ascoltarvi, sempre pronto a consolarvi.

Page 72: La Voce - 4-5/2015

PREGHIERA ALL’ANGELO CUSTODEO santo angelo custode,abbi cura dell’anima mia e del mio corpo.Illumina la mia mente perché conosca meglio il Signoree lo ami con tutto il cuore.Assistimi nelle mie preghiere perché non ceda alle distrazioni,ma vi ponga la più grande attenzione.Aiutami con i tuoi consigli, perché veda il benee lo compia con generosità.Difendimi dalle insidie del nemico infernalee sostienimi nelle tentazioni, perché riesca sempre vincitore.Supplisci alla mia freddezza nel culto del Signore.Non cessare di attendere alla mia custodia,finché non mi abbia portato in Paradiso,ove loderemo insieme il Buon Dio per tutta l’eternità.

San Pio da Pietrelcina

discimi, guidami ora e sempre” (Ep II, pp.403-404).Sempre nelle lettere di Padre Pio ci si imbattein un episodio in cui il Santo si lamenta con ilsuo Angelo Custode: “Ne mossi lagnanza all’an-giolino, e questi dopo avermi fatta una bellapredichina, soggiunse: Ringrazia Gesù che titratta da eletto a seguire lui da vicino per l’ertadel Calvario; io vedo, anima affidata alla miacura da Gesù, con gioia e commozione del miointerno questa condotta di Gesù verso di te.Credi tu forse che sarei così contento, se non ti

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201570

vedessi così abbattuto? Io che nella carità santamolto desidero il tuo vantaggio, godo semprepiù nel vederti in codesto stato.Gesù permette questi assalti al demonio, per-ché la sua pietà ti rende a sé caro e vuole che tulo rassomigli nelle angosce del deserto, dell’or-to e della croce.Tu difenditi, allontana sempre e disprezza lemaligne insinuazioni e dove le tue forze nonpotranno arrivare non ti affliggere, diletto delmio cuore, io sono vicino a te”» (Ep 1, pp. 330-331). n

Page 73: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015 71

Chi accoglie uno di questibambini accoglie me. Gesù

Piazza S. Pancrazio, 9 - 00152 ROMATel. 06.588.20.82 / 06.583.59.75Fax 06.581.63.92E-Mail: [email protected] vostro contributo potrete inviarlo tramite:• il nostro conto corrente postale

n. 56048093, intestando aFIGLIE S. MARIA DELLA PROVVIDENZA“Progetti”Piazza S. Pancrazio, 9 - 00152 Romaspecificando: Per adozione di...

• Conto bancario per Adozioni a distanza:Banca Prossima - Piazza della Libertà, 1300192 RomaIBAN: IT48 P033 5901 6001 0000 0001 546

Se stai cercando un modo concreto di fare il bene e di aiutarequalcuno che ne abbia veramente bisogno,

le Figlie di S. Maria della Provvidenza ti offrono il Progetto:

Sono bambini/e, ragazzi/e che fanno partedelle nostre case o che vengono a contattocon le suore guanelliane che lavoranoin Romania, in India, nelle Filippine,in America Latina.Se sei interessato/a o se volessi sapere qualcosadi più, rivolgiti a:

Suor SARA SÁNCHEZ (collaboratrice)Casa «S. Pio X»Via Guido Rangoni, 5331016 CORDIGNANO (TV)Tel. 0438.99.90.34 - Fax 0438.99.50.93E-Mail: [email protected]

Suor FAUSTA DELLA TORRE (responsabile)Casa Generalizia

* Adozioni a distanza *

Page 74: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201572

Estrapoliamo dalle intervistedi Zenit al salesianodon Roberto Spatarodell’8 e del 15 aprile 2015alcuni passi, che possano interessarevoi giovani: la gioiadi don Bosco e dei giovanidei suoi oratori, come purela vocazione salesianadi don Roberto.Don Roberto Spataro, amicodella Famiglia guanellianache ci onora di esserefra i nostri abbonati,è segretario della PontificiaAccademia Latinitatis e docenteall’Università Pontificia Salesiana.Chiediamo scusaper la rielaborazione e per i tagli.Grazie, don Robertoe grazie all’agenzia Zenit.

…DIntervista a

don Roberto Spataro sdb

a cura di Antonio Gaspari

PROPOSTE GIOVANI

DON BOSCOai giovani

«… vedervi felici nel tempo e nell’eternità»

Don Roberto Spataro sdb

on Bosco fondò la«Società dell’alle-gria», con l’intento diorganizzare giochi,

tenere conversazioni, leggere li-bri che contribuissero all’allegriadi tutti.Era vietato tutto ciò che produ-ceva malinconia, specialmente ladisobbedienza alla legge del Si-gnore.Chi bestemmiava, pronunciava ilnome di Dio senza rispetto, face-va discorsi cattivi, doveva andar-sene dalla Società.La società si fondava su tre rego-le principali: nessuna azione odiscorso che possa offendere uncristiano; fare i propri doveriscolastici; essere allegri. Don Bo-

Page 75: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015 73

suole allontanare i giovani dallavirtù. Il primo è far loro venir inmente che il servire il Signoreconsista in una vita malinconicae lontana da ogni divertimento epiacere.Non è così, giovani cari. Io voglioinsegnarvi un metodo di vita cri-stiano, che sia nel tempo stessoallegro e contento, additandoviquali siano i veri divertimenti e iveri piaceri. Tale appunto è loscopo di questo libretto, servire alSignore e stare sempre allegri»...Don Bosco è stato musicista edanche compositore, soprattuttonei primi anni del suo ministero,di canzoncine religiose.Aveva imparato a suonare l’orga-no quand’era studente a Chieri.Ha creduto moltissimo nel valoreeducativo della musica. «Una ca-sa salesiana senza musica, è uncorpo senz’anima», soleva ripete-re. All’Oratorio di don Bosco, sisuona, si canta, si allestisconooperette, si mette su la banda.Con le forme che poi cambianocon il tempo e il gusto dei giova-ni, questa tradizione è sempre vi-va negli ambienti salesiani...

3 Qual è il segreto della brillan-tezza ed efficacia comunicati-

va di don Bosco?

Don Bosco ama. Chi parla, chicomunica, chi trasmette un mes-saggio ex abundantia cordis, è ef-

ficace, trova il linguaggio giusto.Si potrebbe applicare allo stilecomunicativo di don Bosco quel-la massima di san Francesco diSales, che funge da motto cardi-nalizio del beato John HenryNewman.A me piace tanto: Cor ad cor lo-quitur. Inoltre, quando don Bo-sco è stato ordinato prete, hachiesto una grazia: l’efficacia del-la parola. Gli è stata abbondante-mente elargita.(...)Mi piace congedarmi ripetendo ilduplice titolo con cui san Gio-vanni Paolo II ha disposto chefosse onorato nella Chiesa: «Pa-dre e Maestro dei giovani».

3 Cosa direbbe don Bosco ad ungiovane di oggi?

In mille lingue, con mille sfuma-ture diverse, don Bosco gli direb-be ciò che ha scritto al principiodel suo «manifesto programmati-co», una sorta di sintesi di peda-gogia donboschiana, in formanarrativo-epistolare, la famosaLettera da Roma del 1884. Eccole sue bellissime parole: «Uno solo è il mio desiderio, quello divedervi felici nel tempo e nel-l’eternità.» Queste parole, donBosco le ripete ad ogni giovane(Zenit.org, 15 aprile 2015).

sco e i suoi compagni cercavanodi vivere nell’allegria, impegnan-dosi nei propri doveri di studio edi fede, godendo dell’allegria, nelrispetto di Dio e degli altri.Il santo salesiano racconta che lasocietà dell’allegria gli diede unacerta celebrità. «Nel 1832 – hascritto – ero stimato e obbeditocome il capitano di un piccoloesercito.Mi cercavano da ogni parte perorganizzare trattenimenti, aiuta-re alunni nelle case private, dareripetizioni», nel frattempo, «ladivina Provvidenza mi aiutavacosì a procurarmi il denaro per ilibri di scuola, i vestiti e le altrenecessità, senza pesare sulla miafamiglia».

3 Si racconta che don Bosco eraun ottimista, sempre allegro,

che componeva musiche, canzoni,canti, preghiere...

Don Bosco era versatile. La natu-ra gli aveva fornito tante doti in-tellettuali e tante abilità pratico-manuali. È un santo allegro.Papa Paolo VI lo cita tra i «santidella gioia cristiana» in una suabellissima lettera, la Gaudete inDomino.Nel «Giovane provveduto», unmanualetto di formazione cri-stiana, scritto da don Bosco, leg-giamo: «Due sono gl’inganniprincipali, con cui il demonio

Don Bosco ai giovani:«Voi mi avete salvato,

per voi spenderò la mia vita».

Nella pagina precedente, in alto, e a fianco: suore guanelliane in visita a Torino Valdocco.

Page 76: La Voce - 4-5/2015

3 Lei come lo ha scoperto?

Ah, che bella domanda! Mi fatornare indietro nel tempo. Anno1977, sabato pomeriggio al prin-cipio dell’autunno. Lo ricordocome oggi. Dodicenne, entro perla prima volta, un po’ intimidito,nell’oratorio salesiano di Potenzae vengo accolto come se fossi at-teso da tempo. Sono subito coin-volto e attratto in un movimentodi attività: gioco, formazione cri-stiana, associazionismo, sport,teatro, volontariato (allora, nonsi chiamava ancora così). In po-co tempo, scopro che all’originedi questa felicissima esperienzache accompagna la mia crescita,c’è don Bosco. Tutti lo chiamia-mo così: salesiani, educatori, ra-gazzi, genitori, insomma gli «abi-tanti» che popolano un ambientesalesiano. Imparo a conoscerlo e,conoscendolo, non posso nonamarlo. Lo sento vicino a noi.Certo, leggo la sua biografia e al-tri libri che illustrano la sua per-sonalità, ma don Bosco l’ho sco-perto, giorno dopo giorno, nel-l’ambiente salesiano che ho fre-quentato, attraverso la testimo-nianza e l’impegno degli educa-

tori che si ispirano a lui, salesia-ni indimenticabili, molto diversitra loro per età, sensibilità, capa-cità, ma tutti riproduzione fedeledell’amore pedagogico di donBosco per i ragazzi. Sono statoattirato da lui, come se fosse sta-to una calamita.

3 Quanto ha inciso il carisma didon Bosco nella sua vocazione?

Moltissimo. A tredici anni, lo ri-cordo benissimo, ho iniziato adesiderare di diventare prete. Miidentificavo con il modello «don-boschiano» di prete, operosa-mente apostolico, cordialmentesorridente, proprio come i sale-siani che incontravo e che mi ac-compagnavano sapientemente.Con il passar del tempo, quandoho cominciato a comprendereche quel mio desiderio era in realtà una «vocazione», non homai avuto dubbi: prete salesiano,con don Bosco.In particolar modo, c’è un’attivi-tà che mi ha aiutato non poconel discernimento vocazionale: ilservizio all’altare. In oratorio, isalesiani portavano avanti un iti-nerario vocazionale che risale a

don Bosco stesso: l’amore per laliturgia e il gruppo del «piccoloclero», come si diceva una volta.Don Bosco è stato, a suo modo,un antesignano del movimentoliturgico e ha sollecitato l’actuosaparticipatio dei ragazzi. La curadel «piccolo clero» ha sempre ca-ratterizzato le comunità salesia-ne e si è sempre rivelato unaschola vocationis. Mi consenta, aquesto proposito, di esprimerel’auspicio che nelle comunità ec-clesiali non si sottovaluti maiquesta forma di educazione vo-cazionale e che, per tal motivo, ilservizio all’altare sia riservato airagazzi.Gli anni sono passati, sono anda-to in noviziato, ho proseguito lamia formazione e ho scoperto unaltro aspetto della santità sacer-dotale di don Bosco: la profondi-tà della sua vita spirituale. Un li-bro che ha inciso moltissimo sul-la mia maturazione è stato unvolumetto, intitolato Don Bosco.L’unione con Dio. La definizioneè del Cardinal Alimonda, l’Arci-vescovo di Torino che ha conso-lato con il suo affetto gli ultimianni trascorsi da don Bosco suquesta terra. L’autore del libro èdon Eugenio Ceria, uno dei mi-gliori biografi di don Bosco, cheebbi modo, tra l’altro, di cono-scere. Ho capito, così, che ispira-re il proprio sacerdozio a donBosco significa diventare un’ani-ma orante (Zenit.org, 8 aprile2015). n

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201574

Il piccolo-grande discepolo di san Giovanni Bosco: san Domenico Savio.

Dio ci ama con misericordia, vale a dire ci ama malgrado le nostre miserie e le nostre innumerevolimancanze, e misura le sueesigenze alle forze checonosce in noi: «Egli tien conto dellenostre debolezze, conosceperfettamente la fragilitàdella nostra natura».

Victor Sion, ocd

Tavo

la d

i Nin

o M

usio

Page 77: La Voce - 4-5/2015

1) Ricordati che...non sei necessario

Lo so, non sembra un grandepunto di partenza... ma è vero: ilsacerdote può fare da solo tuttoquello che fai durante la Messa.Ciò significa che il tuo ruolo nel-la liturgia è più che un semplice«essere utile».Leggi gli altri nove punti per ca-pire bene cosa intendo.

2) Sei un testimone silenzioso

Arrivando in chiesa venti minutiprima dell’inizio della Messa, ve-stendo la tua piccola talare e pre-parando la celebrazione, stai di-cendo a tutti: «È importante arri-

vare presto. È importante prepa-rarsi per la Messa. È importanteprendersi il tempo necessario».

3) Le azionidicono più delle parole

Devi presentarti vestito bene perla Messa. Non abiti eleganti, manemmeno sporchi. Sarebbe beneindossare scarpe scure, non daginnastica, né da montagna, tan-to meno da spiaggia. Andrai benlavato e pettinato.

4) Anche il linguaggio del corpoparla chiaro

Mentre ti prepari per la Messamuoviti un po’ più tranquillo.

Nella processione avanza in mo-do cadenzato. Viviamo in una vi-ta sempre di corsa: per ascoltareDio dobbiamo fare silenzio... Iltuo incedere più attento aiuteràle persone a mettersi nella giustadisposizione per la preghiera.

5) La processione è più che unsemplice entrare in chiesa

La processione è un’antico ritoreligioso. Richiama l’Antico Te-stamento, quando gli ebrei sali-vano in processione a Gerusa-lemme e al tempio di Dio. Men-tre si va verso il presbiterio per lacelebrazione in processione, invi-ti l’Assemblea a porsi alla presen-za di Dio.La processione è il trionfo del reche arriva nella sua città, dovreb-be quindi essere fatta con dignitàe solennità. Non affrettarti perraggiungere la tua postazione.Sii orgoglioso di essere un servodell’altare del re! Quando porti lacroce in testa alla processione,stai dicendo ai fedeli: «Guardate,siamo chiamati a portare la no-stra croce e a seguire Gesù Cri-sto». Porta quindi la croce consolennità.

6) Portare un libro o un ceroha un significato profondo

Porti le candele? Stai dicendo:«Tutti portiamo nei nostri cuorila luce di Cristo che abbiamo ri-cevuto nel Battesimo. Siamo laluce nell’oscurità, le stelle lumi-nose dell’universo». Le candeleaccompagnano la Croce e il Van-gelo perché il Vangelo e la Croceportano la luce al mondo.Porti il libro del Vangelo? Rap-presenti gli apostoli che hannoportato la Parola di Dio al mon-do e ricordi ai fedeli che sonochiamati a portare la buona no-vella dell’amore di Dio al mondointero.

7) I chierichetti sono comegli angeli davanti al trono

Dopo il canto del «Santo», ingi-nocchiati per la preghiera di con-sacrazione. A questo punto sei

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015 75

PROPOSTE GIOVANI • La pagina dei ragazzi

Il decalogodel buon chierichettoServire all’altareè più importante di quanto si pensi

«Portare la Croce o un cero ha un significato ben più profondo di quanto pensi».

Dwight Lonecker

Page 78: La Voce - 4-5/2015

come uno degli angeli in adora-zione di fronte al trono di Dio.Inchinati profondamente. Il mo-do con cui adori in questo mo-mento della Messa parla al cuoredi tutti.

8) Servi all’altarecon azioni rituali

Gli inchini di fronte all’altare o alsacerdote o al diacono nei mo-menti richiesti... aiutano le mentie i cuori di tutti a elevarsi versol’alto. Le tue azioni siano pienedi dignità.

9) Sii orgogliosodi quello che fai

Sii fedele ai tuoi doveri perchéDio è fedele a te. Trasforma letue azioni in preghiera... Quelloche stai facendo è un servizio aDio e aprirà il tuo cuore e lo por-terà vicino a lui, anche se non tene rendi conto. Se sei santamen-te orgoglioso del tuo servizio, tisorprenderai nel renderti conto,man mano, come questa autosti-ma si rifletterà in tutta la tua vi-ta: dal tuo lavoro alla scuola, altuo impegno nello sport, alle tueamicizie.

10) Sei necessarioAvevo detto che non lo eri? In realtà volevo dire che tu sei mol-to più che necessario. Sei vitale,perché il tuo non è solamente unruolo funzionale, ma un ruolosimbolico e il linguaggio dei sim-boli nella preghiera liturgica èimportante. Il modo in cui sisvolge il tuo servizio può avvici-nare gli altri a Dio. Sei più chenecessario, perché la bellezza èpiù che necessaria e quello chestai facendo è... bellissimo. C’ètroppa poca bellezza nel nostromondo. Non sottovalutare la tuaimportanza!

Il decalogo (con qualche lievissi-mo ritocco) è stato scritto dallostatunitense padre Dwight Lonec-ker, pastore anglicano convertitosinel 1995 al cattolicesimo e oggisacerdote cattolico. n

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201576

Gesù, noi siamo feliciche tu ci chiami a servirtial tuo altare e ad aiutareil tuo sacerdote che guidail popolo nella preghiera,nell’ascolto della tua Parolae nel santo Sacrificio.

Noi siamo la tua corte d’onorecome i tuoi angeli:ci impegniamo ad essereattenti e diligenticosì da essere d’esempio a tutti.

Noi siamo dei piccoli battezzatiche tu chiami accanto a te.Grazie per questo dono!

Benedici noie le nostre famiglie,i fratelli e gli amici,il nostro parrocoe gli altri sacerdoti,il diacono e tutti i ministriche ti servono con noi.

Amen.

PREGHIERA DEL PICCOLO MINISTRANTE

Sii orgoglioso di quello che fai,perché stai rendendo un servizio di lode a Dio.

Page 79: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015 77

Preghiamocon san Francesco d’AssisiLaudato sii, mio Signore, per tutte le tue creature:il cielo, il sole, le stelle, la luna la terra, i fiori,il mare azzurro, gli uccelli e tutti gli animali.

Laudato sii, mio Signore,per il mio papà e la mia mamma,per tutti i miei cari e per i miei amici.

per i più piccoli da colorare

Disegno di autore non identificato

Page 80: La Voce - 4-5/2015

uesta giornata del mese di maggio è davverospeciale per la Casa don Guanella e in partico-lare per la popolazione della Valle Maggia.Apriamo oggi un anno che ci vedrà in cammino

verso un anniversario che segna cento anni di servizio,di fedeltà e di fatica. Mi piace salutare tutti voi facendomio lo stesso atteggiamento del Fondatore don LuigiGuanella. Chi l’ha conosciuto ha testimoniato che eraun prete il quale «conservava nel cuore e dimostrava lagratitudine a chiunque gli avesse procurato del bene»(Processo Apostolico, 52,80,25). Molti sono coloro chehanno procurato del bene alla Casa. E anch’io, comedon Guanella, desidero esprimere gratitudine prima ditutto a Dio che ha messo nella mente e nel cuore di chici ha preceduto la volontà di fare un’opera in questa ter-ra. Desidero esprimere tutta la riconoscenza alle perso-ne che nel corso di questi cento anni hanno «procuratodel bene» alla Casa. Sono davvero tante e spero che unostudio storico già avviato possa farcele conoscere da vi-cino attraverso una pubblicazione. Gli inizi sono sem-pre difficili ma sono sempre belli da ricordare, sonoesperienze di vita che fanno la storia della nostra casa.Desidero ringraziare vivamente la popolazione di Mag-gia, la Chiesa locale, le autorità, quelle di ieri e quelle dioggi, che hanno reso possibile compiere un servizio chenon ha mai disgiunto la professionalità alla dedizione.Un grazie alle persone che l’hanno abitata e vi abitano,sentendola casa propria, alle loro famiglie, ai collabora-tori, agli amici e particolarmente a tutte le suore che cihanno preceduto e vi hanno dedicato la loro vita.

Q

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201578

VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA

UN SALUTO Maggia 9 maggio 2015

Non da ultimo un grazie sentito ai membri del Consi-glio di fondazione che ci stanno accompagnando condisponibilità e competenza verso mete future di novitàe di speranza. Certamente un percorso di cento anninon è stato tutto «rose e fiori», come si suol dire, per-ché i sacrifici non sono mancati e le contrarietà ci han-no accompagnato e ci accompagnano ancora oggi. Manulla diminuisce il nostro spirito di sincera gratitudineper la bella opera che è sotto i nostri occhi e che tuttiinsieme ancora oggi riusciamo a compiere. Non misoffermo sulla storia della Casa perché avremo tuttoun anno per rifletterci e in calendario abbiamo altriappuntamenti ai quali, spero, non vogliate mancare.Davanti agli occhi di Dio cento anni sono un soffio, maper noi creature umane sono un traguardo che per unverso segna una meta e per altro verso segna un puntodi partenza per nuove scelte e traguardi innovativi. In-fatti, vorrei che questo centenario di vita segnasse unatappa di rinnovata comunione e di una bella ventata diaria nuova nella nostra casa dalle porte per riceverechi ha bisogno di accoglienza, di cure, di consolazione.Ed allora non rimane che augurare a ciascuno di noiun buon cammino alla scoperta del nostro Fondatore,Luigi Guanella, sacerdote appassionato di Dio e del-l’umanità sofferente, ma anche verso la conoscenzadelle nostre origini e di questo servizio che appartienein modo speciale al popolo di questa terra. Grazie peressere venuti a far festa noi e arrivederci al prossimoappuntamento.

Suor Anna Studioso, superiora

Page 81: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA

79

Primo centenario 1916-2016Casa di Valle Maggia

MAGGIA (CT-CH) • Casa Beato Luigi Guanella

N

vita questa storia, partico-lari inediti e curiosi chehanno fatto la storia dellacasa.Per raccogliere documen-ti è stata chiesta la colla-borazione di tutte le per-sone, sia del paese chedella Valle, anche tramitelettera scritta a tutti gliover-settanta.Chi ha ricordi degli annilontani, chi ha potutousuifrire dei vari serviziofferti dalla casa (adesempio della scuola ma-terna) e vuole darne testi-monianza, chi ricordamagari una suora in par-ticolare e vuole farla co-noscere, chi ha qualchefatto da ricordare, chi è inpossesso di vecchie fotopuò aiutare a ricostruirela storia che, oltre ad esse-re quella della casa, è an-che quella del paese diMaggia e di tutta la valle.Si pensa di consegnare lapubblicazione in occasio-ne della chiusura dell’an-no centenario.Sabato, la gente di Mag-gia ha dimostrato grandeattaccamento alla casa.Erano in molti quelli salitiall’Ospizio per parteciparealla festa voluta per loda-re e ringraziare il Signoreper quest’opera da Lui vo-luta e da Lui diretta intutti questi anni.Si è iniziato con la SantaMessa solenne, concele-brata da nove sacerdoti epresieduta dal Padre pro-vinciale dei Servi della Ca-rità don Marco Grega,con don Erico Zoppis cherappresentava MonsignorVescovo, i nostri due par-roci, i parroci della valle eda sacerdoti amici dellacasa.Si è predisposto un colle-gamento diretto con la sa-la teatro della nostra casae la cerimonia è stata vis-

Suor Manuela e signora Silvia incorniciate da palloncini.

essuno potrà maidire: non lo sapevo.Festa annunciataanche a chi non fre-

quenta regolarmente laCasa, con un invito reca-pitato ad ogni famiglia delpaese, con annunci suiquotidiani ticinesi e ungrande striscione conmessaggio che troneggiasul cancello d’entrata.Sabato 9 maggio 2015nella Casa don Guanelladi Maggia si è dato avvioall’anno centenario di fon-dazione della casa.«L’Ospizio», come venivachiamato allora, è statoaperto da don AurelioBacciarini a quei tempisuperiore generale deiServi della Carità e primosuccessore di don Guanel-la alla guida della nascen-te Congregazione Guanel-liana.Casa aperta per i bisognidel paese, per i bisognidell’intera valle e tutti so-no stati chiamati a festeg-giare questo grande avve-nimento e chiamati anchea ricordarlo e a farlo ri-cordare.Come ricordarlo?Cento anni di bene dona-to e ricevuto non possonoessere dimenticati e perquesto la direzione dellaCasa ha pensato a unapubblicazione che possaricordare e far conoscerealle generazioni future ilpercorso che la casa haseguito in questi anni, ivari «personaggi» (suore,ospiti, amici, ecc.) chehanno scritto con la loro

Page 82: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201580

VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA

to a san Luigi Guanella.Al termine della celebra-zione sono stati fatti i di-scorsi ufficiali per l’anni-versario che s’intende ce-lebrare.Ha iniziato la superiorasuor Anna Studioso segui-ta dalla superiora provin-ciale suor Teresa Gatti,che ha portato anche ilsaluto della superiora ge-nerale Madre Serena Cise-rani, don Enrico che haportato la parola di Mon-signor Vescovo.A nome di tutti gli opera-tori ha parlato la signori-na Bonetti Fabrizia, da 41anni al servizio della casa

e a nome degli ospiti il si-gnor Zanini Antonio diCavergno, da otto anni re-sidente in casa.Ha concluso la parte uffi-ciale il Sindaco di Mag-gia, che ha portato il salu-

suta e partecipata sia dainostri ospiti che dalle nu-merose persone parteci-panti senza alcun proble-ma, né per la capienza néper altre problematiche,che possono subentrarequando si è in tanti e lospazio è ridotto.Tutto, sia in chiesa che inteatro, ha funzionato mol-to bene, tutti hanno parte-

to e il ringraziamento ditutta la popolazione. Ilprimo cittadino ha sottoli-neato come «lo slogan Ca-rità e Cultura, scelto perquesto anno centenario,rispecchi pienamente ilservizio della Casa. Quiscorre all’interno un quo-tidiano fatto di amore, dicarità e di professionalitàe all’esterno arriva eco di

un servizio che intendeessere ben radicato nellacultura locale. Il suo can-cello spalancato al territo-rio vuole testimoniare lapresenza attiva di questaCasa nella più ampia co-munità della Valle. Questii motivi più sinceri perringraziare».Conclusa la parte ufficia-le, si è proseguito con unagape fraterna aperta atutti.Nel pomeriggio c’è statala possibilità di visitaresia i reparti che i servizigenerali della casa, cucinae lavanderia.La festa si è svolta all’inse-gna dell’invito: Vieni e gu-sta con l’anziano.Ogni reparto ha allestito,oltre ad uno spazio di mo-stra con utensili del fineottocento e primo nove-cento, uno spazio in cuierano esposti vari lavori

I concelebranti.Presiede don Margo Grega,

superiore provinciale SdCProvincia Sacro Cuore.

L’assemblea eucaristica. In primo piano: da destra lasuperiora prov. suor Teresa Gatti, l’economa gen. suor Rosa

Presutto, la superiora della Casa suor Anna Studioso.

Foto ricordo del Centenario.

Suor Angelina Zaniniaccende la lampadadel Centenario.

cipato attivamente alla ce-lebrazione sentendo e ve-dendo bene.La cerimonia è stata ac-compagnata magnifica-mente dal coro «Goccedell’anima», a cui va il nostro ringraziamento,anche per avere imparatoin tempo «record» il can-

Page 83: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA

81

60° di suor Sabina

Auguri, suor Bambina

ROMA • Casa S. Rosa

ALBESE

Con gratitudine deside-riamo rendere grazie aDio, Padre Provvidente,per il 60o anniversariodella vita religiosa disuor Sabina Benedetti.

Le formuliamo ringra-ziamenti per il preziosolavoro svolto in Congre-gazione e auguri di co-piose benedizioni divine.

n

Al centro suor BambinaVittori della Comunità diAlbese, che spegne le sue100 candeline. Intorno alei cooperatori ed opera-tori e suore della CasaS. Giuseppe di Belgioio-so, che insieme alla Su-periora suor Marina But-

ti si sono recati in pul-lman a festeggiarla. Nes-suno a Belgioioso ha di-menticato suor Bambinaper il suo servizio nei re-parti ed in portineria. Hapartecipato ai festeggia-menti anche la signoraLuigia Ripamonti. n

fatti dagli ospiti della ca-sa. In un reparto «dal pre-stinee» si è potuto gustareil pane; nell’altro «all’an-golo dei golosi» tante tor-te e pasticcini; in un grup-po presso «il Bazar» si po-tevano vedere e acquista-re i lavori fatti dagli ospitie ancora in quello chia-mato «all’angolo dei sen-si» assaporare delle buo-nissime tisane.

sente il quartetto d’archi«César», che ha dato untocco di classe in più al-l’intera giornata, delizian-do la platea con brani ma-gistralmente eseguiti emolto apprezzati dal pub-blico.Ringraziando i numerosipartecipanti cogliamo l’oc -casione per dare appunta-mento ai prossimi incon-tri ufficiali che saranno:

Tutti gli operatori dellacasa hanno dato prova diquanto amano questoluogo dove lavorano, nes-sun calcolo di tempo perben preparare, con gene-rosità e dedizione, gli ori-ginali angoli di esposizio-ne e per la buona riuscitadi questa apertura cente-naria.Nel pomeriggio era pre-

• Giovedì 24 settembre2015: Giornata dell’an-ziano e del bambino

• Febbraio 2016 (giornoancora da stabilire):Giornata dell’operato-re e del volontario

• Sabato 7 maggio 2016:Giornata di chiusuradel Centenario

Le suoredella Casa di Maggia

Agape fraterna nel verde di Valle Maggia.

Il quartetto d’archi «César»,cui va un sentito plauso e grazie.

Page 84: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201582

VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA

La barca che ci accogliesia guidata dalla fiduciaIncontro zonale e nuovo anno sociale

COSENZA • Casa Divina Provvidenza

dente, Martino Sumerano.L’accoglienza mattutinaci ha consentito di riab-bracciare, con sinceragioiosità, i cooperatori diLaureana di Borrello e diDipignano e ci ha ancheregalato l’opportunità diuno scambio cordiale

con i rappresentanti del-la Associazione Naziona-le dei Cooperatori, tracui il presidente PietroOzimo ed il segretarioDino Stella. La preghierainiziale, insieme al cantodi lode al nostro Fonda-tore san Luigi, ha avviatol’incontro.Dopo gli onori di casadella presidente del grup-po locale, A. M. Bruni,che ha dato il benvenutoa Martino ed alla segreta-ria Rosanna Furci insie-me a tutti i presenti, cisiamo ritrovati nella saladelle riunioni per segui-re, con attenta partecipa-zione, la relazione delnuovo presidente provin-ciale, il quale ci ha intrat-tenuto sul tema: «Cari-sma e spiritualità in sanLuigi Guanella».Stimolante, per tutti, ilsuo richiamo alla consa-pevolezza di noi coopera-

tori quale parte integran-te ed essenziale della Fa-miglia Guanelliana, checi chiama ad essere por-tatori di una concretamissione di carità, soli-dale verso i bisognosi,nella certezza dell’amoreincondizionato di Dio,

Le foto-ricordodel nostro incontro.

I

È stata, quella domenica,una serena e fruttuosagiornata d’incontro, pre-sieduta dal nuovo presi-

l nostro anno sociale2015-2016 si avvia ar-ricchito da quanto vis-suto nel recente passa-

to, in occasione del pri-mo incontro zonale conil nuovo presidente dellaProvincia Guanellianadel Centro-Sud.Conserviamo come spin-ta propulsiva, per unnuovo anno ricco di ac-coglienza e di fraternità,quanto vissuto, domeni-ca 21 giugno 2015, nellaCasa Divina Provvidenzada noi Cooperatori Gua-nelliani, con ancora nelcuore l’emozione per lavisita dell’urna di sanLuigi, che ha fatto ritor-no nella nostra città do-po decenni di amore fe-condo, donato e ricevutonel suo nome e secondoil suo esempio.

Page 85: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA

83

Padre di Misericordia,che guida ogni azioneumana e non dimenticanessuno dei suoi figli.Il saluto della superioradella casa, suor GabrielaCarbajal, è stato preziosocome sempre ed ha resopiù ricca la nostra matti-nata, che si è avvalsa an-che dell’apporto della de-legata suor Carmelina,con la distribuzione delVangelo tascabile volutoda Papa Francesco.Un questionario ad hocci ha chiamati, infine, ariflettere sulla rispostapersonale che ciascunoriesce a dare alla sua ap-partenenza alla stessaFamiglia Guanelliana:quella Famiglia che savedere in Dio il Padreprovvidente di tutti es’impegna in un cammi-no di cooperazione laica,capace di pietà samarita-na per ogni fratello chela vita gli pone sulla stra-da.La Messa, celebrata dalnostro sacerdote-guidadon Pompeo Rizzo, hasintetizzato l’impegnodella mattinata e la suabella omelia ci ha ricor-dato la sollecitudine ne-cessaria a far sì che labarca che ci accoglie sap-pia essere guidata dallafiducia e dall’ abbandonototale in Gesù Cristo, elaboriosa nello sguardoal prossimo.È questo l’impegno chesentiamo nostro e voglia-mo condividere nell’avviodi un anno, che possa es-sere davvero nuovo e rin-novato nell’impegno allafedeltà al Carisma ed allaSpiritualità di un Santo,gigante di vera ed incon-dizionata carità evangeli-ca, il nostro amato Pa-dre, san Luigi Guanella.

Angela Maria Bruni

sonale, ma la centralitàdella persona». Di fatto ilsignor Berto ha pensatoche il suo bell’orto a ter-razzi sulla costa del lagodi Como poteva produrreun buon cibo per le per-sone in difficoltà. Pertan-to, da alcuni anni e contanto amore si presta allacura quotidiana di unmeraviglioso orto tenutocon particolare gustoestetico e ricavando unaabbondante raccolta diverdure e ortaggi di pri-ma qualità.Buona parte di questespeciali verdure arrivanoalla mensa serale SanLuigi Guanella di Via deiGrossi 20, Como.Ecco la grandezza del si-gnor Berto, non ha pen-

sato agli in-teressi per-sonali diutilità eco-nomica,ma ha as-sunto la de-cisioneevangelicadella soli-darietà ver-so il fratel-lo nel biso-gno.Bello il suomodo di vi-vere tantoumano, se-reno, gene-roso, tanto

cristiano perché attento evicino al bisogno di fra-telli in stato di povertà.Grazie, signor Berto, per-ché con il suo impegnoriesce a seminare gioia esperanza nel cuore ditante persone bisognose.Il nostro caro Papa Fran-cesco, le persone comelei, che nel silenzio com-piono il bene e cammina-no accanto a chi soffreper dare loro un soste-gno, li chiama col titoloonorifico di «Santi».Grazie di cuore anche anome di quanti godonodel suo prezioso servizio.

Suor Maria BianchettiResponsabile

del servizio mensa

Un orto per noisulle sponde del lago di ComoUna bella storia di solidarietà cristiana

COMO • Mensa San Luigi Guanella

Grazie, signor Berto, Dio la benedica per la sua generosità.

S ulla sponda del la-go di Como e pre-cisamente nel pae-se di Piazza Santo

Stefano vi è una specialepersona di nome Berto,con un bel cuore tuttoevangelico.È proprio vero che i pic-coli e i semplici sonoquelli che hanno l’animolibero per vivere il gioio-so annuncio della novitàcristiana.Il signor Berto, di anni79, di fronte alla crisieconomica che ci affliggeda anni, è stato capace diimmaginare una soluzio-ne al problema, semplicee a sua portata di mano,molto in linea con l’indi-cazione di Papa France-sco: «non il profitto per-

Page 86: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201584

todos se sintieron a gusto,compartiendo ricos talla-rines; para continuar conel Bingo, todo esto ameni-zado con bailes de la es-cuela de danza de una delas mamás del Jardín deinfantes.Con alegría y entusiasmocontinuaremos haciendoun poco de bien entrenuestros niños, especial-mente entre los más ca-renciados.

Tagliatelle e BingoCome da tradizione, nella«Casa Beata Clara Bosat-ta» Santa Fe, Argentina, siè tenuta il 10 maggio unagrande «Tallarinada Gal-letti», di proprietà dellasocietà, che fornisce il ser-vizio a modico prezzo, alfine di raccoglierefondi per so-stenere illavoro.Con laparteci-pazionegenerosadella dittaGalletti siain mano d’ope-ra sia in donazionidi premi al Bingo, si èrealizzata la festa. Il gran-de buffet di tagliatelle èstato preparato per circa400 persone, con la parte-

cipazione effettiva di 300tra adulti e bambini.La Provvidenza di Dio hapermesso di avere unabella giornata di sole,mentre si godeva di un se-reno ambiente familiare,dove tutti si sono sentiti aproprio agio, condividen-do saporite tagliatelle;

continuando poicon il Bingo e

i balli dellascuola didanza diuna dellemammedi un

bambinodella scuola

materna.Che la tradizioni

possa continuare con en-tusiasmo, perché si facciaun po’ di bene fra i nostribambini, soprattutto fra ipiù poveri. n

VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA

Tallarinada 2015ARGENTINA • Santa Fe

Suor Hilda Cornejo fsmp conMafalda: «fior trai fiori».

Buon appetito a tutti!Grazie alla ditta Galletti

e soprattuttoalla Provvidenza di Dio!

C

Simpatichefoto della nostraconsorellasuorMariammal con ibambini del CentroPBK.Un abbraccio a tutti.

Saluti dal Centro PBKAFGANISTAN • Kabul

Un servizio nei prossimi numeri.

Tallarinada y Bingo

omo ya es tradi-ción, en la «CasaBeata Clara Bosat-ta» de Santa Fe, Ar-

gentina, se realizó este 10de mayo la gran tallarina-da «Galletti», cuyo dueñode la empresa, ofrece elservicio a precio módico,con el fin de recaudarfondos para el sosteni-miento de la obra.Con gran entusiasmo sellevó a cabo, con la parti-cipación generosa en ma-no de obra y donacionesde premios, tanto para elbufette como para el Bin-go y con la compra de tar-jetas, alrededor de 400,con una asistencia al al-muerzo de 300 personas,entre adultos y niños.La Providencia de Diosnos permitió contar conun hermoso día de sol,disfrutando un ambientemuy familiar, en donde

Page 87: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

È motivo di grande gioiaconstatare che nel grup-po sono menzionati an-che la consorella suorMariuccia Meroni fsmp eil confratello Servo dellaCarità padre FrancescoBelotti. Rendiamo graziea Dio per il bene chehanno fatto e continuanoa fare a nome della Chie-sa e delle rispettive Con-gregazioni: n

visitare. Siamo molto ri-conoscenti al Signore peraver dato alla Chiesa ilgrande Paolo VI, che inmomenti non facili ha sa-puto stare con fermezza elungimiranza al timonedella «barca di Pietro».Ora a Lui affidiamo l’at-tuale Pontefice France-sco e lo preghiamo per-ché dal Paradiso continuia vegliare sul gregge diCristo e ottenga per laChiesa e per le Congrega-zione una nuova fiorituradi vocazioni.

Suor Maria Bricalli

VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA

85

Momenti vissutiCILE • Aysen-Coyhaique XI Reg. • Hogar Beata Chiara

Da noila reliquiadel beato Paolo VI

MENAGGIO • Casa Giardino degli Ulivi

mi 40 anni hanno contri-buito allo sviluppo delPaese in differenti campi:«Con il cuore pieno digratitudine ai nostri reli-giosi che hanno saputo“essere veri strumenti delCreatore” e per anni si so-no dedicati a “migliorarelo sviluppo regionale” conil loro lavoro e la loro de-dizione al prossimo. Mol-te grazie a loro!».

ÈV

Al centro dell’altare, circondata da luci,la preziosa reliquia del beato Paolo VI.

Cerimoniaeffettuatanel SalonePadre A. Ronchidel GovernoRegionale.

enerdì 15maggio 2015il Consiglioregionale di

Aysen (Patagonia -Cile) ha resoomaggio a 11 reli-giosi che negli ulti-

stata per noi unagrande grazia delladivina Provvidenzail poter ospitare il

14 maggio scorso nellanostra casa «Giardinodegli Ulivi» di Menaggio,casa fondata da san LuigiGuanella nel lontano1900, la reliquia del bea-to papa Paolo VI.La reliquia è stata portatain mattinata, è stata vene-rata e pregata da tutti gliospiti della struttura e poicollocata nella cappellinaper la preghiera persona-le di chiunque la volesse

Page 88: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201586

impatici disegni elavoretti eseguiti incollaborazione daibambini della

Scuola dell’Infanzia edelle loro insegnanti sul-la famiglia Mazzucchi,nonché della vita dellaprima Comunità Guanel-liana a Pianello del La-rio. Complimenti, bravis-simi! Simpaticissima lanostra Madre suor Mar-cellina che danza!

VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA

Bravissimi!PIANELLO DEL LARIO • Casa S. Cuore

S

Page 89: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA

87

Splendored’autunno

USA • Syracuse-New York • Daughtersof St. Mary of Providence

La natura brilla di colorisi riveste a festaper celebrare le nozzecon l’ultimo valzer di fogliame.

Gli uccelli partono per cieli clementiin cerca d’oasi di pacee deporre indisturbati i piccoli nati.

Le foreste vibrano all’unisonoin attesa di salutareriverenti corvi e merliprima del lungo sonno invernale.

Angela Anna Tozzi scic

Page 90: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201588

conchiglie di tutti i tipi edi tutte le forme, ottenen-done un magico effetto.Tanto lavoro con la co-stante presenza dei nostrivolontari, importante epreziosa risorsa per lastruttura, che si prestanoin modo generoso in tan-te occasioni. Vogliamonominarli tutti: Gemma,Teresa, Emma, Silvana,Fausta, Santina, Giusep-pe. Bravi!Il programma molto in-tenso ha avuto inizio allamattina con la messa, ce-lebrata dal cappellanoguanelliano della casadon Pietro Maniero, inonore del primo centena-rio della morte di sanLuigi Guanella. A seguire,l’inaugurazione della mo-stra di quadri di MonicaVarliero e Lisa Bettini chehanno altresì messo a di-sposizione uno spaziotrucco per i bambini pre-senti. Molto apprezzatoanche il Clown, che oltread essere presente alla fe-sta ha animato i reparti

della Casa, regalando agliOspiti palloncini di tuttele forme.Il pomeriggio è iniziatoalle 16.30 con la musicadel duo Melody di VillaBartolomea.Molto successo ha riscos-so il carrettino dei gelatiartigianali della gelateriadi Castelmassa «Dalla fio-re», che ha fatto felicigrandi e piccini con gu-stosissimi gelati, riportan-do i nostri nonni indietronel tempo alla loro infan-zia.Matteo Tegazzini, ViceSindaco di Trecenta, hapresenziato con l’Assesso-re Roberta Franco, com-plimentandosi per l’ini-ziativa della festa, lodan-do la struttura che rap-presenta una risorsa di la-voro per il territorio. Haespresso pareri positiviper questo evento checoinvolge tutto il paese etante famiglie. Grandeconsenso alla direzioneguidata da suor Anna Go-

dasso per la significanterealtà che rappresenta lanostra struttura nel Ve -neto.Colonna sonora dellagiornata il gruppo musi-cale «duo Melody» di villaBartolomea che ha intrat-tenuto il pubblico conbrani conosciuti e amatidai nostri nonni.Spazio importante l’ha ot-tenuto anche un altrogruppo originale, «le Lo-comamas» di Frassinelle,composto da tutte donnenon più giovani, ma cari-che di energia e di vogliadi divertire, per regalareun sorriso ai parenti. Co-loratissimi gli abiti creatida loro ed applauditi conentusiasmo i balletti trattida musical famosi.L’apertura della serata ècominciata con un frescoaperitivo, anche quello intema con la giornata, aseguire la cena, con l’atte-sissimo menù proposto: ilpesce!A conclusione della cenae della serata, l’attesissi-ma lotteria, 1o premiouna bicicletta; moltissimiSponsor fornitori dellaCasa, negozi dei paesi li-mitrofi, Associazioni An-teas, Avis, Noi, ai quali vala nostra riconoscenzaper il grande aiuto datoper la riuscita della gior-nata. Siamo inoltre grati

VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA

Festa d’estate 2015«Sulla cresta dell’onda al sapore di mare»

TRECENTA • Casa Sant’Antonio

I l Servizio Animazionedi Casa Sant’Antoniodon Luigi Guanella diTrecenta anche que-

st’anno, per la 21a volta,ha organizzato la tradi-zionale «Festa d’estate»,che offre l’occasione ditrascorrere una giornatain allegria con i nostrinonni ed i loro familiari.Numerose le presenze:più di trenta tavoli alle -stiti all’aperto, trecentoposti a sedere. Tema scel-to per quest’anno dedica-to al mare: «Sulla cresta dell’onda al sapore di ma-re!».Pesci, stelle e cavalluccimarini, ventagli e bar-chette hanno decorato ecolorato lo spazio intrat-tenimento del nostro por-ticato e lo spazio verdedegli alberi secolari. Que-sto allestimento ha impe-gnato per mesi il ServizioAnimazione, che ha lavo-rato con Ospiti e Volonta-ri, per creare con fantasiauna grande scenografiatridimensionale, pesci e

Il carrettino dei gelatiartigianali della gelateria diCastelmassa «Dalla fiore».

Il gruppo musicale «duo Melody» di villa Bartolomea.

Il gruppo «le Locomamas» di Frassinelle.

Page 91: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

a Sereno Ghiotti, presi-dente della Pro Loco diTrecenta, per i materialimessi a disposizione perquesta circostanza.Un grande grazie da partedi tutti i nostri nonni aicollaboratori, dipendenti,operatori che si sono pre-stati per il servizio risto-razione gestito da SusyGhedini, nonché alla cu-cina della Casa per l’ecce-zionale menù proposto.A tutti coloro che opera-vano per il servizio dellagiornata è stato data unamaglietta con il tema del-la giornata, a ricordo del-la festa e ai nostri volon-tari un cappellino con illogo della FondazioneDon Guanella, per il rico-noscimento del loro lavo-ro quotidiano assiduo ecostante.Questo tradizionale ap-puntamento è un’occasio-ne molto importante pertutti poiché. oltre a riuni-re gli ospiti ai loro fami-liari, è una simpatica oc-casione che consente lorodi fare nuove conoscenzea sentirsi parte integrantedel nostro territorio.Grazie a tutti per la pre-senza e arrivederci allaprossima festa!

Le educatrici

Paola Tomasin e Mariarosa Ghedini

CONSIGLI per la salute

Via la tosse coi fichisecchi

Dieci fichi secchi cottiper mezz’ora in un litrodi latte danno un decot-to ottimo per la tosse.Addolcite con miele ebevete caldo.

Peperoncino per la linea

Insomma, non mi cre-dereste, ma il peperon-cino aiuta a perdere pe-so, perché la capsaicina,molecola che lo rendepiccante, attiva gli inter-ruttori molecolari bru-cia-grasso.Un po’ come quando sifa sport.Provare per credere!

Mirtilli, ma quanto benefanno!

Sono ricchi di fibre, vi-tamine, minerali e pro-prietà antiossidanti; po-veri di sodio, contengo-no potassio, calcio emagnesio, beneficiquindi per l’apparatocardiovascolare. Contra-stano il diabete, proteg-gono le arterie control-lando l’assorbimento delcolesterolo. Grazie allavitamina C, contrastanol’invecchiamento dellapelle. Riducono il ri-schio di declino cogniti-vo e la perdita della me-moria. Per le proprietàantiossidanti, pare cherallentino alcuni tipi dicancro e sembrano utilinella prevenzione delParkinson. n

VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA•VITA GUANELLIANA

89

Rimedi popolariricettesalutebellezzacuriosità, ecc...

I CONSIGLI DELLA NONNA

IL TIRAMISÙ di nonna Angela

L'abbiamo gustato,veramente squisito!

Ingredienti: caffè espresso(q.b.) • 500 g di mascar-pone • 2 uova fresche • sa-voiardi • pizzico di sale •cacao amaro in polvere(q.b.) • brandy o cognac

Dividete i tuorli dagli al-bumi. In una terrinamontare lo zucchero coni tuorli fino a farli diven-tare spumosi e chiari.Aggiungere il mascar-pone e lavorare l’impastovelocemente per non farformare grumi. Aggiun-gere del brandy o cognacquanto basta. Montaregli albumi a neve (bensoda) con pizzico di sale.Mettere gli albumi mon-tati a neve nell’impasto,lavorandolo dal bassoverso l’alto con un cuc-chiaio fino a creare unimpasto cremoso. In unapirofila alternare unostrato di savoiardi imbe-vuti nel caffè a unostrato di crema al ma-scarpone (savoiardi -crema - savoiardi -crema). Spolverare concacao, coprire con allu-minio e mettere nel frigoper almeno 2 ore. n

È salutare il cioccolato fondente

Una seria ricerca americana durata 12 anni econdotta su 4.369 donne ha provato che con-sumare tre grammi di cioccolata fondente(due o tre quadratini) riduce addirittura del52% il rischio d’incorrere nell’ictus emorra -gico. Il cacao, infatti, protegge il sistema car-diovascolare.Insomma, è buono e mangiarsi e buono per lasalute.

Page 92: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201590

SuorMARIA ALBANESI

Nata a Monticelli Pavese (Pavia)

il 27 settembre 1927.Si è consacrata

al Signoretra le Figlie di S. Maria

della Provvidenza il 5 gennaio 1952.

Ha svoltola sua attivitànelle Scuoledell’Infanzia

di Campo Tartano,Caspano, Capiago,Piazza S. Stefano,Civello, Lucino.

Dal 2008 in Casa Madredi Como-Lora

per ragioni di salute.È deceduta

in Casa Madre «S. Mariadella Provvidenza»

di Como-Lora il 6 giugno 2015.

In attesa della risurrezione,riposa nel cimitero di Albese (Como).

Un messaggio per noi

Suor Maria Albanesi è ve-nuta a far parte della no-stra comunità di S. Mariadi Como-Lora quandonon poteva più svolgere lasua attività parrocchiale acausa dei disturbi fisici edell’età avanzata. Dopouna lunga malattia ci halasciati per l’incontro de-finitivo con il Signore.Suor Maria è sempre sta-ta una suora di vita inte-riore, in particolare inquesti ultimi anni. Infatti,nella sua camera, nel re-parto delle suore amma-late, si respirava un climadi profonda preghiera.Seguiva con devozione edi sua volontà i program-mi di Tele Pace: S. Messa,adorazione eucaristicaecc. e fino all’ultimo hasempre partecipato allecelebrazioni liturgichedella comunità. La portadella sua cameretta erasempre aperta ad acco-gliere chiunque bussasse:colpiva il numero delle fo-to appese alle pareti e chericordavano il suo fecon-do apostolato.Suor Maria ha svolto lasua attività in diverse Ca-se come insegnante deibimbi delle Scuole dell’In-fanzia, come educatrice ecatechista di molti giova-ni e come collaboratriceparrocchiale. A Civello(Como), ultima tappa delsuo lungo cammino, hamantenuto sempre rap-porti cordiali e di amici-zia. Tanti parrocchianinon hanno mai voluto la-sciarla sola in questi ulti-mi anni di meritato ripo-so. Non mancavano mai

NELLA CASA DEL PADREdi aggiornarla su tutti gliavvenimenti della parroc-chia: feste liturgiche, an-niversari, ecc. e quandoera possibile anche di far-la partecipare accompa-gnandola in parrocchia.Questo affetto si è reso vi-sibile nel giorno del funerale. La chiesa diS. Maria era gremita diparrocchiani di tutte legenerazioni. Diversi sa-cerdoti hanno concele-brato, i chierichetti com-pivano il loro ministero, igiovani si sono impegnatiper il trasporto del fere-tro.Al termine della S. Messa,la superiora provincialesuor Teresa Gatti ha rin-graziato tutti i presenti,congratulandosi della vi-va partecipazione e a suorMaria ha dato l’ultimo sa-luto di commiato, nellacertezza di saperla tra lebraccia della divina Mise-ricordia.Grazie, suor Maria, pertutti gli anni vissuti inquesta nostra comunità,anni avvalorati dalla tuasofferenza. Prega per tut-te noi, tue consorelle, af-finché possiamo anchenoi continuare a testimo-niare a tutti con la vita,come hai fatto tu, il Van-gelo della carità di Cristo,con la fedeltà al carismadel nostro fondatore sanLuigi Guanella. Dal cielo,insieme con Maria nostraMadre di Provvidenza econ tutti i Santi, guardacie intercedi sull’intera no-stra Famiglia guanellianagrazie speciali e benedi-zioni celesti, con il donodi nuove vocazioni.

Le consorelle di Casa Madre

v v v

Dall’omelia funebre

Signore, oggi siamo quiriuniti intorno al tuo al-tare per salutare suorMaria che ha vissuto lasua vita sorretta da unagrande fede in te...... Una fede che ti ha sor-retto nella tua lunga vitae che hai incarnato vi-vendo la tua esistenza co-me servizio per la Chiesa.È la medesima fede cheabbiamo ascoltato nelsalmo 22...Dio è un pastore checammina con le sue pe-core e le avvolge con ilsuo amore fatto di atten-zioni, cure e premure.Suor Maria, hai vissutola tua vita con questi sen-timenti che ti hanno per-messo di non arrendertimai, di non farti maiprendere dallo sconfortoe dallo scoraggiamento,anche quando la malattiati ha resa sempre menoautonoma e indipenden-te. Non ti sei mai lamen-tata e hai sempre vissutola tua vita con grande ac-cettazione e serenità.Eri felice di vivere e haivissuto felicemente la tuavita. Consapevole che ilSignore ti avrebbe accol-ta nella sua casa.Ora voglio metterti inbocca queste parole:

Gesù, in ogni istanteci dici:«Uomo, tu che seinel dolore,tu che ti senti solo,tu che ora soffri,ricordati che iomi sono incarnato per te,ho sofferto per te,ho percorso

Page 93: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

la via della croceper te,ho portato il doloreper te,sono morto in croceper te,per condividere con tetutte le miserie umanee per dirti di non sentirtimai solo,perché in ogni momentoio sono con te».

(...)Ora mi rivolgo a te, suorMaria, per ringraziarti anome mio e di tutta la co-munità parrocchiale.Grazie per la tua presen-za in mezzo a noi comesuora. Nella nostra Par-rocchia e nella Scuoladell’infanzia. Una presen-za colma di amore e di at-tenzione verso tutti noi,dai più piccoli, ai giovanie agli adulti.Infatti le tue parole, i tuoirichiami, i tuoi incorag-giamenti non sono maimancati anche in questianni in cui la malattianon ti ha permesso di es-sere al nostro fianco.Ci sono stati preziosi e disprone per camminare eci hanno fatto capire iltuo attaccamento alla no-stra parrocchia e a tuttinoi.Prima di concludere vo-glio dirti il mio grazie per-sonale per il tuo esempiofatto di poche parole, madi grandi gesti. Rimarran-no impressi nel mio cuoredi sacerdote che ha avutola fortuna di conoscerti,di apprezzarti e di percor-rere un tratto della miavita al tuo fianco...Ciao suor Maria, ora chevivi nella luce di Dio con-tinua incessantemente apensare e a pregare pertutti noi che ti abbiamovoluto e ti vogliamo bene.

Don Enricoparroco di Civello

v v v

«Addio, suor Maria,grazie»

La notizia della morte disuor Maria ha portatogrande tristezza e dispia-cere a Civello, dove la re-ligiosa ha lasciato un’im-pronta indelebile in tantegenerazioni di giovani.Tutti i bambini, infatti,sono «passati» da suorMaria e ne porterannosempre il ricordo. All’asi-lo aveva preso servizionel 1983 come insegnan-te e coordinatrice e lì vi èrimasta fino all’età di 80anni. «È stata da noi finoal 2007 – racconta il pre-sidente Flavio Corti –.Anche dopo essersi ritira-ta nella Casa delle Figliedella Divina Provvidenzadi Lora..., il suo pensieroera sempre a Civello. Erauna persona attenta e al-lo stesso tempo sapevaessere ferma sulle deci-sioni quando era neces-sario». A suor Maria lacomunità di Civello erarimasta nel cuore e an-che negli ultimi anni vifaceva ritorno, a Natale,per assistere alla recitadegli alunni dell’asilo.Preziosa era stata la suapresenza anche all’inter-no della comunità par-rocchiale con l’opera pa-storale, i momenti di riti-ro spirituale da lei orga-nizzati e il catechismoper i ragazzi. E proprio isuoi ragazzi dell’oratoriohanno parole di grandeaffetto: «Suor Maria, latua piccola persona non èmai bastata a racchiude-re tutto l’amore che dasempre hai provato pernoi. Sempre ci hai spro-nato a vivere e amare co-me tu ci hai insegnatocon il tuo esempio e latua fede. Il nostro ricordodi te tra i bambini ci ac-compagnerà e ci ispirerà

per tutta la vita». E ricor-dando il suo attaccamen-to all’oratorio, LaviniaVaghi racconta: «Per leil’oratorio è sempre statomolto importante e nonsi stancava mai di ripe-terlo anche a noi. Un an-no, alla fine del Grest,durante le premiazioni simise a piangere e disse anoi animatori che erava-mo riusciti a fare per ilnostro oratorio quelloche don Bosco aveva fat-to per i suoi. Uno deicomplimenti più belli dafare agli adolescenti perspronarli a continuare».Una presenza vitale an-che all’interno del gruppodei musical. «Un grazie asuor Maria per la costan-te presenza nel gruppo– le parole di GiuseppeRobustelli –. Incoraggia-mento e sostegno mora-le non sono mai mancatiai ragazzi che lei ha sem-pre definito “i miei bam -bini”».

Luisa Camini

v v v

«Si ricordava di tutti e pregava per noi:esempio di fede»

Ammirazione e affettonei tanti messaggi chesono arrivati alla nostraredazione in ricordo disuor Maria. «Mi colpivail fatto che si ricordavadi tutti e in base all’ono-

mastico del giorno prega-va per la persona che co-nosceva», racconta Giu-lia Luraschi.Nicole Furlan aggiunge:«A te che sei stata unapersona straordinaria,che ci hai insegnato il ri-spetto, che ci hai donatoil tuo cuore senza chiede-re nulla in cambio, a teche ci hai cresciuti nel-l’amore e nella fede, di-ciamo grazie di cuore peressere stata un esempiofermo e importante dellanostra vita». E ancora:«Una costante fonte diispirazione – raccontaLuca Largaiolli –. Parevafragile, ma quando eranecessario rivelavaun’energia travolgente eall’apparenza inesauribi-le. Conoscendola, il para-diso sarà in subbuglioperché starà cercando diriorganizzare tutto almeglio, come piace alei!». Elena Bergomi ag-giunge: «A te che ti seipresa cura di centinaia dibambini che hanno fre-quentato asilo, catechi-smo e oratorio e che seistata un esempio di fedeper tutti noi: grazie!».«Non ho un ricordo dellamia infanzia che non mifaccia pensare a te – diceSara Bradanini –. Mi haiinsegnato cos’è il bene, latenacia, la franchezza el’umiltà. Un giorno ci ri-vedremo e tu, come sem-pre, mi darai uno schiaf-fo innocente sulla guan-cia e dirai: mi raccoman-do, Sara». n

91

Page 94: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201592

Un messaggio per noi

Suor Gemma carissima,mi avevano detto chenon stavi molto bene epensavo di chiamarti persentire la tua voce e far-mi un idea di come era iltuo stato d’animo. Ho at-teso qualche giorno e tunon mi hai aspettata, tene sei andata in punta dipiedi, in silenzio..., cheera il tuo stato d’animoabituale... e in fretta, de-sideravi raggiungere laTrinità, l’Amore incarna-to! Ho sempre pensatoche tu come Maria, «con-servavi nel tuo cuore laParola» e questo ti rende-va particolare e generosa,aperta con tutti perchéportavi nel tuo cuore, ilvero e unico Amore: Cri-sto Gesù, la Trinità Bea-ta. Fin dal primo mo-mento che ti ho cono-sciuta, ero giovane e ap-pena entrata in Congre-gazione, non conoscevonulla o poco della Vitareligiosa, ma subito ti hoscoperto come una suoradi valore, dovunque an-davi e come «parlavi» sinotava in te il grandeamore per il regno diDio.Grazie, suor Gemma, peressere stata veramenteformatrice e maestra ditante Figlie di S. Mariadella Provvidenza. Ricor-do con quale forza echiarezza spiegavi il Re-golamento del Fondato-re... Le tue parole eranoricche di entusiasmo e diriconoscenza, faceviamare ciò che dicevi per-ché, ripetevi spesso, «so-no parole sante di unsanto Fondatore»; questaaffermazione era un in-tercalare e lasciavano unsegno nel cuore e nellospirito. Grazie.Eri saggia e prudente,

mai ho sentito dalla tuabocca parole inutili oscortesi, tutto in te erabuono, riconoscente, pre-zioso... In tutto e in tuttetrovavi il lato positivo. Sarai sempre nei nostricuori perché pensare a teè pensare a qualcosa diluminoso e stupendo. Ècome se la vita e ogni re-lazione umana fosse rive-stita di purezza e di amo-re; tu sei un faro lumino-so che sempre ha indica-to e anche oggi indica ilcammino giusto da per-correre se vogliamo vive-re la santità voluta daCristo e dal nostro SantoFondatore.Grazie, suor Gemma,vorrei dirti tante altre«cose», ma mi fermo etermino, ripetendo unatua frase che sempre midicevi, soprattutto quan-do la vita si mostrava dif-ficile e il calvario duro dapercorrere: «Forza e co-raggio, suor Marisa, Cri-sto Gesù è con te, ti amae ti aiuterà a superareanche questi momenti.Sii serena sempre e con-fida in Colui che è AMO-RE-TRINITÀ».E terminavi sempre conun abbraccio fraternoche ancora oggi mi sem-bra di percepire, graziee... non dimenticarmi co-me non dimenticare maitutte le Sorelle che haiformato nell’amore e nel-la santità.Ti voglio e ti vogliamobene.

Suor Marisa Roda e Comunità

v v v

Carissima Madre Serenae consorelle,sto sentendo tanto la par-tenza della nostra carasuor Gemma. RingrazioDio e la Congregazione

per avere avuto la possi-bilità di convivere e rice-vere da lei, che viveva etrasmetteva con tantofervore d’animo e facevasentire vivi il Fondatore,suor Chiara e le primesuore. Non ho conosciu-to la prima comunità, maè una grazia grande averconosciuto lei.Suor Gemma accoglievale situazioni, sapeva rin-graziare, aveva unaespressione che ripetevaspesso: – «Più di così simuore». Un altro ritor-nello suo: – «Dio è statogrande con me, alle-luia!».Credo che quello cheesprimo è solo una goc-cia della grandezza, dellabontà, della misericordiache Dio ha donato a suorGemma, la quale adessovive come nel grande fiu-me Amazonas o nell’im-menso mare dell’amoredi Dio, abbracciata nellaintimità della Trinità.Come ci voleva bene quiin terra, continuerà aguardarci con affetto disorella dal cielo.Con riconoscenza e grati-tudine,

Ir. Neuza Maria Giordani

v v v

Ricordando suor Gemma

Carissima suor Gemma,ho sentito la tua voce po-chi giorni fa quando mihai telefonato per ricor-darmi che il giorno dopoera la solennità dellaSantissima Trinità. Nonpensavo proprio che sa-rebbe stata l’ultima voltache avremmo parlato.La tua voce era debole,ma forte, sottile, energi-ca... eri suor Gemma ebasta.

SuorGEMMA FASOLA

Nata a Como il 27 gennaio 1932.Si è consacrata

al Signoretra le Figlie di S. Maria

della Provvidenza il 15 agosto 1957.

Ha svolto la sua attivitànelle Case di Maggia,

Roma U.S.M.I.,Lipomo, Recanati,Tesserete, Castel

S. Pietro,Roma Delegazione,

Roma Curia generalizia(consigliera

e segretaria generale),Roma S. Maria

(responsabile suorejuniores),

Roma S. Rosa (TAC),Roma S. Pio X,

Pianello del Lario(formazione suore

giovani),Lipomo Noviziato,

Menaggio,Castel S. Pietro.

È decedutaa Como-Lora,Casa S. Maria

della Provvidenza, il 14 giugno 2015.

In attesa della risurrezione,riposa nel cimitero di Albese (Como).

Page 95: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

Quel giorno mi sono sen-tita ancora tua novizia.Una novizia con i capellibianchi che ancora ha bi-sogno di attingere allefonti di quel camminoiniziale così ricco di con-tenuti, di radici, di puntifermi che oggi fanno sta-re in piedi aldilà delletempeste.Ora mi risuonano spessoquelle «ultime paroletue», a modo di testa-mento, nelle quali mispronavi a guardarel’orizzonte, a curare lamia salute, ad andareavanti coraggiosa per levie del Signore.Ora, sei già vicino allaTrinità che tanto haiamato e tanto ci hai fattoamare. In quel temposembrava una cosa lonta-na della nostra realtàconcreta. Oggi, col passa-re degli anni ti rendi con-to che la Trinità non èqualcosa d’intellettuale.Che guardare la Trinità èsemplicemente viverecreando «comunione eamore».Cosa ben difficile, manon impossibile.Mi hai insegnato tantecose e conservo un bellis-simo ricordo della tuapresenza nella mia vita.All’inizio del mio cammi-no formativo eri per mepunto di riferimento esempre mi sei stata vici-na.Ancora conservo i qua-derni dove mi segnavi lecose che consideravi im-portanti e che fino ades-so rileggo con gusto neimomenti di ritiro.Quanti ricordi di quelmeraviglioso noviziatocondiviso con sette sorel-le stupende con le qualiho condiviso momentiindimenticabili!Quanto mi piaceva ascol-tare le tue lezioni del Re-golamento. Lo sapevi amemoria e trasmettevi ilcontenuto con unzione...

Ci hai fatto gustare il ca-risma guanelliano.Santa Teresa, san Gio-vanni della Croce, sanFrancesco di Sales, santaTeresina, suor Carmeladello Spirito Santo, suorElisabetta della Santissi-ma Trinità... parlavi delTodo y la Nada e noi checapivamo poco, pensava-mo che la vita religiosafosse proprio così, unaver ricevuto tutto nelsentirci poca cosa, mascelte da Dio a una mis-sione più alta di noi.La teologia della vita reli-giosa («non ci apparte-niamo più», ripetevispesso) del Vaticano II...tutti sproni per una vitache «è in vetrina» e chedeve risplendere.Era bello sentirti parlarein francese quando le co-se non andavano bene eti commuovevi fino allelacrime.Ci siamo viste poco inquesti ultimi anni, maabbiamo mantenuto vivoil rapporto attraverso loscritto e la preghiera vi-cendevole. Sempre ti hosentita maestra.Hai dato tanto a tante dinoi. Un bagaglio di espe-rienze, di contenuti, distimoli, di orizzonti alti...Amavi la Congregazionee hai dato tanto. Grazie,suor Gemma, grazie. Oranon smettere di accom-pagnare le tue novizie ele tue sorelle per le stra-de della fedeltà. Grazie dicuore. Non ti dimenti-cherò mai.

Suor Luisa María

SuorELSA RENESTO(Suor Ersa)

Nata a Villanova del Ghebbo (Rovigo) il 6 novembre 1921.

Si è consacrata al Signore tra le Figlie

di S. Maria della Provvidenza il 21 giugno 1948.

Ha svolto la sua attivitànelle Scuole

dell’Infanzia di BerraFerrarese, Gnocca,Oca, Piano di Rivà,Scalon di Contarina,Chioggia, Ceregnano,

Boccasette;e nella Casa di Fratta

Polesine.È deceduta

a Trecenta (Rovigo) (Casa S. Antonio) il 17 giugno 2015.

In attesa della risurrezione,riposa nel cimitero

di Villanova del Ghebbo (Rovigo).

Un messaggio per noi

Suor Elsa Renesto (me-glio conosciuta come suorErsa) è nata a Villanovadel Ghebbo (Rovigo) il 6-11-1921 ed entra nellaCongregazione delle Fi-glie di S. Maria dellaProvvidenza il 27-6-1945.Dopo la prima profes-sione avvenuta il 21-6-1948, viene destinata allacomunità di Berra in pro-vincia di Ferrara, dovesvolge il suo primo inca-rico nella Scuola Ma-terna.In quel periodo storico, ilVescovo di Chioggia mon-signor Giovanni Piacen-tin, fece richiesta allaCongregazione di poteravere nella Diocesi lesuore di don Guanella, sirecò così in quel periodoa Como e con insistenzachiese, alla Superiora ge-nerale Madre Cettini ed alsuo Consiglio, un gruppodi quattro suore, tra cuisuor Elsa.Mi racconta suor AngelaFusetto che i superiori diquel tempo hanno dovutoriunirsi in consiglio stra-ordinario alle ore 21, enell’immediatezza dare aSua Eccellenza, il qualeattendeva seduto sotto lamagnolia, una rispostaconcreta, altrimenti nonse ne sarebbe andatosenza aver concluso in po-sitivo il suo progetto:aprire in quelle valli sper-dute circa 40 asili, voluti erichiesti dagli industrialidi Rovigo, gestiti da Suoredi diverse Congregazioni,tutte chiamate a collabo-rare con la Diocesi diChioggia; in questi istitutii bambini, allora ingrande numero in quelterritorio, potevano essereaccolti, fatti crescere nellafede ed istruiti. La Con-gregazione guanelliana si

93

Page 96: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201594

rese disponibile e le ven-nero assegnati parte diqueste Scuole. Così suorElsa da Berra fu trasferitaa Gnocca, una piccola lo-calità del comune di PortoTolle, dove insieme allealtre consorelle iniziò lanuova avventura Pole-sana.Il cammino legato al-l’istruzione l’ha vista per-correre diversi asili, inordine cronologico:Gnocca, Oca, Piano diRivà, Scalon, Chioggia,Ceregnano, Boccasette.Da Boccasette la scelta fuquella di portare la suagrande esperienza educa-tiva al fianco dei più fra-gili e dei più bisognosi:anziani e disabili non au-tosufficienti; così il per-corso di vita la portò aFratta Polesine nella Co-munità Sacra Famiglia,ove rimase per circa 13anni.In età ormai avanzata,viene accolta dalla Comu-nità di suore di Trecentanel 2012 per essere messaa riposo dal lavoro ma at-tiva con la preghiera;emerge così la sua partepiù spirituale, acco-gliendo con lei in pre-ghiera tutti gli anziani neimomenti più raccoltidella giornata.Suor Elsa era una donnaumile, semplice, disponi-bile e generosa nei senti-menti di aiuto verso ilprossimo e di amore cari-tatevole; viveva la pre-ghiera che professava esapeva parlare con occhie con la trasparenza deisuoi gesti sempre dedicatiagli altri. «Pane e Si-gnore», don Guanella vi-veva nelle sue mani chedistribuiva ai più biso-gnosi ed ai poveri facen-dosi Provvidenza. La suafede era immensa e la gui-dava nelle situazioni piùdifficili. Negli ultimitempi la sua mano era tal-mente chiusa e ricurva

che il rosario era sgranel-lato, quasi consumato conla preghiera.Da un mese circa aveva ri-cevuto l’Unzione degli in-fermi ed era pronta per ilcammino divino; non te-meva il momento ma loviveva come il raggiungi-mento del suo percorsotrionfale tra le bracciaaperte del suo Signore. Leultime ore sono passatenell’attesa e quando ac-canto a lei ci siamo riu-nite noi, sue consorelle,con l’ultima preghiera dell’Ave Maria, l’abbiamoaccompagnata a rag giun -gere il Signore della Vita.Una figlia della divinaProvvidenza, che ha do-nato Provvidenza e checon la semplicità dei suoigesti ha lasciato amore inchi ha vissuto al suofianco, la nostra «piccolaMadre Teresa», così eraper tutte noi.

La Superiora suor Anna Godasso

Un messaggio per noi

Quando una zia muoreuno spicchio della nostravita se ne va, anche se leirimane nella nostra ani-ma come parte di noi.Ricordo l’attesa di quan-do venivi in vacanza aCariati, e noi nipoti era-vamo trepidanti, la gioiache portavi, l’affetto diuna zietta sempre pienadi attenzione, anche per inostri figli, e con un re-galo per tutti, le risate acrepapelle di quella seraalla mostra d’arte, la tuagrande ironia, la pace ela serenità che ci tra-smettevi quando ti confi-davamo delle nostre sof-ferenze.Quest’estate sentiremoancora più forte la tuaassenza, qualcosa cam-bierà ma, riporto un tuopensiero «... la nostra ca-ratteristica deve essere lagioia di chi può dire hoincontrato Cristo, ho in-contrato una persona ve-ra, nonostante le avversi-tà, le contrarietà nulla cipuò togliere questo gran-de dono».Ti sei aperta con tutto iltuo entusiasmo al proget-to che Dio ha avuto perte. Sei stata totalmentesua come lo è stata Ma-ria, la giovane che ha ac-colto il dono sorprenden-te del Signore e si è la-sciata docilmente guida-re sulle vie misteriosedella sua provvidenza.Sentivi il miracolo pertutte le cose del creato edurante il tuo ultimo riti-ro spirituale, forse in-tuendo che il Signore tistava chiamando, anno-tavi: «Che il Signorequando viene mi trovi vi-va, ossia innamorata diLui, non stanca e scorag-giata».Hai glorificato il Padre,

SuorTOMMASINABENINCASA

Nata a Marzi (Cosenza)il 19 luglio 1939.Si è consacrata

al Signore tra le Figlie di S. Maria

della Provvidenza il 21 giugno 1964.

Ha svolto la sua attivitànelle Scuoledell’Infanzia

di Como-Lora,Padova,Brusuglio S. Paolod’Argon, Saronno,

Bruzzano, Dipignano,Galatro,

Laureana di Borrello,S. Vincenzo La Costa,

e nelle Casedi San Giovanni Fiore

Comunità Maria e Roma «S. Maria».È deceduta a Roma

«S. Mariadella Provvidenza» il 20 giugno 2015.

In attesa della risurrezione,riposa nel cimitero

di Roma Prima Porta.

Page 97: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 2015

adorato Dio nel silenzio enella preghiera, hai cu-stodito nella speranzaparole e avvenimenti.Molti ritengono che la vi-ta sia un’avventura soli-taria, un farsi da sé con-tando unicamente sulleproprie risorse. La tua vi-ta è stata una risposta auna vocazione. È statoun uscire da sé per anda-re verso gli altri. Haiamato gli altri fino allafine e ti sei lasciata culla-re, spirando, tra le brac-cia del Signore. Dobbia-mo essere felici perchéun altro angelo custodirài nostri passi e ci aiuterà(come sempre ci consi-gliavi) a vivere bene ilpresente, dando un taglionetto al passato, spessoingombrante e condizio-nante, considerando cheil futuro è nelle mani diDio e nessuno può saperecome sarà.O Spirito Santo, consola-tore perfetto e dolcissimosollievo, dai conforto allesorelle Francesca e Gio-vanna. Dacci di viverenell’amore per poter mo-rire nell’amore (ChiaraLubich), come lo è statoper zia suor Tommasina.

Antonio e Tanja

v v v

Carissima suor Tomma-sina,te ne sei andata così co-me hai vissuto, nel silen-zio.Grazie di vero cuore pertutto ciò che ho vissutocon te: quanta gioia,quanta preghiera allaMadonna, quanti Rosaridetti a Laureana! Davve-ro mi hai insegnato tan-to, per questo ringraziodi cuore il Signore.Quante cose ho imparatoda te sul lavoro con ibimbi alla Scuola dell’In-

fanzia di Laureana e sulrapporto con i genitori;soprattutto la pazienza,la voce dolce, il sopporta-re le sofferenze con co-raggio. Ricordo sempregli ultimi giorni a Lau-reana quando ci siamopromesse il ricordo nellapreghiera, perché io par-tivo per il Brasile. Ci ve-dremo in cielo, sono si-curissima che mi aspette-rai.La promessa di ricordar-ci tutti i giorni nella pre-ghiera l’abbiamo mante-nuta, però adesso tu miricorderai dal cielo dovehai già incontrato suorElena e tutti i tuoi cariche gioia.«Bene a casa» come tichiamavo: adesso stai be-ne davvero nella Casa delPadre.Grazie, suor Tommasina.Prega per noi.

Suor Elisete

quinquennio. Autrice dinumerose pubblicazionisu tematiche della Psico-logia della Religione ePsicologia della Vita con-sacrata, ha tenuto nume-rose conferenze e semi-nari e giornate in Italia eall’estero.L’Istituto delle FMA e lenumerose ex-allieve spar-se in tutto il mondo sonoriconoscenti a suor Ger-trud per il servizio appas-sionato e intelligente cheha reso alla Facoltà findalla sua fondazione.

Noi FSMP, che abbiamoavuto la gioia e la graziadi conoscerla, abbiamopotuto ammirare la suaprofonda umanità, la sa-lesianità e la professiona-lità.Ha collaborato dal 1991nel campo della forma-zione delle juniores gua-nelliane, seguendole edoffrendo il suo aiuto e so-stegno, collaborando concorsi specifici per la for-mazione della loro perso-nalità religiosa; ha colla-borato con il consigliogenerale per i corsi diformazione alle superio-re provinciali e di delega-zione.A lei la nostra affettuosagratitudine e la nostrapreghiera di suffragio. n

95

SuorGERTRUD

STICKLER fma

Suor Gertrud nascea Neunkirchen (Austria)

il 27 maggio 1929.

Ultimogenita di una fami-glia numerosa, che ha da-to alla Chiesa e alla Con-gregazione Salesiana oltrea lei anche il Card. AlfonsMaria Stickler, Prefettodella Biblioteca Vaticana.Entra nell’Istituto delleFMA nel 1951 e nel 1954fa la prima Professione aCasanova (Torino).Laureata in Lettere mo-derne all’Università Cat-tolica del Sacro Cuore diMilano, nel 1963 ottienela Licenza in Psychologieappliquée presso l’Uni-versité Catholique deLouvain (Belgio).In quello stesso anno,inizia la sua attività didocente. Il campo dellasua ricerca è in particola-re la Psicologia della Re-ligione. Nella Facoltà«Auxilium» è stata do-cente e preside.È stata membro del Co-mitato organizzativo del-la Divisione «Psicologia eReligione» della SocietàItaliana di Psicologia(SIPs) e Consultore dellaCongregazione per l’Edu-cazione Cattolica per un

Molte nostreconsorelle cihanno lasciato.Per motivi dispazio, le ricorderemoal prossimonumero dellarivista.Preghiamo per loro.

Page 98: La Voce - 4-5/2015

La Voce • n. 4-5 - luglio-ottobre 201596

inizi del suo percorso lavo-rativo, come animatrice al-la Casa S. Giuseppe, eramolto chiaro nella sua co-scienza. Nella cartella per-sonale, infatti, abbiamotrovato un questionarioche aveva compilato du-rante il colloquio di assun-zione, alla domanda «Lemotivazioni» aveva scritto:Desidero lavorare nell’umileconvinzione di poter soddi-sfare i bisogni degli anzianiche vanno al di là della sus-sistenza fisico-alimentare,quelli legati all’aspettoumano-sociale-relazionaledi interessi e divertimenticon pazienza, affetto e di-sponibilità, per rendere glianziani «vivi» (dare vitaagli anni).«Questo tuo impegno, caraVeronica, – ha detto du-rante il funerale svolto nellachiesa della sua parrocchiadi S. Maria in Bethlem aPavia, il diacono Dante Ce-rabolini, collega educa-tore – l’hai portato avantiper più di sedici anni concapacità ed attenzione; haidonato vita a tante persone,nella convinzione chesiamo sempre figli di un Pa-dre Misericordioso e Prov-vidente che nulla fa man-care alle sue creature. Nellasemplicità ci hai mostratoche una vita spesa per glialtri non è una vita spre-cata, ma è invece una vitavera e piena, perché abitatadalla presenza del nostroSignore Gesù. Lui ci hachiamato amici, Lui ci vuolbene e ci attende nel suoRegno di Luce e di Pacesenza fine. Siamo convintiche tu, dal cielo, continue-rai ad accompagnare il no-stro cammino, in partico-lare quello delle tuecarissime anziane. Oggi,tutti insieme ti vogliamo sa-lutare con le parole di sanLuigi Guanella, nostro fon-datore: “Or da lassù il divinSalvatore prega per te, per tesupplicano i santi ed i mar-tiri”. E a noi che oggi siamo

nel dolore san Luigi dice:“Beato te, se a loro imita-zione saprai tu medesimo ri-petere in vita ed in morte‘Amen! Così sia’”. “Implo-riamo la misericordia delSignore Gesù – ha scritto lasuperiora suor Marina sulmanifesto – nel quale «lavita non è tolta, ma trasfor-mata”, insieme alle suore,ai Cooperatori, alle ospiticon le loro famiglie ed atutti gli operatori della CasaS. Giuseppe di Belgioiosoricordiamo con sincero af-fetto Veronica Braga, ani-matrice sociale, prematura-mente ed immaturamenterapita al cielo e siamo vicinicon la preghiera al doloredella sua famiglia, al maritoLuca, alla mamma Gra-ziella ed al papà Carlo, alfratello Riccardo. La Ma-donna raccolga il suo dolcesorriso e lo custodisca ineterno».

Rosella

v v v

Veronica... dolce il tuo ricordo

Gli occhi e il sorrisoeran le sue paroleparole così espresse...!

Le poche sussurrateeppur così efficaci...!Al sol guardarlatutto in leiemanava gentilezza.

La mente apertaa cogliere in ogni ospitela sfuggente esigenzadel momento,anche se impercettibile,da lei sempre assecondata.

Quest’angelo, serenamenteci terrà tutte per mano,sussurrandociancora lei,parole di conforto.

Rosella Bottani

VERONICABRAGA

In ricordo di Veronica Braga

Belgioioso. La vigilia dellaDomenica delle Palme lanostra comunità è stata at-traversata «da un fulminea ciel sereno»: VeronicaBraga, animatrice sociale,è stata colpita da un’emor-ragia cerebrale e nono-stante le cure immediate,41 anni, è morta nel repar-to di rianimazione del-l’Ospedale S. Matteo di Pa-via. La notizia è corsa im-mediatamente fra tutti glioperatori della Casa e frale ospiti che godevano del-la sua capacità di riempirele loro giornate con il suosorriso e con la sua profes-sionalità. Quanti bei dise-gni! Quanti racconti chesapeva far nascere dallamemoria delle ospiti!Quanti progetti con i bim-bi degli asili del paese! Epoi le recite e le feste pre-parate con la collega Iura!Quanti progetti con l’edu-catore e diacono Dante! Etante altre iniziative chesono rimaste della memo-ria di tutti noi, alcune dellequali immortalate nel va-sto repertorio fotograficodella Casa, come quandointerpretò la Beata Chiarain una recita sulla sua vita.Un impegno che fin dagli

Ricordiamo alle vostrepreghiere i familiaridelle nostreConsorelle:

◆ Sig. Vito, fratello di suor AnnaLegrottaglie.

◆ Sig.ra Luigia, sorella di don MarioCarrera sdc,direttore legale della nostra rivistaLa Voce.

◆ Sig. Pietro, cognatodi suor AntoniettaCasaregola.

◆ Sig. Antonio,cognato di suorTeresina Benetti.

◆ Sig. SidikleiCamicia, nipote disuor Elena Martini.

◆ Sig. Cicero, papàdella noviziaAparecida.

◆ Sig. Manuel, papà disuor Cristina ValeaSobrino.

◆ Sig. James, zio disuor Maria ClaudiaJude.

◆ Sig.ra Liliana,sorella di suor JuanaAstudilo Zamora.

◆ Sig.ra Lucia, sorelladi suor NicolinaCicoria.

◆ Sig. Ernesto, cuginodi suor OttaviaSchiavo.

◆ Sig.ra Maria,mamma di suor Angelina, suor Carmelina esuor ElenaNaccarato. È deceduto anche il cugino Alfredo.

◆ Sig.ra Maria Moça,mamma di suorMaria MarleneLeite.

◆ Sig. Arockia Samy,fratello di suorSagayamaryPathinanthan.

◆ Sig. Elia, fratello di suor LidiaDall’Agata.

◆ Sig.ra Antonietta,sorella di suorAssunta Monachesi.

Alle nostre Consorellee a tutti i familiari deicari defunti giunga lavoce del nostro affettoe la solidarietà dellanostra preghiera.

Page 99: La Voce - 4-5/2015

La Congregazionedelle Figlie di S. Maria

della DivinaProvvidenza,

Opera femminileDon Guanella,si può aiutare in tanti modi:

con la preghieracon le offerte

col far conoscere l’Istituzione

a persone buonee benefiche

le quali possano cooperare

al bene che compie.

Come si può aiutarel’Opera Femminile Don Guanella

L’Istituto è ENTE GIURIDICO(R.D. 29 Luglio 1937, n. 1663, registrato alla Cortedei Conti il 21-9-1937 al Registro n. 389, foglio 88);

può quindi ricevere:DONAZIONI E LASCITI TESTAMENTARI

Per evitare possibili contestazioni si consiglia:

• Per le DONAZIONI di denaro o di beni mobili e immobili: rivolgersi direttamente alla Curia Generalizia della CONGREGAZIONE DELLE FIGLIE DI S. MARIA DELLA DIVINA PROVVIDENZA Piazza S. Pancrazio, 9 - 00152 ROMA Tel. 06.5882082 - Fax 06.5816392

• Per i TESTAMENTI: se trattasi di LEGATI si può usare la seguente formula:

«Lascio alla Congregazione delle Figlie di S. Mariadella Divina Provvidenza - Opere Femminili Don Luigi Guanella

a titolo di LEGATO, la somma di € ........................................ o l’immobile oppure gli immobili ............................................ siti in Via .........................................................................................................».

• Se si vuole nominare la Congregazione EREDE UNIVERSALE, scrivere: «Annullando ogni mia precedente disposizione, nomino mio erede universale la CONGREGAZIONE DELLE FIGLIE DI S. MARIA DELLA DIVINA PROVVIDENZA - OPERE FEMMINILI DON LUIGI GUANELLA».

N.B. Si consiglia che il testamento venga depositato presso un notaio di loro fiducia.

Page 100: La Voce - 4-5/2015

Recommended