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L'ai.41 gen feb 2011.ok

Date post: 22-Jul-2015
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3268101428302218numero 41, anno VII,gennaio-febbraio 2011redazione00136 Roma, via Alfredo Fusco 71/atel. 06 35192249-59fax 06 35192260redazione.architetto@mancosueditore.itwww.mancosueditore.eudirettore scientifico: CARLO MANCOSUvice direttore: ENRICO MILONEdirettore responsabile: FABIO MASSIresponsabile di redazione: PAOLA SALVATOREredazione: VALENTINA COLAVOLPEcomitato di redazioneGIAN LUCA BRUNETTI (G.L.B.)architettoGIOVANNI CARBONARA (G.C.)architetto, direttore della Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti, Universit La Sapienzadi RomaVALERIO CASALI (V.C.)architettoLUIGI MAURO CATENACCI (L.M.C.)architettoFRANCESCO CELLINI (F.Ce.)architetto, preside della Facolt di Architettura, Universit Roma Tre FURIO COLOMBO (F.C.)giornalista e scrittoreLUCA DEUSEBIO (L.D.E.)architettoIDA FOSSA (I.F.)architettoPAOLO VINCENZO GENOVESE (P.V.G.)architetto, docente presso la School of Architecture, Universit di Tianjin, CinaSTEFANO GRASSI (S.G.) avvocato, docente presso la Facolt di Giurisprudenza, Universit degli Studidi FirenzeMASSIMO LOCCI (M.L.) architetto, docente presso la Facolt di Architettura Valle Giulia, UniversitLa Sapienza di RomaCARLO MANCOSU (C.M.) editoreFABIO MASSI (F.M.) giornalistaEUGENIO MELE (E.Me.) avvocato, consigliere di StatoENRICO MILONE (E.M.) architetto, presidente Centro StudiOrdine degli Architetti PPC (Cesarch)RomaRENATO NICOLINI (R.N.) architetto, docente presso la Facolt di Architettura, UniversitMediterranea di Reggio CalabriaMAURIZIO ODDO (M.O.) architettoMARIO PANIZZA (M.P.) architetto, docente presso la Facolt di Architettura, Universit Roma TreALESSANDRO PERGOLI CAMPANELLI (A.P.C.)architettoPLINIO PERILLI (P.P.) scrittore e criticoMARIA GIULIA PICCHIONE (M.G.P.)architetto, Ministero per i Beni e le Attivit CulturaliFULCO PRATESI (F.P.) architetto, presidente onorario WWF ItaliaFRANCESCO RANOCCHI (F.R.) architettoANTONINO SAGGIO (A.S.) architetto, docente presso la Facolt di Architettura L. Quaroni,Universit La Sapienza di RomaPAOLA SALVATORE (P.S.)architettocollaboratori ANNA BALDINI, architettoSTEFANIA MORNATI, architettoLUIGI PRESTINENZA PUGLISI,critico darchitetturaimpaginazione e graficaLUCIANO CORTESI, ROBERTO DI IULIO,FABIO ZENOBIeditoreM.E. Architectural Book and Review S.r.l.00136 Roma, via Alfredo Fusco 71/atel. 06 35192255fax 06 35192260mancosueditore@mancosueditore.itwww.mancosueditore.euresponsabile trattamento datiCARLO MANCOSUpubblicitM.E. Architectural Book and Review S.r.l.00136 Roma, via Alfredo Fusco 71/atel. 06 35192283fax 06 [email protected]: 6 numeri 60,00tel. 06 35192256fax 06 35192264stampaTipografia Grafica Artigiana Romain copertinaUFO, Simone Gatto Lemon Factory,San Pier Niceto, Messina Autorizzazione del tribunale di Roma n. 235 del 27.05.2004ISSN 1824-0526Gli articoli firmati esprimono sololopinione dellautore e non impegnano la redazione, la quale disponibile a riconoscere eventuali diritti dautoreper le immagini pubblicate, non avendoneavuto la possibilit in precedenza.I manoscritti, anche se non pubblicati,non si restituiscono.La rivista consultabile anche sul sito:www.mancosueditore.euLe copie sono distribuite a tutti gli iscrittiagli ordini degli architetti dItalia,agli ingegneri edili, enti e istituzioni variein questo numeron.41gennaio-febbraio 2011notiziario bimestrale di architetturaQuesto periodico associatoallUnione Stampa PeriodicaItaliana3563SOCIET E/ COSTUMEIl senso italiano per i miracoli di renato nicoliniBENI CULTURALIPompei: scaviamo a fondodi carlo mancosuRESTAURORestauro: prospettiveper il nuovo millennio di giovanni carbonaraAPPROFONDIMENTINervi inedito allEA 53di stefania mornatiPERCORSILECORBUSIERIANISe Le Corbusieravesse dovutoinsegnarelarchitetturadi valerio casaliITINERARI E PERIFERIEIl volto nuovo della Cina: Shanghaidi ida fossaSPAZI APERTISpazi pubblici condivisidi luca deusebioGIURISPRUDENZALa clausola risolutivaespressadi eugenio meleSUD CHIAMA NORD ModuloquattroArchitetti Associatidi maurizio oddoSPECIALEArchitetturecontemporanee in Siciliaa cura diluigi prestinenza puglisi,anna baldiniRASSEGNA STAMPAa cura di fabio massiI La discarica di Terzigno(Napoli) e gli scontriavvenuti tra polizia e manifestanti 4n.412011lopinioneSpazio e Societ il titolodella rivista di Giancarlo De Carlo. Una rivista profetica, cheha affermato quel legame tra uomoe ambiente contro il quale si pudire sia in atto negli ultimi anni unavera campagna di delegittimazione.Per espellere (in modo definitivo?)la societ dal modo in cui luomosi confronta col mondo. Per averneunidea basta sedere davanti al televisore. Da un programmadi punta come il Grande Fratello escluso ogni riferimentoa ci che al di fuori della casa. Un universo concentrazio-nario quanto autosufficiente, dove ha legittimit solo ci che personale, intimo. Quello che era indecente diventa lanorma, mentre si smarrisce ogni forma di apertura al mondo.Nella bella mostra al MAXXI che la DARC ha dedicato aDe Carlo cinque anni fa, la relazione dellarchitettura con ilcontesto era giustamente vista come la caratteristica prin-cipale del suo pensiero di progettista.Il progetto, vale a dire lintenzione di trasformare il mondo, sostituito dalla pratica delle affermazioni autoreferenziali.Cosaltro la drammatica vicenda di Terzigno e dellimmon-dizia a Napoli? Due anni fa, i rifiuti che avevano invasoNapoli sono stati il punto di forza della campagna elettora-le di Silvio Berlusconi, che arrivato a convocare nel capo-luogo partenopeo il primo Consiglio dei Ministri del suoGoverno appena eletto per sottolinearlo. Ottenuto il mas-simo vantaggio propagandistico, il progetto (se mai c stato), stato immediatamente abbandonato. Dei tre inceneritoriprevisti, sempre in funzione il solo inceneritore di Acerra,obbligato a bruciare non il secco ma lumido, per la mancataIl senso italiano per i miracoliI Limmagine di apertura che rappresentalincontro surrealetra una palameccanica e una grottescastatua della libert stata scattata in Basilicata (foto di Pietro Mari)I Le macerie di una stradadellAquilaIn basso:le torri di Tor BellaMonaca a Romaviste dallaltoseparazione dei rifiuti organici. Questo perch, delle disca-riche campane, non una sola stata attrezzata per la sepa-razione. Le discariche sono intese come buchi in cui versa-re immondizia indifferenziata, fino alla loro saturazione. Perquesto non c bisogno che siano tecnologicamente idonee;un qualsiasi buco nel territorio va pi che bene, e questospiega perch tra le discariche imitando la camorra chel vicino aveva realizzato una discarica illegale, sia stata inse-rita la discarica di Terzigno, in pieno Parco Nazionale delVesuvio. La Falanghina e la Lacryma Christi acquisterannocos laroma del rifiuto, anzich quello della terra lavica rico-perta dalla vegetazione.La scomparsa del mondo dallorizzonte delluomo il verosignificato della scelta di lasciare il centro dellAquila comeunmucchiodimacerie, edipreoccuparsiunicamentedirealizzarealloggipercircalametdeisuoiabitantiin19nuclei edilizi, che accerchiano la citt distrutta compromet-tendone il paesaggio. Labitare delluomo ridotto allo shel-ter, algusciocheloriparadalleintemperie. Luomovivelavorando; oppurechiusonellapropriacasa, davantiaigrandischermideltelevisorealplasma. Checisiaunadimensione di vicinato, di quartiere, cittadina della sua esi-stenza viene ritenuto come un residuo del tempo passato.De Carlo individuava (come del resto aveva gi fatto BrunoZevi)illimiteprincipaledelmovimentomoderno, coscomesiespressoneiCIAM, nellincapacitdicollegarsialla storia. Intendendo, come storia, non solo la cronologiadei grandi avvenimenti, ma la microstoria che ha determi-nato la forma del territorio e della citt. La tentazione dellatabula rasa, la semplificazione dei problemi insita nellidea diricominciare da capo, corrisponde a un atteggiamento pro-gettuale inadeguato. Molte volte, al potere non interessa ilI In alto:il circuito romano di Formula 1progettato per lEURSopra e a destra:la Fonte Gaia di Giovanni Nicolinie il Giardino del Lagodi Villa Borghese a Roma6n.412011merito di un progetto, la sua realizzabilit; quanto la possi-bilit di usarlo come veicolo di un messaggio. Questo ilsenso del progetto elaborato per il sindaco Alemanno daLeon Krier per Tor Bella Monaca. Chi non vorrebbe abitarein qualcosa di simile alla Garbatella piuttosto che nelle torridi Tor Bella Monaca? per qualcosadestinato a nascere e morire nella fan-tasia, della materia di cui fatta limma-ginazione piuttosto che del cantiere.Scomparsalagrigliadellevariescaleche tenevano insieme la progettazione(la scala urbanistica e territoriale, lascala della circolazione, la scala delladotazione dei servizi), il progetto se-gnato soprattutto dallambiguit tra illiquido wishful thinking delle dichiarazio-ni dei sindaci e le solide cubature chevi associano i costruttori. Un esempiodi straordinaria chiarezza stato il con-trasto che si verificato tra GruppoFlammini e Campidoglio in occasionedella presentazione alla stampa del progetto di circuito diFormula 1 allEUR.Poche cose come questa sembravano essere state pre-viste fin nei dettagli. Il Gran Premio dItalia allEUR di Romaera al centro della Sala Roma del Padiglione Italia di Shanghai.Le teste di Adriano e dellimperatrice sua moglie non eranoproposte come la visione pi importante allocchio del visi-tatore, che era costretto invece a guardare il plastico dellEUR(come se fosse una novit) Lincredibile per avvenuto:Calzavara, amministratore delegato del Flammini Group, nelpresentare ufficialmente il progetto di circuito, ha definitolEUR come un quartiere incompiuto che avrebbe trovatonella Formula 1 loccasione del proprio completamento.E in effetti di cemento ce nera in tale abbondanza, un anel-lo continuo di 14 piani che in certi tratti si elevava ancora,che avrebbe accompagnato barriere e tribune effimere lun-go tutto il circuito, da costringere il sindaco Alemanno aprenderne le distanze.Forse la colata di cemento subito denunciata dalla stampa non per importante come la perdita del senso di realt cherivela. LEUR nasce come progetto di Esposizione Universale,che nelle intenzioni di Mussolini avrebbe dovuto dimostrare visiva-mente la superiorit dellOrdine Nuovo nazifascista sulle citt dellademocrazia; rinasce con la sua annessione alla citt moderna, media-ta dai grattacieli di Ligini, Dinelli ecc., in occasione delle Olimpiadi del60. La sua storia strettamente legata alla sua forma. Ed singolareche lo si voglia trasformare in incompiuta come fosse lo scenario diun Grande Fratello urbano, dove con la nostra immaginazione mon-tiamo tutti in Ferrari escludendone ogni elemento di vita quotidiana,ogni dato di appartenenza alla citt di Roma.La realt ci insegnava De Carlo lo stimolo essenziale alla pro-gettazione. Ogni intervento progettuale entra in relazione, non conunsolocontesto, maconpicontesti. Ilcontestodelpaesaggio,della struttura urbana, delle sue immediate prossimit, della catenadi analogie che rivela. Proprio questa pluralit di relazioni oggi sottoattacco. Le si preferisce una realt semplificata e addomesticata.Voglio fare un ultimo esempio, che mi ha dolorosamente colpito.Nella notte di Halloween (una festa dimportazione diventata popo-lare in Italia negli ultimi anni) ignoti vandali si sono accaniti controlaFonteGaja(ilcapolavorodelloscultoreGiovanniNicolini, miononno) al Giardino del Lago di Villa Borghese a Roma, staccandola testa del faunetto che coronava il gruppo, sorretto dallarco dellebraccia, tese e intrecciate, del Fauno e della Ninfa. Un fatto graveche nasce da responsabilit ben precise. I cancelli del giardino eranoapertianzichchiusi(comeavrebberodovuto; manonsimaiprovveduto a nominare un altro responsabile della chiusura, dopoche il giardiniere che lo faceva andato in pensione): questo ha si-curamente dato ai vandali tempo e tranquillit. La Villa in partico-lare Piazza di Siena che fronteggia il Giardino del Lago stata sot-toposta a un inaudito stress serale duso: Concorso Ippico, MondialidiCalcio, RenatoZero, AzioneCattolica. Infine, dopochesiabbandonato il demenziale progetto di scavare il Pincio per ricavar-neunparcheggiodidiecipiani, nullastatofattoperriportareordine e decenza nei luoghi utilizzati come cantiere. Al centro dellascena, pi del sindaco Alemanno, c il sottosegretario FrancescoGiro, uomo forte del PDL romano. singolare che unassociazionesperimentata e di antica tradizione come Italia Nostra, nella suasezione romana, ne tragga la conclusione che occorre sottrarreVillaBorghesealComune, perfarlagestiredaunafondazioneNon voglio soffermarmi sullindefinizione di questa proposta, quantosottolinearne la parentela con il clima in atto di semplificazione dellarealt, fino a cancellarla.I R. N.,ANOSTRAENERGIAVIENEDALLUNIVERSO)LNOSTROIMPIANTOFOTOVOLTAICOVIENEDALLA'ERMANIAHcckcrL Scar ^GO Car-vcn-8ach-SLrac :: O o::6 ChcnnLz O GcrnanaModuli IoIovolIaici con rendimenIo superiore al % QualiI Iedesca marchiaIa ReckerI Solar.aspcndcrcsccncaLuacasalGrazcadcsgnncLc ccnpaLLc, ac cLLnc prcsLazcn anchc n ccndzcnc d hassa unncsLa c a rcndncnLc chc arrva a : /, ncdu cLcvc-LacprcdcLLdaHcckcrL ScarsccccancLrapuchccnL su ncrcaLc. L'aLssna quaLa dc ncsLr ncdu (:oo / Madc nGcrnany), prcdcLLnuncdcpuncdcrncLccnccgca-ncnLcavanzaLsLahncnLancndccscggcLLaccnLnu c rgcrcs ccnLrc, garanLscc una unga vLa cpcraLva c una ccsLanza d prcsLazcn n cgn ccndzcnc cnaLca.www.hcckcrL-scar.ccnI In alto e a destra:le macerie della ScholaArmaturaruma Pompei 8a cura di Maria Giulia Picchionen.412011beni culturalirinvenne soltanto la parte bassa dellospiccato edilizio e riusc a riportare inluce un corredo di affreschi con vittoriealate su fondo rosso a mo di lambris suitre lati dellaula, essendo il quarto dedi-cato a unampia apertura proprio suVia dellAbbondanza. In tale frangentestorico si ritenne con saggezza diaffidare il restauro alla mera conserva-zione del manufatto rinvenuto, rispettan-do le altezze di scavo originarie e idean-do, a sola protezione, una leggera coper-tura metallica in travi reticolari e lastredi chiusura non meglio identificate.Sfortunatamente, i raid aerei della se-conda guerra mondiale (1943) sgancia-rono in tale zona alcune bombe checolpirono anche questo edificio, arre-candoviingentidanniallacopertura,ma soprattutto ai corredi pittorici chene furono pesantemente deturpati amacchia di leopardo.Gi nel 1946 ledificio aveva una nuovafacies con un intento ricostruttivo dirozza filologia che interess per oltre6 m di altezza lintero manufatto. Ap-poggiando murature tufacee miste diret-tamente su quelle residue originarie,ridotte ad appena 180 cm, si gett insommit un solaio piano in calcestruz-zo armato dello spessore di oltre 50 cmcon travi ordite in senso longitudinaledi luce pari a circa 8 m. assai probabile che lintento ricostrut-tivo avesse anche un movente simboli-co legato allenfasi gladiatoria del ven-tennio in declino, tuttavia il ricorso atecniche tanto invasive sulla strutturain pietrame tufaceo misto e sulla com-pagine architettonica di fatto assaischematica, ci porta ad annoverare mol-ti altri simili, coevi interventi di restau-ro stilistico ricostruttivo partoriti inquegli anni e che risulteranno ahinoi di forte impatto ambientale e causadi gravi problemi di conservazione.Si stima che il cemento armato utilizza-to per coperture di solai piani o per atritetrastilioperistili, nellasolaPompeia far data dagli anni 50, coinvolge oltreil 40% di antiche fabbriche e che la lorosostituzione, pur avvenuta in casi dideterioramento o restauri successi-vi con solette armate e tavolati ligneiovvero con strutture in legno lamellarenonch per tipologie particolari conilricorsoatettoiemetalliche, costitui-sce una seria assunzione di responsabi-lit professionale: sotto il profilo tecnicoma anche culturale. Labbattimento delcemento armato su fragili alzati dotatidi arredi pittorici e poggianti su pavi-menti musivi crea una destabilizzazionecerta pari allo sradicamento di infestan-ti su un intonaco.Il crollo sopravvenuto nei primi giornidello scorso temporalesco novembreha visto collassare lintera ricostruzionePompei: scaviamo a fondoLalungaarteriastradalediVia dellAbbondanza che por- tava, nellantica Pompei, dalla porta aovest (detta di Sarno) verso il cuorepulsante dei mercati, della vita ammi-nistrativa e politica oltre che religiosa:il Foro, ha come un buco ottico nellacortina di paramenti che si staglianosul versante nord.Appare, a poche ore dal crollo, comeuno sfregio, quanto resta, accartoccia-ta in macerie indistinte, la cosiddettaSchola Armaturarum: un edificio ad aulaunica di forma rettangolare, venuto allaluce intorno al 1913 sotto la DirezioneScavi di Vittorio Spinazzola. Venne iden-tificato come armeria dei gladiatori,ovvero centro di deposito di armi e tro-fei per coloro che, facenti parte dellaJuventus locale, ne riponevano oltre chei simboli di gareggiamento anche mo-tivo di ritrovo e discussione sportiva.Lo scavo dei primi anni del Novecento9n.412011dellaula sulla originaria parte basamen-tale a causa di un cedimento di uno deimuri (ovest) liminari il terrapieno che inquesto tratto lambisce su due versantiledificio. Si trattato verosimilmente diuno spanciamento della muratura mistain opera tufacea eterogenea ad altezzadi connessione tra il margine antico equello di ricostruzione, dovuto a infil-trazioni abbondanti su tale versante chehanno reso debolissima la sezione por-tante fatta di inerti misti senza prati-camente legante, ridotto a polvere.In tale punto si abbattuto con forzae successione la massa rigida e pesan-tissima del solaio di copertura che pie-gandosi ha schiacciato lintero alzato econ effetto domino, spingendo le mura-ture sul vicino Vicolo di Ifigenia e diconseguenza abbattendo anche unmuro perimetrale della vicina Bottegadi Zosimus.Non entriamo nel merito specifico delcrollo, piuttosto appare inaudito chein decenni di gestione e tutela oltreche di manutenzioni nessuno si sia oc-cupato del terrapieno che lambisce quicomealtroveilcuoredegliscavidiPompei. In un caso del tutto analogoe assai rischioso anche per la presen-za di abitazioni private, a Ercolano, si messa in sicurezza una parete a nord(750 m per 20 m di altezza) fruendo difondi POR 2000-2006 che hanno per-messo oggi di salvaguardare il Decuma-no Massimo, rendere sicuro un sito,contenere abusi edilizi da parte di ag-guerriti terzi e realizzare in quota unapasseggiata aerea su tale versante degliscavi. Un pericolo scongiurato nel mi-gliore dei modi.Obiettiamo, infatti, che mentre Ercolanoha beneficiato di unattenta, capillaremetodologia di progettazione in un am-bito programmatico complessivo e diampio respiro, grazie al coordinamentoche risultato un mero esercizio dicifre dai contorni assai vaghi.Purtroppo su questo studio o al suoinput dobbiamolaseriediinterventimanutentivi estesi alle coperture ditutte le regio pompeiane e che ha datovita ad appalti milionari a intervalli cicli-ci solo e soltanto su coperture dimen-ticando o estraniando ci che andavasalvato ancor prima o in contempora-nea, ovvero ci che stava a sostegno:le murature e gli elementi architetto-nici portanti.Questa sciagurata iniziativa che in-tervenuta anche ad esempio perrimettere in sesto coperture metal-licheoinPVCtendevaariparareiciclipittoricisottostantieicorredimusivicomeprincipaleobiettivo,ignorandolanecessitdirigenerare ad esempio le malte polverizzatedelle murature.Tutto questo accadeva mentre allin-terno del grande terrapieno ettari edettari di terreni demaniali sono statilasciati in uso a fittavoli (scandalosa-mente fruitori senza contratti da de-cenni), i quali coltivano ancor oggi que-ste distese come un qualsiasi appezza-mento e dunque senza regole: nientefossi di guardia, niente irreggimentazio-ne, niente controlli su cigli e scarpate,con i risultati che si possono immagina-re e verificare puntualmente.Si sta correndo ai ripari e come sem-pre in ritardo e con la concitazione e lereprimende del giustizialismo mediati-co che fanno da contrappunto, ma oc-corre davvero cambiare rotta e senzaperdere un minuto di tempo. opportuno che si facciano i distin-guo fra chi opera con professionalite correttezza in nome e per conto del-lamministrazione comunale e chi no;fra chi ha raggiunto gli obiettivi nei ri-sultati e nei tempi, e chi no; tra chi quo-tidianamente rende servizio coscientee meritorio, con abnegazione e scru-polo, e chi no. Scaviamo a fondo perindividuare i veri responsabili.I Carlo Mancosustretto con tutti i soggetti istituzionaliconcorrenti, compresa lamministrazio-ne comunale, da parte dei funzionari ar-chitetti e della Direzione Scavi, Pompeiha assistito a una voragine gestionale ea un disordine progettuale di cui oggiscontiamo i danni e le conseguenze.E dire che risorse, studi e personale tec-nico hanno potuto operare in decennisotto lassoluta libert di azione e deci-sione. E dire anche che dal 1996 era sta-to istituito un ufficio di piano proprioper la programmazione e il coordina-mento di fondi speciali dedicati ai gran-di progetti infrastrutturali e di servizioo di assetto del territorio demaniale! E dire anche che un magnificato studiosulla sostenibilit conservativa di Pompeiantica era stato commissionato sul fini-re degli anni 90 proprio per dare il pol-so della situazione dello stato del de-grado e da questo poter partire peruna manutenzione ordinata e diffusa!Tuttavia le basi informatiche dello stu-dio medesimo non hanno reso possibi-le la reale e chiara conoscenza dei luo-ghi per un vizio di partenza legato allainattendibilit cartografica dello stesso10a cura di Giovanni Carbonara eAlessandro Pergoli Campanellin.412011restauroe irreversibili; a confronto le ragioni ecologiste e ambienta-liste godono, oggi, dun pi solido credito.Tale estinzione nonderiva, tuttavia, dal suo auspicato superamento e inveramen-to in una buona e assidua pratica manutentiva (analogamen-te a quanto tenta di fare la medicina preventiva rispettoalla chirurgia), ma dalla rimozione stessa delle sue ragionifondative.Esiste anche unaltra possibilit, legata a un dato fondantedellattuale societ, vale a dire la sua complessit e apertu-ra ad atteggiamenti e valori diversi. In architettura, come inletteratura o in musica, si oscilla senza traumi dalle realizza-zioni pi colte e raffinate a prodotti deteriori, trash, identi-ficabili, in architettura, nello squallore di molte periferie enella pi volgare edilizia di mercato.Tutto si mescola in unasostanziale tolleranza che, in realt, agnosticismo cultura-le e assenza di valori condivisi, incapacit di giudizio.In questa prospettiva nulla vieta che possa sussistere unmodesto settore residuo di persone dedicate agli studi stori-ci e quindi alla conservazione, in una situazione, per altro,di sostanziale disinteresse pubblico e sociale al problema.Che la tutela e la salvaguardia dei beni culturali e ambien-tali possano godere in futuro dun riconoscimento socialeprivilegiato, pari a quello che ha contraddistinto la fine delXIX secolo e buona parte del XX, cosa assai dubbia; rico-noscimento legato, per altro, alla ricerca dun equilibratorapporto fra conservazione e innovazione, visto come garan-zia deducazione, desercizio alla riflessione critica e ancheC da domandarsi se la civilt attuale sia ingrado di lasciare un ruolo alla memoria, allastoria, al valore delle tradizioni, alla stessa bellezza. Non facile dare una risposta anche se c da temere che questasarebbe negativa. A prima vista sembra che linteresse perla conservazione e il restauro si sia, in questi ultimi decen-ni, rafforzato. Ma la prospettiva del nuovo millennio quel-la del conseguimento dun livello dattenzione e di conse-guente accuratezza operativa maggiore oppure si profila ilrischioduncapovolgimentototale, dunradicalecambiodorientamenti? C il fondato timore che il restauro odierno sia lespressio-ne duna cultura borghese, dimpronta propriamente otto-novecentesca, a rischio destinzione. Una cultura fondatasu basi storiche e filosofiche kantiane, hegeliane, storicisteche si sta dissolvendo a favore dun pragmatismo economi-cistico che tutto consuma. Si sente, vincente, la pressionedella volont di rinnovare e riconfigurare il nostro ambien-te privilegiando, su tutte, le ragioni economiche e della rendi-ta; queste sono percepite come ragioni vitali a confrontodi quelle, vecchie e avvizzite, della conservazione. Pi profon-damente sembra che il temuto esaurimento vada di paripasso con quello duna cultura di radice umanistica ormaiprossima a scomparire.Quindi limpressione che il restauro sia avviato verso lasua estinzione, dopo avere avuto una crescita e una diffusio-ne, anche in un passato recente, che sembravano continueRestauro: prospettive per il nuovo millennioI Ambalema(Colombia),casa in terra cruda:emblema della delicatezzadel patrimoniominoreChinquinquir-Boyac (Colombia),stazione ferroviaria,restauro e musealizzazioneBogot (Colombia),Palazzo Echeverr y,restauroI Cartagena(Colombia), una via del centro storico in unimmaginedella prima metdel NovecentoSotto:Cartagena,una via del centrostorico oggi,dopo gli inter ventidi recupero edilizio11n.412011di migliore qualit di vita. Quanto alle prospettive di meto-do future, queste probabilmente saranno pi aperte di quan-to attualmente avvenga, dimostrando attenzione proprio allemenzionate periferie e proponendosi una sorta di rinnova-to apprezzamento, storico ed estetico, quindi gi in s conser-vativo, per ci che comunemente considerato, specie daicultori del restauro del nuovo (quasi tutti schierati, senzatroppo pensare, sulla linea del ripristino), solo immondiziaarchitettonica. Eppure alcuni studi, come quelli condotti daRoberto De Rubertis sullarchitettura volgare, dischiudo-no interessanti prospettive.Si tratta di aperture significative: quello che noi vediamocome irrimediabilmente brutto, in specie nelle grandi peri-ferie urbane, forse possiede un alito di bellezza che ci sfug-ge. Abituati ad ascoltare la musica classica probabilmentenon siamo in grado di capire la musica alternativa hardcoreo quella techno (non a caso suonata, nelle feste rave, spessoin fabbriche abbandonate) e viceversa; se c incomunicabi-lit questa, per definizione, anticulturale, perch la cultu-ra in primo luogo scambio, apertura e curiosit per laltro.In conclusione, qui sintravede unulteriore possibile stradadi sviluppo dellidea di conservazione.Una vecchia affermazione di Renato Bonelli si sta dimostran-do vera e profetica: la societ attuale non ha interesse alletestimonianze storico-artistiche in s, antiche o moderneche siano. Essa praticistica e consumistica, ma anche lasociet delle complessit, il che apre comunque qualche spira-glio. Eppure c da essere abbastanza pessimisti, non tantoper linvadenza della cultura alternativa, propria della emar-ginazione metropolitana, quanto per il lavorio sotterra-neo duna meno chiassosa ma pi aggressiva sub-culturaeconomicistica e sedicente scientifica, in realt piattamentetecnologica (cfr., a tale proposito, M.C. Nussbaum, Il poteredel sapere e T. De Mauro, Il presente ha bisogno del passato,in Internazionale, XVII, 2010, 870, rispettivamente alle pp.36-42 e 43). forse vera limpressione che il fronte conser-vazionista e ambientalista, creato in decenni di lavoro econsolidatosi nella seconda met del nostro secolo, resticome una scenografia di parata dietro la quale il pi spre-giudicato affarismo, sempre legato al potere politico, lavoraed erode convinzioni e interessi. Hong Kong, Singapore ele metropoli del capitalismo asiatico sono, a ben vedere, ilnuovo modello urbano e sociale, non certo le vecchie cittstoriche europee; se si preferisce, un modello asiatico-ameri-cano quello che sta penetrando e vincendo, in ogni fasciadella societ italiana.Sono discorsi un po apocalittici ma forse con qualche fonda-mento di verit. Da questa prospettiva si vede nuovamentecome il restauro sia un prodotto della tradizionale culturaeuropea, di lontana ascendenza greco-romana, giudaico-cristiana e umanistica, fuori della quale esso, molto proba-bilmente, non pu vivere.Quanto s fin qui detto riguarda il cosiddetto Mondo Occi-dentale, tanto squilibratamente opulento quanto drammati-camente carnevalizzato, per usare una caustica espres-sione di Umberto Eco, e in profonda crisi didentit. Se perci si sposta verso alcuni Paesi cosiddetti emergenti o anchedel terzo mondo, come, per esempio, la maggior parte diquelli latino-americani si pu notare che lattenzione versoil costruito storico, pur rappresentando, per molte ragioni,unacquisizione piuttosto recente, da qualche tempo ha fini-to con lassumere una singolare importanza per ragioni siaculturali sia, forse soprattutto, identitarie, sociali e politiche.Il tutto con evidenti connotazioni progressiste, anticapitali-ste e reattive nei confronti del processo di globalizzazionee omologazione culturale in atto. In qualche modo la conser-vazione architettonica venuta ad assumere, su basi moltopi serie e sofferte, il medesimo ruolo rivoluzionario che fu,in Italia, quello del recupero (inteso letteralmente qualeriappropriazione dei beni culturali da parte delle classisubalterne) dopo il Sessantotto.Tanto in Cile quanto in Colombia, e con manifestazioni picolte anche in Brasile e Argentina, sincominciano a regi-strare alcuni interessanti risultati, grazie allo sforzo compiutounitamente da storici dellarchitettura, architetti spontanea-mente sensibili e specialisti della conservazione, molti deiquali formatisi allestero ma, ancor pi, grazie a un progres-sivo cambiamento di mentalit nei confronti delle antichetestimonianze, non solo di quelle rilevanti per qualit arti-stiche o per vicende storiche ad esse riferibili, ma anche delcosiddetto patrimonio minore. Si tratta di un segno posi-tivo, che sta a indicare una crescente consapevolezza da partedei singoli cittadini verso i propri luoghi, cari alla memoria:semplici luoghi urbani e non necessariamente monumenti.Purtroppo ci avviene quando gi uningente parte del patri-monio storico-architettonico stata sacrificata, anche in annipiuttosto recenti, alla speculazione edilizia, nel nome delligno-ranza e duna modernizzazione che vedeva nellantico soloun freno e un limite intollerabili. Questo non toglie che, daparte di molti, ci simpegni con piena convinzione e gran lena12n.412011I So Salvador da Bahia (Brasile),chiostro del convento di San Francesco,inter venti provvisoridi messa in sicurezzastrutturale: segno di sollecitudine nei confronti del propriopatrimonio storicoSotto:Bogot,Museo Nacional de Colombia,ricavato nellanticopenitenziarioTunja (Colombia),convento di San Agustn,inter vento di reintegrazione:segno diunattenzionecritica e creativanellazione direstauro, condotta,pur in modo ancora ingenuo,con chiaririferimenti allacultura europearicavato nellantico penitenziario, e alla Casa della Cultura aMarsella-Risaralda) alcuni dei quali davvero interessanti esuggestivi, primancora sul piano sociale ed economico checulturale, architettonico o urbano.Accanto alla crescente presa di coscienza dellestensionereale del patrimonio, fino allarchitettura minore, come sdetto, e allarcheologia industriale, si colloca dunque lacqui-sizione concettuale che la tutela delleredit del passato un problema di responsabilit collettiva, quindi anche socia-le e politico dove, fin quasi ad oggi, proprio la politica si resa responsabile della facile liquidazione, anche nella stes-sa capitale Bogot, dun patrimonio coloniale e moderno digrande valore. Si ricordino, fra tutti, i casi clamorosi dellaperdita del convento di San Domenico, dellHtel Regina edellHtel Granada.Un secondo tema di fondo quello, sopra appena accen-nato, del radicamento locale, specie sotto il profilo delletecniche, dei materiali e anche della formazione di profes-sionisti, maestranze e imprese nei singoli Paesi. certamen-te un bene che tale radicamento si sviluppi senza dipenden-za dallestero, circostanza che indebolirebbe il confronto civi-le in atto. Ma ci potr meglio avvenire se i principi delrestauroresterannosemprecomunie, incertomodo,universali, vale a dire se si confronteranno con lelabora-zione in corso nelle altre nazioni, specie in quelle di maggioresperienza e, fra esse, quelle europee di cultura latina, pervarie ragioni storiche pi spontaneamente sensibili e menocondizionate dalle pesanti ragioni privatistiche della resaeconomica e del libero mercato.I G.C.a conservare le testimonianze del passato saldandole effica-cemente allo sviluppo presente. Le realizzazioni pi interes-santi, ai nostri occhi, sono quelle pi spontanee e carichedi tensione sociale, perci naturalmente pi povere fino alcaso dellauto-recupero, vale a dire diniziative che non passa-no necessariamente attraverso la mediazione culturale etecnica degli architetti o degli storici dellarte. Il caso diconversione in centro culturale e sociale duna vecchia stazio-ne in Cile, attuato da due architetti con molte idee e pochimezzi, appare a questo riguardo significativo.Naturalmente, non si tratta, come afferma uno studioso consa-pevole quale Mauricio Uribe Gonzlez riguardo al caso colom-biano, della volont di mummificare o congelare il passato madi tessere con lo stesso filo la trama di antico e nuovo, nellaconsapevolezza che non si conserva per il passato, n per isoli specialisti n, tanto meno, per pochi eruditi ma per il tempopresente e le generazioni future, onde garantire condizioni emodelli di vita, specialmente nei grandi complessi urbani, miglio-ri di quelli assicurati dallattuale industria edilizia. Si restau-ra il patrimonio edilizio, infatti, anche per stimolare una pialta qualit dellarchitettura contemporanea, che non sia soloindustria, investimento e rendita ma torni ad essere vera artedel costruire e dellabitare. Non per costruire meno maper costruire bene.Meritano dessere sottolineati gli effetti positivi di molti casidi recupero condotti, in Colombia, in questi ultimi decenni(dalla stazione ferroviaria di Chinquinquir-Boyac al Palaz-zo Echeverry a Bogot, dalle case gi abbandonate di Carta-gena al Museo Nacional de Colombia, sempre in Bogot,14n.412011approfondimentiIViste della sferacollocata nella Sala dei Ricevimenti del Palazzo dei Ricevimenti e Congressi(Archivio Studio Monaco e Luccichenti,Roma)Ilvivace spirito innovativo chePier Luigi Nervi ha espresso nella sua lunga carriera testimoniatoin ogni sfaccettatura della sua biografiadi ricercatore e costruttore: dalla lungaserie di domande di brevetto presen-tate per tutelare le sue invenzioni e isuoi sistemi costruttivi che spazianodai serbatoi ai galleggianti, alle solette,alle lastre, ai reticolati, alle strutturespaziali ondulate o curve, ai materialicostruttivi, alle costruzioni navali fino alle opere realizzate, conosciutea livello planetario. In tutte, o quasi,il conglomerato cementizio armato il comune denominatore. Pochi sonoi campi ignorati dalla genialit curiosadellingegnere che non si sottrae asperimentare il suo pi noto materia-le costruttivo, il ferrocemento, anchenellambito degli oggetti pubblicitari. Nervi stesso che ce ne parla in unapagina di Costruire correttamente: Ilferrocemento egli scrive permet-teanchelesecuzionedistruttureparticolariqualiiltrampolinodelKursaal di Ostia costruito su proget-todellarchitetto AttilioLapadula,lelemento decorativo per la EA 53di Roma, ideato dagli architetti Libe-ra, Luccichenti e Monaco, i solai diPalazzo Galbani a Milano, la pensilinadello Stadio Flaminio in Roma.1Ma cosa il ferrocemento? un ma-teriale costruttivo che ha origine nelleprime esperienze che Lambot e Moniereseguono sul cemento armato nellametdelXIXsecolo, echeNervisviluppa in una serie di prove e conti-Nervi inedito allEA 5315n.412011IDisegni esecutivi:armatura degli spicchitriangolari (sopra) eparticolare mensolee disposizionestaffe (Centro Studi e Archivio dellaComunicazione,Universit degli Studi di Parma)nue revisioni della sua costituzioneinterna, affinando le percentuali e laqualitdeimaterialicomponenti.Basandosi sulla constatazione che lal-lungabilit dei conglomerati cementi-zi maggiore in vicinanza delle arma-ture e che varia in relazione alla loropercentuale e distribuzione nella ma-trice cementizia, lingegnere suddividee infittisce larmatura metallica otte-nendo un pacchetto di reti sovrappo-ste, a cui viene data la forma volutaelecuimagliesonoimpregnateericoperte da una malta cementizia dibuona qualit, fino a raggiungere unospessore complessivo che varia da 1a 6 cm. Le prove a cui Nervi sottopo-ne il suo nuovo materiale ne attesta-no le elevate capacit di resistenzameccanica, oltre gli eccezionali requi-siti di flessibilit ed elasticit. Il mate-rialecosottenutohabenpocoincomuneconilconsuetocementoarmato, mostrandoinvecetuttelecaratteristiche meccaniche di un ma-teriale omogeneo.2Ma c un altroproblema che, da sempre, sta a cuorea Nervi e che il ferrocemento sembraaffrontare: latotaleindipendenzadelloggetto costruito dalle cassefor-me, poich la malta viene posata amanoepressataconilfrattazzo.Questo feltro di cemento e armatu-ra equidiffusa, che Nervi brevetta nel1943, gli consente infatti di modella-re con semplicit ed economia formespaziali anche complesse.LeoperecitatedaNervicopronotutte larco degli anni Cinquanta e, sesi esclude lelemento decorativo, sononote non solo agli studiosi ma ancheaimenoaddetti. Cenesonoaltre,anche di anni precedenti, che linge-gnere non cita in quella pagina,3in cuiilferrocementoimpiegatosiainforma di soletta ondulata sia in formadi elementi ondulati prefabbricati.Nelpalazzomilanese(1956-59)enello stadio romano (1957-59) citatida Nervi, il materiale utilizzato percostruire a pi dopera travi anche digrande luce, come quelle di 15 m delsolaio di Palazzo Galbani. Diverso iltrampolino (1949-50): esso non coprespazi ma si staglia nello spazio comesegno grafico, con le sue membratu-re che, nella traduzione strutturaleoperatadallingegnere, assumonosezionicruciformi, a Tea Y, esono costruite su unossatura metal-lica rivestita di ferrocemento.4Loggetto decorativo EA 53, che perla connotazione propagandistica piaffine al trampolino che non alle travi,schiude una finestra fino ad ora igno-rata nel panorama di Nervi. Di essovi testimonianza nei disegni conser-vati nel Fondo Nervi del Centro Studie Archivio della Comunicazione, Uni-versit degli Studi di Parma;5benchdi livello esecutivo, in verit gli elabo-rati grafici appaiono enigmatici, poichincompletieprividiunquadrodiinsieme che restituisca quellorgani-citessenzialeallacomprensionedelloggetto. Larchivio di Libera nonhatraccediquestolavoromentrequello dello studio Monaco e Lucci-chenticonservaqualcheschizzoealcune fotografie delloggetto realiz-zato e del cantiere, ma non aveva finoad ora elementi per ravvisare la parte-cipazione di Nervi al progetto.6Infine,poche fotografie delloggetto realiz-zato, che non erano ancora state iden-tificate, sono presenti nei materialidellArchivioNerviconservatoalMAXXI Architettura.La denominazione EA 53, con laquale lo Studio Nervi & Bartoli desi-gna il progetto, anche lacronimodellEsposizione Internazionale del-lAgricoltura, che si svolge a Roma dal26 luglio al 31 ottobre 1953, sollevan-dodallabbandonoilpatrimoniodispazi e architetture allestite per lE42,laltra esposizione universale mai inau-gurata. Levento quindi loccasioneper rilanciare il quartiere, dando avvioa un vasto programma di restauro ecompletamento edilizio e urbanistico.Il Palazzo dei Ricevimenti e Congressi,16n.412011IDisegno esecutivo:particolari degli elementiinterni alla sfera(Centro Studi e Archivio dellaComunicazione,Universit degliStudi di Parma)Sotto:la sfera incostruzione;il telaio ricoperto di malta.Da sinistra si riconosce A. Luccichenti e, di spalle, G.Severini;il bambino Furio Luccichenti(Archivio F. Luccichenti,Roma)da cui sono ritagliate quattro calotte;allinterno, dal centro, si allargano araggiera delle aste metalliche, ognunadelle quali termina con una piccolasfera. Da ogni sfera si dipartono ven-tagli di fili che si vanno ad ancoraresul perimetro delle cavit dal globomaggiore, le cui pareti interne sonoaffollate di piccole immagini di voltiumani.Come realizzare questo stravaganteoggetto cavo, di grandi dimensioni madalle pareti sottili? Non sappiamo lemodalit con le quali Pier Luigi Nerviviene coinvolto nel progetto, n quan-to avanzato fosse lo stesso progettoquando egli vi si dedica; certamente ilsuo ferrocemento appare il materialerisolutivo. Nervi, abituato a lavori piimpegnativi e di rilievo internazionale,non si sottrae allinvito; in una fase incui le istanze della prefabbricazione edellaindustrializzazioneinizianoaemergere con vivacit e in cui il proces-so di modernizzazione del Paese, anchese limitatamente a un settore produt-tivo, al centro dellesposizione roma-na con le innovazioni tecnologichedelle macchine industriali e delle prati-che agricole lelemento decorativo ancora unoccasione per dimostrare laversatilit, leconomia e la velocit dilavorazione dei sistemi artigianali pro-posti dallingegnere.una delle sedi nelle quali si dispiegalesposizione, dedicato alla Mostradella Federazione Italiana dei Consor-zi Agrari, curata da Adalberto Libera,Amedeo Luccichenti e Vincenzo Mo-naco, i quali progettano anche il grandeoggetto espositivo che deve esserecollocato nella Sala dei Ricevimenti.7Le immagini delloggetto realizzato,probabilmente demolito, descrivonouna sfera cava di oltre 7 m di diametro,Tra giugno e luglio del 1953 lo StudioNervi & Bartoli si occupa del proget-to esecutivo. Una prima versione deltelaio interno della sfera prevede las-semblaggio di quattro circonferenze,dal diametro di 1,50 m, in tubo Man-nesmann da 76 mm, saldate tra loro.Icerchisonoalorovoltasaldatiamensoletriangolaridi lamieroneche devono essere sagomate in opera.Le mensole sono saldate al piedistal-lo, originariamente pensato come untreppiede, ma poi semplificato in unsostegno cilindrico. Gli spazi triango-lari di risulta dallaccostamento dellecirconferenze sono armati con un re-ticolato metallico di 6 mm di diametrocon maglia di 20 cm, su cui sono so-vrapposti quattro strati di rete pifitta, dal peso di 1 kg/mq, posti dueallinterno e due allesterno. Gli stra-ti di rete fanno da supporto alla maltache deve ricoprire completamente lastruttura metallica; una volta termina-ta, la sfera avr il diametro di 7,34 m.Neiduemesidielaborazionedegliesecutivi anche studiata una varianteper il telaio interno che non sar realiz-zata, come si evince dalle fotografie delcantiere. Nella variante i cerchi nonsono pi saldati tra loro, bens connes-si tramite triangoli equilateri realizzatisempre in tubo Mannesmann.Allinterno della sfera, un cavallettopiramidale in tubi da 1 pollice spiccadal piano delle mensole fino alla quotadi circa 3,50 m; al vertice sono salda-ti i profili a T che si proiettano aventaglio, con distanza angolare di 30,per terminare con le sfere dal diame-tro di 50 cm e, infine, con i fili.Le fasi operative, che suscitano anchela curiosit di Gino Severini l impe-gnato nella realizzazione del grandefregio pittorico collocato nellAtrio deiRicevimenti restituiscono il caratte-re artigianale, bens ingegnoso, dellese-cuzione che fa da contrappunto allavibrante e astratta modernit dellog-gettorealizzato; eproprioquellaconnotazione artigianale, che accomu-na ledilizia allagricoltura, arricchisce disignificatiilgievidentecontenutosimbolico dellopera in cui lattivit dellacommittenzalaFederazionedeiConsorzi Agrari rappresentata nellasua capillare ramificazione sul territo-rio nazionale.I Stefania Mornati17n.412011ILa sfera incostruzione.Si notano il telaioe la rete a maglielarghe; la personadi spalle a destra P.L. Ner vi(Archivio Studio Monaco e Luccichenti,Roma)NOTE1Cfr. P.L. Nervi, Costruire correttamente. Caratteristiche e possibilit delle strutture cementizie armate, Hoepli, Milano, 1965, p. 31.2Ibid. p. 29 cfr. anche P.L. Nervi, Scienza o arte del costruire?, Edizioni della Bussola, Roma, 1945.3Solo per citarne alcuni: il magazzino sperimentale alla Magliana a Roma (1945), ledificio a emiciclo alla Fiera di Milano (1947) o la copertura delsalone principale di Torino Esposizioni (1947-49).4Cfr. S. Mornati, Lo stabilimento Kursaal di Lapadula e Nervi, Mancosu Editore, Roma, 2007.5Il progetto identificato dalla Studio Nervi & Bartoli con il numero 3787. Larchivio conserva 9 lucidi e 1 copia cianografica.6Ringrazio Furio Luccichenti, gli eredi Monaco, e gli architetti Paolo Melis e Rosalbina De Rose, che stanno curando lordinamento dellarchivio dellostudio Monaco e Luccichenti, per aver messo a disposizione i materiali dello studio.7Cfr. Arte allEA53, in Alfabeto, n. 15-16, 15-31 agosto 1953, p. 4.18a cura di Valerio Casalin.412011percorsi lecorbusierianiNella notte del 27 settembre1929 Le Corbusier, a bordo del transatlantico Massilia, arriva aBuenos-Aires, ove soggiorna lungamen-te e tiene un ciclo di dieci conferenze;gioved 17 ottobre si trova alla Facoltdi Scienze Esatte, dove pronuncia la suaultima conferenza, che ha per titoloLa Citt Mondiale e considerazioni forseinopportune.1Esaurito piuttosto brevemente largo-mento principale la Citt Mondiale introduce un tema improvvisato:Sedovessi insegnare larchitettura?.2Il testo di questa comunicazione ci giunto integralmente come daltron-de quello delle altre: Le Corbusier letrascrivetutteduranteilviaggiodiritorno in Francia, a bordo del tran-satlanticoLutetiaeleraccoglieinPrecisazioni sullo stato presente dellar-chitettura e dellurbanistica,3dove pub-blica anche i disegni che ha eseguitonel corso delle conferenze medesime.In questo testo poco conosciuto, lar-chitetto propone a valanga i suoi modidi capire, apprendere e fare larchi-tettura, in una successione antiacca-demica e originale che stupisce per lasua libert, novit e spregiudicatezza.Dopo una spietata critica alluso degliordini, grandeostacoloallarchitet-turamoderna, lautodidattacheLeCorbusier esorta a capire il come eil perch di tutto; non ricevere pas-sivamente un insegnamento, ma sco-prire tutto da se stessi, scavando anchesotto gli argomenti che sembrano piscontati: cosa sono porte e finestre, acosa servono; quali possono essere leforme e le dimensioni delle varie stanzee che differenze comporta luso dellunao dellaltra.Suggerisce di studiare lalloggio minimoper diverse composizioni familiari, divisitare i cantieri per conoscere i pro-blemi della costruzione, di comprende-re, al di l dello studio delle formule,la resistenza dei materiali e il modo dilavorare di una struttura.Raccomanda di disegnare facendo usodi matite colorate, capaci di apportareleggibilit e chiarezza e invia i suoi stu-denti a rilevare un vagone ristorante, unvagone letto, un transatlantico, esempidi macchine perfettamente funzionanti.Elogia e indica come esempio da segui-re il retro di certe case, modeste e sem-plici, di Buenos Aires, alla cui bellezza esincerit corrispondono fronti, falsee pretenziose.Si formano cos architetti coscienti ecapaci, pronti ad agire nel contestonuovo della civilt delle macchine; ma,naturalmente, non possibile trasmet-tere ricette per il segreto della bellezza;il maestro suggerisce luso della pro-porzione e, senza troppo drammatiz-zare, ammonisce che ci vuole moltaimmaginazione per riuscirci e tanta piquanto pi il problema modesto.Abbordiamo adesso il soggetto im-provvisato di questa conferenza daddio:Se dovessi insegnare larchitettura?La vostra citt, pi di Parigi o di qual-siasi altra, mi suggerisce mille idee. Nespiegocoslaragione: primadituttoBuenos Aires in America. E lAmerica separata dal silenzio di un oceano daRoma e dal signor Vignola e dallIstitutodi Francia. LAmerica la pampa o laforesta vergine! Avete davanti a voidei problemi giganteschi; dovete farepresto; siete senza pregiudizi; farete del-le cose animate dallo spirito del tempo!Ma ecco una cosa molto strana: negliStati Uniti come da voi, Vignola il dio.Le vostre citt non presentano nientedi originale, solo una stravagante vege-tazione di balaustre (c un caso ame-ricano di balaustra!) e una devozionecieca agli ordini dellarchitettura. Quandopronuncio agli ordini dellarchitettura,mi ritorna in mente il mio stupore digiovane angosciato che fuggiva le stradebattute dellarchitettura in cui profes-sori, libri, manuali e dizionari classifi-cavano con solennit gli ordini dellar-chitettura. assolutamente burlescofermarcisi un secondo: gli ordini del-larchitettura! Lordine di chi e di checosa, larchitetturadiche?Epensareche la macchina del mondo dellarchi-tettura insabbiata da quattro secolisotto questo disordine! Anche vicinoallaforestavergine, ad Ascunsion!4LAmerica sotto gli ordini di Vedete,in piena lealt, mi sento venir meno seoso porre tali domande: Gli ordini dichi?. Mi sento insolente, ma ancheonesto.Lavostracitt, Buenos Aires, sortasotto il soffio ardente della civilt dellemacchine Gli ordini dellarchitet-tura!. Si vedono daltronde dapper-tutto per la strada, che mimetizzanotutte le forme e impediscono alla lucedi entrare.Se dovessi insegnare larchitettura?Domanda rivolta forse inopportuna-mente. Comincerei con linterdire gliordini col far cessare questa malat-tiadegli ordini, loscandalodegliordini, questo inimmaginabile smar-rimento dellintelligenza. Io esigerei:rispetto allarchitettura.Per, racconterei ai miei allievi che,sullAcropoli di Atene ci sono dellecose emozionanti di cui pi tardi com-prenderanno limmensa grandezza, inmezzo ad altre cose grandi. A loro pro-metterei, per dopo, la spiegazione dellamagnificenza del Palazzo Farnese e laspiegazione del vortice spirituale aper-to tra le absidi di San Pietro e la fac-ciata della stessa basilica, costruite rigo-rosamente le une e laltra sullo stessoordinequidaMichelangelo, ldaAlberti. E molte altre cose che sonoil massimo della purezza, della veritdellarchitettura ma che richiedono,per essere comprese, una certa padro-nanza. Affermerei che la nobilt, la pu-rezza, la speculazione intellettuale, labellezza plastica, limmortalit della pro-porzione sono le grandi gioie profon-de dellarchitettura, che possono esse-re percepite da tutti.Dirigerei il mio insegnamento, e lo con-tinuerei instancabilmente, su di un pianopi obiettivo. Mi sforzerei di inculcarenei miei allievi il senso acuto del con-trollo, del libero arbitrio, del come edel perch di cui ho gi parlato qui.Li supplicherei di coltivare questo sensoinstancabilmente, persino fino alla vec-chiaia. Questo controllo, lo vorrei sulpiano molto obiettivo dei fatti. Ora, ifatti sono mobili, mutevoli, sopratuttoin questa epoca. Insegnerei loro il di-sprezzodelleformule. Alorodirei:tutto rapporti.Riprendiamo i nostri piccoli disegni:Algiovanestudente, iochiedo: comefai una porta? Quali dimensioni?Dove la fai? (211)Come fai una finestra? Ma, a propo-sito, a che serve una finestra? Sai vera-mente perch si fanno delle finestre?Selosai, dillo. Selosai, potraispie-garmiperchsonostatefattedellefinestreasestoacuto, quadrateret-tangolari ecc. (212) Voglio delle spie-Se Le Corbusier avesse dovuto insegnare larchitettura19n.412011ILe Corbusier, Prcisions sur un tat prsentde larchitecture et de lurbanisme,Crs, Paris, 1930 p. 223: disegni tracciatidurante la conferenza con scritte: 211 /porta (porte) / 212 / finestra (fenetre) /213 / A / qualificare e dimensionare(qualifir et dimensionner) 2 / 4 / 6 /bambini (enfants) B circolazione(circulation) / C / = la cattiva (la mauvaise)/ = organizzazione (organization) / 214necessari, nellordine in cui una funzio-ne segue unaltra. E dimensionerai ognilocale con il minimo di superficie. (214)Poi, su una curva o, meglio, su una spe-cie di albero genealogico, stabilirai lecircolazioni, le contiguit indispensabilidelle stanze di questa piccola casa.Per finire, tenterai di assemblare insie-me questi locali per fare una casa. Nonoccupartidi costruzione, unaltracosa. Se, per caso, ti piace giocare ascacchi, qui sarai servito; nessun biso-gno di andare al bar per trovare deicompagni!Andrai sui cantieri di costruzione a ve-dere come si fa il cemento armato,come si fa una terrazza, i pavimenti,come si monta una finestra. Ti daruna carta che ti servir da lasciapassare.Farai degli schizzi. Se vedi degli idiotinei cantieri, non dimenticare di anno-tarlo. Al ritorno mi farai delle domande.Non immaginare che si impari a costrui-re facendo della matematica. Questo un trucco usato dalle accademie (cheridono sotto i baffi!).Dovrai tuttavia studiare una certa quan-tit di problemi statici. facile. Inutilecrederti obbligato a capire esattamen-te come le formule di resistenza sonostate calcolate dai matematici. Con unpo di allenamento, capirai il meccani-smo di questi calcoli, ma ricorderai so-prattutto il modo in cui lavorano lediverse parti di un edificio. Sforzati dicapire bene cosa significano i momen-ti dinerzia. Una volta capito questo,avrai le ali. Queste cose non sono pro-blemi matematici; quelli lasciali ai ma-tematici. Il tuo compito non finito.Ti occuperai di studiare le questionidi sonorit, disotermia, di dilatazione.Quelle del riscaldamento, della refrige-razione. Se riesci ad arricchirti in que-sto momento di molte conoscenze, tene rallegrerai pi tardi.Tracciaadessoquestalineadilungofiume; poi, i gavitelli che fiancheggianoil canale. (216) Disegnerai in qual modoun battello di duecento metri di lun-ghezza riesce ad accostarsi; e il modoin cui riparte: baster che tu tagli unagazioni a tutto questo. E aggiungerei:tieniti forte, abbiamo bisogno di fine-stre oggi? Inqualpuntodellastanzaapriunaporta? Perch l piuttosto che altrove?Ah, sembri avere parecchie soluzioni?Hai ragione, ci sono parecchie soluzio-ni e ognuna d una sensazione archi-tettonica diversa. Ah! Ti rendi contoche queste soluzioni diverse sono ilfondamentostessodellarchitettura?A seconda del modo in cui tu entri inuna stanza, a seconda della posizionedella porta nel muro, provi una certaimpressione e il muro che tu apri assu-me cos caratteri diversi. Senti che lar-chitettura l. Per esempio, io ti proi-bisco di tracciare con la matita un assesul tuo progetto; queste linee assiali sonouna formula per stupire i creduloni.Un altro problema egualmente serio:dove apri la tua finestra? Ti rendi contoche, a seconda del punto da cui arrivala luce, (213) proverai una certa sensa-zione o unaltra? Ebbene, disegna tuttii modi possibili di aprire le finestre emi dirai quali sono i migliori.In effetti, perch hai disegnato questastanza di questa forma? Cerca altreforme vivibili e in ognuna aprirai delleporte e delle finestre. Oh! Puoi compra-re un grosso quaderno per questo lavo-ro, avrai bisogno di molte pagine. (215) Continuiamo.Disegna tutte le variet possibili delleforme di camera da pranzo, cucine,cameredaletto, ognunaconisuoiservizi. Fatto questo, cerca di ridurrele dimensioni, al minimo, pur assicuran-do un funzionamento perfetto. Unacucina? Ti renderai conto che un pro-blema di urbanistica-circolazione e po-sti di lavoro. Non dimenticare che lacucina un santuario nella casa.Adesso disegnerai lufficio di un uomodi affari; quello del suo segretario, quel-lo delle sue dattilografe, quello degli in-gegneri. Ricordati che una casa unamacchina per abitare e che un building una macchina per lavorare.Tu non sai che cosa sono gli ordini. Nlo stile 1925. Se ti trovo a disegnarein stile 1925, ti dar una tirata dorec-chi. Non devi disegnare niente che siadisegno. Tu congegni, niente di pi,tu attrezzi.Tenterai adesso di risolvere uno deiproblemi pi delicati al giorno doggi:la casa pi piccola possibile.Dapprimaperunuomosoloounadonna. Poi per due giovani sposi. Nonti occupare dei bambini! Poi, la tua fa-miglia cambia casa; ci sono due bambini.Cerca una casa per una famiglia conquattro bambini.Siccome tutto questo difficile, co-mincerai a tirare una linea dritta sullaquale infilerai il susseguirsi dei locali20n.412011Un giorno, partirai per la stazione dovefarai un rilievo esatto, metro alla mano,di un vagone ristorante, della sua salada pranzo e della sua cucina, dei suoiaccessi. Idem per un vagone letto.Poi, scenderai al porto e visiterai untransatlantico. Disegnerailepianteele sezioni, colorate, mostrando cometutto questo funziona. Effettivamentehai una idea esatta di tutto quello cheaccade su un transatlantico? Sai che unpalazzocheaccoglieduemilaper-sone delle quali un terzo ha delle esi-genze per la vita di lusso. Sai che vi sitrovano, completamente indipendentigli uni dagli altri, un sistema di alberghicontreclassistagne; unformidabilesistema di propulsione meccanica, colsuostatomaggioreelesuesquadredi meccanici; infine un sistema di navi-gazione con i suoi ufficiali e i suoi ma-rinai. Quando sarai riuscito a esprime-re chiaramente, con piante e sezioni acolori, lorganizzazione di un transa-tlantico, potrai concorrere al prossimoprogetto per il Palazzo delle Nazioni.Potrai fare il progetto di un palazzo.E poi, adesso, mio buon amico studen-te, ti esorto ad aprire gli occhi.Apri gli occhi? Sei allenato ad apriregli occhi? Sai aprire gli occhi, li aprispesso, sempre, bene? Cosa guardi quan-do cammini in citt? Qui voi dite tutti:Non abbiamo niente, la nostra citt completamentenuova. Gliarchitettifanno venire dallEuropa le riviste e glialbum di architettura. Ci mostrano al-lora con fierezza dei piccoli villaggi divillette inglesi incastonate nellimmen-so mare delle piccole case di BuenosAires. Perch siamo portati a protesta-re? Perch queste villette ci fanno lef-fetto di un corridoio? Guardate, disegno un muro di cinta;unaportasiapreversolinterno, ilmuro si prolunga nel frontone di untetto con una piccola finestra in mezzo;a sinistra disegno una loggia ben squa-drata, molto netta. Sulla terrazza dellacasa, innalzo quel delizioso cilindro: unserbatoio di acqua. (220) Voi pensate:Guarda, ecco che compone un villag-gio moderno! Nientaffatto, io dise-gnolecasediBuenos Aires. Cenesono cinquantamila cos. Sono statefatte e sono fatte ogni giorno daimprenditoriitaliani. Sonounespres-sione molto logica della vita di BuenosAires. Ledimensionisonogiuste; laforma armoniosa; le posizioni recipro-che sono abilmente trovate. il vostrofolclore; ha cinquantanni, esiste anco-ra oggi.Voi mi dite:Non abbiamo nien-te!, io vi rispondo: Voi avete questo,un piano standard, e un gioco di belleforme sotto la luce dellArgentina, ungiocodibellissime, purissimeforme.Guardate!MisurateloscandalodiILe Corbusier,Prcisions. p. 226: disegnitracciati durante la conferenza con scritte: 215 /una camera daletto (une chambre coucher) / ? / ? / quale forma(quelle forme)? / A / B / 216 / 217 / ? / Edificio di Uffici (Building de Bureaux) / ? /studiare i rifugi(tudier les refuges)/ 218 / ? / ? / Salone(Salon) / ? / ? / con dei sotterraneievitare tutti gli incroci (par des soutterrains,viter touscroisements) / 219cartacolorataconlaformaschema-tizzata del battello, e ne mostri sul tuodisegnolediverseposizioni. Forsetiverranno delle idee sul modo di co-struire un molo di attracco in un porto.Disegniamo un building di uffici; davan-ti, una piazza per la sosta delle vettu-re; duecentoufficinelledificio. (217)Cerca di sapere su qual numero di vet-tureinsostabisognacontare. Comeper il battello, esprimi chiaramente tut-te le manovre. Forse ti verranno inmente delle idee sulle forme da dareai marciapiedi, sulla forma e le dimen-sioni dei posti di sosta, sul modo diraccordarli alle strade.Ascoltaquestoconsigliodoro; usamatite colorate. Col colore, qualifichi,classifichi, leggi, vedi chiaro, ti tiri dim-paccio. Con la sola matita nera, tim-pantani, sei perduto. A ogni minuto,ripeti: bisogna leggere chiaramente. Ilcolore ti salver.Ecco un crocevia di citt, con le stra-dechevisboccano. (218) Abituatiacapire come si incrociano le automo-bili. Cerca di immaginare ogni tipo diincrocio. Decidi quali sono i pi favo-revoli alla circolazione.Disegnalapiantadiunsaloneleporte, lefinestre. Disponiimobiliindispensabili, in maniera utile; cir-colazione, buon senso e molte altrecose ancora! Dovrai chiederti: servea qualcosa cos? (219)Adesso esigo da te un lavoro scritto.Redigerai un rapporto comparativo,analitico, della ragion dessere di cittcome Buenos Aires, La Plata, Mar delPlata, Avejanella.5Compito piuttostodifficile per uno studente. Ma cos ca-pirai che prima di disegnare, bisognasempresapere dichesitratta, ache serve,perch si deve fare. Alle-namentoeccellenteperformarelacapacit di giudizio.21n.412011questevilletteinglesicoilorotettiripidi di tegole, inutilizzabili, che crea-no delle stanze mansardate, che com-portano spese annuali di manutenzio-ne. Voiavetefattonascereinmodonaturale il tetto terrazza in Argentina.Ma i quaderni di architettura europeaviriportanostoltamentetresecoliindietro, nellevostrecitt-giardinomodello e nelle vostre citt di vil-leggiatura, a Mar del Plata!.Laltro giorno, al tramonto, abbiamopasseggiato a lungo per le strade di LaPlataconGonzalesGarrano. Muridicinta come questo, per esempio. (221)Misurate il fatto architettonico di que-sta piccola porta racchiusa nel muro.Laltro fatto architettonico di questa portache taglia il muro in due. Il terzo fattoarchitettonico di questa grande porta digarage. Il quarto fatto architettonico diquesto stretto passaggio tra due pro-priet: da un lato il muro di cinta didestra; dallaltro, la massa di un edifi-cio accostato. Il quinto fatto architetto-nico della linea obliqua della tettoia edella sua gronda! Ah! Scoppiate a ridere perch disegnoil mulino a vento in ferraglia, que-stomulinochegiradappertuttoinArgentina a fianco delle case. Pensateche lo denuncer, perch non n do-rico, n ionico, n corinzio, n in tu-scanico, ma semplicemente in ferro?Io vi dico questo: quando farete il pro-getto di una casa, disegnate prima unmulino a vento in ferraglia. E la vo-stra casa andr bene, quando si accor-der al mulino a vento che un es-sere onesto!Vi prego, impregnatevi di spirito di verit.Attenzione! Oscurer in un sol colpoquestelogio fatto agli imprenditori ita-liani. Quello che ho appena disegnato,erano dei retro di case. Niente altroperch tutto questo funzioni. Ora, suldavanti, sulla strada, l dove si mette ilnumerodicasaeilproprionome, ldovesidice: Eccolamiacasa, lim-prenditore italiano ha fatto appello alsig. Vignola e ai suoi ordini. Che or-rore! Che bella pasticceria sudame-ricana! (222) E, siccome la casa erainsomma modesta, e non saliva abba-stanzainalto, limprenditoreitalianolha innalzata con un attico di balau-streconungrandescudo, spesso. Lsopra io scrivo: menzogna.Aprite gli occhi, ma passate dietro lecase per godervela. E chiudete gli oc-chi per la strada!Detto questo, darei al mio studentequestoproblemadarisolvere: vaiarilevare le misure di queste case che,dietro la facciata, sono decenti. Stu-dierai questo tipo di folclore in vistadi una realizzazione in serie, in acciaioad esempio (casa montata a secco),ILe Corbusier, Prcisions. p. 229: disegnitracciati durante la conferenza con scritte:aprire gli occhi (ouvrir les yeux) / 220 / 221 /spirito di verit mensogna (sprit de veritmensonge) / 222 / fare 1 tipo in ferro (faire 1 type en fer) / in cemento armato (en ciment arm) / per serie (pour srie)NOTE1La Cit Mondiale et considrations peut-etreinopportunes.2Si je devais enseigner larchitecture?.3Prcisions sur un tat prsent de larchitectureet de lurbanisme, Crs, Parigi, 1930; il testodi cui ci occupiamo si trova alle pp. 219-231.4Recte: Asuncion, capitale del Paraguay, cheLeCorbusiervisitnellultimadecadedelmese di ottobre 1929. Larchitetto scrive pivolteilnomediquestacittinmanieraerrata; vedere al proposito: Valerio Casali,La legge del meandro, Larchitetto italia-no n. 20, Mancosu Editore, Roma, giugno-luglio 2007, pp. 32-34.5Recte: Avellaneda, citt nei pressi di BuenosAires, che Le Corbusier visit il 15 ottobre1929; vedere al proposito: Valerio Casali,RicostruzionedegliitinerarilecorbusierianiinSudamerica, settembre-dicembre 1929,dattiloscritto.o in cemento armato (elementi stan-dardizzati e combinabili).Adesso che ho fatto appello al tuo spi-rito di verit, vorrei dare, a te studentedi architettura, lodio del disegno. Perchil disegno, significa solo coprire un fo-glio di carta di cose seducenti; sonogli stili, o gli ordini; sono le mode.Larchitettura nello spazio, in esten-sione, in profondit, in altezza: volu-me ed circolazione. Larchitettura sifa dentro la testa. Bisogna arrivare aconcepire tutto dentro la testa, congli occhi chiusi; allora si sa come tuttosar. Il foglio di carta non serve che afissare lidea, a trasmetterla al tuo clien-te e al tuo imprenditore. Tutto nellapianta e nella sezione. Quando hai crea-to con la pianta e la sezione un organi-smo puro che funziona, la facciata verrfuori; e se hai in te una certa capacitdi armonia, la facciata potr diventareemozionante. Sai bene che le case sonofatteperabitarcidentro, daccordo:ma tu sarai un buon architetto se le tuefacciate saranno belle. Basta la propor-zione. Civuolemoltaimmaginazioneper riuscirci e tanta pi quanto pi ilproblema modesto.Larchitettura unorganizzazione. Tu seiun organizzatore, non un disegnatore!.I V. C.22n.412011itinerari e periferiea cura di Ida FossaIIn aper tura:il centro di ShanghaiA destra:Pudong di notte;Pudong e il fiumeHuangpu;la sponda del fiumeverso il BundShanghai quello che la Cina vuole far appariredi s. Grattacieli che sinnalzano come liberan-dosi dal groviglio di autostrade e sopraelevate che attraver-sano i centri storici, facendosi spazio tra le vecchie case tradi-zionali con il tetto a pagoda e massicci condomini; in un mistointrigante di architetture diverse, dal cosiddetto moderni-smo cinese (conosciuto ormai come lo stile Shanghai),derivato dalluso dellacciaio e del cristallo dei grattacieli diPudong e Lilong ai quartieri tradizionali che vertono in condi-zioni di grande arretratezza (in alcuni edifici spesso mancaaddirittura lacqua corrente), agli splendidi edifici dco, alleultimissimearchitettureestreme. Cittdeicontrasti,complessa quanto affascinante, semplice e sofisticata, chedeve comunque a questi contrasti, alle sue compresenze cosdiverse il suo essere citt vera. la citt che ha subito il piimponente processo di trasformazione urbana negli ultimidieci anni, con la realizzazione di circa 9.000 edifici con pidi 30 piani, tra i quali 6.000 negli ultimi cinque. la citt che dinotte cambia volto illuminandosi in unesplosione di colori.Questa Shanghai: una citt esplosiva.Il volto nuovo della Cina:ShanghaiBundLungo il Bund (il suo nome deriva daun termine anglo-indiano che significalungomare fangoso) che costeggia lasponda occidentale del fiume, si susse-guono i 52 maestosi edifici di differen-ti altezze e decorazioni che ne fannouna preziosa galleria darchitettura co-loniale; nel secolo scorso sedi presti-giose delle maggiori banche mondialihanno quasi tutte subito importanti re-stauri e sono ora alberghi di lusso, clubesclusivi, eccezionali esempi di design.I palazzi sono cos compatti nella lorosimilitudine da costituire ununica fac-ciata che si snoda per 1,5 km lungo ilfiume, riflettendosi nelle sue acque.Traquesti: Mc Bain Building, Shanghai Club(Moorhead & Halse) costruita nel 1861,rinnovata nel 1910; ex Union Insuran-ce Building (M. Graves) costruita nel 1916;ex Banca di Hong Kong e Shanghai edifi-cata nel 1923; Customs House costruitanel 1927; ex Bank of Communications Shanghai Federation of Trade Unionsdel 1948; ex Banca Russo-Asiatica co-struita nel 1901; ex Bank of Taiwan del1924; Kokai Studio; questo edificio stato costruito nel 1922 ed stato og-getto di un progetto di recupero a curadegli architetti italiani dello studio Kokai,vincitore nel 2006 del premio UNESCOper la salvaguardia degli edifici storici;Peace Hotel North Building, costruitonel 1926, la sua rinnovazione iniziata nel2007 appena ultimata; Bank of China(M. Graves) costruito nel 1937 e ristrut-turato nel 2004. Bund Center, costruitonel 2002, Portman & Associates, dovedesign e tradizione si uniscono: la tradi-zionale torre, alla sua sommit si conclu-de con una dorata corona di fiori di loto.7 posto nella classifica mondiale deigrattacieli pi alti. Ha un ascensore nostop per arrivare al 53 piano (dove cun belvedere) in meno di un minuto.Ledificio in vetro dalla linea essenziale impreziosito nelle facciate da una mi-nuta decorazione in acciaio che ricordale forme tradizionali delle pagode cinesi. il pi elegante dei numerosi grattacielidella Manhattan cinese.Shanghai World Financial Centre, archi-tetto Kohn Pederson Fox Associates,terminatonel2008. Conisuoi101piani e unaltezza di 492 m fino alloscorso anno era ledificio pi alto delmondo, fino a che il Burj di Dubai lo hasuperato strappandogli il primato. Allasua sommit unapertura circolare destinata a ridurre la forza del vento.Qui una piattaforma consente ai visita-tori una vista mozzafiato a 360.Shanghai information Tower, Nikken SekkeiLtd, terminato nel 2001, alto 288 m in41 piani e con un basamento di quattrolivelli. formato da due nuclei. Oltre agliuffici e ai locali tecnici ledificio ospita ilMuseo della Comunicazione.Oriental ArtCenter, architettoPaulAndreu, terminato nel 2004. La dispo-sizione e la forma dei vari edifici checompongono il centro culturale, halldentrata, sala concerti, teatro, opera esala esposizioni, ricorda unorchidea ouna farfalla. Linterno in granito, i murisono decorati con elementi in ceramica.Museum of Science & Technology, RTKLAssociates, inaugurato nel 2001. Com-posto da differenti aree espositive chetrattano temi come lintelligenza e lav-venire, e che si sviluppano a forma dispirale simboleggiando lo sviluppo dina-mico della citt.IIn alto: gli edificilungo il BundAl centro: internodel Peace HotelNorth Building Sopra:particolari di Jin Mao Tower,Information Tower e Museum ofScience TechnologyMc Bain BuildingShanghai Club BuildingUnion BuildingNKK BuildingRussell & Co.BuildingGreat NorthernTelegraph Company BuildingChina MerchantsCompany BuildingHSBC BuildingCustoms HouseBank of Communications BuildingRusso-Chinese BankBank of TaiwanNorth China Daily News BuildingChartered Bank of IndiaAustralia and ChinaPalace HotelPeace HotelBank of ChinaYokohama Specie BankYangtsze InsuranceAssociation BuildingEWO BuildingGlen Line BuildingBanque de lIndo-ChinePudongIl suo skyline lemblema del nuovo po-tere economico del Paese e della nuovafaccia della citt. Fino agli anni 80 la va-sta area di Pudong, dallaltra sponda delfiume Huangpu, era terreno agricolo.Il fiume ora separa la vecchia citt dallanuova. Dal lungofiume, dal Bund, si ha lasensazione che la nuova Shanghai emer-ga dallacqua in unesplosione di fantasti-che architetture!Torre TV della Perla Orientale, compostada cinque sfere collegate da tre colonne.La sfera pi grande ha un diametro di50 m. Comprende spazi espositivi, cen-tri commerciali, un albergo, ristoranti,uno rotante nella sfera a 350 m daltezza.Lantenna trasmettente programmi radioe televisivi, estende laltezza delledificiodi altri 118 m.Jin Mao Tower, dello studio Skidmore,Owings and Merrill, terminata nel 1998,alta 421 m e con 88 piani, la torre al24n.412011Expo Shanghai 2010Better City, Better Life. Il tema scelto perlExpo 2010 stato quello della soste-nibilit urbana, con lo scopo di promuo-vere la creazione di spazi metropolita-ni pi vivibili e gradevoli, esaminando ilfenomeno dellurbanizzazione a livelloglobale e cercando risposte per comeeffettuare le riqualificazioni nel tessu-to urbano esistente. La tematica partedal presupposto che dal secolo scorsoad oggi la popolazione che vive nellecitt aumentata dal 2 al 50%, con laprospettiva che entro il 2040 il 64,7%della popolazione sar urbanizzata.Larea dedicata allExpo 2010 si trovasulle due sponde del fiume Huangoucollegate da un ponte e da traghetti.Lintero sito copre circa 5,3 kmq trala sezione Pudong su una riva (circa4 kmq) e la sezione Puxi (circa 1,3 kmq)sullaltra.I partecipanti sono 237, oltre ai padi-glioni e ad alcune strutture di servizio:il World Expo Center, architetto WangXiao An, a forma di disco volante, perconvegni, cerimonie e varie funzioni.LExpo Performance Center, una grandesala multifunzionale, lExpo Boulevard,che ricorda molto la fiera di Rho diFuksas. Alcuni padiglioni:Padiglione Cina. Su una superficie di oltre6.000 mq, dell architetto He Jingtang.Denominato Corona Orientale, ha laIIn alto:larea dellExpoA destra:World Expo Center ed ExpoBoulevard25n.412011forma di un dougong, antica architetturatradizionale cinese in legno; vuole espri-mere lo spirito e lindole della culturacinese mettendo in risalto la sua anti-ca saggezza attraverso i secoli. Temacentrale quello dello sviluppo urbanodel Paese dallantichit ad oggi, svilup-pato in stili diversi con moderne tecno-logie. I progettisti hanno voluto ulte-riormenterichiamarelatradizioneutilizzando una colorazione rosso Cina.Padiglione Italia. Il progetto vincitoredellarchitetto Giampaolo Imbrighi haaderito pi di ogni altro ai requisiti ri-chiesti dal bando di gara: illustrazionedei valori culturali italiani, aderenza allatematica della eco-compatibilit nelproporre nuove soluzioni tecnologiche,soddisfare lesigenza di essere smonta-to e rimontato anche diversamente.Il padiglione a pianta quadrata, conunestensione di circa 3.600 mq e unal-tezza di 18 m. La struttura divisa in picorpi di forma e dimensioni diverse,collegati da strutture ponte in acciaio.Allinterno strette feritoie evocano glistretti vicoli tra i palazzi nei centri stori-ci delle nostre citt e creano efficacieffetti luminosi, unitamente allimpiegodi cemento trasparente, un materialedi recente creazione con notevoli po-tenzialit. Il padiglione circondato sutre lati da un rivolo dacqua che ne ri-flette limmagine; la superficie delledifi-cio appare ora opaca, ora trasparente.Padiglione Arabia Saudita. Dello studioICDC. Su una superficie di 7.600 mq uno dei padiglioni pi grandi e origi-nali; sul tetto delledificio sono statepiantate 150 palme da dattero, tipichedeldesertoarabico, etraesseunatradizionale tenda beduina per lacco-glienza dei visitatori. La forma esternadiunagrandebarcaconintornoriproposizioni di paesaggi dellArabiaSaudita. Attrazioneprincipaleunenorme schermo cinematografico 3D,attualmente il pi grande al mondo, cheproietta spettacoli della cultura araba.Padiglione Inghilterra. DellarchitettoThomas Heatherwick. Singolare esem-pio di creativit, la struttura a sei pianisi presenta come un enorme riccio, infatti rivestita da 60.000 fili acrilici,aculei trasparenti lunghi 7,5 m che simuovono al vento e di giorno fungonodafibreotticheincanalandolalucenaturale allinterno; durante la notte laluce artificiale condotta allesternofino alla estremit del filo, facendo bril-lare la struttura in modo suggestivo.Sorge su una originale piattaforma cheha laspetto di una carta aperta chesembra aver precedentemente avvoltoil padiglione.Padiglione Francia. Dellarchitetto JacquesFerrier. Si basa sulla percezione dei treelementi aria, acqua e terra. La struttu-ra a pianta quadrata rivestita da unasottile rete in calcestruzzo e vuoletrasmettere la cultura e lo stile di vitafrancese, mettendo in risalto la crea-tivit e il gusto del Paese. Allinternola struttura percorsa da giardini pensi-li ed appoggiata su un lago artificiale.IDallalto:i padiglioni di India,Cina e GranBretagnaA sinistra:vista generale e particolaridellinterno del Padiglione Italiadi GiampaoloImbrighiIDallalto:i padiglioni di Danimarca,Svizzera, EmiratiArabi (Foster and Partners),Spagna (EMBT)Sotto:sopraelevata nel centro di Shanghai Padiglione Danimarca. Progettato dallar-chitetto Bjarke Ingels. I visitatori sonosubito immersi nellatmosfera danesenon solo per la presenza della Sirenet-ta, ma per un altro emblema del Danishlifestyle, la bicicletta! Il padiglione for-mato da un percorso a spirale percor-ribile in bicicletta (sono a disposizionedel pubblico 1.500 city bike) che si con-cludeallasommitconunagrandepiscina con acqua dolce prelevata dalporto di Copenaghen. Lidea del pro-getto stata quella di rilanciare lusodella bicicletta in Cina, dove attualmenteviene associata al passato, proponendo-la come simbolo dello sviluppo urbanosostenibile.Padiglione Brasile. Architetti FernandoBrandao Klaus Dal Bohne-Tria SistemasGustavo T. Bertozzi-Nexo. Su 2.000 mqil padiglione ha forma di un enormenido, formato da finti rami che si intrec-ciano. Nellinterno sono rappresenta-te le diversit culturali delle citt brasi-liane, con lintento di trasmettere aivisitatori il dinamismo, il fermento dellecitt in continua trasformazione allaricerca di nuove soluzioni urbanistiche.Numerosi sono i riferimenti al calcio.Padiglione Svizzera. Dello scenografoAndreas Hunkeler e dellarchitettoAndreas Brundler. Vengono trattatequattro tematiche: qualit dellaria e del-lacqua, edilizia sostenibile, trasportipubblici. Il padiglione vuole dimostrarecome in Svizzera possano conviverearmoniosamente ambienti naturali eurbani. La facciata formata da una retedi cavi metallici e da 11.000 cellule inresina ecologica. Dallo spazio urbanointerno si accede tramite una seggioviaal tetto del padiglione coperto di ver-de, che simboleggia le zone rurali in con-trapposizione allo spazio interno urbano.Padiglione Emirati Arabi. Architetto Foster& Partner. Il padiglione vuole rappre-sentare le dune di sabbia nel deserto; formato da una complessa strutturadi griglie triangolari e pannelli piatti inacciaio, trattato in modo da ottenereun effetto dorato, con una finitura ruvi-da sul lato che sostiene la forza del ven-to, levigata su quello opposto; i pannellicostituiscono una sorta di pelle, cheappare sempre diversa a seconda dacome illuminata. Tali pannelli sonoprogettati in modo da poter essererapidamente smontati e rimontati,anche diversamente. Delle feritoie invetro fanno entrare allinterno la lucenaturale, di notte permettono allaluce artificiale interna di illuminaresuggestivamente le dune. Forma uncontrappunto naturale nel paesaggiourbano di Shanghai.Padiglione Russia. Degli architetti Tote-ment/Paper Levon Ayrapetov,ValeriyaPreobrazhenskaya; costituito da 12 torriche traggono ispirazione dal costumetradizionale femminile russo. Una strut-tura centrale unisce le torri alte 20 mdi colore rosso, oro e bianco. I proget-tisti hanno inteso riprodurre le cittdegli Urali di 3.000 anni fa interpretan-do modernamente le torri variandoneirregolarmente le forme.Padiglione Spagna. Dello studio EMBT,Enric Miralles e Benedetta Tagliabuearchitetti. composto da una strutturain acciaio e vetro e da 8.200 pannelliartigianali in vimini. Vuole simboleggiarelo spirito darmonia che unisce Cina eSpagna. Sulla facciata i pannelli formanouna serie di simboli, come quello delsole e della luna, chiari riferimenti allanatura.IDallalto:vista del WorldFinancial Centree del contestourbano;tempio di Buddhanella citt vecchiatra i grattacieli;vista dallarea Expo del Lupu Bridge 27n.412011Un modello di rinnovamento urbano?In questepoca dominata dal ruolo della citt la Cina ha resoevidente la sua nuova immagine affrontando la sfida che harecentemente coinvolto tutto il pianeta. Quale migliore occa-sione dellExpo Universale? Ogni esposizione universale stataunoccasione importante di stimolo e creativit nellespres-sione di valori collettivi, e forza trainante per interventi di edifi-cazione urbana su vasta scala.Ai primi del 900 Liang Qichaone Il futuro della nuova Cina aveva immaginato unesposizioneuniversale a Shanghai, collocandola nel 1962; nel 1910 un altroscrittore cinese, Lu Shi, scrisse di unimmaginaria esposizio-ne che si sarebbe tenuta a Shanghai, a Pudong, 100 anni dopo.Finalmente lExpo diventata realt: per il popolo cinese hasignificato linizio di una nuova era. Persino il processo di sele-zione della location, dal quartiere di Huang Lou, primo sito can-didato, alla zona scelta definitivamente, larea industriale lungoil fiume Huangpu, dimostra il ruolo strategico svolto dal nuovoprincipio guida di uno sviluppo urbano sostenibile. LExpoha portato alla citt unulteriore imponente trasformazione;la citt ormai giunta alla saturazione aveva esaurito ogni ulte-riore possibilit di estensione, larea industriale viene trasfor-mata e il fiume Huangpu diventato il fulcro della citt;il paesaggio urbano degradato del lungo fiume stato risa-nato e trasformato nel sito dellExpo, assolvendo un duplicecompito: decongestionare quelle parti di citt divenute trop-po caotiche e costituire una stabile risorsa per il nuovo pologenerato.Affidato alla Tongji University di Shanghai e allo studioSix dellUrban Planning and Design Institute della Tongji, previsto che ora, evento terminato, le installazioni siano ricon-vertite con funzioni di carattere commerciale e direzionale.Shanghai si proposta al mondo come modello di rinnova-mento urbano e di riorganizzazione delle strutture cittadine,cercando soluzioni per costruire citt in armonia con i principidellecologia. In realt lExpo 2010 ha inaugurato un nuovo ruolodelle esposizioni universali, trasformate in grandiose piazze permercati internazionali, quello di divenire una enorme vetrina diunagenzia di viaggi allinterno di uno sfavillante luna park cheillustra le bellezze del pianeta. La maggior parte dei padiglioni piche rispondere al tema proposto, si rivolta con accattivanteeccentricit ai milioni di turisti cinesi e di tutta lAsia che a Shan-ghai hanno avuto modo di conoscere il mondo, di viaggiare conla fantasia al modico prezzo di 16 euro e si sono divertiti cos.I I. F.28a cura di Luca DEusebion.412011spazi apertiSpazi pubblici condivisiAveteprovatoavisitareaRoma un giardino a un anno dallinaugurazione? Per ogni anno uma-no come ne fossero passati sette peril giardino a causa dellincuria e dellab-bandono in cui versa. diverso il caso dei giardini condivisi.Pratica comune diffusa in molte cittdEuropa, dimportazione americana,che sta prendendo piede anche da noi.Si tratta di piccole aree verdi, per lopi su propriet pubbliche, gestite daassociazioni di cittadini. Lo scopo diimpedire il degrado e, al tempo stesso,dare lopportunit di tessere dei lega-mi sociali tra gli abitanti di un quartiereurbano offrendo loro un luogo apertoatutti, sedediattivitconvivialichefavorisconolincontroelinterazionesociale. A Parigi, ad esempio, dove esi-ste il programma comunale Charte MainVerte per la realizzazione di giardini con-divisi vi una convenzione base che unavolta firmata concede un terreno in usoalle associazioni per sei anni. Il Comuneprovvede a portare lacqua e il terricciovegetale, lassociazione garantisce laper-tura del giardino per almeno due mezzegiornate alla settimana e lospitalit diuna iniziativa pubblica lanno.In Gran Bretagna si chiamano i commu-nity garden, sono oltre 1.000 in 120 citt.In Svezia sono i lotti municipali avvia-ti allinizio del Novecento. In Franciasono i jardins partags, realizzati a par-tire dal 1997 ed eredi dei pi antichijardins ouvriers poi diventati jardins fa-miliaux nel 1952. A Parigi i jardins parta-gs sono 57, riuniti nella rete munici-pale del programma Charte Main Verte.Il jardins partags 56 Saint-Blaise ha ot-tenuto la menzione speciale del PremioEuropeo dello Spazio Pubblico 2010per la trasformazione, diniziativa po-polare, di un passaggio urbano abban-donato in un giardino collettivo convalenza ecologica.In Nord America un caso interessante a Ottawa il Childrens Garden (Na-tionalUrbanDesign Awards2010)realizzato e gestito dalla comunit conla guida del Sustainable Living OttawaEast. I bambini sono stati impegnati nel-la progettazione fin dallinizio. Caratte-ristici sono i colori vivaci dello stecca-to dipinto dagli scolari della Lady EvelynAlternative School, i sentieri in pietrae larea delle sedute, oltre allorto di-dattico e a quello fiorito. Si dato vitaI Childrens Gardena Ottawa in Canada29n.412011a un parco, altrimenti in abbandonato,dove si svolgono numerose iniziativedella comunit.In Italia sono distribuiti in diverse real-t, anche se sono una pratica ancorasperimentale ad eccezione di Bergamo,dove sono una prassi consolidata. Esem-pi vi sono anche a Segrate, a Milano, aBologna e, su iniziativa del Comune, aParma.Uno per tutti il giardino di Via dei Gallia San Lorenzo a Roma, che ha ospita-to la festa dei giardini condivisi orga-nizzata da Filo Verde. Il giardino di Viadei Galli gestito da tre associazioni:lAssociazione Sportiva Popolare, lAs-sociazione Volsci 32 e la CooperativaOltre. Il giardino, posto su una pro-priet pubblica, nato cinque anni fa,dopo una battaglia giudiziaria per impe-dire che larea diventasse un parcheg-gio. LareafuassegnatadalIIIMunici-pio alle tre associazioni menzionate.I cittadini ripulirono larea e con laiu-to di altre istituzioni furono realizzativialetti, giochi bimbi e sedute. Vennepoi la realizzazione di un piccolo chio-sco e dei servizi igienici. In seguito fu-rono piantati alcuni alberi e rampicantilungo i bordi e seminato il prato.A prima vista colpisce il vuoto, lassen-za di un progetto e di forme determi-nate accanto a una cura esemplare.Ma basta aspettare lora giusta, quandoil sole si fa pi mite, e il vuoto di ar-chitettura e paesaggio viene riempi-to di pratiche sociali e umane. Bambi-ni che giocano, persone che discutono,altri che coltivano lorto, chi beve unabibita fresca o legge un libro, chi si dis-seta alla fontanella. Un luogo pieno divitalit senza che vi sia una forma ar-chitettonica a suggerirlo. Un secondoaspetto che colpisce del giardino lapalese stratificazione dei diversi inter-venti in una sorta di cantiere continuodove ognuno ha risposto nel tempo aipropri desideri: un orto, uno schermoper proiezioni, delle sedute. Uno spaziopubblico in continuo e imprevedibilecambiamento.Per riflette sul tema dello spazio pub-blico questo il luogo giusto, non tan-to per gli aspetti materiali quanto perquelli immateriali che consentono a unluogo di essere vissuto e percepitoda chi lo abita.I L. D. E.I Passage 56 espaceculturel cologiquedi Parigi: fasi della realizzazione30a cura di Eugenio Melen.412011approfondimenti di giurisprudenzaCome noto agli studiosi e agli operatori di di-ritto amministrativo e, in particolare, a quelliche si occupano dei contratti della pubblica amministrazione,liter che riguarda i contratti in cui parte una pubblica am-ministrazione si distingue in due ben differenziati segmenti:uno, retto dal diritto amministrativo, che si conclude conquella che oggi chiamata laggiudicazione definitiva,1e unaltro, che concerne la vera e propria esecuzione delle obbli-gazioni contrattuali e relativamente al quale trovano applica-zione le norme di diritto comune, con la pubblica ammini-strazione che, salvo alcune particolarit, si trova in posizioneparitaria rispetto al contraente privato, aggiudicatario delcontratto.La risoluzione contrattuale, naturalmente, si colloca in taleultimo specifico segmento.La risoluzione del contrattoIl contratto, stipulato fra le parti (pubblica amministrazionee privato contraente), prevede ladempimento di specificheobbligazioni; quando queste non sono adempiute, o non sonoadempiute correttamente, in modo tale da determinare uncaso di inadempimento contrattuale, pu aver luogo la riso-luzione del contratto.Come noto, la risoluzione del contratto si distingue netta-mente dalla cosiddetta rescissione (anche se i due terminisono confusamente indicati in sede di prassi amministrativa),in quanto, mentre la rescissione origina da una causa geneti-ca (vale a dire esistente fin dal momento della stipulazione),2la risoluzione invece collegata con una causa funzionale,cio con quello che abbiamo chiamato un grave inadempimen-to, che ovviamente non pu che verificarsi se non duranteil corso dellesecuzione contrattuale.Il Codice Civile prevede allart. 1453 lipotesi legislativa di riso-luzione del contratto (norma che si applica, naturalmente,anche ai contratti in cui parte una pubblica amministrazio-ne, stante il carattere di paritariet che caratterizza la fasedellesecuzione),3e naturalmente il Codice specifica ci che pacifico, al successivo art. 1455, e cio che per poter proce-dere a chiedere la risoluzione del contratto deve trattarsi diun inadempimento importante, di tal che possa compromet-tere seriamente linteresse che la parte ha nellottenere laprestazione richiesta.Relativamente ai contratti della pubblica amministrazione,la risoluzione riveste, da un lato, un carattere di maggiorefacilit, in considerazione del fatto che la stessa non perse-gue interessi propri, ma un interesse pubblico, che riguardatutta la collettivit (nazionale, regionale, comunale ecc.), percui, qualora il comportamento contrattuale della parte priva-ta determini o possa determinare il mancato raggiungimen-to degli interessi pubblici collegati con le prestazioni dedot-te in contratto (anche con riferimento a ritardi significativinelladempimento), vi una ragione obiettiva per poterprocedere ad attivare la procedura per la risoluzione delcontratto, ma, dallaltro, proprio per il suo carattere forte-mente burocratizzato e procedimentalizzato, la pubblicaamministrazione ha un sofferto iter interno per procederealla risoluzione contrattuale e spesso si preferisce calcare lamano sulle penali, anche al di l di ogni logica economica,prima di procedere alla risoluzione, pur in presenza di gravie reiterati inadempimenti.I casi di risoluzioneNellambito della contrattualistica pubblica si presentanomolteplici casi di risoluzione contrattuale, alcuni dei qualispecificamente previsti dalla normativa pubblicistica e chevanno ben oltre quello canonico prima indicato, previstocomunque in linea generale dallart. 1453 del Codice Civile, eche comunque pu essere sempre e in ogni caso attivatoanche nellambito della esecuzione di un contratto con lapubblica amministrazione.Naturalmente, anche la materia delle risoluzioni gover-nata principalmente dal contratto stipulato dalle parti e,nel caso dei contratti in cui parte una pubblica ammini-strazione, soprattutto dal capitolato speciale (capitolatoLa clausola risolutiva espressaI Maurizio Bradaschia,ampliamento del Municipio a Sgonico, Trieste31n.412011prestazionale, detto anche capitolato doneri), il quale si atteg-gia alla stregua di un contratto di adesione, di cui allart. 1242del Codice Civile, non essendo consentito allaspirante contra-ente di apportare modifiche o di apporre condizioni allostesso.Le tipologie di risoluzione contrattuale nellambito di uncontratto in cui parte una pubblica amministrazione sononor


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