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lavoro Racconti e Opinioni salute...norma" e chi è fuori dal "giro" è malvi-sto, considerato un...

Date post: 11-Oct-2020
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lavoro e salute in questo numero anche e altro ancora Racconti e Opinioni su internet: Graffi quotidiani di ALTRAinformazione blog.libero.it/lavoroesalute anno 25 - n. 1 febbraio 2009 * Periodico diretto da Franco Cilenti * redazione: [email protected] aria? acqua? terra? in salute precaria mentre la politica abbaia alla luna da pagina 26 a pagina 35 2- QUESTA ITALIA SEMPRE PIU’ MARCIA 3- LA MARCIA PER LA SALUTE 6- UN INFERMIERE AL “PADRE PIO” 8- IL MIO TESTAMENTO BIOLOGICO 9- STORIA DI MALASANITA’ 10- I MIGRANTI E I LUOGHI COMUNI 15- DROGHE E CATTIVA INFORMAZIONE 17- LAVORARE CON IL NEMICO BLU 19- LETTERA: PER UN NORMALE PARTO EPIDURALE 25- CISL E UIL CON BERLUSCONI 37- LIBRO: FARMACI E LA CASTA BIANCA 40- I “FANNULLONI” FANNO SALUTE manuale di strada per cittadini salvacuore pagina 12 dislessia: la parola a un medico logopedista pagina 16 Ru486: parla l’inventore della pillola pagina 20 lavoro sicurezza e psicofarmaci pagine 22,23,24 siamo medici e infermieri, non spie dossier inceneritori e salute a cura di una oncologa invia i tuoi racconti, le tue opinioni in redazione: [email protected] 25° anno di giornalismo dei lavoratori pagina 39 vignetta del collaboratore di LavoroeSalute - Tubal Appello ai Presidenti delle Regioni e agli Assessori Sanità pagine 2-4-5 Pacchetto sicurezza obbligo per i medici di denunciare i clandestini
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lavoroesalute

in questo numero anche

e altro ancora

Racconti e Opinioni

su internet: Graffi quotidiani di ALTRAinformazione blog.libero.it/lavoroesalute

anno 25 - n. 1 febbraio 2009 * Periodico diretto da Franco Cilenti * redazione: [email protected]

aria? acqua? terra?in salute precariamentre la politicaabbaia alla luna

da pagina 26

a pagina 35

2- QUESTA ITALIASEMPRE PIU’ MARCIA

3- LA MARCIA PERLA SALUTE

6- UN INFERMIEREAL “PADRE PIO”

8- IL MIO TESTAMENT OBIOLOGICO

9- STORIA DIMALASANIT A’

10- I MIGRANTI EI LUOGHI COMUNI

15- DROGHE E CATTIVAINFORMAZIONE

17- LAVORARE CONIL NEMICO BLU

19- LETTERA:PER UN NORMALEPARTO EPIDURALE

25- CISL E UILCON BERLUSCONI

37- LIBRO: FARMACIE LA CASTA BIANCA

40- I “FANNULLONI”FANNO SALUTE

manualedi stradaper cittadinisalvacuore

pagina 12

dislessia:la parolaa un medicologopedista

pagina 16

Ru486:parlal’inventoredella pillola

pagina 20

lavorosicurezza epsicofarmaci

pagine22,23,24

siamo medicie infermieri,non spie

dossierinceneritori

e salutea cura di una

oncologa

invia i tuoi racconti, le tue opinioni in redazione: [email protected]

25° annodi giornalismodei lavoratori

pagina 39

vignetta del collaboratore di LavoroeSalute - Tubal

Appelloai Presidenti delleRegioni e agliAssessori Sanità

pagine 2-4-5

Pacchetto sicurezzaobbligo per i medici di denunciare i clandestini

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Non si salva nessuno dei settori neiquali attecchisce quasi per natura ilfenomeno corruttivo, a cominciare dalgiro di interessi mossi da Calciopoli edalle false pratiche sanitarie emersedalla "clinica degli orrori" di Milano.Proprio nella sanità e sul rapporto"malato" tra il servizio sanitario na-zionale e il sistema privato, vedi con-venzioni, il "Terreno fertile per com-portamenti truffaldini, comunque performe di sperpero di pubbliche risorse"con false fatturazioni, lavori mai com-pletati, strutture in manutenzione per-manente, impianti installati e mai uti-lizzati, corsi di formazione e di aggior-namento fantasma, forniture fuori con-trollo, acquisti mai autorizzati, irrego-larità nella gestione dei ticket, e via diquesto passo in tutti gli anfrattigestionali di un sistema aziendalizzatoe sempre piu' accentrato e quindi fuorida ogni controllo pubblico.Si passa quindi ai lavori pubblici, omeglio, gli appalti per le grandi opere"incompiute" Uno spaventoso spreco alquale si aggiungono le richieste dirisarcimento da parte dell'Europa pertutte quelle opere finanziate in compar-tecipazione, per cui Bruxelles ha anti-cipato in tutto o in parte i fondi stabili-ti. Ed è questo un capitolo che in que-sta particolare accezione rientra nel"sempre crescente numero di giudiziper frodi comunitarie, per indebitapercezione o distorta utilizzazione dicontributi comunitari, ovvero per gravinegligenze in materia di controllo deirequisiti d'accesso".Ecco l'italietta che ci fa addiritturarimpiangere la prima Repubblica.Come siamo ridotti!

l’edi

toria

le

operatori sanitariAPPELLO ALLADISOBBEDIENZAE' il tempo del tradimento diIppocrate. Siamo alla guerra di tutti con-tro tutti e di tutti contro i più deboli. Ilmedico potrà diventare spia e nemico nu-mero uno di chi ha bisogno di cura, saràpiù difficile raggiungere i cari in altreparti del Mondo, vengono riconosciutele ronde dei cittadini, i senza fissa dimo-ra saranno schedati. Una vera dichiara-zione di guerra civile. E il resto del Pae-se, la parte sana della società rimanesconcertata, prova reazioni, tenta lastrada dell'obiezione di coscienza. Rea-gisce senza gli strumenti di rappresen-tanza utile in Parlamento, dopo il votodi Apile 2008.Sono dichiarati devianti e antisociali i"clandestini", devianti gli insegnati fan-nulloni, devianti i lavoratori pubblici, de-vianti saranno i medici obiettori, devianti(e malati da curare.E' il momento della disobbedienza civi-le e istituzionale, della rinuncia e dellescelte coraggiose. E' il momento delloscatto etico nei fatti, dell'assistenza aiclandestini, del servizi sanitari parallelie gratuiti, dell'accoglienza a chi saràbraccato; è il momento in cui anche glienti locali dovranno scegliere se aderi-re o sabotare, se applicare le norme opensare una nuova forma di welfare in-formale e fuori legge; è anche il momen-to dell'esposizione personale, del ritor-no alla passione civile dispiegata nei millerivoli delle pratiche quotidiane di resi-stenza. I cittadini e gli amministratoriche non si arrendono dovranno inventa-re altre forme di inclusione e di promo-zione di cittadinanza. I medici, insiemeagli altri operatori sociali del territoriosaranno chiamati a immaginare formesolidali di assistenza, ognuno sarà chia-mato a trovare il proprio posto in que-sto nuovo contesto. Partiamo da noi, dailuoghi in cui siamo presenti, attrezzia-moci per resistere e progettare altre for-me di relazione sociale. Non siamo pron-ti, dobbiamo esserlo.

Non lotti, non conquisticon i grandi partiti lobbisti

cile2008

Al confronto diquesti la DC e il PSIerano dei dilettanti

allo sbaraglio.La regia degli industriali,dei massoni, dei banchierioggi è più accorta di ieri

2 anno 25° febbraio 2009 n°1

di Franco Cilenti

Ci derubano come prima, più di primaSprechi e corruzione, tuttauna tangentopoli nel paesedi bengodi per gli affaristi

Conti pubblici, lavori pubblici, gran-di opere, appalti, il sistema sanitario,gli uffici giudiziari.Tutto sottoposto a corruzione perma-nente con tangenti e mazzette semprepronte sottobanco. Corruzione, concus-sione, collusione che dilagano da Norda Sud, questa è stata la puntuale anali-si della Corte dei Conti.Le relazioni svolte dal presidente TullioLazzaro e dal procuratore generaleFurio Pasqualucci ci parlano senzamezzi termini di una nuova Tangento-poli, anzi di una tangentopoli senzasoluzione di continuità dalla primaRepubblica ad oggi e, pare, con unaumento esponenziale nella cosiddettaseconda Repubblica. Anzi, oggi le pra-tiche sotterranee non sono più tantosotterranee, sono diventate quasi "lanorma" e chi è fuori dal "giro" è malvi-sto, considerato un "diverso", un peri-colo per il sistema, da emarginare senon si riesce ad eliminare.La Corte dei Conti sulla corruzioneafferma che "trova terreno fertile in unsistema di controlli insufficiente. Con-trolli interni ed esterni sull'ammini-strazione non pienamente adeguati. Viè allo stato attuale una situazione discarsa efficacia, di pochezza di effetticoncreti".Quindi "dove manca la trasparenza sigenera il cono d'ombra entro cui pos-sono trovare spazio quei fatti di corru-zione e di concussione che rendono poiindispensabile l'intervento del giudicepenale", che produce "prima ancoradel definitivo accertamento dei fatti, unclima di sospetto, una nebbia mefiticache sembra avvolgere tutto e generasfiducia nei cittadini".

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anno 25° febbraio 2009 n°1 3

Le tappedella marciaLa marcia attraverserà tutta l'Italiae si concluderà giovedì 28 maggiocon una manifestazione nazionale aRoma. Il percorso avrà una duratadi 18 settimane e interesserà tuttele regioni.Durante il percorso le manifesta-zioni dovranno avere la caratteristi-ca di iniziative di piazza o assem-blee pubbliche con la partecipazio-ne dei lavoratori del settore edell'utenza.Sarà inoltre operativo lo sportellodi denuncia sulla malasanità dispo-nibile sul sito:www.rifondazione.it/sanita.Collegati alla campagna "Marciaper la salute" saranno avviatiGruppi Tutela Sanità Pubblica(Gtsp), il cui scopo sarà quello diallargare l'accesso alla sanità pub-blica e a prezzi politici per quelleprestazioni non coperte dal sistemasanitario nazionale: odontoiatria eprotesi; sviluppo di una politicasociale di prevenzione e cura dellemalattie mentali; interventi a soste-gno dell'iniziativa pubblica istitu-zionale nella cura delle dipendenze;apertura di vertenzialità territorialisul funzionamento delle prestazionisanitarie tramite Cup e contrastoall'intramoe-nia; sviluppo dell'ini-ziativa politica per l'abbattimentodei tempi di attesa; iniziativa socia-le per una diffusione responsabiledi farmaci generici e contrastoall'incremento dei prezzi dei farma-ci.

soffre di una qualche patologia e che apriori, verrebbero escluse dalle copertu-re assicurative tutte quelle condizioni chesono potenzialmente a rischio per via del-la professione o dell'ambiente in cui sivive.La pura traduzione di una politica di que-sto tipo è semplicemente la cancellazione

dell'idea universalisticadel diritto alla salute, l'as-sunzione del dogmaiperclassista dellavalorizzazione del "censo"con una sanità privata ef-ficace ed efficiente per iricchi, e una sanità pubbli-ca stracciona e di bassaqualità per le masse dei la-voratori e dei disperati aimargini della società.Il sistema sanitario nelnostro Paese, pur essendotra i migliori europei, sof-fre di molte cose, princi-

palmente legate allo sfruttamento delle ri-sorse disponibili da una connessione po-litico-affaristica che divora fondi pubbli-ci non per curare o prevenire, ma per ar-ricchire speculatori e politicanti.Basta pensare agli scandali che da anniinvestono i sistemi sanitari regionali equello nazionale; basta citare appalti perservizi collaterali alle prestazioni medi-che, o al sistema di liquidazione, dettoDrg, delle prestazioni erogate dalle Asl edalle Aziende Ospedaliere ed assunte an-

che a sistema per le clini-che private convenziona-te, salite, di recente allaribalta con la "clinica de-gli orrori" del Santa Ritadi Milano.A fronte di uno scandalogigantesco, tra ruberie esprechi, tutto ciò che san-no dire è: tagliare.Tagliare i posti letto, sen-za alcun investimento peri territori in medicina dibase, tagliare prestazionie servizi, mettere ticket.

Non è più il momento di attendere, ades-so bisogna reagire. Dobbiamo mettere incampo un grande movimento di massa,unitario e plurale, che non solo contrastiquesti propositi e la corruzione del siste-ma, ma che proponga una sanità pubblicacapace di allargare l'accesso alle presta-zioni, anche quelle oggi non coperte dalsistema sanitario nazionale.Una sanità universale, uguale e per tutti etutte. Con la marcia per la salute, che at-traverserà tutt'Italia, Rifondazione Comu-nista inizia a dare un suo contributo.

Marco Nesciresponsabile nazionale Salutedi Rifondazione Comunista

Una marciadella saluteattraversal'ItaliaI l sistema sanitario na-zionale, è sotto una mor-sa stritolatrice di straor-dinaria potenza: da unaparte il taglio alle risorsedisponibili portato a com-pimento dalla Finanziariadi Tremonti che prevedeuna riduzione della spesatendenziale - ossia quellarealmente necessaria peroffrire i servizi sanitari -nei prossimi tre anni di 35 mld di euro e,dall'altra parte, una organizzazione sani-taria già frantumata in 20 sistemi sanitariregionali, troverà nel federalismo fiscalela cementificazione delle disuguaglianzeesistenti rispetto alle prestazioni erogate,cancellando definitivamente quel che re-sta della universalità del diritto alla salu-te.Dentro questa morsa, la privatizzazionedel sistema sanitario e la suaamericanizzazione sono la conseguenzapiù probabile.Eppure quella sanità è unmodello fallimentare negliStati Uniti: dopo il cancroe le malattie del cuore,quel modello organiz-zativo e sociale con250mila morti all'anno è laterza causa di morte. Nona caso Obama vuole cam-biarlo e renderlo univer-sale e gratuito.In questi giorni, il gover-no Berlusconi è prodigo,attraverso diverse struttu-re informative, nell'allar-mare i cittadini, ammonendoli sullaincontrollabilità dei costi del sistema, chenel giro di pochi anni - se non ci sarà unadrastica correzione al ribasso - non saràpiù in grado di garantire le prestazioni sa-nitarie a tutti. La salvezza, secondo il go-verno, neanche a dirlo, sono le assicura-zioni private, che attraverso il sistema in-tegrativo, copriranno quello che non è piùcoperto dal sistema nazionale.Questo film l'abbiamo già visto.Il tema era quello delle pensioni, i soldierano quelli dei lavoratori. L'esito, nefa-sto, è che sparita la pensione, sparito iltfr, non è restato più nulla. Va inoltre ri-cordato, che nessuna assicurazione almondo, farebbe un contratto con chi già

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4 anno 25° febbraio 2009 n°1

sviluppo economico e l’accumulazionedi capitale possa essere l’unico fattoreche genera benessere, ma la realtàcontraddice le intenzioni, ledisuguaglianze sono aumentateesponenzialmente e con esse l’aspetta-tiva di vita e di salute di milioni dipersone. Seguendo un principio moltosimile a quello dei vasi comunicanti ipiù poveri si spostano là dove la ric-chezza si è concentrata, i flussimigratori tendono a ripristinare unequilibrio perduto o mai esistito.Noi di Nursing in movimento abbiamodeciso di non rimanere neutrali, nonignoreremo le nostre responsabilitàverso la salute della comunità.Oggi il fenomeno della migrazioneinteressa direttamente anche la nostraprofessione. Nursing in movimento findal suo inizio ha posto attenzione aquesto aspetto dell' infermieristica, al

nursing in movimentoI VALORI ALLA BASE DELLANOSTRA PROFESSIONESONO UNIVERSALI

Nessunoè stranieroUn impulso alla ribellione esplodedentro di noi in modo sempre più con-sapevole e rabbioso di fronte ad ingiu-stizie a volte palesi, a volte indecifra-bili e nascoste.Ormai da alcuni mesi siamo bombarda-ti da una campagna mediatica cheenfatizza una società insicura, violen-ta, folle. Sembra che i valori della vita,non quelli generici a mio parereopinabili, ma quelli caratterizzati daqualità e dignità siano totalmente fran-tumati. I fatti di cronaca nera occupa-no le prime pagine a mostrarci unarealtà fatta di disagio edemarginazione, distogliendo la nostraattenzione dalle vere cause di malesse-re della nostra società.Un impulso alla ribellione esplodedentro di noi in modo sempre più con-sapevole e rabbioso di fronte ad ingiu-stizie a volte palesi, a volte indecifra-bili e nascoste. Quello che lascia per-plessi non è la corrispondenza di questifatti alla verità, ma l’uso strumentaleche ne consegue. Nuove, ma “vecchie”,parole d’ordine vengono gridate: “or-dine e sicurezza”, controlli più severi,repressione, schedature con improntedigitali.Identificare il problema nel diverso,nello straniero, è una semplificazionedi una questione ben più complessa.L’Italia protesa nel mar Mediterraneocome una mano aperta a Sud all’Africae all'Est europeo rappresenta il confinetra i paesi dell’occidente opulento e ipaesi straziati da povertà e guerre, glistessi paesi sulle cui risorse questaricchezza si alimenta.Ogni anno migliaia di persone, sfidan-do viaggi pericolosi e spesso mortali,testimoniano la voglia di costruire unfuturo per sé e per i propri figli, nonpossiamo non possiamo negare loroquesta possibilità solo negandone fisi-camente l’ingresso.Nessuno mette in dubbio il rispettodella legalità e della convivenza civile,ma non credo sia possibile ottenerlicon azioni di polizia o con l’esercito.Il villaggio globale condivide semprepiù urgentemente i suoi problemi disopravvivenza e giorno dopo giornodiventa più evidente l’incertezza per ilfuturo del pianeta.Il modello dominante è quello che poneal centro l’economia con l’idea che lo

BOICOTTIAMOLE LEGGI RAZZIALILA SALUTE E’

UN DIRITT ODI TUTTI

Il Governo ha invitato i Medici e tutti gli Operatori della Sanità a denunciare imigranti clandestini che hanno bisogno di aiuto e cure. E' lo stesso governo chelascia per mesi in condizioni disumane i migranti senza assistenza, ne' cure ade-guate per i malati nei CPA trasformati in carceri e reclusi fino a 18 mesi.Il 5 febbraio 2009 il Senato ha approvato l'emendamento della Lega al ddl sicu-rezza che elimina il divieto di denuncia da parte dei medici degli immigrati chevengono assistiti dal servizio sanitario nazionale e dà loro la facoltà di effettuarela denuncia stessa. L'emendamento proposto dal centrodestra al Testo Unicosull'Immigrazione e':> contro l'art. 32 della Costituzione, in base al quale la salute è tutelata dalleistituzioni in quanto riconosciuta come diritto pieno ed incondizionato della per-sona in sé, senza limitazioni di alcuna natura, comprese - nello specifico - quellederivanti dalla cittadinanza o dalla condizione giuridica dello straniero;> contro il Nuovo Codice Deontologico dei Medici Italiani approvato nel 2006;> contro la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo;Noi pensiamo che a tutto questo si debba non solo resistere, ma che sia arrivato ilmomento di reagire con la ferma denuncia di questo Stato di barbarie e soprat-tutto testimoniando la nostra partecipazione e la solidarietà attiva verso i mi-granti.Medicina Democratica invita pertanto tutti gli operatori della salute:> al rifiuto della denuncia degli immigrati clandestini> alla esplicita disobbedienza civile.Medicina Democratica invita inoltre alla mobilitazione i lavoratori, tutte le Asso-ciazioni, le Organizzazioni sindacali e i Cittadini contro questa politica di discri-minazione e razzismo del governo Berlusconi per bloccare questo ddl affinchévenga bocciato alla Camera.NO AL RAZZISMO DI ST ATO SI' AL DIRITT O ALLA SALUTE PER TUTTIUniamo le forze per sensibilizzare l'opinione pubblica e far nascere un moto disdegno in tutti i luoghi dove la gente si incontra.Negli ospedali e nei distretti affiggiamo un manifesto che dichiari l'obiezione dicoscienza degli operatori ,che sia scritto in più lingue perchè il primo obbiettivo èevitare che gli immigrati vedano le strutture sanitarie come trappole dalle qualifuggire .

contempo critico e denso di opportuni-tà. Crediamo che conoscere esperienzee culture diverse e confrontarsi conesse non può che arricchire il nursing epotenziare la sua capacità di rispostaverso i bisogni di salute.Naturalmente non mancano i rischidovuti a discriminazioni lavorative eculturali come pure alle falle del Servi-zio Sanitario Nazionale che permettonol’ingresso di un mercato speculativomolto promettente, quello dell’appaltodi servizi infermieristici.Personalmente penso che “nessuno èstraniero nel nursing” proprio perché iprincipi ed i valori alla base dellanostra professione sono universali eparlano la stessa lingua.Giancarlo Brunettiinfermiere professionalewww.nelmovimento.org

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anno 25° febbraio 2009 n°1 5

sociale, di ideologia,in tempo di pace e in tempo di guerra, quali chesiano le condizioni istituzionali o sociali nelle quali opera. La salute èintesa nell'accezione più ampia del termine, come condizione cioè dibenessere fisico e psichico della persona.

E inoltre per quanto attiene l'art.4

- Diritti del medicoLibertà e indipendenza della professione -L'esercizio della medicina è fondato sulla libertà e sull'indipendenzadella professione checostituiscono diritto inalienabile del medico.Il medico nell'esercizio della professione deve attenersi alle cono-scenze scientifiche e ispirarsi ai valori etici della professione, assu-mendo come principio il rispetto della vita, della salute fisica epsichica, della libertà e della dignità della persona; non deve soggia-cere a interessi, imposizioni e suggestioni di qualsiasi natura.Il medico deve operare al fine di salvaguardare l'autonomia profes-sionale e segnalare all'Ordine ogni iniziativa tendente a imporgli com-portamenti non conformi alla deontologia professionale.

e inoltre

per gli obblighi derivanti al medico per quanto previsto dall'art.10(Segreto professionale), l'art.11 (Riservatezza dei dati personali),l'art.14 ( Sicurezza del paziente e prevenzione del rischio), l'art.20(Rispetto dei diritti della persona) , art. 30 (Conflitto con la Pubbli-ca Amministrazione), l'art.32 (Doveri del medico nei confronti deisoggetti fragili: vecchi, bambini e disabili tra i migranti), l'art. 34(Informazione a terzi), art.70 (Qualità delle prestazioni)

chiediamo che:

1) la Regione X dichiari la proibizione della denuncia degli immigra-ti irregolari e dia precise e formali disposizioni perché in tutte le Areedella Medicina di base, Asl e distretti con rapporto regionale direttoo convenzionato o di qualsiasi altro tipo, al fine di consentire lacontinuità dell'assistenza agli extracomunitari, visto che l'accessoalla medicina generale e alle strutture specialistiche avviene attraver-so il rilascio del codice STP che identifica lo straniero temporanea-mente presente in Italia, questo divieto venga rigorosamente rispet-tato.

2) Il codice STP in nessun modo potrà essere tracciato o essereinserito/collegato in archivi, registri, database che non siano solo edesclusivamente quelli identificati come indispensabili per l'assisten-za e la cura dei migranti e il loro contenuto dovrà restare rigorosa-mente riservato allo stesso modo dei dati sensibili dei cittadini italia-

ni nelle mani esclusive delle Direzioni Sani-tarie.

3) Sarà l'Ordine dei Medici a rappresentarel'intera categoria e a stabilire i comportamentidei medici coerenti con le norme contenutenel Codice Deontologico. La difesa della pro-fessione, la libertà e l'autonomia della stessasono prerogative di tutti i medici e rappre-sentano un bene prezioso, oltre che un dirit-to al quale non può essere attribuito alcuncolore di parte.

4) Per quanto loro attiene gli scriventi a lorovolta si impegnano:- a farsi parte attiva nel difendere in ognimodo questo bene di tutti i medici al fine diconsentire che l'assistenza e la cura avven-gano senza pressioni e condizionamenti disorta verso tutti gli operatori della Salute;- a farsi parte attiva affinché ai migranti clan-destini sia garantito quel diritto alla salutesenza denunce, ricatti o limitazioni di qualsi-asi ordine e tipo, come dovuto ad ogni es-sere umano su questa Terra chiamata Italia.

Proposta di Medicina Democratica

Appello ai Presidentidelle Regioni e agliAssessori della SanitàRichiesta ai Presidenti delle Regioni e agli Asses-sori della Sanità per emettere un decreto che ricor-di ai medici l'obbligo costituzionale e deontologicoa NON denunciare i migranti.Obbiettivi:1) Ottenere in tutte le Regioni ove possibile un attoformale di indirizzo a salvaguardia immediata deiclandestini2) Raccogliere lo schieramento più ampio possibileintorno alla Campagna CLAN DESTINO DOC3) Isolare le Regioni ideologicamente schierate4) Aprire la strada ad un ricorso alla Corte Costitu-zionale e la messa in mora delle Regioni che rifiu-tassero di aderire.

Al Presidente delle RegioneE All'Assessore alla Sanità della Regione

Le sottoscritte Associazioni di Operatori della Salute, Associazionidi Migranti, Organizzazioni sindacali, Enti e Istituzioni

- ricordando che la cura degli immigrati clandestini e' incompatibilecon la delazione che potrebbe essere introdotta da un emendamentoal "Pacchetto Sicurezza", approvato il 5 febbraio al Senato, co-stringendo il medico prima a curare il clandestino malato e poi adenunciarlo alla polizia per l'espulsione, poiché i clandestini sareb-bero costretti a non curarsi alla luce del sole, a danno della lorosalute e di quella di tutti i cittadini, per eventuali malattie contagiosenon trattate;

- segnalando che nei centri di cura dei migranti italiani l'afflusso dal5 febbraio è già diminuito del 20% dimostrando l'irrazionalità e lapericolosità di una simile disposizione come da noi già indicato;

- ricordando che tale disposizione se dovesse diventare effettivasarebbe contro:

- la Dichiarazione della Carta dei Diritti del-l'Uomo adottata dall'Assemblea Generaledelle Nazioni Unite il 10 Dicembre 1948 esottoscritta dall'Italia

- lo spirito e la lettera dell'art.32 della Costi-tuzione, in base al quale la salute è tutelatadalle istituzioni in quanto riconosciuta comediritto pieno ed incondizionato della perso-na in sé, senza limitazioni di alcuna natura,comprese - nello specifico - quelle derivan-ti dalla cittadinanza o dalla condizione giuri-dica dello straniero;

- il nuovo Codice Deontologico approvatonel 2006 per gli art.1 e 2 e in particolare perl'art. 3 ove si dichiara:

- Doveri del medico -Dovere del medico è la tutela della vita, del-la salute fisica e psichica dell'Uomo e il sol-lievo dalla sofferenza nel rispetto della li-bertà e della dignità della persona umana,senza distinzioni di età, di sesso, di etnia, direligione, di nazionalità, di condizione

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6 anno 25° febbraio 2009 n°1

sanità, affari e fedeLUOGOPARADIGMA TICODEL TEMPOCHE STIAMO VIVENDOAccompagno Valentina presso l'Ospedale di San GiovanniRotondo in Puglia. L'ospedale di Padre Pio.Valentina eseguirà una terapia radiante perché deve prepara-re il suo corpo al trapianto del midollo che eseguirà a brevepresso l'Ospedale Civile di Pescara.Eviterò tuttavia di dire di lei e della suasperanza di vita: dirò invece di questoluogo di culto, di pellegrinaggio, dimalattia, di tempo libero, di veloce svi-luppo edilizio ovvero di gioia e doloreinsieme, di piaceri dello spirito ma an-che della carne poiché credo che SanGiovanni Rotondo sia un luogoparadigmatico del tempo che stiamo vi-vendo, uno spazio grottesco ed assolu-tamente informato sin nei suoi più insi-gnificanti dettagli, dalla dittaturaliberista. Padre Pio sta a San Giovanni Rotondocome Topolino sta a Disneyland o Hiltonalla catena degli alberghi o CheGuevara a Cuba o la Ferrari alla For-mula 1.Padre Pio è il personaggio, il marchio, l'icona, lo sponsor diun sistema molto articolato che produce affari ma soprattuttoimmaginario.Chi va a San Giovanni Rotondo, magari dopo aver vinto unsoggiorno breve in uno dei concorsi a premi organizzato all'Ipercoop, può confessare i suoi peccati e commetterne deglialtri al tempo stesso, può acquistare souvenir del Santo Pio egiocare al video poker nello stesso bar, può vincere denari ofare elemosina, assistere ad una funzione religiosa o farsi leanalisi del sangue, la radioterapia, un intervento chirurgico,può utilizzare l'acqua santa per il segno di croce o bere unaHeyneken gelata, può fare la comunione o mangiare un tran-cio di pizza al salmone.E' facile passare dall'ascolto di una salsa o un merenghe alristorante, all'ascolto del rosario diffuso dagli altoparlanti

appena fuori.Direi che non esiste una netta distinzione tra le informazioni,tra i messaggi. Anzi: tutto costituisce un unico messaggio e per questo, i clienti di San Giovanni Rotondo paiono esseremolto felici del loro pellegrinaggio perché è un po' cura del-l'anima e un po' del corpo, un po' preghiera ed un po' pik-nik.San Giovanni Rotondo è un luogo assolutamente privo di un'ar-chitettura che ne racconti la storia nel corso dei secoli. Nonci sono case ma alberghi, pensioni, ristoranti. Non ci sonobotteghe o giardini con le panchine o mercati rionali che di-cano di una certa quotidianità; ci sono bancarelle con isouvenir, ci sono le piscine negli hotel, i menù turistici, i rondò,il trenino bianco che porta i turisti dal Santo Pio, proprio

come a Gardaland.E ci sono le telecamere per la videosorveglianza. E la Polizia con i Cara-binieri in postazione. E c'è il 118 perle emergenze sanitarie. Ed il ProntoSoccorso. E la vigilanza privata armatache presidia, controlla, passeggia tra iclienti perché anche un luogo di culto,di cura e divertimento, concorre allaproduzione di paura ed insicurezza,necessarie alle attività di Governo suicittadini: anche questo luogo così lon-tano dalle aree metropolitane, informai clienti che il pericolo è sempre alleporte e non risparmia neanche i mala-ti, neanche i pellegrini.L'ospedale domina una piana moltosuggestiva; è un edifico sontuoso pie-no di marmi colorati e preziosi ma an-

che pieno di immagini del Santo, di musei del Santo, di reli-quie del Santo.Ci sono anche i pazienti, c'è anche il personale medico edinfermieristico ma sembra solo un dettaglio in un edificiomonumentale che celebra il Santo prima di produrre salute.Il valore aggiunto di questo luogo di cura non è il livello scien-tifico degli interventi, non è la professionalità del personalema il suo sponsor, il suo marchio di alta fedeltà: la possibilitàche il Santo interceda tra paziente e Dio facilitando la guari-gione dalla malattia, è un pensiero diffuso tra gli avventori,un pensiero sostenuto da una impressionante operazionemediatica da parte di radio e giornali locali, annunci pubbli-citari, manifesti, volantini, altoparlanti, fotografie. Davveroun mare di comunicazione finalizzato a fidelizzare i suoi clienti.Lorenzo Marvelli

Contro alcuni medici accusati di lesioni e truffa e, al tempo stesso, contro la clinica Santa Rita, santuario privato

MEDICINA DEMOCRATICA PARTE CIVILENEL PROCESSO ALLA CLINICA SANTA RITAAnche Medicina Democratica - Movimento per la Salute Onlus, assistita dagli avvocatiNadia Germanà e Giuliano Pisapia nel processo contro alcuni medici accusati di lesionie truffa e, al tempo stesso, contro la clinica Santa Rita di Milano ove operavano.MD, ha sottolineato il Tribunale, è un’organizzazione presente e operante su tutto il territorio nazionale, con alle spalle unanotevole attività tecnica, scientifica e - soprattutto - sociale nel campo della salute.Un riconoscimento importante e qualificante: non si tratta infatti solo di fare giustizia per atti medici inutili e dannosi (alcunieseguiti “con crudeltà”), ma anche - come ha ricordato il Tribunale citando i convegni di MD sull’argomento - di mettere indiscussione il sistema del finanziamento a prestazione (DRG) che è all’origine dell’azione della Casa di Cura e delle personesotto accusa. In questo senso, pur senza le stesse aberrazioni, la Casa di Cura Santa Rita si trova in compagnia di molte altrestrutture private denunciate per falsificazioni di diagnosi, oltre che per uso scorretto del suddetto sistema di finanziamento.MD cercherà di fare in modo che nel corso del processo si entri nel merito di quella che è stata definita la mercificazione dellasanità, perché in sede politica finalmente si giunga a porre il problema della trasformazione del sistema attuale che “paga lamalattia”, con un altro sistema “che paga la salute”.

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anno 25° febbraio 2009 n°1 7

Ancora uno scandalo in sanità, questa volta nelLazio. Considerazioni a margine del nostro lavorodi pubblici fannulloni, di fronte alle truffe distakanovisti truffatori privati

Ricoveri taroccati,falsi rimborsiNoi che lavoriamo nella sanità abbiamo la chiara perce-zione che questi meccanismi che sottraggono risorse allasalute delle persone siano una prassi diffusa.Gli accreditati giocano al rialzo con le prescrizioni, persucchiare il sangue alla sanità pubblica, chiedono esamiinutili, ne chiedono la ripetizione a breve periodo. Eseguonoaccertamenti di livello superiore su chiunque, esamidiagnostici che dovrebbero, invece essere riservati ai verimalati.Non rispettano standard di qualità, spessissimo, purchè laquantità sia garantita. Per un rimborso maggiore, ricovera-no per più giorni per patologie che richiederebbero due ore.E quindi assumono, hanno personale, segreterie,divise.Noi, nel servizio pubblico, strangolati dal debito,non abbiamo ore di straordinario per pagare iferristi della sala operatoria, siamo costretti achiudere i servizi se ci ammaliamo, abboffiamo diturni di notte gente che turna da 25 anni. 10 notti almese, mi diceva la collega tre giorni fa, sai quantesono a 50 anni? I medici vanno in pensione, non siassume.Gli infermieri escono dai turni per usura, gli altri lidevono coprire.Ma i privati assumono con contratti a termine per-sonale spesso straniero, ricattabile. D'altronderiservandosi la parte leggera (quando non traspa-rente) della patologia, non hanno bisogno delle altecompetenze che esprimono le professioni (infermie-ri, ostetriche) negli Ospedali pubblici.Professioni che richiedono addestramento, cultura,fatica. Lavoro d'equipe per affiatarsi e ridurre irischi. Il vizio di alzare il gomito prescrivendo esa-mi riconosciuti dalla comunità internazionale comeinutili è dominante comunque. I medici corretti,quelli che rispettano il paziente, le finanze delloStato e che prescrivono solo ciò che serve, vengonocalunniati: "Come non lo ha fatto? E' gravissimo!!"E i Medici di Medicina Generale discutono finchèpossono con i pazienti: "Ma guardi che non le ser-ve! Ma che lo fa a fare?"L'illusione che misurarsi il colesterolo ogni tre mesici salvi la vita senza mangiare correttamente e muo-versi è dura a scalfire. Che fare tante ecografie diaper forza un bambino sano, come conseguenza.Prevenire è meglio che curare. Ma fare tante analisinon previene un gran che. Sarebbe meglio smetteredi fumare, o bere l'acqua del rubinetto, perchè dallebottiglie di plastica trasudano sostanze tossiche.L'acqua minerale al posto dell'acqua del rubinetto.Una delle più colossali truffe, così riuscita da farsi' che in una lettera a un giornale una donna silamenti che non venga distribuita in ospedale..."Cosa deve fare chi non ha soldi? Morire di sete?"No, bere l'acqua del rubinetto, gentile signora,come fanno i ricchi.

Già perché sono i poveri a caricarsi quintali di acqua mine-rale. Fate la prova, mettetevi davanti a un Discount o da-vanti a un GS di un quartiere medio ricco. Contate i botti-glioni.E ancora, pazienti che non hanno nulla, per i quali la sanitàè l'unica cosa gratuita. Si prescrivono le analisi spesso conla segretaria del medico di base che "intanto" gli chiedeun'ecografia, esami del sangue, quando non risonanze ma-gnetiche.Hanno visto un programma televisivo dove qualcuno, pagatoda una casa farmaceutica che fabbrica una nuova tecnolo-gia, pontifica sulla assoluta necessità, oserei dire sull'ur-genza di fare un nuovo accertamento... pena la morte.Altri lavoratori stanno in Pronto Soccorso, drenano il flussoincessante di malati.Certo lo scoraggiamento non aiuta, si lavora male senzaprogrammazione, senza investimenti, senza razionalità.Ma qualche volta noi ci speriamo, che puniscano chi specu-la sui nostri soldi, sulla nostra fatica e sulla salute dei citta-dini. Mentre cerca di illuderli che l'Assicurazione privatarisolvera' tutto...Elisabetta Canitano

pubblicato anche suwww.vitadidonna.it

Puoi leggerela relazione diS. Malvarez suwww.nelmovimento.orghttp://blog.libero.it/lavoroesalute

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Il giorno prima di spegnersi, signor ministro Sacconi, mio padrenon ha più voluto nemmeno l’omogeneizzato. Sì, signor ministro,l’omogeneizzato. Perché era ormai il solo alimento che riusciva afarsi strada in quel che restava del suo stomaco. Ma gli facevatroppo male, la pancia, per pensare di aggiungere altro peso,altra sofferenza. Ha allontatato la bocca dal cucchiaio con ungesto di disgusto, e mi ha chiesto di fargli la barba. Come suopadre aveva fatto con lui trent’anni prima.

E io? Io ho deposto il vasetto, signor ministro, consapevole chemio padre non si sarebbe alimentato. Hopreparato la crema (ridicolo no? Forse eral’ultimo a farsi la barba con il tubetto e ilpennello) mescolandola pazientementecon l’acqua e ho cambiato la lametta alrasoio. Poi, in pochi interminabili minuti,ho fatto la cosa più difficile di tutta la miavita.

Ecco, vede, ministro Sacconi? Ho sospesol’alimentazione a un soggetto non in gra-do di provvedere a se stesso, e senza nem-meno il conforto di un parere medico. An-cora non ha approvato la sua legge e hagià il primo reo confesso. Ma adesso sidia pace, signor ministro. E ci pensi, se èil caso di negare a un individuo la libertàdi rifiutare l’alimentazione, quello che peruna persona sana è il più ordinario deigesti ma per un malato terminale può di-ventare un’atroce tortura.

Io mi costituisco, signor ministro. Ma leisi sieda, respiri profondamente, ripensialla sua battaglia. Riposo, soldatoSacconi.

Pubblicato su http://cattaneo-lescienze.blog

8 anno 25° febbraio 2009 n°1

SSN promosso solo dal 54%degli italiani.

I risultati di un'indagine Anaao-SwgIl Servizio sanitario nazionale raccoglie la fiducia del 54%degli Italiani ed è preferito alla sanità privata che, contra-riamente a molti luoghi comuni, piace solo a 3 italiani su die-ci. Tuttavia, l'Italia della salute sembra spaccata in due: unaal Nord promossa a pieni voti e una al Centro-Sud, dove di-sfunzioni e carenze, in particolar modo organizzative e strut-turali, fanno scendere il gradimento e la fiducia sotto la so-glia del 50%. Sono questi i risultati principali dell'indaginepromossa dall'Anaao Assomed e realizzata dalla Swg di Tri-este su un campione rappresentativo della popolazione ita-liana di età superiore ai 25 anni. L'ospedale pubblico risultacomunque il punto di riferimento principale per l'assistito esembra resistere come presidio di qualità cui gli italiani con-tinuano a rivolgersi con soddisfazione, anche al Centro e alSud del Paese. La qualità delle cure e delle prestazioniospedaliere è infatti giudicata soddisfacente dal 72% degliintervistati. Una media che comprende la soddisfazione delNord (82%) ma anche quella del Centro (68%) e del Sud(57%). Giudizi quasi analoghi sul personale medico e sanita-rio, che risulta promosso dal 70% degli italiani (80% Nord,63% Centro e 60% Sud). Gli ospedali del Sud sono invecepenalizzati per la gestione, con giudizi che scendono sotto lasoglia del 50% quando si parla di comfort, vitto, organizza-zione, servizi di informazione e igiene.Dopo questa indagine facciamo una domanda: come mai inbase alle valutazioni dell'OMS è il secondo SNN al mondodopo quello francese?

Tutto il peggio di un sistema neo-patriarcale sembraall’opera qui e ora, in questo paese ormai narcotizzato.Il caso di Eluana Englaro: dalla vergognosa cagnaraintegralista in Parlamento alla spettrale e morbosaveglia del tg4. Un governo di santa inquisizione!

IL MIO TESTAMENTOBIOLOGICOdi Marco Cattaneo

A quanto riferiscono i quotidiani in rete,alle 20.38, ventotto minuti dopo la scom-parsa di Eluana Englaro, il ministro delwelfare ha dichiarato: “Comprendo le scel-te del padre di Eluana Englaro anche senon abbiamo condiviso lo scopo”. E, ri-porto da Repubblica (non siamo cronisti,noi, perciò riferiamo…), ha espresso l’au-spicio “che l’Aula voglia procedere secon-do il calendario affinché questo sacrificionon sia stato inutile del tutto e indichi lastrada per il provvedimento.”

Il testo portato in aula dal Governo è ilseguente:

“DISEGNO DI LEGGE Atto Senato 1369Art. 1.1. In attesa dell’approvazione di una com-pleta e organica disciplina legislativa inmateria di fine vita, l’alimentazione el’idratazione, in quanto forme di sostegnovitale e fisiologicamente finalizzate ad al-leviare le sofferenze, non possono in alcuncaso essere sospese da chi assiste soggettinon in grado di provvedere a se stessi.”

Ora, signor Ministro, anziché accelerare i tempi di una legge chenon risolve nulla – come essa stessa decreta nelle premesse, datoche è fatta “in attesa” – si prenda una vacanza, una pausa diriflessione dai temi della bioetica. Magari nel frattempo ricordan-dosi di mandare schizofrenicamente i NAS tre volte al giorno intutte le cliniche private e negli ospedali pubblici, dove – lo sa –ogni giorno avvengono infrazioni. Se non dovesse avere gli indi-rizzi, chieda, chieda pure ai giornalisti della stampa medica. Qual-che piccolo orrore l’abbiamo pur visto, in questi anni.E magari, prima di legiferare con troppa fretta, prima di stenderepoche righe senza riflettere, insieme all’autorevole consesso deiministri della Repubblica, legga qualche libro. Di medicina, sì,ma anche di filosofia. Di etica. Insegnano molto, a cominciare dalrispetto.

Perché sa, ministro Sacconi, nel testo che vorrebbe ancora farapprovare – anche se un emendamento di un parlamentare dimaggioranza lo vorrebbe valido soltanto per 180 giorni, e alloraa che pro? – c’è una frase sospetta: “l’alimentazione e l’idratazionein quanto forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzatead alleviare le sofferenze, non possono in alcun caso essere sospe-se da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi”.Quasi tutto, insomma, a parte la tremolante premessa.

Sa, signor ministro, non molto più tardi di un anno fa, nelle ulti-me dolorose settimane della sua esistenza, mio padre, malato ter-minale di cancro al pancreas con metastasi al fegato aveva unapancia così gonfia che un giorno sì e un giorno no i sanitariintervenivano con la paracentesi per eliminare i liquidi organiciche andavano accumulandosi nell’addome.

Nei suoi ultimi giorni – uomo di un metro e ottanta ridotto a unsacco di pelle e ossa di nemmeno cinquanta chili – non aveva piùla forza di alzarsi da solo dal letto. Io gli facevo visita, lo solleva-vo, lo imboccavo perché portare un braccio alla bocca era unafatica troppo dura.

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anno 25° febbraio 2009 n°1 9

affetta, come lo è Daiana) che guardacaso dà problemi di assorbimento colpotassio (sale che fa partedell'elettrofisiologia del cuore);- il QT Lungo segnalato come ailimiti superiori della norma in vari elet-trocardiogrammi sia di mia sorella chenostri... ( ... ma perchè nessuno s'era fat-to queste domande prima ??? ... )Il quadro si è composto e i nostri esamihanno confermato i sospetti...li avrem-mo potuti anche fare prima questiaccertamenti...dall'episodio di mio pa-dre (8 Marzo 2002)...per esempio...Scusate la franchezza ma esistono rego-le non scritte che si leggono solo col san-gue che ci scorre nelle vene, e a me quelsangue ribolliva letteralmente...dovevodare un nome a quella "bestia" che ave-va ucciso mia sorella...e magari anchedelle responsabilità...La sindrome del QT Lungo è silente easintomatica; colpisce i giovani e moltospesso giovani atleti e sportivi amatoriali(per intenderci quelli della partitella dicalcio della domenica mattina o delcalcetto del dopolavoro in palestra...);

spesso non è nem-meno d'obbligo ilc e r t i f i c a t omedico...e quandolo è magari vienerilasciato dietro ri-chiesta telefonica(giusto unproforma)...quandovengono invece fat-te le visite spessosono superficiali,infatti è capitato ecapita ancora pur-troppo che ci sianoaddirittura medicisportivi a cui sfug-gono dei segnaliche invece dovreb-bero essere accer-tati (ne conoscomolti di questicasi...vi lascio

qualche nome - trovate articoli anche inquesto blog - : Corinne, Luca,Giorgio...ragazzi che sono morti... persuperficialità, negligenza, soccorsiinagueti)...Eccolo un altro puntofondamentale...imparare le semplici ma-novre di rianimazione...A prescindere dal motivo per cui un cuo-re smette di battere, chiunque deve esse-re in grado di fare una rianimazionecardio-polmonare nell'attesa deisoccorsi...solo preservando l'individuocolpito da arresto cardiocircolatorio...èpossibile poi indagare sul/i motivo/i percui quel cuore s'è fermato... (30 a 2 - tren-ta compressioni e due insufflazioni...da

STORIA DI SOLITUDINEE MALASANITA’"Non sapevo nulla dell'esistenzadella Sindrome del QT Lungo..."

Paura...dellamorte...dellamalattia...Non sapevo nulla dell'esistenza dellaSindrome del QT Lungo fino a che nonha colpito la mia famiglia...è morta miasorella Moira il 28 Giugno 2005 in po-chi secondi...Per il medico legale la causa del deces-so è stata "morte naturale" dal refertoautoptico non sono state trovate traccenè di droghe, nè di farmaci, nè d'alco-ol... (non nascondo che invece io spera-vo in un referto del tipo s'è drogata, vo-leva suicidarsi...avrei avuto un perchè...).Invece...niente: morte naturale......morte naturale...???......a 29 anni impossibile!!!Una paura insopportabilemi ha invaso proprio daquel momento...paura...perchè non c'era un moti-vo, non c'era unperchè...paura che succe-desse di nuovo e magari aisuoi figli (Daiana, ora haun defibrillatore impianta-to, Claudio è portatore si-lente ed è sottocontrollo)...a me (prendo ilbetabloccante e sono sot-to controllo), a nostra so-rella (portatrice silente,mantenuta sotto control-lo), ai nostri genitori (no-stro padre ha unpacemaker dopo variecardioversioni), etc etcetc...la lista è lunga......è cominciato tutto da lì...da quella pa-ura insopportabile...ricerche in internet,colloqui con medici finchè ho trovato chipoteva darmi le risposte a quelle doman-de che solo il dolore in quel momentoguidava in ogni direzione...:- mio padre che era andato in arrestocardiaco mentre lo operavano in aneste-sia locale per una ciste;- le forti emozioni (Moira era moltoemotiva...aveva anche avuto attacchi dipanico);- la celiachia, altra malattia geneticapresente nella nostra famiglia, stavoltaper ereditarietà materna (Moira ne era

ripetere fino alla ripresa naturale o al-l'arrivo dei soccorsi...anche il vostromedico di base è in grado di istruirvi...)Altro punto riguarda la perdita di saliminerali dall'organismo. (potassio, ma-gnesio, calcio, sodio ...)... capita anchesolo con l'influenza, forte sudorazione,disidratazione da dissenteria ... il medi-co prescrive un integrazione con i fer-menti lattici (che a volte addirittura sonodi autoprescrizione...) nulla viene dettosulla reintegrazione salina...il battito cardiaco è generato da impul-so elettrico che agisce sulla pompa mec-canica (il cuore)...i sali sono gli arteficidel battito cardiaco, fanno parte del suo"impianto" ...Se sono carenti il cuore ne risente a pre-scindere da una patologia diagnosticatao presunta...e se si verifica la mancanzaecco il famigerato "corto circuito"...Testimonianza di Sonia Francescato

Italia: tanti anzianie pochi infermieri

La popolazione italiana è una delle piùvecchie al mondo: quasi il 20% supe-ra i 65 anni di età e, secondo i datiIstat, nel 2050 circa l’8% degli italia-ni avrà più di 85 anni. Si calcola chela carenza di infermieri, già importan-te soprattutto al Nord, aumenti ognianno a causa dello squilibrio tra ipensionamenti (17 mila all’anno) e lenuove assunzioni (8 mila all’anno). Èquanto emerge dal Rapporto OCSE2008 sulle risorse umane italiane in am-bito sanitario. L’Italia ha meno infer-mieri che dottori, la maggior parte deiquali (70%) lavora in strutture pubbli-che. Per risolvere la carenza cronicadi infermieri, alcune Regioni hannocreato nuove figure professionali comequella dell’assistente sanitario, ridu-cendo così il carico di lavoro degli in-fermieri specializzati che storicamen-te svolgono anche compiti di pulizia emovimento dei pazienti. La carenza diinfermieri potrebbe essere in parte col-mata dall’assunzione di personale pro-veniente dall’estero, ma a causa dellacompetizione con i Paesi esteri, il nu-mero di infermieri stranieri in Italia èancora molto basso: 6.730 nel 2005,di cui un terzo proveniente dall’Unio-ne europea. Nel 2004, secondo i datiOcse, la maggior parte del personalestraniero autorizzato a venire in Italiaè stato assunto con contratti dai 12 ai24 mesi. Gli infermieri che arrivanoin Italia hanno mediamente tra i 20 e i39 anni e provengono generalmente daRomania (circa 60%), Polonia (25%),Perù, Albania, Serbia e India.

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Oltreil pregiudizio,

per una reale tutelacontro le insane politiche razziste

Immigrati e malattieinfettive: la cattiva edeleteria semplificazioneLe malattie degli immigrati non sono“le malattie infettive”: non è possibileidentificare i problemi sanitari degliimmigrati presenti in Italia con questogruppo di patologie, anche se media,politici ed opinione pubblica fannoquesta semplificazione. I dati pubblica-ti a livello nazionale identificano com-plessivamente una popolazione in buo-no stato di salute, con maggiore fre-quenza di patologie comuni,legate, oltre che alle condi-zioni di vita alla bassa etàmedia, una percentuale estre-mamente alta di traumatismied infortuni ed il ricorso allestrutture per eventi fisiologi-ci per gravidanza e parto.Recentemente è stata eviden-ziata anche una progressiva“transizione epidemiologi-ca” da malattie acute e/oaccidentali a patologie “cro-nico-degenerative”, legateall’invecchimento, a stili divita logoranti ed all’acquisizione dimodelli comportamentali non salutari.Se è vero che alcune malattie infettivesi evidenziano con maggiore frequenzatra gli immigrati, è anche vero che lacausa è da ricercarsi soprattutto nei“determinanti sociali della salute”(lavoro, reddito, habitat, accessibilitàai servizi,…), sui quali è necessariointervenire con azioni di contrasto.Esemplificativo il caso della Tuberco-losi, classica “malattia della povertà”,che si può manifestare quando le difeseimmunitarie si indeboliscono a causadi condizioni di vita scadenti. Si trattadi una patologia in progressiva costan-te diminuzione nel nostro Paese, dovetra la popolazione italiana dal 1999 al2006 si è registrato un calo del 33%.E’ pur vero che l’incidenza dei casiregistrati tra i cittadini stranieri sultotale dei casi è passata dal 22 al 46%,ma ciò è dovuto all’aumento della po-polazione immigrata; non si può quindiparlare in nessun caso di allarme sani-tario.

Realtà che fa a pugni con i luoghi comuni e le politiche razziste

GLI STRANIERI RESIDENTIIN IT ALIA SONO PIU' SANI DI NOIL a popolazione straniera residente in Italia ha bisogni di salute abbastanza similiai nostri, ma mediamente si trova in condizioni di salute migliore e questo per duemotivi: i migranti giungono in Italia in cerca di lavoro con un buon capitale di salutee coloro che non godono più di buona salute tornano nel Paese d’origine. Lo affer-ma una ricerca Istat nell’ambito dell’indagine sulle “Condizioni di salute e il ricorsoai servizi sanitari” relativa al 2005. Da notare però che la popolazione indagata èquella residente, che rispetto alla popolazione non regolarizzata vive in condizioni disalute meno precarie. Rispetto ai cittadini italiani la graduatoria delle patologieprevalenti è pressoché simile. Rispetto ai comportamenti di prevenzione, che risen-tono della forte eterogeneità di provenienza, le donne straniere fanno più controllidei loro coetanei maschi, ma i livelli complessivi sono più bassi di quelli della popo-lazione italiana. Le donne straniere fanno meno ricorso agli screening dei tumorifemminili, anche fra di loro il ricorso al pap test è meno diffuso fra quelle di statussociale più basso, sia per carenza di informazione, sia per fattori culturali. La popo-lazione straniera ricorre in minor misura a prestazioni specialistiche (visite e accer-tamenti diagnostici), ed in particolare alle prestazioni a pagamento, mentre il ricor-so al ricovero avviene nella stessa misura dei cittadini italiani; più diffuso è invece ilricorso al pronto soccorso, in particolare per incidenti ed infortuni sul lavoro. Nelpercorso della maternità le straniere sembrano usufruire di un’adeguata assistenza,con un maggior ricorso alle strutture pubbliche ed ai consultori familiari ed unaminore medicalizzazione della gravidanza e del parto (il parto cesareo avviene nel24,9% dei casi, contro una media generale del 35,9%).

Un dossier sullo stato sociale in questa Italia sempre menovivivibile, e più gravoso, per chi è fuori dal benessere diffuso

SEMPRE PIU' PESANTE IL RICORSOALLE TASCHE DEI CITT ADINI

Un welfare che sta perdendo le sue caratteristiche di reale sostegno ai cittadini e allefamiglie e che impone sempre più il ricorso alla spesa privata, in particolare per disabilitàe spese odontoiatriche, che sono cause sempre più frequenti di impoverimento. E’ lafotografia che emerge dal Dossier sul welfare prodotto da Cittadinanzattiva su “Trent’an-ni di diritti a tinte forti. La rivoluzione civica”: un servizio sanitario frammentato edisomogeneo, frutto di un federalismo distorto che pesa soprattutto sui più deboli. Gliambiti nei quali risultano più evidenti gli effetti del federalismo sanitario e dei piani dirientro riguardano l’assistenza farmaceutica, l’assistenza ospedaliera ed in struttureextra ospedaliere (Rsa, Lungodegenze, Hospice), il settore della non autosufficienza, leliste di attesa, l’odontoiatria e le malattie rare. Il problema delle liste d’attesa è comunea gran parte delle regioni e delle Asl, ma i cittadini del Nord sono più garantiti di quellidel Sud: la Lombardia ha fissato i tempi massimi per 100 prestazioni, la Calabria soloper 33. Per l’assistenza alle persone non autosufficienti, anziani e disabili gravi in Rsa lerette più alte a carico dei cittadini si registrano in Emilia Romagna: 1554 euro mensilicontro i 459 della Basilicata. Per l’assistenza ai malati terminali a fronte dei 200 p.l. inhospice dell’Emilia Romagna, ci sono i 40 posti della Calabria. I malati cronici sonocirca il 39,2% (l’86,9% ha più di 75 anni) e la spesa è spesso insostenibile: il costomedio mensile per farmaci ed assistenza (badanti) sfiora i 1.500 euro. Inoltre, i costimedi per esami diagnostici e visite specialistiche in gravidanza, pur considerando leforme di esenzione, si aggirano fra gli 800 ed i 1.000 euro.

questa italia

.....oltre

i luoghi comuni

10 anno 25° febbraio 2009 n°1

Benny

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anno 25° febbraio 2009 n°1 11

L’Ambulatorio Medico Popolare a Mila-no, un posto di salute per immigrati editaliani, un luogo contro ogni razzismo

L’Ambulatorio MedicoPopolare esiste ancoragrazie alla lotta e allasolidarietà’I l giorno 27 gennaio 2009 era previstolo sfratto dell’Ambulatorio Medico Po-polare ma una campagna di solidarietà neha impedito l’esecuzione.Noi abbiamo intenzione di continuare adopporci a questo sfratto ed a continuare alavorare perché tutti possano essere cu-rati indipendentemente dallo spessore delproprio portafoglio, dal colore della loropelle e dal possesso di un permesso disoggiorno. La nostra presenza ha un valo-re particolare in un quartiere che sta di-ventando una delle palestre di lancio del-le politiche securitarie attraverso presidisoffocanti di esercito e polizia che hannol’unico scopo di un utilizzo politico delrazzismo per nascondere il vero proble-ma attuale, il progressivo impoverimentodi larghi strati di popolazione.In questo momento il nostro lavoro risul-ta particolarmente importante perché la de-stra al governo con il silenzio complicedel “cosiddetto centro-sinistra” sta cer-cando di fare approvare una legge chepermetterebbe al personale sanitario didenunciare alla polizia gli immigrati chehanno richiesto cure mediche in assenzadel permesso di soggiorno.Noi diciamo che questa proposta è unavergogna, una chiamata alla delazione edichiariamo pubblicamente che nessunodei nostri medici rispetterà questa norma,anche se dovesse diventare legge dellostato.Nessuno dei nostri medici sarà mai un in-formatore della polizia di questo governofascista o di altri che gli succederanno!L’Ambulatorio Medico Popolare devecontinuare a vivere perché rappresenta unposto sicuro per immigrati ed italiani,dove tutti possono rivolgersi per l’acces-so alle cure mediche senza avere alcuntipo di timore. Perché questo posto conti-nui ad essere aperto abbiamo però biso-gno dell’aiuto di tutti, anche delle perso-ne che sono state curate da noi. Siamo giàriusciti una volta ad evitare di chiuderegrazie alla solidarietà di tante persone.Alla prossima occasione dovremo essereancora più numerosi davanti all’ambula-torio per scoraggiare l’arrivo della poli-zia e per continuare il nostro lavoro perla salute e contro il razzismo.

www.ambulatoriopopolare.org

3° Rapporto dell'Osservatorio Italianosulla Salute GlobaleSe un bambino di una nostra città morisse per una semplice diarrea ne parlerebbero igiornali. Ma degli oltre due milioni di bambini che ogni anno muoiono per questoordinario problema intestinale non ne parla nessuno. Se poi consideriamo altre malattiefacilmente curabili, ad esempio la polmonite, il numero di quei morti sale a circa 9milioni e mezzo.Oltre a illustrare questo dramma, il libro – www.saluteglobale.it – analizza le politiche diaiuto sanitario rivolte ai paesi in via di sviluppo, cercando di rappresentare le diversefilosofie alle quali sono ispirate e criticandone alcuni aspetti.Non è scontato cosa significhi aiutare qualcuno, lo si può fare in diversi modi. Si puòoperare "orizzontalmente", avendo come obiettivo il miglioramento dei sistemi sanitarigià presenti nei paesi dove si interviene, oppure "verticalmente" creandone di nuovi especifici, ma che dipendonodirettamente – forse troppo –da chi dall'esterno porta un aiu-to.Come valutare l’efficacia diquesti interventi? Si tratta diquestioni complesse, ma di si-curo uno dei criteri da adotta-re è confrontare il denaro in-vestito rispetto al numero divite salvate.Tuttavia, al di là delle scelte chevengono fatte, occorre matu-rare una consapevolezza gene-rale del problema, perché,come si legge in un editorialedella prestigiosa rivista Lancet,molte persone "stanno moren-do perché coloro che hanno ilpotere di prevenire quelle mortihanno scelto di non agire".L'Osservatorio Italiano sullaSalute Globale si propone difornire a istituzioni, enti, orga-nizzazioni della società civile ea tutti i soggetti interessati stru-menti di analisi, valutazione edecisione per la definizione distrategie e azioni appropriate.

Uno scandalo tutto italiano

Cure odontoiatriche d’éliteLe cure dentarie in Italia si caratterizzano come assistenza d’élite, con un accessocondizionato dallo status sociale e dal titolo di studio, con la maggioranza dei cittadi-ni costretta a pagare di tasca propria e a rivolgersi al dentista privato ed il Suddecisamente in posizione arretrata. E’ questo il dato che emerge dal rapporto brevedell’Istat su “Ricorso alle cure odontoiatriche e salute dei denti in Italia”, realizzatonell’ambito dell’Indagine multiscopo “Condizione di salute e accesso ai servizi sani-tari”, su un campione di 60.000 famiglie.Il rapporto registra le disuguaglianze di accesso all’odontoiatria: il 10,9% della po-polazione over 14 dichiara di non avere più in bocca un solo dente naturale, unacondizione più diffusa al Nord, per il maggior ricorso a protesi ed impianti, e cheinteressa soprattutto gli over 44 (il 60% è ultra ottantenni), le donne e gli adulti distatus meno elevato (il 29,4%, contro il 2,6% di chi ha titoli di studio più elevati).Nemmeno il 39,7% della popolazione si era rivolto ad un dentista o ad un ortodonzistanel 2004 (il 47% al Nord, il 40,4% al centro e meno del 30% al Sud). L’accesso alservizio pubblico resta una chimera: solo il 12,5% ha usufruito di servizi pubblici oconvenzionati, che curano clienti prevalentemente molto giovani o anziani, così comela gratuità delle cure, che riguarda solo i bambini fino a 5 anni e grandi anziani.

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RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE

CHE FARE DI FRONTE ADUN ARRESTO CARDIACOIMPROVVISO...E’ necessario che ogni cittadino abbia confidenza con le emer-genze del cuore ed in particolare con la morte improvvisa cardiaca.Il cambiamento è possibile solo se ogni cittadino impara a fare lasua parte.Cosa sappiamo della morte improvvisa da arresto cardiaco? La morteimprovvisa da arresto cardiaco è una delle sfide maggiori per lamedicina di oggi. E’ certamente l’emergenza più drammatica in ter-mini di tempo a disposizione per rianimare la vittima senza dannocerebrale residuo.E’ un evento frequente? Si stima che le morti improvvise cardiachenella popolazione sopra i 35 anni siano 1 ogni 1000 abitanti peranno.

Circa 50.000 per anno nel nostro paese considerando l’intera popo-lazione. Infatti, anche se più rare, non risparmiano neanche la popo-lazione più giovane.Si stima inoltre che la morte improvvisa cardiaca costituisca il 15%delle morti totali, ed il 50% delle morti dei pazienti riconosciuticardiopatici. Il 70% delle morti cardiache improvvise si verifica fuo-ri ospedale.Se in più della metà dei casi l’episodio colpisce chi è già noto comecardiopatico, negli altri casi si tratta spesso di persone apparente-mente sane, nel pieno degli anni, nelle quali la morte avviene entroun’ora dai primi disturbi, ma spesso è istantanea e coincide con ilprimo sentirsi male.Dell’arresto cardiaco sappiamo che, oltre cheimprovviso, è anche inatteso e determinato inprevalenza da un attacco cardiaco/minaccia diinfarto cardiaco. Può però avvenire anche inseguito a trauma toracico, annegamento, sof-focamento, folgorazione elettrica, intossicazioneda farmaci o droghe.Non infrequentemente è legato a malformazio-ni dell’impianto elettrico del cuore evidenziabilicon accertamenti semplici come l’elettrocardio-gramma.L’aritmia che determina l’arresto cardiaco equindi la morte improvvisa è più spesso lafibrillazione ventricolare, che trasforma in unavibrazione caotica la regolare azione di pompadel sangue da parte del cuore. La circolazionedel sangue si arresta istantaneamente. La vitti-ma perde coscienza, respiro e polso e cade aterra o si accascia inanimata.Per un periodo di 4-5 minuti l’organismo con-suma la sua riserva di ossigeno poi, se nienteinterviene a ripristinare il ritmo e quindi la cir-colazione, gli organi entrano in sofferenza, per primo il cervello.Oltre i 10-15 minuti la morte da apparente diviene definitiva.

Far ripartire il cuore: è possibile!Con l’avvento del defibrillatore elettrico semiautomatico (DAE) edel defibrillatore impiantabile (ICD) è diventato possibile interrom-pere la fibrillazione ventricolare e salvare la vittima di arresto cardia-co.Il DAE ed il defibrillatore impiantabile sono in grado di riconoscerela fibrillazione ventricolare ed erogano una scarica elettrica attraver-so il torace o interna al cuore che, se tempestiva, interrompe laaritmia. L’attività elettrica del cuore viene azzerata per un momentoe poi riprende con un ritmo spesso efficace e regolare.

DOMANDA: quanto tempo passa prima chearrivi un ambulanza???In attesa della defibrillazione esterna, è utile eseguire la manovra di

rianimazione cardiopolmonare, con la quale è possibile, specie neicasi di intervento oltre i 3 minuti, raddoppiare il tempo utile perintervenire senza danno successivo neurologico.

Con il DAE è diventato possibile l’intervento anche di personalenon sanitario, purchè addestrato ed autorizzato.

Il defibrillatore elettrico semiautomatico (DAE)Il DAE è un apparecchio in grado di riconoscere quelle situazioni dialterazione di frequenza o di qualità del battito cardiaco (tachicardiao fibrillazione ventricolare) che richiedono uno shock elettrico perevitare o risolvere un arresto cardiaco. E’ in grado di guidare l’ope-ratore con istruzioni vocali per la posizione delle placche e per pre-mere il pulsante di scarica elettrica.La legge 120/2001 ne consente l’uso, oltre che agli operatori sanita-ri, anche a soccorritori “laici” addestrati e abilitati. Questo rende piùfitta la rete dei DAE e quindi aumenta la percentuale dei soggetticolpiti da morte improvvisa cardiaca che vengono salvati. Questarete viene chiamata Pubblico Accesso alla Defibrillazione (PAD).

Il defibrillatore impiantabile (ICD)In soggetti con cardiopatie note o con anomalie dell’attività elettrica

del cuore che li rendono a rischio elevato dimorte improvvisa cardiaca, è possibile l’im-pianto definitivo di un defibrillatore che entraautomaticamente in azione in caso di tachicardiaventricolare o fibrillazione ventricolare, evitan-do così l’arresto cardiaco.

VINCERE LA SFIDAMinuti preziosi come già detto, nella morte im-provvisa da arresto cardiaco il cuore improv-visamente smette di contrarsi.L’evento può colpire sia uomini che donne, gio-vani o anziani, ovviamente con diversa proba-bilità. Molte vittime di arresto cardiaco appa-rentemente non accusano sintomi né segni diallarme.Va ribadito che l’unico modo per riavviare ilcuore è la defibrillazione, cioè la erogazione diuno shock elettrico il più presto possibile daparte di un defibrillatore.La prima cosa da fare di fronte ad una personache cade a terra o si accascia è quella di saperverificare se è priva di coscienza e di respiro e

in questo caso chiamare o far chiamare immediatamente il Sistemadi Emergenza Medica 118, senza esitazioni!Nei pazienti dotati di defibrillatore impiantabile (ICD) l’erogazionedello shock è automatica ed istantanea.Per ogni minuto di ritardo prima che venga erogato lo shock elettri-co con il DAE, si riduce la possibilità di sopravvivenza del 7-10%.Tanto più precoce è la defibrillazione elettrica tanto più probabile èla rianimazione.

In attesa dell’arrivo del DAE è utile ed efficace praticare la manovradi rianimazione cardiopolmonare (30 compressioni e 2 insufflazionida ripetere fino all'arrivo dei soccorsi medici e/o paramedici).

Il sostegno delle funzioni vitali rappresenta la prima fase dellarianimazione d’urgenza e consiste nei 3 passi successivi denominatiABC (dall’inglese Airway, Breathing, Circulation):

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Cittadini salvacuore.Perchè non prevedere “presidi” cittadini

ogni km, ad esempio, in attivitàcommerciali segnalate da cartelli

MANUALE ALLA PORTATADI MOL TI IN ATTESA DEL 118

a cura di Sonia Francescato

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Questo significherebbe 12.000 vite salvate l’anno nel nostro Paese!Attualmente nella maggior parte delle aree italiane la sopravvivenza èsoltanto marginale, cioè dell’1-3%.Creare il cambiamentoPer quanto abbiamo detto è importante sapere cos’è la morte im-provvisa cardiaca e cosa si può fare per farvi fronte. E’ giusto sot-tolineare come, specie dopo la legge 120/2001 e la realizzazione direti di defibrillatori, sia possibile affrontare efficacemente la sfidadella morte improvvisa da arresto cardiaco.E’ importante diventare cittadini salvacuore.

E’ importante ancora che idecisori pubblici in particolare sifacciano carico di questa azionedi sensibilizzazione.L’obbiettivo è di far si che do-vunque nel nostro Paese sia rea-lizzata la rete dei defibrillatori(DAE) in postazioni mobili, o fis-se in luoghi di grande affollamen-to.L’obbiettivo ideale da raggiunge-re sarebbe quello in cui l’ambu-lanza giunga sul posto quandouna persona addestrata abbia giàattivato sul soggetto in arrestocardiaco un defibrillatore dellarete PAD.

Il cambiamento è possibile solose ogni cittadino testimone del-l’evento fa, tempestivamente, lasua parte.

1. controllo delle vie aeree (Apertura della via aerea);2. sostegno respiratorio, cioè ventilazione artificiale eossigenazione dei polmoni (Bocca-bocca o bocca-naso)3. sostegno circolatorio, cioè riconoscimento dell’assenza dipolso e istituzione della “Circolazione artificiale” mediante ilmassaggio cardiaco esterno.

La catena della sopravvivenzaL’insieme delle azioni per tenta-re di salvare una persona colpi-ta da morte improvvisa cardia-ca prende il nome di catena del-la sopravvivenza, costituita daquattro anelli tutti egualmenteimportanti.

Il primo anello è l’allarme imme-diato, cioè la telefonata di chi ètestimone, anche occasionale, al118.La rapidità del soccorso è es-senziale. Allertare il 118 rientranei doveri di ogni cittadino difronte ad una persona priva dicoscienza e che non respira.

Il secondo anello è rappresen-tato dalla rianimazionecardiopolmonare precoce.Ognuno dovrebbe saper avvia-re questa manovra, che aumenta le possibilità di sopravvivenza dellavittima di arresto cardiaco, ed è utile anche in diverse altre condizio-ni (svenimento, annegamento, soffocamento, folgorazione elettrica,intossicazione da farmaci o da droghe). In molti paesi è insegnatanella scuola o è obbligatoria per avere la patente di guida.Il terzo anello è costituito dalla defibrillazione elettrica precoce, perripristinare il più presto possibile un ritmo cardiaco efficace.L’erogazione dello shock elettrico tramite due placche applicate sultorace è fatta da operatori sanitari, ma anche da “laici” addestrati,autorizzati e dotati di DAE, soprattutto personale dei servizi di sicu-rezza (polizia di stato e locale, carabinieri, vigili del fuoco, protezio-ne civile, addetti in luoghi di grande affollamento).La manovra vieneeseguita secondo le indicazioni a voce dell’apparecchio.

Il quarto anello è relativo al soccorso avanzato (ACLS) prestato dalSistema di Emergenza Medica 118. Infatti anche se efficacementerianimata, la vittima deve essere monitorata, stabilizzata e trasporta-ta in ospedale per le ulteriori cure del caso.

SENSIBILIZZAZIONE DELLA COMUNIT A’Gli anelli più deboli della catena della sopravvivenza sono fuor didubbio il primo e soprattutto il secondo.

Senza la sensibilità e l’azione immediata di chiunque sia testimone diuna morte improvvisa cardiaca, anche il più efficace dei sistemi diemergenza medica e la più fitta e organizzata rete di DAE non riusci-ranno ad andare al di là di una percentuale marginale di soggettiefficacemente rianimati, senza danno cerebrale residuo.Occorre che l’intervallo di tempo fra l’evento e la chiamata del 118sia il minore possibile (intervallo vicino a zero) cosicché il sistemadi emergenza e il PAD abbiano a disposizione tutti i 10-15 minuti perun intervento efficace.

Per questo sono sufficienti tre cose:a. riconoscere l’assenza di coscienza e di respirob. chiamare senza indugio il 118c. verificare la presenza di un defibrillatore in zona e di qual-cuno che lo sappia usareSe tutti avessero la sensibilità di sentirsi potenziali “cittadinisalvacuore” si potrebbe raggiungere un risultato favorevole almenoin un caso su quattro.

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Chiunque ritiene di essere statovittima di un caso dimalasanità, e non è in gradodi affrontare il giudizio peril risarcimento dei danni,sarà aiutato dall’associazione,previa valutazione del caso ead insidacabile giudizio delcompetente comitato, a reperirei fondi necessari per sostenerele spese medico/legali.

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cambiare la politicaitaliana sulle drogheI n Italia le politiche in campo di sostanze psicotrope sono seria-mente in contrasto con le indicazioni provenienti da tutti i Paesiall'avanguardia nella lotta alla droga, come è stato dimostrato am-piamente nell'ultima Conferenza mondiale sulla riduzione del dannotenutasi aBarcellona (maggio 2008). La politica repressiva dei vari GoverniBerlusconi e la scarsa azione dei Governi Prodi ha creato, in questiultimi dieci anni, solo marginalità, aumento delle carcerazioni e delsommerso, esponendo migliaia di consumatori al rischio di conta-gio con i virus dell'HIV/HCV/ HBV .Il nostro Paese è oggi all'ultimo posto nella prevenzione ed ha unalegge in netto contrasto con la politica europea che, con il docu-mento Catania approvato dal Parla-mento Europeo, raccomanda il raf-forzamento dei servizi a bassa sogliae l'incremento dei progetti di riduzio-ne del danno.I fondi a disposizione per implemen-tare o avviare progetti di prevenzio-ne e di riduzione del danno sonoprossimi a scomparire e non solo nonsi riesce a sperimentare programmisperimentali per il panorama nazio-nale (pill testing, safe room, ecc.) maanche quei presidi storici di demo-crazia e tutela della salute pubblicapresenti stanno andando a scompa-rire (unità di strada, centri a bassasoglia, ecc).Solo attraverso una drastica inversio-ne di rotta si può pensare di contra-stare il rischio di riprodurre gli annibui dei primi anni '90, quando il 70%dei consumatori di sostanzepsicotrope per via iniettiva erano an-che persone sieropositive; trend pre-occupante invertito solo da forti in-terventi di riduzione del danno, comed'altra parte dimostrato dalle espe-rienze internazionali.Il problema principale oggi risiedenell'applicazione delle Convenzioni(anche se lacunose), poichéspesso succede il contrario di quanto indicato, con interpretazioniche vanno verso il senso più restrittivo e repressivo. Tutta l' azionesi concentra appunto sulla repressione e - nelle situazioni più illumi-nate di discutibili campagne di prevenzione - "dimenticando" la ri-duzione del danno, quando non contrastandola apertamente. È ri-provevole constatare che la dichiarazione sulla riduzione della do-manda è rimasta fino ad oggi una "intenzione morta" e non ha sorti-to alcuna inflessione sulla comprensione e l'applicazione delle Con-venzioni. L'applicazione della politica dell'ONU pone oggi dei graviproblemi di diritti umani.

La LILA chiede un riequilibrio delle priorità sul tema delle droghe e,nell'ambito della politica attuale basata sull'azione di contrasto del-l'offerta, di rispettare le disposizioni fondamentali sui diritti umani.Riguardo a questo è importante sdottolineare che i "trattamenti" piùdegradanti messi in atto nei regimi totalitari, come la pena di morteper semplice consumazione, non siano mai stati messi in questionedagli organismi dell'ONU.Al contrario, le azioni che seguono delle strade come i programmidi scambio di siringhe o i programmi di trattamento attraverso so-stanze antagoniste (metadone, subutex, ecc.) sono regolarmente messiin discussione.Oggi in alcuni Paesi la pena di morte può essere la sanzione legata acrimini concernenti il consumo o il piccolo commercio di sostanzepsicotrope. Sui 64 Stati che prevedono la pena capitale circa lametà contemplano la sua applicazione per problemi di droga. È conogni evidenza una grave violazione del patto delle Nazioni Unite suidiritti civili e politici, che definisce molto chiaramente l'applicazionedella pena di morte tra i crimini più gravi nell'articolo 6.2. Nellaconcezione dell'ONU la nozione di "crimini gravi" esclude tutti idelitti che non sono intenzionali, che non risultano a danno di terzi oche non sono perpetrati per ragioni economiche.Date le conoscenze attuali sulla dipendenza da droghe non è possi-

bile giustificare tale sanzione per scel-te personali come sono quelle di con-sumare sostanze psicotrope. Siamoquindi davanti ad unaviolazione dei diritti umani dove leverità scientifiche sulle dipendenze,peraltro conosciuta da decenni, sonovolontariamente ignorate per fini ide-ologici.La Lila, che da anni combatte per ladifesa dei diritti umani e in primisquello alla salute,invita tutte le asso-ciazioni, ONG, privati cittadini edoperatori del settore a sostenere que-sto documento perchiedere al Governo italiano di im-pegnarsi a fondo all'interno dei lavo-ri dell'Assemblea di Vienna 2009 per:

- Far abolire la pena di morte perreati di droga in tutti quegli Statiin cui è ancora presente.- Modificare radicalmente la lineadi intervento europeo in tema didroga e adeguare la politica eu-ropea a quella dei Paesi più avan-zati sul tema (Svizzera e PaesiBassi su tutti) portandola al livel-lo di quella in tema di Hiv, basatasulla prevenzione e sulla riduzio-

ne del danno in tutto il mondo, ivi compreso nei documentidelle varie Agenzie dell'UE.- Far terminare il piano di eradicazione forzata delle coltiva-zioni , piano che ha come unica conseguenza l'impoverimentoe l'abbandono dei terreni e delle case da parte di migliaia dicontadini senza, peraltro, interferire minimente sulla produ-zione mondiale in costante aumento;- Riconoscere gli usi tradizionali di alcune sostanze per le cul-ture indigene, esempio classico la coltivazione della pianta dicoca per alcune popolazione sudamericane.

Conferenza di Vienna 2009: la Lila a tutte le associazioni,ONG, privati cittadinied operatori, per

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Diario di ungrande amore

Il Gruppo Assistenza Ustionati(G.A.U.) è un'associazione senza finidi lucro (o.n.l.u.s.) nata nel giugno1999 per iniziativa di un gruppo dipersone ustionate, sotto l'egida delCentro Grandi Ustionati di Torino econ il supporto dell'AziendaOspedaliera C.T.O./C.R.F./ MariaAdelaide di Torino. Ciò che ha fattonascere questa associazione di auto-aiuto è stato il bisogno delle perso-ne ustionate di condividere con al-tri, che avevano subito lo stessotrauma, i problemi burocratici e letraversie che incontravano dopo ladimissione ospedaliera, le esperien-ze dolorose vissute e le difficoltà le-gate al difficile percorso di riabilita-zione.

Realizzato da Arcoiris Torinowww.ustionati.itwww.gruppoabele.org

attentive, cognitive, sui tempi di reazio-ne, etc. dell’individuo esposto agli effet-ti delle sostanze d’abuso. Per poter ave-re indicazioni valide sullo statopsicofisico della persona nell’arco ditempo nel quale le sostanze esplicano iloro effetti, il materiale biologico piùutile è, infatti, il sangue. Ciò in quanto leconcentrazioni ematiche delle sostanzed’abuso correlano molto meglio con

quelle del cervello. Nelcaso dell’alcol, che è lasostanza più studiata,sono state costruiteaddirittura delle curveche descrivono l’entitàdella compromissionepsicofisica e dell’au-mento del rischio diincidenti per l’aumentodelle concentrazionidell’alcol nel sangue.Queste curve ci dicono,ad esempio, che conl’aumento della concen-trazione nel sangue da0,2 g/l (corrispondenteall’incirca ad un bic-chiere di vino) a 0,8 g/l,

il rischio di incidenti aumenta di 3-5volte. Sulla base di questi ragionamentisono state stabilite le soglie legali perl’adozione delle sanzioni penali per chiguida sotto l’effetto dell’alcol.L’utilizzo delle concentrazioni dell’alcolnel sangue, per valutare l’idoneità allaguida, è entrato nella pratica comune peralmeno due ragioni: la prima è la facilitàdell’esame, in quanto la concentrazionedel sangue può essere determinata attra-verso l’analisi dell’aria espirata (con laprova del “palloncino”); la seconda èche, trattandosi di una sostanza legaleampiamente diffusa, era fondamentalepoter discriminare fra un uso consentitoed uno dannoso per la guida.Per quanto riguarda le altre sostanze, laplausibilità scientifica dell’utilizzo delleconcentrazioni ematiche quale indicatoredell’idoneità alla guida, non si è, perora, tradotta nella disponibilità di meto-diche e tecnologie attendibili di facileuso e di indicazioni normative conse-guenti.2. Avviare una seria valutazione dellepolitiche pubbliche, mettendo comeprimo punto all'ordine del giorno lavalutazione della legge 49/2006 e in

SALUTE E SICUREZZA: TANTA MALAINFORMAZIONE

“Dr ogati” al volanteo informazione drogata?Un’analisi scientifica dei test per accertare la guida sotto l’effettodelle sostanze psicoattive.

Sempre più frequentemente i mezzi diinformazione riportano casi di incidentidovuti all’uso di sostanze stupefacenti.Il problema è certamente rilevante: gliincidenti sulla strada costituiscono laprima causa di morte in età giovanile,morti evitabili agendo sui fattori di ri-schio.Fra questi l’uso di psicofarmaci, alcol esostanze stupefacenti occupa un posto dirilievo, assieme ad altri,quali la velocità, l’affa-ticamento, il mancatorispetto di altre regoleper la sicurezza (casco,cintura , etc.).Le sostanze d’abusoalterano le funzioninecessarie per la corret-ta conduzione degliautoveicoli, agendoprincipalmente sul siste-ma nervoso. Esse, unavolta introdotte nell’or-ganismo (per via orale,intranasale, inalatoria,endovenosa), si diffon-dono nei vari organi eapparati, cervello incluso, attraverso lacircolazione sanguigna. La durata deglieffetti dipende dal tipo di sostanza. Con-siderando le più frequentemente utilizza-te (alcol, cocaina, eroina e cannabis) sitratta di qualche ora (da una a otto). Ladurata d’azione dipende anche dalladose: maggiore sarà la quantità di so-stanza che arriva al cervello e più po-tenti e duraturi saranno gli effetti. Lesostanze vengono quindi eliminate, sem-pre per mezzo del sistema circolatorio, eparzialmente modificate, prevalentemen-te attraverso i reni con le urine e il fega-to con le feci.Eccetto che nel caso dell’alcol, la cuieliminazione è più rapida, la presenzadelle sostanze o dei loro metaboliti(spesso inattivi) nell’organismo si rilevaper lungo tempo dopo la cessazionedegli effetti. Nelle urine, che vengonosolitamente utilizzate per i controllitossicologici, il metabolita della cocainasi trova per 2-4 giorni, quello dell’eroi-na per 3-5 giorni, i cannabinoidi fino a4-6 settimane. Nei capelli, poi, è possi-bile rilevare la presenza di sostanzeassunte nei mesi precedenti.Urine e capelli non forniscono, tuttavia,indicazioni attendibili sulle capacità

particolari i suoi effetti sullacarcerazione.Frequentemente si conti-nua, invece, a derivare la definizione di“drogato al volante” dalla presenza dimetaboliti, spesso inattivi, rinvenutinelle urine ad una distanza di temposconosciuta dalla esposizione/cessazio-ne degli effetti della sostanza alla qualesi tende, tuttavia, ad attribuire la respon-sabilità dell’incidente.

Pier Paolo PaniMedicina delle Tossicodipendenze

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di un’eventuale discrepanza tra abilitàcognitive generali e l’apprendimento delcalcolo numerico.Accanto ai test standardizzati che valuta-no le abilità specifiche, la valutazionedeve prevedere un’anamnesi accurata, conparticolare attenzione allo sviluppo uditi-vo e visivo del bambino, alle tappe dellosviluppo motorio, prassico e del linguag-gio, all’eventuale presenza di disturbi neu-rologici e/o psichiatrici e alla presenza omeno di familiarità per dislessia,discalculia o disortografia.Dopo l’analisi delle abilità specifiche, lavalutazione delle componenti dell’appren-dimento si amplia e si approfondisce, in-cludendo altre abilità (linguistiche,percettive, prassiche, attentive, mnestiche).Particolare attenzione va posta ai fattoriambientali e alle condizioni emotive erelazionali del bambino.In seguito, per la conferma diagnostica, puòessere necessario fare indagini cliniche cheescludano la presenza di anomaliesensoriali, neurologiche, cognitive, e digravi psicopatologie.Alle famiglie ed agli insegnanti del sog-getto dislessico viene consigliata l’adozio-ne delle misure compensative edispensative (tra cui il computer e la cal-colatrice) in quanto nei DSA, che ricordoessere una disabilità di origine congenitae di natura neurobiologica, vi è l’impossi-bilità di automatizzare i processi neces-sari per gli apprendimenti curriculari.Nel caso specifico della DislessiaEvolutiva ricordo che per poter studiarecon successo è necessaria un velocità dilettura di 3 sillabe al secondo. Se questoparametro non viene soddisfatto è neces-sario adottare gli strumenti compensativie dispensativi e non somministrare parti-colari farmaci (tra l’altro sarebbe interes-sante sapere quali).Questi sono strumenti che consentono alragazzo di compensare le carenzefunzionali determinate dal disturbo poichè,svolgendo la parte automatica della con-segna, permette al ragazzo di concentrarel’attenzione sui compiti cognitivi più com-plessi. Inoltre non incidono sul contenutocognitivo, ma possono avere importantiripercussioni sulla velocità e/o la corret-tezza dell’esecuzione della consegna.Un’altra cosa è, a mio avviso, il caso del-l’alunna filippina citato sempre nello stessoarticolo. Mi sento però di rassicurare laprofessoressa Pellegrino ricordando cheanche per la diagnosi di Ritardo Mentaleesistono criteri molto precisi e rigidi. Inol-tre la valutazione psicometrica dell’intel-ligenza può essere fatta mediante strumen-ti che non richiedono competenze lingui-stiche particolari (la scala Scala Leiter R)uno dei tanti strumenti costruiti a questoscopo).

Dr. Valentino Franchitti Asl2 Torino

Sul tema della dislessia abbiamo pub-blicato nello scorso numero di Lavoroe Salute un articolo della professores-sa Margherita Pellegrino “Dislessialo zampino della lobby del farmaco?”e un contributo di Silvia Falco -fisoterapista asl TO2 - “Dislessia, lenostre storie”.La discussione prosegue con l'interven-to di medico logopedista.

Dislessiae farmaci

"non credoa un disegno diqualche lobby"

Valentino Franchitti

Gent.le Redazione di Lavoro e Salutein riferimento all’intervento della Prof.ssaMargherita Pellegrino “ Dislessia lozampino della lobby del farmaco”, appar-so sul Vostro Periodico (novembre 2008n°5 anno 24°), ritengo opportuno precisa-re quanto segue: la diagnosi di Dislessia,o meglio di Disturbo dell’ApprendimentoDSA -(vedi DSM- IV), viene fatta secon-do criteri rigidi, in base a precisi modellineuropsicologici, riconosciuti dallaComunità Scientifica internazionale.Non credo che sia frutto di qualche dise-gno plutocratico di qualche lobby.In generale quando si esamina una condi-zione segnalata come sintomo di DSA cisi trova davanti ad un’ampia varietà di ipo-tesi diagnostiche, che vanno affrontate inmodo da rispondere al motivo d’invio ein modo da non gravare il bambino con unnumero eccessivo di indagini cliniche eprove psicometriche.Il processo di valutazione del DSA siavvale della collaborazione di diversiprofessionisti sanitari (neuropsichiatri in-fantili, psicologi, neuropsicologi,logopedisti, foniatri).In pratica la diagnosi di DSA può esserefatta se: la compromissione dell’abilità èsignificativa, ovvero di almeno 2 devia-zioni standard rispetto alla norma attesaper l’età e la classe frequentata. Il livellointellettivo è nei limiti di norma, ovveronon inferiore a meno 1 deviazione standardrispetto ai valori attesi per l’età (Q.I. di85).Vi sono poi altri fattori utili da valutare etenere in considerazione: Il carattereevolutivo di questi disturbi, cioè¨ non se-condario a lesioni organiche acquisite. Ilfatto che si esprima diversamente a se-conda della fase evolutiva dell’abilità inquestione. La frequente associazione conaltri disturbi (comorbilità ). Il fatto chedetermini un impatto negativo profondorispetto all’adattamento scolastico e adalcune attività quotidianeQueste sono le procedure diagnostichenecessarie per ciascuno dei disturbi spe-cifici:1. Dislessia evolutiva: somministrazionedi prove standardizzate di lettura a piùlivelli; lettere isolate, parole, non-parole,brano, valutando insieme i parametri dicorrettezza e rapidità .Per porre diagnosi di dislessia tali provedevono essere di due deviazioni standardinferiori ai valori medi attesi per la classefrequentata. L’età a cui fare una diagnosidovrebbe coincidere con il completamentodella seconda classe della scuola elemen-tare, poichè essa coincide con ilcompletamento dell’istruzione formale delcodice scritto, e si riduce l’alta variabili-tà inter-individuale presente nel periodoprecedente. Nonostante ciò è bene tenerepresente, già nel corso delle prime due

classi elementari, un’eventuale discrepanzatra competenze cognitive generali e appren-dimento di lettura e scrittura, inconcomitanza di altri specifici indicatoridiagnostici, quali un pregresso disturbo dellinguaggio e una familiarità accertata peril disturbo di lettura. In questi casi è beneformulare un’ipotesi diagnostica preve-dendo successivi momenti di verifica .2. Disortografia e disgrafia: anche inquesto caso è necessario somministrareprove standardizzate. Nella disortografiasi valuta la correttezza, costituita dal nu-mero di errori. Nella disgrafia si valutanola fluenza e la qualità del segno grafico. Ilvalore critico si situa sempre intorno alledue deviazioni standard sotto la mediaprevista per la classe frequentata.3. Discalculia: come nei casi preceden-ti per la diagnosi di discalculia è¨ previ-sto l’uso di prove standardizzate, che va-lutino correttezza e rapidità, applicando ilcriterio della differenza di due deviazionistandard dai valori medi attesi.La diagnosi non può essere formulata pri-ma della terza classe elementare, anchese è possibile un’individuazione precocedi soggetti a rischio, tramite la rilevazione

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anno 25° febbraio 2009 n°1 17

Luciano, non ancora30 anni.....di Gigi Moroni

Luciano, non ancora 30 anni, sano e forte e con tanta vogliadi lavorare per procurare benessere alla propria famiglia, percaso trova l’annuncio di un concorso che cambierà la sua vita.Inaspettatamente, passa la selezione con un ottimo punteggio egli si aprono le porte di una nuova vita.Il tanto atteso lavoro sicuro, che dovrebbe portare stabilità algiovane uomo, rivela però ben presto un rovescio della medagliache potrebbe presentargli un conto salatissimo da pagare.Lo presenterà magari fra molti anni, se avrà fortuna forse mai,ma se accadesse Luciano sa che sarebbe un conto con tanto diinteressi da liquidare.In quella nuova realtà lavorativa, tanto diversa dalla vecchiarassicurante fabbrica in cui era stato occupato fino ad allora,Luciano si trova per la prima volta nella sua vita di fronte allamicidiale sostanza, a cui in quei giorni si era cominciato a guar-dare con paura: l’amianto. Che fare adesso?Mollare tutto e tornare a casa, spiegando ai suoi cari che èmeglio essere vivi e insieme piuttosto che avere un posto sicuro?Oppure meglio tacere tutto (per non impensierire moglie e figlio)e continuare a giocare quella mano di poker con la vita?Luciano, forte della sua giovinezza e della voglia di non mollare,sceglie di andare avanti e per 5 lunghi anni svolge con attenzio-ne la mansione che gli viene assegnata.Ma la paura…quella si infila sotto la trama delle tute di prote-zione ed il respiro imbottigliato dalle maschere con il filtro si fapesante, in una situazione al limite della sopportazione.Il peso del rischio è talmente pressante che ogni volta, alla finedel suo turno, Luciano deve riprendere fiato e colore; di fattodurante quelle interminabili ore di gioco fra lui ed il suo avver-sario (il “Nemico Blu”) egli si è abituato a fare solo brevi respi-ri, per paura di inalare anche una soltanto di quelle fibre, tantominuscole quanto micidiali per la sua salute.Oggi, 20 anni dopo, l’azienda ha rivisto la sua figura professio-nale, Luciano ha perfino fatto carriera e gli anni dell’esposizio-ne al rischio sono ormai lontani ma vicina, esattamente comeallora, resta purtroppo, ogni notte, la paura.E’ la paura che non lo lascia mai, il timore che il Nemico Blunon abbia finito di giocare la sua partita a poker con lui e chesia in attesa di giocare la sua ultima mano, con un finale, deci-sivo, terribile bluff…

LA VERGOGNADI ESSERMALA TI

Un tempo era la peste, poi è stato ilmal sottile (la TBC), oggi l’AIDS e tutte quelle malattie

a prognosi infausta. Mali terribili, con nomi differenti ma acco-munati da una sorta di omertà che li circonda, spingendo chi neviene affetto a non farne menzione, contribuendo quasi a sminuirnela gravità. Già: sminuire, nascondere, esorcizzare col silenzio, senzarendere alcuno partecipe del proprio dolore. Un atto di eroismo pertaluni, di vigliaccheria per altri dipende in quale punto della fila checi conduce all’inevitabile siamo (o crediamo) di essere collocati.Creare un proprio personale lazzaretto non serve a nessuno: parlare,denunciare responsabilità (quando ve ne sono) diffondere cattiveed anche buone notizie è la strada da intraprendere per aiutare laricerca e dare un po’ di speranza a chi soffre. Una proposta?Un contatore, posto in basso sul teleschermo durante i principaliTG, una sorta di banner pubblicitario aggiornato in tempo reale,recante il numero -certamente alto, deicaduti ma che com-prenda anche un elen-co di quanti hannosputato in faccia allamorte e sono riuscitia risollevarsi. Questosì gioverebbe a dif-fondere la cultura dellaprevenzione, ravvi-vando la fiammelladella speranza in quelliche già soffrono. Learmi della medicinasono sempre piu’ pre-cise e, con l’aiuto ditutti, questa è unaguerra che si può e sideve vincere.

MORTI “BIANCHE”SU ORIZZONTI NERICi sono giorni.....Ci sono giorni nei quali alla fine del turno di lavoro, mi ritro-vo a guardarmi le mani. Sono mani che una volta hanno lavora-to in prima linea, ora lo fanno ancora ma spesso si trovano atichettare sui tasti del pc per gran parte della giornata, sonomani che danno l'idea del tempo che passa... Vedo delle piccolemacchie brune, ma non mi dispiaccio affatto per l'età che avan-za.C'è stato un tempo in cui ero quasi certo che non sarei neppurearrivato fino a qui.Questo è vivere con il nemico blu, questointendo quando parlo di una vita passata nel suo mirino. Ognigiorno ci penso, magari soltanto per un attimo, prima di addor-mentarmi oppure quando semplicemente guardo i miei figli esono grato di essere loro accanto, ANCORA.Oggi fuori risplende il sole, questo blog tutto nero è forse un po'in contrasto con la voglia di leggerezza che spesso chi viaggiasul web ha voglia di incontrare. La vita però è fatta di realtà e -sempre di più - sento di non potermi esimere dal raccontarequello che ho vissuto.Vedo che tanti di voi, come me, vivono lo stesso incubo per sè oper qualcuno che amano. Se continuiamo uniti, forse davveronon accadrà mai più!

http://blog.libero.it/NEMICOBLU

amianto

il nostro

nemico blu

racco

ntovignetta esclusiva per LavoroeSalute - di Tubal

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preservarne la dignità, rendere l' esperien-za quanto più significativa possibile per igenitori. Per questo, oltre alle funzioni didiagnosi e cura, vi è anche l'obbligo didelineare la prognosi che, lungi dall'es-sere un' opinione, rappresenta ciò che piùsta a cuore ai genitori: sapere se il lorofiglio soffrirà e quanto, se guarirà o no,se morrà. Per poter fare un bilancio e cer-care di affrontare il destino.Poi, nel caso di Davide e dei suoi genito-ri, noi medici abbiamo trascurato un altroobbligo: quello della "pietas", la dispo-sizione d'animo a sentire una dolorosa epremurosa partecipazione all'infelicitàaltrui (Devoto-Oli). Perché dire che unessere umano si gioverà o non si gioveràdi un trattamento non è soltanto un giudi-zio medico; è affermare anche un giudiziomorale, di valore, che deve includere ne-cessariamente la valutazione di quantasofferenza e quanto danno si possono sop-portare per considerare la vita ancora de-gna di essere vissuta. In tal senso essaappartiene ineludibilmente ai genitori che,insieme al neonato, porteranno il pesodella decisione. Per questo all'obbligodella prognosi corrisponde quello dellasincerità. Per questo con la famigliaMarasco siamo stati codardi.Abbiamo poi commesso anche un altro tra-gico errore: abbiamo rinunciato a com-battere contro coloro che ritengono di po-ter sostituire al sapere esperto del medi-co un qualsiasi credo. Abbiamo abdicatoalla nostra funzione, che è sempre stataquella di insegnare che la vita è sacra peril valore ed il significato che noi tutti riu-sciremo a dargli.Così, come medico, sento oggi il doveredi chiedere scusa ai signori Marasco percome sono stati trattati dai medici.E non vale qui dire: non siamo tutti così.

Pubblicato su www.timeoutintensiva.itPer gentile concessione de:Il Pensiero Scientifico Editorehttp://www.pensiero.it/

stati subito privati della patria potestàproprio perché avevano indugiato.Se il rapporto costo umano/beneficio nonsarà positivo, non converrà evitare a Da-vide inutili strazi?Questa era la domanda. Ma non c' era tem-po da perdere; bisognava agire prima chela malattia uccidesse Davide e, cosa peg-giore, lo uccidesse mentre si discuteva,delineando l' ipotesi della negligenza difronte al giudice. Così Davide è stato sot-toposto delle tutte le cure del caso e allafine, dopo 42 giorni di calvarioterapeutico, è morto. Era scritto. Io, comeuomo, avrei voluto tacere su questa storiaperchè quando qualcuno muore, e male, èmeglio tacere.Chiacchiere e dolore non vanno bene in-sieme.Ma come medico non posso tacere, e mene scuso con i signori Marasco. Comemedico non posso non considerare conquanto cinismo abbiamo agito. I medicisanno che la biologia non è regolata daleggi "sentimentali" ma dal codice gene-tico che comprende una terribile, banaleverità: ciascuno nasce e muore, la morteè un fatto naturale, è parte della vita comela nascita.I medici debbono portare questa cono-scenza; sono i depositari di questo sape-re, ed è loro obbligo morale affermare laverità soprattutto quando questa implical'impotenza terapeutica. Il semplice fattoche i malati siano neonati o bambini nonsignifica che non debba essere permessoloro di morire quando è il loro momento,perchè questa è la legge biologica.Quando la morte è inevitabile il medicodeve fermarsi accanto al piccolo malato,

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Racconto a margine del caso Eluana Englaro

Contributo al Dibattito su FineVita e Accanimento TerapeuticoRiflessioni sul caso di Davide Marascodi Giuseppe R. Gristina,U.O. Rianimazione 1 dell'OspedaleSan Camillo Forlanini di Roma.

Davide Marasco, nato il 28 aprile agliOspedali Riuniti di Foggia, è morto il 19luglio. Era affetto dalla sindrome diPotter: agenesia di reni, ureteri e altremalformazioni. Attraverso dolorose pro-cedure invasive si può tentare di vicariarela funzione renale sottoponendo questi pic-coli pazienti alla dialisi, ma la comples-sità e la gravità della malattia non posso-no essere contrastate dai trattamenti oggidisponibili. Non si può pensare di rima-nere in dialisi dalla nascita fino a 70-80anni come fosse niente.La dialisi è una procedura salva-vita maha i suoi prezzi specialmente in etàneonatale o pediatrica; i piccoli insuffi-cienti renali lo sanno. Il trapianto non èuno scherzo, su due reni è improbabile e,comunque, bisogna arrivarci. Così, tutticoloro che fino ad oggi sono nati portato-ri di questa sindrome sono morti, con unasopravvivenza media che non ha mai su-perato i 30-35 giorni. Vi è quindi pienacoscienza, nel sapere medico, dell' inuti-lità di ogni terapia.Non c'è spazio per leopinioni, non si sta discutendo sul migliorrisultato terapeutico che si può ottenereusando un farmaco o un altro. Che ancoraoggi della sindrome di Potter si muoia èuna consolidata evidenza. Dunque, se nonsi può discutere sulla qualità dellaprognosi, soltanto un medico fariseo o unosciacallo possono indurre un profano acredere nel contrario.Questo, in estrema sintesi, sul piano scien-tifico.Sul piano umano la nascita di un figlio èper lo più una gioia, e deve essere dav-vero terribile l' esperienza di chi è co-stretto a spegnerla subito, la gioia, per farspazio al dolore e alla preparazione intutta fretta di un lutto fino a quel momentoimpensato. Non credo vi possa essere suf-ficiente lucidità per affrontare questa si-tuazione. Non tutto può essere chiaro, nontutto può risultare comprensibile e, forse,vi è una resistenza a comprendere, tantopiù forte quanto più è insopportabile sen-tirsi dire che non c'è scampo. Nessunoaccetta l' idea della morte quando la vitaè all' inizio; apparentemente è un non-sen-so.Ai genitori di Davide non è stato dato nep-pure il tempo di comprendere; essi sono

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anno 25° febbraio 2009 n°1 19

SCIENZA COMMERCIALE

RICERCATORI OPRESTIGIATORIHanno creato un modello animale del morboCreutzfeldt-Jakob Dai topi la cura dei mali?Ennesima, inutile balla

Puntuale come un orologio svizzero,è passata sui mass media la notizia del-l'ennesimo animale manipolatogeneticamente che sarà in grado, secon-do alcuni ricercatori, di fornire rispostea quesiti scientifici fino ad ora irrisolti.Il 26 novembre scorso l' Ansa annuncia-va che alcuni ricercatori italiani avevano«creato il primo modello animale di unaforma ereditaria del morbo diCreutzfeldt-Jakob che rispecchia fedelmente tutti i sintomi della ma-lattia umana e permetterà di compiere ricerche e testare farmaci emetodi diagnostici contro questo male per cui ancora non si cono-sce cura».Sempre l' Ansa ci faceva sapere che si tratterebbe di un "topolino",come spesso accade è stato utilizzato proprio questo diminutivoche induce tanta tenerezza nelle persone e stimola l'idea di qualcosadi allegro e leggero. Nella realtà questi topi andranno incontro aduna fine terribile, se è vero che presentano tutti i sintomi del morbodi Creutzfeldt-Jakob. Tuttavia si può immaginare che i ricercatori,come sempre accade, si affretteranno ad affermare che gli animalisaranno trattati benissimo e non soffriranno, anche se non si è maivisto un nostro simile nelle corsie d'ospedale non soffrire se è am-malato gravemente. Sembra però che questa condizione miracolosadi malattia senza sofferenza sia una prerogativa proprio dei tantofortunati animali da laboratorio.Da sottolineare anche un aspetto curioso che possiamo trovare nelcomunicato citato. Dopo avere affermato che questo topo transgenicoè il primo modello animale del morbo di Creutzfeldt-Jakob, pocherighe dopo si affermava che "esistono solamente due modelli ani-mali della versione ereditaria del morbo di Creutzfeldt-Jakob, maquesti non sono ottimali perché presentano solo alcune delle carat-teristiche della malattia". Ma allora è il primo modello animale o ilterzo? E se gli altri sono così imperfetti, perché fino ad ora sonostati utilizzati e, verosimilmente, decantati come il nostro nuovo"topolino"?Una riflessione deve inoltre essere fatta sulla solita illusione legataalla sperimentazione sugli animali. In questo caso si lascia intendereche avendo manipolato geneticamente questi topi, ossia avendoliresi più simili a noi, abbiamo creato un modello sperimentale perfet-to per questa malattia. Come sempre, però, abbiamo creato solo unmodello che mima alcuni sintomi, o forse anche tutti i sintomi dellamalattia umana, ma il topo continuerà ad essere un topo e ad avereun assetto genetico differente dal nostro. Continuerà, ad esempio, ametabolizzare i farmaci che studiamo in base alle sue caratteristichedi specie e agli enzimi che possiede. Inoltre manipolare geneticamenteun animale significa "umanizzarlo", ossia aggiungere geni umani chenon possiede o togliergli geni che invece noi non possediamo.E allora proprio in questo tipo di ricerche c'è la migliore dimostra-zione che l'antivivisezionismo ha ragione: se dobbiamo "umanizzare"gli animali significa che, ci piaccia o meno, le scoperte scientifichesi possono raggiungere solo studiando la nostra specie, purché glistudi siano condotti in maniera etica.Sinceramente questa notizia del topo transgenico che si ammala delmorbo di Creutzfeldt-Jakob non mi rallegra né come essere umano,né tanto meno come medico. Meglio sarebbe interrogarsi sulle col-pe che abbiamo per quanto riguarda la diffusione di questa malattiae puntare sulla prevenzione, anziché affidarsi alle illusioni da presti-giatore di quanti ci considerano tanto simili ai topi da studiarli percapire le nostre malattie e tanto dissimili dai topi da mandarlivolutamente incontro ad atroci sofferenze.

Dr. Stefano Cagno

lettera appello dal venetoPER IL DIRITTOALL'ANALGESIA EPIDURALEGRATUITA E GARANTITAHo dato alla luce il mio bellissimo bambino a settembredi quest’anno all’ospedale Civile di Venezia. Avevo fattotutti gli esami per l’epidurale e appena entrata in ospedaleavevo comunicato questa mia scelta al medico di guardia.Ma l’analgesia (...)Trattamento che al momento della somministrazione mi èstato presentato come "qualcosa che mi aiutava aspingere".La rabbia e l’indignazione che sto provando orache la sbornia da felicità per il mio cucciolo è passata, mista dando la forza e il coraggio per combattere. Per direbasta a questo trattamento indegno che le partorienti italia-ne subiscono nei pubblici ospedali.Il primario di anestesia e rianimazione del Civile di Vene-zia, dal 2002 si batte per il diritto delle donne che lo chie-dono ad avere assicurato un parto in analgesia. Dal 2002 ildottor Maurizio Morgantin è solo in questa battaglia diciviltà, boicottato dai colleghi e ignorato dalla regioneVeneto che a Venezia non stanzia un euro per l’analgesiaepidurale.I pochi fondi che ci sono provengono dal Casinò di Veneziae sono stanziati grazie alla cocciutaggine del dottorMorgantin.Io e una mia amica, Leonilde Scarciafratte, stiamo tentandodi diffondere questa petizione: www.firmiamo.it/analgesiaepiduralegratuitaegarantitaDi dar voce alle donne in questo bloghttp://epidurale.blogspot.com

E di organizzarci in ungruppo "epiduralegarantita e gratuita"per ora attivo solo sufacebook.PSIl trattamento che ledonne venete subisco-no è indegno e fuoridalla legge, visto chel’articolo 1 della leg-ge regionale n25/2007recita:1. Nel rispetto deldiritto di libera sceltadella donna sulle mo-dalità e sullo svolgi-mento del parto, laRegione del Venetocon la presente leggefavorisce il parto fi-

siologico, promuove l’appropriatezza degli interventi, ancheal fine di ridurre in modo consistente il ricorso al tagliocesareo, e riconosce ad ogni donna in stato di gravidanza ildiritto ad un parto fisiologico che le eviti o le riduca lasofferenza usufruendo gratuitamente di tecniche antalgicheefficaci e sicure ed in particolare della partoanalgesiaepidurale.

Paola Banovaz

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L’associazione “Obiettiamo gli obiettori”su Lavoro e Salute

Breve storia della RU486Per scelta non abbiamo riportato qui l'ammorbante dibattito del-le ultime settimane sull'introduzione della RU486 in Italia; prefe-riamo proporre la lettura di questa intervista al suo 'inventore'che ripercorre vent'anni di fatti e misfatti.La nostra posizione rimane, per altro, quella di ribadire l'impor-tanza della sessualità consapevole come miglior mezzo per pre-venire gravidanze indesiderate e, di conseguenza, l'aborto.

http://ogo.noblogs.org/

Il “Dottor Pillola”"La mia Ru486 vi spiegoperché va difesa"Parla Emile-Etienne Baulieu, il padre della pillolaabortiva che dall'anno prossimo arriverà, tra le po-lemiche, anche in Italia

PARIGI - Nel caos organizzato del suo ufficio, l'opera completa diPasteur e le ultime riviste scientifiche si mischiano ai frivoli schizzidella pittrice Niki de Saint Phalle. Per entrare bisogna superare piledi libri a terra. Sulla scrivania, accanto ai figli e ai nipoti, c'è la foto-grafia di Gregory Pincus, padre della pillola contraccettiva. All'etàdi ottantadue anni appena compiuti, Emile-Etienne Baulieu dovreb-be già essere in pensione. Ma continua ad occupare attivamenteuna stanza all'Inserm di Parigi,l'istituto nazionale per la ricerca, dovedirige e smista consulenze, ricerche,conferenze. E' l'inventore dellapillola abortiva. Mister Ru486. Ovvero l'acronimo tra la casa far-maceutica (Roussel-Uclaf) e il numero della molecola dimifepristone. La pillola della discordia, "kill pill" per i nemici,che inItalia non è mai stata approvata. "Non mi faccia polemizzare" pre-mette subito lui, dopo essersi inchinato per un desueto baciamano.In realtà, Baulieu è abituato a fare l'avvocato di se stesso."La Ru486 è un simbolo che il Vaticano non ama perché - sostiene- la scienza si è alleata con il femminismo". Completo scuro, po-chissimi capelli bianchi, sguardo diretto e un sorrisoammiccante,quest'uomo sembra non voler invecchiare. Ha presie-duto l'Accademia delle Scienze fino al 2004, ed è ancora una cen-trale di potere e affari del mondo medico francese. In questi giornichiede spesso alla segretaria una rassegna stampa dal nostro paese."I problemi di coscienza sull'aborto - commenta - sono vecchiquanto l'umanità. Non sarò certo io a poterli risolveredefinitivamente".Baulieu fa spallucce. "Nella mia vita ho subìto anatemi, minacce,assalti.Per parlare al College de France, vent'anni fa, dovettero darmi lascorta. Quando arrivai a Washington, negli anni Novanta, trovaicartelli che mi paragonavano a Mengele. Ma è acqua passata, ormai.L'Italia mi sembra incredibilmente in ritardo: vuole riaprire un dibat-tito che altrove non esiste più da decenni". Prende da un cassettouna cartella di fogli."Quando viaggio per conferenze cito spessoquesta frase: "In fondo nessuno può essere sicuro di quando co-mincia la vita umana". E' di Joseph Ratzinger, quando era a capodella Congregazione per la Dottrina e la Fede. Come intellettuale lorispetto molto, ma è ovvio che adesso siamo su fronti opposti".

La scoperta della pillola avvenne quasi per caso nel 1982. "Cerca-vamo un sistema per inibire i ricettori del progesterone,l'ormonedella gravidanza - racconta Baulieu - Assunto entro le prime settima-ne dal concepimento, il mifepristone impedisce all'ovulo fecondatodi impiantarsi nell'utero, provocando un aborto spontaneo. Alcunedelle pazienti sulle quali l'abbiamo sperimentata in Svizzera - ricor-da - già dopo qualche giorno andavano a sciare senza problemi".L'aborto chimico è comunque doloroso. Due giorni dopo aver

preso la pillola va assunta un'altra sostanza (la prostaglandina) cheprovoca le contrazioni per l'espulsione dell'embrione."Non dico certo che sia piacevole, né facile: nessuna pillola e nes-sun medico potranno alleviare il dramma di un aborto. Io - continuaBaulieu - ho voluto soltanto offrire la possibilità di scegliere. LaRu486 permette di vivere questo brutto momento a casa propria,nell'intimità,aiutate da famigliari e amici. Ma conosco molte donneche mi hanno confessato di non voler pensare a niente e lasciaretutto al lavoro dei medici: in questo caso anche io consiglio l'ane-stesia e l'operazione".

La Ru486 è autorizzata in quasi tutto il mondo. Viene usata ognianno da tre milioni di donne, secondo alcune stime. E' un farmacoapprovato dall'Unione europea, vietato soltanto in Irlanda, Porto-gallo e Italia. L'ultimo rinvio della nostra Agenzia per il Farmaconon coglie di sorpresa Baulieu. "In fatto di retorica voi italiani sietemolto forti.Posso solo replicare con i fatti" commenta con una smor-fia ironica. In Francia, dove la Ru486 è commercializzata dal 1989,metà delle donne (il 46%) sceglie l'aborto chimico. Nel settore pub-blico la percentuale è leggermente più alta (49%) ed è in continuoaumento. La pillola "anticongestionale",come la chiama Baulieu, nonha spostato le statistiche dell'aborto che, negli ultimi trent'anni, ri-mangono stabili. E' venduta in India e in Cina come farmaco gene-rico.

Dall'anno scorso, il ministro della Salute francese ha deciso chepuò essere prescritta anche fuori dalle strutture ospedaliere, damedici autorizzati o presso consultori famigliari. La Ru486 è per-messa fino al quarantanovesimo giorno dal ciclo mestruale: dopo èpossibile unicamente l'aborto chirurgico. Il protocollo, i dati. Baulieuha un atteggiamento impassibile. Si scalda soltanto quando, con unmoto d'orgoglio, rivendica i risultati della sua invenzione. "Il suc-cesso clinico è del 95% - spiega - e i rischi di complicazioni vengo-no considerati minimi, comunque non superioria quelli che compor-ta l'asportazione chirurgica dell'embrione".

La storia della Ru486 non assomiglia a quella di nessun altro farma-co. Baulieu conserva ritagli di giornali, spezzoni di trasmissioni."E'stato così fin dall'inizio. Il vecchio cardinal Lustiger disse che sitrattavadi "un'arma chimica contro il feto". E la campagna di demonizzazioneha quasi funzionato. Nel 1988 stavo parlando a un convegno inBrasile quando salirono sul palco per avvertirmi che lacommercializzazionedella pillola era stata bloccata in Francia.

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20 anno 25° febbraio 2009 n°1

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Il gruppo farmaceutico aveva deciso di rinunciare al nuovo prodot-to per paura dei boicottaggi: una cosa incredibile, no? Il proprieta-rio del brevetto, Wolfgang Hilger, era un fervente cattolico. Ma ilgoverno socialista - continua Baulieu - costrinse la multinazionaletedesca a fare retromarcia: la pillola abortiva tornò dopo pochi giornisul mercato. "Quella medicina è proprietà morale delle donne" dis-se il ministro Claude Evin. Ecco, mi piace pensare che la Ru486 èdelle donne, sono loro a dover decidere. Io d'altra parte non ho piùnessuna partecipazione economica con la società produttrice".La battaglia industriale si ripeté anche negli Stati Uniti, con lo stessocopione. Alla fine, Clinton decise di far registrare il brevetto a unaOng, il Population Council. "Il ritardo dell'Italia mi addolora - com-menta lo scienziato - Il mifepristone è una sostanza che potrebbeanche avere altre indicazioni, come la cura di alcuni tumori, ma que-sto non viene mai ricordato". Baulieu è nato Emile Blum da unafamiglia ebrea dell'Alsazia. Durante l'occupazione nazista cambiònome e divenne partigiano."Sono stato iscritto a lungo al Partitocomunista, poi ho capito che potevo essere utile in altro modo".Negli anni Sessanta ha vissuto in America, lavorando con Pincus.L'altra sua scoperta, l'ormone Dhea che dovrebbe rallentare l'invec-chiamento, ha acceso speranze ma con risultati deludenti."Monsieurlongue vie" ha scritto Le Monde nel ricordare la sua "vita vissuta"tra belle donne, artisti e mondanità. "Ho capito che quello cheveramente mi rimproverano - aggiunge - è di aver privato i medicidel loro potere di condizionamento sull'universo femminile". E' latesi di un vecchio pamphlet americano, La pillola che può fermare leguerre sull'aborto e perché le americane non ce l'hanno di LawrenceLader, scritto nelpieno del dibattito sulla registrazione della pillolanegli Stati Uniti, già quindici anni fa.

Monsieur Ru486 non porta sulla coscienza il peso di milioni di"bambini mai nati". "Anche gli spermatozoi sono vivi eppure nevanno persi milioni senza nessun problema etico". Quando un ovu-lo fecondato diventa un bambino? L'anziano medico risponde sen-za esitazioni. In automatico. "Ho due risposte. La prima è a partiredal momento in cui gli altri cominciano a riconoscerlo come tale.Nel caso della società a partire dalla sua nascita. Tuttavia, la secon-da risposta mi sembra più precisa: tutto dipende dalla donna, dalmomento in cui la donna comincia a sentire questo embrione comeun nuovo essere. Quando una donna ha un ritardo, lo esprime giu-stamente così: "Ho un ritardo". Alcune settimane dopo, comincia adire: "Sono incinta". Però ha bisogno di un tempo considerevoleper dire: "Aspetto un bambino". E' soggettivo. E' tutta una questio-ne psicologica".

intervista di ANAIS GINORI (23 dicembre 2008)

"La mia Ru486 vi spiegoperché va difesa" come risparmiare

sui preservativiconsiglio daalle nostre amiche dell’associazio-ne “sos famiglie numerose”

Fare l'amore non ha prezzo... ma i preservativi si!!Certo, quando si parla di sesso l'ultima cosa a cui vieneda pensare è il risparmio.Se però il preservativo è il vostro unico metodocontraccetivo ed avete dei ritmi "sostenuti", ecco cheanche questo piacere può essere una fonte di spesa nonindifferente.Scendiamo nel dettaglio:- 3 rapporti settimanali ( che non è certo una media esa-gerata)- costo di una scatola da 6 pezzi= 9• ( prezzo medio infarmacia per preservativi di marca)Costo totale in un anno = 234•Sono sicuramente i soldi meglio spesi del vostro budget,quindi lungi da me consigliarvi di non fare l'amore perrisparmiare.In rete ho però scoperto che in Inghilterra, noto paesedella comunità europea (quindi non in Cina), vendono i"condoms" a un quarto del prezzo italiano.Un esempio? 36 Durex "PleasureMax" potete acqui-starli a 8,70£ che sono circa 12•. In Italia costerebbero54•.Potete trovarli su:http://www.johnnysinajif fy.comhttp://stor es.ebay.it/thejohnnyshophttp://stores.ebay.it/Condom-Queens-Cheap-and-Fastoppure su Ebay digitando "condoms" o la vostra marcadi preservativi preferita.

Importante!!Accertatevi che la confezione esponga il marchio CE,l'unico che vi garantisce il rispetto degli standard pro-duttivi europei.

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DI LAVOROSI MUORE ANCHESENZA INFORTUNITRAUMA TICI"Ogni 10 tumorida lavoro solo 1e' riconosciuto"Se n'e' parlato al convegno nazionale''Cancerogenesi professionale'' organizzatodal Dipartimento di medicina del lavoro diTorino con l'ospedale Cto - Maria Adelaide e

l'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurez-za sul lavoro (Ispels).

L'Inail riconosce mille casi l'anno di tumori sviluppati du-rante il lavoro, ma - secondo le stime epidemiologiche - icasi sono almeno 10 volte in piu'. I tumori causati da so-stanze cancerogene o mutagene sarebbero il 2-4% deltotale dei tumori, cioe' fra 10mila e 20mila l'anno solo inItalia.''I tumori professionali insorgono dopo anni, quando magarisi e' in pensione, percio' sono di rado riconosciuti cometali'', spiega Enrico Pira, direttore del Dipartimento dimedicina del lavoro di Torino.Tra i materiali piu' pericolosi, oltr e l'amianto, ci sono lepolveri di legno e cuoio, gli idrocarburi dalla combustionedel petrolio, cromo, nichel.

Che si potesse essere dro-gati di lavoro - workoholic di-cono gli esperti - era cosa piùo meno risaputa. Ma che ci fos-sero anche drogati per il lavo-ro, e che il loro numerofosse così alto, in Ger-mania erano in pochi aimmaginarlo.Cresce a ritmo sostenutotra i lavoratori l'uso dipsicofarmaci, divenutil'argine che molti tenta-no di alzare contro i di-sturbi legati alla vita pro-fessionale. Due milionidi lavoratori almeno unavolta, ottocentomila piùregolarmente, hanno abu-sato di psicofarmaci persostenere i ritmi semprepiù incalzanti del loro la-voro.Lo rivela uno studio con-dotto su un campione di3mila assicurati tra i 20e i 50 anni della Dak, unadelle più importanticompagnie tedesche.Qual è la ragione per"doparsi" sulla scrivaniadell'ufficio? In particola-re in tempi di crisi, spie-ga il direttore della Dak Herbert Rebscher, da una parte aumen-tano le insicurezze e la paura di perdere il posto di lavoro,dall'altra l'accresciuta concorrenza porta a ritmi sempre più in-tensi. La maggior parte di quei due milioni di persone non avreb-bero bisogno, dal punto di vista clinico, di psicofarmaci. Ma liprendono ugualmente per sostenere lo stress. E il 20% non citrova niente di male.Le vittime più frequenti dell'abuso di psicofarmaci sono tra co-loro che devono sopportare grandi carichi di lavoro, tra i pre-cari, o tra quelli sottoposti a una forte concorrenza. Gli psico-farmaci sono particolarmente popolari anche tra gli accademi-ci, che in genere cominciano a farne uso sin da studenti.

Lavoratori ePsicofarmaciin altri paesi studianoi disagi del mondo dellavoro ma in italia conil r ecord europeo diprecarietà, insicurezzasul lavoro, attacco aidiritti dei lavoratoric’è un silenziomortale

In Germania, in 2 milioni abusa-no di medicine per sostenere rit-mi di lavoro e insicurezza. Da noinon ci sono ancora studi in meri-to ma seguendo tante storie didisagio la realtà è ben peggiore

Più diffusi tra gli uomini gli stimolanti e i prepa-rati per la memoria, mentre le donne assumonopiù tranquillanti o antidepressivi.Ma sono anche comuni i farmaci contro la de-menza e i disturbi di concentrazione. Per entrarein possesso dei medicinali, la maggior parte de-gli intervistati ha ammesso di non passare attra-verso i canali classici - prescrizione del medicoe farmacia - ma di procurarseli illegalmente, at-traverso parenti, amici, colleghi o internet. Uninutile rischio per la salute, considerato che l'as-sunzione di farmaci inappropriati aumenta il ri-schio di effetti collaterali. Senza considerare che"chi ingoia una pillola per ogni situazione, di-mentica come risolvere da solo i propri proble-mi", ha ricordato Rebscher.Il doping può magari "funzionare" per un periodolimitato di tempo. Ma lo "psicofarmaco fai da te"alla fine non ce la fa a sostenere lo stress: negliultimi dieci anni la percentuale dei lavoratori fi-niti in malattia per disturbi legati alla psiche ècresciuta dal 6,6% al 10,6% del monte totale. Leassenze per problemi psichici, nel 2008, sono au-mentate del 7,9% rispetto all'anno precedente,piazzandosi al quarto posto nella tabella per as-senze da malattia.I dati sono ancora più significativi se si conside-ra che rispetto al 2007 il monte dei giorni di ma-lattia è cresciuto complessivamente solo dello0,1%. Cioè dentro un quadro che rimane com-plessivamente stabile i problemi psichici diven-tano una causa di disagio sempre più frequente.E il prossimo futuro non lascia ben sperare.Rebscher prevede - non è difficile credergli - unulteriore aumento del fenomeno.

Matteo Alviti*

E-MAIL ALAVORO E SALUTEGentile redazione,Vorrei portare l'at-tenzione sulle pato-logie e sulle situazio-ni di malessere checolpiscono coloroche lavorano negliuffici. In questi ulti-mi anni nell'attivitàdi ufficio si sonoriconosciuti, in mag-giore o minore con-centrazione, fattoridi nocività diversidotati di potenzialitàlesiva sull'organi-smo umano.

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LETTERA DI UNRAPPRESENTANTEDEI LA VORATORI ALMINISTRO SACCONISicurezza sul lavoro:proroghe del governo,morti sul lavoroCome c'era da aspettarsi, questo Go-verno, sta continuando nella sua opera didistruzione (è una parola forte, ma pur-troppo è così) del Dlgs 81 del 9 Aprile2008 (T.U. sicurezza sul lavoro).A Gennaio 2009, dovevano entrare invigore una parte delle misure varate dalprecedente Governo Prodi nel TU, mal'attuale Governo Berlusconi ha pensatobene di prorogarle.Con il Decreto Legge Milleproroghe,approvato il 18 dicembre 2008, ha rinvia-to di altri sei mesi, alcune misure del TU,cioè, la valutazione dello stress lavoro-correlato e l'obbligo di assicurare datacerta al documento sulla valutazione deirischi (con relative sanzioni).Ma non finisce qui, è stata rinviata al 16maggio 2009 anche l’entrata in vigoredel divieto di visite preassuntive da partedel medico competente, ossia di effettuarevisite mediche preventive, prima ancora diassumere un lavoratore.Un punto particolarmente delicato, que-st’ultimo, perché - secondo i sindacati - lapratica delle visite preassuntive viola loStatuto dei lavoratori (Legge 300 del1970). Infine, slitta anche l’obbligo dicomunicazione allÂ’Inail degli infortunidi durata superiore a 1 giorno.Sarebbe questo il "piano straordinario perla sicurezza sul lavoro", di cui parlava ilMinistro del Lavoro Maurizio Sacconi,dopo la strage sul lavoro al depuratore diMineo in Sicilia, dove persero la vita seioperai? Mi dispiace Ministro Sacconi, manon ci siamo assolutamente, perchè io alleparole dò un peso e una misura, e quiinvece di aumentare la sicurezza nei luo-ghi di lavoro, si sta andando nella dire-zione opposta.E' vero, il TU non basta per ridurredrasticamente gli infortuni e le morti sullavoro, ma smontarlo pezzo per pezzo, inmodo da distruggere anche quel poco dibuono che era stato fatto dal GovernoProdi per la sicurezza sul lavoro, non èuna bella cosa.Lo capisce questo, oppure no?E' vero, i dati "definitivi" Inail, ci diconoche gli infortuni mortali sul lavoro sono incalo: 1207 morti, rispetto ai 1341 del2006, cioè un 10% meno.Io prendo sempre con le "molle" questidati, cmq sia, 1207 ammazzati sul lavoro,le sembrano pochi? A me no!!!Io vorrei, inoltre, che ci fosse più rispettoper i morti sul lavoro, anche da parte del

suo governo e del resto del mondo politi-co, smettendola di chiamarle "morti bian-che", perchè come ho detto più volte, chia-marle così, è un insulto alle vittime dellavoro e ai loro familiari.Chiamatele come si deve: omicidi sullavoro. Inoltre, ho letto una cosa che mifatto rabbrividire: "Sacconi, tanti infortu-ni provocati dal comportamento deglioperai. Bisogna investire sulle competen-ze".Questa sua affermazione mi indigna, èchiaro che una parte della colpa degliinfortuni sia anche dei lavoratori, ma direche molti infortuni dipendono dal com-portamento degli operai mi sembra, since-ramente eccessivo.E' più probabileinvece, che dipendada come è organiz-zata l'azienda, se lemacchine sono anorma, se ai lavora-tori sono stati conse-gnati i DPI, se icarrelli elevatorisono a norma, ecc.Non si può dare lamaggior parte dellecolpe agli operaicome fa lei. Sembraquasi che le impresenon abbiano maicolpa, ma non stacosì ministroSacconi, molte dellecolpe sono degliimprenditori che sene fregano dellasicurezza sul lavoro:troppo costosa per le loro tasche!!!E quando vengono dichiarati colpevoliper la morte di un lavoratore, non ci fini-scono minimamente in galera (trannerarissimi casi), anzi la vedono con il bino-colo!!! Si è mai messo nei panni di unamadre, di un padre, che hanno perso unfiglio sul lavoro?Sa cosa significa, perdere un figlio, comeè successo alla sig.ra Graziella Marota: ilsuo Andrea, di soli 23 anni, è morto il 20giugno del 2006, con la testa schiacciatain una pressa tampografica. Sa cosasignifica per Graziella, sapere, che per lamorti di suo figlio, gli imputati responsa-bili (amministratore delegato Asoplast eamministratore delegato ditta costruttricedella pressa), hanno avuto una condannaa soli 8 mesi di condizionale, con sospen-sione della pena?E' come se suo figliofosse stato ucciso una seconda volta.Inoltre, adesso dovremo pagare anche103,30 euro per aprire una causa dilavoro: prima erano gratuite.Tutto questo, grazie ad un emendamentonell'articolo 26 del disegno di legge inmateria di lavori usuranti collegato allaFinanziariaIl Governo Berlusconi si devevergognare!!!

Marco Bazzoni - Rappresentante deilavoratori per la Sicurezza

Da "Epicentro”Centro Nazionaledi Epidemiologia,Sorveglianza ePromozione dellaSalute"Epicentro è uno strumento di lavoro pergli operatori di sanità pubblica, messo apunto dal Centro nazionale diepidemiologia, sorveglianza e promozio-ne della salute (Cnesps) dell'Istituto supe-riore di sanità, nell'ambito del progetto per

un osservatorioepidemiologico naziona-le. È un portale diepidemiologia che offreaggiornamenti rapidi sudifferenti argomenti di sa-lute e di strumenti, peresempio progetti chehanno funzionato in altricontesti, questionari, im-magini, depliant.Sul numero 276 diEpiCentro. Il futuro delprogetto Simi. Dal 1°gennaio 2009 le attivitàdel Simi si fondono conquelle di altri progetti: idettagli sul nuovo gran-de tema malattie infettiveOn line anche l'argomen-to di salute dedicato allagonorrea. Sistema disorveglianza Passi. Oltre

alla sintesi del rapporto nazionale, sul sitodel sistema di sorveglianza Passi è possi-bile consultare i risultati delle Regioni: sca-rica report e slide dell'Emilia Romagna e irapporti di Piemonte e Sicilia. L'andamentodell'influenza. Per seguire l'andamento del-l'epidemia di influenza, leggi il bollettinodello European Influenza SurveillanceScheme e dell'Ecdc. Per l'Italia c'è l'ag-giornamento settimanale di Influnet. Okkioalla salute. Sul sito del progetto OKkio allaSalute, è possibile guardare le diapositivedel convegno nazionale di presentazionedel primo anno di indagini e i rapporti sinqui pubblicati dalle Regioni. Ondate difreddo. D'inverno malattie croniche, affe-zioni dell'apparato respiratorio, sindromiinfluenzali e problemi cardiovascolari pos-sono essere acuiti da situazioni meteo dif-ficili: per saperne di più, leggi il focus fred-do. Salute nei luoghi di lavoro. Efficaciadegli interventi di promozione della salutenei luoghi di lavoro relativi a fumo di siga-retta, alimentazione scorretta, scarsa atti-vità fisica e abuso di alcol: i risultati diuno studio. Salute degli stranieri immigra-ti. Solo la metà delle donne immigrate ef-fettua gli screening oncologici. Secondol'indagine Istat 2005 sulla salute della po-polazione immigrata residente, gli stranierifanno poca prevenzione.

http://www.epicentro.iss.it/default.asp

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to rendimento, è chiaro che l'intensità del la-voro tende ad aumentare. Ma l'aumento del-l'intensità del lavoro - nelle condizioni date -può significare, e - come si è visto - signifi-ca, ulteriore aumento della probabilità di in-cidenti.

Occorre poi prendere atto che la sequenzadi effetti che porta agli infortuni non partedalle politiche aziendali di compressione deicosti. Queste ultime, a loro volta, sono stateaccentuate - negli ultimi anni - dagli indirizzirestrittivi delle politiche fiscali e monetarie,in ambito nazionale ed europeo.In primo luogo, gli elevati tassi di interesse -per effetto delle scelte 'conservatrici' dellaBCE - e il razionamento del credito, soprat-tutto nel Mezzogiorno, accrescendo le pas-sività finanziarie delle imprese e/o riducendola possibilità di espandersi, incentivano, difatto, il ricorso alla precarizzazione, al lavo-ro irregolare e all'aumento dell'intensità dellavoro, in una condizione nella quale - è ne-cessario ribadirlo - la propensione a innova-re è sostanzialmente nulla. In secondo luo-go, le politiche fiscali restrittive, riducendola domanda interna, costringono ulteriormente

le imprese a ricorrere a strate-gie di compressione dei costiper mantenere almeno inalte-rati i propri margini di profit-to.

Se il neoliberismo - pur rivi-sto e corretto alla luce dellacrisi in atto - riconosce la ne-cessità di una maggioreregolamentazione dei merca-ti, non può ancora rimuovereil tabu delle politiche fiscaliespansive: così come non puòrimuovere i tabu dellaregolamentazione del merca-to del lavoro, della lotta alsommerso, delle azioni dicontrasto alle morti bianche.In questo contesto, non ap-pare singolare la proposta delMinistro Castelli di escluderedal computo delle 'morti bian-che' quelle che non si verifi-cano direttamente in azienda,ma che, per esempio, si de-terminano per spostamentidurante la giornata lavorativa.Per lui non vale l'obiezioneche si tratta comunque dierogazione di forza-lavoro: a

rigor di logica, se l'argomento di Castelli fos-se accettato, la morte di un operaio inattivoma presente sul luogo di lavoro non sarebbeun incidente sul lavoro. Per Castelli, comeper Confindustria, non sono più gli incidentisul lavoro a costituire un problema: lo è sem-mai la metodologia utilizzata per calcolarli. Ilfunereo rimpallo di cifre che ne deriva - osoltanto il semplice tacere - serve a evitare di'legare le mani' alle imprese, lasciandole cosìlibere di non investire sulla sicurezza sul la-voro, e - cosa di non poco conto - a ridurrele spese per gli indennizzi.

di Guglielmo Forges DavanzatiEconomiaePolitica.it del 09/02/2009

Governo e confindustriaritengono che gli infortuni

siano responsabilitàdei lavoratori. Scandaloso?no, è la loro malanatura!

I mortisul lavoro

non sono unproblema

perlorsignori

L' Italia è il Paese europeo nel quale simuore di più sul lavoro. L'ultimo rapportoCensis segnala che il numero di incidenti sullavoro è, nel nostro Paese, il doppio dellaFrancia e il 30% in più rispetto a Germania eSpagna. Se si escludono i cosiddetti infor-tuni "in itinere" (ad esempio quelli avvenutinel tragitto casa-luogo di lavoro), sebbenenon siano rilevati in modo omogeneo in tuttii Paesi europei, si registrano - nell'ultimo anno- 918 casi in Italia, 678 in Germania, 662 inSpagna, 593 in Francia. E si tratta di un pro-blema strutturale.Al 2004, l'Eurostat riporta che, in termini as-soluti, l'Italia fa registrare 944 vittime controle 804 della Germania; l'Italia conta un nu-mero di vittime sul lavoro in rapporto allapopolazione per centomila residenti pari 1,62contro una media UE dello 0,97; in terminidi occupati si calcola una percentuale di 4,21vittime contro il valore medio europeo del2,24 per centomila lavoratori. Recenti ricer-che condotte presso l'Università del Sannio,in particolare da Emiliano Brancaccio eDomenico Suppa, hanno messo in evidenzache le 'vittime per unità di pro-dotto' ammontano, in terminipercentuali, allo 0,68 in Italia afronte dello 0,36 in Germania.Eppure, a fronte di questa evi-denza, autorevoli esponenti diConfindustria continuano a so-stenere che la numerosità degliincidenti sarebbe in Italia circauguale a quella registrata in Ger-mania.

Alcuni esponenti del Governo,e non pochi commentatori vi-cini a Confindustria, ritengonoche gli infortuni siano respon-sabilità dei lavoratori, poco at-tenti a utilizzare le misure di si-curezza che pure le impresemettono a loro disposizione. Ele recenti campagne televisivedel Governo riflettono esatta-mente questa impostazione,rendendo esplicito che la cau-sa delle morti bianche sta nellascarsa informazione dei lavo-ratori sul funzionamento deidispositivi di sicurezza, assu-mendo che questi esistano esiano efficaci. E' una conget-tura piuttosto singolare, alme-no nel senso che attribuisce ai lavoratori un'at-titudine masochistica, o una propensione alrischio talmente alta da mettere a repentagliola propria salute per un presunto eccesso difedeltà all'azienda.

A ben vedere, e come è stato mostrato, fragli altri, da Riccardo Realfonzo sulle colon-ne del Corriere della sera, l'elevato numerodi incidenti in Italia deriva dal fatto che lastruttura produttiva delle nostre imprese è ti-picamente associata all'utilizzo di tecnologiedi retroguardia. E' ben noto che le impreseitaliane - di dimensioni medio-piccole - cer-cano di fronteggiare la concorrenza interna-zionale comprimendo i costi di produzione,a fronte del fatto che le proprie concorrenti

competono innovando. Comprimere i costisignifica ridurre i salari nella misura del pos-sibile, avvalersi di lavoro precario, ridurre lespese di formazione, ricorrere al lavoro irre-golare e, non da ultimo, accrescere l'intensi-tà del lavoro mediante l'accelerazione dei tem-pi di produzione.Ora, appare del tutto evidente che in primaistanza accelerare i tempi di produzione, contecnologie di retroguardia, non può non de-terminare un aumento della probabilità diincidenti. In più, la precarizzazione del lavo-ro, che 'disciplina' gli occupati mediante laminaccia di licenziamento, contribuisce cer-tamente ad aggravare il problema: se il rin-novo del contratto è subordinato a un eleva-

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zioni dei lavoratori danno per la risoluzionedella crisi".... come dire che la questionedell'emergenza salariale era tutta una bufala eche il problema principale è solo lavorare dipiù ed accontentarsi.

In fin dei conti non esiste alcun ragionamen-to propriamente "sindacale" che loro riesco-no ad sciorinare per giustificare la bontà el'urgenza di questo accordo. L'unica cosache spiega questa loro decisione è quantoda loro stessi dichiarato e cioè che si è final-mente liquidato il sindacato conflittuale a fa-vore di una scelta partecipativa ecollaborativa.

Una considerazione assai peregrina in realtà.Un rapporto non conflittuale ma collaborativosottintende l'esistenza di un rapportoparitetico tra le parti. Orbene l'accordo fir-mato da Cisl, Uil e Ugl ha come obiettivoprincipale il sostegno alla produttività eredditività di impresa. Il lavoro, e le sue aspet-tative normative e salariali compaiono nel-l'accordo solo come elementi subordinati al-l'impresa ed ai suoi obiettivi. Difficile quindipensare ad un rapporto collaborativo tra dueinteressi, dei quali il secondo è esplicitamen-te dichiarato subordinato al primo.

Già in partenza l'accordo sancisce, anche sulpiano concettuale, l'evidenza di uno scam-bio diseguale.

Verificata la debolezza e la non sussistenzadi ragioni "sindacali" (anche delle più mode-rate) viene fuori lampante ciò che veramenteCil, Uil e Ugl apprezzano dell'accordo e cioèil riconoscimento di ruolo che viene dato alleloro burocrazie da Governo e Confindustria.

Cisl, Uil e Ugl aderiscono (per interesse loro)ad un modello negoziale imperniato sulla pro-gressiva eutanasia del contratto nazionale,sulla riduzione programmata dei salari, su unacontrattazione integrativa limitata ad un'arearistretta di lavoratori e di lavoratrici, subor-dinata ad un aumento della fatica, delle orelavorate e legata alle performance dei bilanciaziendali e a defiscalizzazioni concesse dal-lo Stato.

Coscientemente aderiscono alla rampantederiva neocorporativa che impone anche latrasformazione dei modelli sindacali, com-promettendone l'autonomia, prefigurando unsindacato consociativo che sostituisce lacontrattazione con una rete infinita di com-missioni bilaterali che escludono la parteci-pazione diretta dei lavoratori alla discussio-ne ed alla decisione su come affrontare e ri-solvere i loro bisogni, delegando invece tut-to ad una presunta specializzazione degli ap-parati e delle burocrazie di cui i lavoratorisaranno chiamati (solo) a fidarsi.

Buon per tutti che la Cgil non ha firmato que-sto accordo e ciò lascia presumibilmenteaperta una possibilità di invertire quella rottache il patto neocorporativo tra Padroni, Cisl,Uil e Ugl vorrebbe affermare.

(...............)

Sul nuovo, stile anni 50, modello contrattuale

Berlusconi e industrialifanno il pieno e Cisl, Uilsaltano definitivamenteil fosso Non si fa gran fatica a dimostrare l'assurdità

dell'accordo separato firmato da Cisl, Uil eConfindustria.

Da oggi il riferimento non sarà più l'infla-zione programmata (che già faceva acqua datutti i buchi) ma un'altra cosa che però anco-ra non si capisce bene cosa sia ... infatti l'ac-cordo dice:

"per la dinamica degli effetti economici siindividuerà un indicatore della crescita deiprezzi al consumo assumendo per il triennio- in sostituzione del tasso di inflazione pro-grammata - un nuovo indice previsionalecostruito sulla base dell’IPCA (l’indice deiprezzi al consumo armonizzato in ambitoeuropeo per l’Italia), depurato dalla dinami-ca dei prezzi dei beni energetici importati.L’elaborazione della previsione sarà affidataad un soggetto terzo"

Ciò che appare comunque evidente è che ilriferimento all'inflazione reale (già ridotta arichiamo solo nominale da quando è stataabolita la scala mobile) è andatadefinitivamente a farsi benedire ... scompar-sa anche dal lessico sindacalese.

I nostri salari potranno forse recuperare qual-cosa dell'aumento del costo della vita, manon tutto in quanto depurato dagli effetti deiprezzi dei beni energetici importanti (elettri-cità e petrolio si presume) sull'inflazione ...ossia da quanto incide per almeno la metàsui processi inflazionistici.

L'accordo ci dice inoltre che a decidere diquanto dovranno aumentare i nostri salari saràd'ora in poi un "soggetto terzo" che, daquanto si capisce, non sarà più il Governotramite le leggi finanziarie (e già così la pren-devamo in quel posto) ma probabilmente unsoggetto di ricerche economiche, magari (si-curamente) un ufficio studi che sicuramentegià lavora per banche e per diversi degli im-prenditori iscritti a Confindustria.

L'altra perla dell'accordo è che il salario va-riabile legato alla contrattazione decentratasarà ancor più di prima (dell'accordo del 23luglio) subordinato ai risultati di produttivi-tà, redditività, recupero efficienza delle im-prese e con l'aggiunta che la sua erogazioneviene ora esplicitamente subordinata adun'azione del Governo che garantisca perogni lira di salario variabile erogato corrispon-denti sgravi fiscali e risparmi contributivi afavore delle imprese (e quindi .. a carico del-

COORDINAMENTO NAZIONALERSU

la collettività).

Cisl, Uil e Ugl cantano vittoria ma non sicapisce su cosa, e sarà difficile che venganoa spiegarcelo nei luoghi di lavoro. Se pen-siamo alle urla di dolore di Bonanni di solopochi mesi fa riguardo all'insorgere di una"emergenza salariale" ci rimane difficile pen-sare con quali argomentazioni il segretariodella Cisl potrebbe venire a convincerci inassemblea.

Non certo con il suo famoso e recente "Ba-sta col salario a prescindere"

Certo non con gli argomenti di Angeletti che,in piena overdose di entusiasmo ha decla-mato ..."per la prima volta si considera il sa-lario non come la derivata di rapporti politicitra sindacati, imprese e governo, ma comela derivata del lavoro" ... che è come direche il salario non deve corrispondere ai bi-sogni che il lavoratore deve soddisfare ma aquanto lavoro è disponibile a fare in più .

Neppure con gli argomenti della Polverini(UGL) che dichiara come ... "L'accordo rag-giunto sulla riforma del modello contrattualerappresenta un contrbuito che le organizza

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Quella che si respira a Torino è una strana aria politica,sembra meno pesante di quella del contesto nazionale ma inrealtà ha un suo peso specifico e mortifero per la trasparen-za, e per la salute se parliamo della prevista costruzionedegli inceneritori.E’ di questi giorni la notizia che l’imprenditore Enzo Papi,per la cronaca già investito nella storica tangentopoli daotto condanne tutte patteggiate dietro collaborazione con imagistrati di Mani Pulite, a capo di Termomeccanica Ecolo-gia Spa, società consociata ha vinto la gara che gestirà lacostruzione del termovalorizzatore torinese. E da subito hapromesso di portare la filosofia “del fare” che “non rompacon le esperienze passate”. Inquietante!Un'altra notizia aveva già portato scompiglio nella politicatorinese e piu’ precisamente nel PD, il partito al governo diRegione, Provincia e Comune di Torino. Un parlamentare delPd torinese, Stefano Esposito, ai primi di dicembre assiemead altri colleghi di partito (tra i quali Antonio Boccuzzi so-pravvissuto alla strage ThyssenKrupp) e di An e della Legaha avuto la promessa dal Governo di portare a Torino unaventina di milioni di euro all’anno per quindici anni in for-ma di ex-CIP6 (ora Certificati Verdi, a detta di molti unavera truffa ai danni dei cittadini) per la costruzione dell’in-ceneritore Gerbido di Torino.Dalle cronache di queste settimane in Italia leggiamo attiche segnalano che il gioco bipartisan sulle politiche ambien-tali delle amministrazioni locali è sotto tiro della magistra-tura ma questo stato di cose presenti pare non preoccupi ipromotori inceneritoristi piemontesi che anzi rivendicanoorgogliosamente la “buona politica bipartisan”.A sostegno delle forti perplessità sulla costruzione di ince-neritori è utile ricordare che l'Italia è sotto infrazione dal-l'Unione Europea proprio per i Certificati Verdi, unico paeseche incentiva gli inceneritori per la parte non biodegradabi-le dei rifiuti, falsando in questo modo le condizioni di con-correnza con gli altri paesi comunitari. Infatti in tutti i paesieuropei gli inceneritori non solo non sono incentivati ma gliimpianti pagano le tasse come qualsiasi altra attività im-prenditoriale.Ed è dal 1992 che l'incentivo per gli inceneritori viene sot-tratto come imposta agli italiani per "energie rinnovabili oassimilate". «Da quella data ad oggi - scrivono Legambientee ProNatura in una lettera al Presidente della ProvinciaSaitta e al Sindaco di Torino Chiamparino - si calcola checirca l’80% dei 53 miliardi di euro ricavati per incentivarele fonti energetiche rinnovabili siano finite nelle tasche deivari Moratti, Marcegaglia, Garrone ecc. insomma tutti colo-ro che smaltivano i residui delle loro attività industrialifacendo profitti a spese della collettività».Infine, è risaputo che gli inceneritori ricevono gli incentivi escaricano sulla collettività i costi delle sanzioni, oltre aicosti di salute per i cittadini e quindi una domanda vienespontanea a noi ingenui fuori dalle alchimie dei professioni-sti dell’alta politica amministrativa: chi pagherà le sanzioniche riceveremo dall’Europa per questa nuova proroga?Misteri del gioco bipartisan in politica e in economia.

franco cilenti

IL P

UN

TO Incenerimentobipartisanin Piemonte

Inceneritorie diossine

negli alimentiDa dove viene la diossina nella carne? Ci di-cono dai mangimi. E nei mangimi come ci arri-va? Solo, "accidentalmente" da olii contamina-ti? E gli animali contaminati dove vanno a fini-re? Chi ci assicura che non diventeranno nuovimangimi direttamente o ancor più con l'incene-rimento? La notizia che anche questa volta nonè stata data nella vicenda dei "maiali (e nonsolo) alla diossina" è che la diossina provieneper la maggior parte dall'incenerimento di ri-fiuti urbani, ospedalieri ed industriali.Da qui la follia di di volere costruire nuovi ince-neritori ed ampliare quelli esistenti con la ine-vitabile conseguenza di aumentare la diossinache va a finire nei nostri piatti.Medicina Democratica ribadisce la sua assolu-ta contrarietà a questi impianti nocivi, costosied assolutamente inutili.Medicina Democratica denuncia, inoltre, comepericoloso il consumo di alimenti di qualsiasitipogià contaminati essendo la diossina un con-taminante persistente che si accumula nei vi-venti.In particolare non esiste una esposizione "ac-cettabile" alle diossine o ad altri inquinanticancerogeni al di sotto della quale non vi siarischio per le persone.

Medicina Democratica

Effetti sulla salute umanaNelle popolazioni esposte alle emissioni diinquinanti provenienti da inceneritori sonostati segnalati numerosi effetti avversi sullasalute sia neoplastici che non. Fra questi ulti-mi si annoverano: incremento dei nati femmi-ne e parti gemellari, incremento di malforma-zioni congenite, ipofunzione tiroidea, diabete,ischemie, problemi comportamentali,patologie polmonari croniche aspecifiche,bronchiti, allergie, disturbi nell' infanzia.

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RICERCA DEI MEDICI DELL'ISDEAssociazione italiana medici per l'ambiente

Nell'aria 100milanuove sostanze chimiche"N egli ultimi 50 anni sono state state immesse nell'ambientecirca 100 mila nuove sostanze chimiche" che hanno avuto unforte impatto sull'ambiente e soprattutto sull'uomo, "predispo-nendo le persone a malattie e tumori". Lo denuncia l'Associa-zione italiana medici per l'ambiente (Isde - Italia) che lamenta"l'inadeguatezza del concetto di 'valore limite' per le singolesostanze inquinanti" e chiede "la tutela dell'ambiente come pri-ma responsabilità nei confronti della salute dei pazienti".L'Isde - Italia sottolinea che "negli ultimi 50 anni sono stateimmesse nell'ambiente in particolare fertilizzanti, diserbanti, pro-dotti derivanti dall'uso di combustibili fossili, dall'incenerimentodei rifiuti, dalla produzione di energia derivante dalnucleare e dal carbone". Queste sostanze, "una voltarilasciate nell'ambiente, in relazione alla loro compo-sizione, alla loro modalità di azione e alle loro di-mensioni, dell'ordine dei micron e dei nanometri, pos-sono interagire con il nostro sistema genetico edepigenetico, alterandone l'espressione e quindi predi-sponendo le persone a malattie e tumori". I primi sog-getti esposti a rischio, sottolinea l'Associazione ita-liana medici per l'ambiente (Isde -Italia), i bambini:"è stato evidenziato - afferma l'associazione - comel'esposizione in utero e nei primi anni della vita puòdeterminare i danni maggiori, infatti i bambini sonopiù suscettibili all'azione dei contaminanti tossici am-bientali per l'effetto combinato di livelli di esposizio-ne relativamente più elevati, per una minore efficien-za metabolica e una più intensa proliferazionecellulare".In particolare, "preoccupa fortemente il costante au-mento dei tumori in età pediatrica in Italia". C'è quin-di "la necessità di prendere in considerazione l'effettodi sinergia tra i vari inquinanti e l'inadeguatezza delconcetto di 'valore limite' per le singole sostanze in-quinanti". "i 'valori limite' sono sempre il frutto di un compro-messo tra necessità economiche di produrre ed impiegare deter-minate sostanze, l'incapacita' e l'eccessivo costo per rimuover-le, ma ovviamente non esistono evidenze scientifiche che so-stanze tossiche, presenti anche con valori al di sotto di quellifissati per legge, siano innocue per la salute e l'ambiente". Perl'Associazione italiana medici per l'ambiente si avverte poi un'al-tra necessità, quella "dell'applicazione di una corretta pratica dismaltimento dei rifiuti incentrato sul recupero e riciclo dei ri-fiuti, evitando le dannose pratiche dell'incenerimento e delconferimento in discarica".Due pratiche che, prosegue, "determinano inquinamento dell'ariae contaminazione dei terreni e delle falde acquifere". L'inquina-mento delle acque potabili è infatti una ulteriore fonte di preoc-cupazione: "questo problema ha ormai raggiunto dimensioni mon-diali ed è il risultato dell'estesa contaminazione ambientale, comeanche dei mancati controlli e dell'insufficiente adozione di si-stemi per l'abbattimento degli inquinanti in essa presenti". I me-dici si sono poi soffermati sulla 'questione carbone': si avranno"conseguenze sanitarie, anche in termini di costi economici, de-rivanti dalla cura e spesa farmaceutica per le persone che siammaleranno se dovesse essere attivata una centrale che bru-ciando carbone immetterà nell'atmosfera anidride carbonica,ossidi di azoto, ossidi di zolfo, polveri sottili ed ultrasottili,metalli pesanti e radionuclidi".

POLITICHE AMBIENT ALI?IN EUROPA 21MILA

DECESSI PREMATURIGLI EFFETTI DELL ’OZONO SULLA SALUTE

SECONDO UN RAPPORTODELL’ORGANIZZAZIONE

MONDIALE DELLA SANITA’ (OMS)

Si stima che circa 21 mila decessi prematuri all’anno sia-no associati a livelli di ozono che superano i 70 µg/m3 nel-l’Europa a 25 Paesi. Si stima anche che la lieve diminuzionedell’ozono, attesa a seguito della nuova legislazione e dellepolitiche sui cambiamenti climatici, ridurrà la mortalità pre-matura di solo 600 casi l’anno, tra il 2000 e il 2020.All’ozono sono associati anche i 14 mila ricoveri ospedalieriper malattie respiratorie, che si registrano ogni anno nei 25

Paesi dell’Unione euro-pea. Un problema dunqueche influisce sulla salutedi vaste popolazioni, intermini di giorni di lavoropersi e di utilizzo di far-maci per tosse e malattiedell’apparato respiratorio(specialmente per i bam-bini).Un nuovo rapporto del-l’Organizzazione Mondia-le della Sanità (Oms) Eu-ropa analizza in particola-re le conseguenze del-l’ozono sulla salute.Gli studi effettuati indica-no che i livelli di ozonoche si possono trovare inmolte zone del mondo in-ducono alterazionifunzionali e biochimiche,per lo più del tratto respi-ratorio dell’uomo. Anche

se esposizioni graduali all’ozono provocano diversi livellidi adattamento, è plausibile che lesioni multiple e gravi pos-sono causare danni permanenti agli organi a rischio. Recentistudi epidemiologici hanno confermato che l’ozono è asso-ciato a effetti sulla salute acuti e negativi, sia in termini dimorbilità che di mortalità.Un’esposizione cronica all’ozono comporta cambiamenti si-gnificativi nelle vie aeree al livello dei bronchioli. La re-versibilità di questo tipo di lesioni è un punto che deve es-sere ancora chiarito. Le prove epidemiologiche di effetti cro-nici sono meno forti, soprattutto a causa dell’assenza di stu-di dedicati.Le indagini disponibili forniscono evidenza degli effetti alungo termine dell’ozono sulla funzionalità delle vie aeree eprobabilmente sull’asma.Dal momento che l’ozono è una sostanza diffusa all’aria aper-ta e ha poche sorgenti indoor, ci si aspetta che gli effettisulla salute non dipendano dall’origine delle emissioni deigas precursori dell’ozono. I livelli riscontrati sono comun-que più alti nelle zone rurali e isolate.

PER CHI VUOLE APPROFONDIREIl rapporto OMS completohttp://www.euro.who.int/Document/E91843.pdf

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Effetti sullasalute umanadegli impiantidi incenerimentodi rifiutiA cura della d.ssa Patrizia Gentilizi,oncologa, Associazione dei Mediciper l'Ambiente, I.S.D.E. Italia

Nelle popolazioni esposte alle emissioni di inquinanti provenientida inceneritori sono stati segnalati numerosi effetti avversi sulla sa-lute sia neoplastici che non. Fra questi ultimi si annoverano: incre-mento dei nati femmine e parti gemellari, incremento di malforma-zioni congenite, ipofunzione tiroidea, diabete, ischemie, problemicomportamentali, patologie polmonari croniche aspecifiche,bronchiti, allergie, disturbi nell' infanzia.

Ancor più numerose e statisticamente significative sono le evidenzeper quanto riguarda il cancro: segnalati aumenti di: cancro al fegato,laringe, stomaco, colon-retto, vescica, rene, mammella. Particolar-mente significativa risulta l' associazione per cancro al polmone,linfomi non Hodgkin, neoplasie infantili e soprattutto sarcomi, pato-logia "sentinella" dell' inquinamento da inceneritori. Studi condottiin Francia ed in Italia hanno evidenziato inoltre conseguenze parti-colarmente rilevanti nel sesso femminile. I rischi per salute soprariportati sono assolutamente ingiustificati in quanto esistono tecni-che di gestione dei rifiuti, alternative all' incenerimento, già ampia-mente sperimentate e prive di effetti nocivi.

PremessaGli impianti di incenerimento rientrano fra le industrie insalubri diclasse I in base all'articolo 216 del testo unico delle Leggi sanitarie(G.U. n. 220 del 20/09/1994 , s.o.n.129) e qualunque sia la tipologiaadottata (a griglia, a letto fluido, a tamburo rotante) e qualunque siail materiale destinato alla combustione (rifiuti urbani, tossici,ospedalieri, industriali, ecc) danno origine a diverse migliaia di so-stanze inquinanti, di cui solo il 10-20% è conosciuto.La formazione di tali inquinanti dipende, oltre che dal materialecombusto, dalla mescolanza assolutamente casuale delle sostanzenei forni, dalle temperature di combustione e soprattutto dalle varia-zioni delle temperature stesse che si realizzano nei diversi compartidegli impianti, come è stato descritto anche recentemente.Fra gli inquinanti emessi dagli inceneritori possiamo distinguere leseguenti grandi categorie: Particolato - inalabile (PM10), fine (PM2.5)ed ultrafine ( inferiore a 0.1 micron) - metalli pesanti, diossine, com-posti organici volatili, ossidi di azoto ed ozono. Si tratta in molticasi di sostanze estremamente tossiche, persistenti, bioaccumulabili;in particolare si riscontrano: Arsenico, Berillio, Cadmio, Cromo,Nichel, Benzene,Piombo, Diossine, Dibenzofurani, Policlorobifenili,Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) ecc.

Le conseguenze che ciascuno di essi, a dosi anche estremamentebasse, esercita sulla salute umana sono documentate da una vastis-sima letteratura e nuovi effetti sono stati descritti recentemente permolti di essi. Tali effetti possono essere diversi e più gravi in rela-zione alla predisposizione individuale e alle varie fasi della vita esono soprattutto pericolosi per gli organismi in accrescimento, i fetie i neonati. Metalli pesanti e diossine rappresentano le due categoriepiù note e studiate di inquinamento prodotto da inceneritori, anchese un recente articolo richiama l' attenzione anche sulla pericolositàdel particolato ultra fine che si origina dagli inceneritori. I metallipesanti sono considerati un "tracciante" specifico dell'inquinamen-to di tali impianti: anche il recente studio " Patos" della regioneToscana - che ha raccolto e tipizzato il particolato atmosferico di

diverse centraline dislocate nel territorio - attribuisce la maggior va-riabilità di metalli pesanti riscontrata a Montale, territorio rurale, pro-prio alla presenza di un impianto di incenerimento per varie tipologiedi rifiuti. Arsenico, Berillio, Cadmio, Cromo, Nickel, sonocancerogeni certi (IARC 1) per polmone, vescica, rene, colon,prostata; Mercurio e Piombo sono classificati con minor evidenzadalla IARC (livello 2B) ed esplicano danni soprattutto a livello neu-rologico e cerebrale, con difficoltà dell'apprendimento, riduzionedel quoziente intellettivo (QI), iperattività.

Si calcola che ogni anno nascano negli U.S.A. da 316.000 a 637.000bambini con un livello di mercurio nel sangue ombelicale superiorea 5,8 mcg/litro, livello che determina diminuzione significativa delQuoziente Intellettivo (Q.I.); la perdita di produttività negli U.S.A.conseguente all'aumento di popolazione con minor Q.I. è calcolatoin 8,7 miliardi di $. Per il Piombo si è calcolato che nel 1997 il costoper i danni sui bambini sia ammontato a ben 43.4 miliardi di dollari!Per quanto riguarda le diossine gli inceneritori risultano essere la IIfonte di emissione di diossine in Europa, dopo le acciaierie ed unarecente revisione ne ha ribadito il ruolo.

Le diossine, la cui tossicità si misura in picogrammi (miliardesimi dimilligrammo), sono liposolubili e persistenti (tempi di dimezzamento7-10 anni nel tessuto adiposo, da 25 a 100 anni sotto il suolo),vengono assunte per il 95% tramite la catena alimentare in quanto siaccumulano in cibi quali carne, pesce, latte, latticini, compreso illatte materno, che rappresenta il veicolo in cui esse maggiormentesi concentrano. La più tristemente nota è la TCDD (2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-dioxin) (tetraclorodibenzodiossina) che, a 20anni dal disastro di Seveso, è stata riconosciuta nel 1997 dallaAgenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) a livello I,ossia come cancerogeno certo per l'uomo ed il cui ruolo è statoanche di recente rivisitato. Del tutto recentemente, inoltre è statoindividuato e descritto un altro possibile meccanismo di azione diqueste sostanze: la formazione di enzimi atipici che interferisconocon i fisiologici meccanismi di degradazione delle proteine.

Le diossine, esplicano complessi effetti sulla salute umana in quantosono in grado di legarsi ad uno specifico recettore nucleare - AhR -presente sia nell'uomo che negli animali, con funzione di fattore ditrascrizione. Una volta avvenuto il legame fra TCDD e recettorecon la formazione del complesso ARNT/HIF-1B, la trascrizione dinumerosi geni - in particolare P4501A1 - viene alterata sia in sensodi soppressione che di attivazione, con conseguente turbamento dimolteplici funzioni cellulari, in particolare dell'apparato endocrino(diabete, disfunzioni tiroidee), dell'apparato riproduttivo(endometriosi, infertilità, disordini alla pubertà), del sistemaimmunitario e, soprattutto, con effetti oncogeni, con insorgenza

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Effetti sulla salute umana degliimpianti di incenerimento di rifiuti

soprattutto di linfomi, sarcomi, tumori dell'apparato digerente, tu-mori del fegato e delle vie biliari, tumori polmonari, tumori dellatiroide, tumori ormono correlati quali cancro alla mammella ed allaprostata.

Dati di letteraturaGli inquinanti emessi dagli inceneritori esplicano i loro effetti nocivisulla salute delle popolazioni residenti in prossimità degli impianti operché vengono inalati, o per contatto cutaneo, o perché, ricaden-do, inquinano il territorio e quindi i prodotti dell'agricoltura e dellazootecnia. Questo è il caso in particolare delle diossine. Non a caso,il Decreto Legislativo 228 del 18/05/2000 stabilisce che non sonoidonee ad ospitare inceneritori le zone agricole caratterizzate perqualità e tipicità dei prodotti. In diversi paesi europei ( Olanda, Spa-gna, Belgio, Francia) sono state segnalate contaminazioni da diossi-ne, specie di latte e suoi derivati, in aziende agricole poste in prossi-mità di tali impianti. Non va dimenticato inoltre che gli alimenti even-tualmente contaminati possono essere distribuiti e consumati altro-ve, per cui la popolazione esposta può essere ovviamente moltopiù numerosa.La stima dell'esposizione di fondo (TCDD e similari) nei paesi del-l'Unione Europea è compresa fra 1,2-3.0 pg/WHO TEQ/kg pro ca-pite; tali limiti sono già ampiamenti superati in diverse realtà e, sepensiamo che l'UE raccomanda come dose massima tollerabile 2pg/TEQ/kg.day, è ovvio che qualsivoglia ulteriore esposizione porte-rebbe facilmente a superare ciò che la stessa Unione Europea rac-comanda!

La letteratura medica segnala circa un centinaio di lavori scientificia testimonianza dell'interesse che l'argomento riveste. Fra questi,diverse decine sono costituiti da studi epidemiologici condotti perindagare lo stato di salute delle popolazioni residenti intorno a taliimpianti e/o dei lavoratori addetti e, nonostante le diverse metodologiedi studio applicate ed i numerosi fattori di confondimento, sonosegnalati numerosi effetti avversi sulla salute, sia neoplastici che non.Prima di esporre i dati a nostro avviso più eclatanti, appare comun-que opportuno ricordare come anche di recente sia stato ribaditoquanto pesantemente gli interessi economici influenzino la salutepubblica e come errori negli studi epidemiologici, sia nella selezio-ne dei casi come dei controlli, possano sottostimare le conseguenzesulla salute. Di recente questo è stato ribadito per i rischi occupa-zionali, ma non si vede perché ciò non possa anche essere vero inepidemiologia ambientale, in cui le variabili in gioco sono ancoramaggiori.

Gli effetti non neoplastici più segnalati sono ascrivibili soprattuttoagli effetti di diossine (e più in generale degli endocrin disruptor) edall'emissione di particolato e ossidi di azoto. Sono stati descritti:alterazione nel metabolismo degli estrogeni, incremento dei nati fem-mine e parti gemellari, incremento di malformazioni congenite,ipofunzione tiroidea, disturbi nella pubertà, ed anche diabete,patologie cerebrovascolari, ischemiche cardiache, problemicomportamentali, tosse persistente, bronchiti, allergie.

Un ampio studio condotto in Giappone ha analizzato lo stato disalute di 450.807 bambini da 6 a 12 anni della prefettura di Osaka -ove sono attivi 37 impianti di incenerimento per rifiuti solidi urbani(RSU) - ed ha evidenziato una relazione statisticamente significativafra vicinanza della scuola all'impianto di incenerimento e sintomiquali: difficoltà di respiro, mal di testa, disturbi di stomaco, stan-chezza.Ancor più numerose e statisticamente significative sono comunquele evidenze emerse per quanto il cancro e più che analizzare i singolistudi sembra più utile riportare quanto segue:la revisione di 46 studi, selezionati in quanto condotti con particola-re rigore, evidenzia un incremento statisticamente significativo nei 2/3 degli studi che hanno analizzato incidenza, prevalenza, mortalitàper cancro (in particolare cancro al polmone, linfomi Non Hodgkin,sarcomi, neoplasie infantili). Segnalati anche aumenti di cancro alfegato, laringe, stomaco, colon-retto, vescica, rene, mammella.

L'indagine francese "Etude d'incidence des cancers à proximité desusines d'incenèration d'ordures ménagerer" dell'Invs. DepartementSantè Environnement 2006 ha esaminato 135.567 casi di cancroinsorti negli anni 1990-99 su 25.000.000 persone/anno residenti inprossimità di inceneritori. In questo studio è stato considerato comeindicatore l'esposizione alle diossine e passando dal minor al mag-gior grado di esposizione si registra un aumento statisticamente si-gnificativo (p<0.05) di rischio per: tutti i cancri nelle donne dal +2.8%al +4%, cancro alla mammella dal +4.8% al +6.9%, linfomi dal+1.9% al +8.4, tumori al fegato dal +6.8% al +9.7%; per i sarcomiil rischio passa dal +9.1% al +13% (p=0.1).Le neoplasie che più appaiono correlate all'esposizione ad inquinan-ti emessi da inceneritori sono i linfomi non Hodgkin (LNH), i tumoripolmonari, le neoplasie infantili ed i sarcomi; i dati a questo riguardosaranno pertanto analizzati più in dettaglio.

Linfomi Non HodgkinSi tratta di patologie di cui si è registrato un preoccupante aumentosia di incidenza che di mortalità nonostante i grandi progressi regi-strati dal punto di vista terapeutico. Il ruolo che inquinanti - peraltronormalmente presenti nelle emissioni degli inceneritori - hanno nellaloro patogenesi è stato anche di recente ribadito.Per quanto attiene i linfomi NH, alcuni degli studi più recenti chehanno evidenziato tale relazione sono:lo studio condotto a Besancon in cui è risultato un RR di incidenzadi LNH pari a 2,3 nella popolazione residente in prossimità di im-pianto di incenerimento per rifiuti ed il cui impatto ambientale è statoanche di recente riconsiderato alcuni studi condotti in Toscana chehanno evidenziato eccessi di mortalità in conseguenza dell'inquina-mento da diossine per la presenza di inceneritori. Questi risultatisono poi stati confermati in un'analisi condotta su 25 comuni d'Italiaove sono attivi impianti di incenerimento: da essa emerge un ec-cesso di mortalità in media dell'8% nel sesso maschile. Nel comunedi Forlì ad es., negli anni 1981-2001 si sono riscontrati 80 decessiinvece dei 70 attesi .Neoplasie polmonariPer quanto attiene le neoplasie polmonari il rischio rappresentatodall'inquinamento ambientale è ormai fuori dubbio; esso risulta inparticolare correlato all'esposizione a metalli pesanti ed al particolatoultrafine: per quest'ultimo si calcola che per ogni incremento di 10microgrammi/m3 si abbia un incremento del 14% di mortalità percancro al polmone. Per quanto attiene il Rischio Relativo di mortali-tà per neoplasie polmonari in persone residenti in prossimità di im-pianti o in personale addetto, esso è risultato variabile da 2 a 6.7.

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30 anno 25° febbraio 2009 n°1

MedicinaDemocratica

movimento dilotta per la saluteRIVIST A BIMESTRALE

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Neoplasie InfantiliLe neoplasie infantili sono, fortunatamente, patologie relativamenterare, di cui tuttavia si sta registrando un costante aumento che nonpuò non destare allarme: secondo i dati riportati su Lancet infatti itumori infantili sono aumentati in Europa negli ultimi trenta anni dicirca l'1.2% /per anno da 0 a 12 anni e dell' 1.5% dai 12 ai 19 anni.Numerosi fattori sono stati invocati per spiegare questi datiepidemiologici, non ultimo che si tratti di aumenti "fittizi", legati allemigliori capacità diagnostiche della Medicina.

Tali osservazioni sono state oggetto di vivaci disquisizioni scientifi-che, ma, di fatto, l'aumento delle neoplasie infantili è un dato ormaiuniversalmente riconosciuto ed attribuibile, verosimilmente, alla sem-pre maggior presenza nell'ambiente di agenti tossici ed inquinanti.Gli studi epidemiologici condotti in Gran Bretagna dal Prof E.G.Knox sulle neoplasie infantili in quel paese sono, a questo riguardo,di particolare interesse; in prossimità di impianti di incenerimentosegnalano un aumento di mortalità per neoplasie infantili con RRvariabile da 2 a 2,2. Del tutto recentemente questo ricercatore haconfermato che le neoplasie insorte nell'infanzia sono correlate conesposizione a cancerogeni atmosferici noti quali quelli provenientida combustioni industriali, Composti Organici Volatili (VOCs), com-posti esausti del petrolio e da altri agenti quali 1-3 butadiene, diossi-ne e benzopirene. Il rischio è risultato statisticamente significativoper i bambini con indirizzo alla nascita entro 1 km dalla fonte diemissione.Sarcomi dei Tessuti MolliDa numerose segnalazioni proprio i sarcomi vengono ritenuti patologie"sentinella" del multiforme inquinamento prodotto da impianti diincenerimento e sono stati correlati in particolare all'esposizione adiossine. Fra questi ricordiamo l'indagine condotta a Besancòn (Fran-cia) in prossimità di un impianto con emissione di elevati livelli didiossine, che ha riscontrato un aumento di rischio di incidenza disarcomi del +44% e lo studio condotto a Mantova, in prossimità diun inceneritore per rifiuti industriali che ha evidenziato un Odds Ratio,di incidenza di sarcoma dei tessuti molli nei residenti entro 2 kmdall' impianto pari a 31.4.Di grandissimo interesse risulta poi il recente studio sui sarcomi inprovincia di Venezia che ha dimostrato un rischio di sviluppare lamalattia 3.3 volte più alto fra i soggetti con più lungo periodo e piùalto livello di esposizione ed ha evidenziato jnoltre come il massimorischio sia correlato, in ordine decrescente, alle emissioni prove-nienti rispettivamente da rifiuti urbani, ospedalieri ed industriali.Dati di Forlì: cosa risulta dallo studio Enhance HealthDel tutto recentemente (marzo 2007) è stato presentato a Forlì lostudio Enhance Health, reperibile sul web nel sito di un consiglierecomunale. Si tratta di uno studio, finanziato dalla Comunità Euro-pea, i cui obiettivi erano:- dare una visione globale del possibile impatto sulla salute in areeove sono ubicati inceneritori attraverso studi pilota sintetizzare i ri-sultati dei 3 studi pilota condotti nelle vicinanze di inceneritori inUngheria, Italia, Polonia ( di quest'ultimo non vengono forniti dati inquanto l' impianto non è ancora attivo) - fornire spunti valutativi perl'implementazione di un sistema di sorveglianza integrato (ambienta-

le e sanitario) i cui elementi fondanti vengono individuati in:monitoraggio dello stato di salute con dati di mortalità e morbilità emonitoraggio dell'inquinamento dell'aria.Nel Report finale sono disponibili i dati relativi alle indagini effettua-te in Ungheria ed in Italia e in entrambe, a nostro avviso, non manca-no elementi di preoccupazione. Purtroppo le metodologie usate neidue paesi sono state diverse e questo rende i risultati non confrontabilifra loro (in palese contraddizione con le premesse, che letteralmenterecitano "il Partner Ungherese, il Partner Polacco, l'ARPA e l'AUSLper l'Italia, hanno condotto l'attività di sperimentazione assicurandola comparabilità dei risultati al fine di garantire la "trasferibilità" non-ché correttezza scientifica del progetto").

Ungheria: DorogPer quanto attiene l' Ungheria, l'indagine è stata condotta a Dorog -ove è presente un inceneritore per rifiuti tossici che dal 1980 al 1996ha trattato 30.000 ton/anno. E' stato valutato lo stato di salute dellapopolazione residente entro 30 km dall' impianto attraverso l'analisidi dati di mortalità e morbidità. Le analisi sono state condotte peranelli concentrici di 5 km rispetto all'impianto, aggiustate per sessoed età sia per la mortalità che per la morbilità e confrontate con i datinazionali.Per quanto riguarda la mortalità sono state analizzate le seguenticause:Tutte le cause, tutti i tumori, cancro al polmone, leucemie, cancro alcolon-retto, malattie cerebrovascolari, malattie respiratorie croniche,malattie ischemiche cardiache.

I risultati sono:nel sesso maschile si registrano i seguenti aumenti statisticamentesignificativi di SMR (standardized mortality ratio): +38% per can-cro al colon-retto, +65% per eventi cardiaci, +35% per eventi cerebro-vascolari, +42% per malattie polmonari croniche.nel sesso femminile si registra un aumento statisticamente significa-tivo di SMR del +49% per eventi cerebrovascolari.Particolarmente significativa è anche la mortalità per patologiepolmonari croniche in funzione della distanza, in cui è evidente ilprogressivo incremento fino a 15 km dall' impianto.Per quanto riguarda la morbilità infantile, in particolare, si registra unincremento di problemi delle alte e basse vie respiratorie, di bronchitie polmoniti sia in funzione dei livelli di PM 10 che di monossido dicarbonio.

Italia: ForlìAncor più interessanti sono tuttavia i dati che emergono dallo studiodi Forli, ove sono attivi due impianti: uno per rifiuti ospedalieri eduno per RSU. L'indagine è stata condotta con metodo InformativoGeografico (GIS) ed ha riguardato l'esposizione a metalli pesanti(stimata con un modello matematico) della popolazione residenteper almeno 5 anni entro un'area di raggio di 3.5 km dagli impianti.Sono stati analizzati dati di mortalità (per tutte le cause e per singolecause, per tutti i tumori e per singole neoplasie), di incidenza per itumori ed i ricoveri ospedalieri per singole cause. Il confronto èstato fatto prendendo come popolazione di riferimento quella espo-sta al minor livello stimato di ricaduta di metalli pesanti.Per il sesso maschile non emergono differenze per quanto attiene lamortalità complessiva e la mortalità per tutti i tumori, ad eccezionedel cancro a colon retto (come già a Dorog) e prostata, che presen-tano entrambi un RR statisticamente significativo pari a 2.07 nelterzo livello di esposizione. Si fa notare comunque che gli stessiestensori, nella Discussione dei Risultati, letteralmente affermano:

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Effetti sulla salute umana degliimpianti di incenerimento di rifiuti

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ConclusioniL'impressione che rimane, dopo un'attenta lettura del Report diEnhance Health come di tanta altra letteratura, è che le informazioniche di volta in volta potrebbero apparire per lo meno inquietanti,vengano poi immediatamente smentite, attenuate o corrette con in-tento tranquillizzante: la finalità delle indagini condotte sembrerebbepertanto non quella di evidenziare i rischi per la salute delle popola-zioni esaminate, ma quella di non destare allarme. A nostro avviso,viceversa, i risultati che emergono dallo studio Enhance Health sonofortemente preoccupanti ed in linea con quanto riportato dalla lette-ratura precedentemente esaminata e soprattutto con l'indagine fran-cese che registra i maggiori danni alla salute proprio nel sesso fem-minile, che appare essere particolarmente vulnerabile e più sensibileall' inquinamento ambientale.Questi dati sono ancora più allarmanti se li si considera alla luce delcontesto geografico del nostro territorio. La Romagna è situata nel-la Pianura Padana, area fra le più inquinate non solo d'Europa madell'intero pianeta: si consideri che il comunicato del 10 ottobre 2007dell' Agenzia Europea dell' Ambiente ha stimato una perdita di spe-ranza vita alla nascita variabile dai 9 ai 36 mesi per i livelli di PM 2.5di origine antropica emesso nel 2000! Nella nostra regione si regi-stra inoltre una delle più alte incidenze di cancro di tutto il paese.Per quanto attiene il sesso maschile la Romagna è al 1° posto perincidenza di cancro nella nostra regione e al 4° posto in Italia dopoFriuli Venezia Giulia, Veneto e Varese. Dai dati del Registro Tumoridella Romagna pubblicati e riferiti al quinquennio 1998-2002 risultainfatti una incidenza di 498,2 casi/anno per 100.000 abitanti nelsesso maschile (tutti i tumori escluso cute), contro una incidenza inItalia di 470,3 casi /anno per 100.000 abitanti. Sembra inoltre che danoi non si stia verificando il rallentamento generalmente segnalatonell'incidenza di cancro nel sesso maschile: l'aumento in percentualenel nostro territorio è infatti del 6,14% rispetto al quinquennio pre-cedente (1992-1997), contro un incremento medio in Italia dell'1,4%.

Per quanto riguarda il sesso femminile si registrano dati per certiversi ancora più preoccupanti: l'incidenza di cancro nelle donne èinfatti in Emilia Romagna la più alta d'Italia: la Romagna è al 3°posto in Italia dopo Parma e Ferrara per incidenza di cancro nelledonne con 425,2 casi/anno per 100.000 donne (tutti i tumori esclu-so cute) vs una incidenza in Italia di 398,70 casi/anno e l'incrementopercentuale che si è registrato rispetto al quinquennio precedente(1992-97) è del 10,50% vs una media in Italia del 4,79%.I dati sopra esposti vengono spesso attribuiti al buon livello diassistenza sanitaria e di diagnosi precoce (certamente presente e dicui non possiamo che rallegrarci), ma ancora una volta sembra chenon si voglia indagare su altre possibili cause, in primis l'assenza diefficaci interventi di Prevenzione Primaria che appaiono indifferibilidato l'elevatissimo grado di inquinamento che ci caratterizza.Una buona occasione di fare Prevenzione Primaria è a nostro avvi-so quella di scegliere metodi di gestione dei rifiuti alternativi all'ince-nerimento, evitando di costruire impianti che emettono pericolosiinquinanti, tra cui anche sostanze classificate come cancerogeni certiper l'uomo. Sotto questo profilo appare moralmente inaccettabilecontinuare ad esporre le popolazione a rischi assolutamente evitabili.Tutto quanto sopra ci rammenta e conferma l'amara verità di IrwinBross: "quando ( ..il governo e la classe dirigente medica e scientifi-ca…) dicono che qualcosa è sicuro e buono per te, ciò che questosignifica veramente è che è sicuro o buono per loro. A loro nonimporta quello che succede a te (…) Se c'è qualcuno che protegge-rà la tua vita e sicurezza, quel qualcuno non potrai essere che tu."

Effetti sulla salute umana degliimpianti di incenerimento di rifiutiCONTINUA DALLA PAGINA PRECEDENTE

"l'analisi dei ricoveri ospedalieri mostra un aumento nella frequenzadi angina, BPCO e asma negli uomini residenti nell'area più vicinaagli impianti"Per il sesso femminile i risultati che emergono sono invece, a nostroavviso, particolarmente inquietanti. Si registrano infatti eccessi stati-sticamente significativi sia nella mortalità complessiva che nella mor-talità per tumori. Nello specifico risulta nelle donne un aumento delrischio di morte per tutte le cause, correlato alla esposizione a me-talli pesanti, tra il +7% e il +17%.La mortalità per tutti tumori aumenta nella medesima popolazione inmodo coerente con l'aumento dell'esposizione dal +17% al +54%.In particolare per il cancro del colon-retto il rischio è compreso trail + 32% e il +147%, per lo stomaco tra il +75% e il +188%, peril cancro della mammella tra il + 10% ed il +116%.Questa stima appare particolarmente drammatica perché si basa suun ampio numero di casi (358 decessi per cancro tra le donne espo-ste e 166 tra le "non" esposte) osservati solo nel periodo 1990-2003e solo tra le donne residenti per almeno 5 anni nell'area inquinata.Tali risultati potrebbero essere ancora di ancora maggior rilievo,qualora la popolazione di riferimento fosse realmente non esposta:infatti il livello minimo di esposizione preso come riferimento corri-sponde ad una ricaduta stimata dei metalli pesanti compresa tra 0,61e 1.9 ng/m3, valore certo non nullo né trascurabile.Davvero singolari appaiono pertanto le conclusioni dell'indagine incui letteralmente si afferma "lo studio epidemiologico dell'area diCF nell'analisi dell'intera coorte per livelli di esposizione ambientalepotenzialmente attribuibili agli impianti di incenerimento (tracciantemetalli pesanti) con aggiustamento per livello socio-economico del-la popolazione, non mostra eccessi di mortalità generale e di inci-denza di tutti i tumori." Aggregando insieme il sesso maschile (in cuinon si registrano eccessi) ed il sesso femminile si ottiene una"diluizione" dei risultati emersi e una sottostima di quelle che sonole reali condizioni di salute della popolazione esaminata. Le nostrepreoccupazioni sembrano tuttavia, almeno in parte, condivise daglistessi estensori del Report che più oltre affermano: "Tuttavia, ana-lizzando le singole cause, sono stati riscontrati alcuni eccessi dimortalità e incidenza da considerare con maggior attenzione. Infattiè stato riscontrato nelle donne un eccesso di mortalità per tumoridello stomaco, colon retto mammella e tutti i tumori".Per i sarcomi possono farsi analoghe considerazioni. Anche in que-sto caso emergono - a nostro avviso - dati inquietanti: sono infattielencati nella tabella riassuntiva n° 6 ben 18 casi di sarcoma, di cuisi perde in qualche modo traccia nelle tabelle generali, in cui sonodisaggregati per sesso. Trattandosi di patologie rare, disaggregandoper sesso si perde di significatività, con l' effetto di togliere rilievoad un dato altrimenti particolarmente significativo in quanto riferitoa una patologia "sentinella" dell'inquinamento da inceneritori. Anchein questo caso, tuttavia, gli stessi estensori dello studio non posso-no fare a meno di annotare nella discussione (pag. 42) che "gli ec-cessi di mortalità per sarcoma dei tessuti molli sono degni di nota"affermando, a pag. 39, che, "si osserva un aumento statisticamentesignificativo della mortalità nel livello più elevato di metalli pesanti (RR = 10.97, IC 95%=1.14-105.7, 3 casi) per la coorte di tutti iresidenti".

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Come pediatri vediamo aggravarsi nei bam-bini residenti in zone più inquinate o più traf-ficate patologie come l’asma, il raffreddoreprimaverile, le bronchiti, le broncopolmonitie soprattutto i tumori (in Europa negli ultimi30 anni si è registrato un incremento dell'1,2% annuo dei tumori fra 0 e 14 anni edell'1,4% tra i 14-19 anni)

Come medici specialisti in tutte le branchevediamo il costante aumento delle patologiecronico-degenerative tra cui quellecardiocircolatorie e respiratorie che rappre-sentano le cause principali di mortalità e diricovero o di disturbi nello sviluppo del si-stema nervoso centrale legati all’esposizio-ne a un vasto spettro di inquinanti chimiciambientaliCome dirigenti del Servizio Sanitario Nazio-nale vediamo le risorse indirizzarsi prevalen-temente verso la cura, la riabilitazione e ladiagnosi precoce piuttosto che verso la pre-venzione primaria.

Come medici universitari e ricercatori stu-diamo le correlazioni tra patologie ed am-biente insalubre e le portiamo a conoscenzadegli studenti.

Tutto questo comporta:

che i medici siano fortemente impegnati nel-la programmazione e nella messa in opera diprogrammi per la comunicazione del rischio,nella promozione di progetti integrati di pre-venzione primaria, nella formazione, nellavalutazione d’impatto ambientale e sanitariodi piani, programmi e degli strumenti di pia-nificazione urbanistici, nella verifica di effi-cacia dei provvedimenti adottati. A questi finii medici si propongono per il supporto tec-nico-sanitario ai vari livelli di governo (na-zionale, regionale e locale) che esercitanocompetenze politico-amministrative,normative e regolamentari, nei vari processidi pianificazione che incidono sulla salutecollettiva. Per l’esercizio di queste funzioni,cui si aggiungono quelle prettamente sanita-rie di “sorveglianza epidemiologica” e “co-municazione del rischio”, i medici intendo-no instaurare costanti relazioni funzionali conle Agenzie Regionali per l’Ambiente, al finedi assicurare l’integrazione tra politiche sa-nitarie, ambientali ed energetiche previstadall’art. 7-quinquies del D.Lgs. n. 502/1992.la predisposizione di un piano d’azione con-diviso da portare avanti in maniera sistemati-ca su tutto il territorio nazionale che com-prenda attività di formazione informazione(distribuzione di materiali informativi neglistudi e nei presidi medici sui rischi derivantidall’inquinamento atmosferico, interventinelle scuole per sensibilizzare insegnanti egenitori), attività di coordinamento di tutte lefigure mediche del territorio (Medici di Me-dicina Generale, Pediatri di famiglia, Mediciche lavorano nei Dipartimenti di prevenzio-ne o comunque nei settori della sanità pub-blica, epidemiologi, ospedalieri ecc.), pres-sione nei confronti delle istituzioni locali peruna valutazione dell’impatto sulla salute del-le scelte di tipo urbanistico in senso lato.

stralci del documento d’intentiFNOM CeO – ISDE Italia www.isde.it/

AMBIENTEE SALUTE:IL “CHE FARE”DI NOI MEDICITutela del diritto individuale ecollettivo alla salute e ad unambiente salubre.Inquinamento atmosfericourbano, stili di vita e salute.

“Per l’ambiente gli uomini sonoresponsabili, i medici due volte”

Dal momento che i rischi per la salute sonolargamente legati al degrado ambientale e aimodelli di vita, i medici devono orientare illoro ruolo professionale e civile per promuo-vere la salute anche attraverso scelte di tutelaambientale.La dimostrazione che molti processi patolo-gici trovano una loro eziopatogenesi in cau-se ambientali, quali l'accumulo di inquinantinell'aria, nell'acqua, nel suolo e nel cibo, el'esistenza su scala mondiale di gravi eirreversibili dissesti ambientali, hanno solle-citato una crescente attenzione verso questitemi.Ambiente degradato, esposizioni occupazio-nali a sostanze nocive e modelli di vita scor-retti sono responsabili del 75% delle patologiee delle cause di morte. Da decenni nei con-vegni medici si discute di salute, rischi dalavoro, ambiente e inquinamento e i ricerca-tori si impegnano per evidenziarne lecorrelazioni.(.......)

Complessivamente l’inquinamento ambientaleurbano è responsabile di effetti nocivi sul-l’apparato respiratorio e cardiovascolare, dieffetti oncogeni e dell’aumento della mortali-tà generale. I principali studi condotti in Eu-ropa ed U.S.A. sulla correlazione fra inqui-namento atmosferico e cancro al polmonesono concordi nel valutare che per ogni 10µg/m3 di PM 2.5 si registra un incrementotra l'8% ed il 14% di neoplasie polmonari. Siricorda che l'OMS ha stimato la quota di de-cessi attribuibili a valori di PM10 oltre 20µg/m3 in 13 città italiane con oltre 200.000 abi-tanti sulla base dei valori di PM10 registratinegli anni 2002-2004.

La stima è di 8220 morti/anno di cui 742 morti/anno per cancro del polmone.Da studi recenti emerge, altresì, che i deces-si che si misurano o si stimano come effettodell’inquinamento atmosferico non sono unasemplice anticipazione di eventi che sareb-bero comunque accaduti ma rappresentanoun effetto netto di una mortalità che sarebbestata evitata se i livelli di inquinamento fosse-ro stati inferiori.

E’ noto che i principali determinanti dellaqualità dell’aria sono la mobilità motorizzata,i sistemi di riscaldamento e le immissioni in

atmosfera disostanze chimi-che dainsediamentiproduttivi e da-gli inceneritori.E’ dunque sututti questi ele-menti che sideve agire se sivuole migliora-re la qualità del-l’aria.

(......)

Proposte operativeIl nuovo codice di deontologia medica hadedicato un articolo, il numero 5, alla “Edu-cazione alla salute e rapporti con l’ambiente”che recita “Il medico è tenuto a considerarel’ambiente nel quale l’uomo vive e lavoraquale fondamentale determinante della salutedei cittadini. A tal fine il medico è tenuto apromuovere una cultura civile tesa all’utiliz-zo appropriato delle risorse naturali, ancheallo scopo di garantire alle future generazionila fruizione di un ambiente vivibile. Il medicofavorisce e partecipa alle iniziative di preven-zione, di tutela della salute nei luoghi di lavo-ro e di promozione della salute individuale ecollettiva.”

Noi medici siamo i primi osservatori di que-sti fenomeni in tutte le nostre professionali-tà:Come operatori delle Aziende Sanitarie deiDipartimenti di prevenzione contribuiamo arilevare la frequenza e distribuzione dellemalattie ed osserviamo il progressivo con-solidamento dei dati che indicano un aumentodelle patologie e della mortalità da inquina-mento atmosferico.

Come medici di medicina generale consta-tiamo direttamente nei nostri ambulatori ladiffusione sempre maggiore di patologietumorali e soprattutto l’abbassamento del-l’età di incidenza (K mammari, Linfomi ecc.)

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° ENVIRONMENT AL FILM

anno 25° febbraio 2009 n°1 33

CINEMAMBIENTEENVIRONMENT AL FILM FESTIV AL

Via Montebello 15 - 10124 Torino -Tel. +39 011 81 38 860 - Fax +39 011 81 38 896 - [email protected]

12 CINEMAMBIENTE 8/13 OTTOBRE 2009 TORINO

Staff

Direttore Gaetano [email protected]

Segreteria Erica [email protected]

Ricerca film Silvia [email protected]

Comunicazione Silvana [email protected]

Documentazione Giulio [email protected]

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Anche da noi, nonostante il livello della classe politica attuale, graziealle pressioni ed alle iniziative dal basso, si collezionano piccolevittorie sui territori e si sperimentano forme di resistenza all'arrogan-za del privato, come a Latina, dove gli agguerriti comitati locali aiu-tano i cittadini a praticare, in via di disobbedienza civile,l'autoriduzione della bolletta ai livelli della precedente gestione co-munale ed il pagamento di questa al Comune invece che al gestoreAcqualatina SpA.E' nato un Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua che oltre aconnettere e incoraggiare le campagne locali ha raccolto nel 2007quasi 500.000 firme (di cui 20.000 solo a Torino) per una leggepopolare di ripubblicizzazione che adesso è in discussione nelleCommissioni parlamentari.La battaglia per l'acqua pubblica ha assunto quindi uno straordina-rio valore simbolico, ma vi sono fondati motivi di ordine tecnico-economico a sostenere la scelta rigorosa della gestione pubblicaanche a prescindere, come non si deve fare, dalla specialità unicadel bene acqua.

A sostegno della tesi secondo cui il servizio idrico dovrebbe miglio-rare con la privata gestione si portano comunemente due argomentiricorrenti:

1) Se il prezzo dell'acqua è troppo basso, come attualmente, l'uten-te finale è indotto allo spreco. Tariffe proporzionate al reale valoredel bene costituirebbero un incentivo al risparmio.2) La gestione aziendale del servizio raggiungerà risultati di maggio-

re efficacia ed efficienza.

Il gestore può perseguire tre strade, anche simulta-nee, per l'incremento dei propri utili: l'aumento dellatariffa entro i limiti consentiti dal mercato, la riduzio-ne dei costi di gestione e l'aumento delle "vendite"(ossia del fatturato).Ma la tariffa, ad oggi, è ancora stabilita dagli entilocali sulla base anche di criteri sociali. Nel caso,non così remoto, che in futuro essa sia affidata almercato (il Forum dell'Aja del marzo 2000 dichiara-va la necessità di affidare al mercato la definizionedel "giusto prezzo" dell'acqua considerata come beneeconomico), per poter sperare di ottenere le riduzio-ni di consumo previste nella prima argomentazione,allora ci si deve domandare: di quale mercato si trat-ta? Poiché un qualunque cittadino è vincolato a rice-

vere l'acqua dalla rete locale, non ha possibilità di scelta: si tratta diuna situazione di "monopolio naturale".Chiunque dovrebbe concordare che, data l'ineliminabilità del mono-polio, conviene ai cittadini che esso sia pubblico e non privato,quantomeno perché, se il monopolio è privato, l'impresa che nebeneficia "fa" il prezzo entro ampi limiti (per tacere di altre ragioni).Ma c'è di più: l'aumento delle tariffe, già sperimentato in varie scon-certanti gestioni nazionali, colpirebbe ovviamente soprattutto i ceti

CONTINUA PAGINA SEGUENTE

acqua pubblica: politiche di salute e.....

Senza scopo di lucroNon c'è bene più sacro ed essenziale, ma al tempo stesso piùdimenticato, dell'acqua che esce dai nostri rubinetti di casa e dallefontanelle pubbliche. Perché fa parte di quei servizi che diamo a talpunto per scontati che solo quando mancano, o non hanno piùquella qualità "standard" cui siamo abituati, ci accorgiamo che esi-stono, e magari che ce li stanno portando via.Ogni tanto ce ne ricordiamo quando vediamo in televisione, nei do-cumentari, le donne africane fare chilometri ogni mattina con le giarefino al pozzo o, più in piccolo ma sulla nostra pelle, quando cimanca l'acqua in casa per qualche ora.Eppure non c'è dubbio che tutte le meraviglie tecnologiche di cui ciriempiamo la casa ci apparirebbero immediatamente come super-flue chincaglierie se non disponessimo più di acqua corrente perbere, cucinare, lavarci e lavare. Acqua corrente e potabile, comedovremmo ricordare sempre prima di comperare chili di mineralecostosa, meno salubre ed inquinante.

Il servizio di fornitura di acqua potabile mediante acquedotto, deno-minato servizio idrico integrato quando comprende quello di fogna-tura e depurazione delle acque reflue, in Italia è stato gestito daaziende municipalizzate, diretta emanazione dei Comuni, fin dai pri-mi anni del Novecento, quando il liberale governo Giolitti affidò aiComuni un servizio prima gestito da aziende private; si era capitoinfatti che il privato "portava l'acqua" solo dove ciò era remunerativo,lasciando larghi strati della popolazione in condizioni medioevali.Ma poiché le epidemie non facevano distinzione di censo, questostato di degrado si rifletteva anche sulle classi abbienti. Per questosi decise che certe garanzie di universalità ed economicità del servi-zio idrico potevano essere assicurate solo dal pubblico. Da allora,fino alla metà degli anni '90, nel bene e nel male, il servizio idrico èstato esteso alla stragrande maggioranza dei cittadini con acqua dibuona qualità in gran parte della penisola e con tariffe molto econo-miche tanto da non pesare molto sul portafoglio - anche perchéparte dei costi sono sostenute dalla fiscalità generale.Ma il vento privatizzatore che ha consegnato, con risultati sotto gliocchi di tutti, le nostre aziende pubbliche al gotha dell'imprenditoriaitaliana, non poteva lasciare immune l'acqua.

A partire dalla legge Galli del 1994, un susseguirsi di interventi legi-slativi hanno prima reso possibile e poi incoraggiato la privatizzazioneche si è diffusa a macchia di leopardo. Fino al Tremonti di questimesi, che lasciate ai salotti ed ai libri da vendere le chiacchiereantiliberiste della sua presunta metamorfosi, conl'art.23 bis della legge n.133 del 2008 afferma conprotervia che tutti i servizi pubblici locali, acqua com-presa, devono essere messi sul mercato e gestiti dasocietà private o miste, lasciando in piedi l'opzionedi affidamento diretto ad aziende pubbliche, cosid-detta "in house", con tali e tanti vincoli da renderlaquasi impraticabile. E' appena il caso di ricordareche per la Corte di Giustizia Europea, le regole euro-pee consentono ad un'autorità pubblica "la possibi-lità di adempiere ai compiti di interesse pubblico adessa incombenti mediante propri strumenti, senzaessere obbligata a far ricorso ad entità esterne nonappartenenti ai propri servizi".

I movimenti popolari, in questi anni, non sono stati aguardare. Non hanno accettato il principio che l'acqua sia una mer-ce come le altre e che dovessimo lasciare il patrimonio idrico delpianeta nelle mani di poche grandi multinazionali. Così in AmericaLatina si sono combattute battaglie anche sanguinose a difesa del-l'acqua - che nella cultura indigena ha un valore di sacralità che si èperso quasi del tutto in Occidente - fino ad ottenere vittorioseripubblicizzazioni in Bolivia e Uruguay. In tutta Europa si sperimen-ta il ritorno al pubblico, dopo aver visto i disastri delle gestioniprivate, ed è di queste settimane l'annuncio che Parigi allo scaderedel 2009 riprenderà in mano pubblica la gestione dell'acquedotto.

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sociali disagiati, che potrebbero essere costretti a razionare un benedi primaria importanza per la vita. Questi soli sarebbero indotti adiminuire i consumi, mentre i ceti alti, il cui consumo d'acqua procapite è per di più maggiore, sarebbero ben poco toccati. Ancormeno lo sarebbero le aziende "idrovore", come ad es. le cartiere,che si riforniscono spesso direttamente dalla falda. Senza contareche, in assenza di controllo pubblico, le tariffe potrebbero esseredifferenziate dall'azienda in modo da penalizzare gli utenti di quellezone lontane o poco densamente popolate che incidono in mag-giore misura sul costo.La seconda opzione a disposizione dell'azienda (la riduzione deicosti) avrà probabilmente come naturale conseguenza, oltre allepolitiche di tagli già sperimentati ampiamente in altri settori privatizzati(pensate a Ferrovie dello Stato e Poste Italiane), l'abbandono a sestessa della rete idrica causata dall'abbattimento dei costi di manu-tenzione. Infatti l'impresa guadagna sul volume d'acqua prelevatodagli utenti, mentre non paga l'acqua che la natura convoglia allarete di acquedotto.Non è credibile che le maggiori spese di pompaggio, unica voce dicosto variabile ad essere incremen-tata dalla presenza di perdite nellarete, possano superare i costi di ma-nutenzione della stessa (gli acque-dotti italiani, come si sa, non versa-no in buone condizioni) e quindi in-durre l'azienda a fare piani d'investi-mento in tal senso.Questo elemento porterebbe quindiad un progressivo aumento deglisprechi, anziché alla loro diminuzio-ne. D'altra parte la corretta ed effi-ciente gestione della rete, in quantoconcausa di un miglior servizio of-ferto, sarebbe per l'azienda conve-niente per ottenere la soddisfazionedel cliente e la sua fidelizzazione: maquesto, di nuovo, avrebbe senso inregime di libera concorrenza, nonnel caso di monopolio privato, incui il cliente è vincolato nella sceltaentro ampi limiti. E se nel caso diposte e ferrovie l'utente può almenoscegliere differenti modalità di co-municazione o, rispettivamente, ditrasporto, ciò non è possibile per ilservizio idrico.

Rimane poi da esaminare la terza op-zione: l'aumento del fatturato. Ma perun'azienda erogatrice di una risor-sa, aumento del fatturato equivale adaumento dei consumi di quella ri-sorsa. Perciò per seguire questastrada l'azienda dovrebbe incentivarela massimizzazione del consumod'acqua e non la suarazionalizzazione.Insomma, si tratta di argomentazionifunzionali ad aprire nuovi ghiotti mercati per i colossi del settorepronti a rivendicare, direttamente o per bocca di forze politiche, lanecessità di liberalizzare ciò che resta dei servizi pubblici locali.

In questo contesto il Comitato torinese per l'acqua pubblica pro-pone al Comune ed alla città intera di affermare nello Statuto co-munale il principio fondamentale che l'acqua è un servizio da gesti-re senza scopo di lucro.Una definizione semplice e pulita: sull'acqua non si specula, nessu-no deve trarre profitto dal servizio pubblico più importante e vitale.Una gestione virtuosa del servizio, da perseguire con intransigenza

NOTALe riforme che hanno condotto al-l'attuale situazione partono nel1994 con la legge n.36 (legge"Galli") che accanto ai notevolimeriti sia in alcuni principiespressi sia nella riorganizzazionedel settore, pone però le basi perla gestione mercantile laddove af-ferma che la tariffa deve coprireper intero i costi del servizio.Le riforme targate "Bassanini",anch'esse benemerite sotto altriaspetti, sfociano nel Testo Unicodegli Enti Locali (d.lgs.267/2000)che consente la gestione dei servi-zi pubblici locali a rilevanza eco-nomica anche mediante società dicapitali a partecipazione privata,anche maggioritaria. Nel paese laprivatizzazione dell'acqua si dif-fonde a macchia di leopardo sulterritorio finché, con la Finanzia-ria 2002 di Berlusconi-Tremonti,si impone la gestione mediante so-cietà private o miste obbligando iComuni a mettere l'acqua sulmercato.Nel silenzio totale dei mezzi d'in-formazione, si compiono però bat-taglie istituzionali importanti edue anni dopo il governo è costret-to a riconoscere che in conformitàall'Europa si deve consentire aglienti locali di assicurare lafornitura del servizio idrico me-diante aziende totalmente pubbli-

che da loro controllate e vincolate a operare prevalentementesul territorio dove viene loro affidato il servizio. Nasce così ilmodello "in house", un passo avanti ma pur sempre un mo-dello del tutto inscritto nei paradigmi del diritto privato. E' ilmetodo con cui gli enti locali della provincia torinese hannofatto l'affidamento a SMAT, che è società a totale capitalepubblico.E arriviamo ai giorni nostri con l'art.23 bis della l.133 del2008: ancora una volta, in contrasto con l'Europa e con lanostra Costituzione.

e scelte oculate, deve produrre esclusivamente benefici economiciper la comunità locale.Con una tale dichiarazione, seguono logici i commi successivi cheproponiamo di inserire nello Statuto: la gestione della rete idrica, lacui proprietà deve rimanere pubblica e inalienabile, e l'erogazione delservizio sono da affidarsi ad enti o aziende pubbliche. Un nuovomodello di pubblico, che faccia tesoro delle gestioni migliori del pas-sato e del presente compresa l'esperienza di SMAT, aprendo peròalla partecipazione di rappresentanti della società civile e dei lavora-tori del servizio stesso alle scelte di gestione.

Infine proponiamo che venga stabilito e garantito un minimo vitalegratuito per ciascuno, perché il diritto all'acqua valga per tutti.I Consiglieri e il Sindaco raccoglieranno questa sfida, con cui"offriamo"a Torino la chance per porsi, sull'acqua, all'avanguardia inItalia, sull'esempio di Parigi e - potremmo dire - ben prima della rivaledi sempre Milano?Dipende anche da tutti noi: se andremo a firmare ai banchetti in tan-tissimi, nei prossimi mesi, questa utopia così concreta potrà farsireale e aprire la strada alla ripubblicizzazione dell'acqua nel Paese.Francesco Nannetti

del Coordinamento piemontese per l’acqua pubblicawww.acquabenecomune.org

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36 anno 25° febbraio 2009 n°1

In libreria

Autrice: Veronica PrampoliniDONNE AFFETTE DAENDOMETRIOSICasa Editrice: MAMMEONLINE

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Una di queste èla Sindromedi WilliamsL a Sindrome di Williams (WS) consiste in un disor-dine neurocomportamentale congenito. Non è eredita-ria, non è causata da fattori medici, ambientali opsicosociali ma piuttosto rappresenta "un caso". E'abbastanza rara, presentandosi una volta ogni 20.000nascite. La WS interessa diverse aree dello sviluppo tra cuiquella cognitiva, comportamentale e motoria. La maggiorparte dei neonati WS manifestano coliti nel corso dei primimesi di vita e forti difficoltà nel dormire. In alcuni casi(normalmente nel corso del primo anno e solitamente all'im-provviso) tali disturbi spariscono e i bambini cominciano adormire meglio e a diventare "bambini felici". La causa ditali disturbi non è ancora perfettamente conosciuta e po-trebbe essere dovuta a una specie di mal di stomaco. Que-sto periodo è, ovviamente, particolarmente stressante per lafamiglia. Riguardo lo sviluppo motorio, i bambini WS nor-malmente cominciano a camminare in ritardo. Ciò è spessodovuto ad una combinazione di fattori quali il coordinamen-to, l'equilibrio e la forza. Per gli stessi motivi i bambini ten-dono ad avere anche difficoltà nella motricità fine fin daiprimi mesi di vita. Da un punto di vista cognitivo esiste unaforte diversificazione tra individui. Alcuni bambini mostra-no livelli di intelligenza medi o leggermente al disotto dellamedia associativa difficoltà di apprendimento. Molti bambi-ni sono al limite dei ritardo lieve e alcuni sono ad un livello diritardo 1,1 1,1 io. In particolare, la maggior parte dei bam-bini mostrano una differenziazione significativa nello svilup-po delle capacità relativamente alle diverse sfere di appren-dimento I bambini WS sono normalmente socievoli e comu-nicativi fin dall'infanzia pur non utilizzando il linguaggio; essisi esprimono attraverso il viso e gli occhi e, eventualmente,con i gesti. Cominciano a parlare più tardi di quanto ci siaspetti e, nonostante l'estrema variabilità dei casi, solo dopoi 18 mesi cominciano a parlare usando parole singole. Pos-sono mostrare facilità nell'apprendere canzoni, manifestan-do una buona memoria uditiva e senso musicale. Molti bam-bini WS cominciano a formare frasi a circa 3 anni, il linguag-gio migliora e continua ad evolversi a partire dai 4 o 5 anni.

28 febbraio 2009Giornata delleMalattie RareOltre 5000. Sono le malattie rare, che in Italia colpi-scono circa un milione di persone. I dati sono pochi, imedici spesso non le conoscono e non le sanno né indi-viduare né curare, i farmaci sono pochissimi perchénon costituiscono un business interessante per le azien-de farmaceutiche.Spesso vengono diagnosticate nell'infanzia, a volte dopoanni in cui la famiglia e il bambino hanno vagato daun medico all'altro senza avere risposte.Sono quindi la caparbietà e la determinazione dei ge-nitori o dei famigliari a fare la differenza con ricercheestenuanti su internet, sulle pubblicazioni scientifiche,con i contatti con altri rarissimi malati. Così sono nateoltre duecento associazioni solo in Italia.

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anno 25° febbraio 2009 n°1 37

Medicine,businessin pillole

il “ solito”dottor Paolo

Cornaglia Ferrarisdenuncia

la "Casta bianca"

dalla quale si evince che i primi - promo-zione, pubblicità - sono oltre il doppiodei secondi. Il paziente, pz, è servito.Per la logica del massimo profitto, il pro-cesso di approvazione dei farmaci (ne-cessario per ottenere la licenza di vendi-ta), si è andato restringendo, passando dai27 ai 15 mesi, a scapito della sicurezza(ultimo clamoroso scandalo quello delViox, ritirato dopo cinque morti per in-farto). Sempre per la logica del massimoprofitto, la prima regola per le case far-maceutiche è di avere un mercato sicuroper ogni farmaco inventato. "In altre pa-role deve esistere un numero di consuma-tori sufficiente in Paesi capaci di pagare(inutile inventare un antimalarico o unantitubercolare, per esempio, perché imalati ci sarebbero e anche tanti, ma sonopoveri e pagano poco)".La seconda regola è che il farmaco "deveessere in grado di produrre guadagni en-tro i vent'anni in cui le leggi sui brevetticoncedono l'esclusiva, perché per tuttoquel periodo si può fare il prezzo che sivuole". Elementare, devono esserevent'anni di grande consumo, forza medi-ci, sotto a prescrivere.La terza regola è la "strategiaantigenerici", e le major farmaceutichesono straordinarie nell'inventarne sempredi nuove e fantasiose; perché, sapete, te-nere i generici (che costano molto, moltomeno) fuori dal mercato, "ha un valorenotevole", in termini del famoso fattura-to.La pubblicità è l'anima delle medicine. Ela pubblicità viene pagata dal Ssn e dachi compra. Infatti, "il prezzo del prodot-to finale aumenta in ragione del costo pub-blicitario. Lo stipendio dell'omino con laborsa (l'informatore medico-scientifico),pertanto lo pagate voi (cioè noi, ndr), di-rettamente o tramite il servizio pubblico.Nel prezzo sono compresi le vacanze gra-tuite dei medici, i loro regalini, il benes-sere economico dei farmacisti e quello,ovviamente, dei produttori".Il meccanismo è perverso e pericoloso, eil perfido Cornaglia Ferraris ci mette sul-l'avviso. Attenzione, si registra "la scom-parsa dei sani". L'espediente si chiama"abbassamento del confine del rischio",grazie al quale persone sane diventano arischio, così si possono vendere loro ifarmaci anche quando non servono (peresempio per controllare la pressione, chenon è da controllare affatto). L'espedien-te grazie al quale aumenta il numero deipazienti da trattare e, con esso, il numerodi pillole vendute, esami eseguiti, visitemediche, controllo radiologici, ecc. "Sifabbrica un numero enorme di sani checonsumano come malati", e questo "dis-sangua le Asl, gonfia le liste d'attesa,medicalizza anche lo starnuto". Ma fa tan-to, tantissimo cash.Dicesi medicina-mercato.

Maria R. Calderonidal quotidiano Liberazione

Fate vita sana non ammalatevi. Cosìeviterete di incappare troppo spesso inmedici e medicine, due eventualità una più"pericolosa" dell'altra. Perciò è quasi unkit di sopravvivenza questo libro di Pao-lo Cornaglia Ferraris - "La Casta bianca.Viaggio nei mali della sanità" , Mondadori,pag. 263, euro 16 - che ci mette in guar-dia: uomo avvisato mezzo salvato (nelcaso in senso letterale...). Un libro di pas-sione e disgusto, un pamphlet condottoall'arma bianca e che non fa prigionieri,sotto accusa è l'intero sistema sanitarioitaliano. Che, beninteso, "è un bene pre-zioso, ma si è ammalato". Di lottizzazione,aziendalizzazione, speculazione, logica diprofitto. Detto in soldoni sanità anchecome business. Macro-business.Partiamo dai numeri. Il Ssn è un'enorme,portentosa macchina, che macina qualco-sa come 13 milioni l'anno di ricoveri inospedale, 79 milioni di giornate didegenza, 4 milioni e 700 mila interventichirurgici. Tanto per fare un esempio, nel-la sola Roma, tre milioni di abitanti, nel2007 sono state eseguite cinquecentomilarisonanze magnetiche nucleari (in praticauna persona su sei, neonati inclusi).Quanto a medici, in Italia ne abbiamo adabundantiam, siamo nella top ten, al sestoposto, distanziando Paesi come Stati Uni-ti, Germania, Francia e toccando il dop-pio rispetto all'Inghilterra (invece perquanto riguarda il numero di infermieri permille abitanti, con poco più di 5, precipi-tiamo al quarantesimo posto, dietroTurkmenistan e Kazakhstan: è una dellemagagne).Appunto, questo gran Sistema sanitariopubblico è malato. Prendete ad esempiol'industria del farmaco. Medici, ammini-stratori di ospedali e industria farmaceu-tica vivono gomito a gomito, a volte trop-po, è "come la "danza del porcospino",prima o poi ci si punge". Va da sé, "i me-dici hanno bisogno dell'industria per pro-gredire, l'industria ha bisogno dei mediciper vendere". Il corto circuito avviene inquesti paraggi.Il libro è chiaro fino alla spietatezza, pur-troppo non ci lascia margini di dubbio.Intanto, si tratta di un giro di denaro enor-me, in campo farmaceutico "gli investi-menti garantiscono profitti giganteschi,secondi solo a quelli di chi compra e ven-de petrolio".La spinta al consumo è altrettanto gigan-tesca, pilotata da colossali mezzi di pro-mozione orientati al grande pubblico e aglioperatori sanitari. Ne esce - è scientifi-camente provato, anzi - che è l'industriafarmaceutica a influenzare il comporta-mento di singoli medici, di gruppi e per-sino di istituzioni".Dicesi promozione commerciale, bellez-za. "Si tratta di condizionamenti diretti,indiretti, evidenti, subdoli, comunque tut-ti studiati a tavolino per minare l'integritàe l'indipendenza della medicina a favoredel fatturato".

"A favore del fatturato": una frase minac-ciosa. E purtroppo rispondente al vero.Spiega l'autore: "I risultati di questa stra-tegia sono tali per cui, per ogni dollaroinvestito in marketing, se ne ricava uno emezzo. Tali effetti si ottengono "curando"i medici e inducendoli a prescrivere".Impresa che riesce con grande successo,visto il dilagare del metodo "ricetta faci-le", delle prescrizioni che si moltiplica-no come i pani e i pesci. Già, "curarti sem-pre, guarirti mai". Insomma, tra medici,ospedali e industria farmaceutica ci cor-re un bel conflitto di interessi (e in mezzopurtroppo ci siamo noi, i cosiddetti pa-zienti, "pz" nelle cartelle clinicheospedaliere).A prova provata dell'accusa lanciata, apag. 52 è pubblicata una tabella che farizzare i capelli, riguardante i costi di pro-mozione e quelli di ricerca e sviluppodelle maggiori industrie farmaceutiche(Pfizer, Glaxo, La Roche, Squibb, ecc):

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38 anno 25° febbraio 2009 n°1

ThyssenKruppstorie di sangue, operaio

in libreria

Le vittime di malattie congenite oacquisite, traumi psichici, incidentisul lavoro e stradali, tumori

"LA TERZANAZIONEDEL MONDO"Sono 650 milioni i disabili nel mondo,oltre il 10 per cento della popolazione glo-bale. Tutti insieme popolerebbero la terzanazione del mondo dopo Cina e India. InItalia, sono circa sei milioni, la seconda re-gione dopo la Lombardia. Sono le vittimedi malattie congenite o acquisite, traumipsichici, incidenti sul lavoro e stradali, tu-mori. L'handicap non solo coinvolge moltepersone, ma riguarda tutti poiché le sue cau-se stanno nei rischi, nelle fatalità, nelle ca-sualità cui sono soggette le nostre esisten-ze.Proprio perché la temiamo, rifiutiamo ladisabilità, la sua vista ci disturba e ci in-quieta. L'handicap è un trauma che scon-volge i corpi, le soggettività, le relazionidegli individui e del mondo circostante.L'handicap è lutto della perdita della "nor-malità", non una menomazione, ma una spe-cifica condizione umana. Ma non esiste han-dicap senza sguardo sull'handicap.

Siti di utilità sociale e professionali consigliati da Lavoro e Salute> Lega Italiana Lotta all'Aids www.lila.it > medici terapia intensiva www.timeoutintensiva.it> Psichiatria www.psichiatriademocratica.com > scienza e studi sanitari www.isde.it> associazione disabili www.disabili.com > lotta alla malasanità www.malasanita.it> sicurezza sul lavoro www.diario-prevenzione.it > Lega Italiana Osteoporosi www.lios.it> lotta al mobbing www.stopmobbing.it > Associazione Esposti Amianto www.arpnet.it/aea > medici e infermieri volontari www.ambulatoriopopolare.org

Matteo Schianchi, laureato inStoria contemporanea, ha stu-diato presso l'Ecole des HautesEtudes en Sciences Sociales diParigi. Svolge attività di ricer-ca storica e lavora come tra-duttore di saggistica. Ha par-tecipato agli Europei e ai Mon-diali di nuoto con la naziona-le italiana di sport disabili.

Questo sguardo è pieno di rifiuto, pregiudizi, pietismo provatidai "normali" sui disabili e dai disabili su se stessi: qui si cre-ano e si alimentano il rifiuto e l'emarginazione. Uno sguardostigmatizzante che in realtà ha profonde radici psicologiche eculturali.Lo stato sociale è ancora insufficiente, nella prevenzione e nel-le risposte alle forme di handicap, e dovrebbe rifarsi alla re-

cente dichiarazione Onu deidiritti dei disabili, non anco-ra ratificata dall'Italia.Le po-litiche sono incentratesull'assistenzialismo, ma han-no buchi strutturali che fannodell'integrazione una chime-ra: barriere architettoniche,risorse insufficienti, leggiparzialmente applicate, nes-suna fornitura di strumentipsicologici per affrontare iltrauma. Questi deficit contri-buiscono a sommergere idisabili nelle difficoltà quo-tidiane, nelle solitudini, nel-le forme di povertà, in vitecompletamente sacrificate al-l'handicap.

AURORA

via Principe Tommaso 12(San Salvario) Torino - 011658080

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anno 25° febbraio 2009 n°1 39

Anno XXIIII Periodico fondato e diretto da Franco CilentiGratuito, finanziato da promotori e lettori - Redazione: [email protected] di redazione Franco Cilenti, Marco Prina, Silvia Falco, Mauro Valle, Roberto Bertucci,Gianluca Visconti, Pierantonio Visentin, Luigi Sulla, Valeria Rolando, Benedetta Frezzotti,Jerry Scotellaro, Michele Diciolla

Suppl. rivista Medicina Democratica Autorizzazione del Tribunale Milano n° 23-19/1/77Registro nazionale stampa (Legge 58/81 n° 416, art. 11) 30/10/1985 Dir. Resp: Fulvio AuroraProgetto grafico, impaginazione e vignette (cile) di Franco CilentiIllustrazioni e vignette a cura di Benedetta Frezzotti “ Benny ” e di Tubal (www.controcorrentesatirica.com)Il materiale originale è riproducibile citando con evidenza testata, data e autore.Posta: Firma e telefono. La firma non verrà pubblicata su richiesta.Numero chiuso in redazione il 15/02/09 Suppl.a M. D. n° 176 Stampato presso PRC Torino via Brindisi 18/c

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la scienzae la ragione

sempre più oscurate dal fanatismo religioso

in combutta con il potere economico

I miracoli verie quelli fintiM ilioni di persone sono state salvate da mortecerta dal dottore olandese, Wilem Kolff, inventoredella macchina da dialisi, morto a 97 anni.Aveva concepito l'idea di ripulire il sangue dallesostanze tossiche, che i reni ammalati non riesco-no ad eliminare, con una macchina rudimentale dalui inventata e costruita con budelli di salsiccia,barattoli delle spremute d'arancia, rulli simili aquelli delle lavatrici, tra lo scetticismo generale,in perfetta solitudine e senza finanziamenti.La cultura laica, quella che non c'è, e che lasciaperciò il monopolio alle superstizioni e alle balledella religione, invece di approfittare di sottoline-are il fatto che la vita la difendono gli scienziati enon i preti, omette totalmente di ricordare questafigura di medico e diricercatore, proprio igiornali avevanoomesso di dare notiziadello sciopero genera-le indetto dalla CGIL.Si elevano chiese esantuari per ospitaremadonni-ne di gesso,come quella diCivitavecchia, sporca-ta di sangue dal suoproprietario, che harifiutato di confronta-re il proprio DNA conquello trovato sullastatuetta, peraltro ve-nerata da queicreduloni pecoroni,addestrati dai preti,che vanno a chiederegrazie. Per chi la sal-vato e salverà milionidi persone, alla sua

morte, il più totale silenzio.E' evidente che la cultura laica è assente in un pa-norama informativo dominato da interessi privatie da una abnorme visibilità della religione, e nes-suno parla in termini scientifici e razionali delleemergenze del nostro tempo, che sono il surriscal-damento del pianeta, la sovrappopolazione, i flus-si migratori, un miliardo di affamati e soprattuttonon si parla delle possibili soluzioni.Capitalismo e religione, alleati di ferro, si sosten-gono a vicenda, perché entrambi hanno bisogno dimasse di ignoranti e di sottomessi, che a testa bas-sa producano e consumino, senza che ci sia biso-gno che usino il cervello, c'è chi lo fa al loro po-sto: i preti e i padroni.Fino a che gli uomini accetteranno come cosa nor-male che ci siano quelli che comandano e quelliche obbediscono, quelli che pensano, progettano,decidono, e quelli che avranno come prospettiva divita di essere al servizio delle macchine, senza al-cuna carriera, buttati fuori in caso di crisi, espostia pericoli per la propria salute e la propria vita,nessun progresso sociale sarà possibile.Questo sistema, queste logiche, questa cultura sonomarce e in fallimento. La crisi è economica, finan-ziaria, morale, ambientale e l'unica cosa che pro-pongono è di ottenere soldi statali per continuare

allegramente il loro ci-clo distruttivo.Un altro mondo è pos-sibile, in cui il "mododi produrre" sia solo oindividuale o familia-re o in cooperativa, equesto modo sia PIC-COLO, legato al terri-torio, senza più la cre-azione di monopoli o diconcentrazioni indu-striali.E' ora che una culturalaica, razionalista, an-tagonista del capitali-smo e della religione,cominci a fare le sueanalisi e le sue propo-ste, possibili, concrete,all'altezza di sostitui-re un sistema marcio efallito.Paolo De Gregorio

italia

e

barbarie

www.controcorrentesatirica.comvignetta del collaboratore di LavoroeSalute - Tubal

2009

25°annodi giornalismodei lavoratori

Pubblicati:192 numeri- 12 n. speciali- 7 n. tematici- 1 referendumnazionale sucontratto sanità- 1 questionarioregionale supiano sanitarioScritto da:1157autori:927 operatorisanità97 sindacalisti22 esponentipolitici111 altriStampate:640mila copie(350mila copiedistribuite inospedali eambulatori )(120mila inluoghi vari)(70mila copiedistribuzionenazionale)

Nel prossimo n°24 anni disottoscrizione

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solo briciole, mance o elemosina.La privatizzazione della sanità pubblica, coni suoi 102,6 miliardi nel 2009 è il nuovo “bot-tino” a cui agganciarsi per salvare il capitali-smo nostrano e con esso le speculazioni fi-nanziarie di banche e assicurazioni.

Dapprima l’annuncio di Berlusconi sulla ven-dita degli ospedali, e di seguito il libro verdedi Sacconi, sono l’esplicito “manifesto” sen-za mezzi termini in cui si apre il percorso allasanità complementare fatta da assicurazioniprivate che spolpano e asciugano risorsepubbliche a scapito del diritto alla salute co-stituzionalmente riconosciuto.

La campagna terrorista degli “imbonitori” ègià partita: inchieste e servizi su stampa e tv,che come nel film già visto sulla previdenza,prospettano catastrofi sociali da qui a 15 –20 anni sulla spesa sanitaria fuori controllo esulla impossibilità di garantire a tutti il dirittoalla salute. Allora dopo la pensione integrati-va, dovrai farti anche la sanità integrativa.

Il passaggio definitivo della demolizione dellostato sociale e del sistema sanitario pubbli-co, sarà compiuto attraverso il federalismofiscale, che metterà a regime il criterio di di-stribuzione delle risorse per via “standard”,mentre si avvia la liberalizzazione dell’eser-cizio dell’intamoenia medica, e quindi perl’intramoenia infermieristica, in cui si spostaulteriormente il campo delle prestazioni dal-l’offerta pubblica gratuita all’offerta privataa pagamento.Sarà questo il passo conclusivo verso una

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THYSSENKRUPPSTORIE DI SANGUE, OPERAIO

L' intreccio politica-sanità pubblica-inte-ressi privati è uno dei mali endemici di que-sta Italia corrotta e corruttibile. E' umanamenteinsopportabile una nuova tangentopoli cheveda coinvolta l'unica parte politica rimastain Parlamento che, per natura istituzionale,dovrebbe essere esente da questi peccati.

Di fronte a questo stato di cose, noi opera-trici e operatori della sanità e della salute intutti i luoghi e gli aspetti della nostra vita quo-tidiana percepiamo l'irrinunciabile dovere diadoperarci affinchè il più significativo dei ser-vizi pubblici possa affrontare il processo dirinnovamento e adeguamento alle reali esi-genze della popolazione, in particolare nel-l'applicazione delle politiche di prevenzionenegli ambienti di vita e di lavoro e di tuteladella salute, a partire dai ceti meno agiati edalle persone che vivono in condizioni dimarginalità e di particolare difficoltà, supe-rando le diseguaglianze sempre più grandi.In un settore che così profondamente incidesulla qualità della vita nella comunità, ritenia-mo necessario riprendere immediatamentel'impegno volto a garantire una politica sani-taria che privilegi la prevenzione, l'integrazio-ne e la tutela della marginalità, a partire dallamedicina del territorio, oltreché ad assicura-re una politica del personale che mantengacriteri trasparenti e verificabili direttamente daogni singolo cittadino e dagli organismi poli-tici deputati e dalle associazioni impegnatenella salvaguardia dei diritti del cittadino.È essenziale prevenire altre operazioni stri-scianti che compromettono il ruolo pubbli-co della sanità, creando pericolosecommistioni con il privato e che inevitabil-mente favoriscono interessi individuali e digruppi affaristici.La continua esternalizzazione, senza control-lo né sulla qualità delle prestazioni offerte aicittadini crea questo terreno di commistione.Il bisogno di tutela della salute, che accomu-na tutti, le numerose attività di cura, preven-zione e controllo ad esso connesso e l'altis-simo numero di persone impiegate nei mol-teplici ambiti delle attività sanitarie, fanno dellapolitica di gestione della sanità un importantestrumento di penetrazione in ogni settore la-vorativo, ceto sociale ed in ogni famiglia. Lapartecipazione è l'unico antidoto allamalasanità e alla malapolitica.

Una partecipazione di operatori e cittadiniper fermare la gigantesca manovra economi-co sociale del governo delle destre attraver-so il prosciugamento del welfare per accre-scere la ricchezza di chi già era ricco, la-sciando agli altri, per la loro sopravvivenza,

sanità a due binari: chi avrà le risorse econo-miche potrà avere le cure adeguate con i pro-fessionisti migliori, chi non avrà le risorsedovrà “campare” con l’intervento pubblico,squalificato e inadeguato.

Dunque il modello americano, sarà la via ita-liana alla sanità, quel modello che Obamavuole superare, quel modello che l’Organiz-zazione Mondiale della Sanità, definisce con250.000 morti all’anno negli Stati Uniti la terzacausa di morte dopo le malattie cardiache e itumori. Questo è il modello sanitario sceltodel Governo Berlusconi, che dopo le Tv e imass media potrà dare nuova linfa alle sue,innumerevoli cordate di interessi privati tracui molte assicurazioni, con la partecipazio-ne al sistema sanitario nazionale.

QUINDI, NO:

• alle assicurazioni private• al blocco delle assunzioni del personale eal licenziamento dei precari• al deterioramento delle strutture pubblichee della qualità delle prestazioni• alla riduzione dei posti letto• all’intramoenia• all’esternalizzazione dei servizi collaterali edelle prestazioni mediche

LA SANITA’ PUBBLICA SI DIFENDEE MIGLIORA:• abbattendo i tempi di attesa anche attraver-so l’assunzione del personale tecnico e spe-cializzato, medico e infermieristico per farfunzionare le strutture almeno 12 ore al gior-no

• cancellando il sistema di truffa e corruzio-ne insito nel modello di liquidazione delleprestazioni per DRG (vedere la clinica degliorrori “S. Rita” Milano )

• cancellando l’intramoenia e obbligando imedici alla scelta tra esercizio libera profes-sione e esercizio in struttura pubblica

• introducendo con sempre maggiore insi-stenza l’uso appropriato dei farmaci e in par-ticolare di quelli generici possibilmente inconfezioni monodosi o molto ridotte

• internalizzando i servizi collaterali e alcuneprestazioni mediche precedentementeprivatizzate

• ponendo fine alla gestione monocratica deldirettore generale, che superando il modelloattuale aziendalistico, torni ad una gestionecollegiale e controllata dal basso.

Redazione Lavoro e Salute

PER FERMARE LA PRIVATIZZAZIONE DEL SERVIZIO SANIT ARIO,PER SALVARE LA QUALIT A’ DEL NOSTRO LAVORO

il nostro impegno di “fannulloni”sarà sempre più vitale per la salute

dei cittadini


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