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LICEO DEL COSSATESE E VALLESTRONA LA R AGNATELA · finito un altro anno. I ... LOMBRICO - Anellide...

Date post: 15-Feb-2019
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E’ finito un altro anno. I primini di ieri sono ormai in quinta, pronti a prendere direzioni nuo- ve, ormai maggiorenni e patentati, mentre un piccolo esercito di nuove leve si appresta a sostenere gli esami di terza media. Alcuni saluti a quelli che hanno con- cluso il loro ciclo. Partiamo, per una volta, da Valle Mos- so. Gettando nello sgomento schiere di adolescenti adoranti termina il suo ciclo al Liceo Francesco Barberis: ha fatto tante cose, tutte meritevoli di essere ricordate, dal rappresentante d’istituto, al Dj, ha partecipato a campi di Mani Tese e si è impegnato a favore della LIS, ma non c’è nulla da fare, per molti resterà nella memoria come inarrivabile Mister Istituto. Altri due suoi compagni si sono spes- so impegnati come personalità in rappresentanza della sede, Zanone Andrea e Carollo Carlo (rimasto in carica per ben tre anni come rappre- sentante della Consulta Provinciale). Una menzione anche ad Edoardo Sette, per aver fatto ballare il Liceo ad ogni festa nel ruolo di Dj insieme a Barberis. A questo gruppetto va soprattutto il merito di aver attivamente lavorato Q uanti erano i Liceali alla Color Run? Difficile dirlo ma, a giudicare dalle foto apparse sui social il giorno dopo, davvero tanti. Una nuova moda? Un po’ sì: la voglia di trovarsi per fare festa fa parte della storia umana, così da qualche anno riscuotono particolare successo quegli eventi in cui tutto ruota intorno ad un’idea originale che diventa l’occasione per trovarsi, fare festa, divertirsi: più si è meglio è. In questo numero, alla pp. 6, 7 e 8 vi presentiamo alcuni di queste manife- stazioni capaci di spostare decine di migliaia di persone. Li affianchiamo con due eventi locali che cadono proprio nell’estate 2015, ma che sono di natura del tutto diver- sa. Qui non è la novità ad attirare chi partecipa, ma la storia che sta alle spalle. Sono due tradizioni che hanno oltre 400 anni e proprio la loro vene- randa età è la ragione del loro fascino. LA RAGNATELA NUMERO 4 30 / 01/ 2015 LICEO DEL COSSATESE E VALLESTRONA REDAZIONE RIVOLGERSI A Prof. FERRARO TITIN MARCO Prof. PETTINAROLI CATIA Oppure agli studenti della redazione. Oppure scrivi a [email protected] In Questo Numero 20 anni di storia 2 Una start up 3 L’estate del prof. 4-5 A tutta Europa 6 Poesia 6 E’ qui la festa 7-9 Saluti finali 10 Articolo del Mistero 11 Grazie a... 12 L’invenzione 12
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E’ finito un altro anno. I primini di ieri sono ormai in quinta, pronti a prendere direzioni nuo-

ve, ormai maggiorenni e patentati, mentre un piccolo esercito di nuove leve si appresta a sostenere gli esami di terza media.

Alcuni saluti a quelli che hanno con-cluso il loro ciclo.

Partiamo, per una volta, da Valle Mos-so. Gettando nello sgomento schiere di adolescenti adoranti termina il suo ciclo al Liceo Francesco Barberis: ha fatto tante cose, tutte meritevoli di essere ricordate, dal rappresentante d’istituto, al Dj, ha partecipato a campi di Mani Tese e si è impegnato a favore della LIS, ma non c’è nulla da fare, per molti resterà nella memoria come inarrivabile Mister Istituto.

Altri due suoi compagni si sono spes-so impegnati come personalità in rappresentanza della sede, Zanone Andrea e Carollo Carlo (rimasto in carica per ben tre anni come rappre-sentante della Consulta Provinciale).

Una menzione anche ad Edoardo Sette, per aver fatto ballare il Liceo ad ogni festa nel ruolo di Dj insieme a Barberis.

A questo gruppetto va soprattutto il merito di aver attivamente lavorato

Q uanti erano i Liceali alla Color Run? Difficile dirlo ma, a giudicare dalle foto apparse

sui social il giorno dopo, davvero tanti. Una nuova moda?

Un po’ sì: la voglia di trovarsi per fare festa fa parte della storia umana, così da qualche anno riscuotono particolare successo quegli eventi in cui tutto

ruota intorno ad un’idea originale che diventa l’occasione per trovarsi, fare festa, divertirsi: più si è meglio è.

In questo numero, alla pp. 6, 7 e 8 vi presentiamo alcuni di queste manife-stazioni capaci di spostare decine di migliaia di persone.

Li affianchiamo con due eventi locali che cadono proprio nell’estate 2015, ma che sono di natura del tutto diver-sa. Qui non è la novità ad attirare chi partecipa, ma la storia che sta alle spalle. Sono due tradizioni che hanno oltre 400 anni e proprio la loro vene-randa età è la ragione del loro fascino.

LA RAGNATELA

NUMERO 4

30 / 01/ 2015

L I C E O D E L C O S S A T E S E E V A L L E S T R O N A

REDAZIONE

RIVOLGERSI A

Prof. FERRARO TITIN

MARCO

Prof. PETTINAROLI

CATIA

Oppure agli studenti della

redazione.

Oppure scrivi a

[email protected]

In Questo Numero

20 anni di storia 2

Una start up 3

L’estate del prof. 4-5

A tutta Europa 6

Poesia 6

E’ qui la festa 7-9

Saluti finali 10

Articolo del Mistero 11

Grazie a... 12

L’invenzione 12

A lla fine di una tranquilla riunione con fare com-plice le redattrici hanno

annunciato: lunedì avremo degli ospiti. Inutile per il direttore pretendere di sapere chi sarebbe-ro stati gli ospiti. In risposta solo ammiccamenti e silenzio.

Il lunedì successivo c’era da piegare e un gruppetto tardava: alla domanda: “Ma dove sono?” La risposta è stata: “Vedrà”.

Alle 14.20 arrivano gli ospiti. Tre uomini piuttosto giovani mai visti né conosciuti. Musici-sti (il numero era su quello)? No. Una Start Up (un numero precedente)? Nulla.

I tre, Roberto Costella, Simone Marino, Andrea Zin svelavano allora la loro identità. Erano i fondatori del giornalino “La Ra-gnatela”. Il lettore deve sapere che ogni nuovo redattore era accolto al giornalino con una spiegazione in cui di dichiarava che erano ignori sia i motivi della scelta del nome, sia l’identità dei fondatori del giornalino. Semplicemente “La Ragnatela” a Cossato c’è: nel contempo però veniva sempre lanciata una sfi-da. Se saprete scoprire chi e quando l’ha fondata meriterete un premio.

Adesso ho due redattrici che pretendono un premio. Io ho dei dubbi, ma prima della fine dell’anno deciderò Intanto ecco l’in-tervista ai nostri padri fondatori.

1. - Come vi è venuta l’idea di fondare una redazione al liceo?

Quando abbiamo abbracciato il progetto del giornalino c’era già una redazione (NdR questa affermazione mette in discussione la vittoria del premio). Noi, spinti dal desiderio di fare un qualcosa di più professionale, abbiamo strutturato una nuova redazione pro-grammando degli incontri fissi, e abbiamo rivisto il formato stesso del giornalino con nuovi contenuti e una veste grafica più accatti-vante. Per fare questo, visto che il giornalino non era finanziato dalla scuola, cercammo di autofinanziarci attraverso il contributo di negozianti in cambio di pubblicità.

2. - Ci raccontate perché è stato scelto proprio il nome “La Ragnatela” per il giornalino? Generazioni di studenti se lo domandano!

Il significato del nome “La Ragnatela” si rifà al senso stesso della tela del ragno che è in grado di “catturare” e al web, che in quegli anni stava arrivando in Italia, e al concetto di ipertesto. “La Ragnatela” catturava, come gli spider dei motori di ricerca, come un ragno, ogni curiosità, battu-ta, avvenimento, dell’istituto e dei suoi alunni.

3. - Quanti eravate in origine?

Non è facile ricordare il numero esatto. La redazione era formata da circa una ventina di ragazzi e ragazze di un po’ tutte le classi ed età.

I docenti a quei tempi non parte-cipavano al giornalino come avviene oggi con voi. Era com-pletamente autogestito, nessun professore ci diceva cosa avrem-mo dovuto fare o scrivere, ognu-no curava una rubrica e in più poteva scegliere ulteriori pezzi da scrivere e tematiche da coprire. Ci trovavamo al pomeriggio spinti dalla voglia di stare insieme, di divertirci e di dimostrare che eravamo in grado di gestire un

progetto in autonomia. Tra di noi, ai tempi, c’era anche un fumet-tista che aveva dato vita alla “Divina Commedia” a fumetti. Diver-tente e surreale.

4. - Come era strutturato il giornalino?

Notiamo con piacere che la struttura base negli anni non è cam-biata moltissimo. Vi erano rubriche fisse come l’IPSE DIXIT, i giochi, i libri e i fumetti, per il resto costruivamo il menabò su ciò che erano i temi importanti del momento. Non eravamo ancora così strutturati e maturi come voi oggi. Eravamo convinti che le immagini fossero fondamentali per un buon coinvolgimento dei lettori e seppur con mille difficoltà legate al fatto che 20 anni fa non c’erano le stesse tecnologie di oggi, ne abbiamo sempre stampate parecchie. Avevamo poi messo una cassetta della posta all’ingresso per raccogliere articoli e commenti… ai tempi non c’era ancora facebook o la posta elettronica. E la cassetta della posta permetteva di mantenere l’anonimato delle persone… e il gossip era assicurato.

5. - Quali tematiche affrontavate?

I temi prevalentemente affrontati erano vicende e attività scolasti-che, feste che organizzavamo e musica. Il giornalino però era molto di più. Chi partecipava, poteva apprendere nozioni di infor-matica dai ragazzi più esperti, imparava ad organizzare un proget-to, a rispettare delle tempistiche. Lavoravamo insieme e scopriva-mo che l’aiuto reciproco era fondamentale per ottenere dei risul-tati, facevamo team building tra una pizza e l’altra e senza dover pagare un centesimo!

Per molti, il giornalino scolastico è stata un’esperienza formativa incredibile che ha permesso, non solo di trovare e coltivare delle grandi amicizie, ma di affrontare dei percorsi di vita fondamentali per il futuro ingresso nel mondo del lavoro.

Da aggiungere alla lista anche i sig.ri: Manuel Di Prima e Luca Toniolo che gestivano la redazione e che poi, fortuna loro sono “maturati”.

LEADER - Esponente di un partito così chiamato perche' è noto che si metterà a rubare.

La Ragnatela Numero 4

Francesca e Roberta

LEGGE - Uno dei due carabinieri.

La Ragnatela Numero 4

N egli scorsi numeri

abbiamo affrontato il

tema delle start up,

pubblicando intervi-

ste e articoli per spiegare l’ar-

gomento e informare su questo

mondo che sempre più fa parte

della nostra realtà.

Con un po’ di ritardo ci è arri-

vata un’ultima intervista, quella

a Jacopo Mele, 21enne che fin

da giovanissimo ha avviato una

carriera nell’ambiente informa-

tico delle start up come “digital

life coach”. Non sapendo mini-

mamente di cosa si trattasse il

suo lavoro, gli abbiamo fatto

qualche domanda per scoprirne

di più.

Innanzitutto, in cosa consiste

il tuo lavoro di digital life

coach?

Come digital life coach affianco i dirigenti di primo livello delle

aziende supportandoli nelle scelte strategiche riguardanti la

crescita e l'avanzamento dei business. Importo all'interno degli

ecosistemi aziendali un approccio digitale servendomi di nuovi

strumenti e nuovi professionisti.

Hai solo 21 anni, quando e come hai capito che questa profes-

sione ti interessava e avresti voluto svolgerla?

Sono un digital life coach da quattro anni ed ho pensato di crea-

re questa nuova figura professionale da una necessità di merca-

to. I dirigenti aziendali, infatti, spesso necessitano di figure di

fiducia in grado di plasmarsi in base ai loro obiettivi, utilizzando

il loro linguaggio e traghettandoli nella new economy. Prima di

essere un digital life coach svolgevo consulenze come esperto di

web marketing ma dopo ogni consulenza mi rendevo conto che

il cliente implementava solo una parte della visione che gli for-

nivo. In quel momento ho capito che c'era un problema di lin-

guaggio tra il consulente e l'azienda: i flussi di comunicazione

erano difficoltosi; l’obiettivo veniva raggiunto in modo efficace

ma non efficiente. Funzionava, ma si poteva fare di meglio.

Il digital life coach rappresenta la soluzione a questo gap, è un

architetto del mondo digitale, in grado di guidare l’azienda in

una strategia integrata tra mondo digitale e mondo reale.

Chi ha creduto in te

fin dall'inizio e ti appoggia nel

tuo percorso?

La mia rete. Si tratta delle per-

sone che mi danno fiducia e, al

contempo, mi trasferiscono

know-how. Sono loro che mi

hanno supportato in questo

percorso: professionisti, im-

prenditori, familiari e amici,

con cui ho piacere di scambiare

valore quotidianamente.

Pensi che questo sia

il tuo futuro e continuerai a

svolgere questo lavoro?

Ogni volta che ho cominciato

un nuovo lavoro ho pensato

che lo avrei svolto per tutta la

vita. Iniziando una professione

scopri nuove realtà ed inizi a

sperimentare nuove strade che,

inizialmente consideri seconda-

rie e poi, con il tempo, diventano invece prioritarie sul resto. Ad

oggi, quindi, dopo aver cambiato circa cinque professioni, ho

adottato un approccio differente: pur innamorandomi ogni volta

del lavoro che inizio e pur convincendomi che sarà per sempre,

sono consapevole che con il passare del tempo questo lo cono-

scerò meglio e si evolverà in qualcosa che mi appassionerà sem-

pre di più!

Che tipo di impegno e sforzo richiede la tua attività?

Il mio lavoro é always on, sempre connesso con la mia rete a

scambiare informazioni. Sono guidato da una forte passione ed

è per questo che mi impegno molto di più di quanto dovuto.

Che consigli ti senti ti dare a coloro che come te vorrebbero

intraprendere questo percorso?

Il segreto é questo: prima di dire "voglio fare...", iniziare fin da

subito a provare.

Francesca

LOMBRICO - Anellide abituato a fare la figura del verme.

La Ragnatela Numero 4

Vi ricordate quell’estate in cui…

Ci sono estati di puro riposo, estati di pioggia, estati delu-

denti e, per fortuna, estati memorabili, il cui ricordo resta

per sempre con noi come quel momento in cui è avvenuto

qualche cosa di speciale, qualche cosa è cambiato, si è

trasformato.

Abbiamo chiesto a qualche prof. qual è stata la loro estate

memorabile, cos’è successo, perché si è impressa nella

loro memoria. Ecco le loro risposte.

L'estate che ricordo con piú gioia è quella del 2001

quando, appena laureata, sono andata in vacanza per tre

mesi a Dublino. Lí ho seguito dei corsi di lingua, ma la

cosa piú piacevole è stata la fantastica famiglia che mi

ospitava. Inoltre ho conosciuto tantissimi ragazzi della

mia etá, alcuni dei quali sento ancora. Proprio una bella

vacanza.

Mi ricordo l’estate del 1987, l’anno del mio diciottesimo

compleanno. Sono andata in vacanza con i miei amici in

Umbria, in treno: indimenticabile la sensazione di spen-

sierata libertà, nella consapevolezza di essere finalmente

grande e indipendente.

Rimini 1994, dopo l'esame di maturità. Ero con gli amici, ci siamo divertiti, andavamo a ballare, abbiamo mangiato le pia-dine... sono molto riservato, di più non posso dire! Tra l'altro non mi ricordo più molto bene, sono passati molti anni, ma posso affermare con certezza che è stata una delle più belle estati che abbia mai passato!

Estate 2011, un torrido luglio, Malpensa: si parte per gli USA! Prima tappa New York dove, il giorno successivo ci raggiun-gono due amici. L’America è troppo grande, quindi bisogna fare delle scelte. Il nostro itinerario, dopo la grande Mela, sarà: Cascate del Niagara, Washington, Maine, Boston e poi ancora New York. East Coast quindi: tutto davvero bellissimo, ma in particolare Boston con il suo Freedom Trail, il percorso che la città ha compiuto verso la sua libertà durante la guerra d’indi-

LOCULO - Tomba, sepoltura, così chiamata perchè oggi, per trovare un posto al cimitero, ci vuol fortuna.

La Ragnatela Numero 4

L'estate più bella della mia vita è stata sicuramente quella del

2011 poichè la prima passata con mia figlia, nata alla fine del

2010. Per motivi logistici io e mia moglie abbiamo dovuto

scegliere una meta vicina e quindi siamo andati a Varazze, in

Liguria. Pur non essendo il paradiso a me sembrava di essere

nel posto più bello del mondo solo per il fatto di poter giocare

con la piccola in spiaggia: è stata un'estate veramente indimen-

ticabile.

Non so se è stata la più bella, ma quella in cui sono accadute

più cose è stata l’estate del 1982.

A giugno, appena prima dell’esame di maturità, che allora

iniziava il primo luglio, mi sono fidanzato con la ragazza che

sarebbe diventata mia moglie: a luglio ci telefonavamo e com-

mentavamo i Mondiali di calcio in corso in Spagna ed è in quei

giorni che ho visto per l’ultima volta una partita di calcio dal-

l’inizio alla fine. Italia Brasile 3 a 0, con un’incredibile tripletta

di Paolo Rossi.

Beh, io devo dire che tutte le estati per me sono speciali. Infatti non ce n’è una che ricordi in maniera particolare come “Quell’estate in cui”, principalmente per ciò che la stagione stessa significa: mare, caldo, uno stile di vita più libero e senza orari. Quindi non c’è un’estate più rappresentativa di un’altra, le ricordo tutte con piacere.

La migliore estate per me è stata quella dell’avvincente viaggio coast to coast negli Stati Uniti con un gruppo di amici. Abbia-mo avuto l’occasione di fare moltissime esperienze, incontrare tante persone, insomma, un’avventura dopo l’altra!

La migliore estate che abbia mai passato è stata probabilmente

quella volta che sono andata in Sardegna quando i miei figli

erano piccoli.

Per me la Sardegna era una regione sconosciuta e quando l’ho

visitata sono rimasta impressionata da alcuni paesaggi naturali

che poi ho riportato nei miei dipinti rielaborandoli.

Un’altra vacanza molto interessante per me è stata una settima-na di studi biblici in un monastero, nelle Marche. Mi è piaciuto molto per la ricchezza degli incontri umani.

POPPA - Tetta esposta al vento.

La Ragnatela Numero 4

N ove giorni, un gruppo di ragazzi provenienti da

paesi diversi, cibo, musica, attività ed emozioni. Sono questi gli ingredienti che caratterizzeranno lo scambio interculturale europeo “Becoming EATalian” che vedrà protagonista il nostro liceo nel mese di luglio.

Dal 10 al 18 luglio, un team tutto al femminile (11 ragazze delle classi terze) con la collabo-razione del Comune di Cossato e dell’Ufficio Europa della Pro-vincia di Biella avranno la possibilità di partecipare al progetto e di accogliere circa 40 ragazzi provenienti da Turchia, Serbia e Ungheria che soggiorneranno all'interno dell'istituto.

Tema principale è quello dell’alimentazione e del cibo: non mancheranno sfide culinarie, incontri con professionisti del me-stiere e sicuramente la visita all’EXPO di Milano. Sono previste

uscite sul nostro territorio, che in ambito di cucina sicura-mente ha molto da raccontare, giochi, attività in comunità e momenti di riflessione.

Scopo principale del progetto è quello di favorire la cono-scenza di culture diverse e sarà la musica, con canzoni e balli, uno dei mezzi per pro-muovere i rapporti e le rela-zione con gli altri partecipan-

ti. Lingua veicolare dello scambio sarà l’inglese (a meno che qualcuna delle ragazze parli ungherese o serbo) e dunque sarà anche un’ottima opportunità per sperimentare le proprie abilità linguistiche e comunicative.

Si prospetta un’esperienza indimenticabile ed avvincente, un

ottimo modo per trascorrere 9 giorni

delle proprie vacanze estive.

Anche quest’anno Marta Sola ha partecipato alla Rasse-

gna Nazionale di Poesia e Narrativa della Scuola “Anna

Malfaiera”, a Fabriano. Questa volta non ha vinto, ma ha

“solo” avuto una segnalazione di merito e ha visto le due

poesie che aveva inviato il concorso pubblicate in un li-

bro.

Che dire? Complimenti e avanti così. Noi volentieri pub-

blichiamo il testo intitolato “Occhi Opachi”

OCCHI OPACHI

Occhi opachi,

come vetro appannato

I capelli, fili d’argento.

Il viso segnato,

profondi solchi.

Un bel viso invecchiato,

segno delle tante primavere,

dei tanti risvegli.

Amori, lacrime, sorrisi

non posso che ammirare

io che devo ancora vivere.

Francesca

GASTRONOMIA - Scienza che studia i gas dell'Universo.

La Ragnatela Numero 4

T omorrowland nasce come festival della musica elettro-

nica in Belgio nel 2005; dura tre giorni ed è uno dei

festival più grandi di questo genere. L’entrata è riserva-

ta per i soli 18+, con l’eccezione dei partecipanti che compiono i

18 anni nell’anno del festival.

Un festival dall’atmosfera carnevalesca e dinamica che con i

suoi fondali colorati è stato definito come un "trip in

technicolor".

Ogni anno gli organizzatori investono moltissimo tempo ed

energia addobbando la zona del festival, creando quell’atmo-

sfera speciale che lo caratterizza.

Per dare un esempio, nel 2011 il tema prescelto era

Alice nel paese delle meraviglie, con funghi giganti,

raggi laser, ed una cascata funzionante. Tralasciando

gli addobbi Tommorowland è situata nella magica

Se volete passare due o tre giorni immersi nella musica e con milioni di persone attor-no, il Coachella Festival è ciò che fa per voi. È un evento che si svolge ogni anno alla fine di aprile a Indo, nel bel mezzo del deserto california-no. La prima edizione si è tenuta nel 1999 senza avere molto successo, ma è più avanti, nel 2001, che la gran-de macchina organizzativa ha portato questa manifestazione ad essere un must per le celebri-ties. Forse un po' dimenticata, la vera protagonista di questo

festival è la musica: 24 ore su 24 su sette palchi diversi si esibiscono band dei generi più disparati, dal rock, all'elettro-nico, al pop. Un'altro aspetto fondamentale di Coachella è l'abbigliamento: tutto si tra-sforma in una grande sfilata, a tratti carnevalesca, dove però lo stile che prevale è quello hippie. Insomma, questo festi-val offre la possibilità a tantis-simi giovani di divertirsi,

esprimendo al massimo la propria personalità.

D o v e : L a c i t t à “temporanea” di Black

Rock City, nel deserto

Black Rock in Neva-

da.

Quando: La prima settimana di settembre, con giornata conclusi-

va durante il Labour Day

Cosa: Nato come esperimento, Burning Man ad oggi è uno dei festival americani più noti e

misteriosi al mondo. Con una quota di 380 dollari si ha la possi-

bilità di installarsi per una settimana con tenda, camper, gazebo

o quant’altro, in questa città fantasma, costituita proprio dai

partecipanti all’evento (circa 70.000 ogni anno). Priva di concer-

ti ed ospiti importanti, ciascuno è libero di organizzare la propria

mostra, esibizione o gioco, met-

tendo a disposizione della comu-

nità quanto ha da offrire. Non

esistono moneta o telefoni cellula-

ri a Burning Man, tutto viene ba-

rattato o donato e l’assenza di

ricezione impedisce per una setti-

mana il contatto con il resto del

mondo. La giornata finale si con-

clude con l’enorme falò alla scul-

tura centrale dell’”uomo di legno” alto un centinaio metri, da cui

deriva il nome del festival.

Perché: Un’esperienza irripetibile, da tentare almeno una volta nella vita, basata sulla fiducia e l’aiuto reciproco, il senso di comunità ed il desiderio di evasione e ritorno ad una dimensione più genuina e primitiva.

GERARCA - Nome che avrebbe dato alla sua barca Noè se fosse stato fascista.

La Ragnatela Numero 4

Dove: Barolo, nelle langhe cuneesi

Quando: 17-18-19-20-21 luglio

Cosa: Uno dei festival musicali e letterari più amati d’Italia. Nato nel 2011 l’evento raccoglie ogni anno migliaia di parteci-

panti che, acquistando l’ingresso giornaliero, possono accedere a

tutti i palchi e zone d’incontro allestite in giro per la città. Gran-

di ospiti e prezzi accessibili, per il 2015 collisioni propone un

programma arricchito dalla presenza di Vinicio Capos-

sela, Passenger, Paolo Nutini, Fedez, J-Ax, Sting, Nic-

colò Ammaniti, Alessandro Baricco, Luca Carboni,

Gianrico Carofiglio, Mauro Corona, Cesare Cremoni-

campagna belga circondata dal

profumatissimo verde della natu-

ra.

A Tommorowland gli artisti si

alternano sui quasi 20 palchi di-

sponibili, ognuno con un suo tema

ed un suo stile musicale. Alcuni

sono fissi durante l’intero festival,

altri sono presenti solo a tempo

limitato.

Nei pochi anni della sua esistenza Tommorowland è già uno dei

festival più grandi d’Europa.

Il line-up annunciato fino ad ora include Above & Beyond, A-

frojack, Armin van Buuren, Bassnectar, Benny Benassi, Carlo

Cox, Diplo, Dmitri Vegas & Like Mike, Eric Prydz, Hardwell,

Knife Party, Loco Dice, New

World Punx, Nicky Romero, Steve

Angelo, Steve Aoki, Tiesto, Yves

V, e molti altri.

Il costo dei biglietti è circa 190 €

per il singolo giorno e 490 € per

tutti e tre i giorni! I biglietti vengo-

no venduti solo sul sito ufficiale e

l'anno scorso in due ore sono stati

esauriti i 180mila disponibili ed in

quelle due sono pervenute più di 2

milioni di richieste! Perciò sarà

molto difficile potersi impossessare dei biglietti essendoci "tutto

il mondo" connesso in contemporanea con le solite pretese!

Un'esperienza imperdibile, per gli amanti della musica electro-

hause, e vista la concentrazione di tutti i migliori DJ della scena

mondiale!

(Continua da pagina 7)

A d un altro pubblico (ma forse non è neppure vero) si rivolgono invece le infinite sagre feste che pullulano dal Nord al Sud della Penisola. Ne esistono davvero per

tutti i gusti e quindi vi proponiamo un piccolo quiz. Eccone cin-que. Qual è quella falsa? -Sagra della capra con polenta

Zoagli, Genova. Un appuntamento gastronomico amato dai con-cittadini e dagli amici turisti. Il menù proposto è tradizionalmen-te a base di polenta e capra, la serata viene allietata da intratteni-mento musicale e ruota della fortuna. -Festa del fungo e palio del fungaiolo San Giorgio Piacentino, Piacenza. Festa tradizionale dedicata ai funghi e ai prodotti del sottobosco e au-tunnali. Nel pomeriggio ha luogo il Palio del fun-gaiolo, una gara tra squadre di fungaioli. -Notte verde per la sagra del Pistacchio La notte verde, una notte bianca rivisitata, è al centro della XXV edizione della Sagra del pistacchio. In questo momento l´Amministrazione di Bronte, gui-data dal sindaco Pino Firrarello, è al lavoro per defi-nire programma ed organizzazione, curate nel detta-glio dal vice sindaco Nunzio Saitta

-Sagra degli spiedini di ranocchio Rima San Giuseppe, Vercelli. Ogni anno questa sagra riunisce la popolazione di Rima e dei comuni adiacenti. In mattinata gli anziani del paese cucinano questo antico piatto tradizionale, mentre nel tardo pomeriggio si svolge una competizione al ter-mine della quale verrà premiato il concorrente che riesce ad infilare più rane nello spiedino. -Festival Internazionale del Brodetto e della Zuppa di pesce Fano. Il Festival internazionale del brodetto e della zuppa di pesce coinvolge le 15 regioni italiane bagnate dal mare in appas-sionanti gare a colpi di "brodetto". Ogni cuoco porta una zuppa

di pesce preparata seguendo la ricetta tradizionale del proprio territorio. Cosa avete risposto? Non fa nulla. Avete sbagliato. Non c’è tema improbabile, dall’aglio al cavolo verza, che in Italia non abbia la sua sagra, quindi esistono tutte. Tra le tante italiche tradizioni ve ne raccontia-mo una piemontese, recente, ma di grande richiamo, e due Biellesi, antichissime e che si ripetono da seco-li e secoli.

GIUNTA - Organo di governo che , dal nome stesso, denota l'abitudine a concedere favori solo se viene...unta.

La Ragnatela Numero 4

F ontainemore è un paesino della Valle del Lys ai piedi del monte Mars, al di là della linea delle montagne che delimitano la con-

ca d’Oropa.

Da secoli, ogni cinque anni, nell’ultima settimana di luglio i suoi abitanti rinnova-no una tradizione vecchia di almeno 400 anni; quella della processione a Oropa.

L’avvenimento, molto atteso, coinvolge tutta la popolazione e si ripete con moda-lità che sono rimaste pressoché immutate nei secoli.

Il fascino dell’evento è dato dal fatto che il pellegrinaggio avvie-ne di notte, partendo dal paesino di Pillaz. I valligiani sono vesti-ti con i costumi tradizionali, con stendardi e sandali di legno ai piedi. Sia per gli uomini, sia per le donne è obbligatorio indossa-re un foulard bianco. La salita sotto le stelle è ritmata dalla recita del rosario e dura tutta la notte. Alle sei del mattino, quando ormai albeggia, i pellegrini si radunano oltre il colle della Bar-

ma, alle cinque croci, e iniziano la lenta discesa verso il santuario.

Ai valdostani negli ultimi anni si sono aggiunti sempre più pellegrini affascinati dall’idea di prendere parte ad evento tanto antico. Nel 2010 eravamo circa 3000 a risalire i sentieri nella notte. La camminata è abbastanza impegnativa, ci sono oltre 1000 metri di dislivello da salire e altret-tanti da scendere, resa più faticosa dalle continue soste perché la colonna si muove lentamente e sul sentiero non sono pensa-

bili sorpassi.

Al di là della fatica è difficile non restare affascinati dall’inter-minabile teoria di lucine che avanza nel buio lungo il sentiero; altri momenti suggestivi, destinati ad imprimersi nella memoria, sono quello in cui la colonna di pellegrini, di cui non si vede né l’inizio né la fine, illuminata dalla luce dell’alba inizia la discesa o quello dell’ingresso in santuario, con il bacio della soglia.

D ove: Teatro popolare di

Sordevolo (BI)

più l’arena

all’aperto circostante

Quando: dal 6 giugno al

27 settembre, ogni fine

settimana

Cosa: Come di consueto, ogni cinque anni il piccolo paesino di Sordevolo torna a mettere in scena uno dei più importanti mo-

menti della cristianità, la Passione di Cristo. Con un cast di circa

400 attori dilettanti scelti tra i residenti e centinaia di tecnici

operativi dietro le quinte:

per un’intera estate il comu-

ne si mobilita, trasforman-

dosi in una compagnia tea-

trale. Quest’anno sono pre-

visti, in collaborazione con

numerose agenzie turistiche

internazionali, circa 40mila

spettatori, tra cui un folto gruppo di Statunitensi, dirottati per un

giorno dall’Expo alle Alpi Biellesi.

Perché: Per vivere un’esperienza intrisa di storia e tradizione, in occasione del bicentenario di uno degli eventi più partecipati del biellese.

ni, Carla Fracci, Emis Killa,

Marracash, Fiorella Mannoia,

Nesli, Daniel Pennac, Katia

Ricciarelli, Antonello Ven-

ditti, Renato Zero, Bob

Dylan, Caparezza e molti

altri.

Perché: Per passare qualche giorno immersi nella cultura,

nella buona musica ed in compagnia dell’ec-cellente tradizione culinaria e vinicola cuneese.

GORILLA - Scimmione da discoteca.

La Ragnatela Numero 4

I n lingua Inglese esisto-

no due modi per dire

“casa”.

La parola house fa riferi-

mento all’abitazione in sé:

quattro pareti, un tetto, pos-

sibilmente un giardino e un

balcone per stendere i panni.

Vi è poi un secondo termine

che indica una casa. O, me-

glio, la propria casa. Home

non è uno sterile edificio,

bensì l’insieme di coloro

che ci vivono dentro. È il

caminetto acceso d’inverno,

le lenzuola pulite che profumano di sole, il cane che scodinzola

al tuo arrivo. Home significa sentirsi a casa.

Il giorno in cui ho messo piede nel liceo avevo già una mia

casa. Ero timida e testarda, parlavo nei momenti meno opportu-

ni e poi troppe volte stavo zitta per paura di fare una brutta im-

pressione. Avevo una frangia folta che copriva mezzo volto,

una vocetta ancora da bambina. Ero molto meno sveglia delle

quattordicenni di oggi, capivo forse due concetti di politica, ma

sapevo ben poco sulla vita sociale.

Mi credevo grande, ma non lo ero affatto.

Un giorno un professore mi disse che il Liceo non è come il

mondo reale, bensì una “democrazia relativa”: potrai sempre

esprimere la tua opinione, ma sarà soggetta al giudizio di chi ti

valuta. Sul momento, immatura e caparbia, la additai come

un’ingiustizia. Volevo poter dire, pensare, essere ascoltata e

prendermi la ragione quando sapevo di averla. In realtà la scuo-

la non è un limite alla libertà, ma una sorta di anticamera della

realtà. Serve a forgiarti per affrontare ciò che ci sarà all’esterno,

per la vita adulta che riserverà schiaffi più forti e soddisfazioni

più grandi.

Per questo, ho deciso di impegnarmi per la comunità.

Organizzare feste, fare la rappresentante, scrivere

articoli, alzare la voce quando necessario. Non solo

per me stessa, ma per sentire che il mio contributo

avrebbe potuto rendere qualcun altro consapevole

dell’importanza di questo.

È da cinque anni che

aspetto questo istante.

Cinque anni che pen-

so a quando questo giorno,

questo momento, sarebbe

arrivato. Penso al modo più

giusto, alla maniera più cor-

retta e meno banale per salu-

tare e ringraziare questa

scuola, coi suoi professori ed

i suoi alunni che per cinque

lunghi anni sono stati al mio

fianco. Dietro a queste mura

ho assaporato sorrisi e pianti,

baci e litigi ma soprattutto

sono cresciuta. Ricordo an-

cora il mio primo articolo scritto oramai nel lontano 2010: par-

lava delle mie aspettative; di questo nuovo mondo visto da oc-

chi da primina; dei ragazzi di quinta visti come chissà quali

mostri; del rapporto con i professori; dei genitori e del bene che

ci vogliono; degli amici e delle feste. Ed ora, mi trovo qui cin-

que anni più tardi a salutare tutti e fare un bilancio della mia

esperienza, della mia vita. I ragazzi di quinta che il primo mese

di scuola sembravano così grandi ed irraggiungibili sono diven-

tati i miei migliori amici; con quasi tutti i prof. ho creato un bel

rapporto; gli amici sono andati e venuti ed i genitori, anche se

con battibecchi, sono sempre stati al mio fianco per sostenermi.

In questo cinque anni ci sono state scelte da prendere, alcune

molto difficili ma essenziali ed importanti per il nostro, per il

mio futuro. In questi cinque anni ho conosciuto persone tra

queste mura, che sono diventate essenziali per me e per la mia

vita; sono nati rapporti che spero non finiscano mai. Ma allo

stesso tempo, purtroppo se ne sono andate per sempre dalla mia

vita persone che mai potranno essere sostituite. Oramai noi,

annata del 96, siamo giunti al traguardo, si fa il conto alla rove-

scia, si calcolano i giorni che mancano agli esami finali, le volte

che si dovrà ancora superare il cancello d'ingresso e ci si dovrà

sedere a lezione in quei bianchi bianchi così familiari tra queste

mura gialle scolorite, quei volti e quelle espressioni a noi note,

le domande banali e le risposte ancor di più scontate. Tra poco

tutto questo sarà finito, tra poco verremo chiamati universitari o

lavoratori (si spera) ed il liceo sarà soltanto un lontano ricordo

poiché tutto, che si voglia o meno arriva ad una fine. Tutti noi

aspettavamo questo momento da tanto, tantissimo tempo eppure

GRIGLIA - Sbarre metalliche incrociate che proteggono tutti tranne pesci e polli.

La Ragnatela Numero 4

Quando i genitori mi chiedono, al salone d’orientamento, il

motivo per cui far venire i loro figli qui, potrei partire con una

lista infinita di pregi che il Liceo offre. Ma no, sarebbe inutile.

La prima e a volte unica cosa da dire è che siamo una piccola,

ma gigantesca famiglia.

Ed è stato in questa famiglia, che ha saputo abbracciarmi e so-

stenermi, che sono cresciuta. E a chi pensa che stia diventando

sdolcinata solo perché è il momento degli addii, dico che, inve-

ce, è stata una gran fatica. Ho litigato, pianto, dato testate più

forti di quelle che ho ricevuto. C’è stato chi mi ha capita, che ha

saputo sostenermi con un gesto o una parola, e chi invece dopo

cinque anni ancora mi giudica con lo stesso occhio ostile del

primo giorno.

Ho amato lezioni e gioito delle vacanze e ho sempre percorso il

vialetto dal cancello alla porta d’ingresso senza pentirmi di aver

scelto quelle quattro mura grigie per una parte così importante

della mia vita. Dentro ad esse c’è stato il cuore della mia adole-

scenza.

Quindi ringrazio, ringrazio tutti. Chi mi ha voluto bene per avermi dato la felicità di un sorriso quotidiano, chi mi ha osta-colata, per aver reso i miei obbiettivi più forti, la testa più dura. Ma ringrazio soprattutto la Ragnatela, mia fedele compagna di viaggio, che ha saputo regalarmi un po’ di quella home che mai avrei pensato di trovare, anche nei giorni più bui.

ora che il giorno tanto attesto sta per arrivare ho, in un certo

senso, un po' paura. Non ho mai amato gli epiloghi: l'ultima

pagina di un libro intrigante; l'ultimo giorno di sole estivo in cui

si può andare al mare; salutare una persona cara ed allontanarsi

da lei per sempre. La fine però è inevitabile, tutte le cose belle

prima o poi finiscono. Di conseguenza devi chiudere il libro, ed

iniziarne un altro, chi lo sa magari sarà ancora più avvincente;

arriva l'autunno, cadono le foglie e si alza quel venticello fresco

che la mattina ci pizzica il viso; dici addio. Ora è arrivato que-

sto momento per noi, per me. Oggi dobbiamo salutare e dire

addio per sempre a tutto ciò che da cinque anni fa parte della

nostra quotidianità. È ora di andare avanti. Dobbiamo andare

avanti. É ora di voltare pagina e crescere. Nonostante questo sia

inevitabile ci sono persone, alcune di queste conosciute in que-

sti anni tra le mura liceali, che fanno talmente parte della nostra

vita, che saranno presenti ovunque andremo, anche fosse sulla

luna, loro ci saranno, saranno li al nostro fianco, dentro al no-

stro cuore. Sono quelle piccole voci che nel momento del biso-

gno saranno lì ad indicarci la retta via. Nonostante tutto loro ci

saranno. Ora è arrivato il nostro momento. Quando facevo pri-

ma un ragazzo di quinta il suo ultimo giorno di scuola mi ha

detto che dovevo godermi questi cinque anni di liceo poiché,

anche se non sono stati tutti rose e fiori, non sarebbero più tor-

nati indietro. Oggi rivolgo questo mio invito a tutti i liceali

poiché nel mio primo articolo da primina mi chiedevo se gli

anni del liceo fossero davvero i più belli della propria vita. Beh

ora ne ho la conferma!

Salve ragazzi, è sempre il vostro Umberto

che vi parla, ancora una volta, con altre

verità più o meno allarmanti.

Vi ricordate del misterioso trattore rosso che

prendeva l’erba di cui vi parlai a inizio an-

no?

Ebbene, è tornato. E non da solo: assieme a

lui, c’erano degli uomini in nero, irricono-

scibili perché in incognito, che oltre a di-

sturbare le lezioni delle classi più vicine al

prato, analizzavano l’erba con strani sensori dalle forme vaga-

mente simili a quelle di frustini/tagliaerba, per poter prendere

probabilmente solo la più pregiata per i loro loschi scopi.

Beh ragazzi, la risposta è sempre la stessa, e ormai la conoscete

bene: Illuminati.

Ma oggi non sono qui per questo, perché so che ormai anche voi

vi sarete iniziati ad accorgere di quanto la nostra scuola sia asse-

diata dalla Setta. Sono qui invece per salu-

tarvi e ringraziarvi: è passato un altro anno,

senza che i nostri nemici siano riusciti nei

loro scopi, e anche io l’ho passato qui con

voi, tra sotterfugi e misteri.

Quindi vi saluto e vi auguro una buona

estate, lontana da qui. E non me ne starò

con le mani in mano, potete starne certi.

Anzi, vista la situazione critica e i continui

complotti orditi ai danni di questa scuola,

sto prendendo in seria considerazione l’idea di chiedere rinforzi,

di chiamare altri collaboratori a questa impresa.

E ora vi saluto per davvero. Arrivederci e grazie.

Un abbraccio Umberto.

Umberto

ECCESSO - Toilette esagerata.

La Ragnatela Numero 4

per unire le due sedi. Se oggi sono molto meno lontane rispetto a cinque anni fa, è anche grazie al loro impegno.

Con la 5B se ne va Michele Morani, più volte ai vertici delle olimpiadi scientifiche d’istituto, che si trattasse di matematica o fisica poco importa. Di questa classe anche alcune ragazze che hanno aiutato nello Staff, partecipando attivamente a feste e molto altro (Piga, Barberis, Bovo). Martina Bovo si è fatta poi più volte portavoce del gruppo di Mato Grosso per promuovere raccolte di arance, campi di volontariato e altre iniziative di solidarietà.

Ogni anno c’è però una classe che lascia un buco più grosso delle altre. Non che siano gli studenti migliori e neppure si vuol dare un giudizio di simpatia, anzi, alla 5A e alla 5G da questo punto di vista non manca davvero nulla, ma se il 95% degli allie-vi dice di star bene nella nostra scuola è perché c’è qualcuno che quando è il momento si tira su le maniche e si sbatte per organiz-zare feste, collabora con i rappresentanti, è presente alle serate di orientamento, ecc. Spesso la presenza di un rappresentante fa da catalizzatore, perché è lui a coinvolgere i compagni nelle varie iniziative.

Da questo particolare punto di vista la classe che lascia il buco più grosso è la 5D.

Molti, infatti, quelli che hanno fatto parte dello Staff, alcuni con

ruoli da protagonisti.

Ad esempio a nessuno a Cossato verrebbe in mente di chiedere: “Sai chi è Boano?”

Sarà anche perché è rimasto al Liceo più a lungo del solito, sarà anche perché qualche volta si è fatto notare per performance che i prof. non ricorderanno con nostalgia, ma tutti lo conoscono. Soprattutto negli ultimi anni non c’è stata festa in cui non abbia preso in mano il microfono per animare, far ballare, lanciare slogan; amato o contestato è stato una delle anime della vita del Liceo.

C’è chi poi si è fatto notare meno, come Claudia Di Biase, ma anche lei c’è stata sempre: tranquilla e disponibile, per ogni elezione, giornata di orientamento o servizio si sapeva di poter contare su di lei.

Pietro Pozzati ci ha rappresentati per due anni alla Consulta Provinciale degli studenti e ha collaborato attivamente con lo staff per molte iniziative.

Per il giornalino sarà un buco grosso, certamente non proporzio-nale alla statura, quello lasciato da Giulia Radossi. Nei cinque anni di giornalino ha collaborato con articoli, anche per i giorna-li locali, interviste, pezzi sui temi più disparati con una presenza affidabile e costante.

Ma sono davvero molti nella classe quelli che sem-plicemente c’erano. E’ stato un gruppo importante, ma c’è ancora una persona che dobbiamo citare personal-mente: Alice Pistono. Diffi-cile contare gli articoli che ha scritto per il giornalino, è stata rappresentante, ha saldamente occupato il podio più alto nella classifi-ca degli studenti con le medie più alte, si è pure candidata alle elezioni co-munali dove però non ha vinto, dimostrando di essere umana. L’elenco nel suo caso è incompleto, ma non ce ne vorrà. Non tocca al giornalino celebrare i propri redattori. A lei, e a tutti quelli come lei per cui è valso il motto: “Essere scuola, non solo esserci dentro” va il nostro grazie.


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