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LICEO DEL COSSATESE E VALLESTRONA LA R AGNATELA · mente, la stanchezza si fa sentire. E’ il...

Date post: 09-Jul-2020
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LA RAGNATELA NUMERO 1 30 / 10 / 2014 LICEO DEL COSSATESE E VALLESTRONA REDAZIONE RIVOLGERSI A Prof. FERRARO TITIN MARCO Prof. PETTINAROLI CATIA Oppure agli studenti della redazione. o contattaci su facebook Che ci piaccia o no la mastodontica e sofisticata LIM è ormai presente nella maggioranza delle classi qui al Liceo, il che significa doverci fare i conti. Docenti, mettete da parte l’orgoglio e scoprite con questo test qual è il vostro livello di LIMbambimento! Continua a pag. 6 Q uattro ragazzi del Liceo Si- mone Azeglio, Comoli Sofia, Raveane Giulia, Trabbia Corinne poco dopo l’esame di maturità sono partiti per una fantastica e- sperienza a Malta. Qui i ragazzi hanno in un primo momento fre- quentato due settimane di scuola in inglese e poi lavorato per otto settimane in settori differenti. Tut- to questo spesato poiché i parteci- panti erano i vincitori del concorso “Master dei Talenti” progetto che premia i ragazzi meritevoli, socie- voli, con spirito di adattamento e muniti di certificazioni. SOFIA C. La mia esperienza a Malta è stata stupenda. Ho cono- sciuto un sacco di persone e sono cambiata davvero. Sono cresciuta, sono più sicura di me e ovviamen- te contenta. Ho alloggiato con Giulia in una casa famiglia, i nostri genitori si chiamano Rose e Ronny e avevano due cani e un pappagal- lo. Sono stati veramente la fami- (Continua a pagina 11) Q uest’anno sono quattro gli studenti di quarta che hanno scelto di passare alcuni mesi o un intero anno scolastico all’estero. Come sta andando la loro esperien- za? Cosa li ha spinti a partire? Cosa gli manca di più dell’Italia? Ecco le loro risposte alle nostre domande. Antonio Casoli 1) La mia avventura é iniziata quando mia mamma mi ha propo- sto questa esperienza, che lei aveva fatto da giovane e ne era rimasta favorevolmente colpita; io ho ac- cettato e dopo una valanga di test e documenti e incontri etc, ho avuto l'ok. Il 22 Agosto incontro a Roma di tutti i partecipanti che partivano quella settimana (500 ragazzi) e ultimo saluto ai genitori; il 23 sve- glia alle 6 e con altri 16 ragazzi siamo partiti alle 11:20 per il Cana- da (9 ore di aereo). Quando siamo arrivati le nostre famiglie ospitanti (Continua a pagina 8) In Questo Numero I nuovi rappresentanti 2 Volti nuovi al Liceo 4 Test - Quanto sei LIM 6 Invalsi 8 Stage di lavoro 10 Dove sono finiti 12 Primi articoli 14 Master dei Talenti 11
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LA RAGNATELA

NUMERO 1

30 / 10 / 2014

L I C E O D E L C O S S A T E S E E V A L L E S T R O N A

REDAZIONE

RIVOLGERSI A

Prof. FERRARO TITIN

MARCO

Prof. PETTINAROLI

CATIA

Oppure agli studenti della

redazione.

o contattaci su facebook

Che ci piaccia o no la mastodontica e sofisticata LIM è ormai presente

nella maggioranza delle classi qui al Liceo, il che significa doverci fare i

conti. Docenti, mettete da parte l’orgoglio e scoprite con questo test qual

è il vostro livello di LIMbambimento! Continua a pag. 6

Q uattro ragazzi del Liceo Si-mone Azeglio, Comoli Sofia,

Raveane Giulia, Trabbia Corinne poco dopo l’esame di maturità sono partiti per una fantastica e-sperienza a Malta. Qui i ragazzi hanno in un primo momento fre-quentato due settimane di scuola in inglese e poi lavorato per otto settimane in settori differenti. Tut-to questo spesato poiché i parteci-panti erano i vincitori del concorso “Master dei Talenti” progetto che premia i ragazzi meritevoli, socie-voli, con spirito di adattamento e muniti di certificazioni. SOFIA C. La mia esperienza a Malta è stata stupenda. Ho cono-sciuto un sacco di persone e sono cambiata davvero. Sono cresciuta, sono più sicura di me e ovviamen-te contenta. Ho alloggiato con Giulia in una casa famiglia, i nostri genitori si chiamano Rose e Ronny e avevano due cani e un pappagal-lo. Sono stati veramente la fami-

(Continua a pagina 11)

Q uest’anno sono quattro gli studenti di quarta che hanno

scelto di passare alcuni mesi o un intero anno scolastico all’estero.

Come sta andando la loro esperien-za? Cosa li ha spinti a partire? Cosa gli manca di più dell’Italia? Ecco le loro risposte alle nostre domande.

Antonio Casoli

1) La mia avventura é iniziata quando mia mamma mi ha propo-sto questa esperienza, che lei aveva fatto da giovane e ne era rimasta favorevolmente colpita; io ho ac-cettato e dopo una valanga di test e documenti e incontri etc, ho avuto l'ok. Il 22 Agosto incontro a Roma di tutti i partecipanti che partivano quella settimana (500 ragazzi) e ultimo saluto ai genitori; il 23 sve-glia alle 6 e con altri 16 ragazzi siamo partiti alle 11:20 per il Cana-da (9 ore di aereo). Quando siamo arrivati le nostre famiglie ospitanti

(Continua a pagina 8)

In Questo Numero

I nuovi rappresentanti 2

Volti nuovi al Liceo 4

Test - Quanto sei LIM 6

Invalsi 8

Stage di lavoro 10

Dove sono finiti 12

Primi articoli 14

Master dei Talenti 11

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1. Perché hai deciso di candidarti?

LUCA: Ho deciso di candidarmi perché mi è sempre inte-

ressato il lavo-

ro di rappre-

sentare un

qualcosa e

comunque è un

lavoro colletti-

vo e non indivi-

duale. Quindi

mi piace so-

prattutto l’idea

di collaborazio-

ne con altre

persone.

ELISA: Sono

sempre stata

tentata a farlo

però la cosa

che mi preoc-

cupava e che

mi preoccupa ancora adesso è il tanto lavoro, però sono

sicura che insieme riusciremo a collaborare. Poi soprattut-

to quest’anno non c’era nessuno che voleva candidarsi e

penso sia un diritto di ogni studente avere un rappresen-

tante di istituto.

SILVIA: Io ho deciso di candidarmi per provare una nuova

esperienza e perché penso sia importante mettersi in gioco

e penso che insieme ce la faremo.

MARCO: Ho deciso di candidarmi innanzitutto perché a

Vallemosso non c'era un candidato e poi era una cosa che

mi interessava già dall'anno scorso.

2. Quali sono i punti principali del tuo programma?

LUCA: I punti definitivi dobbiamo ancora

stabilirli bene. Principalmente l’idea è quel-

la di continuare a fare qualche lavoro di

miglioramento a livello della struttura sco-

lastica e mettere a posto quello che ne-

cessita di essere messo a posto e aggiun-

gere qualche “gadget” alla scuola. Faremo

qualche raccolta fondi (come le magliette da vendere al-

l’interno del liceo) per destinare i soldi a feste e attività di

miglioramento.

ELISA: Cerchere-

mo di essere

sempre disponi-

bili per quelli che

sono anche i

problemi degli

altri studenti

perché il nostro

compito è di

rappresentare gli

studenti perciò

per qualsiasi

problema po-

tranno rivolgersi

a noi.

SILVIA: Anche

per quanto ri-

guarda le feste

cercheremo di portare avanti la tradizione di Cossato,

quindi feste sempre bellissime e insieme alla lista cerche-

remo di soddisfare le vostre richieste.

MARCO: Cercare di riunire meglio la sede di Cossato con

quella di Vallemosso perché essendo una sede distaccata è

sempre un po' lontana.

3. Da chi è formato il Consiglio d’Istituto?

(silenzio per riflettere un attimo sulla risposta…)

LUCA: Nel consiglio d’istituto credo ci sia il preside, vice-

preside e… boh!

ELISA: Preside, vicepreside, coordinatori di classe e rap-

presentanti d’istituto e poi non lo so!

SILVIA: Rappresentanti dei genitori, rappresentanti d’isti-

tuto, preside, vicepreside e coordinatori di classe.

MARCO: Da noi, rappresentanti degli studenti, dalla rap-

presentanza degli insegnanti, dai genitori più la Preside.

Lui: "Non e' colpa mia. Ma purtroppo io mi tengo tutto dentro. E' sbagliato, ma io sono fatto così". Lei: "Stitico?"

La Ragnatela Numero 1

Eccoli qui, freschi freschi, sorridenti ed eleganti, pronti a scen-dere in campo per realizzare i propri progetti, con una bella squadra alle spalle.

Sono i quattro nuovi rappresentanti degli studenti. Chi sono? Perché sono scesi in campo per noi? Quante ne sanno? Eccoli allo loro prima intervista.

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MarcoMarcoMarcoMarco

Francesca e GiuliaFrancesca e GiuliaFrancesca e GiuliaFrancesca e Giulia

Q uando si misura il valore di chi si propone come organizzatore di un

evento? Ho sempre pensato che il momento migliore sia quello in cui i riflettori si sono spenti, quando ormai non agisce più né il desiderio di met-tersi in evidenza, né quello di essere “uno che decide” e, contemporanea-mente, la stanchezza si fa sentire. E’ il momento in cui bisogna prendere la scopa in mano, raccattare l’immon-dizia, pulire lo sporco, lavare dove si è rovesciato qualche cosa di più appicci-coso. Sempre questo momento corrisponde a quello in cui le persone spariscono, affermano di già fatto la loro parte oppure dichiarano, con aria contrita: “Mi spiace, ma devo proprio anda-re”. Quando alla riunione convocata per coloro che volevano dare una mano ad organizzare la festa per i colombiani o desiderava-no entrare sono apparse 40 persone mi sono chiesto come sareb-

be finita. E’ finita bene perché gli orga-nizzatori e le organizzatrici, alla fine hanno preso in mano la scopa e si sono messi a lavorare. Era strano specialmen-te vedere le ragazze in abito lungo, in bilico su tacchi alti 12, 15 o più cm (ma come fanno a non slogarsi una caviglia ogni volta?), con la scopa in mano darsi da fare aiutate da baldi giovanotti con camicia e cravattino. Come sempre quando a lavorare sono in tanti si è fatto anche in fretta e in mezz’ora la palestra

era pulita e si poteva tornare a casa, senza ar-rabbiature e con un punto in più da assegnare ad una festa ben riuscita.

Lui: "L'unica cosa che voglio e' renderti felice". Lei: "La corda e lo sgabello sono di la'".

La Ragnatela Numero 1

4. A chi ti ispiri?

LUCA: A nessuno in particolare.

ELISA: Cercherò di seguire la scia dei rappresentanti degli

altri anni che hanno svolto bene il loro compito.

SILVIA: In particolar modo io sto prendendo come modello

di riferimento Alice perché ha svolto un programma impec-

cabile.

MARCO: In particolare a nessuno.

5. Qual è il tuo motto?

LUCA: Se vuoi fare una cosa devi farla bene.

ELISA: Collaborare insieme.

SILVIA: Vivi e lascia vivere!

MARCO: La vera felicità non sta nell'avere ciò che si desi-

dera ma nel desiderare ciò che si ha.

6. Di una cosa di cui ti vergogni particolarmente

LUCA: Il mio abbigliamento di tre anni fa.

ELISA: Io in prima media! E’ una cosa imbarazzante

SILVIA: Ero in classe con Elisa e confermo “io in prima

media”!

MARCO: Ho i capelli bianchi.

7. Cosa diresti al tuo peggior nemico?

LUCA: Continua a parlar di me che intanto mi fai pubblici-

tà.

ELISA: Stai nel tuo.

SILVIA: Spero che vivrai a lungo per vedere il mio succes-

so.

MARCO: Spero che tu muoia.

8. Qual è la tua marca di dentifricio?

LUCA: Mentadent.

ELISA: Anche la mia è Mentadent.

SILVIA: Mentadent.

MARCO: Antica erboristeria.

9. Chi è il primo ministro britannico?

LUCA: Non è Cameron?

ELISA: Anche secondo me Cameron.

SILVIA: Cameron

MARCO: David Cameron.

(Continua da pagina 2)

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Nome, cognome e materia: Dino Gucciardo, educazione fisica

Dove ha insegnato precedente-

mente? IPSIA di Vercelli

prima impressione sulla scuola?

complessivamente buona

che tipo di alunno era? nella media

ha mai fatto scherzi ai professo-

ri? qualche scherzo accettabile

Nome, cognome e materia? Caterina Bullio - Matematica Dove ha insegnato precedentemente?

Agrario e alberghiero. Prima impressione sulla scuola? Buona, questa scuola mi piace. Che tipo di alunno era? Educata, non rispondevo agli insegnanti e studiavo abbastanza, ma non tantissimo. Ha mai fatto uno scherzo a un suo

prof?

In quei tempi non si usava fare scherzi perché i professori se la prendevano male ed erano molto più severi.

Nome, cognome, materia: Chiara Iorioz, francese

Dove ha insegnato precedentemente? In tutte le scuole superiori del Biellese tranne al Liceo Scientifico Avogadro

Prima impressione? Famigliare

Che tipo di alunna era? Ero timidissima, adesso quasi non mi riconosco più. Facevo la mia parte senza essere secchiona.

Ha mai fatto uno scherzo ai suoi professo-

ri? Si e mi hanno anche sgamata! Avevo un insegnante vecchio di italiano che faceva solo Divina Commedia e che tra l’altro assomiglia-va anche a Dante. Un giorno mentre eravamo in classe che lo aspettavamo (era spesso in ritardo), io e un mio compagno siamo andati alla lavagna e ci siamo messi a disegnare la sua caricatura. Quando avevo quasi finito è entrato il professore cogliendomi di sorpresa e ha visto il disegno che avevo fatto. Pensavo già mi sgridasse o cose del genere invece mi ha detto “Iorioz cancella la lavagna e vai a

sederti!”

La Ragnatela Numero 1

Perchè gli scienziati cercano l'acqua su Marte? Al Discount la danno in offerta.

Nome, cognome e materia? Martina Amosso - educatrice Dove ha insegnato precedentemente? Di solito giro un po’ di scuole, faccio parte di una cooperativa e vado dove mi mandano. Prima impressione sulla scuola? Buona, sono già stata qua due anni fa’, è una scuola tranquilla, non il solito caos! Che tipo di alunno era? Diligente, nor-male. Mi piaceva studiare. Ha mai fatto uno scherzo a un suo

prof? Si! Al liceo nascondevamo i libri a un prof che arrivava sempre in ritardo!

Al rientro, a settembre, ci si guarda intorno per riconoscere i volti nuovi. Chi sono, da dove arrivano, cosa insegnano i volti

nuovi del Liceo?

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Nome, cognome e materia?

Loiacono Dario - fisica Dove ha insegnato precedente-

mente?

Geometri Vaglio Rubens. Prima impressione sulla scuo-

la? Tranquilla e organizzata. Che tipo di alunno era? Tran-

quillo, ma ogni tanto mi piaceva divertir-mi! Ha mai fatto uno scherzo a un suo

prof? No, che ricordi.

La redazioneLa redazioneLa redazioneLa redazione

Nome, cognome e materia: Prof. Paolo Camera (parlando rigo-rosamente in spagnolo durante l’intervista), Spagnolo

Dove ha insegnato precedentemente? Ho insegnato principal-mente in tre scuole spagnole, una a Cadice, la seconda a Murcia e

la terza a Granada. Da quando sono in Italia ho insegnato princi-

palmente all’Itis Q. Sella di Biella

Che tipo di alunno era? I primi anni di scuola ero un alunno modello, sempre attento e seduto al primo banco, poi verso i 9

anni la matematica ha iniziato a diventare la mia bestia nera e da

allora non mi è più piaciuto granché andare a scuola

Ha mai fatto uno scherzo a un suo prof? Molti

La Ragnatela Numero 1

Se Carlo I, Carlo II e Carlo III d'Inghilterra vanno in vacanza sulle Alpi fanno trekking?

Nome, cognome e materia? Riccardo Baggio - Fisica Dove ha insegnato precedentemente?

Artistico a Biella Prima impressione sulla scuola? Io sono un ex stu-dente di Vallemosso, ero nella prima classe di liceo scientifico tecnologico. È una scuola tranquilla, picco-la e pulita. Che tipo di alunno era? Avevo le mie materie prefe-rite che studiavo di più, ma ero un alunno tranquillo. Ha mai fatto uno scherzo a un suo prof? Io no, ma

era tutto molto diverso: gli studenti erano molto più… esagerati, adesso li trovo “annoiati”, cioè, non so mai se durante le lezioni chattano col telefono o altro, e li trovo meno partecipanti.

Nome, cognome e materia: Elena Montaperto - italiano e storia.

Dove ha insegnato precedentemente? All’Alberghiero

Prima impressione su questa scuola? Positiva

Che tipo di alunno era? Tipica studentessa di un liceo classico, ero abba-stanza studiosa.

Ha mai fatto uno scherzo a un suo prof? Si, come pesce d’aprile noi di quarta ci siamo scambiati con quelli di prima!

Nome, cognome e materia: Carretta Irma -filosofia.

Dove ha insegnato precedentemente? ITIS a Biella, a Mosso al professionale e all’alberghie-

ro

Prima impressione su questa scuola? Positiva, è un ambiente tranquillo e accogliente

Che tipo di alunno era? Studiosissima, anche troppo!

Ha mai fatto uno scherzo a un suo prof? Alle superiori no, forse alle Medie.

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Mi sento molto americano. Ho comprato uno gnu e l'ho chiamato York.

La Ragnatela Numero 1

TABELLA PUNTEGGI

Domanda 1: A 4 punti B 2 punti C 0 punti

Domanda 2: A 0 punti B 4 punti C 2 punti

Domanda 3: A 4 punti B 2 punti C 0 punti

Domanda 4: A 2 punti B 0 punti C 4 punti

Domanda 5: A 0 punti B 2 punti C 4 punti

Domanda 6: A 4 punti B 2 punti C 0 punti

Domanda 7: A 0 punti B 4 punti C 0 punti

PROFILI

DA 23 A 28 PUNTI: MASTRO LIM

Complimenti! Se hai ottenuto un punteggio

così alto allora puoi ritenerti un docente soddi-

sfatto. Hai capito che la LIM non è uno stru-

mento da temere, bensì una risorsa illimitata,

forse in parte ancora da scoprire.

Non cerchi disperatamente l’appoggio della lavagna: se in una

spiegazione si rende necessaria la utilizzi, altrimenti sai bene

come fare senza. Nel cercare di includere questo strumento al-

l’interno delle lezioni sei riuscito, fino ad ora, a dare più vivacità

alla didattica. Non ti resta che continuare sulla buona strada!

DA 13 A 22 PUNTI: PIU’ ALLIEVO CHE MAESTRO

Ok la lavagna, ma con calma! Appena arrivata in classe la tua

reazione si è posizionata nella categoria del sentimento sublime:

affascinata ma terrorizzata. Per questa ragione ti sei approcciato

al nuovo strumento, ma fai ancora un po’ fatica ad adattarti a

una didattica che la includa. Non c’è problema, siamo solo agli

inizi e non per forza dobbiamo nascere maestri. Mentre piano

piano ti approcci alla LIM ricorda la regola d’oro: se non sai

come rendere più attiva una lezione cerca insieme ai ragazzi del

materiale fotografico o dei documenti su Internet, è un modo

semplice ed immediato per includere l’informatica nella lezione.

DA 0 A 12 PUNTI: LIMBAMBITO DOC

1) Che cosa significa LIM?

A. Lavagna Interattiva Multimediale

B. Lavagna di Introduzione alla

Modernità

C. Lavagna Impossibile da Man-

tenere

2) A cosa serve una LIM?

A. A non sprecare più gesso

B. A completare la spiegazione

orale con immagini o infor-

mazioni aggiuntive, se neces-

sario

C. A sostituire finalmente il libro

di testo facendo prendere

appunti ai ragazzi

3) Quando non so come compor-

tarmi con la LIM:

A. Lascio stare e mi ritaglio dei

momenti extra a scuola o a

casa per saperla usare meglio la volta dopo

B. Chiedo aiuto ai ragazzi perdendo anche un po’ di tempo

C. Decido di fare di testa mia e, se necessario, uso tutta l’ora

per ottenere quello che voglio

4) Il materiale didattico che espongo con la LIM è:

A. Quello che offre il sito Internet del libro di testo, è così

comodo e non devo preparare nulla!

B. Calma, prima devo accenderla

C. In parte quel che trovo sulla rete, in parte mie presentazio-

ni

5) Dove si trova l’opzione per

calibrare la funzione touch della

LIM?

A. Non esiste questa funzione

B. Avrei dovuto seguire meglio il

corso d’aggiornamento

C. Bisogna cercare nel menù a

tendina a sinistra dell’interfaccia

6) Per rispondere alla domanda

precedente…

A. Ho usato la LIM, naturalmen-

te

B. Ho chiesto a Mauro, il tecnico

C. Non ho capito quale fosse la

richiesta

7) Una presentazione power

point sulla LIM:

A. Ma perché ce l’avete tutti con questa benedetta LIM?

B. È un lavoro che ho preparato con i concetti essenziali in

modo che i ragazzi usino di più la memoria visiva

C. È la trasposizione scritta di

tutta la mia lezione

AliceAliceAliceAlice

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Aiuto, una LIM! Sì, abbiamo decretato che, se hai ottenuto un

punteggio così scarsino, la LIM non è la novità più apprezzata

della stagione. Non è obbligatorio usarla, certo, in questo caso

non si mette in dubbio la qualità dell’insegnamento che, anche

senza lavagna, può essere altissima. Abbiamo vissuto bene senza

fino ad ora, perché cambiare? La risposta è che una LIM, se ben

utilizzata, non può che migliorare ulteriormente la lezione.

Non bisogna fare tutto in una volta, ma a piccoli passi anche tu puoi avvicinarti. Prova ad esercitarti a casa o a ritagliare qua e là

momenti di “formazione”. Ci sono molti docenti esperti che sicuramente sapranno dare qualche consiglio, in più su Internet le guide all’utilizzo sono sempre più numerose. Imparare ad usare la lavagna multimediale navigando sulla rete: come pren-dere due piccioni con una fava!

AliceAliceAliceAlice

Io ho una vita fuori da Facebook, ma non ricordo la password.

La Ragnatela Numero 1

Per il terzo anno consecutivo il Ministe-ro ci ha restituito i dati delle prove In-valsi svolte nel mese di maggio dalle classi seconde.

Purtroppo questa volta c’è stato un pro-blema dei server al momento dell’im-missione dati che ha alterato, completa-mente in italiano e parzialmente in ma-tematica, i risultati della 2B; questo non solo non consente di farsi un’idea dell’-andamento di questa classe, ma ha falsa-to anche i conteggi generali influendo sulle medie d’istituto.

Eliminata la 2B, ci spiace per loro, risulta che il nostro Liceo ha risultati migliori della media italiana dei Licei in Italiano e Ma-tematica, ma in linea con quelli ottenuti dalle altre scuola del

Piemonte e del Nord Ovest in gene-rale.

Tra le classi le migliore di Italiano risultava essere la 2D, mentre per matematica è stata la 2M ad ottenere il dato migliore. In Italiano non ci sono grandi scarti tra i risultati dei vari indirizzi (massimo 74 minimo 72), mentre in matematica, come prevedibile, le differenze sono molto più marcate (massimo 66, minimo 47).

Se il dato complessivo ci conferma come una buona scuola, superiore alla media italiana dei Liceo, va però anche detto che quest’anno il nostro vantaggio si è ridotto da un + 17% a un + 9%.

Nome: Elisabetta Bider Meteria: Lettere Dove ha insegnato precedente-mente? " Ho insegnato per 14-15 anni al Liceo Scientifico Amedeo Avogadro di Biella." Prima impressione sulla nuova scuola: "E' una scuola contenuta rispetto a Biella. Gli spazi sono

più ridotti e l'approccio sia con i colleghi, alcuni già cono-sciuti, che con gli studenti è più semplice e famigliare." Che tipo di alunna era? "Ero un'alunna a cui piaceva molto studiare ed impegnarsi." Ha mai fatto uno scherzo ad un suo professore? "...No..! Però ho scherzato con i professori, perchè il rapporto era disteso, quasi amichevole."

Nome, cognome e materia? Manuela L’Amico - Religione Dove ha insegnato precedentemente?

In diverse scuole medie, al Liceo Sella e all’IPSSAR Prima impressione sulla scuola?

L’impressione è stata molto positiva, i miei colleghi sono cordiali e disponibi-li ed anche con i miei allievi mi pare di aver instaurato un buon rapporto.

Che tipo di alunno era? Non sono mai stata troppo studiosa, ma cercavo di stare molto attenta in classe per avere meno lavoro a casa. Ha mai fatto uno scherzo a un suo prof? Io ho frequentato il Liceo Classico e i miei insegnanti erano molto severi e nessuno si sarebbe mai sognato di far loro uno scherzo. In compenso ne sono stati fatti a me come insegnante, per esempio una volta sono stata incollata ad una sedia.

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ci hanno ac-compagnato a destinazione; io mi trovo a Kingston in Ontario. Non ho sofferto molto il jet-lag, e dopo una settimana ho iniziato la scuola. Io vado alla KCVI (la puoi trovare su internet) ed è piuttosto bel-la, anche per-ché la zona é un campus universitario e quindi la scuola supe-

riore é facilitata grazie all'università. La mia giornata tipo: mi sveglio alle 6:30 (sono mattiniero) faccio colazione con i cereali e alle 7:30 prendo lo scuolabus; alle 8 sono a scuola e dopo aver preso dal mio armadietto ció che mi serve per la lezione ho tem-po fino alle 8:20. Generalmente vado alla biblioteca della scuola a restituire il libro che ho finito il giorno prima e ne prendo un altro (leggo un sacco). 8:20 vado in classe e dopo l'inno canade-se e i vari annunci quotidiani inizio la lezione. Le mie materie sono: Fotografia, matematica, fisica e ginnastica. Ogni lezione dura circa 1:15-1:30 h, e tra l'una e l'altra c'è una pausa di 5 mi-nuti per cambiare classe. La pausa pranzo é dopo le prime due e dura circa 45m/1h.

Alle 2:30 teoricamente prendo lo scuolabus e torno a casa e trascorro il pomeriggio. Teoricamente significa che mi sono iscritto al club di cross country (corsa campestre) e robotica: il lunedì ho robotica, mentre il resto dei giorni finita la scuola cor-ro diversi km, solitamente almeno 6. Ogni settimana c'è una competizione di cross country, quindi invece di andare a scuola corro 7 km, il che non sempre è meglio visto che recentemente il clima non è clemente (questa settimana ha piovuto tutto il giorno e soffiava un vento gelido).

Il clima non è così freddo come lo stereotipo del Canada ma, come ho accennato, recentemente poteva essere più caldo per usare un eufemismo.

Fuori dalla mia finestra vedo il retro del giardino, infatti mi tro-vo in una casa a schiera (il mio indirizzo é 28 Lochinvar road, potete farci una street view). Il cibo é normale, puoi scegliere qualunque etnia che ti piace, comunque il cibo piú generale é il junk food; per le bibite o snack ci sono Starbucks e Tim Hortons ovunque. La cosa che mi ha colpito di più sono gli spazi ampi: poiché il Canada é il nuovo continente tutto é costruito con piú spazio, tutto é piú lontano, tutte le città sono ottimi esempi di ingegneria civile; un'altra caratteristica peculiare del Canada é la sua piattezza: poiché non ci sono grandi rilievi ovunque vai l'u-

nica cosa tra te e l'orizzonte sono gli edifici, che grazie all'enor-me quantità di spazio generalmente sono al massimo a due piani. Sinceramente ciò che non mi piace un granché é il sistema scola-stico americano; non credo di riuscire a spiegarlo ma preferisco imparare 10 materie leggendo sui libri piuttosto che quattro ma-terie personalizzate a semestre in cui gli argomenti sono inse-gnati in tanti modi diversi e tutta la tua scuola superiore mira alla tua futura vita universitaria. Come ho detto non credo di riuscire a spiegarlo, e già che ci sono posso dire che dell'Italia mi manca il pazzo, compressore di programmi, sistema scolastico. A parte questo mi trovo bene; lascerò il Canada il mattino del 17 novembre quindi credo che arriverò la sera/notte in Italia. Un saluto a tutti gli studenti cossatesi, che se sono tanti come l'anno scorso, spero che la scuola non scoppi.

Luca Marafante

1) Sono partito il 23 luglio per Norwich a fare un camp con altro 800 studenti europei, dopo quello sono partito per Denver, CO E alla fine sono arrivato a Wiley, CO dove effettivamente vivo. 2) Sto fino al diploma (fine Maggio penso)

3) Ho bisogno di parlare inglese per un furious lavoro e Magari

La Ragnatela Numero 1

Ma se mi metto la camicia di lino Lino che si mette?

LE NOSTRE DOMANDE

1) Quando e per dove sei partito?

2) Quanto stai?

3) Perché hai deciso di intraprendere quest'avventura?

4) Come ti trovi?

5) Cosa vedi ora fuori dalla finestra?

6) Descrivi una tua giornata tipo

7) Com'è la scuola lì?

8) E il cibo?

9) Qual è la cosa che più ti ha colpito del posto?

10) Cosa invece non ti piace?

11) Cosa ti manca dell'Italia?

12) Saluta gli studenti cossatesi

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sto qua per l'università

4) Mi trovo strabene, qua sono tutti cordialissimi e pronti ad aiutarti.

5) Dalla Mia finestra vedo dei campi enormi!

6) Mi sveglio, vado a scuola fino le 15.30, vado a calcio fino alle 18.30, palestra fino alle 20.00, cena, TV, e letto 7) E’ completamente diversa, abbiamo gli armadietti e cambia-mo classe ogni ora, ci sono le squadre delle scuole e ho A prati-camente in tutte le materie.

8) Sono in una famiglia ispanca quindi mangio molto messicano e non è male ma il cibo della scuola non è cibo.

9) Tutto è enorme, la nostra Big size è la loro small e ho visto certi truck che sono grandi come case.

10) Il sabato sera è abbastanza noioso.

11) Sicuramente famiglia, gamberi e TABINA

12) Per I cossatesi "ciao amici mi mancate tantissimo tutti quanti e le feste come quelle di Cossato non le battono neppure gli Americani!!"

Elena Gioia

1) Sono partita il 20 agosto per Chi-cago dove ho pas-sato tre giorni con altri exchange student prima di arrivare in fami-glia, che si trova nello stato della Virginia ad un'ora in macchina da Washington DC 2) Il programma iniziale è di rima-nere qui un seme-stre, fino al 17 gennaio. Ma sto valutando di esten-dere il mio sog-giorno qui per l'anno intero. È ancora tutto da vedere.

3) Ho deciso di intraprendere quest'avventura prima di tutto perchè sono abba-stanza sicura che il mio futuro non sarà in Italia e quindi voglio migliorare il mio inglese. Ma ce ne sono mille altri, come il fatto di volermi allontanare da determinate persone e dalla monotonia della mia vita in Italia.

4) Senza pensarci due volte, mi trovo da dio. È l'esperienza più bella che potessi decidere di intraprendere. La famiglia è fanta-stica, vivo con tre fratelli che mi fanno diventare pazza, non ho mai un momento di noia. E adesso dopo quasi due mesi che sono qui conosco un sacco di persone e sono tutti fantastici. 5) Dalla mia finestra vedo la piscina della famiglia in cui sono stata mandata. Lo so che siete gelosi adesso

6) Giornata tipo: sveglia alle 6.45, colazione con tutta la fami-glia. Io, il fratello grande e il fratello piccolo alle 7.20 usciamo per andare a scuola. La scuola finisce alle 15.10, dopo scuola

tutti i ragazzi hanno allenamento, compresa me, quindi allena-mento di tennis fino alle 17.30. Il fratello grande viene a pren-dermi a scuola e vado a casa, ceno, compiti e vado a dormire. Su settimana la mia vita non è molto emozionante haha 7) Diciamo che la mia vita scolastica non è proprio la classica americanata dei film. Sono finita in una scuola privata e abba-stanza piccola, ma questo è un vantaggio perchè l'ambiente è molto socievole e dopo un mese e mezzo di scuola conosco già tutti. La scuola inizia alle 8.00 e finisce alle 15.10. È divisa in 6 periodi, tra un periodo e l'altro ci sono 5 minuti in cui vai all'ar-madietto e ti sposti nell'altra classe (ah si, l'armadietto fa schifo! È scomodissimo). 30 minuti di break in cui fanno un'assemblea nel teatro della scuola e 35 minuti di pranzo. La scuola mette a disposizione 4 campi da tennis, un campo da football, uno da calcio, uno da baseball, uno da softball, uno per field hockey e uno per lacrosse, una piscina un palestra per pallavolo e una squadra di cross country. Tutti gli sport qui non sono a pagamen-to e sono tutti relazionati con la scuola. Essendo una scuola pri-vata abbiamo un dress code ben preciso. Diviso in tre parti, due giorni della settimana sono "professional dress day" ovvero ca-micia e gonna o vestito per le ragazze e giacca e cravatta/papillon per i ragazzi. Altri due giorni "regular dress day" in cui noi ragazze possiamo mettere i pantaloni ma assolutamente non jeans con una camicia o una t-shirt ma con la sciarpa. E un gior-no a settimana (venerdi) in cui possiamo andare anche in pigia-ma. Sembra una prigione ma vi assicuro che è strafigo vedere tutti vestiti bene per andare a scuola, e sfiderei qualunque ragaz-za a non voler vedere i propri compagni, giocatori di calcio, in pantaloni eleganti, camicia e giacca haha.

8) Con il cibo mi trovo molto bene, la mamma cucina da Dio e gli hamburger fortunatamente li vedo molto poco.

9) Quello che mi ha piu colpito è che tutti sappiano già chi sono prima ancora che mi presenti. È una città piccola e tutti sanno tutti. "Piacere Elena" "oh si, ho sentito parlare di te. Sei italiana, vai alla Highland e vivi dagli Hazel giusto?" O-MIO-DIO.

10) Sinceramente mi piace tutto haha .

11) Mi spiace per i miei amici ma davvero non mi manca niente. 12) Se siete nel biennio o avete appena iniziato terza siete ancora in tempo per poter intraprendere questa avventura. Chiunque ne avesse la possibilità è un vantaggio da non sottovalutare. La paura di lasciare la famiglia per 6/10 mesi, dopo due settimane che sei via non ci pensi neanche piu. (Sono tre settimane che non sento la mia, oooopssss).

Ciao a tutti ragazzi !

Ps: non preoccupatevi ragazzi della 4E torneró a movimentarvi le assemblee, un bacione.

Elena Cerruti

1) Sono partita il 23 luglio, ho fatto 10 giorni in Vermont e poi sono andata ad Aubrey, Texas vicino a Dallas.

2) Starò qui per un anno scolastico .

3) Per migliorare il mio inglese e per vivere "il sogno americano".

4) Mi trovo molto bene.

5) Ehm... Il giardino nel retro.

6) Alle 6,20 mi alzo, alle 7 prendo il bus e vado a scuola. Le lezioni incominciano

La Ragnatela Numero 1

Non vorrei fare paragoni azzardati, ma io ogni mattina trasformo l'acqua in caffè.

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alle 7,55 e finiscono alle 15,45. Tutti i giorni faccio chimica-

inglese-storia americana-ginnastica-algebra-fisica-giornalismo-yearbook (creo l'annuario della scuola).

7) Non ci sono intervalli, ho solo la pausa pranzo e tutti i giorni si ha lo stesso orario Non ci sono interrogazioni orali, ma solo test e quiz (di solito a crocette) e compiti da fare a casa. I compi-ti valgono il 10% della media, i quiz/laboratorio (lab. per scien-ze) valgono il 30% e i test il 60%.

6) Il più delle volte il cibo non è fresco, si usano molti alimenti in scatola e c'è un fast food in ogni angolo della strada. Preferi-sco il nostro cibo.

9) Ognuno, anche i più piccoli, hanno un paio di stivali da co-wboy.

10) Non mi piace il dresscode della scuola (sono stata messa in punizione per aver messo dei leggins normalissimi).

11) Mi mancano il cibo, le mie amiche, il mio ragazzo, e la Bura ahahaha.

12) See ya soon guys!

D urante le vacanze estive c'è stato

chi, oltre che a divertir-si, fra Stage e Volonta-riato ha pure lavorato. Abbiamo effettuato un sondaggio tra i 38 stu-denti che hanno frequen-tato uno stage di lavoro quest'estate.

Tredici fra questi hanno lavorato presso Istituzioni pubbliche (come comuni o biblioteche), altri sette presso Istituzioni educa-tive (asili, centri estivi, ecc.).

Nell'Industria hanno lavorato sei ragazzi, in banca due e in Ser-vizi (bar, negozi, ecc.) quattro. I restanti sei hanno lavorato in ambiti diversi, fra cui due in hotel. A sette ragazzi è stato propo-sto il luogo dove frequentare lo stage. Ad altri dieci era stato proposto, ma essi hanno poi indicato l’ambito dove volevano lavorare. La maggior parte (ventuno) l’avevano individuato autonomamente.

Alla domanda se l'esperienza fosse stata soddisfacente, la mag-gior parte ha risposto positivamente: per diciassette "Molto sod-disfacente" e per dieci "Soddisfacente". Nove sono quelli che

hanno risposto "Abbastanza soddisfacente", mentre un solo "Poco soddisfacente" e un "Insoddisfacente". Gli stage estivi hanno sod-disfatto soprattutto perché è stato interessante sperimentare il mondo del lavoro secondo una buona parte (ventiquattro), mentre quattro erano soddisfatti perché provando hanno sco-perto indicazioni sulle loro attitudini. La mag-

gior parte si è trovato bene nell'ambito di lavoro (ben ventisette). Due fortunati hanno avuto qualche forma di retribuzione. Due ra-gazzi invece hanno espresso la loro opi-nione dicendo "Ho potuto farmi idee sul

mio futuro piano di studi" e "Ho avuto buoni rapporti con le persone con cui ho lavorato." Ma purtroppo lo stage non ha pie-namente soddisfatto sotto altri aspetti. Infatti secondo otto ragaz-zi è stato faticoso o\e noioso, mentre qualcuno non ha trovato interessante l’attività svolta. Due ragazzi non hanno avuto buoni rapporti con le persone con cui hanno lavorato.

Lo stage non prevede retribuzione. Era quindi prevedibile che per la maggior parte non ci fosse alcun compenso, invece qual-cuno più fortunato ha avuto un minimo riconoscimento, una specie di rimborso spese (sei) e per quattordici la retribuzione è stata addirittura soddisfacente.

Nei suggerimenti offerti dai ragazzi è stato proposto di presenta-re esperienze più coerenti con il percorso di studi degli studenti, oltre che dare una somma simbolica per il trasporto per chi vive lontano ed offrire più scelte in ambiti diversi.

Nel complesso lavorare d'estate può essere un supplizio per qualcuno, ma anche un ottimo modo per fare nuove esperienze.

Se in molte scuole manca la carta igienica ma ci sono i tablet passatemi il libretto di istruzioni.

La Ragnatela Numero 1

IkramIkramIkramIkram

Roberta e FrancescaRoberta e FrancescaRoberta e FrancescaRoberta e Francesca

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"Di mamma ce n'è un'asola" disse il bottone

La Ragnatela Numero 1

glia perfetta, cucinavano da dio ed erano sempre disponi-bilissimi. A parte le prime due settimane di scuola, per il resto ho fatto 8 settimane lavorative alla AVC (Audio Visual Centre) e alla Merlin Library. All'AVC lavoravo nell'ufficio amministrazione, dove facevo ordini, fatture ecc. Mentre alla Merlin (una libreria) chiamavo i clienti al telefono e li servivo al banco. La nostra casa era a Msida mentre la vita serale era a Sliema, circa 2 km di distan-za. Il top delle serate si svol-geva a Paceville, un posto con una discoteca dietro l'altra, ma dopo due volte io mi sono stufata, per cui con il grup-po che abbiamo creato cercavamo di fare qualcosa di alternativo: fumare il narghilè, barbecue sulla spiaggia, poi abbiamo visitato molte bellissime spiagge, in quella di Gozo abbiamo anche dor-mito: la migliore per me è quella di Mellieha. SIMONE A.: L’esperienza maltese è stata sicuramente costrutti-va. In primo luogo 10 settimane sono un periodo abbastanza consistente, per me il più lungo lontano da casa, e quindi per vivere devi riuscire a inserirti nel modo di vivere maltese. Tutto ciò è stato possibile grazie all’ottimo rapporto che io e Corinne abbiamo instaurato con la Host family che ci è stata assegnata: la migliore che potessimo aspettarci. Un altro punto fondamentale è sicuramente la capacità di rela-zionarsi con gli altri, sia a livello lavorativo che non. Fortunata-mente, grazie alla nostra preparazione di inglese e alle prime due settimane di scuola che in qualche modo ci hanno sbloccato, siamo riusciti senza alcun problema a inserirci nel clima lavora-tivo e a stringere amicizie con vari studenti stranieri. Complessi-vamente l’esperienza è stata positiva e se posso dare un consi-glio - da ex studente del liceo- , mi permetto di dire ai ragazzi di quinta di proporsi in gran numero come candidati perché in qualche modo cambierà la vostra vita. GIULIA R.: Rispondo alla richiesta di esporre un breve resocon-to della mia esperienza a Malta, cercando di raccontare in poche righe le fasi principali: a seguito delle prime due settimane di corso di lingua inglese, abbiamo iniziato il nostro stage lavorati-vo, che nel mio caso si è svolto presso l'ufficio centrale del cen-tro sportivo nazionale. Fin dal primo giorno mi sono sentita parte integrante di un grup-po di lavoro solido e ben organizzato che si occupa della gestio-ne di eventi sportivi. Le attività che ho svolto nell' arco delle otto settimane di stage riguardavano diversi ambiti: dall'archi-viazione di curriculum e altri compiti legati alla sfera ammini-strativa, alla promozione di eventi sportivi organizzati diretta-

mente dal KMS (Kunsill malti ghall-isport), o da altri enti e strutture sportive. Il tempo da dedicare allo svago e al divertimento non è mancato, in quanto terminato il nostro turno di lavoro, nel pomeriggio ci organizzava-mo in modo tale da vivere fino in fondo questa fantasti-ca avventura: escursioni alla scoperta di nuove spiagge, visite a musei e palazzi anti-chissimi o ancora gite a bor-do di piccole imbarcazioni per l'esplorazione delle grotte più belle dell'isola; natural-mente non sono da dimenti-care le grandi feste e gli e-venti serali che ci hanno fornito moltissime occasioni

per trascorrere tante serate in compagnia. In conclusione mi sento di consigliare questo progetto a tutti gli studenti che intendono concorrere per poter vivere un'esperienza unica ed appagante sotto tutti i punti di vista: formativo, lavora-tivo e interpersonale. CORINNE T.: L'esperienza maltese per quanto mi riguarda si è rivelata un'opportunità di crescita personale e relazionale con tutte le persone divenute importanti in questi due fantastici mesi. In particolare il rapporto creato con la mia famiglia ospitante con cui ho condiviso emozioni, pensieri, piccoli momenti della loro quotidianità. Mi sono sentita parte di una famiglia che ha saputo starmi accanto e prendersi cura di me quasi fossi una figlia acquisita. L'ultimo giorno di permanenza, io e Simone tornati a casa quasi all'alba abbiamo trovato i nostri “genitori” (così ormai eravamo abituati a chiamarli) ancora sve-gli ad attenderci per salutarci, il mio papà mi ha preparato persi-no il caffè e ha aspettato guardando dalla finestra che il taxi per l'aeroporto si allontanasse, salutandolo dal finestrino con gli occhi pieni di lacrime ho intravisto anche nel suo sguardo una certa commozione. Tuttora siamo in contatto e nonostante la lontananza spero di non perdere questo rapporto solido che sono riuscita a costruire. Ormai è da una settimana che sono tornata, e nonostante due mesi possano apparentemente sembrare infiniti , sono trascorsi veloci nonostante i mille impegni e le diverse attività girnaliere abbiano riempito ogni istante rendendo cia-scun giorno memorabile. Ho conosciuto davvero numerose per-sone relazionandomi con culture diverse e allargando i miei orizzonti, non dimenticherò mai i fuochi d'artificio sparati inin-terrottamente anche durante il giorno, le ore trascorse in pullman per percorrere brevissime distanze, il mio lavoro in piscina da istruttrice e l'affetto dei bimbi a cui insegnavo, le pause di lavoro trascorse nella Capi-tale e ogni giornata diventata parte della mia quo-tidianità e di cui sen-to già la mancanza.

(Continua da pagina 1)

GiuliaGiuliaGiuliaGiulia

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Il Marito. "Quale programma devo impostare nella lavatrice?". E la moglie: "Dipende, cosa c'e' scritto sulla maglietta?". E lui: "University of New York".

La Ragnatela Numero 1

Gorizia

Mediazione Politica: Norbiato Riccardo

Biella

Infermieristica: Russo Claudia, Jagana-than Gajeebah, Stragiotti Sara, Nobili Giulia, Valentini Giada

Ingegneria: Tesser Andrea, Aita Susan-na, Comoli Gaia Sofia, De Rocco Elisa-betta, Pizzato Chiara, Peruzzo Francesca

Mediazione Aziendale: Di Giuso Beatri-ce

Assistente Sociale: Cimamonti Diletta

Venezia

Lingue Orientali: Sangalli Emanuele, Bordin Eleonora, Marchioni Cecilia, Montà Letizia, Bolzonella Tommaso

Novara

Studio Del Turismo: Di Stefano Laura

Ostetrica: Garbaccio Giulia

Chimica Farmaceutica: Sacco Gabriele

Economia: Stasia Andrea

Giurisprudenza: Fadili Asmae

Accademia Delle Belle Arti: Tremolada Jessica

Medicina: Mazzoleni Federica

Milano

Economia: Babbo Valentina

Scienze Della Comunicazione: Gioia Elisa

Mediazione Linguistica: Guasco Giulia

Scienze Linguistiche: Vercellotti Anna

Accademia Del Cinema: Bordignon Simo-na

Scienze Umanistiche per la comunicazio-ne: Marvulli Federica

Informatica: Salaris Mirko

Pisa

Medicina: Costenaro Elisa-

betta

Londra

Fisica e Filosofia: Az-

zoni Susanna

Aosta

Psicologia: Di Leo Sara, Perazzo Carola

Lingue per l'impresa e il turismo: Raveane Giulia

Padova

Psicologia: Leto Barone Marti-

na

Irlanda

Ragazza alla pari: Rosso Ro-

berta

Vercelli

Filosofia: Vanzo Gaia

Filosofia e Comunicazione: Carà Veronica

Torino

Psicologia: Bertuolo Emanuele

Scienze Della Comunicazione: Paracchini Matteo, Valli Va-nessa

Fisica: Azeglio Simone

Lettere Orientali: Baldassarri Jacopo

Economia in Inglese: Rondi Giacomo, Nicolini Greta

Storia: Strobino Matteo

Matematica: Tonanzi Eugenio, Cerutti Giacomo

Ingegneria: Trabbia Corinne

Mediazione Linguistica: Cri-mela Sara, Garbaccio Serena, Ovio Rachele, Zanone Alice

Scienze Educazione: Caccia Sara

Ostetrica: Roncarolo Marghe-rita

Ingegneria dell’Automobile: Corona Serena

Ingegneria dei Materiali: Dalle Nogare Noemi

Ingegneria Biomedica: El Mo-stachrik Sanaa, Malesevic Gorana

Ingegneria Informatica: Nasi

Pavia:

Economia: Bertoglio Elisa

Osteopatia: Mattotea Elisabetta

Fisioterapia: Rosso Andrea

Dietistica: Savini Valentina

Chimica Farmaceutica: Cremonese Lorenzo, Folli Alessio

Orbassano

Teniche della riabilitazione

Psichiatrica: Potenza Jessica

GiuliaGiuliaGiuliaGiulia

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E ora passiamo ai fatti: avre-

te notato che l’erba attorno

alla scuola, quell’erba così alta

che si racconta di alcuni studenti

che si sono persi al suo interno,

senza più lasciare traccia, è stata

finalmente tagliata. Ma la parte

strana viene ora, perché poco

dopo essere stata tagliato nel

prato ha fatto la sua apparizione

un fantomatico trattore rosso, di

cui si sa poco e niente, il quale è

stato lì per un’ora e poco più

prima di sparire. Questo un ve-

nerdì alle ultime ore di scuola, guarda caso la stessa ora nella

quale lo stesso fantomatico trattore era apparso verso giugno

(fatto accennato dal mio Maestro nell’ultimo numero dello scor-

so anno). Fin qui c’era poco e niente su cui ragionare, ma poi il

lunedì successivo c’erano ben sette balle di fieno disseminate in

un ordine casuale (o quasi) per tutto il prato. Il sette, ricordiamo,

è un numero magico e misterioso, fin dall’antichità utilizzato per

questi scopi. Ma le vere domande sono: perché l’erba viene

“imballata” e venduta? E perché

proprio quest’erba? Se ci ragio-

nate un secondo arriverete alla

conclusione più ovvia: gli Illu-

minati, che approfittando della

scomparsa di Adam si sono dati

da fare, e hanno acquistato que-

st’erba per mettere in cattiva

luce il Liceo, in modo che le

famiglie non mandino più i figli

a studiare in un posto dove si

vende l’erba a loschi figuri per

loschi scopi, fare chiudere l’edi-

ficio e comprarlo per i loro oscu-

ri motivi.

Solo voi potete fermare tutto ciò, amici! Come Adam confidava

in voi, anche io lo farò.

Oh, e prendete queste teorie come favole: storie con un piccolo

fondo di verità.

Un abbraccio, Umber-to.

Era geniale, cinese e nano. L'uomo più colto del mondo.

La Ragnatela Numero 1

P iccola autobiografia di Umberto Kadmon, scritta in terza persona perché soffre di crisi d’identità.

Umberto Kadmon nasce all’età di due anni nell’ estremo Sud della parte Est dell’ Italia Nord-Occidentale, a Foggia. A 3 anni e mezzo dice la sua prima parola, “Massoni”, ma i suoi genitori non si preoccuparono più di tanto, infatti il piccolo Umberto amava giocare con i sassi. Già all’età di 17 anni consegue una laurea in Filologia e una in Scienze dell’Occulto. A vent’anni il nostro piccolo complottista riesce finalmente a realizzare il so-gno della sua vita, diventare il più bravo marinaio del Trentino Alto Adige, ma, non essendo un lavoro molto fruttuoso e non sentendosi pienamente realizzato, decide di ritirarsi sulle alte vette della Pianura Padana e adottare uno stile di vita ascetico. Anni dopo viene raggiunto da un tale Adam Giacobbo, che dice di averlo selezionato come suo adepto e che avrebbe il piacere di istruirlo all’arte di scoprire le cospirazioni e tramandarle all’u-manità. Ovviamente Umberto, che aspettava da tutta una vita

questa opportunità lavorativa, accetta. Solo dopo aver firmato il contratto scopre che non è un lavoro retribuito, ma ormai era troppo tardi per rinunciare. Dopo anni passati a fianco di Adam, si appassiona pure lui a complotti e cospirazioni, capisce final-mente l’utilità della sua laurea in Scienze dell’Occulto e soprat-tutto che ha fatto bene a scegliere questa vita, non seguendo quel che gli ripetevano sempre i genitori, che volevano facesse il pizzaiolo. Ora il suo mentore è dovuto partire per una missione importan-te, lasciando così il liceo del Cossatese e Vallestrona in preda agli eventi. Gli studenti non sanno più come spiegarsi gli strani fatti che puntualmente accadono in questo istituto, che potrebbe-ro addirittura passare inosservati. Ha ingaggiato quindi Umberto Giacobbo, investendolo della responsabilità di scoprire i misteri di questa scuola e diffonderli tramite il giornalino “La Ragnatela”.

Umberto KadmonUmberto KadmonUmberto KadmonUmberto Kadmon

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I l calore: la prima cosa che ho sentito appena sono entrata in questa scuola è stato il calore. Quello degli alunni che cir-colavano per i corridoi, dei professori che amano il loro

mestiere, dei bidelli. Mi sono sentita subito a casa ed è anche per questo che ho scelto questo istituto. Il primo giorno di scuola ero tesa come una corda di violino, volevo che tutto fosse perfetto, ma l'unica cosa che provavo era imbarazzo, nei confronti dei prof, dei nuovi compagni, ma soprattutto dei più grandi. Alla

fine è andato tutto per il meglio, i prof ci han-no accolto spiegandoci bene cosa si aspettas-sero da noi, i compagni non si sono rivelati poi così male e io mi sono sentita finalmente parte di qualcosa: alle medie non c'era questo senso di appartenenza ad una scuola, invece qua, al liceo di Cossato, l'ho avvertito subito. Tutto però è più difficile, le cose da studiare

sono più dettagliate, più complicate, richiedono molto più impe-gno rispetto alle medie, ma scegliendo il liceo linguistico avevo già preso atto di queste cose. Subito dopo mi sono state elencate feste, gite, concorsi, attività pomeridiane che questa scuola è solita fare e tra queste mi ha particolarmente interessato il gior-nalino. Ho pensato che fosse una cosa carina a cui prendere parte. Ed eccomi qui, al mio primo articolo, con la speranza di scriverne altri cento.

P er molto tempo avevo fantasti-cato sull'imminente nuovo ini-zio.

Ero agitata e ansiosa perchè avrei finalmente incominciato uno dei capitoli più belli e impegnativi della mia vita: il liceo.

Ero un po' triste al pensiero di non avere più tanto tempo libero. Certo, i tre mesi estivi sono stati molto diver-tenti e spensierati passati a leggere, andare in piscina e al mare e trovarsi con gli amici, ma più si avvicinava la data fatidica e più avevo voglia di iniziare.

Tutto sarebbe cambiato.

Infatti, poco più di un mese fa, è incominciato il periodo di tante prime esperienze. Il primo ingresso in aula magna, la prima lezione di latino, la prima di fisica, la prima di chimica. Poi è stata la volta del primo intervallo, momento di confusione com-pleta, passati solo a cercare i bagni. E anche della prima festa d'istituto, invidiata dal resto delle scuole superiori.

La prima settimana mi sono sentita estranea e anche un po' triste

perchè non conoscevo praticamente nessuno e, non avendo un carattere espansivo, non sono riuscita subito a legare. Penso che l'espressione più giusta per esprimere la mia confu-sione di quel periodo sia proprio "catapultata su un altro pianeta".

Ora la situazione sta lentamente migliorando.

L'ambiente non è più così oscuro e anche i professori hanno acquisito tratti e volti famigliari.

I giorni sono pieni e impegnativi. Le materie sono molto più difficili e gli argomenti sono trattati in modi più specifici che alle scuole medie. Ma d'altra parte non posso aspettermi che sia semplice. Non saranno tutte rose e fiori, per i primini in partico-lare, ma questo dovrà farci crescere e andare avanti sempre con-vinti e sicuri delle nostre capacità.

AuroraAuroraAuroraAurora

La Ragnatela Numero 1

Non ti preoccupare degli alieni. Sono alla ricerca di vita intelligente

E’ tradizione che i nuovi redattori si presentino al giornalino con un articolo, su un tema liberamente scelto, e che questo subisca una pubblica critica. Qualcuno sopravvive a questo metodo un po’ brutale, qualcuno invece lascia frustrato. Quest’anno però

abbiamo dovuto bocciare davvero poco perché i nuovi redattori sono arrivati con dei pezzi utilizzabili e, udite udite, anche scritti in un buon italiano. Dunque c’è speranza per il futuro de “La ragnatela”.

ChiaraChiaraChiaraChiara

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“Le favole non dicono ai bambini che i draghi esistono. Perché i

bambini lo sanno già. Le favole dicono ai bambini che i draghi

possono essere sconfitti.”

- Gilbert Keith Chesterton

Q uando entriamo a far parte di una società entriamo in un

mondo imprevedibile, un mondo che non abbiamo creato

noi ma al contrario ce lo siamo trovato già fatto e abbiamo dovu-

to farcelo andar bene...ma nessuno ci può impedire di trasfor-

marlo e quindi di renderlo migliore. Come cittadini facciamo

parte di un contesto molto complicato e spesso ingiusto ma sta

ad ognuno di noi poterlo rendere migliore; parenti, politici e i

nostri stessi insegnanti ci dicono che è cosa buona e giusta e-

sprimere la nostra opinione anche se non sempre può risultare

facile.

Ogni giorno abbiamo a che fare con un mondo che ha le sue

strane leggi, un mondo che (forse) potrebbe fare a meno di noi,

dove sembra quasi impossibile farsi notare.

Per molti di noi problemi e difficoltà di ogni giorno (i nostri

draghi) sembrano non finire mai, ma questi non sono eterni, si

trova sempre una soluzione e molto spesso il primo passo è pro-

prio quello di dire la nostra.

Come ci fa notare il famoso scrittore Gilbert Keith Chesterton

ogni difficoltà può essere risolta ma sta a noi alzare la voce e

farci sentire. Non tenete le vostre opinioni fra un gruppo ristretto

di amici e conoscenti, fatevi sentire! Allarghiamo la nostra plate-

a! E solo così la voce di

noi giovani avrà il suono

melodico del futuro.

La Ragnatela Numero 1

"Perche' non mi vuoi piu' bene come una volta?". "Perche' ora sono astemio

SaraSaraSaraSara

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1. Anagramma

La pasticceria del corso

Tra i negozi xxxxxxxx, che carina,

accattivante, artistica vetrina!

Cannoli siciliani, sfogliatelle,

xxxxxxxx di frutta e caramelle!

2. Scambio

Quando è troppo è troppo!

Son buono, molto buono, ma non sciocco:

chiedete cose assurde (che pretese!)

ci faccio la figura dell’xyyxkkx

se adesso io m’xkkxyyx anche le spese!

3. Zeppa

Datti da fare

Adesso ascolta me, sta ben attento!

Col xxxxxxx, con la scopa e con la cera

a lucido mi tiri il pavimento:

dev’essere uno xyxxxxxx per stasera!

Quale frase è quella giusta?

1: 8 più 8 FA 15

2: 8 più 8 FANNO 15

C’è un palazzo di dodici piani.

Il primo piano si chiama Gennaio, il secondo Febbraio, il terzo

Marzo, e cosí via fino all'ultimo che si chiama Dicembre.

Ogni quattro piani c'è un pianerottolo. I pianerottoli si chiamano

Primavera, Estate, Autunno e Inverno.

Ogni piano ha almeno quattro terrazze che sono le settimane.

Francesco: io una volta ho avuto 20 di frequenza cardiaca. Gucciardo: è impossibile! Giulio: io invece ce l'ho avuta 45. Gucciardo: a te invece credo, non come a Francesco, che è un Monello al quadrato!

Pettinati: Ma il sughero galleggia nel-l'aria? Rossi: avete qualche idea per il futu-ro? Aurora: lingue Rossi: occidentali? Che ne dite dell'a-rabo? Aurora: nono, è tutta una questione di sputi che non m'attira..

De Lorenzi: perché mancava la cupola del duomo di Firenze? Aurora: perché tanto non pioveva mai De Lorenzi: cosa faceva Maria Mad-dalena? Valerio: era una prostituta De Lorenzi: ed era mal giudicata? Valerio: no perché faceva del bene agli altri! Solesio: ma è "all'avanguardia" o "alla vanguardia"? Zulato: che cosa hanno di simile la fortuna e la donna? Ettore: vanno entrambe con chi ha i soldi

Pettinati: Ho perso il controllo della classe, se mai l'ho avuto. Alice: Stonehenge é a Salisburgo (invece di dire Salisbury) Marta: I would like to be a photograph (invece di dire photographer) Siham nella verifica: Orlando viene ricordato per il suo erotismo (invece di eroismo) Bonamore: la capitale del Liechten-stein è Vaduz...e tornuz!

7 8

8 6 3 4

3 1

7 2 3 4 8 6

9 5

2 4 8 7 6 5

3 1

4 5 6 3

3 2

Lei: "L'amore fa soffrire". Lui: "Sei fortunata. Ti odio".

La Ragnatela Numero 1


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