Date post: | 23-Mar-2016 |
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BenesseredelleGambe
Linea Veniloto
CelluliteLa cellulite non è solo un disturbo estetico, ma rappresenta una vera e propria patologia
del microcircolo, ovvero di quella parte di piccoli vasi che uniscono le arterie alle vene e si
trovano nel sottocute.
La causa risiede in molti fattori, noti da tempo: alimentazione, abitudini di vita, familiarità,
alterazioni ormonali.
Il grado della cellulite va da uno stadio di edema, semplice ritenzione di acqua, fino a
processi sempre più severi e più difficilmente reversibili (aspetto a buccia d’arancia) e
lesioni permanenti (sclerosi), che clinicamente sono evidenti come nodosità dolenti e
dure del sottocute (aspetto a materasso). Spesso queste alterazioni comportano disturbi
diffusi degli arti inferiori, come pesantezza, senso di tensione, edema, dolore e crampi.
Fonte: www.forzanini.it - Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare
CapillariI capillari, correttamente definiti teleangectasie (TLA), sono dilatazioni permanenti delle
venule del microcircolo del tessuto adiposo sottocutaneo alterato dalla cellulite.
Alla base delle teleangectasie c’è un meccanismo di stasi microcircolatoria tipica della
cellulite. La ritenzione idrica svolge un’azione di sovraccarico sui vasi più piccoli che
progressivamente cedono e si dilatano in maniera permanente, rendendosi visibili.
Spesso, ma non sempre, coesiste una patologia varicosa, che va trattata per prima.
La sintomatologia ha una valenza estetica. Raramente qualche capillare particolarmente
esteso può essere sede di microemorragie post-traumatiche o di fastidi (bruciore,
prurito….) di scarsa importanza clinica. Le teleangectasie del piede e della caviglia sono
invece quasi sempre espressione di problemi concomitanti del circolo venoso maggiore
e spesso precedono anche di molto tempo complicazioni cutanee tipiche
dell’insufficienza venosa, quali le dermatiti e le ulcere.
Fonte: www.forzanini.it - Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare
Le varici si definiscono come dilatazioni permanenti della parete delle vene e colpiscono
essenzialmente gli arti inferiori. Il termine “varice” deriva dal latino varus, che significa
ricurvo, piegato.
Ne è colpito in gran parte il sesso femminile, per una questione ormonale e costituzionale
legata agli estrogeni; il numero di gravidanze, l’uso degli anticoncezionali orali, la
ritenzione idrica e il sovrappeso contribuiscono alla formazione delle varici.
La familiarità, il tipo di lavoro, la stipsi cronica sono altri fattori di base che ne favoriscono l’insorgenza.
I sintomi che derivano dalle varici sono: senso di pesantezza e gonfiore delle gambe,
edema dei piedi e caviglie, formicolio, bruciori, crampi, prurito e, non ultimo, il disagio estetico.
Ma sono le complicazioni il vero motivo per cui le varici devono essere trattate: le flebiti,
le trombosi, le embolie polmonari, le emorragie, le infezioni, l’eczema da stasi e le
ulcere alle gambe portano non solo ad un aggravarsi dei sintomi, ma soprattutto a dei
rischi che non vale la pena di correre.
Varici
Fonte: www.forzanini.it - Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare
La gravidanza può favorire l’ insorgenza delle varici per due motivi: la situazione
ormonale e l’ingombro dell’utero gravido. Anche i capillari si dilatano, fino a formare
grosse ragnatele che spesso sono sede di dolori e bruciori.
Alcuni consigli sono sempre validi, a meno che il Ginecologo non ponga
controindicazione specifica: sdraiarsi durante la giornata con le gambe in alto; dormire
con i piedi rialzati, mettendo un cuscino sotto il materasso; camminare con scarpe
comode e leggermente rialzate, a suola morbida e chiuse dietro (non le ciabatte);
possibilmente nuotare o fare ginnastica in acqua.
Un lieve edema degli arti inferiori è normale durante la gravidanza. Ma un improvviso
edema importante, dolori al polpaccio o all’intero arto inferiore, soprattutto in presenza
di varici, non devono essere sottovalutati perché potrebbero essere espressione di
complicanze che vanno trattate nell’interesse della mamma e del nascituro.
Meglio eseguire una valutazione inutile che trascurare una trombosi in gravidanza.
Gravidanza
Fonte: www.forzanini.it - Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare
Numerosi studi hanno confermato che la pillola aumenta il rischio di flebite, trombosi ed
embolia polmonare solo di 1,5 volte in soggetti sani, cioè senza varici.
In alcuni casi, in presenza di varici, la pillola è sconsigliata o addirittura controindicata; si
tratta di situazioni cliniche nelle quali il rischio di flebiti, trombosi ed embolie polmonari
è elevato anche per altri fattori.
In questi casi, prima di prescrivere la pillola occorre eseguire delle analisi del sangue
mirate ad escludere la tendenza del sangue a coagulare.
E’ quindi importante sottolineare al Ginecologo ogni particolare sospetto per patologia
trombotica nella propria storia clinica o nella storia della propria famiglia.
L’Angiologo è poi necessario quando si vogliano eliminare i disturbi dell’insufficienza
venosa derivanti dall’uso della pillola, in particolare quando ci si accorge che, con il
tempo, tendono ad aumentare il gonfiore delle gambe o dei capillari o quando insorgono
vere e proprie vene varicose.
Contraccezione
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Chi soffre di varici, di linfedema e in genere di insufficienza venosa dovrebbe attenersi ad
alcuni consigli di ordine generale:
1. Evitare nel limite del possibile di stare in piedi fermi per lunghi periodi di tempo.
2. Intervallare passeggiate di media durata a periodi in cui sta seduti o in piedi.
3. Camminare il più a lungo possibile.
4. Dormire con gli arti inferiori sollevati di circa 15 centimetri, mettendo un cuscino sotto
il materasso (non sotto i piedi).
5. Evitare forme di calore diretto sulle gambe (stufe,radiatori,bagni eccessivamente caldi).
6. Il sole non è controindicato ! Basta prenderlo avendo cura di bagnarsi frequentemente
le gambe.
7. Usare scarpe comode, con tacco di 2-3 centimetri, a pianta larga, evitando l’uso di
ciabatte e zoccoli.
11. Evitare la stitichezza, che rende difficile il deflusso venoso a livello addominale
12. Evitare l’eccesso di fumo e di caffè che svolgono azione vasocostrittrice sulle arterie,
specie quelle più piccole.
Consigli...
Fonte: www.forzanini.it - Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare
Soprattutto in estate può capitare di sentire le gambe affaticate e pesanti.
I principi attivi contenuti in alcune piante officinali possono essere molto utili nel
contrastare gli inestetismi cutanei della cellulite, soprattutto nelle sue fasi iniziali, sia
favorendo il ritorno venoso, la circolazione linfatica nelle gambe, sia aumentando la
tonicità dei vasi e stimolando la fisiologica attività del microcircolo.
Pensiamo per esempio a Meliloto, Rusco, Centella, Rutina, Escina, Ginkgo Biloba,
piante ricche di principi attivi specifici per il benessere della circolazione venosa.
Rimedi naturali
Meliloto: azione fleboprotettiva, l'effetto principale è quello sul drenaggio linfatico, che è essenziale per assicurare
il ritorno dei liquidi presenti negli spazi extracellulari verso il cuore. Utile nell’insufficienza venosa e linfatica.
Centella: azione protettiva sui vasi venosi, è particolarmente indicata per la cura dell'insufficienza venosa
cronica e delle complicanze delle varici quali varicoflebiti, ulcere varicose e alterazioni della cute.
Ippocastano: azione protettiva sui vasi venosi, dovuta ad un aumento del tono capillare, causato da un
aumento della contrazione della muscolatura liscia della parete dei vasi sanguigni e anche da un aumento
della resistenza e dell'elasticità dei capillari.
Rusco: azione fleboprotettiva nella terapia dell'insufficienza venosa, in particolare di quella a carico degli arti
inferiori e delle emorroidi. Questa azione è dovuta soprattutto ai saponosidi di cui il Rusco è ricco.
Ginkgo Biloba: azione sul circolo venoso, la principale attività attribuita ai flavonoidi di cui il ginkgo è
simile a quella della vitamina P, che diminuisce la permeabilità dei capillari sanguigni e aumenta la loro
resistenza. Trattamento dei sintomi dell'insufficienza venosa e linfatica, quali gambe pesanti, crampi, dolori e
gonfiore alle caviglie.
le piante
Fonte: www.forzanini.it - Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare
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