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Lyceum Club Cremona As. m icr hvo Archivio di Stato di ... · Per la prima volta lHaviazione...

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5 - 14 maggio 2015 Archivio di Stato di Cremona A cura di Fausto de Crecchio e Giorgio Guarneri La satira entra in guerra Archivio di Stato di Cremona Lyceum Club Cremona Ass. Amici Archivio di Stato di Cremona La prima guerra mondiale vista dai caricaturisti
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5 - 14 maggio 2015

Archivio di Stato di Cremona

A cura di

Fausto de Crecchio e Giorgio Guarneri

La satira entra in guerra

Archivio di Stato

di CremonaLyceum Club Cremona Ass. Amici Archivio

di Stato di Cremona

La prima guerra mondiale vista dai caricaturisti

Ancora una volta l’Archivio di Stato ha scelto di offrire ospitali-

tà e collaborazione alla ormai tradizionale mostra di stampa satirica e

umoristica allestita da Fausto de Crecchio e Giorgio Guarneri.

Il tema scelto per quest’anno non poteva che riallacciarsi all’anniversa-

rio della Grande Guerra.

Nessun intento dissacratorio o di poco rispetto verso le migliaia di sol-

dati che caddero al fronte ma bensì solo far conoscere come la pubbli-

cità e la satira operavano e veicolavano le notizie.

Come ben hanno sottolineato i curatori, gli stessi Stati belligeranti uti-

lizzarono i grandi caricaturisti per trasmettere la propaganda relativa

alle vicende belliche.

Angela Bellardi

Direttore Archivio di Stato di Cremona

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Copertina: immagine di Jean Cocteau - 1915

INTRODUZIONE

Per l’Europa, tra luglio ed agosto 1914, tutto cambiò. Dopo un periodo

di pace relativa a partire dal 1870/71, data della guerra franco-prussia-

na, il vecchio continente precipitò in un conflitto ove il progresso tec-

nologico, sviluppatosi nel corso della rivoluzione industriale, da ele-

mento di benessere economico e sociale venne trasformato in stru-

mento di morte.

Per la prima volta l'aviazione divenne un'arma letale, i treni trasporta-

rono in breve tempo gli eserciti al fronte, i carri armati fecero la loro

comparsa sui campi di battaglia, dei cannoni di potenza finora scono-

sciuta vennero utilizzati non solo contro eserciti nemici, ma anche con-

tro civili inermi, vittime anche di bombe incendiarie. I gas divennero un

terribile strumento bellico. Tutte le regole della guerra, ammesso che in

queste carneficine si possa parlare di regole, vennero sconvolte e

durante la prima guerra mondiale le vittime civili divennero preponde-

ranti, come lo furono poi, in misura ancor maggiore, durante la seconda

guerra mondiale e nei conflitti che hanno segnato il passaggio al terzo

millennio.

Il bilancio in perdite umane fu spaventoso. I morti, tra militari e civili,

furono 20 milioni, gli orfani di guerra 9 milioni, le vedove oltre 5 milio-

ni, gli sfollati più di 10 milioni. La popolazione è stata decimata: la Belle

Epoque è finita e dopo la breve parentesi degli “anni ruggenti” il mondo

si avvia verso la grande depressione.

Quando, alla fine della Grande Guerra, vennero firmati i trattati di pace,

la carta d'Europa venne ridisegnata e quattro monarchie plurisecolari

scomparvero, ma molti problemi restarono irrisolti e, venti anni dopo,

scoppiò un nuovo conflitto ancora più sanguinoso.

Nella situazione piena di rischi e di pericoli che noi conosciamo dopo il

terribile attentato alle torri gemelle di New York e la crisi economica e

finanziaria iniziata nello scorso decennio, l'Europa dispone di un formi-

dabile strumento, nato dalla riconciliazione tra gli Stati successiva alla

seconda guerra mondiale: l'Unione europea. Questa costruzione origi-

nale ed audace è il solo modo di far sentire il peso politico ed economi-

co del vecchio continente nella soluzione dei conflitti e per cercare di

mantenere la pace in un mondo ove gli stati nazionali che compongono

l'Europa non possono più essere protagonisti della Storia.

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LA SATIRA ENTRA IN GUERRA

Negli anni compresi tra il 1914 ed il 1918 i caricaturisti parteciparono

allo sforzo bellico mettendo il loro considerevole talento a disposizione

dei rispettivi governi.

Se in precedenza una delle caratteristiche salienti della caricatura era

una critica feroce contro gli uomini politici, ora i caricaturisti, salvo rare

eccezioni, si trasformano nella punta di diamante della propaganda

nazionale contro i nemici, sempre rappresentati con caratteristiche fisi-

che, umane e morali che ne fanno personaggi spregevoli e ripugnanti in

contrapposizione ad un'immagine dei propri concittadini, moralmente

impeccabile ed idealizzata.

Allo scoppio del conflitto tra gli Stati belligeranti, solo la Germania dis-

pone di un servizio di propaganda efficace, gestito dal Ministero degli

Affari esteri tramite le Ambasciate e Legazioni tedesche all'estero. A

queste fornisce un supporto tecnico di grande qualità l'agenzia di stam-

pa Wolff che diviene progressivamente il portavoce ufficioso del

Ministero.

In materia di propaganda gli Stati dell'Intesa sono totalmente imprepa-

rati e soltanto nel 1916 viene creata a Parigi un'immensa “Maison de la

Presse”, specializzata in falsi fotografici, spacciati come prove irrefuta-

bili delle atrocità tedesche e largamente diffusi sia in Francia che all'e-

stero.

La menzogna é lo strumento fondamentale della propaganda alla “fran-

cese”, come in seguito lo sarà in Italia, dopo l'entrata in guerra, e soprat-

tutto dopo le stragi di soldati e le sconfitte sul fronte orientale.

Due sistemi di propaganda di guerra si confrontano: l'anglosassone,

essenzialmente Germania ed Inghilterra, basato sulla manipolazione di

fatti apparentemente incontrovertibili, ed il “latino”, Francia ed Italia,

costruito su sfrontate menzogne.

Una censura onnipresente e spietata, chiamata in Francia “Anastasie”,

completa il dispositivo, soprattutto concentrata sulle cifre delle perdite

umane. Sul fronte delle Ardenne durante il primo mese di guerra cad-

dero 313.000 soldati francesi, informazione che divenne di dominio

pubblico solo negli anni 30.

Nel campo della propaganda, l'Inghilterra, utilizzando le tecniche di

quello che diverrà in seguito il marketing commerciale, riuscì a raggiun-

gere molti dei risultati fondamentali della sua politica estera, in partico-

lare amplificò la corrente di ostilità già esistente tra le minoranze etni-

che dell'impero asburgico ed il governo centrale. La propaganda inglese

fu anche molto utile per suscitare la simpatia dell'opinione pubblica

americana in favore dell'Intesa e per convincere gli Americani ad entra-

re in guerra nel 1917.

Un ruolo importante ebbero i giornali di trincea, che nacquero in parti-

colare in Francia ed in Italia ad opera di soldati, sovente coadiuvati da

grandi artisti che prestarono la loro collaborazione a questi strumenti di

propaganda.

IL RUOLO DELLA CARICATURA

Poche cose sono più efficaci del disegno di un caricaturista di talento

per trasmettere un messaggio e per promuovere un'idea. Le situazioni

in cui la caricatura afferma il suo ruolo di arma di propaganda sono

molto diverse.

In Francia all'inizio della guerra è “l'Union Sacrée”, le forze politiche,

dall'estrema destra ai comunisti, si ergono contro il nemico: il barbaro,

l'unno, il tedesco. E' un approccio violento, chiaro e netto: i tedeschi

sono mostri, massacrano i civili, tagliano le mani ai bambini, bombarda-

no e bruciano le cattedrali,ecc.

I caricaturisti francesi danno una forma grafica, spesso di eccellente

qualità artistica, a questi messaggi.

Per i tedeschi l'approccio è ancora più semplice: l'Imperatore ha sempre

ragione e la Germania non è l'aggressore, ma l'aggredito. Le due grandi

riviste satiriche Ulk e Simplicissimus adattano le loro immagini a questo

messaggio, continuamente ribadito fino alla fine del conflitto.

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SEZIONE I

L’uMOrisMO Da CritiCa aL POtere aD arMa Di PrOPaganDa

Fin dall’inizio del conflitto i caricaturisti mettono in sordina la loro vocazione

di critica ai potenti e seguono l’opinione pubblica, che, soprattutto nei paesi

entrati per primi in guerra, si schiera in modo quasi unanime con i propri

governanti.

In un’Europa dominata dal nazionalismo, ove l’accesso all’informazione è un

privilegio riservato a pochissimi, dissentire è sinonimo di tradire ed i carica-

turisti si allineano.

Solo più tardi, con il prolungarsi di un conflitto che costa infinite sofferenze a

tutti i contendenti, qualche caricaturista più lucido nell’analisi dei fatti, o

semplicemente meglio informato, osa timidamente prendere posizione in

favore della pace, mettendo in evidenza il successo della tregua natalizia che

porta solidarietà tra gli eserciti nemici in trincea. Di fronte a questo inizio di

pacifismo le gerarchie militari e la censura intervengono spietatamente con

un controllo ancora più ferreo dell’informazione; i caricaturisti si adeguano

ed evidenziano anche la propria superiorità morale nei confronti del nemico

usandola come spunto per numerose caricature.

(01-09) La Baïonnette n. 56 del

29 novembre 1916: autore Gerda

Wegener (1886-1940).

Traduzione del testo francese:

Allora, ragazze, com’è la nuova

Fraulein?

Oh, nonno, è un prodigio! Ha

occhi ovunque!...

n.d.t. Questa scenetta in un

salotto alto-borghese riunisce un

nonno generale, due nipotine, ed

una governante tedesca che spia

la tranquilla famigliola palese-

mente inoffensiva malgrado l’u-

niforme dell’anziano nonno.

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(01-30) La Baïonnette n. 52 del 29 giugno 1916: autore Paul Iribe (1883-1935).

Traduzione del testo francese:

Ecco “il nostro” 420.

n.d.t. Qui si fa allusione al celebre mortaio da 420 mm. prodotto dalla Krupp,

che era l’arma più potente disponibile all’inizio della guerra. Trasportabile solo

per ferrovia, aveva una gittata di soli 14 chilometri, ed era perciò raggiungibile

dai tiri delle artiglierie da campagna nemiche.

La Marianna, rappresentazione simbolica della Repubblica francese fin dalla

rivoluzione, qui infilza con un solo colpo di baionetta Guglielmo II, il Kronprinz,

Francesco Giuseppe, Ferdinando di Bulgaria ed il Gran Turco. Nel ‘900, preste-

ranno le loro sembianze alla Marianna Michèle Morgan, Brigitte Bardot,

Catherine Deneuve e Letizia Casta.

Soltanto verso la fine del conflitto, quando le prime informazioni sull’am-

piezza dell’ecatombe cominciano a circolare e le privazioni rendono la vita

insopportabile soprattutto per i più poveri, il trionfalismo dei caricaturisti

comincia a spegnersi.

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SEZIONE II

L’itaLia neL COnFLittO

Durante il Risorgimento, la politica estera italiana aveva oscillato

tra Francia e Prussia, usando or l’una or l’altra come utile alleato

contro l’Austria per progredire verso l’unificazione del territorio

nazionale. La conclusione della triplice Alleanza con Austria e

Germania nel 1882 mutò totalmente l’approccio italiano alla politi-

ca estera europea.

Più tardi, all’inizio del XX secolo, il nostro paese appoggiò talvolta la

Triplice Intesa (Francia, Russia e Gran Bretagna), ma la Triplice

Alleanza restò il pilastro della politica estera del Regno d’Italia. Lo

scoppio della Grande Guerra nell’agosto del 1914 non avvenne in

condizioni suscettibili di coinvolgere l’Italia, secondo le clausole del

trattato con Austria e Germania.

Il nostro governo, dando prova di considerevole realismo, data la

totale impreparazione dell’esercito, cercò di negoziare con entram-

bi i contendenti la propria neutralità, in particolare per recuperare

le cosiddette “terre irredente”, le regioni di Trento e Trieste, ma i

nostri diplomatici non riuscirono ad ottenere l’immediata cessione

da parte dell’Austria dei territori contesi.

Nel frattempo nelle principali città della penisola ebbero luogo

grandi manifestazioni in favore o contro la guerra. I bellicisti pre-

valsero ed il governo decretò l’entrata in guerra a fianco delle

potenze dell’Intesa. Il nostro paese si lanciò in un conflitto che ebbe

costi umani, economici e sociali sproporzionati in rapporto ai risul-

tati ottenuti.

I caricaturisti interpretarono bene il dilemma del paese ironizzando

sulle incertezze del governo e sull’esibizionismo di Gabriele

D’Annunzio, uno dei capofila dei bellicisti, e diedero un certo rilievo

alle posizioni pacifiste, ispirate anche dal partito socialista; ma nel

giugno 1915 Jean Cocteau poté inneggiare trionfalmente all’entrata

in guerra dell’Italia con uno schizzo magistrale dell’autore della

“COMMEDIA” accompagnato dalla frase “DANTE E’ CON NOI”.

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(02-07) L’Asino n.15 del 11 aprile

1915: autore Rata Langa, pseudoni-

mo di Gabriele Galantara (1867-

1937).

L’imbarazzo di Salandra.

n.d.t. Il presidente del Consiglio

Salandra, in un primo tempo è sag-

giamente favorevole alla neutralità

in cambio della quale spera di otte-

nere dall’Austria Trento e Trieste e

contratti per forniture varie, anche

militari, sia dall’Alleanza che

dall’Intesa. Purtroppo non fu un

buon negoziatore.

(02-09) Le Mot n. 19 del 15 giugno

1915: autore Jim, pseudonimo di

Jean Cocteau (1889-1963).

Traduzione del testo francese:

“Dante è con noi”

n.d.t. Così Cocteau festeggia l’entra-

ta in guerra dell’Italia.

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SEZIONE III

gLi aLtri stati COinVOLti neL COnFLittO

La guerra venne chiamata “mondiale” perché coinvolse per la prima volta

stati e colonie situati nei 5 continenti. Ovviamente lo sforzo bellico più impor-

tante venne sopportato dalle potenze europee, ma l’entrata in guerra degli

Stati Uniti d’America fu determinante per consentire la vittoria dell’Intesa.

Le vicende interne degli stati belligeranti ebbero un ruolo non trascurabile

sullo scacchiere militare. In particolare lo ebbe la Rivoluzione d’Ottobre, che

segnò la fine del regime zarista in Russia; il conseguente trattato di pace di

Brest-Litovsk tra il nuovo regime bolscevico e gli Imperi Centrali, estrema-

mente sfavorevole alla Russia, che dovette cedere vaste regioni dell’Ucraina,

permise all’impero tedesco ed all’Austria-Ungheria di concentrare gli sforzi

sul fronte occidentale.

I caricaturisti rappresentarono gli stati in guerra con elementi del loro emble-

ma nazionale, l’aquila per l’impero tedesco, il leone del Brabante per il

Belgio, ecc. o con l’effigie dei capi di stato. Particolarmente feroce è una cari-

catura tratta dalla rivista L’Asino che riunisce su una consolle le teste mozze

di Guglielmo II, di Francesco Giuseppe, di Ferdinando di Bulgaria e del

Sultano.

Neppure si salva papa Benedetto

XV che, ritenuto dall’opinione

pubblica francese favorevole agli

Imperi Centrali, viene accusato di

colpevoli silenzi.

(03-01) La Grande Guerre par les

artistes n. 19 del 1 agosto 1915:

autore Jacques Nam, pseudonimo di

Jacques Lechmann (1881-1974).

Traduzione del testo francese:

“…mi porteranno via persino la

corona!...”

n.d.t. Un’aquila spennacchiata sim-

bolizza gli Hohenzollern, la famiglia

imperiale tedesca timorosa di essere

spogliata della corona imperiale

recentemente acquisita.

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(03-09) Ulk n. 10 del 7 marzo

1915 (numero di guerra 31): auto-

re Carl O. Petern.

Traduzione del testo tedesco:

John Bull, il nobile cavaliere.

Resisti - ronzino francese – non

siamo ancora a Berlino.

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SEZIONE IV

iL Kaiser eD iL KrOnPrinZ

Il “nemico” della Francia era essenzialmente la Germania, spesso raffigu-

rata nelle caricature con l’immagine del Kaiser, l’imperatore Guglielmo II,

del quale vengono messi in crudele evidenza i difetti fisici. Infatti l’impera-

tore era nato con un’atrofia al braccio sinistro, che poté essere compensa-

ta solo parzialmente, lasciandolo con un braccio più corto e con una mobi-

lità ridotta. Anche i difetti morali venivano sottolineati: ipocrisia, assenza di

scrupoli, crudeltà.

Al suo fianco appare il principe ereditario dell’Impero, il Kronprinz, parola

tedesca che ha una facile assonanza con clownprinz - il principe pagliaccio

- come viene costantemente designato dai caricaturisti. Si tratta di un per-

sonaggio scialbo, senza le qualità necessarie per orientare la politica di un

impero in guerra. Il padre lo disprezza per la sua debolezza e la sua ten-

denza ad inseguire ballerine e servotte, cacciandosi spesso nei guai.

Anche i caricaturisti italiani prendono di mira il Kaiser, ma l’obiettivo prin-

cipale della satira nostrana è l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, il

famigerato Cecco Beppe del nostro Risorgimento.

(04-02) Le Rire Rouge n. 75 del 22

aprile 1916: autore Adrien Barrère

pseudonimo di Adrien Baneux

(1874-1931).

Traduzione del testo francese:

A Verdun Il monco

n.d.t. Il kaiser è rappresentato

durante la prima battaglia di

Verdun, mettendo spietatamente

in evidenza le sue caratteristiche

fisiche tra le quali spicca il braccio

sinistro, paralizzato alla nascita e

solo parzialmente migliorato nel

corso degli anni.

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(04-04) Le Rire Rouge n. 2 del 28

novembre 1914: autore George

D’Ostoya (1878-1937).

Traduzione del testo francese:

I piaceri di Berlino

IL CLOWN - PRINZ

n.d.t. Si riconosce la silhouette

dinoccolata del principe ereditario

dell’Impero Tedesco vestito da

pagliaccio e circondato da servi e

buffoni. Il caricaturista gioca sul-

l’assonanza “crown-prince”

(=principe ereditario) e “clown-

prince” (=principe pagliaccio). La

seconda versione corrispondeva

maggiormente alla personalità

del principe.

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SEZIONE V

gLi aLtri PrOtagOnisti

I caricaturisti dell’Intesa non usarono soltanto l’immagine del Kaiser e

del Kronprinz nella loro guerra virtuale contro gli Imperi Centrali, ma

attaccarono anche i rappresentanti degli altri stati membri dell’Alleanza

utilizzando le loro caratteristiche fisiche ed intellettuali per stigmatiz-

zare la guerra iniqua da loro provocata.

Molte caricature prendevano di mira l’imperatore austro-ungarico, il

vecchissimo, per l’epoca, Francesco Giuseppe, che, decrepito e rim-

bambito, morì nel 1917 dopo 68 anni di regno, poi il suo successore il

pronipote Carlo I, rappresentato come un personaggio scialbo e senza

grandi qualità. In realtà fu uno dei rari dirigenti della monarchia bicefala

a rendersi conto che la guerra era ormai persa. Per salvare il salvabile,

cioè la dinastia, cercò di negoziare una pace separata con l’Intesa, usan-

do come intermediari i cognati principi di Borbone-Parma, che ser-

vivano nell’esercito belga. I negoziati segreti vennero scoperti dal con-

trospionaggio tedesco e Carlo I venne costretto a smentire la sua volon-

tà pacifista e divenne per i tedeschi, un “sorvegliato speciale”.

Anche il re di Bulgaria, Ferdinando, venne sbeffeggiato, con il suo gran

naso, dai caricaturisti francesi che lo consideravano un ”traditore” della

Francia, essendo un nipote di re Luigi Filippo. In realtà la genealogia e le

parentele contavano poco o nulla in questo conflitto, ove anche il Kaiser

era per metà inglese e nipote della regina Vittoria.

Non ultimo tra le vittime del sarcasmo della stampa umoristica è il

Sultano, massimo esponente di quello che i politici e gli storici chia-

marono “l’uomo malato d’Europa”. L’Impero Ottomano, caduto sotto la

tutela economica della Germania, che, tra l’altro stava costruendo la

ferrovia che avrebbe collegato la capitale turca a Bagdad, nel secondo

decennio del XX secolo, aveva perso quasi tutti gli ultimi territori

europei e, allo scoppio della guerra, aveva preso posizione in favore

degli Imperi Centrali dichiarando la guerra ai paesi dell’Intesa.

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(05-07) Simplicissimus n. 20 del 17

agosto 1914): autore Marcello

Dudovich (1878-1962).

Traduzione del testo tedesco:

Il figlio del granduca

Anche papà verrà a Montecarlo.

Durante la mobilitazione ha ruba-

to almeno dieci milioni di rubli.

n.d.t. Il personaggio riprodotto è il

Granduca Dimitri Pavlovic, primo

cugino dello Zar Nicola II. Fu, con

il principe Yussupov, uno dei pro-

motori del complotto per uccidere

Rasputin e sottrarre la famiglia

imperiale alla sua nefasta influen-

za. Salvatosi dalla rivoluzione si

rifugiò in occidente, ove, negli

anni ’20, divenne uno dei person-

aggi più in vista degli anni

ruggenti. Fu anche amante di

Coco Chanel.

(05-10) La Baïonnette n. 5 del 5

agosto 1915: autore Tancrède

Synave (1860-1936).

Traduzione del testo francese:

“L’imperial rimbambito”

n.d.t. Nella caricatura si allude al

fatto, generalmente risaputo, che

negli ultimi anni di vita le facoltà

mentali del vecchio imperatore si

erano considerevolmente ridotte.

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SEZIONE VI

gLi eVenti BeLLiCi Piu’ signiFiCatiVi

I caricaturisti sottolinearono con le loro opere numerosi episodi della

Grande Guerra presentandoli sempre come vittorie nazionali, talvolta in

chiaro spregio della realtà storica. Nel caso dello sbarco a Gallipoli, ove

l’evidente sconfitta delle truppe inglesi, che, dopo un anno di combatti-

menti, non solo non erano riuscite ad impadronirsi dello stretto dei

Dardanelli, ma erano state costrette a reimbarcarsi in fretta e furia,

venne presentata positivamente dal Punch: “Che sciocchi i Turchi, ricac-

ciando in mare gli Inglesi, li hanno rimessi nel loro ambiente naturale”.

La manipolazione degli eventi bellici non aveva segreti per la stampa

inglese!!!

Anche altri episodi vennero sottolineati, attraverso diverse caricature

propagandistiche, come il bombardamento e la distruzione della catte-

drale di Reims, che suscitò un’ondata di indignazione nei cattolici di

tutta Europa, o l’affondamento del Lusitania, che, in un secondo tempo,

spinse gli Stati Uniti ad entrare in guerra a fianco dell’Intesa.

(06-06) Le Mot n. 2 del 7 dicembre

1914: autore Paul Iribe (1883-

1935).

Traduzione del testo francese:

Lohengrin ed il gambero

La marcia su Parigi

n.d.t. Nella bella caricatura di

Paul Iribe il Kaiser, novello

Lohengrin, viene rappresentato

non a cavallo di un cigno come

nell’opera di Wagner, ma su un

gambero che non promette nulla

di buono in vista di una rapida

avanzata verso Parigi, dato che

l’andatura del gambero lo fa cam-

minare all’indietro…

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(06-07a) Punch del 17 marzo

1915: autore John Bernard

Partridge (1861-1945).

Traduzione del testo inglese:

La regina Elisabetta entra nei

Dardanelli.

n.d.t. All’inizio del 1915

l’Inghilterra, qui rappresentata

sotto l’effigie di Elisabetta I, la

famosa “regina vergine”, che creò

la potenza sui mari della sua

nazione riuscendo a sconfiggere la

“invencible armada” di Filippo II, e

la Francia sbarcarono a Gallipoli e

cercarono di impadronirsi dei

Dardanelli con l’obiettivo di occu-

pare Istanbul e di permettere lib-

ertà di movimenti alla flotta russa

del mar Nero. Dopo nove mesi di

combattimenti, di fronte alla

resistenza turca, gli anglo-francesi

dovettero rinunciare.

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SEZIONE VII

La Vita neLLe trinCee

Uno dei principali cambiamenti strategici della Grande Guerra fu il pas-

saggio dalla guerra di movimento alla guerra di posizione. Le guerre

napoleoniche furono tra i migliori esempi di guerra di movimento, ove

si alternavano avanzate rapidissime a battaglie spesso decisive. Soltanto

gli assedi di città e fortezze rientravano nella categoria delle guerre di

posizione, con la costruzione di trincee e di ripari per gli assedianti. Il

principale cambiamento strategico della guerra del 1914 - 18 consisté

nel fatto che le trincee si fronteggiavano.

Fin dall’inizio della Grande Guerra i capi di stato maggiore dei bellige-

ranti sbagliarono le valutazioni dei rapporti di forza tra i contendenti, e,

poiché nessun esercito poté vincere una battaglia decisiva e sbaragliare

il nemico, la guerra divenne di trincea e gli assalti si alternarono con

altissime perdite umane da entrambe le parti.

La permanenza per periodi lunghi in trincee, decisamente poco confor-

tevoli, e con la prospettiva di essere inviati al massacro, provocò la

nascita di un umorismo cinico, sarcastico e, almeno in parte, liberatorio,

che però non impedì una diffusione senza precedenti di malattie men-

tali.

I punti forti dei caricaturisti furono le palesi menzogne della propagan-

da di stato - per tenere alto il morale delle truppe - la differenza di pro-

spettiva nel conflitto tra le trincee e le retrovie, e soprattutto l’esisten-

za di una censura che non consentiva di far conoscere alle famiglie la

verità di una guerra condotta in condizioni disumane.

La durata di questa guerra di posizione fu un altro degli elementi nuovi

della Grande Guerra, che, per una parte delle truppe, si tradusse nella

permanenza in trincea per mesi o, talvolta, per anni.

Le guerre fino al diciottesimo secolo avevano andamento stagionale,

essendo solitamente interrotte durante l’inverno.

Invece nel nostro caso le operazioni militari vennero sospese solo in

occasione del Natale del 1914 sul fronte occidentale. In questo fran-

gente le truppe avversarie fraternizzarono a tal punto che poi rifiutaro-

no di riprendere i combattimenti. Gli Stati maggiori dopo aver fatto fuci-

lare per diserzione i più restii, decisero di non ripetere ulteriormente l’e-

sperienza.

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(07-06) La Baïonnette n. 145 del 11

aprile 1918: autore R. Claude Bils

(1884-1968).

Traduzione del testo francese:

I filosofi delle trincee.

A vent’anni amavo la solitudine.

n.d.t. Ora il soldato, che è più

maturo, subisce la solitudine in

trincea e, forse, non la ama più.

(07-08) Numero n. 53 del 27 dicem-

bre 1914: autore Golia pseudonimo

di Eugenio Colmo (1885-1967).

Il Natale nella trincea.

n.d.t. In occasione del Natale del

1914 venne proclamata una tregua

nei combattimenti che ebbe uno

straordinario successo. Al momen-

to previsto per la ripresa delle ope-

razioni belliche, si rischiò un ammu-

tinamento da entrambe le parti.

Per evitare questo pericolo gli Stati

Maggiori decisero di punire l’insu-

bordinazione fucilando alcuni sol-

dati favorevoli alla prosecuzione

della tregua. Coloro che governano

e coloro che combattono dialogano

difficilmente!

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SEZIONE VIII

i PaCiFisti e gLi interVentisti

In tutti gli stati coinvolti nel conflitto fin dal 1914, i pacifisti godettero, per

ovvi motivi, di “cattiva stampa” tra i caricaturisti, quasi tutti allineati su

posizioni di difesa di quelli che sembravano interessi nazionali prevalenti.

Nei disegni i pacifisti sono rappresentati come degli idealisti completamente

avulsi dalla realtà, a tal punto che cercano di bloccare i proiettili con reti da

farfalla, un po’ patetici, un po’ risibili. In Francia, in particolare, il tradizionale

pacifismo dei socialisti viene abbandonato già nelle prime fasi della guerra a

favore di uno slancio di concordia nazionale contro l’aggressore tedesco.

La situazione italiana sotto questo aspetto é profondamente diversa, poiché

in un primo tempo il giovane regno dichiara la propria neutralità nel conflit-

to. Grandi manifestazioni di piazza oppongono i pacifisti, soprattutto simpa-

tizzanti dell’idea socialista, agli interventisti, nazionalisti schierati in favore di

un’entrata in guerra a fianco della Triplice Alleanza ed agli interventisti di ten-

denza liberale favorevoli all’Intesa.

Nei primi mesi del 1915 l’atteggiamento arrogante dell’impero Austro-

Ungarico nei confronti dell’Italia favorisce la fusione tra le due tenden-

ze interventiste nell’opinione pubblica nazionale, creando una situ-

azione favorevole all’Intesa. Il

fatidico 24 maggio 1915 l’Italia

entra in guerra.

(08-01) La Baïonnette n. 57 del 3

agosto 1916: autore Sem pseudon-

imo di Georges Goursat (1863-

1934).

n.d.t. Si tratta della copertina del

numero speciale della Baïonnette

consacrato ai pacifisti che patetica-

mente cercano di fermare i proiettili

con una rete da farfalle. Anche in

Francia i pacifisti erano oggetto di

attacchi violenti da parte di riviste

satiriche allineate su posizioni

nazionaliste e militariste.

23

(08-04) La Baïonnette n. 57 del 3

agosto 1916: autore Planas.

Traduzione del testo francese:

L’IMPORTANTE E’ CAPIRSI.

- Spero che siano ora in uno stato

d’animo pacifista.

- Certo! Mi hanno detto : foutez-

nous la paix.

n.d.t. Il dialogo si svolge tra un

politico tedesco ed un militare, che

sembrano auspicare il diffondersi

delle posizioni pacifiste in Francia,

considerate favorevoli alla

Germania. L’espressione utilizzata

dai francesi contiene certo la parola

“paix” (pace) ma il suo significato è

più vicino a “non rompeteci le

palle”.

24

SEZIONE IX

La MODa e LO stiLe Di Vita neLLa granDe guerra

Anche la moda segue il ritmo bellico e diviene strumento di irrisione e

propaganda. In particolare i francesi, convinti, che non esista altra moda

al di fuori di quella di Parigi, irridono le brave “frauen” in costume tiro-

lese che si impegnano, come misura di ritorsione, a non seguire più i

dettami dell’eleganza gallica. Ancora peggio vanno le cose se i crucchi si

cimentano nella moda: la divertentissima caricatura di Paul Iribe intito-

lata “Chez le grand kouturier” ci mostra una sfilata di orrori a Berlino

ove simboli del conflitto quali teschi ed elmetti si alternano a creazioni

agghiaccianti, presentate da indossatrici poco avvenenti e dal sesso

incerto.

A ciò fanno riscontro le raffinate ed elaborate creazioni della celebre

Rue de la Paix, la via della moda di Parigi, ove l’eleganza, pur sofisticata,

diviene caricatura attraverso le immagini sarcastiche di Gerda Wegener.

A ciò si affiancano amene scenette che sottolineano i modi di vita muta-

ti dal conflitto, ove anche le relazioni amorose, o presunte tali, si tra-

sformano in gustose commedie degli equivoci.

(09-01) La Baïonnette n. 53 del 6

luglio 1916: autore Paul Iribe

(1883-1935)

Traduzione del testo francese:

Il tradimento

La signora al marito: - Caro

amico, la governante tedesca

delle bambine!...ebbene era il

generale Von Kluck.

Il marito: - Che orrore, Pauline…se

penso che ti ho tradito con lei!”

n.d.t. Il generale Von Kluck

comandava l’esercito che all’inizio

della guerra era giunto alla

Marna, a 40 chilometri da Parigi.

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(09-02) La Baïonnette n. 6 del 12

agosto 1915: autore Fabien

Fabiano (1883-1962)

Traduzione del testo francese:

Eleganze berlinesi

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SEZIONE X

La Fine DeLLa guerra: VinCitOri e Vinti

Novembre 1918: l’armistizio è firmato, la guerra è finita, le operazioni

belliche cessano. Presto diplomatici e uomini politici si riuniranno a

Parigi per creare un nuovo ordine mondiale, che non resisterà alle dit-

tature nazista, sovietica e fascista, precipitando il vecchio continente in

un nuovo baratro, ancora più cruento e sconvolgente per i suoi popoli.

Ma ora sono la gioia e l’esaltazione che prevalgono: si dimentica tutto,

l’Italia gioisce per l’annessione delle città “irredente”. Trento e Trieste

sono riunite alla madrepatria, ma a quale prezzo? Scalarini spietata-

mente cita cifre terribili che ci fanno riflettere sull’inadeguatezza della

guerra come soluzione dei problemi tra le nazioni.

Chi ha perso? La risposta spontanea è: TUTTI.

Al di là di ogni trionfalismo, morte, sofferenza, privazioni, terrore ed

orrore ci fanno dire: GUERRA MAI PIU’.

(10-05) La Baïonnette n. 173 del 24 ottobre 1918: autore Paul Iribe (1883-1935)

Traduzione del testo francese:

L’ultimo poker

-Noi siamo la Civiltà, la Giustizia e la Forza, tu non ci ingannerai due volte.

n.d.t. Tutte le qualità morali sono riunite intorno ad un tavolo da poker ove un

cupo Guglielmo II tenta il suo ultimo bluff.

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(10-08) Signorsi n.11-12 del 20 novembre 1918: autore Enzo Morelli (1896-

1976).

VITTORIA

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ELENCO DEGLI AUTORI PRESENTATI NELLA MOSTRA

armour george Denholm (1864-1949); disegnatore inglese che collaborò a Punch e The

Graphic.

arnold Karl (1883-1957); disegnatore tedesco che collaborò a Simplicissimus, Jugend,

Nebelspalter e Ulk.

aynaud raymond (pseud.: Bils Claude) (1884-1968); disegnatore francese che collaborò alla

Baïonnette e a Canard Enchainè.

Baneux adrien (pseud.:Adrien Barrère) (1874-1931); disegnatore francese che collaborò a

Fantasio e Le Rire.

Bergoglio Carlo (pseud.: Carlin) (1895-1959); disegnatore italiano che collaborò a Guerin

Sportivo e Numero.

Bils r. Claude (1884-1968); disegnatore francese che collaborò a Fantasio, Le Rire e La

Baïonette

Blanchot gustave Henri emile (pseud.: Gus Bofa) (1883-1968); disegnatore francese che col-

laborò alla Baïonnette, a Sourire e Le Rire.

Boetto giulio (1894-1967); disegnatore italiano che collaborò a Numero e Codino Rosso.

Bonzagni aroldo (1887-1918); disegnatore italiano che collaborò a Signorsì.

Borgese Leonardo (1902-1986); disegnatore italiano che collaborò a La Fiamma Verde e a

Satana Beffa.

Champion Odette, disegnatrice francese che collaborò a Fantasio.

Cocteau Jean (pseud.: Jim) (1889-1963); disegnatore francese che collaborò a Le Mot e La

Charrette Charrie.

Colmo eugenio (pseud.: Golia) (1885-1967); disegnatore italiano che collaborò a Pasquino,

Numero, Due di coppe, Guerin Sportivo e Sempre Avanti.

Coup de Ferjac Jules (pseud. Fabiano Fabien) (1883-1962); disegnatore francese che colla-

borò a La Vie Parisienne, Fantasio e Le Rire.

Diez Julius (1870-1957); disegnatore tedesco che collaborò a Ulk e Jugend.

D’Ostoya george (1878-1937); disegnatore francese di origini polacche che collaborò

all’Assiette au Beurre e a Fantasio.

Dudovich Marcello (1878-1962); disegnatore italiano che collaborò a Simplicissimus, a

Pasquino e a Satana Beffa.

Dudreville Leonardo (1885-1876); disegnatore italiano che collaborò a Satana Beffa, l’Avanti

della Domenica e Numero.

Dufy raoul (1877-1953); disegnatore francese che collaborò a Le Mot.

Faivre abel (1867-1945); disegnatore francese che collaborò a Le Rire e l’Assiette au Beurre.

Florés ricardo (1878-1918); disegnatore francese che collaborò a Le Rire, l’Assiette au

Beurre, Charivari e le Cri de Paris.

galantara gabriele (pseud.: Rata Langa) (1867-1937); disegnatore italiano che collaborò

all’Asino, all’Assiette au Beurre e all’Avanti!

gallo armand; disegnatore francese che collaborò a La Baïonnette e a Sempre Avanti.

goursat georges (pseud. Sem) (1863-1934); disegnatore francese che collaborò a Cyrano,

La Mot, la Baïonnette e Tourny Noel.

grandjouan Jules Felix (1875-1968) disegnatore francese che collaborò a Le Rire e l’Assiette

au Beurre.

guillaume albert (1873-1942); disegnatore francese che collaborò a Le Rire e Gil Blas.

Haiduk august (1880-1918); disegnatore austriaco che collaborò a Ulk.

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Heine thomas theodor (1867-1948); disegnatore tedesco che collaborò a Simplicissimus e

Fliegende Blatter.

iribe Paul (1883-1935); disegnatore francese che collaborò a Sourire, Temoin, Le Mot, La

Baionette e Le Rire.

Jeanniot Pierre george (1848-1934); disegnatore francese di orgini svizzere che collaborò a

Le Rire.

Jouas Charles (1866-1942); disegnatore francese che collaborò a La Grande Guerre par les

Artistes.

Kuntze e.; disegnatore tedesco che collaborò a Ulk.

Laborde Chas (1886-1941); disegnatore francese di origini argentine che collaborò a

l’Assiette au Beurre, Bagattelle, le Bon Vivant, Le Rire, Candide e Ric et Rac.

Leandre Charles Lucien (1862-1930); disegnatore francese che collaborò a l’Assiette au

Beurre, Chat Noir, Le Rire e Journal Amusant.

Lechmann Jacques (pseud. Jacques Nam) (1881-1974); disegnatore francese che collaborò

a La Baionette e la Vie Parisienne.

Leroy Maurice; disegnatore francese che collaborò a la Baionette, Fantasio, Ridendo, Ric et

Rac, Sketch Sourire e la Vie Parisienne.

Meunier georges (1869-1934); disegnatore francese che collaborò a l’Assiette au Beurre e

le Rire.

Morelli enzo (1896-1976); disegnatore italiano che collaborò Signorsì.

Moroni Celsi guido (pseud. F. Stern) (1885-1962); disegnatore italiano che collaborò a il

Mulo e a Numero.

Musini nullo (1883-1967); disegnatore italiano che collaborò a Verd’Azzurro, a Pasquino, a

Numero e a Signorsì.

Partridge John Bernard (1861-1945); disegnatore inglese che collaborò a Punch e Vanity

Fair.

Pavis georges (1886-1977); disegnatore francese che collaborò a Le Rire, Sourire, la Vie

Parisienne e le Journal.

Petern Carl O., disegnatore tedesco che collaborò a Ulk

Pezilla Mario; disegnatore italo-francese che collaborò a la Semaine de la Suzette.

Planas, disegnatore francese che collaborò a La Baïonette.

reb renè, disegnatore francese che collaborò a Le Rire Rouge.

richter Max; disegnatore tedesco che collaborò a Simplicissimus.

roubille auguste (1872-1955); disegnatore francese che collaborò a Le Rire, Sourire, Cri de

Paris, Cocorico e Fantasio.

rousseau Jean Jacques, disegnatore francese che collaborò a Le Rire e Le Dernier Bateau.

scalarini giuseppe (1873-1948); disegnatore italiano che collaborò al Merlin Cocai, al

Pasquino, a Fliegende Blatter e all’Avanti!

silber e.W.; disegnatore tedesco che collaborò a Simplicissimus.

synave tancrède (1870-1936); disegnatore francese che collaborò a La Baionnette.

Wegener gerda (1886-1940); disegnatrice danese che collaborò a La Baionnette, Le Rire,

Fantasio e La Vie Parisienne.

Weidenschlager theo; disegnatore tedesco che collaborò a Ulk.

Wilke erik (1879-1936); disegnatore tedesco che collaborò a Ulk ed a Jugend.

Zille einrich (1858-1929); disegnatore tedesco che collaborò a Lustige Blatter, a

Simplicissimus ed a Jugend.

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