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Date post: 29-Mar-2016
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IL MAGAZINE DI CINEMASTORE: CINEMA GOSSIP NOVITÀ PROMOZIONI PERSONAGGI >ANNO 2 >NUMERO 3 >MAG./GIU. 2008 Russel Crowe Denzel Washington a pag. 3 Will Smith “Io sono leggenda” a pag. 2 Javier Bardem “Non è un paese per vecchi” a pag. 9 ALL’INTERNO IL POSTER DI RAOUL BOVA E LAURA CHIATTI 02-08 | I FILM DEL MESE Maggio: Io sono leggenda Giugno: Sweeney Todd 09 | PAROLA ALLA STAR Javier Bardem, Oscar miglior attore 08 | PETTEGOLEZZI E GOSSIP Johnny Depp, Julia Roberts, Tim Burton
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Page 1: Magazine Cinemastore

IL MAGAZINE DI CINEMASTORE: CINEMA GOSSIP NOVITÀ PROMOZIONI PERSONAGGI >ANNO 2 >NUMERO 3 >MAG./GIU. 2008

RusselCroweDenzel

Washingtona pag. 3

Will Smith“Io sono leggenda”a pag. 2

Javier Bardem“Non è un paese per vecchi”a pag. 9

ALL’INTERNO

IL POSTER DI

RAOUL BOVA

E LAURA

CHIATTI

02-08 | I FILM DEL MESEMaggio: Io sono leggendaGiugno: Sweeney Todd

09 | PAROLA ALLA STARJavier Bardem, Oscar miglior attore

08 | PETTEGOLEZZI E GOSSIPJohnny Depp, Julia Roberts,Tim Burton

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02 | EVENTI DI MAGGIO Will Smith in “Io sono leggenda”

IO SONO LEGGENDA USCITA CINEMASTORE MAGGIO 2008

ASSENTE GIUSTIFICATOWill Smith è riuscito in una mission impossible:fermare la faraonica produzione, per consentirgli di andare a un matrimonio. Incredibile, se si pen-sa che poco prima erano stati investiti 5 milioni di dollari per una sola scena. Un po’ meno, con-siderando destinazione della trasferta e caratura dei festeggiati. Il volo transoceanico lo ha infatti recapitato a Roma, dove lo attendevano fra gli altri Victoria Beckham, Jennifer Lopez e Jim Carrey. Poi tutti in limousine verso il Lago di Bracciano, per il ricevimento più blindato e gla-mour della storia del cinema: a dire il fatidico sì a Katie Holmes, sotto una pioggia di petali di rosa, era l’amico Tom Cruise. Molto sotto.

AMORE AL PRIMO BAUGaleotto è stato “Io sono leggenda”. Dalle ripre-se Will Smith è tornato con il cuore infranto. La prima a tremare è stata la moglie Jada. Sguar-do sognante e nostalgia a palate non lasciavano dubbi: quello che aveva vissuto sul set era stato un vero e proprio colpo di fulmine.A tranquillizzare la signora Smith è poi bastata un’occhiata ai credits: a parte qualche scena con Alice Braga, i protagonisti del fi lm non offriva-no molto. Anzi, niente: un cast a tentazione zero e per di più tutto al maschile. Tranne Abby, la cagnetta che da Will non si è staccata per tutta la durata delle riprese. Gli è stata affi anco nei mo-menti diffi cili, lo ha coccolato nelle lunghe notti in roulotte. E nei picchi di maggiore trasporto è ar-rivata addirittura a scodinzolargli. Anche se poi non si è fatta adottare. Perché l’addestratore ha voluto tenersela stretta: un pastore tedesco così, mica si trova all’angolo della strada.

WILL SMITHFOR PRESIDENTBarack Obama inizi a tremare. Se mai ar-rivasse alla Casa Bianca dovrebbe iniziare su-bito a guardarsi le spalle. Stando alla profezia di Will Smith, il suo primato di afroamericano alla presidenza degli Stati Uniti potrebbe infatti durare poco. Anzi, no. Fatti due conti, dice che lui fi nirebbe per risparmiarlo. Perché la minaccia è tutta per i successori: “Se me lo metto in testa mi faccio anche eleggere alla guida degli Stati Uniti. E non c’è niente da ridere: datemi solo 15 anni di tempo”.

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AMERICAN GANGSTER USCITA CINEMASTORE MAGGIO 2008

STORY: RUSSEL CROWE

L’AUSTRALIANONon è certo il classico bravo ragazzo, quello perfet-

to in stile George Cloneey, e non è neanche l’atto-

re amato da tutti in stile Johnny Depp, però Russel

Crowe ha fascino e talento come pochi della sua ge-

nerazione, l’importante è tenerlo lontano da risse,

pub e paparazzi. Un temperamento tenace ed ener-

gico che probabilmente gli arriva dai suoi antenati:

vichinghi norvegesi e guerrieri Maori. Nato in Nuo-

va Zelanda nel 1964, Russel Crowe ama tantissimo

la sua terra: “Andrei a vivere a Los Angeles solo se

l’Australia e la Nuova Zelanda fossero spazzate via

da un uragano, se l’Europa fosse colpita da una piaga

di peste bubbonica e se l’Africa sparisse a causa di

un attacco marziano”. Crowe è talmente innamora-

to della sua terra che dopo la fi ne delle riprese de “Il

Gladiatore” fece un viaggio di tutto il continente in

sella alla sua moto, si fermò solo dopo aver percorso

4000 miglia. Lo chiamano “l’uomo selvaggio”

ma lui ribatte sereno: “Non sono i pettegolezzi

ma è la qualità dei miei fi lm a portare le perso-

ne al cinema”. Del resto, gli attori hanno una

vita movimentata, si sa. Dopo il fl irt con Meg

Ryan, però, Russel ha messo la testa a posto e si è

sposato con l’attrice Danielle Spencer, la coppia

ha avuto due maschietti: Charles e Tennyson.

Dalla sua fantasmagorica villa (pagata 13.75 mi-

lioni di dollari) a Woolloomooloo Wharf, vicino

Sidney, Russel si rilassa e pensa ai nuovi progetti

ma per non lasciare nulla al caso ha deciso di do-

nare il suo cervello alla scienza in caso di morte

improvvisa. Un ragazzo previdente.

DENZELWASHINGTONVACANZE IN ITALIAIl primo attore afro-americano a vincere due Oscar, pluripremiato in tutto il mondo, Denzel Washington non si monta la testa e lavora sodo: “Ho una famiglia, quattro fi gli. Non sono più un single. Ho delle responsabilità”. Uomo affa-scinante, colto (con una laurea in giornalismo), at-tento alla crescita dei fi gli e legatissimo alla moglie Paulette Pearson (insieme dal 1977 sono una delle coppie storiche di Hollywood), Denzel contri-buisce al fondo Nelson Mandela per i bambini e fi nanzia una clinica per malati terminali di Aids. Persino nel cinico mondo di Hollywood i colleghi lo adorano, un esempio arriva da Tom Hanks: “Lavorare con lui sul set di “Philadelphia” è stato come andare a scuola di recitazione. Si impara di più sulla recitazione guardando Denzel a lavoro che in qualsiasi accademia”. In questo momento è impegnato sul set del prossimo fi lm “The Taking of Pelham 123” in cui è diretto da Tony Scott, ma come ogni anno si concederà una vacanza in Italia, probabilmentea Portofi no…

RIDLEY & RUSSELIl geniale regista di “Blade Runner” ha una passio-ne per Russel Crowe. Inutile negarlo, i fatti par-lano da soli. Dopo “Il Gladiatore” i due sembrano aver raggiunto una sintonia professionale come poche altre coppie del grande schermo. Nel 2006 erano di nuovo insieme sul set di “Un’ottima an-nata”, poi è arrivato “American Gangster”. E per il futuro? A ottobre esce al cinema “Body of Lies” (2008), Crowe è sempre diretto da Ridley Scott e recita al fi anco di Leonardo di Caprio, i due attori avevano lavorato insieme nel 1995, nel fi lm “Pronti a morire” e da allora pare siano molto ami-ci. Infi ne, è in fase di produzione “Nottingham”, in cui Scott dirigerà l’attore australiano alle prese con un complicato triangolo amoroso tra Robin Hood, Marion e lo sceriffo di Nottingham. Uscita prevista novembre 2009.

03 | EVENTI DI MAGGIO

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04 | SECONDI EPISODI “L’allenatore nel pallone 2”

L’ALLENATORE NEL PALLONE 2 USCITA CINEMASTORE MAGGIO 2008

Come è fi nito allora a recitare in “L’allenatore nel pallone 2”?“L’ho fatto per Lino Banfi , un amico carissimo. Quando m’ha chiamato, m’ha messo in diffi coltà.

Se rifi utavo, pareva che mi facevo desiderare. Io, poi, che proprio prezioso non so’ sta-

to mai…”.Qual è stata la parola magica per

strapparle il sì?“M’ha detto: “Carletto, dai, facciamo una cosa simpati-ca, mi farebbe tanto piace-re”. Che facevo, gli dicevo di no?”.Sul set neanche un pizzico di paura?“Noo! Per fortuna m’hanno

chiesto di fare solo quello che so fare. D’esse’ me stes-

so, con la mia semplicità, la mia naturalezza. Non è questo

che mi preoccupa. Basta che non me fanno mette la cravatta”. Il primo

“L’allenatore nel pallone” risale al 1984. Le era piaciuto a suo tempo?“Non mi tirate in ballo su queste cose perché… sì, l’ho visto… ma non è che c’ho un quadro proprio completo…”.

L’ALLENATOREVA IN PENSIONEMazzone, che fa? Mandato in panchina dal pallone, si ri-cicla con il cinema?“No, per carità. È stata appena una cosetta. Mica ho fatto il gran-de protagonista. So’ state un paio de sce-nette”.Avrebbe mai imma-ginato di fi nire a re-citare?“Io? Macché. M’ave-vano già fatto tante of-ferte, pure dalla pubblici-tà, però avevo sempre detto no. L’allenatore deve avere una sua immagine un po’ “seriosa”, non deve andare a fare cose strane in giro. Io ho sempre e solo pensato al calcio, dalla mattina alla sera”.

LONGOBARDA:LA VERASTORIAAltro che Aristoteles, i tre quarti di Gentile, i sei ottavi di Collovati e la metà di Mike Bon-giorno da girare per l’acquisto di Rumme-nigge. La Longobarda esiste davvero e milita in seconda categoria, vicino a Milano. In omaggio alla squadra allenata da Oronzo Canà, anche questa è decisamente sopra le righe: non ha un euro, le manca una sede e agli allenamenti mette in pratica la bi-zona. Attaccanti che si scambiano con i difensori, centrocampisti che si improvvisano terzini. Un modulo fl essibile, insomma, messo in campo da un mister che non ha mai giocato a pallone, ma sempre dimostrato grande sportività e propensione per il divertimento. Negli spoglia-toi ancora ricordano i festeggiamenti che aveva organizzato per i dieci anni della squadra. Una serata memorabile, trascorsa davanti al televisore a studiare tattiche e strategie. Con “L’allenatore nel pallone”, ovviamente.

UN’ASSENZATUTTA DA RIDERETotti, Del Piero, Gattuso. Al suo ritorno in campo, Oronzo Canà li ha messi in riga tutti. Sol-tanto uno è sfuggito alla convocazione de “L’alle-natore nel pallone 2”: il più desiderato e chiacchie-rato dai salotti calcistici di mezza Italia, la spalla comica di Aldo Biscardi, il Padrino del calcio nostrano: Luciano Moggi. Uno che prima ave-va detto sì, e poi ha messo in mezzo Lele Mora per tirarsi indietro. “Voleva che Moggi avesse più battute – rivela Lino Banfi –. E soprattutto che dicesse verità sul calcio”. Questa sì, che sarebbe stata comica!

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“Sogni e delitti” 06 | EVENTI DI MAGGIO

DIO LI FA…WOODY LI ACCOPPIA!Uno mammone, ex ballerino e convertito al salu-tismo. L’altro lanciato al cinema da una dose di eroina recuperata con la testa nel cesso e dai pan-ni glam di un cantante rock. Dio li ha fatti e Woo-dy Allen li ha accoppiati. Soltanto a lui poteva venire in mente: il genio trasformista di “Zelig”, il depresso cronico di “Io e Annie”, il provocatore di “Prendi i soldi e scappa”, ha intravisto cose che noi umani non potevamo neanche immaginare. Sulla carta come il giorno e la notte, sul set fanno invidia ad Adamo ed Eva. Basta la prima scena di “Sogni e delitti” a cancellare l’abisso che sepa-

ra il cotonato condottiero di “Alexander” dal tossico di “Trainspotting” e ribelle di “Vel-

vet Goldmine”: Colin Farrell e Ewan McGregor si conformano l’uno all’al-

tro come un paio di vecchie ciabatte. Altro che strana coppia. Ci manca solo che al largo sulla “Cassan-dra’s Dream” del titolo originale, si sussurrino languidi che “nessu-no è perfetto”.

ALLEN PASSAIN CASSAPermalosissimo Woody! Qualche foto in giro ed è andato su tutte le furie. A scatenare le sue ire, la campagna pubblicitaria di un colosso usa dell’abbigliamento. Imperdonabile dimenticanza della società è stata quella di ricorrere a lui come testimonial, trascurando un marginale dettaglio: quello di informarlo dell’iniziativa. Ad aggravare il tutto, la goliardica trovata di ritrarlo nei panni di un rabbino. Mossa decisamente poco furba, e non soltanto per la visibilità dei manifesti. Notoriamen-te ebreo, appena il regista li ha visti tappezzare l’intera città di New York, ha schierato un vero e proprio esercito di legali. Risultato: agli incauti pubblicitari, la campagna ri-schia di costare 10 mi-lioni di dollari.

SOGNI E DELITTI USCITA CINEMASTORE MAGGIO 2008

EWAN& COLIN: DESTINI INCROCIATIColin Farrell scampa miracolosamente a una fami-glia che avrebbe fatto felice un analista. Papà Ea-mon, campione di football, lo vorrebbe a macina-re yard e mete sul campo. Mamma Rita, in tutta risposta, lo iscrive a un corso di danza a Dublino. Incredibile ma vero, è grazie a questo braccio di ferro che il duro di “Swat” e “Daredevil” muove i primi passi nello spettacolo: in tutù e punte di gesso, che più che al condottiero di “Alexander” fanno pensare agli ippopotami di “Fantasia”. An-cora non lo sa, ma spaccate e improbabili plissè gli indicheranno la via del successo. La stessa, che a qualche centinaio di chilometri da lì, ha già im-boccato anche Ewan McGregor. In fuga dai banchi e dalle brughiere del Perthshire, a 16 anni ottiene dai genitori l’autorizzazione che più di ogni altra cosa aspettava: ad abbandonare la scuola e tentare la fortuna sul palco. Mentre Farrell ancora zompetta in palestra, i primi complimenti di papà McGregor sembrano rubati alla sceneggiatura di “Porky’s”: “Gli attributi migliori li hai almeno presi da me”, pare gongoli dopo aver contemplato il nudo del fi glio nei “Racconti del cuscino”. Provano a “farlo strano” tutti e due, ma a tradirli sono le radici che li legano alla loro terra. Patria, birra e famiglia è l’unica trinità che gli strani fratelli di

“Sogni e delitti” sembrano professare. Per quanto si improvvisi tossico in

“Trainspotting” e si trucchi come un arcobaleno per “Velvet

Goldmine”, Mc Gregor non si concede da giovane più di qualche sbornia e spi-nello. E il buon Farrell? Archiviati i bagordi di un tempo, alla tequila sostiene oggi di prefe-rire la birra analcolica. Un po’ come con le don-

ne. Smette una volta al giorno anche con quelle.

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07 | PETTEGOLEZZI E GOSSIP “Il mistero delle pagine perdute” & “Vantage point”

IL MISTERO DELLE PAGINE PERDUTE USCITA CINEMASTORE GIUGNO 2008NICOLAS CAGE,

GALEOTTO FUIL SUSHI BAR Alla fi ne degli anni Novanta il magazine ingle-se “Empire” lo inserisce nel prestigioso elenco delle 100 star più famose di tutti i tempi. Nipote di Francis Ford Coppola, il bravo Nicolas Cage è oggi un attore impegnato e un attento produttore, oltre che una delle persone più potenti di Hollywood. Una star cinica? Assolutamente no. Nel 2006 ha donato ben 3 milioni di dollari ad Amnesty International per un fondo destinato ai fi gli dei militari morti in guerra. E la vita privata? Beh! Di sicuro può considerarsi un romanticone. Dopo un corteggiamento durato anni sposa l’attri-ce Patricia Arquette, dopo la separazione molto chiacchierate sono le sue relazioni con la bellissima Uma Thurman e con la gio-vane attrice Kristen Zang. Nel 2001 a portarlo di nuovo all’altare è Lisa Ma-rie Presley, fi glia dell’indimenticabile Elvis Presley, di cui Nicolas è un fan scatenato. Il matrimonio però dura mol-to poco. Una sera a cena in un sushi bar Nicolas si invaghisce perdutamen-te di una cameriera, molla Lisa e porta all’altare Alice Kim, designer di gioielli poco più che ventenne. Nel 2005 a New York nasce Kal-el Coppola Cage, il pri-mo fi glio della coppia. La quarta generazione dei Coppola è pronta a sbancare Hollywood.

JON VOIGHT:“MIA FIGLIA,

ANGELINA!”Un grandissimo attore con una fi glia bel-

lissima, basterebbe questa frase per riassumere la vita di Jon Voight, padre di Angelina Jolie e incre-dibile volto del cinema americano. I suoi nonni arrivano negli Stati Uniti dalla fredda e grande Germania, fi n da giovanissimo Jon ha le idee chiare e decide di studiare arte

drammatica. Il palcoscenico è la sua vita ma per l’attore premio Oscar non

sono solo rose e fi ori: “Angelina è mol-to generosa, ha un carisma eccezionale

sulle persone e sa usare la sua celebrità in modo positivo. Nonostante ciò il nostro è un rap-

porto pieno di contrasti, lei mi rimprovera ancora di avere tradito e lasciato sua madre (Marcheline Bertrand). Capisco il suo dolore, ma che cosa ci posso fare, ormai? Avevo perso la testa per un’altra donna, ho combinato un sacco di guai e mi sono pentito di molte cose, i miei errori non si contano”. Lui, a 69 anni spera solo di essere un affettuoso nonno ma le plateali dichiarazioni d’affetto per ot-tenere il perdono dalla fi glia non hanno risolto i problemi tra i due e Angelina continua a tenere ben lontano il padre dalla sua vita privata e soprattutto dai suoi nipotini. In fondo anche Brad Pitt lasciò Jennifer Aniston perché aveva perso la testa per Angie. No?

MATTHEW FOXALIAS JACK (DI LOST) Per gli appassionati di serie TV Mat-thew Fox è l’attore più affascinante del piccolo schermo. Nel 1996 il maga-zine americano People lo ha inserito nel-la top delle 50 persone più affascinanti nel mondo, non c’è dubbio: il dott. Jack Shephard ha spezzato più cuori di Gregory House, e pensare che dopo la laurea alla Columbia voleva occuparsi di economia! Poi, quasi per gioco, ha intrapreso la car-

riera di modello e attore, e quando J.J. Abrams lo ha scelto per il ruolo di protagonista di “Lost” la sua vita è cambiata radicalmente. Nonostante il suc-

cesso Matthew resta un ragazzo semplice, aman-te della natura e premuroso padre di famiglia. Nel 1991 si sposa con l’ex modella italiana Margherita Ronchi dalla quale ha due fi gli: Kyle (1998) e Byron (2001). È un sup-porter dei Philadelphia Eagle, un appassiona-

to di musica (il suo genere preferito è il punk), e fa carte false pur di concedersi una corsa in sella

all’amata Ducati. Dopo aver ricevuto premi in tutto il mondo per il ruolo di Jack, Matthew Fox ha accetta-to di girare due pellicole per il grande schermo: “We Are... Marshall” (2006) e “Vantage Point” (2007),

VANTAGE POINT USCITA CINEMASTORE GIUGNO 2008

Il successo internazionale arriva con “La moglie del

soldato” e l’indimenticabile “Ghost Dog - Il codice del

samurai” di Jim Jarmusch, e ancora “Smoke”, “Prêt-

à-porter”, fi no ai più recenti “In linea con l’assassi-

no” e “Panic room”, nel 2006 vince un Golden Globe,

il Baft a e l’Oscar al miglior attore per “L’ultimo re di

Scozia” dove interpreta il Presidente dell’Uganda, Idi

Amin Dada. In TV lo abbiamo visto nella serie tele-

visiva cult “Th e Shield”, nel ruolo di Jon Kavanaugh,

ma la televisione per lui è solo un piacevole diversivo,

al punto che non ha problemi nel rifi utare il ruolo

di Jack in “Lost”. I suoi sono ruoli diffi cili, complessi

e soff erti, dopo ogni fi lm Whitaker lascia un segno

indelebile nella storia del cinema. Sposato con l’attri-

ce Keisha Nash, l’attore ha due fi gli (Sonnet e True),

mentre un terzo, Ocean Whitaker, lo ha avuto da

una precedente relazione. Dovendo scegliere i suoi

tre fi lm preferiti? Whitaker non ha dubbi: “In ordi-

STORY: FOREST WHITAKERL’enorme passione per il canto e la recitazione sono

stati i motivi che portano Forest Whitaker, ancora

giovanissimo, a sfi dare il mondo del cinema. A 21

anni debutta al fi anco di Sean Penn in “Fuori di

testa”. Poi, uno dietro l’altro, arrivano: “Platoon”,

“Good morning, Vietnam” e “Il colore dei soldi”, ma

è con “Bird”, in cui interpreta il sassofonista Charlie

Parker, a ottenere l’attenzione che merita, per il fi lm

di Clint Eastwood riceve a Cannes la Palma d’Oro

come miglior attore protagonista. Negli anni Novan-

ta si dedica anche alla regia ma i suoi sono fi lm di

nicchia e la carriera di attore non può interrompersi.

ne direi “Bird”, perché

mi ha fatto crescere

molto come arti-

sta. “Ghost Dog”,

perché in silen-

zio ho compreso

molte cose di

me stesso ed ho

capito come co-

municarle senza

esagerare, e infi ne

“L’ultimo re di Sco-

zia” perché è il ruolo

che meglio riunisce tutto

ciò che ho imparato di

questo lavoro”.

fi nite le riprese si è di nuovo precipitato sul set di “Lost”, ma alla ABC hanno pensato bene di rad-doppiargli lo stipendio per non lasciarselo scappare defi nitivamente. Vive con la sua famiglia sull’isola di Oahu, Hawaii, ogni settimana ospita a cena l’intero cast della serie per assistere insieme alla messa in onda. Tutti insie-me appassionatamente…

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SWEENEY TODD USCITA CINEMASTORE GIUGNO 2008

08 | PETTEGOLEZZI E GOSSIP “Sweeney Todd” & “La guerra di Charlie Wilson”

TIM BURTONL’ALIENO

Serafi co, stralunato, con i pensieri sempre un passo avanti rispetto a quelli di noi esseri umani. Basta scambiarci due chiacchiere, per capire da dove provengano i fi lm di questo irresistibile alieno. Il malinconico “Edward mani di forbice”, gli scheletri ballerini di “Nightmare Before Chris-mas”, l’ammaliante “La sposa cadavere”: i personaggi variopinti di cui popola le sue sto-rie ci appaiono all’improvviso come la famiglia da cui Tim Burton si è fatto adottare, per sentirsi meno solo sul nostro pianeta. Che da noi sia distante anni luce lo conferma lo sguardo incantato che si ostina a rivolgere anche alle più drammatiche situazioni. Che si tratti di morte, vendetta o altre disgrazie dell’umanità: laddove gli altri verserebbero fi umi di lacrime, lui sembra cadere dalle nuvole, con un trionfo di incanto e magia dalla purezza quasi infantile. Anche di fronte alla carnefi cina del suo ultimo “Sweeney Todd”, continua a sgranare gli occhi: non si capacita del perché il pubblico si scandalizzi tanto per i 160 clienti, che il barbiere Johnny Depp sgozza e poi getta in una botola, fra giugulari tagliate e gole che zampillano. “Spesso trovo divertenti cose che agli altri non lo sembrano affatto”, risponde lui facendo spallucce. Vorrebbe ridere Tim Burton, ma stavolta sembra far fatica anche lui. La storia è nerissima, come la Londra dell’800 in cui è ambientata. Scenografi e cupe valse l’Oscar al nostro Dante Ferretti, che fanno da sfondo a una leggenda, già trasposta in musical nel lontano 1979. È l’odissea di amore e morte del barbiere di Fleet Street, lo “Sweeney Todd” del titolo, che dopo 15 anni di carcere torna in libertà, per farsi giustizia a modo suo. Il torto da riparare è la perdita della moglie, che gli è stata strappata e uccisa. Motore romantico di una rabbia cieca, che lo condanna però a un’insaziabile sete di vendetta.

JOHNNY IL BIANCONIGLIO?Dalla padella alla brace. Dopo i fi umi di sangue di “Swee-ney Todd”, ad attendere Johnny Depp c’è addirittura un fi lm con Marylin Manson. Almeno sulla carta, la strana impresa dei due dovrebbe però avere toni fi abeschi. Il contro-verso rocker dall’aspetto satanico ha infatti pensato a lui per una rilettura di “Alice nel paese delle meraviglie”. Personalis-simo fi n dal titolo, “Phantasmagoria: Visions of Lewis Carroll” riserverà a Manson gli inediti panni del celebre autore. Che al tenebroso Johnny non tocchino quelli del bianconiglio?

TOM E LA FELICITÀ DI COPPIA“Avere un matrimonio felice è dura quanto fare un fi lm”, parola di Tom Hanks, sposato da più di vent’anni con Rita Wilson e dalla quale ha avuto due fi gli Chester Marlon (18) e Tru-man Theodore (13). Ma qual è il segreto per conquistare una donna e vivere felici? “Se sei di-vertente, se c’è sempre qualcosa che ti fa ridere, allora, ogni giorno sarà un giorno perfetto”. Con-siderato da molti il moderno James Stewart, Hanks è un po’ meno ottimista riguardo ai suoi fi lm: “Ho interpre-tato più di venti fi lm, ma solo cinque sono quelli che considero buoni”. Troppo severo!.

JULIA ROBERTS,UMILTÀ DA STAR!La ragazza acqua e sapone del cinema ameri-cano ha un passato sentimentale davvero scop-piettante. Tra i suoi fi danzati, conviventi, amanti o presunti tali si vocifera che sia stata con: Kiefer Sutherland, Matthew Perry, Benjamin Bratt, Liam Neeson, Daniel Day-Lewis… Ma il principe azzurro, allora? Nel 2002 in barba a tanti divi che l’avrebbero volentieri sposata lei è convolata a nozze con il cameraman Daniel Moder. I due si sono sposati nel ranch della

LA GUERRA DI CHARLIE WILSONUSCITA CINEMASTORE GIUGNO 2008

Roberts a Taos, nel Nuovo Messico. Alla cerimonia, celebrata a mezzanotte, non

è stata invitata nessuna star, fatta eccezione per Bruce Willis, amico del cuore di Julia.

Nel 2005 sono arrivati i gemelli, Phinneaeus e Hazel, e lo scorso anno il piccolo Henry Dan-iel. La coppia è ben intenzionata a non fermarsi:

“Vogliamo una famiglia molto numerosa!”. Del resto le radici non mentono: “Sono solo una ragazza di un paesino della Georgia che aveva questo gigantesco e assurdo sogno di raggiungere il successo”. Viva la sincerità!

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09 | NOVITÀ “Non è un paese per vecchi”

“Quando ho ricevuto la nomination all’Oscar per “Prima che sia notte” ero esausto. È stato come un lavoro full-time, giravo come una trotto-la”.

“Vivo in Spagna. Per noi l’Oscar è qualcosa che si guarda in TV la domenica notte, molto tar-di. Talmente all’alba che in genere ci si addor-menta e il giorno dopo si leggono i nomi dei vin-citori sui giornali”.

“Uno dei miei sogni è diventato vero quando il regista Julian Schnabel ha fatto vedere il nostro fi lm (“Prima che sia notte”) ad Al Pacino. Lui mi chiamò alle tre di notte, ero in Spagna, per dirmi che aveva apprezzato molto il mio lavoro.

Gli risposi che ci sono solo due cose in cui cre-do: Dio e Al Pacino”.

“Dopo “Mare Dentro” spero di lavorare an-cora con Alejandro Amenábar. Lui è così misterioso. Non mi diceva nulla e io recitavo. La-vora in modo misterioso. Spero di girare ancora con lui, credo sia un regista straordinario”.

“Che cosa hanno a che vedere le mie per-formance con quelle di Russel Crowe? Nulla. Se anch’io avessi interpretato “Il Gladiatore” con Ridley Scott, allora avremmo avuto la possibi-lità di capire chi aveva fatto il lavoro migliore”.

“Noi attori diciamo sempre quanto sia diffi -cile e fi sicamente stressante interpretare un ruolo. Ma alla fi ne… è solo un fi lm”.

“La sola cosa che so fare è recitare, ma non è qualcosa in cui mi sento realmente a mio agio. Mi costa molta fatica perché sono una persona timida, anche se non sembra”.

JAVIER BARDEM IN 10 MOSSE. VITA E FILOSOFIA DI UN DIVO

“Spesso dico a me stesso, perché stai facen-do questo lavoro assurdo? Perché non vai in Afri-ca ad aiutare le persone che hanno bisogno? Ma io non posso aiutare nessuno perché sono decisa-mente ipocondriaco”.

“Penso che “Non è un paese per vecchi” par-li della perdita del signifi cato della violenza. Io impersono la violenza, io sono la violenza nel fi lm, e c’è un uomo… che sta cercando di capire il si-gnifi cato di tutto questo e alla fi ne scopre che non vi è alcun signifi cato nella violenza”.

“Quando i fratelli Coen mi chiamarono per il ruolo di Anton Chigurh in “Non è un paese per vecchi”, dissi loro: “Sentite, sono l’attore sbaglia-to. Non guido, parlo un pessimo inglese e odio la violenza”. “Forse è per questo che vogliamo te”, mi risposero ridendo…”.

NON È UN PAESE PER VECCHI USCITA CINEMASTORE GIUGNO 2008

JAVIER E LA SUA PROF.Lo spagnolo Javier Bardem è ormai un divo tra i più richie-sti a Hollywood. Dopo l’Oscar vinto con “Non è un paese per vecchi”, il primo attore spagnolo a ricevere l’ambitissimo premio, è pronto per girare i suoi prossimi tre fi lm. Al suo fi anco ci sa-ranno alcune delle dive più sexy: Penélope Cruz, Scarlett Johansson e persino Nicole Kidman. Senza dubbio un Re di Cuori d’eccezione. Tra i pochi ad aver prevalso persino su Johnny Depp, in occasione del casting per “L’amore ai tempi del colera”, Bardem è ormai nella Hall Of Fame ma come la mettiamo con l’Amore? Per il momento non si sbilancia ma a pro-posito della misteriosa Cristina, interprete e traduttrice, messo sotto torchio dai giornalisti si è lasciato scappare una dichiara-zione: “Adesso mi sento molto più a mio agio con l’inglese. Sono innamorato della mia professoressa d’inglese. In effetti parecchie ore di lezione le abbiamo fatte a letto”.

Page 10: Magazine Cinemastore

MILANO PALERMO IL RITORNO USCITA CINEMASTORE APRILE 2008

FRAGASSO MEGLIO DI WILLIS

Undici anni dopo “Palermo-Milano”, il regista Claudio Fragasso mette insieme un cast d’ec-cezione e propone il sequel del fi lm che nel 1995 vinse due David di Donatello: Raoul Bova, Giancarlo Giannini, Ricky Menphis, Li-bero De Rienzo, Valerio Mastandrea ed Enrico Lo Verso. “Milano Palermo – Il ritorno” è un fi lm basato su fatti di cronaca, un fi lm di genere che non ha niente da invidiare a quelli dei colleghi americani. Sparatorie, inseguimenti, non avranno esagerato essendo un fi lm italiano? “Il discorso della credibilità mi fa incavolare e non poco (pre-cisa Fragasso) possibile ce ne ricordiamo solo per i fi lm italiani? E Bruce Willis che nell’ultimo “Die Hard” scaglia una macchina contro un elicottero?

RAOUL,SEMPRE INSIEMEA CHIARAOrmai da tempo il bel Raoul ha messo la testa a posto. Sembra ieri quando i magazine di gossip par-lavano dei suoi numerosi fl irt, del fi danzamento con Romina Mondello e della love story con Sean Young. Da circa dieci anni, infatti, Raoul Bova è convolato a nozze con Chiara Giordano, dalla quale ha avuto due fi gli: Alessandro Leon (8) e Francesco (6). I due sono proprio inseparabili tan-to che, nel 2007, quando l’attore è stato chiamato a Hollywood per lavorare alla serie TV “A proposito di Brian”, tutta la famiglia è partita insieme a lui. Uniti e affi atati al punto che, una sera a cena da George Clooney, il divo italiano si è parecchio ingelosito di una chiacchierata troppo intima tra l’attore e sua mo-glie. L’argomento? Lo stile e il design di villa Clooney. Insomma, Hollywood non fa per lui? “È una società dove sei valutato solo per quanto guadagni. A Hol-lywood dopo il set comincia la lotta quotidiana dei party organizzati per trovare altri ingag-gi. Ho accettato di lavorare lì per una cre-scita professionale, ma se mia moglie e i miei fi gli non mi avessero seguito, non sarei andato neppure se mi avessero garantito che sarei diventato l’attore più bravo del mondo. Tengo molto alla mia serenità interiore e alla mia famiglia”. Il pregio di Hollywood (visto che ormai è un pendolare)? “La praticità, poche chiacchiere e moltissimi fatti”. L’idolo degli adolescenti ita-liani è un ragazzo semplice che non si è montato la testa, neanche dopo lo spot girato con Madonna in cui i due si baciano, per lui conta la famiglia e il cinema. Un ragazzo dai sani principi che alla sua giovanissima compagna di set, Michela Quat-trociocche, in “Scusa se ti chiamo amore” ha rac-comandato: “Dopo il successo devi sempre tenere i piedi per terra”.

IL MATTINO HA L’ORO IN BOCCA USCITA CINEMASTORE GIUGNO 2008

TRE DOMANDEA FRANCESCOPATIERNOChe cosa resta e che cosa cambia rispetto al ro-manzo?“Resta anzitutto l’ironia. Un fi lo conduttore che accompagna tutto il fi lm anche nei suoi momenti più drammatici. Mi ha divertito raccontare com’erano negli anni Ottanta il mondo dello spettacolo e la selvaggia spontaneità con cui lo affrontavano due personaggi come Fiorello e Marco Baldini”.Altri amarcord dallo spettacolo di quegli anni?“Non avrebbe avuto senso parlare di personaggi co-nosciuti da tutti, mascherandone l’identità. C’è quindi Claudio Cecchetto e c’è anche Radio Dee Jay, dove abbiamo girato numerose scene. Non ho però mai cercato di trovare dei sosia: quelli che vedete sono

PRESTAZIONE “STRAORDINARIA”Gallina dalle uova d’oro? Attore dell’anno? Nuovo volto del cinema italiano? Macché. Non sono basta-ti neanche tre fi lm in sala, altri due titoli in cantiere e l’incoronazione della Berlinale. Elio Germano le ha provate tutte. Si è fatto crescere il barbone per il fi lm di Gabriele Salvatores, dato al poker

per quello di Daniele Vicari, improvvisato dj e scommettitore per Francesco Patier-

no. Ma nulla da fare: invece della metamorfosi in “Come Dio co-manda”, il lavoro sul set del “Passa-

to è una terra stra-niera” e la fi gura

di Marco Baldini del “Mattino ha

l’oro in

i Fiorello, i Baldini e i Cecchetto a mia immagine e so-miglianza”.Nel cast, ci sono anche Laura Chiatti, Corrado Fortu-na, Martina Stella, ma che ci dici di Elio Germano?“Semplicemente straordinario. Pur essendoci più di 50 ruoli parlanti, poggia tutto sulle sue spalle. Soltanto lui poteva fare questo fi lm. E soltanto lui poteva interpretare

una parte così impegnativa, che passa continua-mente dal dramma al registro brillante”.

È normale che in alcune situazioni si tenda a sor-volare su questo aspetto, ma la nostra intenzione è di emozionare il pubblico attraverso scene forti magari provando a stare attenti a non esagerare”.

bocca”, a fare notizia è stato a sorpresa “Nessu-na qualità agli eroi”. Particolare non trascurabile, il motivo per cui il dramma di Paolo Franchi ha campeggiato sui titoli. Più che la qualità del titolo, ad attirare la stampa è infatti stato un nudo di Ger-mano. Davvero una “prestazione straordinaria”, ha riassunto ammirata qualche giornalista.

10 | L’ANGOLO ITALIANO “Milano Palermo” & “Il mattino ha l’oro in bocca”

Page 11: Magazine Cinemastore

SCUSA MA TI CHIAMO AMORE USCITA CINEMASTORE GIUGNO 2008

LEZIONI DI CINEMAMaschi contro femmine. Come alle elementari, quando si facevano le squadre per il nascondino. Se non fosse che si trattava di un liceo ro-mano, e anche dei più prestigiosi. Il celebre “Giulio Cesare”, cantato da Antonello Venditti in una sua famosa canzone. Un tempo culla di musicisti e intellettuali, la scuola si è trasformata per un giorno in un tea-tro di assalti e contestazione. Colpa della coppia Raul Bova e Fede-rico Moccia, che lì sono andati a presentare “Scusa ma ti chiamo amore”. Il motivo uffi ciale era la rivolta “impegnata” degli studenti, che non si ritenevano rappresentati dal ritratto del fi lm. Quello malignato fra i corridoi, ben altro: da una parte le ragazze in delirio, per lo scultoreo protagonista. Dall’altra i maschietti invidiosi, che per anni le avevano cor-teggiate, rimediando fi no allora soltanto pernacchie.

SCAMARCIO SUPERSTAROggi balla da solo. Fa il duro, si dà al cinema d’autore e rinnega i suoi primi passi da icona adolescenziale. Se non fosse stato per Federico Moccia, di Riccardo Scamarcio parleremmo però ancora come de “L’uomo perfetto”, l’icona maschile con cui lo aveva lanciato il fi lm di Luca Lucini. Senza il ruolo di Step, che gli ha poi cucito addosso la sceneggiatura di Moccia, non sareb-be mai volato “Tre metri sopra il cielo”. “Quando l’ho conosciuto – ricorda lo scrittore romano - mi disse che il mio libro gli era piaciuto proprio per-ché raccontava la sua storia. Mi colpì subito che quel ragazzo di provincia aveva una rabbia così simile a quella del mio personaggio. Quello che gli do oggi è un consiglio da amico: Step dovreb-be considerarlo un amico, uno di quelli con cui ti ritrovi per una pizza, magari in un terzo episodio”. Il messaggio è in codice, ma forte e chiaro. Provaci ancora, Step?

La vetta del boxoffi ce al primo weekend. Milioni di copie vendute. La febbre da lucchetto, che stava piegando Ponte Milvio a Roma. Il “ciclone Federico Moccia” si è abbattuto anche sul cinema. Forte di un adone come Raoul Bova e di una storia a misura di liceali, il papà di “Tre metri sopra il cielo” si è confermato un Re Mida anche al suo esordio dietro la macchina da presa. Una prima volta da record, che è ancora più sorprendente, alla luce dei suoi primi rocamboleschi passi nella scrittura. Vero sì, come pochi sanno, che è il fi glio d’arte del grande Pipolo. Leg-genda metropolitana vuole però che tutto sia iniziato con un manoscritto ciclostilato e diventato cult fra i giovanissimi di un quartiere bene della ca-pitale. Maligni e invidiosi sostengono che i tanti anni trascorsi prima della pubblicazione siano poi da imputare a un motivo ben preciso: un potente risciacquo in Arno, della prosa verace dell’autore in erba.

IL CICLONEMOCCIA

Federico Moccia - Fotografi a di Valentina Ariete

11 | L’ANGOLO ITALIANO “Scusa ma ti chiamo amore”

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