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Date post: 18-Feb-2019
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MANI IN PASTA NELLE NUOVE INDICAZIONI: Come avvicino i bambini alla musica? Asti, 22 aprile 2015 dott.ssa Piera Bagnus
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MANI IN PASTANELLE

NUOVE INDICAZIONI:

Come avvicino i bambini alla musica?

Asti, 22 aprile 2015 dott.ssa Piera Bagnus

Hoffman «La musica dischiude all’uomo un regno

sconosciuto; un mondo che non ha nulla in comune

con il mondo sensibile esterno che lo circonda e in cui

egli si lascia alle spalle tutti i sentimenti definiti da

concetti per affidarsi all’indicibile»

Di Benedetto «La musica è una riformulazione

piuttosto sofisticata dell’esperienza percettiva arcaica

del corpo materno, e di una lingua come puro suono»

Al di là e al di qua• Da un lato rende possibile l’accesso a ciò

che sta oltre, al di là della parola. TRASCENDENZA

• Dall’altro rappresenta il tentativo di riconquistare il Paradiso perduto, quindi sta prima, al di qua della parola. NOSTALGIA

JUNG«la musica è la miglior formulazione possibile

di qualcosa di relativamente sconosciuto»FUNZIONE SIMBOLOPOIETICA

ponte tra due mondi

MUSICA e LINGUAGGIO

• Connotativo, ambiguo, polisemico

• Denotativo, preciso, rimando diretto tra significante e significato

• La musica veicola SENSO• Il linguaggio veicola SIGNIFICATO

MUSICA e LINGUAGGIOSono confrontabili nell’aspetto

FONETICOGRAMMATICALE - SINTATTICO

ma NON SEMANTICO

Nella didattica musicale possiamo accedere alle tre dimensioni mediante attività su:

COPPIE PRIMARIEFORME COSTRUTTIVE (com’è fatta?)

FUNZIONI (cosa mi dice? A cosa serve?)

PENSIERO

EMOZIONI

MOVIMENTO

Dimensione intellettiva

Dimensione affettiva

Dimensione motoria

PENSIERO ARMONIA

EMOZIONI MELODIA

MOVIMENTO RITMO

C

C

C

• Si tratta di una visione antropologica della musica che indaga le

pratiche sonore (ascoltare, muoversi, cantare, suonare…) come

tipiche manifestazioni della musicalità umana.

• La musica, prima di manifestarsi come pratica colta, come studio

professionale, è una manifestazione della vita umana stessa,

fortemente legata alla relazione materna, a quella sociale, al gioco

infantile, alla valorizzazione della motricità e della percezione, al

suo potenziale rappresentativo e simbolico, al bisogno di

cooperazione, di espressione dei propri stati emotivi, delle

fantasie….

È la precoce attitudine musicale che caratterizza l’essere

umano e lo conduce ad utilizzare il linguaggio sonoro-

musicale per esprimersi ed entrare in comunicazione con il

mondo in modo interattivo

• HOMO AUDIENS è l’uomo delle memorie sonoro-

musicali acquisite attraverso l’orecchio ed il corpo intero,

dalla pelle ai muscoli….

• HOMO MOVENS è l’uomo che attraverso il movimento si

esprime in modo spaziale, ritmico, espressivo-emotivo….

• HOMO LOQUENS è l’uomo che, grazie alla voce, diventa

un essere melodico, utilizzatore della musicalità insita nei

suoni e ritmi delle parole. E’ seguito dall’ HOMO

CANTANS che estende la propria vocalità verso maggiori

estensioni e risonanze, esaltando nell’intonazione del

canto i piaceri ed i dolori che vive.

• HOMO SONANS va oltre le potenzialità sonore del

proprio corpo. Come discendente dell’ HOMO FABER

scopre e costruisce oggetti sonori.

• HOMO VIDENS a partire dall’unione di esperienze

acustiche con quelle visive, giunge alla realizzazione di

grafie e notazioni musicali.

• HOMO SAPIENS ha risposto al bisogno di interpretare e

dare significato alle proprie esperienze musicali

costruendosi, attraverso i secoli, un sapere musicale e

tramandandolo poi in forma orale, scritta o audiovisiva.

Benenzon definisce ISO (Identità Sonora) il cumulo di

energie e il suo processo dinamico formato da suoni,

movimenti e silenzi che caratterizzano ogni essere

umano e lo distinguono da un altro.

L’ISO si struttura in ogni essere umano seguendo un

medesimo percorso, però la dinamica energetica che

si sviluppa è diversa tra un essere umano e l’altro.

universale (l’insieme degli archetipi e del

vissuto sonoro del periodo prenatale)

gestaltico (caratteristica dell'individuo

individualmente e nella sua integralità )

in interazione (comunicazione non verbale tra

due o più persone)

culturale

gruppale

• Chi sei? (ISO)

• Da dove vieni? (biografia S/M; stili cognitivi)

• Dove sei adesso? (qual è il tuo modo di essere in musica? Quale l’identità musicale attuale?)

• Dove vuoi andare? (quali i tuoi obiettivi? PEI dalla L.104/1992; PSP dalla L.53/2003; PDP dalla DM 27/12/2012 in cui l’acquisizione delle competenze diventa il mezzo per raggiungere le mete che il soggetto si pone,

realizzando una «Scuola su misura»)

La musica interviene nei processi formativi attraverso:

• Il piano senso/motorio (perché sviluppa percezione,movimento, coordinazione) DALCROZE: l’euritmica el’ancoraggio corporeo

• Il piano emozionale-affettivo (perché suscita e potenziaemozioni, le canalizza per mezzo del controllo interiore, letraduce in una forma comunicabile) GORDON: lo sviluppodell’attitudine; il contenitore affettivo in cui nasce il linguaggio

• Il piano sociale (perché introduce linguaggi condivisi epermette la condivisione esecutiva; perché introduce ildiscente in una tradizione culturale ed in un tessuto dinarrazioni condivise) VYGOTSKJI: condivisione dei significatie cooperazione nel costruttivismo sociale

• Il piano intellettivo (perché promuove processi cognitivi esimbolici) STERNBERG: la tripartizione dell’intelligenza;GARDNER e la pluralità delle intelligenze

Dalle vigenti «Indicazioni per il Curricolo del primo ciclo d’istr uzione»

La musica, componente fondamentale e universale

dell’esperienza e dell’intelligenza umana, offre uno spazio

simbolico e relazionale propizio all’attivazione di processi di

cooperazione e socializzazione, all’acquisizione di strumenti di

conoscenza e autodeterminazione, alla valorizzazione della

creatività e della partecipazione, allo sviluppo del senso di

appartenenza a una comunità, nonché all’interazione fra culture

diverse.

L’apprendimento della musica si articola su due livelli

esperienziali:

a) il livello della produzione , mediante l’azione diretta

(esplorativa, compositiva, esecutiva) con e sui materiali

sonori, in particolare attraverso l’attività corale e di

musica d’insieme;

b) il livello della fruizione consapevole , che implica la

costruzione e l’elaborazione di significati personali,

sociali e culturali, relativamente a fatti, eventi, opere del

presente e del passato.

LE FUNZIONI FORMATIVEL’apprendimento della musica esplica specifiche funzioniformative, tra loro interdipendenti.Mediante la funzione cognitivo-culturale gli alunni esercitano lacapacità di rappresentazione simbolica della realtà, sviluppano unpensiero flessibile, intuitivo, creativo e partecipano al patrimonio didiverse culture musicali; utilizzano le competenze specifiche delladisciplina nella costruzione dell’universo di significati che stannoalla base della concezione del mondo, della mentalità, dei modi divita e dei valori della comunità a cui fanno riferimento. Mediante lafunzione linguistico-comunicativa la musica educa gli alunniall’espressione e alla comunicazione attraverso gli strumenti e letecniche specifiche del proprio linguaggio. Mediante la funzioneemotivo-affettiva gli alunni, nel rapporto con l’opera d’arte,sviluppano la riflessione sulla formalizzazione simbolica delleemozioni e sono indotti a decentrarsi rispetto a esse.

Mediante la funzioni identitaria e interculturale la musica inducegli alunni a prendere coscienza della loro appartenenza auna tradizione culturale e nel contempo fornisce loro glistrumenti per la conoscenza, il confronto e il rispetto di altretradizioni culturali e religiose. Mediante la funzionerelazionale essa instaura relazioni interpersonali e di gruppo,fondate su pratiche compartecipate e sull’ascolto condiviso.

Mediante la funzione critico-estetica essa sviluppa negli alunniuna sensibilità artistica basata sull’ascolto critico esull’interpretazione sia di messaggi sonori sia di opered’arte, eleva la loro autonomia di giudizio e il livello difruizione estetica del patrimonio culturale.

In quanto mezzo di espressione e di comunicazione, la musicainteragisce costantemente con le altre arti e è aperta agli

scambi e alle interazioni con i vari ambiti del sapere.

L’ambiente di apprendimento nella Scuola dell’Infanzia

L’apprendimento avviene attraverso l’azione, l’esplorazione, il

contatto con gli oggetti, la natura, l’arte, il territorio, in una

dimensione ludica, da intendersi come forma tipica di relazione

e di conoscenza. Nel gioco, particolarmente in quello

simbolico, i bambini si esprimono, raccontano, rielaborano in

modo creativo le esperienze personali e sociali. Nella

relazione educativa, gli insegnanti svolgono una funzione di

mediazione e di facilitazione.

Traguardi per lo sviluppo della competenza al termine della Scuola dell’infanzia

� Il bambino segue con curiosità e piacere spettacoli di vario

tipo (teatrali,musicali,visivi,di animazione...); sviluppa interesse

per l’ascolto della musica e la fruizione di opere d’arte.

�Scopre il paesaggio sonoro attraverso attività di percezione e

produzione musicale utilizzando voce, corpo e oggetti.

�Sperimenta e combina elementi musicali di base, producendo

semplici sequenze sonoro-musicali.

�Esplora i primi alfabeti musicali, utilizzando anche i simboli di

una notazione informale per codificare i suoni percepiti e

riprodurli.

IL PRIMO CICLO

Il compito specifico del primo ciclo è quello di

promuovere l’alfabetizzazione di base attraverso

l’acquisizione dei linguaggi e dei codici che

costituiscono la struttura della nostra cultura, in un

orizzonte allargato alle altre culture con cui

conviviamo e all’uso consapevole dei nuovi media.

Traguardi per lo sviluppo delle competenzeal termine della scuola primaria

� L’alunno esplora, discrimina ed elabora eventi sonori dal punto di vistaqualitativo, spaziale e in riferimento alla loro fonte.

� Esplora diverse possibilità espressive della voce, di oggetti sonori estrumenti musicali, imparando ad ascoltare se stesso e gli altri; fa uso diforme di notazione analogiche o codificate.

� Articola combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche, applicando schemielementari; le esegue con la voce, il corpo e gli strumenti, ivi compresiquelli della tecnologia informatica.

� Improvvisa liberamente e in modo creativo, imparando gradualmente adominare tecniche e materiali, suoni e silenzi.

� Esegue, da solo e in gruppo, semplici brani vocali o strumentali,appartenenti a generi e culture differenti, utilizzando anche strumentididattici e auto-costruiti.

� Riconosce gli elementi costitutivi di un semplice brano musicale,utilizzandoli nella pratica.

� Ascolta, interpreta e descrive brani musicali di diverso genere

Piano nazionale triennaleMusica nella scuola e nella formazione del cittadino A cura del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della Musica

(MIUR – art. 2 e art. 3 del D.M. 156 del 7/03/2013)

Si propone la costruzione di un percorso di formazionecentrato sulla pratica attiva della musica in tutte le suemanifestazioni.

L’obiettivo da raggiungere si può sintetizzarenell’espressione ideata dal Comitato Nazionale perl’apprendimento pratico della Musica “Fare musica tutti”.

Essa significa due cose: che l’educazione musicaledeve far parte del percorso formativo di tutti i cittadini; che lamusica deve essere insegnata, vissuta e appresa fin dallascuola dell’infanzia con modalità di apprendimento checonsiderino lo sviluppo globale della persona, la liberaesplorazione attiva, l’improvvisazione, il learning by doing.

L’apprendimento del linguaggio musicale si può, per

alcuni aspetti, accomunare a quello della lingua materna o

straniera; esse infatti si apprendono attraverso approcci

comunicativi e umanistico-affettivi che hanno al centro la

pratica della comunicazione verbale a partire da semplici

strutture linguistiche sino a quelle più complesse.

Allo stesso modo la musica si apprende facendo,

suonando o cantando brani musicali, improvvisando e

componendo fin da piccoli, così come il suo significato si

comprende e si arricchisce attraverso l’educazione estetica

e storico-culturale.

Condotte musicali e gioco infantile• Delalande analizza il gioco sonoro del bambino alla luce

della tripartizione piagetiana, evidenziando inoltre come

anche le condotte dell’adulto siano interpretabili alla luce

dello stesso modello.

1. gioco senso-motorio condotta esplorativa (0-2)

2. gioco simbolico condotta espressiva (3-5)

3. gioco di regole condotta organizzativa (5-7)

• Come sostiene Piaget, nello sviluppo del bambino la

comparsa di un nuovo tipo di gioco non sostituisce i

precedenti, ma coesiste con essi.

CONDOTTEDI

ASCOLTO

La è in grado di coniugare il PENSIERO FREDDO(raziocinio, logos, linguaggio e calcolo) ed il PENSIEROCALDO (intuizione, eros, arte), facendo dialogare i due emisferinella costruzione delle COMPETENZE.

BRUNER ne Il conoscere. Saggio per la mano sinistra (1962)rivaluta il pensiero narrativo accanto a quello logico.

Superato il rigido concetto della dominanza cerebrale,possiamo condividere con MORIN l’obiettivo di formare «testeben fatte», e non solo «teste piene», attraverso l’esercizio delpensiero che interconnette. (1999)

La musica sostiene il pensiero divergenteed agevola processi metacognitivi

Nell’area motoria e spaziale: la musica sviluppa le capacità senso-percettive;gli schemi posturali; la lateralizzazione; la coordinazione; il senso di sé; ilrispetto delle regole; la collaborazione con gli altri

Nell’area linguistica: la musica sviluppa le competenze di ascolto e l’uso dellinguaggio; la prosodia; la segmentazione percettiva (conte, filastrocche, giochimotori cantati) e la comprensione delle strutture linguistiche; la pronuncia; illessico.

Nell’area logico-matematica: la musica aiuta a classificare; valutare; seriare;contare; misurare; manipolare; costruire.

Nell’area temporale: la musica permette di collocare eventi in successione;consente di organizzare, misurare, rappresentare il tempo; rende possibile laconoscenza di tradizioni e culture, al fine di creare i presupposti dellaconoscenza storica.

Nell’area affettivo-relazionale: la musica sostiene lo sviluppo dell’identità (ISO);permette la regolazione delle emozioni; agevola l’apprendimento cooperativo.

Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012: STRUMENTID’INTERVENTO PER ALUNNI CON BES E ORGANIZZAZIONETERRITORIALE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA

• Ci troviamo di fronte ad un contesto sempre più variegato,dove la discriminante tradizionale - alunni con disabilità /alunni senza disabilità - non rispecchia la complessa realtàdelle nostre classi.

• Fondandosi sul profilo di funzionamento e sull’analisi delcontesto, il modello ICF consente di individuare i BisogniEducativi Speciali (BES) dell’alunno prescindendo dapreclusive tipizzazioni. Ogni alunno, con continuità o perdeterminati periodi, può manifestare Bisogni EducativiSpeciali: per motivi fisici, biologici, fisiologici o anchepsicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuoleoffrano adeguata e personalizzata risposta.

• Va potenziata la cultura dell’inclusione anche mediante unapprofondimento delle relative competenze degli insegnanticurricolari

L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente

alla presenza di deficit.

In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una

varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o

disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della

lingua italiana perché appartenenti a culture diverse.

Quest’area dello svantaggio scolastico, che ricomprende problematiche diverse, viene

indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali ( Special Educational Needs ).

Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie:

1. quella della disabilità;

2. quella dei disturbi evolutivi specifici;

3. quella dello svantaggio socio- economico, linguistico, culturale.

Disturbi Evolutivi SpecificiPer “disturbi evolutivi specifici” intendiamo, oltre i disturbispecifici dell’apprendimento, anche i deficit del linguaggio,delle abilità non verbali, della coordinazione motoria,ricomprendendo – per la comune origine nell’età evolutiva –anche quelli dell’attenzione e dell’iperattività, mentre ilfunzionamento intellettivo limite può essere considerato uncaso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico.

Tutte queste differenti problematiche, ricomprese nei disturbievolutivi specifici, non possono non venir certificate ai sensidella legge 104/92, non dando conseguentemente diritto alleprovvidenze ed alle misure previste dalla stessa leggequadro, e tra queste, all’insegnante per il sostegno.

La legge 170/2010, a tal punto, rappresenta un punto di svolta

• alunni e studenti con DSA

• alunni e studenti con specifiche problematiche nell’area del linguaggio(disturbi specifici del linguaggio o – più in generale- presenza di bassaintelligenza verbale associata ad alta intelligenza non verbale) o, alcontrario, nelle aree non verbali (disturbo della coordinazione motoria;disturbo non-verbale o – più in generale - bassa intelligenza non verbaleassociata ad alta intelligenza verbale) o di altre problematiche severe chepossono compromettere il percorso scolastico (es. un disturbo dello spettroautistico lieve)

• alunni e studenti con problemi di controllo attentivo e/o dell’attività,A.D.H.D. (Attention Deficit Hyperactivity Disorder ), corrispondenteall’acronimo che si usava per l’Italiano di D.D.A.I. – Deficit da disturbodell’attenzione e dell’iperattività. Si è stimato che il disturbo, in forma gravetale da compromettere il percorso scolastico, è presente in circa l’1% dellapopolazione scolastica.

• alunni e studenti con potenziali intellettivi non ottimali, descrittigeneralmente con le espressioni di funzionamento cognitivo (intellettivo)limite (o borderline).

La dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia sono disturbispecifici di apprendimento che si manifestano in presenza di capacita'cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficitsensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcuneattivita' della vita quotidiana. Possono sussistere separatamente o insieme.

SI intende per dislessia un disturbo specifico che si manifesta con unadifficolta' nell'imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segnilinguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidita' della lettura.

Si intende per disgrafia un disturbo specifico di scrittura che si manifesta indifficolta' nella realizzazione grafica.

Si intende per disortografia un disturbo specifico di scrittura che simanifesta in difficolta' nei processi linguistici di transcodifica.

Si intende per discalculia un disturbo specifico che si manifesta con unadifficolta' negli automatismi del calcolo e dell'elaborazione dei numeri.

Difficoltà in ambito musicale� a livello uditivo: lentezza nell’elaborare altezza, durata, ritmo

� a livello visivo: difficoltà nella lettura del pentagramma

� a livello spaziale: incertezza sul posizionamento delle note

sul pentagramma; sulla presenza dei gambi e delle cediglie;

difficoltà nell’utilizzo delle mani sullo strumento

� a livello mnemonico: scarsa competenza nella memoria a

breve termine

� a livello di organizzazione: nel coordinamento motorio; nel

riconoscimento delle strutture (cellule ritmiche; melodie…)

Indicazioni pratiche

- stampe e fotocopie ingrandite

- utilizzo di colori nella notazione su pentagramma

- utilizzo di partiture scritte con programmi di videonotazione

e stampate

- semplificazione dello spartito eliminando le parti non

essenziali

- inserimento di segnali d’«allerta» per richiamare

l’attenzione in momenti particolari

- esercizi di smembramento / riassemblaggio dei brani

- dotazione di registrazioni audio dei brani

Suggerimenti per la progettazione didattica

DALCROZE KODALY

- EURITMICA: sostiene gli aspetti percettivi, di coordinazione e memoria

- CONTE E FILASTROCCHE: sostengono gli aspetti fonologici e la percezione numerica

- SOLFEGGIO: su una sola sillaba

- VOCE: assimilazione dei parametri sonori

- RITMO: dalla percezione della pulsazione alle strutture ritmiche più complesse

- SCALA PENTATONICA: non crea problemi nella sovrapposizione dei suoni

- CHIRONOMIA- IMPROVVISZIONI ritmiche e

melodiche- GRADUALITA’ dall’esperienza alla

sua formalizzazione

ORFF

- Giochi ritmici sullo strumentario, con il corpo o la voce:

^ ripetizione^ imitazione^ variazione^ opposizione^ trasformazione

UdA per la Scuola dell’Infanzia

- Percezione delle coppie primarie- Percezione della pulsazione e di semplici

ritmi- Sincronizzazione dei movimenti- Esecuzione per imitazione di gesti, canti,

suoni- Utilizzo dello strumentario didattico

UdA per la Scuola Primaria

- Progressiva formalizzazione delle esperienze

- Invenzione di notazioni analogiche ed informali

- Avvio alla notazione formale- Scrittura in campo aperto, poi sul

pentagramma- Utilizzo di filastrocche, body percussion,

strumentario didattico

FINALITA’ – Progetto di educazione ritmica- Relazionarsi in modo costruttivo e collaborare in un

contesto di gruppo- Migliorare la capacità di attenzione- Decodificare e realizzare una consegna data- Sostenere l’intelligenza analitica, pratica e creativa

mediante le attività musicali- Affinare le capacità di percepire, discriminare, riprodurre

e creare eventi sonori- Migliorare la sincronizzazione ritmico-motoria- Incrementare la creatività come strategia compensativa

Gruppo di bambini di scuola primaria con DSA; ADHD

OBIETTIVI MUSICALI- Reagire con rapidità alle sollecitazioni sonore- Adeguare postura e/o movimento a variazioni di spazio,

tempo ed energia degli stimoli sonori- Compiere movimenti regolari e simmetrici- Sincronizzarsi su una pulsazioni- Eseguire semplici sequenze di Body Percussion- Suonare uno strumento percussivo sincronizzandosi

sulla pulsazione- Riconoscere all’ascolto alcune durate- Riprodurre ritmi- Inventare ritmi- Variare ritmi- Riconoscere ed utilizzare la notazione ritmica

(semiminima; croma; semicroma; minima)

ATTIVITA’- Ascolto di stimoli sonori- Ascolto e sincronizzazione sul proprio ritmo corporeo- Ascolto e sincronizzazione su una pulsazione data- Dissociazione e coordinazione motoria su una pulsazione- Discriminazione di eventi acustici con gesto motorio e segno

grafico analogico- Riproduzione di filastrocche e semplici canzoni- Coreografie - Esecuzione di ostinati ritmici con lo strumentario didattico- Memorizzazione- Scrittura analogica di eventi sonori- Esecuzione di semplici partiture analogiche- Notazione formale (semiminima; croma; semicroma; minima)- Esecuzione di semplici partiture ritmiche

LA LETTURA VERBO-RITMICA

Attività: Gli animali- Ogni bambino individua il nome di un animale con una

cellula ritmica analoga a quella del proprio nome

An-na = Gat-to

Lu-ca = To-po

Giu-sep-pe = Far-fal-la

Mar-ghe-ri-ta = Ca-na-ri-no

- Si possono realizzare dei cartelli con i disegni degli animali e le cellule ritmiche

- Si possono inventare sequenze di nomi, animali, città, cibi…

- Si eseguono con voce; gesti suono; coppia di tamburi (grande/piccolo) per sillabe accentate e atone

– – –

GRU - GATTO - TOPO

1. Lettura con i gesti suono

2. Lettura ritmica con la voce

3. Esecuzione con strumenti percussivi

4. Composizione di nuove sequenze poliritmiche

5. Nuova lettura ed esecuzione


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