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Mostri marini. Tra mito e realtà

Date post: 21-Jun-2015
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Mostri marini - Materiale didattico -
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[…] Il 1866 fu un anno particolare, caratterizzato da uno strano misterioso avvenimento che certamente nessuno avrà dimenticato. A parte le dicerie che mettevano in agitazione le popolazioni della costa ed eccitavano lʹopinione pubblica nelle zone continentali, la gente di mare ne era particolarmente scossa. Commercianti, armatori, comandanti di navi, piloti europei e americani, ufficiali delle marine militari di tutti i paesi e, infine, i governi dei diversi Stati dei due continenti, si preoccuparono profondamente del fenomeno.Da qualche tempo parecchie navi, incrociando in alto mare, si erano imbattute in una ʺmassa enormeʺ, qualcosa di oblungo, fatto a fuso, a volte fosforescente e molto più grande e più veloce di una balena. Le varie relazioni nei giornali di bordo concordavano quasi esattamente riguardo alla struttura dellʹoggetto o del bizzarro essere che fosse, sulla sua straordinaria agilità di movimenti, sulla sua velocità, e sulla particolare vitalità di cui appariva dotato. Se si trattava di un cetaceo, era assai più grande di quelli che la scienza aveva fino ad allora classificato: i più famosi naturalisti non avrebbero mai potuto ammettere lʹesistenza di un simile mostro, se non nel caso che lʹavessero visto con i loro propri occhi. Calcolando una media delle diverse osservazioni, respingendo le caute valutazioni che attribuivano alla ʺcosaʺ una lunghezza di sessanta metri e anche quelle evidentemente esagerate che la descrivevano larga trecento e lunga quasi un chilometro, si poteva affermare che quel mastodontico essere superava di parecchio le dimensioni stabilite dagli ittiologi, sempre che il mostro esistesse veramente. Ma indubbiamente esisteva: il fenomeno di per sé stesso non si poteva più confutare e, poiché la mente umana di solito è attratta da tutto ciò che è straordinario, è facile comprendere lʹemozione prodotta in tutto il mondo da quella soprannaturale apparizione.Nelle nazioni tradizionalmente più severe, come lʹInghilterra, lʹAmerica, la Germania, il caso suscitò viva preoccupazione, ma in molti altri paesi venne preso alla leggera e messo in ridicolo. Nei grandi centri il mostro divenne lʹargomento di moda: se ne scherzava nei caffè‐concerto, i giornali ne facevano oggetto di burle nella rubrica umoristica, nei teatri se ne cantavano le straordinarie qualità. I giornali, a corto di notizie, riportarono a galla vecchie storie di mostri. Allora nelle società e nelle pubblicazioni scientifiche scoppiò una polemica interminabile tra quelli che credevano al fenomeno e gli increduli. La questione accese gli spiriti, i giornalisti di parte scientifica in lotta con gli umoristi versarono fiumi dʹinchiostro. La battaglia continuò per sei mesi con alterna fortuna ed esito incerto. Ma a poco a poco lʹumorismo sconfisse la scienza e la faccenda del mostro si concluse tra le risate universali.Così nei primi mesi dellʹanno 1867 lʹargomento sembrava ormai dimenticato, quando accaddero altri strani fatti che vennero ben presto a conoscenza del pubblico. Allora il fenomeno apparve sotto una luce nuova: non si trattava più di un problema scientifico da risolvere, bensì di un pericolo serio e reale dal quale bisognava difendersi. La questione assumeva così un aspetto ben diverso e il mostro ridiventò isola, roccia, scoglio. Uno strano scoglio sfuggente che non si poteva né misurare né raggiungere […]

(Jules Verne, VENTIMILA LEGHE SOTTO I MARI, pag. 21, Rizzoli Editore)

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[…]‐ Che bestia spaventosa! ‐ esclamò.Andai a guardare anchʹio e non potei reprimere un moto di repulsione. Davanti ai miei occhi si agitava un mostro orribile, degno di figurare nelle leggende del mare.Era un polpo di dimensioni colossali che si spostava di sghembo verso il Nautilus a velocità prodigiosa.‐ Può darsi che sia lo stesso dellʹʺAlectonʺ azzardò Conseil.‐ No ‐ ribatté il canadese. ‐ Questo è completo, mentre lʹaltro aveva perso la coda.‐ Non sarebbe una ragione sufficiente ‐ spiegai poiché i tentacoli e la coda di questi animali si riformano per reintegrazione e in sette anni la coda del cefalopodo di Bouguer ha avuto il tempo dl ricrescere.‐ Inoltre ‐ aggiunse Ned Land ‐ se non fosse questo potrebbe essere uno di quelli là.Infatti altri polpi apparivano al vetro di tribordo. Ne contai sette. Facevano corteo al battello e sentivo i colpi dei loro becchi sulle lamiere della chiglia. […]

(Jules Verne, VENTIMILA LEGHE SOTTO I MARI, pag. 388, Rizzoli Editore)

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QUANTE CREATURE VIVONO IN MARE?

Da qualche anno gli scienziati stanno conducendo un vero e proprio censimento delle specie marine. Secondo le ultime stime, almeno 5000 diversi pesci devono essere ancora scoperti e diverse altre centinaia di migliaia di forme di vita marine, come vermi, molluschi, meduse, microorganismi e alghe non sono ancora mai state viste dall'uomo. Ogni anno, almeno 160 nuove specie vengono aggiunte al Censimento della vita marina. Fino a questo momento, nell'elenco ufficiale sono catalogate ben 15.300 diverse specie di pesci marini.

Ci sono poi le creature leggendarie e mitologiche.

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I MARINAI

Da sempre i marinai sono i migliori narratori di leggende incredibili. Passare lunghe giornate in mare, in un ambiente difficile e sconosciuto, da sempre regala loro molto tempo per inventare storie perfette. Ecco perché si dice, ancora oggi, che tra le onde si nascondano segreti misteriosi e impressionanti. Navi fantasma, banchi di nebbia capaci di inghiottire e far sparire imbarcazioni ed equipaggi, ma soprattutto... MOSTRI MARINI impressionanti e terribili. Il più temuto per centinaia di anni è stato certamente il serpente marino: un drago enorme, che i cartografi del medioevo si divertivano a disegnare sulle loro mappe del globo, in mezzo agli oceani.

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ESISTONO DAVVERO I MOSTRI MARINI?

In un giorno di dicembre del 1848 la nave inglese Pekin stava doppiando il Capo di Buona Speranza, la punta più meridionale dell'Africa, quando l'equipaggio vide, con il binocolo, una strana creatura nell'acqua: sembrava un enorme serpente, con una grande testa e grosse pinne. Due mesi prima un'altra nave, il Daedalus, aveva comunicato di avere visto un animale simile nella stessa zona. Un piccolo equipaggio preparato alla cattura, scese in mare per raggiungerlo ma il serpente marino non reagì minimamente. Si trattava, infatti, solo di un fascio di alghe! Era lo stesso serpente che il Daedalus aveva avvistato due mesi prima? Giudicare un oggetto e le sue dimensioni in mare è estremamente difficile. In mare è tutto diverso: in acqua solo le onde possono essere utili per fare un veloce confronto ma la loro grandezza varia moltissimo, a seconda delle condizioni del tempo e del vento ed il loro rollio può dare l'illusione che un oggetto si muova anche se è perfettamente immobile: ecco perché i marinai del Daedalus e del Pekin, anche se esperti, si ingannarono.

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ILLUSIONI OTTICHE?

Alcuni mostri marini sono strane condizioni meteorologiche. Poco prima di una tempesta marina, per esempio, strati di aria a differente temperatura possono trovarsi l'uno sull'altro proprio sopra alla superficie del mare. La differente densità dei due strati fa sì che la luce rimbalzi tra di loro più volte e si forma un miraggio. È un fenomeno ottico che allunga moltissimo l'altezza di qualsiasi oggetto, un po' come fanno gli speciali specchi deformanti dei luna park. E così può accadere che foche, balene e delfini appaiano come creature altissime, deformi e del tutto irriconoscibili. Gli antichi norvegesi spesso vedevano queste strane creature ma invece di spaventarsi, le consideravano un segnale divino dell'arrivo di una tempesta. Gli dei non c'entravano davvero, ma la previsione era esatta.

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AVVISTAMENTI VERI

Ma non sempre si tratta di illusioni ottiche. Spesso l'avvistamento è vero: a muoversi tra le onde c'è davvero un animale, magari sconosciuto! Il mare ospita, infatti, veri e propri misteri biologici che possono, in diverse occasioni, spiegare le leggende che per secoli gli uomini di mare si sono tramandate.

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Gli abissi marini: un mistero ancora irrisolto

I biologi marini non hanno certo vita facile, nessun luogo infatti è più misterioso degli abissi del mare. Qui, fino a 4.000 metri di profondità, trova dimora il 99 per cento della vita del nostro pianeta… Finora inesplorata. Perché tutti gli esseri viventi che, fin dalla prima immersione

effettuata nel 1930, sono stati prelevati dagli abissi, a causa della differenza di pressione e di temperatura muoiono sulla via verso la superficie. Secondo Robert Kunzig, giornalista esperto

del mare, conosciamo solo un miliardesimo del fondale marino. Un terreno che sorprendentemente costituisce il 60 per cento della superficie totale del nostro pianeta.

Conosciamo addirittura molto meglio lo spazio.

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Curiosità

PIOVRE: ALTRO CHE STORIE DA MARINAI!

Jules Verne non sapeva ancora che le profondità dei mari non vanno oltre i 4.000 metri quando, nel 1870, inviò il Capitano Nemo col suo sottomarino Nautilus a 20.000 leghe sotto il mare. Nell'avventurosa storia narrata da Verne, Nemo combatte tra l'altro contro una piovra gigante, mollusco che nel diciannovesimo secolo veniva ancora considerato un parto della fantasia. Oggi i talassografi sono concordi nel confermare l'esistenza delle piovre giganti, che placano in gran numero la fame dei capodogli. In linguaggio specialistico sono chiamate "calamari giganti" (lat. Architeuthis) e appartengono al genere delle seppie. Si differenziano dai comuni "ottopodi" a otto braccia perché possiedono due tentacoli in più dotati di ventose. Nonostante le dimensioni - i tentacoli possono raggiungere una lunghezza di tre metri - difficilmente un subacqueo potrebbe incontrare una piovra in vita, perché sono solite rintanarsi nelle fenditure e nelle grotte sul fondo del mare. Il primo esemplare, lungo 18 metri, fu avvistato sulla costa della Nuova Zelanda, seppure morto, circa vent'anni dopo la pubblicazione del romanzo di Verne. Pare certo che i cadaveri spiaggiati dei calamari giganti siano gli unici veri "mostri marini" che potranno mai essere ammirati sopra la superficie dell'acqua.

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NESSIE: IL MOSTRO DI LOCH NESS

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Il 25 aprile 1977, un peschereccio giapponese issò a bordo un enorme carcassa di animale che nessuno fu in grado di identificare. Il battello stava inseguendo banchi di sgombri a largo della Nuova Zelanda quando i pescatori la presero nella rete ad una profondità di circa 275 m. L'ammasso non era né un pesce né un cetaceo né alcun altro mammifero noto. Non era nemmeno frutto dell'immaginazione: pesava quasi due tonnellate, misurava 10 m e fu osservato dai 18 membri dell'equipaggio.Nonostante lo stato di decomposizione, sembrava avere un lungo collo, una coda allungata, quattro pinne ed una spina dorsale ben sviluppata. Uno studioso misurò il corpo, prese dei campioni dei tessuti e fece una serie di fotografie a colori dell' animale.

CURIOSITA’

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CREATURE MOSTRUOSE DEGLI ABISSI

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Una particolare specie di squalo, lo squalo frangiato, è un buon candidato al titolo di serpente di mare. Come il pesce remo, ha una forma molto allungata, ha una sola pinna dorsale. Ha una storia molto lunga: si tratta, infatti, quasi di un fossile marino. Sarebbe un candidato perfetto per il trono di serpente marino se non fosse... troppo piccolo: il più grande esemplare mai ritrovato, infatti, non supera i due metri, dal naso alla punta della coda. Forse un parente di dimensioni maggiori: come quello pescato nel 1880 negli Stati Uniti dal capitano Hanna, uno squalo molto simile al frangiato ma dalla lunghezza di ben 8 metri. Non si può escludere che da qualche parte, negli oceani, vivano esemplari ancora più grandi.

SQUALO FRANGIATO

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COCCODRILLO MARINO

Un altro candidato al titolo di mostro è certamente il coccodrillo marino. Queste creature vivono nell'Oceano Indiano, nell'area dell'Asia sudorientale e in Australia. Ne sono stati avvistati esemplari di oltre 9 metri, e pesanti anche più di una tonnellata. Quando sono affamati (e lo sono spesso) sono molto aggressivi. E attaccano l'uomo. Ma i veri mostri crescono negli oceani più profondi fino a raggiungere i 15 metri di lunghezza. Hanno dieci braccia e occhi grandi come piatti da cucina. Se la loro testa conica esce dall'acqua, magari accanto a uno dei grossi e lunghi tentacoli, possono facilmente sembrare un serpente di mare.

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LO SQUALO ELEFANTE

Anche lo squalo elefante è una creatura che è facile confondere con un serpente marino, soprattutto quando è morta. È’ il secondo pesce del mare, in ordine di grandezza, dopo la balena azzurra: può arrivare a una lunghezza di 15 metri e proprio come le grandi balene azzurre non fa altro che solcare le profondità filtrando continuamente l'acqua con la sua grande bocca a filtro, ricavandone quintali di minuscoli gamberetti come cibo. L'acqua esce dalla bocca dello squalo attraverso alcuni grandi fessure ai lati della testa. Una volta morto, la testa si decompone rapidamente e regala alla carcassa un aspetto molto strano. Il corpo senza vita sembra essere appartenuto a un animale grosso, con un lungo collo sottile e una bocca a becco con diverse file di denti. In pratica, il ritratto di un dinosauro.

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Australia: creature degli abissi di origine preistorica che sembrano extraterrestri sono state scoperte da scienziati del Queensland utilizzando telecamere high-tech a oltre mille metri di profondità. Nel dettaglio gli occhi di un crostaceo.(fonte: Queensland Brain Institute)

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Il capo del team di scienziati australiani, professor Marshall, ha detto che lo studio di occhi e cervello di queste creature marine potrà fornire un importante contributo alla neuroscienza. Nel dettaglio, una specie di rana pescatrice.(fonte: Queensland Brain Institute)

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Queste creature marine si muovono con gran lentezza e scaltrezza perché nate in un mondo dove c'era poco cibo e quindi bisogno di conservare energia. Nel dettaglio, una specie di medusa. (fonte: Queensland Brain Institute)

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Un gigantesco calamaro di 22 chili trovato, spiaggiato, a Pachino (Siracusa) Il calamaro appartiene ad una specie che vive negli abissi dell'Atlantico, ma frequenta il Mediterraneo durante la stagione riproduttiva.

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Un gigantesco pesce remo pescato nelle acque di Bovallastrand in Svezia. Lungo oltre tre metri il mostro marino era ormai senza vita. Un rinvenimento anomalo se si tiene conto che il pesce remo di solito vive negli abissi dei mari tropicali.17 metri di lunghezza (come 4 automobili parcheggiate in fila), 250 chili di peso, un corpo argenteo lungo e appiattito: è fatto così il pesce remo, abitante delle acque profonde dell'Oceano Atlantico, Pacifico e Indiano. Vive in profondità, tra i 20 e i 200 metri, e assomiglia a un'anguilla piatta e robusta, larga almeno 30 centimetri, con una lunga pinna dorsale rossa. Feroce? Tutt'altro: viene a galla solo quando è malato o ferito, ha una bocca piccolissima e senza denti e non sa davvero fare del male. Ma il suo strano aspetto, e la sua enorme lunghezza, hanno certamente tratto in inganno in più di un'occasione.

IL PESCE REMO

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Il pesce remo vive in profondità, ma spesso si avvista a riva o sulle spiagge quando è in difficoltà. Qui è fotografato in Australia.

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DUMBO MARINOIl Dumbo vive nelle profondità marine. Le sue "orecchie“ sono delle pinne.

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NEOCYEMAIl Neocyema, un'altra strana creatura sottomarina

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ISOPODE BATHYNOMUS GIGANTEUSL’ isopode Bathynomus giganteus è un misterioso crostaceo gigante che raggiunge anche i 40 cm di lunghezza.

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PESCE VIPERAIl pesce vipera (Chauliodus sloani) è uno dei più feroci predatori degli abissi, generalmente è un piccolo pesce di circa 30 cm ma può arrivare ai 60 cm; vive alla profondità di 1500 - 2500 m in acque molto fredde. Ha un modo curioso di attrarre le prede: possiede delle luci dentro la cavità boccale, circa 350 piccoli organi luminosi.

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ARCHITEUTHIS DUXIl nome scientifico di questo calamaro gigante è Architeuthis dux. Il più grande invertebrato esistente, può raggiungere anche i 18 metri e pesare fino alla tonnellata. Possiede gli occhi più grandi di tutto il regno animale, e come la seppia e il polipo utilizza il getto d'inchiostro per difendersi da qualsiasi disturbatore.

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HARIOTTA RELEIGHANALa long-nosed chimaera (Harriotta raleighana) può essere lunga fino a un metro e mezzo e ha un naso appuntito che ricorda molto il contorno di un jet supersonico. Il solo contatto con la pinna dorsale può uccidere un uomo.

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MELANOCETUS JOHNSONILa sua forma paffuta ricorda quella di un pallone di basket. Il Melanocetus johnsoni si trova circa a 1000 metri di profondità e ha la particolarità di avere una spina dorsale che si illumina per attirare le prede.

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PESCE BARAIl pesce bara (B. melanostomus) ha il corpo molle e la coda ricoperti interamente di spine. La sua dimensione massima raggiunge i 10 centimetri e vive tra i 1300 e i 1700 metri di profondità.

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ANOPLOGASTER CORNUTAL'Anoplogaster cornuta non è altri che un pesce degli abissi dotato di fauci temibili, simili ad aculei affilatissimi. Nonostante l'aspetto mostruoso è un pesce piuttosto piccolo, che da giovane ha un aspetto chiaro, man mano che invecchia diventa scuro e sempre più spaventoso.

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PESCE DRAGONEAnche il pesce dragone (Grammatostomias flagellibarba) nonostante le sue piccole dimensioni è uno dei predatori degli abissi più feroci, soprattutto per i suoi denti acuminati e la grossa bocca.

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CALAMARO VAMPIROIl Calamaro Vampiro ( Vampyroteuthis infernalis ) si aggira silenzioso e letale nelle profondità dei mari, in zone prive di ossigeno pronto ad avventarsi su qualunque inerme animaletto abbia la sventura di capitargli a tiro.

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ANGUILLA PELLICANOL‘ Eurypharynx pelecanoides, conosciuta come anguilla pellicano, è un pesce abissale, diffuso in tutte le acque tropicali e temperate del globo, Mediterraneo escluso. Vive in profondità comprese tra i 500 e i 7.500 metri e la sua peculiarità è la bocca gigante (simile a quella del pellicano).

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Nei mari del mondo sono state censite 230.000 specie: 25 aree studiate, 10 anni di lavoro, 360 ricercatori provenienti da 80 nazioni. Questi, in sintesi, i numeri del primo censimento che sia mai stato effettuato sulla vita sottomarina messo a punto dal Census of marine life (Coml) che ha presentato il suo studio al Royal Institution di Londra, in una conferenza organizzata in collaborazione con National Geographic. In questa foto un granchio appartenente a una famiglia di recente scoperta, denominata Kiwidae.

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CERATONOTUS STENINGERICeratonotus steiningeri è un bizzarro crostaceo rinvenuto nelle acque al largo dell'Angola.

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THAUMASTOCHELOPSISQuesta aragosta appartiene alla rara specie dei Thaumastochelopsis, che popolano principalmente i fondali australiani

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CAVALLUCCIO MARINO FRONDOSO

Un esemplare di cavalluccio marino frondoso appartenete alla specie dei Phycodurus.

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CRABZILLASi chiama "Crabzilla" ed è uno dei più grandi granchi mai visti. Pescato nell'oceano Pacifico, misura circa 4 metri da chela a chela.

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Adesso il “pachiderma dei mari” che è diventato una celebrità, è in "tournee": l'hanno trasportato in un acquario olandese

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E' stato calcolato che Crabzilla abbia un'età superiore ai 40 anni.

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MEDUSE GIGANTI

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LE SIRENE

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Creature antichissime, già conosciute nella mitologia ellenica dove erano rappresentate come creature incantatrici, o come esseri orribili con il corpo da uccello e la testa da donna.

Nel periodo medievale troviamo testimonianze nel Liber Monstrum, in cui si dice assumessero le sembianze di esseri metà donne metà pesci, ma dolci, leggiadre e gentili creature. La figura della sirena compare anche nei bestiari medievali accanto a creature come unicorni e draghi.

LE SIRENE

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Il loro canto è udibile a 200 metri di distanza, e tutti gli uomini che si ritrovano a sentirne il suono (come ad esempio Ulisse e i suoi compagni), ne rimangono incantati e si buttano in mare per trovarle, se non muoiono affogati, rimangono talmente tanto imbambolati da non opporre resistenza alla loro uccisione.

Lo scorso secolo i passeggeri di un mercantile videro e dichiararono che nel golfo di Aden esistesse un serpente con la testa simile a quella di cane bull dog, anni prima, nel golfo furono rinvenuti due sirenoidi un maschio ed una femmina, per molte persone si trattò di una bufala, per altri che queste creature potessero esistere. Vero o no, queste creature rimangono tutt’ora avvolte nel mistero, anche se, le leggende hanno sempre un pizzico di verità.

LE SIRENE


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