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MUSEI E MARINA MILITARE - marinaiditalia.com · so di tecnologia galleggiante, è la casa, è...

Date post: 18-Feb-2019
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ed al significato che ad essa attribuisce. La nave ha un’anima. Ogni nave o barca che abbia navigato ha la sua anima costituita dai sentimenti, le pas- sioni, gioie e paure di chi ci è stato sopra. Questo concetto ha la sua massima espressione con le Unità militari perché la loro anima è costituita da centinaia, a volte migliaia di marinai che hanno fatto parte dell’equipaggio. Individui che la considerano casa loro. L’attaccamento del marinaio alla propria nave è tale per cui il mezzo meccanico as- sume un significato speciale, una specifica Marinai d’Italia 5 identità; non è solo un complicato comples- so di tecnologia galleggiante, è la casa, è l’amico, è il compagno di tanta parte del- la vita dell’equipaggio, è il simbolo dello spi- rito di gruppo, è l’immagine del luogo sicu- ro e pieno di amici, è l’espressione del pro- prio paese, un pezzo di Patria... quel corpo metallico ha proprio un’anima. Quando i marinai ne sbarcano ne serba- no il ricordo per tutta la vita. La nave di- venta così il simbolo di un periodo felice della propria vita, un oggetto di famiglia, quasi un familiare cui ci si sente legati da profondo affetto. 4 Marinai d’Italia La motosilurante 473 ed il primo rimorchiatore portuale a vapore (Foto Autore) La Scalea Reale all’interno dei Padiglioni delle Navi nell’Arsenale di Venezia (Foto Autore) MUSEI E MARINA MILITARE La musealizzazione delle imbarcazioni militari di Rudy Guastadisegni L’ argomento è stato da sempre un po’ trascurato. L’unico esempio ci- tabile è quello di Nave Puglia che solo la caparbietà di un personaggio co- me Gabriele D’Annunzio ha consentito di trasformare in museo al Vittoriale degli Italiani sul lago di Garda. Negli ultimi tempi però le cose sono cambiate e, a si- militudine di quanto già fatto in molti paesi titolari di una storia navale, anche in Italia qualche cosa inizia a muoversi. Nei miei ultimi anni di servizio attivo come Direttore dell’Ufficio Tecnico Navale di Ve- nezia, mi è capitata la fortuna di dover ge- stire la musealizzazione del sommergibile Dandolo (2001-2003) (ideata e perseguita dall’ammiraglio Paolo Pagnottella e poi realizzata sotto la guida tecnica del mio predecessore, il C. Vasc. (GN) Fabrizio Cherici) e di essere parte attiva in quella del gemello Toti a Milano (2004-2005). Per parlare di oggetti da musealizzare bi- sogna per prima cosa avere chiara l’idea di cosa questi rappresentino, quale mes- saggio si vuole trasmettere al visitatore e come lo si vuole realizzare. Nel caso delle Unità Militari le risposte al- le prime due domande sono facili per un marinaio di professione profondamente legato al mare come pure alla sua nave Il Dandolo sullo scalo in pietra d’Istria dell’Arsenale di Venezia (Foto Autore) e il Toti nel piazzale interno del Museo Leonardo Da Vinci a Milano (Foto G.Vignati) Quando la nave è vecchia e non tiene più il mare o il suo mantenimento in attività richiede un gravoso accanimento tera- peutico, viene disarmata. Quel giorno, il giorno del disarmo, più che nel resto della sua vita, si manifesta appieno la sua anima. All’ultimo ammaina bandiera, come ri- chiamati al capezzale di un amato pa- rente, accorrono i componenti degli equipaggi che su di essa si sono succe- duti: comandanti in testa fino all’ultimo dei marinai. L’anima rende un commosso omaggio al corpo. Il giorno dopo il corpo è un pezzo di ferro in attesa di conoscere la sua futura sorte. Nella generalità dei casi la nave viene av- viata alla demolizione, in alcuni casi viene venduta ad altre marine militari , molto più Equipaggio in guerra, anima della Nave (Foto archivio autore)
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Page 1: MUSEI E MARINA MILITARE - marinaiditalia.com · so di tecnologia galleggiante, è la casa, è l’amico, è il compagno di tanta parte del-la vita dell’equipaggio, è il simbolo

ed al significato che ad essa attribuisce.La nave ha un’anima.Ogni nave o barca che abbia navigato ha lasua anima costituita dai sentimenti, le pas-sioni, gioie e paure di chi ci è stato sopra.Questo concetto ha la sua massimaespressione con le Unità militari perchéla loro anima è costituita da centinaia, avolte migliaia di marinai che hanno fattoparte dell’equipaggio. Individui che laconsiderano casa loro. L’attaccamento del marinaio alla proprianave è tale per cui il mezzo meccanico as-sume un significato speciale, una specifica

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identità; non è solo un complicato comples-so di tecnologia galleggiante, è la casa,è l’amico, è il compagno di tanta parte del-la vita dell’equipaggio, è il simbolo dello spi-rito di gruppo, è l’immagine del luogo sicu-ro e pieno di amici, è l’espressione del pro-prio paese, un pezzo di Patria... quel corpometallico ha proprio un’anima.Quando i marinai ne sbarcano ne serba-no il ricordo per tutta la vita. La nave di-venta così il simbolo di un periodo felicedella propria vita, un oggetto di famiglia,quasi un familiare cui ci si sente legati daprofondo affetto.

4 Marinai d’Italia

La motosilurante 473ed il primo rimorchiatoreportuale a vapore(Foto Autore)

La Scalea Realeall’interno dei Padiglioni delle Navinell’Arsenale di Venezia(Foto Autore)

MUSEI E MARINA MILITARELa musealizzazione delle imbarcazioni militari

di Rudy Guastadisegni

L’ argomento è stato da sempre unpo’ trascurato. L’unico esempio ci-tabile è quello di Nave Puglia che

solo la caparbietà di un personaggio co-me Gabriele D’Annunzio ha consentito ditrasformare in museo al Vittoriale degliItaliani sul lago di Garda. Negli ultimitempi però le cose sono cambiate e, a si-militudine di quanto già fatto in moltipaesi titolari di una storia navale, anchein Italia qualche cosa inizia a muoversi.Nei miei ultimi anni di servizio attivo comeDirettore dell’Ufficio Tecnico Navale di Ve-nezia, mi è capitata la fortuna di dover ge-stire la musealizzazione del sommergibileDandolo (2001-2003) (ideata e perseguitadall’ammiraglio Paolo Pagnottella e poirealizzata sotto la guida tecnica del miopredecessore, il C. Vasc. (GN) FabrizioCherici) e di essere parte attiva in quelladel gemello Toti a Milano (2004-2005).

Per parlare di oggetti da musealizzare bi-sogna per prima cosa avere chiara l’ideadi cosa questi rappresentino, quale mes-saggio si vuole trasmettere al visitatore ecome lo si vuole realizzare.Nel caso delle Unità Militari le risposte al-le prime due domande sono facili per unmarinaio di professione profondamentelegato al mare come pure alla sua nave

Il Dandolo sullo scalo in pietra d’Istriadell’Arsenale di Venezia (Foto Autore)e il Toti nel piazzale interno del MuseoLeonardo Da Vinci a Milano (Foto G.Vignati)

Quando la nave è vecchia e non tiene piùil mare o il suo mantenimento in attivitàrichiede un gravoso accanimento tera-peutico, viene disarmata. Quel giorno, il giorno del disarmo, piùche nel resto della sua vita, si manifestaappieno la sua anima.All’ultimo ammaina bandiera, come ri-chiamati al capezzale di un amato pa-rente, accorrono i componenti degliequipaggi che su di essa si sono succe-duti: comandanti in testa fino all’ultimodei marinai. L’anima rende un commossoomaggio al corpo.Il giorno dopo il corpo è un pezzo di ferroin attesa di conoscere la sua futura sorte.Nella generalità dei casi la nave viene av-viata alla demolizione, in alcuni casi vienevenduta ad altre marine militari , molto più

Equipaggio in guerra, anima della Nave(Foto archivio autore)

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raramente viene scelta per la conserva-zione a scopo museale.La Marina Militare gestisce le sue navi peril raggiungimento degli obiettivi che il Go-verno e quindi la Patria le hanno assegna-to; sono proprietà dello Stato e tali riman-gono anche dopo il disarmo. A ciò si ag-giunge la consapevolezza dell’esistenza diquell’anima che, anche dopo la dismissio-ne dell’Unità, deve essere tutelata, salva-guardata ed opportunamente onorata.Dunque non è un compito facile musea-lizzare una Unità militare perché allenormali difficoltà tecniche, economicheed organizzative, si aggiungono quellemorali e di opportunità.Ad oggi la Marina Militare ha musealizza-to in proprio alcune piccole unità che so-no prevalentemente conservate negli am-pi spazi dell’Antico Arsenale della Repub-blica Serenissima di Venezia, oggi sede

dell’Arsenale e poi musealizzato con unprogetto di sponsorizzazione gestito dal-le principali ditte che 40 anni prima loavevano costruito (Wass, Siemens, Cal-zoni) guidate da Fincantieri e coordinatedalla Marina Militare tramite il suo Uffi-cio Tecnico Navale di Venezia che, eradiretto da un ufficiale con oltre 20 anni diesperienza sommergibilistica ed una lau-rea in ingegneria navale e meccanica.Per ultimo non dimentichiamo il Mas diLuigi Rizzo che si trova a Roma nel mu-seo delle Bandiere al Vittoriano.Il tutto è stato sempre fatto con il sano elungimirante spirito della conservazionedi beni che abbiano un significato stori-co, che siano in grado di raccontare

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Il motoscafo del ree la motosilurante 473(Foto Autore)

Suggestiva immaginedel Dandolo immersonella nebbia della laguna veneta(Foto Autore)

Sopra, la camera di manovradel Toti dopo la musealizzazionevista da poppavia(Foto Autore)

Asso: detentore di primatimondiali di velocità negli anni “30(Foto Autore)

Musei e Marina Militare

un’epoca, una tecnologia, un’epopea o,più semplicemente l’ordinaria vita di ma-re stimolando nel visitatore attento emo-zioni uniche ed irripetibili.Sono oggetti che la Marina conservacon amore ed attenzione. Negli Stati Uniti esistono nemerosissimeunità militari musealizzate sparse su tuttoil territorio nazionale.Personalmente ne ho visitate tre tra cuil’enorme portaerei Lexington ormeggiataa Corpus Christy in Texas; e su tutte hotrovato la stessa organizzazione compo-sta da un brulicare di marinai in divisa coni capelli bianchi (Soci ANMI americani)che, organizzati come un vero e proprioequipaggio, mantengono in efficienza la

dell’Istituto di Studi Militari Marittimi. NelPadiglione delle Navi, estensione del Mu-seo Storico Navale all’interno dell’Arse-nale, si possono ammirare la sontuosaScalea Reale; il primo rimorchiatore por-tuale a vapore; la motosilurante 473; il mo-toscafo di rappresentanza degli anni ‘30detto del Re, la sala macchine dell’Elettradi Marconi, il motoscafo da corsa dellaBaglietto, Asso, con il mitico motore Isot-ta Fraschini Asso-1000. All’esterno si tro-va la motozattera MZ 737 reduce dellabattaglia dei convogli in Mediterraneo.Ultimo arrivato il Sommergibile Dandoloche, con non poche difficoltà ma contanta passione e dedizione è stato issatosu uno degli antichi scali in pietra d’Istria

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nave come se dovesse salpare da un mo-mento all’altro. Chi aggiusta impianti, chipittura, chi ripara avarie, chi fa da guidae cicerone ai visitatori, chi pulisce e chisorveglia. Per il 90% sono gli uomini chehanno fatto parte dell’equipaggio e cheper questo, pur se pensionati, fanno il lo-ro servizio con dedizione e passione; im-magino che ne ricavino anche qualchebeneficio economico oltre alla normalepensione; non ho indagato su questo masicuramente ne guadagnano in salute eserenità rendendo contemporaneamen-te un buon servizio alla loro Marina econsentendo l’autosostentamento del-l’impresa a tutto vantaggio dell’immagine

della U.S. Navy ed anche delle casse dichi la gestisce.Loro, i marinai, sono l’anima della nave efanno parte del progetto di musealizzazio-ne che prevede di coinvolgere il visitato-re immergendolo nella vita di bordo comeuno di loro.Quale museo può vantare un tale stuolodi guide tanto entusiaste ed esperte co-me chi ha utilizzato quelle stesse appa-recchiature ed è vissuto per anni in que-gli stessi ambienti che deve descrivere?In Italia le differenti condizioni legislativeed organizzative non consentono di appli-care lo stesso concetto almeno non anco-ra, ma le leggi possono essere modificate

in funzione dei cambiamenti epocali e del-le esigenze ambientali…Nel frattempo alcune piccole Unità, po-che in verità, sono state musealizzate daprivati. L’esempio più eclatante è il som-mergibile Toti le cui vicende sono ben no-te. Partito da Augusta nel 2001 si è arena-to poco dopo a Cremona; lo stop al pro-getto per motivi tecnici che ha causato ilmalinconico abbandono del battello perquasi 4 anni in un angolino dimenticatodel Po ha preoccupato non poco la Mari-na ed il Museo Leonardo Da Vinci di Mi-lano; il progetto ha ripreso vigore solograzie all’energico intervento dell’alloraCapo di Stato Maggiore della Marina,ammiraglio Sergio Biraghi, che paventòla possibilità di riprendere possesso delbistrattato sommergibile per destinarlo amiglior uso. Il risultato è stata quella im-ponente ed ardita operazione di trasportoterrestre che nell’agosto del 2005 ha ec-citato le notti dei milanesi e stupito mezzomondo per la sua arditezza dando ancorauna volta prova della grande fantasia edelle capacità tecniche degli italiani.Il Toti, il cui progetto di musealizzazionerispecchia al 90% quello precedente delgemello Dandolo, costituisce ora per ilMuseo Leonardo Da Vinci di Milano il fio-re all’occhiello in grado di attirare un grannumero di visitatori.La Marina, con questo progetto ha realiz-zato lo scopo di appassionare ed emozio-nare un vasto pubblico che altrimenti nonavrebbe avuto occasione di entrare in unsommergibile come se fosse pronto perimmergersi da un momento all’altro.

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e la valorizzazione come Napoli, Taranto,La Spezia, Trieste, Ancona, Brindisi, Pa-lermo per citare solo le più grandi e sicu-ramente la Marina Militare potrebbemettere a disposizione Unità dismesse didiversa taglia, dagli aliscafi classe Spar-viero conservati (ancora per quanto?) aBrindisi fino al grande Vittorio Venetoche sonnecchia nell’Arsenale di Tarantoin attesa degli eventi.In conclusione, a parte la parentesi diCremona, la vicenda Toti è l’esempioideale del concetto di musealizzazione diun’Unità militare da parte di privati per-ché soddisfa i requisiti necessari:

• La presentazione di un progetto mu-seale adeguato e sostenibile.

• Un luogo idoneo dove conservarel’Unità.

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• Un efficace programma di manutenzio-ne periodica.

• Una copertura finanziaria certa per tut-ta l’impresa.

• La consulenza di esperti specialisti delramo indicati dalla Marina

• Una Società o Gruppo affidabile che neassicuri la corretta gestione.

Laddove dovesse mancare o venir menouno dei requisiti, la musealizzazione del-l’Unità militare non dovrebbe essere pos-sibile perché lo Stato non consentirebbela cessione del bene per il fatto che laMarina Militare considererebbe compro-messa l’anima della nave vedendosi co-stretta a preferire un’onorevole demoli-zione ad una malinconica agonia o, peg-gio, un indegno utilizzo.

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L’emozione del visitatore che avvicinal’occhio al periscopio o che accarezza unsiluro soddisfa il desiderio della Marina disentire la gente vicina e partecipe.Toccare con mano oggetti veri ed auten-tici che hanno avuto una loro vita opera-tiva, entrare in ambienti che hanno vissu-to sia le avventure del mare che la routi-ne di tutti i giorni è di gran lunga molto piùemozionante del più pregevole tra i filma-ti o documentari.Recentemente la Marina ha consegnatoal MUMA (Museo del Mare di Genova) ilSauro che, ormeggiato nella darsena difronte al Museo, sembra addirittura ope-rativo e pronto a partire da un momentoall’altro.Altre unità navali potrebbero essere uti-lizzate con progetti museali in città chene possano assicurare il mantenimento

Musei e Marina Militare

I marinai costituiscono l’anima della Nave.Più o meno giovani hanno lo stessoalto spirito e... la stessa allegria(Foto Autore)

A sinistra, il Dandolosullo scalo in pietra d’Istriadell’Arsenale di Venezia(Foto Autore)

A destra, la portaerei Lexingtonall’ormeggio a Corpus Christy (USA)(Foto Autore)

Sotto, Nave Vittorio Venetoin bacino a Tarantoin preparazione per il disarmo(Foto Autore)


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