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n. 1 - Marzo/Aprile /Maggio 2018 La Martinella · Perfino il centurione romano do- ... exercitatio...

Date post: 15-Feb-2019
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PARROCCHIA di FARRA di FELTRE Telefono 0439 302502 Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BL La Martinella L a stella polare di tutto l’anno liturgico è sicu- ramente la Pasqua. Tutta la vita della Chiesa e del cristia- no ruota attorno e si muove attorno al prodigio della risurrezione di Cristo: “distruggete questo tempio, e in tre giorni io lo risusciterò”. Le pie donne temono che qualcu- no abbia rubato il corpo del Signo- re, ma sarà lui stesso a dire: “Sono risorto per non più morire.” Perfino il centurione romano do- vrà confessare: “costui era veramen- te Figlio di Dio!” Gli apostoli ceneranno con Gesù risorto. San Tommaso, l’incredulo, dovrà ravvedersi dicendo: “Mio Signore e mio Dio.” Ora Gesù è il Signore della vita. L’immortale che fa tutti noi im- mortali. Sempre vivo per intercede- re per noi. Un mio vecchio padre spirituale mi suggeriva spesso: “ma Gesù è ri- sorto!” C’è un lutto in casa? Si, ma il Signore è risorto! C’è una prova, una sofferenza, un problema grave? Si, ma il Signore è risorto!” Tutto il tempo pasquale e liturgi- co, tutti i sacramenti ci fanno ritor- nare alla risurrezione di Gesù. Se Cristo non fosse risorto, vuo- ta e quindi inutile sarebbe la nostra fede. Quanti si sono affannati attorno a questo grande fatto della Resurre- zione! Giuliano l’Apostata, colpito al cuore da un dardo nemico, mori- rà gridando: “Galileo, hai vinto”. E noi, in ogni santa Messa, dopo la Consacrazione proclamiamo a voce alta: “Annunciamo la tua mor- te, Signore, proclamiamo la tua re- surrezione, nell’attesa della tua ve- nuta.” Gesù risorto ci chiede uno stile da veri credenti, sereni e pasquali. Siete stati redenti e santificati, de- stinati al Regno! La lotta quotidiana che dobbia- mo sostenere, ha un esito scontato: la Pasqua. L’alleluia della Pasqua risuonerà perenne per tutti i secoli. Alleluia. Si, lo sappiamo che Cristo è ve- ramente risorto: godiamo tutti nel Signore! Don Vittorio UNA GOCCIA D’ACQUA PULITA Madre Teresa di Calcutta, ri- sponde ad un giornalista che la in- tervistò di ritorno da Oslo dopo aver ricevuto il premio Nobel per la Pace. Lo riferisce il card. Comastri, presente all’incontro. Il giornalista disse alla Madre: “Madre, lei ha settant’anni! Quando lei morirà il mondo sarà come prima. Che cosa è cambiato dopo tanta fatica? Madre Teresa si riposi! Non vale la pena di fare tanta fatica!” Madre Teresa rispose: «Vede, io non ho mai pensato di poter cambiare il mondo! Ho cerca- to solo di essere una goccia di acqua pulita nella quale potesse riflettersi l’amore di Dio. Le pare poco?» Il giornalista non riuscì a rispon- dere, mentre intorno alla Madre si era creato il silenzio dell’ascolto e dell’emozione. Madre Teresa ripre- se la parola e chiese al giornalista: «Cerchi di essere anche lei una goccia di acqua pulita e così saremo in due. È sposato?» Si, Madre. «Lo dica anche a sua moglie, e così saremo in tre.» «Lo dica anche ai suoi figli» «Anche una sola goccia di acqua pulita rende più pulito il mare. È bello sapere di poter contribuire a rendere più pulito il mare!» n. 1 - Marzo/Aprile /Maggio 2018 TEMPO DI PASQUA
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PARROCCHIA di FARRA di FELTRE ● Telefono 0439 302502Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB BL

La Martinella

La stella polare di tutto l’anno liturgico è sicu-ramente la Pasqua.

Tutta la vita della Chiesa e del cristia-no ruota attorno e si

muove attorno al prodigio della risurrezione di Cristo: “distruggete questo tempio, e in tre giorni io lo risusciterò”.

Le pie donne temono che qualcu-no abbia rubato il corpo del Signo-re, ma sarà lui stesso a dire: “Sono risorto per non più morire.”

Perfino il centurione romano do-vrà confessare: “costui era veramen-te Figlio di Dio!”

Gli apostoli ceneranno con Gesù risorto.

San Tommaso, l’incredulo, dovrà ravvedersi dicendo: “Mio Signore e mio Dio.”

Ora Gesù è il Signore della vita. L’immortale che fa tutti noi im-mortali. Sempre vivo per intercede-re per noi.

Un mio vecchio padre spirituale mi suggeriva spesso: “ma Gesù è ri-sorto!” C’è un lutto in casa? Si, ma il Signore è risorto! C’è una prova, una sofferenza, un problema grave?

Si, ma il Signore è risorto!”Tutto il tempo pasquale e liturgi-

co, tutti i sacramenti ci fanno ritor-nare alla risurrezione di Gesù.

Se Cristo non fosse risorto, vuo-ta e quindi inutile sarebbe la nostra fede.

Quanti si sono affannati attorno a questo grande fatto della Resurre-zione! Giuliano l’Apostata, colpito al cuore da un dardo nemico, mori-rà gridando: “Galileo, hai vinto”.

E noi, in ogni santa Messa, dopo la Consacrazione proclamiamo a voce alta: “Annunciamo la tua mor-te, Signore, proclamiamo la tua re-surrezione, nell’attesa della tua ve-nuta.”

Gesù risorto ci chiede uno stile da veri credenti, sereni e pasquali.

Siete stati redenti e santificati, de-stinati al Regno!

La lotta quotidiana che dobbia-mo sostenere, ha un esito scontato: la Pasqua.

L’alleluia della Pasqua risuonerà perenne per tutti i secoli. Alleluia.

Si, lo sappiamo che Cristo è ve-ramente risorto: godiamo tutti nel Signore!

Don Vittorio

Una goccia d’acqua pulita

Madre Teresa di Calcutta, ri-sponde ad un giornalista che la in-tervistò di ritorno da Oslo dopo aver ricevuto il premio Nobel per la Pace.

Lo riferisce il card. Comastri, presente all’incontro.

Il giornalista disse alla Madre: “Madre, lei ha settant’anni!

Quando lei morirà il mondo sarà come prima. Che cosa è cambiato dopo tanta fatica? Madre Teresa si riposi! Non vale la pena di fare tanta fatica!”

Madre Teresa rispose: «Vede, io non ho mai pensato di

poter cambiare il mondo! Ho cerca-to solo di essere una goccia di acqua pulita nella quale potesse riflettersi l’amore di Dio. Le pare poco?»

Il giornalista non riuscì a rispon-dere, mentre intorno alla Madre si era creato il silenzio dell’ascolto e dell’emozione. Madre Teresa ripre-se la parola e chiese al giornalista:

«Cerchi di essere anche lei una goccia di acqua pulita e così saremo in due. È sposato?»

Si, Madre.«Lo dica anche a sua moglie, e così

saremo in tre.»«Lo dica anche ai suoi figli» «Anche una sola goccia di acqua

pulita rende più pulito il mare. È bello sapere di poter contribuire a rendere più pulito il mare!»

n. 1 - Marzo/Aprile /Maggio 2018

tempo di pasqua

2 – La Martinella – n. 1 – 2018

QUaReSima e pasquaDue tempi forti della Liturgia che si richiamano a vicenda

Non c’è vera Pasqua, stella polare del cri-stiano, senza una vera quaresima, un cam-mino penitenziale

da farsi con Gesù e con lo Spirito Santo, per giungere alla Vetta del Calvario e alla gloria della Risurre-zione. La Quaresima è un cammino impegnativo, una salita che richie-de di fornirci di uno zaino, per ben fornirlo, per tutte le necessità.

Cosa mettere nello zaino della nostra Quaresima?

In maniera molto semplice co-mincerei con PREGHIERA e PA-ROLA DI DIO. Cominciando dal-la MESSA DOMENICALE. Quei fogli che troviamo ogni domenica in chiesa andrebbero letti e riletti, meditati ed applicati. La Parola di Dio si può ascoltare ogni giorno nella s. Messa. Non parliamo delle omelie quaresimali. Ogni cristiano ricomincia sempre con la Parola di Dio. La Parola di Dio mi porta a ripensare la Via Crucis, mi farebbe fare ogni sera un serio esame di co-scienza per potermi preparare bene alla Confessione pasquale.

Nello zaino non farei mancare il mio PANE PER AMOR DI DIO. “I poveri li avete sempre con voi.” Ma noi preferiamo lasciarli ad altri. In Quaresima si richiede un vero spirito di penitenza. Si può partire dal DIGIUNO e dall’ASTINEN-ZA del mercoledì delle Ceneri e del Venerdì Santo; si è invitati a ridurre le spese voluttuarie della carne o del pesce, dei capricci. Un suggerimen-to potrebbe essere quello del digiu-no dei telefonini di ogni tipo. Dello staccare televisioni e computer dal-la camera. Evitare i rumori, evitare le occasioni. Sembra che l’otite sia oggi un male più diffuso È una for-ma di schiavitù e di dipendenza che va avvertita. E che potrebbe costar-ci cara, anche in termini di serenità e di vita di grazia.

Scrive mons. Magrassi, Vescovo di Bari, che la Quaresima dovrebbe essere concepita come un grande ri-

Diario liturgico di marzoNOTA: Le intenzioni applicabili nelle Sante Messe sono legate al numero dei sacerdoti presenti, in quanto ogni sacerdote può applicare una intenzione per ogni Santa Messa celebrata o concelebrata.

NascERaNNO aNcORa i FiGli dal papÀ E dalla MaMMa?

È il titolo di un libro appena uscito, molto bello e stimolante. Con prefazione di Papa Fran-cesco. Autore: Angelo Coma-stri - Edizioni San Paolo 2017. “Quando c’è una vera famiglia, anche il sale della fatica e della povertà diventa dolce come il miele!”

tiro collettivo (quadraginta dierum exercitatio dice il grande San Leo-ne). L’obiettivo è preciso e concre-to: una intensa volontà di conver-sione, per raggiungere Cristo nel suo mistero di Risorto. Si tratta di purificarsi da ogni vecchiezza per divenire capaci di una santa novità.

Il mercoledì delle Ceneri sentiremo tutti lo stesso invito: “Convertiti!”

Don Vittorio

Hanno RiceVUto il sacRaMENtO dEl BattEsiMO

Calcagno Lucio, figlio di Matteo e Giulia Guerriero, nato a Feltre il 1° ottobre 2016.

Ricci Rouanet Olympia Han-na Celeste, figlia di Andrea Ricci e Rouanet Emilie, nata a Montpel-lier il 30 maggio 2017 e residenti in Francia a Mauguio.

La datadEi pROsssiMi BattEsiMi

Domenica 3 giugno, solennità del Corpus Domini alle ore 10.

Si pRepaRano aL MatRiMONiO

Gubert Massimiliano e Gabriel-li Francesca, residenti in viale Peda-vena 17, celebreranno il sacramento del matrimonio il 28 aprile nella chiesa parrocchiale di Fonzaso.

Soppelsa Michele, e Marin Sil-via, originaria di Nemeggio, lo cele-breranno nella chiesa di Nemeggio il 26 maggio.

a RicoRdo di suOR GiusEppiNa aMBROsO

Scrive il parroco nel foglio setti-manale che suor Nirmala ci avrebbe lasciato per sempre, per altri mini-steri a Roma e in India. È abbastan-za normale nella vita di una Con-gregazione l’alternanza delle anime consacrate. E va a loro tutto il no-stro grazie e riconoscimento.

Ci sono però dei medaglioni che nella vita pastorale della parrocchia hanno segnato la storia. E non si possono dimenticare. Le Pastorelle, o Figlie di San Paolo che si vogliano chiamare, non si possono dimenti-care. Forse non tutti ricordano la prima Madre delle Religiose a Far-ra, Franca Orro, sarda, molto fine nelle vesti della chiesa.

Altri non possono non ricordare l’attivismo di suor Serafina in cam-po liturgico e canoro, che con la sua voce sosteneva tutta l’assemblea. Era lei l’anima dei campeggi giovanili in Val Malene e sul Passo Broccon.

Come dimenticarsi di suor Luisa, umile e semplice, carica di simpatia per tutti con le sue semplici e frut-tuose iniziative di carità per la Casa don Bosco?

Un merito speciale merita il ri-cordo di suor Giuseppina Ambro-so, che ci ha lasciato da un paio di mesi. La ricordiamo anche per aver-ci sempre fornito di ogni ben di Dio con i frutti della sua terra. Dall’asi-lo suor Giuseppina se ne è andata in silenzio ma non ci teneva molto agli applausi della gente, nemmeno di quelli dei suoi bambini. Era con-tenta che le cose andassero bene, a beneficio di tutti, e basta.

Di suor Costanza, che compie 90 anni, e suor Riccarda i ricordi sono ancora vivi, e non vanno dimentica-ti. Una vita spesa per una comuni-tà è un bene che solo Dio può ap-prezzare in pieno. Tutti ricordano

quanto hanno donato di sé ai nostri fratelli e alla nostra comunità, que-ste donne consacrate, umili e forti che il mondo forse non stima ed ap-prezza come si deve.

Ci accorgiamo dei dono di Dio quando ci mancano. Eppure… non è detto che qualche buona vocazio-ne non possa farsi vedere anche in mezzo a noi.

Quando diremo la s. Messa di suffragio inviteremo quelle che ci hanno già lasciato a chiedere al Si-gnore il dono di altre consorelle di uguale marchio e di uguale simpa-tia. Sarà il Signore a dirci: “questi medaglioni vanno rimessi al loro posto se vogliamo il bene delle no-stre comunità”.

d. Vittorio

Si vive di fede, non di sogni. La fede si ottiene con le opere buone. (Padre Pio)

La Martinella – n. 1 – 2018 – 3

19 marzo:SaN GIUSEPPE

Un pellegrinaggio è in programma il 1° maggio prossimo alla Madonna della Corona (VR) e al museo missionario dei Comboniani a Verona.

Santuario Madonna della Corona.

4 – La Martinella – n. 1 – 2018

la MEssa, i Segni di cRoce e i tElEFONiNi

Alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro, il Papa ha spiega-to che “è fondamentale per noi cri-stiani comprendere bene il valore e il significato della Santa Messa, per vivere sempre più pienamente il no-stro rapporto con Dio.”

L’Eucarestia, ha ricordato Fran-cesco, si fonda sulle parole che Gesù disse ai suoi discepoli: “Se non man-giate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non ave-te in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna ed io lo risusciterò nell’ulti-mo giorno” (Gv 6,53-54).

La formazione liturgica dei fedeli è indispensabile per un vero rinno-vamento.

L’Eucarestia è un avvenimento unico, che non ha eguali, e mera-viglioso. È una teofania: il Signore si fa presente sull’altare per essere offerto al Padre per la salvezza del mondo” (omelia nella S. Messa, Casa S. Marta, 10 febbraio 2014). Partecipare alla Messa “è vivere per-sonalmente con Lui la sua passione e la sua morte redentrice. Il Signore è lì con noi, presente.

Tante volte noi andiamo lì, guar-diamo le cose, chiac-chieriamo tra noi, mentre il sacerdote celebra l’Eucarestia… e non consideriamo che siamo vicino a Lui. Ma è il Signore!! Pensa: quando tu vai a Messa, lì c’è il Signo-re! E tu sei distratto? È il Signore! Dobbia-mo pensare a questo! “Padre, è che le Messe sono noiose” – “Ma cosa dici, il Signore è noioso?” – “No, no, la Messa non è noiosa, i

preti, semmai.” – “Ah, che si conver-tano i preti, ma è il Signore che sta lì” Capito? Non dimenticatelo. “Parte-cipare alla Messa è vivere un’altra volta la passione e la morte redentri-ce del Signore”.

lE paRENtEsi dEl papaProviamo ora a porci alcune sem-

plici domande. Per esempio, perché si fa il segno della croce e l’atto pe-nitenziale all’inizio della Messa? E qui vorrei fare un’altra parentesi. Voi avete visto come i bambini si fanno il segno della croce? Tu non sai cosa fanno, se è il segno della croce o un disegno. Bisogna inse-gnare ai bambini a fare bene il se-gno della croce. Così incomincia la Messa, così incomincia la vita, così incomincia la giornata. Que-sto vuol dire che noi siamo redenti con la croce del Signore. Guardate i bambini ed insegnate loro a fare bene il segno della croce.

E quelle letture, nella Messa, per-ché stanno lì? Perché si leggono la domenica tre letture e gli altri gior-ni due? Perché stanno lì, cosa signi-fica la lettura nella Messa? Perché si leggono e cosa centrano?

Oppure, perché ad un certo pun-to il sacerdote che presiede la cele-brazione dice “In alto i vostri cuo-ri?” … Non dice “In alto i vostri te-

lefonini per fare la fotografia!” No, è una cosa brutta! E vi dico che a me dà tanta tristezza quando celebro qui in Piazza o in Basilica e vedo tanti telefonini alzati, non solo dei fedeli, anche di alcuni preti e anche vescovi. Ma per favore! La Messa non è uno spettacolo: è andare ad incontrare la passione e la risurre-zione del Signore. Per questo il sa-cerdote dice: “In alto i vostri cuori”. Cosa vuol dire questo? Ricordate-vi: niente telefonini.

È molto importante tornare alle fondamenta attraverso quello che si tocca e si vede nella celebrazione dei Sacramenti. La domanda dell’aposto-lo san Tommaso (cfr Gv 20,25), di po-ter vedere e toccare le ferite dei chiodi nel corpo di Gesù, è il desiderio di po-tere in qualche modo “toccare” Dio per credergli. Ciò che san Tommaso chiede al Signore è quello di cui tutti abbiamo bisogno: vederlo e toccarlo per poterlo riconoscere. I sacramenti, e la celebrazione eucaristica in modo particolare, sono i segni dell’amore di Dio, le vie privilegiate per vederlo e toccare le sue ferite, e quindi incon-trarci nuovamente con Lui.

Papa Francesco

inVito aLL’incontRo dEl 24-25 MaRzO

La presenza sempre molto nume-rosa a questi incontri mensili confer-ma quanto sia diffuso il bisogno di trovare momenti di preghiera, di in-segnamento, di Eucarestia e di con-fessione ben preparati e guidati. An-che al termine dell’ultimo incontro del 3 e 4 febbraio, non c’era la fretta di andar via. Anzi… qualche nuovo partecipante ha manifestato la sua sorpresa di aver trovato una simile possibilità, un vero “ritiro spirituale”. Molti chiedono quando sarà il pros-simo appuntamento. Sarà il sabato 24 marzo (20.30) e domenica 25, (domenica delle palme) nel pome-riggio, e si concluderà con la benedi-zione eucaristica dopo la S. Messa. È l’inizio della settimana Santa, il gior-no in cui, una volta, avevano inizio le 40 ore di adorazione eucaristica, che preparavano a vivere intensa-mente i tre giorni santi del Giovedì, Venerdì e Sabato Santo, che culmi-nano nella Pasqua.

Si cerca Dio nei libri, si trova nella preghiera.

(Padre Pio)

La Martinella – n. 1 – 2018 – 5

gita pREsEpiVenerdì 29 dicembre, la nostra

parrocchia ha organizzato l’ormai tradizionale appuntamento che tanti aspettano nel periodo natali-zio: la gita ai presepi.

La giornata è cominciata con un breve momento di preghiera in chie-sa e la visita al “nostro” presepio che alcuni giovani hanno allestito con bravura ed impegno. Per poi diri-gerci, in pullman, verso Scaldaferro (provincia di Vicenza) per la visita al presepio biblico, molto bello e ric-co, e al mosaico stupendo di Rupnik nel santuario annesso dedicato alla Salute degli infermi. Più di uno dei partecipanti è rimasto a bocca aper-ta dinanzi a questa opera maestosa e toccante allo stesso tempo.

Seconda tappa è stata San Marti-no di Schio, dove è sorta l’Oasi del-la Regina dell’Amore, località nota per la serie di apparizioni mariane di cui, dal 1985, è stato protagoni-sta Renato Baron dove una guida appassionata ci ha accompagnati nella visita dei luoghi e del presepio esterno. Abbiamo avuto anche la gioia di poter parlare con la vedova di Renato Baron che ci ha fornito dal vivo quanto era successo e quan-to è accaduto dal 1985 in poi.

Nel pomeriggio l’ultima tappa a Cornuda, nel colle della Rocca, dove un altro presepio ci ha accom-pagnato nella riflessione. Colpisce la ricchezza e la ricerca dei partico-lari riprodotti nel raffigurare la vita di Gesù, dalla nascita alla morte e

risurrezione. Davvero fa bene pen-sarci a questo “cammino” che ti in-duce alla preghiera.

Scende ormai la sera, e si ritorna alla propria casa, forse un po’ stan-chi, ma sicuri dell’arricchimento e della bellezza di giornate come que-ste che ti aiutano a far comunità e a vedere cose nuove, magari con “oc-chi nuovi”.

Ivan F.

EpiFaNiaSabato 6 gennaio, festa dell’Epi-

fania, durante la s. Messa abbiamo avuto la gioia di avere tra di noi alcuni ospiti speciali che da molto lontano (e da qualche anno) de-dicano a noi questa giornata: i Re Magi che hanno portato i propri doni a Gesù bambino seguendo la stella che indicava loro la strada.

I bambini hanno ricevuto sin-golarmente anche una particolare benedizione dal parroco o da don Sergio.

Durante la celebrazione due bambini, Lucio e Olympia Hanna Celeste, hanno ricevuto un dono supplementare ed eccezionale: IL BATTESIMO.

Al termine, tutti i bambini pre-senti si sono avvicinati ai Re Magi per ricevere un piccolo dono da portare a casa.

Anche questi piccoli appunta-menti creano una parrocchia che è come una famiglia che si stringe attorno e partecipa attivamente alla vita della comunità.

Ivan F.

il 24 -25 marzo,dopo le ss. Messe

vi sarannolE VOtaziONi

pER ElEGGERE

il cONsiGliO pastORalE

della nostra paRROccHia

neo laureato

N I C O L A B E L L O T T O residente in Via Soppelsa ha con-seguito Il 15 di-cembre 2017 la Laurea Magistra-le in Biotecno-logie Mediche presso l’Univer-sità degli Studi di Trieste con il punteggio di 110 e lode discuten-do una tesi sperimentale in Biofisica preparata durante un periodo di internato all’U-niversità di Delft in Olanda. Felicitazioni da parte di tutta la Parrocchia, alla famiglia e al neo laureato con l’augurio che tanto impegno sia propizio per il suo futuro personale e di beneficio a tante persone am-malate che confidano e spera-no nell’aiuto della “medicina” per alleviare le loro sofferenze.

cRonaca e appuNtaMENti

Epifania: un momento della benedizione dei bambini.

6 – La Martinella – n. 1 – 2018

Via cRucis animate dai gioVani

VENERDÌ 9 MARZO, ORE 15.30: I Giovani rappresenteranno e commenteranno le stazioni della via crucis in chiesa con tutti i bam-bini e i ragazzi del catechismo.

VENERDÌ 16 MARZO, ORE 20.30 - A ZORZOI DI SOVRA-MONTE sarà celebrata la Via Crucis preparata dai giovani di tutto Feltrino. A questa Via Crucis parteciperà anche il Vescovo.

VENERDÌ 23 MARZO, ORE 20.30: la tradizionale via crucis al COL DI TAST.

dOMENica dEllE palME VotaZione peR iL conSigLio paStoRaLe

Il sabato 24 e la domenica 25 mar-zo, durante le s. Messe o al termine, verranno consegnate delle schede e un elenco di nomi che la popolazio-ne ha segnalato tra i quali votare i membri del consiglio parrocchiale che dovra affiancare il parroco per cinque anni nella guida della par-rocchia e al quale fare riferimento per suggerimenti e proposte, neces-sità, ecc.

pRopoSta: GiOVaNi iN RitiRO

Il martedì 25 aprile, In una Co-munità Missionaria, in provincia di Padova.

Si accolgono fin d’ora prenota-zioni. Spesa di viaggio. Pranzo al sacco.

iL peLLegRinaggio paRROccHialE

Martedì 1 maggio. Maggiori det-tagli a pagina 3.

Diario liturgico di aprileNOTA: Le intenzioni applicabili nelle Sante Messe sono legate al numero dei sacerdoti presenti, in quanto ogni sacerdote può applicare una intenzione per ogni Santa Messa celebrata o concelebrata.

dal 5 al 9 maggio 2018

peLLegRinaggio a MEdJuGORJE

organizzato dalla parrocchia di Rasai accompagnato da don Fabio cassol

prezzo: 310 euro tutto compreso (pullman - pensione 3 stelle - assicurazione).iscrizione presso: ceccato Gianni 3336491004scariot Giampietro 3482395793documenti: passaporto valido o carta d’identità.agenzia viaggi: Garbin di Feltre

La Martinella – n. 1 – 2018 – 7

L’oSSeSSione dEi NuMERi

“Io contesto il calcolo: “quanto è grande la mes-se, quanto pochi sono gli operai?”; a motivo del

vangelo io denuncio come una ma-lattia l’ossessione dei numeri: “quan-ti siamo, quanti eravamo, quanti sa-remo?”; la parola del Vangelo mi in-duce a mettere in discussione la pro-grammazione ispirata dal ragioniere a partire dal confronto tra l’impresa e la spesa, tra lo scopo da perseguire e le risorse disponibili. lo contesto la cautela che rifugge dal rischio, non la prudenza che pratica il discerni-mento. Io contesto l’esitazione che ci trattiene dalla consegna di sé, perché non trova mai le condizioni adatte. Io contesto l’insistenza nel cercare garanzie e rassicurazioni, che non si lascia convincere allo slancio, perché continua a domandarsi: “E se dopo...?”

A partire dal Vangelo io affer-mo che la logica della missione è la sproporzione: la missione è spro-porzionata alla disponibilità degli operai.

E allora che cosa fare? Forse il calcolo induce a circoscrivere l’o-rizzonte della missione alle forze disponibili: siamo pochi, siamo vecchi, siamo inadeguati e dunque lasciamo perdere, cerchiamo prima di convertire noi stessi, poi pense-remo agli altri, cerchiamo di essere missionari a casa nostra, poi pense-remo al resto del mondo.

La parola di Gesù smentisce quel-lo che sembra buon senso e invece è viltà, quello che si presenta come saggezza e invece è pretesto per ade-guarsi alla logica del mondo, invece che a quella di Dio.

Quale uomo di buon senso man-derebbe gli agnelli in mezzo ai lupi? “Ecco io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi!” Quale uomo di buon senso direbbe ai pochi rima-sti: “Andate e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19)? La parola di Gesù di fronte alla sproporzione tra la messe abbondante e il nume-ro degli operai dice: proprio questa sproporzione è la ragione per anda-re, nel nome del Signore; proprio questa sproporzione è la ragione per fidarsi di Dio: pregate!

Non confondete la preghiera con

qualche momento di silenzio per pensare ai fatti vostri; non scambia-te per preghiera qualche momento di emozione per la suggestione di un canto condiviso, di un incon-tro di gruppo radunato dall’abitu-dine, dalla rassicurazione di essere in compagnia. Se la preghiera non semina una gioia invincibile, se non insegna uno sguardo misericordio-

so, se non tiene vivo il fuoco dello zelo per l’annuncio del Vangelo, c’è da dubitare d’aver pregato”.

Mario Delpini arcivescovo di Milano

Diario liturgico di maggioNOTA: Le intenzioni applicabili nelle Sante Messe sono legate al numero dei sacerdoti presenti, in quanto ogni sacerdote può applicare una intenzione per ogni Santa Messa celebrata o concelebrata.

Direttore di redazione: Don Virginio De Martin, Parroco

Resp. ai sensi di legge Don Lorenzo Dell’AndreaIscrizione Tribunale di Belluno n. 14/2001

Stampa: Tipografia Piave S.r.l. (BL)Grafico: www.gerardocarnimeo.it

8 – La Martinella – n. 1 – 2018

MaGiE dEl NatalE passatO

cLima magico E allEGRO …

Il 18 dicembre presso l’Audito-rium delle Canossiane, i bambini della nostra scuola, guidati dalle insegnanti e dalle aiutanti, hanno dominato la scena

nella recita natalizia: “UNA NOTTE SPECIALE”.

Inchiodati sulle poltrone c’erano genitori, fratelli, sorelle, nonni… pronti a “tifare” per i loro piccoli, ma “GRANDI” attori, la cui gra-zia e vivacità hanno fatto esplodere gioia e commozione.

Il programma della serata com-prendeva: il saggio finale del labo-ratorio Gioco-danza

poesie – canti- balletti – il coro dei genitori –l’arrivo di Babbo Na-tale.

I bambini sono stati così bravi da strappare applausi e riconoscimen-to anche alla nostra scuola, accredi-tandola di buone competenze, crea-tività e tanta dedizione.

L’arrivo di Babbo Natale (Grazie al Gruppo Alpini di Farra!) è sta-to l’apprezzatissimo coronamento della serata. Proseguita poi in sere-na amicizia e convivialità. n

iscRiziONi alla scuOla dEll’iNFaNzia E alla pRiMaVERa

Sono aperte le iscrizioni alla Scuola dell’Infanzia don Bosco e alla Classe Primavera (24-36 mesi) per l’anno scolastico 2018 – 2019. Chi desiderasse visitare la scuola prenda appuntamento con essa ai seguenti orari: 8.15- 9.15 – 14.00 – 15.00. Numero di telefono 0439.302985 n

iscRiziONi al MiNi GREst dEl MEsE di luGliO

La Scuola dell’Infanzia don Bo-sco offre anche quest’anno alle fa-miglie e ai bambini la possibilità del Mini Grest che si svolgerà nelle 4 settimane di luglio. Possono essere iscritti

I bambini dai 3 ai 6 anni com-presi per il tempo di una, due, tre o quattro settimane.

La quota è di 50€ alla settimana (pranzo compreso) più 10€ all’i-scrizione.

Possono iscriversi i bambini fre-quentanti la Scuola don Bosco fino ad esaurimento dei posti (affrettar-si!!!) che sono 60.

La scheda di iscrizione va richie-sta alla Scuola don Bosco.

Il Mini Grest darà garantito dal-le insegnanti, dalla comunità delle Suore e da un gruppo di animatori volontari.

Il tema come vedete è il mare. n

NOtiziE daLLa ScUoLa dON BOscO

Grande partecipazione alla festa di carnevale della scuola.

La Martinella – n. 1 – 2018 – 9

La FeSta di dON BOscO

La nostra scuola, come da tra-dizione, ha festeggiato il suo san-to protettore con la santa messa in onore di don Bosco sabato 27 gennaio e al termine della celebra-zione, ben partecipata e preparata, c’è stata una “pizzata” organizzata dai genitori presso il refettorio del-la scuola. Questa ricorrenza è stata per tutti un piacevole momento di incontro ed una importante occa-sione di amicizia e di dialogo tra famiglie, che raramente riusciamo a cogliere nel frettoloso scorrere delle nostre giornate. n

EducatORi- EducatRici

La mamma di dON BOscO

Giovannino Bosco studiò a Chie-ri, a pochi chilometri da Torino. Tra le belle chiese di Chieri Santa

Maria della Scala (il duo-mo) fu la più frequentata da Giovanni Bosco, ogni giorno, mattino e sera. Pregando e riflettendo da-vanti all’altare della Cap-pella della Madonna delle Grazie egli decise il suo avvenire. A 19 anni voleva farsi religioso francescano. “Informato della decisione, il parroco di Castelnuovo, don Dassano, avvertì Mam-ma Margherita con queste

parole molto esplicite: “Cercate di allontanarlo da questa idea. Voi non siete ricca e siete avanti negli anni. Se vostro figlio va in conven-to, come potrà aiutarvi nella vostra vecchiaia?”.

Mamma Margherita si mise addosso uno scialle nero, sce-se a Chieri e parlò a Giovanni: “Il parroco è venuto a dirmi che vuoi entrare in convento. Senti-mi bene. Io voglio che tu ci pensi e con calma. Quando avrai deciso, segui la tua strada senza guardare in faccia nessuno. La cosa più impor-tante è che tu faccia la volontà del Signore. Il parroco vorrebbe che io ti facessi cambiare idea, perché in avvenire potrei avere bisogno di te. Ma io ti dico. In queste cose tua madre non c’entra. Dio è prima di tutto. Da te io non voglio nien-te, non mi aspetto niente. Io sono nata povera, sono vissuta povera, e voglio morire povera. Anzi, te lo voglio subito dire: se ti facessi prete e per disgrazia diventassi ricco non metterò mai più piede in casa tua. Ricordatelo bene”.

Giovanni Bosco quelle parole non le avrebbe dimenticate mai. n

il GRaNO ... di SaLe Erode (Mt 2,13-18) oggi. Meditazione scomoda ma necessaria su una criticità del nostro tempo.

Chi è Erode? È colui (o colei) che, posseduto dal maligno, rovina la purezza e l’innocenza di un bam-bino o bambina. Il pedofilo non esiste solo nel clero come una cer-ta stampa laica e ostile al Vangelo vuole farci credere, ma può esistere in tutti gli ambienti, nelle famiglie, nelle palestre e in altri luoghi. Non in tutti evidentemente e neanche nella maggior parte di essi.

Com’è difficile, crescendo in età, purificare la memoria dall’aver su-bito, da piccolo, un atto di violen-za sessuale. Solo la grazia di Gesù Cristo può chiudere la ferita in ma-niera tale che non procuri più sof-ferenza. La grazia è talmente forte che si arriva a pregare anche per la conversione della persona assassina.

Chi è Erode? È colui o colei che non fa crescere il bambino alla presenza di Dio. Oggi c’è una moda che fa dire ad alcuni ge-nitori: “Non porto mio figlio in Chiesa per essere battezzato per-ché sarà lui, quando sarà gran-de a decidere se essere cristiano. Senza Dio la personalità dell’uomo crescerà come una vite selvatica. Chi fa crescere il figlio senza Dio è un Erode. Un uomo senza Dio “è paragonabile agli animali che peri-scono” (Salmo…) .

Chi è Erode? È il papà violento, prepotente e ubriacone che umilia la moglie e schiaccia la personalità del figlio mentre cresce in età. È la mamma che manda sua figlia a pro-stituirsi perché deve portare danaro a casa.

Chi è Erode? È l’uomo che co-stringe la sua donna ad abortire di-cendo: “Io non voglio questo figlio che hai nel grembo. Scegli allora: o lui o me!”. E la donna, per debolez-za o ignoranza, uccide il bambino “usurpatore”.

Chi è Erode? È il medico abor-tista di professione. È la donna che, per fare carriera, non porta avanti la sua gravidanza.

Dio perdona il peccato dell’abor-to? Sì, lo perdona, perché Gesù ha ➤

10 – La Martinella – n. 1 – 2018

versato il suo Sangue preziosissimo anche per gli aborti che si commet-tono deliberatamente o per igno-ranza. Ma perché il perdono sia ef-ficace deve essere sincero e visibile in un cambiamento di vita.

Oggi non si parla dell’aborto come crimine, (talvolta fatto per paura o per ignoranza e quindi meno colpevole). Eppure, perfino alcuni del clero non parlano dell’a-borto forse per ignoranza, o perché è difficile parlarne, o per non col-pire persone troppo sensibili … o per paura di essere contestati. Ma mettere davanti alla coscienza che ascolta, la consapevolezza della gra-vità di un atto, che, per quanto lega-lizzato, è moralmente ingiusto e la-scia una lacerazione profonda nelle coscienze di coloro che ne sono coinvolti, è quanto mai salutare: è risvegliare il cuore alla speranza del perdono e illuminarlo su una nuova prospettiva di vita. È un grano di sale che brucia un momento sulla coscienza ferita e in combattimen-to; ma lo preserva da una tristezza che può diventare cronica e appari-re senza via di uscita. Dire la veri-tà, è aiutare a crescere e a fare una scelta per la vita, che sarà ripagata ampiamente nel futuro. Non dirlo, è lasciare che la gente, i giovani in particolare, crescano con una visio-ne morale limitata e distorta, scon-tenta e senza speranza. È triste con-statare che oggi si amano gli anima-li più dei propri simili, e perfino più della vita che sta nel grembo di una donna.

di P. lorenzo Montecalvo

in maggio Un incontRo cON GREGOiRE

Nella prima settimana di maggio sarà ospite della nostra parrocchia Gregoire. In un giorno da stabilire vi sarà un incontro pubblico per la sua testimonianza.

Un nuovo libro, edito il 20 feb-braio, sarà a disposizione di quanti desiderano conoscere a fondo que-sto miracolo africano chiamato “La San Camillo” che stupisce il mon-do, che raccoglie malati di mente e

malati senza famiglia. La storia di un uomo; lo sviluppo di un’o-pera che ha dell’im-

possibile, l’assoluta originalità del modello il confronto tra Occiden-te Nord, e Continente africano nell’approccio della malattia, … un libro che cerca di rispondere a tutte le domande che sorgono quando si ascolta Gregoire e si immagina la San Camillo africana. n

pER i GENitORiNon accusatevi nei contrasti, nelle prove, nelle sofferenze e non ingigantite le difficoltà né generalizzate i difetti, ma cercate l’unità in atteggiamento di speranza e di confidenza in Dio.

noZZe di... uRaNiO!!!

Mercoledì 31 gennaio, i coniugi Sacchet Alfeo e Zaetta Amalia, re-sidenti in via Bellini, hanno voluto ringraziare il Signore per i loro 70 anni di matrimonio. Attraverso la Martinella vogliamo porgere gli au-guri da parte di tutta la comunità. n

La gioia che viene dagli amici della Birola.

Riconoscenza ai volontari diffusori de “La Martinella” e de “L’Amico del Popolo”.

La Martinella – n. 1 – 2018 – 11

RiconoScenZa agLi EMiGRaNti

Emigrazione: è sempre stata una parola che ha destato la mia atten-zione. La nostra regione, è sempre stata una zona di forte emigrazione!

Non per nulla, l’amministrazio-ne della città di Feltre, ha dovero-samente pensato di erigere per rico-noscenza un piccolo monumento, fuori della stazione ferroviaria a questo “povero Cristo” che, con la valigia “tenuta con lo spago” dà l’ul-tima occhiata alle sue montagne, forse pensando ad un futuro che lui non sa.

Parroci dei paesini circostanti di-cevano, ricordo, che a volte l’80% della popolazione lavorativa, erano emigranti. Le statistiche odierne, dicono che se l’Italia avesse in casa i suoi emigranti, saremmo il doppio della popolazione.

Le storie che si conoscono e si raccontano al riguardo sono infi-nite. Tristi, coinvolgenti, eroiche, sentimentali, malinconiche e male-dettamente vere e vissute.

Al limite delle loro fatiche e spe-ranze, oggi, li vedi seduti fuori del-la loro “casera” con ancora qualche idea per la testa; li vedi osservare la società che si evolve, si trasforma, presenta i nuovi ideali del futuro e, sovente, li vedi scuotere la testa.

Non sono più in molti, perché negli ultimi tempi, molte famiglie si sono stabilite dei paesi di emigra-zione ma sono loro, che nel silen-zio, nella sopportazione e nell’im-

pegno, hanno tenuto in piedi que-sta Italia, piccola quanto si vuole, ma grande, molto grande dentro ai loro cuori!

Credo che la nostra emigrazione meriti il nome di eroica, per le sof-ferenze dei distacchi, le fatiche, e la miseria degli inizi, ma che il merito di aver meritato di essere oggi ri-spettati, onorati e di godere di un innegabile credito, nonostante tutti i difetti che ci siamo portati appres-so, sia dovuto a questo esercito di volenterosi.

Amo ricordarli, perché i loro esempi sono stati parte della mia esistenza, e mi hanno aiutato a ca-pire i valori profondi dell’amore, l’aiuto vicendevole, l’onestà, la fa-miliarità.

Quando incontro qualcuno di loro, e osservo i loro gesti, intuisco i pensieri che macinano dentro, e non riesco ad allontanare il mio sguardo e la mia ammirazione.

A tutti loro, sento il dovere di un

grosso grazie, come il figlioletto, che attaccato alla mano di sua ma-dre vuole esprimere tutto l’affetto e la riconoscenza dovuta.

Vittore Grisot

QUaReSima: Un pane pER aMOR di diO

Un Pane per amor di Dio è un’i-niziativa diocesana. Le offerte rac-colte con i salvadanai durante la quaresima verranno consegnate alla Caritas.

I salvadanai si possono ritirare in Parrocchia.

“L’uomo non conosce il suo posto nel mondo,per questo prende tante strade sbagliate.”

GregoireUn gRUppo di gioVani peR il BaNcO aliMENtaRE MENsilE

Come si sa, tutte le parrocchie della città si impegnano a fornire mensilmente un pacco alimentare a chi, per un momento di necessità, ne avesse bisogno.

Anche la nostra parrocchia lo fa da tanti anni. Se ne incaricavano due persone della San Vincenzo.

Poi è nata anche l’organizzazione NOI CON VOI. E da questa ini-ziativa si sta formando un Volon-tariato Giovanile che si presta per la raccolta e la distribuzione degli alimenti.

Sono attualmente nove giovani maggiorenni che hanno dato l’ade-sione al promotore: Matteo Sop-pelsa.

Dice il proverbio: fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce! n

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Il centro missionario diocesano collabora all’integrazione degli immigrati.

12 – La Martinella – n. 1 – 2018

Le opeRe di MisERicORdiaDobbiamo aprire gli occhi, dobbiamo guardare attorno a noi e riconoscere gli appelli che Dio ci rivolge attraverso il nostro prossimo. Non possiamo volgere le spalle alla gente e rinchiuderci nel nostro piccolo mondo.

“Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della miseri-cordia. È fonte di gioia, di serenità e di pace. È condizione della nostra salvezza.

È mio vivo desiderio che il po-polo cristiano rifletta sulle opere di misericordia. Esse ci aiutano ad avanzare sulla strada verso il Cielo. In particolare quelle cosiddette spi-rituali.

Non puoi pensare agli altri come fossero dei numeri o degli scarti. Prima di ogni altra cosa, devi pen-sare agli altri, a coloro che ti sono vicini, stimandoli per quello che sono: figli di Dio.

Pensa prima agli altri. Così passe-rai per questa terra, con errori, certo — sono inevitabili —, ma lasciando un solco di bene.

Un uomo o una società che non reagiscano davanti alle tribolazioni e alle ingiustizie, e che non cerchi-no di alleviarle, non sono un uomo o una società all’altezza dell’amore del Cuore di Cristo.

Breve spiegazione opere di mise-ricordia spirituale:

1) consigliare i dubbiosiUno dei doni dello Spirito Santo

è il dono del Consiglio. Perciò, chi vuole dare un buon consiglio deve, prima di tutto, essere in sintonia con Dio. Non si tratta di dare opi-nioni personali, ma di comprende-re che cosa vuol dire Dio a chi ha bisogno e chiede un consiglio.

2) insegnare agli ignorantiConsiste nell’insegnare all’igno-

rante in qualsiasi materia: anche in temi religiosi. Come dice il libro di Daniele, “coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplen-deranno come le stelle per sempre” (Dn 12, 3b).

3) ammonire i peccatoriDobbiamo correggere il nostro

prossimo con mitezza ed umiltà. Molte volte sarà difficile farlo, però in quei momenti ricordiamo quello che dice l’apostolo Giacomo: «Chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore lo salverà dalla morte e co-prirà una moltitudine di peccati» (Gc 5,20). Ma dobbiamo imparare anche noi a lasciarci correggere, con molta umiltà e verità.

4) consolare gli afflittiConsolare gli afflitti, chi sof-

fre qualche difficoltà. Molte volte comprende anche il dare un buon consiglio che aiuti a superare quel-la situazione di dolore o di tristez-za. Essere vicini ai nostri fratelli soprattutto nei momenti difficili, come Gesù che aveva compassione del dolore altrui.

5) perdonare le offesePerdonare le offese signi-

fica superare la vendetta e il risentimento. Significa anche trattare con amabilità chi ci ha offeso. Il migliore esempio di perdono nell’Antico Testa-mento è quello di Giuseppe, che perdonò i suoi fratelli che avevano cercato di ucciderlo e poi di venderlo (Gen. 45, 5). E il perdono più grande del Nuovo Testamento è quello di Gesù in croce: perdonare tutto e sempre.

6) sopportare pazien-temente le persone mo-leste

La pazienza di fronte ai difetti altrui è una virtù e un’opera di mi-sericordia. Tuttavia, non si tratta di sopportare questi difetti senza mai dire nulla. Con molta carità e dol-cezza, si deve dare un avvertimento.

7) pregare dio per i vivi e per i morti

San Paolo raccomanda di pregare per tutti, senza distinzione, anche per i governanti e per quelli che stanno al potere, perché “egli vuole che tutti gli uomini siano salvati.” (1Tim 2, 1-4). I defunti che si tro-vano in purgatorio dipendono dalle nostre preghiere. È un’opera buona pregare per loro. perché siano libe-rati dai loro peccati. (cfr. 2Mac 12, 46)

Pregare in modo particolare per i cristiani perseguitati. n

SViLUppi aLLa MENsa sOlidalE “iL pane QUotidiano”

Un anno fa, dall’aprile del 2017 Noi con Voi ha dato il via ad

un servizio mensa. L’Organizzazio-ne dei Volontari NOI CON VOI ha trovato la disponibilità dell’I-stituto Carenzoni Monego che ha concesso in via provvisoria parte del refettorio dell’Istituto per poter aprire la mensa solidale denomina-ta “Il Pane Quotidiano” e gestita da Volontari sotto la responsabilità di Noi con Voi. I Volontari che hanno

La pagina dEllE OpERE

La Martinella – n. 1 – 2018 – 13

risposto alla chiamata sono alcune decine e provengono da varie parti della città e dei dintorni.

Il numero degli ospiti che hanno usufruito della mensa ad oggi sono oltre 65. Per una media giornaliera di 18 persone. Il trend è in crescita.

La mensa rimane aperta tutte le sere, festività comprese, dalle ore 18,30 alle 19,15 ed i pasti sono of-ferti caldi e gratuitamente a chiun-que si trovi in difficoltà sia econo-miche che personali (solitudine per es.) e permette di sostare in ambien-te caldo e di socializzare. Per chi lo desidera vengono anche consegnati dei pasti per il giorno seguente.

Le spese di gestione e di comple-tamento dei pasti sono state accol-late all’organizzazione NCV, e ad essa si è unita in questi ultimi mesi l’Associazione TILT con un pre-zioso intervento di 1800 €.

Questa soluzione essendo prov-visoria, terminerà il 28 febbraio 2018, quando cesserà la convenzio-ne stipulata tra NOI CON VOI e il Carenzoni.

Per volontà unanime però l’ini-ziativa non sarà chiusa. Oltre

ai fruitori quotidiani, anche i vo-lontari erano e sono unanimi nel confermarne la validità e la bontà della Mensa. Il Comune ha dunque accolto la richiesta di sostegno per quest’opera che vale per tutta la Città. All’assessore prof. Nicoletto

Debora va riconosciuto un impegno non comu-ne a favore della mensa solidale. E va ringrazia-ta per aver preso a cuore l’iniziativa e operato con determinazione per ga-rantire il proseguimento della Mensa ed allargare la rete di sostegno citta-dina. Questo impegno è approdato il 28 gennaio scorso quando la Giunta ha approvato un proto-collo di intesa tra varie realtà coinvolte: oltre a NOI CON VOI On-lus, il Comune, il Cen-tro Servizi Volontariato Provinciale e la Parroc-

chia del Duomo – Opera Beato Bernardino. Quest’ultima ha offer-to per la mensa, in comodato, un lo-cale di uso promiscuo in via Nassa e promesso un sostegno economico. Il Centro Servizi Volontariato ha sostenuto ed approvato una richie-sta di finanziamento per le prime attrezzature e gli adeguamenti ne-cessari; e il Comune ha approvato un contributo una tantum di 3000 € quale aiuto alle spese sostenute nel 2017 per la Mensa.

È quindi previsto lo spostamen-to della Mensa in Via Nassa, fin dal primo marzo. n

BUon cuORE Persone che in questo ultimo perio-

do GRAZIE ALL’APPELLO sono venute incontro alle necessità della chiesa e delle opere parrocchiali con una offerta in denaro.

Berner Willi in memoria dei suoi genitori; Sampieri Donata; famiglia Arboit Antonio; Angela Maria Colò; famiglia Sponga in memoria di Eros; Raveane Zanin Stella; famiglia Sam-pieri – Domenichini; Turrin Marzia; Rech Alida e Paolo; Moz Marisa; De Boni Oliva; De Bacco Piera; D’Ago-stini Luigia; Forato Palmira; Sacchet Alfeo; Zatta Menato Maria; famiglia Rossi – Sampieri; Bordin Luigina; Padovan Cecchella Luisa; De Marco Padovan Annamaria; Corso Fulvia, Coppi Angelo; Zannin Tisot Paola; Cervo Carmela; Boz Vittorio; Te-stolini Gabriella; Giacometti Alma; Ranzato Anna; Cilia Giorgio; Guer-riero Giorgio; David Amabile e figli; Collelli Ivano; Munerol Gualtiero; Lorenzoni Arnaldo; Filone Paola; Zanella Galdino e Candida; Zannin Leonella e sorelle; Meneghel Maria-grazia; Zannin Vilma; Cason Gian-franco, Vettoretto Dino; Vieceli Fran-ca; Giusti Anita; Ongaro Vincenzina; Bordin Adriano; Sirena Elsa; famiglia Boschet – Brancaleone; Tono Giam-paolo; Ronchi Giulio; Facchin Flora; Collavo Valeria; D’Isep Mario; De Boni Paola; Grisot Dario; Favilli Fa-brizio; Rossi Giovanni; Boz – Guada-gnin; Corso Irma; Gherardini Ugo; Biasion Giovanni; Da Barp Ivano; Zannin Margherita; Favero Giovanni; la famiglia in memoria di Cenni Gio-vanni; Cerato Francesco; Cossalter Gianvittore; Ferro Albino; De Paoli Ernesto; Muizzo Edoardo; Capraro Oliva; Brandalise Ivan; Marin Lucia-na; Mazzoni Gianni Pietro; Bovio – Turchet; Maoret Eros; Masocco Lu-

ciano; Caron Giuseppina; Armellani Giustino; De Col Dante e Pinuccia; Bodo Delia; Bozzati Egidio; Zasio Guido; Munerol Sila; Zatta Cecchet Maria; Bortoluzzi – Baldan; Gubert Margherita; Stefani Giovanni; De Cian Italo; Panconi Davide; Fiorido Giorgio e Adalgisa; Zadra Gianpaolo; Tatto Maria Antonietta; Brancaleone Luigi; D’Incau Jhonny; Turrin Vitto-rio; Rostirolla Piero e Valeria; Vello Elisa; De Cal Albina; Baldo Valeria; Rech Giovanni; Zallot Martino; De Girardi Diego; Centa Cesare; Rosti-rolla Gabriele; Gaved Manuela; Ro-pele Clara; Ropele Maria; Rostirolla Edda; Dionessa Michela; la famiglia Ricci in occasione del Battesimo del-la figlia; la famiglia Calcagno in oc-casione del Battesimo del figlio; Gris Luciano; De Bastiani Iva; la moglie in memoria di Panciera Giampietro; Gruppo di preghiera e di intercessio-ne; Bortoluz Luigi; Centa Luigi; Pelo-sio Cesare; Bado Bruno; Tomasi Davi-de; Taita Orlando; Losego Umberto; Zatta Rispetto Mirca; Pauletti Mauro; Dalla Costa Angelo; Nicoletto Pie-rantonio; Repetti Umberto e Marvi; Buzzat Dirce; Farronato Carla; Chis-so Anna Maria; Beppiani Comarella Maria; Zanella Benedetti Riccarda; Sandi Giuseppe; D’Agostini Anna; Campigotto Ottavina; Zardin Delfi-na; Zardin Serenella; Turra Severina; Russo Gennaro; De Cet Dora; De Pellegrin-Pasini; famiglia Possamai – De Lazzer; un amico; vari NN. n

Alcuni uomini non sanno quanto è importante che essi ci siano. Alcuni uomini non sanno quanto faccia bene, anche solo vederli. Alcuni uomini non sanno di essere un dono del Cielo. Lo saprebbero se noi glielo dicessimo.

APRILE - RICHIAMO

Sabato 7, ore 17:LE S. CRESIMEDomenica 8, ore 10:LA PRIMA COMUNIONEMercoledì 25 (festivo)RITIRO GIOVANIPresso una comunità Misisonariaa PadovaMARTEDI 1 maggioPellegrinaggio parrocchiale

eLementi cRitici e peRicoLoSi deLLa lEGGE sul FiNE Vita(iL BioteStamento)

Indubbiamente una legge in questo campo delicato, con l’in-vecchiamento della popolazione e le capacità della Medicina, era necessaria.

Tuttavia nella legge approvata vi sono alcune criticità pericolose e fuorvianti. Ne evidenziamo tre.

Primo: Come si può impedire che gli eredi o chi vuole disfarsi di un malato incomodo, producano le premesse e “le carte” utili, con l’inganno, per ottenere il fine vita anticipato del malato?

Secondo: Da quando in qua il cibo e l’acqua sono considera-ti “accanimento terapeutico”? E’ evidente la volontà neanche tanto nascosta, di decidere direttamente quando è ora di far morire il mala-to. Sarà però una morte per disidra-tazione e per fame, non di malattia.

Terzo: I medici fanno il giura-mento di Ippocrate, di servirsi della medicina per far vivere e mai per far morire il malato. Con quale autori-tà e per quale ragione una legge del-lo stato può obbligare i medici e gli ospedali a fare il contrario? n

padRE aNGElO dal caNtON

Per uguaglianza di nome, per vicinanza ge-ografica, e per identica vocazione missionaria, il profilo di Padre Dal Canton pubblicato sul-la Martinella di dicem-bre, non corrisponde alla persona della foto, che invece è non solo bellunese di nascita, ma legato al Feltrino dove ha operato pastoralmente, prima di entrare nella congregazione della Consolata di Torino. E svolse la sua benemerita attività missionaria in Africa… n

paRlaRE da SoLi ...

Parlare da soli, o meglio: il rischio di passare per scemi!

Quelli che parlano da soli, sono in aumento! Le ragioni sono varie.

Ci sono quelli costretti dalla emar-ginazione. È l’estrema povertà, alla

quale nessuno rivolge la parola, nemmeno mentre gli si fa l’elemosina. Que-sti, per essere in due, devo-no guardarsi allo specchio, e non possono far altro che ascoltare la propria voce!

Ci sono poi quelli, che, non riuscendo ad inserirsi nei discorsi in famiglia, ve-nendo ogni volta sovrastati da fiumi di parole, comin-ciano prima a sfogarsi par-

lando nel sonno, poi sempre da soli, in ufficio o al lavoro.

Anche i preti corrono questo ri-schio! Abituati a non avere ne con-tradditorio ne applausi, stentano a capire se i fedeli che hanno davanti si alzano, finito il discorso, perché è finita la predica o perché hanno visto alzarsi gli altri! E si fanno do-mande tra loro.

I più simpatici a parlare da soli sono quelli che lo fanno per strada! Da soli si impegnano in contraddi-tori anche rumorosi. Certi, si rac-contano dei film, anche imitando la voce die protagonisti. General-mente vengono considerati un po’

scemi o rimbambiti. A me invece fanno anche un po’ di invidia per la loro capacità di isolarsi ed estra-niarsi anche in mezzo alla gente.

A costoro, se vuoi farti ricambia-re il saluto, devi chiamarli ripetuta-mente per sentirti rispondere: “Ah, ciao!”

In realtà devono essere dei grandi sognatori, pieni di fantasia.

Io sto dalla loro parte anche per-ché mi hanno detto che ho comin-ciato a fare gesti e smorfie senza ac-corgermene.

L’ultimo episodio lo devo rac-contare: trovandomi solo al lavoro ed avendo combinato qualche pa-sticcio, mi è scappato ad alta voce: “ma sarai scemo?”

Una conoscente, che passava al momento, si è guardata attorno, e, non vedendo nessuno mi ha detto: “Beh, se lo dice lei…!”

Davvero, per qualcuno, sono vo-lutamente passato anche per scemo!

don Vittorio

Quando il diavolo si agita, vuol dire che non è contento. Ciò che deve inquietarci è il suo silenzio. (Padre Pio)

14 – La Martinella – n. 6 – 2017

La Martinella – n. 1 – 2018 – 15

ancHe da VOi, dipende la FaMiGliaAnche da te, figlio o figlia, dipende la riuscita della famiglia. Perché sia come la desideri, eccoti alcuni suggerimenti frutto di esperienza secolare.

1. Da’ una mano a tenere bella la casa. Se il luogo è bello, ordinato, accogliente, gradevole, anche la fa-miglia si trova meglio. Non sempre i tuoi genitori sono in grado di pen-sare a tutto.

2. Non sbilanciare il bilancio. I soldi non piovono dall’alto, ma sono guadagnati da mamma e papà. Pen-saci prima di aggiungere nuove spe-se per i vestiti, il vitto, il cellulare, lo smarth, la benzina, il divertimento.

3. Papà e mamma sudano per ti-rare avanti. Lavora anche tu impe-gnando le tue energie nello studio, condividendo il lavoro di casa, ri-ordina la tua camera, sparecchia la tavola, assicura la legna, il pellet, préstati a fare la spesa, il giardino, il campo, l’orto…

4. Non essere il riccio della fami-glia. La famiglia soffre quando fai il broncio, quando mangi e bevi in

silenzio, quando ti chiudi nel tuo mondo virtuale, o nella tua camera,

5. Aiuta i genitori ad imparare a fare i genitori. Certo che lo puoi! Ad esempio, parlando di te, dei tuoi problemi. O cercando di essere comprensivo: anche papà e mamma hanno i loro momenti di stanchez-za, di debolezza.

6. Non sparare ai sentimenti, pre-tendendo che i genitori siano forti e indistruttibili. I genitori hanno bisogno anch’essi di attenzioni:

“Ciao”, “come va?”, “se non vi dispiace”, “vi te-lefonerò senz’altro”, “grazie”..., brevi parole degne di un figlio o di una figlia, come vuoi es-serlo tu.

7. Soprattutto non tradire la loro fiducia, con un doppio compor-tamento.

Complimenti! n

il GREst dei gRandi

Dal 2 al 20 luglio: Questa è una delle

novità per il Grest che la parrocchia propone ai ragazzi dalla 1a elemen-

tare alla 3a media: la durata, cioè tre settimane di luglio.

La seconda novità è l’orario: dal-le ore 9.00 alle 17.00 compresa la possibilità di pranzo.

 Il gruppo giovani è già al lavoro

per l’organizzazione e la prepara-zione degli animatori. Le modalità per l’iscrizione dei ragazzi e degli animatori verranno comunicate con un apposito volantino prima di Pasqua. n 

Tra le gite proposte per il periodo del Grest, vi saranno gite in montagna e questo pellegrinaggio a Castelmonte sul confine con la Slovenia, e a Cividale del Friuli.

RaGazzi-aNiMatORi-GREst

Chissà se potremo andare a Misurina!

16 – La Martinella – n. 1 – 2018

dipende daLLe mani di diOUn pallone da basket nelle

mie mani vale 20 euro nel-le mani di Michael Jordan

vale circa 30 milioni di euro.… di-pende dalle mani in cui si trova.

Una palla da baseball nelle mie mani vale 4 euro , nelle mani di Mark McGuire vale circa 17 milio-ni di euro.… dipende dalle mani in cui si trova.

Una racchetta da tennis nelle mie mani è praticamente inutile nelle mani di Venus Williams è la vittoria in un torneo.… dipende dalle mani in cui si trova.

Un bastone nelle mie mani mi ac-compagna in montagna, un basto-ne nelle mani di Mosè divise il Mar Rosso.… dipende dalle mani in cui si trova.

Una fionda nelle mie mani è poco più di un giocattolo, una fionda nel-le mani di Davide abbattè Golia.… dipende dalle mani in cui si trova.

Due pesci e cinque pani nelle mie mani sono una buona merenda; due pesci e cinque pani nelle mani di Dio sfamarono una moltitudine di persone.… dipende dalle mani in cui si trovano.

I chiodi nelle mie mani possono produrre solo dolore, nelle mani di Gesù Cristo hanno prodotto sal-vezza per il mondo intero… dipen-de dalle mani in cui si trovano.

Come vedi, tutto dipende dalle mani in cui gli oggetti si trovano.

*Allora metti i tuoi ragionamenti, le tue preoccupazioni, le tue paure, le tue speranze, i tuoi sogni, la tua famiglia e i tuoi rapporti con gli al-tri, tutto, nelle mani di Dio perché tutto dipende dalle mani in cui si trovano. *SIAMO NELLE MANI DI DIO e lì siamo al SICURO* n

La moRte NON È NiENtE

La morte non è niente.Sono solamente passato dall’altra

parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto.

Io sono sempre io e tu sei sempre tu.

Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.

Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuo-so che hai sempre usato.

Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.

Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando era-vamo insieme.

Prega, sorridi, pensami!Il mio nome sia sempre la paro-

la familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.

La nostra vita conserva tutto il si-gnificato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.

Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?

Non sono lontano, sono dall’al-tra parte, proprio dietro l’angolo.

Rassicurati, va tutto bene.Ritroverai il mio cuore, ne ritro-

verai la tenerezza purificata.Asciuga le tue lacrime e non

piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

Henry Scott Holland

padRE luciaNO FaccHiNEllO

È mancato all’improvviso, nel sonno, forse per un infarto, men-tre era nella sua casa di Nove, nel Vicentino, per un paio di giorni di riposo.

Così è tornato al Cielo padre Lu-ciano Facchinello, sacerdote Canos-siano. Aveva 67 anni e dal settembre scorso era impegnato nella parroc-chia di San Giobbe, a Venezia.

Prima, negli ultimi dieci anni, aveva svolto il suo impegno pasto-rale a Feltre, nella comunità canos-siana di cui padre Luciano era stato Superiore e nella parroc-chia del Sa-cro Cuore.

«Guarda-va alla vita sacerdotale come ad una bellezza da contemplare e da vivere», ricorda pa-dre Vincen-zo Torrente, giovane sa-cerdote ca-nossiano.

P a d r e Facchinello era consueto nell’usa-re l’immagine della famiglia per spiegare l’impegno cristiano in par-rocchia: «Diceva che i meccanismi che regolano una buona famiglia sono gli stessi che regolano una buona comunità parrocchiale. Noi sacerdoti, dobbiamo curare la par-rocchia come fanno i genitori con la propria casa e con i propri figli». I funerali di padre Luciano Facchi-nello sono stati celebrati venerdì 5 gennaio, alle ore 10, nella chiesa dei Ss. Pietro e Paolo a Nove. Ed una Messa di suffragio è stata celebrata il martedì 9 gennaio nella chiesa del Sacro Cuore. n

Non è qui. È risorto.


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