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N E W S - Ordine dei Veterinari di Mantova Ordine/NEWS 11 ott 2016.pdf · (Romano di...

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N E W S DALL’ORDINE In allegato trovate l’invito del prossimo incontro GVS in collaborazione con Boehringer Ingelheim per scoprire le ultime novità sulla gestione delle malattie enteriche in sala parto presso Corte Costavecchia a San Giorgio di Mantova mercoledì 12 ottobre alle ore 18.00 Dopo il convegno Boehringer Ingelheim sarà lieta di offrire la cena presso il ristorante dell’agriturismo stesso. CORSI/CONVEGNI L’Ordine è stato informato dei seguenti corsi e convegni: 1) APVAC: Malattie respiratorie del cane e del gatto: conoscere per riconoscere Parma 16 ottobre - [email protected] 2) Ordine Veterinari Modena: Ruolo del veterinario nella gestione riproduttiva Modena 21 ottobre - [email protected] 3) Ordine Veterinari Verona: Corso di formazione per conducenti e guardiani di veicoli stradali che trasportano animali 21-22-28 ottobre Verona - [email protected] 4) IZSVe: La MIC per una terapia razionale nel bovino 26 ottobre Legnaro (PD) - www.izsvenezie.it 5) AIVEMP-SIVAR: Benessere degli animali e micotossine: approcci scientifici e normativi Cremona 28 ottobre – www.aivemp.it 6) Azienda ULSS 22 Regione Veneto: Igiene degli alimenti di origine animale: la sicurezza alimentare e l'azione ispettiva a sua tutela 3-15-17-22 novembre e 1 dicembre Valeggio s/M (VR) - [email protected] 7) Federazione Regionale Ordini Veterinari Lombardia: Il ruolo del Medico veterinario libero professionista nell'attuazione del Piano Sanitario Regionale della Regione Lombardia 2015-2018 Montichiari (BS) 11 novembre - www.federazionevetlombardia.it 8) SIVAR: Giornata della suinicoltura: Biosicurezza. Antibioticoresistenza. Progetti di sanità pubblica. Allevatori e mondo scientifico uniti a tutela del consumatore. 30 novembre Modena - www.expoconsulting.eu/site/giornata-della-suinicoltura 9) SIVAR: Allevamento intensivo della capra da latte 1 dicembre Cremona - www.sivarnet.it 10) Università Milano: Corso di Perfezionamento Scientifico "Inseminazione artificiale e conservazione del seme nel cane" gennaio-febbraio 2017 - [email protected] MASTER DI II LIVELLO IN MEDICINA COMPORTAMENTALE COGNITIVO ZOOANTROPOLOGICA da email Università Parma-Dip. Scienze medico veterinarie 04/10/16 Titolo di Master universitario di II livello per accedere alle liste FNOVI come Veterinario esperto in comportamento animale. Da gennaio 2017 a giugno 2018 presso l’Università di Parma; scadenza iscrizioni 31/10/16. Info, bando e programma: www.unipr.it AVVISO MOBILITA’ VOLONTARIA PRESSO ATS BERGAMO da email ATS Bergamo del 2/10/16 E’ indetto avviso pubblico per l’acquisizione di domande di mobilità volontaria regionale tra enti del SSN per procedere alla copertura di 1 posto per Dirigente Veterinario-Area B da assegnare al Distretto Veterinario B (Romano di Lombardia-Trescore Balneario). Le domande di partecipazione devono pervenire entro le ore 12 del 31/10/2016 all’ATS di Bergamo. www.ats-bg.it
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N E W S

DALL’ORDINE

In allegato trovate l’invito del prossimo incontro GVS in collaborazione con Boehringer Ingelheim per scoprire le ultime novità sulla gestione delle malattie enteriche in sala parto

presso Corte Costavecchia a San Giorgio di Mantova mercoledì 12 ottobre alle ore 18.00

Dopo il convegno Boehringer Ingelheim sarà lieta di offrire la cena presso il ristorante dell’agriturismo stesso.

CORSI/CONVEGNI L’Ordine è stato informato dei seguenti corsi e convegni: 1) APVAC: Malattie respiratorie del cane e del gatto: conoscere per riconoscere Parma 16 ottobre -

[email protected] 2) Ordine Veterinari Modena: Ruolo del veterinario nella gestione riproduttiva Modena 21 ottobre -

[email protected] 3) Ordine Veterinari Verona: Corso di formazione per conducenti e guardiani di veicoli stradali che trasportano

animali 21-22-28 ottobre Verona - [email protected] 4) IZSVe: La MIC per una terapia razionale nel bovino 26 ottobre Legnaro (PD) - www.izsvenezie.it 5) AIVEMP-SIVAR: Benessere degli animali e micotossine: approcci scientifici e normativi Cremona 28 ottobre –

www.aivemp.it 6) Azienda ULSS 22 Regione Veneto: Igiene degli alimenti di origine animale: la sicurezza alimentare e l'azione

ispettiva a sua tutela 3-15-17-22 novembre e 1 dicembre Valeggio s/M (VR) - [email protected] 7) Federazione Regionale Ordini Veterinari Lombardia: Il ruolo del Medico veterinario libero professionista

nell'attuazione del Piano Sanitario Regionale della Regione Lombardia 2015-2018 Montichiari (BS) 11 novembre - www.federazionevetlombardia.it

8) SIVAR: Giornata della suinicoltura: Biosicurezza. Antibioticoresistenza. Progetti di sanità pubblica. Allevatori e mondo scientifico uniti a tutela del consumatore. 30 novembre Modena - www.expoconsulting.eu/site/giornata-della-suinicoltura

9) SIVAR: Allevamento intensivo della capra da latte 1 dicembre Cremona - www.sivarnet.it 10) Università Milano: Corso di Perfezionamento Scientifico "Inseminazione artificiale e conservazione del seme

nel cane" gennaio-febbraio 2017 - [email protected]

MASTER DI II LIVELLO IN MEDICINA COMPORTAMENTALE COGNITIVO

ZOOANTROPOLOGICA da email Università Parma-Dip. Scienze medico veterinarie 04/10/16

Titolo di Master universitario di II livello per accedere alle liste FNOVI come Veterinario esperto in comportamento animale. Da gennaio 2017 a giugno 2018 presso l’Università di Parma; scadenza iscrizioni 31/10/16. Info, bando e programma: www.unipr.it

AVVISO MOBILITA’ VOLONTARIA PRESSO ATS BERGAMO da email ATS Bergamo del 2/10/16

E’ indetto avviso pubblico per l’acquisizione di domande di mobilità volontaria regionale tra enti del SSN per procedere alla copertura di 1 posto per Dirigente Veterinario-Area B da assegnare al Distretto Veterinario B (Romano di Lombardia-Trescore Balneario). Le domande di partecipazione devono pervenire entro le ore 12 del 31/10/2016 all’ATS di Bergamo. www.ats-bg.it

Alle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona BIO VILLAGE Nuova redditività per allevatori e agricoltori da un mercato in costante crescita

MERCOLEDI 26 OTTOBRE Convegno Bio.it: l’attuale mercato e le opportunità (e le limitazioni) offerte dal mondo del biologico Sala Monteverdi – ore 9,30-13,00 Workshop Latte Bio: vincoli, costi e opportunità Un traguardo possibile? Bio Village - ore 10.30 - 12.30 Workshop La conversione aziendale da convenzionale a bio: il latte e la produzione casearia biologica Sala Guarneri del Gesù - ore 14.30 GIOVEDI 27 OTTOBRE Workshop L’agricoltura conservativa Area Bio Village – ore 10.00 – 11.00 Workshop Un Bio certificato e garantito: il valore aggiunto di uno stabilimento ad hoc Area Bio Village - ore 11.15 - 12.15 Workshop Prospettive di evoluzione nella produzione biologica di carne bovina, suina, avicola e ittica Area Bio Village – ore 14.30 – 16.00 Workshop Antibiotico resistenza? Ecco la soluzione naturale per la salute del tuo animale Bio Village - ore 16.15 VENERDI 28 OTTOBRE Workshop Nutrizione delle bovine 2.0 : Foraggi Biologici->Formaggi Biologici Bio Village - ore 10.00 – 11.00 Workshop Le filiere biologiche del latte alimentare e dei salumi si presentano: un mercato in espansione anche per le grandi imprese. Bio Village – ore 11.15 – 12.15 Workshop Il pascolamento della vacca da latte come risposta gestionale alla crisi del latte Bio Village - ore 14.00 - 15.00 SABATO 29 OTTOBRE Workshop Applicazione dell’ozono negli allevamenti intensivi e nella zootecnia Bio Village - ore 10.00

Le Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona, in programma dal 26 al 29 ottobre 2016, sono il punto di riferimento del settore agrozootecnico internazionale anche per le attrezzature e i servizi della

prima trasformazione del latte e della suinicoltura: www.bovinodalatte.it

FISCO/SENTENZE/NORMATIVE

ATTIVAZIONE PROCEDURA RICHIESTA CREDENZIALI AL SISTEMA TESSERA SANITARIA da email FNOVI del 03/10/16

Si informa che alla pagina www.fnovi.it/node/46204 del portale sono state pubblicate ulteriori informazioni per la procedura di richiesta delle credenziali al Sistema Tessera Sanitaria. Nella notizia sono riassunte tutte le informazioni attualmente note, oltre al riassunto delle operazioni da effettuare da parte dei soggetti tenuti all'invio dei dati fiscali delle prestazioni erogate ai proprietari degli animali da compagnia e da attività sportive.

IN G.U. IL DECRETO DEL MEF PER LA TRASMISSIONE DELLE SPESE VETERINARIE -SPECIFICHE TECNICHE E MODALITÀ OPERATIVE da Newsletter n. 33/28/09/2016

E' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 26 settembre il Decreto 16 settembre 2016 Ministero Dell'economia e Delle Finanze Specifiche tecniche e modalità operative della trasmissione telematica al Sistema tessera sanitaria dei dati relativi alle spese sanitarie e alle spese veterinarie, ai fini dell'elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata da parte dell'Agenzia delle entrate. Il decreto stabilisce le scadenze per la richiesta delle credenziali al sistema Tessera Sanitaria - in attesa che il servizio sia reso disponibile – ed informa che le specifiche tecniche relative

alla trasmissione telematica dei dati delle spese veterinarie al Sistema TS ai fini della dichiarazione dei redditi precompilata saranno pubblicate sul sito internet del Sistema tessera sanitaria (www.sistemats.it) da parte del Ministero dell'economia e delle finanze entro trenta giorni dalla pubblicazione del presente decreto. Come già comunicato la scadenza per l'invio dei dati relativi alle prestazioni erogate nel corso del 2016 è il 31 gennaio 2017.

CORTE DI CASSAZIONE-ABBANDONO DI ANIMALI: È REATO ANCHE LA DETENZIONE CHE ARRECA GRAVI SOFFERENZE DA www.ilquotidianodellapa.it 18/09/16

Il reato di cui all'art. 727 del codice penale è senz'altro integrato dalla detenzione degli animali con modalità tali da arrecare gravi sofferenze, incompatibili con la loro natura, avuto riguardo, per le specie più note (quali, ad esempio, gli animali domestici), al patrimonio di comune esperienza e conoscenza e, per le altre, alle acquisizioni delle scienze naturali. Nella vicenda giunta dinanzi alla Suprema Corte l'affermazione della responsabilità si fonda sul fatto che l'imputato deteneva il pastore tedesco in luogo distante dalla propria abitazione, quindi, "con poche occasioni di stare in sua compagnia, e "in condizioni di saluta precarie e sicuramente produttive di sofferenza fisica per l'animale, non curandosi adeguatamente dello stesso - tanto da non essersi nemmeno accorto della sua situazione fisica", con la conseguenza che quel che si rimprovera al proprietario del pastore tedesco è "l'omessa prestazione di cura e assistenza, dovuta ad un comportamento di trascuratezza colposa".

PUBBLICITA': E' UN MEDICINALE VETERINARIO. LEGGERE ATTENTAMENTE da AnmviOggi 28 settembre 2016

Dal 1 novembre la pubblicità dei medicinali veterinari subirà modifiche. Le ha presentate il 27/09/16 la Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari. Nei messaggi rivolti al pubblico, ci saranno più avvertenze che responsabilizzeranno ulteriormente i proprietari. La novità riguarderà solo i radio comunicati e i cortometraggi (spot). Testi scritti (super) e vocali (speaker) dovranno ricordare al pubblico di leggere attentamente il foglio illustrativo dei medicinali veterinari e inserire ulteriori informazioni riguardanti eventuali divieti di impiego su determinate specie animali ("Non usare nei"). Nei testi scritti la comunicazione dovrà anche riportare- in caso di unico principio attivo- la dicitura "E' un medicinale veterinario contenente...". E, sempre nei super, si dovranno dare indicazioni di età e di peso con la formula "Non utilizzare in animali di età inferiore alle 'x' settimane o con un peso inferiore a quello indicato per ogni confezione". Le modifiche ai messaggi pubblicitari rivolti al pubblico riguarderanno solo questi due canali comunicazione. Le novità riguarderanno la pubblicità dei prodotti che non richiedono la ricetta veterinaria. La pubblicità dei medicinali veterinari vendibili solo su prescrizione veterinaria è infatti vietata al pubblico e consentita solo se rivolta ai veterinari.

RICORSO DELLA FNOVI-AL TAR L'OPERATORE DI ASSISTENZA VETERINARIA da Notizie Anmvi 11/10/16

Impugnata la delibera dell'Emilia Romagna 21 giugno 2016 n. 898 che istituisce la "nuova qualifica" di Operatore all'Assistenza Veterinaria, che assiste il veterinario nei trattamenti terapeutici, nell'organizzazione degli ambienti e nella gestione del rapporto animale-proprietario". La Giunta Emilia Romagna inserisce questo Operatore nell’area “Erogazione servizi di cura e gestione degli animali”, all’interno del Repertorio regionale delle Qualifiche (SRQ), dove prima d'ora era presente solo la figura di Tecnico addestratore di cavalli. Secondo la Giunta l’individuazione di questa "nuova qualifica" potrebbe "costituire una opportunità di professionalizzazione per i giovani in uscita dalla scuola media superiore. Per la Fnovi "una violazione della esclusività delle competenze professionali degli iscritti all’Albo". Da qui il ricorso al TAR dell'Emilia Romagna, a cui hanno aderito anche alcuni Ordini provinciali della Regione Emilia Romagna, per "una presa di posizione di tutta la categoria contro tale iniziativa a danni degli interessi dei professionisti".

FARMACI

SONDAGGIO SULLA PERCEZIONE DEI CONSUMATORI NEI CONFRONTI DEI MEDICINALI VETERINARI da www.unaitalia.com 30/09/16

IFAH-Europe, la Federazione internazionale per la salute animale in Europa, ha commissionato un sondaggio svolto in 6 paesi europei per sondare le percezioni e gli atteggiamenti dei cittadini verso l’uso dei medicinali veterinari per il trattamento e la prevenzione delle malattie sia negli animali domestici che in quelli d’allevamento. I risultati mostrano che i cittadini europei sono preoccupati per l’uso dei medicinali veterinari e per il loro impatto sulla salute umana. Il loro livello di conoscenza sul tema, però, è in generale limitato. I risultati indicano che è importante aumentare la consapevolezza relativa ai benefici dei medicinali veterinari, il loro uso responsabile, e il loro grado di sicurezza. La consapevolezza circa i benefici della medicina veterinaria in materia di benessere animale è in generale molto bassa, con oltre il 60% che dichiara di non sapere o non pensare che i medicinali veterinari abbiano un impatto positivo sul benessere degli animali da allevamento. Il 59% degli intervistati ritiene che gli animali da allevamento abbiano lo stesso diritto di ricevere i farmaci così come gli esseri umani. Anche se i dati non sono direttamente comparabili, l’ultima ricerca di Eurobarometro sul benessere degli animali aveva rilevato che oltre 3/4 dei cittadini (Ue-28) ritengono che gli animali da allevamento debbano essere meglio protetti; quindi è abbastanza significativo notare che la buona salute non è necessariamente la prima cosa a cui la gente pensa considerando le esigenze di benessere. È interessante sottolineare che i livelli di consapevolezza sono leggermente superiori per gli animali domestici, e solo il 47% degli intervistati non sa o non pensa che i medicinali veterinari abbiano un impatto positivo sul benessere degli animali da compagnia. Per quanto riguarda la sicurezza alimentare, il divario di conoscenza aumenta ma il 72% risponde che non sa o non pensa che i farmaci somministrati agli animali da allevamento contribuiscano a rendere il cibo più sicuro. Dato che solo gli animali sani possono essere introdotti nella catena alimentare, è chiaro che sono necessarie informazioni più dettagliate sulla produzione di alimenti sicuri. Commentando i risultati, il Segretario generale dell’IFAH-Europe Roxane Feller ha detto che “l’industria della salute animale investe ingenti risorse nello sviluppo, nel collaudo e nella produzione di medicinali

veterinari sicuri, efficaci e di qualità. Per il controllo dei farmaci veterinari l’Europa ha uno dei sistemi di autorizzazione più

severi al mondo. Ma il 66% degli intervistati non si sente ben informato sull’uso della medicina veterinaria in generale, e oltre

il 50% non è a conoscenza che i medicinali animali rispettano gli stessi standard di sicurezza dei farmaci destinati alle

persone“. Il Presidente di IFAH-Europe Wijnand de Bruijn ha aggiunto che “i risultati del sondaggio mostrano che sono

necessari ancora grandi passi in avanti, per fare aumentare la consapevolezza del pubblico su come i farmaci veterinari sono

controllati, sulla necessità di un loro uso responsabile e sui benefici a favore degli animali ma anche delle persone. E’ chiaro che

c’è bisogno di comunicare meglio e migliorare la consapevolezza attraverso campagne informative basate sui fatti, che

evidenzino perché i farmaci animali sono utili e come gli animali sano abbiano un positivo sulla società nel suo complesso“.

PICCOLI ANIMALI

DOLORE CRONICO E ALLEANZA TERAPEUTICA da La Settimana Veterinaria - N°972/settembre 2016

Fissare gli obiettivi con il proprietario e fornirgli un’”educazione terapeutica”, con conoscenze e competenze (come le tecniche di massaggio e la somministrazione ragionata di tramadolo o di gabapentin), sono passi importanti, che permettono a quest’ultimo di valutare il dolore del proprio animale e di prevenire la gravità delle ricadute. “La mancata osservanza è un torto condiviso tra il veterinario (fallimento della relazione terapeutica, atteggiamento dogmatico o autoritario) e il proprietario (dimenticanza, animale difficile da contenere, fatalismo, stanchezza): ripensare alla relazione con il cliente nel nuovo paradigma dell’alleanza terapeutica permette un follow up di qualità dell’animale, consentendo di mettere in atto una medicina personalizzata, raffinata e periodicamente riadattata allo stato doloroso del paziente”, afferma Thierry Poitte. È importante proporre al proprietario di raccontare la malattia del suo animale, ponendo domande aperte, come ad esempio “Descrivetemi il suo dolore”, e valutare il vocabolario che il cliente utilizza: ad esempio “scarica elettrica”, può indicare dolore neuropatico; la parola “paura” suggerisce ansia; “non vuol più giocare” una depressione; “non tollera più le carezze” un’allodinia. La medicina narrativa è particolarmente ricca di informazioni per quanto riguarda la gestione dei gatti, perché in questa specie le modificazioni del comportamento hanno una grande importanza clinica. L’alleanza terapeutica ha inoltre un impatto significativo sulla percezione che il proprietario ha dell’utilità del trattamento, sul tasso di aderenza terapeutica e sulla qualità dell’osservanza.

ANALISI DEL SANGUE: LE PROVETTE CTAD SONO LE MIGLIORI PER L’EMATOLOGIA FELINA Da Settimana Veterinaria n.973/settembre 2016

Nel gatto le analisi biologiche sono a volte complicate a causa delle difficoltà tecniche insite nel prelievo, che spesso provocano delle alterazioni del materiale raccolto. In ematologia, spesso nei prelievi di sangue raccolti in provette con EDTA si possono osservare a occhio nudo dei microcoaguli, ma questo anticoagulante favorisce anche la formazione in vitro di aggregati piastrinici. Le conseguenze di questi aggregati sono diverse a seconda delle loro dimensioni e dell’analizzatore automatico utilizzato. Gli aggregati piastrinici di grandi dimensioni, superiori cioè a quelle di una cellula ematica, non vengono rilevati, indipendentemente dall’analizzatore utilizzato. Per gli aggregati di piccole dimensioni, invece, le conseguenze dipendono dal tipo di analizzatore utilizzato. Con un sistema impedenzometrico, che sfrutta il principio di Coulter, gli aggregati piccoli possono essere riconosciuti come una cellula più voluminosa, ad esempio un leucocita; ciò provoca una tendenza più o meno marcata a sovrastimare in numero la popolazione leucocitaria e a sottostimare la conta piastrinica. Ma, in ogni caso, a prescindere dalla dimensione degli aggregati o dalla tecnica utilizzata, questi provocano una sottostima della conta piastrinica, la cui conseguenza è la segnalazione di pseudo-trombocitopenie, relativamente frequenti. Questa problematica è stata oggetto di una tesi di dottorato presso l’Università di Tolosa (Francia), e fa seguito ai lavori diretti dalle prof.sse Nathalie Bourgès-Abella e Catherine Trumel dell’equipe di biologia medica-istologia Crefre, Università di Tolosa. CTAD e conta piastrinica Il primo - essenziale - risultato emerso dal lavoro di ricerca è che la raccolta di sangue con provette contenenti CTAD (citrato, teofillina, adenosina, dipyridamole) riduce considerevolmente, fino ad annullarla, l’aggregazione piastrinica, fenomeno osservato di frequente quando si utilizzano provette con EDTA. Tutto ciò è stato confermato mediante aggregometria, conta degli aggregati su striscio e tramite conta piastrinica effettuata con tre diverse tecniche. Quindi, in un confronto in cui i due tipi di provetta sono stati utilizzati sugli stessi gatti, una forte aggregazione piastrinica in grado di alterare notevolmente i risultati è stata osservata in 41 provette EDTA su 81, e solo in una provetta CTAD. Ne discende che le conte piastriniche sono superiori e più precise utilizzando CTAD, indipendentemente dalla tecnica usata, impedenza o citometria di flusso. Quest’ultima, inoltre, offre il vantaggio di considerare più correttamente le macropiastrine, frequenti nel gatto: queste, in funzione della loro dimensione, vengono erroneamente catalogate come emazie o leucociti dagli analizzatori impedenzometrici ma come piastrine voluminose dai citofluorimetri. CTAD e altre analisi biologiche Le altre analisi ematologiche danno praticamente gli stessi risultati sia per i prelievi con provette CTAD che con EDTA classiche, così avviene anche per le analisi di emostasi secondaria effettuate sul plasma. Per la biochimica, i risultati sono simili a quelli del plasma eparinato per il dosaggio dei trigliceridi, del colesterolo, del glucosio, dell’urea, della creatinina, dei fosfato, delle proteine totali e dell’alanina aminotransferasi, eventualmente con un adattamento dei valori di riferimento, facile da effettuare. Non è invece possibile il dosaggio degli ioni. Il carattere

di anticoagulante quasi universale del CTAD può essere un grande vantaggio perché consente di limitare il numero delle provette e il volume di sangue da raccogliere. Questi studi hanno permesso anche di mostrare che la stabilità degli analiti ematologici è migliore nelle provette CTAD rispetto a quelle EDTA, fino a 48 ore. L’insieme dei risultati di questa tesi evidenzia che le provette CTAD devono quindi essere privilegiate per l’ematologia felina.

BENEFICI DEI PROBIOTICI NEI CANI E NEI GATTI da La Settimana Veterinaria - N°972/settembre 2016

I probiotici sono molto utili nel caso in cui gli animali siano sottoposti a terapie antibiotiche. Gli antibiotici comunemente utilizzati per il trattamento di alcune malattie possono ridurre la popolazione di batteri benefici e aumentare i livelli di microrganismi potenzialmente dannosi a livello intestinale, e anche determinare una resistenza microbica. I batteri patogeni con una multiresistenza antibiotica, come enterococchi ampicillina e tetraciclina-resistenti, possono trasferirsi dagli animali domestici ai loro proprietari portando anche a infezioni di difficile cura. Uno studio sperimentale volto a valutare l’effetto dell’antibiotico macrolide “tilosina” sulla diversità microbica nell’intestino tenue del cane, usando il sequenziamento del gene 16S rRNA, ha rivelato una diminuzione di Fusobatteri, Bacteroidales e Moraxella, mentre un aumento di batteri del genere Enterococcus, Pasteurella, Dietzia ed Escherichia. È dimostrato scientificamente come l’utilizzo di probiotici benefici sia importante per la prevenzione e la cura di vari disordini e malattie negli animali zootecnici. Pertanto, integrare la dieta animale con probiotici è fondamentale per mantenere e promuovere la salute ottimale del GIT e il benessere anche negli animali domestici. La maggior parte dei ceppi probiotici per gli animali appartengono ai batteri lattici (LAB) e per gli esseri umani anche ai bifidobatteri. Ci sono diverse possibili modalità di azione dei probiotici sull’ospite che comprendono: la produzione di molecole antibatteriche, la competizione per i nutrienti e i siti di adesione con i potenziali patogeni, l’alterazione del metabolismo microbico, la stimolazione dell’immunità.

L’EFFETTO DELLA STERILIZZAZIONE SU ABILITÀ SPAZIALI E COMPORTAMENTI SOCIALI da La Settimana Veterinaria - N°973/settembre 2016

Durante il congresso internazionale Canine science forum (il principale consesso internazionale sul tema della biologia, ecologia e comportamento di cani, lupi e altri canidi, che si tiene ogni 2 anni e quest’anno per la prima volta è stato organizzato in Italia a fine giugno sotto il patrocinio dell’Università di Padova), 2 interventi hanno esaminato il tema della sterilizzazione, concentrandosi sull’influenza di questa, rispettivamente sulle abilità spaziali e sul comportamento sociale. Nella prima, “The effect of sex and gonadectomy on a spatial navigation task in dogs”, Anna Scandurra, assegnista di ricerca presso il Laboratorio di Etologia applicata dell’Università di Padova, ha esaminato l’effetto della gonadectomia sulle abilità spaziali di 64 cani impegnati in un labirinto. Le femmine intere hanno mostrato performance migliori rispetto alle femmine sterilizzate e ai maschi interi, dimostrando l’effetto sia del sesso che degli ormoni sessuali sulle abilità spaziali nei cani. Nell’intervento di Udo Gansloßer, “The social behavior of neutered male dogs compared to intact dogs”, il professore associato di Zoologia dell’Università di Greifswald (Germania) ha valutato attraverso questionari a privati e casi-studio, l’effetto della gonadectomia sui comportamenti sociali dei cani maschi, riscontrando un impatto negativo della stessa in molti modelli comportamentali, che risultano diminuiti (esplorazione olfattiva della regione genitale, il montare altri cani e atteggiamenti di alto status), ma ha visto anche che i cani castrati reagiscono in maniera più instabile dal punto di vista emozionale alle situazioni stressanti, e che in questi soggetti i comportamenti aggressivi o di paura sono tendenzialmente più frequenti.

LESIONI TRAUMATICHE DELLE VIE AEREE SUPERIORI NEL CANE: 10 CASI da VetJournal N. 83/30 settembre 2016

Uno studio ha rivisto le caratteristiche di 10 casi di rottura o stenosi traumatica delle vie aeree superiori nel cane. Si osservava la rottura della trachea in 7 casi, la stenosi tracheale in 1 caso e la rottura laringea in 2 casi. I segni clinici includevano difficoltà respiratoria in 5 cani, enfisema sottocutaneo in 8 cani, fuoriuscita di aria dalla ferita cervicale in 7 casi, stridore in 3 cani, pneumomediastino in 4 cani e pneumotorace in 1 cane. Si effettuava la ricostruzione con punti di sutura staccati semplici in 4 casi, l’exeresi tracheale con anastomosi termino-terminale in 5 casi e un soggetto veniva soppresso durante l’intervento. Si osservavano complicazioni in 3 casi, quali polmonite ab ingestis in 1 soggetto e alterazioni della voce in 2 soggetti.

FERTILITÀ DEL CANE MASCHIO IN DECLINO NEGLI ULTIMI TRENT’ANNI da Professione Veterinaria N. 31/ottobre 2016

La fertilità dei cani maschi ha subito un declino nelle 3 decadi passate. Lo indica uno studio che ha riscontrato una significativa diminuzione della qualità degli spermatozoi di una popolazione di cani riproduttori analizzati nel corso di un periodo di 26 anni. Il declino della fertilità maschile potrebbe avere un legame con la presenza di contaminanti nell’ambiente, dato che le sostanze chimiche trovate nel liquido seminale e nei testicoli dei cani adulti (e in alcuni mangimi commerciali per cani) avevano un effetto dannoso sulla funzionalità spermatica alle concentrazioni identificate. Lo studio si è concentrato su campioni prelevati da cani stalloni presso un centro per la riproduzione canina nel corso dei 26 anni passati. Si studiavano 5 razze specifiche: Labrador retriever, Golden retriever, Curly coat retriever, Border collie e Pastore tedesco (da 49 a 97 cani analizzati ogni anno). Si prelevava il liquido seminale e si valutava la percentuale di spermatozoi che mostravano una motilità progressiva e una morfologia normali. Nel corso dello studio è stata riscontrata una notevole riduzione della percentuale di spermatozoi normali e mobili. Tra il 1988 e il 1998, la motilità degli spermatozoi diminuiva del 2,5% ogni anno. Inoltre, si osservava che i cuccioli maschi generati dai cani riproduttori con ridotta qualità del seme mostravano una maggiore incidenza di criptorchidismo. Gli spermatozoi prelevati e i testicoli dei soggetti sottoposti a castrazione contenevano contaminanti ambientali a concentrazioni in grado di alterare la motilità e vitalità spermatica. Il ruolo di alcune condizioni genetiche che hanno un possibile impatto sulla fertilità non veniva considerato, data la rapidità del declino.

PROTEZIONE DEI CONIGLI IN ALLEVAMENTO – INTERVISTA AD ANTONIO LAVAZZA da Newsletter FNOVI n. 34 del 05/10/2016

Coniglicoltura, quali sono le criticità soprattutto in tema di benessere? La FNOVI lo ha chiesto al Dr Antonio Lavazza del Centro di referenza Benessere Animale dell'IZS Lombardia ed Emilia Romagna. Nel corso dell'intervista è stato illustrato che "Le criticità degli allevamenti di conigli sono molte e, quasi tutte legate al fatto che

questo tipo di allevamento soffre di una carenza normativa. Si tratta forse dell'unica specie per la quale non esiste una

regolamentazione specifica che disciplini le norme di allevamento in termini di benessere". "Una difficoltà che deriva

principalmente del mancato accordo a livello europeo tra i vari paesi membri, forse anche in virtù del fatto, che la coniglicoltura

industriale è un’attività zootecnica tipica dei paesi mediterranei che non trova equivalente nei paesi del centro-nord a nord

Europa". Allo stato attuale esistono soltanto delle linee guida emanate nel 2014 dal Ministero della Salute che hanno una applicazione su base volontaria. L'auspicio è che queste linee guida, caratterizzate da un forte contenuto etico ed indirizzate ad un miglioramento complessivo della salute degli animali, trovino una applicazione non più solo su base volontaria ma cogente, e quindi con la possibilità di migliorare ulteriormente il benessere dei conigli, riducendo la forbice attualmente esistente tra allevamenti molto ben gestiti ed allevamenti che soffrono ancora di carenze strutturali gestionali e manageriali.

VACCINAZIONE: COSA FARE IN CASO DI ANIMALE CON ANAMNESI VACCINALE MUTA? da La Settimana Veterinaria - N°974/settembre 2016

A volte capita che un proprietario decida di adottare un cane o un gatto adulto (o comunque di più di 16 settimane di età) con anamnesi vaccinale muta. In questi casi il veterinario può decidere, al posto di optare per una vaccinazione “alla cieca”, di eseguire un test sierologico per valutare la situazione immunitaria verso le malattie prevenibili con i vaccini core e solo in caso di risultato negativo procedere alla vaccinazione con vaccini core MLV. Tutte queste raccomandazioni sono applicabili anche a un animale mai vaccinato prima. E se il paziente è allergico? Una delle preoccupazioni maggiori del medico veterinario nella sua routine quotidiana è la rivaccinazione di un paziente che ha precedentemente mostrato una reazione avversa. Il rischio di reazioni avverse in seguito alla vaccinazione è di fatto relativamente basso, nell’ordine di 30 e 50 reazioni rispettivamente ogni 10.000 cani e gatti vaccinati, e la stragrande maggioranza di queste è rappresentata da reazioni non gravi. Tuttavia, se si ha una reazione grave in un animale, la cosa è difficile da spiegare al proprietario. Ancora una volta, il ricorso ai test sierologici può essere di aiuto al veterinario: valutare la protezione e, in caso di risultato positivo,

rimandare la vaccinazione almeno di un anno permette infatti di evitare il temuto rischio di una nuova reazione avversa.

IL RISVEGLIO DALL’ANESTESIA NEI PICCOLI MAMMIFERI da Professione Veterinaria N. 31/ottobre 2016

L’anestesia dei piccoli mammiferi esotici assume un ruolo fondamentale per chi si occupa di questi pazienti sia in ambito clinico che legata alla chirurgia. Con l’evolversi della medicina degli animali non convenzionali è possibile infatti eseguire procedure chirurgiche sempre più avanzate che richiedono anestesie sempre più complicate. Il corretto approccio anestesiologico prevede che la procedura venga suddivisa in 4 fasi principali: la premedicazione, l’induzione, il mantenimento e il risveglio. Analizziamo il risveglio post-operatorio: è spesso trascurato quando gli animali vengono anestetizzati. Negli animali esotici questo periodo è importante tanto quanto i precedenti. I pazienti sono ancora suscettibili alla maggior parte dei rischi associati all’anestesia ed una grande parte della mortalità si verifica durante questo periodo. Per ridurre lo stress, dato che molti animali esotici sono prede, l’ambiente del risveglio dovrebbe essere tranquillo, calmo, confortevole e lontano da specie predatrici (idealmente dovrebbero essere tenuti lontano da cani che abbaiano e da odori di predatori). Nel coniglio e nei piccoli roditori è importante che il cibo e l’acqua siano presenti non appena il paziente si risveglia abbastanza per mangiare e bere. Il monitoraggio dovrebbe essere effettuato fino a che il paziente è considerato stabile e successivamente periodicamente finché l’animale non si è sufficientemente risvegliato per essere lasciato incustodito. Nei mammiferi una tricotomia estesa, l’utilizzo di abbondanti quantità di alcool durante la preparazione della cute potenziano la perdita di calore e lo sviluppo di ipotermia, specialmente nei soggetti piccoli senza riserva di grasso. Asciugamani, lenzuola o coperte possono essere utilizzati per isolare dalle superfici fredde e/o umide o il paziente può essere posto su un tappetino riscaldante o in una gabbia riscaldata per il risveglio. I dispositivi per il riscaldamento dovrebbero essere tolti non appena la temperatura corporea è nei range normali dato che molti animali esotici sono suscettibili all’ipertermia per difficoltà nella dispersione del calore. La temperatura ambientale varierà in dipendenza delle necessità della specie, ma è solitamente necessario riscaldare gli animali finché non si riattivano i meccanismi omeostatici. È spesso difficile valutare negli animali esotici da compagnia i segni clinici associati con il dolore ed è consigliabile sbagliare dal lato della cautela, somministrando analgesici se dolore o disagio possono essere presenti. Molte specie esotiche non mostrano segnali di dolore come fanno quelle più addomesticate e ciò rende tali segni più probabilmente subdoli. Pochi esotici vocalizzeranno. Gli animali possono essere meno attivi del normale, avere una riduzione dell’appetito e della sete, avere un aspetto alterato, mostrare cambiamenti comportamentali o presentare alterazioni cardiorespiratorie. Le classi di analgesici disponibili comprendono gli anestetici locali, i fans e gli oppiacei. Molte vie, comprendenti la orale, la sottocutanea, l’intramuscolare, l’endovenosa e l’epidurale possono essere usate per l’analgesia.

GESTIONE ALIMENTARE DEL CANE E DEL GATTO AFFETTI DA DIABETE MELLITO da www.vetpedia.it 04/10/16

Il diabete mellito è indubbiamente una delle più frequenti endocrinopatie del cane e del gatto. L’obiettivo della terapia nel paziente diabetico è il controllo della glicemia attraverso un’adeguata terapia dietetica associata alla somministrazione di insulina e ad un appropriato esercizio fisico. Per quanto concerne la gestione alimentare del paziente dietetico, è necessario tenere conto non solo delle caratteristiche nutrizionali della dieta ma anche della quantità e della modalità di somministrazione della stessa. LE PROPRIETA’ NUTRIZIONALI DELLA DIETA L’acqua. L’elevata assunzione di acqua è molto spesso il primo sintomo notato dal proprietario nell’animale che ha sviluppato diabete mellito. E’ quindi indispensabile che venga sempre garantita all’animale la disponibilità di acqua fresca, in funzione della poliuria e polidipsia che ne caratterizzano il quadro clinico. Le fonti di carboidrati digeribili. La scelta della fonte di amido da includere nella dieta del paziente diabetico è di estrema importanza in quanto condiziona direttamente la glicemia post-prandiale. In primo luogo è bene ricordare che il gatto diabetico, in quanto animale strettamente carnivoro, dovrebbe ricevere diete contenenti quantità di amido inferiori a quelle che un cane diabetico riesce a tollerare. Infatti, nei gatti, anche in quelli sani, l’attività degli enzimi epatici preposti alla ossidazione del glucosio così come di quelli che ne permettono la conversione a glicogeno è inferiore rispetto a quanto si osserva nel cane (Zoran, 2002). Non a caso, quando un gatto è alimentato con una dieta ricca di amido, il rialzo postprandiale dei livelli ematici di glucosio ha una durata significativamente più lunga di

quanto si può osservare nel cane o nella specie umana, a testimonianza di una minore efficienza del metabolismo dei carboidrati nella specie felina (Farrow et al., 2012). Tra le diverse fonti di amido impiegabili nell’alimentazione del cane e del gatto affetto da diabete mellito, andrebbero preferite quelle ricche di fibra solubile, come ad esempio alcuni cereali (orzo, avena e segale) e alcuni legumi (piselli, lenticchie, fagioli, ecc.). Infatti, la fibra solubile a contatto con l’ambiente liquido che trova nello stomaco e nel piccolo intestino tende a formare un gel, aumentando la viscosità del chimo intestinale e rallentando i processi digestivi, così da ridurre il rischio di bruschi innalzamenti della glicemia post-prandiale. Sarebbe invece bene evitare, o comunque limitare, l’impiego di alimenti ad alto indice glicemico come riso, frumento, mais e patate (sebbene frumento e riso in forma integrale presentino un indice glicemico più contenuto; Foster-Powell et al., 2002). Nel corso di uno studio condotto su gatti sovrappeso, Appleton et al. (2004) osservarono che la somministrazione di una dieta a base di sorgo e mais permetteva un miglior controllo della glicemia rispetto ad una dieta a base di riso contenente la stessa quantità di amido. Nel corso di altri studi fu osservato che i livelli più alti di glicemia post-prandiale erano provocati da diete contenenti mais rispetto a quanto si osservava quando la fonte di amido era rappresentata da sorgo, piselli o lenticchie, sia nel gatto (de-Oliveira et al., 2008) che nel cane (Carciofi et al., 2008). Ovviamente, anche la quantità complessiva di amido della dieta influenza la glicemia e dovrebbe essere limitata, in particolar modo nel gatto, la cui attitudine carnivora rende più difficile la gestione del glucosio originato dalla digestione dell’amido (Hewson-Hughes et al., 2011). Proprio in questa specie pare opportuno ricorrere all’impiego di diete ad alto contenuto proteico e caratterizzate da basso tenore (meno del 20% della sostanza secca della dieta), o completa assenza, di amido (meglio se proveniente da fonti a basso indice glicemico) al fine di migliorare il controllo della glicemia (Bennett et al., 2006; Kirk, 2006; Zoran e Rand, 2013). Sebbene la patogenesi del diabete mellito nel cane sia diversa, si ritiene che un approccio di questo tipo possa dare benefici anche in questa specie animale (Nelson et al., 1998). In nessun caso, infine, la dieta dovrebbe contenere quantità significative di zuccheri (il cui contenuto è spesso elevato negli alimenti e negli snack semi-umidi per cani e gatti). La fibra. Si è già ricordato come l’impiego di fonti di amido ricche di fibra possa essere utile nel controllo della glicemia post-prandiale (Nelson et al, 2000; Bennett et al, 2006). Per questo motivo, la dieta del paziente diabetico dovrebbe contenere livelli di fibra più elevati di quelli che caratterizzano una comune dieta di mantenimento. Tra l’altro, l’aggiunta di alimenti fibrosi serve a ridurre la densità energetica della dieta e potrebbe favorire la perdita di peso in presenza di obesità, una condizione che, come si è già detto, è molto comune nei gatti diabetici. Le proteine. Per i motivi già ricordati in merito alla necessità di limitare i carboidrati, le diete per cani e gatti diabetici dovrebbero essere ricche di proteine. In particolar modo, nel gatto, diete molto ricche di proteine e povere (o prive) di amido stimolano la gluconeogenesi epatica con una immissione costante di glucosio nel sangue, senza i picchi glicemici che caratterizzano invece l’assunzione di un pasto ricco di carboidrati ad alto indice glicemico. Inoltre, una dieta ricca di proteine e povera di carboidrati digeribili può concorrere a migliorare il controllo del peso corporeo del gatto, qualora sia presente una condizione di sovrappeso. I lipidi. Per quanto concerne i grassi, le dislipidemie che spesso caratterizzano il diabete di cani e gatti consigliano di non eccedere con il tenore lipidico della dieta. Tra le fonti lipidiche impiegabili viene spesso consigliato di usare l’olio di pesce, in quanto gli acidi grassi omega-3 in esso presenti sono utili nel trattamento delle dislipidemie che caratterizzano il diabete e sembrano migliorare il controllo della glicemia nel gatto, attraverso una riduzione della insulinoresistenza (Wilkins et al., 2004). Paradossalmente, però, in medicina umana, il consumo di quantità elevate di olio di pesce è stato correlato ad un aumento dell’incidenza di diabete mellito di tipo 2 (Zhang et al., 2013) e questa evidenza, sebbene ancora piuttosto debole, suggerisce una certa prudenza nell’integrazione con olio di pesce della dieta di cani e gatti diabetici (Lenox e Bauer, 2013). I minerali e le vitamine. Per quanto riguarda i macroelementi minerali, e gli elettroliti Na, K e Cl in particolare, è bene che la dieta li contenga in quantità adeguate visto che la poliuria di cui l’animale soffre ne aumenta le perdite per via renale. Ovviamente, qualora il diabete fosse associato ad insufficienza renale, i livelli di fosforo e cloruro di sodio presenti nella dieta dovrebbero essere limitati (lo stesso discorso vale anche per il tenore proteico della dieta). Similmente, la dieta dovrà contenere livelli adeguati di oligoelementi minerali e vitamine. In particolare, sembra che l’integrazione della dieta con cromo possa migliorare il metabolismo dei glucidi in gatti sani (Appleton et al., 2002). Altri nutrienti. Sebbene non siano mai stati condotti studi specifici nel gatto, esiste evidenza del fatto che l’integrazione della dieta di pazienti affetti da diabete di tipo 2 con particolari molecole quali quercetina (Kim et al., 2011) e altri polifenoli di origine vegetale (Bahadoran et al., 2013) possa avere effetti positivi sul metabolismo di glucidi e lipidi. LA GESTIONE ALIMENTARE Una volta che si è scelta la dieta più appropriata, rimangono da definire la quantità di cibo ed il numero di pasti che l’animale riceverà giornalmente. Come si è già detto, molto spesso il diabete di tipo 2 di cui soffrono i gatti è associato ad una condizione di obesità ed esiste evidenza del fatto che, spesso, riportando l’animale al proprio peso forma l’insulino-resistenza regredisce fino alla risoluzione del quadro clinico (Bennett et al., 2006; Reusch et al., 2006). In

questi casi, quindi, la quantità di cibo verrà calcolata in modo da favorire il dimagrimento del gatto attraverso una restrizione dell’apporto di energia (l’animale dovrebbe ricevere circa il 20% in meno dell’energia metabolizzabile rappresentante il fabbisogno di mantenimento riferito al peso ideale che ci si prefigge di raggiungere). Viceversa, in altre situazioni, è possibile che il paziente sia troppo magro (il più delle volte a causa del mancato controllo della patologia) e ci si proponga di fargli riprendere peso aumentando la quantità giornaliera di mangime (ed evitando, in questi casi, mangimi eccessivamente ricchi di fibra che renderebbero difficile il recupero del peso corporeo). Il numero ed il momento dei pasti dovrà essere deciso in funzione della somministrazione dell’insulina, così da massimizzarne l’efficacia. Idealmente, poiché la quantità di cibo influenza la glicemia post-prandiale, il paziente diabetico dovrebbe fare tanti piccoli pasti nell’arco della giornata. E’ però evidente come una gestione di questo tipo sia complicata dal fatto che ad ogni pasto deve corrispondere la somministrazione di insulina esogena: pertanto, in genere, si procede alla somministrazione di due pasti giornalieri, con almeno 8-10 ore tra quello della mattina e quello serale. L’esercizio fisico è un altro fattore che riveste un ruolo molto importante nel controllo della glicemia, favorendo sia la riduzione del peso corporeo sia quella di una eventuale condizione di insulinoresistenza.

LA TECNICA DELLA TORACENTESI Da Settimana Veterinaria N°975/28 settembre 2016

La toracentesi consiste nell’aspirazione di liquido o di aria accumulati nel torace, e ha un obiettivo terapeutico (in caso di dispnea) o diagnostico (ricerca dell’origine del versamento). Preparazione Per i casi di pneumotorace iperteso, è opportuno prevedere un kit per l’intubazione e materiale di urgenza e per la rianimazione. L’attrezzatura necessaria per la toracentesi deve essere preparata prima della procedura, ed è costituita da guanti sterili, materiale per la tosatura e la disinfezione, un anestetico locale, un ago a farfalla, un catetere periferico o drenaggio toracico in funzione della tecnica scelta, da un rubinetto a tre vie, un deflussore, siringhe e provette di raccolta per le analisi. La procedura richiede due o tre persone per contenere l’animale, posizionare e stabilizzare l’ago e raccogliere ed aspirare i fluidi. Mentre la puntura è relativamente semplice, è importante che la preparazione, il coordinamento e la cooperazione nella squadra siano efficaci per minimizzare lo stress degli animali. La posizione dell’animale Se l’animale resta vigile per limitare lo stress in un soggetto dispnoico, è meglio lasciarlo scegliere la posizione più comoda per sé. In anestesia generale o sedazione, l’animale viene posizionato in decubito sternale. Se l’ossigenoterapia, di solito ben tollerata, non è stata ancora iniziata, dovrebbe comunque esserlo prima di avviare la procedura. Procedura L’area della puntura viene preparata, se possibile asetticamente, vi si pratica un’anestesia locale, a base di lidocaina. La puntura alla cieca viene eseguita tra il 7° e il 9° spazio intercostale, cranialmente alla prima costola (per evitare i fasci neurovascolari caudali alle costole). Uno pneumotorace va punto nella metà dorsale del torace, mentre un versamento liquido viene aspirato a livello del terzo ventrale. Le tecniche ecoguidate sono preferibili. L’ago viene inserito perpendicolarmente alla parete toracica, una volta nello spazio pleurico, viene fatto scivolare parallelamente alla parete stessa in modo da evitare qualsiasi lacerazione polmonare iatrogena. L’aspirazione viene effettuata fino a ottenere una pressione negativa, quindi, l’ago viene ritirato. Complicazioni Le possibili complicazioni sono pneumotorace, lacerazione vascolare, ipotensione, edema da riespansione, reazione vagale o ematoma. In ogni edizione delle News troverete un articolo in Inglese, una buona occasione per informarsi ripassando un pò la lingua

PEDICLE TIES PROVIDE A RAPID AND SAFE METHOD FOR FELINE OVARIOHYSTERECTOMY da Journal of Feline Medicine and Surgery settembre 2016

Objectives The specific objectives of the present study were to evaluate the rate of hemorrhage-related complications across a large number of feline pedicle tie (PT) procedures, and evaluate for a difference in surgical time between traditional pedicle double ligation (PDL) and PT procedures. Methods In the initial phase of the study, 2136 intact female cats underwent an ovariohysterectomy using the PT technique. Hemorrhagic complications not detected intraoperatively were to be confirmed via exploratory surgery or necropsy. The second phase of the study recorded the duration of surgery for four groups: kittens undergoing

PTs (n = 50), kittens undergoing PDL (n = 49), adult cats undergoing PTs (n = 50) and adult cats undergoing PDL (n = 54). Kittens were defined as a cat 4 months old or younger. Statistical comparisons of age, body weight and surgical times between the PT and PDL groups were performed within, but not between, kitten and adult cat categories. Results Six of 2136 (0.281%) cats experienced a hemorrhage-related complication associated with the ovarian pedicle. Five of the six ovarian pedicle hemorrhage-related complications were recognized and corrected intraoperatively, with the remaining hemorrhagic event being detected postoperatively. Surgical times were significantly shorter in PT kittens compared with PDL kittens (4.7 ± 0.1 mins vs 6.7 ± 0.1 mins) and PT adult cats compared with PDL adult cats (5.0 ± 0.2 mins vs 7.0 ± 0.2 mins). Conclusions and relevance This study demonstrates that the PT technique is associated with a very low risk of hemorrhage-related complications and is significantly faster than double ligating the ovarian pedicle in kittens and adult cats. Use of the PT technique has the potential to be of significant economic benefit in institutions performing large numbers of feline ovariohysterectomies. Full text: http://jfm.sagepub.com/content/18/2/160.full

GRANDI ANIMALI

BLUE TONGUE IN VENETO. REGIONE: VACCINI GRATUITI ANCHE AI BOVINI da www.sivemp.it 30/09/16

Vaccini gratuiti anche per i bovini nelle aree di restrizione per puntare alla eradicazione della malattia e certificazioni veterinarie per la movimentazione dei capi a carico dei servizi veterinari delle Ulss, sono le due nuove azioni che la Regione Veneto intende assumere per contenere e debellare l’epidemia di ‘blue tongue’, la febbre catarrale maligna che sta colpendo greggi e armenti negli alpeggi del Bellunese, del Trevigiano e del Vicentino e che, con la ‘demonticazione’ dei capi, rischia di arrivare anche in pianura. Sono stati monitorati gli esiti delle prime azioni condotte per contenere l’epidemia e definito il piano d’azione per l’eradicazione del virus. Dopo l’acquisto delle 104 mila dosi per la vaccinazione in massa degli ovicaprini delle tre province interessate di Belluno, Treviso e Vicenza e aver reso obbligatoria la profilassi per i bovini soggetti alle ‘zone di restrizione’ con spese a carico dei proprietari, ora si procede ad intensificare la campagna vaccinale in modo di arrivare a coprire almeno l’80% del patrimonio zootecnico bersaglio del virus”. La Regione Veneto provvederà quindi ad acquistare, e a fornire alle Ulss, dosi gratuite di vaccino (il costo unitario è di circa 1 euro) per i bovini delle zone soggette ‘a restrizione’ e renderà gratuito il rilascio da parte dei servizi veterinari del certificato obbligatorio per la movimentazione degli animali. “Di norma, tale certificazione è a carico degli allevatori, in quanto funzionale agli interessi

delle aziende – spiega l’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan – Ma in questo caso, poiché la prevenzione del contagio del

virus della ‘lingua blu’ è questione di interesse pubblico, sarà la Regione a farsene carico. Di concerto con l’assessore alla sanità

predisporrò un provvedimento da sottoporre alla Giunta che renda gratuito il costo delle attestazioni veterinarie per la

movimentazione dei bovini, attualmente pari a 32,5 €”. Le aziende che dispongono del veterinario aziendale sono invitate a provvedere in proprio alla somministrazione del vaccino; le altre potranno rivolgersi ai Servizi veterinari delle Ulss. Nelle aree a maggior rischio di diffusione proseguono i controlli clinici negli allevamenti, i prelievi di sangue e di siero a campione e i controlli sul latte, oltre al posizionamento di trappole entomologiche per monitorare la circolazione virale.

RINOTRACHEITE INFETTIVA DEL BOVINO (IBR): PRESSO L'IZS UM IL CENTRO DI REFERENZA da Il Veterinario d'Italia nr. 164 del 28 settembre 2016

E' istituito presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche il Centro di referenza nazionale per la Rinotracheite infettiva del bovino (IBR). Il Decreto del Ministero della salute 28 giugno 2016 "Istituzione di nuovi Centri di referenza nazionale nel settore veterinario", è infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 27 settembre 2016. Con l'Istituzione del centro di referenza il Ministero, e in generale la sanita' pubblica veterinaria,

potra' disporre di uno specifico strumento tecnico scientifico che, in collaborazione con gli altri IZS, amministrazioni, centri ed associazioni del settore, possa ottenere dei risultati armonizzati su base nazionale.

HERPES VIRUS EQUINI: VACCINO IN ITALIA TRAMITE LE REGIONI Da nota DGSAF 23166 del 07/10/16

Il Ministero ha risposto ad ANMVI e SIVE sulla prolungata assenza del vaccino contro la Rinopolmonite e l’aborto enzootico negli equini. Autorizzata, ai sensi del Decreto 193/2006, l'immissione in commercio e la somministrazione del medicinale veterinario da un altro Stato membro. Procedura on line. Le Regioni e le Province Autonome, su richiesta dei veterinari e/o delle associazioni veterinarie di categoria, potranno procedere alla richiesta di introduzione del medicinale veterinario autorizzato in un altro Stato Membro. Lo scrive la Direzione Generale della Sanità Animale in una circolare ai Servizi Veterinari regionali a firma di Angelica Maggio, Direttore dell'Ufficio 4 (Medicinali Veterinari). La procedura avviene tramite i servizi on line del sito salute.gov, utilizzando il Modulo di istanza di autorizzazione sanitaria per l'importazione di organismi patogeni, ivi

inclusi i medicinali veterinari immunologici.(formato doc, formato odt). Mancando ormai da tempo in Italia il prodotto immunologico, e non essendo superati i problemi di produzione dell’antigene da parte dei laboratori europei, ANMVI e SIVE si erano rivolte alla Direzione Generale della Sanità Animale: il ricorso all’importazione individuale, assicurato dal Decreto Legislativo 196/2006, - facevano notare gli ippiatri- "risulta insufficiente e inefficace stante le proporzioni del problema". ANMVI e SIVE suggerivano pertanto l'adozione di "una azione di carattere generale nazionale". Non essendo ancora disponibile sul territorio nazionale, alla data odierna, un medicinale veterinario ad azione immunologica per la prevenzione della Rinopolmonite e dell'aborto enzotico negli equini (EHV-1 e EHV4), la Direzione ministeriale ha trasmesso la procedura che le Regioni potranno applicare, ai sensi dell'articolo 7 (Utilizzo di medicinali veterinari autorizzati in altro Stato membro) del Decreto Legislativo 196/2006: "Quando la situazione sanitaria lo richiede, il Ministero della salute può autorizzare l'immissione in commercio o la somministrazione agli animali di medicinali veterinari autorizzati in un altro Stato membro conformemente alle disposizioni comunitarie".

DECRETO MIPAAF: LIBRI GENEALOGICI DEI CAVALLI, VETERINARI NELLA NUOVA CTC da Anmvi Oggi 6 ottobre 2016

Rinnovata (con decreto n. 72244 del 30/09/16) la nuova Commissione Tecnica Centrale, che resterà in carica per 3 anni. Studia e determina i criteri e gli indirizzi per il miglioramento delle razze: Orientale, Anglo-arabo e Sella italiano. Fra i suoi compiti rientra anche quello di formulare le norme tecniche di applicazione del Disciplinare e di proporre eventuali modifiche al Disciplinare stesso. Funzionari ministeriali, allevatori e medici veterinari nel decreto di nomina. www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/10493

ALIMENTAZIONE DEL SUINETTO. DERIVATI DELL’INDUSTRIA DOLCIARIA: VALIDE ALTERNATIVE COME FONTI DI ZUCCHERO da La Settimana Veterinaria n.975/28 settembre 2016

La sempre maggiore attenzione alla gestione dei surplus alimentari derivanti dall’alimentazione umana, unitamente alla ricerca dell’ottimizzazione economica alimentare nell’industria suinicola ha fatto incontrare due realtà produttive. Una sinergia già presente da lunga data in Italia, ma che viene nuovamente valutata nelle sue ricadute economiche da uno studio americano. Il siero in polvere è ampiamente utilizzato nella dieta per suinetti e genera una spinta di accrescimento notevole, grazie soprattutto alla presenza di una buona porzione di zuccheri semplici quali il lattosio, che infatti è maggiormente digeribile rispetto all’amido di mais da parte del suinetto. Studi recenti hanno mostrato come con l’inserimento di differenti fonti di zuccheri - tra cui siero in polvere, siero permeato e lattosio cristallino - nelle diete della prima e seconda fase, sia stato possibile aumentare le performance. Le concentrazioni di zuccheri necessari erano pari al 14-30% e 7-15% rispettivamente per il primo e secondo periodo. Tuttavia, i prezzi del lattosio sono aumentati progressivamente nel corso del tempo e talvolta la materia prima è venuta a mancare. La digeribilità aumenta con l’aumentare dell’età, e mentre glucosio e lattosio sono

ugualmente digeribili da parte dei suinetti, il saccarosio e il fruttosio sono scarsamente digeribili, poiché difficilmente convertibili in glucosio nelle prime fasi. La farina di biscotto di cioccolato contiene in media il 50,9% di zuccheri, e il suo prezzo è pari al 45% del siero in polvere e al 68% del siero permeato. Potrebbe rappresentare una fonte alternativa agli zuccheri da un punto di vista tecnico-economico? Scopo di uno studio dell’Università americana della Nord Carolina è stato quello di verificare proprio tale ipotesi. A tal proposito sono stati utilizzati 1.408 suinetti di genetica Smithfield Premium Genetics, svezzati all’età di 20 giorni e al peso di 7 kg. I suinetti sono stati divisi in quattro gruppi: 0%, 15%, 30%, 45% di lattosio sostituito dalla farina di biscotto sulla base del contenuto di zuccheri. Ogni trattamento era rappresentato da 16 replicati con 22 soggetti per replicato. Le fasi alimentari sono state 3: fase 1 dopo il consumo di 1,8 kg di alimento per suinetto, fase 2 dopo il consumo di 6,8 kg di alimento e fase tre sino ai 49 giorni post svezzamento. Va ricordato che, essendo uno studio americano, le diete delle differenti fasi contenevano varie combinazioni di antibiotici come metafilassi e promozione di crescita, pratica corrente oltre Oceano. La spinta giusta per gli accrescimenti in prima fase

In merito alla mortalità non si è notata alcuna differenza tra i due gruppi, con una tendenza numerica a decrescere all’aumentare del contenuto di farina di biscotto nella dieta. Anche la morbidità è stata numericamente ridotta del 48% all’aumentare della percentuale di sostituzione. Nel sistema americano le fasi alimentari non sono prestabilite a priori nella loro durata, ma regolate dal raggiungimento di un quantitativo stabilito di mangime in ogni fase. Ecco perché in tale studio si è potuto misurarne la durata in funzione della quantità di farina di biscotto introdotta. All’aumentare della concentrazione dietetica di farina di biscotto si è assistito a una diminuzione dei giorni di permanenza dei suinetti nella fase 1 e 2. In merito all’ingestione, la presenza di farina di biscotto ha aumentato l’ingestione nella prima fase, mentre l’aumento cumulativo dell’ingestione nella fase 1 + 2 ha diminuito il quantitativo di mangime assunto nella fase 3. Non si sono rilevate differenze di accrescimento, peso e conversione statisticamente significative in alcuna delle tre fasi alimentari e tantomeno complessivamente in tutto il periodo all’aumentare del contenuto in farina di biscotto. Non si sono inoltre rilevate differenze nella consistenza delle feci e tantomeno nel contenuto dell’azoto ematico. Questo studio viene dunque a confermare in modo rigoroso e scientifico una prassi di formulazione presente anche in Italia da molto tempo, ovvero la valorizzazione nelle diete per suinetti dei sottoprodotti dell’industria dolciaria. Va considerato che, a parità di performance, è sempre una questione di economicità. Interessante notare che il prezzo di rottura in tale studio viene ottenuto paragonando il contenuto in zuccheri, mentre spesso in Italia tali prodotti vengono messi in comparazione con il prezzo del mais.

TOXOPLASMA GONDII NELLA CARNE BOVINA: UN’INDAGINE NEI MACELLI Da VetJournal 5 ottobre 2016

L’ingestione di carne cruda o poco cotta contenente cisti vitali è considerata una delle principali fonti di infezione da Toxoplasma gondii nell’uomo. La performance sub-ottimale dei test sierologici sui bovini ha tradizionalmente precluso la quantificazione accurata del livello d’infezione della popolazione bovina e della presenza di cisti tissutali nelle loro carni. In assenza di stime accurate del livello d’infezione nella popolazione animale, anche la valutazione dell’esposizione umana attraverso il consumo di carne bovina resta altamente speculativa. A seguito dello sviluppo di nuovi metodi molecolari sensibili, applicabili ai numeri relativamente ampi di campioni richiesti per gli studi osservazionali, sono recentemente divenute disponibili le prime stime quantitative della frequenza di T. gondii nei campioni di carne di bovini con infezione naturale. Tali stime sono d’importanza critica per lo sviluppo di modelli di valutazione quantitativa del rischio utilizzabili per indirizzare le politiche di sicurezza alimentare. Uno studio ha generato le prime stime di prevalenza dell’infezione da T. gondii in un campione di bovini esposti a livelli naturali d’infezione e macellati per il consumo umano nel Regno Unito in condizioni commerciali. Tali stime sono di notevole valore per la valutazione globale della carica di T. gondii, data la scarsità di dati disponibili sulla frequenza d’infezione naturale nella popolazione bovina mondiale. Tra ottobre 2015 e gennaio 2016 si raccoglievano campioni da 305 animali macellati in 10 macelli commerciali nel Regno Unito. La ricostruzione delle movimentazioni indicava che gli animali testati (41,6% femmine, 58,4% maschi) erano passati attraverso un totale di 614 allevamenti e 40 mercati del bestiame in tutto il paese. Mediante MC-PCR (magnetic capture real-time PCR), confermata da sequenziamento di ampliconi, risultavano positivi a T. gondii 5 animali (1,6%). La vera prevalenza dell’infezione veniva stimata all’1,79%. Tutti gli animali positivi erano maschi, nessuno di quali era stato nello stesso allevamento e/o mercato del bestiame prima della macellazione; non si evidenziavano schemi geografici apparenti. I risultati dello studio suggeriscono un basso livello d’infezione nei bovini allevati e macellati nel Regno Unito e possono essere utilizzati per popolare i primi stadi delle valutazioni di rischio formali

per quantificare il probabile livello di esposizione umana a T. gondii attraverso il consumo di carne bovina, con rilevanza per il Regno Unito, l’Europa e il resto del mondo, concludono gli autori.

ZOOTECNIA BIOLOGICA: STATO DELLA RICERCA E PROSPETTIVE PER L’ALIMENTAZIONE ANIMALE da http://mangimiealimenti.it 25/09/16

Chi è interessato all’argomento, sul sito http://mangimiealimenti.it/articoli/1759-zootecnia-biologica-stato-della-ricerca-e-prospettive-per-l-alimentazione-animale può trovare un articolo su: 1. Stato della ricerca sulla zootecnia biologica 2. Alimentazione e nutrizione in regime “bio”: una stima sulla situazione nazionale) 3. Qualità degli alimenti zootecnici e delle razioni “bio” ed efficienza produttiva 4. Nutrizione e salute animale in regime “bio”: oligoelementi 5. Alimenti zootecnici “bio” e sicurezza: micotossine 6. Considerazioni di sintesi e prospettive

METRITE PUERPERALE ACUTA NELLA BOVINA DA LATTE: EFFICACIA DEI FANS da www.vetjournal.it 30/09/16

Uno studio clinico randomizzato ha valutato l’efficacia del ketoprofene e del ceftiofur per il trattamento della metrite puerperale acuta (APM) nelle bovine da latte. In particolare, si confrontava l’incidenza del prolungamento del trattamento (extT), si determinava la prevalenza delle perdite vaginali purulente (PVD) e la produzione lattea nei primi 3 test di lattazione postpartum, e si analizzava la performance riproduttiva delle bovine trattate con i due farmaci. Si diagnosticava una APM nelle bovine con temperatura rettale ≥39,5°C e perdite vaginali maleodoranti di colore rosso-marrone entro i primi 10 giorni di lattazione (DIM). Il giorno dell’inclusione e il primo giorno di trattamento erano considerati il giorno 1 dello studio. La temperatura rettale veniva misurata quotidianamente fino al giorno 7. Si includevano in totale 610 bovine da latte con APM. I soggetti che soddisfacevano i criteri di inclusione venivano assegnati ai gruppi di trattamento con ketoprofene (3 mg/kg, n = 300) o ceftiofur (1 mg/kg, n = 310) i giorni 1, 2 e 3. Le bovine con temperatura rettale ≥39,5°C tra i giorni 4 e 7 ricevevano un extT con ceftiofur per 3 giorni aggiuntivi (gruppo ketoprofen) o 2 giorni (gruppo ceftiofur). Gli animali venivano esaminati con un apposito dispositivo tra i giorni DIM 21 e 40 e si classificavano le perdite vaginali in una scala a 5 punti in accordo alla presenza di pus. Le bovine con un punteggio ≥2 venivano classificate come affette da PVD. Si escludevano dall’analisi 52 bovine (35 del gruppo ketprofene, 17 del gruppo ceftiofur) a causa della mancata compliance al protocollo (n = 37) o di malattie concomitanti (n = 15). Le bovine trattate con ketoprofene avevano una maggiore probabilità di avere un extT rispetto a quelle trattate con ceftiofur (61 vs. 31%). La prevalenza di PVD non differiva tra i due gruppi di trattamento (ketoprofen, 56%; ceftiofur, 53%). Tuttavia, le bovine che necessitavano di un extT dopo gli iniziali 3 giorni di trattamento avevano una maggiore probabilità di sviluppare PVD rispetto a quelle non sottoposte a extT (64 vs. 46%). Il gruppo di trattamento non influenzava la produzione lattea (ketoprofee, 35,5 ± 0,4 kg; ceftiofur, 35,2 ± 0, kg), il rischio di gravidanza alla prima inseminazione artificiale (ketoprofene, 20% vs. ceftiofur, 25%), il numero mediano di giorni prima della prima inseminazione artificiale [ketoprofene, 73 d, 95% CI: 70–75 d vs. ceftiofur, 75 d, 95% CI: 72–76 d] e il numero mediano di giorni prima della gravidanza (ketoprofene, 144 d, 95% CI: 132–158 d vs. ceftiofur, 133 d, 95% CI: 119–153 d). I risultati indicano che, benché le bovine inizialmente trattate con ketoprofene avessero una maggiore probabilità di ricevere un extT, erano necessarie dosi minori di ceftiofur (1,83) rispetto a quelle inizialmente trattate con ceftiofur (3.63). Inoltre, la prevalenza di PVD non era aumentata e la produzione lattea e la performance riproduttiva non erano negativamente influenzate dal trattamento iniziale con ketoprofene.

ANTIBIOTICORESISTENZA-ASCIUTTA SELETTIVA: NUOVE SFIDE PER VETERINARI E ALLEVATORI da La Settimana Veterinaria N°973/settembre 2016

La domanda che in questi mesi serpeggia tra gli addetti al settore zootecnico è la seguente: “L’asciutta selettiva è fattibile o è pura fantasia?” Per dare una risposta razionale occorre partire da lontano. Considerando che una corretta applicazione del principio comunitario apporterebbe innegabili vantaggi agli animali, agli allevatori e ai consumatori, da un altro punto di vista atteggiamenti incauti, superficiali e inesperti potrebbero causare

l’insorgenza di maggiori infezioni. Si descrivono quindi le criticità del periodo di asciutta, visto da diverse prospettive, concludendo con una prova preliminare eseguita in Piemonte, che ha funzionato come studio-pilota per 18 aziende sensibili all’opportunità dell’asciutta selettiva, anticipando in qualche modo le prossime regole limitative che Bruxelles emanerà. Asciutta selettiva Nelle aziende indenni da Staphilococcus aureus o nei gruppi di bovine negative batteriologicamente a questo patogeno, può essere vantaggioso riservare il trattamento antibiotico solamente alle bovine che hanno uno o più quarti mammari infetti al momento della messa in asciutta e optare per la sola applicazione del sigillante nelle bovine senza infezioni mammarie; questo piano sanitario è noto con il nome di “asciutta selettiva”. Un recente studio condotto in Canada ha dimostrato che l’attuazione di un protocollo di asciutta selettiva ha consentito una riduzione dell’utilizzo di antibiotici per via intramammaria, senza influenzare negativamente la successiva produzione e la qualità del latte. L’asciutta selettiva rientra nei punti chiave delle linee guida fornite dall’Unione europea sull’utilizzo prudente degli antibiotici in Medicina veterinaria, volto a ridurre l’aumento del preoccupante fenomeno dell’antibioticoresistenza. La Gazzetta Ufficiale ha infatti riportato una recente comunicazione (C299/22 dell’11.09.2015), dove si ribadisce che è necessario evitare il trattamento sistematico delle bovine alla messa in asciutta e attuare misure alternative caso per caso, adottando buone prassi zootecniche e strategie di gestione per ridurre al minimo le mastiti. Il concetto di prevenzione risulterebbe traslato da un utilizzo a tappeto dell’antibiotico (profilassi generale scollegata dalla presenza o meno di agenti patogeni) a una più corretta gestione della fase di asciutta, permettendo un utilizzo mirato del farmaco.

ZOPPIA POSTERIORE DEL CAVALLO: EFFETTO COMPENSATORIO da http://www.vetjournal.it 07/10/16

Uno studio retrospettivo ha caratterizzato e descritto la redistribuzione compensatoria del carico conseguente alla zoppia posteriore unilaterale nel cavallo. Si includevano 37 cavalli di proprietà. Si rivedevano le cartelle cliniche per identificare i soggetti con zoppia posteriore unilaterale che rispondevano positivamente (mediante valutazione oggettiva) all’anestesia diagnostica locale durante la valutazione della zoppia e che erano stati valutati prima e dopo l’anestesia diagnostica con un sistema inerziale basato su sensori. Si raggruppavano i cavalli come affetti soltanto da zoppia posteriore, zoppia posteriore e dell’arto anteriore ipsilaterale oppure zoppia posteriore e dell’arto anteriore controlaterale. Si confrontavano le misurazioni dell’asimmetria dei movimenti della testa e della pelvi prima (valore basale) e dopo l’anestesia diagnostica locale. L’altezza massima della pelvi diminuiva significativamente rispetto al valore basale dopo l’anestesia diagnostica locale in ciascuno dei 3 gruppi di zoppia e in tutti i soggetti combinati. L’altezza minima della pelvi diminuiva significativamente dopo la procedura in tutti i gruppi eccetto quello affetto da zoppia posteriore e anteriore controlaterale. L’asimmetria dei movimenti della testa era significativamente ridotta dopo l’anestesia locale diagnostica nei cavalli con zoppia posteriore e anteriore ipsilaterale e in tutti i cavalli combinati, ma non in quelli con sola zoppia posteriore oppure con zoppia posteriore e anteriore controlaterale. I risultati indicano che la zoppia posteriore può causare una redistribuzione compensatoria del carico che si evidenzia con una zoppia anteriore ipsilaterale. In questa popolazione di soggetti, la zoppia anteriore controlaterale non era compensatoria e probabilmente rifletteva una vera zoppia. Sono necessari ulteriori studi per indagare l’origine della zoppia anteriore controlaterale in tali soggetti, concludono gli autori.

Ente Nazionale Previdenza Assistenza Veterinari

NOTE ILLUSTRATIVE PER LA COMPILAZIONE DEL MODELLO 2/2016 da www.enpav.it

IL MODELLO 2 VA INVIATO SOLO NEL CASO DI ADESIONE ALLA PENSIONE MODULARE. CHI PUO’ ADERIRE ALLA PENSIONE MODULARE

Tutti gli iscritti all’Enpav e ed i pensionati di invalidità che versano il contributo soggettivo a norma dell’art. 24, comma 5 del Regolamento. Si evidenzia che la pensione modulare viene liquidata solo con un periodo minimo di contribuzione pari a 5 anni). COME SI ESPRIME L’ADESIONE L’iscritto dovrà apporre una X sull’aliquota prescelta che potrà variare da un minimo del 2% ad un massimo del 14%. L’adesione non si intende tacitamente rinnovata ma dovrà essere espressa, annualmente, mediante l’apposito Modello 2. L’aliquota potrà essere variata ogni anno. QUANDO SI ESPRIME L’ADESIONE Il Modello 2/2016 dovrà essere inviato, entro il 30 novembre 2016 esclusivamente per via telematica, accedendo al collegamento relativo alla trasmissione telematica dei Modelli. COME SI CALCOLA IL CONTRIBUTO MODULARE L’aliquota prescelta sarà applicata sul reddito professionale attinente la professione veterinaria che è stato dichiarato nel Modello 1/2016. Il valore di riferimento è riportato nel quadro 2 del predetto Modello al punto “Totale rigo A1 + rigo A2 + rigo A3”. Il reddito professionale minimo su cui applicare l’aliquota prescelta sarà pari al reddito convenzionale che, quest’anno, è pari a € 15.650. Nel caso il reddito professionale dichiarato fosse negativo, pari a zero o inferiore ad € 15.650,00, ovvero il veterinario fosse esonerato dall’invio del Modello 1, l’aliquota scelta sarà comunque applicata sul suddetto reddito. LE MODALITA’ DI PAGAMENTO DEL CONTRIBUTO Il contributo così determinato dovrà essere versato, in un’unica soluzione, entro il 30 settembre 2017. Se il contributo da versare è superiore ad € 1.500,00 saranno emessi due bollettini M.Av., di uguale importo, alle scadenze del 30 settembre 2017 e 30 novembre 2017. Il M.Av personalizzato sarà disponibile, entro due mesi dalla scadenza, nella funzione “consultazione M.Av/RID” dell’area riservata. L’Ente provvederà ad informare gli iscritti interessati mediante e-mail. I REQUISITI PER MATURARE IL DIRITTO ALLA PENSIONE Il diritto alla liquidazione della quota di pensione modulare si acquisisce contestualmente al diritto alla pensione base (vecchiaia, invalidità o inabilità, indiretta, rendita pensionistica ex art. 17 del Regolamento Enpav), previo versamento di un periodo minimo di contribuzione di almeno 5 anni, anche non continuativi. La pensione modulare è reversibile ai superstiti di cui all’art. 38 del Regolamento Enpav. LA RESTITUZIONE DEI CONTRIBUTI Nel caso di mancato raggiungimento dei requisiti di cui al precedente punto, la restituzione dei contributi versati è prevista esclusivamente nei casi di inabilità o decesso. La quota rimborsata sarà pari al montante maturato fino alla data della restituzione. IL SISTEMA DI CALCOLO DELLA PENSIONE La quota di pensione modulare viene calcolata con il sistema contributivo con correttivi. I contributi versati costituiscono il montante contributivo individuale, che viene rivalutato annualmente su base composta al 31 dicembre di ogni anno con esclusione dell’anno di versamento. La rivalutazione sarà parametrata ad una percentuale della media quinquennale dei rendimenti degli investimenti Enpav. Viene garantito comunque un minimo di rivalutazione pari a 1,5%. Raggiunta l’età del pensionamento il montante contributivo maturato individualmente verrà trasformato in rendita sulla base di un coefficiente corrispondente all’età anagrafica alla data del pensionamento. I coefficienti utilizzati sono quelli in vigore presso l’assicurazione generale obbligatoria e previsti dalla L. 335/95. La quota di pensione così determinata verrà sommata alla pensione base, calcolata con il sistema retributivo, e sarà erogato un importo complessivo in 13 mensilità. Nell’area riservata del sito Enpav è possibile visualizzare il montante contributivo maturato e la relativa simulazione della pensione modulare con un tasso annuo di capitalizzazione al minimo garantito del 1,5%. IL TRATTAMENTO FISCALE La contribuzione versata ai fini della pensione modulare è totalmente deducibile, trattandosi di oneri relativi a contributi previdenziali e assistenziali versati facoltativamente alla gestione della forma pensionistica obbligatoria di appartenenza. Sulla prestazione erogata verrà applicata l’aliquota fiscale relativa agli scaglioni di reddito stabiliti dalla normativa vigente al momento della liquidazione.

ALIMENTI

LA BAVIERA VUOLE CONQUISTARE IL MERCATO LATTIERO-CASEARIO ITALIANO Da Newsletter Georgofili 28 settembre 2016- in "TopAgrar" (Germania), da: Agrapress

Con un'offensiva di marketing, il Ministro dell'Agricoltura della Baviera Helmut Brunner vuole incentivare l'export delle specialità lattierocasearie bavaresi in Italia. E' quanto ha reso noto lo stesso Brunner a seguito dell'incontro con Onofrio De Carne, il principale importatore italiano di prodotti lattieri bavaresi, che si e' tenuto a Monaco nell'ambito della manifestazione agricola Zentral-Landwirtschaftsfest. "Nei prossimi mesi avvieremo delle campagne pubblicitarie rivolte specificatamente all'Italia e sponsorizzeremo le specialità bavaresi nei forum commerciali, ad esempio a Bologna", ha dichiarato il ministro. L'obiettivo è rendere appetibili per gli importatori e gli acquirenti delle aziende commerciali le specialità di alta qualità prodotte nel Libero Stato. La Baviera può vantare più di 30 specialità protette, e proprio su questo che vuole soprattutto puntare. I sondaggi rivelano infatti che i consumatori italiani apprezzano molto le denominazioni di origine protetta. Lo scorso anno, con un valore delle merci di circa 1,6 miliardi, l'Italia e' stata il principale acquirente del settore agroalimentare della Baviera. A essere richiesto, in Italia, e' soprattutto il formaggio bavarese. Nel 2015 il formaggio e' stato il principale gruppo di prodotti, con un valore delle esportazioni di 460 milioni di euro, seguito dal latte e dai prodotti lattieri, con un valore di 251 milioni di euro. Lo scorso anno, invece, è stato registrato un calo delle esportazioni, a causa della pressione dei prezzi e dell'offerta a prezzi più bassi proveniente da altri paesi.

LA CINA RIMUOVE BANDO SU CARNE SUINA ITALIANA MARTINA: RISULTATO IMPORTANTE A SOSTEGNO DEL SETTORE da www.politicheagricole.it 28/09/16

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che la Cina ha aperto il mercato alla carne suina fresca italiana che era bloccato dal 1999. In particolare, l'Amministrazione Generale per iI Controllo della Qualità, l'Ispezione e la Quarantena (AQSIQ) e il Ministero dell'Agricoltura cinese hanno riconosciuto l'indennità da malattia vescicolare della macroregione del nord. Si tratta di un'area composta da Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna e Marche, dove è concentrato oltre l'80% della produzione nazionale di carne suina. "Abbiamo ottenuto un risultato molto importante a tutela della nostra suinicoltura - ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina - sul quale abbiamo lavorato intensamente negli ultimi mesi in sinergia con il Ministero della Salute e con l'Ambasciata italiana in Cina. È fondamentale ora entrare presto nella fase operativa e aprire definitivamente il mercato. Andiamo così ad aggiungere un tassello fondamentale al piano strategico che abbiamo messo in campo per sostenere con forza le esportazioni dei nostri prodotti in mercati cruciali come quello cinese. Basti pensare che negli ultimi anni le esportazioni italiane in Cina hanno superato i 350 milioni di euro, confermando anche un crescente interesse per il Made in Italy agroalimentare. Il superamento del blocco delle carni suine è dunque un passo in avanti decisivo, insieme ad altri negoziati che abbiamo concluso su olio d'oliva e agrumi e al progetto '10+10', con il quale abbiamo registrato 10 Indicazioni geografiche cinesi in Europa e 10 Ig europee in Cina, tra le quali i nostri Grana Padano e Prosciutto di Parma."

VARIE

ONAOSI: SOSTEGNO A CHI È IN CONDIZIONI DI VULNERABILITÀ E FAMIGLIE CON DISABILI da http://federazioneveterinariemedici.it 27/09/16

L’Opera Nazionale per l'Assistenza agli Orfani dei Sanitari Italiani anche per l'anno 2016 ha ritenuto di mantenere il sostegno nei confronti dei sanitari contribuenti in regola che versano in condizioni di vulnerabilità unitamente al Bando per le famiglie di contribuenti con figli/orfani disabili. Il requisito richiesto nei confronti del contribuente è la regolarità contributiva Onaosi da almeno 5 anni consecutivi Non possono partecipare ai Bando i soggetti che usufruiscono delle prestazioni Onaosi ai sensi dell'art. 6 dello Statuto. La domanda con documentazione allegata dovrà pervenire entro il 4 ottobre 2016 via email a [email protected] oppure al fax n. 075/5013838. I singoli Bandi sono consultabili nel sito della Fondazione www.onaosi.it nella sezione Bandi per contribuenti mentre la

modulistica è reperibile nella sezione modulistica per contribuenti. L'Ufficio di Servizio Sociale della Fondazione in Perugia tel 0755869266,267,268 resta a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

EVENTO UNICO IN ITALIA, A RAVENNA E' NATO UN COCCODRILLO NANO AFRICANO Da FederFauna Informa n. 21/settembre 2016

Un evento più unico che raro. Al Safari Ravenna, il 14 settembre 2016 è nato un esemplare di coccodrillo nano africano (Osteolaemus tetraspis): si tratta dell’unica riproduzione avvenuta all’nterno di un giardino zoologico italiano. Congo appartiene ad una specie considerata vulnerabile dalla IUCN (International Union for Conservation of Nature) ed è inserito nell’appendice 1 della CITES, Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, a livello massimo di protezione. Di questi esemplari ne sono presenti solo una decina all’interno dei giardini zoologici italiani e, secondo la IUCN, la popolazione selvatica può essere stimata tra i 25.000 e i 100.000 esemplari.

N.B.: L’Ordine declina ogni responsabilità sulla precisione delle informazioni contenute in questo servizio di rassegna stampa, messo

a disposizione dei propri iscritti. Inoltre si evidenzia che le notizie che compongono le News sono per ovvi motivi sintetiche; per

approfondimenti si rimanda alle fonti degli articoli.

Mantova, 11 ottobre 2016

Prot.: 533/16


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