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nel Baltico” di Barbisan-Cestra-Nardone CENTROSTORICO · “Omero nel Baltico” di Al.Cr. Il F...

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ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICOBIMESTRALE GRATUITO - ANNO 5 N. 25 - LUGLIO-AGOSTO 2007 T orno con emozione indietro nel tempo. Sembrava estate, quella do- menica di maggio del 1975 quando, in un pomeriggio dal caldo torrido, le vie e le piazzette del nostro centro storico si lasciarono invade- re dai suoni marzia- li di grancasse, tim- pani, tamburi da parata e squilli di trombe, che echeg- giarono in tutto il paese e richiamarono una vasta folla di curiosi, tra l’attonito e il divertito nell’osservare un picco- lo esercito in divisa che sfilava imperterrito a passo mili- tare tra i vicoli del centro. Non era l’ingresso pubblicitario del circo Togni, né qual- che ricorrenza storica medievale o di Romana memoria: il Gonfalone che apriva l’insolita parata annunciava quel po- meriggio il debutto della nuova Banda Folkloristica Musi- cale del Circeo, fortemente voluta, concepita e plasmata dal Maestro Lorenzo Ceccarelli, uno dei pochi veri prota- gonisti di spicco della nostra storia culturale ed artistica, che fece della Banda Musicale il suo unico oggetto di pas- sione e di lavoro per tutta la sua vita. Traccio volentieri questo breve appunto nella ricorrenza del venticinquennale della sua scomparsa (18 gennaio 1982), ricordando con piacere la figura di questo Musici- sta molto caro a me, a noi vecchi musicanti del Circeo, e a tutti gli artisti che da lui hanno appreso e che oggi suo- nano per hobby o per professione. Il Maestro Ceccarelli e’ uno di quegli uomini purtroppo ed ingiustamente caduti troppo rapidamente nell’ombra dei dimenticati, e (ad eccezione di una scalinata nel centro storico a lui intitolata) mai adeguatamente ricordato e ce- lebrato come meriterebbe, ossia come una delle persone più nobili ed illustri della nostra terra. Rimasto solo nella memoria e nei ricordi delle passate ge- nerazioni, e perfettamente sconosciuto non per loro col- pa ai giovani, Lorenzo Ceccarelli (nato a San Felice Circeo il 27 maggio 1909) e’ stato un felicissimo e prolifico mu- sicista, che ha dedicato tutta la sua vita di lavoro, spesso disagiata, al Circeo e per il Circeo, che adorava; a tal pun- to, che i nostri angoli di promontorio più belli lo ispiraro- no in una sorta di celebrazione lirica, melodrammatica sul- le vicende amorose di Circe, di Ulisse, lasciandoci pagine di struggente amore per il nostro paese, dalle Opere Sin- foniche alle Ouvertures (una su tutte: ”La Figlia del So- le”, dedicata appunto alla nostra Maga); alle semplici can- zoni melodiche (“Al Circeo”), alle numerosissime Marce Sinfoniche, dedicate tutte a nomi di donna; alle grandi Mar- ce Folkloristiche, da parata. Molti suoi lavori vengono an- cora oggi eseguiti. Il Maestro Ceccarelli, “Nzino”, come veniva da tutti chia- mato, era un uomo esile, apparentemente scorbutico, sco- stante, bizzarro (come tutti i musicisti) per chi non lo co- nosceva bene; era invece nel privato e con gli allievi af- fabile, generoso, sagacemente “sanfeliciano” nella sua ironia e nelle sue battute dialettali. Non avendo avuto fi- gli, aveva un rapporto quasi paterno con tutti noi, dis- pensandoci qua e là piccoli insegnamenti, piccole lezioni di vita dalla sua esperienza di uomo già avanti con gli an- ni; ci accoglieva alle lezioni d’inverno con le castagne ar- rostite al fuoco del camino della Scuola; offriva con ma- gnanimità e senza badare troppo ai costi, pause rinfre- scanti con casse di birra e aranciate fresche a tutta la Ban- da ( ed eravamo veramente tanti…) durante le lunghe ed estenuanti prove che si tenevano tutti i venerdì sera nei locali dell’Associazione. Carattere ritroso, quasi mai appariva in occasioni monda- ne o tantomeno politiche, lasciava parlare solo la sua mu- sica. Lui diceva che non aveva bisogno di mettersi in mo- stra per essere qualcuno: lo appagava ricevere la stima di molti musicisti in Italia, che apprezzavano il suo talento e il suo impegno sociale. Io ho fatto parte della sua Banda Musicale per più di quindici anni come clarinettista, da ra- gazzo seguivo le sue lezioni di clarinetto, pianoforte, ma anche di composizione e contrappunto. E lui, orgoglioso discendente della scuola di Giuseppe Verdi, come amava definirsi, era prodigo di consigli, suggerimenti, sapiente nelle sue conoscenze musicali. Molti ricordi mi legano a lui: la mia prima paghetta da mu- sicista quasi professionista a dieci anni, 1500 Lire(!) e, P erché gli Amministratori fanno quello che conviene anziché quello che è giu- sto e, di contro, perché i cittadini sono così ottusi e autolesionisti? Perché il sanfelicia- no e più in generale l’italiano si entusiasma so- lo quando qualcuno gli prospetta la difesa dei propri interessi personali e particolari? È da secoli che ci trasciniamo il vizio radicato e trasmesso di generazione in generazione di non osservare le re- gole comuni e condivise. Ciò c’è stato inculcato anche dal cattolicesimo, che ci ha insegnato ad ascoltare pre- cetti e regole dal pulpito, ma poi in confessione ci ha perdonato le trasgressioni e rimesso i peccati con una benedizione e preghiere di penitenza. Finché tutti gli Amministratori e in particolare quelli san- feliciani, che a noi interessano, non terranno conto di queste caratteristiche antropologiche dei cittadini (ma sono cittadini anche loro!), non saranno mai in grado di governare con efficacia e incisività, senza poi conside- rare i problemi giunti ad un tale punto di degrado da non avere più alcuna possibilità di soluzione, perché ormai si sono verificati danni irreversibili e non c’è più via di ritorno. In sostanza i cittadini hanno sempre dimostrato, e in mo- do clamoroso nelle recenti votazioni, di essere assai po- co attenti agli assetti strutturali del loro Paese e di pre- ferire chi l’incanta con promesse e regalie anziché chi lavora con dedizione e passione all’emancipazione del- la coscienza civile, così i primi sono usciti trionfatori e come una piovra continuano ad allungare i loro tenta- coli per stringere e costringere sempre di più tutte le ca- tegorie di operatori e in generale tutti i sanfeliciani. Ciò premesso, oggi, nel dopo elezioni, assistiamo pres- soché impotenti, anche forse perché ormai le ingiusti- zie non fanno arrabbiare più nessuno, alla restituzione del “favore” del voto e già ne avevamo avuto chiari se- gnali in alcuni particolari modi di votare quasi a dire “ti dimostro che ti ho votato, quindi poi mi devi quello che mi hai promesso”. Vincenzo Cerasoli, l’attuale Sindaco, in pendenza di ele- zioni, stigmatizzava sorridente e tranquillo: “Il popolo ha deciso” (ho sentito proprio io queste parole). Molto ci sarebbe da dire su questa frase che ricorda tanto un pas- sato ventennio, quando si ubriacava di parole ben stu- diate, anche nella dizione, il “popolo” facendogli cre- dere di essere protagonista della vita pubblica, popolo che poi meccanicamente, come un automa, applaudiva, sosteneva e approvava sempre, convinto che ogni pro- posta fosse saggia, ogni progetto utile e ogni azione vantaggiosa in una sorta di esaltazione isterica e di tra- sporto mistico di massa. Tale fu il plagio che ancora og- È stato l’anima musicale di San Felice Circeo Lorenzo Ceccarelli detto “Nzino” Amava profondamente il Circeo al quale ha dedicato molte sue opere musicali. A 25 anni dalla scomparsa lo ricorda il suo allievo Romolo Alessandrelli P i Tre giovani signore alla loro prima esperienza politica di Barbisan-Cestra-Nardone T e r i L’ultima spiaggia del Circeo di Gabriele Lanzuisi VUOTI DI MEMORIA continua a pag. 6 C ENTR O S T ORICO SAN FELICE CIRCEO n t v t “Omero nel Baltico” di Al.Cr. I l F Il restauro di Piazza Vittorio Emanuele di E. Dantes e Roderigo 7 a c u o I ragazzi della scuola elementare e media raccontano Do ut des Ti do affinché tu mi dia (ti voto per avere poi un vantaggio) Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 333 1904459, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796 del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti . Redazione Carlo Gallone, Stefano Pagliaroli, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, Roma continua a pag.2 E i di ALESSANDRO CRESTI Lorenzo Ceccarelli
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ASSOCIAZIONE CULTURALE “IL CENTRO STORICO” BIMESTRALE GRATUITO - ANNO 5 N. 25 - LUGLIO-AGOSTO 2007

Torno conemozioneindietro nel

tempo. Sembravaestate, quella do-menica di maggiodel 1975 quando, inun pomeriggio dalcaldo torrido, le viee le piazzette delnostro centro storicosi lasciarono invade-re dai suoni marzia-li di grancasse, tim-pani, tamburi da parata e squilli di trombe, che echeg-giarono in tutto il paese e richiamarono una vasta folla dicuriosi, tra l’attonito e il divertito nell’osservare un picco-lo esercito in divisa che sfilava imperterrito a passo mili-tare tra i vicoli del centro.Non era l’ingresso pubblicitario del circo Togni, né qual-che ricorrenza storica medievale o di Romana memoria: ilGonfalone che apriva l’insolita parata annunciava quel po-meriggio il debutto della nuova Banda Folkloristica Musi-cale del Circeo, fortemente voluta, concepita e plasmatadal Maestro Lorenzo Ceccarelli, uno dei pochi veri prota-gonisti di spicco della nostra storia culturale ed artistica,che fece della Banda Musicale il suo unico oggetto di pas-sione e di lavoro per tutta la sua vita.Traccio volentieri questo breve appunto nella ricorrenzadel venticinquennale della sua scomparsa (18 gennaio1982), ricordando con piacere la figura di questo Musici-sta molto caro a me, a noi vecchi musicanti del Circeo, ea tutti gli artisti che da lui hanno appreso e che oggi suo-nano per hobby o per professione.Il Maestro Ceccarelli e’ uno di quegli uomini purtroppo edingiustamente caduti troppo rapidamente nell’ombra deidimenticati, e (ad eccezione di una scalinata nel centrostorico a lui intitolata) mai adeguatamente ricordato e ce-lebrato come meriterebbe, ossia come una delle personepiù nobili ed illustri della nostra terra.Rimasto solo nella memoria e nei ricordi delle passate ge-nerazioni, e perfettamente sconosciuto non per loro col-pa ai giovani, Lorenzo Ceccarelli (nato a San Felice Circeoil 27 maggio 1909) e’ stato un felicissimo e prolifico mu-

sicista, che ha dedicato tutta la sua vita di lavoro, spessodisagiata, al Circeo e per il Circeo, che adorava; a tal pun-to, che i nostri angoli di promontorio più belli lo ispiraro-no in una sorta di celebrazione lirica, melodrammatica sul-le vicende amorose di Circe, di Ulisse, lasciandoci paginedi struggente amore per il nostro paese, dalle Opere Sin-foniche alle Ouvertures (una su tutte: ”La Figlia del So-le”, dedicata appunto alla nostra Maga); alle semplici can-zoni melodiche (“Al Circeo”), alle numerosissime MarceSinfoniche, dedicate tutte a nomi di donna; alle grandi Mar-ce Folkloristiche, da parata. Molti suoi lavori vengono an-cora oggi eseguiti.Il Maestro Ceccarelli, “Nzino”, come veniva da tutti chia-mato, era un uomo esile, apparentemente scorbutico, sco-stante, bizzarro (come tutti i musicisti) per chi non lo co-nosceva bene; era invece nel privato e con gli allievi af-fabile, generoso, sagacemente “sanfeliciano” nella suaironia e nelle sue battute dialettali. Non avendo avuto fi-gli, aveva un rapporto quasi paterno con tutti noi, dis-pensandoci qua e là piccoli insegnamenti, piccole lezionidi vita dalla sua esperienza di uomo già avanti con gli an-ni; ci accoglieva alle lezioni d’inverno con le castagne ar-rostite al fuoco del camino della Scuola; offriva con ma-gnanimità e senza badare troppo ai costi, pause rinfre-scanti con casse di birra e aranciate fresche a tutta la Ban-da ( ed eravamo veramente tanti…) durante le lunghe edestenuanti prove che si tenevano tutti i venerdì sera neilocali dell’Associazione.Carattere ritroso, quasi mai appariva in occasioni monda-ne o tantomeno politiche, lasciava parlare solo la sua mu-sica. Lui diceva che non aveva bisogno di mettersi in mo-stra per essere qualcuno: lo appagava ricevere la stima dimolti musicisti in Italia, che apprezzavano il suo talento eil suo impegno sociale. Io ho fatto parte della sua BandaMusicale per più di quindici anni come clarinettista, da ra-gazzo seguivo le sue lezioni di clarinetto, pianoforte, maanche di composizione e contrappunto. E lui, orgogliosodiscendente della scuola di Giuseppe Verdi, come amavadefinirsi, era prodigo di consigli, suggerimenti, sapientenelle sue conoscenze musicali.Molti ricordi mi legano a lui: la mia prima paghetta da mu-sicista quasi professionista a dieci anni, 1500 Lire(!) e,

Perché gli Amministratori fanno quelloche conviene anziché quello che è giu-sto e, di contro, perché i cittadini sono

così ottusi e autolesionisti? Perché il sanfelicia-no e più in generale l’italiano si entusiasma so-lo quando qualcuno gli prospetta la difesa dei

propri interessi personali e particolari?È da secoli che ci trasciniamo il vizio radicato e trasmessodi generazione in generazione di non osservare le re-gole comuni e condivise. Ciò c’è stato inculcato anchedal cattolicesimo, che ci ha insegnato ad ascoltare pre-cetti e regole dal pulpito, ma poi in confessione ci haperdonato le trasgressioni e rimesso i peccati con unabenedizione e preghiere di penitenza.Finché tutti gli Amministratori e in particolare quelli san-feliciani, che a noi interessano, non terranno conto diqueste caratteristiche antropologiche dei cittadini (masono cittadini anche loro!), non saranno mai in grado digovernare con efficacia e incisività, senza poi conside-rare i problemi giunti ad un tale punto di degrado da nonavere più alcuna possibilità di soluzione, perché ormaisi sono verificati danni irreversibili e non c’è più via diritorno.In sostanza i cittadini hanno sempre dimostrato, e in mo-do clamoroso nelle recenti votazioni, di essere assai po-co attenti agli assetti strutturali del loro Paese e di pre-ferire chi l’incanta con promesse e regalie anziché chilavora con dedizione e passione all’emancipazione del-la coscienza civile, così i primi sono usciti trionfatori ecome una piovra continuano ad allungare i loro tenta-coli per stringere e costringere sempre di più tutte le ca-tegorie di operatori e in generale tutti i sanfeliciani.Ciò premesso, oggi, nel dopo elezioni, assistiamo pres-soché impotenti, anche forse perché ormai le ingiusti-zie non fanno arrabbiare più nessuno, alla restituzionedel “favore” del voto e già ne avevamo avuto chiari se-gnali in alcuni particolari modi di votare quasi a dire “tidimostro che ti ho votato, quindi poi mi devi quello chemi hai promesso”.Vincenzo Cerasoli, l’attuale Sindaco, in pendenza di ele-zioni, stigmatizzava sorridente e tranquillo: “Il popolo hadeciso” (ho sentito proprio io queste parole). Molto cisarebbe da dire su questa frase che ricorda tanto un pas-sato ventennio, quando si ubriacava di parole ben stu-diate, anche nella dizione, il “popolo” facendogli cre-dere di essere protagonista della vita pubblica, popoloche poi meccanicamente, come un automa, applaudiva,sosteneva e approvava sempre, convinto che ogni pro-posta fosse saggia, ogni progetto utile e ogni azionevantaggiosa in una sorta di esaltazione isterica e di tra-sporto mistico di massa. Tale fu il plagio che ancora og-

È stato l’anima musicale di San Felice Circeo

Lorenzo Ceccarelli detto “Nzino”Amava profondamente il Circeo al quale ha dedicato molte sueopere musicali. A 25 anni dalla scomparsa lo ricorda il suo allievo Romolo Alessandrelli

P iTre giovani signore alla loroprima esperienza politicadi Barbisan-Cestra-Nardone

Te riL’ultima spiaggiadel Circeo di Gabriele Lanzuisi

VUOTI DI MEMORIA

continua a pag. 6

CENTRO STORICOSAN FELICE CIRCEO

nt v t“Omero nel Baltico”di Al.Cr.

Il FIl restauro di PiazzaVittorio Emanueledi E. Dantes e Roderigo

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a cuoI ragazzi della scuola elementare e media raccontano

Do ut desTi do affinché tu mi dia(ti voto per avere

poi un vantaggio)

Editore: Associazione culturale “Il centro storico” di San Felice Circeo (LT). Corso Vittorio Emanuele, 23. Tel. 333 1904459, fax 06 51985217. E-mail: [email protected] - Reg. Trib. di Latina n. 796del 12/09/2003 - Direttore responsabile: Gloria Gabrielli - Direttore editoriale: Alessandro Cresti . Redazione Carlo Gallone, Stefano Pagliaroli, Tommaso Di Prospero, Maurizio Paolini, Alessia Bravo - Stampato da CSR, via di Pietralata, Roma

continua a pag.2

Ei

di ALESSANDRO CRESTI

Lorenzo Ceccarelli

I CENT O T R CO D SA FE CE C RCEO 2

Vuoti di memoria

rido per esorcizzare l’evento, maturato con la Banda perun accompagnamento funebre! Lui mi promosse di gra-do, da 3° a 2° Clarinetto: per me fu una festa, come aiMondiali…Ricordo le numerose processioni seguite dalla banda a

partire dall’alba, ogni anno per la festa della Sorresca, op-pure quelle per la festa del santo Patrono, ore ed ore sot-to il sole; mi vengono in mente le trasferte con la Bandaper i grandi raduni nazionali di Aversa, di Allumiere. Edho impresso ancora con emozione il ricordo della gran-de, indimenticabile parata in Vaticano, per l’Anno Santodel 1975, quando sfilammo orgogliosi ed acclamati pertutta Via della Conciliazione fino a Piazza S. Pietro, dovericevemmo la benedizione papale … Tutti eventi voluti edorganizzati grazie al suo attivismo, perché lui teneva a da-re lustro ad un Paese, che, però mai gli rispose con l’a-deguata riconoscenza.Ho anche dei ricordi di insegnante spesso severo, infles-sibile. Nelle sue parole non c’era mai nulla di effimero,come nel suo pensiero, rigoroso, lucido, sempre direttoe pungente. E nel suo rigore morale da maestro d’altritempi, lo vedevo quasi come uno stilita, solo, in cima aduna colonna, nella sua difficile condizione di eremita mu-sicale, che operava e predicava l’Arte in un paese affac-cendato, 30, 40 anni fa quasi esclusivamente in occupa-zioni e preoccupazioni “terrene”, la terra da lavorare, ilmattone per la casa, e le quotidiane miserie di una allo-ra ancora povera, rurale comunità, che poco lo seguiva epoco lo incoraggiava.Ma il Maestro Ceccarelli, con fatica e superando ostacoli

andava avanti, creando anche di notte pagine musicali am-malianti: in quel felice ritratto della Maga Circe, nel Poe-ma “La Figlia del Sole”, c’e’ tutta la luminosità, la cele-brazione e l’ammirazione dovuta a tutti quei Miti per i qua-li il Circeo e’ giustamente famoso.Verdiano convinto, Ceccarelli si abbeverava letteralmentealle opere di Verdi, Suppé, Rossini, Mascagni, e l’influenzaottocentesca e verista nelle sue musiche e’ evidente. Eracontro la musica più moderna (il Jazz, in particolare: miperdonerà se ho voluto arrangiare in chiave swing o più

attuale alcune sue melodie classicheggianti…). Ma e’ undettaglio: ebbe un carattere ed una personalità artistica

tale da lasciare una forte traccia su noi musicisti, ed as-sumere un’importanza musicale che non si esaurisce cer-to con la sua esistenza.Al di là della qualità e del giudizio estetico delle sue ope-re (la sua musica così immediata, espressiva, tonale puòrenderlo un musicista, ed in effetti lo e’, più ancorato al-la tradizione ottocentesca che alle avanguardie musicalidel Novecento), le sue composizioni manifestano una for-te personalità, ma soprattutto esprimono un forte effettoevocativo e suggestivo.E se la Musica e’ uno strumento universale di compren-sione, che deve arrivare a tutti, ebbene, la sua musica erasempre diretta, aveva sempre un forte effetto emotivo, co-sì fitta di melodie orecchiabili, ma sorretta da una gran-de tecnica orchestrale e contrappuntistica.Nel venticinquennale della sua morte mi piace ricordareil suo operato con una rielaborazione ed un arrangia-

mento, forse più moderno ma sempre rispettoso, di al-cune sue composizioni come “Al Circeo”, tra i suoi branipiù conosciuti ed ancora oggi cantati, e che il nostro grup-po “Art Café Novecento” proporrà nel corso dei concertidi quest’estate. Ho sempre sostenuto, anche su questepagine, come la Banda Musicale ed il Corso di musica delMaestro Ceccarelli fossero negli anni ’60 e ’70 l’unico ba-luardo, l’unico avamposto culturale di un paese privo dislanci culturali: molti ragazzi si sono avvicinati alla gran-de musica operistica, sinfonica grazie a lui.Ed e’ anche merito suo, se i sanfeliciani hanno maturatouna loro identità, un’anima di popolo consapevole delleproprie radici, anche spirituali, con le musiche scritte perla Madonna della Sorresca ( seppur liberamente ispiratea Rossini), i numerosi Canti, Mottetti, Salmi per le cele-

brazioni eucaristiche, che ancora oggi si eseguono; e conle composizioni dedicate ai vari Miti di questa terra. Tanto ha fatto Lorenzo Ceccarelli per la nostra città, maha ricevuto sempre l’ostinata indifferenza dell’Ammini-strazione Comunale del tempo, che non gli riconobbe al-cuna gratificazione artistica ed economica. Gli insondabi-li misteri della burocrazia comunale: non ebbe mai sussi-di e addirittura, negli anni ’70, anni di maggior fulgore del-la Banda Folkloristica (arrivammo a quasi 70 elementi!)non ricevette neppure il seppur minimo contributo eco-nomico per l’acquisto delle nuova divise, cui fece frontecon generosità l’Associazione dei Commercianti; il suo uni-co sostentamento, come insegnante di musica non pro-veniva da uno stipendio comunale, come sarebbe dovu-to esser logico, se non altro per gratitudine o per meriti,bensì da un corso di Orientamento Musicale parastatale.Forse, l’unico che intuì il suo talento ed apprezzò il suoimpegno per il Circeo fu l’allora Sindaco Giampaolo Cre-sci, che ingaggiò la Banda per una serie di concerti mat-tutini di domenica. Per il resto fu considerato con indiffe-renza. Lo si lasciò spegnere nella povertà quasi più as-soluta. E negli ultimi tempi lo si vedeva sofferente fisica-mente, ed amareggiato. E’ vissuto e morto povero il Mae-stro. Ma dignitosamente povero, a lui il denaro non inte-ressava, se non l’indispensabile per sopravvivere. A lui ba-stava un pianoforte, un piatto di pastasciutta ed i fogli pen-tagrammati dove trasferire il suo mondo ideale fatto so-lo di note. Ho voluto ricordarlo perchè e’ stato grande, halottato contro tutti, contro forze più grandi di lui. Si e’spento pian piano, senza clamore. Ma ha lasciato la suaimpronta. Si e’ sentito subito un vuoto con la sua scom-parsa. Mi onoro, ci onoriamo noi vecchi allievi della miagenerazione, di averlo avuto come maestro. E mi permettodi citare certamente fra tanti, Carlo Iacoucci, Massimo Ca-lisi, Roberto Retrosi, Gaetano de Bellis, i suoi assistentimusicali, che sicuramente condivideranno il mio pensie-ro: che Lorenzo Ceccarelli e’ stato un indiscusso punto diriferimento della nostra giovinezza. Con la musica, ci hacolmato molti vuoti della nostra età allora priva di com-puter, Play Station, cellulari. Ci ha indicato un percorso diformazione culturale che oggi, nemmeno i giovani cheusano il pc e la tecnologia possiedono, o hanno voglia diintraprendere. E’ mia profonda convinzione che a Lorenzo Ceccarelli deb-bano essere attribuiti l’onore e la dignità che merita la suaopera. Con lui, la voce dell’Arte aveva una stabile dimoraentro le mura del nostro paese. E sono felice se, sebbe-ne da molti dimenticato, non certo da noi, “Nzino” potràancora rivivere, essere riscoperto ed apprezzato con l’e-secuzione delle sue musiche.Grazie, Maestro. ■

segue dalla pag. 1

Lorenzo Ceccarellidetto “Nzino”

29 luglio 1978

Agosto 1975

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Isanfeliciani non sono stati, nel passato, famosiper il loro rapporto con il mare. Infatti, i primi pe-scatori sono venuti da fuori, ricordiamo: Luigi

Chiocca detto il “Puzzolano” e “Amedeo il pescato-re” scomparso di recente a oltre novant’anni. I primiapprocci timorosi con il mare furono vissuti dagli abi-tanti del paese, che allora risiedevano quasi tutti alCentro Storico, nei pressi della ex chiesetta di S. Al-fonso, posta alla fine dell’attuale Via Cristoforo Co-lombo o a “jiu pallone” dove si trova attualmente ilporto. Li, fra i ciottoli e gli scogli si bagnavano i pie-di e i più arditi arrivavano fino alle ginocchia, sco-prendo il gusto di procurarsi qualche polpo e ricci dimare che si trovavano in abbondanza. L’inizio dei pri-mi insediamenti in quella zona si debbono a Gino Su-perti, abile pioniere che trasformò una villa in alber-go, e ad un illustre Archiatra, Filippo Rocchi. Questomedico dal portamento signorile, alto ed elegante, ri-cordato dai paesani come un signore squisito e dis-ponibile ad aiutare chiunque avesse problemi di sa-lute, acquistò dal barone Aguet due lotti di terreno,uno sul quale costruì una casa e quello sottostante peruna servitù al mare dove poter riporre una delle pri-me barchette a vela arrivata al Circeo ed ottenne, poi,una regolare concessione demaniale che sussiste tut-tora. Una nuova concessione fu in seguito rilasciata al-la pensione “La Conchiglia”, per un uso poco più chefamiliare. Nel tempo, con la trasformazione dei fon-dali da sassi in sabbia, quest’area si trasformò in unvero e proprio arenile per i suoi clienti, ma pur aven-do ottenuto una delle prime concessioni, ha mante-nuto una sua sobrietà, dovuta anche all’instancabileFranco, bagnino e tutto fare, che da molti anni se neoccupa. Ultima recente concessione demaniale, in que-sta zona, è stata rilasciata alla società immobiliare diGiuseppe Superti, proprietario della sovrastante “Vil-la Penelope”. Fra queste tre concessioni si trova unapiccola spiaggia (circa metri 50x20) che si è formata,nel tempo, lì dove c’erano solo sassi. Questo piccolospazio, creatosi per un probabile gioco di correnti do-vuto alla costruzione del porto, è sfuggita agli appe-titi di chi si è interessato dei più grandi spazi, su tut-to il lungo mare, trasformandoli in lidi per le conces-sioni ottenute. Così la spiaggetta, rimasta libera, si èripopolata piano piano, soprattutto con gli attuali abi-tanti del Centro Storico, i quali trovano come un tem-po, molto agevole scendere sveltamente per Via Cri-stoforo Colombo e godere oggi liberamente di questipochi metri quadrati di spiaggia.

Il ritrovarsi a mare di tutte le persone che la frequen-tano, è singolare e piacevole: innanzitutto sono gli an-ziani ai quali si aggiungono le maestranze delle varieattività commerciali, la signora dei gelati, la camerie-ra del Bar, l’allegro e simpatico Salvatore impiegatodelle poste, piccole famigliole, che sotto pochi om-brelloni si riuniscono come in un sereno salotto di sab-bia: “… Buongiorno, Costanza… – ciao Salvatore…– bene arrivata Lilli… – perchè stamattina non si ve-de ancora Clelia con quel ciclone di Paoletta e il belfratellino?... – come va Gina?… – ecco Fabiola!... –io vado incontro alla nonna… – sapete chi è quella

signora, che arrivando, ci ha salutato molto cordial-mente? E’ la figlia del famoso artista Memmo Carote-nuto, che tanto amò il Circeo …”. Intanto, passeg-giando avanti e indietro sul bagnasciuga appaiono an-ziane e dignitose signore che si mantengono in for-ma e che, pur avendo un loro ombrellone nei diversiarenili, amano sostare in quest’area più modesta, ma-gari per ascoltare i coloriti racconti di Costanza. Infatti,essa ama ricordare il tempo in cui i sanfeliciani eranoi soli padroni di questo spazio, senza limitazioni disorta, e approfittavano per lavare in mare, ad esem-pio, le budella del maiale appena ucciso, la trippa, o

lasciarvi a bagno per un pò di giorni, ben stretti in sac-chi di juta, i lupini per renderli saporiti e gustosi… Adun certo momento dalla sua casa, sovrastante questaspiaggetta, si affaccia come da un balcone, la gentileproprietaria per salutare tutti (è la figlia dell’illustreArchiatra che costruì quel servizio a mare). La cordialesignora, che ama condividere il suo piccolo privilegiodi trovarsi sul mare con chiunque civilmente sosta sul-la spiaggia sotto la sua casa, è però già scesa di mat-tina prestissimo, quando non c’era ancora nessuno,per raccogliere (armata elegantemente di un retino ac-chiappa farfalle) le cicche e le cartacce, che durante ipomeriggi, altre persone di passaggio, hanno disse-minato sulla sabbia. Tutte queste persone, che all’occorrenza si aiutano avicenda, conversano amichevolmente ogni giorno ri-creando uno spirito comunitario, che si è andato per-dendo nel tempo, con lo sviluppo dissennato del no-stro territorio.Questo spazio, dunque, andrebbe salvato, difeso e va-lorizzato proprio per queste sue caratteristiche. Pur-troppo, invece, questo ultimo lembo di piccola spiag-gia libera sta diventando oggetto di vari interessi. Piùè generoso il mare nel formare questa spiaggia, piùegoismi emergono da ogni parte. Il posto è già deli-mitato da due concessioni, che potrebbero ambire neltempo ad allargare il loro confine riducendo ancor piùl’area libera. L’ultima novità, poi, è che un grupposportivo amante del surf, ha recentemente tentato dispostare davanti alla spiaggia in questione il “corri-doio di lancio”, peraltro già esistente da tempo lì vi-cino. Questo determinerebbe, per legge, anche il di-

vieto di balneazione in un punto particolarmente si-curo, per anziani e bambini, vista anche la presenzadi una grande secca.

La serenità e la vita della spiaggia è così minacciataseriamente. Fino ad oggi i bagnanti hanno tollerato operai arma-ti di pale, anche meccaniche, draghe, ruspe …. di con-cessionari intenti quotidianamente a ridisegnare il pro-filo della costa più confacente ai propri interessi. Orachiedono aiuto alle autorità competenti affinché in-tervengano per salvare almeno questo luogo.Sapendo che il Sindaco e il vice Sindaco sono diret-tamente e indirettamente coinvolti nella gestione digrosse concessioni demaniali, si spera vogliano dareil buon esempio, stabilendo una volta per tutte, nelnuovo PUA (piano utilizzazione arenili), che questapiccola spiaggia resti libera, valorizzata, protetta e de-stinata ad uso pubblico dichiarandola in modo defini-tivo ed ufficiale “patrimonio della Comunità civile diSan Felice”. ■

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Un patrimonio da salvare e sul quale bisogna vigilare

L’ultima spiaggia del CirceoUn tempo i sanfeliciani erano i soli padroni di questa piccola striscia di spiaggia

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PI lettori mi obietteranno subito che non c’èniente di più ovvio che un manoscritto fortui-tamente riemerso dalle tenebre di un archivio.

Io, sinceramente, non mi sarei mai aspettato di trova-re due poemetti in inglese di Sly Foureyes. Come è no-to, io abito in una casa nella quale il celebre studio-so dimorò qualche decennio fa1. Dunque non occor-re che io aggiunga altro su questo rinvenimento: do-ve poteva accadere, voglio dire, se non nel fondo diun baule?Inutile dire che è stata per me un’assoluta sorpresascoprire che il nostro entomologo e oceanologo si di-lettasse di poesia. Poesia? Chiamiamoli piuttosto ver-si messi su carta in un momento di assorta medita-zione. L’unico problema è che la lunga relegazione inquel luogo umido ha danneggiato la carta, pregiudi-cando, anzi impedendo in più punti la lettura dell’o-riginale. Oggi qui mi occuperò del primo dei due. Il titolo è Theday of the storm, che potremmo tradurre Il giorno del-la tempesta (o Il giorno del temporale: ma le due fo-to scattate dal Foureyes per corredare i versi – qui ri-prodotte per cortese concessione dell’autore, che tral’altro ha completamente dimenticato sia gli uni chele altre: «What do you mean? My pics? [Che cosa in-tendi? Mie fotografie?]» mi domandava al telefono daNew York qualche sera fa, mentre gli chiedevo l’auto-rizzazione a pubblicarli –, quelle due foto, dicevo, mifanno propendere per la prima ipotesi). Poiché, le poche volte che ho chiesto informazioni ininglese nel territorio del Circeo, mi è sembrato che nonsi trattasse di una lingua molto gradita, per evitare dis-cussioni ho tradotto il poemetto in italiano, e nel mo-do più letterale possibile. Cosa caspita volesse significare il Foureyes con que-sti versi, non lo so. Pur non essendo un critico lette-rario, mi sembra potente la qualità di alcune immagi-ni, così vivide e visionarie da condurre, a mio giudi-zio, il lettore insieme al di qua e al di là della poesiastessa. Ma oseremo, nonostante questo, affermareche egli non abbia colto il centro della questione, al-

meno della sua? No, sinceramente non me la sentireidi affermare questo, amici. Nella sterminata mediocritàdella fine del secolo scorso e del nostro tempo misembrano anzi versucoli, ma davvero più che onesti.Faccio presente che ho collocato tre puntini di so-spensione (sempre equivalenti – evenienza davveropiù unica che rara – ad una parola di tre o quattro let-tere) nei luoghi illeggibili, purtroppo, a causa dei gua-sti del manoscritto. Soltanto al verso nove, nell’e-spressione smells ... flowers, la palmare chiarezza delcontesto mi ha indotto a colmare la lacuna con un di,perché soltanto un temerario potrebbe lì negare la ca-duta della preposizione of. Qua e là ho ancora ado-perato il corsivo nel caso di parole non perfettamen-te leggibili. Eccoli, dunque.

All’inizio, il giorno della tempesta, e poi più tardi, la sera ... La finitezza di tutte le cose non mi incoraggiava di più: ... esse si rapprendono in una figura, con i colori dipinti, ... la natura. Poi ... un suono di acque sotterranee, profumi di fiori che offendono i sensi, portati dal vento lungo i versanti delle colline ...Primavere ... verdi, i prati ... inclinati dal vento che riconduce ricordi lontani, un lago fermo e l’ombra delle canne che ... piegano a specchiarsi, .... Si distilla nelle parole, come una nube .... fosca che attraversa laggiù la tela d’indaco di questo .... orizzonte, del mondo .... si curva, si nega ...., sembra seguire il sole con la .... delle sue superfici come ... un girasole.È così, quando nel cavo di una roccia lontana, certe notti che l’aria è silenziosa e pulita e fa spazio alla vista, brulicano grumi di luci, fiaccole o fiammelle o forse lanterne, che, sì, potrebbe essere una festa o forse un lutto. E poi le parole, il dolore dei versi, le parole e i versi e il più sottile dei tradimenti, l’ultima delle menzogne, sogni ..., soffitte, ragni, finestrelle ... spiare ... la fuga di questo mondo, il silenzio degli dei, segni e righe di luce di sole sui pavimenti. E allora chiuditi ... quella ... non concepirla, imprimi a te un movimento come quando si torce .... galassie lo sciame delle stelle o la favilla nel fumo che risale dal fuoco, che si perda in te quella parola, non udirla.... si perda.

1 Si veda «Il Centro Storico», 20 (2006), 4; ibid., 21(2006), 4; ibid., 22 (2007), 4; ibid., 23 (2007), 4;ibid., 24 (2007), 4.

CENT O TO I O DI SAN FEL CE C CEO 4

Archeologia fantastica

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Una scoperta nel fondo di un baule

Il giorno della tempestaSly Foureyes, entomologo e oceanologo, si dilettava anche di poesia

Pomeriggio

Notte

Pasta all’uovodi Federico Fedeli

V.le T. Tittoni, 113 - S. Felice Circeo - La ConaTUTTI I TIPI DI PASTA DELLA MIGLIORE QUALITÀ

Tel. 0773.540608

Elezioni amministrative del 27-28 maggio 2007

Tre giovani signore, alla loro prima esperienza politica,hanno accettato di candidarsi nella lista civica “Un Comune per Amico”

I CE T O TOR C D SAN FEL CE C CEO

Politica

Una bellissima esperienza vissutaserenamente

Domenica 27 e Lunedì 28 Maggio siamo an-dati a votare, ebbene per me la prima va-lutazione, nonostante la mancata vittoria

della Lista della quale facevo parte, è stata quella diuna bellissima esperienza sotto diversi punti di vi-sta, che vanno dalla conoscenza di persone con lequali mai avrei detto di avere qualcosa in comune,alla vivacità dell’organizzazione, alla scoperta di per-sonaggi poco politici ma molto affaristi che ruotanoe scalpitano durante le giornate elettorali come com-parse di film comici.Costoro, affannosamente, entravano ed uscivano daiseggi, come gli scommettitori alla partenza di una ga-ra di cavalli; ci sono stati anche episodi di alzata divoci subito sopiti dalle forze dell’ordine, senza parla-re degli ultimi curiosi arrivati con finta flemma di chivuole portare per primo la notizia al bar.Che scene! Le consiglio a chi volesse passare qualcheora diversa dal solito tran-tran quotidiano, sono ve-ramente divertenti!Particolarmente curiosi erano i volti degli impresari,costruttori, immobiliaristi ecc, che, per non perderenemmeno una battuta, si facevano sostituire dai gio-vani figli, quando dovevano assentarsi.Per quanto mi riguarda, ho vissuto serenamente que-sta avventura che ho cominciato principalmente perdue motivi:

• cercare di far capire ai miei concittadini, quanto lachiusura delle scuole a Borgo Montenero, program-mata dalla Lista Schiboni, sarebbe stata negativa.

• informare la collettività delle decisioni prese nei Con-sigli Comunali, e che, grazie ai miei amici, diventatioppositori, si renderanno pubbliche. In modo sem-plice e comprensibile per tutti.

Ecco che, nonostante non sia stata eletta, ho rag-giunto i miei scopi, e pertanto mi posso ritenere mo-mentaneamente soddisfatta.Non sono andata casa per casa a chiedere il voto, co-me hanno fatto in molti, non per orgoglio né tanto me-no per timidezza, ma perché ho ritenuto che tra le mienumerose conoscenze ce ne fossero parecchie di buonsenso, che valutano l’onestà e l’impegno sociale diuna persona in base a quello che ha fatto e non perle chiacchere, non per le cene gratis e nemmeno perle gite gratis presso i Santi.A loro mi rivolgo con un sentito grazie e con la spe-ranza che il mio Borgo, votando in maggioranza Ni-cola Ceccato, Salvatore D’Auria, Michele D’Auria, Giu-seppe Schiboni, Franco Rossi e Monia Di Cosimo ab-bia presto, tra questi, un responsabile più presente evicino alle richieste dell’intera collettività. ■

Mi sento uno spiritolibero e indipendentee non legata alle logiche di partito

Quando sono stata chiamata in causa per la li-sta “Un Comune per amico”, ho avuto più diqualche dubbio, non tanto perché non sen-

tissi mio quel progetto politico di larghe intese, il cuiprogramma, come una scossa tellurica aveva postol’accento sull’urgenza di una svolta epocale per ilnostro paese.Le mie, erano paure più umane, legate alla sfera emo-tiva, al timore di non essere in grado di fare una cam-pagna politica, a quella timidezza ancestrale da “pri-ma volta” a procacciarmi dei voti. Ma poi la mia “voglia di fare” e la mia verve giovani-le hanno conquistato un numero sorprendente di elet-tori, e credo, che mai nella storia politica di San Feli-ce Circeo, una donna al di fuori degli schemi partitici,appartenente alla società civile, abbia ottenuto tantivoti alla prima candidatura.Ho conquistato una fetta importante nell’elettoratodella lista “Un Comune per amico” forse per le mie ca-pacità umane e comunicative, che mi permettono disocializzare con tutti, nessuno escluso.È stata per me un bel banco di prova la mia candida-tura, e oggi, attraverso l’esperienza maturata all’in-terno della lista civica, anche grazie al confronto conpersone serie ed esperte del mondo della politica, misento rafforzata dalla consapevolezza che gli elettoricredono in me.Non siedo sulle poltrone dell’opposizione, ma il suc-cesso elettorale mi ha dato visibilità ed ora, più diqualcuno dei nostri uomini politici, comincia ad os-servarmi con un certo interesse.Credo che, anche se gratificata, non cederò alle lu-singhe di chi mi farà la corte e cercherò invece di go-dermi questo momento di gloria da “persona libera”,non vincolata alle logiche di partito. Sono uno spirito libero e indipendente, sicuramen-te pronta a gettarmi nei meandri della politica loca-le, pronta a colpire con un’elegante stoccata di fio-retto ma pure, quando servirà, pronta a tirar di scia-bola. Ho le idee chiare, voglio dare una speranza e un fu-turo alle nuove generazioni e il mio impegno nellosport, nella cultura e nel sociale lo testimoniano.Sono la direttrice di un circolo sportivo e diploma-ta in pianoforte al conservatorio. Con umiltà, come una spugna, cerco di assorbire,ascoltando le persone che mi danno consigli, senzanascondermi dietro la prosopopea e la presunzioneche contraddistinguono i politici più navigati, e dimantenere intatto questo atteggiamento che forse miaiuterà a fare altri proseliti nel mio elettorato, cer-cando piano piano di arrivare ad essere parte attivadella vita politica di San Felice Circeo. ■

Il Circeo ha persoun’occasione di rilancio. Continuerò a lavorarein questa direzione

Si è conclusa da due mesi la campagna eletto-rale e si sono svolte le elezioni con un risulta-to eclatante: i cittadini del Circeo hanno volu-

to premiare, con un risultato “bulgaro”, l’Amministra-zione uscente e garantirne ancora cinque anni di do-minio assoluto. Le ragioni di tutto questo sono anco-ra al vaglio delle varie forze politiche in campo, ma al-cuni punti sembrano essere di accordo comune; perprima cosa, i cittadini del Circeo non hanno gradito l’al-ternativa proposta, paventando un’eccessiva diversi-tà tra i vari componenti del cosiddetto Listone, che pe-rò rappresentavano tutte le classi sociali presenti, dal-la casalinga all’operaio, dal professionista al pensio-nato: forse si è preferito premiare la preparazione ela sagacia degli amministratori uscenti rispetto alla no-vità ed alla poca esperienza della “res pubblica” deicandidati alternativi oppure le relazioni tra ammini-stratori e cittadini erano così “legate” che non si è ri-tenuto possibile spezzarle, pena indicibili avversità. Insecondo luogo, si è ritenuto che la presenza femmi-nile nei banchi dell’amministrazione comunale sia daconsiderare superflua, visto il risultato delle prefe-renze di tutte e tre le candidate del Listone e magarisi è considerato più opportuno che ad occuparsi delsociale, della scuola o della condizione femminile siachi di mestiere si occupa di barche, di mattoni oppu-re coltiva ortaggi.Terza ed ultima considerazione da fare è quella rela-tiva alla scarsa volontà dei cittadini di San Felice Cir-ceo a cambiare modo di vivere la realtà del paese, os-sia si preferisce da più parti continuare a criticare conogni mezzo ed in ogni luogo, con particolare predile-zione per i tavolini dei bar, l’operato di chiunque svol-ga una funzione pubblica, piuttosto che imporre conil proprio voto che gli amministratori lavorino per il be-ne pubblico, al fine di ottenere una svolta a tutti queiproblemi che stancamente si trascinano da anni; in de-finitiva, queste elezioni hanno dimostrato che, per ilcittadino del Circeo è oggi più importante un pezzo dimarciapiede o di fognatura realizzato durante la cam-pagna elettorale che il futuro lavorativo dei propri fi-gli e la possibilità che gli stessi possano nei prossimianni rimanere a vivere e prosperare in questo paese,senza essere costretti ad allontanarsi dallo stesso acausa delle sue scarse possibilità. Forse, il 27 e 28Maggio, il Circeo ha perso un’occasione di vero rilan-cio, ma chi aveva progettato un’idea alternativa con-tinuerà a lavorare in questa direzione, pur sapendoche se prima era difficile ora Io è ancora di più per-ché alla difficoltà iniziale si è aggiunta l’indifferenzae la noncuranza di tutte quelle persone alle quali ta-le idea era rivolta e che mai ammetteranno di aver sot-tovalutato il loro futuro. ■

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I CENT O R CO D SA E C CEO

gi se ne parla bene. Gli anziani, che hanno vissuto quelperiodo, lo ricordano con entusiasmo, attribuendo al lea-der il merito di aver fatto grandi cose e di avere ammi-nistrato con saggezza e ordine, mentre non considera-no affatto l’annullamento totale di libertà e democrazia,che hanno finito con il trascinarci nel secondo conflittomondiale con tutte le sue tragiche conseguenze, dallequali ci siamo risollevati dopo anni di sacrifici e di fati-ca. Quindi “do ut des”, è stato dato con il voto, ora sia-mo alla resa dei conti e assistiamo ad un dilagare di fa-vori elargiti senza rispettare alcuna regola e, soprattut-to, solo in certe direzioni.La situazione è sempre incandescente nel settore edili-zio e commerciale con abusivismo crescente. Nei giornisuccessivi alle elezioni leggiamo sui quotidiani la realiz-zazione di opere abusive che sembrerebbero la logica enaturale prosecuzione di altre.Una grande villa in posizione panoramica, una volta ap-partenente alla criminalità organizzata, è stata data in usoa non si sa chi (?!), senza il rispetto della procedura, chetra l’altro prevede l’assegnazione di questi beni confiscatisolo per fini istituzionali o sociali, dimostrati con un pro-getto (il sottoscritto in proposito è intervenuto segna-lando alle Autorità competenti la presenza di persone,che ritenevo estranee e senza titolo per essere in quelluogo, sino a pochi giorni prima abbandonato).Sono state sistemate alcune boe davanti alla “spiagget-ta dei sanfeliciani”, ultimo lembo di spiaggia e di marenon ancora accaparrato da alberghi o stabilimenti. I ra-gazzi, che procedevano in questo lavoro, alla domandase per fare ciò avevano chiesto e ottenuto il permesso

del Comune, hanno risposto di essersi recati presso gliuffici competenti e di aver avuto come risposta un’esor-tazione a procedere … intanto, poi si vedrà!Le boe sono state da poco rimosse in seguito alle sol-lecitazioni alla Capitaneria di Porto da parte di sanfeli-ciani attenti, che avevano denunciato immediatamente il

fatto.Giacciono senza seguito e da lungo tempo numerosiesposti, che potrebbero far ipotizzare anche gravi reaticompiuti in relazione all’Amministrazione, presso la Pro-cura della Repubblica di Latina. Forse si sottovaluta l’im-portanza e la pericolosità di certi comportamenti e quin-di l’Amministrazione stessa confida nella massima del di-ritto romano: “De minimis non curat praetor” (il pretorenon si occupa delle minime cose)? Oppure si spera inun’ampia condivisione? Saremo costretti a rivolgerci alTribunale di Perugia per saperne di più? In tal modo sipotrebbero perpetuare vere e proprie protezioni e privi-legi nei confronti di singoli o di gruppi di persone, legaticosì a sicura ed eterna gratitudine.Ultima, ma non ultima questione, è quella del sistema de-

gli incarichi esterni, che continuano ad essere affidati,nonostante il Comune abbia già fin troppi dipendenti equindi sia gravato di spese per i loro stipendi, che, nondimentichiamocelo, sono stati consistentemente au-mentati ad alcuni che svolgono incarichi particolari. Mache importa? Il debito, già pesante, aumenta sempre dipiù, perché la maggioranza non amministra secondo unprogramma serio, lineare e di pubblica conoscenza, vaa braccio, alla ricerca solo di consensi attraverso “favo-ri” continui, spesso facendo anche intravedere la possi-bilità di quello che una volta si chiamava interesse pri-vato in atti d’ufficio.Questo non è un corretto amministrare. Chi gestisce lacosa pubblica deve avere anche il coraggio di adottareprovvedimenti impopolari, che, però, finalmente dimo-strino, nella professionalità così espressa, il rispetto del-le regole, sconosciuto ai più in questo Paese. Chi governaha il dovere di rispettare e far rispettare le regole civilie istituzionali, ha il dovere di far capire chiaramente chele proprie azioni e i propri provvedimenti tendono sem-pre al bene di tutti e non ai privilegi per qualcuno, ha ildovere di coinvolgere la popolazione nelle scelte più im-portanti che la riguardano.A proposito di quest’ultimo concetto, pur uscendo di te-ma, non posso omettere le considerazioni negative sul-la recente ristrutturazione di Piazza Vittorio Veneto (ul-timata proprio a ridosso delle recenti elezioni ammini-strative), che provengono in modo adirato e veementesoprattutto dai sanfeliciani. L’ultima che ho sentito è sta-ta questa: l a a s a a s a ,

a .Cos’altro dovremo vedere o sentire? Non avendo lo stes-so modo di pensare degli Amministratori, non posso pre-vedere nulla, ma starò attento a tutto ciò che accade.

a , (Mark Twain)

Editoriale - Lettere

segue dalla prima

Do ut desTi do affinché tu mi dia

di ALESSANDRO CRESTI

✉ Restauro diPiazza Vittorio Veneto

Caro Direttore,mi riferisco alle critiche sulla nuova sistemazionedella Piazza Vittorio Veneto al Circeo, pervenute alperiodico “Centro Storico” di maggio-giugno e ri-portate alla pagina 6, soprattutto alla terza critica.Effettivamente la collocazione di “una macina e duepiante di olivo” in quel punto non va.Il luogo adatto, secondo il mio parere, sarebbe sta-to il cortile del Palazzo Baronale, cioè la PiazzettaLanzuisi, presso la base della Torre dei Templari,dove una mola è giaciuta per anni.Nel sotterraneo restaurato della Torre, dove ha se-de la Porta del Parco e, più recentemente, anche laProloco, esisteva il frantoio per la spremitura delleolive del grande oliveto baronale, a monte della pe-demontana, a poca distanza da Torre Paola.Luigi Aguet, nel suo libro”Il Circeo”, chiama questofrantoio con l’antico nome di Montano, dal tardo la-tino medievale Molendìnum, derivato dal latino clas-sico Molare, macinare. Altri nomi del frantoio sonoTorchio, Tappeto.Le due mole di granito del Montano, non una sola,collegate in posizione eretta come le ruote di un car-ro e messe nel grande recipiente cilindrico, in cui siversavano le olive da macinare, erano azionate pro-babilmente da un animale, un asino o un mulo, che

girava lungo il perimetro.Ti saluto,

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Gentile Associazione “Il Centro Storico” – San Feli-ce Circeo,vogliate gentilmente pubblicare sulla vostra rivistaquanto già scritto al Sindaco: esprimo la mia delu-sione e tristezza nel notare con quanta superficia-lità si possa decidere di svalutare la piazza del Cen-tro Storico di codesta città, collocandovi una fonta-na senza stile e una macina che non affonda radicitra la gente. Saluti

a a a a a a

✉ Via Omero

Caro Direttore,improvvisamente sono state collocate in Via Ome-

ro, lato Corso Vittorio Emanuele, due colonne a im-pedire il passaggio delle macchine. E mi domandose questo fa parte di uno sconosciuto progetto dinuova viabilità oppure altri sono i motivi che hannoindotto il Comune alla predetta installazione?

t a a a

n.d.r. Ringrazio innanzitutto l’amico Tommaso checi ha fornito precisazioni di carattere storico, utili percapire l’origine delle mole, inopportunamente po-sizionate in Piazza Vittorio Veneto.Piazza, che continua ad essere oggetto di disap-punto e contrarietà, da me condivisi, in numeroseoccasioni. Ormai il danno è fatto, difficilmente saràpossibile un rifacimento.Infine, le due colonne in Via Omero! Io che abito lìvicino, le ho subito notate ed ho fatto tra me e meun’ipotesi sul motivo che ha indotto il Comune adoperare in tal modo e tempestivamente. Ipotesi chenon riguarda certamente la viabilità.

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N O CO SA F C C R A 7

Armando de La Pez è un vecchio amico. Fa parte del nostro gruppo da mol-tissimo tempo e, nonostante sia il migliore di noi, lo abbiamo sempre sfot-tuto a causa di quel suo nome che ricorda un rivoluzionario messicano piut-

tosto che il valente impiegato universitario che è. In gioventù, si era sempre iso-lato dagli altri e lui imputava la cosa ad un piccolo difetto fisico che, a suo dire,non gli consentiva di integrarsi; di conseguenza, conduceva un’esistenza triste eduna vita ritirata. Poi, per caso, si era imbattuto nella nostra comitiva che, invece,lo aveva accolto a braccia aperte e che del suo difetto se ne fregava, anzi ne fa-ceva oggetto di argomentazione pubblica riuscendo, in questa maniera, ad esor-cizzarlo. Affacciatosi, così, ad una nuova e più vivace vita sociale e desideroso disdebitarsi, Armando, che all’epoca compiva trent’anni, decise di dare una grandefesta di compleanno a casa sua e, quindi, si dette da fare per invitare tutti i suoinuovi amici (e amiche!) con un entusiasmo che non aveva mai conosciuto. Ma, ungiorno, lo vedemmo di nuovo intristirsi cupamente e solo dopo numerosi tentativiriuscimmo ad estorcergli la verità: “Cari amici, ho fatto i conti senza l’oste. I mieigenitori hanno saputo della festa ma mi hanno detto che non mi permetteranno diandare nel centro storico. E io mo’ tutta la gente che ho invitato, dove la metto?Madonna, che figura! Avevo invitato pure a quella che mi fa impazzire...”. Lo guar-dammo come si guarda uno che sta dando i numeri: “Arma’, ma che stai dicendo?Ma non avevi detto che la festa si faceva a casa tua? Che c’azzecca il centro sto-rico?” E lui, sconsolato: “Eh, voi parlate così perché non conoscete il cavaliere deLa Pez, mio padre. E’ un uomo tutto d’un pezzo, è severissimo e, sopra ogni co-sa, tiene al suo salotto buono che noi figli abbiamo ribattezzato ‘centro storico’perché là è vietata anche la circolazione!” Questa storia – verissima – ci è tornata alla mente dopo aver letto in una recenteintervista rilasciata dal nostro sindaco, che è sua ferma intenzione quella di vieta-re la circolazione nella piazza di San Felice dal momento che quella zona deve di-ventare il salotto buono del Circeo. Ci consenta, caro Cerasoli, di fare due obiezionial suo orientamento. Innanzi tutto, il restauro della “piazza” è semplicemente osce-no; è una di quelle cose da mostrare agli studenti di architettura per spiegare co-me non si fa il recupero di un centro storico. E’ infarcita di errori e di orrori chehanno potuto compiere solo persone che, fondamentalmente, non amano questopaese; eppure, sarebbe bastato chiedere ai nostri vecchi come era pavimentata SanFelice e loro vi avrebbero risposto semplicemente che “Ce stevene ‘i bricce”, cioèi sassi, cioè un selciato che non aveva neppure bisogno di essere immaginato per-ché si osserva nelle foto dei primi anni del secolo scorso. Per non parlare di quel-la fontana orrenda e di quella macina per spremere l’olio con tanto di olivi! Carosindaco, qui al Circeo, se proprio si voleva rendere omaggio ad una pianta, c’erasolo l’imbarazzo della scelta: dal mirto all’erica, dal ligustro al lentisco, dal cor-bezzolo alla farnia e a tutte le altre specie che costituiscono la “garica” cioè lamacchia mediterranea, ma l’olivo proprio no!Ed anche se si fosse realizzato un buon lavoro, prima di istituire un’isola pedona-le, bisogna creare le strutture necessarie affinché la gente possa lasciare la pro-pria auto da qualche parte, cosa che, al momento, non ci sembra neppure lonta-namente realizzabile. Probabilmente, la costruzione di chilometri di marciapiedi vo-luta dalla precedente amministrazione (di cui lei ha fatto parte attivamente) è uninvito per dire alla gente “lascia l’auto e vai a piedi” ma abbiamo qualche dubbiosulla riuscita di questa strategia. La conseguenza è che quella specie in via di estin-zione che è rappresentata dagli abitanti del Centro Storico si troverà sempre piùpenalizzata, mentre i turisti avranno un motivo in più per mandare il nostro paesea...quel paese. E qui lei merita tutti i nostri complimenti perché come inizio, il suomandato non è per niente male!Solo per la cronaca, dirò che convincemmo Armando ad andare a parlare con il pa-dre insieme a noi. Il cavalier de La Pez era un uomo mingherlino e basso di statu-ra ma, in compenso, molto all’antica e molto deciso; però, dopo qualche insisten-za, capì che, per andare incontro ai desideri legittimi del figlio, quel benedetto sa-lotto buono si doveva aprire. E così fu; ma c’è dell’altro: la sera della festa feceuna rapida e divertentissima apparizione guadagnandosi gli applausi di tutti, ren-dendosi pure simpatico e confermando sul campo la sua onorificenza di cavaliere.Dobbiamo sperare, anche in questa occasione, che qualcuno abbia la capacità diconvincere Cerasoli a rivedere i suoi piani e – perché no? – anche il progetto del-la piazza. I suoi concittadini e la memoria storica di San Felice Circeo glie ne sa-rebbero davvero grati.Il dubbio è:Cerasoli saprà essere cavaliere come de La Pez? ■

Gli appassionati di cinema ricorderanno la stagione degli “spaghetti western”,che lanciò registi come Sergio Leone e attori come Giuliano Gemma. In queilontani anni 60, le colline dell’Abruzzo e del frusinate si trasformarono in

remote alture del Minnesota e le piane arse della Spagna meridionale ospitaronoduelli e agguati texani. In queste locations sorsero villaggi regolarmente dotati disaloon, bordello e ufficio dello sceriffo. Le facciate degli edifici erano quelle tipi-che che avevamo conosciuto grazie a Tex Willer: assi e pali di legno, ma, dietro,erano sorrette soltanto da impalcature. A quei finti sfondi viene da pensare guar-dando la povera piazza del Centro Storico, dopo l’uragano “restauratore” volutodal comune di San Felice Circeo. Sparite le antiche meridiane, sostituite da obbro-briosi disegnini a colori (inventati) elencanti improbabili segni zodiacali e scritta-relle latine degne di doppio segno blu per qualunque studente dei primi anni di li-ceo. Un lastricato a chiazze di pietra che da queste parti non si era mai vista e chesotto il sole estivo provoca dolore oculare a chi sconsideratamente non si sia pre-munito di lenti oscure, interstizi che sembrano canyon nei quali affondano i tacchidelle signore, costrette a imbarazzanti saltelli per non perdere rovinosamente l’e-quilibrio. Di recente hanno fatto la loro comparsa anche delle colonnine a delimi-tare spazi fantasiosamente individuati da non si sa chi. Il “clou” resta però sem-pre la fontana (spostata più volte per non incorrere nelle ire dei commercianti): unmonumento in splendido stile “gallico-littorio”, nel senso che unisce il menhir diObelix al travertino delle città di fondazione, con incrostazioni di “cannate” ripro-dotte in pietra. Peraltro, la fontana non è ancora terminata, e si presta ora otti-mamente a esercizi di free-climbing per i ragazzi che frequentano il paese. Pec-cato, se almeno avessero ricostruito un finto-Centro Storico, avremmo potuto pro-porlo per ambientarvi film in costume di serie B. Così com’è, forse potrebbe ospi-tare al massimo uno spot col sindaco e i suoi che, agitando bilanci, incarichi e con-sulenze gridano in coro: “Laiffisnao!!!!!”. Ma Totti è più bravo. ■

Il Fatto

Armando de La Pez e il “centro storico”

Come non si fa il recupero di un centro storico

“Per un pugnodi euro”

Uno splendido monumento in stile “gallico-littorio” domina la Piazza

Il restauro di Piazza Vittorio Emanuele

I CENT O T R CO D SA FE CE C RCEO 8

ISTITUTO COMPRENSIVO “LEONARDO DA VINCI” Spazio autogestito

Sempre numerose e intere

I ragazzi della scuola elÈ sempre una partecipazion

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Visita all’ostello della Caritas a Roma

Lunedì, 18 Dicembre 2006, gli alunni che fanno partedel “Progetto adolescenza”, accompagnati dai docen-ti: Quinto Simona, Mari Silvia e Mari Stefania e da di-versi genitori, hanno voluto vivere un Natale diversovisitando un ostello che ospita i barboni, persone cheper loro sfortuna passano la loro vita sull’asfalto del-le strade o sui marciapiedi, incuranti della bella o brut-ta stagione.Quando tutto il mondo s’illumina di luci colorate di lus-so e vede famiglie unite nel tepore delle loro case, instrada c’è qualcuno che non ha nulla. I loro averi so-no cartoni per coprirsi, buste di plastica dove poter

conservare le pochissime cose trovate o raccolte tral’immondizia: lì c’è tutta la loro vita.La visita all’ostello, con partenza da piazzale Kennedy,è iniziata alle sette di lunedì, un giorno di pioggia. Tut-ti noi ragazzi nei giorni precedenti ci siamo organiz-zati e, con i nostri genitori, abbiamo iniziato una rac-colta di alimenti e vestiario da portare ai barboni chepoi ho scoperto che li chiamano “ospiti”.Non è stato facile trovare l’ostello, ma alla fine ci sia-mo riusciti!Dietro un cancello nero vi è questo centro di acco-glienza, dove ci aspettava Andrea, un giovane volon-tario che ci ha fatto accomodare in un locale adibito amensa.E’ un luogo molto ampio con una serie di tavoli e se-die, zone destinate alla preparazione del cibo, un pic-colo televisore posto in un angolo e due distributoridi caffé. Il giovane Andrea ci ha riferito l’obiettivo pri-

mario della Caritas: dare del cibo caldo e un letto a per-sone che altrimenti morirebbero per strada. Ha sotto-lineato la difficoltà che hanno gli “ospiti” nel riabituarsia dormire in un letto, infatti, prima dormono su un pa-vimento, poi accettano di stare su delle coperte, in se-guito su una brandina ed infine su un letto. Ci sonotanti altri volontari che girano per la città con cibi e be-vande per quei barboni che si rifiutano volontariamentedi recarsi in un centro Caritas.Quello che ci ha colpito in questa “visita” è l’essen-zialità delle cose e facendo il paragone con i tanti og-getti di cui sono piene le nostre case, ci rendiamo con-to della loro inutilità. Il Progetto Adolescenza” non èfinito qui, infatti, ci si sta già organizzando per un nuo-vo “viaggio” per ridare valore a ciò che per noi po-trebbe sembrare superfluo, ma per gli “ospiti” è diestrema necessità.

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In questi giorni la scuola ci ha fatto approfondire dueargomenti: l’educazione sessuale e l’educazione allalegalità. Questa è una cosa molto importante per meperché da grande, ma anche da adesso, mi serviran-no ad affrontare la vita in modo corretto. Il primo in-contro che abbiamo avuto è stato quello con un dot-tore che ci ha parlato delle malattie a trasmissionesessuale. Ci ha dato molti consigli, come quello di co-noscere bene le persone con cui ci “approcciamo”,oppure di usare il profilattico durante un rapporto. Poici ha spiegato come il virus dell’HIV si “intrufola” dapersona a persona e da cellula a cellula. Il dottore èstato molto gentile con noi e ci ha spiegato gli argo-menti in modo comprensibile. L’argomento che peròpiù mi ha interessato è stato quello sulla legalità. An-che se non ho potuto assistere all’incontro, ho coltomolte cose da quello che ci ha letto la professoressain classe da un libro che parla di Antonio Caponnet-to, un giudice che ha collaborato con Borsellino e Fal-cone; quest’uomo, dopo la morte dei due colleghi hacontinuato a lottare contro la mafia, andando di scuo-la in scuola per parlare e discutere con i ragazzi del-la mia età.Come ho detto prima, ho apprezzato queste iniziati-ve della scuola e spero che ne arrivino molte altre.

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Tema

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Acrostico

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I Biondeggia nel ventosenza spavento.Ci porta del buon pane cose buone e sane.Ci porta allegriatanta simpatia in compagnia.

LL’avena la mattina riscalda l’animo in cucina.L’orzo rinfresca i cuorifa sbocciare tanti amori;sono una coppia in salutefanno tanto bene alla cute.

L Io sono la segalela più regale,sono poco raffinatae molto usata.In cucinasono molto genuina,faccio bene all’intestinoe a chi sto vicino.

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Filastrocchesui cereali

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I cereali

Nel giardino di nonna Pina,c’era un sacco di farina.Per i campi sono andato, ed il grano ho trovato.Ecco in casa un signore,beve l’orzo a tutte le ore.E la sera infine a cena,offre a tutti un po’ di avena.Nonna Peppina, impastava il pane di segale,soltanto la mattina.Roberto, che fumava come un turco,faceva la polenta con la farina di granturco.Alessia per il viso,usa sempre la crema di riso.

I CE T O TOR C D SAN FEL CE C CEO 9

ISTITUTO COMPRENSIVO “LEONARDO DA VINCI” Spazio autogestito

eressanti sono le attività scolastiche

elementare e media raccontanoone vissuta con entusiasmo

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Per nondimenticare

Fino a poco tempo fa non comprendevo perfettamen-te il significato della pazzia umana, ma ora ho capitoche questa non ha limiti e me ne sono accorta duran-te un viaggio con la scuola in Polonia.E’ stato un viaggio bellissimo, abbiamo visitato nu-merose città, ma la cosa, non definirei più bella, mache particolarmente mi ha colpito sono stati i campi diconcentramento, per lo sterminio degli ebrei, di Ausch-witz e Birkenau.Qui mi sono veramente resa conto della follia umana.Mi sono interrogata più e più volte su come è potutosuccedere tutto questo, ma non sono riuscita a trova-re una risposta ai miei “perché”. L’uomo non è un ani-male, ha un cervello con cui pensare, un’intelligenzache dovrebbe sfruttare non per distruggere il mondo,ma per salvarlo e per migliorarlo.Entrando nel campo di concentramento di Auschwitz miha colpito la scritta: “il lavoro rende liberi”. Nel mu-seo ci hanno fatto vedere tutti gli oggetti lasciati lì da-gli ebrei che pensavano di dover lavorare, di trovaredelle condizioni di vita migliori e invece qui hanno tro-vato solo dolore, sofferenza e la morte certa. Ho avu-to come l’impressione di essere ritornata nel passato,mi sembrava veramente di vedere quello che succe-deva lì; donne che si sacrificavano per i loro bambini,famiglie distrutte, migliaia di persone innocenti morteingiustamente.Ho sempre saputo cosa fosse successo in questi cam-

pi, ma pensavo che avessero un po’ esagerato comespesso si fa in televisione, ma avevo torto, e ora non-ostante abbia visto con i miei occhi non riesco ancora arendermi bene conto di come tutto questo possa esse-re successo, e come sia successo: senza che nessunosapesse niente o facesse niente per impedire l’orrore.Sono indescrivibili i sentimenti che ho provato alla vi-sta delle camere a gas, dei forni crematori: un mistodi odio, dolore, compassione, rabbia. Mi sono chiesta:“Come si fa ad uccidere senza avere neanche un po’di rimorso?Come si fa a togliere ad una persona un do-

no così grande come quello della vita?Come si fa adavere così poco riguardo verso l’altro?”La cosa che mi preoccupa di più è la paura che tuttociò possa riaccadere, la paura di non avere compresoil grosso sbaglio che si è fatto in passato.Certamente non dimenticherò, NON voglio dimentica-re. Spero con tutta me stessa che finalmente riuscire-mo ad imparare dai nostri errori perché questi non siripetano più.

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Spirito sportivo dove sei?“E vinca il migliore!”, “L’importante è partecipare”, “Evviva la sportività!”Quante volte abbiamo sentito dire queste frasi?!E quante volte le abbiamo considerate le nostre massime?!Ma siamo proprio sicuri che non siano parole gettate al vento e mai messe in pratica?Dove è finita la lealtà che dovrebbe accompagnare ogni gara?Basta leggere un qualsiasi quotidiano per trovare articoli che riguardano scandali per partite comprate, minac-ce a giocatori ed arbitri per non parlare addirittura di attentati alla loro incolumità.Pensando a quanto avviene oggi negli stadi o nei palazzi dello sport di tutto il mondo, pare proprio che il ve-ro significato della competizione sportiva sia stato dimenticato, oppure volutamente messo da parte ed igno-rato.E’ molto più comodo infatti sfogare i propri istinti usando violenza nei confronti degli avversari che cercare dicontrollarsi sia nella delusione per una sconfitta che nella gioia per una vittoria.Stabilire i motivi per cui tutto ciò accade è un’impresa difficile.Una cosa però è certa: lo sport, ed in particolare il calcio, è diventato un grande giro d’affari che coinvolge im-portanti multinazionali.Una partita persa o vinta può fare abbassare od alzare il valore delle azioni di un’azienda ed influire sulla suacredibilità.Fortunatamente, però, c’è ancora chi crede alle tre famose frasi, chi le stampa su una maglietta o ne fa un po-ster da appendere in camera.

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I CENT O T R CO D SA FE CE C RCEO 10

Cultura

In epoca imperiale l’epicentro abitativo del terri-torio di Circeii si spostò sul lato opposto del Pro-montorio, verso ovest, fra le pendici nord-occi-

dentali del Monte Circeo e il lago di Paola. Infatti, lapresenza di notevoli monumenti in questa località edil ritrovamento nei secoli scorsi di varie iscrizioni at-testanti l’esistenza di pubblici edifici, inducono a ri-tenere che durante l’impero sia stata questa la zonadi maggior insediamento. La nascita e lo sviluppo ditale abitato a carattere commerciale e industriale fudeterminato soprattutto dalla costruzione, forse in etàaugustea, di un porto-canale tra il mare e il lago. L’au-mentato commercio, il traffico di prodotti ittici locali,l’espansione edilizia in continuo incremento nei primianni dell’impero ottennero l’effetto di far sorgere unafrazione portuale di Circeii in funzione sia del lago diPaola sia del porto-canale che fu allestito. Attribuibile ai primi anni dell’impero è la sistemazio-ne a canale del cavo, forse preesistente che, taglian-do le dune sabbiose, metteva in comunicazione il la-go di Paola con il mare. La trincea così ottenuta, lun-ga circa 700 metri, fu sostruita, nella scarpata nordche era la più alta, con un muraglione. Di questo mu-ro, costruito in opera reticolata con ammorsature ablocchetti di calcare, non si scorgono oggi che raritratti coperti da folta vegetazione: si trattava di unaparete alta oltre 7 metri che presentava ad intervalliregolari (circa 7 m) dei pilastri di rinforzo a blocchet-ti di calcare. Anche il lato opposto del canale dovetteessere munito di un argine in muratura. Il canale ve-ro e proprio era delimitato da una banchina larga po-co più di due metri: questa, giunta sulla riva del ma-re, vi si addentrava per una lunghezza di alcune de-cine di metri. Si veniva a creare così un approdo idea-le per i navigli che vi si potevano inserire in tutta si-curezza, essendo la larghezza media del canale di cir-ca 16 m. Attualmente il tratto terminale, a mare, nonreca che scarsissime tracce delle strutture romane: ciòin seguito al completo rifacimento verificatosi all’ini-zio del XVIII secolo sotto il pontificato di InnocenzoXIII.Di solito si attribuisce la costruzione del porto-cana-le ad età neroniana, ma senza alcun valido motivo: ilgeografo Strabone ci parla del piccolo porto del Cir-ceo (monon liménion) almeno quaranta anni prima ele strutture in opera reticolata, secondo l’archeologoFilippo Coarelli, si adatterebbero molto meglio ad unadatazione in età augustea.Nella seconda metà del I secolo d.C. la zona conobbeuna nuova fioritura quando con gli imperatori Flavi esoprattutto con Domiziano si ebbe un vigoroso svi-luppo edilizio. Questo interessò quasi tutta la partemeridionale del lago di Sabaudia, ma soprattutto la lo-calità detta “Palazzo” nella quale venne costruita lapiù grande villa di tutto il Promontorio, la villa di Do-miziano, che si estende per decine di ettari. L’impe-ratore poteva accedervi via terra, prendendo il diver-ticolo che dall’Appia portava al Circeo, ma, molto piùagevolmente e velocemente, via mare, entrando dalporto-canale e navigando sul lago fino a uno dei mo-li della villa imperiale. Molto probabilmente nella stes-sa epoca l’accresciuta importanza del luogo dovuta so-prattutto al traffico commerciale del centro portuale di

Circeii e allo sfruttamento delle numerose ville sortelungo le sponde meridionali e orientali del lago diPaola compresa la grandiosa villa di Domiziano de-terminò lo sdoppiamento del canale con lo scavo delbraccio orientale dell’emissario, forse per rendere piùregolare e rettilineo l’intero percorso e il canale ac-cessibile anche alle grosse imbarcazioni, essendo ilbraccio occidentale più stretto e con una doppia cur-vatura iniziale.Al piccolo porto del Circeo dovevano affluire, oltre iprodotti della pesca del lago, anche quelli derivantidall’agricoltura, dall’allevamento della macchia, dallamacchia stessa (legname) e i prodotti infine, non me-no importanti derivanti dall’attività di caccia nella fo-resta e nelle zone acquitrinose, tutta selvaggina di cuila zona era ricchissima. Queste merci, imbarcate al Cir-ceo, doveva essere diretta via mare alle foci del Te-vere, per poi proseguire verso i mercati di Roma.Tutto questo sta a indicare che durante l’impero inquesta zona si sviluppò, come già detto, una impor-tante frazione commerciale e industriale del munici-pio di Circeii che gravitava intorno al porto-canale. Dal-le iscrizioni rinvenute sappiamo che nella frazione sor-

geva un santuario dedicato alla Madre degli Dei, co-stituito da un portico e da un’edicola sacra e un anfi-teatro, forse di legno, costruito da un certo Montano,dove si esibì, come ci riporta Svetonio, l’imperatore Ti-berio partecipando alle cacce delle fiere. Accanto a Torre Paola furono scoperte da Alberto Car-lo Blanc, nel 1952, le tracce di un impianto romanoidentificabile in un laboratorio per la lavorazione del-la porpora, all’altezza della prima curva della via pe-demontana che parte dalla Torre. La testimonianzavenne data da una gran quantità delle caratteristicheconchiglie (murex trunculus) che secernono la por-pora. Lo strato dei molluschi, essendo collocato al disopra del materiale di scarico del canale, ha dato unutile termine post quem per la datazione: materiale ce-ramico, specialmente lucerne, riferibile alla fine del Isecolo o agli inizi del II d.C., ha permesso di collo-care in un preciso arco di tempo l’istallazione della Ma-nifattura di porpora. Durante i lavori di sistemazione della via pedemonta-na Torre Paola-Torre Vittoria, negli anni Trenta, sem-pre in località Torre Paola, vennero alla luce due no-tevoli complessi archeologici databili ai primi anni del-l’impero: un impianto termale ristrutturato e adibitosuccessivamente per scopi funerari a colombario e unavilla, oggi, purtroppo, quasi completamente interrata.Tali ritrovamenti attestano inequivocabilmente cometutta questa parte del promontorio fosse, in età ro-mana, notevolmente urbanizzata. Tutta la zona do-vrebbe nascondere altre costruzioni, che potrebberoriservare interessanti sorprese nel caso di uno scavosistematico.Il ritrovamento di un’iscrizione onoraria dedicata agliimperatori Onorio e Teodosio, da parte del Vicario diRoma, Flavio Nicio Teodulo, ci testimonia l’efficienzadi questa frazione sino agli inizi del V secolo d.C. equindi, verosimilmente, fino alla caduta dell’ImperoRomano d’Occidente. ■

* Fondazione Marcello Zei

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Durante l’Impero romano è stata la zona di maggiore insediamento

Il Porto-Canale di Torre Paola e la frazione imperiale di Circeii

Al piccolo porto affluivano i prodotti della pesca del lago e dell’agricoltura

Intervista

N O O I O D S N F CE C R O 11

Felice Vinci, ingegnere nucleare e mio ex col-lega di lavoro, seguendo una sua grande pas-sione, dopo anni di studi, ricerche e viaggi è

arrivato a conclusioni sorprendenti, che cambiano com-pletamente la collocazione dei luoghi, in cui si svol-sero i fatti narrati da Omero nell’Iliade e nell’Odissea.I risultati raggiunti sono stati esaurientemente spiegatie motivati in un libro “Omero nel Baltico”, che in Ita-lia è arrivato alla quarta edizione, è stato pubblicatoin Russia e negli Stati Uniti e ora sta interessando an-che il mondo accademico.Mi confida che una sera di giugno del 1992 si è im-battuto in un passo di Plutarco, dove si asseriva chel’omerica isola di Ogigia era situata nell’Atlantico delnord “a cinque giorni di navigazione dalla Britannia”e non avrebbe mai immaginato che fosse l’inizio di unastraordinaria avventura.

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“Incuriosito da quella lettura, andai subito ad identi-ficare Ogigia (l’isola della dea Calipso) con una delleFaroer, basta poi seguire le indicazioni dell’Odisseasul viaggio di ritorno di Ulisse, partito da lì e direttoverso est, per individuare la Scheria – la terra dei Fea-ci, mai localizzata nel Mediterraneo – sulla costa me-ridionale della Norvegia, in una zona ricchissima di re-sti dell’età del bronzo. Omero ci dice che Ulisse nelsuo approdo alla foce del fiume dei Feaci fu aiutatodall’inversione della corrente del fiume, dovuta all’al-ta marea (fenomeno quasi sconosciuto nel Mediterra-neo, ma del tutto comune sulle coste atlantiche); inol-tre, a conferma di questa singolare localizzazione nor-dica, nell’antica lingua norrena “skerja” significava“scoglio”.Partendo poi dalla costa norvegese, è facile localizzareuna piccola isola danese nel Baltico meridionale, chia-mata Lyø, che quadra perfettamente con l’Itaca ome-rica per la sua posizione geografica rispetto alle iso-le vicine (tra le quali Langeland, l’isola “lunga”, cor-risponde alla misteriosa Dulichio, la “lunga” nel gre-co di Omero, introvabile nel Mediterraneo). E’ assai si-gnificativo il fatto che l’arcipelago danese del Sud Fio-nia, di cui Lyø fa parte, sia l’unico al mondo a corri-spondere a tutte le indicazioni dell’Odissea. Non so-

lo: oltre che per la collocazione, Lyø combacia con l’I-taca di Ulisse anche per la topografia, mentre le ca-ratteristiche dell’Itaca greca hanno sempre creatoenormi perplessità negli studiosi, perché appaiono ir-rimediabilmente diverse rispetto al dettato omerico.”.

“Premesso che anche l’antica città trovata da Schliemannin Anatolia presenta gravi contraddizioni rispetto alle pre-cise indicazioni di Omero (infatti, diversi studiosi attua-li escludono che essa sia identificabile con la Troia ome-rica), in un’area nel sud della Finlandia vi sono nume-rosissimi toponimi che ricordano i nomi degli alleati deitroiani (Askainen, Reso, Karjaa e tanti altri) ed un vil-laggio, Toija, il cui territorio coincide esattamente con ladescrizione omerica di Troia. Addirittura, verso il maresi trova il sito di Aijala, corrispondente alla “spiaggia”,“aigialos” in greco, dove gli Achei sbarcarono e co-struirono il loro campo fortificato, mentre verso l’inter-no i toponimi “Tanttala” e “Sipilänmäki” (“collina di Si-pilä”) ricordano nomi ben noti della mitologia greca (ilmitico Tantalo, re di una regione confinante con la Troa-de, fu sepolto sul monte Sipilo). E, a questo punto, lascansione del “Catalogo delle navi” dell’Iliade trova una

serie di straordinaririscontri lungo lecoste del Baltico, apartire dalla Svezia,dove nel II millennioa.C. in un contestoclimatico molto piùfavorevole di quelloattuale, fioriva l’etàdel bronzo. E’ cosìpossibile ricostruireintegralmente ilmondo descritto daOmero (Tebe, Ate-ne, Micene, Tirinto,Aulide, Lemno, Sa-motracia, Chio, l’Eu-bea, Creta, Na-xos...), eliminandotutte le incongruen-

ze della tradizionale ambienta-zione mediterranea, quali il “Peloponneso” pianeggiante(che in realtà corrisponde alla grande isola danese diSjaelland) o la prosecuzione notturna della più lunga bat-taglia dell’Iliade, spiegabile con la notte chiara delle al-te latitudini attorno al solstizio estivo.”.

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“Si delinea in tal modo una prospettiva del tutto nuovariguardo sia all’ambientazione degli avvenimenti narra-ti nei poemi omerici, sia all’origine della stessa civiltàgreca: le saghe che hanno dato origine all’Iliade e al-l’Odissea provengono dal nord dell’Europa; le portaro-no a sud i biondi navigatori achei che, in seguito al tra-collo dell’”optimum climatico”, migrarono dall’area bal-tico-scandinava verso la Grecia, dove nel XVI secolo a.C.fondarono la civiltà micenea: quest’ultima invero, se-condo autorevoli studiosi come il prof. Martin Nilsson,presenta notevoli evidenze archeologiche della loro pro-venienza dal settentrione. I migratori poi ricostruirono nelMediterraneo il loro mondo originario, in cui si eranosvolte le vicende raccontate dalla mitologia greca che,dunque, rappresenta il ricordo, trasmesso oralmente da-gli aedi attraverso i secoli, delle vicende che in un tem-po remoto, precedente alla migrazione verso il sud, sierano svolte nella perduta patria “iperborea” dei loro an-tenati. Da questa antichissima tradizione orale, messaper iscritto attorno all’VIII secolo a.C. allorché la scrittu-ra alfabetica venne introdotta in Grecia, hanno tratto ori-gine i poemi omerici.”. v

“In tale contesto settentrionale – confermato dalle ca-ratteristiche del clima omerico, nebbioso, freddo e per-turbato, con mari “scuri” e “brumosi” ed eroi imba-cuccati in pesanti mantelli di lana – esse trovanostraordinari riscontri lungo le coste e le isole norve-gesi affacciate sull’Atlantico settentrionale, attraver-sato da un ramo della Corrente del Golfo, il “fiumeOceano” della mitologia. I Greci poi avrebbero tra-sposto queste avventure sulle nostre coste: ad esem-pio, l’isola di Circe fu identificata con il Circeo, ma daciò che narra l’Odissea in realtà se ne evince una col-locazione originaria estremamente settentrionale, confenomeni, come quello del sole di mezzanotte (ma nonsolo), tipici del mondo artico: la stessa Circe viene daOmero chiamata “polypharmakos”, “quella dalle mol-te pozioni”, il che ci dà la chiave per capire che i suoiincantesimi erano in realtà forme, ben note agli etno-logi, di un primitivo sciamanismo lappone.”.In conclusione, sono convinto che questa teoria, già pre-sentata in molte Università italiane, europee ed ameri-cane, nonché, recentemente, all’Accademia delle Scien-ze di San Pietroburgo, possa favorire un diverso ap-proccio all’idea di unità dell’Europa, basato non solo sul-l’economia e sulla finanza, ma anche sulla cultura e sul-la consapevolezza della nostra comune origine. ■

Felice Vinci, “Omero nel Baltico – Saggio sulla geo-grafia omerica” con la presentazione di Rosa Calzec-chi Onesti e l’introduzione di Franco Cuomo, 4a edi-zione, Palombi Editore, Roma 2003 (pubblicato inRussia nel 2004 e in USA, con il titolo “The Baltic Ori-gins of Homer’s Epic Tales”, nel 2005)

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Un’interessante teoria sui luoghi dove si sono svolte le storie dell’Iliade e dell’Odissea

“Omero nel Baltico” Un’ipotesi che cambia completamente la collocazione dei luoghi richiamati da Omero

Ricostruzione dei siti in età del bronzo nordico

Felice Vinci presso una tomba preistorica a Kivik in Svezia

IL CENT O OR CO SA FEL E C RCEO A 12

Delibere di Giunta Comunalet

n. 100 02/05/07 Istituzione servizio bus navette servizio gratuito periodo estivo.n. 101 “ Costituzione in giudizio atto di citazione promosso da Tartufi Francesco avanti al tribuna-

le di Latina sez. di Terracina Nomina legale.n. 102 “ Prelievo dal fondo di riserva. Erogazione compensi componenti commissione giudica-

trice concorsi L. 68/99 C.S.L.n. 103 “ Elezioni amministrative del 27 e 28 maggio 2007. Assegnazione spazi propaganda

diretta.n. 104 “ Prelievi dal fondo di riserva per vestiario n. 11 unità progetto cantiere scuola lavoro.n. 105 “ Individuazione responsabile unico del procedimento complementare iter procedurale

lavori di recupero palazzo baronale.n. 106 “ Revoca in sede di autotutela dell’atto deliberativo n. 96 del 20.04.07 avente ad og-

getto transazione Superti Hotel srl soc. Alberghi Circeo srl.n. 107 “ Integrazione atto deliberativo n. 97 del 20.04.07 avente ad oggetto “Proposta trans-

attivi formulata dalla coop. Circeo 1°.n. 108 “ Attivazione progetto”Lavorare insieme per lavorare meglio”.n. 109 08/05/07 Contributo ai centri anziani per le festività pasquali.n. 110 18/05/07 Liquidazione CTU geom. Benedetti nell’ambito del giudizio RG 292/06 Commissariato

Usi Civici. Prelievo dal fondo di riserva. (9.488,00 ¤)n. 111 “ Costituzione in giudizio ricorso della soc. Tre Esse Italia avanti il TAR del Lazio. No-

mina legale. Prelievo dal fondo di riserva (avv. C. De Angelis, 3.638,26 €)n. 112 “ Rimb. spese di viaggio a emigrato rimpatriato. L.R. 23/03 (640,00 ¤)n. 113 25/05/07 Costituzione in giudizio ricorso promosso dalla soc. MD srl avanti al TAR del Lazio (avv.

C. De Angelis, 3.638,26 €)n. 114 “ Conferenza dei servizi per l’ottenimento degli atti di assenso per interventi edilizi su

immobili sottoposti a vincolo paesaggisticon. 115 “ Mandato al responsabile del Settore Urbanistico per valutare la fattibilità dell’eserci-

zio diretto delle funzioni catastalin. 116 “ Variazione di bilancio n. 3 al bilancio di previsione anno 2007-07-24

n. 117 “ Richiesta alla Regione Lazio finanziamento per la realizzazione del progetto “AssistenzaEducativa minori Melograno”

n. 118 “ Progetto agevolazioni ICI categorie svantaggiate adesione iniziativa provincialen. 119 12/06/07 Patrocinio morale all’associazione Assoeditorilatina per rassegna del libro 13-14-15

luglio 2007.n. 120 22/06/07 Patrocinio gratuito e autorizzazione a derogare i limiti di cui al D.P.C.M. 14 novembre 1997

alla Soc. Giulia s.r.l.n. 121 “ L.R. 29/92 Diritto allo studio piano interventi a s. 2007/2008.n. 122 “ Patrocinio e concessione area portuale alla Francesco Miscoscia s.r.l. per presenta-

zione AUDI 5.n. 123 “ Attivazione progetto diurno per minori 6/12. Anno scolastico 2007/2008.n. 124 “ Patrocinio e contributo mostra d’arte contemporanea mediterraneo verso l’isola di Cir-

ce 2° edizione (2.000 €).n. 125 “ Patrocinio e contributo per realizzazione personale di pittura Armando Sodano (1.000 €).n. 126 “ Patrocinio e contributo regata velica 100 miglia del Medio Tirreno. Trofeo Mario Scar-

pa (500 ¤).n. 127 27/06/07 Istituzione parcheggi a pagamento aree di Sedime Scuole riservate ai soli residenti. n. 128 “ Approvazione richiesta di finanziamento e documentazione progettuale per la riquali-

ficazione dell’area San Rocco a completamento del Parco Pubblico “Vigna La Corte”.n. 129 “ Patrocinio manifestazione “Il Borgo gioca Giochi tra contrade”.

Delibere del Consiglio Comunale

n. 69 25/06/07 Verbale di seduta deserta.n. 70 27/06/07 Comunicazioni del Sindaco Punto ritirato.n. 71 “ Ratifica variazione n. 01 al bilancio di previsione anno 2007.n. 72 “ Ratifica variazione n. 02 al bilancio di previsione anno 2007.n. 73 “ Ratifica variazione n. 03 al bilancio di previsione anno 2007.n. 74 “ Comunicazione prelievi dal fondo di riserva ordinario. Ratifica variazione n. 03 al bi-

lancio di previsione anno 2007.

Nel numero precedente del nostro giornale(bimestrale maggio – giugno 2007) abbia-mo pubblicato l’intervista con l’autrice di una

nuova particolare pubblicazione: la signora Paola Ga-gnatelli Lanzuisi che ha scritto “ a a

”. La particolarità di questo libro sta nel fattoche esso non è nato come tale.

In origine, infatti, era solo un manoscritto che la si-gnora Paola, ormai ottantenne, donò alla nipotina alsuo primo compleanno, incaricando il padre, suo figlioGabriele, di custodirlo.Quest’ultimo, trovando il lavoro commovente ed emo-zionante, ha deciso di trasformarlo in un libro e perpoterlo pubblicare ha addirittura fondato una casa edi-trice (Edizioni GaLa).Il precedente articolo si chiudeva così: “….. Ringra-ziamo questa Donna forte che con il suo libro ci invi-ta a porci sulla stessa strada, perché è una strada cheha condotto ad una vita completa, positiva e serena”;oggi, siamo lieti di apprendere e comunicare ai nostrilettori, riportando il testo integrale del telegramma daLei ricevuto il 17 luglio u.s., una notizia che ci inor-goglisce tutti: “ i

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Centro Storico si congratula einvia auguri vivissimi al neo Cavaliere, Signora

Paola, sottolineando come questo importante ricono-scimento ricevuto, per volontà diretta, dal nostro Pre-sidente della Repubblica (cosa questa che lo rendeancor più prestigioso) sia totalmente corrispondenteal reale valore umano della persona insignita. Tantiauguri cara Maestra Paola e complimenti al Suo “Edi-tore”.E, infine, vorrei proporre a tutti gli iscritti dell’Associazio-ne di nominare la Sig.ra Paola “Socio Onorario” della stes-sa, sempre che l’iniziativa sia gradita all’interessata. ■

Cultura

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Un prestigioso riconoscimento dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano

Alla Signora Paola Gagnatelli Lanzuisiè stata conferita l’Onoreficenza di Cavaliere

Un giusto attestato per un lavoro originale ed emozionante

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Luca jù guardiane

N O O I O D S N F CE C R O 13

Personaggi Tipici - Oroscopo

III primo appellativo che mi viene in mente, per pre-sentare Luca, è quello di “burbero-benefico”: oc-chiali, folta barba, sguardo severo, mai sorriden-

te, ma non cattivo.Quando espletava le sue mansioni di guardia campe-stre, incuteva timore a tutti, contadini e pastori. Pro-cedeva alla verifica ed alla conta del bestiame di cia-scuno e, allorché riscontrava irregolarità, ai fini dellatassazione comunale per gli animali, applicava salatecontravvenzioni. Ma se nel suo tascapane rinveniva unpollo, un abbacchietto o un maialino, allora si rad-dolciva e chiudeva un occhio, ma mai tutti e due. L’al-tro attributo, che più gli si addice, è “pappellare”, per-ché raccontava pappelle (fandonie). Sentiamonequalcuna:“Un giorno mi recai al boschetto, dopo la Croce San-ta, per fare un bisogno. Al ritorno mi accorsi di averperso l’orologio, che si era staccato dalla catenina. Do-po venticinque anni, mi ritrovai negli stessi paraggi,sempre per una esigenza fisiologica. Da sotto un ce-spuglio di lentisco, sentii un tic-tac, tic-tac; spostai al-cune fronde e rinvenni il mio orologio perfettamentefunzionante. Vero Elena? - Elena era la moglie, chesempre confermava quanto asserito dal marito. “Si!Luca”.

Quarto Caldo. Era il mese di maggio e c’era un ecce-zionale “passo” di quaglie, a nuvole. Luca da buoncacciatore, sparò numerosi colpi, fino ad esaurire lacartucciera. Riempito il tascapane, si avviò verso ca-sa. Dopo circa due ore ritornò a Quarto Caldo e me-raviglia della meraviglie, le quaglie ancora cadevanodal cielo. “Vero Elena?” - “Si! Luca”. Un giorno, sem-pre nei pressi del boschetto, vide sulla destra una le-pre ed a poca distanza una beccaccia. Siccome nel suofucile era rimasta una sola cartuccia, argomentò: “Sesparo alla lepre, scappa via la beccaccia, se sparo al-la beccaccia, perdo la lepre”. Allora ebbe una intui-zione, quella di sparare “ancurtiéglie”, cioè di traver-so. Risultato: con un solo colpo, brodo e macchero-ni”. “Vero Elena?” - “Si! Luca”. Ma una volta fu mes-so knock aut da sor. Giacomo Carusi. Luca, da giova-ne, era stato in Finanza, pertanto aveva girato un po’l’Italia. Sapeva leggere e scrivere e forse aveva lettoi racconti del Barone di Munchausen.Sfruttando la sua “cultura”, raccontò al Carusi che ungiorno, in un paese non precisato, si trovava in per-lustrazione con otto finanzieri. Era di luglio e c’era ilsolleone. Ad un certo punto videro un cavolo enorme,così alto e frondoso, sotto il cui tetto ombroso si ri-pararono. Carusi, di rimando: “Luca! Tu senti questa”.

Due anni or sono, mi tro-vavo a Genova e, per l’oc-casione, andai a visitare icantieri “Ansaldo”. Stava-no costruendo una pentola enorme, così grossa, chegli operai che lavoravano nell’interno, non sentivanoil martellamento di quelli che lavoravano all’esterno”.“A sor Già! E a che serviva una caldaia simile?” - “Acuocere quel tuo cavolo!”. ■

da O’KEA’MUSdi Andrea De Sisti

Oroscopo di Agosto 2007 di AldebaranAriete

dal 21/3 al 20/4

La stagione estiva è all’insegna deisentimenti e passioni in amore che sifonderanno al fascino a all’intrapren-denza in tutti i campi. Mente brillante,ma il fisico sarà un po’ a corto di ener-gie. Non eccedete più del dovuto.

Torodal 21/4 al 20/5

Con Venere, in assetto disarmonico,potrebbe venir fuori un periodo di scar-sa soddisfazione in amore. Forse lamaniera di porvi agli altri non è quellagiusta. Nel lavoro: contatti, trattative ebuoni risultati economici.

Gemellidal 21/5 al 21/6

Venere favorevole potrebbe rendervipiù affascinanti e simpatici che mai! Visentirete più predisposti al dialogo e adessere concilianti, tanto da chiarireeventuali malintesi recenti o passati.Miglioramenti nel lavoro.

Cancrodal 22/6 al 22/7

Una serie di obblighi e faccende prati-che assorbiranno la quasi totalità delvostro tempo, ma le amiche stelle viaiuteranno a risolvere. Marte favorevo-le trasmetterà energia e benessere. An-che in amore risveglierà emozioni epassioni.

Leonedal 23/7 al 23/8

In casa vostra ci sarà Venere per mol-to tempo: quindi nuovi amori e possi-bili “accasamenti” potrebbero essere idoni del pianeta dell’amore. Sarete ir-resistibili e brillanti. La vostra vita po-trebbe cambiare radicalmente.

Verginedal 24/8 al 22/9

Incomprensioni nell’ambito familiarepotrebbero allungare i tempi di realiz-zazione di un progetto che vi sta a cuo-re. Cercate di non essere scostanti, pro-vate a cominciare. Tutto può essere ap-pianato con la disponibilità e la chia-rezza.

Bilanciadal 23/9 al 22/10

Non perdetevi d’animo di fronte a pic-cole contrarietà sentimentali; spetteràa voi la prima mossa. Marte vi sostienee vi suggerisce di mantenere i piedi perterra. Solo così non perderete ciò cheavete conquistato.

Scorpionedal 23/10 al 22/11

Fidatevi pure della vostra intuizione,poiché Urano vi appoggia, ma poi in-tervenite e traducetela in termini razio-nali e concreti. Momento buono per ac-quistare, vendere e investire. Salute: inaumento energie e vitalità.

Sagittariodal 23/11 al 21/12

Tendenza a commettere imprudenze eleggerezze in campo sentimentale. ConGiove nel segno tutto è possibile. Ar-roganze e superficialità sono in ag-guato. Fate attenzione a non prendereabbagli!

Capricornodal 22/12 al 20/1

Idee innovatrici per il prossimo futuro.Contate sulle vostre capacità organiz-zative. In amore: susciterete ammira-zione e consenso di chi amate per ungesto di tenerezza e generosità. Lavo-ro: nuovi contatti e trattative interes-santi da considerare.

Acquariodal 21/1 al 19/2

Una invidiabile chiarezza di pensiero vipermetterà di fare presto e bene ciòche vi sta a cuore. La vostra indole buo-na e generosa verrà fuori e ne benefi-ceranno, come sempre, familiari edamici. Non maltrattate lo stomaco.

Pescidal 20/2 al 20/3

Urano e Plutone vi spingono al cam-biamento, ma, per alcuni di voi, i tem-pi non sono ancora maturi. Non fatevitrascinare dall’impazienza. Valutate i ri-schi. Siate concreti e non mettetevi insituazioni che non vi convincono mol-to.

E D L L E K 7

77 77 9

C

V

Ecosì, un altro “pezzo pregiato” della Circe chefu, se n’è andato via. Filippo Senesi si è di-messo dopo dieci anni di “militanza” nella di-

rigenza della Nuova Circe nella quale ha ricoperto tut-te le cariche sociali più importanti. E’ stato il Segre-tario, il Direttore Sportivo e, nell’ultima stagione, ilPresidente del sodalizio rossoblu. Le dimissioni del-l’alto dirigente sanfeliciano arrivano ad un anno di di-stanza da quelle del Presidente Ciampa. Un “binomioinscindibile” quello formato dai due dirigenti, le duefacce di una stessa medaglia che hanno ottenuto perla Nuova Circe i migliori piazzamenti del suo mezzo se-colo di storia. Era la stagione 2000-2001 e, sotto laguida di mister Ceccarelli, la Circe vinceva il campio-nato di Prima Categoria stabilendo, quell’anno, il re-cord regionale d’imbattibilità che durò e si protrasseper ben ventitré giornate. Nei due anni successivi, nelcampionato di Promozione, la Circe ottiene un terzoed un quarto posto e, per una manciata di punti, sfio-ra il salto in Eccellenza. In tre stagioni la squadra san-feliciana subisce una sola sconfitta casalinga e tienetesta alle migliori formazioni del panorama dilettanti-stico laziale. Ricordiamo le sfide ricche di reti con ilPomezia, un favoloso 3-0 ottenuto al Riciniello di Gae-

ta, il doppio pareggio contro un Fondi che poi vince-rà il campionato, senza dimenticare i pareggi a retibianche contro il Cynthia, società con trascorsi in C2

e che ora, dopo diverse stagioni, è tornata in serie D.Per due stagioni di seguito, e sempre in Promozione,la Circe ha avuto il piacere di vedere Capitan Benettied il bomber Vecchio vincere la classifica di capocan-noniere. Il “duo” Ciampa-Senesi, è stato il volano diun movimento calcistico che, a San Felice Circeo, sa-rà difficile riproporre. Così diversi…così simili…vul-canico, impulsivo, ma certamente competente e ge-neroso il “Presidente Ciampa”…riflessivo, moderatocon grandi capacità nel programmare e coordinare i la-vori all’interno della società il “Presidente Senesi”…Aquesto punto si apre un vuoto, un’autentica voragineall’interno della Nuova Circe, con una “penuria diri-genziale ed economica” che sarà difficile colmare.Sembrava plausibile la voce, che vedeva un riavvici-namento di Ciampa e la ricomposizione del “binomiovincente” che, siamo certi, avrebbe gettato le basi peruna rinascita dirigenziale e sportiva della Nuova Cir-ce. I “nostri” hanno portato avanti la trattativa con ilresto della dirigenza ma la fatidica fumata bianca nonè arrivata ed allora…avviliti e delusi si sono chiusi inuna torre d’avorio…a contemplare e, forse, già pron-ti a regalare la “propria arte” e le proprie capacità achi saprà apprezzarle… Nel frattempo, mister Tesse-ri dopo i buoni risultati ottenuti nel girone di ritorno,che hanno permesso alla Circe di raggiungere la sal-vezza con diverse giornate d’anticipo, ha deciso di nonrinnovare con la società sanfeliciana e di tornare allaguida del Podgora. Presumibilmente verrà portataavanti una politica improntata sui giovani e si cerche-rà di attingere sul “materiale umano” locale e su qual-che elemento d’esperienza in grado di fare da “chioc-cia” per i meno esperti. Difficile la riconferma di Sac-chetti che sembra attratto dalla prospettiva di andareal Monte San Biagio, senza dimenticare il “clan dei ter-racinesi” che, tolta qualche eccezione, dovrebberocambiare maglia. La speranza, in ogni caso, è quelladi vedere la Circe rinascere dai sui problemi e dalle suecontraddizioni, un po’ come se fosse una “fenice cal-cistica”, pronta a rinverdire i vecchi fasti… ■

Nei circa tre anni passati all’interno diuna società di calcio dilettantistica,nella quale ho ricoperto anche il

ruolo di preparatore atletico, ho potuto os-servare il modo di operare di alcuni alle-natori. Devo riconoscere, che, rispetto aduna decina d’anni fa, c’è una miglior cono-scenza dei mezzi d’allenamento attinenti almondo del calcio, però, a mio avviso, c’è an-cora una notevole lacuna sul piano della metodolo-gia e della programmazione. La metodologia è intesacome quell’insieme di mezzi utilizzabili all’interno diun programma d’allenamento, che, combinati tra loro,permettono di ottenere risultati di “alta qualificazionepersonale”. La programmazione, invece, riguarda ilpiano di lavoro che si decide di portare avanti per di-versi giorni o settimane. Un programma che si rispet-ti, deve sempre essere messo per iscritto, e in ognicaso, poiché il calciatore dilettante deve andare in-contro ad una serie di problematiche legate allo stu-dio oppure al lavoro, è soggetto a continue variazio-ni. I mezzi d’allenamento maggiormente usati nel cal-cio sono i lavori esplosivi, con scatti di 10-20 metri,anche su salite con pendenze del 15% (sistema diproduzione energetico anaerobico-alattacido), lavorod’interval training, navette, tira e molla, tutte effettuatesu brevi distanze con tempi di recupero di pochi se-condi per enfatizzare la produzione di acido lattico (si-stema di produzione energetico anaerobico-lattacido),lavori di forza speciale attraverso le andature come gliskip, la corsa calciata dietro, calciata sotto, corsa am-pia, passo impulso etc. Infine, non vanno dimenticatii lavori di forza generale che, poi, sono quelli che per-mettono di ottimizzare le prestazioni dei lavori esplo-sivi e quindi degli scatti esplosivi ed esplosivi-elasti-

ci. Con tre allenamenti a settimana, è oppor-tuno effettuare il lavoro più impegnativo ilprimo giorno utile che segue la partita del-la domenica, in genere il martedì. Una se-duta tipo potrebbe vedere un lavoro di for-za generale a carico naturale (senza so-prappeso), al quale far seguire degli scat-ti esplosivi sul breve che permettono di

trasformare il lavoro di forza. Il mercoledì,e non il giovedì come fanno molte squadre dilet-

tantistiche (il giovedì è troppo vicino alla partita del-la domenica successiva e non ci consente di solleci-tare l’organismo), dopo il solito riscaldamento che pre-vede al suo interno delle andature che consentono unostimolo nervoso e muscolare, si possono effettuare deilavori in grado di stimolare la produzione di acido lat-tico. L’importanza di questo lavoro, è legata all’even-tualità, per niente remota, di dover effettuare in par-tita, più scatti esplosivi nell’unità di tempo, che quin-di comportano la formazione di acido lattico. Il vener-dì, infine, dopo il riscaldamento si possono effettua-re degli scatti brevi con partenze diversificate e concorpo raccolto, in grado di stimolare il lavoro esplosi-vo. Per concludere, i lavori che non devono mai man-care sono quelli legati alla forza, da effettuarsi sem-pre lontano dalla partita che segue, i lavori esplosivisui 10-20-30 metri e quelli che producono acido lat-tico. Per quanto riguarda i lavori aerobici, comprese le“famose” ripetute sui 1000 metri, ho molti dubbi sul-la loro utilità perché inibiscono il testosterone e quin-di la forza ma, soprattutto, sono poco attinenti alle di-namiche della partita, nella quale molto spesso il ri-sultato finale è determinato, oltre che dalle capacitàtecniche e tattiche dei giocatori, dai lavori esplosivi equindi dalla velocità sul breve. ■

I CENT O OR CO D SA FE C RCEO 4

Sport

s D

Le dimissioni di Filippo Senesi

Ciao Circe… ciao…Si è aperta una crisi nella dirigenza della Nuova Circe

Osservazioni sulla preparazione nel calcio dilettantisticoC’è una lacuna metodologica e di programmazione

Da destra: D’Onofrio, Recchia e il capitano Benetti

Lo spazio della città

N O O I O D S N F CE C R O 1

Torna nelle sale cinematograficheGeorge Clooney con il terzo ca-pitolo della saga. Danny Ocean

( Clooney) organizza un colpo ai danni di WillyBanks (Al Pacino), colpevole di aver mandato inrovina Reuben Tishkoff, ex proprietario di un ca-sinò e amico di Danny. Reuben Tishkoff, grande amico di Danny Ocean, èstato colpito da infarto a causa del tradimento ope-rato da Willy Bank. Costui si vanta dei numerosipremi 5 Diamanti ottenuti dai suoi hotel e ora, che vuole aprire un nuovocasinò a Las Vegas, vuole esserne il controllore assoluto. Ocean richiamain servizio gli amici di sempre con, in più, un nemico che ora ha mutato cam-po: Terry Benedict. La vendetta comincia a mettersi in moto ma questa volta il fine non è l’ar-ricchirsi (tranne che per Terry): è la difesa dell’amicizia.Finalmente possiamo dimenticare il pasticciato ed estremamente confusoOcean’s Twelve e tornare a divertirci con Clooney e soci. C’è meno tensio-ne rispetto al primo film (ormai sappiamo per certo come andrà a finire) masi potenzia il gusto per la struttura narrativa. Tutte le imprese, anche le più improbabili, trovano una loro motivazione trail fantasioso e il logico ma comunque plausibile.Quello che poi emerge in maniera quasi spudorata è il divertimento del grup-po che gode nell’intrattenere il pubblico. Intelligenza e divertimento si coniugano all’autoironia evidenziata tra Cloo-ney e Pitt che rende il film pronto per far saltare il banco. ■

R E A E

c

Ricorso contro parcheggi

Il verbale di accertamento per mancato pagamento in aree destinate a parcheggio con custodia o control-lo del tempo di sosta può essere annullato con ricorso al Giudice di Pace per violazione e falsa applica-

zione dell’art. 7 comma lett. F e commi 6 e 8 del codice della strada. Una attenta lettura dell’art.7 c.d.s. chia-risce che spetta al Sindaco con ordinanza, dopo opportuna delibera di giunta, individuare le aree destinateal parcheggio con pagamento di una somma da riscuotere con o senza custodia. Ma lo stesso art. 7 c.d.s.,comm. 6 e 8, specifica quali aree siano da destinare al parcheggio, in particolare il co. 6 stabilisce che: ”learee destinate al parcheggio devono essere ubicate fuori della carreggiata”, ed al co. 8 che il Comune de-ve: “su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, riservare una adeguata area desti-nata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta”.Gio-va peraltro ricordare in proposito che l’art.3 c.d.s. definisce parcheggio”l’area o infrastruttura posta fuori del-la carreggiata destinata alla sosta regolamentata o non dei veicoli”.

NGO O D A O A

Peperoniripieni

Ingredienti:

4 peperoni2 fette di pane raffermo50 grammi di parmigiano50 grammi di olive nere di Gaeta5 o 6 filetti di acciughe salate1 mazzetto di prezzemolo1 spicchio di aglio

Preparate i peperoni tagliando una ca-lottina nella parte superiore e liberan-doli dei semi e dei filamenti. Togliete lacrosta delle fette del pane, bagnateleleggermente con dell’acqua e sbriciola-tele in una terrina. Aggiungete il par-

migiano, le olive snocciolate e tritategrossolanamente, i filetti di alici spez-zati, lo spicchio d’aglio tritato, un filod’olio e un pochino di sale. Mescolateper ottenere un composto omogeneo emorbido. Riempite con questo i pepe-roni, poi metteteli in una casseruola conun filo d’olio, salateli, coprite e lascia-teli rosolare. Aggiungete un bicchiere d’acqua e la-sciateli cuocere per altri 30 minuti gi-randoli spesso e aggiungendo altra ac-qua se necessario. Serviteli tiepidi ofreddi. ■

da “LA VISCOTTA”Ricette di San Felice Circeo

di a a

Quei dolciricordi

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OCEAN’S 3

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di ALESSIA BRAVO

R I S T O R A N T EAl Convento

di Lolita Capponi

Piazza Mazzini, 4 (Centro Storico) - 04017San Felice Circeo (LT)

Tel. 0773/546167 - 348.9185443

Il tempo si è fermato ed oggi i ricordihanno l’odore dei dolci tradizionalidi lontane feste natalizie e di legna arsail cui calore si spande e confondecon quello degli affetti più cari.Sono cresciuto tra le antiche murain quella fiaba vivente che è il mio paesein mezzo a feste pagane e religiose,zucchero filato e carezzecon gli occhi innocenti ed estasiatidi chi guarda ai grandie li crede immortali.Il tempo che cura tutti i malista offuscando i ricordi, ormai lontani come i sogni della notte dopo la veglia.In questa notte d’agosto,San Lorenzo è andato via con il suo sciame di luci viaggiantied ha portato con séil rimpianto per le cose non dettee per quei dolci momenti chenon torneranno più.

Agosto 2001

A so iazion Cultural Il C ntr S ri o

Si comunica che, per quanti fossero interessati alle nostre iniziative, sono aperte le iscrizioniper il nuovo anno sociale 2006-2007. Per l’iscrizione telefonare al

n. 6 0 79, inviare un fax al n. 06 5 98 5 7o inviare una e-mail a: [email protected]

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I CENT O OR CO D SA FE C RCEO 6

• U I G T N R U U CI G T N R U •

NascitaIl 2007 è nata . Alla mamma Michela e al pa-pà Antonio si unisce nella gioia l’intera famiglia.

Compleanni . Tardivi, ma affettuosi auguri a M dall’Asso-ciazione “Il Centro Storico”.

. Anche se in ritardo, buon Compleanno a dai fratelli Simone e Silviano.

a . Buon compleanno a da Franco, Anto-nella ed Erick.

. compie gli anni. Un grande bacio da tut-ta la famiglia.

1 . Buon compleanno a V N da Valentina,mamma e papà.

1 . Ai miei due amici n e un grande buon compleanno dall’amico Angelo.

11 . Tanti auguri di buon compleanno a daChiara, mamma e papà.

Tantissimi auguri a da Samuele e Chiara. 8 Ad A la zia più simpatica che ci fa tantiregalini, un affettuoso buon compleanno da Chiara e Samuele.

. Buon compleanno ad da Daniele. . Buon compleanno a da Giulia. 7 a . Tanti auguri di buon compleanno ad dalla famiglia.

. Tanti auguri a D per il suo compleanno dal-la famiglia.

. Con simpatia tanti auguri a da Gio-vanna.

. Buon compleanno a V da Vale. . Tanti Auguri ad A dalla famiglia e daisuoi dolci nipotini.

. Buon compleanno a z dalla famiglia. 7 . Una stretta di mano, un bacio sulla fronte e un girotutt’intorno il giorno del compleanno di v da Giuliae Valentina.

Buon compleanno ad dalle nipotine Giu-lia e Rossana.

Rinomata Macelleria

COCCIAVia XX Settembre, 13 - S. Felice Circeo - Centro storico

tel. 0773.546454

i ie erLuigina Bartelloni

Piazza Vittorio Veneto S. FELICE CIRCEOCentro Storico - tel. 0773.548292

Avviso di convocazione assembleaÈ convocata, per il giorno , l’assembleaordinaria dei Soci dell’Associazione culturale “Il Centro Storico” di SanFelice Circeo.L’assemblea si terrà presso il O .

O

Consuntivo attività 2006/2007Dimissioni / nomina Presidente e DirettivoAttività 2007/2008Campagna Soci 2007/2008Varie

Il presente comunicato vale come avviso di convocazione per tutti i Soci.L’assemblea è aperta anche ai cittadini simpatizzanti dell’Associazione.

Il PresidenteAlessandro Cresti

Compleanno . Cara mamma a a siamo arrivati ai 90! Ti facciamo in-

finiti auguri: Nicoletta, Carla e Rita; a noi si uniscono i generi, i nipoti Riccar-do, Chiara e Caterina e tutti i parenti e gli amici.

Pa u hi ra

V V 7 a


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