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Non fare la cosa giusta

Date post: 29-Mar-2016
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Estratto dal romanzo di Alessandro Berselli "Non fare la cosa giusta " 2010
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Page 1: Non fare la cosa giusta
Page 2: Non fare la cosa giusta

Odio gli zingari.Quelli che stanno ai semafori, e ti lavano i vetri. E se dici di no ti sputanosulla macchina. Bastardi. Al semaforo di via Stendhal ce ne sono addirittura due. Un uomo e una donna. Lui

“Per piacere, signore, dammi una moneta” Parassiti.Ogni volta che si avvicinano vorrei venir giù dalla AUDI e far loro del male.E’

di

Bevono, fumano, ridono. Nella vita non fanno nient’altro. Li odio gli zingari.Dio, quanto li odio. La donna è ferma, adesso, appoggiata alla macchina davanti. Se il tizio del BMWle dà qualcosa, allora è fatta. Ma se resta rosso e quello manco si gira, non

La guardo.Indossa solo una maglietta. E’ giovane, carina. Solo che è una zingara. Nonfarei mai l’amore con una zingara.

Quanti anni ha? Venti? Venticinque? Glielo chiedo. “Diciassette”, mi risponde. Diciassette.L’età che aveva tua madre la prima volta che abbiamo fatto sesso. Com’erastataquella volta? Non ricordo. Bella, credo. “Dammi qualcosa, dai. Per mangiare” Non l’ascolto. Non mi giro. Lei continua a parlare e io continuo a pensare. Atua madre. Che strana associazione. D’altronde i pensieri mica si controllano.Vanno, vengono, e si fermano quando decidono loro. Questo si è fermato. Equindime lo tengo. Io e tua madre. Estate dell’ottantatre. La zingara insiste. Faccio NO con la testa. Ti prego, signore. Sempre NO con latesta.

“Va bene, santo Dio. Va bene” Abbasso il vetro. Le lascio un euro. La sua mano prende la mia mano. Le ditasono nere, le unghie sporche. Mi apre il palmo, me lo accarezza.

“Questa è linea della vita e questa è linea dell’amore”

Page 3: Non fare la cosa giusta

Non fare la cosa giusta Alessandro Berselli

Prezzo euro 15,00 Pagine 240Isbn 978-88-8372-502-9

Non me ne frega niente, non voglio farmi leggere la mano. Voglio partire, ma nonposso farlo. Semaforo sempre rosso, e tre macchine davanti. “Tu non sei uomo felice” Pochi secondi e diventa verde. La gente suona ma a questo punto non me neimporta. Devo sapere, deve parlare.

felice? “Allora?!” La zingara si allontana, si mette la moneta in tasca, ritorna verso l’uomo. “Ti ho detto, allora?!”

linea spezzata da un qualcosa che neanche una zingara ha avuto il coraggio diconfessarmi.Scendo, la inseguo, ma quella niente. Comincia a correre, molto più forte diquanto possa fare io. L’uomo mi guarda, e ride, e scuote la testa. Ho vogliadiucciderlo, maledizione. “Che cosa ridi?” Rumori, automobili che passano, gente che mi guarda e che mi dice di spostarmi.

una voltami sto comportando come uno stupido. Mi ha detto che non sono un uomo felice eper questo sono sceso dalla macchina. Ha tirato a indovinare, sai cosa ci vuole?Ho quarant’anni, sono sposato. Mi sono già giocato metà della mia vita. Iprossimi decenni? Declino, vecchiaia, persone che mi metteranno da parte.

Non sono un uomo felice.Certo che non sono un uomo felice. Nessuno alla mia età è un uomo felice. Rientro, riparto, accendo lo stereo.Musica inutile, come tutto il resto d’altronde.

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