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Nord Italia Transplant (NITp) - Policlinico di Milano · 2017-10-05 · Al fine di migliorare la...

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Nord Italia Transplant (NITp) Riunione Tecnico-Scientifica Milano, 12 novembre 2012 A cura del Centro Interregionale di Riferimento U. O. IMMUNOLOGIA DEI TRAPIANTI DI ORGANI E TESSUTI Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Via Francesco Sforza, 35 – 20122 Milano 2012
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Nord Italia Transplant (NITp)

Riunione Tecnico-Scientifica

Milano, 12 novembre 2012

A cura del Centro Interregionale di Riferimento

U. O. IMMUNOLOGIA DEI TRAPIANTI DI ORGANI E TESSUTI Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Polic linico

Via Francesco Sforza, 35 – 20122 Milano

2012

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Relazioni Gruppi di Lavoro NITp

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INDICE

Pag. Gruppi di Lavoro NITp Rischio clinico e sicurezza del processo di prelievo e trapianto 2 Aspetti psicologici legati all’attività di prelievo e trapianto di organi e tessuti 4 Aggiornamento permanente sull’attività di reperimento e trapianto di organi e tessuti 5 Infermieri 9

• Area Coordinamento/Donazione e Trapianto NITp

Medici Legali 10 Carta dei Principi 12 Trapianto di rene 14 Trapianto di fegato e intestino 16 Trapianto di cuore 18 Trapianto di polmone 20

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Gruppo di Lavoro: Rischio clinico e sicurezza del processo di preliev o e trapianto

Coordinatore: Sergio Vesconi Segretario: Giuseppe Piccolo

Il gruppo non si è formalmente riunito, ma ha comunque continuato il lavoro intrapreso nel biennio 2010-2011. Al fine di migliorare la sicurezza del processo di donazione e trapianto, sono state implementate nel 2012 le seguenti azioni: 1) Definizione del livello di rischio del donatore di organi e tessuti: il livello di rischio

viene attribuito sulla base di un “puzzle”, costituito necessariamente da anamnesi, esame obiettivo (fisico e strumentale), esami sierologici, in applicazione delle linee-guida-nazionali. Il CIR NITp monitora h.24 la fruibilità dei dati relativi a questi elementi del puzzle e segnala proattivamente ai CRT-CLP le situazioni potenzialmente critiche.

2) L’utilizzo della rete informatica NITp, Donor Manager, è lo strumento condiviso per la documentazione della sicurezza del processo del reperimento. Il CIR, per poter attribuire il livello di rischio di ciascun donatore, verifica che tutti i campi previsti per l’anamnesi e l’esame obiettivo siano compilati dagli ospedali di prelievo o dai CRT, prima che le equipes chiurgiche entrino in sala. In mancanza di o uno o più di tali emementi, il CIR invita al loro completamento, informatico o cartaceo. Se le informazioni necessarie non giungono al CIR, viene dato al donatore un livello di rischio “non valutabile”. Per evitare eventi avversi derivanti da un errato caricamento dei dati del donatore, il CIR richiede di rendere disponibili i referti del gruppo sanguigno e dei markers virali (come allegati in Donor Manager o via fax).

3) Dal 2 maggio 2012, Donor Manager è anche lo strumento condiviso di gestione delle liste d’attesa in area NITp, che ne condiziona il successivo invio dei dati al SIT.

Sempre per evitare eventi avversi da errati caricamenti di dati critici, il CIR richiede di rendere disponibili i referti del gruppo sanguigno e dei markers virali dei pazienti che entrano in lista d’attesa.

4) Per contenere il rischio di trasmissione di infezioni da batteri multi o pan resistenti dal donatore ai riceventi, i CRR e il CIR NITp hanno concordato un flusso di applicazione delle indicazioni CNT trasmesse nel febbraio 2012 (vd. studio DRIN), riprese poi nell’aggiornamento delle linee-guida nazionali sull’idoneità del donatore del 9 agosto 2012.

5) Per evitare ritardi nella comunicazione di rete di referti relativi ad accertamenti autoptici qualora condotti nel donatore di organi e tessuti, il CIR verifica che il campo “autopsia” sia compilato in Donor Manager prima di confermare il livello di rischio ai centri trapianto. Nei casi in cui sia stato previsto un riscontro autoptico in assenza di indicazioni cliniche specifiche, viene richiesta dal CIR e comunicata ai centri trapianto la tempistica prevista per il referto macroscopico del riscontro autoptico.

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6) Per assicurare la fruibilità di tutti i dati del donatore caricati in Donor Manager i CRR e i centri trapianto NITp attendono la “visione in chiaro” e in tempo reale, che Softime* ha previsto per il 12 novembre p.v.

7) Per rendere i nodi della rete informati degli aggiornamenti dati apportati dagli operatori durante la gestione del donatore o dei riceventi in lista, è stato chiesto a Softime di inserire degli “alert” in Donor Manager, non ancora disponibili.

*Software-house che ha prodotto Donor Manager alla fine degli anni 90.

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Gruppo di Lavoro: Aspetti psicologici legati all’at tività di prelievo e trapianto di organi e tessuti

Coordinatore: Gabriella Biffa Segretario: Maria Teresa Aurelio

Gabriella Biffa (Coordinatore), Maria Teresa Aurelio (Segretario), Silvia Bellapi, Elisa Maria Colombo, Francesca Ferri, Lorella Fontana, Laura Gangeri, Laura Sofia Masolo, Rita Nobili, Angela Margherita Sacchi, Ambra Sala, Clara Travaglini, Biancarosa Volpe, Pietro Zoncheddu, Claudia Pizzi. Il Gruppo di Lavoro “Aspetti psicologici legati all’attività di prelievo e trapianto di organi e tessuti” ha mantenuto anche per l’anno in corso la continuità della presenze e dell’impegno dei partecipanti. L’ elemento continuità è risultato fondamentale per evitare dispersioni di energie e per il raggiungimento degli obiettivi che il Gruppo annualmente si prefigge. Le riflessioni critiche e propositive che emergono dallo scambio e dal confronto tra le diverse esperienze professionali, nell’ambito del sistema donazione-trapianto, sono la fonte energetica per tale impegno. Nel corso dell’anno 2012 l’attenzione è stata focalizzata sul tema dell’aderenza. L’esperienza pluridecennale acquisita da alcuni membri del Gruppo, sia in area clinica sia in area gestionale ed organizzativa, ha evidenziato quanto proprio l’aderenza al programma di cure sia fattore rilevante nel determinare l’esito del trapianto. Già a partire dal 2011, il Gruppo ha avviato un progetto di ricerca e di studio con la Dott.ssa Giuseppina Majani ed i suoi Collaboratori del Servizio di Psicologia della Fondazione Maugeri di Montescano (PV). A tal fine sono state realizzate schede di rilevazione dell’ aderenza specifiche per pazienti in lista d’attesa e trapiantati. La revisione della letteratura, sia connessa all’ elaborazione delle schede sia legata all’approfondimento della tematica da un punto di vista multidisciplinare, ha suggerito la programmazione di un momento di confronto e di approfondimento riguardante l’ aderenza e le sue implicazioni nei percorsi di cura, da rivolgere a tutti gli Operatori che in area NITp si occupano del paziente nelle fasi pre e post trapianto. Il Gruppo ha così organizzato una Giornata di Studio intitolata “Aderenza e qualità delle cure nel trapianto di organi: dinamica dell’integrazione psiche-soma nella pratica clinica” che si svolgerà a Milano, il 30 novembre 2012 presso l’Aula Magna della Clinica del Lavoro della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Via San Barnaba 8. Oltre a ciò, e coerentemente con l’approfondimento teorico fatto tramite una rivalutazione critica della letteratura, si è giunti alla stesura del protocollo per lo studio multicentrico già preventivato nel 2011. Per poter realizzare uno studio che non aggravasse il carico di lavoro di ciascun Operatore si sono attentamente valutati gli strumenti psicodiagnostici già utilizzati dai componenti del Gruppo. L’obiettivo e l’auspicio del Gruppo è che questo studio possa rendere omogenei in area NITp l’approccio alla valutazione dell’aderenza alle terapie, l’attenzione alle cause della mancata aderenza e la capacità di predizione dell’influenza di fattori soggettivi (cognitivi, comportamentali, motivazionali, aspettative, sentimenti, ecc) nell’esito dei trapianti di organi solidi. Anche quest’anno il Gruppo di Lavoro ha richiesto ed ottenuto l’accreditamento ECM.

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Gruppo di Lavoro: Aggiornamento permanente sull’attività di reperimento e trapianto di organi e tessuti

Coordinatore: Alessandra Feltrin Segretario: Maria Teresa Aurelio

Il lavoro del Gruppo “ Aggiornamento permanente sull’attività di reperimento e trapianto di organi e tessuti” si caratterizza per il continuo impegno dei partecipanti ad approfondire le tematiche legate agli aspetti motivazionali e di integrazione organizzativa del personale, con particolare attenzione al potenziamento delle abilità comunicative, del lavoro in gruppo e della leadership. Partire dai bisogni reali degli operatori sanitari è fondamentale per la progettualità del gruppo e per poter contribuire così a una funzionale programmazione formativa. In quest’ottica si inserisce il progetto di ricerca-intervento attuato durante il corso del 2012. • Focus sul procurement: indagine esplorativa in area NITp A un decennio dall’istituzione della rete dei Coordinamenti che ha dato nuova organizzazione e operatività del sistema trapianti, il gruppo di lavoro della formazione ha proposto al Direttivo del NITp un progetto finalizzato a indagare in profondità vari aspetti del processo di donazione e trapianto e a far emergere il punto di vista degli operatori in esso coinvolti. Alla base della proposta vi è la concezione della formazione come leva organizzativa, volta a favorire la partecipazione di tutti gli operatori e il coinvolgimento dei diversi nodi della rete, per veicolare il messaggio che ogni operatore, in quanto “esperto”, può offrire una rappresentazione della realtà, utile a individuare aree e strategie di miglioramento e può così essere agente di cambiamento del sistema. Gli obiettivi specifici dell’iniziativa sono: - far emergere i problemi connessi al processo di donazione e trapianto e i bisogni del personale e approfondire le tematiche della sicurezza e della gestione del rischio clinico, soprattutto nei termini di potenziamento delle abilità “non tecniche” (comunicazione, lavoro in gruppo e leadership, definizione e integrazione dei ruoli, etc.) - raccogliere materiale di ricerca che permetta di pianificare azioni future, non solo di formazione ma anche sul piano organizzativo e procedurale; - valorizzare l’esperienza degli operatori che lavorano nel sistema, le opinioni, le critiche e le proposte che da loro possono derivare per migliorare l’organizzazione e rafforzare la rete, con particolare riferimento agli aspetti motivazionali del personale. La metodologia scelta per realizzare tali obiettivi è il Focus Group: una tecnica di rilevazione basata sulla discussione tra un piccolo gruppo di persone, considerate esperte nella materia, alla presenza di uno o più moderatori, focalizzata su un argomento che si vuole indagare in profondità. Si tratta di un metodo di ricerca qualitativo, che utilizza la conversazione tra i partecipanti e l’analisi delle interazioni tra loro per comprendere un fenomeno nella sua complessità. L’attenzione a questi aspetti permette di trasformare lo spazio del gruppo e la libera discussione, in un luogo di creatività dove è possibile esprimere, approfondire, ma anche modificare le proprie idee. E’ infatti comune l’esperienza che partecipare a un focus group aiuti a mettere a fuoco meglio una questione e possa

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favorire la scoperta di nuove modalità per affrontarla, con esiti positivi per i singoli partecipanti. Come previsto dal piano di lavoro, sono stati realizzati 5 focus group nelle Regioni dell’area NITp, secondo il seguente schema: 20 aprile: TRENTO 30 maggio: MILANO (2 incontri) 19 giugno: PADOVA 20 giugno: UDINE A ciascun focus group hanno partecipato una dozzina di operatori provenienti da tutta la Regione interessata, scelti a caso tra professionalità dell’area medica, infermieristica e tecnica, delle strutture implicate nell’attività di prelievo e trapianto (dalle rianimazioni alla medicina legale, dai coordinamenti alla microbiologia, dalle sale operatorie all’anatomia patologica). L'organizzazione degli incontri, alla quale hanno provveduto i Coordinamenti regionali, è stata molto efficiente; i partecipanti si sono sentiti coinvolti e hanno manifestato interesse e soddisfazione, soprattutto in relazione alle caratteristiche dell’iniziativa, segno della centralità degli operatori nel percorso. Grazie alla collaborazione tra l’Università degli studi di Bergamo, l’USSD di Psicologia Clinica degli Ospedali Riuniti e la USSA Coordinamento Prelievo e Trapianto d'organi e Tessuti della Provincia di Bergamo, il materiale ottenuto dai focus è stato elaborato con apposito programmi statistici : ANALISI TESTUALE ATLAS.ti (programma progettato sia per facilitare il processo di codifica e recupero dei dati che per elaborare i modelli teorici sottostanti ai dati stessi, attraverso l'individuazione di nessi logici tra i codici emersi) e ANALISI TESTUALE T-Lab (programma che crea dei raggruppamenti semantici sulla base dell’elaborazione statistica delle co-occorrenze applicate a un modello linguistico: i raggruppamenti semantici vengono rappresentati in un sistema di coordinate che rende possibile, mediante elaborazioni successive, determinare assi discorsivi su cui si struttura il testo) • Risultati preliminari dell’indagine Gli esiti dell’analisi testuale realizzata mediante il software T-Lab ha fornito quattro cluster tematici, nuclei di significato che corrispondono alle aree di criticità del sistema, di seguito così denominati: CLUSTER 1: Accompagnare la famiglia alla donazione entro un équipe che è preparata e che ha costruito una fiducia al proprio interno rispetto all’iter seguito. Questo cluster segnala come per gli operatori l’accompagnare la famiglia alla diagnosi di morte cerebrale del proprio caro sia un processo complesso. La possibilità di giungere alla raccolta del consenso alla donazione richiede il tempo necessario alla costruzione di una relazione di fiducia con i familiari. Questo tipo di accompagnamento è facilitato quando l’équipe, nel suo complesso, è preparata, trova modalità di dialogo interno ed ha fiducia essa stessa nel progetto della donazione. CLUSTER 2: La morte cerebrale percepita come realtà consolidata sul versante scientifico ma anche come esperienza di confine tra vita e morte, nelle rappresentazioni. La morte cerebrale è considerata come difficile da visualizzare fino in fondo dato il permanere di molti segnali del corpo che ricordano la condizione dell’essere vivo (il

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respiro, il colorito, il calore del corpo …). Questo aspetto, che riguarda spesso anche gli operatori, colpisce in primis la famiglia. Per tale ragione affrontare il tema della morte cerebrale richiede estrema chiarezza e preparazione nella comunicazione. CLUSTER 3: Carichi di lavoro e suddivisione dei compiti nel pr ocesso di donazione. Questo cluster descrive il processo della donazione come un’attività che si sovrappone a quella ordinaria, recando con sé un incremento dei carichi di lavoro clinico, burocratico e relazionale. Questo aspetto chiede una specifica attenzione alle dimensioni organizzative, alla definizione dei compiti e alle risorse allocate. CLUSTER 4: Le dimensioni culturali del processo di donazione. L’ultimo nucleo tematico evidenzia come il percorso finalizzato alla donazione possa essere efficace se tutte le figure professionali coinvolte riescono a rappresentare appropriatamente le reciproche posizioni e l’intero processo. Questo obiettivo dipende dalla possibilità di una progressiva sensibilizzazione del contesto culturale, esterno ma anche interno alla realtà ospedaliera. A partire dall’analisi dei quattro cluster è stato possibile identificare il significato di tre assi discorsivi soggiacenti alle parole degli intervistati. Essi sono stati così identificati: L’asse della rappresentabilità, che investe due fro nti: - quello relativo alla possibilità per familiari ed operatori di rappresentarsi la realtà del decesso su criteri neurologici quando i dati percettivi sembrano talvolta disconfermare tale evenienza; - quello connesso alla possibilità che gli operatori si rappresentino le diverse dimensioni del sistema della donazione; questi aspetti devono essere conosciuti per poter far sì che ognuno possa rintracciare un posizionamento culturale ed un ingaggio professionale adeguato. L’asse delle attenzioni, ove emerge la necessità di coniugare: - da una parte lo sforzo volto alla riorganizzazione interna del lavoro rispetto alla gestione di un’attività aggiuntiva a quella ordinaria; - dall’altra la specifica allocazione di risorse ed energie rispetto alla costruzione di un legame di fiducia con le famiglie, alla comunicazione continua e alla sensibilizzazione sia esterna che interna alle strutture ospedaliere. L’asse della fiducia e della condivisione: - sia con i familiari, che hanno bisogno di essere accompagnati entro un clima di comunicazione continua, di progressiva costruzione di fiducia e comprensione; - sia all’interno dell’équipe nei termini di consolidamento della coesione interna, comprensione, progressiva diffusione della convinzione e adesione al progetto della donazione e del trapianto. Dal lavoro di analisi si delinea dunque una bipartizione tra dimensioni di sistema ed aspetti legati al ruolo professionale, da una parte, e dimensioni emotive, personali, relazionali e di clima dall’altra. Pur all’interno di una differenziazione di questi due campi, dalle narrazioni emerge come essi siano per gli operatori inscindibili. Una non piena attenzione alle dimensioni di cura del sistema (nei termini di risorse e bisogni organizzativi) è infatti percepita come elemento che ricade criticamente anche sugli aspetti relazionali, di clima e di accompagnamento emotivo dei familiari.

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• Conclusioni L’efficienza dell’organizzazione, la partecipazione attiva e la ricchezza dei contenuti emersi, ci permettono di evidenziare un ulteriore dato, estremamente significativo, che va al di là dell’elaborazione statistica ed ha a che fare con l’impegno, la dedizione, la competenza e la consapevolezza con le quali il personale affronta questa attività. Ci proponiamo di corrispondere a tale impegno e al senso di responsabilità e di fiducia manifestati, una volta di più, dagli operatori in corrispondenza di questa iniziativa. A tale scopo si auspica la realizzazione di una giornata di approfondimento per condividere e discutere i dati ottenuti e progettare ulteriori interventi e azioni future. Non si esclude la possibilità di estendere il progetto ad altre fasi del processo di donazione e trapianti.

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Gruppo di Lavoro: Infermieri Area Coordinamento/Donazione e Trapianto NITp

Coordinatore: C. Rivoltella Segretario: Daniela Martinuzzi

Il Gruppo di Lavoro degli Infermieri di Coordinamento Donazione e Trapianto NITp quest’anno si è riunito cinque volte con l’obiettivo di garantire la condivisione dei percorsi, approfondire le modalità organizzative e gestionali dei diversi settori operativi, promuovere interventi dedicati al miglioramento della competenza infermieristica e per la continua integrazione multidisciplinare. L’attività nel corso del 2012 si è caratterizzata in particolare per la diffusione delle problematiche relative alla sicurezza del processo di donazione e trapianto, per le quali sono state presentate relazioni di aggiornamento all’ordine del giorno degli incontri. In particolare si è parlato di: • Sicurezza per il rischio di trasmissione di batteri multi- o pan-resistenti dal donatore al ricevente di organi e tessuti e rischio di eventi avversi in qualsiasi step del processo. • Strumenti di efficacia e monitoraggio dei risultati al fine di garantire un intervento mirato e tempestivo in caso d’infezione ed evitarne la trasmissione. • E’ stato inoltre recepito il metodo di assistenza relativo al mantenimento del potenziale donatore di polmoni. • Sono stati condivisi percorsi e metodi organizzativi per favorire il miglioramento del processo di Procurement. Poiché dal 2001 abbiamo assistito sia ad un aumento progressivo del numero degli infermieri nei Coordinamenti, locali, regionali e interregionali, sia all’ intensificarsi della complessità del ruolo, riteniamo opportuno ampliare il bacino di diffusione e confronto delle competenze acquisite. Inoltre data la complessità del processo ed il coivolgimento sempre più proattivo degli infermieri nella rete trapianti, abbiamo pensato di dare seguito al Convegno realizzato nel 2010 con un secondo evento in cui sia dato spazio di confronto con gli operatori del processo donazione e trapianto, per idee, motivazioni, strumenti , metodi e risultati. Pertanto il GDL sta lavorando alla progettazione di un Meeting degli Infermieri impegnati nei diversi Coordinamenti NITp e in tutte le fasi del processo, data in agenda sarà il 19 aprile 2013 presso l’Aula Magna del Policlinico di Milano. I temi suddivisi per sessioni di donazione e trapianto riguarderanno: • Le competenze avanzate degli infermieri nei coordinamenti • La sicurezza e strumenti di efficacia per l’assistenza • I processi ed i metodi di controllo: le procedure E’ prevista una Tavola Rotonda in cui siano presenti infermieri delle Regioni NITp per un confronto diretto ed uno scambio interattivo con i partecipanti. Concluderà la giornata di studio la presentazione di Mini Oral Session che daranno l’opportunità di presentare progetti particolari ed esperienze in area NITp. L’Integrazione è l’elemento fondamentale per una corretta e funzionale gestione del processo, riteniamo sia pertanto necessario confrontarci sui percorsi e sui risultati d’attività, riteniamo che la condivisione/scambio e la collaborazione siano infatti gli elementi cardine del nostro programma.

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Gruppo di Lavoro: Medici Legali Coordinatore: Nicoletta Cerri Segretario: Tullia M. De Feo

Come ormai da più anni precisato, gli specialisti in medicina legale che collaborano con il NITp, aiutano i colleghi delle varie branche trapiantistiche a conciliare il sapere medico e le situazioni cliniche con la norma giuridica. La medicina legale, infatti, tratta notoriamente “de rebus medicis sub specie juris”. Pertanto, anche nel corso di quest’ultimo anno, i medici legali sono intervenuti a dipanare e, ove possibile, risolvere i problemi e i quesiti, che si sono presentati durante il percorso donazione-trapianto, sia nei centri trapianti di competenza lavorativa di ogni singolo specialista, sia in tutti i centri afferenti al NITp. Il fine è sempre stato quello di affrontare le differenti questioni nel pieno rispetto delle leggi in vigore e del codice deontologico. Quale esempio della nostra attività, presentiamo succintamente un caso proposto all’attenzione dei medici legali. In un Centro Trapianti un paziente fu sottoposto a trapianto di fegato da cadavere. Il riscontro autoptico, eseguito sul donatore, rivelò la presenza di un polipo cancerizzato del colon. Dopo esser stati acquisiti i pareri della second opinion anatomo-patologica, il parere dello specialista oncologo, nonchè il giudizio clinico dei chirurghi trapiantatori, fu deciso di non sottoporre a re-trapianto il ricevente, stante il basso rischio di trasmissione neoplastica, probabilmente inferiore al rischio di mortalità, a cui si sarebbe esposto il paziente con un secondo trapianto di fegato, ma di seguire uno specifico follow-up. Il ricevente non fu subito messo al corrente dai clinici della sua situazione clinica per espresso volere della famiglia. Gli specialisti del centro trapianto ritennero di preparare, per questo motivo, un consenso ad hoc, nel quale si precisava che i familiari (moglie e figli) del paziente, esprimevano parere non favorevole al re-trapianto dell’ organo di donatore portatore di pT1 iniziale colico ed optavano per un trattamento conservativo con rigido follow-up del graft impiantato. Inoltre in tale consenso veniva precisato che i familiari si raccomandavano, considerate le condizioni cliniche del congiunto e l’inevitabile fragilità psicologica contingente del paziente, di non comunicare le problematiche del donatore al ricevente nella fase del decorso post-operatorio, rimandando la comunicazione ad un momento più opportuno, per non minarne le capacità di recupero clinico. Esaminato il caso, i medici legali ritennero non conforme ai principi deontologici la mancata, immediata informazione al paziente e legalmente inaccettabile un consenso dei familiari, ciò a fronte di un paziente “compos sui”, assolutamente capace di scegliere e di autodeterminarsi. Per cui fu suggerito di non utilizzare il modulo di consenso preparato, disattendere la volontà dei familiari e di informare, ovviamente con le dovute cautele il paziente, pur fragile, di quanto accaduto. Nel corso dell’anno è stato pure affrontato il problema della “medical futility”, argomento che è poi stato presentato al convegno della SISQT. La decisione sull’accettabilità del rapporto tra costi e benefici necessita sempre un’attenta

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valutazione e la relazione medico-paziente diventa indubbiamente il luogo necessario e imprescindibile per tale decisione. Se in via generale, per il trapianto vale ciò che vale per la medicina tutta, cioè che l’ultima parola spetta al paziente, vi sono situazioni e casi particolari, in cui l’ultima parola compete al medico. In tali casi con una decisione unilaterale, il medico decide che non sia accettabile proporre l’intervento al paziente, al quale viene quindi preclusa la possibilità di decidere. E’ proprio questa la prospettiva che rientra in quella che in letteratura si definisce ”medical futility”, situazione che deve essere attentamente ponderata sia sotto il profilo medico-legale che etico-deontologico. Per la Lombardia, nel corso dell’anno, si è provveduto per quanto attiene alla partecipazione dei medici legali, alla riorganizzazione delle commissioni di parte terza secondo quanto previsto dal decreto 15 aprile 2010 n. 116. Inoltre, sempre secondo quanto previsto dallo stesso decreto, si è intrapreso l’esame non solo dei donatori, ma anche dei riceventi, al fine di valutare l’assoluta libertà decisionale del donatore, svincolata da qualsiasi forma di violenza o coercizione e la compiuta, esaustiva informazione in merito al trapianto-dono, sia del donatore, che del ricevente.

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Gruppi di Lavoro: Carta dei Principi Coordinatore: Mario Picozzi

Segretario: Claudia Pizzi

Componenti: Biffa Gabriella, Borgo Melania, Conti Adelaide, De Feo Tullia, Pegoraro Renzo, Piccolo Giuseppe, Piga Antonella, Rossini Giuseppe. Il gruppo di lavoro “CARTA DEI PRINCIPI”, che è stato integrato con nuove figure e competenze, nel corso di quest’anno, ha scelto di ragionare sulle problematiche connesse al rapporto tra donazione da cadavere e da vivente. Il tema è risultato essere di particolare attualità, considerando anche il fatto che, il 13 settembre scorso, il Senato ha dato all’unanimità il via libera definitivo al disegno di legge 3291 Norme per consentire il trapianto parziale di polmone, pancreas e intestino tra persone viventi. Il gruppo di lavoro ha valutato la questione generale del rapporto tra donazione da cadavere e da vivente osservando come, in Italia, il vivente non è più una componente aggiuntiva del trapianto d’organi, come accadeva inizialmente, essendo col tempo divenuto un qualcosa di complementare. Si può lungo questa traiettoria arrivare a considerare il trapianto da vivente alternativo se non sostitutivo di quello da cadavere. Si è convenuto che questi passaggi devono essere criticamente esaminati poiché, se il vivente può essere una risorsa addizionale al cadavere in un contesto di difficoltà nel reperimento degli organi, occorre comunque valutare le caratteristiche della donazione da vivente e come queste possano influire sulla donazione da cadavere. Solo in un secondo momento, dopo aver definito il rapporto tra donazione da cadavere e da vivente, il gruppo affronterà l’analisi delle diverse modalità con cui si può realizzare il trapianto da vivente, rivolgendo un’attenzione particolare anche alle forme meno comuni (cross-over, buon samaritano). Il gruppo di lavoro ha constatato che la differenza essenziale tra la donazione da cadavere e quella da vivente risiede nel fatto che il cadavere si consegna alla comunità secondo un principio di solidarietà, mentre il vivente sceglie a chi donare il proprio organo. Se da un lato appare legittimo e pertinente riconoscere e valorizzare il significato della donazione in vita ad una persona legata da una relazione affettiva, dall’altro occorre evitare che la discrezionalità nella scelta si trasformi in uno scadimento della donazione da cadavere verso lo sconosciuto o in una volontà di predeterminare il ricevente anche nella donazione da cadavere. La comunità dei trapianti evidenzia come il singolo, con gesto di riconoscenza verso l’intera comunità, affidi i suoi organi a quella stessa comunità che stabilirà criteri equi e trasparenti per la loro assegnazione. Se il trapianto da vivente è risorsa aggiuntiva rispetto al cadavere – come attesta il Codice italiano di deontologia medica all’articolo 41- va tenuta presente e valutata la sua rilevanza in termini antropologici e culturali. Si è evidenziato come non tutti i centri prospettino la possibilità del trapianto sia da cadavere che da vivente. I pazienti devono ricevere un’adeguata informazione indipendentemente dalla policy delle singole strutture ospedaliere anche se, ad oggi, non esistono linee guida condivise per quel che concerne le informazioni che donatori e riceventi debbono ricevere.

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I criteri utilizzati nel vivente e nel cadavere per l’inserimento in lista e per l’assegnazione dovrebbero attentamente essere valutati, tenuto conto della diversità tra rene e parte di fegato. Al trapianto di rene da vivente possono avere accesso quei soggetti che ancora non sono entrati in dialisi: quando il trapianto per diverse ragioni non si realizzi, tali paziente possono entrare in lista d’attesa per un trapianto da cadavere, pur non essendo in dialisi e quindi non rientrando nei criteri di inclusione? Nel caso in cui si rendesse disponibile un fegato da cadavere, può il ricevente optare ancora per il vivente? A chi compete decidere? Qual è il grado di discrezionalità accettabile per i singoli centri? Si ricorda che l’art. 9 della Convenzione di Oviedo - Protocollo addizionale relativo al trapianto degli organi e di tessuti di origine umana - attesta che “Il prelievo di organi o tessuti da persona vivente può essere effettuato solo per il beneficio terapeutico del ricevente e a condizione che non si disponga di alcun organo o tessuto adatto di persona deceduta, né di altro metodo terapeutico alternativo di efficacia paragonabile”. Alla luce delle riflessioni emerse, il gruppo di lavoro ritiene che solo un rapporto complementare tra donazione da cadavere e da vivente possa sostenere e tutelare il sistema trapianti.

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Gruppi di Lavoro: Trapianto di Rene Coordinatori: Luigino Boschiero e Angelo Nocera

Segretari: Francesca Marangoni e Giuseppe Rossini

Nel 2012 il gruppo di lavoro ha affrontato e discusso i seguenti argomenti: • Lista “Unica” Nazionale Su mandato del Tavolo Tecnico del CNT era stato istituito un gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei diversi gestori di lista (CRT e CIR) per lo sviluppo di un applicativo di gestione della lista d’attesa come unico strumento di comunicazione con il SIT in ottemperanza alle indicazioni della lista unica nazionale. L’applicativo informatico acquisito in accordo con il CNT (Donor Manager) è entrato in vigore il 1 maggio 2012. Nel corso delle riunioni svolte nel 2012 è stato ampiamente descritto l’applicativo, dando la possibilità ai Centri di confrontarsi e di ricevere chiarimenti sul nuovo strumento informatico, in via di miglioramento soprattutto per quanto riguarda la migrazione delle iscrizioni in d’attesa fino al 1 maggio e dei pazienti già trapiantati, fino ad ora gestiti nel sistema informatico del CIR (Trapnet). Dal punto di vista operativo il CIR NITp prosegue temporaneamente a gestire la lista d’attesa in doppio (Donor Manager e Trapnet). In prospettiva gli aggiornamenti clinici saranno di esclusiva competenza dei centri trapianti o dei CRT, mentre il CIR si farà carico dell’inserimento e dell’aggiornamento continuo dei dati immunologici (tipizzazioni e ricerche di anticorpi), visibili in ogni momento da parte dei Centri Trapianto. I centri Veneti sottolineano che il nuovo applicativo non consente la doppia iscrizione nella stessa regione, eliminando di fatto un’ opportunità finora esistente per i pazienti veneti . Lo stesso dicasi per i pazienti con indicazione al trapianto combinato rene e pancreas che finora si potevano iscrivere in 2 centri. Queste istanze saranno oggetto di valutazione congiunta da parte del CRt Veneto, del CIR e del Consiglio Direttivo. • Proposta di studio per ottimizzare l’uso di reni da donatori anziani con criteri

istologici allargati: trapianto di rene in singolo con score 4 e in doppio con score 5-7

Questo argomento è stato lungamente discusso nel corso dell’anno alla luce dei risultati dello studio multicentrico (protocollo NITp 2003) sull’utilizzo dei reni di donatori > 60 anni (già inviato per la pubblicazione). Lo studio multicentrico, il cui protocollo è in via di stesura, intende valutare se l’applicazione di criteri istologici meno restrittivi per la selezione e l'allocazione dei reni da donatori anziani si traduca concretamente in maggiore possibilità di accesso al trapianto per pazienti anziani in lista d’attesa senza penalizzarne l’outcome. SI andrà ad osservare i risultati dei trapianti con reni con score 4 assegnati in singolo, confrontandoli con quelli con score 3. Lo score per il DKT pertanto comprenderà di conseguenza il grading 5 – 7. Questi criteri vengono già seguiti da alcuni Centri. Lo studio sarà formalizzato nel 2013. • Programma di trapianto da donatore NHB Già da qualche hanno il Centro Trapianti di rene di Pavia ha attivato un programma di trapianto di rene da donatore NHB. In coda ad una riunione del gruppo di lavoro si è svolto un breve incontro promosso dal Centro di Pavia per esportare la propria esperienza in altre realtà ospedaliere e per garantire l’ottimale l’utilizzo dei reni prelevati da questo tipo di donatori. Sono stati coinvolti preliminarmente i centri

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milanesi (per la logistica) e Varese, che ha già dispone di una macchina per la riperfusione. Si è deciso, riguardo l’arruolamento dei riceventi, di escludere i pazienti iperimmuni, con storia di precedente/i trapianto, o per i quali l’eventuale lunga degenza conseguente alla DGF potrebbe costituire un ulteriore fattore di rischio. Per quanto riguarda il consenso informato verrà distributivo il protocollo con il consenso informato di Pavia da sottoporre ai soggetti in lista d’attesa negli altri centri trapianto coinvolti. Nell’arruolamento dei pazienti si terrà in considerazione anche la distanza del domicilio dal centro, che può condizionare i tempi di ischemia. • Arruolamento nei protocolli nazionali Si ricorda ai centri trapianto l’importanza di arruolare i pazienti nei programmi che permettono l’utilizzo dei donatori HCV e HbSAg positivi offrendo così a questa categoria di riceventi una concreta chance di ridurre il tempo d’attesa in lista. • Proposta di semplificazione del percorso di valutaz ione d’idoneità dei reni al

trapianto in doppio. L’utilizzo di reni da donatori con criteri allargati per età richiede la disponibilità in tempi rapidi del risultato della valutazione istologica e di una procedura di assegnazione che tenga conto anche dei tempi d’ischemia. Pertanto si è concordato che: a) se l’ospedale sede del donatore non è sede di trapianto ma è autonomo nel prelievo dei reni, verrà chiesto al chirurgo prelevatore locale la disponibilità ad eseguire la biopsia renale secondo gli standard del Centro Trapianti che si farà carico della lettura della biopsia o in alternativa in base all’esperienza del chirurgo prelevatore b) se l’ospedale sede del donatore esegue trapianti di doppio rene, ma non ha riceventi idonei, gli verrà chiesta la disponibilità ad eseguire la lettura della biopsia renale c) sarebbe auspicabile che negli ospedali attrezzati per la lettura della biopsia renale per il trapianto di doppio il chirurgo esegua la biopsia al tavolo operatorio prima di iniziare il prelievo degli organi ; ciò consentirebbe di disporre del risultato dello score istologico appena dopo il prelievo degli reni d) se non espressamente richiesto i reni dovranno viaggiare in due contenitori separati. e) sarebbe auspicabile gli ospedali organizzati per la lettura della biopsia assicurino che la refertazione delle biopsie renali avvenga il prima possibile. Vista la disparità delle realtà presenti nei diversi Centri trapianto e sedi di prelievo questo argomento verrà riprese nelle prossime riunioni. P.S. Il gruppo dei centri lombardi preliminarmente coinvolti si è successivamente riunito presso la sede assessorile del CRT. AL 30/09/12 risultano in lista d’attesa per un trapianto di rene da donatore a cuore fermo 107 pazienti, di cui 65 a Pavia, 24 a MI-Niguarda, 15 a MI-S.Raffaele, 3 a Mi-Policlinico.

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Gruppi di Lavoro: Trapianto di Fegato e Intestino Coordinatore: Patrizia Burra Segretario: Tullia M. De Feo

Durante l’anno 2012 il Gruppo di Lavoro, riunitosi 2 volte, ha affrontato i seguenti aspetti: • Trapianti e lista d’attesa fegato Il resoconto al 31 agosto 2012 conferma un modesto incremento, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per quanto riguarda il numero di donatori segnalati (516 nel 2012 vs 473 nel 2011) e donatori utilizzati (320 nel 2012 vs 304 nel 2011). Incrementati anche i trapianti totali (866 vs 846) che mostrano un segno positivo per tutte le tipologie di organo anche se, in assoluto, l’incremento significativo resta quello a carico di fegato (288 vs 272) e rene (467 vs 453). Il dato riflette l’incremento dell’età media dei donatori che al momento, in area NITp, è pari a 57.3 anni rispetto a 56.3 dello scorso anno. Nonostante l’ incremento dell’età dei donatori la percentuale di trapianti split si è mantenuta intorno al 13%. La lista d’attesa per trapianto di fegato NITp si è lievemente ridotta ma senza significative variazioni nella disomogeneità numerica tra centri. • Aggiornamento “Protocollo Trapianto di Fegato e Int estino NITp” E’ stata operata una revisione del protocollo NITp le cui variazioni salienti sono state: - età di inserimento in lista d’attesa : il limite di 65 anni, ritenuto sinora indicativo per l’inserimento in lista, non appare più adeguato come confermato dalla numerosità delle richieste di deroga. E’ stato pertanto condiviso da tutti i Centri che l’età indicativa può essere innalzata a 70 anni, ferma restando la necessità di un adeguato approfondimento dello studio delle comorbidità notoriamente associate all’incremento dell’età - rotazione di area lombarda : la rotazione, storicamente, è stata basata sull’ordine alfabetico dei Centri (Bergamo, Milano Niguarda, Milano Policlinico, Milano Tumori). L’allocazione dei donatori reperiti in area lombarda viene eseguita seguendo la rotazione e, se un centro rifiuta, l’offerta viene fatta al successivo. I centri con una lista d’attesa numericamente esigua frequentemente si trovano a dover rifiutare per mancanza di riceventi “avvantaggiando” il centro successivo se questi ha una lista d’attesa numerosa. Dai dati annuali richiesti dal CNT, relativi agli indici di accettazione/rifiuto da parte dei centri trapianto di fegato, è emersa una disparità in parte imputata alla distribuzione alfabetica. I Centri lombardi hanno condiviso che, per eliminare questa disparità, la rotazione di area lombarda, una volta all’anno, venga invertita. Per il primo anno la rotazione è stata invertita dal 1 giugno 2012 e cambierà il 1 gennaio 2014. • Iscrizione “Lista d’attesa unica nazionale”: illust razione e simulazione della nuova modalità di iscrizione on line in lista d’at tesa Dal maggio 2012 è attivo il nuovo sistema di gestione della lista di attesa con il programma Donor Manager che trasferisce in tempo reale gli inserimenti e le variazioni della lista d’attesa al Sistema Informativo Trapianti (SIT) del CNT, detentore unico in tempo reale di tutte le liste a livello nazionale. Da tale data i CTX

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sono tenuti a caricare le nuove iscrizioni a video compilando almeno i campi obbligatori. Ogni iscrizione ed ogni variazione di lista richiede di essere validata da parte del CIR per essere attiva. Per valutare la piena funzionalità dl sistema è stato previsto un periodo pilota di utilizzo in doppio dei due sistemi Trapnet e Donor Manager e, pertanto, sarà ancora necessario un invio cartaceo di ogni iscrizione/variazione. Il Gruppo di lavoro ha chiesto di modificare la dizione “Lista Unica” in “ Iscrizione in lista unificata”. • Graft vascolari per il trapianto di fegato: traccia bilità e gestione del rischio clinico I chirurghi del fegato hanno evidenziato la problematica relativa alla possibilità di trattenere, anziché inviare alla Banca dei Tessuti Vascolari, i segmenti vascolari del donatore prelevati e non utilizzati nel trapianto di fegato. La normativa attuale, infatti, prevede che il percorso del tessuto vascolare sia tracciato dal prelievo sino allo smaltimento, attraverso le Banche. Molti CTX, invece, in passato li hanno conservati nelle emoteche e, a volte, utilizzati successivamente per re-interventi sul ricevente o su altri pazienti, con risultati ritenuti migliori rispetto a quelli ottenuti utilizzando segmenti vascolari congelati forniti dalle Banche. Per identificare un percorso del tessuto vascolare che includa anche i CTX mantenendo tracciabilità e sicurezza, un gruppo ristretto di chirurghi redigerà un documento tecnico che, sottoposto e approvato dal Gruppo di Lavoro, verrà proposto alle Banche dei Tessuti e al CNT. • Aggiornamento Studi Collaborativi L’attività scientifica del Gruppo di lavoro è stata particolarmente soddisfacente, in particolare: CONCLUSI - Studio sulla valutazione e confronto di morbilità e mortalità nei riceventi di lobo epatico destro da split adulto/adulto da donatore c adavere: in pubblicazione sulla rivista Annals of Surgery - Studio sul ritrapianto di fegato: in pubblicazione sulla rivista PlosOne IN CORSO - Studio prospettico randomizzato sull’HCC oltre i criteri di Milano sottoposto a downstaging (trial XXL) - Recidiva di cirrosi biliare primitiva dopo trapia nto di fegato - Transplant benefit PROPOSTI - Ruolo della mutazione I148M del gene PNPLA3 (Patatin like phospholipase domain containing-3) nella ricorrenza dell’epatite cronica HCV correla ta dopo trapianto di fegato

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Gruppo di lavoro: Trapianto di Cuore Coordinatore: Roberto Fiocchi

Segretario: Elena Benazzi Dopo la riunione Tecnico Scientifica di Ancona, il Gruppo si è riunito due volte, in data 8 febbraio e 15 maggio 2012. Il Gruppo ha collaborato sui seguenti progetti e avanzato le seguenti proposte di lavoro: • Strategie per un miglior recupero di cuori La costante flessione del numero di donatori utilizzati per trapianto di cuore negli ultimi due anni e l’osservazione che la percentuale di utilizzo del cuore rispetto al totale dei donatori utilizzati non è omogenea nelle diverse regioni del NITp hanno suggerito una revisione e un confronto delle principali caratteristiche tra i donatori proposti, utilizzati e non utilizzati per cuore, distinguendo le cause di non utilizzo cardiache da quelle non cardiache. I principali parametri presi in considerazione sono stati l’età media e mediana del donatore, la causa di morte, il numero di giorni in terapia intensiva e il supporto inotropo, con particolare riguardo alla noradrenalina. Dall’analisi dei dati è emerso che il gruppo di donatori rifiutati per cause cardiache ha un’età media e mediana maggiore di circa dieci anni rispetto agli utilizzati, l’impiego di noradrenalina non appare diverso nei due gruppi, mentre il rapporto tra i donatori utilizzati e non utilizzati per cause cardiache è disomogeneo nelle diverse regioni. In base a queste osservazioni il gruppo propone un protocollo di attenzione alla segnalazione del donatore in tutto il percorso di donazione, dal momento della tempesta neurovegetativa al momento del prelievo, auspicando in alcune situazioni la possibilità di una gestione congiunta del donatore tra il centro proponente e il centro ricevente. • Proposta di protocollo pilota eco-stress/coronarogr afia Come diretta conseguenza della volontà di ottimizzare tutte le strategie per un miglior recupero di cuori, il gruppo ha attentamente valutato l’opportunità di aderire al progetto “Adonhers” (Aged donor heart rescue by stress echo) promosso dal CNT e dall’Istituto di fisiologia clinica del CNR. I due farmaci che trovano impiego nello studio dell’ecostress sono la dobutamina e il dipiridamolo. Dai dati descritti nei lavori scientifici oggetto di discussione, più frequentemente è stato utilizzato il dipiridamolo, vasodilatatore coronarico in grado di discriminare se ci sono zone con ostruzione coronarica. Il gruppo di lavoro considera per il momento di non sostituire la coronarografia con l’ecostress come test di prima linea per la valutazione di idoneità dei cuori dei donatori anziani, ma di avviare uno studio pilota negli ospedali sede di centro trapianti in cui eseguire le due indagini in parallelo, per una validazione multicentrica del metodo. L’avvio di questo protocollo rappresenta anche un’opportunità per una maggior sensibilizzazione all’utilizzo dell’ecocardiogramma dinamico nei cuori giovani che hanno subito un danno: eseguendo un’ecostress iniziale si potrebbe trarre un’idea del margine di intervento. Particolarmente interessanti sarebbero i dati sui casi di donatori giovani (<45 anni) con cuore non utilizzato per elevato dosaggio aminico e conseguenti dubbi sulla ripresa funzionale.

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• Prospettive di impiego del dispositivo OCS (organ c are system) heart. Il centro trapianti di Udine dal 1° gennaio 2012 ha la possibilità di utilizzare il dispositivo OCS già precedentemente sperimentato dallo stesso centro nel 2006. Anche il centro di Padova è in fase di acquisizione dello strumento e il centro di Niguarda ne sta valutando l’opportunità. Il vantaggio più immediato di questo dispositivo sul recupero di cuori per trapianto consiste nell’opportunità di poter prelevare cuori da sedi anche molto distanti dal centro trapianti; inoltre si valuterà ed esplorerà la possibilità di verificare la stabilizzazione della funzione durante il trasporto, prima di procedere al trapianto. • Gestione informatizzata della lista di attesa Da maggio 2012 è in vigore il nuovo sistema di gestione della lista di attesa con il programma Donor Manager, che permette di riversare in tempo reale i dati dei pazienti in lista nel sistema di lista del CNT, detentore unico in tempo reale di tutte le liste a livello nazionale. E’ stato previsto un periodo pilota di utilizzo in doppio dei due sistemi Trapnet e Donor Manager, prima di validare definitivamente l’avvio di quest’ultimo. Attualmente i centri trapianto di cuore stanno ultimando l’aggiornamento dei dati funzionali richiesti dalla lista unica e non presenti nel precedente data base. Grazie ad un collegamento biunivoco di condivisione dei dati tra CIR e centri trapianto, è possibile per questi ultimi la visualizzazione in tempo reale dei risultati di tutte le indagini immunologiche che vengono eseguite nel laboratorio del CIR NITp sui riceventi per il loro mantenimento in lista e nel follow up post-trapianto. Questo favorirà i rapporti di collaborazione clinica e scientifica già esistenti e collaudati. Negli anni 2011-2012 questa collaborazione ha reso tra l’altro possibile il trapianto cardiaco coronato da successo di due piccoli pazienti gravemente iperimmuni rispettivamente nei centri di Bergamo e Padova.

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Gruppo di Lavoro: Trapianto di Polmone Coordinatore: Andrea D’Armini

Segretario: Elena Benazzi Dopo la riunione Tecnico Scientifica di Ancona, il Gruppo si è riunito tre volte, in data 15 dicembre 2011, 28 maggio e 18 ottobre 2012. • Progetto di miglioramento nel recupero di polmoni d a donatore cadavere:

strategia congiunta tra rianimatori, coordinamenti e centri trapianto. Dai dati elaborati e presentati alla scorsa riunione tecnico scientifica del NITp è emersa una buona correlazione tra lo score del donatore, calcolato retrospettivamente secondo gli standard pubblicati da Oto, e la sopravvivenza dei pazienti trapiantati. (Transplantation Proceedings, 44, 1830-1834 2012) Lo score prende in considerazione età, fumo, radiografia del torace, secrezioni e ossigenazione (PaO2/FiO2). Ad ogni parametro viene assegnato un punteggio tra 0 e 3, ad eccezione dell’ossigenazione a cui viene attribuito un punteggio doppio (0-6). A fronte di questi dati il gruppo ritiene utili ed auspicabili dei corsi di formazione di secondo livello per i Rianimatori, propone di standardizzare il trattamento del donatore aderendo al protocollo pubblicato dal gruppo di Torino sulla rivista “JAMA” e avanza la proposta di una consulenza formalizzata come second opinion gestita dai rianimatori che operano in ospedali sede di centri trapianto. Il gruppo di lavoro si è proposto inoltre di avviare uno studio prospettico, che prevedesse la raccolta dei dati in più momenti durante l’osservazione. Nell’estate 2012 ha preso avvio uno studio pilota nella regione Lombardia con la somministrazione alle terapie intensive di una scheda di rilevamento dati del donatore (Oto score), del monitoraggio emodinamico, della modalità ventilatoria, del trattamento farmacologico raccolti in tre momenti: la tempesta neurovegetativa, l’inizio osservazione e al prelievo. L’avvio di questo studio è stato preceduto da una serie di incontri di sensibilizzazione e formazione in diversi ospedali lombardi per la messa a fuoco delle criticità nel recupero dei polmoni di donatori a scopo di trapianto e delle prospettive offerte dal protocollo di ricondizionamento ex vivo dei polmoni. La possibilità di mettere in correlazione la variazione di score e i dati di emodinamica e ventilazione in diversi momenti del processo di gestione del donatore dovrebbe permettere il monitoraggio e l’ottimizzazione del mantenimento. • Protocollo di trapianto dopo riperfusione “ex situ” Dall’avvio del protocollo sono stati sottoposti a trapianto con polmoni ricondizionati 4 pazienti presso il centro trapianti della Fondazione Ca’ Granda Policlinico di Milano, tutti con buona ripresa del graft. (Transplant Proc. 2012 44:1826-9) • Organizzazione degli audit Nel 2012 ha preso avvio, per iniziativa del CNT, l’Audit a tutti i centri italiani di trapianto di polmone. La previsione è di terminare il processo di audit entro l’anno in corso. La visita della commissione audit ha rappresentato una buona opportunità di revisione di tutto il processo dalla messa in lista del paziente al follow up post trapianto non solo per il centro trapianti ma per l’intero ospedale.

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Su proposta congiunta del CRR e di regione Lombardia, il gruppo di lavoro ha riconsiderato l’algoritmo di allogazione dei polmoni valutando la possibilità di passare da un sistema di allogazione a centro a un sistema a paziente, attraverso l’attribuzione del “Lung Allocation Score”. La realizzazione di questo progetto è in una fase iniziale di studio di fattibilità e di possibile preliminare sperimentazione pilota nell’ambito della regione Lombardia. • Gestione informatizzata della lista di attesa Da maggio 2012 è in vigore il nuovo sistema di gestione della lista di attesa con il programma Donor Manager, che permette di riversare in tempo reale i dati dei pazienti in lista nel sistema di lista del CNT detentore unico in tempo reale di tutte le liste a livello nazionale. E’ stato previsto un periodo pilota di utilizzo in doppio dei due sistemi Trapnet e Donor Manager, prima di validare definitivamente l’avvio di quest’ultimo. Attualmente i centri trapianto di polmone hanno ultimato l’aggiornamento dei dati funzionali richiesti dalla lista unica e non presenti nel precedente data base. La disponibilità dei dati funzionali dei pazienti in lista in un sistema in rete è un presupposto che facilita l’attribuzione del lung score ai pazienti e apre la possibilità di una gestione informatizzata di questo parametro che potrebbe essere periodicamente aggiornato dal centro trapianti, verificato dal CIR e utilizzato per l’allocazione degli organi. Grazie ad un collegamento biunivoco di condivisione dei dati tra CIR e centri trapianto, è possibile per questi ultimi la visualizzazione in tempo reale dei risultati di tutte le indagini immunologiche che vengono eseguite nel laboratorio del CIR NITp sui riceventi per il loro mantenimento in lista e nel follow up post-trapianto. • Valutazione del protocollo nazionale sulle emergenz e di polmone Dalla analisi dei dati che saranno disponibili dopo gli audit ai centri trapianto, si potrà trarre una significativa valutazione dei risultati del programma nazionale per le emergenze di polmone. Il gruppo di lavoro ritiene che il programma emergenza nazionale abbia dato finora risultati soddisfacenti e che i punti meritevoli di ridiscussione siano: il limite di età a 50 anni per l’arruolamento e il fatto che nel meccanismo di restituzione puntuale non ci sia un limite al numero di rifiuti per le restituzioni. A questo proposito il gruppo propone di andare a compenso tra i tre CIR, come per gli altri programmi di emergenza nazionale. .


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