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Notiziario n.14

Date post: 06-Apr-2016
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In questo numero si parla del progresso dei nostri progetti, delle numerose missioni dei volontari nel corso del 2014, vi sono numerose testimonianze dei volontari partiti in missione in questo periodo.
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1 In questo numero: Cronache da Angal 1 Nuovi obiettivi e realizzazioni 2 E lontano da Angal… 3 Testimonianze Il mio viaggio? 4 Un caleidoscopio di incontri e riflessioni (di Stefano Zezza) Io, Nyarangal 5 (di Elena Marsiaj) Un pomeriggio speciale 5 (di Maria Adami) I fili delle donne: Klaùdia racconta 6 Nonna Alessandrina Amarcord africano (I) 7 A maggio Piero Marsiaj, con l’aiuto del cugino Eugenio Castellani e dell’amico Stefano Zezza (v. la sua Testimonianza a p. 4), ha concluso l’installazione del col- legamento a Internet, esteso a scuole, Missione, case dei medici. Purtroppo, durante un temporale, un fulmine ha Numero 14 – NOVEMBRE 2014 News News dagli Amici di Angal a cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di AngalCome già per l’anno precedente, guardando lo scaden- zario delle partenze, dalla primavera in poi del 2014, viene in mente un disegno che potrebbe nascere dalla matita di Fabio Vettori, con un nugolo di industriose formichine che, con armi e bagagli, approdano ad Angal e si danno un gran da fare da una parte all’altra del vil- laggio. E sono davvero formichine di tutte le età, dagli 80 anni di Giannino Busato agli 11 di Andrea Marsiaj. E di tante qualità diverse: medici di varie specialità, dentisti, informatici, tecnici, nutrizionisti, scolari e generici angeli custodi sotto le spoglie di parenti ed amici. Il monitoraggio dell’Ospedale in ogni suo aspetto conti- nua quindi in modo assiduo e, per quanto possibile, effi- cace, cercando sempre di rilevare i problemi e di risolverli in tempi e modi appropriati, sfruttando il più possibile le risorse disponibili per migliorare la struttura ospedaliera, l’organizzazione dei servizi, i progetti a favore dei bambini. A marzo Giannino Busato ha fatto una breve visita di controllo, per constatare il grado di preparazione degli allievi formati nei suoi 3 precedenti corsi di anestesia. Cronache da Angal … attraverso la lente (e la penna) di Rita Polo
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In questo numero: Cronache da Angal 1

Nuovi obiettivi e realizzazioni 2

E lontano da Angal… 3

Testimonianze Il mio viaggio? 4Un caleidoscopio di incontri e riflessioni (di Stefano Zezza)Io, Nyarangal 5(di Elena Marsiaj)Un pomeriggio speciale 5(di Maria Adami)

I fili delle donne: Klaùdia racconta 6Nonna Alessandrina

Amarcord africano (I) 7

A maggio Piero Marsiaj, con l’aiuto del cugino Eugenio Castellani e dell’amico Stefano Zezza (v. la sua Testimonianza a p. 4), ha concluso l’installazione del col-legamento a Internet, esteso a scuole, Missione, case dei medici. Purtroppo, durante un temporale, un fulmine ha

Numero 14 – NOVEMBRE 2014NewsNews dagli Amici di Angal

a cura della sezione torinese dell’Associazione “Amici di Angal”

Come già per l’anno precedente, guardando lo scaden-zario delle partenze, dalla primavera in poi del 2014, viene in mente un disegno che potrebbe nascere dalla matita di Fabio Vettori, con un nugolo di industriose formichine che, con armi e bagagli, approdano ad Angal e si danno un gran da fare da una parte all’altra del vil-laggio. E sono davvero formichine di tutte le età, dagli 80 anni di Giannino Busato agli 11 di Andrea Marsiaj. E di tante qualità diverse: medici di varie specialità, dentisti, informatici, tecnici, nutrizionisti, scolari e generici angeli custodi sotto le spoglie di parenti ed amici.Il monitoraggio dell’Ospedale in ogni suo aspetto conti-nua quindi in modo assiduo e, per quanto possibile, effi-cace, cercando sempre di rilevare i problemi e di risolverli in tempi e modi appropriati, sfruttando il più possibile le risorse disponibili per migliorare la struttura ospedaliera, l’organizzazione dei servizi, i progetti a favore dei bambini.

A marzo Giannino Busato ha fatto una breve visita di controllo, per constatare il grado di preparazione degli allievi formati nei suoi 3 precedenti corsi di anestesia.

Cronache da Angal … attraverso la lente (e la penna) di Rita Polo

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messo fuori uso l’antenna posta sul tetto della Chiesa, che si sperava protetta dalla statua di S. Antonio…Da metà giugno a metà luglio Mario e Claudia, accom-pagnati dalla figlia Elena e dal nipotino Andrea, sono stati, come al solito, di fondamentale supporto al per-sonale locale, Mario come Senior Consultant, Claudia, o meglio “mama Klaùdia”, come persona di riferimento per tutti i più sfortunati del villaggio. Mario e Claudia hanno fatto visita ai 280 bambini del Progetto Orfani, fra Angal e Parombo, coadiuvati nelle loro verifiche da Elena e Andrea, che si sono molto adoperati anche nell’ambito della Nutrition Unit e nella distribuzione del cibo ai pove-ri (v. la Testimonianza di Elena a p. 5).

A fine giugno per due settimane sono stati presenti ad Angal anche il tecnico Angelo Chemello, con il compito di valutare la stabilità strutturale dell’edificio che ospita il “Gruppo Operatorio” - di cui erano stati segnalati dei deterioramenti -, e il Dr. Italo Nessi, che ha affiancato (e poi sostituito) Mario al Board of Governors, resistendo eroicamente fino alla fine dell’incontro, in un momento importante per consolidare le basi della collaborazione tra quelle che Italo stesso definisce “le 2 facce della stessa medaglia”.

A tentare di risolvere i problemi dell’ambulatorio dentisti-co, che stenta a decollare per la mancanza di continuità di un operatore locale diplomato (indispensabile per poter

tenere aperto legalmente questo importante servizio), si sono recati ad Angal: per l’ennesima volta, a metà luglio, Salvatore Bonatesta e, in agosto, Filippo Pecci, inviato dalla SMOM. Il parere di entrambi sulla nuova Dental Assistant Harriet è positivo. Come neodiplomata è ansio-sa di imparare. Chissà che non riesca a lavorare anche quando la creatura che attualmente porta in grembo sarà venuta alla luce, magari caricandosela sulle spalle durante il lavoro (come talvolta accade!) oppure, preferibilmente, lasciandola all’asilo adiacente che, grazie alle opere di riqualificazione messe in atto da mama Klaùdia in tempi recenti (recinto, bagni, banchi, quaderni e colori, qualche giocattolo, ecc.), è divenuto un ambiente gradevole in cui poter custodire in modo sicuro i bambini, figli o no dei dipendenti dell’Ospedale, mentre le mamme lavorano (e i papà riflettono…).

A fine settembre è tornato ad Angal Italo Nessi per il primo corso sul “Quality Improvement”, agognato dal Consiglio Direttivo dell’Associazione e (almeno a paro-le) dal Management dell’Ospedale; ricordiamo che con il Quality Improvement, ideato da Giovanni Cardellino, si tenta di avere un sistema efficiente di monitoraggio e di miglioramento nella qualità dell’attività ospedaliera, affinché l’obiettivo primario di un’assistenza competente e umana alla popolazione, a cominciare dai più poveri, sia sempre rispettato.

Poco dopo, all’inizio di ottobre, è ripartito anche Angelo Chemello, la cui presenza è fondamentale per pianificare e sorvegliare l’opera di ristrutturazione della Sala Operatoria (Theatre), nella quale a giugno aveva riscontrato un serio pericolo di cedimento delle mura ormai “ataviche”, costru-ite con un’anima di fango che è stata sgranocchiata dalle termiti (le quali attualmente stanno degustando anche le capriate), e un deterioramento del pavimento che, con crepe e buchi, difficilmente raggiunti dagli spazzoloni, rappresenta un ricettacolo di liquidi organici e di germi.Insomma un viavai continuo incontro al sogno comune della “salute per tutti”.

1. Del Progetto Horizont 3000 stiamo parlando da un anno e purtroppo l’inizio dei lavori ancora non si è visto. I responsabili austriaci, dopo aver fatto i rilievi topografici e i preventivi, ci esortano a pazientare, in attesa che si sblocchino gli stanziamenti da parte dei “donors” internazionali. Certo è che la necessità del

Andrea alle prese con la distribuzione dei pacchi di cibo ai poveri.

Nuovi obiettivi e realizzazioni

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manifestazioni

e vent i E lontano da Angal...

16/05/2014 Per il 17º anno consecutivo i ragazzi del Comprensorio Scolastico di Orgiano consegnano ai Marsiaj il ricavato dell’iniziativa “merenda solidale” dedicata ai bambini di Angal. E come ogni anno, questo avviene durante la Serata Musicale, che vede impegna-te, a turno, tutte le classi, dirette dall’infaticabile inse-gnante Maria Emma Dal Bosco, con la presentazione della prof.ssa Mariangela Gazzetta e la regia del prof. Sergio Costa. L’esibizione è resa ancor più suggestiva dalla proiezione di diapositive in tema con i vari pezzi musicali.

27/07 Si riunisce alla Torretta di Nanto (VI) il Consiglio Direttivo per discutere su quanto riferito da Mario, Claudia, Italo e Angelo circa la loro ultima missione ad Angal e per organizzare la prossima assemblea gene-rale.

L’assemblea si tiene il 14/09, sempre alla Torretta di Nanto, durante l’ormai consolidato Angal Day, che vede riunito un gran numero di medici che hanno lavorato ad Angal, di sostenitori e simpatizzanti. L’assemblea è preceduta dalla Messa (celebrata da Don Silvio Favrin, cappellano emerito dell’Ospedale di Castelfranco e sostenitore di varie realtà ugandesi) e dal pranzo pre-parato in compagnia. Questa giornata ha fornito anche l’occasione per Mario e Claudia di festeggiare il loro cinquantesimo anniversario di matrimonio, in semplici-tà, circondati dagli Amici con i quali hanno condiviso il “sogno africano”.

13/09 Per iniziativa di Italo Nessi l’Associazione Medici con l’Africa CUAMM Como ha organizzato una seconda serata (la prima risaliva all’autunno 2013) con l’Associa-zione Paganoni di Cucciago, paese a pochi chilometri da Como. L’Associazione Paganoni promuove serate conviviali e musicali a favore di progetti di volontariato. Il ricavato dell’iniziativa, unitamente ad altri contributi, ammonta a 20.000 g, che Medici con l’Africa CUAMM Como mette a disposizione per la sala operatoria dell’O-spedale di Angal.

12/10 Questa volta a Como, a casa di Italo e Betty, si riuni-sce il Consiglio Direttivo dell’Associazione, per ascoltare le ultime novità da Italo, rientrato da due giorni da Angal, e per prendere alcune importanti decisioni sulla riorga-nizzazione dell’Associazione, resasi necessaria per il sorgere di nuove esigenze nella gestione dell’Ospedale.

rifacimento della rete fognaria e dell’impianto di produzione dell’energia elettrica con pannelli solari diventa, ogni giorno che passa, sempre più pressante.

2. La connessione ad Internet e l’informatizzazione del sistema trasmissione dati statistici al Ministero della salute, già iniziate alla fine dello scorso anno, hanno incontrato degli ostacoli sia per quanto riguarda l’installazione dell’impianto, sia nella pre-parazione del personale ospedaliero ad usare questo mezzo. Piero Marsiaj, infatti, nel maggio scorso si è attivamente impegnato in queste due direzioni.

3. Anche il progetto dentistico procede a singhiozzi. La SMOM, mediante il suo coordinatore Francesco Riboli, continua a collaborare. Licenziato il Dental Assistant Roy, perché non collaborativo e spesso ubria-co, una nuova collega ugandese, Harriet, ha riaper-to l’ambulatorio, avendo come insegnanti Salvatore Bonatesta e Filippo Pecci. Da qualche settimana l’am-bulatorio però è nuovamente chiuso per la gravidanza, ormai giunta al termine, della Dental Assistant.

4. La scuola materna va a gonfie vele. Grazie al coinvol-gimento di due importanti sponsor, i lavori più urgenti di ristrutturazione sono stati portati a termine, come pure hanno trovato risposta le più impellenti necessità organizzative. Questo ha comportato, per i primi 12 mesi di vita del progetto, una spesa di 16.000 E. Dopo la ristrutturazione e i notevoli miglioramenti, il nume-ro dei bambini è quasi raddoppiato. Fr. Gianni ha pertanto iniziato la costruzione di altre due aule, grazie all’aiuto di Raffaele, un generoso “Amico di Angal”, che si è impegnato anche a coprire il disavanzo causato dalle rette non pagate dei bambini più poveri. Si tratta dunque di un progetto in forte espansione, che richiederà, sul piano economico, un’attenzione pro-porzionata all’incremento delle esigenze della struttura.

Un’aula della nuova scuola materna. Angal Day 2014: l’assemblea al lavoro.

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Il mio viaggio? Un caleidoscopio di incontri e riflessioni

di Stefano ZezzaNel maggio scorso Stefano ha accompagnato Piero e suo cugino Eugenio nel loro viaggio ad Angal. Da persona sensibile ed attenta, è riuscito a calarsi nella realtà del luogo, cogliendone diverse sfaccettature e facendone occasione di conoscenza ed incontro.

I compagni Sono partito con dei compagni di viaggio che a malapena conoscevo. Con Piero Marsiaj, pur avendo fatto insieme un lungo viaggio/pellegrinaggio in Giappone ed esserci incrociati qualche volta durante gli incontri con Padre Mazzocchi, non avevo avuto occasione di scambiare delle idee.Eugenio Castellani non lo avevo mai incontrato, ma questo viaggio ci ha dato modo di confrontarci su temi impor-tanti. L’esperienza che mi hanno permesso di condividere ha tra-sformato una semplice conoscenza in amicizia. Estremamente efficienti, Piero ed Eugenio hanno svolto il loro lavoro senza risparmiarsi. Pur non avendo io alcuna esperienza nell’ambito in cui operavano, ho avuto la sen-sazione che si spartissero i compiti con grande equilibrio e rispetto delle reciproche competenze, riuscendo anche a instaurare con gli addetti locali una proficua collaborazio-ne.L’idea che mi sono fatto dell’Associazione “Amici di Angal” , alla quale Piero ed Eugenio fanno riferimento, è che abbia saputo offrire all’Ospedale il supporto necessario nei vari momenti della sua storia, non trascurando, oggi, l’im-portanza di impiegare le risorse informatiche disponibili, prima fra tutte Internet.La presenza di Piero ad Angal ha come punto di riferimen-to casa Marsiaj. Una casa semplice ma accogliente, in cui ci si sente subito a proprio agio, con quei libri e quegli oggetti che fanno sentire la casa vissuta non solo dai Marsiaj, ma da una generazione di medici che vi hanno lasciato la loro impronta, soprattutto nella ricca libreria.Quasi tutte le sere qualcuno aspettava fuori dalla porta il rientro di Piero, a volte per vendergli qualche oggetto fatto con le proprie mani, altre volte per poter semplicemente parlargli, chiedere, raccontare. Tutti volevano avere notizie soprattutto di mama Klaùdia, che ha lasciato dietro di sé una scia di grande amore che si percepisce ad ogni incontro.

La MissioneHo potuto calarmi nella vita della Missione, cuore pulsante del villaggio, in varie occasioni: dalla Messa mattutina, pre-annunciata dal suono del tamburo alle 6 e mezza e celebrata

nella grande chiesa in mattoni, alle passeggiate serali lungo il sentiero a fianco della chiesa per raggiungere i Padri e trascorrere un po’ di tempo con loro. Padre Mario, che ci aveva accolti la sera del nostro arrivo, parlava volentieri con noi e, una sera, ci ha raccontato la storia della sua vocazione missionaria, che risale a oltre 50 anni fa e che fin dall’inizio ha trovato nell’Africa la sua terra d’elezione. Mi ha colpito la sua religiosità, che mi ha ricordato quella della mia infan-zia, semplice e autentica.

Gli incontriUna mattina, durante una delle mie passeggiate solitarie, ho percorso l’ultimo tratto di strada con un paziente che stava tornando dall’Ospedale, dove era stato ricoverato per un paio di giorni. Il suo inglese era ben comprensibile e ne ho approfittato per raccogliere quante più informazioni possibile. Mi ha spiegato molte cose spaziando dalla propria religiosità (era un carismatico) a come funziona la sanità pubblica, ai trasporti. Sono così venuto a sapere che ci sono tre modi per muoversi, a seconda della disponibilità economica di ognuno: il pick-up riempito all’inverosimile, la moto taxi e la bici taxi (boda boda). Ho anche appreso da lui come viene coltivata la kassava (manioca) e quanto incide, sui tempi di lavorazione del terreno, la possibilità di prendere un bue a noleggio. Sempre a proposito di kassava, ricordo un episodio curio-so, capitato qualche giorno prima: mi ero avvicinato con Eugenio a una donna che stava zappando il suo campo, per vedere meglio cosa stesse facendo, ma lei era fuggita “spaventata dall’uomo bianco”, come ci ha spiegato riden-do suo marito, che nel frattempo ci aveva raggiunti da un campo vicino.

La partenzaIl nostro soggiorno ad Angal si è concluso in modo altret-tanto singolare, con il passaggio che, sulla via del ritorno, abbiamo dato nella nostra Toyota a ben 14 ragazze di Angal, che si erano avviate a piedi per raggiungere Pakwach (a 30 km di distanza!), dove si svolgeva un convegno sulla condizione della donna in Uganda.

Stefano (il primo a destra) con Piero ed un gruppo di operai.

Testimonianze

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Io, Nyarangaldi Elena Marsiaj

Una testimonianza parca di parole, questa di Elena, forse perché, in presenza di emozioni forti, vere e profonde, le parole spesso indietreggiano.

Quando torno ad Angal mi sento a casa. Mi rendo conto che molto è dovuto ai racconti della mia mamma, che riportano a galla, non sbiaditi dal tempo, volti, episodi, frammenti di vita: le donne del villaggio che, preoccupate perché mio fratello Piero di 5 anni era ancora figlio unico, pregavano perché «Dio benedicesse la nostra casa con un nuovo bambino»; la festa per la mia nascita, il nome che mi fu dato da loro: Nyarangal, figlia di Angal. Ma il mio “sentirmi a casa” è anche legato al ricordo dell’accoglienza che mi hanno riservata quando sono tornata da ragazzina e poi da adulta.

Da alcuni anni torno con mio figlio, Andrea, ed è meraviglioso constatare come anche lui si senta immediatamente a proprio agio lì, nella casa dove sono nata, e con quanto entusiasmo ci aiuti nelle nostre attività, quando è stanco di giocare (a calcio, naturalmente) con i bambini del villaggio.

Indubbiamente l’impegno dei miei genitori per sostenere que-sto ospedale ha inciso profondamente nella vita mia e di mio fratello. Non è sempre stato facile accettarlo... ma alla fine non è stato difficile condividerlo.

Un pomeriggio specialedi Maria Adami

Alcune tappe salienti della nostra storia filtrate attraverso l’a-cuta sensibilità di Maria, di undici anni e mezzo, che ci ha regalato una pagina del suo diario con le impressioni ricavate dal nostro incontro.

Caro diario,voglio raccontarti un pomeriggio davvero speciale, quello del 27 dicembre dell’anno scorso.In quel pomeriggio io e la mia famiglia siamo andati dai signori Marsiaj, due nonni che hanno fondato l’Associazio-ne “Amici di Angal” per migliorare la salute delle persone che vivono in Uganda.

Poco dopo sposati, insieme a Piero, il loro figlio di 1 anno e mezzo, hanno preso la nave per arrivare in Kenya, lì hanno preso la macchina, hanno percorso 2000 chilometri e sono arrivati in Uganda, ad Angal.

Sono stati sei anni in Africa: in questo periodo si sono presi cura di un ospedale che era stato fondato dai Missionari Comboniani e con gli anni hanno formato dei medici.

Piero non andava a scuola, perché quel poco che gli inse-gnavano non era sufficiente, ma i suoi genitori, Claudia e Mario, questi due nonni, ogni giorno gli insegnavano qualcosa. Mentre Mario, essendo medico, si è occupato soprattutto dell’ospedale, Claudia ha istituito un centro per seguire i bambini malnutriti, insegnando alle loro mamme semplici norme di alimentazione e igiene.

Foto di gruppo con Maria (la prima a sinistra), i suoi fratelli e… un rinoceronte.

Elena e Andrea con i bambini della Nutrition Unit.

Donne del villaggio in festa per la nascita di Elena.

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Parlando con loro ho scoperto che ad Angal le bambine della mia età lavorano: vanno nei campi e prendono la tapioca, una pianta le cui radici producono una farina; le bambine appoggiano queste radici sul terreno e con una mazza le sminuzzano.

Grazie alla preghiera di tutto il villaggio Claudia e Mario hanno avuto la seconda figlia, che hanno chiamato Elena Nyarangal, che significa “figlia di Angal”. Andrea, figlio di Elena e nipote di questi due nonni, durante il mercatino di Natale organizzato da Claudia a Verona, si era preparato un banchetto per vendere alcuni suoi giocattoli e per una monetina raccontava la storia di François, un bambino orfano che gli stava davvero a cuore. Alla fine ha raccolto tanti soldini, che ha regalato all’Associazione “Amici di Angal”, perché li usasse per far crescere François; quindi Andrea è un bambino sensibile alle tematiche missionarie.

Adesso l’asilo è più adatto ai bambini.

Questo pomeriggio mi ha insegnato molto perché ho capi-to di essere fortunata e di poter aiutare, nel mio piccolo, chi ha bisogno anche se vive lontano da me. Maria

I fili delle donne

Klaùdia raccontaNonna Alessandrina

Alessandrina ha allevato tre nipoti, da sola e tra enormi difficoltà. Purtroppo uno soltanto, Misak, il più picco-lo, è rimasto a vivere con lei e l’aiuta. Sì, perché nonna Alessandrina riesce a muoversi solo strisciando e, con grande difficoltà, a issarsi sulla sedia a rotelle. Con que-sta raggiunge il bordo della strada dove, su quattro assi incrociate, espone la sua mercanzia: mucchietti di sale e scatole di fiammiferi.

Non è stata sempre così la sua vita. Questa nonna, ancora giovane e bella, nonostante gli esiti della polio contratta da bambina, è vissuta per anni a Kampala, la capitale, in casa della figlia che aveva sposato un Baganda*. Una bella casa, un ricco tenore di vita, tre nipotini a cui badare. Poi il giro di volta, crudele: in poco tempo l’AIDS si porta via il genero, la figlia, la casa, il benessere. A questo punto una scelta le si impone come unica, inesorabile: tornare al villaggio nei dintorni di Angal, dal quale era partita anni prima. Così Alessandrina si mette in cammino, in con-dizioni drammatiche, con i tre nipotini al seguito, senza soldi e zoppicando. Percorre a tappe, su mezzi di fortuna, i 450 km che la separano dalla sua meta, dorme riparata dagli spioventi di capanne altrui, ai bordi della strada. Per raccogliere manghi da dare ai suoi nipoti, si arrampica su un albero, cade e si frattura la gamba sana. Quando arriva al nostro ospedale, Alessandrina ha una brutta infezione, un’osteomielite.

Vi sarebbe rimasta diversi mesi. Il piccolo Misak dormiva a letto con lei, i due più grandi sotto il letto.Della vita agiata di prima conservava il gomsi, il ricco abito tradizionale delle donne Baganda, ancora dignitoso nonostante tutto, e alcune foto della figlia nella bella casa di Kampala.

Grazie alla mia amica Donata, Alessandrina ora ha una casetta nel villaggio in cui è nata e Misak è inserito nel Progetto Orfani. Dei nipoti più grandi, Judit, appena adolescente, ha avuto un bambino ed è andata a vivere col suo ragazzo, Manuel va e viene senza curarsi della nonna.Lei, con grande dignità, porta avanti il suo piccolo com-mercio di sale e fiammiferi.

* Grande gruppo etnico dell’Uganda, composto da 52 clan.

Alessandrina di fronte alla sua vecchia capanna.

Bambine impegnate a sminuzzare la kassava.

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Inauguriamo con questo numero una nuova rubrica, in cui di volta in volta ripercorreremo alcune tappe della lunga storia dell’Ospedale di Angal, attraverso le testimonianze raccolte nel nostro libro L’Ospedale di Angal. Cinquant’anni di vita*.Proporremo dunque vari flash sull’esperienza di chi vi ha operato in tempi difficili: una sorta di “amarcord africano”, che se da una parte rivitalizza i ricordi, dall’altra ne fa valore fondante del presente, stimolo a proseguire sul cammino intrapreso più di cinquant’anni fa, spesso tortuoso ma mai interrotto, anzi costellato di sempre nuovi traguardi e risultati. Un tributo a chi ha lavorato ad Angal in condizioni spesso “impossibili”, con la consapevolezza che le difficoltà col passare del tempo cambiano volto ma non arretrano. A noi il superarle. Ancora. Come sempre, da cinquant’anni a questa parte.

Ho pensato di iniziare appunto dal capitolo “Gli anni difficili 1971–1985”, riportando il racconto di un’avventura occorsa alla famiglia Gallmetzer durante un viaggio in auto da Kampala ad Angal, quando il percorrere quei 450 km dalla capitale presentava sempre una serie di incognite. Scrive Josef (p.43):

Siamo stati intrappolati in una enorme pozzanghera nel parco di Paraa, proprio là dove di solito si incontrano diversi enormi ele-fanti. Era il novembre del ‘72 ed eravamo rientrati lo stesso giorno dall’Italia. A causa di un nubifragio era interrotta la strada normale, quella che da Karuma conduce a Pakwach, ed eravamo stati costretti ad attraversare il parco, anche se era già buio. Nella morsa del fango l’auto non riusciva a muoversi. Per il pericolo dei grandi animali [ma anche dei leoni, aggiungo io] era impensabile lasciare la macchina e raggiungere a piedi la missione di Pakwach, anche perché avevamo con noi i bambini. Passammo la notte letteralmente divorati da cen-tinaia di zanzare, che penetravano attraverso le fessure dei finestrini lasciati così per non soffocare nel caldo afoso. La mattina un ranger ci ha notati e ha poi avvisato i Padri di Pakwach. Padre Sala ci trainò fuori dall’acquitrino con il suo pickup. Arrivati ad Angal i bambini avevano i visi sfigurati dalle punture delle zanzare [al punto da sem-brare – ricordo – colpiti da varicella!].

Erano, quelli, anni tragicamente segnati dalla dittatura del generale Amin Dada, che nel 1971 si era imposto con un colpo di stato sul Paese. All’insegna dello slogan “L’Uganda agli Ugandesi”, aveva preso a ser-peggiare un clima di crescente ostilità verso i “bianchi”, che di lì a poco sarebbe culminato nell’ordine a tutti gli stranieri, con preavviso di 24 ore, di presentarsi alla polizia per il controllo dei passaporti. Cito ancora dal libro (p. 44):

Il Vescovo di Arua mandò […] ad avvertire che l’indomani mattina, 21 novembre [1972], TUTTI i Missionari e i medici DOVEVANO presentarsi ad Arua all’Autorità di polizia. Si diffuse la convinzione che ci potesse essere un’espulsione di massa. Al mattino di buon’ora con la famiglia Gallmetzer, Padri e Suore, partimmo per Arua con la preoccupazione di essere espulsi, seduta stante. Claudia e Bianca prepararono un piccolo bagaglio con generi di prima necessità, soprattutto per i bambini. L’Ospedale venne lasciato in mano agli infermieri locali, molto preoccupati ed in ansia pure loro. Il controllo di polizia consi-stette nell’esaminare le posizioni professionali di ogni straniero e nell’individuare le persone “inutili” [cioè senza un titolo partico-lare], sgradite al regime di Amin. Il nostro ritorno ad Angal fu salutato con gioia dalla gente lungo la strada. […] I medici poterono continuare il loro lavoro.

Bianca e Josef, con i figli Paolo e Andreas, sono stati per un lungo periodo ad Angal e, al loro ritorno in Italia, hanno continuato ad aiutare l’Ospedale Saint Luke’s attraverso varie attività.Bianca è stata l’animatrice del gruppo missionario della sua parroc-chia, non solo portando la propria testimonianza, ma promuovendo l’interesse verso l’Africa attraverso la realizzazione di una piccola biblioteca messa a disposizione del gruppo. E’ sempre stata attiva e sorridente, nonostante le sofferenze della malattia degli ultimi anni.Bianca è mancata il 20 agosto a Merano. Manca molto a tutti.

Angal, giugno 1972: la comunità di Padri e Suore con le famiglie dei medici (in prima fila si riconoscono Bianca e Josef, la seconda e il quarto da sinistra).

* Il volume, pubblicato in edizione fuori commercio nel 2008, si può richiedere scrivendo all’indirizzo [email protected].

Amarcord africano (I)a cura di Claudia Marsiaj

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I ProgettiAssistenza degli orfani da AIDS contributo annuo necessario: € 200

Il progetto intende offrire un aiuto diretto alle famiglie locali che accolgono e si prendono cura di questi orfani (280 al 30 giugno 2014). Con 200 euro all’anno si provvede alle elementari necessità del bambino orfano (sostentamento, vestiti, cure mediche, istruzione).

Ricovero gratuito per i bambini spesa annua: € 60.000

Permette di ricoverare tutti i bambini malati, anche per lunghi periodi, chiedendo solo il contributo simbolico di 1 euro.

Assistenza degli ammalati di AIDSspesa annua: € 35.000

Consente di offrire assistenza domiciliare agli ammalati di AIDS attraverso una équipe di infermieri espressamente formati per questo servizio.

Operazione Proteine spesa annua: € 8.000

Fa capo al Centro Nutrizionale (Nutrition Unit) interno all’Ospeda-le, che fornisce tre pasti al giorno ad alto contenuto proteico ai bambini con forme gravi di malnutrizione.Dal Centro viene inoltre distribuito il cibo anche ai pazienti biso-gnosi degli altri reparti.

Samaritan Fundspesa annua: € 7.500

Questo “fondo” permette di ricoverare le persone che non pos-sono pagare la sia pur modesta retta chiesta dall’Ospedale e di fornire gratuitamente i cosiddetti “farmaci salvavita”.

Supporto ai più poveri spesa annua: € 6.000

Consente la distribuzione di generi alimentari ad una quarantina di persone, due volte al mese.

Supporto alla scuola materna spesa annua: € 10.000

Il progetto si propone di migliorare le condizioni strutturali della scuola e di rendere più funzionale la sua gestione organizzativa, a partire dalla formazione del personale di assistenza e dalla disponibilità del materiale didattico.

Che cosa puoi fare tu • Svolgere un’opera di sensibilizzazione.•Partecipare agli eventi di raccolta fondi.• Impegnarti in una donazione regolare a sostegno

dei singoli Progetti.

Come contribuireI contributi si possono inviare con bonifico bancario a:ASSOCIAZIONE AMICI DI ANGAL - ONLUSUnicredit Banca Agenzia di Arbizzano - Negrar (Vr)c/c n. 000005412019 ABI: 02008 CAB: 59601 CIN: LIBAN: IT 31 L 02008 59601 000005412019

Banco Popolare SOOC. COOP. – Via Mazzini 13 - Negrar (Vr)c/c n. 000756ABI: 05034 CAB: 59600 CIN: FIBAN: IT 84 F 05034 59600 000000000756

(Ai sensi dell’art.14 del D.L. n.35 del 14 marzo 2005, convertito in Legge con L. n.80 del 14 maggio 2005, le offerte fatte alle ONLUS con assegno o bonifico bancario sono deducibili dal reddito complessivo dichiarato fino alla misura del 10%).

L’Associazione è iscritta nelle liste dell’Agenzia delle Entrate fra i possibili beneficiari del 5x1000 dell’IRPEF. Al momento della dichiarazione dei redditi, per devolvere il 5x1000 basta apporre la propria firma e il codice fiscale dell’Associazione - 93143850233 - nell’apposito spazio del modello IRPEF.

Un sentito GRAZIE a tutti coloro che hanno scelto di beneficiare la nostra Associazione. I contributi raccolti attraverso questa forma di finanziamento saranno inte-ramente impiegati a favore dell’Ospedale e dei Progetti sostenuti dagli “Amici di Angal”.

Ulteriori informazioni si possono richiedere a:Amici di Angal ONLUSVia Vivaldi 3 - 37020 Arbizzano- Negrar (Vr) tel. (+39) 045 6020726sito web: www.amicidiangal.orge-mail: [email protected]

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Il Notiziario è a cura della sezione torinese dell’Associazione, coordinata da Tilde Barone [email protected] tel. (+39) 333 7122535

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