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Nozioni di base in materia di primo soccorso

Date post: 10-Mar-2016
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Il buon esito di un intervento di primo soccorso è legato alla tempestività dell’intervento e alle capacità tecniche del soccorritore che in situazioni di pericolo deve agire con adeguata preparazione per intervenire correttamente. L’obiettivo di questo manuale è quello di dare le basi per il riconoscimento delle situazioni di emergenza e di urgenza, per valutare la gravità di un caso, per allertare il sistema di Emergenza territoriale 118 e per fornire un adeguato Primo Soccorso.
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NOZIONI DI BASE IN MATERIA DI PRIMO SOCCORSO E.Bi.N.Vi.P. ENTE BILATERALE NAZIONALE VIGILANZA PRIVATA
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NOZIONI DI BASEIN MATERIADI PRIMO SOCCORSO

E.Bi.N.Vi.P.ENTE BILATERALE

NAZIONALEVIGILANZA PRIVATA

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E.Bi.N.Vi.P.ENTE BILATERALE NAZIONALE

VIGILANZA PRIVATA

L’Ente Bilaterale Nazionale Vigilanza Privata è un organismo pariteticocostituito nel 2002 su iniziativa delle Associazioni dei datori di lavoro edelle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori: A.N.I.V.P.; ASSIV; ASSVIGI-LANZA; UNIV; AGCI Produzione e Servizi di Lavoro; Lega Coop Servizi;CONFCOOPERATIVE e FILCAMS - CGIL; FISASCAT - CISL; UILTuCS.

L’Ente ha natura giuridica di associazione non riconosciuta, non perseguefinalità di lucro ed ha tra i suoi obiettivi di incentivare e promuovere studie ricerche nel settore della Vigilanza privata con riguardo alle analisi deifabbisogni formativi, di promuovere iniziative in materia di formazione,qualificazione e riqualificazione professionale delle Guardie Giurate,anche in collaborazione con istituzioni nazionali ed europee.In aggiunta a tali funzioni, assume particolare rilevanza il rilascio dellaCertificazione liberatoria, strumento di attestazione di correttezza dello svolgi-mento dell’attività, recepito in specifica norma di legge dall’ordinamento vigen-te. Inoltre rilascia il parere di conformità per i contratti di apprendistato in rap-porto alle norme previste dalla contrattazione collettiva in materia.Di specifica rilevanza assumono le iniziative editoriali riguardanti partico-lari argomenti dei comportamenti delle Guardie Giurate nell’eserciziodelle proprie funzioni.Il presente manuale intende fornire nozioni di base in materia di primosoccorso per gli operatori della vigilanza privata.

Via Gaeta, 23 - 00185 RomaTel. 06 4820303 - Fax 06 48976060

[email protected] - www.ebinvip.it

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NOZIONI DI BASEIN MATERIADI PRIMO SOCCORSO

E.Bi.N.Vi.P.ENTE BILATERALE

NAZIONALEVIGILANZA PRIVATA

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CREDITS

Il presente Manuale è stato realizzato a cura del Dott. Giuseppe Baccaro,medico e formatore di primo soccorso.

Alla Cabina di Regia che ha definito gli argomenti trattati e ne ha coordinatola redazione hanno partecipato: Parmenio Stroppa Luigi Gabriele Vincenzo Dell’OreficeManlio Mazziotta Claudio Moro Giuseppe Simonazzi

L’editing è stato curato da Paolo Proietti

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NDICE

Introduzione 5Compiti del Primo Soccorritore 7Azioni inutili o dannose 7Le dotazioni dell’addetto al Primo Soccorso 8L’autoprotezione dai rischi del soccorso 8La gestione dell’emergenza sanitaria ela “catena della sopravvivenza” 9La chiamata dei soccorsi 9La raccolta delle informazioni 10Quando spostare un paziente 10Risvolti legali 10Anatomia e fisiologia dell’apparatocardiovascolare e respiratorio 11Cuore 13L’apparato respiratorio 14Anatomia 14Fisiologia dell’apparato respiratorio 14Arresto cardiorespiratorio rianimazione cardiopolmonare 15A - La valutazione dello stato di coscienza 17Ipertensione del capo 17Ispezione del cavo orale e rimozionecorpi solidi o di liquidi 18

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B - La valutazione della respirazione 18C - La valutazione della funzione cardiovascolare 20Respirazione artificiale 22Massaggio cardiaco 23Posizione laterale di sicurezza 24Modalità di esecuzione 25Ostruzione per ingestione accidentale di corpo estraneo 25L’ABCDE del traumatizzato 28Traumi 30L’apparato scheletrico 31Le fratture 33Le ferite cutanee e mucose 34Le ferite 35Le emorragie 40Il trauma cranico 45Traumi della colonna vertebrale 47Principali sindromi d’interesse medico 48Disturbi iniziali della coscienza (lipotimia e sincope) 51Ustioni 58Lesioni da elettricità 60Morte da folgorazione 61Ustioni da folgorazione 61Avvelenamenti 63Le punture di insetti 63Le intossicazioni 64Contenuto minimo del pacchetto di medicazione (D.M. 388/2003) 68Bibliografia 69

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NTRODUZIONE

Il buon esito di un intervento di primo soccorso è legato allatempestività dell’intervento e alle capacità tecniche del soccor-ritore che in situazioni di pericolo deve agire con adeguata pre-parazione per intervenire correttamente.L’obiettivo di questo manuale è quello di dare le basi per il rico-noscimento delle situazioni di emergenza e di urgenza, per va-lutare la gravità di un caso, per allertare il sistema di Emergen-za territoriale 118 e per fornire un adeguato Primo Soccorso.Le informazioni originano dalle conoscenze teoriche e dall’e-sperienza pratica maturata in anni di formazione sul primo soc-corso; esso è destinato ad essere utilizzato da tutti coloro an-che come materiale didattico integrativo ad eventuali corsi dipronto soccorso.Sono considerate le tematiche più significative in tema di ge-stione delle prime fasi dell’emergenza sanitaria nella consape-volezza che in emergensa sanitaria le capacità tecnico-orga-nizzative dei primi soccorritori influenzano diretttamente le pro-babilità di successo dell’intervento e favoriscono la successivastabilizzazione ospedaliera della vittima.Infatti la conoscenza delle procedure è la condizione che in-fluisce sul buon esito del successivo intervento di soccorso per-

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ché permette il rapido avvio del sistema d’emergenza.L’obiettivo di questo manuale è quello di far conoscere le pro-cedure per allertare il sistema di soccorso, per riconoscere un’e-mergenza sanitaria, per attuare gli interventi di primo soccor-so e per conoscere i rischi specifici dell’attività svolta.Nell’emergenza sanitaria il soccorritore deve rimanere calmo inquanto il suo compito è quello di organizzare il primo soccorso.In pratica il soccorritore nell’emergenza sanitaria deve attivare il pri-mo soccorso, valutare la vittima e mantenere le funzioni vitali (co-scienza, respiro e polso) se queste sono alterate, arrestare una emor-ragia esterna, proteggere ferite e ustioni, preservare la vittima daeventuali ulteriori danni, non far peggiorare lo stato del soggetto.È evidente che nel chiamare il 118 è importante fornire le seguen-ti informazioni: indirizzo del luogo dell’evento, indicare il numerodegli infortunati, il tipo di infortunio e le condizioni di salute del-l’infortunato.Il manuale infine di particolare sulla rianimazione cardio-polmo-nare segue le nuove linee guida dell’European Resuscital Council(ERC 2005) che ne semplificano le procedure mettendo in eviden-za gli aspetti della sicurezza del soccorritore e della vittima.

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RIMO SOCCORSO

Il primo soccorso è l’aiuto dato alla vittima, attraverso azionistandardizzate compiute da personale non sanitario, in attesadell’intervento specializzato.

COMPITI DEL PRIMO SOCCORRITORE• Attivare il pronto soccorso (chiamata dei soccorsi);• Valutare la vittima e, se necessario, sostenere le funzioni

vitali;• Arrestare una emorragia esterna;• Proteggere ferite e ustioni;• Preservare la vittima da ulteriori danni;• Non fare azioni inutili o dannose.

AZIONI INUTILI O DANNOSEIn emergenza sanitaria vi sono alcune azioni che non devonoessere assolutamente intraprese. Tra queste:

• NON somministrare da bere alla vittima né acqua né bevan-de alcoliche;

• NON spostare la vittima a meno che l’ambiente non sia se-riamente pericoloso e/o che le condizioni della vittima richie-

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dano una posizione diversa;• NON mettere a tutti i costi la vittima seduta, o, ancor peg-

gio, in piedi;• NON ridurre lussazioni e/o fratture;• NON rimuovere eventuali corpi estranei conficcati profonda-

mente (v’è il serio rischio di causare gravi emorragie);• NON bucare le flitténe (bolle che si formano nell’ustione di

II grado).

LE DOTAZIONI DELL’ADDETTO AL PRIMO SOCCORSOSono previste dalla legge (D.Lgs. 626/94 e D. 388/03) e sitratta del pacchetto di medicazione.

L’AUTOPROTEZIONE DAI RISCHI DEL SOCCORSOIn emergenza sanitaria, prima di agire, il soccorritore deve:• Badare alla propria incolumità, garantendo, in via priori-

taria la sicurezza della scena; • Pensare ai rischi che si corrono prima di agire.

I pericoli dai quali difendersi possono provenire dall’ambien-te del soccorso, dal sangue e dai fluidi biologici e dalla con-dizione e/o comportamento della vittima.Nelle procedure di primo soccorso i principali presidi di pro-tezione per evitare il contatto diretto con il sangue e gli altrifluidi biologici, sono:• I guanti monouso;

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• La visiera paraschizzi;• La pocket mask.

LA GESTIONE DELL’EMERGENZA SANITARIA E LA “CATENA DELLA SOPRAVVIVENZA”

La gestione dell’emergenza sanitaria è incardinata in un pro-cesso definito “catena della sopravvivenza”.Si considera tale processo come costituito da quattro anelli: iprimi due (chiamata dei soccorsi e valutazione ed eventualesostegno delle funzioni vitali) sono di competenza anche delsoccorritore.

Gli altri due anelli (supporto avanzato alle funzioni vitali e traspor-to del paziente nell’ospedale adatto) sono di competenza del 118.

LA CHIAMATA DEI SOCCORSILa buona riuscita di un intervento di soccorso dipende anche dal-la tempestività con la quale il 118 riesce a raggiungere il luogodell’evento. Per questa ragione il primo soccorritore incaricatodella chiamata dei soccorsi dovrà indicare con precisione:• L’indirizzo del luogo ove è occorso l’infortunio (o il malore);• Il numero di infortunati (o di malati);• La possibile causa che ha scatenato l’evento;• Lo stato delle funzioni vitali dell’infortunato, specificando se

il medesimo sia cosciente o meno.A margine della chiamata è sempre opportuno:

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1) dare le proprie generalità, indicando un numero telefonicoal quale si può essere raggiunti;

2) attendere i soccorritori all’esterno dell’azienda.

LA RACCOLTA DELLE INFORMAZIONIGiunto sul luogo, il soccorritore osserva la scena dell’evento;se non è stato testimone del fatto, richiede una sommaria de-scrizione ai presenti (valutazione della dinamica dell’evento).

QUANDO SPOSTARE UN PAZIENTEIl primo soccorritore, di norma, non deve mai spostare il pa-ziente a meno che non ricorra anche una sola delle seguentieventualità:1) il luogo dell’evento è pericoloso per il paziente e/o per i soc-

corritori;2) l’intervento richiede una diversa posizione della vittima (per

esempio, paziente in arresto cardiaco e/o respiratorio rin-venuto su un fianco).

RISVOLTI LEGALIL’art.593 del codice penale sancisce l’obbligatorietà d’assi-stenza e soccorso a persone che si trovano ad essere espo-ste a pericolo di vita. Chi trovando abbandonato o smarri-to un fanciullo minore di anni dieci o altra persona incapa-ce di badare a se stessa, per malattia di mente o di corpo,o trovando un corpo umano che sia o sembra inanimato ov-

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vero una persona ferita o altrimenti in pericolo omette di pre-stare l’assistenza occorrente o di darne immediatamente av-viso all’Autorità, incorre nella previsione dell’articolo di cuisopra.

L’obbligo d’assistenza non è alternativo all’obbligo di avverti-re l’Autorità ( 118, Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco). Ciòvuol affermare che è doverosa l’assistenza immediata in atte-sa dell’arrivo del 118.

Se dal soccorso prestato in modo errato è causato un peggio-ramento delle condizioni della vittima o addirittura la sua mor-te, si può incorrere nei reati di lesioni personali colpose (Art.590 c.p.) o d’omicidio colposo (Art. 589 c.p.). Tuttavia (Art.54 c.p.) non è punibile qualora il soccorritore ha commesso ilfatto (lesoni od omicidio) per esservi costretto dalla necessitàdi salvare la persona soccorsa.Questo stato di necessità prevede che l’azione messa in atto,anche se tecnicamente errata, sia proporzionale al pericolo in-combente sull’infortunato.

ANATOMIA E FISIOLOGIA DELL’APPARATOCARDIOVASCOLARE E RESPIRATORIO

Il cuore è un organo muscolare cavo, posto al centro del tora-ce e costituito da quattro cavità, due superiori (gli atri) e dueinferiori (i ventricoli).

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La piccola circolazione (o polmonare), che inizia nel ventrico-lo destro e finisce nell’atrio sinistro, ha la funzione di ossige-nare il sangue.La grande circolazione (o sistemica) inizia nel ventricolo sini-stro e termina nell’atrio destro ed è finalizzata alla ossigena-zione di organi e tessuti.

La sua struttura consiste in una pompa muscolare, il cuore, edue sistemi circolatori:• la circolazione sistemica, comprendente il flusso sanguigno

diretto a tutto l’organismo eccetto che nel polmone; e la cir-colazione polmonare, responsabile della riossigenazione delsangue che giunge ai polmoni

Figura 1

IL SISTEMA CARDIO VASCOLAREApparato Cardiocircolatorio

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CUOREIl cuore è formato da uno speciale tipo di muscolo chiamatomiocardio; se ossigenato e nutrito in modo adeguato, esso sicontrae ritmicamente ed in modo automatico senza l’interven-to di altri stimoli. Esteriormente appare di forma conica con la base rivolta ver-so l’alto; è posto nella zona mediana del torace, tra i due pol-moni, adagiato sul diaframma.

Il sangue circola nel nostro organismo attraverso i vasi sangui-gni (arterie, vene e capillari). Le arterie portano sangue ossi-genato dal cuore alla periferia, le vene conducono sangue uti-lizzato dai tessuti al cuore. Nei capillari avvengono gli scambi gassosi tra sangue e cellu-le dei tessuti e viceversa.

Il sistema respiratorio è costituito da naso, bocca, laringe, tra-chea, bronchi, polmoni. L’aria viene introdotta all’interno deipolmoni attraverso il naso e la bocca, attraversando il laringee la trachea; questa si divide in due bronchi (destro e sinistro)che portano l’aria nei due polmoni.

I movimenti respiratori sono regolati da centri nervosi posti nel-la porzione di cervello detta “bulbo cerebrale” e sono garan-titi dal funzionamento dei muscoli intercostali, del collo e delmuscolo diaframma.

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L’APPARATO RESPIRATORIO

ANATOMIAL’apparato respiratorio inizia nella bocca e nel naso, dove l’a-ria viene filtrata, riscaldata ed umidificata.

Figura 2

FISIOLOGIA DELL’APPARATO RESPIRATORIOIl respiro tranquillo, a riposo, comporta un movimento attivo,l’inspirazione, durante il quale il diaframma si abbassa e i mu-scoli intercostali esterni, contraendosi, provocano l’espansionedella cavità toracica.

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Figura 3

Il ritmo del respiro viene regolato da centri nervosi posti nel tron-co dell’encefalo che, sensibili alla quantità di anidride carboni-ca contenuta nel sangue arterioso, regolano e assicurano la suc-cessione dei movimenti inspiratori (attivi) ed espiratori (passivi).

ARRESTO CARDIORESPIRATORIORIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE

L’arresto cardiorespiratorio è una emergenza sanitaria assolu-ta. In seguito all’arresto cardiaco si producono alterazioni del-le cellule cerebrali, con il blocco, dopo alcuni secondi, dell’at-tività respiratoria; esse diventano irreversibili dopo 4-6 minu-ti dall’arresto cardiaco. L’esecuzione di manovre idonee a con-

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servare un’ossigenazione di emergenza può fermare l’evolu-zione di danno irreversibile ai tessuti cerebrali.

Si intende per Rianimazione Cardio Polmonare di Base (RCP)un insieme di manovre finalizzate a sostenere le funzioni vita-li. Lo stato di coscienza, la respirazione e la circolazione so-no funzioni necessarie a garantire la sopravvivenza (funzionivitali). Il soccorso è basato sul seguente assunto: ogni volta che la fun-zione vitale è assente occorrerà sostituirla con adeguate ma-novre.

La valutazione ed il sostegno delle funzioni vitali deve seguireuna sequenza di azioni, che possono essere indicate con le pri-me tre lettere dell’alfabeto. Per A s’intende lo stato di coscien-za, per B la funzione respiratoria, per C la funzione cardiova-scolare. In una sequenza di RCP ogni azione deve essere sem-pre preceduta da una fase di valutazione e deve essere ese-guita secondo la corretta sequenza temporale e modalità tec-nica. Di conseguenza:• se in A è assente la coscienza bisogna garantire la pervietà

delle vie aeree;• se in B è assente il respiro bisogna praticare la respirazio-

ne artificiale;• se in C è assente il circolo bisogna agire con le compressio-

ni toraciche.

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A - LA VALUTAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZALa prima cosa da fare in un protocollo RCP è valutare lo sta-to di coscienza. In pratica, il soccorritore chiamerà la vittimaal alta voce (signore, va tutto bene?) e la scuoterà con dolcez-za afferrandolo per le spalle.

Se un paziente è cosciente, è anche in grado di respirare e per-tanto ha anche una valida attività cardiaca.

Se la coscienza è assente:1) attivare il sistema territoriale di soccorso, facendo telefona-

re o telefonando al 118;2) iperestendere il capo per mantenere la pervietà delle vie ae-

ree (evitare la manovra in caso di sospetta lesione spinale);3) ispezionare il cavo orale per verificare se questo è occupa-

to da corpi estranei.

IPERESTENSIONE DEL CAPOUna volta chiamati (o fatti chiamare) i soccorsi, il primo soc-corritore dovrà iperestendere il capo della vittima per preve-nire l’eventuale ostruzione esercitata sulla trachea dal rilascia-mento della base della lingua.

La manovra d’iperestensione del capo non si deve effettuarenel sospetto di lesioni della testa, del collo o della colonna ver-tebrale.

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ISPEZIONE DEL CAVO ORALE E RIMOZIONEDI CORPI SOLIDI O DI LIQUIDI

L’ispezione del cavo orale si effettua guardando all’interno del-la bocca. Gli eventuali corpi estranei devono essere rimossi pri-ma di proseguire con le manovre di rianimazione.

I corpi solidi (denti, dentiera, bolo, ecc.) potranno essere rimos-si manualmente, utilizzando la manovra del dito ad uncino. Perevitare la chiusura accidentale della bocca da parte della vit-tima, che potrebbe ferire il soccorritore, questi dovrà adottarela manovra delle dita incrociate. I liquidi si rimuovono asciu-gandoli con una garza o con altri tessuti (panno, lembo di unacamicia, ecc.) e facendo ruotare la testa dal lato del soccorri-tore, se non si sospettano di lesioni alla colonna nella vittima.

Se la coscienza è presente:sospendere la valutazione e sorvegliare la vittima. In partico-lare, è opportuno verificare periodicamente lo stato di coscien-za, in quanto la vittima può perdere i sensi in qualunque mo-mento.

B - LA VALUTAZIONE DELLA RESPIRAZIONENel caso in cui la coscienza sia assente, eseguite le manovredescritte, si passerà alla fase B (breathing) del protocollo di RCP,verificando se il paziente respira. La manovra consiste nell’av-vicinarsi alla bocca ed al naso della vittima e:

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1) nel guardare le eventuali escursioni del torace2) nell’ascoltare il rumore dell’aria che eventualmente fuorie-

sce dalla bocca e dal naso della vittima e, infine3) nel sentire sulla propria guancia la più lieve brezza d’aria che

eventualmente fuoriesce dalla bocca e dal naso della vittima.

Questa manovra, che con uno stratagemma mnemonico viene in-dicata con la sigla GAS (guardo, ascolto, sento), dovrà essere ef-fettuata per 10 secondi, contando a voce alta da uno a dieci.

Se la respirazione è presente:porre la vittima in posizione laterale di sicurezza (pls) e con-trollare che continui a respirare. La pls permette di valutarefacilmente l’arresto respiratorio e cardiaco, favorisce la fuoriu-scita spontanea dei fluidi dalla bocca, che altrimenti potreb-bero ingorgare le vie respiratorie e consente al soccorritore,lasciata la vittima al sicuro, di soccorrere altri infermi o chia-mare il 118.

Se la respirazione è assente:insufflare due volte l’aria nei polmoni della vittima utilizzandouna delle tecniche di respirazione artificiale (bocca-bocca, boc-ca-naso o bocca-maschera). L’aria va insufflata lentamente,sempre con il soggetto a testa iperestesa utilizzando, preferi-bilmente, la tecnica bocca-maschera. Passare dunque alla va-lutazione della funzione cardiovascolare.

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C - LA VALUTAZIONE DELLA FUNZIONE CARDIOVASCOLAREIn caso di respirazione assente, eseguite le due insufflazioni diaria, si procederà alla valutazione della presenza del battitocardiaco palpando il polso carotideo. La manovra si eseguepoggiando per 10 secondi i polpastrelli delle dita medio ed in-dice sul punto di repere posto al lato del collo, lungo il margi-ne muscolare interno all’altezza del pomo d’Adamo.

Se il polso è presente (con respiro assente):se il polso è presente ma il soggetto non respira (evenienza ra-ra ma comunque possibile in alcune condizioni come nell’o-verdose da eroina) , bisognerà eseguire una insufflazione ogni5-6 secondi per un minuto circa al termine del quale occor-rerà rivalutare la vittima come verrà successivamente illustra-to. Al termine di 10 insufflazioni, essendo trascorsi circa 60secondi, si avvia la valutazione.

Se il polso è assente (con respiro assente):se il polso è assente e il soggetto non respira, effettuare 30 com-pressioni cardiache esterne (contando a voce alta da 1 a 30),con una frequenza di circa 100 compressioni al minuto.Prosecuzione delle manovre di rianimazioneSeguono alle 30 compressioni due ventilazioni, come si è fat-to nella fase B e poi di nuovo 30 compressioni alternate a 2insufflazioni per 4-5 cicli della durata di circa un minuto.Controllo dei parametri vitali

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Dopo un minuto (4-5 cicli) bisognerà ricontrollare i parametrivitali seguendo al contrario lo schema dell’A-B-C, partendo,cioè, dall’ultima manovra (C-B-A):• si palpa prima il polso carotideo, in assenza del quale si ef-

fettueranno di nuovo per circa 10 minuti 2 insufflazioni e 30compressioni;

• se il polso è presente, si valuterà la respirazione; se questaè assente, si effettuerà un’insufflazione ogni 5-6 secondi;

• se la respirazione è presente si valuterà lo stato di coscien-za;

• se la coscienza è assente, il paziente verrà posto in pls;• se la coscienza è presente, il paziente verrà tenuto sotto con-

trollo e periodicamente valutato sino all’arrivo dei soccorsi.Nel soggetto di nuovo cosciente, in attesa dell’arrivo del 118,potrebbero verificarsi le seguenti evenienze:1) non ha di nuovo il polso: in questo caso, continuare le ma-

novre di rianimazione;2) ha il polso, ma non respira: continuare a ventilare (una in-

sufflazione ogni 5-6 secondi);3) respira, ma non è cosciente: in questo caso, porre la vitti-

ma in pls (non eseguire la manovra nel caso di sospetto dilesioni della colonna vertebrale).

Il primo soccorritore deve interrompere un protocollo di RCP:• quando interviene personale specializzato (118, medico,

ecc.);

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• quando è stata ripristinata una attività respiratoria e cardia-ca autonoma. Il primo soccorritore non deve avviare le ma-novre di RCP solo se si trova in presenza di ferite palesemen-te mortali.

RESPIRAZIONE ARTIFICIALE

Figura 4

1. ponete il soggetto con la schiena a terra e togliete dalla boc-ca ogni oggetto mobile (dentiere);

2. liberate le vie aeree mettendo due dita sotto il mento, solle-vare la mascella e contemporaneamente mettere l’altra ma-no sulla fronte, e portare bene la testa all’indietro, in que-sto modo si eviterà che la lingua ricada all’indietro ostruen-do il passaggio dell’aria;

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3. chiudere il naso del soggetto mettendo due dita a pinza sul-le parti laterali;

4. inspirare profondamente mettere le vostre labbra a ventosasulla sua bocca (esistono delle maschere monouso che pro-teggono il soccorritore da problemi di malattie contagiose);

5. soffiare decisamente, controllando che il torace si sollevi aseguito dell’espansione dei polmoni;

6. togliere le labbra, aspettare che il torace sia tornato in po-sizione normale, inspirare e procedere ad una successivainsufflazione con una frequenza di 10-12 atti al minuto.

MASSAGGIO CARDIACO

Figura 5

1. ponete il soggetto supino a terra o comunque su una super-ficie rigida; inginocchiatevi vicino e trovate con due dita il

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punto in cui le ultime costole si uniscono allo sterno;2. appoggiate la base del palmo dell’altra mano sullo sterno

in corrispondenza del punto suddetto, togliete le due dita eponete la mano sopra l’altra, intrecciando le dita;

3. tendete le braccia e praticate una compressione decisa; losterno dovrà abbassarsi di 4-5cm. perché questa manovrasia efficace, e le dita dovranno essere sollevate così da nontraumatizzare le costole con la pressione;

4. rilasciate poi la pressione senza però spostare le mani. Ri-petete poi le compressioni regolarmente, con una frequen-za di 40-50 atti al minuto.

POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZAUn soggetto incosciente dovrebbe sempre essere posto in po-sizione laterale di sicurezza prima di essere lasciato solo perchiamare aiuto. La necessità di utilizzare tale posizione ha di-verse motivazioni:a) evita che la lingua ricada all’indietro e chiuda la via aerea,b) permette ai liquidi organici (vomito, sangue), se presenti, di

fuoriuscire dalla bocca evitando il rischio di soffocamento.

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MODALITÀ DI ESECUZIONE

Figura 6

OSTRUZIONE PER INGESTIONE ACCIDENTALE DICORPO ESTRANEO

È una emergenza che va affrontata in maniera diversa nel sog-getto cosciente e nel soggetto non cosciente.

Soggetto coscienteIn caso di ostruzione non completa delle vie aeree il paziente re-spira e tossisce, e tenta di espellere il corpo estraneo. In questocaso bisognerà chiamare immediatamente i soccorsi prima chel’ostruzione diventi totale ed incoraggiare la vittima a tossire. Nonbisogna effettuare alcun’altra manovra. In caso di ostruzione com-pleta il paziente non respira, non parla, non tossisce e perde co-noscenza molto rapidamente. Generalmente, l’ostruzione si veri-

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fica in modo acuto e drammatico: il paziente, in completo benes-sere, si porta le mani alla gola, si alza in piedi e corre alla ricer-ca della salvezza, spesso verso una finestra o una porta.In caso di ostruzione completa, se il paziente è ancora coscien-te, dopo avere chiamato i soccorsi, bisognerà:• rimuovere dalla bocca eventuali corpi estranei visibili (den-

tiera, monete, cibo, ecc.);• portarsi al fianco della vittima e poi - aiutarla a piegarsi in avanti- percuoterla con il palmo della mano ripetutamente (fino a 5 col-

pi) tra le scapole, mentre con l’altra mano gli sostieni il torace• stando alle spalle della vittima, praticare fino a 5 brusche

compressioni addominali (manovra di Heimlich), alternando5 colpi dorsali, fino all’espulsione del corpo estraneo o allaperdita di coscienza della vittima.

Figura 7

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Soggetto non coscienteIn caso d’ostruzione completa, dopo aver chiamato i soccorsi:• comportarsi come nelle fasi A e B della rianimazione car-

diopolmonare;• se non si riesce ad ottenere almeno due ventilazioni efficaci

in 5 tentativi:- iniziare le compressioni toraciche senza controllare il polso

carotideo;- dopo 30 compressioni, controllare nel cavo orale l’eventua-

le espulsione del corpo estraneo (e se c’è, rimuoverlo);- ritentare due ventilazioni efficaci.Se il soggetto perde conoscenza ponetelo nella posizione la-terale di sicurezza e colpite tra le scapole.

Figura 8

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Se non riprende a respirare, in posizione supina, praticate del-le compressioni del diaframma e, appena ripreso il respiro, ri-mettetelo in posizione laterale di sicurezza.Nel frattempo, cercando di non abbandonare il soggetto, chie-dete a qualcuno di chiamare il soccorso con il 118.Non appena si riesce a ottenere due ventilazioni efficaci, pas-sare alla fase C dell’RCP e comportarsi di conseguenza.

La manovra di Heimlich non deve essere effettuata nei neo-nati e nelle donne in gravidanza (va sostituita con le com-pressioni toraciche).

L’ABCDE DEL TRAUMATIZZATONei traumi maggiori (vertebrali, cranici), come pure in tutte le al-tre situazioni di primo soccorso per evitare manovre errate o tra-scurare dei segni importanti, il soccorritore interviene sui danni spe-cifici solo se il paziente è stabile, se, cioè, non c’è alcuna altera-zione dei parametri vitali; si adatta, quindi, un protocollo di com-portamento costituito dal cosiddetto ABCDE. Così, il primo soccor-so nei traumatizzati si basa sulla valutazione primaria e seconda-ria; quindi, solo se non ci sono alterazioni dei parametri vitali, sipassa ad un eventuale trattamento della patologia accertata.

La valutazione primaria ha lo scopo di stabilire se c’è un im-minente pericolo di vita per eventuali alterazioni dei parame-

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tri vitali. Essa, inoltre, consente al soccorritore di agire in con-dizioni di sicurezza: la prima azione di questa fase, infatti, èla valutazione della scena per prevenire l’esposizione ad even-tuali pericoli ambientali e valutare i dispositivi di protezione in-dividuali da impiegare. Con la procedura dell’ABCDE si valu-tano le condizioni generali del traumatizzato, alla ricerca didanni ancora latenti, pericolosi per la sopravvivenza, se nonfossero precocemente trattati; l’ABCDE assicura, anche, al trau-matizzato la protezione delle funzioni vitali.

Nella fase A (airway-apertura delle vie aeree) si valuta la co-scienza e si garantisce l’apertura delle vie aeree, evitando sem-pre di ruotare indietro il capo per il rischio di eventuali dannispinali: pertanto, si liberano le vie aeree con la trazione ante-riore del mento o la sublussazione della mandibola.

Nella fase B (breathing-sostegno del respiro), se il paziente ècosciente si valuta la presenza di eventuali traumi toracici; seil paziente è incosciente, si valuta il respiro col GAS e, se nonrespira, s’avvia la RCP (se riprende il respiro, va evitata la po-sizione laterale di sicurezza).

Se il paziente respira, in fase C (circulation-sostegno dell’atti-vità cardiocircolatoria), si palpa il polso radiale per valutarelo stato pressorio del traumatizzato e prevenire lo shock: se ilpolso è presente, si cercano eventuali emorragie, da tampo-

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nare immediatamente (fanno eccezione le epistassi e le otor-ragie che richiedono un diverso trattamento.).

In fase D (disability-disfunzionalità cerebrale), il soccorritore ese-gue una sommaria valutazione del livello d’alterazione dellacoscienza; se il paziente è cosciente, va fatta anche una rapi-da valutazione della capacità di movimento degli arti.

In fase E (esposure-esposizione della ferita), il soccorritore to-glie indumenti ed altre coperture, per esaminare in loco le le-sioni traumatiche, che vanno, poi, medicate. In questa fase, su-bito dopo la valutazione, per contrastare l’ipotermia, che fa-vorisce lo shock, occorre coprire il paziente con la coperta iso-termica o riutilizzando i suoi indumenti.La fase E nel trauma spinale è di competenza del solo perso-nale sanitario del 118.

I dati ottenuti nella valutazione primaria e secondaria del trau-matizzato vanno comunicati al 118, che stabilirà per il trau-ma in atto il tipo di risposta più appropriata.

TRAUMIUna forza applicata allo scheletro, se è particolarmente in-tensa, induce lesioni chiamate traumi, che a seconda dellacomponente interessata sono distinte in distorsioni, lussazio-ni e fratture.

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L’APPARATO SCHELETRICOLo scheletro è l’impalcatura sulla quale si regge il nostro cor-po; è costituto da poco più di duecento ossa, che in vario mo-do si articolano tra loro e, grazie anche ai muscoli che si an-corano a tali distretti, ci consentono di muoverci secondo la no-stra volontà. L’insieme costituito da• ossa,• articolazioni e• muscoliviene denominato Apparato locomotore

Figura 9

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Distorsioni e lussazioni Le distorsioni sono lesioni prodotte in un’articolazione da uncapo osseo che, per un movimento forzato, esce temporanea-mente dalla propria sede danneggiando la capsula e i lega-menti. Le lussazioni sono lesioni in cui un capo articolare, perun movimento forzato, esce dalla sede naturale e perde per-manentemente i normali rapporti con gli altri capi articolari co-stituenti l’articolazione, compromettendo non solo la capsulaed i legamenti, ma, a volte, anche i vasi e nervi.Distorsioni e lussazioni manifestano segni comuni (più accen-tuati nelle lussazioni): dolore, tumefazione e mancata funzio-nalità della parte lesa.

Trattamento di distorsioni e lussazioni

Si trattano allo stesso modo, rammentando che nel dubbio ognitrauma va considerato come se fosse una frattura:• occorre immobilizzare l’articolazione nella posizione in cui

si trova dopo il trauma, assecondando la posizione antalgi-ca dell’infortunato senza tentare pericolose manovre di ridu-zione dell’osso;

• va applicato il freddo (con il sacchetto di ghiaccio pronto usoo con altri sistemi).

Eseguite in sequenza queste operazioni, si deve trasportare di-rettamente il soggetto in ospedale.

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LE FRATTUREIl termine indica l’interruzione nella continuità di un osso. Unadistinzione molto importante è quella che raggruppa le frattu-re in chiuse, se la pelle sovrastante resta integra, ed esposte,in cui i frammenti ossei sono in comunicazione con l’esterno acausa della lesione del rivestimento cutaneo.

Frattura chiusaI segni (dolore, tumefazione, mancata funzionalità della parte le-sa) possono confondersi con quelli di distorsioni e lussazioni: inquesti casi nell’equivoco ipotizzare l’eventualità più grave e com-portarsi di conseguenza. Subito dopo il trauma, assieme a que-sti segni possono comparire mobilità anomala e scrosci.

Trattamento delle fratture chiuse:

• immobilizzare l’articolazione nella posizione in cui si trovadopo il trauma, assecondando la posizione antalgica, sen-za tentare pericolose manovre di riduzione;

• eseguire lo steccaggio, l’applicazione, cioè, di stecche, doc-ce ed altro;

• tenere sollevata più in alto del cuore la regione traumatiz-zata e applicare il freddo.

Eseguite in sequenza queste operazioni, si può provvederea trasportare direttamente il soggetto in ospedale o richie-

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dere il trasporto in ambulanza.

Frattura espostaIn caso di frattura esposta, per scongiurare la sua contami-nazione o un’eventuale lesione di vasi e nervi, va evitato ditoccare l’area traumatizzata. I monconi ossei della fratturanon vanno mai spinti dentro i piani profondi di provenien-za. Lo steccaggio inoltre non va mai praticato dal primo soc-corritore. La frattura esposta facilmente evolve in emergen-za; pertanto, preliminare ad ogni trattamento è la chiama-ta al 118.

In attesa del pronto soccorso in sequenza di deve:• controllare l’emorragia, tamponandola immediatamente con

una compressione a distanza sui cosiddetti punti di compres-sione specifici;

• contrastare l’eventuale shock, lasciando il paziente disteso;• evitare la contaminazione della ferita, coprendola con una

garza sterile.

LE FERITE CUTANEE E MUCOSESono lesioni dei tessuti prodotte da forze meccaniche di varianatura che determinano la perdita dell’integrità di una o piùregioni cutanee o mucose ed eventualmente dei tessuti sotto-stanti.

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Trattamento delle ferite superficialiDopo avere indossato un paio di guanti sterili: • esporre e pulire la ferita, eliminando gli indumenti che la co-

prono e lavandola accuratamente;• disinfettarla sciacquandola sotto abbondanti getti d’acqua

corrente e poi con acqua ossigenata o soluzione fisiologica;• medicarla coprendola con garze sterili.

LE FERITELa ferita è un’interruzione della continuità della cute che puòinteressare anche i piani profondi sottostanti.

Sulla base della profondità della lesione e delle caratteristiche lega-te alla natura dell’agente lesivo le ferite vengono così classificate:

escoriazioni = lesioni superficiali da corpo tagliente;

abrasioni = lesioni superficiali da corpo contundente irregola-re, ruvido (spesso contengono all’interno piccoli corpi estraneiche possono causare infezione);

da punta = ferita penetrante con foro di entrata piccolo e dan-no interno più o meno profondo ( chiodo, pugnale, spina dirosa, etc.).Il rischio di infezione è molto alto da momento che sporciziae germi possono essere portati in profondità.

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da arma da fuoco = tipo particolare di ferita da punta;

da taglio = tagli netti causati da un bordo affilato (lama, vetrorotto, etc.). poiché i vasi sanguigni ai bordi della ferita sono ta-gliati di netto ci può essere abbondante emorragia. Le ferite dataglio ad un arto possono anche recidere strutture tendinee.

lacere = a margini irregolari, prodotte da un urto o da unaforza lacerante (es. un macchinario);

lacero-contuse = margini irregolari e contusi. Possono sangui-nare in modo meno abbondante rispetto alle ferite ma il dan-no e la contusione dei tessuti sono più gravi.

La gravità della ferita si giudica sulla base dell’estensione e del-la profondità della ferita stessa e dell’eventuale presenza di cor-pi estranei. Sono, comunque, sempre gravi e necessitano di cu-re ospedaliere le ferite al viso, agli orifizi naturali del corpo,al torace e all’addome.

Le complicanze delle ferite sono rappresentate dalle seguenticondizioni:- emorragie- shock- infezioni (compresa quella tetanica)- lesioni di organi interni.

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Per quanto riguarda il trattamento è importante distinguere legrandi ferite dalle piccole ferite, in quanto, nel primo caso, ilproblema è rappresentato dal controllo dell’eventuale emorra-gia per il quale si rinvia al capitolo specifico.Per quanto riguarda il trattamento delle piccole ferite, sononecessarie le seguenti operazioni:

• lavarsi bene le mani;• utilizzare i guanti monouso;• lavare la ferita con acqua e sapone (farla sanguinare sotto

l’acqua corrente);• completare la pulizia con acqua ossigenata (che può essere

usata anche dentro):• disinfezione dei margini (non alcool né tintura di iodio per-

ché lesivi):• coprire con garza sterile fissata tutt’intorno da cerotto oppu-

re protette da tubulare di rete;• non usare pomate o polveri cicatrizzanti o antibiotici;• lasciare la medicazione per un paio di giorni prima di to-

glierla.

La guarigione delle ferite avviene quando si forma la crosta edil tessuto di granulazione senza comparsa di sintomi di infe-zione.Si sottolinea l’importanza delle norme igieniche sopra indica-te per evitare il rischio di infezione.

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Tutte le ferite aperte, infatti, possono essere contaminate da mi-crorganismi presenti nell’oggetto che ha determinato la ferita,nell’aria o nelle dita.

La ferita si infetta quando entrano germi e si riproducono; ciòsi verifica soprattutto se residuano sporcizia o particelle di tes-suto morto.I segni con cui l’infezione si manifesta sono: rossore, calore,tumefazione, pulsazioni, talvolta febbre.

Si può avere formazione di pus (raccolta di globuli bianchi mor-ti, di germi morti, di cellule sfaldate, di siero).

Vi possono essere anche tumefazione e dolenzia in corrispon-denza dei linfonodi satelliti (collo, ascella o inguine a secon-da della sede della ferita).

L’infezione più temibile è quella tetanica per la quale si rinviaal capitolo degli agenti biologici.

In caso di ferita è molto importante prevenire l’aggravarsi del-l’infezione coprendo la ferita con una medicazione sterile; inquesti casi si deve sempre consigliare visita medica.

Una particolare attenzione va posta alle ferite del torace e aquelle dell’addome per le possibili e gravi complicanze.

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Esempio: Mentre una Guardia Giurata si trova in ser-vizio presso un supermercato scivola accidentalmente sulpavimento urtando con forza il braccio destro in atteg-giamento di attutire l’urto, in questo caso si forma dellivido e si gonfia la parte del corpo che è andata incon-tro all’urto. Applicare immediatamente il ghiaccio sul-la parte contusa ed effettuare presso un pronto soccor-so una indagine radiografica al fine di scongiurare un’e-ventuale frattura.

Mentre sono al lavoro accidentalmente sono investito daun autoveicolo, sono cosciente chi mi soccorre deve av-visare immediatamente il 118 e nel frattempo, non es-sendoci pericoli in atto, non mi deve toccare per evita-re che qualsiasi movimento possa determinare un ag-gravamento della situazione. Non devo bere e cerco diparlare con i soccorritori in attesa dell’arrivo dell’au-toambulanza.

Ferite al toraceUna ferita che penetra nel torace può produrre una grave le-sione interna agli organi contenuti nel torace stesso e può an-che mettere in comunicazione l’esterno con il cavo pleurico por-tando alla complicanza del pneumotorace.

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In questi casi, pertanto, gli scopi da porsi sono: coprire la fe-rita con garza sterile; prevenire o ridurre al minimo lo shockponendo il soggetto in posizione semiseduta se è cosciente,in posizione laterale di sicurezza se è incosciente (fig. 9); iltrasporto urgente in ospedale.

E’ importante ricordare che i corpi estranei non vanno asso-lutamente rimossi.

Ferite all’addomeLa gravità di una ferita addominale può manifestarsi con un’e-morragia esterna, con una fuoriuscita del contenuto addomi-nale o con un’emorragia interna. Il rischio di infezione è alto.Anche in questo caso non va mai tolto il corpo estraneo perfo-rante né vanno effettuate manovre per far rientrare l’intestinofuoriuscito.

L’infortunato va messo in posizione stesa con gambe flesse.

LE EMORRAGIESe si presentano una o più lesioni in qualche punto del siste-ma circolatorio, si realizza un’emorragia. Possono esser distin-ti tre tipi di emorragie: emorragie esterne, interne ed esterio-rizzate.

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Emorragie esterneIl sangue defluisce all’esterno del corpo. Le più pericolose so-no quelle arteriose che interessano i vasi che trasportano il san-gue dal cuore ai vari organi; in questi casi il flusso è abbon-dante, sincrono con i battiti del cuore. Le emorragie venose so-no caratterizzate dalla fuoriuscita di sangue con un flusso len-to; esse non sono gravi perché vengono tamponate con pro-cessi fisiologici d’emostasi. Nelle emorragie capillari, le me-no gravi, il sangue fuoriesce dai vasi capillari in piccole quan-tità e lentamente.

Trattamento delle emorragie esterne

È opportuno agire utilizzando una sequenza d’interventi viavia più aggressivi, per bloccare la perdita di sangue:• si comincia con la pressione diretta con mano guantata sul

punto d’emorragia, dopo avere interposto tra l’emorragia ela mano del soccorritore un tampone di garze sterili (fig. 10);

• se la pressione diretta non è efficace, si passa al sollevamen-to dell’arto;

• se anche quest’intervento è infruttuoso, si esegue la compres-sione a distanza dei punti arteriosi a monte dell’emorragia.

L’impiego del laccio emostatico, applicato soltanto a livello de-gli arti a monte della lesione, va adottato come ultima chance,quando tutte le altre tecniche di emostasi (compressione diret-

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ta, sollevamento, compressione a distanza) si siano dimostrateinefficaci; esso deve essere tenuto nella cassetta di pronto soc-corso e nel pacchetto di medicazione; un utile “surrogato” è ilbracciale dello sfigmomanometro gonfiato lentamente sino a rag-giungere una pressione idonea a far cessare la perdita di san-gue; come estrema ratio per tamponare un’emorragia si puòutilizzare una cravatta, una sciarpa, una cintura larga.

L’uso del laccioBisogna sempre documentare il momento in cui lo si applica:generalmente si scrive sulla fronte del paziente la lettera “L” el’ora di applicazione del laccio: questa procedura dà la pos-sibilità ai soccorritori del 118 di riconoscere e di trattare im-mediatamente l’emorragia.Il paziente emorragico va comunque posto in posizione antishockper favorire l’afflusso di sangue agli organi nobili (in caso di so-spette fratture degli arti inferiori, tale posizione è controindicata).

Emorragie gravissime ( arteriose )Le emorragie arteriose, cioè quelle che interessano i vasi cheportano il sangue dal cuore alla periferia, sono molto perico-lose, potendo determinare gravissime emorragie.In questo caso non basta comprimere la ferita ma si deve compri-mere tra il cuore e la ferita lungo il decorso dell’arteria principale.Il soccorritore deve mantenere la compressione fino al comple-tamento dell’assistenza.

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Figura 10

È necessario, pertanto, tenere presente i punti di compressione adistanza dei quali solo alcuni sono rappresentati nella figura 11.

1. compressione della carotide ( emorragia del collo ). Si com-prime la carotide a lato della trachea, al di sotto della feri-ta. La persona è semiseduta.

2. compressione della succlavia ( emorragia della spalla e del-l’arto superiore ). Si infossa il pollice dall’alto in basso sul-la “saliera”.

3. compressione dell’arteria ascellare ( emorragia della par-te alta del braccio). Si comprime nel cavo ascellare con ipollici affiancati e paralleli.

4. compressione dell’arteria femorale ( emorragia dell’ingui-ne o dell’arto inferiore).

L’arteria femorale attraversa il bacino al centro della plica in-guinale. Far sdraiare l’infortunato stando in ginocchio a fian-co dello stesso; comprimere sulla plica inguinale con il pugnochiuso, premendo con tutto il peso del corpo

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Figura 11

Emorragie interneSono emorragie che avvengono all’interno di cavità (addome,torace, ecc.) e per tale ragione sono difficilmente individuabi-li. Vanno sempre sospettate in caso di gravi traumi cranici, ad-dominali, toracici, ecc., situazioni nelle quali è prioritario atti-vare il 118.

Emorragie esteriorizzateSono emorragie che avvengono all’interno di cavità collegatecon l’esterno (tubo digerente, polmone, orecchio, naso). Sonofacilmente riconoscibili poiché il sangue fuoriesce dalla cavità;tra le emorragie esteriorizzate che possono essere trattate dalprimo soccorritore abbiamo l’otorragia (perdita di sangue dal-le orecchie) e l’epistassi (sanguinamento dal naso).

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Trattamento dell’epistassi

Il paziente deve essere invitato a sedersi, con la testa leggermentepiegata in avanti, stringendo le narici tra pollice ed indice. La po-sizione della testa reclinata all’indietro è controindicata perché com-porta l’ingestione di sangue con il rischio di soffocamento.

Trattamento dell’otorragia

A differenza di altre emorragie esteriorizzate, non deve esse-re tamponata; al contrario, il paziente deve essere posto in unaposizione tale da consentire un più facile deflusso del sangue.

IL TRAUMA CRANICOQualsiasi situazione che produce danni alle varie componen-ti del cranio è un trauma cranico. Nei traumi cranici general-mente è coinvolto il cuoio capelluto, rivestimento del capo co-perto dai capelli. Le fratture possono riguardare la volta e labase del cranio. Su meningi ed encefalo i principali danni so-no la commozione cerebrale (la commozione cerebrale è unalesione reversibile dell’encefalo, che si manifesta con un’inizia-le perdita di coscienza che, poi, si risolve in pochi minuti, sen-za lasciare danni permanenti), gli ematomi e le emorragie in-tracranici, le contusioni e le lacerazioni encefaliche, lesioni que-ste (ad eccezione della commozione cerebrale) gravissime, che,se il paziente sopravvive, causano invalidità permanente.

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Trattamento

Un soccorso appropriato si fa con la procedura dell’ABCDE giàrichiamata sopra.

Tutti i traumi cranici vanno sottoposti a controllo medico, matale controllo varia in base al danno. Una banale contusionedel cuoio capelluto (il classico bernoccolo), richiede, senza ur-genza, un riscontro medico; nell’attesa, contro l’ematoma ba-sta una borsa di ghiaccio o una confezione di ghiaccio pron-to uso; il bernoccolo, tuttavia, non va compresso per il rischiod’infossare un’eventuale frattura cranica sottostante.

Una contusione del cuoio capelluto, se compare uno dei segnidi lesione encefalica (mal di testa, vomito, amnesia, perdita dicoscienza, anche se passeggera) richiede il ricovero del trau-matizzato.

Una ferita lacero-contusa, senza fratture e senza segni di le-sioni encefaliche, esige l’ospedalizzazione del ferito. Una frat-tura del cranio, specie se associata a liquorrea (la liquorrea èla fuoriuscita di un liquido limpido e incolore proveniente dal-le cavità interne del cranio – il liquor - ) è una condizione digrave pericolo; quindi, allertato il 118, il ferito va trasportatod’urgenza in ospedale. Nell’attesa del pronto soccorso il soc-corritore deve contrastare l’insorgenza del coma, stimolando

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il paziente a restare sveglio; così, se compare questo segno,comunicata al 118 la situazione d’emergenza, potrà avviarela rianimazione del soggetto (evitare l’iperestensione del capoe la posizione laterale di sicurezza).

TRAUMI DELLA COLONNA VERTEBRALEGli incidenti stradali rappresentano la causa più frequente ditrauma della colonna vertebrale. Il danno può riguardare lasola componente ossea o coinvolgere anche quella midollare(lesioni midollari). L’interessamento del midollo produce defi-cit ovvero paralisi dei soli arti inferiori (paraplegia) o di tutti equattro gli arti (tetraplegia), paralisi sensitive con perdita del-la sensibilità superficiale e profonda; inoltre, una lesione neltratto iniziale del midollo spinale può compromettere la soprav-vivenza del traumatizzato, perché questo tratto contiene i cen-tri nervosi che controllano il respiro ed il battito cardiaco. Incaso di trauma spinale si deve sospettare sempre una lesionemidollare e, quindi, comportarsi con estrema prudenza nel pra-ticare le manovre di primo soccorso.

Trattamento

In caso di un trauma spinale, nell’attesa del 118, il soccorrito-re deve proteggere l’infortunato dallo shock termico e, se l’infor-tunato è cosciente, sarà un suo compito tassativo d’impedirglidi muoversi.

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Per fornire un soccorso appropriato, inoltre, il soccorritore ese-gue la procedura dell’ABCDE, ponendo una particolare atten-zione, in fase D (disability), ai segni di danno spinale:• probabilmente non c’è alcuna lesione del midollo spinale, se

il traumatizzato sente su mani e piedi il pizzicotto, muove en-trambi gli arti, stringe con le mani la mano del soccorritore,spinge con i piedi, opponendosi alla forza esercitata dal soc-corritore;

• può esser insorto un danno midollare inferiore, se il trauma-tizzato riesce a sentire il pizzicotto sulle mani, ma non sui pie-di; muove entrambe le mani, ma non i piedi; stringe con lemani una mano del soccorritore, ma non spinge con i piedi;

• può esserci un danno del midollo cervicale, quando il traumatiz-zato non riesce a muovere mani e piedi, a stringere con le ma-ni una mano del soccorritore, a spingere con entrambi i piedi.

Il coma non consente la rilevazione dei segni di danno spina-le; per questo si considera il traumatizzato privo di sensi co-me un soggetto a rischio di danno midollare.

PRINCIPALI SINDROMI D’INTERESSE MEDICOIn tali sindromi, se la vittima è ancora cosciente, il compito delprimo soccorritore è, in generale, quello di sorvegliarla e chia-mare i soccorsi. Esistono comunque comportamenti che devo-no essere avviati e comportamenti non consentiti, che bisognaconoscere.

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Il dolore cardiacoAll’origine del dolore cardiaco c’è un’insufficiente apporto disangue ossigenato al cuore. Quando si deve temere che un do-lore al petto sia d’origine cardiaca? Se un dolore insorge die-tro lo sterno e s’irradia al collo ed alla mandibola, alla pare-te superiore della schiena, agli arti superiori, alla parte cen-trale superiore dell’addome ed è accompagnato da nausea evomito, se compare difficoltà respiratoria e debolezza inspie-gabile, in questi casi è opportuno chiedere l’intervento del 118.

Dopo aver attivato il sistema 118:• liberare il soggetto da indumenti stretti;• metterlo in condizioni di riposo e tranquillizzarlo (limita la

fatica del cuore);• chiedergli se ha già avuto in passato episodi simili e se as-

sume farmaci per il cuore (se il soggetto è un cardiopaticogià in trattamento, può avere con sé i farmaci; in tal casoaiutarlo ad assumerli).

Il malessere nel diabeticoIl diabete è una malattia dovuta ad un’alterazione del meta-bolismo degli zuccheri, che si accumulano nel sangue senzache i tessuti dell’organismo possano utilizzarli per la produzio-ne di energia. Bisogna sempre sospettare un malessere in undiabetico quando insorgano disturbi della coscienza, prece-duti da sonnolenza o agitazione.

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Trattamento

Avuta la conferma che si sta soccorrendo un diabetico condisturbi della coscienza, va applicata la regola del glucosioper tutti, somministrando zucchero in ogni caso. Un’altra im-portantissima azione è la chiamata dei soccorsi che, nel ca-so di assenza della coscienza deve precedere qualunque al-tro intervento.

• Nel soggetto cosciente bisognerà:- somministrare zucchero (acqua e zucchero, succo d’arancia,

ecc.);- poi chiamare i soccorsi;• nel soggetto incosciente sarà necessario:- per prima cosa chiamare i soccorsi;- poi somministrare un pizzico di zucchero sotto la lingua (non som-

ministrare acqua e zucchero: la vittima potrebbe soffocare!);- infine, valutare respiro e polso e, se presenti, porre il pazien-

te in posizione laterale di sicurezza.

Le convulsioniSi tratta di contrazioni muscolari improvvise, non controllate vo-lontariamente, provocate da un’alterazione dell’attività elettri-ca cerebrale, che coinvolgono singoli distretti muscolari o in-vestono tutto il corpo e sono di solito accompagnate da perdi-ta dei sensi e seguite da perdita involontaria d’urina e di feci.

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Trattamento

• adagiare il paziente sul pavimento e cercare di proteggerloda urti, cadute, senza però bloccargli i movimenti;

• non infilare alcun genere d’oggetti in bocca a protezione del-la lingua!

Quando termina la crisi e persiste lo stato di sopore, control-lare che:• il respiro sia di regolare frequenza;• che non vi siano ostacoli al flusso aereo o corpi estranei in

bocca.Se il paziente non riprende i sensi:• metterlo in posizione laterale di sicurezza per consentire il

deflusso dalla bocca di saliva.

Quando s’avvia una crisi, occorre allertare subito il 118 e ag-giornarlo nel corso della sua evoluzione.

DISTURBI INIZIALI DELLA COSCIENZA(LIPOTIMIA E SINCOPE)

Un ridotto afflusso di sangue al cervello inizialmente produce di-sturbi che scompaiono o s’attenuano fortemente se il paziente pas-sa dall’abituale posizione eretta ad una posizione seduta o supina;può anche succedere che a questi disturbi s’associ un senso di man-camento, che a volte evolve fino alla perdita di coscienza. La lipo-

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timia è il quadro meno grave, in cui fiacchezza, stordimento, fischi,ronzii, disturbi della vista, malessere, nausea, pallore, sudorazio-ne, sensazione d’imminente mancamento non sono accompagna-ti da perdita di coscienza. Nella sincope l’improvvisa e transitoriaperdita di coscienza obbliga il soggetto a distendersi per terra.

Trattamento

I casi più lievi di lipotimia si risolvono facilmente, ponendo ilpaziente:• seduto con la testa abbassata tra le ginocchia;• adagiato per terra con le gambe più in alto della testa (po-

sizione antishock);• liberandolo di cinte e indumenti stretti.

Nella sincope:• porre il paziente in posizione antishock e sottoporlo a stimo-

li verbali e tattili;• chiamare il 118, se malgrado questi stimoli il paziente non

risponde;• proteggere il paziente dal rapido raffreddamento, copren-

dolo.

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Figura 12

Dopo diverso tempo che sto in piedi in un periodo par-ticolarmente caldo ho la sensazione di un malessere, èla sensazione che da un momento all’altro posso per-dere l’equilibrio e cadere per terra. Devo immediatamen-te chiedere aiuto, essere trasportato in un luogo frescoe sdraiarmi con gli arti inferiori in alto in posizione an-tishock non devo assumere liquidi e opportuno che chimi soccorre possa misurarmi la pressione per verifica-re lo stato di ripresa.

Colpo di caloreI meccanismi della termoregolazione sono situati nel sistemanervoso centrale e provvedono al costante adeguamento del-l’acquisizione o perdita di calore secondo condizioni esternee le necessità interne dell’organismo.

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L’acquisizione di calore è data:– dalla conversione del cibo in energia a livello cellulare, dal-

l’attività muscolare,– dall’assorbimento da fonti esterne (sole, aria calda, cibi e be-

vande calde).

La dispersione del calore avviene attraverso l’irradiazione del-la pelle e del respiro o grazie al contatto con oggetti freddi chesottraggono calore al corpo.Quando fa molto freddo i vasi periferici si costringono, la cir-colazione si rallenta per evitare la dispersione di calore.

In condizioni di caldo eccessivo, invece, i vasi periferici si dilatanoper permettere un maggior afflusso di sangue e quindi una mag-giore cessione di calore ai tessuti con possibilità di sudorazione.

In ambienti particolarmente caldi, umidi e poco ventilati pos-sono concretizzarsi le condizioni per un eccessivo accumulo dicalore nel corpo umano con fenomeni di malessere generaliz-zato sino perdita di coscienza.La mancata evaporazione del sudore è alla base dello scon-volgimento del delicato equilibrio della termoregolazione conla comparsa di un quadro patologico caratterizzato all’inizioda malessere, stordimento, cefalea, colorito rosso acceso,profonda sudorazione, nausea, vomito.

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Tale sintomatologia ben presto evolve verso lo stato di shockcon calo della pressione, polso piccolo e frequente, pallore,respiro superficiale.

È necessario trasportare il soggetto in ambiente fresco e ven-tilato, porre impacchi freddi, evitando bruschi raffreddamen-ti, far bere a piccoli sorsi acqua leggermente salata, se il pa-ziente è cosciente.

In caso di shock porre il soggetto in posizione laterale di sicu-rezza con gambe sollevate.

Evitare di far scendere bruscamente la temperatura sotto i 39°potrebbe provocare collasso.

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COLPO DI CALORE

CAUSE: ambienti caldi umidi non arieggiatiMancata evaporazione della sudorazione

SINTOMI: malessere, stordimentoCefalea, colorito rosso accesoProfonda sudorazione, nausea vomitoStato di shock con calo della pressione, pol-so piccolo e frequente, pallore, respiro su-perficiale

COSA FARE: trasportare il soggetto in ambiente frescoe ventilato

Porre impacchi freddi, evitando bruschiraffreddamentiSe cosciente far bere piccoli sorsi acqualeggermente salata

In caso di shock: porre il soggetto in posizione laterale disicurezza con gambe sollevate.

Evitare di far scendere bruscamente la temperatura sottoi 39°: potrebbe provocare collasso.

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Lo shockÈ una grave alterazione dei meccanismi della circolazione delsangue e del metabolismo dell’organismo provocata da una ri-dotta irrorazione ematica e da un inadeguato apporto di os-sigeno agli organi vitali.

Il primo soccorritore può svolgere un ruolo molto importante,individuando precocemente i segni che ne fanno sospettare l’in-sorgenza ed avviando quei trattamenti indispensabili a soste-nere le funzioni vitali ed arrestare la rapida evoluzione versola morte.

Segni iniziali di shock sono:• pallore e poi cianosi (colorazione bluastra) delle estremità

(volto, labbra, naso orecchie, mani, piedi), dovute a insuffi-ciente ossigenazione del sangue;

• cute delle estremità fredda al tatto;• respiro frequente e corto (fame d’aria), altro segno precoce

di shock;• polso rapido e difficile da palpare in sede radiale;• agitazione, ansietà, sonnolenza.

Trattamento

Prima di attivare una qualsiasi altre procedura, valutare le fun-zioni vitali della vittima:

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• se sono alterate, è necessario garantire il loro mantenimen-to con la procedura ABC (attivazione del 118, apertura del-le vie aeree, ecc.);

• se ci sono emorragie, vanno tamponate;• adottare le procedure previste per la gestione di una sinco-

pe;• coprire il paziente con una coperta isotermica o con indu-

menti pesanti, ponendolo possibilmente al chiuso ed al cal-do per non esporlo agli agenti atmosferici.

USTIONILe ustioni sono lesioni della pelle indotte da calore, agenti chi-mici, corrente elettrica. La gravità di un’ustione si giudica inbase alla profondità e all’estensione. In base alla profondità sidistinguono tre tipi di ustione:• di 1° grado, che si manifesta con l’eritema, l’arrossamento

della cute, ed il dolore;• di 2° grado, che ha come segno tipico la presenza di vesci-

cole cutanee (flittène) ed è accompagnata da eritema e do-lore più intensi;

• di 3° grado, che presenta una superficie cutanea di colori-to bianco avorio o brunastro e si riconosce, anche, per per-dita circoscritta della sensibilità dolorosa.

Per valutare l’estensione di un’ustione si usa il criterio della re-gola del 9: è possibile dividere il corpo in aree corrisponden-

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ti a circa il 9% della sua superficie ed assegnare a queste areeun punteggio in percentuale (ad es. il collo ed il capo 9%; ilbraccio 9%; la gamba 18%; ecc.), che poi permette un velocecalcolo della superficie ustionata.

Altri fattori che condizionano la gravità di un’ustione sono lalocalizzazione del danno in aeree critiche (volto, mani e pie-di, gomiti e ginocchia, genitali, natiche, faccia interna delle co-sce), l’età del paziente (un’ustione moderata rischia di esserefatale per un anziano), la preesistenza d’eventuali malattie cro-niche; inoltre, il danno è più grave se a produrlo sono agentichimici o la corrente elettrica.

Primo trattamento delle ustioni termiche gravi:da non fare:• non utilizzare acqua fredda né ghiaccio;• non rimuovere gli abiti del paziente né gli eventuali corpi

estranei, se questi sono appiccicati alla superficie ustionata;• non bucare la flittène;• non utilizzare polveri né pomate.

Da fare:• garantire per soccorritore e vittima la sicurezza della scena

e rimuovere o limitare l’esposizione alla fonte di calore delsoccorritore e dell’ustionato;

• chiamare il 118;

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• soffocare eventuali focolai ancora accesi sul corpo del pa-ziente con una coperta;

• medicare le zone di cute scoperta con garze sterili o teli pu-liti;

• monitorare le funzioni vitali della vittima sino all’arrivo del118, avviando le procedure di rianimazione, se la vittima èin arresto respiratorio e cardiaco;

• coprire la vittima con la coperta isotermica o con qualcheindumento pesante.

Primo trattamento delle ustioni termiche lievi/moderateLe scottature in cucina sono eventi piuttosto frequenti che de-terminano ustioni di 1° e 2° grado.Nelle ustioni localizzate l’obiettivo del trattamento è quello dialleviare le sofferenze della vittima e di prevenire la contami-nazione batterica delle ferite. Il primo obiettivo si raggiungeapplicando sulla parte ustionata il freddo (esempio nelle scot-tature). La prevenzione della contaminazione delle ferite si ot-tiene con una medicazione, coprendo la parte con garze ste-rili o teli puliti e fasciandola con benda o isolandola con unsacchetto di polietilene.

LESIONI DA ELETTRICITÀLa folgorazione è un evento relativamente raro, ma con conse-guenze spesso molto gravi: colpisce soggetti di tutte le età, è ubi-quitario e riguarda non solo i lavoratori, ma anche i semplici cit-

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tadini esposti ai rischi generici di un ambiente domestico.Gli effetti più gravi sull’organismo interessano l’apparato cardio-vascolare e l’apparato respiratorio; danni egualmente molto se-ri sono prodotti della corrente elettrica sui tessuti di rivestimento.Sono eventi frequenti nel turismo gli shock da folgorazione.

MORTE DA FOLGORAZIONEPuò avvenire per tre sostanziali ragioni:• per fibrillazione ventricolare, alla quale segue l’arresto re-

spiratorio;• per asfissia causata da paralisi dei muscoli respiratori, alla

quale segue l’arresto cardiaco;• per arresto respiratorio e cardiaco da inibizione dei centri

bulbari.

USTIONI DA FOLGORAZIONELe alte tensioni determinano ustioni di 3° grado di difficile gua-rigione e che possono porre il paziente in pericolo di vita. Lebasse e medie tensioni inducono danni localizzati e si presen-tano nei punti di entrata e di uscita della corrente.

Intervento d’emergenza per tensioni inferiori a 1000 Volts:• togliere la corrente;• se non è possibile, staccare la vittima dall’elemento in ten-

sione, isolandosi adeguatamente e senza toccare direttamen-te la vittima;

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• valutare le funzioni vitali e, se è il caso, sostenerle (procedu-ra ABC);

• coprire le ferite da ustione con garze sterili e fasciarle.

Intervento d’emergenza per tensioni superiori a 1000 Volts:• non avvicinarsi all’elemento in tensione prima di avere in-

terrotto la corrente;• soccorrere il folgorato, valutare le funzioni vitali e, se è il ca-

so, sostenerle (procedure ABC);• medicare le ustioni con garze sterili e coprirle con bende.

Improvvisamente vi è un incendio in un magazzino, aiu-to il magazziniere a mettersi in salvo, gli faccio raggiun-gere un punto dove la zona è particolarmente arieggia-ta, noto delle ustioni sulla cute, sono di dimensioni ri-dotte di colore rosso le copro con garze sterili e chia-mo il medico per un controllo ed eventuale per una te-rapia farmacologica.

Un collega tocca con una mano un conduttore e rima-ne attaccato, immediatamente tolgo la corrente stac-co la vittima dal conduttore noto che non è cosciente marespira lo colloco su una posizione laterale di sicurez-za, chiamo i soccorsi per un ulteriore controllo specia-listico.

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AVVELENAMENTIÈ una condizione indotta dall’assorbimento di sostanze che perla loro proprietà possono compromettere anche gravemente lafunzionalità dell’organismo.Tra i sintomi iniziali ci possono essere mal di testa, nausea evomito. Nei casi più gravi sonnolenza, confusione mentale econvulsioni.

Importante è non mescolare le sostanze utilizzate per le pulizie,non travasare i contenitori anonimi liquidi contenuti in conteni-tori ben identificabili con etichetta sulla qualità del prodotto.

1) mantenere le funzioni vitali;2) individuare la sostanza in causa;3) mettersi in contatto con un centro antiveleno.

LE PUNTURE DI INSETTILe punture di api, vespe e calabroni, sono di solito più dolo-rose ed allarmanti che pericolose.Alcune persone , tuttavia, sono allergiche a questi veleni e pos-sono sviluppare una grave reazione che è lo shock anafilattico.

Molti insetti introducono nella pelle un pungiglione altri il lorosiero.Si può provare ad estrarre il pungiglione con pinzette disinfet-tate, senza premere e senza insistere.

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Bisogna tenere presente che sono elementi pericolosi:

- il numero elevato di punture- il luogo della puntura ( faccia, lingua e gola per il rischio di

edema della glottide, occhio)- sensibilità individuale accentuata (bambino, soggetto allergico).

LE INTOSSICAZIONIIn alcuni casi ci si può trovare di fronte a situazioni causate daassorbimento di sostanze velenose e/o tossiche. Bisogna innan-zitutto precisare che le intossicazioni, conseguenti a tale assor-bimento, possono essere:• intenzionali• accidentali.

Non ci occuperemo delle prime, in quanto esulano dai compiti diquesto manuale. Per quanto riguarda invece le seconde, nelle qua-li ci si può imbattere con maggiore frequenza, ricorderemo che es-se possono verificarsi nella gran parte dei casi per errore o per di-strazione. In questo capitolo, dopo averne descritto le caratteristi-che generali, si parlerà delle intossicazioni da ossido di carbonio.L’intossicazione può avvenire per:a) ingestione,b) inalazione,c) assorbimento attraverso la cute,di una determinata sostanza.

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In ogni caso, subito dopo aver utilizzato una di queste tre vied’entrata, le sostanze passano in circolo e giungono al fega-to, dove vengono trasformate, nella maggioranza dei casi, inprodotti non tossici ed eliminate attraverso le feci, l’apparatorespiratorio, la saliva, etc..In alcuni casi, però le sostanze sono trasformate in prodotti piùtossici della sostanza originaria.

È opportuno a questo punto parlare della etichettatura dellesostanze chimiche, perché in alcuni casi tale conoscenza puòaiutare nel soccorso di un intossicato, in quanto consente di for-nire dati più precisi alla struttura di emergenza contattata te-lefonicamente allorché si sia verificata una intossicazione acu-ta. Tutti i prodotti chimici pericolosi sono per legge etichettati,al fine di

• identificare il tipo di prodotto utilizzato,• indicare i rischi per l’uomo, per l’ambiente,• apprendere le modalità di conservazione del prodotto stesso.

Tutti i contenitori delle varie sostanze presentano infatti dei sim-boli (pittogrammi), che consentono di identificare la tipologiadi pericolosità della sostanza presente in tale contenitore (tos-sicità, nocività, infiammabilità, esplosività, etc.); alcune sostan-ze hanno contemporaneamente diverse caratteristiche tra quel-le descritte in precedenza, pertanto avranno un numero mag-

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giore di simboli (pittogrammi). Sull’etichetta, infine, relativamen-te al prodotto sono riportati consigli in merito:

• alle modalità di stoccaggio• alle precauzioni da adottare in caso di utilizzo• al corretto smaltimento del prodotto stesso.

In caso di sospetta intossicazione è necessario conoscere la so-stanza che può aver determinato tale episodio: pertanto saràimportante recuperare e conservare i contenitori delle sostan-ze ritenute responsabili delle intossicazioni.

Cosa fare:a) in caso di ustioni e di contatto con gli occhi: si rimanda ai

capitoli specifici.b) In caso di ingestione: chiedere notizie al soggetto in merito

al tipo di sostanza ingerita.c) In caso di inalazione: portare il soggetto in un altro ambien-

te o, eventualmente, all’esterno.

In ogni caso, sia nell’ipotesi b) sia nell’ipotesi c), verificare lecondizioni:a) neurologicheb) cardiocircolatoriec) respiratorie dell’infortunato.

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Inoltre mettere il paziente, qualora inosciente, in posizionelaterale di sicurezza. Chiamare il 118 specificare che trattasidi avvelenamento e fornire informazioni in merito:

• alle condizioni del soggetto,• al tipo di sostanza inalata o ingerita,• al tempo trascorso dall’ingestione o dall’inalazione della so-

stanza.

Cosa non fare:a) SOMMINISTRARE ALCOOLICIb) STIMOLARE IL VOMITO IN SOGGETTO INCOSCIENTEc) STIMOLARE IL VOMITO IN CASO DI INGESTIONE ACCIDEN-

TALE DI VARECHINA O DI ALTRE SOSTANZE CAUSTICHE.

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CONTENUTO MINIMO DEL PACCHETTO DI MEDICAZIONE (D.M. 388/2003)

• guanti sterili monouso (2 paia)• flacone di soluzione cutanea di iodopovidone al 10 % di io-

dio da 125 ml (1).• Flacone di soluzione fisiologica (sodio cloruro 0,9 % ) da 250

ml (1). • Compresse di garze sterile 18 x 40 in buste singole.• Compresse di garza sterile 10 x 10 in buste singole• Pinzette da medicazioni sterile monouso (1).• Confezione di cotone idrofilo (1).• Confezione di cerotti di varie misure pronto all’uso (1)• Rotolo di cerotto alto cm. 2,5 (1).• Rotolo di benda orlata alta cm 10 (1).• Un paio di forbici.• Un laccio emostatico.• Confezione di ghiaccio pronto uso (1).• Sacchetti monouso per la raccolta dei rifiuti sanitari (1).• Istruzioni sul modo di usare i presidi suddetti e di prestare i

primi soccorsi in attesa del servizio di emergenza.

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BIBLIOGRAFIA:1) D.M. 388/20032) BLS – Basic Life Support ( Rianimazione Cardiopolmonare

di base) e BLSD – Basic Life Support Early DefibrillationIRC ( Italian Resuscitation Council ) – 2006Pag. 8 – 15

3) Vittorio RODIA “il pronto soccorso in azienda” editore Buf-fetti – 1999 (pag. 64 - 69 / pag. 95-98)

4) Pronto soccorso e interventi di emergenzaHarvey D. GRANT – Robert H. MURRAY Jr. – J. David BERG-ERONEditore: McGraw – HillVI Edizione - 1996Pag. 536 – 540 / pag. 438 – 469 / 202 - 238

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Finito di stampare nel mese di febbraio 2011dalla Tipolitografia CSR - Via di Pietralata, 157 - 00158 Roma

Tel. 064182113 (r.a.) - Fax 064506671

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E.Bi.N.Vi.P.ENTE BILATERALE NAZIONALE

VIGILANZA PRIVATA

L’Ente Bilaterale Nazionale Vigilanza Privata è un organismo pariteticocostituito nel 2002 su iniziativa delle Associazioni dei datori di lavoro edelle Organizzazioni Sindacali dei lavoratori: A.N.I.V.P.; ASSIV; ASSVIGI-LANZA; UNIV; AGCI Produzione e Servizi di Lavoro; Lega Coop Servizi;CONFCOOPERATIVE e FILCAMS - CGIL; FISASCAT - CISL; UILTuCS.

L’Ente ha natura giuridica di associazione non riconosciuta, non perseguefinalità di lucro ed ha tra i suoi obiettivi di incentivare e promuovere studie ricerche nel settore della Vigilanza privata con riguardo alle analisi deifabbisogni formativi, di promuovere iniziative in materia di formazione,qualificazione e riqualificazione professionale delle Guardie Giurate,anche in collaborazione con istituzioni nazionali ed europee.In aggiunta a tali funzioni, assume particolare rilevanza il rilascio dellaCertificazione liberatoria, strumento di attestazione di correttezza dello svolgi-mento dell’attività, recepito in specifica norma di legge dall’ordinamento vigen-te. Inoltre rilascia il parere di conformità per i contratti di apprendistato in rap-porto alle norme previste dalla contrattazione collettiva in materia.Di specifica rilevanza assumono le iniziative editoriali riguardanti partico-lari argomenti dei comportamenti delle Guardie Giurate nell’eserciziodelle proprie funzioni.Il presente manuale intende fornire nozioni di base in materia di primosoccorso per gli operatori della vigilanza privata.

Via Gaeta, 23 - 00185 RomaTel. 06 4820303 - Fax 06 48976060

[email protected] - www.ebinvip.it

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NOZIONI DI BASEIN MATERIADI PRIMO SOCCORSO

E.Bi.N.Vi.P.ENTE BILATERALE

NAZIONALEVIGILANZA PRIVATA

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