+ All Categories
Home > Documents > OipaMagazine Dossier

OipaMagazine Dossier

Date post: 22-Mar-2016
Category:
Upload: marco-anzellotti
View: 218 times
Download: 0 times
Share this document with a friend
Description:
Bimestrale di approfondimento su imprese e Pubblica Amministrazione - Numero 1 - www.oipamagazine.eu
36
dossier Bimestrale di approfondimento su imprese e Pubblica Amministrazione ANNO I - NUMERO 1 - lUglIO/AgOSTO 2011 www.oipamagazine.eu Intervista Esclusiva al Presidente del Consiglio SILVIO BERLUSCONI a cura dell' On. Mariarosaria Rossi Pianeta Fisco Federalismo fiscale - Fisco&Imprese - Fisco&Europa Fisco&Donne - Fisco&Contribuenti Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:23 Pagina 1
Transcript
Page 1: OipaMagazine Dossier

dossierBimestrale di approfondimento su imprese e Pubblica Amministrazione

ANNO I - NUMERO 1 - lUglIO/AgOstO 2011

www.oipamagazine.eu

Intervista Esclusiva alPresidente del ConsiglioSILVIO BERLUSCONIa cura dell' On. Mariarosaria Rossi

PianetaFisco

Federalismo fiscale - Fisco&Imprese - Fisco&EuropaFisco&Donne - Fisco&Contribuenti

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:23 Pagina 1

Page 2: OipaMagazine Dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:23 Pagina 2

Page 3: OipaMagazine Dossier

Editoriale

Pianeta FiscoFrancesco RuoppoloDirettore responsabile

uando è stato deciso l’argomento al quale dedicare il primo numero di Oipa Maga-zine dossier, nessuno di noi immaginava che il tema del fisco avrebbe tenuto bancopiù di ogni altro nel dibattito politico di questo periodo.

La riforma fiscale, invece, nel frattempo ha fatto irruzione nell’agenda del governo su inputdiretto di Silvio Berlusconi. Proprio il Presidente del Consiglio è il prestigioso ospite del no-

stro neonato bimestrale, che bagna così il suo esordio con un colpo ad effetto,riuscendo ad arrivare dove molti altri hanno dovuto arrendersi per la scelta fattaa suo tempo dal premier di non concedere interviste alla stampa.È un Berlusconi a tutto campo quello che, in un’intervista esclusiva rilasciata al-l’onorevole Mariarosaria Rossi, svela i tasselli dell’azione programmatica dell’ese-cutivo, misure da dipanare sull’orizzonte dei due anni che ci separano dalla finedella legislatura. E che mirano al rilancio del sistema Paese. Una sfida che passa ne-cessariamente attraverso il fisco, con l’effetto a cascata che una riforma struttu-

rale può avere sul nostro tessuto produttivo e sulle famiglie, senza abbandonare la linea delrigore e del realismo da tenere sui conti pubblici. E attraverso la ridefinizione del rapporto traStato e cittadino.Centrale in questa ottica è l’avvento del federalismo fiscale. Una riforma che, comunque la sipensi, promette di incidere profondamente su una certa mentalità, sul terreno che ha vistocrescere forte, tra sprechi e la mancanza di un approccio responsabile, “l’albero storto” delfisco. Un’espressione – quest’ultima – cara al professor Luca Antonini, uno dei massimi espertidi federalismo, che ci ha illustrato le novità introdotte dalla riforma in un colloquio ricco d’in-teresse. Gli altri punti di forza dell’impianto federalista sono rinvenibili nella chiave di letturadel senatore Massimo Garavaglia.Sulla questione fiscale è quasi epidermica la sensibilità di Confindustria. Non passa giornosenza che la numero uno di Viale dell’Astronomia, Emma Marcegaglia, pungoli il governosulla necessità di avviare la riforma fiscale e un’opera di semplificazione per le imprese. L’ecodi queste istanze torna nell’intervento del direttore generale di Confindustria Servizi Inno-vativi e Tecnologici, Luigi Perissich.Nel dossier che state sfogliando, la questione fisco è stata affrontata da diversi punti di vista:con gli occhi delle donne, attraverso il contributo della senatrice Maria Leddi. Nei panni di con-sumatori e contribuenti, troverete interessanti gli spunti del segretario generale di AdiconsumPietro Giordano e dell’avvocato Valentina Guzzanti. Di compensazione dei crediti delle impresevantati nei confronti della Pa ci parla invece l’onorevole Cosimo Ventucci. Focalizzati sullo svi-luppo, infine, l’intervento dell’onorevole Gioacchino Alfano e quello del vicepresidente del Par-lamento europeo, Gianni Pittella.Per concludere, desidero ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione diquesto primo numero del dossier, rendendo possibile l’avvio di un progetto ambizioso. Il no-stro magazine cartaceo ha appena mosso il suo primo passo. Speriamo sia di vostro gradi-mento, pur consapevoli che ci sono cose da migliorare nei mesi a venire. Il nostro è uncantiere aperto, ma è una delle parti più affascinanti della sfida che ci attende.

Vi auguro una buona lettura

Q

3dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:23 Pagina 3

Page 4: OipaMagazine Dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:23 Pagina 4

Page 5: OipaMagazine Dossier

Sommario

EDItORIAlE

Pianeta Fisco pagdi Francesco Ruoppolo

Fisco equo: un'utopia raggiungibile pagdi Antonio Persici

FEDERAlIsMO FIsCAlE

Il nuovo fisco nell'Italia federale: nessuna nuovatassa, ma responsabilità e lotta agli sprechi pagIntervista a Luca Antonini, Pres. COPAFFdi Francesco Ruoppolo

Il federalismo: una grande sfida culturale pagIntervista al Sen. Massimo Garavagliadi Arianna Fioravanti

FIsCO&IMPREsE

Confindustria: Riforma fiscale priorità per lacrescita pagdi Maurizio Pezzuco

Meno pressione fiscale e burocrazia per rilanciareinvestimenti e innovazione pagIntervista a Luigi Perissich, DG Confindustria Sitdi Martina Fusco

Nel decreto sviluppo agevolazioni fiscali per leimprese pagIntervista all' On. Gioacchino Alfanodi Maurizio Pezzuco

Ritardi nei pagamenti compensazioni crediti Pain attesa del decreto attuativo pagdell’On. Cosimo Ventucci

l’AZIENDA

Il Credit Manager: una speranza per le impresecreditrici della Pubblica amministrazione pagIntervista a Davide Carmine Cardognadi Maurizio Pezzuco

Pagare le tasse sì, ma cosa si aspettano icittadini? pagdi Paolo Moretti

FIsCO&EUROPA

Condivisione del bilancio e Union Bond perrilanciare la crescita dell'Unione europea pagdell’On. Gianni Pittella - Vice Pres. Parlamento Europeo

FIsCO&DONNE

la leva fiscale per promuovere l'occupazionefemminile pagdella Sen. Maria Leddi

FIsCO&CONtRIBUENtI

Adiconsum: modifica radicale del modello digiustizia tributaria pagdi Pietro Giordano – Segr. Generale Adiconsum

Il dialogo tra fisco e contribuenti pagdi Valentina Guzzanti

IN BREVE pagdi Martina Fusco

OIPA MAgAZINE DOssIERAutorizzazione Tribunale di RomaN. 483 DEL 31/12/2010

DIREttORE EDItORIAlEAntonio [email protected] REsPONsABIlEFrancesco [email protected]

sEgREtARIA DI REDAZIONEAdriana [email protected]

REDAZIONEMaurizio Pezzuco, Martina Fusco

HANNO COllABORAtOOn. Mariarosaria Rossi, On. Cosimo Ventucci,On. Gianni Pittella, Sen. Maria Leddi, PietroGiordano, Avv. Valentina Guzzanti, Paolo Mo-retti, Arianna Fioravanti

sI RINgRAZIAOn. Silvio Berlusconi, Sen. MassimoGaravaglia, Luca Antonini, Luigi Perissich,On. Gioacchino Alfano, Davide CarmineCardogna

sEDEVia dei Bergamaschi, 58 – 00186 RomaVia Francesco Gentile 135 – 00173 Roma

CONtAttI06 726542348 +39 320 [email protected]

PUBBlICItA’[email protected]

stAMPAStar Servizi srl - Roma

3

6

13

15

18

19

21

22

Intervista Esclusiva alPresidente del ConsiglioSILVIO BERLUSCONIa cura dell' On. Mariarosaria Rossi

24

26

28

30

32

33

34

pag 8

5dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:23 Pagina 5

Page 6: OipaMagazine Dossier

Editoriale

Fisco equo: un’utopia raggiungibileAntonio Persici

Direttore editoriale

6

a pressione fiscale in Italia costituisce ormai, da troppi anni, un peso spesso insop-portabile per imprese e lavoratori. La spesa pubblica, ulteriormente appesantitadagli oltre settanta miliardi di interessi sui titoli del debito pubblico che ogni anno

lo Stato paga, non consente, a mio avviso, di sperare non solo in una soluzione a breve, maneanche in un cambio di tendenza, che diminuisca il forte indebitamento dello Stato.Dobbiamo, quindi, convincerci che l’ormai tanto atteso rilancio dell’economia non può pro-babilmente da solo darci la possibilità di riformare, in tempi non biblici, un clima fiscale in-vivibile. La situazione è ormai troppo incancrenita.Dobbiamo assolutamente invertire il trend, o prima o poi il sistema salta.

Nel 2010 le somme recuperate da Agenzia delle Entrate, Inps ed Equitalia am-montano complessivamente a 25,4 miliardi di euro, tra imposte, tasse e con-tributi evasi (nel 2009 i tre istituti avevano recuperato 16,4 miliardi, nel 200811,9 miliardi), ma bisogna anche considerare che l'evasione fiscale in Italia èstimata intorno ai 100 miliardi di euro (in media, dunque, è stato recuperato il17,9%).A ciò vanno, tuttavia, aggiunti i costi amministrativi legati al funzionamentodella macchina fiscale, nonché i costi legati al recupero dell’evasione. Secondouna recente indagine, nel 2009 la nostra Amministrazione finanziaria (che, alnetto dei militari della Guardia di Finanza, conta oltre 33.500 addetti) ci è co-

stata 3,1 miliardi di euro ed i costi legati al recupero fiscale seppur in diminuzione (- 0,16 euroogni 100 euro incassati) sono comunque elevati.Dunque, il delta tra il recuperato vero (incassato) ed il costo dell’Amministrazione finanziarianon è dei migliori.Siamo allora senza speranza? La risposta è no, ma ad una sola condizione (che qualcuno po-trebbe definire anche utopica), cioè quella che tutti diano il loro contributo al sostegno dellaspesa pubblica, ovvero che tutti paghino le tasse.La lotta all’evasione fiscale, vero cavallo di battaglia di tutti i Governi dal dopoguerra ad oggi,non ha dato risultati particolarmente significativi. La situazione rimane del tutto insoddisfa-cente e forse la vera utopia è proprio questa: sperare che la sola lotta all’evasione fiscale, cosìcom’è stata impostata sino ad adesso, possa da sola contribuire a far (finalmente) pagaretutti. L’evasione fiscale, a giudizio di chi scrive, va combattuta attraverso tre obiettivi: equità,trasparenza e collaborazione.Giustizia fiscale non significa soltanto tasse giuste, ma anche tasse calcolate secondo aliquotee modalità di determinazione giuste: sicuramente molte più imprese e privati contribuireb-bero a finanziare la spesa pubblica se ci fossero tasse più eque per tutti. Il principio di equitàfiscale, difatti, trova la propria fonte normativa nell’art. 53 della Costituzione, secondo cuiogni cittadino è tenuto a concorrere alle spese pubbliche in ragione della sua capacità con-tributiva, essendo il nostro sistema tributario informato a criteri di progressività.

dossier

L

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:23 Pagina 6

Page 7: OipaMagazine Dossier

Editoriale

Secondo un recente studio elaborato dell'area Fisco, Finanze e Welfare di Confindustria, incollaborazione con Deloitte, l'imposizione fiscale complessiva su una società per azioni in Ita-lia arriva anche al 58%, mentre in Spagna si ferma al 29%, in Germania al 43% e nel RegnoUnito al 40%. Sulla pressione fiscale delle imprese, come noto, incide in maniera rilevante so-prattutto l’IRAP, un’imposta particolarmente iniqua e vessatoria, dal momento che è propor-zionale al fatturato e non all'utile di esercizio. Questa situazione rende purtroppo difficile lavita di ciascun imprenditore, anche di quelli più onesti, costretti talvolta a trasgredire le regoleper poter sopravvivere.

Ma l’equità fiscale va necessa-riamente integrata anche con ilprincipio di trasparenza: se ren-dessimo evidente, magari conl’ausilio di internet, il contributodi tutti noi (imprese e lavoratori)al fisco, realizzeremmo una verae propria trasparenza fiscale,che, dandoci la possibilità di ve-dere quanto paga e come vive ilnostro vicino, creerebbe, da unaparte, un effetto deterrente e,dall’altra, una maggiore possi-bilità di intervento dello Statonei controlli fiscali.Facciamo un esempio: se cia-scuno di noi dopo aver pagato

le tasse (poniamo dopo aver pagato 80), fosse costretto a versare un saldo (ad esempio 20)come differenza perché altri non hanno pagato, credo che tutti avremmo l’esatta percezionedi quanto i “soliti noti” ci costano, facendo pagare a noi la loro parte. Ciò contribuirebbe sen-z’altro a formare una vera e propria coscienza tributaria, nel senso che chi deve poi versarequel 20% in più percepisce chiaramente che, se vuole pagare solo la sua parte deve collabo-rare attivamente per far pagare anche i più “furbi”.Ormai è storia: i controlli da soli non elimineranno mai l’evasione, senza la collaborazione ditutti il fenomeno, al massimo, si potrà soltanto contenere; con la collaborazione di tutti i cit-tadini onesti, invece, si avrebbe l’esatta percezione del danno che ciascuno di noi subisce,perché tutti noi saremmo costretti a versare quel qualcosa in più per colmare l’evasione fiscaledi altri.Ma per realizzare quanto sopra, servirebbe che alcuni politici prendessero coscienza che laloro missione, in quanto rappresentanti del popolo, non è quella di una perenne campagnaelettorale, una diatriba continua, ai limiti di una sorta di guerra civile senz’armi, che riduce laproduttività della politica ai minimi termini con lo scopo prevalente di conquistare le pol-trone, bensì quella di servire il popolo, per risolvere i problemi veri del Paese.

7dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:23 Pagina 7

Page 8: OipaMagazine Dossier

Intervistaesclusiva

“Il federalismo fiscale darà un forte impulso allo sviluppo”

On.Mariarosaria Rossi

residente Berlusconi, innanzitutto lavoglio ringraziare per avermi con-cesso questa intervista; è un onore

averla sul nostro giornale.

In quale misura il costo del nostroenorme debito pubblico, accumulatodai precedenti governi, incide sul-l'aumento della pressione fiscale?Quali interventi possono ricreare untrend positivo?

Noi dobbiamo immaginare l’Italiacome una famiglia. In passato i padriper accontentare i figli hanno spesoanche i soldi che non avevano. Hannofatto cambiali che avrebbero dovutoonorare i loro discendenti per genera-zioni e generazioni. Noi – come Stato– siamo quindi gravati di debiti chegli accordi europei ci impongono diridurre il più rapidamente possibile.In periodi di crescita economica sa-rebbe stato possibile diminuire lapressione fiscale in presenza di un au-mento del Pil: un circuito virtuoso percui al calo delle tasse corrispondonomaggiori guadagni e di conseguenzaun maggior introito per l’erario. Ma lacrisi seguita all’attentato alle TorriGemelle nel 2001 e quella finanziariaglobale del 2008, da cui il mondo stalentamente e faticosamente uscendo,non hanno fino ad ora consentito que-ste politiche. Comunque agli italiani,con il nostro Governo, è andata moltobene, da farsi il segno della croce conil gomito, come dicono a Milano: sela sinistra fosse stata al nostro postoin questi anni avrebbe certamente ap-pioppato a tutte le famiglie italianeuna bella imposta patrimoniale.Anche per questo dobbiamo conti-nuare a governare noi.

Intervista al Presidente del ConsigliosIlVIO BERlUsCONI

P

8 dossier

foto Livio Anticoli

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:23 Pagina 8

Page 9: OipaMagazine Dossier

Presidente, l'eccessiva litigiosità della classepolitica può rappresentare un limite alla cre-scita del Paese. Agli occhi dei cittadini ilmondo politico sembra più concentrato sullepoltrone, sui vantaggi personali e sulla di-struzione dell'avversario che sugli interessidel Paese. Qual è il suo pensiero?

Lo spettacolo che dà di sé questa classe politicain televisione è davvero deprimente. Bisognaperò distinguere tra aggressione e litigiosità:noi abbiamo ricevuto nel 2008 il mandato dalpopolo a governare e l’opposizione, invece diproporre politiche alternative e prepararsi even-tualmente a sostituirci, ci denigra, ci insulta ecerca di ricorrere ancora una volta all’uso dellagiustizia per ribaltare il voto elettorale. Non sitratta quindi di rissosità della classe politica ingenerale, ma della preordinata violenza di unafazione politica.Per quanto ci riguarda, dal mio primo discorsoalla Camera fino a quello del 14 dicembre, hosempre teso la mano all’opposizione per cercareun rapporto costruttivo perché sono da semprefavorevole a un bipolarismo limpido e civile.Invece prevale una sorta di bipolarismo rusti-cano. Un bipolarismo che qualcuno - imbevutodi fede marxista - ritiene imperfetto perché duepoli gli sembrano troppi… Alludo alla tenta-

zione golpista di una certa sinistra, e al suo in-crescioso “golpismo democratico”. Non è purateoria: certa magistratura ci prova davvero. Èdal 1994 che continuano a provarci.

L'Italia è il Paese europeo con il maggiornumero di Piccole e Medie Imprese, addirit-tura il 99% del proprio tessuto produttivo.Quali sono le iniziative adottate dal Go-verno per aumentare la competitività dellenostre imprese?

In queste ore si sta discutendo in Parlamento ildecreto legge per lo sviluppo. Si può dire chesostenere le piccole e medie imprese è una no-stra ragione sociale. Il popolo moderato è con-centrato lì. Moderato nelle idee, assolutamentepacifico, ma direi smodato nella voglia di lavo-rare e di intraprendere.Che cosa può fare lo Stato per le piccole emedie imprese? Questa è la domanda crucialein questa seconda fase della crisi. L’economiaglobale sta faticosamente ripartendo e noi dob-biamo fare in modo che l’uscita dalla recessioneabbia effetti immediati anche nel nostro Paese.Le imprese italiane hanno già vissuto una in-tensa fase di ristrutturazione alla fine del secoloscorso. Prima di allora il frequente ricorso allasvalutazione competitiva ci consentiva di essere

Intervistaesclusiva

foto Livio Anticoli

9dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:24 Pagina 9

Page 10: OipaMagazine Dossier

10 dossier

Intervistaesclusivamolto concorrenziali. Con la globalizzazione èarrivata la sfida della qualità e dell’eccellenza.Esistono doti dei nostri imprenditori che nonsono circoscrivibili a un semplice manuale. Lenostre aziende sono abituate a lottare e il go-verno deve sostenerle con determinazione. Ab-biamo approvato una moratoria dei debiti conle banche per 10,5 miliardi di euro. Abbiamostabilito un fondo di garanzia che ci ha consen-tito di erogare 4,9 miliardi di euro.Abbiamo promosso l’accordo trabanche e Casse deposito e prestito:da lì sono venuti 8 miliardi per ga-rantire i prestiti alle imprese. Nonservono sussidi a pioggia, non ser-vono incentivi che distorcono ilmercato. Per favorire la competiti-vità è necessaria un’imponenteopera di semplificazione normativa.Infine lo Stato è il primo a non ri-spettare i contratti, che credibilitàpuò avere? È chiaro che il debitodello Stato verso i privati rappre-senta un problema per le sue casse.Ma dobbiamo assolutamente co-minciare a pagare i nostri debiti conpuntualità, iniziando proprio dallePmi. È essenziale in territori comeper esempio il Veneto, dove anchele banche stanno facendo la propriaparte, con la moratoria sui mutui egarantendo l’accesso al credito. Cheanche lo Stato faccia il suo dovere.

Imprese e professionisti chiedonoda tempo a gran voce un allegge-rimento delle tasse e una sempli-ficazione burocratica. A chepunto è la riforma fiscale?

Ci stiamo lavorando, ci sono com-missioni di esperti al lavoro.Nella legislazione fiscale non ci siraccapezza più nessuno, esperti eburocrati si contraddicono tra loro.La moltiplicazione delle leggi hatolto certezza al diritto e ha gene-rato sfiducia. É indispensabile arri-vare ad un codice fiscale abrogandotutte le leggi che si sono accumulatein quarant’anni. Ci sono poi neiconfronti delle imprese un numerodi controlli, o comunque di ispe-zioni, di accessi e di visite assoluta-

mente eccessivo. Una specie di corvée medie-vale dove gli imprenditori vengono trattaticome servi della gleba: si pensi al tempo che icontrolli sottraggono, allo stress che procurano,alle occasioni di corruzione che creano.Questa non è più pressione fiscale, ma una verae propria oppressione. Abbiamo quindi inter-rotto questo meccanismo perverso non consen-tendo più di una “visita” ogni sei mesi e una

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:24 Pagina 10

Page 11: OipaMagazine Dossier

durata massima di quindici giorni per visita.Grazie poi al coordinamento dei vari enti pub-blici, ridurremo al minimo la frequentazionedelle imprese da parte di soggetti multipli in unciclo continuo in cui si alternano i vigili urbani,le fiamme gialle e, via via, tutti gli altri ispet-tori. Confermo poi che per quanto riguarda lariforma fiscale, intendiamo presentare la leggedelega entro l’estate.

Presidente, vogliamo spiegare ai nostri lettoriin che modo il federalismo fiscale si pone comestrumento di sviluppo economico e soprattuttocome strumento di coesione sociale?

Il federalismo fiscale darà un forte impulso allosviluppo.Sarà applicato al fisco il criterio secondo cui ilsoggetto che pretende le tasse dal cittadino è

anche quello che le spende sul suostesso territorio. Il controllo da en-trambe le parti diventa quindi piùfacile ed immediato. Questo indurràalla responsabilità sia nel doman-dare il denaro che nello spenderlo.Il risultato sarà un’amministrazionedella cosa pubblica e dei relativiservizi sottoposta all’occhio del cit-tadino-padrone.Il beneficio sarà evidente: un ri-sparmio nelle spese e un conse-guente alleggerimento dellapressione fiscale.La trasparenza della pubblica am-ministrazione genera fiducia, emu-lazione e un rapporto positivo tra icittadini e le istituzioni.Il nostro federalismo sarà solidaletra le regioni e metterà al riparodalle sperequazioni.La coesione sociale è minacciatadagli sprechi, dall’idea di un go-verno lontano che distribuisce ri-sorse non secondo i meriti e lenecessità, ma ubbidendo al criteriodel clientelismo.Il nostro impegno è teso a realizzarebenessere per ogni famiglia, a so-stenere i meno fortunati, a premiareil merito, a garantire insomma unaconvivenza serena e solidale. Sap-piamo che resta molto da fare, ma –come si dice a Milano – siamo quiapposta: per realizzare la riforma fi-scale a sostegno delle famiglie edelle imprese, per realizzare la ri-forma delle istituzioni anche dimi-nuendo i costi della politica, persostenere la ripresa del Mezzo-giorno e per dare attuazione final-mente ad una riforma della giustiziache tuteli la libertà e i diritti di tuttii cittadini.

Intervistaesclusiva

foto Livio Anticoli

11dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:24 Pagina 11

Page 12: OipaMagazine Dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:24 Pagina 12

Page 13: OipaMagazine Dossier

Federalismofiscale

Il nuovo fisco nell’Italia federale:nessuna nuova tassa, ma responsabilitàe lotta agli sprechi

Francesco Ruoppolo

l federalismo fiscale, al nettodelle polemiche alimentate inmodo anche strumentale, si an-

nuncia come una sorta di rivolu-zione culturale destinata acambiare radicalmente l’architet-tura dello Stato italiano. Una ri-forma che, come assicurano i suoiestensori, “avvicina chi governa achi è governato” ponendo riparoad una serie di storture sistemicheche nel corso degli ultimi decennihanno contribuito a rendere sem-pre meno competitivo il nostroPaese. Come cambia il rapportotra lo Stato e il cittadino? E inquali termini cambierà il fisco nel-l’Italia federalista sia per il contri-buente che per le imprese?Affrontiamo il discorso in questaintervista con uno dei massimiesperti in materia, il professorLuca Antonini, consulente giuri-dico del ministro dell’EconomiaGiulio Tremonti nonché presi-dente della Commissione tecnicaparitetica per l’attuazione del fe-deralismo fiscale (Copaff).

ProfessorAntonini, perché è cosìsentita l’esigenza di una riformain senso federalista?

Per correggere l’albero storto di de-creti legislativi non accompagnatidal principio di responsabilità.Basti pensare che nel 2008, su 220miliardi di spesa del comparto Re-gioni e enti locali, 100 miliardisono stati assegnati come trasferi-menti in base al criterio della spesastorica. Un sistema che da trenta-

cinque anni premia chi peggiospende, creando disfunzioni e dere-sponsabilizzazione. Con l’introdu-zione dei costi standard si passa adun sistema che introduce traspa-renza: sarà possibile vedere lospreco e quello che serve per il ser-vizio. L’amministrazione ineffi-ciente aumenterà la pressione

fiscale, quella efficiente la dimi-nuirà. I Comuni hanno già rispostoai questionari per calcolare il fab-bisogno standard. I dati saranno di-sponibili a partire dal 2012.

Quali passaggi sono già stati ef-fettuati e quali mancano percompletare l’iter del federali-smo?

Sono stati approvati sette decretisu otto in Consiglio dei ministri. Idecreti principali che interven-gono a risistemare e razionaliz-zare i 220 miliardi di spesa sonogià stati varati. A questo punto al-l’appello ne manca uno, il decretosu premi e sanzioni. Quest’ultimointrodurrà il “fallimento politico”,

in virtù del quale gli amministra-tori responsabili del dissesto deiconti saranno ineleggibili perdieci anni.

Ci sono ancora questioni irri-solte?

Una misura che non è stata inse-rita nel quinto decreto ma che èstata ripresentata nel decreto supremi e sanzioni è quella delprezzo di riferimento nella sanità.Tanto per capirci, una sacca per letrasfusioni o una siringa deveavere lo stesso prezzo in tutta Ita-lia. Non è ammissibile che arri-vino a costare anche quattro voltedi più da un posto all’altro. Il de-creto su premi e sanzioni intro-duce, inoltre, dei meccanismipremiali per le regioni che istitui-scono centrali acquisti.

Cosa cambia in concreto per lenostre piccole e medie impresecon il federalismo fiscale?

Le Pmi trarranno beneficio daun sistema trasparente e control-lato. Il fisco municipale prevedeil dimezzamento dell’Imu, conle imprese che pagherebbero lametà rispetto a quanto paganooggi di Ici. A livello regionale cisarà la possibilità di ridurre l’Irapfino ad azzerarla. La razionaliz-zazione della spesa attraverso icosti standard potrà permettere lariduzione della pressione fiscale.

I

Intervista a Luca Antonini, presidente della Commissione tecnica paritetica per l’attuazionedel federalismo fiscale (Copaff)

13dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:24 Pagina 13

Page 14: OipaMagazine Dossier

Federalismofiscale

14 dossier

A tal proposito, cosa rispondea chi sostiene che con il fede-ralismo fiscale si prepara unaumento generalizzato delletasse?

Per aumentare le tasse erano suf-ficienti due righe, non otto decretilegislativi. Il problema era razio-nalizzare un sistema andato alladeriva. Il federalismo fiscale nonaumenta le tasse: introduce re-sponsabilità e strumenti di lottaagli sprechi. Favorisce una con-correnza al ribasso sulla pressionefiscale: chi è o diventa virtuosopotrà azzerare l’Irap o diminuirlacon deduzioni dalla base imponi-bile, anche per determinate cate-gorie d’imprese. Un aumentodelle tasse, semmai, si sarebbeprodotto senza questa riforma,

perché il sistema attuale sarebbeandato avanti a bruciare risorseancora per molti anni.

Ci può fare un esempio con-creto di come un taglio deglisprechi possa favorire una ri-duzione della pressione fi-scale?

Nel 2007 vennero stanziati 12 mi-liardi di euro per cinque Regionidel Sud in extradeficit sanitario.Con quella somma, quell’anno, sisarebbe potuta ridurre l’Irap di unterzo o abbassare l’Irpef dal 23 al20 per cento. È stata invece usataper un ripiano che non ha pro-dotto un processo di risanamentoo di efficienza in quelle Regioni,che rimangono in disavanzo e chemantengono i maggiori livelli di

migrazioni sanitarie. Occorrevaun radicale cambiamento di para-digma: dalla logica dei ripiani aquella della responsabilità, raf-forzando il principio del “chirompe paga”. Per questo si au-menta progressivamente la possi-bilità di manovra sull’addizionaleregionale all’Irpef (che dal 2015potrà essere ritoccata fino al 3%),impedendo che si ricada nel viziodel passato dove le imposte ditutti sono andate a risanare i disa-vanzi di alcuni. Un governatoreche non risana i bilanci dovrà ve-dersela coi propri elettori.

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:24 Pagina 14

Page 15: OipaMagazine Dossier

U

Federalismofiscale

Il federalismo: una grande sfida culturaleArianna Fioravanti

15dossier

Intervista al senatore Massimo Garavaglia, vice presidente della V CommissionePermanente (Bilancio) - Senato della Repubblica (Lega Nord)

n cammino lungo qualcheanno quello del federalismofiscale, ma che alla fine ha

portato più di qualche soddisfa-zione ai suoi promotori. Soprattuttoalla Lega, in prima linea nel portareal centro dell’attenzione politica emediatica quella che il senatoreMassimo Garavaglia definisce unavera e propria “rivoluzione rispettoal sistema attuale”.

La Lega è il movimento politicoche ha saputo portare al centrodel dibattito il federalismo fi-scale. Quali sono le motivazioniprincipali di questa vostra sto-rica battaglia?

Il federalismo fiscale è il comple-tamento della riforma “zoppa” deltitolo V° fatto da D’Alema nel2001. Quella riforma ha infattitrasferito competenze, e quindispesa, dallo Stato a Comuni, Pro-vince e Regioni, ma ha mantenuto

il finanziamento delle funzionidegli enti locali derivato: lo Statoraccoglie e poi distribuisce ri-sorse. In sintesi potestà di spesaagli enti locali senza responsabi-lità di reperire le risorse per co-prire queste spese. Il tutto conl’aggravante del principio dellaspesa storica, in base al quale si dàdi più a chi spende di più. Il risul-tato, per fare un esempio, è che laspesa sanitaria dal 1998 ad oggi siè più che raddoppiata, da 55 aoltre 110 miliardi di euro. La qua-lità del servizio non si è raddop-piata, e rimane insoddisfacentesoprattutto nelle regioni cosid-dette “canaglia”, quelle che sfo-rano: non è quindi un problema diquantità, ma di qualità di spesa.Più in generale comunque allaLega interessa il federalismo, dicui il federalismo fiscale è unaparte, benché rilevante. A questova aggiunto il Senato federale edaltri aggiustamenti istituzionali.Insomma ci interessa trasformarel’Italia in un vero Stato federale,leggero ed efficiente. Per motividi razionalità economica, certo,ma anche di equità e per una con-cezione di amministrazione al ser-vizio del cittadino, e nonviceversa.

Siete soddisfatti del decreto ap-provato?

I decreti fin qui approvati sono giàuna rivoluzione rispetto al sistemaattuale. Sistema che, lo ricor-

diamo, non solo ha portato vicinoal dissesto i conti pubblici, con ildebito al 120% del Pil e un valoreassoluto il terzo/quarto al mondo,oltre 31.500 euro a testa, neonati enonni compresi. Ma anche non haminimamente ridotto il divarioNord/Sud, che anzi continua acrescere nonostante l’enorme tra-sferimento di risorse (oltre 50 mi-liardi/annui da Nord a Sud).Ovvio la Lega avrebbe voluto fareanche di più e più in fretta, tutta-via non lamentiamoci: dati gliequilibri questo è il “federalismopossibile” e, ripeto è già una rivo-luzione. È una rivoluzione l’ab-bandono della spesa storica con ilpassaggio ai costi standard; è unarivoluzione il contrasto di inte-resse per stanare l’evasione.

Cosa si poteva fare di più?

Ripeto, noi avremmo voluto unfederalismo fiscale più duro, piùcompetitivo. Tuttavia si è giuntiad un buon equilibrio, tenendoconto non solo del quadro politico(tutti federalisti, ma basta che sicambi il meno possibile), maanche del punto di partenza dellediverse regioni. In Lombardia sievadono 6 euro procapite ogni100 euro dichiarati, la media na-zionale è 19, il triplo; tutto il Sudè sopra i 30 euro, fino ai 48 recorddella Calabria. Anche la spesapubblica è differenziata in modosimile. Non si può razionalmentepensare di raddrizzare “l’albero

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:24 Pagina 15

Page 16: OipaMagazine Dossier

storto” in un anno, dopo che si èarrivati a questo disastro in mezzosecolo. Certo è che il FederalismoFiscale è l’unica possibilità chequesto paese ha di raddrizzare iconti. Lo scorso anno abbiamochiuso con un deficit di 67,5 mi-liardi, 800 di uscite, 730 di entratecirca. Una finanziaria pesante nemuove 15, 20 al massimo. Impos-sibile raggiungere il pareggio dibilancio nel 2014, come ci siamoimpegnati a fare con l’Europa,senza azioni strutturali. Il federa-lismo fiscale fa questo: riduce gli800 di spesa con il tetto dei costistandard e alza i 730 di entratecontrastando l’evasione fiscale.

Come cambieranno le ammini-strazioni dei nostri territori conil federalismo fiscale?

Finalmente con il federalismo fi-scale gli enti locali virtuosi avrannopiù risorse, più responsabilità, piùpossibilità di scegliere come finan-ziare i servizi erogati.

La vera sfida è quello della respon-sabilità, perché non ci saranno piùscuse. I cittadini sapranno se il Co-mune è sopra o sotto la spesa stan-dard, e ne chiederanno conto(anche perché la differenza, in più,la pagheranno loro). Le imprese

chiederanno alle regioni di abbas-sare le tasse, soprattutto l’Irap, equindi avranno i fari puntati sullespese inutili, gli sprechi non sa-ranno tollerati. Isindaci, i Presi-denti, i Governa-tori non in gradodi amministrarenon saranno rie-leggibili e do-vranno cambiaremestiere, sempreche l’abbiano unmestiere. In-somma il federa-lismo è unagrande sfidaanche culturale.Sfida resa più dif-ficile, ma anchepiù necessariadalla crisi. Ma a noi le sfide piac-ciono, e ci piace vincere.Del restol’alternativa è continuare il trantran attuale, e finire come la Gre-cia, sarebbe solo questione ditempo.

Molti vedono nel federalismo fi-scale il rischio di un aumento in-discriminato delle tasse, cosa nepensa?

Gli enti virtuosi avranno più ri-sorse e potranno decidere se ab-

bassare le imposte per attrarre in-vestimenti e lavoro o dare più ser-vizi, o fare un mix delle due cose.Gli enti sopra spesa standard do-

vranno ridurre laspesa: è ovvio cheNapoli, che ha,pardon, aveva670 euro di trasfe-rimenti procapite,il dato più alto delPaese, più deldoppio dellamedia nazionale(il mio comune èa 130!) avrà qual-che problema.Dato che i trasfe-rimenti non cisono più, il sin-daco di Napolidovrà scegliere:

ridurre la spesa o tartassare i pro-pri cittadini per coprire gli sprechi.Questo è federalismo. Questa è re-sponsabilità. Del resto già oggi aNapoli basterebbe recuperarel’evasione: la tassa rifiuti la pagaun cittadino su due (entrano 70 mi-lioni rispetto ai 140 messi a bilan-cio). Inoltre l’obbiettivo è ingenerale ridurre le imposte, così èper l’Irap o per l’Irpef sugli affittiche scende al 21%. Saranno poi leAmministrazioni a decidere com’ègiusto che sia. Cosa succederà perògià lo si vede da questo esempio:Roma ha visto anticipare diverseleve previste dal federalismo fi-scale. A Roma l’addizionale Irpefè allo 0,9, la tassa di soggiorno è di2 euro a notte si pagano 0,40 euroogni volta che si atterra nei suoi ae-roporti. AMilano le tre voci sono azero, anche perché riceve centinaiadi milioni di euro di dividendi dallemunicipalizzate ben gestite (men-tre Roma deve coprire decine dimilioni di perdite). La sfida è tuttaqui: chi gestisce bene la cosa pub-blica abbassa le tasse, attrae inve-stimenti, crea ricchezza. Chi sprecatartassa i cittadini.

Federalismofiscale

16 dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:24 Pagina 16

Page 17: OipaMagazine Dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:24 Pagina 17

Page 18: OipaMagazine Dossier

Fisco&Imprese

Emma Marcegaglia torna ad incalzare il governo: “Dieci anni perduti, semplificazioni eriforma fiscale subito”

Maurizio Pezzuco

Confindustria: Riforma fiscale priorità per lacrescita

ieci anni perduti, minorecompetitività e mancata cre-scita. Non usa mezzi termini

il presidente di Confindustria,Emma Marcegaglia, che chiede in-sistentemente al Governo “interventipiù incisivi”. Parole chiare, prive difraintendimenti: “Bisogna sfatare ilmito che in Italia vada tutto bene,veniamo da un decennio di mancatacrescita, c’è da darsi una mossa.Sono i numeri - sostiene il leaderdegli industriali - non le lamenteledegli industriali, a testimoniare chequelli alle nostre spalle sono anniperduti”. Non perde occasione per ri-peterlo il numero uno di Viale del-l’Astronomia. Il fisco è la grandelocomotiva alla quale il mondo delleaziende si aggrappa per recuperarecompetitività e spiccare il volo. InItalia si pagano più tasse, che gra-vano sia sui cittadini che sulle im-prese: la pressione fiscale nel nostroPaese è più alta rispetto alla mediadell’area euro di ben tre punti. Se-condo i dati di un rapporto elaboratodella Banca mondiale e dallo studioPricewaterhouseCoopers (vedi gra-fico), il tax rate complessivo sulleimprese arriva al 68,6%, contro il48,2% della Germania, il 37,3% nelRegno Unito e il 29,2% della Dani-marca. La media europea è del44,2%, quella mondiale 47,8%. Sulfisco e sulla necessità di riforme, gliimprenditori si sono confrontati inoccasione delle Assise Generali diConfindustria, tenutesi a Bergamo loscorso 7 maggio. Evento storico:“Un momento così difficile per ilPaese - ha dichiarato all’apertura deilavori, Emma Marcegaglia - richie-deva una decisione diversa e corag-

giosa. Per questo, siamo andati aguardare la nostra storia: l’ultimagrande Assise fu fatta nel 1992, inun momento drammatico e difficile,quello di Tangentopoli. Non siamoin un momento come quello, ma co-munque in una fase difficile e di di-

scontinuità”. “Noi tutti i giornifacciamo qualcosa per il Paese, vistoche contribuiamo per il 70% allacrescita del Pil. Chiediamo poche ri-forme chiare, non sussidi, non in-centivi, non aiuti”. Il tasto dolente èsempre la pressione fiscale che za-vorra le aziende e, in particolare, unadelle imposte più contestate dalleimprese: “Vogliamo dirlo che l’Irapdeve sparire? perché le imprese con-correnti in Francia, Regno Unito,Germania, Spagna, pagano dal 20 al50% di tasse in meno. Vogliamo unariforma fiscale anche a parità dipressione fiscale, ma che riduca latassazione su imprese e la-voro”. Anche in occasionedell’Assemblea annuale diRoma, le richieste degliimprenditori sono state ri-badite con più forza. Allapresenza del Capo delloStato, Giorgio Napolitano,Marcegaglia ha letto la suaultima relazione come pre-

sidente della Confindustria (il suomandato scade tra un anno, ndr). Ilpresidente degli industriali è tornatoad incalzare il governo chiedendo leagognate riforme, in primis quellafiscale: “Semplificazioni e libera-lizzazioni subito. Infrastrutture su-bito. Riforma fiscale subito”, il leitmotiv. Marcegaglia ha sottolineatoche “la leva fiscale è un potente in-centivo per rilanciare lo sviluppo.Per questo - ha aggiunto - la riformafiscale per noi rimane importantis-sima”. Una riforma che abbia“obiettivi chiari”, in altre parole “ri-durre insieme le imposte sulle im-prese e sui lavoratori; semplificare edare certezza delle norme; combat-tere l’evasione fiscale, senza attuareuna vera e propria oppressione dicontrolli su chi le tasse già le paga”.Confindustria, dunque, non molla lapresa e detta le proprie priorità:“Nei momenti difficili siamo statipronti non solo a tutelare le im-prese, ma a batterci con tutte le no-stre forze per gli interessi generalidel paese. Temporeggiare o muo-versi a piccoli passi - sostengonogli industriali - è un lusso che nonpossiamo più permetterci. I con-correnti non stanno lì a guardare ele speranze dei giovani non aspet-tano”.

D

18 dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:24 Pagina 18

Page 19: OipaMagazine Dossier

Fisco&Imprese

Intervista a Luigi Perissich, direttore generale di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici

Martina Fusco

Meno pressione fiscale e burocraziaper rilanciare investimenti e innovazione

onfindustria ha da tempoposto in cima alle prioritàla questione “fisco”. Cosa

chiedono nello specifico gli indu-striali al Governo?

Confindustria ha innanzitutto apprez-zato le misure fiscali introdotte dalGoverno con il decreto Sviluppo che,una volta convertito in legge, darà uncontributo positivo per promuovere laricerca, per l’occupazione nelMezzo-giorno e per la semplificazione fi-scale. In particolare viene istituito, invia sperimentale per gli anni 2011-2012, un credito d’imposta del 90% afavore delle imprese che finanzianoprogetti di ricerca inUniversità e Entipubblici di ricerca. In linea con il“Patto Euro plus” per la promozionedella produttività nelle regioni in ri-tardo di sviluppo è, inoltre, previstoun credito d’imposta nella misura del50% dei costi salariali per ogni lavo-ratore assunto nel Mezzogiorno atempo indeterminato, anche in part-time. Il provvedimento contiene in-fine, una serie di semplificazionifiscali per quanto riguarda i rapporticon leAutorità, le procedure per le ri-strutturazioni edilizie, le norme sullacontabilità semplificata, gli acquisticon carte di credito e bancomat, i rap-porti dei contribuenti con l’Ammini-strazione fiscale o gli Entiprevidenziali, le richieste di compen-sazione fiscale, il regime di contabi-lità semplificata, le schede carburante,le procedure di esecuzione, il regimedei debiti tributari, le procedure perl’attestazione di distinzione, la riepi-logazione delle fatture mensili, la ri-valutazione dei terreni edificabili e dipartecipazioni non negoziate attra-verso un’imposta sostitutiva. Un

“pacchetto” insomma che complessi-vamente abbiamo accolto con favore.Tuttavia questo decreto è solo unaparte delle misure che servono alleimprese e che Confindustria propone

da tempo per promuovere l’innova-zione e stimolare la competitività. Leimprese italiane si trovano in una con-dizione in cui al fisco va il 68% del-l’utile lordo dell’impresa. Venti puntiin più che inGermania. Sui lavoratoridipendenti, fatto 100 il costo azien-dale, il salario netto è solo poco soprail 40%. Le richieste politiche di Con-findustria fatte a Bergamo, e confer-mate nell’Assemblea di Roma,peraltro non nuove, sollecitano in sin-tesi l’abolizione dell’Irap, sgravi con-sistenti per i lavoratori e le imprese euna riforma fiscale che limiti energi-camente il perimetro l’intervento nel-l’economia dello Stato.

Il credito d’imposta per le assun-zioni al Sud secondo lei potrà sbloc-care la difficile situazione nelmeridione?

Per risollevare il Sud e colmare il gapche si è andato accentuando con ilresto del Paese non basta intervenirecon un credito d’imposta per le as-sunzioni. Lamisura, come le altre deldecreto sviluppo, non è strutturale e

sarà necessario valutarne gli effettidal punto di vista quantitativo. Il ri-tardo delMezzogiorno è infrastruttu-rale e culturale, e va misurato intermini di innovazione e conoscenza.Sono troppe le promesse mantenutesolo in parte e gli interventi straordi-nari che non hanno raggiunto gliobiettivi sperati. Serve un impegno,anche politico, che realizzi un “Pro-getto per il Mezzogiorno” a livello disistema, che offra vantaggi alle im-prese, ma che intervenga anche sul-l’apparato pubblico che al Sud piùche al Nord ha bisogno di moderniz-zazione e di efficienza. I Fondi strut-turali europei possono rappresentareuna chiave strategica di sviluppo perle regioni del sud, potenziando e in-dirizzando il loro utilizzo per l’inno-vazione dei servizi, fattore essenzialeper la competitività delle imprese e lamodernizzazione della Pa.

Si parla sempre del ritardo cronicodell’Italia in tecnologia e innova-zione. Una riforma fiscale potrà ri-lanciare investimenti einnovazione, soprattutto delle Pmi?

La risposta è affermativa. La nostraFederazione nel 2008 ha realizzatoun libro bianco sul fisco: “Primo rap-porto sul sistema della fiscalità delsettore dei servizi innovativi e tecno-logici” in cui ha evidenziato comenei servizi, più che nel settore mani-fatturiero, sia necessaria una riformafiscale che “riequilibri” le compo-nenti di prelievo. Le basti conside-rare l’onere dell’Irap sulle imprese adalta intensità di capitale umano e la-voro, come quelle dei servizi, dove ilcarico di questa tassa è diventato in-sostenibile. L’incidenza dell’Irap ef-

C

19dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:24 Pagina 19

Page 20: OipaMagazine Dossier

Fisco&Impresefettiva sull’utile di esercizio ante im-poste in alcuni specifici comparti deiservizi può arrivare quasi al 53% esommando l’aliquota nominale Ires(pari al 33%) si arriva in alcuni casiad una tassazione complessiva del-l’utile ante imposte di circa l’86%,che penalizza in particolar modo lepiccole e medie imprese. Questapressione fiscale va a scapito delladisponibilità di risorse per gli inve-stimenti e l’innovazione, soprattuttoper quanto riguarda le Pmi. Se consi-deriamo quale è “l’incidenza” in Ita-lia delle piccole e medie impresesull’intero sistema produttivo nazio-nale sono evidenti le ricadute e gli ef-fetti per l’intero Paese.

Quali sono le proposte presentateal Governo a riguardo?

Non è più rinviabile una riforma chemira a una forte semplificazione e allariduzione della pressione fiscale sul si-stema produttivo, principale contri-buente alla creazione di Pil, dioccupazione edi gettito. L’attuale con-tingenza economica e i vincoli di bi-lancio impongono di continuarenell’operadi riduzionedella spesapub-blica inefficiente, attraverso la sempli-ficazione, l’efficienza e la trasparenza

chepossonoderivaredai processi di in-novazione.La lotta all’evasione fiscalepuò trarre grande beneficio dallamag-giore diffusionedelle tecnologie Ict neisistemi di pagamento, nelle procedureamministrative e di contabilità, nellamoneta elettronica, così come il con-trasto nei confronti della corruzione ela concussione, che trovano terreno fer-tile proprio nella scarsa trasparenzadegli appalti e nella complicazionedelle procedure amministrative. LaCorte dei Conti stima in circa 60 mi-liardi di euro la “tassa” che ogni annoviene “pagata” a causa di questi feno-meni.Anche inquesto caso la realizza-zione dei progetti di e-Government el’informatizzazionedella pubblica am-ministrazione possono dare un validocontributo permigliorare la situazione.Nell’ambito del più ampio disegnodell’attesa riforma fiscale che il Go-verno intende realizzare si può anchepensare ad una eventuale rimodula-zione del rapporto Iva-Irap.D’intesa con Confindustria, sull’Irapè necessario intervenire mediantel’introduzione di un meccanismo dideducibilità del costo del lavoro dallabase imponibile ovvero, in alterna-tiva, deducibilità dell’Irap dall’Ires.Inoltre è opportuno considerarel’ipotesi di un “tetto” alla tassazione

complessiva, eventualmente “cali-brato” in relazione al “peso” neimacro comparti produttivi.Andranno previsti inoltre ulteriori in-terventi a favore della riduzione delcuneo fiscale alleggerendo il costodel lavoro sostenuto dalle imprese,ovvero evitando addizionali Irapsulle imprese per coprire i disavanzidelle Amministrazioni Locali sullasanità. Alla riduzione di gettito,che queste proposte comportano,si potrà far fronte puntando da unaparte ad accelerare i processi dicrescita economica; dall’altra ai ri-sparmi derivanti dalla diminu-zione della spesa corrente darealizzare attraverso interventi dirazionalizzazione ed efficienta-mento, non ultimi quelli conse-guenti all’introduzione ditecnologie e servizi innovativinelle Amministrazioni e all’infor-matizzazione prevista dai Piani die-Government. Secondo il pro-getto “Italia digitale”, che ab-biamo presentato al ministroBrunetta, solo nella sanità, l’intro-duzione delle nuove tecnologieporterebbe a un risparmio intornoagli 8,7 miliardi di euro.

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:24 Pagina 20

Page 21: OipaMagazine Dossier

Fisco&Imprese

Nel decreto sviluppo agevolazioni fiscaliper le impreseIntervista all’onorevole GioacchinoAlfano, componente della V Commissione(Bilancio, Tesoro e Programmazione) - Camera dei Deputati (PDL)

Maurizio Pezzuco

norevole Alfano, cosa pro-pone il “decreto sviluppo” alquale avete lavorato inCom-

missione Bilancio?

Il decreto sviluppo nasce con l’in-tenzione di realizzare, con una seriedi precise misure, un adeguato ri-lancio dell’economia. Basti pensarea due profili di grande interesse cheesso provvede a disciplinare: il cre-dito d’imposta in favore delle im-prese che investono in progetti diricerca o che assumono personale atempo indeterminato nelle regionidel sud, e l’istituzione di distretti tu-

ristico alberghieri per rilanciare ade-guatamente l’offerta turistica alivello nazionale ed internazionale.Nel settore che riguarda l’edilizia,poi, sono previste alcune semplifi-cazioni che consentono di realizzareopere pubbliche in tempi ragione-voli. Sono inoltre previste liberaliz-zazioni anche per le costruzioniprivate, semplificazioni in materiafiscale in favore sia delle imprese siadei contribuenti, nonché misure perconsentire la rinegoziazione e laportabilità dei mutui. Merita di es-sere citata, infine, l’istituzione di unFondo per il merito scolastico eduniversitario.

Con questo provvedimento siesauriscono gli interventi in mate-ria economica da parte del Go-verno?

No, l’impegno del Governo prose-gue nella direzione di una manovraeconomica che riguarderà altri argo-menti esclusi dal decreto. Natural-mente, il contenuto dettagliato dellamanovra è ancora in fase di studio,ma è intenzione dell’Esecutivo pro-porre ulteriori misure, con l’auspiciodi trovare un’opposizione costrut-tiva, capace di confrontare nel me-rito le soluzioni proposte.

Neiprossimidueannisiriusciràacon-tinuareagovernarenonostantelamag-gioranzasiaestremamenteridotta?

Al riguardo sono molto fiducioso.Dopo un inverno difficile, a causadella scissione dovuta alla creazionedel gruppo Fli, mi sembra di poterprevedere una stabilizzazione della si-tuazione parlamentare. Non manche-ranno le schermaglie, ma sonoconvinto che, quando ci sarà da vo-tare su provvedimenti importanti peril Paese, la compattezza della mag-gioranza non sarà in discussione, anzisi mostrerà in tutta la sua efficacia.

Le ultime elezioni amministrativehanno portato a Milano e a Na-poli alla sconfitta dei vostri can-didati del Pdl, è preoccupato diquanto accaduto?

Ritengo che un’attenta riflessione suquantoèaccadutosiafondamentale; i se-gnali che i cittadini mandano al Parla-mento e al Governo sono preziosi evanno ascoltati con responsabilità. Al

tempo stesso, però, non bisogna attri-buireunavalenzanazionaleadunacom-petizione circoscritta all’ambitomunicipale, sebbene vi siano state coin-volte due fra le principali città del nostroPaese. Per quanto riguarda Napoli, inparticolare, il risultato delle elezioni nonpuò che richiedere una seria valutazionedello status quo, essendo innegabile chela vittoria di DeMagistris sia il frutto diun sensibile quanto insidioso allontana-mentodellasocietàdallapolitica,alqualeè indispensabile porre rimedio con unappello al senso di responsabilità checoinvolge tutti i partiti.

Ed allora cosa si può fare per evi-tare che ciò accada?

La ricetta è sempre la stessa: lavoraresodo e soprattutto vivere fra la gente,ascoltando i loro problemi, cercandosoluzioni concrete. La politica nonpuò rintanarsi nei palazzi del poteresenza diventare sterile e stagnante, habisogno del contatto vivo con la so-cietà e con le esigenze che da esse pro-manano per farsi strumento diGoverno, traducendosi in politiche ef-ficaci. Da deputato in carica non hoperso questa sana abitudine perchémisento anzitutto un cittadino e poi unparlamentare. Certamente, la crisicongiunturale a livello globale hacomplicato la situazione generale ge-nerando comprensibilimanifestazionidi protesta o insofferenza, che devonoe meritano pieno rispetto pur nellaconsapevolezza che ilGoverno non haalcuna responsabilità diretta perquanto accaduto; non dimentichiamo,ad esempio, che i nostri conti pubblici,grazie al ministro dell’Economia,sono oggi migliori di tanti altri Paesieuropei.

O

21dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 21

Page 22: OipaMagazine Dossier

Fisco&Imprese

In corso di approvazione la norma che consente alle imprese creditrici della PA la possibilitàdi compensare i crediti con le somme dovute a seguito di iscrizione a ruolo

On. Cosimo VentucciVice presidente VI Commissione (Finanze)

Camera dei Deputati (PDL)

Ritardi nei pagamenti, compensazionecrediti Pa in attesa del decreto attuativo

uello dei ritardati pagamenti della Pa è uno deiproblemi che più pesano sul nostro sistema in-dustriale e la crisi ha reso ancora più grave la si-

tuazione. Si tratta di un macigno che frena lo sviluppodelle imprese, soprattutto le piccole e medie che sonoquelle che maggiormente soffrono di mancanza di li-quidità. In questo senso è di buon au-spicio l’approvazione di pochi mesi fadella nuova direttiva sui ritardi nei pa-gamenti da parte del Parlamento eu-ropeo, che gli stati membri dovrannorecepire entro due anni. La Direttivapone alla Pubblica Amministrazionetempi di pagamento certi (30 giorni)verso le imprese fornitrici dandoquindi qualche speranza in più allePMI che lavorano con gli enti pub-blici.Ma il problema del ritardo nei paga-menti non è solo legato alla questione“liquidità”. Spesso infatti accade che le imprese pur nonavendo ancora incassato quanto dovuto dalla PA si ri-trovano a dover emettere la fattura subito e quindi a pa-gare il fisco prima di vedersi riconosciuti i servizierogati. Lo stesso ministro dell’Economia, Giulio Tre-monti, ha riconosciuto la necessità di porre rimedio adun fisco opprimente e ad una burocrazia ottusa: “Lavo-rare in queste condizioni costringe gli imprenditori ita-liani, soprattutto i piccoli, ad operare con livelli dieroicità non riscontrabili in nessuna altra parte dell’Eu-ropa”, ha dichiarato in tempi non sospetti.Da uno studio elaborato dalla Banca Mondiale e dallasocietà di consulenza PricewaterhouseCoopers (PwC),le piccole e medie imprese italiane perdono 285 orel’anno per assolvere i diversi pagamenti richiesti dalfisco e sono sottoposte a un prelievo che si aggira in-torno al 68,6% degli utili realizzati.Insomma non si può pensare che le piccole e medie im-prese (l’Italia è il paese europeo con il maggior numero)siano quelle su cui maggiormente debba pesare la crisieconomica.Proprio alla luce di questo il nostro Governo sta cercandodi affrontare quella che è comunque una situazione dif-ficile da risolvere. Nella scorsa manovra estiva, infatti, è

stato previsto per le imprese creditrici nei confronti dellepubbliche amministrazioni e delle aziende sanitarie lapossibilità di compensare i crediti con le somme dovutea seguito di iscrizione a bilancio.La norma è contenuta nell’articolo 31 del decreto leggen. 78/2010, convertito dalla legge 122/2010 e prevede

che “i crediti non prescritti, certi, li-quidi ed esigibili, maturati nei con-fronti delle Regioni, degli enti locali edegli enti del servizio sanitario nazio-nale per somministrazione, forniture eappalti, possono essere compensaticon le somme dovute a seguito diiscrizione a ruolo”.Nel testo era previsto come termined’inizio il primo gennaio 2011ma pur-troppo il decreto attuativo è ancora infase di “avanzata” istruttoria presso itecnici del parlamento. È evidente comesarebbe di fondamentale importanza

rendere operative al più presto le nuove regole in quantorappresentano una forma di tutela per migliaia di impresein difficoltà.La cautela e le analisi che i tecnici della ragioneria stannoportando avanti sono da ricollegare agli eventualimancatiintroiti che potrebbero impoverire le casse statali di colpo.Non a caso, l’articolo 31 rinvia tutto ad un decreto delministero dell’Economia “al fine di garantire il rispettodegli equilibri programmati di finanza pubblica”.In effetti, l’ultimo conto (salato) alle Pubbliche ammini-strazioni italiane lo ha fatto recentemente Confindustria.I calcoli svolti daViale dell'Astronomia indicano come ildebito complessivo della nostra Pa nei confronti delle im-prese fornitrici abbia ormai sfondato il muro dei 70 mi-liardi di euro. Tre anni fa erano 60. SecondoConfindustria la parte da leone spetta ancora e semprealla sanità: rispetto al 2003 l’esposizione delle Asl neiconfronti dei privati è cresciuta del 70% e ora vale più di40 miliardi.L’auspicio comune, dunque, è che la compensazione deicrediti con la Pa, da strumento “teorico” si trasformi nelminor tempo possibile in una vera e propria ancora disalvataggio per le PMI, il vero tessuto produttivo delPaese.

Q

22 dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 22

Page 23: OipaMagazine Dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 23

Page 24: OipaMagazine Dossier

24 dossier

L’azienda

Intervista a Davide Carmine Cardogna, Credit Manager Euro Service Group Spa

Maurizio Pezzuco

Il Credit Manager: una speranza per le impresecreditrici della Pubblica Amministrazione

l ritardo dei pagamenti è un grave problemache affligge da tempo le aziende fornitrici, inparticolare quelle delle Pubbliche Ammini-

strazioni. La gestione e il recupero dei crediti èuna professione che nel corso dell’ultimo decen-nio si è ampiamente diffusa. Ci spiega come sisvolge il vostro lavoro?

Se vogliamo parlare delle difficoltà che questo “malcostume”delle P.A. crea alle aziende fornitrici pos-siamo subito evidenziare che vanno ben al di là dellamancata liquidità nei tempi dovuti e che le costringead altre fonti di approvvigionamento (tutte legali?)per far fronte ai quotidiani costi di esercizio (inve-stimenti, stipendi, ecc..). Mi riferisco, per esempio,al fatto che il valore dei crediti esposti a bilanciocontribuisce alla determinazione dell’utile di eserci-zio su cui vengono calcolate le imposte; mi riferiscoalle tante voci della fiscalità a cui una azienda devefar fronte con l’obbligo di pagare inmodo improrogabile entro le sca-denze previste pena l’applicazioni diinteressi, maggiorazioni e penaliquasi da usurai. Già solo questi dueesempi sono sufficienti per motivarel’adozione di adeguate iniziative fi-nalizzate a combattere questa“piaga” che conduce molte aziendea cessare l’attività. Euro Service datempo ha intrapreso una azione disensibilizzazione sia mediatica, siamolto operativa mettendo a disposi-zione delle aziende la propria quali-ficata collaborazione.Quando propongo la nostra collabo-razione a qualche nostro potenzialecliente, che vanta crediti nei con-fronti delle Pubbliche Amministra-zioni, la domanda talvolta espressa e talvolta nonespressa è: “Perché voi dovreste riuscire a farvi pa-gare e noi no?” La mia risposta è sempre questa: “Noinon abbiamo la bacchetta magica e che facciamoquesto di mestiere e solo questo!” È tutto qui! Noichiediamo il rispetto degli impegni assunti con co-stanza e puntualità non siamo distratti da altre in-combenze. Ogni nostro contatto con il cliente è

finalizzato al recupero del credito insoluto e siccome,spesso, il conseguimento di questo obiettivo passa at-traverso la soluzione di diverse problematiche che laP.A. di turno lamenta, allora ci adoperiamo per risol-verle e per far rimuovere ogni possibile alibi chepossa ostacolare il pagamento. A questo punto la no-stra presenza acquista un duplice ruolo: quello diconsulente del creditore che ha il problema di incas-sare e di consulente del debitore che ha il problemadi pagare. Forse molti faranno fatica a crederci, ma lapresenza dei nostri Credit Manager dentro le P.A. fi-delizza non poco il rapporto con i nostri committenti.

Una società come Euro Service Group fornisceun contributo concreto per arginare il fenomeno?

Sembra impossibile, ma moltissimi creditori hannotimore non solo di chiedere il pagamento delle fat-ture, ma pure di farsi aiutare. Temono di perdere il

cliente. Niente di più sbagliato. Quello che conta è ilmodo di comunicare la necessità di sapere se una fat-tura è stata pagata, o l’esigenza che venga saldata ilprima possibile in coerenza con gli impegni assunti.Talvolta arrivare a pretendere il pagamento in statodi urgenza e con l’ansia di rientrare induce all’in-transigenza e a una scarsa flessibilità mettendo a ri-schio il rapporto con il cliente.

I

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 24

Page 25: OipaMagazine Dossier

25dossier

L’aziendaI Credit Manager Euro Service sanno bene che, inparticolare le P.A., sono i clienti più importanti peri nostri committenti anche se abitualmente morosi, eche il loro compito principale è quello di rieducarele Pubbliche Amministrazioni al rispetto dei terminidi pagamento senza per questo turbare i rapporticommerciali presenti e futuri. Certo ci vuole tempo,perché un conto è chiedere il pagamento di una fat-tura scaduta da 15 giorni, diverso è chiedere il pa-gamento di 10 fatture con un ritardo medio di 180giorni. Ottenere il pagamento di tutto e subito saràmolto improbabile, per cui sarà inevitabile trovareaccordi che prevedano dilazioni e/o rateizzazioni. Iltutto in un rapporto di riconciliazione e di reciprocacomprensione.Vede, quando una persona decide di avviare una at-tività imprenditoriale, artigianale, commerciale av-verte subito la necessità di avvalersi dellacollaborazione di un commercialista, un avvocato, diun consulente del lavoro, si preoccupa di chi gestiràle eventuali buste paga, di chi gli registrerà le fatture,ecc., ma nessuno, dico nessuno pensa ad organizzarsiper la gestione dei propri crediti. Si da per scontatoche la fattura emessa venga automaticamente pagata.Salvo poi ricredersi.Ecco, Euro Service con la sua organizzazione è ingrado di affiancarsi alle Imprese per aiutarle a tute-lare i propri crediti fin dalla scadenza o meglio, è ingrado di offrire una costante gestione del cliente chedal semplice sollecito amministrativo passa ad un’at-tività di customer care, applicando strategie di up-selling ed incrementandone la soddisfazione e lafidelizzazione.Inoltre vorrei approfittare di questa opportunità perevidenziare anche un altro aspetto, per nulla secon-dario, nell’impegno che Euro Service mette su que-sto tema. È l’aspetto occupazionale e occupazionalegiovanile. In un contesto sociale quanto mai critico,il mondo della gestione e del recupero del creditooffre possibilità di lavoro qualificato a moltissimigiovani e potrebbe offrirne molto di più se le aziendefossero più attente alla centralità di tale attività siache lo facciano al loro interno, sia che decidano diavvalersi di outsources esterni. Purtroppo è un pro-blema culturale, ma adesso il discorso si farebbetroppo lungo…lo rimandiamo!

Ci può fare qualche esempio di una positiva col-laborazione tra una Pubblica Amministrazione ela sua società?

Guardi dico solo che ormai non contiamo più le Pub-bliche Amministrazioni che avendo problemi di fat-turazione e di comunicazione con Società fornitricidi servizi ci chiedono se possiamo occuparci anche

dei crediti vantati da altre public utilities. Rispon-diamo che lo faremmo volentieri, ma purtroppo nondipende da noi.Un altro caso piuttosto recente. Da una nostra com-mittente ci è stata affidata la gestione del credito diuna SRL, partecipata esclusivamente da Ammini-strazioni Locali. Incontrati gli amministratori permancati pagamenti di fatture molto datate hanno la-mentato una forte carenza di liquidità che non haconsentito di far fronte agli impegni. Infatti i Co-muni, clienti della SRL, non pagano o pagano con ri-levantissimi ritardi i servizi forniti mettendo a rischiola sopravvivenza della stessa società di cui sono soci.L’approccio professionale e consulenziale dei nostriCredit Manager ha stimolato l’affidamento della ge-stione di tali crediti ad Euro Service con inconfutabilibenefici di cassa per la SRL e ha reso possibile inol-tre la formulazione e il rispetto di un piano di rientrorelativamente ai debiti pregressi e il rispetto dei pa-gamenti dei debiti correnti.

Vediamo la cosa anche da un altro punto divista. Molto spesso le difficoltà di cassa delle Paderivano anche da molti cittadini che non ri-spettano i pagamenti dovuti. Che tipo di pro-getto può proporre Euro Service a una PubblicaAmministrazione che vuole recuperare creditidai cittadini?

Un progetto che metta al centro il cittadino, mutuatodal rapporto fornitore/cliente. Un progetto, già piùvolte illustrato anche dal nostro Presidente AntonioPersici, che abbiamo denominato il “Customer Caredel Contribuente”. Un progetto che fa della pre-venzione la migliore arma contro la “morosità”. Con-tattare il cittadino non appena scade la tassa, iltributo, ecc. instaura un dialogo costruttivo che con-sente di comprendere le cause del mancato paga-mento e permette di esprimere le rispettive esigenze.Si crea un momento di incontro che scongiura il pe-ricolo di inimicarsi il cittadino, di farlo sentire ves-sato con l’applicazione di interessi, sanzioni ebalzelli vari al limite dell’usura. Un progetto che nontrova, purtroppo molta attenzione dalle P.A. Per dirlatutta: un progetto che trova molta condivisione daparte dei Funzionari della P.A., ma non condiviso daiPubblici Amministratori che temono di perdere ilconsenso elettorale.Il principio del “far pagare tutti, per far pagaremeno ciascuno” non ha trovato, almeno per ora, ter-reno fertile tra molti politici. Noi, tuttavia, non ci sco-raggiamo e continuiamo su questo tema la nostramodesta opera di sensibilizzazione nei quotidianicontatti con le Pubbliche Amministrazioni.

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 25

Page 26: OipaMagazine Dossier

26 dossier

L’aziendaPaoloMoretti

Divisione Marketing Euro Service Group Spa

Pagare le tasse sì, ma cosa si aspettano i cittadini?

l pensiero magico di cia-scuno di noi è risolvere lequestioni burocratiche con

un click. Ma quando pensiamo aldisbrigo di pratiche burocratiche,il primo pensiero va alle mattinatein coda agli sportelli ed alla diffi-coltà di capire come procedere. Lenovità introdotte, come “LineaAmica”, hanno tracciato netta-

mente il nuovo indirizzo che laPubblica Amministrazione in-tende seguire nei rapporti con icittadini, quello della semplifica-zione e dell’utilizzo delle tecnolo-gie integrate per riaccendere uncontatto diretto con gli utenti.Il gruppo Euro Service ha sempresostenuto e promosso un modellodi relazione diretta per risponderealle esigenze dell’utente, ancor piùin un ambito delicato come quellodella gestione del credito: forti diun’esperienza decennale con le piùimportanti aziende private, siamocerti che il processo che da oltreun decennio abbiamo adottato, op-portunamente evoluto e modifi-cato, possa essere applicato anchenella gestione del rapporto tra cit-tadino e Pubblica Amministra-zione. Più specificamente, nellagestione dei crediti, è evidente chele grandi società private hanno af-

finato la capacità di incassare me-glio e prima grazie al supporto diprofessionisti della tutela del cre-dito. Il risultato è stato conseguitoattraverso un modello che ha rin-novato il modo di comunicare congli utenti, abbandonando progres-sivamente la comunicazione epi-stolare a favore del contattotelefonico e creando di conse-guenza un filo diretto tra azienda ecliente. Anche le Pubbliche Am-ministrazioni potranno ottenere ri-sultati d’eccellenza, avvicinandoil cittadino all’Istituzione, impa-rando a comunicare in modo effi-cace con la propria utenza.Prendiamo, a titolo esemplifica-tivo, il caso di un cittadino che haa che fare con una multa: gli vieneelevata la contravvenzione e lastessa gli viene poi successiva-mente notificata. Se non è pre-sente alla consegna deve recarsipresso gli Uffici e perdere temposolo per avere il verbale dell’ac-certamento. Spesso dispone, sulladocumentazione consegnata, dinumeri telefonici da contattare perchiarimenti e reclami, ma nellamaggior parte dei casi la telefo-nata si conclude con l’invito a re-carsi presso gli uffici prepostiperché la pratica non è gestibiletelefonicamente. Se il cittadinonon ottempera al pagamento, dopomesi di completo silenzio ricevela cartella esattoriale con l’intima-zione al pagamento già compren-siva di interessi di mora che hannonotevolmente aumentato l’im-porto. In un contesto del generenon c’è spazio per alcun dialogoma solo per una comunicazionescritta ed unilaterale da parte dellaPubblica Amministrazione. Il no-stro gruppo ha più volte portato al-

l’attenzione di Comuni ed Ammi-nistrazioni in genere, un progettodi Contact Center integrato dovetutte le forme di comunicazionepossibili convergono nella dire-zione di promuovere l’informa-zione e la cultura del rispetto deitempi di pagamento. Il cittadinoche vuole informazioni sulla multadispone così di una info-line h24dedicata dove può trovare imme-diata soluzione del problema , conil numero da chiamare in bellavista stampato direttamente sullacontravvenzione che il cittadino ri-ceve a casa. Il modello si fondasulla massima efficienza: l’utentepuò così parlare con un consu-lente telefonico che sostituisce losportello fisico e può guidarel’utente, analizzare nel dettaglio ilcaso proposto, prendere nota dieventuali correzioni e proteste:l’utente, se informato in modo cor-retto ed esaustivo, è di certo piùconsapevole e quindi motivato alpagamento. In contemporanea conil canale inbound, realizziamoanche un’attività informativa cheavvisa l’utente in merito alla sca-denza ed alle modalità di paga-mento della contravvenzione. Lanostra prospettiva è quella diestendere progressivamente il mo-dello a tutte le questioni di naturaamministrative, operando ovvia-mente nella fase in cui il creditonon è ancora iscritto a ruolo. Conun sistema integrato ed interat-tivo, oltre ad incassi più rapidi, laP.A. potrà rimandare una nuovaimmagine di sé, prestando mag-giore ascolto alle richieste ed alleaspettative dei cittadini, in un’ot-tica innovativa di citizen care,quello che i cittadini si aspettano.

I

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 26

Page 27: OipaMagazine Dossier

27

“da quasi quarant’annila nostra filosofia di successo,è sempre stata quella di impegnarciin tutto ciò che scegliamo di faree di credere fermamente in quello che facciamo...”

www.lanuovamg.com

la NUOVAM.G. spaSede legale: Via C. Zima, 1 - BRESCIA

Sede operativa:DARFO BOARIO TERME (BS)Via F. Bassi, 3 - Tel. 0364.531745 r.a. - Fax 0364.530505e-mail: [email protected] Azienda Certificata

ISO 9001:2000Cert. N. 501003210

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 27

Page 28: OipaMagazine Dossier

28 dossier

Condivisione del bilancio e Union Bond perrilanciare la crescita dell’Unione europeaI cicli economici possono coincidere solamente se è garantita la convergenza delle que-stioni economico fiscali e finanziarie dei singoli paesi membri. Necessario uno stru-mento in grado di recuperare le risorse per finanziare progetti europei

On. Gianni PittellaVice Presidente Vicario delParlamento Europeo (PD)

Fisco&Europa

a commissione economicadel Parlamento europeo hadi recente votato in merito al

pacchetto di sei proposte relative allagovernance e si è registrata un'im-portante spaccatura tra i principaligruppi politici. Ppe e liberali da una

parte e socialisti dall'altra. Il princi-pale punto di dissenso riguarda la re-visione del patto di stabilità. Unbraccio di ferro che continuerà an-cora in vista della discussione e delvoto della plenaria. Il gruppo socia-lista ha come priorità la promozione,all'interno di questo pacchetto, di unastrategia d'investimento intelligenteper la crescita e per l'occupazione at-traverso l'inserimento di una goldenrule all'interno del patto di stabilità(distinzione tra spese per investi-menti produttivi e protezione sociale

– che dovrebbero essere valutati aparte o "contabilizzati" in modo dif-ferente) e di un meccanismo attra-verso il quale i relativi investimentiUe 2020 sarebbero chiaramente ri-conosciuti come un obiettivo poli-tico prioritario. Il tentativo è quello

di ammorbidire norme che altrimentisi teme possano inibire qualsiasi pos-sibilità di investimento funzionalealla ripresa dei consumi e della cre-scita in paesi con particolari diffi-coltà delle finanze pubbliche. Sitratterebbe tra l'altro di una conquistapositiva anche in ottica italiana, per-ché se venisse approvata la revisionedel Patto di stabilità, così come pro-posta dalla Commissione europea,l'Italia si troverebbe una situazioneparticolarmente onerosa, consideratoche la nostra economia è caratteriz-

zata da un livello di debito pubblicovicino al 120 per cento del Pil e l'ap-plicazione del nuovo Patto impliche-rebbe già a partire dal 2013 unariduzione del deficit strutturalemolto importante.Risulta evidente che nessuna eco-nomia europea può muoversi inasimmetria rispetto alle altre, ne’che ci si possa affidare semplice-mente a escamotage contabili comequello dell’inserimento, certo deltutto legittimo, nel conteggio delrapporto debito/Pil, dell’indebita-mento privato.Indubbiamente in caso di rischio de-fault delle casse dello Stato l’Italiapotrebbe ricorrere ancora alla levafiscale come già fatto in passato, perdrenare risorse dal cospicuo rispar-mio privato ed è chiaramente unmessaggio confortante per gli inve-stitori nel nostro debito pubblico.Ma è socialmente accettabile e con-divisibile in termini di equità puntareesclusivamente a questa possibilitàper salvare i conti dello Stato? In re-altà la questione non può essere ri-dotta, come si vede, a un problemacontabile e finanziario. Dalla disto-nia dei cicli economici sono derivatee derivano problematiche gravi cheminano la generale stabilità econo-mico-finanziaria europea. È da que-sta premessa che nasce la scelta delcosiddetto "semestre europeo", i ciclieconomici possono convergere sola-mente se è garantita la convergenzadelle questioni economico fiscali efinanziarie dei singoli paesi membri.Credo che però una discussione

L

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 28

Page 29: OipaMagazine Dossier

sulla governance economica vadaassociata a quella di un'altra riformanecessaria e di pari importanza,quella del bilancio europeo.Se, infatti, con una governance eco-nomica comune possiamo essere ingrado di coordinare le politiche dispesa, armonizzandole a livello eu-ropeo, appare allora logico, ineludi-bile e auspicabile il passo successivo,la condivisione del bilancio.In un contesto nel quale, consideratala situazione delle finanze pubblichedi molti stati europei, non vi sono ri-sorse nazionali da indirizzare a pianidi investimento, credo sia centralepoter contare su risorse "europee" dapoter destinare a questo obiettivo.Da qui il mio sostegno e impegnoparlamentare per invocare la neces-sità di introdurre gli Union Bond,strumento capace di poter recuperaredai mercati quelle risorse necessarieper finanziarie progetti di interesseeuropeo lanciando così un grande

piano di investimenti, funzionale astimolare crescita e consumi, che al-trimenti sarebbe impossibile soste-nere. Continuando a puntare supolitiche nazionali che vanno in di-rezioni differenti, si produce un dan-noso spreco di denaro pubblico.Conseguenza inevitabile della man-canza di reali sinergie.Ma la correlazione tra la riformadella governance economica e la ri-forma del bilancio sullo sfondodella revisione del patto di stabilitàla possiamo apprezzare anche at-traverso un ulteriore riflessione.Partiamo da un'osservazione: se èvero che i dati della crescita dipaesi come Grecia, Irlanda o Por-togallo sono evidentemente nega-tivi, è anche vero che il dato dellacrescita economica aggregata deipaesi dell'area euro è buono.Anchein confronto a quello di realtà comeStati Uniti o Giappone. Quest'ul-timo é un elemento che va sfruttato

anche in funzione di politiche disalvataggio dei paesi in difficoltà.Si potrebbe infatti, invece di utiliz-zare un fondo di salvataggio adhoc, immaginare di intervenire uti-lizzando la forza di un bilancio fe-derale. Se guardiamo ad esempioagli Stati Uniti ci rendiamo contoche la crisi economica che ha ca-ratterizzato lo Stato della Califor-nia (ben più grave in terminiassoluti di quella della Grecia) èstata affrontata ed ammortizzatagrazie al bilancio federale. Da quila necessità di valutare meglio e ri-flettere sulle potenzialità rappre-sentate da una crescita aggregataeuropea che offre dati confortanti.È tuttavia difficile, in relazione allariforma del bilancio, pronosticarnei tempi considerato anche chesiamo in attesa della presentazioneda parte della Commissione Bar-roso di una ufficiale proposta di re-visione.

Fisco&Europa

29dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 29

Page 30: OipaMagazine Dossier

la leva fiscale per promuoverel'occupazione femminile

Sen. Maria LeddiSegretario VI Commissione Permanente

(Finanza e Tesoro) Senato della Repubblica (PD)

cosa nota che il tasso di occu-pazione femminile nel nostropaese è tra i più bassi d'Europae che scende notevolmente nel

caso di donne con uno o più figli.Per circoscrivere con numeri questoprimato negativo basti dire che, se-condo dati ufficiali forniti recente-mente dall'Ufficio Europeo diStatistica, il tasso di occupazionedelle donne senza figli, tra i 25 e i 54anni, in Italia è pari al 63,9% contro il75,8% della media Ue (solo Malta fapeggio con il 56,6%), quello delledonne con un figlio è pari al 59% con-tro la media Ue del 71,3%.Ovviamente la situazione peggiora perle donne con più figli: se i figli sonodue la percentuale delle donne con unlavoro scende in Italia al 54,1% (nellaUe al 69,2%), e nel caso di tre o piùfigli solo il 41,3% delle donne haun'occupazione e anche in questo casola percentuale è decisamente più bassadella media Ue (54,7%).Vale la pena di ricordare che, di con-seguenza, sul fronte maschile la si-tuazione è decisamente diversa, anzimigliore rispetto alla media europea,infatti, lavora l'87,7% degli uominiitaliani che hanno tre o più figli con-tro una media Ue dell'85,4%.L’insoddisfacente livello di occupa-zione femminile costituisce uno deglielementi di criticità del mercato dellavoro italiano, ponendolo notevol-mente al di sotto della media rag-giunta dai Paesi dell’Unione europea,costituendo, congiuntamente ad altrifattori, un elemento di freno al rag-giungimento di più elevati livelli disviluppo, ma anche la testimonianzadi una condizione femminile che èancora lontana dall’aver raggiunto

un’effettiva uguaglianza, sia sulpiano delle opportunità economiche,sia su quello della possibilità di rea-lizzazione umana e professionale.Tutto questo frena il già lento svi-luppo: del nostro sistema economico,

vale la pena di ricordare che vi sonoin Italia più donne che uomini diplo-mati, che le donne si laureano - inogni branca - più velocemente e conperformance migliori dei maschi, co-stituendo così una risorsa importanteche il nostro paese "spreca" non cre-ando le condizioni per poterla utiliz-zare a pieno.La leva fiscale può essere un fortestrumento per giungere in tempi ra-pidi a un riequilibrio di genere chepuò contribuire alla ripresa della no-stra economia.Ad oggi le disposizioni che mirano afornire agevolazioni fiscali a soste-gno all'occupazione femminile hannosortito scarsi risultati perché tutte im-postate ad "invogliare", col beneficiodi una minore pressione fiscale, il da-tore di lavoro ad assumere personalefemminile.In teoria può essere un "argomentopersuasivo", ma la realtà dei fatti cidice che si tratta di disposizioni di

scarsa efficacia perché 1a donna oc-cupata su 5, alla nascita del secondofiglio, è costretta a lasciare il lavoroper carenza di servizi a sostegno dellafamiglia (ricordo che la domanda diasili nido ha una risposta di 1 a 10) equindi, in carenza di possibilità eco-nomiche per provvedere in proprioalla custodia dei figli, o in mancanzadi familiari disponibili a "sopperire",non resta che l'abbandono del lavoro.Dunque, in attesa che vi siano i ser-vizi necessari a supportare le neces-sità organizzativeminime delle donnecon figli che desiderano lavorare, laleva fiscale resta un ottimo strumento,ma va diversamente utilizzata.Dei benefici fiscali è infatti necessariopossa usufruire direttamente la donnache lavora, per poter avere maggioririsorse a disposizione e sopperire allacarenza di sostegni strutturali pub-blici ed organizzarsi per conciliare ge-stione dei figli e lavoroSono depositati in Senato disegni dilegge di natura bipartisan trattandosidi argomento su cui vi è ampia sensi-bilità e condivisione, che vanno inquesta direzione, invertendo il bene-ficiario dell'agevolazione fiscale.Si tratta di proposte di legge che sicontraddistinguono anche per la sem-plicità attuativa poiché si inseriscononell'ordinamento vigente e non ri-chiedono onerosi adattamenti.È auspicabile se ne avvii al più prestola discussione in Commissione, sa-pendo che si tratta, allo stato dell'arte,del solo strumento immediatamentecapace di dare risultati positivi sull'oc-cupazione femminile, con l'effetto col-laterale, del tutto positivo, di agevolarel'emersione di lavoro sommerso, con-tribuendo alla sua regolarizzazione.

È

La leva fiscale può essere un efficace strumento per giungere in tempi rapidi a unriequilibrio di genere che può contribuire alla ripresa della nostra economia

Fisco&Donne

30 dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 30

Page 31: OipaMagazine Dossier

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 31

Page 32: OipaMagazine Dossier

32 dossier

Adiconsum: modifica radicale del modello digiustizia tributaria

Pietro GiordanoSegretario Generale di Adiconsum

l Ministero dell’Economiae delle Finanze è allo stu-dio un progetto di riformadel processo tributario. Si

tratta di una modifica radicale del-l’attuale modello di giustizia tribu-taria, incentrata fondamentalmentesu due punti: l’eliminazione di ungrado di giudizio, sostituito da unaprima fase precontenziosa, affidata

ad apposite camere di concilia-zione indipendenti; la previsione diuna magistratura fiscale di naturaesclusivamente togata (diversa-mente dalla situazione attuale, chevede i componenti delle Commis-sioni Tributarie proposti dal Mini-stro dell’Economia, nonchésoggetti esclusivamente al suo po-tere sanzionatorio, e non invecenominati con pubblico concorso),eventualmente riservando ai giu-dici laici la fase precontenziosa.La previsione di una importantefase precontenziosa può certa-mente rappresentare per il consu-matore, in veste di contribuente, unutile strumento di “risparmio”, sia

in termini di gestione del processoche per quel che riguarda i tempidi definizione dello stesso. E’ undato di fatto che, ad oggi, le lun-gaggini processuali e le relativespese di giudizio gravano pesante-mente sul contribuente, il quale,già penalizzato da imposizioni ditributi e cartelle esattoriali fre-quentemente frutto di errori da

parte dell’Amministra-zione, si ritrova spessoa scegliere di desistereda una – legittima –opposizione, pur di nonvedersi costretto ad af-frontare ulteriori pro-blemi. Rinunciando diconseguenza a far va-lere i propri diritti.Nell’ottica di una ri-forma orientata allasemplificazione delprocesso tributario,

Adiconsum ritiene possibile, eanzi auspicabile, l’individuazionedi uno specifico ruolo da attribuirealle Associazioni dei Consuma-tori, al fine di garantire ai contri-buenti la piena conoscenza deipropri diritti, nonché una effettivatutela degli stessi. Ciò potrebberealizzarsi attraverso l’istituzionedi apposite commissioni di conci-liazione paritetiche, con la parte-cipazione, per il contribuente,dell’Associazione. Una nuova epiù evoluta forma di giustizia do-vrebbe infatti prevedere modalitàconciliative quanto più possibileestese, anche al di là del contestogiudiziario, consentendo la risolu-

zione extragiudiziale delle contro-versie tra contribuente e Ammini-strazione, nonché la trasparenzadei rapporti tra gli stessi. Quantoall’ipotesi di una magistratura fi-scale composta esclusivamente da

giudici togati, possibilmente dotatidi una maggiore professionalità especializzazione in materie tribu-tarie, non si può non ricordarecome sia la stessa Costituzione aprevedere il diritto, per ogni indi-viduo, a un “giusto processo” re-golato dalla legge e governato daun giudice terzo e imparziale. UnaMagistratura fiscale indipendente,composta da giudici specializzati,e gestita, come le altre, dal Mini-stero della Giustizia, organo terzotra fisco e contribuente, rispec-chierebbe tale principio in manierasicuramente più adeguata, consen-tendo di garantire, con maggioreseverità, condizioni di trasparenzanell'esercizio della funzione, inmodo da evitare i condizionamentiai quali i professionisti che attual-mente compongono le Commis-sioni possono essere soggetti.

A

Una nuova ed evoluta forma di giustizia dovrebbe prevedere modalità conciliative quantopiù estese, consentendo la risoluzione extragiudiziale delle controversie tra contribuente eAmministrazione, nonché la trasparenza dei rapporti tra gli stessi

Fisco&Contribuenti

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 32

Page 33: OipaMagazine Dossier

Fisco&Contribuenti

Il dialogo tra fisco e contribuenti

Avv. Valentina GuzzantiDottore di ricerca in diritto tributario

presso l’Università degli Studi di FoggiaAvvocato presso lo Studio Legale

Tributario - Fantozzi & Associati

I dialogo tra fisco e contribuentiè connotato da un precario equi-librio tra l’utopistica idea di unacollaborazione paritaria e una

serie di interventi legislativi (e anchegiurisprudenziali) diretti a rafforzare in-vece l’Amministrazione finanziaria.Nel sistema tributario, infatti, se è veroche la legge n. 212/2000, più nota come“Statuto dei diritti del contribuente”,sono stati finalmente codificati impor-tanti principi espressione di civiltà giu-ridica quali, a esempio, il diritto diinformazione del contribuente e la tu-tela dell’affidamento, è parimenti veroche sono stati introdotti alcuni stru-menti che, nella pratica, ne hanno com-presso la portata rafforzando il fisco.Gli elementi che allo stato attuale, doponumerose evoluzioni legislative e giu-risprudenziali – per vero non sempre ri-velatesi soddisfacenti rispetto alleaspettative attese – connotano il pro-blematico rapporto tra fisco e contri-buenti sono, da un lato, le “promesse”fatte al contribuente di un ampliamentodelle garanzie a sua tutela e, dall’altro,contraddittoriamente, alcuni esercizi le-gislativi (e giurisprudenziali) di segnochiaramente opposto rispetto alla va-gheggiata idea di collaborazione.Il legislatore si è senza dubbio sforzatonel tempo di improntare il delicato rap-porto in esame alla semplificazione ealla parità codificando alcuni rilevantiprincipi di civiltà giuridica nella leggen. 212/2000 e imputando all’erario do-veri – nella pratica troppo spesso nononorati – tra cui l’assunzione di idoneeiniziative volte a consentire la completae agevole conoscenza delle disposizionilegislative e amministrative vigenti inmateria tributaria, la garanzia della co-noscenza con mezzi idonei di tutte lecircolari e le risoluzioni da essa ema-nate, l’ulteriore garanzia dell’effettiva

conoscenzadegli atti de-stinati al con-t r i b u e n t e ,come pure ilgenerale di-ritto informa-zione deicontribuenti.Tali doveri“statutari” siaffiancano a preesistenti forme di tutelanormativamente previste come, a esem-pio, l’obbligo di motivazione degli av-visi di accertamento, il divieto diintegrazione della motivazione di taliultimi atti, il divieto di reiterare le veri-fiche fiscali sul medesimo soggettosenza una effettiva necessità, l’abroga-zione dei poteri istruttori in capo alleCommissioni tributarie. Nella direzionedella responsabilizzazione degli espo-nenti del fisco, infine, si sono mossi direcente i giudici della Corte di cassa-zione che con alcune significative sen-tenze hanno riconosciuto laconfigurabilità del danno non patrimo-niale, nella sua forma di danno morale,e la sua risarcibilità ex art. 2043 c.c. inmateria tributaria. La descritta situa-zione di tutela accordata al contribuenteè però ancora troppo (solo) teorica.Una prima riflessione riguarda gli invitial contraddittorio il cui invio sistema-tico, poiché normativamente previsto,in un primo momento era sembrato unmodo per favorire un incontro “tra leparti”, per l’appunto, in contraddittorio,ma si è poi di fatto trasformato in un“silente” mero ordine di esibizione dicarte. L’illusione della collaborazionesottesa all’emissione di tali inviti vienein evidenza laddove si consideri che: a)la presentazione dei documenti, nonmotivata, non è poi accompagnata daalcun effettivo contraddittorio; b) il

contribuente deve attendere l’esito delcontrollo erariale, che potrebbe ancheconcludersi con un nulla di fatto, nel si-lenzio; c) la mancata esibizione da partedel contribuente dei documenti indicatinell’invito, tranne che per causa a luinon imputabile, ne preclude l’utilizza-bilità in sede contenziosa. In altri ter-mini, il fisco chiede e il contribuenteesegue. Altra riflessione riguarda l’im-plementazione dei c.d. “strumenti de-flattivi” del contenzioso, esperibili infase pre-processuale, realizzata con lemodifiche apportate dal d.l. n. 185/2008(conv. dalla legge n. 2/2009) al d.lgs. n.218/1997, a seguito delle quali sonostati infatti introdotti l’adesione agli in-viti al contraddittorio e l’adesione aiprocessi verbali di constatazione checonsentano l’emissione di accertamentiparziali. Ebbene anche tali strumenti,per quanto ideati per favorire il dialogotra fisco e contribuenti, sono connotatida una progressiva riduzione, sino al-l’azzeramento, della fase del contrad-dittorio, e cioè del momento delconfronto tra le parti del rapporto. Me-rita infine una (amara) considerazionelo stra-potere attribuito al fisco nel-l’ambito delle procedure esecutive me-diante l’inserimento dell’art. 72 bis deld.p.r. n. 602/73 e riguardante il pigno-ramento presso terzi. Tale norma, privadi un adeguato coordinamento con lenorme processual-civilistiche cui essadovrebbe riferirsi, prevede, legittiman-dola, la diretta aggressione dei beni delcontribuente a garanzia dalla rapidasoddisfazione del credito erariale (pri-vilegiato ex se).In definitiva, il rapporto tra il fisco e icontribuenti è forse è più che mai con-traddittorio, e purtroppo sbilanciatoverso il fisco di talché, a oggi, è ancorala disparità a regnare sovrana e il dia-logo è solamente fittizio.

33dossier

L’ evoluzione e le contraddizioni di un difficile rapporto di collaborazione.

I

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 33

Page 34: OipaMagazine Dossier

diMartina Fusco

Il CONsIglIO DEI MINIstRI VARA lA MANOVRADA 47 MIlIARDIApprovata dal Consiglio dei ministri la manovra trien-nale antideficit per ri-spettare gli impegnicon l'Europa, che pre-vedono il raggiungi-mento del pareggio dibilancio per il 2014.Una manovra da 47 mi-liardi: 2 miliardi perl'anno in corso, 5 per ilprossimo e la parte più consistente nel biennio succes-sivo con 20 miliardi per il 2013 e altri 20 per il 2014.

FACEBOOk, Il NUOVO stRUMENtO CONtROl'EVAsIONE FIsCAlEFacebook e altri social network diventeranno perl'Agenzia delle Entrate un valido strumento di con-trollo contro l'evasione fiscale. La misura rientra nelquadro di una serie di iniziative che l'Agenzia mette incampo per rendere il controllo più capillare al fine di

scovare evasori, lavoronero e stili di vita "so-spetti".

IMPREsE NON PIù OPPREssE DAI CONtROllIFIsCAlIIntrodotte sanzioni disciplinari per i funzionari pub-blici che opprimeranno le imprese con troppi controlli.Secondo quanto stabilisce il decreto legge Sviluppo ilcontrollo amministrativo potrà avere al massimo ca-denza semestrale e non potrà durare più di 15 giorni(prorogabili di ulteriori 15), invece degli attuali 60 (30

più 30), esclusi i casi straordi-nari di controlli per salute, giu-stizia ed emergenza. Soddisfattoil ministro dell'Economia, Giu-lio Tremonti, per il quale i con-trolli fiscali generano costi,

tempo perso, stress, e occasioni di corruzione.

AgEVOlAZIONI FIsCAlI PER lE REtI D’IMPREsAL’Agenzia delle Entrate ha previsto una specifica age-volazione fiscale per le imprese che stipulano un con-tratto di rete. La norma prevede la sospensionedell’imposta sulla quota degli utili dell’esercizio chele aziende scelgono di destinare a un’apposita riserva,destinandoli al fondo patrimoniale comune o al patri-

monio destinato all’affare.Sul provvedimento si è espressopositivamente il ministro delloSviluppo economico, PaoloRomani, dichiarando: "È unmodello italiano che può es-sere di esempio per l'UnioneEuropea”.

DRAgHI E MARCEgAglIA AssO-lUtA IDENtItà DI VEDUtEDopo che Emma Marcegaglia all’Assise di Confindu-stria ha definito urgente la riforma fiscale, Mario Dra-ghi nelle sue ultime considerazioni finali dagovernatore della Banca d'Italia ha esplicitamentechiesto di ridurre in misura significativale aliquote, elevate, sui redditi deilavoratori e delle imprese, com-pensando il minor gettito conulteriori recuperi di evasione fi-scale, in aggiunta a quelli, ve-ramente apprezzabili, chel'Amministrazione fiscale ha re-centemente conseguito.

DEBItI FIsCAlI: PIù tEMPO PER PAgARE, MA RE-gOlE PIù sEVEREI contribuenti non in regolacon i pagamenti potrannoprolungare fino a un mas-simo di 6 anni il periodo didilazione dei debiti fiscali econtributivi.Equitalia ha illustrato le mo-dalità per accedere al beneficio. Nel caso in cui il de-bito superi i 5 mila euro le persone fisiche o titolari diditte individuali in regimi fiscali semplificati dovrannodimostrare il peggioramento della propria condizioneeconomica con un nuovo Isee. Le società di capitaliverranno, invece, esaminate mediante l’applicazionedei parametri costituiti dall’Indice di Liquidità e dal-l’Indice Alfa. La richiesta di proroga che riguardi, in-vece, debiti per un importo inferiore a 5 mila euro saràconcessa, come già avveniva, dietro semplice richie-sta motivata attestante la situazione di difficoltà peg-giore rispetto a quella in cui versava il contribuente.Inoltre sono previsti controlli più severi nella conces-sione della prima rateazione ai contribuenti che ver-sano in condizioni economiche tali da far dubitare dellaloro capacità di sostenere il piano di ammortamento.

Inbreve

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 34

Page 35: OipaMagazine Dossier

STAMPA OFFSET (tipografica)Con la stampa offset realizziamo tutti quei

lavori in cui è richiesta una media e alta tiratura.Depliants, volantini, brochure, cataloghi,

blocchi, planning, riviste, calendarie molto altro ancora.

....le più avanzate tecnologie per stampare, anche pochi pezzi, su carta(manifesti 70x100, 100x140, poster 4x3, poster 6x3), su pvc adesivo(per vetrine, automezzi, pannelli etc), su banner (striscioni pubblicitari di permanifestazioni e non solo, stampe per coperture di edifici etc),su tessuto (per riproduzioni artistiche o di qualsiasi genere).Con una qualità ottima, le nostre stampe sono adatte sia all’uso interno cheesterno. Gli inchiostri utilizzati sono esclusivamente originali e non rigeneratie donano alle nostre stampe una brillantezza cromatica ottima.

STAMPA DIGITALEGRANDE FORMATO

...con la stampa digitale di piccolo formato potrai realizzare varietipologie di lavoro, senza doverne stampare in quantità industriali.Si adatta in tutte quelle situazioni dove lo stampato è soggettoa frequenti variazioni o aggiornamenti, in più con tempi più brevi di

una qualunque stampa offset. Inviti per manifestazioni, mostre, ricorrenze,locandine, depliant, cartoline, immagine coordinata, volantini, opuscoli e tanto

altro ancora... tutto quello che di cui avete bisogno in quantità limitata.

STAMPA DIGITALE

Via dello Sport, 74

00065 FIANO ROMANO (RM)

Tel e Fax 0765.480814

mail: [email protected]

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 35

Page 36: OipaMagazine Dossier

www.euroservicegroupspa.com

[email protected]

Tel. +39 06.72654201

CARING PER LA GESTIONE E TUTELA DEL CREDITO

Oipa Magazine 1.qxp:Layout 1 7-07-2011 17:25 Pagina 36


Recommended