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Date post: 28-Jul-2020
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N otA ALLA RAssEgNA stAMPA 2 In primo piano L'anno zero degli ingegneri Sì della Camera al «salva-Ordini» A rischio il controllo deontologico degli Ordini Liberalizzazioni flop Liberalizzazioni: forti con i deboli, deboli con i forti? 7 Legislazione lavori pubblici I progetti da 100.000 a 193.000 euro ritornano in gara Verifica progetti, Dm ancora assente Società di progetto e bond per attirare privati nelle opere L'Autorità: «Basta con le deroghe nei lavori per i 150 anni dell'Unità» Negli appalti va sempre motivato il ricorso alla procedura negoziata. Mini Comuni con appalti «unici» 13 Bandi di progettazione Ribassi, corsa senza fine: spunta l'incarico gratis Novembre ancora “freddo” per i bandi di progettazione 15 Appalti e opere pubbliche Il Cipe sblocca 3,8 miliardi Project financing: molte gare, pochi «closing» Piano per rendere sicure 13 mila scuole 18 Edilizia privata ed urbanistica Edifici a sagoma «identica» Il bonus del 36% cambia volto nel 2012 Meno gare nell'urbanizzazione primaria 21 Innovazione e ricerca Brevetti, sì dell'Italia al tribunale europeo 22 Mercato del lavoro Stipendi, italiani penultimi in Europa 23 Previdenza professionisti Casse previdenziali in allarme Casse, tre mesi in più per dimostrare la sostenibilità a 50 anni 26 Assicurazione professionale Professionisti. Il paracadute non è più un optional 27 Fisco professionisti Per gli studi di settore arriva la super-congruità 28 Mediazione Mediazione, presenza obbligata Il Tar del Lazio respinge la sospensiva 29 Vita professionale Tesserino elettronico per esercitare nella Ue Tariffari forensi a prova di Trattato Nessun ostacolo al legale che si abilita in Spagna DICEMBRE 2011
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NotA ALLA RAssEgNA stAMPA

2 In primo pianoL'anno zero degli ingegneriSì della Camera al «salva-Ordini»A rischio il controllo deontologico degli OrdiniLiberalizzazioni flop Liberalizzazioni: forti con i deboli, deboli con i forti?

7 Legislazione lavori pubbliciI progetti da 100.000 a 193.000 euro ritornano in garaVerifica progetti, Dm ancora assenteSocietà di progetto e bond per attirare privati nelle opere L'Autorità: «Basta con le deroghe nei lavori per i 150 anni dell'Unità»Negli appalti va sempre motivato il ricorso alla procedura negoziata.Mini Comuni con appalti «unici»

13 Bandi di progettazioneRibassi, corsa senza fine: spunta l'incarico gratisNovembre ancora “freddo” per i bandi di progettazione

15 Appalti e opere pubblicheIl Cipe sblocca 3,8 miliardiProject financing: molte gare, pochi «closing»Piano per rendere sicure 13 mila scuole

18 Edilizia privata ed urbanisticaEdifici a sagoma «identica»Il bonus del 36% cambia volto nel 2012Meno gare nell'urbanizzazione primaria

21 Innovazione e ricercaBrevetti, sì dell'Italia al tribunale europeo

22 Mercato del lavoroStipendi, italiani penultimi in Europa

23 Previdenza professionistiCasse previdenziali in allarmeCasse, tre mesi in più per dimostrare la sostenibilità a 50 anni

26 Assicurazione professionaleProfessionisti. Il paracadute non è più un optional

27 Fisco professionistiPer gli studi di settore arriva la super-congruità

28 MediazioneMediazione, presenza obbligata Il Tar del Lazio respinge la sospensiva

29 Vita professionaleTesserino elettronico per esercitare nella Ue Tariffari forensi a prova di Trattato Nessun ostacolo al legale che si abilita in Spagna

DICEMBRE 2011

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Italia Oggi di venerdì 9 dicembreha pubblicato un’intervista adArmando Zambrano, presidentedel CNI.

“Non possiamo aspettare chesia il governo a indicarci lastrada da percorrere. Ma siamonoi che dobbiamo essere prota-gonisti della riforma organiz-zarci e presentare le nostreproposte”. Parola del neoelettopresidente degli ingegneri Ar-mando Zambrano che si trova aguidare la categoria in un mo-mento particolare legato soprat-tutto al rinnovato impulso, datodalle varie manovre, alla riformadelle professioni. Ma i temi inagenda per il numero uno delCni sono davvero tanti. A partiredal ridefinire i rapporti in casacon i rappresentanti delle se-zioni B, gli ingegneri iunior, maanche dal gestire quelli con i tec-nici diplomati che spingono percreare il proprio albo autonomo.Non è casuale, dunque, l'incon-tro avuto già con i geologi solopochi giorni fa e nemmeno laprogrammazione di una serie dicolloqui previsti nelle prossimesettimane proprio, per esempio,con i rappresentanti dei peritiindustriali e dei geometri.Domanda. Presidente si trova aguidare la categoria in un mo-mento particolarmente delicatoper le professioni, a partire dallamanovra appena approvata chein otto mesi vorrebbe riformareil sistema se non addirittura ra-derlo al suolo.

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IN PRIMo PIANo

Risposta. Trovo semplicementeassurdo che qualcuno possaanche solo ventilare l'ipotesi diabolire gli ordini, depositari dicontrollo e tutela soprattutto delcittadino. E ovvio quindi checerto non aspetteremo che sia ilgoverno a indicarci la strada dapercorrere.D. Anche perché le categorie tec-niche, gli ingegneri primi tratutti, hanno diversi nodi da scio-gliere soprattutto di «convi-venza» con i triennali ma anchecon i tecnici diplomati? R. Incontrerò i presidenti digeometri e periti già la pros-sima settimana e ho intenzionedi aprire un confronto serio coni triennali. L'obiettivo è quello difare in modo che rimangano neinostri albi e si sentano inge-gneri. Questo percorso lo porte-remo avanti con un gruppo dilavoro e una consultazionepiena proprio con le rappresen-tanze dei triennali.D. Che però dal canto lorohanno già pronto il piano di ri-serva, stanchi del ruolo riserva-togli fino ad ora. L'idea è quelladi creare un ordine tutto per loroo in alternativa di farne uno coni tecnici diplomati. Cosa nepensa? R. Sono pronto al dialogo e alconfronto. Il problema per me siincardina solo sul nodo dellecompetenze piuttosto che sul-l'aggregazione. Abbiamo già di-mostrato che nei nostri albiconvivono serenamente compe-tenze diverse, quindi, c'è una di-

sponibilità e un'apertura negliordini e nei collegi tecnici chenon esiste altrove. D. Una confusione sulla compe-tenze che affonda le radici neldpr 328101 creato all'indomanidella riforma del 3+2. Come sipuò sanare la situazione?R. Assodato che la riforma del3+2 non ha funzionato per nes-suno, né per le imprese, né per ilmondo accademico né tantomeno quello dei professionisti,noi lavoreremo affinché sispezzi questi percorso forma-tivo creando un percorso solotriennale o solo quinquennale. Ènecessario un triennio molto piùprofessionalizzante che puntisoprattutto sulla fase esecutivadell'opera, individuando anchecompetenze più ampie in alcunisettori senza arrivare al para-dosso che queste siano prossimea quelle dei diplomati. E unquinquennio, invece, dedicatosoprattutto alla progettazioneche essendo materia complessanecessità di competenze matu-rate in un percorso più lungo.D. Quello delle competenze è unterreno molto delicato.R. Certo, infatti, c'è bisognodella massima concertazionecon tutte le categorie interes-sate. Ci sono posizioni diversifi-cate ma d è la voglia di trovareun punto di intesa e di ragio-nare insieme, purché ovvia-mente questo non significhicostituire una struttura cheapra una competizione per ac-quisire competenze nuove.

L’ANNo zERo DEgLI INgEgNERI

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Passa l'emendamento "salvaOrdini" che disinnesca la ta-gliola del 13 agosto, cioè deldiktat oltre il quale, in assenzadi riordino delle leggi profes-sionali sarebbe decaduto l'in-tero impianto che alimentaOrdini e Collegi professionali,così come previsto dall’art. 33del D.L. 6 dicembre 2011, n.201/2011(”Salva Italia”). Ap-provato in commissione Bi-lancio e Finanze alla Camera,nella notte tra martedì 13 emercoledì 14 dicembre,l'emendamento all'articolo 33- a firma dei relatori del prov-vedimento a Montecitorio,Paolo Baretta (Pd) e MaurizioLeo (Pdl) - che, di fatto, an-nulla la decadenza dellenorme ordinamentali dopo il13 agosto 2012. In pratica, nelcaso in cui l'ammoderna-mento di leggi e statuti pro-fessio-nali non sia raggiuntoentro il 13 agosto 2012, sa-ranno abrogate solo le normevigenti ma in contrasto con iprincipi di liberalizzazionecontenuti nella legge148/2011 (che vanno dall'abo-lizione dei minimi tariffari al-l'obbligo di polizza eformazione continua sino aregole più trasparenti sulleprocedure disciplinari). Inol-tre, l’emendamento prevedeche le disposizioni non abro-

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gate debbano essere raccoltedal Governo in un Testo unicodella materia entro il terminedel 31 dicembre 2012. Che ilGoverno intenda mantenerel'impegno a modernizzare gliAlbi comunque entro il ter-mine stabilito di agosto lo haconfermato da Bruxelles,anche il Guardasigilli, PaolaSeverino, a margine del Con-siglio Giustizia Affari Interni(Cgai). «Si inizierà- ha spie-gato Severino - nel primogiorno utile di gennaio delnuovo anno, concedeteci dalgiorno 2, a lavorare sulle libe-ralizzazioni degli Ordini pro-fessionali. Non mi sembra -haosservato - che ci siamo presitroppo tempo», sottolineandoche «il governo Monti si èanche fissato la data limite diagosto 2012» per attuare le li-beralizzazioni di tutte le pro-fessioni regolamentate.

sì DELLA CAMERA AL «sALVA-oRDINI»

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Un passo avanti ma resta il ri-schio paralisi dell'apparato di-sciplinare degli ordini. Questala reazione del comparto pro-fessionale al maxiemenda-mento alla manovra Montiladdove circoscrive la deca-denza delle norme ordina-mentali a quelle incompatibilicon i principi contenuti nel-l'art. 3, comma 5, lettere da a)a g) del dl 138/2011 convertitonella legge 148/2011. «Sitratta certamente di un passoavanti e di un ripensamentonei confronti della norma in-trodotta nella legge di stabi-lità 2012 che, se fosse stataconfermata, avrebbe compor-

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tato la de-strutturazione delsistema ordinistico», affermala presidente del Cup, MarinaCalderone, «tuttavia, non sipuò omettere di rilevare che,laddove si mantiene la previ-sione del termine del 13 ago-sto 2012, si rischia la paralisi,in assenza di emanazione delregolamento di cui alla legge183/2011, di alcuni istituti es-senziali come l'apparato disci-plinare che va certamenteriformato ma che non può es-sere reso inoperante». “An-cora una volta” concludeCalderone, «sottolineiamol'importanza della concerta-zione con gli ordini, al fine di

individuare il miglior per-corso per dare attuazione alleriforme attese da anni». Duroil commento del presidentedell'Organismo unitario del-l’avvocatura, Maurizio deTilla, che ha inviato una let-tera aperta al presidente delconsiglio, Mario Monti, sotto-lineando che «l'avvocatura ac-cetta ogni sacrificio econo-mico, ma non può tollerareche vengano violati i principifissati dalla Costituzione. E’assurdo aggredire il diritto didifesa e l'autonomia dell'avvo-catura in nome di una pre-sunta libertà d'impresa».

A RIsChIo IL CoNtRoLLo DEoNtoLogICo DEgLI oRDINI

«Le liberalizzazioni hannoportato pochi vantaggi nelletasche dei consumatori ita-liani. Anzi, nella stragrandemaggioranza dei casi si è regi-strata una vera e propria im-pennata dei prezzi o delletariffe. Tra l'anno di liberaliz-zazione e il 2011, solo i medi-cinali e le tariffe dei servizitelefonici hanno subito unadiminuzione del costo. Pertutte le altre voci del panierepreso in esame, invece, è suc-

cesso il contrario». La denun-cia arriva dal segretario dellaCgia di Mestre, Giuseppe Bor-tolussi, che con il suo Ufficiostudi ha preso in esame l'an-damento delle tariffe o deiprezzi di 11 beni e servizi chesono stati liberalizzati negliultimi 20 anni. Il «flop» piùclamoroso è avvenuto per leassicurazioni sui mezzi di tra-sporto che dal 1994 ad oggisono aumentate del 184,1%,contro un incremento dell'in-

flazione del 43,3%. Maleanche i servizi bancari/finan-ziari. Sempre tra il 1994 ed il2011 i costi sono aumentatimediamente del 109,2%.Anche i trasporti ferroviarihanno registrato un incre-mento dei prezzi molto consi-stente: tra il 2000 ed il 2011,sono aumentati del 53,2%,contro un incremento delcosto della vita pari al 27,1%.

LIBERALIzzAzIoNI FLoP

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Il Corriere della Sera di mer-coledì 21 dicembre ha pubbli-cato un editoriale di MassimoMucchetti dal titolo “Perchétaxi e notai sì e nulla sui bigdell’energia?”. Ne riportiamoalcuni stralci.

Liberalizzazioni, tanto ru-more per nulla? Per nulla no,ma certo non per molto. Il go-verno vorrebbe liberalizzaretaxi, farmacie e, dopo, le pro-fessioni. Il Parlamento l'hafermato, ma Mario Montipromette di riprovarci. In unPaese già sommerso da par-tite Iva, commercialisti, av-vocati e giornalisti, l'accessoalle professioni non sembradavvero un problema. Deiresto, cancellare i minimi ta-riffari e trasformare uno stu-dio legale in Spa difficilmentefaranno impennare il pro-dotto interno lordo. Felici disbagliarci, attendiamo ana-lisi e previsioni di fonte go-vernativa sui benefici e ibeneficiati. Nel frattempo,notiamo che si parla solo ge-nericamente dei servizi pub-blici locali e della remu-nerazione del capitale pri-vato che vi dovrebbe essereinvestito, si tace sulle televi-sioni, si trascurano i nuovimonopoli del web, ci si piegadavanti ai colossi dell'ener-

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gia. Politici e tecnici si scon-trano su liberalizzazioni dapoche centinaia di milioni ebeatamente sorvolano dove imiliardi si muovono a decine.D'altra parte, l'attuale cul-tura della concorrenza - unacultura, non un Vangelo - èstata elaborata al tempo dellebolle finanziarie e degli squi-libri globali, scambiati permotori di progresso univer-sale. Per capirci, due esempinostrani e pesanti. Primo, lepensioni. In Italia vige unsingolare duopolio. All'Inps ealle casse private, a contribu-zione obbligatoria, viene at-tribuito in esclusiva il primopilastro previdenziale. Aifondi pensione, di tipo assicu-rativo e a contribuzione vo-lontaria, è riservato ilsecondo pilastro. (…) Nessun operatore privato hamai presentato un vero pro-getto per aggiudicarsi ilprimo pilastro in concor-renza con l'Inps e le casse,forse perché solo lo Stato puòfare da garante tra le gene-razioni. In compenso, l'Inps èsostanzialmente esclusa dallaprevidenza integrativa. (..) cisi chiede come mai il premierMario Monti e il ministro delWelfare, Elsa Fornero, nonprevedano la facoltà - fa-coltà, non obbligo di desti-nare all'Inps e alle casse, se

resisteranno, la contribu-zione integrativa oggi riser-vata ai fondi pensionenegoziali o assicurativi. E peressere chiari, questa do-vrebbe andare non a fondi in-tegrativi pubblici, maproprio al primo pilastro. Te-mono forse che il primo pila-stro sia meglio del secondo?Sarebbe un timore fondatoove si confrontino la rivaluta-zione delle pensioni contribu-tive degli ultimi 15 anni, il 4%medio annuo, e il rendimentodei fondi pensione, parecchiomeno. Ma se così è, perchédeve esserci la number porta-bility per i cellulari e nonanche la pension portability?(…)Secondo esempio, la bollettadella luce. Il settore elettricoè il più aperto alla concor-renza. La sua Authority ègiudicata la migliore. Davent'anni, i governi hannodeposto il Piano energeticonazionale. Puzzava di Go-splan. Epperò hanno inon-dato di incentivi il settorecome mai era avvenuto:prima il Cip 6 ha riempitol'Italia di cicli combinati agas (efficienti, costosi ma pa-gati a piè di lista), e poi i sus-sidi alle rinnovabili (tecno-logie inefficienti, in buonaparte già superate, ma sem-pre pagate a piè di lista).

LIBERALIzzAzIoNI: FoRtI CoN I DEBoLI, DEBoLI CoN I FoRtI?

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Il Cip 6 ci è costato, nel silen-zio della Commissione Ue, 40miliardi di euro, quasi tuttiandati ormai. Le rinnovabilice ne costeranno nel venten-nio 2005-2034 circa 170.Quanti notariati bisogna li-beralizzare per tamponarequesti piacerini? L'Authoritycorregge le virgole, e restasempre esposta alle pressionidei regolati come si vede daibenefici miliardari per le cen-trali impegnate a fini di sicu-rezza, gli sconti ai grandiconsumatori, la querelleEnel-Terra sui servizi di rete,ma il testo lo scrive il go-verno. Il punto critico sta nel-l'approccio ideologico alleliberalizzazioni. Negli anniNovanta si è pensato che laderegulation potesse sosti-tuire la politica industriale,che il mercato autoregolatoovvero affidato alle Autoritàindipendenti potesse eclissarei governi. L'esperienza ci harivelato che la deregolazionepuò avere effetti non menonegativi dell'interventismo. Ilquale, comunque, non scom-pare mai. E’ forse arrivato ilmomento di rompere il pen-dolo tra politica industriale epolitica della concorrenzaper riconciliarle nell'inizia-tiva di un governo liberodalle corporazioni e dai pre-giudizi: anche di quelli dellapropria cultura d'origine.

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LIBERALIzzAzIoNI: FoRtI CoN I DEBoLI, DEBoLI CoN I FoRtI?

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LEgIsLAzIoNE suI LAVoRI PuBBLICI

glio. Nata con l'intento nobiledi rafforzare i presidi a tuteladella manodopera ed evitarecosì ribassi e speculazioni sulcosto del lavoro, la norma siera rivelata di difficilissimaapplicazione concreta, soprat-tutto nel campo dei lavoripubblici, per numerosi motivi(dalla difficoltà di individuarel'esatta stima della manodo-pera alla possibilità di convi-venza di Ccnl diversi). Tantoche anche il cosiddetto «ta-volo Castelli», ovvero quelloper avviare ulteriori modifi-che agli appalti, si era subitoconvinto a cancellare questanorma, ma il Governo era ca-duto prima. L'eredità è stataraccolta da Monti. Da notareperò che la cancellazione nonè intervenuta sull'altra dispo-sizione abrogata sempre con ilDl sviluppo, ovvero quella re-lativa alle giustifica-zioni (ar-ticolo 87, comma 2, lettera g).Resta il dubbio quindi se siapossibile o no giustificareanche i ribassi sulla manodo-pera: è vero che la norma nonli prevede più, ma è anchevero che l'elenco contenuto inquella norma viene definito«esemplificativo» e quindinon è esaustivo. Altra impor-tante conquista è la norma-manifesto per le piccole emedie imprese: si tratta di unmaggior coordinamento tra iprincipi di frazionamentodegli appalti in lotti, già intro-

dotti con lo Statuto delle im-prese e il codice appalti, nelquale ora vengono «trava-sati». In pratica, diventa unprincipio fondamentale (arti-colo 2 del codice) quello che lastazione appaltante deve sem-pre valutare la possibilità dispezzettare l'appalto (anche intermini di convenienza). Lanovità è che il lotto deve es-sere «funzionale», cioè auto-sufficiente dal punto di vistadel funzionamento finale. Ob-bligatorio anche valutare lapossibilità di coinvolgere lePmi nelle opere strategiche.

I PRogEttI DA 100.000 A 193.000 EuRo RItoRNANo IN gARA

Non sappiamo se sia un re-cord assoluto, certo lo è per lanormativa sugli appalti: l'au-mento della trattativa privataper la progettazione è unadelle norme a vita più breveche si ricordi. E durata infattiuna ventina di giorni, dal 15novembre (data di entrata invigore dello Statuto delle im-prese) al 6 dicembre, giornodel debutto della manovraMonti. Fortemente volutodalla Lega e richiesto da moltisindaci del Nord il passaggioda 100mila a 193mila euro perla procedura negoziata sullaprogettazione era contenuto,appunto, nella legge 180/2011(lo Statuto delle imprese).Alla prima occasione utile -quella della manovra - il go-verno Monti ha accolto leobiezioni e ha cancellato lanovità. Ora l'articolo 91 delDlgs 193/2006 prevede dinuovo che l’affidamento di-retto dei servizi di architetturae ingegneria sia possibile solofino a 100mila euro. Questa èdi fatto la novità principalecontenuta nel decreto legge101/2011 per quanto riguardagli appalti. Ma c'è un'altracancellazione che farà tirareun sospiro di sollievo soprat-tutto alle stazioni appaltanti:è stata eliminata anche lanorma che imponeva loro divalutare le offerte al netto delcosto del personale, inseritacon il decreto sviluppo a lu-

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milione di euro e il termineentro cui estromettere dallepartecipazioni azionarie gliorganismi di certificazione diqualità. Ma il grosso delle sca-denze del Regolamento èquello già prorogato di altrisei mesi al 3 giugno 2012.Stiamo parlando della difficilepartita dell'adeguamento deicertificati lavori alla nuovaclassificazione, con la conte-stuale inutilizzabilità dei vec-chi certificati, Qui ci si èaccorti - un po' in ritardo -degli enormi problemi cheavrebbe comportato riscriverein sei mesi i vecchi documenti(in alcuni casi andando a re-cuperare appalti vecchi didieci anni). E si sono dati altrisei mesi per studiare solu-zioni, che, al momento, nonsono ancora state ufficializ-zate.

VERIFICA PRogEttI, DM ANCoRA AssENtE

Manca ancora un tassello perla verifica dei progetti comedisegnata dal Regolamentoappalti. E’ scaduto infatti il 5dicembre scorso il termine di180 giorni che il Regolamentostesso aveva concesso al mini-stro delle Infrastrutture pervarare il decreto con i requisititecnici che dovevano posse-dere gli organismi di ispe-zione (sia di tipo A, che B e C)per essere accreditati. Il ter-mine era appunto quello dei180 giorni dall'entrata in vi-gore del Regolamento (8 giu-gno scorso) che scadevano il 5dicembre, ma dell'atto ammi-nistrativo non c'è ancora trac-cia formale in Gazzetta.Intendiamoci: non si tratta diuna grave lacuna, ben altremodifiche e di più ampia por-tata hanno interessato in que-sti mesi tutta la normativadegli appalti che è stata nelfrattempo riscritta in piùpunti. In assenza della diret-tiva ministeriale si allungheràquesto periodo transitorio:l'articolo 357, comma 18 in-fatti concede altri 180 giornidal mai emanato Dm alle am-ministrazioni pubbliche percontinuare le verifiche anchesenza rispettare tutti i requi-siti del decreto stesso. Sca-duto invece con effettiautomatici sempre il 5 dicem-bre il termine entro il quale leSoa devono adeguare il capi-tale sociale portandolo a un

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lità con l'ambiente». Un temapolitico che sembrava cadutonell'oblio da alcuni anni e cheinvece diventa ora parte dellastrategia del Governo di rilan-cio dell'industria verde. Altempo stesso un segno indi-retto che il ministro dell'Am-biente, Corrado Clini, stalavorando per potenziarestrumenti utilizzati in passatopiuttosto formalmente, comela Vas, la valutazione ambien-tale strategica. A differenzadella valutazione di impattoambientale (Via), che arriva aprogetto già fatto, la Vas con-sente al ministero dell'Am-biente di intervenire ancora infase di fattibilità dell'opera epuò quindi incidere efficace-mente e per tempo sia sulladecisione di fare o meno de-terminate opere sia sui vincolinecessari da porre. Con il«contratto di disponibilità»potrebbe fare un salto la rea-lizzazione da parte di privatidi edifici destinati prevalente-mente a uffici pubblici. E un«leasing in costruendo» rivi-sto e rafforzato dove, rispettoal modello attuale, il privatoassume la totale responsabi-lità di realizzare l'opera chesarà poi data in disponibilitàalla pubblica amministra-zione tramite il pagamento diun canone. Oggi nel «leasingin costruendo» non di rado siassiste a tensioni fra il co-struttore e il finanziatore per

le modalità di costituzione delconsorzio, mentre questo pro-blema non riguarderà più lapubblica amministrazione chenel nuovo contratto si limita adefinire l'oggetto da prenderein disponibilità e il suo prezzo.Tutti d'accordo a ridurre icosti dell'overdesign, dopo ilsuccesso della Torino-Lioneche, «fasizzando» (cioè suddi-videndo in più fasi temporalil'intervento) e alleggerendo leprescrizioni progettuali, ha ri-dotto i costi del 30-35%.Esperimenti simili si stannofacendo sulla Milano-Padovae sulla Napoli-Bari. Con la ri-forma delle società di pro-getto e del project bond sipunta invece - come con l'al-largamento della gestione aopere collegate già funzio-nanti - ad alimentare i flussifinanziari per la realizzazionedi infrastrutture e a garantirei rischi di costruzione ancoraprima della generazione diflussi di cassa da parte del-l'opera in realizzazione.

soCIEtà DI PRogEtto E BoND PER AttIRARE PRIVAtI NELLE oPERE

Una disciplina per rafforzarele società di progetto e agevo-lare l'emissione di projectbond, l'introduzione delnuovo contratto di disponibi-lità, tempi certi per le proce-dure approvative delle operecon un solo passaggio al Cipedel progetto preliminare, unquadro chiaro e rafforzatodegli incentivi fiscali, nuoveregole per gli investimenti ae-roportuali, riduzione del-l'overdesign per abbattere icosti delle grandi opere: sonoalcune delle misure cui sta la-vorando il ministero delle In-frastrutture in vista deldecreto legge che prenderàcorpo entro il 23 gennaio,come ha confermato il presi-dente del Consiglio, MarioMonti.L'obiettivo numero idi Cor-rado Passera e del suo viceMario Ciacciaresta quello dicreare un quadro di regole chefavorisca l'ingresso di soggettiprivati nel finanziamento,nella realizzazione e nella ge-stione delle infrastrutture, ar-ticolando e rendendo piùduttile il project financing al-l'italiana, finora troppo rigidoper diventare anche uno stru-mento diffuso. Lo stessoMonti ha poi introdotto, unpo' a sorpresa, un ulterioreelemento entro il qualel'azione per la realizzazionedelle infrastrutture deve es-sere inserita: la «compatibi-

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LEgIsLAzIoNE suI LAVoRI PuBBLICI

Niente sconti sul progetto eniente varianti migliorativequando si decide di intrapren-dere la strada dell'appalto in-tegrato sulla base del solopreliminare. Si tratta di unastrada molto stretta - avvertel'Autorità di vigilanza sui con-tratti pubblici - che va seguitasenza discostarsi dalle pre-scrizioni del codice degli ap-palti. Altrimenti si corre ilrischio di essere poco traspa-renti. E’ molto duro il giudiziodell'Authority sull'ennesimoappalto con il solo progettopreliminare varato dallaStruttura di Missione pressola presidenza del Consiglio deiministri creata ad hoc proprioper gestire le celebrazioni dei150 anni. L'Autorità di vigi-lanza infatti ha spedito sia allaProcura della Repubblica chealla Corte dei conti la delibera(la 102/2011, relatore AndreaCamanzi) con la quale mettein luce tutti i difetti e le incon-gruenze dell'appalto per ilnuovo Auditorium di Isernia ela delocalizzazione del campodi calcio. I riflettori si sono ac-cesi da molto su questo ap-palto simbolo: in particolarequello del 2011 è il terzo mo-nito dell'Autorità su una vi-cenda che si trascina dallontano 2004 anno del con-corso di progettazione - e chea fine 2011 vede in forse per-sino la effettiva conclusionedel primo stralcio funzionale.

In mezzo, nel lungo avvicen-darsi di progetti, responsabi-lità e varianti cosiddettemigliorative, c'è un'opera chedoveva costare 11 milioni (alnetto degli arredi e degli im-pianti specialistici, che pureper un Auditorium non sonomarginali, ma che fino dal-l'inizio non erano finanziati) eche ora nel suo complesso èlievitata fino a 55 milioni. Diquesti ne sono stati trovati fi-nora solo 33 e anche qui, nonda subito ma con interventi efinanziamenti Cipe successivi,deliberati di volta in volta perfronteggiare l'emergenza. Conil risultato che il prodotto fi-nale - quando sarà disponibile- sarà di gran lunga inferiorealle necessità preventivate al-l'inizio: via il parcheggio delsecondo piano, via la sceno-tecnica dell'ala Auditorium,via gli uffici, i negozi, i risto-ranti, e la terrazza di coper-tura. Tutti lavori ancora incerca di risorse. Ma secondol'Autorità è tutta la gestione diquell'appalto, a partire dal-l'iniziale concorso di progetta-zione lanciato dal Comune diIsernia, a essere emblematicadelle «secche» in cui naufra-gano le opere pubbliche ita-liane.

L'AutoRItà: «BAstA CoN LE DERoghE NEI LAVoRIPER I 150 ANNI DELL'uNItà»

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LEgIsLAzIoNE suI LAVoRI PuBBLICI

forme di pubblicità preven-tiva, che sono rimesse allascelta delle stazioni appal-tanti, in forza del valore edella rilevanza dell'appalto.La disposizione, invece, pre-cisa in modo netto quali sonogli obblighi di pubblicità expost. Nella determinazione8/2011 si rileva come il rinvioal format della gara informaledefinito dall'articolo 57comma 6 per la gestione dellaselezione degli operatori eco-nomici comporti anche l'ap-plicazione del principio dirotazione (da riferire almenoai soggetti affidatari). L'otti-mizzazione della gara può es-sere peraltro ottenuta conl'applicazione dell'esclusioneautomatica delle offerte anor-malmente basse, alle condi-zioni stabilite dal comma 9dello stesso articolo 122(prezzo più basso, almenodieci offerte presentate). Par-ticolare attenzione deve es-sere posta dalle stazioniappaltanti in ordine ai limitiimposti dalla norma alla pos-sibilità di affidare con subap-palti o subcontratti solo il20% della categoria preva-lente, che costituisce previ-sione derogatoria rispetto aquella generale. L'Avcp pre-cisa peraltro che il limite è asua volta derogabile per gliappalti di valore inferiore ai150 mila euro. La determina-zione chiarisce anche alcuni

aspetti innovativi introdottinel Codice dalla legge106/2011 in relazione ad altreforme di procedure negoziate.In particolare, focalizzandol'attenzione sull'innalzamentodella soglia degli affidamentidiretti con procedure in eco-nomia per l'acquisto di beni eservizi, l'Avcp evidenzia comeil nuovo valore di 40 milaeuro valga anche per l'affida-mento di servizi di ingegneriae architettura, con supera-mento della norma non coe-rente presente nell'articolo267, comma 10 del regola-mento attuativo. Viene evi-denziata anche l'eliminazionedel limite di un milione dieuro per l'affidamento conprocedura negoziata di ap-palti di lavori a seguito di garasenza alcuna offerta valida odi gara deserta.

NEgLI APPALtI VA sEMPRE MotIVAto IL RICoRsoALLA PRoCEDuRA NEgozIAtA

La procedura negoziata puòessere utilizzata per l'affida-mento di appalti di lavori sinoa un milione di euro, ma il ri-corso deve essere motivato enon può essere utilizzato perfrazionare artificiosamente unappalto. L'Autorità per la vigi-lanza sui contratti pubblicicon la determinazione 8 del27 dicembre ha fornito indica-zioni per la impostazione deipercorsi selettivi degli opera-tori economici per l'affida-mento di lavori con modalitàsemplificate entro la nuovasoglia individuata dalla legge106/2011in sede di riformula-zione dell'articolo 122,comma 7 del codice dei con-tratti. La determinazionechiarisce che ora, in base allanuova norma, anche sotto i100 mila euro è obbligatorio ilconfronto concorrenziale traalmeno cinque operatori. Laparticolarità della proceduranegoziata è confermata dal-l'obbligo di motivare il suoutilizzo, esplicitando le ra-gioni che permettono di utiliz-zarla, che dovranno esserediverse da quelle riferibili allefattispecie individuate dagliarticoli 56 e 57 del Codice.L'Avcp evidenzia come lanuova disciplina contenutanell'articolo 122, comma 7 ri-chieda il rispetto dei principidell'ordinamento comunitarionello svolgimento della gara,non richiedendo, tuttavia,

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LEgIsLAzIoNE suI LAVoRI PuBBLICI

In base all'articolo 23, comma4, del Dl 201/2011 (la cosid-detta "manovra salva Italia"),i Comuni con popolazionefino a 5mila abitanti do-vranno affidare l'acquisizionedi lavori, servizi e forniture aun'unica centrale di commit-tenza (articolo 33 del Codicedei contratti) nell'ambito delleUnioni dei Comuni, ove esi-stenti, o tramite convenzione;tale nuovo obbligo si applicaalle gare bandite successiva-mente al 31 marzo 2012 (arti-colo 23, comma 5). Occorremettere in correlazione lenuove disposizioni con la nor-mativa generale sulle gestioniassociate, che prescrive obbli-ghi e scadenze differenziate: iComuni con popolazione finoa mille abitanti devono gestireinforma associata tutte le fun-zioni, compresa dunque la ge-stione degli appalti (articolo16 del Dl138/2011); i Comunicon popolazione superiore amille e fino a 5 mila abitantidevono gestire in forma asso-ciata le «funzioni fondamen-tali», tra cui gli appalti(articolo 14 del Dl 78/2010,corretto dalla manovra 2011).Resta, infine, la facoltà per iComuni sopra la soglia di5mila abitanti di parteciparealla gestione associata inesame. Sotto il profilo orga-nizzativo occorre dare appli-cazione da un lato alledisposizioni del regolamento

attuativo del Codice degli ap-palti (articoli 274, 306, 307,312 del Dpr 207/2010) e, dal-l'altro, al Dpcm 30 giugno2011, in cui viene disciplinatala stazione unica appaltante(Sua). Alla luce di tali norma-tive si ritiene che tutti gli attidi gara, dal bando all'aggiudi-cazione finale, debbano essereadottati dal responsabile delservizio appalti dell'Unione,che deve essere pienamenteresponsabilizzato su tali pro-cedure e sui relativi adempi-menti; nelle sempliciconvenzioni ex articolo 30 delTuel, gli atti vanno adottatidall'organo gestionale del Co-mune capofila o da un ufficiocomune costituito dai Comuniaderenti. Il singolo Comuneresta responsabile delle fasiche precedono e seguono lagara. Anzitutto programma leattività da realizzare, accanto-nando le risorse necessarie,definisce i contenuti proget-tuali, e in particolare i capito-lati. Programmi e progettidevono essere comunicati pertempo alla Sua, ai fini diun'efficace gestione degli affi-damenti. Successivamente,l'ente diretto destinatariodella prestazione oggetto dellagara stipula e roga (tramite lapropria segreteria comunale)il contratto di cui esso è partee ne verifica la corretta esecu-zione.

MINI CoMuNI CoN APPALtI «uNICI»

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BANDI DI PRogEttAzIoNE

RIBAssI, CoRsA sENzA FINE: sPuNtA L'INCARICo gRAtIs

tazione definitiva a titolo gra-tuito. E non mancano altriesempi, mentre la guerra deiprezzi che affligge il settoredella progettazione non ac-cenna a placarsi. «Questo di-sastro - attacca presidente delConsiglio nazionale degli ar-chitetti, Leopoldo Freyrie - èla conseguenza di una norma,il codice appalti, che neglianni si è trasformato in unmostro legislativo. Bisogna ri-scrivere daccapo e in modosemplice le regole degli inca-richi pubblici, ripartendodalla direttiva europea. I cor-rettivi apportati nel tempohanno solo appesantito leprocedure, senza risolvere iproblemi del settore». Il

bando di Manziana, in parti-colare, manda in gara la veri-fica del progetto esecutivo perl'adeguamento antisismico diun edificio sensibile come unascuola. Ma come si è arrivatial bando gratis? «Lo ha pro-posto il nostro dirigente tec-nico - risponde l'ormai exassessore ai Lavori pubblici,Massimiliano Rossini (laGiunta di Manziana infatti èimprovvisamente caduta il 29novembre scorso) -: noi nonabbiamo fondi, ma abbiamoun finanziamento della Re-gione per i lavori. Ho pensato:facciamolo, se va bene, bene,e se no...».

Stretti nella morsa di gare ag-giudicate con ribassi record eparcelle pagate (quando vabene) con il contagocce, iprogettisti italiani devonofare i conti anche con la ri-chiesta, contenuta in un for-male bando pubblico, disvolgere un incarico gratis. Ilcaso che fa esplodere la pro-testa - corredata di lettere didiffida al Comune più unesposto all'Autorità di vigi-lanza sui contratti pubblici -è quello di Manziana, co-mune di 7mila abitanti dellacintura romana. Ancoraprima, il Comune catanese diNicolosi aveva pubblicato - eregolarmente aggiudicato -ben quattro bandi di proget-

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BANDI DI PRogEttAzIoNE

NoVEMBRE ANCoRA FREDDo PER I BANDI DI PRogEttAzIoNE

il risultato di novembre, sem-bra in attesa di conoscere iprovvedimenti del nuovo go-verno», ha detto, «per il mo-mento non possiamo chesalutare con vivo apprezza-mento la soppressione dellanorma della legge statuto diimpresa che, su spinta dellaLega nord, ha innalzato iltetto per gli affidamenti a trat-tativa privata di servizi di in-gegneria e architettura finoalla soglia comunitaria dei 193mila; riportare a 100 milaquesta soglia significa muo-versi in linea con quei principidi concorrenza e trasparenzache necessariamente devonoessere perseguiti con determi-nazione in un periodo così de-licato come è quello chestiamo attraversando. Altret-tanto positive sono le normetese a incentivare il ricorsoalla finanza di progetto chepotrebbero anche essere mi-gliorate estendendole a tutti isettori e non solo a quelli deltrasporto. Mancano a nostroavviso ancora degli interventiefficaci sul fronte della certifi-cazione dei crediti che le im-prese e i professionistivantano da ormai troppotempo; così come si potrebbeagire con maggiore determi-nazione sul taglio delle spesecorrenti». «Su quest'ultimofronte», ha aggiunto Giaco-bazzi, «da sempre per l'Oice èprioritario eliminare l'incenti-

vazione del 2% per la proget-tazione e la direzione lavorisvolta dai tecnici delle ammi-nistrazioni pubbliche; siamodell'opinione che l'ammini-strazione non debba proget-tare ma programmare econtrollare. Infine, si do-vrebbe intervenire sul corpusdel Codice dei contratti per ri-dare al progetto quella centra-lità che fino a oggi è statadisattesa».

Gare di progettazione stazio-narie in valore, ma in calocome numero; riduzione pergli appalti integrati; da inizio2011 persi 44 milioni di euroe l'Oice chiede più concor-renza e meno progettazionepubblica. I dati dell'Osserva-torio Oice-Informatel di no-vembre evidenziano 300 gare(di cui 35 sopra soglia), per unimporto complessivo di 35,9milioni (24,4 sopra soglia).Rispetto a novembre 2010 ilnumero dei bandi è sceso del22% (+40,0% sopra soglia e -26,4% sotto soglia) e il lorovalore cala dello 0,2%(+46,4% sopra soglia e -40,4% sotto soglia). Nei primidieci mesi del 2011 sono stateindette complessivamente3.547 gare (di cui 398 soprasoglia), per un valore com-plessivo di 511,7 milioni(382,7 sopra soglia). Il con-fronto con lo stesso periododel 2010 è negativo: mentre ilnumero delle gare sale dello0,3%, il loro valore scende del7,9%, con 44 milioni in menorispetto al 2010. Continuanoad essere eccessivi i ribassi diaggiudicazione: in media41,8% (era al 41,1% alla fine diottobre), anche se per le gareindette nel 2011 si registra unribasso medio del 40,19%. Incalo gli appalti integrati.Guarda al futuro il presidentedell'Oice, Gabriele Giaco-bazzi: «Anche il mercato, con

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APPALtI E oPERE PuBBLIChE

piccoli e medi interventi in Si-cilia e Calabria. In più, sonostati recuperati 440 milionidal Fondo per lo sviluppo e lacoesione e assegnati per 200milioni all'Alta velocità e per220 alla manutenzione ferro-viaria. Quanto al ponte sulloStretto, non è stata presa al-cuna decisione: «Siamo a di-sposizione del governo perattuare le decisioni sulle infra-strutture che riguardanol'Anas», ha detto l'ammini-stratore unico della società,Pietro Ciucci.

IL CIPE sBLoCCA 3,8 MILIARDI

Il governo riavvia il motoredei lavori pubblici, con l'asse-gnazione da parte del Cipe(Comitato interministerialeprogrammazione economica)di circa 3,8 miliardi a nuovilotti e il recupero di 4,8 mi-liardi della Legge Obiettivoche erano stati cancellati dallamanovra estiva. Come annun-ciato dal ministro delle Infra-strutture, Corrado Passera, laprima seduta del Cipe dell'eraMonti ha ricondotto risorseper 4,8 miliardi, che eranostate rastrellate dall'esecutivoprecedente, riportandole sullaLegge Obiettivo e conferman-done la destinazione a un pro-gramma di opere che il Cipeaveva definito nel 2008. DalFondo infrastrutture, pari a4,9 miliardi, sono stati inveceprelevati nuovi finanziamenti:1,1 miliardi per il secondolotto della linea Alta velocitàMilano-Genova, 919,05 mi-lioni per il secondo lotto dellalinea Alta velocità Treviglio-Brescia, 600 milioni per lanona tranche del Mose, il si-stema di paratie contro l'ac-qua alta a Venezia. Inoltre,sono stati assegnati 598 mi-lioni per il Contratto di pro-gramma Anas 2010-2011.Mentre è rimasto al livello diesame quello 2007-2011 diRfi, la società che gestisce larete perle Ferrovie, per 600milioni. Il Comitato ha ancheassegnato 123,3 milioni per

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APPALtI E oPERE PuBBLIChE

cili, con aumento dei tassi di in-teresse, riduzione della duratadei finanziamenti, richiesta dimaggiore equity. I cantieri perle nuove autostrade in Pf Bre-bemi e Pedemontana Lombardasono partiti nel 2009 e 2010 maancora oggi non sono stati fir-mati i closing con le banche. Lafirma è comunque vicina, e de-cisivo si è rivelato l'intervento diCassa Depositi e prestiti e Beiper alleggerire la quota dellebanche private. Un ruolo che sipotrebbe cercare di allargare adaltre opere. Sulla strada di raf-forzare la struttura finanziariadei project financing alcune no-vità arrivano già dal decretoMonti (legge 214/2011). Da unaparte, all'articolo 42 commi 6-7,si cerca di facilitare l'apporto dirisorse delle assicurazioni nelPf, consentendo di farle rien-trare tra le "riserve tecniche";dall'altra (articolo 41 comma 5-bis) si obbligano i promotoriprivati a coinvolgere le banchefin dalla fase della presenta-zione del progetto: e infine (art.42 c. 2) Si consente al privato diavere introiti immediati tramitela gestione di opere connesse.Un altro dei limiti del Pf in Ita-lia è che quasi sempre viene uti-lizzato solo come stradaobbligata per mancanza di ri-sorse pubbliche, gestito da enti(quelli locali) che non hannoadeguate competenze. Sarebbeopportuno - sottolineano Ban-kitalia e Utfp - che venisserosviluppate linee guida e stan-dard contrattuali, che aiutino lePa a valutare preliminarmente

la convenienza del project fi-nancing e a stipulare contratticon i privati con una corretta al-locazione dei rischi, e premi epenalità legati alla gestione. Ilrischio di operazioni improvvi-sate, infatti, è che il costo glo-bale effettivo per l'ente pubblicosi alzi enormemente e gli onerisemplicemente rinviati al fu-turo. Anche gli sconti fiscali alPf messi da Tremonti nellalegge di stabilità servivano so-prattutto a sostituire contributigià assegnati a un pacchetto dinuove autostrade; ora invece -con il decreto Monti - la norma(che dovrà essere attuata con undecreto dell'Economia) è stataestesa a un vasto raggio di operestradali e ferroviarie, assu-mendo così l'aspetto di una veramisura di incentivo. Uno deinodi più pesanti, inoltre, è l'in-certezza degli iter procedurali.Capita cioè quasi sempre che lagara si aggiudichi sul progettopreliminare, e poi questo vengasottoposto a infinite revisioni inconferenza di servizi o legatealla via, che rimettono in discus-sione i costi e dunque il piano fi-nanziario dell'opera. Da annil'Unità tecnica insiste per averePa con le idee ben chiare su pro-getto e bozza di convenzioneprima di mettere a garaun'opera in Pf, e Bankitalia sug-gerisce di effettuare la confe-renza di servizi prima dellamessa in gara del progetto, in-serendone nel bando le prescri-zioni.

PRojECt FINANCINg: MoLtE gARE, PoChI «CLosINg»

Il Governo tenta la carte delproject financing per far ripar-tire le opere pubbliche. Lo stru-mento della concessioni dicostruzione e gestione è cre-sciuto finora in Italia in terminidi bandi di gara fino a coprire invalore circa il 20% del mercatodelle opere pubbliche, contro il5% del 2002 (dati Cresme).Tuttavia in un confronto inter-nazionale (dati Bei) basato suiclosing finanziari (contratti difinanziamento con le banche)l'Italia resta ancora molto indie-tro. Tra il 1990 e il 2009 - haspiegato Cristina Giorgiantonio,ricercatrice di Bankitalia coor-dinatrice degli studi 2009 e2010 sul project financing- inEuropa sono state realizzati inproject financing 1340 progetti,per un valore complessivo di253,7 miliardi di euro. Di questiil 53% (in valore) è stato realiz-zato nel Regno Unito; il 12% inSpagna; il 5 e il 4% rispettiva-mente in Francia e in Germa-nia; in Italia solo il 3 per cento.Dove sono i punti critici del si-stema italiano? In Italia capitaspesso che le gare si aggiudi-chino, o anche si firmino i con-tratti tra Pa e privati, ma poinon arrivino i finanziamentidelle banche, bloccando cosìl'operazione o alzandone dimolto gli oneri. Dal 2008-2009,inoltre, come rileva lo studio2010 dell'Unità tecnica finanziadi progetto (Utfp, Presidenzadel Consiglio), e come confermal'indagine Ance del settembrescorso, i rapporti con le banchesono diventati ancora più diffi-

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APPALtI E oPERE PuBBLIChE

di riqualificazione quantopiuttosto «un mero elenco»,da qui la decisione - con sen-tenza n.552 - di condanna delMiur e del Mefa emanare ilpiano (atto amministrativoprevisto dal Dpr 81/09). Nel-

l'ultimo decreto, quello del 21novembre 2011, il Miur pre-senta il nuovo piano in cuisono migliaia gli istituti a ri-schio crollo. Le scuole elen-cate non possono avere più di25 studenti per un'aula dicirca 50 mq. Ogni studentedeve avere l'indice minimo di1,80 mq (materne, elementarie medie) e 1,96 (superiori)esclusa l'insegnante. Eppuredal 1986 al 1996 sono statispesi ben 5.700 miliardi dellevecchie lire, altri 3.900 mi-liardi sono stati erogati tra-mite la legge 23/96 cheprevedeva piani triennali re-gionali finanziati tramite lemanovre di bilancio annuale(con l'accensione di mutuipresso la Cassa depositi e pre-stiti, a totale ammortamento acarico dello stato). Questo av-viene fino al 2004. Dal 2005le leggi finanziarie non preve-dono più stanziamenti perl'edilizia scolastica. La legge27/06 cambia la modalità as-segnando fondi liquidi e nonmutui prevedendo 250 mi-lioni per il triennio2006/2009. Col Patto per lasicurezza del 2007 si stabilisceuna compartecipazione traStato, enti locali e regioni, svi-luppando investimenti per750 milioni (2007-2009). Inpiù coi fondi del Cipe siavranno tre piani stralcio, dicui l'ultimo è di miliardo dieuro.

PIANo PER RENDERE sICuRE 13 MILA sCuoLE

È stato emesso il piano di ri-qualificazione nazionale del-l'edilizia scolastica. Ildocumento ancora non divul-gato presenta una lista di ben3.500 scuole circa a rischiocrollo. Il Miur ottempera cosìalla decisione 3512 del 9 giu-gno 2011 del Consiglio diStato che ha imposto la defi-nizione del piano: è la primaclass action contro la Pa inItalia. Al Codacons il merito diaver vinto la battaglia. Ilpiano sarà articolato in diecianni ma solo per il primoanno ci sono delle risorse:187.968.340 curo. La vicendaha più tappe. Nel decreto 23settembre 2009 il ministeroconsidera a rischio 12milascuole. I rischi sono di tipostrutturale e - secondo il prov-vedimento - bisogna derogarealla cosiddetta «riforma Gel-mini» che prevede l'aumentodel tetto di alunni per classe(contravvenendo così al det-tato normativo in materia disicurezza). La deroga nonviene mai applicata e nonparte alcun piano. Il 20 gen-naio 2011 il Tar Lazio dà ra-gione al Codacons chepromuove la class action con-tro le classi sovraffollate. IlMiur presenta quindi il de-creto del 2009 (che fino ad al-lora è rimasto nel cassetto)con la black list ma questo de-creto non viene ritenuto daitogati un vero e proprio piano

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EDILIzIA PRIVAtAE uRBANIstICA

EDIFICI A sAgoMA «IDENtICA»

strutturazione edilizia,quindi, la demolizione con ri-costruzione deve rispettare lasagoma dell'edificio prece-dente. Altrimenti è conside-rata «nuova costruzione» e ilcantiere non può essere av-viato con la Scia. La Consultaè stata investita della que-stione dal Tar Lombardia(sede Milano, sezione II, sen-tenza 5122 del 7 settembre2010 e ordinanza di rimes-sione 364 dalla stessa data). Ilgiudizio di merito riguardavaun provvedimento con cui ilComune di Besozzo (Varese)aveva annullato la Dia presen-tata dai privati ricorrenti e ri-guardante la riqualificazionedi un edificio condonato. Trale ragioni dell'annullamentocomunale c'era il fatto chel'intervento edilizio realizzatonon aveva rispettato la sa-goma originaria e, pertanto,non era riconducibile alla no-zione di ristrutturazione edili-zia mediante demolizione esuccessiva ricostruzione. Imagistrati milanesi, nella pro-pria ordinanza hanno rilevatoche l'articolo 3 del Dpr380/2001, contenente la defi-nizione degli interventi edilizi,costituisce un principio fon-damentale non derogabile dallegislatore regionale. Ciò nonsolo perla collocazione dellanorma tra le Disposizioni ge-nerali del Testo unico, maanche per il rilievo che in esso

assumono le definizioni degliinterventi e per la sua preva-lenza rispetto alle eventualidiverse disposizioni contenutenegli strumenti urbanistici ge-nerali e nei regolamenti edi-lizi.

Quando si tratta di definire la«demolizione con ricostru-zione», le Regioni devono at-tenersi ai principi fonda-mentali dettati a livello nazio-nale dal Testo unico dell'edili-zia (Dpr 380/2001).Ispirandosi a questo ragiona-mento, la Corte costituzionalecon la sentenza 309 del 23 no-vembre scorso - a firma di Sa-bino Cassese - ha dichiaratol'illegittimità costituzionale ditre norme con cui la RegioneLombardia aveva previsto de-roghe significative alla nor-mativa statale nelle ipotesi diinterventi di ristrutturazioneedilizia attuati con demoli-zione e successiva ricostru-zione del manufatto. Ledisposizioni ritenute illegit-time sono l'articolo 27,comma 1, lettera d), e l'arti-colo 103 della legge regiona-lel2/2005, nonché l'articolo22 della legge regionale7/2010. La prima perché noncontempla il vincolo del ri-spetto della sagoma originariadell'edificio; la seconda nellaparte in cui disapplica l'arti-colo 3 del Testo unico dell'edi-lizia; la terza in quanto, neldare l'interpretazione auten-tica degli interventi di ristrut-turazione edilizia, haespressamente disposto, conefficacia retroattiva, che «laricostruzione dell'edificio è daintendersi senza vincolo di sa-goma». Per rientrare nella ri-

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EDILIzIA PRIVAtAE uRBANIstICA

IL BoNus DEL 36% CAMBIA VoLto NEL 2012

mobili danneggiati a seguito di«eventi calamitosi» (terremoti,alluvioni, eccetera) che abbianocomportato la dichiarazionedello stato di emergenza. La ri-partizione della detrazione èprevista in dieci quote annualicostanti, senza più alcun riferi-mento alla possibilità, attual-mente in vigore, di una diversascansione tempo-rale del bonus,precisamente in cinque quoteannuali per i soggetti di età noninferiore a 75 anni, ed in trequote per chi ha raggiunto 80anni; se ne deve, pertanto, de-durre che, con effetto dallespese sostenute a partire dal2012, ciò non sia più possibile.Con successivo decreto, l'Econo-mia potrà stabilire ulteriori mo-dalità di attuazione del nuovoarticolo 16-bis Tuir, ed è abba-stanza prevedibile che vengaemanato un decreto di coordi-namento tra nuove e vecchie di-sposizioni, poiché, al di là delriferimento al Dnl 41/98 (checonferma gli adempimenti oggiprevisti, dal bonifico alle indica-zioni in Unico), la nuova disci-plina non pare sufficiente aregolare tutte le varie ipotesi chesi sono stratificate in questianni.Per quanto riguarda la detra-zione del 55% sui lavori per ilmiglioramento dell'efficienzaenergetica degli edifici, l'articolo4, comma 4, Dl 201/2011, si li-mita a prorogare fino al 31 di-cembre 2012 le disposizioni giàvigenti, per cui il bonus, in per-fetta analogia con quanto giànoto ai contribuenti e senza gli

annunciati stravolgimenti, gua-dagna altri 12 mesi di tempo persostenere le spese agevolabili.Attenzione però: il nuovo arti-colo 16-bis, Tuir, prevede che ladetrazione de1 36% sia applica-bile anche ai lavori «relativi allarealizzazione di opere finalizzateal conseguimento di risparmienergetici con particolare ri-guardo all'installa-zione di im-pianti basati sull'impiego dellefonti rinnovabili di energia», masolo dal 1° gennaio 2013.Quindi, si presume che ci saràuna "staffetta" tra 55% (in vigoresino a fine 2012) e 36%, comeconferma la lettura della rela-zione di accompagnamento. Equesto, tra l'altro, restringe ilcampo del 36% per il 2012, per-ché fino a fine 2011 questa de-trazione può premiare anchealcuni lavori per il risparmioenergetico che non rientrano traquelli agevolati al 55 per cento.Così facendo, tuttavia, e salvofuturi interventi in senso contra-rio, dal 2013 il bonus sui lavorifinalizzati al risparmio energe-tico è destinato a restare limi-tato al mondo Irpef, conesclusione delle società di capi-tali tra i soggetti beneficiari. Secosì fosse, c'è da aspettarsi una"corsa" a completare, entro ilprossimo anno, i lavori iniziatida parte di questi soggetti, chevedrebbero venir meno l'agevo-lazione se l'ultimazione del-l'opera (che normalmente dettala competenza del servizio rice-vuto, in assenza di stati avanza-menti lavori) non dovesseintervenire entro il 2012.

La detrazione del 36% diventa"a regime", mentre quella del55%. guadagna un altro anno.L'articolo 4 del decreto "salva-Italia" (D16 dicembre 2011, n.201) introduce- con effetto dal1°gennaio 2012 - un nuovo arti-colo al Tuir, il 16-bis, destinatoa disciplinare la detrazione del36% spettante sulle spese per gli«interventi di recupero del pa-trimonio edilizio e di riqualifica-zione energetica degli edifici»sostenute sugli immobili. Nelnuovo articolo vengono intro-dotte tutte le principali caratte-ristiche già note per il bonus, tracui la misura del risparmiod'imposta (36%) e il limite(48mila euro per unità immobi-liare). Nel comma 3 della nuovadisposizione trova collocazioneanche la detrazione già previstaper l'acquirente o l'assegnatariodi unità immobiliari situate infabbricati integralmente restau-rati o ristrutturati da parte diimprese costruttrici o di Coopedilizie, purché la vendita o l'as-segnazione avvenga entro seimesi dalla fine lavori; divienecosì stabile anche questa parti-colare forma di detrazione, incui il 36% si calcola (sempreentro il plafond di 48mila euro)sul 25% del prezzo risultantedall'atto di compravendita o diassegnazione. Confermatoanche il bonus per la realizza-zione di autorimesse o postiauto pertinenziali, mentre costi-tuisce una novità l'inserimentotra le fattispecie agevolabilidegli interventi necessari alla ri-costruzione o al ripristino di im-

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EDILIzIA PRIVAtAE uRBANIstICA

MENo gARE NELL’uRBANIzzAzIoNE PRIMARIA

è a carico del privato stesso.Ciò significa che, mentre inprecedenza il privato potevapreferire pagare gli oneri diprimaria e non eseguire diret-tamente le opere, oggi il tito-lare del permesso di costruireha a suo carico l'esecuzione, equindi vi deve provvedere inproprio o attraverso sue im-prese. Si è discusso se anchele opere di urbanizzazione se-condaria potessero essere ese-guite direttamente dalprivato: da un lato il Consigliodi Stato (1332/2011) ritienesimili le due tipologie di oneridi urbanizzazione (con possi-bile esecuzione diretta anchedella secondaria), ma dall'al-tro vi è l'ostacolo rappresen-tato dalla normativacomunitaria sugli appalti, cheper le opere pagate da soggettipubblici (anche attraversoscomputi) impone proceduredi gara. Attualmente le operedi primaria sono eseguite daiprivati senza gara (articolo 16,comma 2 bis del Dpr 380),mentre quelle di secondariapossono essere eseguite daiprivati (articolo 16, comma 2dello stesso), ma con gara. Mase il costo dell'urbanizzazioneprimaria eccede la soglia co-munitaria di 5.278 mila euro,riemerge l'obbligo della gara,mentre nel caso dell'urbaniz-zazione secondaria la proce-dura varia: la secondaria diimporto sotto soglia è sog-

getta a gara semplificata (tra-sparenza e cinque preventivi);la secondaria di importo ecce-dente i 5.278.000 euro vaposta in gara con le proceduredegli articoli 32, comma i, let-tera g e art. 57, comma 6 delDlgs 163/2006. La gara, siasemplificata (cinque preven-tivi) o sopra soglia (con mag-giore pubblicità, offerta piùbassa o nel complesso piùvantaggiosa), pone a sua voltaproblemi di destinazione dieventuali risparmi. È infattipossibile che gli oneri di urba-nizzazione da scomputare ab-biano un importo superioreall'offerta di gara (ad esempioin presenza di un ribasso no-tevole): di questo risparmiobeneficerà il Comune, se i la-vori appaltati hanno un costocomplessivo inferiore ai valoritabellari (Corte dei conti Ve-neto, 94/2010). Ma dal di-cembre 2011 questoproblema, con riguardo all'ur-banizzazione primaria sottosoglia, non si pone più.

Novità per l'edilizia privata,senza gare per l'esecuzione diopere di urbanizzazione pri-maria fino all'importo di5.278.000 euro. Lo prevedel'articolo 45 del decreto legge201/2011, innovando normein terna di edilizia (Dpr380/2001) e di appalti (Dlgs163/2006). Strade, parcheggie altre opere potranno cosìfruire delle economie di scalaespresse da cantieri edilizi,evitando esborsi alle impresee problemi di coordinamentonella realizzazione. La normariguarda gli interventi nel-l'ambito degli strumenti at-tuativi comunque deno-minati, in diretta attuazionedello strumento urbanisticogenerale, cioè tutti i casi in cuiil privato deve dotare l'areadegli allacciamenti indispen-sabili per ottenere poi l'agibi-lità. Per l'articolo 16 del Dpr380/2001 queste opere, defi-nite di urbanizzazione prima-ria, rappresentano titolo perla pretesa del Comune al pa-gamento di specifici oneri,calcolati su tabelle regionali ecomunali sulla base delle su-perfici di intervento. I pro-blemi risolti dal decreto leggeriguardano i rapporti tra im-prese e Comuni, in quantofino al dicembre 2011 l'esecu-zione delle opere di urbaniz-zazione primaria potevaessere richiesta dal privato,mentre ora questa esecuzione

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INNoVAzIoNE E RICERCA

BREVEttI, sì DELL'ItALIA AL tRIBuNALE EuRoPEo

membri che accettano il trilin-guismo) è contestata dal Go-verno italiano con duemotivazioni. Primo: il trilin-guismo è una semplificazioneincompleta e discriminatoria;dunque, o si allarga alle lingueprincipali, italiano compreso,o si limita all'inglese. Se-condo: l'Italia contesta l'usodella cooperazione rafforzatain una materia come quelladei brevetti che è di mercatointerno. Per sua natura, ricor-dano fonti autorevoli, il mer-cato interno dell'unione hauna forte connotazione inclu-siva, al contrario dello stru-mento della cooperazionerafforzata che esclude uno opiù paesi membri da un pro-cesso comunitario. Restarefuori da questo accordo com-porterà per gli inventori ita-liani la necessità di registraredue volte i brevetti, in Italia ein Europa. E’ un aggravio,certo, rispetto a quanto acca-drebbe se l'Italia aderisse allacooperazione rafforzata, macon conseguenze giudicate li-mitate. È fondamentale, in-vece, che l'Italia partecipi allacostituzione del tribunale in-ternazionale dei brevetti per-ché è da questo che comunqueverranno giudicate le contro-versie sia sui brevetti regi-strati in base all'attualeconvenzione di Monaco che suquelli futuri.

L'Italia torna in gioco in Eu-ropa anche sulla questione deibrevetti. Resta in piedi il ri-corso promosso dal prece-dente governo sultrilinguismo ma viene rivistala decisione di restare fuorianche dall'accordo per la co-stituzione della Corte europeadei brevetti, il nuovo organi-smo giurisdizionale che avràcompetenza anche sui brevettiche inventori e imprese ita-liani vorranno tutelare in Eu-ropa. Al Consiglio Uecompetitività, Enzo MoaveroMilanesi, che partecipava perla prima volta nella veste diministro degli Affari europei,ha corretto parzialmente larotta del precedente Governo,aderendo all'accordo interna-zionale (non limitato quindi aimembri Ue) per la costitu-zione del sistema giurisdizio-nale unico per i brevetti. Daquesto momento in poi, dun-que, l'Italia parteciperà apieno titolo, come parte con-traente, ai negoziati per la de-finizione del trattatocostitutivo del tribunale inter-nazionale. Nei mesi scorsi,Italia e Spagna si erano oppo-ste alla decisione comunitariadi adottare il trilinguismo perla registrazione dei brevettiindustriali in sede europea(francese e tedesco, oltre al-l'inglese). La cooperazionerafforzata (in sostanza, un ac-cordo limitato a i soli paesi

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MERCAto DEL LAVoRo

stIPENDI, ItALIANI PENuLtIMI IN EuRoPA

rispettivamente con 29.200 e29.000 euro. Tra i grandipaesi europei gli unici neolau-reati che guadagnano un po'meno degli italiani (-4,3%)sono gli spagnoli con 22.500euro. L'aggravante è che il laureatoitaliano non recupera nep-pure quando cresce la suaesperienza, perché il gap retri-butivo resta invariato anchedopo 5 anni dall'assunzione,con i nostri giovani che inmedia guadagnano 33.000euro contro i 60.000 dei tede-schi, i 40.000 degli inglesi, i40.000 dei francesi e i 30.000degli spagnoli. Tenendo poiconto che per livelli di redditodi questo tipo la tassazione èpressoché uguale in tutti iPaesi considerati (più bassa inUk ma con minore coperturasociale) e che il costo della vitaa Parigi e Londra supera dicirca il 15% quello di Roma eMilano quasi solo sugli al-loggi, si deve concludere che ilpotere d'acquisto reale dei no-stri giovani resta decisamenteal di sotto di quello degli altrieuropei. «Il problema sta pro-prio nella bassissima retribu-zione all'ingresso che rendepoi costante il delta negativocon il resto d'Europa - com-menta il responsabile delle in-dagini retributive di TowersWatson Rodolfo Monni -.Tanto più che proprio gli sti-pendi iniziali dei neolaureati

sono stati quelli maggior-mente penalizzati negli ultimicinque anni. Mentre infattiper loro la crescita salarialetra il 2006 e il 2011 è stata dimeno del 9%, per il personalecon esperienza si è collocataattorno al 20%».

Li vogliono ma non li pagano.Non almeno quanto richiede-rebbe il confronto con il restod'Europa. É il paradosso chestanno vivendo i neolaureatiitaliani, sottopagati rispettoagli omologhi europei. Che leaziende ne abbiano bisogno,proprio ora per reagire allacrisi con immissioni di forzenuove più qualificate, lo certi-fica il Sistema Excelsior diUnioncamere: rispetto al2010 la domanda di laureati ècresciuta dell'8%. Che invecele retribuzioni d'ingresso deigiovani siano bloccate datroppo tempo l'ha sostenutoanche il governatore di Banki-talia Ignazio Visco solo unasettimana fa. Tanto più che,tra i giovani, sono soprattuttoi laureati a soffrire per sti-pendi inadeguati. Lo docu-menta l'indagine retributiva2011 di Towers Watson, ap-pena conclusa su un cam-pione di 450 aziendemedio-grandi con un totale di150 mila dipendenti. Mentre infatti lo stipendio ini-ziale di un italiano fresco dilaurea si è collocato su unamedia di 23.500 euro lordil'anno, quello del suo collegatedesco l'ha surclassatodell'83% piazzandosi a quota43.000 euro. Meno clamo-roso ma comunque sensibile ildistacco di britannici e fran-cesi, che sopravanzano i gio-vani italiani di quasi il 25%,

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PREVIDENzAPRoFEssIoNIstI

CAssE PREVIDENzIALI IN ALLARME.

contributi complessivi incas-sati ammontano a 7,6 mi-liardi; mentre le uscitepen-sionistiche sono di 4,7miliardi. Entrambi i valorisono in crescita (nel periodo2005-2010 il saldo tra entratee uscite è in attivo del 53%).Ma a preoccupare è il calo deiredditi dichiarati dagli iscritti,che sull'anno perdono inmedia il 6%.«Siamo già in ri-volta - dice Camporese - per latassazione dei proventi finan-ziari, che anche per noi è stataportata al 20%, dal 12,5%.Speriamo che il ministro vo-glia incontrarci al più presto.Le ipotesi che aleggiano sem-brano lontanissime dal nostromondo, che è autosufficientee trasparente. Un accorpa-mento cancellerebbe la nostrastoria e porrebbe il problemadi un'improbabile omogeneitàtra professioni molto di-verse». Le urgenze, secondol'Adepp, sono altrove: «Ilmercato del lavoro che pena-lizza i più giovani, l'adegua-tezza pensionistica per i futuripensionati, la necessità di unwelfare per i professionisti:qui occorre intervenire. E ilsolo passaggio generale alcontributivo non è sufficienteper una solidarietà generazio-nale che noi auspichiamo».Rifiuta in modo netto la defi-nizione di "corporazione", opeggio di "casta", FaustoAmadasi, presidente della

Cassa geometri. «Noi accanto-niamo patrimonio e lo inve-stiamo –dice - a beneficio deinostri iscritti, siamo in equili-brio finanziario e dobbiamodare molte garanzie ai varienti pubblici che vigilano sudinoi. E forse una colpa? E loStato a pesare sulle casse, nonil contrario». Disponibile adaffrontare il tema delle ri-forme si dichiara Paola Mura-torio, presidente di Inarcassa(architetti e ingegneri). «Maoccorre innanzi tutto parlaredi lavoro: per architetti e inge-gneri, negli ultimi 3 anni, i fat-turati sono crollati del 20%.Non siamo contrari al si-stema contributivo: ma conquesti redditi che pensioni ga-rantiamo ai giovani? Perquanto riguarda l'anzianità,poi, noi donne professionisteandiamo sempre in pensionedopo i 65 anni. E se parliamodi accorpamento delle casse, èun tema un po' fumoso: i ri-sparmi sarebbero minimi,perché bisognerebbe comun-que mantenere gestioni sepa-rate, come accade all'Inps perle varie categorie di lavora-tori». L'ipotesi di una SuperInps pubblica che ricom-prenda pure le Casse profes-sionali, fino ad oggi private, fasaltare sulla sedia anche Al-berto Oliveti, vicepresidentedell'Enpam, l'ente previden-ziale dei medici. «Sono per-plesso, francamente. Sarebbe

Aumento delle aliquote con-tributive, blocco dell'aggancioall'inflazione, passaggio gene-rale al sistema contributivo,sfondamento della soglia dei40 anni di contributi perlepensioni di anzianità. E poi c'èlo spettro del cosiddetto"super Inps", che significaperdita di autonomia e regoleuguali per tutti: in altre pa-role, se non scioglimento, al-meno accorpamento forzoso.Sono disorientate le 19 casseprivatizzate che gestiscono laprevidenza di quasi 2 milionidi professionisti italiani. Leparole d'ordine della riformaprevidenziale, ventilata inquesti giorni, sono un bom-bardamento che lambisce eminaccia il baluardo della loroautonomia, sancita dalla legge(i decreti legislativi 509 del1994 e 103 del 1996). «Questaautonomia è anche e soprat-tutto autosufficienza econo-mica: a differenza dell'Inps,noi non graviamo sullo Stato,da cui non percepiamo uneuro», sottolinea AndreaCamporese, presidente del-l'Inpgi (l'ente dei giornalisti) edell'Adepp, l'Associazionedelle casse private. Agli entidell'Adepp, che insiemehanno un costo di gestionecomplessivo da 100 milioni eun patrimonio di circa 50 mi-liardi, oltre 1.925.000 profes-sionisti, meno di un quartosono i pensionati. Nel 2010, i

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PREVIDENzAPRoFEssIoNIstI

CAssE PREVIDENzIALI IN ALLARME. IL goVERNo PREPARA IL suPERLNPs

senterebbero unicamente lavolontà di mettere mano a unsistema previdenziale cheoggi è parte sana del Paese».

una clamorosa retromarcia diun percorso iniziato daAmato-Dini per privatizzarele Casse. Riportarle al pub-blico ora significa caricarel'Erario e dunque il contri-buente di un debito previden-ziale pregresso. Una mossapoco coerente con l'immaginedi serietà che il nuovo go-verno vuole dare di sé». Oli-veti avanza un sospetto: «0 sivuole semplificare il sistema.Oppure, come temiamo, por-tar via il patrimonio delleCasse che vale oltre 50 mi-liardi di euro e che noi usiamoper pagare le pensioni».«Siamo consapevoli che que-sto è un momento in cui tuttisiamo chiamati a fare dei sa-crifici per il bene del sistemaPaese. Come sempre, siamodisponibili a fare la nostraparte», apre Walter Anedda,presidente della Cassa di pre-videnza dei commercialisti.«Ma non possiamo accettareche chi, come noi, ha portatoavanti una gestione virtuosa,oculata, frutto di scelte anchedifficili, venga fatto passareper privilegiato. Non lo siamoscandisce Anedda - ancheperché il nostro sistema è giàcontributivo. Abbiamo, piut-tosto, un sistema previden-ziale e gestionale che puòessere preso a modello. Dise-gni di accorpamento dellaprevidenza privata, poi, nonsono giustificabili e rappre-

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PREVIDENzAPRoFEssIoNIstI

CAssE, tRE MEsI IN PIù PER DIMostRARE LA sostENIBILItà A 50 ANNI

affinché vengano recepiti tuttii capitoli della proposta di mo-difi-ca, senza i quali la conces-sione di altri tre mesi perrivedere l'assetto serve apoco», dichiara Marinello.Stessa volontà combattivaespressa da Lo Presti, che ri-badisce come «qualora lanorma dovesse rimanere così,la battaglia si sposterà nellabicamerale di controllo suglienti di previdenza». Monta,intanto, l'amarezza del-l'Adepp, l'Associazione degliistituti a cui sono iscritti duemilioni di rappresentanti dicategorie professionali: «E’totalmente insufficiente lospostamento del termine peradeguarci alle nuove regole»,sostiene il presidente AndreaCamporese.

Tre mesi di tempo in più allecasse previdenziali privatiz-zate per dimostrare di avere iconti in ordine, garantendo lasostenibilità a 50 anni. E nes-suna possibilità di conteg-giare, in sede di bilancio, ipatrimoni mobiliari e immo-biliari degli enti. E una vitto-ria di Pirro la proroga dal 31marzo al 30 giugno 2012 deltermine per il restyling degliistituti pensionistici dei pro-fessionisti, ottenuta durantel'esame della manovra Monti,nelle commissioni bilancio efinanze della camera. Unemendamento bipartisan (afirma di Giuseppe Marinellodel Pdl e Nino Lo Presti di Fli)ha ricevuto, infatti, il parerefavorevole del governo esclu-sivamente sullo slittamento di90 giorni della soglia perchéle Casse, effettuati le verificheattuariali, possano assicurareai ministeri vigilanti di poterpagare le prestazioni per cin-que decenni; niente da faresulla ri-chiesta di far rimanerela sostenibilità a 30 anni, cosìcome sulla proposta di avva-lersi della dote patrimonialenella stesura dei bilanci tec-nici. E, pertanto, se non si ot-tempererà alle disposizioni,scatterà il sistema contribu-tivo per tutti e sarà impostoun versamento di solidarietàdell'1% per gli anni 2012-2013ai pensionati. «Non ci arren-diamo, si continua a trattare

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AssICuRAzIoNE PRoFEssIoNALE

PRoFEssIoNIstI. IL PARACADutE NoN è PIù uN oPtIoNAL

dovuto sicuramente a un mu-tato atteggiamento dei pa-zienti molto più consapevolidei propri diritti rispetto alpassato. Ma un ruolo di rilievol'ha giocato anche il prolife-rare di società e professionisti«specialisti del risarcimento»che di recente hanno spinto ilricorso su larga scala come te-stimoniato dalle molte cam-pagne pubblicitarie che sivedono. Tutte le assicurazionitranne quella per i medici dif-ferenziano la tariffa in base alfatturato annuo e ad eventualiestensioni di attività. Con unmassimale di copertura per idanni a terzi di 1.000.000 dieuro, il costo varia dai 680euro l'anno per un geometra,ai 1.200/1.400 di un commer-cialista, ai 4.500 di un chi-rurgo ai 10.595 delginecologo. Il professionistapuò selezionare liberamentela polizza più adatta o conl'ausilio dei Consigli nazionalio degli enti previdenziali dicategoria che possono nego-ziare schemi di contratto inconvenzione con assicura-zioni. E' molto importante ca-pire come si apre ilparacadute assicurativo, per-ché queste polizze hanno unaparticolare forma di coper-tura, tecnicamente chiamata«claims made» che forniscevantaggi ma anche insidie senon è ben capita. Questa ga-ranzia prevede che siano ri-

sarciti i sinistri (le richiestedanni pervenute da terzi) de-nunciati alla compagnia di as-sicurazione durante il periododi validità del contratto: ilvantaggio per l'assicurato èquello di «coprirsi le spalle»,garantendosi così anche perfatti colposi che possono es-sere accaduti negli anni prece-denti la sotto-scrizione delcontratto. Questo è possibilese si attiva, con un sovrap-premio per i neoassicurati, la«garanzia retroattiva» chepuò arrivare ad estendere la«coperta» fino a 10 anniprima della sottoscrizionedella polizza (termini prescri-zione per risarcimento danni).Un vantaggio alla partenza,ma lo svantaggio è che termi-nato il periodo di copertura, lapolizza non garantisce il pro-fessionista o gli eredi dalle ri-chieste di risarcimento che sipossono manifestare per ef-fetto del periodo di prescri-zione, fino a 10 anni dallascadenza del contratto. Permantenere il paracaduteaperto bisogna trovare lacompagnia che, dietro il paga-mento di un premio aggiun-tivo, attivi la «garanziapostuma».

Dopo 42 anni arriva in Italiaun'altra assicurazione obbli-gatoria. Se nel 1969 l'obbligorelativo alla polizza Rc auto ri-guardava 7.000.000 di auto-veicoli, ora sono coinvoltialmeno due milioni di per-sone. Si tratta della assicura-zione di responsabilità civileche copre il libero professioni-sta per errori oppure omis-sioni commessi nellosvolgimento dell'attività e cheabbiano procurato danni aiclienti o a terzi. L'obbligodella copertura è stato intro-dotto dalla manovra di Ferra-gosto. Il principio dovràessere recepito mediante la ri-forma degli ordinamenti pro-fessionali entro 12 mesi dalladata di entrata in vigore deldecreto, vale a dire entro il 13agosto 2012. Dotarsi di unapolizza è sicuramente per ilprofessionista un aggravio dicosti, che variano a secondadell'attività esercitata e dellegaranzie previste ma consentequella «peace of mind» -come dicono nei Paesi anglo-sassoni - che fa dormire sonnitranquilli, visto l'incrementodelle richieste di risarcimentoda parte dei clienti. Emblema-tico è il caso dei professionistidell'area medica: il numero dirichieste danni nei confrontidei medici è passato da 3.222del 1994 a 10.078 nel 2000 a12.559 nel 2009, come da sta-tistiche Ania. Un incremento

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FIsCo PRoFEssIoNIstI

PER gLI stuDI DI sEttoRE ARRIVA LA suPER-CoNgRuItà

mini di decadenza dell'azionedi accertamento. In più per chiè congruo agli studi c'è l'ag-giunta di un ulteriore impor-tante vantaggio, e cioè chel'accertamento sintetico risultapossibile soltanto quando ilreddito accertabile si discostadi un terzo (in luogo di unquinto) dal reddito dichiarato.Questa parte della norma do-vrebbe però valere per tutti isoggetti che applicano gli studidi settore, indipendentementedall'utilizzo del nuovo regimedella "trasparenza". Il condizio-nale è usato perché l'inclusionedella norma nell'articolo dedi-cato al regime premiale po-trebbe poi portare aun'interpretazione che vincolai benefici a chi aderisce alnuovo regime. La norma peròsembra più indirizzata a unacomplessiva valorizzazionedegli studi di settore che non aun beneficio legato a un regimeparticolare.La norma, infatti, poi prevedeche risultano abrogate le dispo-sizioni del «comma 4-bis del-l'articolo io e l'articolo 10-terdella legge 8 maggio 1998, n.146». Si tratta delle norme chestabiliscono che chi risulta con-gruo e coerente rispetto ai ri-sultati degli studi (anche pereffetto all'adesione agli inviti alcontraddittorio) non risulta ac-certabile, in base, alle rettifichebasate su presunzioni semplici(gravi, precise e concordanti)fino al 40 per cento dei ricavi ecompensi dichiarati, con il li-

mite di 50.000 euro. La norma,peraltro, è stata recentementemodificata (manovra di Ferra-gosto), stabilendo che tale co-pertura si ha se si risultacongrui anche per l'anno prece-dente. Inoltre, viene stabilitoche le coperture per chi risultacongruo e coerente (preclu-sione degli accertamenti basatisu presunzioni semplici, anti-cipo di un anno dei termini didecadenza per l'accertamento ela nuova "franchigia" di unterzo per gli accertamenti sinte-tici) si applicano già con riferi-mento alle dichiarazionidell'annualità 2011, a condi-zione che il contribuente abbiacomunicato regolarmente i datidegli studi di settore. Per effettodi queste norme, si dovrebbegiungere alla conclusione che lemisure sugli studi di settorepreviste dalla manovra per lanuova "trasparenza" trovinoapplicazione per tutti e sin dasubito (Unico 2012) e non soloper coloro che utilizzeranno,dal 2013, il nuovo regime. Inquesto modo infatti viene valo-rizzato il risultato di Gerico ri-spetto all'accertamentosintetico (come era stato richie-sto da molte associazioni di ca-tegoria), ma anche dato uncomplessivo incentivo all'ade-guamento agli stessi studi, inmodo da innalzare il livellocomplessivo di compliance deicontribuenti e aumentare il get-tito per le casse dello Stato.

Gli studi di settore puntano al-l'adeguamento già da Gerico2012 e per arrivare a questo ri-sultato "promettono" ancheuna maggiore tutela rispetto al-l'accertamento sintetico. Lamanovra varata dal Governo(DL 201/2011) prevede, infatti,una nuova articolazione delle"coperture" per chi risulta con-gruo (e coerente) rispetto ai ri-sultati degli studi di settore.Vengono, invece, rafforzati icontrolli per chi non risulta inlinea rispetto ai risultati deglistudi, ricorrendo anche alle in-dagini finanziarie. Il «regimepremiale per favorire la traspa-renza» prevede alcune sempli-ficazioni contabili eamministrative, nonché alcuneparticolari co-perture dalle ret-tifiche effettuabili dall'ammini-strazione finanziaria. Il regimesi applica dal 1° gennaio 2013,anche se l'opzione dovrà esserefatta perla prima volta in Unico2012. Per chi applica gli studidi settore la norma poi prevedeun "capitolo" specifico dedicatoa una sorta di «super-con-gruità». Viene stabilito che neiconfronti di chi risulta essereallineato a Gerico (oltrechécoerente rispetto agli indica-tori) ci sono gli stessi vantaggiprevisti per chi aderisce al re-gime premiale, ma non è sog-getto agli studi. Quindi vi èl'esclusione dagli accertamentianalitici-induttivi basati su pre-sunzioni semplici (purchégravi, precise e con-cordanti) ela riduzione di un anno dei ter-

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NotA ALLA RAssEgNA stAMPA DICEMBRE 2011

MEDIAzIoNE

MEDIAzIoNE, PREsENzA oBBLIgAtA

comunicazioni a seguito dellapresentazione della istanza dimediazione; fissazione dellaprima sessione entro quindicigiorni dal deposito dell'istanza;rispetto dei criteri di assegna-zione degli incarichi». La circo-lare sottolinea poi che, nei casi incui il tentativo di conciliazione èobbligatorio, è essenziale chel'invitante si presenti davanti almediatore, non potendo, in casocontrario, chiedere il rilascio del-l'attestazione di conclusione delprocedimento di mediazione. Inquesto caso, il mediatore dovràattestare la mancata compari-zione della controparte e la se-greteria dell'organismo potràrilasciare l'attestato di conclu-sione del procedimento di me-diazione. Sul versante delleindennità la circolare chiarisceche: le spese di avvio del proce-dimento e le spese di mediazionecostituiscono due voci di spesa

autonome che, insieme conside-rate, formano l'indennità com-plessiva;al verificarsi dei diversi momentiche caratterizzano lo svolgi-mento del servizio di media-zione, entrambe devono esserecorrisposte; oltre all'importo di40 euro dovuto per l'avvio delprocedimento, dovranno esserecorrisposte, in aggiunta, anche leulteriori spese di mediazione se-condo i criteri indicati nell'arti-colo 16, commi 3 e seguenti deldecreto ministeriale 180/2010,come modificati dall'articolo 5del decreto 145/2011; inoltre do-vranno essere corrisposte lespese vive, se documentate dal-l'organismo di mediazione.

Nei casi di conciliazione obbliga-toria la parte invitante deve sem-pre presentarsi. I costi poi sidifferenziano a seconda dellapresentazione o meno della con-troparte. Controlli sugli organi-smi di mediazione anche in basea standard di qualità. Tirocinioobbligatorio ma senza forzature.Il ministero della Giustizia chia-risce con la circolare del Diparti-mento per gli affari di giustiziadatata 20 dicembre alcuni pas-saggi cruciali del decreto mini-steriale del luglio scorso.Innanzitutto l'attività di vigi-lanza che il ministero eserciteràsugli enti di mediazione sarà siapreventiva sul rispetto di normeprecise sui requisiti di legge (ca-pitale minimo e numero di me-diatori per esempio), ma anchesuccessivo e legato al mancatoraggiungimento o conservazionedi standard di qualità come la«tempestività di provvedere alle

IL tAR DEL LAzIo REsPINgE LA sosPENsIVA

pea. Davanti alla Consulta è in-fatti pendente il giudizio sulla le-gittimità di alcuni punti crucialidella mediazione obbligatoria. IlTar Lazio ha infatti chiamato incausa i giudici costituzionali suaspetti chiave: vengono infatticensurati la previsione del tenta-tivo di conciliazione come condi-zione di procedibilità el'affidamento a enti pubblici e

privati della costituzione di orga-nismi di mediazione. Sottoesame finisce anche la corrispon-denza tra le misure del decretolegislativo e quelle stabilite dalladelega contenuta nella legge n.69 del 2009 (articolo 60).

Il Tar Lazio ha respinto l'istanzadi sospensiva sulla conciliazioneobbligatoria. La richiesta erastata avanzata dall'Unione dellecamere civili. I giudici ammini-strativi non sono però stati diquesto parere e a questo punto lapartita decisiva si giocherà allaCorte costituzionale e, con tempiancora tutti da verificare, da-vanti alla Corte di giustizia euro-

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VItA PRoFEssIoNALE

tEssERINo ELEttRoNICo PER EsERCItARE NELLA uE

che, veterinari e architetti (adesempio, per medici e infer-mieri il re-quisito di ammis-sione alla formazioneaumenta da 10 a 12 anni) e in-troduce, per la prima volta, unsistema di allerta da attivareper segnalare il divieto diesercizio della professione nelsettore sanitario che varrà intutta Europa. Ma Bruxellesmette un freno agli Statimembri. Troppo numerose leprofessioni regolamentate(800 tra i 27 Paesi Ue). SeParlamento europeo e Consi-glio aderiranno alla propostadella Commissione, con ilnuovo sistema gli Stati do-vranno fornire un elenco delleprofessioni regolamentate e«giustificare la necessità dellaregolamentazione», per evi-tare la creazione di barriereartificiali alla libera circola-zione. La proposta fa, infine,chiarezza per i notai. Dopo lasentenza del 24 maggio 2011(causa C-47/08) si era aper-tala questione dell'applicabi-lità della direttiva anche aquesta categoria. Un dubbiosciolto nella proposta nelsenso dell'applicabilità del si-stema di riconoscimento dellequalifiche alla professione no-tarile, seppure con alcuni ac-corgimenti e limiti. In pratica,gli Stati membri potrannoprevedere una misura com-pensativa (test attitudinale operiodo di tirocinio) per i

notai comunitari che voglionostabilirsi in un altro Statomembro. Mentre resta pre-clusa loro la possibilità di pre-stazioni di servizi perl'autenticazione degli atti cherichiedono il sigillo dello Statomembro.

Una "card" professionale elet-tronica, valida in tutta Europaper il riconoscimento rapidodelle qualifiche professionalie la possibilità di trasferirsi dauno Stato all'altro. È il fulcrodella proposta di direttivapresentata dalla Commissioneeuropea che modifica la2005/36 sul riconoscimentodelle qualifiche professionalirecepita in Italia con il decretolegislativo 206/07. Nessunarivoluzione ma nuovi corret-tivi utili a tagliare burocraziae ostacoli per favorire la mo-bilità intracomunitaria delcomparto professionale. Per ilCommissario europeo al Mer-cato interno, il francese Mi-chel Barnier, rivedere ladirettiva sulle qualifiche pro-fessionali è doveroso in que-sto momento in cui aumentala richiesta di personale qua-lificato: «Per coloro che di-spongono delle necessariequalifiche sarà più facile tra-sferirsi dove si prospettanoofferte di lavoro, e l'idea diuna tessera professionale eu-ropea, sotto forma di certifi-cato elettronico, consentirà disemplificare e accelerare leprocedure di chi intende tra-sferirsi per lavoro». La Com-missione punta anche a unaggiornamento dei requisitiminimi di formazione per leprofessioni; armonizzate" cheriguarderà medici, dentisti,farmacisti, infermieri, ostetri-

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VItA PRoFEssIoNALE

tARIFFARI FoRENsI A PRoVA DI tRAttAto

con sottrazione del potere inquestione allo Stato italiano».La vicenda arrivata all'impu-gnazione di legittimità riguar-dava appunto unacontroversia relativa, tra l'al-tro, alla liquidazione giudi-ziale della parcella di un legalein causa contro il Comune diFirenze. Il giudice di pace in-vestito della vicenda aveva,secondo la ricorrente, «rite-nuto ammessa la richiesta divoci tariffarie fondate sull'au-toapplicazione formulata daiprofessionisti», in palese vio-lazione del dettato continen-tale. Ma la Prima sezionecivile ha respinto questa rico-struzione, riprendendo la sen-tenza della Corte di giustizianella parte in cui sottolineavache il Trattato è salvo se «l'or-ganizzazione di categoria di

cui trattasi sia incaricata solodi approntare un progetto ditariffa in sè non vincolante -poiché il Ministro ha il poteredi far modificare il progetto dadetta organizzazione e, dall'al-tro, la normativa nazionale di-sponga che la liquidazionedegli onorari è effettuata dagliorgani giudiziari in base ai cri-teri da essa stessa stabiliti, au-torizzando peraltro il giudicea derogare, in talune circo-stanze eccezionali e con deci-sione debitamente motivata,ai limiti minimi e massimi fis-sati». Rispettando questi pa-letti non si può sostenere chelo Stato «imponga o favoriscala conclusione di intese con-trastanti con l'articolo 85 delTrattato o ne rafforzi gli ef-fetti».

Il tariffario delle prestazioniforensi non è in contrasto conil Trattato dell'Unione euro-pea. La Corte di cassazione,proprio nel momento in cui letariffe professionali finiscononel mirino del legislatore na-zionale, ribadisce il caratterenon "antieuropeo" del sistemaitaliano, come del resto avevastatuito anni fa la stessa Cortedi Giustizia (C-35/99, sen-tenza del12 febbraio 2002). Arendere compatibile il tariffa-rio rispetto agli articoli 10, 81e 84 del Trattato Ue, secondola Prima sezione civile diPiazza Cavour (sentenza27090/11, depositata il 19 no-vembre) è «l'assenza di un au-tonomo potere dell'ordineprofessionale di stabilire letarif-fe che dovranno essereapplicate anche dal giudice,

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VItA PRoFEssIoNALE

NEssuN ostACoLo AL LEgALE ChE sI ABILItA IN sPAgNA

L'ordine non può negarel'iscrizione all'albo riservatoagli avvocati comunitari stabi-liti, al legale italiano che va alaurearsi in Spagna e poitorna per lavorare in patria.La Corte di cassazione, con lasentenza 28340, esclude qua-lunque possibilità, sia per gliordini professionali sia per ilConsiglio nazionale forense,di derogare a quanto previstodalle norme comunitarie e inparticolare dalle direttive98/5/Ce e 5136/Ce, in meritoall'esercizio della professione.L'abogado nostrano vincedunque una battaglia cheaveva perso in prima battutacon l'ordine di Palermo poicon il Cnf. Diverse le motiva-zioni fornite a sostegno di unrifiuto che aveva comunqueaccomunato i due pareri. Se-condo l’ordine palermitano ladirettiva 98/5/Ce, invocatadal ricorrente si appliche-rebbe soltanto ai cittadini co-munitari di nazionalitàdiversa da quella dello statomembro al quale si chiedel'abilitazione. Mentre il Consi-glio nazionale forense subor-dinava l'iscrizione allosvolgimento di un tirocinioteorico pratico presso un le-gale abilitato e a! supera-mento dell'esame di Stato.Paletti- spiega la Supremacorte - che sono il segnale diuna discrezionalità vietatadalle norme dell'Unione. E igiudici non mancano di dare

le uniche due strade, che pos-sono essere imposte a chi silaurea in un altro paese mem-bro, per ottenere l'abilitazionein ltalia. Chi vuole il riconosci-mento immediate del titolopuò avvalersi della normativasul riconoscimento delle qua-lifiche professionali indicatadalla direttiva 5136/Ce attuatadal decreto legislativo115/1992.La richiesta di iscri-zione immediata va fatta alministero della Giustizia che,su parere dell'apposita confe-renza di servizi, individua conun decreto, le prove da soste-nere per compensare even-tuali diversità di formazione.Diversa la strada scelta dal ri-corrente che, con l'opzionedue, aveva deciso per la proce-dura di stabilimento/integra-zione, fissata dalla direttiva98/5/ce attuata con il decretolegislativo 96/2001. L'iscri-zione alia sezione specialedegli avvocati comunitari sta-biliti è subordinata, in questocaso soltanto alla prova del-l'iscrizione presso la corri-spondente autorità di un altroStato membro, è poi necessa-rio solo agire d’intesa con unavvocato iscritto all’albo ita-liano. Dopo 3 anni di effettivaattività in Italia è possibilechiedere l’iscrizione all’alboordinario, dimostrando alconsiglio dell’ordine di aversvolto un’attività regolare.


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