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13 NOVEMBRE 2015
PARIGI A cura della prof.ssa M. Rosaria Fiorelli
Liceo scien5fico “G. Galilei”
Questo lavoro è pubblicato so1o licenza Crea5ve Commons “A1ribuzione 3.0 Italia” (CC BY) tranne le par5 ove è indicata una fonte. Per visualizzare una copia della licenza visitare il sito: h1p://crea5ve commons.org/licenses/by/3.0/it/
Cari ragazzi,
ferma restando la condanna di quanto è accaduto, e di ogni forma di violenza, l’opinione è personale, ciascuno è chiamato a formare la propria, perciò non mi accingo a presentare la mia. Ma in cer5 casi interrogarsi è d’obbligo.
Mi sono chiesta come parlarne, come poterci avvicinare insieme a faL tanto gravi, che suscitano emozioni tanto dolorose, e aprono domande tanto grandi…
Ed ho pensato che interrogarci sia la via per aprire un varco nel muro di indifferenza che siamo tenta5 di ergere, magari solo per proteggerci.
Perciò con questo spirito ho raccolto ques5 spun5, consapevole che non possono essere esaus5vi dei faL e delle opinioni, ma che possono aiutarci a guardare avan5 senza col5vare sen5men5 di odio e senza facili buonismi, perché, se smeAamo di guardare avan5 con speranza e fiducia, abbiamo già perso il futuro.
la profe M. Rosaria Fiorelli
I FATTI
Gli a&enta* terroris*ci, rivendica* dall'Isis, hanno provocato almeno 129 mor* e 352 feri*, di cui 99 in condizioni molto gravi. O&o in tu&o gli a&entatori (cosa sappiamo sulla loro iden*tà) secondo gli ul*mi da* forni* dal procuratore della capitale francese, François Molins, domenica 15 novembre. TRE FRANCESI E UN BELGA. Tre sarebbero francesi, ma alcuni vivevano a Bruxelles, uno è belga: i qua&ro sarebbero dei foreign fighters di ritorno dalla Siria. Al teatro Bataclan è entrato in azione il 29enne Omar Ismail Mostefai, ci&adino di Chartres. Con lui altri due terroris*, che dopo aver ucciso 89 persone si sono faY esplodere. L'o&avo a&entatore, Abdeslam Salah, di ci&adinanza belga, è ancora a piede libero. Secondo l'Associated press, la polizia se lo sarebbe fa&o sfuggire dopo averlo fermato per controlli. STRAGE ORGANIZZATA IN SIRIA. Gli 007 iracheni hanno rivelato che la strage sarebbe stata ordinata dire&amente dal Califfo al Baghdadi e organizzata in Siria. Gli jihadis* coinvol* secondo Baghdad sarebbero 24.
Attacco a Parigi, la mappa del terrore Strage organizzata in Siria. Da 24 jihadis*. Qua&ro sono foreign fighters: 3 francesi e un belga. Lasciato fuggire dalla polizia. (Corriere.it)
19 ATTENTATORI, 5 ADDETTI ALLA LOGISTICA. Il gruppo di fuoco per colpire Parigi, recita un documento degli 007 iracheni che l'AP ha rilanciato, 'era composto da 24 elemen*, 19 con il compito di effe&uare gli a&enta*, addestra* a Raqqa', la 'capitale' del Califfato in Siria, 'e altri 5 per il coordinamento e la logis*ca': in altre parole individuare i nascondigli e procurare armi ed esplosivi. Lo 'squadrone della morte' dell'Isis ha poi preso conta&o con una 'cellula dormiente' d'Oltralpe, che ha 'facilitato il compimento della missione'.
La rivendicazione dell'Isis Lo Stato islamico ha rivendicato tuY e se&e gli a&enta*, con un messaggio diffuso dai canali ufficiali della propaganda jihadista e trado&o in più lingue. Il testo è indirizzato ai francesi, accusa* «di aver demolito le loro case con le loro mani». Nel comunicato si legge: «In un a&acco benede&o da Allah, un gruppo di solda* del Califfato ha preso come bersaglio la capitale degli abomini e della perversione che porta la bandiera della croce in Europa: Parigi. Un gruppo di mar*ri è avanzato contro i nemici, cercando la morte nel sen*ero di Allah per umiliare i nemici».
«FRATELLI KAMIKAZE». Il messaggio prosegue con la descrizione del commando armato: «I mar*ri, dopo aver sparato, si sono faY esplodere in mezzo ai miscreden*». «O&o fratelli kamikaze, con cinture esplosive e fucili d’assalto, hanno preso come bersaglio angoli scel* con cura nel cuore della capitale francese: lo stadio di Francia, durante l’incontro di due paesi crocia* Francia e Germania, al quale assisteva l’imbecille di Francia, Francois Hollande. Poi: il Bataclan, dove erano riuni* cen*naia di infedeli, durante una festa di perversione, così come altri obieYvi nel decimo, undicesimo e dicio&esimo arrondissement». LE CITAZIONI DAL CORANO. La rivendicazione si apre con una citazione dal Corano. Si tra&a della sura Al-‐Hasr, un brano del libro sacro che fa riferimento all'effe&o sorpresa: «Quelli fra la gente della Scri&ura che erano miscreden* [...] Allah li raggiunse da dove non se lo aspe&avano e ge&ò il terrore nei loro cuori [...] Traetene dunque una lezione, o voi che avete occhi per vedere».
Attacco a Parigi, la mappa del terrore Strage organizzata in Siria. Da 24 jihadis*. Qua&ro sono foreign fighters: 3 francesi e un belga. Lasciato fuggire dalla polizia.
(Corriere.it)
Cronologia degli even*: Le Monde ha pubblicato la seguente cronologia degli even*: 21:20 -‐ 1ª esplosione nei pressi dell'ingresso D dello Stade de France, in zona Saint-‐Denis; 21:25 -‐ 1ª sparatoria nei pressi del ristorante Le Pe*t Cambodge, su Rue Bichat, e del ristorante Le Carillon, su Rue Alibert (13 mor*); 21:30 -‐ 2ª esplosione nei pressi dell'ingresso H dello Stade de France, in zona Saint-‐Denis; 21:32 -‐ 3ª esplosione nei pressi del ristorante Casa Nostra, su Rue de la Fontaine au Roi (5 mor*); 21:43 -‐ 4ª esplosione, 1 terrorista si fa esplodere nei pressi del teatro Bataclan, su Boulevard Voltaire; 21:48 -‐ 2ª sparatoria, 1 terrorista spara verso l'esterno del locale La Belle Équipe, all'incrocio tra rue Faidherbe e rue de Charonne (19 mor*); 21:49 -‐ irruzione con presa d'ostaggi di 4 terroris* nel teatro Bataclan, su Boulevard
Voltaire (80 mor*); 21:53 -‐ 5ª esplosione a circa 400 metri dello Stade de France, in zona Saint-‐Denis; 0:20 -‐ blitz delle forze speciali di polizia al teatro Bataclan, su Boulevard Voltaire.
(wikipedia)
1. Che cosa è Isis Isis, o Stato Islamico dell’Iraq e della Siria -‐ a volte, abbreviato con Is, Stato islamico -‐ è una organizzazione terroris*ca presente in Iraq e in Siria. Il leader del gruppo, Abu Bakr al Baghdadi, controlla ques* territori in nome della Sharia, la legge islamica, e non riconosce i governi ufficiali delle zone occupate a cui si oppone con la forza. A&raverso alcune complesse operazioni militari, infaY, tra il 2012 e il 2013, Isis è riuscito a imporre la sua presenza in luoghi strategici, destabilizzando il potere ufficiale in Iraq e Siria.
7 conceY chiave suggeri* da un esperto di Medio Oriente, Cris*ano Tinazzi, giornalista (Radio Televisione Svizzera, Il Messaggero).
h&p://www.nostrofiglio.it/adolescenza/come-‐spiegare-‐isis-‐ai-‐ragazzi-‐secondo-‐un-‐inviato-‐di-‐guerra
h&p://www.limesonline.com/parigi-‐il-‐branco-‐di-‐lupi-‐lo-‐stato-‐islamico-‐e-‐quello-‐che-‐possiamo-‐fare/87990
2. L'obieGvo principale dell'organizzazione terrorisKca “L'obieYvo del gruppo è quello di rifondare il califfato, ovvero di dare uno 'Stato' unico ai musulmani -‐ spiega Cris*ano Tinazzi, esperto di poli*ca estera. E' un conce&o per noi astruso ma di fa&o è diventato realtà tra Siria e Iraq”. In sostanza, l'idea è creare una comunità islamica (Umma), so&o un solo governante e su un unico territorio. Tu&o ciò andrebbe a modificare i confini e gli equilibri stabili* dalle potenze coloniali alla fine della prima guerra mondiale. A tale scopo, nel 2014, Abu Bakr al Baghdadi si è autoproclamato Califfo chiedendo ai musulmani di tu&o il mondo, in par*colar modo a medici, amministratori e ingegneri, di andare in Iraq e Siria. Secondo il leader, ques* territori sono 'lo Stato, la casa di tuY i musulmani' e tuY i fedeli hanno il dovere di aiutare a promuovere la religione di Allah con la guerra santa (jihad).
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Per farlo, ecco 7 conceY chiave suggeri* da un esperto di Medio Oriente, Cris*ano Tinazzi, giornalista (Radio Televisione Svizzera, Il Messaggero). 1. Che cosa è Isis Isis, o Stato Islamico dell’Iraq e della Siria -‐ a volte, abbreviato con Is, Stato islamico -‐ è una organizzazione terroris*ca presente in Iraq e in Siria. Il leader del gruppo, Abu Bakr al Baghdadi, controlla ques* territori in nome della Sharia, la legge islamica, e non riconosce i governi ufficiali delle zone occupate a cui si oppone con la forza. A&raverso alcune complesse operazioni militari, infaY, tra il 2012 e il 2013, Isis è riuscito a imporre la sua presenza in luoghi strategici, destabilizzando il potere ufficiale in Iraq e Siria. 2. L'obieYvo principale dell'organizzazione terroris*ca “L'obieYvo del gruppo è quello di rifondare il califfato, ovvero di dare uno 'Stato' unico ai musulmani -‐ spiega Cris*ano Tinazzi, esperto di poli*ca estera. E' un conce&o per noi astruso ma di fa&o è diventato realtà tra Siria e Iraq”. In sostanza, l'idea è creare una comunità islamica (Umma), so&o un solo governante e su un unico territorio. Tu&o ciò andrebbe a modificare i confini e gli equilibri stabili* dalle potenze coloniali alla fine della prima guerra mondiale. A tale scopo, nel 2014, Abu Bakr al Baghdadi si è autoproclamato Califfo chiedendo ai musulmani di tu&o il mondo, in par*colar modo a medici, amministratori e ingegneri, di andare in Iraq e Siria. Secondo il leader, ques* territori sono 'lo Stato, la casa di tuY i musulmani' e tuY i fedeli hanno il dovere di aiutare a promuovere la religione di Allah con la guerra santa (jihad).
3. Quando è nato Isis e chi ne fa parte La sigla Isis nasce nel 2013 in Iraq da una costola di Al Qaeda e poi penetra anche in Siria dove tenta di inglobare la falange Jabhat al Nusra (parte di Al Qaeda) ma non ci riesce. “Il gruppo si divide e inizia uno scontro interno in territorio siriano tra chi è rimasto fedele ad al Qaeda e chi segue l’Isis, legato al califfato, ufficialmente fondato nel 2014 -‐ spiega Cris*ano Tinazzi. Da quel momento, i due gruppi si scontrano e si alleano a seconda delle reciproche esigenze”. A Isis aderiscono estremis* religiosi provenien*, appunto, dalle file di Al Qaeda -‐ come spiega l'esperto -‐ ed ex militari dell'ex rais Saddam Hussein. Al livello più basso, 'la manovalanza' è varia e include comba&en* delle tribù locali, avventurieri, criminali, e chi si vuole vendicare degli scii* (minoranza islamica). “Dall'estero arrivano anche mol* ragazzi: sono musulmani di seconda generazione, non integra* al cento per cento nella cultura occidentale dove non trovano ideali. Questa mancanza di riferimen* crea un effe&o boomerang: li porta a scappare di casa per entrare nel califfato. Mol* poi si pentono e vogliono tornare indietro ma non possono”, spiega l'inviato Cris*ano Tinazzi. “La Siria poi è un buon esempio -‐ con*nua l'esperto -‐ entrambe le par* in lo&a vedono l'Occidente come fumo negli occhi. E' accusato di non aver fa&o nulla di fronte al massacro dei sunni* o di aver organizzato la guerra contro il regime”. h&p://www.nostrofiglio.it/adolescenza/come-‐spiegare-‐isis-‐ai-‐ragazzi-‐secondo-‐un-‐inviato-‐di-‐guerra
4. Da cosa deriva l'idea di 'guerra santa', jihad Il significato le&erale del termine arabo jihad è 'sforzo' e può indicare quello per migliorare sé stessi ma si riferisce anche all'azione armata per l'espansione dell'Islam o la sua difesa. In questo senso, quello più comune e diffuso, si parla di 'guerra santa'. Secondo il Corano, gli a&acchi arma* possono essere sferra* solo contro gli infedeli, pagani e politeis* (non riguarda cris*ani ed ebrei). In ogni caso, l'azione dovrebbe essere sempre preceduta da un chiaro invito a conver*rsi alla religione di Allah. So&o la bandiera della 'guerra santa', invece, le organizzazioni terroris*che minacciano gli stessi paesi arabi (e fazioni diverse) e tu&o l'Occidente, Sta* Uni* ed Europa. “Questa interpretazione del Corano prevede che alcuni popoli, come i cris*ani, siano tollera* se fanno giuramento di fedeltà al califfato. Ma di fa&o, quelle dei gruppi estremis* sono guerre che mescolano rivendicazioni etniche, poli*che, territoriali e u*lizzano la religione come arma”, spiega Cris*ano Tinazzi.
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5. Come mai l'Occidente è preso di mira da Isis e da altri gruppi terrorisKci L'Occidente è considerato un nemico dai gruppi terroris*ci perché “per secoli si è 'intrufolato' nelle ques*oni mediorientali, a volte dando supporto alle realtà locali, altre scontrandosi”, dice Cris*ano Tinazzi. Le guerre in Iraq e Afghanistan, per esempio, la ques*one pales*nese e il supporto occidentale a Israele sono tra i mo*vi di questo as*o.
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6. Come si diffonde il terrorismo Propaganda e proseli*smo rivestono un ruolo di primo piano per la diffusione dei preceY della guerra santa, la jihad, oggi anche a&raverso l'uso di Internet e dei social network. Per descrivere questo nuovo modo di allargare le file, “è stato coniato anche un neologismo: ciber jihadi”, aggiunge l'esperto di Medio Oriente. Le reclute arrivano dagli altri Paesi islamici e anche dall'estero (dall'Europa, sopra&u&o da Francia e Gran Bretagna, seguite da Germania e Belgio). “Ovviamente, quando hai un 'brand' che funziona e ha successo come nel caso di Isis, allora anche altre organizzazioni terroris*che si infilano so&o il cappello allargando la rete -‐ dice Cris*ano Tinazzi. Di fa&o, aderiscono al gruppo anche se hanno obieYvi regionali diversi”. Comunque, le alleanze tra gruppi terroris*ci e fazioni diverse cambiano rapidamente e si possono ribaltare a seconda di quali zone diventano strategiche nella scacchiera delle lo&e per il potere. Tu&avia, non bisogna dimen*care i numeri: “al momento, i musulmani lega* all'Isis o ad altri gruppi simili sono 30-‐40mila rispe&o a circa un miliardo e mezzo nel mondo -‐ spiega Cris*ano Tinazzi. Non sono pochi, ma se paragona* alla cifra globale lo diventano”.
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7. Nelle zone di guerre anche la popolazione ci va di mezzo, perché? La situazione è molto complessa e da sempre ci sono lo&e tra i musulmani che interpretano in modo diverso il Corano, come sunni* e scii*, rispeYvamente la maggioranza e la minoranza islamica. “La guerra ha portato via tu&o a mol* e dove non c'è cibo o legge nascono gruppi che con la violenza, a loro volta, vogliono portare via agli altri le cose che possiedono. Là poi prevale il branco: la guerra è un mostro dove si perde molto facilmente il senso della vita e del rispe&o dell'essere umano – conclude Cris*ano Tinazzi.
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LE OPINIONI Tante, convergenK, diverse, opposte,
ideologiche, culturali, storiche, condivisibili, non condivisibili…
"Sono anni che come una Cassandra mi sgolo a gridare «Troia brucia, Troia brucia». Anni che ripeto al vento la verità sul Mostro e sui complici del Mostro cioè sui collaborazionis* che in buona o caYva fede gli spalancano le porte. Che come nell'Apocalisse dell'evangelista Giovanni si ge&ano ai suoi piedi e si lasciano imprimere il marchio della vergogna. Incominciai con La Rabbia e l'Orgoglio. Con*nuai con La Forza della Ragione . Proseguii con Oriana Fallaci intervista sé stessa e con L'Apocalisse. I libri, le idee, per cui in Francia mi processarono nel 2002 con l'accusa di razzismo-‐religioso e xenofobia. Per cui in Svizzera chiesero al nostro ministro della Gius*zia la mia estradizione in mane&e. Per cui in Italia verrò processata con l'accusa di vilipendio all'Islam cioè reato di opinione. Libri, idee, per cui la Sinistra al Caviale e la Destra al Fois Gras ed anche il Centro al Prosciu&o mi hanno denigrata vilipesa messa alla gogna insieme a coloro che la pensano come me. Cioè insieme al popolo savio e indifeso che nei loro saloY viene definito dai radical-‐chic «plebaglia-‐di-‐destra». E sui giornali che nel migliore dei casi mi opponevano farisaicamente la congiura del silenzio ora appaiono *toli compos* coi miei conceY e le mie parole. Guerra-‐all'Occidente, Culto-‐della-‐Morte, Suicidio-‐dell'Europa, Sveglia-‐Italia-‐Sveglia.
Con*nua la fandonia dell'Islam «moderato», la commedia della tolleranza, la bugia dell'integrazione, la farsa del pluriculturalismo. E con questa, il tenta*vo di farci credere che il nemico è cos*tuito da un'esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive in Paesi lontani. Be', il nemico non è affa&o un'esigua minoranza. E ce l'abbiamo in casa. Ed è un nemico che a colpo d'occhio non sembra un nemico. Senza la barba, ves*to all'occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede perfe&amente-‐inserito-‐nel-‐nostro-‐sistema-‐sociale. Cioè col permesso di soggiorno. Con l'automobile. Con la famiglia. E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di bo&e, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco. È un nemico che traYamo da amico. Che tu&avia ci odia e ci disprezza con intensità. Un nemico che in nome dell'umanitarismo e dell'asilo poli*co accogliamo a migliaia per volta anche se i Centri di accoglienza straripano, scoppiano, e non si sa più dove me&erlo. Un nemico che in nome della «necessità» (ma quale necessità, la necessità di riempire le strade coi venditori ambulan* e gli spacciatori di droga?) invi*amo anche a&raverso l'Olimpo Cos*tuzionale. «Venite, cari, venite. Abbiamo tanto bisogno di voi». Un nemico che le moschee le trasforma in caserme, in campi di addestramento, in centri di reclutamento per i terroris*, e che obbedisce ciecamente all'imam. Un nemico che in virtù della libera circolazione voluta dal tra&ato di Schengen scorrazza a suo piacimento per l'Eurabia sicché per andare da Londra a Marsiglia, da Colonia a Milano o viceversa, non deve esibire alcun documento. Può essere un terrorista che si sposta per organizzare o materializzare un massacro, può avere addosso tu&o l'esplosivo che vuole: nessuno lo ferma, nessuno lo tocca.
h&p://www.huffingtonpost.it/giuseppe-‐fantasia/a&acchi-‐a-‐parigi-‐la-‐profezia-‐di-‐oriana-‐fallaci-‐la-‐cassandra-‐dellinformazione_b_8561882.html
Il nostro di ora e' un momento di straordinaria importanza. L'orrore indicibile e' appena cominciato, ma e' ancora possibile fermarlo facendo di questo momento una grande occasione di ripensamento. E un momento anche di enorme responsabilita' perche' certe concitate parole, pronunciate dalle lingue sciolte, servono solo a risvegliare i nostri is*n* piu' bassi, ad aizzare la bes*a dell'odio che dorme in ognuno di noi ed a provocare quella cecita' delle passioni che rende pensabile ogni misfa&o e perme&e, a noi come ai nostri nemici, il suicidarsi e l'uccidere. "Conquistare le passioni mi pare di gran lunga piu' difficile che conquistare il mondo con la forza delle armi. Ho ancora un difficile cammino dinanzi a me", scriveva nel 1925 quella bell'anima di Gandhi. Ed aggiungeva: "Finche' l'uomo non si me&era' di sua volonta' all'ul*mo posto fra le altre creature sulla terra, non ci sara' per lui alcuna salvezza". E tu, Oriana, me&endo* al primo posto di questa crociata contro tuY quelli che non sono come te o che * sono an*pa*ci, credi davvero di offrirci salvezza? La salvezza non e' nella tua rabbia accalorata, ne' nella calcolata campagna militare chiamata, tanto per rendercela piu' acce&abile, "Liberta' duratura".
Brani da T. Terzani
Le guerre sono tu&e terribili. Il moderno affinarsi delle tecniche di distruzione e di morte le rendono sempre piu' tali. Pensiamoci bene: se noi siamo dispos* a comba&ere la guerra a&uale con ogni arma a nostra disposizione, compresa quella atomica, come propone il Segretario alla Difesa americano, allora dobbiamo aspe&arci che anche i nostri nemici, chiunque essi siano, saranno ancor piu' determina* di prima a fare lo stesso, ad agire senza regole, senza il rispe&o di nessun principio. Se alla violenza del loro a&acco alle Torri Gemelle noi risponderemo con una ancor piu' terribile violenza -‐ ora in Afghanistan, poi in Iraq, poi chi sa dove -‐, alla nostra ne seguira' necessariamente una loro ancora piu' orribile e poi un'altra nostra e cosi' via. Perche' non fermarsi prima? Abbiamo perso la misura di chi siamo, il senso di quanto fragile ed interconnesso sia il mondo in cui viviamo, e ci illudiamo di poter usare una dose, magari "intelligente", di violenza per me&ere fine alla terribile violenza altrui.
O tu pensi davvero che la violenza sia il miglior modo per sconfiggere la violenza? Da che mondo e' mondo non c'e' stata ancora la guerra che ha messo fine a tu&e le guerre. Non lo sara' nemmeno questa.
Il tuo a&acco, Oriana -‐ anche a colpi di sputo -‐ alle "cicale" ed agli intelle&uali "del dubbio" va in quello stesso senso. Dubitare e' una funzione essenziale del pensiero; il dubbio e' il fondo della nostra cultura. Voler togliere il dubbio dalle nostre teste e' come volere togliere l'aria ai nostri polmoni. Io non pretendo affa&o d'aver risposte chiare e precise ai problemi del mondo (per questo non faccio il poli*co), ma penso sia u*le che mi si lasci dubitare delle risposte altrui e mi si lasci porre delle oneste domande.
Le tue argomentazioni verranno ora usate nelle scuole contro quelle buoniste, da libro Cuore, ma tu credi che gli italiani di domani, educa* a questo semplicismo intollerante, saranno migliori?
Ma oggi? Non fermarla può voler dire farla finire. Ti ricordi, Oriana, Padre Balducci che predicava a Firenze quando noi eravamo ragazzi? Riguardo all'orrore dell'olocausto atomico pose una bella domanda: "La sindrome da fine del mondo, l'alterna*va fra essere e non essere, hanno fa&o diventare l'uomo più umano?". A guardarsi intorno la risposta mi pare debba essere "No". Ma non possiamo rinunciare alla speranza.
Per difendersi, Oriana, non c’è bisogno di offendere (penso ai tuoi spu* ed ai tuoi calci). Per proteggersi non c’è bisogno d'ammazzare.
LE REAZIONI Ufficiali, pubbliche, personali,
emoKve, superficiali, o forse no…
Quelle ufficiali…
Dubai
Tokyo
Berlino
EmiraK Arabi
e quelle personali…
…la paura
…la partecipazione…superficiale…
dopo i parigini…i perugini!
Curiosità & superficialità
h&p://andrea.co/blog/parigi-‐strage Quando accadono meglio io ne s*a lontano, almeno per qualche periodo. A ogni strage assisto ad inconcepibile rincoglionimento di massa so&oforma di immagini e frasi pubblicate senza la benché minima cognizione di ciò che si sta pubblicando, con basi informa*ve recuperate da wikipedia nella migliore delle ipotesi. La solidarietà da social network è una forma pericolosa di perbenismo mista all’autoconforto di aver fa&o l’azione più socialmente acce&abile, sintomo di un approccio distorto ai problemi del prossimo condito dalla grossa incapacità di discernere l’essere dall’apparire. Sarò un insensibile ignorante, bas*an contrario e polemico, ma non riesco a partecipare ad un contesto dove le stragi vengono trasformate in *fo da stadio. Voglio dire a cosa serve agghindare una foto profilo o una coper*na di blu, bianco rosso e tatuarsi Liberté, Égalité, Fraternité sull’avambraccio? Cosa vogliate impor* alle famiglie delle viYme se avete deciso di mostrare la vostra solidarietà su Facebook? Posto innanzi tu&o che vi conoscano e che sia ben visibile a loro il vostro account. Esa&o, risposta esa&a, una benamata mazza.
di Andrea Con*no
Tu&avia essere in pace con se stessi, sbandierando la propria appartenenza innalza i cuori e…a posto così, abbiamo fa&o tu&o per essere allinea* con la massa e facciamo parte anche noi del carrozzone dei buoni. Ed è per questo non mi vedrete mai schierarmi come un ultras con in colori di questa o quella nazione so&o a&acco in quel momento. Ho preferito optare per un’azione più sensata, rintracciare amici in grado di essere raggiun*, sincerarmi delle loro condizioni offrendo il mio possibile aiuto. L'unica cosa avesse senso fare in mio potere in quel momento.
Mi aspe&o di più da un miliardo di persone riunite nello stesso luogo, sarebbe possibile o&enere qualcosa dalla metà della metà della metà di una così grande popolazione. Tu&avia le azioni for* necessarie sia poli*che che di solidarietà devono arrivare da un luogo diverso da questo evidentemente, perché i social in queste situazioni sono soltanto network dimen*candosi del tu&o la loro connotazione sociale. Probabilmente l’incre*nimento delle persone su Internet, definizione tanto cara a Umberto Eco non è poi così lontana dalla realtà.
L’apporto posiKvo della rete
LE CONTRADDIZIONI
h&p://www.guerrenelmondo.it/?page=sta*c1258218333
NEL MONDO CI SONO TANTISSIME GUERRE DI CUI NESSUNO PARLA
ASIA: (16 Sta* e 150 tra milizie-‐guerriglieri, gruppi separa*s* e gruppi anarchici coinvol*) Pun* Caldi: Afghanistan (guerra contro i militan* islamici), Birmania-‐Myanmar (guerra contro i gruppi ribelli), Filippine (guerra contro i militan* islamici), Pakistan (guerra contro i militan* islamici), Thailandia (colpo di Stato dell’esercito Maggio 2014)
AFRICA: (27 Sta* e 188 tra milizie-‐guerrigliere, gruppi separa*s* e gruppi anarchici coinvol*) Pun* Caldi: Egi&o (guerra contro militan* islamici ramo Stato Islamico), Libia (guerra civile in corso), Mali (scontri tra esercito e gruppi ribelli), Nigeria (guerra contro i militan* islamici), Repubblica Centrafricana (spesso avvengono scontri arma* tra musulmani e cris*ani), Repubblica Democra*ca del Congo (guerra contro i gruppi ribelli), Somalia (guerra contro i militan* islamici di al-‐Shabaab), Sudan (guerra contro i gruppi ribelli nel Darfur), Sud Sudan (guerra civile)
EUROPA: (9 Sta* e 75 tra milizie-‐guerriglieri, gruppi separa*s* e gruppi anarchici coinvol*) Pun* Caldi: Cecenia (guerra contro i militan* islamici), Daghestan (guerra contro i militan* islamici), Ucraina (Secessione dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk e dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk)
MEDIO ORIENTE: (8 Sta* e 225 tra milizie-‐guerriglieri, gruppi separa*s* e gruppi anarchici coinvol*) Pun* Caldi: Iraq (guerra contro i militan* islamici dello Stato Islamico), Israele (guerra contro i militan* islamici nella Striscia di Gaza), Siria (guerra civile), Yemen (guerra contro e tra i militan* islamici)
AMERICHE: (5 Sta* e 25 tra cartelli della droga, milizie-‐guerrigliere, gruppi separa*s* e gruppi anarchici coinvol*) Pun* Caldi: Colombia (guerra contro i gruppi ribelli), Messico (guerra contro i gruppi del narcotraffico)
TOTALE: Totale degli Sta* coinvol* nelle guerre 65 Totale Milizie-‐guerriglieri e gruppi separa*s* coinvol* 665
ArKcolo 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Sta*, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la gius*zia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
COSTITUZIONE ITALIANA
Nata alla fine degli anni ’80 all’insegna della «trasparenza» e della «corre&ezza», dopo ven*cinque anni la legge n. 185 del 9 luglio del 1990 sul commercio delle armi all’estero è diventata l’esa&o opposto. Le regole non vengono rispe&ate, il traffico delle armi dall’Italia ormai è totalmente fuori controllo e le autorizzazioni sono spesso difficili da controllare. I mo*vi sono molteplici, tra gli interessi della ricca lobby delle armi italiana fino alle banche che incassano ingen* guadagni dall’intermediazione delle vendite. È questo il filo condu&ore per capire la relazione che la Rete Italiana per il Disarmo ha presentato il 9 luglio a Roma. Si tra&a del primo bilancio di un quarto di secolo di esportazioni
dell’industria armiera italiana, tra le numero uno al mondo. Analisi che perme&e di vedere come gli ul*mi governi non abbiano fa&o altro che aggirare possibili modifiche alla norma*va, lasciando tu&o inalterato.
E NOI?
Dopo la prima reazione, cosa ci resta? Cosa fare?
Conoscere i faY, informarci per capire, farci un’opinione personale per avere un giudizio nostro della realtà, essere consapevoli delle nostre reazioni, di come ci interpella tu&o ciò,
cambiare nel quo*diano i nostri comportamen*
perché
se iniziamo da noi, cambia il mondo intero!
"Non lasciamo che tanta malvagità vinca. Spe1a a noi essere migliori, spe1a noi vivere la vita che queste viLme innocen5 sognavano, ma non saranno più in grado di vivere”.
(Isobel, sopravvissuta)
"Per l'uomo che mi ha rassicurato tu1o il tempo mentre era a terra, per le persone che ci hanno aperto le porte per accoglierci, per tuL coloro che hanno aiutato la nostra fuga, per quelli che mi
hanno comprato ves55 nuovi, togliendomi di dosso quelli sporchi sporchi di sangue. Tu1o questo mi fa credere che questo mondo ha
il potenziale per essere migliore".
(Isobel, sopravvissuta)
per approfondire Franco Cardini: "Ecco chi finanzia il Califfato”, h&p://m.espresso.repubblica.it/plus/ar*coli/2015/06/29/news/ecco-‐chi-‐finanzia-‐il-‐califfato-‐1.219189?ref=twhe
Parigi: il branco di lupi, lo Stato Islamico e quello che possiamo fare, h&p://www.limesonline.com/parigi-‐il-‐branco-‐di-‐lupi-‐lo-‐stato-‐islamico-‐e-‐quello-‐che-‐possiamo-‐fare/87990
Domenico Quirico: «Ecco perché l’Occidente non capisce l’Islam guerriero e la realtà dell’Isis», h&p://www.lasicilia.it/ar*colo/domenico-‐quirico-‐ecco-‐perch-‐l-‐occidente-‐non-‐capisce-‐l-‐isis?mobile_detect_caching_notmobile&mobile_detect_caching_no&ablet