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sentenza 25 maggio 1993 (causa C-18/92); Pres. Kakouris, Avv. gen. Gulman (concl. conf.); SAChaussures Bally c. Regno del BelgioSource: Il Foro Italiano, Vol. 117, PARTE QUARTA: GIURISPRUDENZA COMUNITARIA ESTRANIERA (1994), pp. 343/344-347/348Published by: Societa Editrice Il Foro Italiano ARLStable URL: http://www.jstor.org/stable/23189292 .
Accessed: 28/06/2014 18:45
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PARTE QUARTA
si, senza peraltro indicare le norme specifiche del trattato che
costituiscono attuazione di tali principi nel settore della con
correnza.
10. - Pertanto, in considerazione degli argomenti rispettiva mente dedotti dalle parti nonché della discussione svoltasi di
nanzi alla corte e al fine di fornire al giudice di rinvio elementi utili di risposta, occorre procedere all'esame del divieto di ri
vendita sottocosto sotto il profilo della libera circolazione delle
merci.
11. - Ai termini dell'art. 30 del trattato, sono vietate fra gli Stati membri le restrizioni quantitative all'importazione nonché
ogni misura di effetto equivalente. Secondo costante giurispru denza, costituisce misura di effetto equivalente ad una restrizio
ne quantitativa qualsiasi misura che possa ostacolare, diretta
mente o indirettamente, in atto o in potenza, gli scambi com
merciali intracomunitari.
12. - Va rilevato che una normativa nazionale che vieti in
termini generali la rivendita sottocosto non mira a disciplinare gli scambi di merci tra gli Stati membri.
13. - È pur vero che una siffatta normativa, laddove impedi sce agli operatori di avvalersi di un metodo di promozione com
merciale, è atta a restringere il volume delle vendite e, conse
guentemente, il volume delle vendite dei prodotti provenienti da altri Stati membri. Ci si deve tuttavia domandare se tale
eventualità sia sufficiente per qualificare la normativa di cui
trattasi come misura di effetto equivalente ad una restrizione
quantitativa all'importazione. 14. - Considerato che gli operatori economici invocano sem
pre più frequentemente l'art. 30 del trattato al fine di contesta
re qualsiasi normativa che, pur non riguardando i prodotti pro venienti da altri Stati membri, produca l'effetto di limitare la
loro libertà commerciale, la corte reputa necessario riesaminare
e precisare la propria giurisprudenza in materia.
15. - Si deve ricordare al riguardo che, secondo la giurispru denza Cassis de Dijon (sentenza 20 febbraio 1979, causa 120/78,
Rewe-Zentral, Racc. pag. 649; Foro it., 1981, IV, 290) costitui scono misure di effetto equivalente, vietate dall'art. 30, gli osta
coli alla libera circolazione delle merci derivanti, in assenza di
armonizzazione delle legislazioni, dall'assoggettamento delle merci
provenienti da altri Stati membri, in cui siano legalmente fab
bricate e immesse in commercio, a norme che dettino requisiti ai quali le merci stesse devono rispondere (quali quelle riguar danti la denominazione, la forma, le dimensioni, il peso, la com
posizione, la presentazione l'etichettatura, o il confezionamen
to), anche qualora tali norme siano indistintamente applicabili a tutti i prodotti, laddove tale assoggettamento non risulti giu stificato da finalità di interesse generale tali da prevalere sulle
esigenze della libera circolazione delle merci. 16. - Peraltro, si deve ritenere, contrariamente a quanto sino
ad ora statuito, che non può costituire ostacolo diretto o indi
retto, in atto o in potenza, agli scambi commerciali tra gli Stati membri ai sensi della giurisprudenza Dassonville (sentenza 11
luglio 1974, causa 8/74, Racc. pag. 837; Foro it., 1975, IV, 15), l'assoggettamento di prodotti provenienti da altri Stati mem bri a disposizioni nazionali che limitino o vietino talune modali tà di vendita, sempreché tali disposizioni valgano nei confronti di tutti gli operatori interessati che svolgano la propria attività sul territorio nazionale e sempreché incidano in egual misura, tanto sotto il profilo giuridico quanto sotto quello sostanziale, sullo smercio dei prodotti sia nazionali sia provenienti da altri Stati membri.
17. - Infatti, ove tali requisiti siano soddisfatti, l'applicazione di normative di tal genere alla vendita di prodotti provenienti da un altro Stato membro e rispondenti alle norme stabilite da tale Stato non costituisce elemento atto ad impedire l'accesso di tali prodotti al mercato o ad ostacolarlo in misura maggiore rispetto all'ostacolo rappresentato per i prodotti nazionali. Nor mative siffatte esulano, quindi, dalla sfera di applicazione del l'art. 30 del trattato.
18. - La questione sollevata dal giudice nazionale va dunque risolta affermando che l'art. 30 del trattato Cee deve essere in
terpretato nel senso che non trova applicazione nei confronti di una normativa di uno Stato membro che vieti in via generale la rivendita sottocosto. (Omissis)
Per questi motivi, la corte, pronunciandosi sulle questioni sot
topostele dal Tribunal de grande instance di Strasburgo con or dinanze 27 giugno 1991, dichiara:
L'art. 30 del trattato Cee deve essere interpretato nel senso che non trova applicazione nei confronti di una normativa di uno Stato membro che vieti in via generale la rivendita sottocosto.
Il Foro Italiano — 1994.
CORTE DI GIUSTIZIA DELLE COMUNITÀ EUROPEE; sen tenza 25 maggio 1993 (causa C-18/92); Pres. Kakouris, Avv.
gen. Gulman (conci, conf.); SA Chaussures Bally c. Regno del Belgio.
Unione europea — Cee — Imposta sul valore aggiunto — Sesta
direttiva Iva — Acquisti effettuati con carta di credito — Ba
se imponibile — Commissione trattenuta dalla società emit
tente — Inclusione (Trattato Cee, art. 177; direttiva 17 mag
gio 1977 n. 77/388/Cee del Consiglio, in materia di armoniz zazione delle legislazioni degli Stati membri relative alle imposte sulla cifra di affari - Sistema comune di imposta sul valore
aggiunto:-base imponibile uniforme, art. 11).
L'art. 11, A, par. 1, lett. a), sesta direttiva del consiglio del
17 maggio 1977, in materia di armonizzazione delle legisla zioni degli Stati membri relative alle imposte sulla cifra d'af
fari - sistema comune di imposta sul valore aggiunto: base
imponibile uniforme, deve essere interpretato nel senso che, nel caso in cui, nell'ambito di un'operazione di compravendi ta, il prezzo della merce sia pagato dal compratore con carta
di credito e versato al venditore dall'ente emittente della stes
sa carta di credito, previa ritenuta di una percentuale a titolo
di commissione remunerativa della prestazione di servizi da
parte di quest'ultimo al fornitore della merce, tale ritenuta
deve essere compresa nella base imponibile della tassa che
il fornitore, quale soggetto passivo, deve versare al fisco. (1)
(1) I. - La Corte di giustizia interviene ancora una volta a fornire l'esatta interpretazione del precetto normativo di cui all'art. 11, lett.
A, par. 1, lett. a), sesta direttiva Iva, secondo il quale, in ordine alle forniture di beni e alle prestazioni di servizi soggetti a tale imposta, deve intendersi per base imponibile «tutto ciò che costituisce il corri
spettivo versato o da versare al fornitore o al prestatore per tali opera zioni da parte dell'acquirente, del destinatario o di un terzo, comprese le sovvenzioni direttamente connesse con il prezzo di tali operazioni».
Nella fattispecie esaminata, la questione interpretativa rimessa in via
pregiudiziale alla Corte di giustizia mirava a stabilire se — nel caso di acquisto effettuato a mezzo di carta di credito — la commissione dovuta dai fornitori alle società emittenti la carta dovesse essere o meno
ricompresa nella nozione di "corrispettivo versato" dall'acquirente, an che alla luce di quanto previsto dall'art. 11, par. 3, lett. c), della diretti va considerata, secondo il quale «non vanno comprese nella base impo nibile (. . .) le somme ricevute da un soggetto passivo da parte dell'ac
quirente o del destinatario in rimborso delle spese sostenute in nome e per conto di questi ultimi e che figurano nella sua contabilità tra i conti provvisori (. . .)».
Sul punto specifico non si rinvengono precedenti nella giurisprudenza della Corte di giustizia; in argomento, v. Corte giust. 23 novembre 1988, causa 230/87, Race., 1988, 6365, secondo la quale «l'imponibile di una cessione di beni ai sensi dell'art. 11, lett. A, n. 1, sub a), della sesta direttiva 77/388 è costituito da tutto ciò che è ricevuto in diretta con nessione con la cessione e ne rappresenta la contropartita» (nel caso di specie, la questione interpretativa rimessa alla corte concerneva l'in dividuazione della base imponibile ai fini Iva nei confronti di un grossi sta che ceda beni ad un dettagliante per una somma inferiore a quella per la quale cede gli stessi beni destinati alla vendita al pubblico, a fronte dell'impegno dello stesso dettagliante di usare i beni come incen tivo per un terzo affinché organizzi una riunione durante la quale il
dettagliante può vendere al pubblico altri beni del grossista; la corte si è pronunciata nel senso che la base imponibile dovesse essere «costi tuita dalla somma del corrispettivo pecuniario e del valore del servizio reso dal dettagliante, che consiste nell'usare l'incentivo per assicurarsi i servizi del terzo o ricompensarlo; il valore di tale servizio deve essere considerato pari alla differenza tra il prezzo effettivamente pagato per l'incentivo e il prezzo corrente di vendita all'ingrosso dello stesso»); analogamente, v. sent. 5 febbraio 1981, causa 154/80, Foro it., 1982, IV, 99, con nota di richiami, la quale, pur riguardando l'interpretazio ne delle disposizioni della seconda direttiva Iva (direttiva del consiglio 11 aprile 1967 n. 67/228/Cee, in materia di armonizzazione delle legis lazioni degli Stati membri relative alle imposte sulla cifra d'affari. Strut tura e modalità di applicazione del sistema comune d'imposta sul valo re aggiunto), secondo una certa giurisprudenza della corte (sent. 8 mar zo 1988, causa 102/86, id., Rep. 1989, voce Valore aggiunto (imposta), n. 88), può essere, in ogni caso, presa come punto di riferimento, con siderata la finalità legislativa comune delle due direttive.
Di recente, sull'interpretazione dell'art. 11, lett. A, n. 1, sub a), sesta direttiva, v. Corte giust. 2 giugno 1994, causa C-33/93, inedita, nella
quale si legge che «la base imponibile dell'articolo che un venditore fornisce a titolo gratuito ad una persona che si presenti come una nuo va cliente potenziale o presenti un'altra persona in tale qualità è diversa dalla base imponibile dei beni acquistati presso lo stesso venditore dalla nuova cliente e corrisponde al prezzo d'acquisto pagato dal venditore per detto articolo».
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GIURISPRUDENZA COMUNITARIA E STRANIERA
1. - Par jugement du 10 janvier 1992, parvenu à la Cour
le 23 janvier suivant, le tribunal de première instance de Bruxel
les a posé, en vertu de l'article 177 du traité Cee, deux que stions préjudicielles relatives à l'interprétation de la directive
77/388/Cee du Conseil, du 17 mai 1977, en matière d'harmoni
sation des législations des Etats membres relatives aux taxes sur
le chiffre d'affaires - Système commun de taxe sur la valeur
ajoutée: assiette uniforme (JO L 145, p. 1, ci-après «sixième
directive»). 2. - Ces questions ont été soulevées dans le cadre d'un litige
qui oppose la société SA Chaussures Bally (ci-après «Bally») à l'Etat belge, au sujet de la restitution des sommes payées par
Bally à l'Etat belge au titre de l'imposition de la taxe sur la
valeur ajoutée (ci-après «TVA»). 3. - Il résulte du jugement de renvoi que Bally, qui commer
cialise des chaussures portant la marque du mème nom, se fait
payer par ses clients le prix de leurs achats soit en liquide, soit
en chèque, soit par carte de crédit. Pour ce dernier cas, Bally a conclu avec divers émetteurs de cartes de crédit des conven
tions qui prévoient que lorsque le client, titulaire de la carte
de crédit, achète un bien en utilisant ladite carte, l'émetteur
de la carte rembourse au fornisseur de la marchandise le prix
de cette dernière, après avoir retenu une commission, générale ment de l'ordre de 5%, sur les paiements.
4. - Bally, qui est assujettie à la TVA conformément à l'arti
cle 4 du code belge sur la TVA, avait des doutes sur la question
de savoir si elle était redevable de la taxe sur le montant net
qu'elle pergoit des émetteurs de cartes de crédit, après déduc
tion de la commission retenue par eux, ou sur le montant brut,
à savoir le prix du bien avant déduction de ladite commission.
Toutefois, Bally a toujours acquitté la TVA sur le montant net
jusqu'à l'année 1988, lorsque, suite à un contròie fiscal portant
sur les années précédentes en remontant jusqu'à 1984, le con
tróleur de l'inspection spéciale des impòts, ayant procédé à une
régularisation pour les années 1984 à 1987, a décidé que «les
commissions ne sont pas déductibles du prix pour le calcul de
la base imposable» et a exigé de Bally une somme supplémen taire de 2.206.000 FB au titre de la TVA, majorée d'amendes
fiscales et d'intérèts.
5. - Bally, après avoir acquitté ce montant sous réserve et
effectuant à partir de l'année 1989 le paiement de la TVA sur
le montant brut, a introduit un recours devant le tribunal de
première instance de Bruxelles en demandant la restitution de
Sulla individuazione della base imponibile ai fini Iva nel caso in cui
l'importo riscosso dal cedente sia ridotto in virtù dell'applicazione di
uno sconto goduto dal cliente (in tale ipotesi, peraltro, giusta quanto
previsto dall'art. 11, A, par. 3, lett. b, sesta direttiva, a tenore del
quale «non vanno compresi nella base imponibile ... i ribassi e le ridu
zioni di prezzo concessi all'acquirente o al destinatario della prestazione ed acquisiti al momento in cui si compie l'operazione» — non sembra
esservi dubbio che l'abbuono accordato al compratore non entra a com
porre la base imponibile), v. Corte giust. 27 marzo 1990, causa 126/88,
id., Rep. 1992, voce Comunità europee, n. 531.
Per ciò che concerne la facoltà di deroga alla normativa comunitaria
in tema di base imponibile, prevista dall'art. 27 sesta direttiva Iva, v.
Corte giust. 12 luglio 1988, cause riunite 138-139/86, Race., 1988, 3937.
II. - La normativa italiana in materia di determinazione della base
imponibile si rinviene negli art. 13 e 14 d.p.r. 26 ottobre 1972 n. 633,
(per ciò che concerne gli elementi che non vanno inclusi nel computo della base imponibile, v. art. 15 d.p.r. n. 633 cit.), in forza dei quali «la base imponibile delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi
è costituita dall'ammontare complessivo dei corrispettivi dovuti al ce
dente o prestatore secondo le condizioni contrattuali, compresi gli oneri
e le spese inerenti all'esecuzione e i debiti o altri oneri verso terzi accol
lati al cessionario o al committente, aumentato delle integrazioni diret
tamente connesse con i corrispettivi dovuti da altri soggetti». Sull'applicazione dell'art. 13 d.p.r. 633/72, si è presentata all'atten
zione della giurisprudenza nazionale un problema in parte assimilabile
a quello di cui in massima e relativo alla computabilità dello sconto
sul prezzo dei medicinali (imposto alle case produttrici e venditrici dal
l'art. 4 1. 4 agosto 1955 n. 692, modificato dall'art. 32 d.l. 26 ottobre
1970 n. 745, convertito nella 1. 18 dicembre 1970 n. 1034; la 1. 692/55
in seguito è stata abrogata dal d.l. 4 maggio 1977 n. 187, convertito
con modificazioni nella 1. 11 luglio 1977 n. 395) nella base imponibile
dell'imposta sul valore aggiunto, dubitandosi se tale sconto, in quanto non equiparabile ad un vero e proprio sconto commerciale, riducesse
o meno il corrispettivo imponibile della vendita; in argomento, v., da
ultimo, Cass. 1° giugno 1991, n. 6207, Foro it., Rep. 1991, voce Valore
aggiunto (imposta), n. 158 e, per esteso, in Riv. dir. trib., 1994, II,
57, con nota di Fedele, Gli «sconti» sui prezzi che realizzano prestazio ni imposte e l'Iva, ad avviso della quale «lo sconto a carico delle case
farmaceutiche a favore degli enti mutualistici (. . .) costitui
II Foro Italiano — 1994.
toute somme pergue, à son avis, illégalement dans le cadre de
l'imposition de la TVA, majorée des intérèts légaux ainsi que des dommages et intérèts.
6. - Le tribunal de première instance de Bruxelles, estimant
que l'issue du litige dépendait de l'interprétation de la sixième
directive, a, par jugement contradictoire avant dire droite, du
10 janvier 1992, décidé de surseoir à statuer et de poser à la
Cour les questions préjudicielles suivantes:
«1° Artide 11, 1°, a) de la directive:
Dans le cadre d'une opération de vente dont le paiement est
effectué par carte de crédit, ne doit-on pas considérer que la
contrepartie obtenue par le commergant affilié pour la livraison
d'un bien de la part de l'organisme de crédit se limite au seul
montant per?u de cet orgànisme par le commergant affilié?
ou
2° Artide 11, 3°, c) de la sixième directive: Le montant de la commission ou escompte retenu par l'orga
nisme émetteur sur le prix affiché doit-il ètre considéré comme
un remboursement des frais exposés pour le compte du com
mer?ant affilié afin de lui garantir un paiement sécurisé et, à
ce titre, ne pas faire partie de la base d'imposition par applica
tion de l'article 11, 3°, c) de la sixième directive?». 7. - Pour un plus ampie exposé de la réglementation commu
nautaire, des faits du litige au principal, du déroulement de la
procédure ainsi que des observations écrites prèsentées à la Cour,
11 est renvoyé au rapport d'audience. Ces éléments du dossier
ne sont repris ci-dessous que dans la mesure nécessaire au rai
sonnement de la Cour.
Sur le contexte factuel et juridique
8. - Pour répondre utilement au problème d'interprétation
soulevé par les questions posées il faut le circonscrire à la lu
mière du contexte factuel et juridique résultant des constata
tions de la juridiction nationale.
9. - Il résulte du dossier transmis à la Cour que, lorsque l'a
cheteur paye le prix de la marchandise au moyen d'une carte
de crédit, l'on se trouve en présence de deux transactions: d'une
part, la vente de la marchandise par le fournisseur, lequel cal
cule dans le prix global exigé aussi la TVA qui sera payée par
l'acheteur en tant que consommateur final et pergue par le four
nisseur pour le compte du fise, et, d'autre part, la prestation
sce una prestazione patrimoniale assimilabile ad una imposizione tribu
taria e, come tale, non incide, ai fini della determinazione (. . .) della
base imponibile, sul corrispettivo di vendita dei medicinali, in relazione
al quale esso sconto è disposto». III. - Sulla questione della base imponibile nel caso di acquisti effet
tuati con carta di credito, non si rinvengono precedenti nella giurispru denza nazionale o nelle istruzioni ministeriali: sotto altro profilo —
relativo alla imponibilità delle commissioni dovute alle società emittenti
la carta di credito — v. min. fin., ris. 27 febbraio 1973, n. 526929, Dir. e pratica trib., 1973, I, 634 e nota 28 febbraio 1980, n. 368825,
id., 1980, I, 769, entrambe nel senso di considerare imponibili tali prov
vigioni; contro, min. fin., circ. 18 dicembre 1987, n. 82/322072, Corrie
re trib., 1988, 66, che, sul rilievo che detta commissione presenta «un
nesso preminente con la prestazione di garanzia di cui fruisce l'esercizio
convenzionato e costituisce la remunerazione del rischio derivante dal
l'eventuale insolvenza del cliente finanziato tramite la carta di credito», ha dichiarato la stessa esente dall'Iva, in forza di quanto disposto dal
l'art. 10, 1° comma, n. 1, secondo il quale «sono esenti dall'imposta
(. . .) le operazioni di credito e di finanziamento, compresi lo sconto
di crediti, cambiali o assegni, le fideiussioni o altre malleverie, le dila
zioni-di pagamento (. . .)»; nello stesso senso, v. anche min. fin., ris.
15 aprile 1991, n. 470034, Dir. e pratica trib., 1991, I, 1511.
In giurisprudenza, v. Comm. trib. centrale 13 febbraio 1993, n. 984,
Foro it., Rep. 1993, voce cit., nn. 238, 239, e, per esteso, in Fisco,
1993, 9163, con nota di Borri, secondo la quale sia le quote annual
mente versate dai soci al fine di ottenere la carta di credito, sia lo scon
to concesso all'istituto emittente la carta di credito dagli esercizi con
venzionati (ovverosia la commissione da questi corrisposta) rappresen tano operazioni di credito esenti dall'Iva ai sensi dell'art. 10 d.p.r. 633/72.
In dottrina, sempre in tema di disciplina Iva sulle carte di credito,
v. Berliri - Astolfi, Carte di credito: problematiche agli effetti dell'I
va, in Giur. imp., 1992, 853, spec. 856, i quali concordano sulla esen
zione delle commissioni dovute dagli esercizi commerciali; diversamen
te, v. Gatto, L'utilizzazione della carta di credito - Profili fiscali, in
Fisco, 1984, 5215, spec. 5217, per il quale le commissioni in questione, in quanto classificabili tra le prestazioni indicate dall'art. 3, 1° comma,
d.p.r. 633/72, sarebbero elettivamente attratte alla sfera del tributo.
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PARTE QUARTA
de services au fournisseur par l'émitteur de la carte. Cette der
nière prestation a pour objet la garantie de paiement de la mar
chandise dont l'achat avait été effectué au moyen de la carte, la promotion des affaires du fournisseur par la possibilité d'ac
quérir une nouvelle clientèle, la publicité éventuellement faite
en faveur du fournisseur ou un autre objet quelconque. 10. - Il résulte également du dossier que la seconde transac
tion ci-dessus est exonérée de la TVA en Belgique, conformé
ment à l'article 13 B, sous d), de la sixième directive, lequel
permet aux Etats membres d'exonérer, parmi d'autres, certai
nes opérations relatives à l'octroi, la négociation de crédits, la
gestion de crédits effectuée par celui qui les a octroyés, la négo ciation et la prise en charge d'engagements, de cautionnements
et d'autres suretés et garanties.
Sur la première question
11.- Par la première question, la juridiction nationale pose en substance le problème de savoir si l'article 11 A, paragraphe
1, sous a), de la sixième directive, doit ètre interprété en ce
sens que au cas où, dans le cadre d'une opération de vente, le prix de la marchandise est payé par l'acheteur au moyen d'u
ne carte de crédit et versé au fournisseur par l'émetteur de la
carte, après retenue d'un pourcentage comme commission ré
munérant une prestation de service de ce dernier au fournisseur
de la marchandise, cette retenue doit ètre comprise dans la base
d'imposition de la taxe que le fournisseur assujetti doit rem
bourser au fise.
12. - Selon l'article 11 A, paragraphe 1, sous a), de la sixième
directive, la base d'imposition à l'intérieur du pays est consti
tuée pour les livraisons de biens par tout ce qui constitue la
contrepartie obtenue ou à obtenir par le fournisseur de la part de l'acheteur, du preneur ou d'un tiers. Cette disposition a,
donc, pour objet d'harmoniser, ainsi qu'il résulte du neuvième
considérant de la sixième directive, la base d'imposition. 13. - Bally fait observer qu'en cas de paiement par carte de
crédit la contrepartie qui sert à déterminer la base d'imposition devrait ètre constituée par le montant net réellement per?u par le fournisseur, après déduction de la commission retenue par l'émetteur de la carte, parce que, s'il en étati autrement, le four
nisseur qui se fait verser par l'émetteur de la carte un montant
inférieur à la totalité du prix, supporterait ainsi indument les
conséquences de l'exemption de la TVA accordée en Belgique aux émetteurs de la carte.
14. - Cette argumentation ne saurait ètre accueillie. En effet, l'harmonisation visée par l'article 11 A, paragraphe 1, sous a), de la sixième directive, ne saurait atteindre son objectif, lorsque la base d'imposition est variable selon qu'il s'agit de calculer
la TVA qui sera supportée par le consommateur final ou de
déterminer le montant à rembourser au fise par l'assujetti. Il
s'ensuit que lorsque le fournisseur a calculé sur la totalité du
prix la TVA à acquitter par l'acheteur en vue de la percevoir
pour le compte du fise, c'est la mème base d'imposition qui doit ètre prise en considération pour déterminer le montant cor
respondant de la TVA que le fournisseur en tant qu'assujetti remboursera au fise.
15. - Bally relève également que ce n'est pas le fournisseur
qui, contraint pour des raisons de concurrence d'accepter le paie ment par carte, est le bénéficiaire d'un service quelconque, de
la part de l'émetteur, mais l'acheteur, titulaire de la carte, et
que le pourcentage sur le prix retenu par l'émetteur de la carte
ne constitue pas la contrepartie d'un service rendu au fournis
seur par l'émetteur.
16. - Il y a lieu de relever à cet égard que le fait que l'ache
teur n'a pas payé le prix convenu directement au fournisseur, mais par l'intermédiaire de l'émetteur de la carte, qui a retenu
un pourcentage calculé sur le prix, ne saurait modifier la base
d'imposition. En effet, cette retenue effectuée par l'émetteur
de la carte constitue la contrepartie d'un service qui est offert
par ce dernier au fournisseur. Ce service fait l'objet d'une tran
saction indépendante à l'égard de laquelle l'acheteur est un tiers.
17. - Il y a lieu d'ajouter que les modalités de paiement utili
sées dans les relations entre acheteur et fournisseur ne sauraient
modifier la base d'imposition. En effet, le paiement de la con
trepartie pour la livraison de biens peut ètre effectué, selon l'ar
ticle 11 A, paragraphe 1, sous a), non seulement par l'acheteur
mais aussi par un tiers, en l'occurrence l'émetteur de la carte.
18. - Par conséquent, il y a lieu de répondre à la première
question que l'article 11 A, paragraphe 1, sous a), de la sixième
directive, doit ètre interprété en ce sens que, au cas où, dans
le cadre d'une opération de vente, le prix de la marchandise
Il Foro Italiano — 1994.
est payé par l'acheteur au moyen d'une carte de crédit et versé
au fournisseur par l'émetteur de la carte, après retenue d'un
pourcentage comme commission rémunérant une prestation de
service de ce dernier au fournisseur de la marchandise, cette
retenue doit ètre comprise dans la base d'imposition de la taxe
que le fournisseur assujetti doit rembourser au fise.
Sur la seconde question
19. - Par la seconde question la juridiction nationale deman
de en substance une interprétation de l'article 11 A, paragraphe
3, sous c), de la sixième directive, qui lui serait utile dans I'hy
pothèse où le pourcentage retenu par l'émetteur de la carte con
stituerait au sens de cette disposition des frais exposés par l'é
metteur au nom ou pour le compte du fournisseur.
20. - Il y a lieu de relever à cet égard que l'hypothèse sur
laquelle est fondée cette question est contredite par les constata
tions de la juridiction nationale sur la base desquelles cette der
nière a posé la première question. 21. - Dans ces conditions, il n'y a pas lieu de répondre à
la seconde question. (Omissis) Par ces motifs, la Cour (sixième chambre), statuant sur la
question à elle soumise par le tribunal de première instance de
Bruxelles, par jugement du 10 janvier 1992, dit pour droit:
L'article 11 A, paragraphe 1, sous a), de la sixième directive, doit ètre interprété en ce sens que, au cas où, dans le cadre
d'une opération de vente, le prix de la marchandise est payè
par l'acheteur au moyen d'une carte de crédit et versé au four
nisseur par l'émetteur de la carte, aprés retenue d'un pourcen
tage comme commission rémunérant une prestation de service
de ce dernier au fournisseur de la marchandise, cette retenue
doit ètre comprise dans la base d'imposition de la taxe que le
fournisseur assujetti doit rembourser au fise.
LEGISLAZIONE DELL'UNIONE EUROPEA
(aprile-maggio 1994)
Generalità
Unione europea
Decisione dei rappresentanti dei governi degli Stati membri delle Co munità europee del 24 marzo 1994 n. 94/271/Ce, Euratom, relativa alla consultazione e alla comunicazione dei documenti d'archivio con cernenti i negoziati dei trattati di Roma, i negoziati della Comunità
politica europea ed il comitato interinale per il Mercato comune e l'Eu ratom (G.U. 7 maggio 1994, L 117, 29).
Comunità europea
Cittadinanza
Decisione del parlamento europeo del 9 marzo 1994 n. 94/262/Ceca, Ce, Euratom, sullo statuto e le condizioni generali per l'esercizio delle funzioni del mediatore (G.U. 4 maggio 1994, L 113, 15).
Circolazione delle persone
Diritto di stabilimento e prestazione dei servizi
Direttiva del parlamento europeo e del consiglio del 30 maggio 1994 n. 94/18/Ce, che modifica la direttiva 80/390/Cee per il coordinamen to delle condizioni di redazione, controllo e diffusione del prospetto da pubblicare per l'ammissione di valori mobiliari alla quotazione uffi ciale di una borsa valori per quanto riguarda l'obbligo di pubblicazione del prospetto (G.U. 31 maggio 1994, L 135, 1).
Direttiva del parlamento europeo e del consiglio del 30 maggio 1994 n. 94/19/Ce, relativa ai sistemi di garanzia dei depositi (G.U. 31 mag gio 1994 L 135, 5).
Trasporti
Decisione della commissione del 27 aprile 1994 n. 94/291/Ce, relati va ad un procedimento di applicazione del regolamento (Cee) n. 2408/92 del consiglio [caso VII/Ama/II/93 - Tat - Parigi (Orly) - Londra] (G.U. 19 maggio 1994, L 127, 22).
Decisione della commissione del 27 aprile 1994 n. 94/290/Ce, relati va ad un procedimento di applicazione del regolamento (Cee) n. 2408/92 del consiglio [caso VII/Ama/II/93 - Tat - Parigi (Orly) - Marsiglia e
Parigi (Orly) - Tolosa] (G.U. 19 maggio 1994, L 127, 32).
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