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Gentle Care
nella rete dei servizi
P.A.Bonati
Modena, 21 settembre 2006
Centro distrettuale disturbi cognitivi di Reggio Emilia
Lo scenario attuale
Assistenza OspedalieraSistema della degenzialità• Alto costo• Fase acuta della patologia
e ad alta complessità diagnostica
• Criterio della intensività delle cure e delle procedure diagnostiche
Assistenza territorialeSistema della residenzialità• Minor costo• Maggiore attenzione alla
persona• Fase cronica della
patologia con necessità di monitoraggio
• Assistenza, prevenzione, riabilitazione
• Estensività delle cure e dei percorsi clinico assistenziali
Estensività e Intensività delle cure
INTENSIVITÀ•Modello : olistico•Oggetto : evento malattia•Strategia : attesa dell’evento, orientata alla malattia, attraversoprocedure clinico-diagnostiche•Erogazione di Prestazionie interventi (to cure)•Obiettivo : cura dell’acuzie
ESTENSIVITÀ•Modello : bio-psico-sociale•Oggetto : vita della persone (salute, eventi morbosi, condizioni, ecc.)•Strategia : medicina di opportunità e di iniziativa, person oriented•Erogazione di processiassistenziali di tutela dellasalute e prevenzione (to care)•Obiettivo : risposta ai bisogni socio-sanitari
I limiti
• Scarsa integrazione/comunicazione tra i due sistemi
• Carenza di opzioni assistenziali tra il domicilio del paziente e l’OSPEDALE che possano rendere flessibile la risposta ai bisogni
• Elevata RIGIDITÀ del sistema nel suo complesso
I limiti
• Mentre sta aumentando la richiesta di risposte ai bisogni delle patologie cronico-degenerative, il sistema assistenziale nel suo complesso dà sostanzialmente una risposta ancora di tipo ospedalocentrico
Percorso integrato paziente affetto da Malattia di Alzheimer
Associazione non-profitConcentrazione attività
domiciliare
Associazioni dei FamiliariGruppi di sostegno alle famiglie
Coordinamento attività informative
RSAAttivazione posti letto dedicati
Programmazione ricoveri di sollievo
OspedaleConcentrazione dimissioni
protetteGestione evento acuto
Programmazione ricoveri di sollievo
Assistenza Domiciliare(individuazione intensità
assistenziale)Attivazione attori
Centro DiurnoIndividuazione figure responsabili
del caso e delle attività
Unità di Valutazione DistrettualePresa in carico del paziente
(su segnalazione del medico di Medicina Generale)Definizione percorso terapeutico-riabilitativo
Definizione percorso assistenziale
Il concetto di salute nell’Alzheimer
Equilibrio dinamico all'interno Equilibrio dinamico all'interno delladella persona tra soma, persona tra soma, psiche e spirito e all'esterno della persona tra so ggetto e psiche e spirito e all'esterno della persona tra so ggetto e ambienteambiente
L’obiettivo non è quello di mantenere il DA in buona salute, L’obiettivo non è quello di mantenere il DA in buona salute, ma di ricercare sempre il miglior bilancio di salute possibile, ma di ricercare sempre il miglior bilancio di salute possibile, adeguandolo all’evoluzione della malattiaadeguandolo all’evoluzione della malattia
La La costruzionecostruzione dell’ambiente per i soggetti parzialmente dell’ambiente per i soggetti parzialmente autosufficienti affetti da demenza, infatti, possiede la stessa autosufficienti affetti da demenza, infatti, possiede la stessa dignità scientifica della terapia farmacologicadignità scientifica della terapia farmacologica
Il trattamento del demente: aspetti principali
• Stabilire e mantenere una alleanza con il paziente e con la famiglia
• Fornire interventi riabilitativi e psicosociali specifici• Utilizzare farmaci attivi sul declino cognitivo• Trattare i sintomi non cognitivi• Valutare e trattare le patologie co-occorrenti• Prevenire e trattare le complicanze• Definire un piano complessivo di trattamento
mod.da A Bianchetti, M Trabucchi: Alzheimer’s Disease. S Govoni, CL Bolis, M Trabucchi. Dementias. Springer Verlag Ed, 1999
Problemi che possono derivare da una gestione inadeguata delpaziente demente
• Inadeguatezze nella sfera affettiva,sociale e lavorativa
• Rapporto ambivalente nei confronti delmalato
• Riorganizzazione poco funzionale
A Modena la ricorrenza del 21 settembre A Modena la ricorrenza del 21 settembre vuole essere un momento coinvolgente di vuole essere un momento coinvolgente di
incontro in cui vengono presentate incontro in cui vengono presentate innovazioni e soluzioni assistenziali innovazioni e soluzioni assistenziali
in grado di valorizzare la casa come sede in grado di valorizzare la casa come sede più qualificata per offrire più qualificata per offrire
le migliori cure ed un adeguato sostegno al le migliori cure ed un adeguato sostegno al malato ed ai suoi famigliarimalato ed ai suoi famigliari
Il metodo GENTLECARE di Moyra Jones è un sistema di cura della persona affetta da demenza, elaborato da una terapista canadese, Moyra Jones, che persegue l’obiettivo del benessere attraverso un approccio protesico.
Il sistema protesico che promuove è un metodo assistenziale per
• ottimizzare le funzionalità dei pazienti dementi per un periodo più lungo, • compensare le disfunzioni causate dalla malattia • salvaguardare la salute della famiglia e del personale addetto all’assistenza.
•Il metodo GENTLECARE mira a creare un adattamento ambientale tra le persone affette da demenza e lo spazio fisico, i programmi e le persone significative con cui il malato deve interagire.
•L’archetipo dell’ambiente protesico è la casa, spazio nel quale ognuno si sente protetto e nel quale si muove a proprio agio. Lo spazio è il più possibile privato e flessibile, perché deve seguire il modificarsi del quadro clinico e comportamentale della persona malata.
Uno spazio protesico è inoltre chiaro, significativo ed accessibile in ogni sua parte, perché si vuole permettere alla persona di muoversi liberamente sia all’interno che all’esterno.
In GENTLECARE si sostiene inoltre la persona con una protesi, ( un supporto che si dà tramite una semplice attività) analizzata e studiata a seconda delle esigenze e dei bisogni della persona.
L’obiettivo principale è il benessere della persona che curiamo, e a noi spetta di far accettare la persona cosi com’è, facendo ricordare la persona com’era, con la sua storia precedente ma non perduta, di persona viva e sociale.
Filosofia del modello “Gentle Care”:
• Le persone affette da demenza fanno parte di un sistema dinamico per cui ogni intervento deve tenere conto del contesto in cui è realizzato
• L’attenzione è rivolta ad un adattamento dell’ambiente organizzato in cui si deve muovere il malato
Il personale e i famigliari devono:
• identificare gli elementi di stress nell’ambiente del malato (e della famiglia) e sviluppare metodi e programmi efficaci e creativi per rendere la vita di questi pazienti più confortevole
• capire chiaramente i processi e le implicazioni cliniche delle demenze progressive
• Integrare attività quotidiane con programmi utili e stimolanti che sfruttano le residue capacità del malato per sviluppare schemi assistenziali efficaci.
•Suggerire tecniche di comunicazione.
• Programmare sostenendo e concentrandosi sull’autocura, sulla comunicazione, sull’intimità, sul relax, sulla riduzione dello stress, sulla competenza e sulle regole della vita passata
La formula gentle care
conosci la persona,la sua patologia,in che stadio di malattia si trova
calcola il deficit determinato dal suo comportamento
sviluppa l’intervento protesico (sia esso sulla persona o sull’ambiente)
Risultati:
miglioramento della funzione
riduzione dei comportamenti catastroficimiglioramento della comunicazione e della socializzazionemiglioramento delle ADLriduzione della incontinenza
miglioramento della qualità di vita dei famigliari
aumentata partecipazioneattitudini, stili di vita più salutarimigliore capacità di sostenere i diritti del proprio familiare
aumento della soddisfazione dello staff
minore incidenza di traumiriduzione delle assenze dal lavoromiglioramento dell’efficienza e del morale
Modello assistenziale “a rete”Modello assistenziale “a rete”
ospedaleospedale
Servizio SocialeServizio Sociale
(Serv. Ass. Domiciliare del Comune), Assegno di cura , Serv. Ass. Domiciliare del Comune), Assegno di cura , Serv. Infermieristico DomiciliareServ. Infermieristico Domiciliare
Nuclei di Cure PrimarieNuclei di Cure PrimarieMMG, AS, IPMMG, AS, IP
Strutture: Case Protette,Strutture: Case Protette,Centri Diurni, Nucleo Centri Diurni, Nucleo
AlzheimerAlzheimer
Consultorio per Consultorio per le Demenzele Demenze
Volontariato, famigliaVolontariato, famiglia
Fabbo A.,2006
WORKS IN PROGRESS OF A SPECIAL CARE UNITS FOR
DEMENTIA:
STATE OF THE ART OF FIVE YEARS OF CLINICAL RESULTS
Piero Angelo Bonati, Federica Aleotti, Giovanni Miselli
Affective, Behavior and Cognitive Disorders in the Ederly
ABCDE
Bologna 15.06.2006
Centro Distrettuale Disturbi Cognitivi di Reggio Emilia
SESSO F (n = 34) 41%M (n = 49) 59%
ETA’ (range 57-96)
80.7 + 8.17
STATO CIVILE (CEL/NUB) (CONIUGATI)
(VEDOVI)
8.4 %47 %
44.6 %
SCOLARITA’ 6.3 + 4.12 (71.1% < 5)
CAREGIVER (CONIUGE)
(FIGLIO) (ALTRO)
26.5 %65.1 % 8.4 %
PROVENIENZA (OSPEDALE) (DOMICILIO) (RSA) (CASA PROTETTA) (CENTRO DIURNO) (ALTRO)
7.2 %67.5 %7.2 %13.2 %3.6 %1.3 %4 %
GIORNI DI DEGENZA (range 8-397)
119 + 72(<100gg 55.3 %
>100gg 44.7 %)
confronto BPSD/distress T0-T30-DIM (n=83)
13
21
5
19
48
6
0
10
20
30
40
50
60
NPI ing. (09-118) NPI T30 (1-63) NPI dim .(0-46)
freq x grav (p 0,000)
distress (p 0,000)
Centro Distrettuale Disturbi Cognitivi
di Reggio Emilia
valutazione BPSD/distress ingresso (n=83) (NPI-UCLA II)
4 4
7
3
4
0
5
1
5
6
7
3
2 2
3
1
2
0
2
1
2 2
3
1
012
3456
78
deliri
allucinazio
niag
itazio
ne
dep/disf
ansia
eufor
ia /esalt
apatia/in
diffdisin
ibizio
ne
att .mot.a
berr. sonno
appeti t o
freq.x grav
distress
Centro Distrettuale Disturbi Cognitivi
di Reggio Emilia
confronto BPSD ingresso/T30/dimissione (n=83)
0
2
4
6
8
10
12
deliri **
allucin
azioni **
agitazio
ne **dep/dis
f **
ansia **
euforia/e
salt*
apatia/in
diff **
disinibiz ione**
att.mot.ab
err.**
sonn o **
**p. <0,001- *p.<0,05- §p.<0,01
ingresso
T 30
dimisione
Centro Distrettuale Disturbi Cognitivi
di Reggio Emilia
Area funzionale cfr ingresso/dimisione (n=83)
14,7
12,2
22,1
12,2
15,9
17,9 18,219,4
14,6
0
5
10
15
20
25
BANSS ** PPT 28 ** MNA * TINETTI ** NORTON P.S.
** p.<0.001- *p.<0,01
ing
dim
Centro Distrettuale Disturbi Cognitivi
di Reggio Emilia
Autosufficienza (BINAH) cfr ingresso/dimissione (p. <0,001) (n=83)
347
401
320 330 340 350 360 370 380 390 400 410
ing
dim
Centro Distrettuale Disturbi Cognitivi
di Reggio Emilia
Stress del caregiver (Relative Stress Scale)(n=48)
0
1621
47
32
84
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
assente-lieve moderato grave
%
ing %dim %
Centro Distrettuale Disturbi Cognitivi
di Reggio Emilia
provenienza all'ingresso (n=83)
71,1%
12,0%
1,2%
14,4%1,2%
Domicilio
CP Privata
Altro
CP CONV.
RSA + H
Centro Distrettuale Disturbi Cognitivi
di Reggio Emilia
destino alla dimissione (n=79)
54,4%
21,5%
6,3%
10,1%7,6%
Domicilio
CP Privata
Deceduto
CP CONV.
RSA + H
Centro Distrettuale Disturbi Cognitivi
di Reggio Emilia