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PRIMAVERA 2009

Date post: 08-Mar-2016
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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme La primavera comincia con il primo fiore, l’amore con il primo sogno Primavera 2009 Foto Antonio Albergati
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Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme Primavera 2009 Insieme in cammino La primavera comincia con il primo fiore, l’amore con il primo sogno Foto Antonio Albergati
Transcript

Bollettino parrocchiale Aldeno - Cimone - Garniga Terme

Primavera 2009

Insieme in cammino

La primavera comincia con il primo fiore,

l’amore con il primo sogno

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l’ind

ice L’editoriale

La gratitudine radice del ben-essere!di Don Daniele PAGINA 3

Lettera del vescovoLettera per la Quaresima

PAGINA 4

Capitelli e affreschiI capitelli del Gatter, Aldeno e Cimone

a cura della redazione PAGINE 5-6

Il Sinodo dei vescoviLa Parola di Dio

di Sandro Bisesti PAGINE 7-8

I nostri consacratiDon Giampietro Baldo

a cura della redazione PAGINE 9-10-11

Aprite le porteSessant’anni di diritti

a cura della redazione PAGINE 12-13

I battezzati delle parrocchiePAGINA 14

Il battesimoCome chiamarli

di Andrea Castelli PAGINA 15

L’intervistaIntervista tripla ai nostri medici

a cura della redazione PAGINE 16-17-18

Bollettino juniorAl.ci.ga., giochi, concorso a premi

PAGINE 19-20-21-22

Volare unitiL’associazione di Garniga Terme

a cura di Riccardo Tomasi PAGINE 23-24

News dal mondoNews dal mondo cristiano

a cura della redazione PAGINA 25

Pensieri della tradizione cristianaI vizi capitali: l’invidia

PAGINA 26

La vignettaLa Quaresima e ritrovare Dio

PAGINA 27

Il carnevale in parrocchiaFoto e curiosità

PAGINE 28-29

La Sacra ScritturaGiuditta, chi era costei?

PAGINE 30-31

Le lettere Risponde Don Bruno Tomasi

PAGINE 32-33

Approfondimento

A proposito di... 8 marzoPAGINE 34-35

I nostri defuntiPAGINE 36-37

I campeggiProposte estate 2009

PAGINA 38

AnniversariNovanta e più...

PAGINA 39

Gli orariPAGINA 40

Insieme in camminoRedazione: Giovanna Frizzi, Giorgia Giaimo, Elisabetta Giovannini, Maura Mazzurana, don Daniele Morandini, Marco Moratelli, Barbara Scarpa.

Hanno collaborato a questo numero:Sandro Bisesti, Andrea Castelli, Riccardo Tomasi, don Bruno Tomasi, don Valerio Bottura. Stampa: Grafiche Dalpiaz - Ravina

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La gratidudine,radice del ben-essere!

«Gratitudine» viene dal latino gratia, ed è l'atteggia-mento che nasce dalla consapevolezza di aver rice-vuto qualcosa gratuitamente, e l'essere grato è la

manifestazione di tale stato d'animo.Essere grati significa esplicitare ciò che si vive interiormente difronte ad un beneficio ricevuto. Per questo motivo i Salmi invi-tano a rendere grazie con il canto, con azioni, con doni, un po'come fanno gli amanti che continuano a dirsi quanto sono bellinon per una questione di complimenti, ma perché il diletto èincompleto finché non viene espresso.Una ricerca svolta dalla Oxford University di New York sul-l'importanza della gratitudine ha fatto emergere che essere grati aiuta ad affrontaresituazioni difficili e a mantenersi in buona salute anche dal punto di vista psicologi-co e mentale. Le persone che sanno «dire grazie» tendono ad esser felici.Questi studi insistono nel sottolineare che il «benessere» di una persona raramentedipende da fattori puramente esteriori ed appariscenti, quali i luoghi comuni dellaproposta consumistica: età, sesso, status sociale, beni materiali, celebrità, etc. Moltopiù spesso dipende invece da fattori più complessi ed interiori come la predisposizio-ne alla «gratitudine».Forse non è strano che sentirsi grati per un bene o un particolare favore ricevuto

porti a uno stato d'animo di gioia e contentezza; ciòche merita di essere sottolineato è che questo portaanche a vivere la vita con più soddisfazione, incremen-tando l'umore di fondo.Ma perché la gratitudine contribuisce a favorire la con-tentezza del vivere?La sua caratteristica è quella di conferire un tratto dibontà alle cose e alle persone, «tutte le cose e le perso-ne sembrano migliori quando sono viste come doni».Non intendo dilungarmi oltre e, dopo quest'introdu-zione, vorrei passare al dunque: grazie a tutte le perso-ne dei nostri paesi che impegnano il loro tempo per glialtri, grazie a tutti quelli che mi vogliono bene e me lodimostrano, grazie per l'accoglienza che in queste par-rocchie mi avete riservato in questi miei primi cinqueanni, grazie a tutti quelli che quotidianamente capisco-no e perdonano i miei errori e miei limiti. Grazie a tuttivoi perché rendete la mia vita più bella.

don Daniele vostro parroco

l’editoriale di don Daniele

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Lettera per la Quaresimadell’ Arcivescovo

Cari Parroci, Fratelli e Sorelle nella fede,Con il Mercoledì delle Ceneri, è iniziatoun “cammino di più intenso allenamen-

to spirituale” .Tale definizione suona partico-larmente opportuna per la nostra Chiesa trenti-na, che in quest’anno pastorale vuole evitare dilasciarsi travolgere dall’affanno delle cose, pertornare invece alla sorgente stessa della vita cri-stiana, “é tempo per scoprire che il cuore dellafede è la relazione con il Signore Gesù”. Glistrumenti che rendono possibile il camminoquaresimale attingono alla sapienza biblica edappartengono alla tradizione secolare dellaChiesa:- la preghiera, tanto personale che familiare e comunitaria.Il recente Sinodo dei vescovi ci ha raccomandato di nutrirla con la lettura dellaBibbia. Incominciamo con uno dei quattro Vangeli! In Quaresima, inoltre, vi invitoad attuare la proposta assunta a livello diocesano con 3 incontri seguendo la testimo-nianza di S. Paolo.- il digiuno, è “un’arma spirituale per lottare contro ogni eventuale attaccamentodisordinato a noi stessi”. E’ una pratica consolidata da lunga esperienza e finalizzataad aiutarci a crescere mortificando il nostro egoismo; diventa ancor più attuale comestile di vita nel contesto di crisi economica che stiamo attraversando: ci educa allasobrietà, rendendoci più liberi di fronte alle bevande (anche per una sana reazione aitroppi abusi dell’alcol), alla varietà del cibo, al denaro e alle tante realtà accessoriedalle quali a volte diventiamo dipendenti, impoverendo l’unità della nostra persona.Ognuno scelga una forma, accanto a quelle richieste dalla Chiesa.- la carità: la preghiera ed il digiuno ci aiutano a prendere coscienza e a farci caricodella situazione in cui vivono tanti nostri fratelli e sorelle, sia vicini che lontani. Senzaridurre la carità al suo aspetto materiale, ciascuno di noi in questo tempo santo siadisposto a condividere con generosità: apriamo il cuore alle necessità di qualchefamiglia bisognosa, che forse abita sulla nostra stessa scala, senza dimenticare i popo-li fra i quali operano i nostri missionari.Vi accompagno con la mia benedizione ed il mio affetto paterno, mentre vi salutocon le parole dell’Apostolo: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasforma-tevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradi-to e perfetto” (Lettera ai Romani 12, 2).

+Luigi Bressan Arcivescovo

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Il capitello del Gatter, di Aldenoe la Madonnina di Cimone

Ecco altri capitelli e atti votivi. Le foto che li rappresentano consentono di sco-prire la fantasia e la varietà della produzione umana. Con questa pubblicazio-ne vi presentiamo il capitello realizzato in località Gatter a Garniga Terme, la

piccola nicchia a Cimone che ospita una statuadella Madonna e il recente capitello realizzato adAldeno all’inizio della vecchia strada per Garniga.Se i residenti ‘storici’ ricordano un capitello inlocalità Gatter demolito nel 1954 per far postoall’allargamento della sede stradale ed eretto nellontano 1894 per volontà testamentaria diAntonio Tomedi dal Gatter sul terreno di suaproprietà, dedicato a S. Antonio da Padova, econtenente l’effige in tela del santo, tutti possonosostare e vedere il capitello che attualmente sitrova nella amena frazione del paese. Si tratta diuna struttura in muratura visibile da tutti coloroche scelgono di raggiungere la località o che pro-seguono verso Rocal e alla Malga Albi (o verso laCima Verde sul sentiero 630).La struttura in muratura suggerisce un recenterestauro che neha portato alla

completa intona-catura di un vivo color giallo; al suo interno è statoaccolto e trova degno ricovero un crocefisso ligneoe una formella raffigurante il volto del Cristo.Attualmente è curato dalla famiglia Nicolodi che il05.09.2004 ha fatto apporre una piccola targa al suointerno in cui è impresso il salmo 16 1: “proteggimi oDio in te mi rifugio”.Spostandosi a Cimone vi sarà capitato di notare,percorrendo la strada provinciale, una piccola nic-chia incastonata nella roccia sporgente dove ècustodita una statua dell’Immacolata. Non è facilenotare detto manufatto in quanto si confonde per-fettamente con la roccia anche a causa della retemetallica che lo racchiude. Solo lo sguardo attento(non certo di transita in macchina!) consente discorgere tale piccola nicchia e di riservarvi qualche

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Il capitello del Gatter

La Madonnina a Cimone

capitelli, edicole e cappelle dei nostri paesia cura della redazione

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minuto di attenzione. L’epoca e le ragionidella sua erezione sono facilmente ipotizzabi-li. La costruzione della strada costrinse allademolizione di parte della roccia che in queltratto sporge in modo evidente e portò allarealizzazione in quel tratto di una strada conscarsa visibilità: quindi si pensò bene di impe-trare protezione contro possibili cadute dimassi e a protezione dei veicoli e di chi vi ètrasportato.Ci permettiamo di dire che un po’ di colorenon guasterebbe e renderebbe questo attovotivo più visibile e maggiormente apprezza-to!!!L’ultimo capitello di questa rubrica è di recen-te realizzazione. Si trova ad Aldeno all’imboc-co della vecchia strada che porta a Garniga.Realizzato completamente in legno, il croce-

fisso vi è stato collocato nell’autunno del 2007 ed è stato poi presentato alla popola-zione di Aldeno nella primavera scorsa in occasione della recita del rosario del mesedi Maggio. Ai piedi del Cristo una frase invita a riflettere sulla straordinarietà di ciòche ci è presentato: “non aver fretta, fermati e prega”.Tutti, anche solo per pochi istanti, siamo invitati a contemplare il mistero che vi èrappresentato.

Il capitello di Aldeno

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IL PRESEPIOCome la sinfoniaha bisogno di ogni nota,

Come il libro ha bisogno di ogni parola,

Come la casa ha bisogno di ogni pietra,Come l’oceano ha bisogno

di ogni goccia d’acqua,Come la messe ha bisogno

di ogni chicco di grano,L’umanità intera ha bisogno di te,

là, dove sei, unico, e dunque insostituibile!

I cacciatori di Aldeno hanno allestito nella grotta naturalein località Forni il presepe. Lo si può visitare partendodalla località Pianezze con una camminata di circa mezz’o-ra seguendo le indicazioni poste lungo la strada forestale.

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Il Sinodo dei vescovi «La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa»

Nello scorso ottobre, a Roma, si è tenuto il sinodo dei Vescovi sul tema: “Laparola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”. Non c’è stata granderisonanza sulla stampa se non per il fatto che per sette giorni, in televisione,

si è letta in continuazione la Bibbia e altrettanta tiepidezza nelle comunità cristiane,nonostante il tema della Parola si collochi dentro l’entità ecclesiale e vi sia dovere diannuncio. Probabilmente a molti sta sfuggendo la singolare centralità che la Chiesacattolica va assumendo sul tema della Scrittura, per secoli appannaggio universalmen-te riconosciuto alle Chiese protestanti. Assistiamo alla redazione di una quantità ditesti magisteriali: molto pochi fra il concilio di Trento e il ConcilioVaticano I, diventano, invece, decine e decine fra l’enciclica“Providentissimus Deus” di Leone XIII (1893) e oggi; ad unrinnovamento liturgico del Vaticano II, il quale ha dato nelrito cattolico uno spazio non paragonabile al precedentealla proclamazione della Parola; e ad una significativa diffu-sione di una pratica come la “lectio divina”, oltre ad unaqualità degli studi esegetici anche di riscontro sociologico.L’uso della Scrittura nella vita personale del credente e nellapratica pastorale della Chiesa è ancora inferiore a quantosarebbe auspicabile e necessario. L’affermazione è tornatacon forte insistenza in moltissimi interventi. La “Dei verbum”esorta a fare della parola di Dio non solo l’anima della teolo-gia, ma anche l’anima dell’intera pastorale, della vita e dellamissione della Chiesa (...) Il Sinodo raccomanda di incremen-tare la “pastorale biblica” non in giustapposizione con altre forme della pastorale, macome animazione biblica dell’intera pastorale”. (Proposizione n. 30).Anche in un contesto dove il vissuto di fede si afferma in modo sempre più privato

e libero dalle regole e dai vincoli dell’appartenenza,la Bibbia si afferma come capace di strutturare unavera esperienza religiosa.Il commento e l’esegesi trovano un banco di provanella liturgia e nella “lectio”, ma chiedono un di piùdi riflessione sul versante della catechesi e dellaconnessione fra Parola e sacramento dentro lacelebrazione eucaristica.I Vescovi sinodali si sono molto occupati di ome-

lia, di commenti alla Scrittura, di celebrazioni della Parola, del ciclo di letture delprimo e secondo Testamento e del ruolo dell’Ufficio di lettura per i preti, ma ancheper i laici. Vi hanno dedicato alcune delle proposizioni finali (come i nn. 15, 16 e 19).La pastorale conciliare ha visto emergere la “lectio divina” come strumento prezioso.Il Sinodo la conferma in una proposizione specifica: «Il Sinodo propone che si esor-

il Sinodo dei vescoviA

cura di Sandro Bisesti

Rotolo della Sacra Scrittura

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tino tutti i fedeli, compresi i giovani, ad avvicinarsi alle Scritture per mezzo di una“lettura orante” e assidua, in modo tale che il dialogo con Dio divenga realtà quoti-diana del popolo di Dio”. (Proposizionen.22) Il riferimento a maestri riconosciu-ti, alle diversità di metodi, al legame con itesti liturgici e allo sbocco caritativo siconclude con l’affermazione: “consape-voli della larga diffusione della lectio divi-na e di metodi analoghi i padri sinodali vivedono un vero segno di speranza e inco-raggiano tutti i responsabili ecclesiali amoltiplicare gli sforzi in questo senso”.(Proposizione n. 22 e confronta ilMessaggio finale al n. 9).Infine un ultima annotazione: la letturadella Bibbia è coinvolgente e piena disorprese perché si incontra una persona, il Cristo, Gesù il figlio del Dio vivente, nonè solo l’uomo che vuole ascoltare Dio, ma è soprattutto Dio che vuole parlare all’uo-mo.“Non credo - è il cardinal Martini a ricordarcelo - che sia possibile attraversare inden-ni questo deserto spirituale che è il mondo occidentale contemporaneo, se il cristia-no oggi – molto più che il cristiano di venti, trenta, cinquanta anni fa – non si nutredel gusto personale per la Parola di Dio” o come ha affermato Giovanni Paolo II“nutrirci della Parola per essere servi della Parola nell’impegno dell’evangelizzazione:questa è sicuramente una priorità per la Chiesa all’inizio del nuovo millennio”.

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nodo

dei

ves

covi

Festa del Ringraziamento - Benedizione dei mezzi agricoli

San Rocco pellegrino Chiesa di Cimone

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Don Giampietro BaldoOffre una bella testimonianza dellapropria vita dedicata al sacerdozio

Don Giampietro Baldo ci offre unabella testimonianza della propriavita dedicata al sacerdozio.

Alle domande che gli sono state rivolte harisposto con parole che ancora non hannoperso l’incanto... oltre a denotare un gransenso pratico.

Quando scrive della sua vocazione le parole vanno alla mamma (deceduta il mesescorso) che forte di una gran fede, dopo aver perso due figli, visse la nascita del pic-colo Giampietro come qualcosa di speciale: «lei era così contenta che mi ha chiamatoGiampietro, perché Giovanni e Pietro nel quadro dell’Ultima cena erano accanto a Gesù. Sta a me,nella vita, fare la sintesi: diventare Gesù».La vocazione per don Giampietro «è un progetto di Dio per farci altri Lui. Certo che per farela sintesi bisogna essere aiutati: in famiglia, nella comunità parrocchiale, l’esempio di qualche sacer-dote».A tal proposito ricorda che «sono entrato in Seminario in quinta elementare e alla fine dell’an-no mi avevano già spedito a casa, perché non sapevo a memoria le domande di religione. E sapetechi mi ha salvato? La mia mamma, sempre lei, da ragazzina era andata a servire da un dottoredi Povo e lì accompagnava in chiesa un bambino che faceva il chierichetto. Dopo vari anni questochierichetto era diventato prete ed era vicerettore in seminario e così per amicizia e per raccomanda-zione sono rientrato».La sua crescita spirituale e religiosa ladeve poi «ad un cappellano che mi erasimpatico, mi invitava in canonica; in luiavevo intravisto la possibilità di farmiprete».Quando lui entra in seminario e pro-segue gli studi la sua ‘riuscita’ la devealla spiritualità del Movimento deiFocolari che, a dire del rettore,avrebbero salvato il Seminario.La sua prima messa la celebra adAldeno nel 1977, da allora è un pere-grinare di parrocchia in parrocchia;prima collaboratore per 5 anni inClarina, poi parroco 10 anni aScurelle, 9 anni a Folgaria e ora in La prima Santa Messa ad Aldeno di don Giampietro tra

don Rino Rosa a sinistra, e don Giovanni Sandri

i nostri consacrati a cura della redazione

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i Valle di Ledro. Qui si trova acurare 8 parrocchie e a dialo-gare con 6 sindaci. Alledomande di chi gli chiedecome possa gestire una realtàcosì numerosa e variegatarisponde: «E Gesù come faceva?Lui quando era in villaggio guarivagli ammalati, poi passava all’altrasponda e guariva altri…Io nonsono Gesù, ma devo fare come Lui:devo essere amore lì dove sono,senza preoccuparmi del resto.Allora vedo che se vivo nel presente,occupandomi, ma non preoccupan-domi, riesco non solo a far bene ilservizio nelle parrocchie. Il mio compito è quello di essere segno di risurrezione, di custodire ilRisorto in me, di portarlo ad ogni persona, in ogni situazione».Quando chiedo come si sente quando cambia parrocchia dopo tanti anni dice: «misono trovato benissimo in ogni paese e ho lì tanti amici che sento e vedo sempre volentieri. La nostramissione è quella di essere un segno dell’Amore di Gesù, con l’ascolto, la compassione, la condivi-sione di gioie e pianti, l’esperienza di camminare assieme verso Cieli e terre nuove. Allora, essere inun posto o nell’altro non cambia nulla; l’importante è essere sempre nella Luce».E a proposito della vocazione: «il problema non è tanto la vocazione; quella è una chiamatad’amore di Dio, è solo opera Sua. Il difficile è rimanere sempre nella freschezza di questo dono. Ioho scelto di fare vita comune con altri sacerdoti, proprio per sperimentare la comunione, il dialogo,l’ascolto, la reciprocità. Solo allora posso donare ai parrocchiani non solo parole, ma un vissuto».Alla constatazione che i preti sono ormai pochi, don Giampietro non risponde scon-

solato, ma dice: «è anche vero, però io mi sonoaccorto che quando avevo solo una parrocchiamolti servizi li facevo io; ora assisto, con gioia,alla crescita di tanti laici che fanno molto più dime e meglio. Il mio compito è ‘essere l’anima’; lebraccia e le gambe sono loro. E sono bravissi-mi».E spiega la sua idea sul ruolo del preteoggi: «penso che il prete oggi è chiamato ad esse-re un uomo di Dio: uomo del dialogo, della mise-ricordia, della serenità, della gioia. Con lanostra vita dobbiamo mostrare la bellezza delCielo, orizzonti nuovi. Allora non c’è secolariz-zazione che tenga, perché ogni uomo cerca la feli-cità, rapporti nuovi, profondi, l’unità che lega.

Assieme alla sua famiglia, papà Delio,mamma Tullia e il fratello Alberto

Una recente immagine assieme ai nipotini

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Vedo il futuro della Chiesa non drammatico, come qualcuno scrive o ne parla, ma positivo, perchéoggi ci sono molti che vivono una fede matura, in profondità. Conosco persone che forse partecipanoanche poco alla vita della Chiesa, ma vivono il Vangelo ogni giorno anche senza accorgersi. Il nostrocompito di cristiani è mettere in evidenza i segni di risurrezione che oggi ci sono in ogni uomo giàsegnato come ‘immagine‘ di Dio. La vocazione deve essere un frutto di una comunità, dove si speri-menta l’essere famiglia, la bellezza dell’essere capiti, consolati, arricchiti».Quando lo invitiamo a ricordare alcuni episodi cari della sua vita non esita e ricorda:«l’esperienza più forte di quegli anni (anni ‘70) è stato il periodo di 12 mesi trascorsi a Roma, pre-cisamente a Frascati, per una scuola di vita, di comunione fra seminaristi e sacerdoti. Era l’anno1975, eravamo in 100 di 25 nazioni diverse. Lì ho imparato a costruire rapporti di comunione,all’attenzione all’altro, alla collaborazione alla responsabilità» e ancora «a 30 anni sono statoricoverato per la TBC presa insegnando a scuola con la conseguenza che ho perso anche un rene.Però ricordo quel periodo come un momento magico per il rapporto con Dio e con tanti amici».«Ho sempre sperimentato che ogni negatività è già stata pagata da Gesù e noi siamo destinati ancorqui sulla terra a partecipare alla positività della risurrezione. Ci sono delle giornate un po’ stranequando sembra che tutto vada storto; è qui che devo alzare il capo e scoprire non il mio program-ma, ma il disegno di Dio, che è sempre prodigiosamente migliore del mio. È come l’intreccio dei filiin un tappeto: noi lo vediamo sul rovescio, dove fili e nodi fanno una confusione da matti. Io sono ilfilo e devo mettermi nelle mani di Dio, è Lui che progetta il disegno che altri vedranno».E il legame con Aldeno, come lo vive? «purtroppo non ho tenuto i rapporti con il paese. Sonostato sempre di passaggio a trovar la mamma, ma non ho mai coltivato il rapporto con la comuni-tà cristiana di Aldeno. Anche il 25° di sacerdozio l’ho festeggiato solo in Valle di Ledro. Questomi dispiace, perché le radici sono qui, la chiesa del mio battesimo è qui, il mio primo approccio conGesù è stato qui. Mi consola il sapere che si può sempre migliorare e forse ci saranno occasioni perconoscersi meglio e per camminare assieme nell’avventura meravigliosa della fede».Ringraziando don Giampietro per la sua testimonianza, accogliamo le sue parolepiene di fiducia in Dio e nel prossimo.

La prima comunione (anno 1959) con don Luigi Giongo, don Giovanni Sandri, la maestra Adele e il cappellano

i nostri consacrati

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Sessant’anni di diritti universali

Questo articolo non sarà, come quelli precedenti, l'intervista ad una famiglia stra-niera della nostra comunità.Questa volta abbiamo pensato di fermarci, di riflet-tere, di fare il punto della situazione. Cosa non facile, chi scrive non sa esatta-

mente dove vuole arrivare, dove indirizzare il suo pensiero, dove arriveranno le parole.Manca una direzione precisa, ma il punto di partenza c'è ...Il 10 dicembre 1948 l'ONU ha adottato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani:un documento di straordinaria importanza che parla della dignità e del valore di ognipersona e definisce con parole chiare e semplici i diritti di tutti noi. Sono diritti civili epolitici, ma anche economici, sociali e culturali. Sono diritti tutelati a livello individualee collettivo. Spettano a ciascuno, bambino, anziano, uomo o donna che sia.Sempre nello stesso anno l'Italia si dotava della Costituzione in cui sono raccolti e pro-mossi i fondamentali diritti della persona e dove sono stati fissati i valori e le regole dellanostra democrazia.Preambolo della DichiarazioneUniversale dei Diritti Umani: "il ricono-scimento della dignità inerente a tutti imembri della famiglia umana e dei lorodiritti, uguali e inalienabili, costituisce il fon-damento della libertà, della giustizia e dellapace nel mondo".Art. 2 Costituzione Italiana La Repubblicariconosce e garantisce i diritti inviolabili del-l'uomo, sia come singolo sia nelle formazionisociali ove si svolge la sua personalità, erichiede l'adempimento dei doveri inderoga-bili di solidarietà politica, economica e socia-le.

Questi due atti sono il frutto di uno straordinarioperiodo storico in cui tante persone hanno lottato, espesso pagato con la vita, l'impegno contro la guerra,la dittatura e l'oppressione per la libertà e la giustizia.É bene ricordarlo perché quei diritti continuano avenir violati in tante parti del mondo .. anche nelnostro paese.Questi atti promuovono in primo luogo la dignità epoi diritti uguali e inalienabili per tutti. É così ovun-que? Anche nelle nostre comunità di Aldeno, Cimonee Garniga Terme? Ci chiediamo mai se le famiglie stra-niere che hanno deciso di vivere in questi paesi posso-no esercitare questi diritti?Chi sono poi quesi stranieri? Certo li vediamo... Fanno

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la spesa nel negozio del paese, aspettano il loro turno dal medicoaccanto a noi, i loro figli frequentano la scuola e magari uno di loroè compagno di banco del nostro, sono i nostri nuovi vicini dicasa, persone che ogni giorno incrociamo sulla strada ... eppurenon li vediamo veramente.Alcuni di loro ci hanno accolto in casa loro con ospitalità e cihanno raccontato le loro storie con sincerità ed emozione, cihanno rappresentato mondi diversi, di straordinaria bellezza eumanità. Abbiamo conosciuto la sofferenza di tanti di loro chehanno dovuto lasciare la famiglia e il paese alla ricerca dimigliori condizioni di vita.Loro, assieme a tanti altri, sono una realtà che consiglia una rifles-sione su questioni cruciali in tema di convivenza.In concreto cosa possiamo fare? Ci vuole volontà di accogliere da parte di chi riceve evolontà di inserirsi da parte di chi arriva. É un impegno per tutti ma il risultato sarà quel-

lo sperato: integrazione e riduzio-ne dei conflitti tra le culture e lerealtà che vivono su uno stessoterritorio.Certo i problemi sono ancoramolti ma pensiamo in positivo e,richiamando una bella citazionedi Albert Einstein riportata sulcalendario "... è più facile spezza-re un atomo che un pregiudizio"aggiungiamo " è solo più difficile,non impossibile...".E allora ben arrivato a chi vedia-mo fare la spesa, a chi incontria-mo dal dottore e a chi vive accan-to a noi!

Aprite le porte

Il luogo e il progetto della nuova chiesetta chesarà eretta in località Rocal grazie all’impe-gno di Gaudenzio Piffer e di tanti volontari.

Presto il via ai lavoriper la nuova chiesetta

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Il pozzo e la pozzanghera

Un giorno una pozzanghera disse al pozzo vicino a sé: "Che vitainsignificante la mia! Nessuno si accorge di me se non che qual-

che uccellino ogni tanto, per bere un po' d'acqua. Tu invece sei benconosciuto e vengono a te da lontano, ti hanno dato persino unnome".Il pozzo le rispose: "Cara amica mia, è vero che vengono da lontanoe che mi hanno dato un nome, ma non vengono per me, vengono tutti

a prendere l'acqua che laterra mi dona e se nevanno felici per l'acquache possono prendere.Ma a me va bene così,perché in ogni caso li vedo andar via contenti.Ma anche tu non devi lamentarti, perché è veroche non hai un nome ma quando la tua acqua ècalma, riflette lo stupendo azzurro del cielo sullaterra, mentre la mia acqua non ha che buio attor-

no a sé. Pensaci amica mia, ciò che conta sia per me che per te è permettere all'acqua che civiene donata di dissetare chi ne ha bisogno.Tu cara amica, disseti chi non sa più guardare il cielo".

Davide Nardelli30/11/2008

Alice e Alessia Pavanello08/12/2008

Irene Battisti08/12/2008

Mattia Campagna08/12/2008

Luca Enderle08/12/2008

Nicolò Radice08/12/2008

Andrea Ostuni25/01/2009

Stella Turato30/11/2008

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Come chiamarli di Andrea Castelli

Come chiamarlo? «Venerdì» non è un belnome da dare a un bambino, lo ha stabilitola legge. È negativo. Domenica invece, che

certe feste vien voglia di spararsi, va bene? Diconoche potrebbe creare confusione: "Ci vediamo,Venerdì!" "Quando?" "Come Quando?".Effettivamente i nomi strani esistono. Soprattuttostranieri e pescati dal mondo falso e sfavillante deimedia. Ma si controlli sempre, maledizione, l'effet-to che ne scaturisce con l'abbinamento al cogno-me, mi raccomando! Eppure certi genitori"moderni" sembrano non farci caso. Se per esem-pio ad un bebè che di cognome farà Chini, simette nome Bruce, l'effetto "bruschini" è in

agguato, sappiatelo, anche se dà l'idea di uno pulito, che sa di sapone. Immaginate ilsupplizio di questo ragazzo a scuola? "Ehi, Bruce, mi dai una passata alla giacca?".Vorrà chiamarsi Mario. Penso così a quei cognomi caratteristi-ci trentini abbinati a nomi propri stranieri. L'effetto è esila-rante se immagino una Scarlett Cagol, un Brian Leveghio una Charlize Sega… Spero di non offendere nessu-no, ma soprattutto spero non si sia giunti ancora atanto.Sono così belli i nomi italiani, accidenti. Allora: quel-la mamma ligure che voleva chiamare il suo rampolloVenerdì ha dichiarato di non aver letto RobinsonCrusoe. Questo che vuol dire? Giornalisti serpenti, ladomanda era tendenziosa. Sappiamo invece che allafamiglia Totti è stato permesso chiamare col nome di unaboccetta di profumo la bambina. Perché loro sì?Tormentone per i compagni della poverina: "Chanel, mache numero?" Vorrà chiamarsi Maria. I nomi sonospesso condanne: una Serena sempre rabbuiata, tantoper dirne una, non è coerente. Figuriamoci unaChanel con l'alito pesante… la ditta potrebbe farle causa. E così pure, a dispetto dellamamma ligure, è stato permesso alla famiglia Elkann di chiamare Oceano il rampol-lo. Perché loro sì? Altro suppizio, già me lo sento: "Sei Pacifico o Atlantico?". Lui siagiterà e allora tutti rideranno urlando: "Oceano, stai calmo!". È chiaro che il bambi-no una volta cresciuto si farà chiamare Mario. Mario, Luigi, Giuseppe. Che male c'è?

da Questo Trentino nr 17 del dicembre 2008

il battesimo

Mauro

Piffer

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«Carlo Magno» di un autoreAnglosassone

Sport in genere (finchestavo bene e no assoluta-mente calcio)

Mare

Sentimentale

Nessuna

Da sopravvivenza

1 novembre 2007

1 aprile 2006 (scopertadella malattia)

Mauro

Lunelli

55

«Aristotele detective»di Margaret Doody

Ascolto musica di tuttii tipi (Rock, Jazz, ecc)

Mare

Sentimentale, gli horrornon li sopportomi creano ansia.

Milan simpatizzante

Mi arrangio, di famenon dovrei morire

Il giorno della mia laurea

La morte di mio padre

Marco

Giovannini

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«Mondo senza fine»di Ken Follett

Al bar con gli amici

Mare

Meglio un horror

Juventus forever

Sì, me la cavo

La nascita dei miei figliDavide e Andrea

Non ricordo una giornataparticolarmente negativa… buon segno…

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Intervista tripla ai nostri medici «storici»Marco Giovannini Mauro Lunelli Mauro Piffer

a cu

ra d

ella

red

azio

nel’intervista

Nome

Cognome

Età:

L’ultimo libro letto

Hobby

Vacanze al mare o in montagna?

Meglio un horror o un film sentimentale?

Fede calcistica

Sa cucinare?

Il giorno più bello della sua vita

… e il più brutto?

Sicuramente mia moglie Marianna

Il meccanico

Nove

Sincerità e onestà

La semplicità e,ancora, l’onestà

L’impazienza

L’ipertensione

La sfiducia in se stessie negli altri

Senza dubbio analisidel problema

Interessa semprepiù la causa

Mia madre

Sinceramente non saprei,la vita si è incanalata così…

Nove

I rapporti con le persone(L’amicizia se c’è)

Sincerità e generosità

Riservatezza (intesa comeuna certa chiusura,tipica dei montanari)

Dipende dai momenti,spesso sì, ma a voltela gente ha bisogno di sentire più voci,che tra l’altro spesso creano confusione.

Ansia che poi sfociain depressione

La depressione (crea isola-mento, spesso conseguenzadi solitudine)

Senza dubbio analisi

Oggi vuole sapere sicuramente anche la causa, inalcuni casi gravi alcune perso-ne preferiscono non saperenulla per non spaventarsi.

La Madonna

Il mio proverbio dice: «chebello far niente e poi ripo-sare»

10 sicuramente

Rispetto

Il fatto di essere ancorata atradizioni culturali

Pusillanimità (ndr:chi ha poco coraggioe scarsa volontà)

«Senectus ipsa est morbus»(ndr: la vecchiaiain sé è una malattia)

Sclerosi laterale amiotrofica

Analisi del problema

Entrambe le cose, una voltala gente diceva «el me fagapassar el mal» oggi invecedesidera sapere anche per-ché è venuto.

La persona a cui deve di più?

Se non avesse fatto il medico, cosa le sarebbe piaciuto fare?

Quanto ama il suo lavoro da zero a dieci?

Il valore più importante nella vita:

Una caratteristica positiva della gente dei nostri paesi:

… e una negativa:

La gente si fida del medico di famiglia?

La malattia più diffusa oggi nei nostri paesi:

La peggior malattia che si può prendere:

A sintomo corrisponde medicina o analisi del problema?

Al paziente interessa sapere la causa del proprio male o semplicemente essere curato?

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l’intervista

Assolutamente no! Inutile equasi sempre dannosa.

Enorme

Nella vita bisogna fidarsi diqualcuno e nel campo medi-co evitare il «fai da te».

Non ci credo anchese dipende da cosa si inten-de, alcune forme come l’ago-puntura e tutto ciò che fabene alla psiche può servi-re…

Si e spesso c’è un cattivoutilizzo degli stessi

Vivete con meno stress, èimportante non impostarela vita solo sul lavoro perpoi accorgersi che non restanulla.

No, non ha valenzascientifica

Certamente

Siate sereni e curate le amicizie.E se permettete … un piccolorimpianto che vorrei esplicitare:nel recente passato ho avutol’occasione di «liberare» lanostra comunità da un «grande»rompiscatole. Non ce l’ho fatta… Chiedo scusa a tutti per que-sto … (… e ride di gusto …).

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l’int

ervi

sta Medicina alternativa sì o no? E perché?

C’è abuso nell’utilizzo di farmaci oggi?

Un consiglio per chi legge:

L'era difizile vegnir fòr dal me portom dei Canòvi col car de grassa, perchéper rivar 'n la contrada e nar su 'n Piazòla gh 'era squasi 'n scalim de salesà.

E se 'l cargo l'era 'n po' de massa, el bò, pòra bestia, el strussiava na pèl.Lezéla e 'mpareré tanti termini véci del car che no gh 'è pù.

En scalà de grassa di don Valerio Bottura

I destrigava la busa de la cortco' i treva fòr la grassa'ntra 'l tanf e nugole de moscolinida serar le finestre.

Le velude del car le zigolava,e 'l bò l'empizava 'l salesàsul pontiròl coi feria nar fòr de travers dal portomperché no tombassa 'n la ca'la timonela.

E la sil de le rodecol sépi enciodà 'n d'el bòzla pianzeva come de not i spiriti.

E 'mpicà co la tabia al còle la zoncia 'nte i cornil'era impossibol nar enanzicon quel scalà de grassa

anca se 'l basl'era molà a tuta macanìcola.

Ma eco 'nd'en colpfar me fradel en saltsora 'l dental del car,pozar le mam sul culde quela pòra bestiae dirghe soto voze no so cossa.

En la cort no se fiatae qualchedum el prega:pò 'l taca a 'ngobarse,el slonga 'l mus fòr drite, tòlt zo per le gambe da na scossa,el sbregae l'è fòra 'n la contrada.

O brao,anca stavolta el ghe l'à fata.

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AL. CI. GA.Aldeno, Cimone, Garniga Terme

Care bambine, cari bambini,non siete curiosi di conoscere il nome delvincitore del concorso "Il raccolto dellemele" del precedente Bollettino Junior?Eccolo:Nicola Bontempelli (8 anni). Congratulazioni!!! Il nostro piccolo artistavince la maglietta del Bollettino Junior e il DVD… Per aggiudicarsi que-sto ambitissimo premo ha dovuto competere con altri bravissimi artisti:ALDENONicole Innocenti (9 anni), Alice Malfer (8anni), Alessia Degasperi (7 anni),Mariachiara Fausti (8 anni).CIMONEAnna Baldo (7 anni), Silvia Baldo (9 anni),Aaron (9 anni) e Luca (6 anni) Bisesti.Complimenti a tutti! Ecco tutte le opere d'arte del Concorso:

bollettino junior

Silvia Baldo Alice Malfer

Mariachiara Fausti Anna Baldo

Aaron e Luca Bisesti

Nicole Innocenti

Alessia Degasperi

Nicola Bontempelli

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Perché proprio l'uovo?UN PO' DI STORIAL'uovo ha ricoperto da sempre il ruolo di sim-bolo della vita. Già i filosofi egiziani vedevano inesso il fulcro dei quattro elementi dell'universo. Gliisraeliti avevano la consuetudine di portarlo in donoagli amici o lo regalavano a chi festeggiava il compleanno. Gliantichi romani usavano dire: "Omne vivum ex ovo". Anche altre tradizioni pre-cristiane danno per scontato il fatto che la vita nasce dalla prima originaria cel-lula, cioè l'uovo: ad esempio in Cina e in Finlandia tutto deriva dall'uovo d'a-quila.

TRADIZIONE CRISTIANAPer i cristiani acquista anche una simbologia parti-colare: l'uovo non solo è vita, ma rappresenta larinascita della vita dopo la morte. L'uovo per i cri-stiani è un simbolo della resurrezione e nei tempiantichi era un simbolo di fertilità, un dispensatoredi energia, un dono gradito per gli dei, e si usavaanche metterlo nelle tombe per i morti. Durante laquaresima le uova erano vietate, a Pasqua quindi siconsumavano tutte quelle che si erano accumula-

te, ed erano talmente tante che si utilizzavano anche per diversi giochi.All'inizio le uova si coloravano solo di rosso, il

colore del sangue di Cristo. Oggi ven-gono usate le tonalità e le decorazionipiù diverse.

LEGGENDE CRISTIANEUna leggenda narra che MariaMaddalena si presentò all'imperatore Tiberio per regalargli un

uovo dal guscio rosso, testimonianza della Resurrezione di Gesù.Un'altra leggenda di area cattolica narra di come Maria, Madredel Cristo, portò in omaggio a Ponzio Pilato un cesto doratopieno di uova per implorare la liberazione di Suo Figlio. Pilato

disse che ormai non c'era nulla da fare e Lei per il dolore lasciòcadere il canestro con tutte le uova, le quali si dispersero rotolan-do in ogni angolo della Terra.

bolle

ttino

juni

or

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bollettino junior - giochi

Le soluzioni dei giochi saranno pubblicate sul prossimo numero

Quali sono i dieci particolari che rendono differenti questedue scenette, apparentemente uguali?

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Il concorso a premi di questa edizione si intitola "Ricicla la fantasia!"Tempo di Pasqua! Cuoci le uova e non gettare i gusci!Potrebbero diventare un'opera d'arte se riesci ad usaretutta la fantasia di cui sei capace!

Materiale occorrente:- gusci delle uova- colori a tempera- colla vinilica e un pennello- cartoncini coloratiCome devi fare: quando la mamma prepara le uova, ricor-dati di dirle di non buttare i gusci... tienili da parte, lavali

e mettili a pezzetti in diversi contenitori, uno per colore. Come contenitore puoiusare anche quello di plastica o di cartone delle stesse uova. Metti quindi un po' dicolore a tempera in ogni contenitore, scegliendo colori brillanti; mescolali con moltadelicatezza, aggiungendo qualche goccia d'acqua, e lasciali asciugare su un calorifero,al sole o all'aria aperta. Una volta pronte le tesserine colorate, via libera alla fantasia!Procurati un pennello con cui stenderai la colla vinilica… seiora pronto a realizzare bellissimi disegni multicolor: maga-ri, scegli come supporto un cartoncino nero che esalterà labrillantezza dei colori!

Mandaci il tuo lavoro con il tuonome, cognome, età e paese entroil 30 aprile.Il lavoro più originale saràpubblicato e premiato nellaprossima uscita del bollettino! Buon lavoro e buon diverti-mento!

LE SOLUZIONI DEL NUMERO PRECEDENTE

INDOVINELLI IL PAESE DI GESU’

juni

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conc

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L’associazione Volare Uniti

di Garniga Terme

Don Daniele alcuni giorni fa mi ha chiesto diraccontare delle attività del nostro gruppo elo faccio con piacere ed entusiasmo.

Sono RiccardoTomasi, presidente dell'Associazione "Volare Uniti " diGarniga Terme. Alcuni anni fa nel nostro Comune si èfatta sentire l'esigenza di aiutare le persone che vivono inuno stato di difficoltà sia qui che in paesi più lontani.Abbiamo così dato vita ad una Onlus, in grado di gestireed organizzare sia gli aiuti economici che il tempo messoa disposizione per stare più vicini alle persone sole coin-volgendo gli abitanti di Garniga Terme nelle nostre inizia-tive.Molte persone anziane eanche giovani si sonoimpegnati nella realizza-zione di piccoli manufatti

venduti poi ai mercatini; con i fondi raccolti in varie e dif-ferenziate iniziative abbiamo dato il via ai nostri progetti.Ascoltando una richiesta di aiuto della popolazione boli-viana, arrivata attraverso l'amico parroco della "ParroquiaVirgo de la Nieve" abbiamo costruito un "ApojoEscolar"ad El Alto in Bolivia, per recuperare i bambini distrada.El Alto è una città nella città. Situata in periferia di La Paz,sull'altipiano andino sopra i quattromila metri, è una zonadi grande degrado, priva di servizi e di regole: l'assenza di ogni struttura di prima necessi-tà fa sì che tanto la mortalità infantile quanto la delinquenza giovanile siano molto alte.El Alto è abitata da "campesinos" che con le loro famiglie hanno abbandonato la campa-gna per cercare fortuna in città ma che, non avendo opportunità di lavoro, lottano quoti-dianamente per la sopravvivenza e per non lasciarsi "arruolare" dalla malavita.In questa realtà diventa insostituibile la presenza delle parrocchie come punto di riferi-

mento e come centro di assistenza.Padre Fidel, sacerdote boliviano, è il nostro referente edirettore della struttura inaugurata nel settembre 2006denominata "Hogar de niños" (casa dei bambini) dovesono attualmente ospitati una ventina di bambini e bambi-ne, che qui hanno trovato una possibilità di mangiare, distudiare, di imparare. In una sola parola: di vivere. Nelconvitto i ragazzi vengono ospitati gratuitamente. Sonoseguiti da un coordinatore, due educatori ed una cuoca che

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Padre Fidel e i suoi bambini

Padre Fidel e Riccardo Tomasia El Alto

La cuoca boliviana del centro

volare uniti Acura di R

iccardo Tomasi

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vivono a stretto contatto con loro.Nel mese di dicembre, grazie ad un consistente con-tributo economico della SAT di Aldeno, che si èfatta carico di appoggiarci coinvolgendo tutte lesezioni che aderiscono al "Circuito Sat di Corsa inMontagna", abbiamo dato inizio ad un importanteampliamento del progetto in Bolivia acquistandocirca 4000 mq di terreno per realizzare una nuovastruttura; parallelamente stiamo valutando la possi-bilità di rialzare di un piano la struttura esistente perdare più spazio alle attività sociali dei bambini.

Sempre a El Alto stiamo collaborando con Suor Clara per la gestione di una mensa perbambini di strada; da lei comperiamo manufatti confe-zionati dai locali che poi rivendiamo nei nostri mercati-ni.Nel 2008 attraverso don Italo, sacerdote in pensione chevive a Garniga Terme, abbiamo intrapreso un nuovoprogetto. Ci è giunta dal Kenya una richiesta di aiuto daparte di una congregazione religiosa locale, la"Franciscan Sisters of St. Joseph", che si occupa di unascuola per ragazze cieche. La scuola, nel distretto diMeru a nord di Nairobi, ospita una quarantina di ragaz-ze che provengono dalle varie regioni del Kenya; alleragazze viene offerta l'opportunità di rendersi autono-me acquisendo delle competenze specifiche attraversodei corsi triennali. Il centro scolastico necessita di interventi di ristrutturazione per garan-tire l'incolumità delle ragazze e poter essere efficiente.Come Associazione, consapevoli anche delle difficoltà politico - economiche in cui versail Kenya, abbiamo inviato un aiuto e ci siamo impegnati a sostenere le spese fino alla con-clusione dei lavori di riammodernamento.

Permettetemi una considerazione e un grazie a tutte lepersone che ci sostengono nelle iniziative intraprese;quando chiediamo collaborazione ci sentiamo appoggiatisia da singole persone che dagli Enti presenti sul nostroterritorio, non siamo mai soli!I nostri progetti sono piccola cosa se pensiamo a quantesono le situazioni di disagio che affliggono il mondo, ilnostro lavoro è gratifi-cato dai sorrisi di queibambini che, attraversoVolare Uniti, saprannoun giorno anche delTrentino, una minusco-la e lontana regione, di

donne e di uomini forse mai conosciuti ma sempre pre-senti, per i quali l'impegno, la solidarietà, la generositànon sono parole vuote ma valori pieni."Grazie di cuore" per aver ascoltato la nostra voce.

Padre Vito Dominici celebra l’Eucarestia

Padre Vito Dominici con una col-laboratrice del centro

Il centro in Kenya ristrutturato con icontributi di «Volare uniti»

Padre Fidel e suor Clara con una fami-glia Boliviana

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News dal mondo cristianoRussia, Kirill il nuovo patriarcaE’ stato eletto il 01.02.2009 il nuovo patriarca alla guida dellachiesa ortodossa. Il successore di Alessio II patriarca di Mosca edi tutte le Russie è il metropolita di Smolensk e KaliningradKirill, 62 anni.Progrom contro cattolici e protestanti in IndiaLe leggi anticonversione creano violenza.Forse ricorderete i drammatici avvenimenti accaduti in India nell’estate del 2008 quando idalit e i tribali che si sono convertiti alla religione cristiana sono stati violentemente aggre-diti nello stato dell’Orissa nell’India orientale. Più di 600 chiese e luoghi di preghiera sonostati distrutti, scuole e altre istituzioni sono state date alle fiamme, case dei cristiani sonostate saccheggiate e i loro abitanti (almeno 500 secondo i racconti dei profughi mentre ilgoverno minimizza l’accaduto) atrocemente uccisi, alcuni dei quali bruciati vivi o letteral-mente fatti a pezzi, 4000 i cristiani costretti a fuggire dai loro villaggi.A tali violenze ora si aggiunge una nuova occasione di discriminazione della minoranza cri-stiana: i cristiani dell’Orissa non possono votare, sono fuori dalle liste elettorali.

Santa Sede – Cina: nuove nubi all’orizzonte.Il 19 dicembre 2008 si è verificato un fatto particolarmentegrave per la Chiesa cinese: vi è stata la solenne celebrazione del50° anniversario delle ordinazioni episcopali “autonome”. Lacerimonia si è svolta a Pechino alla presenza di circa 45 vesco-vi. Il giudizio espresso dai missionari operanti in Cina è moltosevero; di identico tenore l’intervento del vescovo di HongKong che si è appellato ai vescovi esortandoli a mantenere l’u-nità della chiesa e a resistere alle pressioni del governo cinese.

Israele-Palestina - Il 18 gennaio 2009, dopo quasi un mese (l’offensiva aveva presoinizio il giorno 27 dicembre 2008), l’esercito israeliano ha fatto rientro nei propri confini. Lenotizie che circolano sulle conseguenze di questo blitz sono ancora molto frammentarie enon ricevono conferme ufficiali. Fonti palestinesi parlano di 1330 morti, fonti israeliane,invece, riducono le vittime alla metà e in gran parte appartenenti adHamas e ad altri gruppi terroristici.La situazione della Striscia di Gaza dopo l’operazione Piombo Fusoè questa: più di metà delle strutture del territorio, in gran parte civili,sono state almeno danneggiate. Secondo le ultime stime, gli edificicompletamente distrutti sono almeno 14mila. Circa 90 mila le perso-ne che non hanno più una casa. Le tregue dichiarate unilateralmenteda Israele e Hamas lo scorso 28 gennaio hanno consentito l’aperturaparziale dei valichi della Striscia, e l’ingresso di diverse missioni inter-nazionali che hanno portato aiuti e effettuato valutazioni sulla situa-zione umanitaria. Certo è che, mentre la tregua sembra concretizzar-si, la Striscia di Gaza rivela tutto l’orrore della distruzione subita.

Il nuovo patriarca Kirill

news dal mondo cristiano

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pens

ieri

della

trad

izion

e cr

istia

na I vizi capitali: l’invidia

L’invidia è un sentimento nei confronti di un’altra per-sona o gruppo di persone che possiedono qualcosa(concretamente o metaforicamente) che l’invidioso

non possiede (o che gli manca). Essa si caratterizza come desi-derio ambivalente: di possedere ciò che gli altri possiedono,oppure che gli altri perdano quello che possiedono. Si può con-siderare l’invidia come il peccato «opposto» alla superbia: men-tre la superbia consiste in un’eccessiva considerazione di sé,l’invidia è caratterizzata da una bassa autostima e da una con-cezione esagerata degli ostacoli e delle difficoltà. Spesso, infatti, il soggetto invidioso possiededelle buone qualità che possono anche essere riconosciute, ma non le considera sufficienti e siritiene un incapace.L’invidia può avere radici molto profonde nella personalità di un soggetto. Può essere stata cau-sata da una mancanza di affetto in passato, da un’eccessiva competitività o da dei desideri chesono stati frustrati. Alla base dell’invidia c’è, generalmente, la disistima e l’incapacità di vederele cose e gli altri prescindendo da sè stessi: in questo senso, si può affermare che l’invidioso ègeneralmente frustrato, ossessivo, manipolatore, con pochi scrupoli e talvolta ipocrita.L’invidioso può rivolgere la propria invidia non solo verso oggetti materiali, ma anche versopresunte doti possedute dall’invidiato: per esempio, una particolare avvenenza, intelligenza ocapacità. Può essere interessante tentare di caratterizzare l’invidia rispetto al sesso: l’invidia èpiù maschile o femminile? Non ci sono elementi evidenti per poter affermare che gli uominisiano più invidiosi delle donne o viceversa. Certamente l’invidia è, nella maggior parte dei casi,rivolta verso lo stesso sesso: gli uomini invidiosi lo sono, in genere, di uomini e le donne didonne. E quali sono gli oggetti più comuni dell’invidia? Tra uomini l’invidia verte su aspettieconomici, politici, patrimoniali, professionali, culturali, intellettivi, sessuali e, in generale, sututto ciò che rende un uomo «più potente di un altro». Dal lato femminile, l’invidia, che per isecoli addietro verteva quasi esclusivamente sull’avvenenza e sulla capacità di seduzione, daqualche decennio a questa parte, con il cambiamento del ruolo che la donna riveste nella socie-tà, ha cominciato ad «accostarsi», per molti aspetti, a quella degli uomini.L’invidia è uno dei sette peccati capitali. È considerato il secondo peccato più grave, superatosolo dalla superbia. L’iconografia tradizionale la presenta nell’immagine di una donna vecchia,misera, zoppa e gobba, intenta a strapparsi dei serpenti dai capelli per gettarli contro gli altri.Nel Purgatorio, Dante pone gli invidiosi sul sesto girone. Qui i peccatori sono seduti, gli occhicuciti con del fil di ferro per punirli di aver gioito nel vedere le disgrazie altrui.

Invidiamo gli altri più per quello che hanno che per quello che sono. - Roberto Gervaso

L’invidioso non muore mai una volta sola, ma tante volte quanto l’invidiatovive salutato dal plauso della gente. - Gracián Baltasar

L’invidia è la carie delle ossa - Libro dei Proverbi (Bibbia) 14,30

Il segno più sicuro che si è nati con grandi qualità è l’essere nati senza invidia. - François de La Rochefoucauld

L’invidia è un sentimento che divora chi lo nutre. - Alessandro Morandotti

L’invidia è una terribile fonte di infelicità per moltissima gente. - Bertrand Russell

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la vignetta

Dio: mi presento sono io!

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Pigiama party all’oratorio - sabato

il ca

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cchi

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il carnevale in parrocchia

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Giuditta, chi era costei?

Quanti, durante l’ascolto delle prime letture alla S.Messa, leggendo i quotidiani o nelle comuni con-versazioni, incorrono in nomi della Sacra Scrittura

e devono ammettere di ignorare la loro storia e le loroavventure?Con questa breve rubrica cercheremo di rispondere, senzapretesa alcuna, a tali domande.Per cominciare conosciamo meglio Giuditta, eroina biblicache deve la sua fama soprattutto alle raffigurazioni che neisecoli sono state rivolte alla sua persona e al suo atto dieroismo e che è stata fonte di ispirazione anche letteraria.La storia di Giuditta è narrata nell’omonimo libro dellaBibbia cristiana redatto probabilmente nel II secolo a.C.La storia è ambientata cronologicamente durante il regno diNabucodonosor alle prese con il popolo dei Medi.Conclusa vittoriosamente la prima campagna di guerra, il«Grande re» affida al suo generale Oloferne la campagnad’occidente che doveva estendersi anche sui territori occu-pati dal popolo di Israele, temuto come popolo invincibilese e fino a quando rimaneva fedele al proprio Dio. Gli Ebrei, dopo aver subito

l’assedio degli assiri, sono ridotti alla fame e allasete, e al 36° giorno vorrebbero arrendersi alnemico ma vengono invitati a resistere ancoraper 5 giorni. A questo punto compare sullascena Giuditta, vedova ricca, bella, giovane e diindiscusse virtù.L’autore del libro ce la descrive così: «Giudittaera rimasta nella sua casa in stato di vedovanza ed eranopassati già tre anni e quattro mesi. Si era fatta prepara-re una tenda sul terrazzo della sua casa, si era cinta ifianchi di sacco e portava le vesti delle vedove .. era bellad’aspetto e molto avvenente nella persona; inoltre suomarito Manàsse le aveva lasciato oro e argento, schiavi eschiave, armenti e terreni ed essa era rimasta padrona ditutto. Né alcuno poteva dire una parola maligna a suo

riguardo, perché temeva molto Dio.(Giuditta, 8, 4-7)».Costei, venuta a conoscenza delle intenzioni di resa del popolo di Israele, convo-ca gli anziani, li rimprovera per la loro scarsa fede nel Signore e, ottenuta la fidu-cia dell’adunata, mette in atto il suo piano. Invocata per sé la protezione del Diodi Israele, si veste in modo elegante e sensuale e si presenta ad Oloferne con la

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio,Giuditta che taglia la testa a Oloferne,1597-1600. Roma, Galleria Nazionale diArte Anitica

la S

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Donatello, Giuditta eOloferne 1457 - 1464Firenze, Palazzo Vecchio

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sua serva e con doni, fingendo di essere venuta a tradire i suoi. Condotta alla pre-senza del generale Oloferne viene ben accolta grazie alla propria avvenenza e allanotizia che potrà rivelare i peccati del popolo di Israele grazie ai quali il loro Diosenza dubbio li punirà e li consegnerà al nemico. In questo modo Oloferne potràconquistare Gerusalemme senza sforzo alcuno. Oloferne accetta entusiasta l’of-ferta. Dopo tre giorni Oloferne la invita al suo banchetto, con la chiara intenzio-ne di abusare di lei. Ma quando viene lasciato solo con la donna è perdutamenteubriaco e a questo punto Giuditta può portare a compimento il proprio proposi-to: “Fermatasi presso il divano di lui, disse in cuor suo: «Signore, Dio d’ogni potenza, guardapropizio in quest’ora all’opera delle mie mani per l’esaltazione di Gerusalemme. È venuto ilmomento di pensare alla tua eredità e di far riuscire il mio piano per la rovina dei nemici chesono insorti contro di noi». Avvicinatasi alla colonna del letto che era dalla parte del capo diOloferne, ne staccò la scimitarra di lui; poi, accostatasi al letto, afferrò la testa di lui per la chio-ma e disse: «Dammi forza, Signore Dio d’Israele, in questo momento». E con tutta la forza dicui era capace lo colpì due volte al collo e gli staccò la testa ... poco dopo uscì e consegnò la testadi Oloferne alla sua ancella, la quale la mise nella bisaccia dei viveri e uscirono tutt’e due, secon-do il loro uso, per la preghiera; attraversarono il campo, fecero un giro nella valle, poi salironosul monte verso Betulia e giunsero alle porte della città”. (Giuditta, 13, 4-10). A seguitodella uccisione del loro comandante l’esercito assi-ro, sgomento per la notizia, non riesce nell’impre-sa di conquistare la città di Gerusalemme e ilpopolo ebraico è salvo. Giuditta ricavò dal suoatto eroico grandi onori e anche ricchezze, levò unsalmo di ringraziamento all’Eterno, e visse fino a105 anni, libera e assai rispettata dalla sua gente,rifiutando ogni proposta di nuove nozze.

*** *** ***Perché la cultura e la società arcaiche elevano aderoina una figura di donna bella, libera e ricca(posizione di per sé inquietante), che pungola loscarso coraggio degli uomini della sua comunità aiquali dovrebbe per tradizione essere soggetta?E l’uccisione del generale Oloferne non evoca forse anche la vendetta della donnacontro la violenza del sesso forte?Come ha potuto dunque, un racconto che ribadisce che le armi della donna con-tro il maschio sono quelle tradizionali - la seduzione e l’inganno - avere tanta for-tuna in società patriarcale?Una possibile risposta è quella del “patriottismo”: il racconto ribadisce quindi chele armi femminili - proprio quelle impiegate da Giuditta – divengono positivequando vengono utilizzate a beneficio del gruppo patriarcale di appartenenza. Daqui la promozione di Giuditta a vera e propria eroina del proprio popolo.

Artemisia Gentileschi, Giuditta chedecapita Oloferne, 1620 c.a, Firenze,Galleria degli Uffizi

la Sacra Scrittura

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le le

ttere

Gentilissimo Don Daniele, ho lettocon estremo interesse il Suo ultimo

editoriale "DESTRA o SINISTRA?" evorrei soffermarmi su un passaggiodegno della massima attenzione.Cito testualmente la parte che vorrei sot-toporre al suo esame e a quello dei letto-ri."Nessuna forma di aborto e di eutanasiapuò essere ammessa da chi crede che lavita è un dono ricevuto da Dio e di cuisolo Lui può disporre"Condivido totalmente ciò che Lei sostie-ne ma vorrei discutere la questione euta-nasia.Lei ha pienamente ragione quando affer-ma che la vita è un dono di Dio e chesolo Lui può disporne, ma siamo sicuriche sia la vera Volontà di Dio tenere invita essere umani incapaci di parlare,nutrirsi e muoversi? Non è per caso lavolontà di certi dottori che credono dipoter decidere della vita altrui pur didimostrare a se stessi e al mondo interodi essere in grado di sconfiggere laMorte sostituendosi in questo modo essistessi a Dio?Il confine tra obbligo morale di cura eaccanimento terapeutico è molto sottile.Fino a che limite è lecito spingersi pur di

mantenere in vita (se così può esseredefinita in certi casi) una persona?Non sono favorevole all'eutanasia intesacome somministrazione di farmaci voltiad accellerare la morte di un individuo,ma sarebbe giusto lasciare che la naturaseguisse il suo corso, senza porre in esse-re interventi medici artificiosi capaci diprolungare l'agonia di una persona.Penso a quella ragazza in coma irreversi-bile da anni di cui non ricordo il nomema il cui caso è stato oggetto di fortidiscussioni.Lei ha continuato a vivere ben oltre leproprie naturali possibilità fisiologichegrazie all'utilizzo di una serie di "macchi-ne".Ma siamo sicuri che ciò rispecchi vera-mente la volontà Divina? In questo casovedo ben poca "tutela della vita dal con-cepimento alla morte NATURALE"come la definisce Lei. Percepisco soloun accanimento che va ben oltre le leggidella natura.Nel libro "Varcare la soglia della speran-za" Giovanni Paolo II alla domanda delsuo intervistatore sul diritto alla vitarispose" DIRITTO ALLA VITASIGNIFICA DIRITTO A VENIREALLA LUCE E, POI, A PERSEVERA-

Depositate i vostri interventi nella

cassetta delle lettere della canonica, oppure

potete inviargli per E-mailall’indirizzo

[email protected] tutti fin da ora a proporre nuovi argomenti

che potranno essere oggetto dei prossimi

bollettini.

Proseguiamo sul bollettino dedicando unospazio al dialogo e al confronto con i letto-ri. Auspichiamo di accogliere i vostri inter-venti a riprova del fatto che i destinatari diquesto bollettino non sono lettori meramen-te passivi.Invitiamo tutti coloro che lo desiderano aesporre le loro riflessioni con interventibrevi, anche critici ma sempre e comunquecon il proposito di dar vita ad un dialogocostruttivo.La redazione sceglierà e pubblicherà solo interventifirmati – pur assicurando a chi lo desidera l’anonima-to -, ed è autorizzata fin d’ora a ridurre, qualora trop-po lunghe, le lettere pervenute.

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RE NELL'ESISTENZA FINO ALSUO NATURALE ESTINGUERSI:FINCHE' VIVO HO DIRITTO DIVIVERE".Ma dove sta il suo NATURALE ESTIN-GUERSI se un individuo respira solograzie ad una macchina che di naturaleha ben poco?

Celestina Schmidt - Cimone

Risposta del prof.don Bruno Tomasi

La lettera che lasignora Celestina

ha inviato alla reda-zione del notiziarioparrocchiale ci per-mettere di offrire qual-che breve riflessionecirca il tanto dibattutotema della eutanasiae dell'accanimentoterapeutico. Qualche

riflessione che serva soprattutto a presenta-re la valutazione che la Chiesa fa dal puntodi vista morale. Che cosa si intende pereutanasia e per accanimento terapeutico?L'eutanasia può essere definita come il met-tere in essere delle pratiche mediche cheabbiano come fine e intenzione la mortedella persona, mentre l'accanimento tera-peutico può essere definito come il metterein essere delle terapie con la consapevolez-za da parte di chi le pratica, secondo scien-za e coscienza, che non avranno efficacia alfine di poter essere un rimedio alla malattiache colpisce una persona. Dal punto di vistamorale sia l'eutanasia che l'accanimentoterapeutico sono delle pratiche che vengonovalutate in maniera negativa. Partendo dallatradizione cristiana che ha sempre conside-rato la vita umana come una realtà sacra eper questo inviolabile e indisponibile, laChiesa ha sempre proposto agli uomini il suorifiuto di qualsiasi pratica eutanasica e il rifiu-to dell'accanimento terapeutico. Il Magisterodella Chiesa dice che la vita umana è sacrae per questo inviolabile dal primo istante delsuo esistere, ossia il concepimento, fino al

suo naturale estinguersi. Che cosa dobbia-mo intendere nell'economia della tradizionecristiana con le parole "NATURALE ESTIN-GUERSI"? Una prima risposta potrebbeessere quella che chiarisce ancora una voltacome il "naturale estinguersi" non è il morireper mano d'uomo ovvero il morire in conse-guenza di interventi medici che intenzional-mente vogliano la morte del paziente. Unsecondo aspetto è quello che chiariscecome il "naturale estinguersi" non potrebbeessere il morire senza alcuna cura (attenzio-ne a non confondere cura con terapia!), cioètotalmente abbandonati a se stessi. Nel casodella signora Englaro per quanto ci è datosapere quello che veniva praticato era lasomministrazione di acqua e elementi nutri-tivi e non terapie di qualche genere. Se sifosse trattato di terapie certamente si sareb-be potuto pensare che si trattasse di accani-mento terapeutico, ma così sembra non siastato. Tutti noi sappiamo bene che non esi-stono possibilità di sopravvivenza per l'uomoche si abbandona al "naturale". Basti pensa-re ad un bambino. Come potrebbe sopravvi-vere senza le cure della mamma?!! E sap-piamo bene che in certi casi è necessarioche la mamma pratichi una alimentazioneforzata e forzatamente tante cure e terapie:mangia, prendi la medicina o ti becchi ilcastigo!!!! "Naturale" allora significa che l'uo-mo per vivere ha bisogno della cura di tantepersone e questa verità "naturale" è diventa-ta anche la radice del grande comandamen-to dell'Amore che Gesù ha lasciato prima ditutto ai suoi discepoli, cioè a tutti i cristiani.Speriamo che tutto il gran chiasso che c'èstato e tuttora c'è intorno al tema della vitanon faccia perdere di vista ai cristiani quelloche è il cuore dell'esperienza di vita cristia-na, ossia l'amore. Nella Sacra Scrittura tro-viamo tantissimi riferimenti, ma credo cheuno vale veramente per tutti. Si tratta delleceleberrima parabola del Buon Samaritanoche troviamo nel Vangelo secondo Luca alcapitolo 10, versetti 29-37. Il BuonSamaritano è l'immagine di ogni uomo e diogni donna che sanno commuoversi per lasofferenza umana e si spendono in ogniforma di cura per dare sollievo e così, ancheconcretamente, dare valore alla sacralitàdella vita umana.

le lettere

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A proposito di... 8 marzoNon esitono donne senza fascino, ma esistono

uomini che non sanno guardare.(dal calendario «Insegnaci la sapienza del cuore»)

Come ogni anno con l’approssimarsi dell’8marzo, l’attenzione di carta stampata e televi-sione si focalizza sul ruolo della donna e la sua

emancipazione. La festa della donna ha però un’origi-ne triste che risale al lontano 1908, quando a NewYork pochi giorni prima di questa data le operaie del-l’industria tessile Cotton scioperarono per protestarecontro le terribili condizioni in cui erano costrette alavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni,finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson bloccòtutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venneappiccato il fuoco e le 129 operaie all’interno morirono arse dalle fiamme. A seguito diquesta tragedia venne proposta la giornata di lotta internazionale a favore delle donne,proprio nella data dell’8 marzo. Assumendo carattere internazionale il significato dellagiornata è stato snaturato e l’occasione fornita per sensibilizzare l’opinione pubblica èspesso banalizzata.In realtà l’attenzione sulla donna non è posta solo in questa festa, ma sempre più la let-teratura, la sociologia, la cooperazione internazionale si attivano ogni giorno perché ledonne possano avere gli stessi diritti in tutto il mondo. Nel nostro mondo occidentalesi parla spesso di emancipazione, del ruolo minore delle donne in campo lavorativo, inquello politico, ma non mancano esempi di grandi donne. Nello scenario europeomolte donne incidono in campo politico e lavorano per riqualificare la vita della donnamirando a conciliare lavoro e famiglia, pensiamo ad Angela Merkel e al suo ministroper la famiglia e per le politiche giovanili Ursula von der Leyen, sette figli e due lauree.In un’intervista alla rivista Der Spiegel il ministro ha dichiarato: “Quando le donne chelavorano hanno dei bambini sono inevitabilmente costrette ad interrompere la propriaattività lavorativa per qualche anno ostacolando la loro carriera.” La riforma propostaper la famiglia si rivolge alle mamme lavoratrici incoraggiandole a tornare al propriolavoro dopo la nascita di un figlio o perlomeno ad avere una scelta alternativa. Il “pote-re delle donne” lo ha riconosciuto anche il premier spagnolo Zapatero che ha volutonel suo Esecutivo una forte compagine femminile tra cui anche il ministero dellaDifesa.Nello scenario internazionale le donne al vertice dello Stato o che ricoprono ruoliimportanti sono ancora poche, ma come succede sul territorio nazionale tutto è in fer-mento e si focalizzano le qualità e la forza di valori delle donne, intraprendendo unaconoscenza più profonda dell’universo femminile, creando sinergie tra differenti visio-ni dell’economia e servizi della società civile. La famiglia, del resto è lo spazio univer-sale comune a tutte le civiltà e a tutte le forme di economia, senza la famiglia non c’èordine sociale ed è proprio la famiglia il nucleo primo in cui gli effetti della politica eco-

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neapprofondimento

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Solo per donne fenomenaliTieni sempre presente che la pelle fa le rughe,i capelli diventano bianchi,i giorni si trasformano in anni…Però ciò che è importante non cambia:la tua forza e le tua convinzione non hanno età.Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.Dietro ogni linea d’arrivo c’è una linea di partenza.Dietro ogni successo c’è un’altra delusione.Fino a quando sei viva, sentiti viva.Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.Non vivere di foto ingiallite…Insisti, anche se tutti si aspettano che abbandoni.Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.Fai in modo che invece di compassione ti portino rispetto.Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.Quando non potrai camminare veloce, cammina.Quando non potrai camminare, usa il bastone.Però non trattenerti mai!!!

Madre Teresa di Calcutta

nomica con una maggior ottica femminile possono riversarsi.Oltre agli sforzi per facilitare la donna nell’ambito lavorativo e politico, nello scenariointernazionale molte forze sono impiegate per garantire alle donne i minimi diritti civi-li in tutti i paesi. E’ del 2003 la conferenza della svolta tenuta a Il Cairo “Donne muti-late, guerra all’orrore”.Nel villaggio di Sindibis, un’ ora dalla città, tra campi e palme lungo il Nilo, è festa gran-de: bambini, giovani, anziani, vescovi copti e imam musulmani, tutti con grandi sorri-si e gli abiti migliori. Sotto l’ enorme tendone, Moushira Khattab - leader del Consiglionazionale per l’ infanzia e la maternità (Nccm) - grida al microfono: “Le vostre bam-bine d’ ora in poi saranno belle e felici come la luna ... le mutilazioni genitali femmini-li sono proibite per sempre”. È la fine di un’ era durata millenni per il villaggio checome altri in tutto l’ Egitto - musulmani, cristiani o misti - ha scelto di essere “liberodalle mutilazioni genitali femminili”. Ancora poco se si pensa che il 96% delle egizianetra i 15 e i 49 anni (stime Onu) sono mutilate, che fino ai 15 anni il tasso è ritenuto sul60%. Molte ne soffrono tutta la vita, alcune muoiono di parto o subito; ma per tutte lapiaga è marchio indelebile della condizione inferiore della donna, privata della sessua-lità per non mettere a rischio, prima e dopo il matrimonio, l’ onore della famiglia ovve-ro dei maschi.Concludiamo con le parole di un’altra donna fenomenale che ha segnato inevitabilmen-te il mondo moderno con i suoi sorrisi, silenzi, lavori umili ed incessanti e che ha sapu-to parlare al cuore:

approfondimento

I nostri defunti

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Masera Liviav. Zandonaidi anni 9605/11/2008

Pedrotti Carlain Lucianerdi anni 7119/11/2008

Cont Assuntav. Enderledi anni 9923/11/2008

Baffetti Vincenzodi anni 9817/12/2008

Larentis Virginiodi anni 8722/12/2008

Coser Ginodi anni 8702/01/2009

Baldo Mariodi anni 8314/01/2009

Baldo Liviodi anni 8217/01/2009

Beozzo Tulliav. Baldo

di anni 8528/01/2009

Marchi Saveriodi anni 7601/02/2009

Suor Luigia M.(Baldo Varna)

di anni 8203/02/2009

Spagnolli Enricodi anni 7812/02/2009

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Cont Lodovicodi anni 8412/02/2009

Zanotelli Carmelav. Marchidi anni 8231/10/2008

Piffer Antoniettav. Bisestidi anni 8419/01/2009

Zanlucchi Ildav. Coser

di anni 8712/12/2008

Larentis Silviodi anni 8509/02/2009

Coser Guidodi anni 76 12/02/2009

Baldo Annisadi anni 54 27/02/2009

Marta Maistridi anni 9526/02/2009

FrancescaMicheli Zanotti

di anni 6526/02/2009

Alberto Tovazzidi anni 4425/02/2009

I DEFUNTIDA FUORI PAESE

Il mio cuore talora è una pietra dura da convertire.Ma Dio può tutto e in questa Quaresima, spero, mi farà il miracolo

di spezzarla e metterci dentro un bel po' della sua Bontà.

Purificazione di don Valerio Bottura

Dio,una mano ha impalmato questa pietra,stritolae scarna l'incrostazione,cava dentro scintille di diamante.

Non credevo che ci fosse dentro,non credevo che fosse così profondo.

Non forse oggiforse non domani,ma verrà un'oradi mattino splendidoche la luce della pietrabrucerà la mano.

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ai c

ampe

ggi

Nome

cognome

nato il

via paese

n° di tel

firma di un genitoreo di un responsabile

MODULO DI ISCRIZIONE

All’iscrizione versa un accontodi Euro 50

(è inoltre necessaria l’iscrizione all’associazione NOI)

RITAGLIARE LUNGO LA LINEA TRATTEGGIATA

Proposte estate 2009Campeggio per i mignonTerza asilo, prima e secondaelementare a Garniga TermeDa lunedì 15 a giovedì 18 giugnoEuro 60Campeggio per le elementariDalla terza alla quinta elementarea Tiarno di SottoDa domenica 2 a domenica 9 agosto.Euro 170 Campeggio per le mediea Tiarno di SottoDa mercoledì 22 a mercoledì 29 luglio. Euro 180Per le famiglie a Tiarno di SottoDa da domenica 9a giovedì 13 agosto.

IL SALDO DOVRÀ ESSERE EFFETTUATOENTRO IL 29 MAGGIO 2009

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Novanta e più ...Aldeno

Cont Alice 07.06.1907Maistri Emilio 29.11.1907Lucianer Ottavio 13.09.1911Baldo Fausta 25.08.1912Baldo Maria 25.11.1912Cont Ilda 05.12.1913Bernardi Gina 07.02.1913Muraglia Rita 18.04.1914Maistri Augusta 17.05.1914Larentis Guerrina 16.09.1914Mosna Maria 08.10.1914Calliari Giuseppina 29.11.1914Mazzurana Pace 23.07.1915Maistri Maria 22.09.1915Falzin Ugo Severino 28.08.1916Baldo Marcella 26.06.1917Maule Linda (Romana) 07.11.1918Bottura don Valerio 28.02.1919Muraglia Silvia 10.06.1919Lucianer Rosina 29.09.1919Baldo Rino(Germano) 21.10.1919Coser Aldo 26.11.1919Pescador Roberto 28.11.1919Cont Pierina (suor Iginia) 18.12.1919

CimoneZanotelli Teresa (casa di riposo di Rovereto)19.06.1913Piffer Liduino 02.09.1917Zanotelli Mario 08.09.1919Zanotelli Lina 09.10.1919Innocenti Onorina 21.10.1919

Garniga TermeCoser Arturo(Villa Belfonte) 12.10.1908Larentis Angelina 03.03.1919Larentis Giuseppina 08.10.1919

MATRIMONIO INGLESE A GARNIGA TERME

GLI OTTANTENNI DI ALDENO

McNerney John Edward e Lamberton Wendy Louisedi Harrogate (Regno Unito) sposi a Garniga Terme il29 ottobre 2008

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gli o

rari

Confessioni ad Aldenoil sabato dalle 17.30 - 18.30

FESTIVO

Aldeno ore 08.00Aldeno ore 10.30Aldeno ore 20.00Cimone ore 09.30Garniga T. ore 10.30

GIORNI FERIALIAldeno: lunedì ore 17.30

martedì ore 17.30mercoledì ore 08.00giovedì ore 08.00venerdì ore 08.00

Cimone: giovedì ore 18.00Garniga T.: mercoledì ore 17.30

1° venerdì di ogni mesea Garniga Vecchia alle ore 18.00

ORARIO SANTE MESSE IN VIGOREFINO AL 14 GIUGNO 2009

GIOVEDI’ SANTOSanta Messa in «Cena Domini» con la lavanda

dei piedi alle ore 20 ad Aldeno

VENERDI’ SANTOPassione del Signore alle ore 15 ad Aldenoalle ore 20.00 Via Crucis a Garniga Terme

SABATO SANTOSolenne veglia Pasquale

alle 22.00 ad AldenoDOMENICA DI PASQUA

Come festivo (senza la Messa alle ore 20.00)PASQUETTA

Cimone Ore 9.30Garniga Terme Ore 10.30Aldeno Ore 10.30

ORARI PARTICOLARI PER LA SETTIMANA SANTA

Come festivo. Alle ore 20.00 ad Aldeno S. Messa con lettura della passione animata dalla filodrammatica

ORARIO DOMENICA DELLE PALME


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