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Print Buyer, n. 36, Dicembre 2011

Date post: 28-Mar-2016
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Strategie e tecniche della comunicazione stampata.
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T P I N R B U Y E R STRATEGIE E TECNICHE DELLA COMUNICAZIONE STAMPATA N 36/11 LA NOTTE Zeta’s srl 20137 Milano via Kolbe 8 - In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi 6,50
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    strategie e tecniche della comunicazione stampatan 36/11 la notte

    Zetas srl 20137 Milano via Kolbe 8 - In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi 6,50

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    N o i c e l a f a r e m o p e r c h p o r t i a m o i l f u o c o . . .

    La confusione della politica, i pericoli del crollo delleuro uffa, non si ha quasi voglia di parlare in questo fine anno, come se tutto fosse stato gi det-to e il mondo fosse avvolto nellatmosfera opaca di un dipinto di Hopper e in cielo lelegia nostalgica della tromba di Armstrong Il pessimismo una ten-tazione, non bisogna cedervi. Eccoci dunque con qualche pensiero costruttivo. Primo: sarebbe una bella idea se riuscissimo a dedicare lanno prossimo alle innovazioni. Innovare creare, immaginare, vedere il nuovo. Linnovazione una sfida generatrice, unenergia che muove il mondo verso il cambiamento, la bellezza. Pensiamo alle tante aziende italiane Luxottica, Costa Crociere, Illy, Prada che hanno margini positivi persino di questi tempi perch hanno fatto dellinnovazione la loro bandiera. Possiamo innovare i nostri prodotti, ma possiamo anche solo innovare i nostri servizi, le vendite, i processi. Tutto naturalmente nella cornice della sostenibilit e del controllo dei costi. Se la stampa vorr essere competitiva rispetto ai media digitali, dovr mantenersi low cost, lo ha detto in questi giorni Bernhard Schreier, ad di Heidelberg. A proposito di stampa. Il settore ha davanti a s alcune strade ancora ricche di possibilit. La prima il web to print, che sfrutter sempre pi le potenzialit della rete per rispondere alle esigenze di standardizzazione degli stampati. Il secondo tracciato possibile il variegato universo delle nobilitazioni che non potr non ampliarsi in prospettiva visto che la crisi come sta accadendo fatalmente polarizzer sempre pi le ricchezze e i dolci frutti del giardino del lusso (ahinoi) aumenteranno Altra roadmap interessante il grande formato con tutte le frontiere interattive che rispondono a quellinstancabile, eccitante fervore delle nostre citt, sempre pi abitate, disordinate, traboccanti di se-duzioni pubblicitarie. E poi? Poi ce la faremo. Noi ce la faremo perch por-tiamo il fuoco dice il padre al figlio in quel meraviglioso romanzo, La strada, di Cormac McCarthy. Il fuoco quello del loro reciproco amore, la speranza. Il respiro di Dio scrive MacCarthy sempre il respiro di Dio, anche se pas-sa da un uomo allaltro in eterno.

    Anna Aprea

    giornalista

    [email protected]

  • pensieri fuoricorso Noi ce la faremo perch portiamo il fuoco > > > > > > >

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    la copertina: Informazioni tecniche > > > > > > > > > > > > > > > > > > > > >

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    coMunicareeditori Minimum Fax: editoria di quali

    t e gusto della bellezza > > > > > > > > > 16

    direct Marketing Fidelizzare sempre pi, questo il futuro del micromarketing

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    ideecarta per... Dolci & dolcezze > > > >

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    color Marketing Il verde nel beverage, nel food, nella cosmesi > > > > > >

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    prodotto in priMo piano Un packaging da favola firmato Pusterla1880 > >

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    p B 3 6 t e m a d e l l a c o p er t i n a : l a n o t t e

    Intervista a Martina Testa, di Minimum Fax. Carte certificate, libri prodotti con grande cura artigianale. Lattenzione al book design al primo posto nelle strategie editoriali di questa piccola, grande casa editrice.

    Pusterla1880, un packaging o unopera darte? Lamine oro alternate a intarsi madre-perlati danno corpo al rettile incastonato di pietre preziose che serpeggia sul profumo Jasmin Noir di Bulgari. Da leggere e da guardare.

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  • p B 3 6 t e m a d e l l a c o p er t i n a : l a n o t t e

    Dal PostScript al PDF alla rivoluzione delliPad. Ecco un tragitto commentato nelluniverso dei metodi e delle soluzioni che ci consentono di gestire progetti multimediali con i pi disparati dispositivi.

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    inchiestalegatoria Cosa cambiato, cosa cam

    bier nella confezione dei libri > > > > > > 36

    tecnologiacaMeron Stampa e confezione in un s

    olo passaggio > > > > > > > > > > > > > > 32

    prestaMpaWorkfloW Progetto multimediale: un

    viaggio possibile > > > > > > > > > > > > > 40

    ruBricheechi di staMpa Intervista a Salvatore

    Mercurio (Grafiche Mercurio) > > > > > > 12

    cartiere Iniziative, progetti e di tutto un po > > > > > > > > > > > > > > > >

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    supporti Collezioni e novit nelluniverso carta > > > > > > > > > > > > > > >

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    agenda Helsinki capitale del design nel 2012 > > > > > > > > > > > > > > > >

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    Cameron, la regina della stampa monocolore. Gli 83 milioni di volumi stampati ogni anno in Italia vengono prodotti su queste macchine, pi vicine alla flexo che alla offset.

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    CoMe SeMPre, SeGNalIaMo GlI artIColI

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    hightouch, materiali di consumo, pelli, PVC su carta, rigenerati di pelle e tele adatti a molteplici settori di appli-

    cazione: legatoria, cartotecnica, packaging e packaging di lusso, display e piccola pelletteria. La divisione R&D

    impegnata sul fronte dello sviluppo di superfici sempre pi originali e materiali unici con un occhio di riguardo alle

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    Questa una notte di sottile nebbia, sta-gione indefinita, notte di torpore, morbidez-ze e visioni... la luna un testo indecifrabile nel cielo. Loscurit lattiginosa, i colori in-decisi: il supporto vellutato fa toccare con mano questa atmosfera rarefatta. (Cristina Mascherpa,Un omaggio alle notti di Tsukiyoka Yoshitoshi, artista giapponese, 1839-1892)

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    Qualit nellinnovazione. I processi di nobilitazione della stampa con Grafiche Mercurio diventano vere e proprie opere darte dal valore unico. Lobiettivo dellazienda da sempre rivolto allinnovazione di mezzi e di strutture tecnologiche allavanguardia, pur mantenendo un forte e indissolubile legame con la tradizione della stampa.Grafiche Mercurio marchio di qualit, con uno sguardo rivolto al futuro.

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  • echi di stampa

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    eVeNT i & NOV i T

    PixartPrinting annuncia due novit: una pagina facebook e un nuovo campionario carteLinaugurazione della pagina Facebook di Pixar-tprinting avvenuta solo tre mesi fa. Eppure ha gi collezionato 6.000 mi piace, con un trend di crescita di circa 100 conferme al giorno. Le ragio-ni del successo? Di certo limpostazione editoria-le che incentiva linterattivit e offre promozioni esclusive. a cominciare dal Prova gratis che permette ai nuovi clienti di ricevere un prodotto omaggio (biglietti da visita, inviti, piccoli manife-sti) solo cliccando mi piace. in questi giorni che precedono il natale si pu ordinare a 9,85 euro Pi-nus, un albero di natale in cartone con forature circolari per agganciare le palline. Ultima promozione in ordine di tempo, 200 cartelline porta CD a 19,90 euro. il grande successo delle iniziative promozionali ha spinto lazienda a pensare di realizzare in futuro una galleria delle Promoflash dove sar possibile rivedere le promozioni fatte in passato ed esprimere suggerimenti per il futuro. Se devo considerare qualit e quantit delle risposte dice Matteo rigamonti, CEO di Pixartprinting, mi sento di es-sere ottimista. Siamo preparati a ricevere sia complimenti che critiche. Ma questo lo spirito che anima il mezzo: la libert di espressione. nel bene o nel male, Facebook uno strumento trasparente, esattamente come la nostra azienda. Pixartprinting su Facebook non vuole essere solo una vetrina commerciale ma un luogo in cui dare informazioni e contenuti. Ci impegniamo ad ascoltare e a rispondere a tutti in tempo reale conclude rigamonti raccogliendo consigli, suggerimenti e criti-che, proprio per avvicinarci alle esigenze dei nostri clienti.

    Pixartprinting: un campionario-carte in 6 lingue Si chiama Stampare facile. Vivere meglio il nuovo campionario dedica-to alle carte per stampati di piccolo formato disponibile in 6 lingue che lazienda di Quarto daltino spedisce gratis a tutti coloro che hanno fatto un ordine nellultimo anno. Questo progetto nasce dalla volont di creare uno strumento di lavo-ro utile per i nostri clienti, spiega rigamonti. il campionario presenta agli utenti, attraverso sample stampati, la vasta gamma di carte a loro disposizione: supporti anche pregiati, disponibili in grammature differen-ti, ideali per la realizzazione di lavori grafici anche ricercati. Un tool su cui abbiamo lavorato molto e su cui puntiamo in unottica di customer service, veicolandolo gratuitamente attraverso unoperazione di direct mailing europeo.

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    grafiche mercurioNel 2012 eNtreremo aNche Nella stampa digitale

    Questanno davvero difficile per tutti si sta chiudendo, quali sono gli elementi strategici sui quali avete puntato la vostra attenzione, quali le priorit sulle quali vi siete concentrati? Lannus orribilis, finalmente, si sta spegnendo e la nostra azienda, sebbene toccata come quasi tutte, non ha inter-rotto la sua crescita, specialmente per quanto riguarda lim-plementazione di nuove tecnologie. dalla met di ottobre di questanno che nel nostro stabi-limento ha iniziato la produzione una offset a foglio formato 70x100 cm heidelberg Speedmaster 8 colori, che ci con-sente di dimezzare i tempi di produzione per stampati in quadricromia bianca e volta, generando notevoli vantaggi qualitativi ed economici che in tempi di vacche magre hanno la loro importanza. utile ribadire che tutto il nostro gruppo, al solito, con-centrato, con tutte le sue componenti, nel miglioramento dei processi produttivi e alla standardizzazione della qua-lit.

    Come affrontate le instabilit del settore? Sicuramente questi fenomeni dinstabilit toccano soprattutto le picco-lissime imprese che, purtroppo, negli anni scorsi si sono limitate a ope-rare senza porsi, nel tempo, obiettivi di crescita e di specializzazione, rimanendo cos abbastanza indifese nei confronti delle incertezze che hanno investito anche il settore della stampa.

    Molti dicono che lincertezza stimola linnovazione Cosa ne pensa? Anche voi avete pensato qualcosa di nuovo per il vostro mercato? certamente, siamo sempre alla ricerca di novit da offrire alla nostra clientela. innanzitutto questanno abbiamo potenziato e affinato la nostra proposta in ordine alla nobilitazione dello stampato e a tale riguardo abbiamo in programma una open-house da tenere verso la primavera del 2012 per sensibilizzare e coinvolgere i pi importanti studi grafici italiani e stranieri nellutilizzo di questa tecnica che, proprio in momenti negativi, potrebbe rivelarsi una carta vincente.

    Quali sono i programmi di Grafiche Mercurio per lanno che verr? i nostri programmi del 2012, che sono gi in itinere, comprendono un allargamento del nostro business al settore della stampa digitale di qua-lit con lacquisizione di una compartecipazione a una nota azienda del centro italia e, contemporaneamente, con il conseguimento della cer-tificazione fogra sul processo e qualit degli stampati, risultando al 6 posto sul territorio nazionale per la stampa a foglio (le altre 5 aziende certificate sono tutte situate al Nord italia) e al 1 posto, in assoluto, per la stampa a bobina a banda larga.

    Salvatore Mercurio il direttore commerciale di Grafiche Mercurio.

    aziende grafiche

  • Luxorovalorizza la comuNicazioNe eNologicachi apprezza il buon vino sa quanto sia importante conoscere ogni detta-glio sulla provenienza geografica, sui vigneti, sul produttore informazioni che trovano spazio solo in modo sintetico sulle preziose etichette che solitamente vestono le bottiglie di qualit pi elevata. Luxoro, che da oltre 40 anni il punto di riferimento in italia per il mercato della stampa a caldo e a freddo, grazie alle partnership esclusive con hinderer+muhlich e con il gruppo Kurz, ha fatto realizzare alla Tipografia Valdostana di aosta un imballaggio innovativo che, oltre a fungere da contenitore, si trasforma in una maxi-eti-chetta che con parole e imma-gini diventa un vero e proprio racconto. ideato dal reparto creativo dellazienda grafica aostana che ha stampato e no-bilitato il rivestimento del tubo (confezionato da La cartomec-canica imballaggi di Locate Triulzi), limballo stato invia-to da Luxoro alle pi importanti aziende vinicole italiane. La carta utilizzata una Symbol freelife gloss da 200 g di cartiere fedrigo-ni stampata in 4-cromia in b/volta con cold foil Kurz alufin KPS of argento fornito da Luxoro. il tubo stato realizzato in cartone riciclato sul quale si stampato un colore Pantone. Per finire, plastificazione opaca antigraffio. tipografiavaldostana.com lacartomeccanica.it

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    Il packaging per bottiglie di vino realizzato da Tipografia Valdostana con laminazione a freddo (foil Luxoro). In apparenza un semplice tubo ma srotolando si scoprono immagini e racconti che aggiungono valore alla bottiglia gi arricchita da unetichetta sofisticata.aLTaVia

    coNtiNua la collaborazioNe coN artgalleryProseguono gli appuntamenti di artgallery in altavia con la mostra Lar-te di trasformarsi di Daniele Tamagni, giovane ed eclettico fotografo vin-citore del World Press Photo 2011. La mostra di Tamagni, inaugurata il 15 dicembre e aperta al pubblico fino al prossimo 30 marzo, presenta due generi, maschile e femminile, due continenti, lafrica e il Sudamerica, due modi di trasformarsi, i Sapeurs e le cholitas. un elemento accomuna i dandy congolesi alle donne indigene boliviane star di una forma particolare di wrestling: il cappello. un ornamento che suggella lo stile, le epoche, le latitudini. e proprio il cappello stato il protagonista del party di inaugu-razione della mostra nella sede di altavia: gli invitati hanno potuto cos giocare a trasformarsi con copricapi originali facendosi ritrarre su un vero set fotografico. continua cos la collaborazione tra altavia, realt interna-zionale e consolidata nel mondo del publishing e della comunicazione, e lassociazione no profit artgallery che aiuta le nuove generazioni di artisti a emergere nel mondo dellarte. altavia.it

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    A 3DseNza occhialiNi, si pu! il mondo in piena rivoluzione 3D, dallintrattenimento alla tecnologia, basti pensare al cinema o ai nuovi modelli di televisori e videogame, la trasformazione da 2 a 3D in rapida evoluzione e lh3D System lenticolare permette di portare lillusione della tridimensionalit in stampa, senza lausilio di occhiali specifici.

    Come funziona lH3D SystemLeffetto lenticolare 3D realizzato grazie allh3D System ha profondit e nitidezza mai viste prima, la lastra infatti fa vedere allocchio sinistro unimmagine diversa da quella vista dallocchio destro, ricreando la parallasse e quindi lil-lusione della tridimensionalit. Si ottiene cos linterazione tra losservatore, che ha la sensazione di poter toccare gli oggetti presenti nella scena, e la stampa facendola diven-tare un potentissimo strumento di comunicazione. Sullo stesso principio si basano gli effetti di movimento come il flip, che consiste nel cambio netto di due o pi immagini; il moving, minispot stampato dato dalla sequen-za di pi frame; il morphing, graduale trasformazione di un oggetto in un altro, e lo Zoom, ingrandimento di un partico-

    lare della scena. h3D System lentico-lare il pi alto livello qualitativo che la stampa lenticolare permette di ottenere ed un complesso sistema costituito sinteticamente dalla combinazione di processi, software e materiali. infatti, a seconda che si tratti di piccolo o grande formato, i processi produttivi cambiano notevolmente.

    TreD sinonimo di stampa lenticolareTratto dalle applicazioni di eccellenza, oggi lh3D System lenticolare viene applicato su tutta la produzione di TreD, unica azienda europea specializzata esclusivamente in stampa lenticolare. i confini applicativi della tecnica lenticolare sono in conti-nua evoluzione e spaziano dal piccolo al grande formato: calendari o righelli possono essere trasformati in un ogget-to da collezione, il packaging pu diventare innovativo, le etichette riusciranno a connotare meglio un prodotto... le applicazioni possibili sono praticamente infinite. www.lenticolare.it

    aNeS al via i corsi di formazioNe per editori tecNici professioNaliPrender il via a gennaio 2012 il primo ciclo dei corsi di formazione organizzati da aNeS associazione Nazionale editoria Periodica Spe-cializzata. Si tratta di incontri formativi che si propongono di sostenere e orientare gli editori nel rinnovamento dei metodi e dei processi del mestiere. e, soprattutto, di aiutarli in questo delicato momento di transizione verso ledito-ria digitale. il programma di formazione, an-nunciato nel corso del nostro recente forum, ha detto alessandro cederle, presidente aNeS, presentando liniziativa, uno degli strumenti che lassociazione sta lanciando per supporta-re i Soci nella complessa transizione dalla car-ta al digitale. il primo corso in programma, Vendere pubblici-t online: cosa cambia dalla pagina al web, si terr gioved 26 gennaio a milano nella sede di assolombarda, via Pantano 9. rivolto princi-palmente ai direttori commerciali e ai venditori di spazi pubblicitari e approfondir il tema di come affrontare il ridimensionamento degli in-vestimenti pubblicitari delle aziende sui mezzi cartacei a favore del web. Sar una giornata dal taglio pratico-didattico, che consentir ai partecipanti di confrontarsi sulle strategie del-la pubblicit 2.0 e di acquisirne le tecniche, anche attraverso esercitazioni, testimonianze eccellenti e la discussione di case-history di successo.

    calendario degli appuntamenti 26 gennaio - Vendere pubblicit on-line: cosa cambia dalla pagina al web 8 febbraio - come fare editoria sulla rete 29 febbraio - Scrivere per il web: i

    trucchi da conoscere, gli errori da evitare 14 marzo - internet a servizio del marketing: Sem, Seo, Web analytics 29 marzo - il canale edicola tradizionale: come funziona e come entrarci 18 aprile - Lorganizzazione della casa editri-ce ai tempi del web Per iscrizioni e info: www.anes.it [email protected]

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  • Fare libri e soprattutto farli bene. Perch per ritagliarsi uno spazio in un mercato dominato dai colossi delleditoria, una piccola casa editrice deve saper scegliere non solo percorsi Sotterranei (dal titolo della collana di maggiore successo) portando in libreria autori meno conosciuti, riscoperti o rilanciati, ma anche puntare sul book design, il packaging del libro che d alla forma grafica la stessa importanza del conte-nuto per conquistare il lettore. Cominciando dallimpatto visivo della copertina. Un libro, insomma, come qualsiasi altro prodotto, deve farsi notare. E comprare. questa la filosofia che ha permesso a Minimum Fax (www.minimumfax.com ), piccola casa editrice romana, di trovare uno spazio sul difficile mercato editoriale.

    I nostri libri, spiega Martina Testa, 37 anni, direttore edito-

    riale di Minimum Fax dove entrata nel 2000 dopo la laurea in Filologia classica, non escono da soli, vengono scelti, realizzati, curati, promossi da un insieme di persone con la loro professionalit e i loro gu-sti: il logo non vuole essere una semplice griffe commerciale, quanto il segno della presenza viva, dietro e dentro il libro, di un gruppo di lavoro.

    Un gruppo di lavoro che opera da 17 anni in un mer-cato di nicchia. La parola nicchia non mi piace molto: ha un sapore un po snob. Diciamo che siamo una casa editrice che non ha, ovviamente, le dimensioni dei grandi editori n il loro pubbli-co. La maggior parte dei libri che pubblichiamo non sono best seller, non hanno un forte appeal popolare ma rientrano in una letteratura pi ricercata,

    sofisticata. Non abbiamo in catalogo n gialli, n romanzi rosa, n autobiografie di vip: ci concentriamo sulla literary fic-tion. In catalogo abbiamo circa 400 titoli, di cui 30-35 nuovi allanno con tirature medie, sal-vo eccezioni, di 3-4mila copie.

    Siete innovativi anche sul fronte dei libri digitali? I nostri titoli prevedono anche il formato e-book scaricabile online a pagamento. Devo dire che il formato digitale sta prendendo piede ancora in maniera embrionale. Sono con-vinta per che entro due o tre anni crescer moltissimo. Ma prendendo lesempio dei vecchi dischi di vinile rispetto alla musica digitale, credo anche che il libro stampato continue-r a esistere perch rimarr il piacere anche fisico del possesso di un libro, un prodotto non solo da leggere ma anche da

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    RitagliaRsi uno spazio in un meRcato affollato come quello

    delleditoRia non ceRto facile. minimum fax R iuscita

    nellintento puntando sulla qualit: dellautoRe innanzitutto,

    della tRaduzione affidata a giovani autoRi italiani ma sopRattutto

    dellimpatto visivo del libRo. gRafica, stampa e finituRa sono

    cuRate nei minimi dettagli. peRch il libRo deve distingueRsi.

    paRola di maRtina testa, diRettoRe editoRiale della casa

    editRice Romana.

    Unofficina editoriale con il gUsto della qUalit tipografica

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    giornalista economico

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    Martina testa

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    Minimum Fax nata a met anni Novanta a Roma. I due fondatori, Marco Cassini e Daniele di Gennaro, orga-nizzavano corsi di scrittura presso lassociazione cultu-rale Essere o non essere di Trastevere e da l decisero di fondare una loro rivista e diffonderla via fax agli abbonati. La rivista regal a Minimum Fax la notoriet necessaria per fare il grande salto: diventare una casa editrice. Con il primo libro di Lawrence Ferlinghetti nac-que nel 1995 Sotterranei, una collana innovativa sulla letteratura contemporanea americana con autori come Wallace, Lethem, Homes, Moody, Eggers. Con il tempo la collana si ampliata con incursioni nella narrativa europea e con Sur nata re-centemente anche una nuova collana dedicata alla lettera-tura sudamericana. Nel 2000 viene inaugurata Nichel, dedi-cata alla narrativa italiana, a cui segue Minimum Classics, la collana comico-satirica Struffoli e Indi dedicata ai saggi sociali. A Minimum Fax fanno capo anche Emme effe, laboratorio permanente di for-mazione culturale, Minimum fax media, casa di produzione cine-tv, la libreria aperta nel dicembre 2005 in Piazza di Santa Maria in Trastevere a Roma e lassociazione cultu-rale Minimum fax live.

    ventanni di editoRia di qualitdal fax agli e-book

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    conservare con cura, colleziona-re, portarsi appresso.

    Minimum Fax si sempre distinta anche per la grande cura grafica, raccontata dal vostro art director Riccardo Falcinelli in Fare i libri. Con Fare i libri abbiamo voluto festeggiare dieci anni di lavoro insieme e spiegare come nasce un libro e come, con un lungo lavoro, viene scelta la grafica, si realizza la copertina, si individua il formato, si sele-zionano la carta e i colori.

    Le vostre scelte grafiche pi innovative? Avendo scelto fin dallinizio di pubblicare scrittori dalla voce originale e interessante, da se-guire di opera in opera nellarco della loro carriera, piuttosto che lanciare singoli titoli di potenziale successo, abbiamo sempre puntato molto sulla riconoscibilit della collana e dellautore. Cos, nella collana Sotterranei il cognome dello scrittore scritto in copertina a caratteri cubitali. Diversa stata anche la scelta di realiz-zare copertine post-moderne, iperrealiste, surreali. Al contra-rio delle classiche copertine con

    foto realistiche, volti, paesaggi o dipinti, abbiamo messo in copertina oggetti di uso quoti-diano, con colori pop brillan-ti, spiazzanti per creare non una copertina didascalica ma estraniante, immediatamente collegabile a unemozione, uno stato danimo.

    Al di l della copertina, quali altre scelte avete adottato per il vestito del libro? Da un paio danni usiamo in quasi tutti i libri carte certi-ficate CFC. In generale, poi, tendiamo a distinguere e carat-terizzare le collane. Per esempio appena nata Sur dedicata alla letteratura sudamericana. Per lanciarla abbiamo pensato a una veste grafica vintage, retr: copertine cartonate senza sovraccoperta e plastificazio-ni. Volevamo creare un libro particolarmente riconoscibile. E credo che, dopo un grande lavoro di ricerca e decine di preventivi, ci siamo riusciti. Del resto per noi loggetto-libro deve sempre essere curato. Per questo tutti i nostri libri sono cuciti e non incollati. E cercano di distinguersi. Labbiamo fatto anche per la ripubblicazione delle opere di grandi scrittori

    come Francis Scott Fitzgerald di cui erano scaduti i diritti. Il Grande Gatsby stato ripubbli-cato anche da Newton Com-pton, Feltrinelli, Mondadori, Marsilio. I nostri volumi per avevano una grafica particolare che richiamava lart dec degli anni Venti e Trenta con foto-grafie acquistate dallarchivio Cond Nast. ovvio che met-tendo questa cura nel libro, alla fine in libreria coster di pi.

    A chi vi affidate per realizzare i vostri libri? La parte grafica realizzata da noi insieme con il nostro art director esterno, Falcinelli. Per la stampa storicamente ci rivolgiamo a una sola tipo-grafia, Iacobelli di Pavona, in provincia di Roma. Tutti i libri sono stampati a foglio perch credo che la qualit sia ancora superiore rispetto alla stampa digitale che abbiamo utilizzato solo per qualche copia pro-mozionale di pre-lancio di un romanzo. Nei pochi casi in cui un libro ha bisogno di tirature molto pi alte ci siamo rivolti ad aziende grafiche pi grandi come Grafica Veneta a cui ab-biamo anche affidato la stampa della nuova collana Sur.

    Unazienda con settantanni di vita alle spalle. Lattivit della Tipografia Iacobelli di Pavona, in provincia di Roma, cominciata infatti nel Dopoguerra. Giovanni, legato-re e tipografo, avvia unimpre-sa che fa della qualit il suo carattere distintivo. E che ancora oggi contraddistin-gue il lavoro della Iacobelli, sia sul fronte della stampa commerciale sia su quello dei libri. Una grande passione che ne ha fatto un punto di riferimento delle piccole e intraprendenti case editrici romane (compresa Minimum Fax) e lha portata anche a essere, sempre con il mar-chio Iacobelli, un editore in proprio, con la casa editrice rilanciata qualche anno fa (e diretta da Enrica DAug). Tra gli anni Sessanta e Settanta, la Iacobelli, racconta Roberto Iacobelli, che con i fratelli Luigi e Gilberto e i figli prose-

    gue lattivit sviluppata dal padre Giovanni, scomparso recentemente, lanci la col-lana La cronistoria, i primi instant book scritti da un pool di giornalisti e stampati in due-tre giorni. Oggi la tipografia e casa edi-trice Iacobelli ha in catalogo un centinaio di titoli e rappre-senta un punto di riferimento per leditoria romana.

    iacobelli, uno stampatoRe

    Cura artigianale, carte certificate, libri stampati a foglio e (quasi tutti) cuciti. Per celebrare lamore per il book design la casa editrice ha pubblicato il volume Fare i libri, nellimmagine qui sopra, nel quale sono spiegati tutti gli espedienti tecnici dei libri targati Minimum Fax.

    18con la passione dei libRi

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  • 22poligrafici printing Ecco a voi il primo stampato multi-modalE

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    1Largo alle contaminazioni tra stampa e webDallo stabilimento di stampa al distributore, dal distributore alla cassetta postale e infine al consumatore: se tutto va bene questo , in sintesi, il tragitto di un volantone della Grande Distribuzione. Ma non sempre, in ciascuno di questi snodi, le cose funzionano alla perfezione. Talvolta il percorso non lineare. Talvolta la promozione non spinge il cliente sul punto vendita. Ecco perch Poligrafici Printing, polo industriale del Gruppo PoligraficiMonrif, una lunga esperienza nel settore di quotidiani (lazienda stampa QN, Il Resto del Carlino, Il Giorno, La Nazione e altri periodici) ha progettato un nuovo tipo di volantone interattivo che consente ai buyer della GDO di razionalizzare le tirature, migliorare il tragitto distributivo e fidelizzare il consumatore, aumentando cos la forza comunicativa del mezzo. Vediamo come: linnovazione proposta da Poligrafici Printing consiste nella personalizzazione di una o pi pagine dello stampato - ma anche riviste o cataloghi - operazione possibile grazie alla stampa in rotativa di dati variabili. Che avviene, sia chiaro, senza rallentamenti nel time to market. Concorsi a premi con cartoline numerate, codici a barre per identificare gli stampati attraverso la geolocalizzazione, utilizzo di QrCode per attivare promozioni (con relativo invio di sms al cliente), buoni sconto diversificati per zone e via elencando

    le possibilit di rendere interattivo un volantone sono tante, limitate solo dalla fantasia. Tutto grazie alla stampa in linea di dati variabili.

    La nuova frontiera del volantone della GDOIl volantone della GDO in corso di mutazione: dialoga col web, diventa una piattaforma che accoglie e trasmette contenuti digitali, incorpora tutte le leve del marketing e della communicazione, dalladvertising alle promozioni segmentate, dagli eventi in store ai pi fantasiosi programmi di loyalty. pB36

    Strumenti decisivi nellorientare le scelte dacquisto, letti con attenzione da oltre il 60% degli italiani, i volantoni della Grande Distribuzione cambiano pelle, si rivitalizzano, si trasformano, accolgono e trasmettono contenuti digitali. Lidea di realizzare un volantone multi-modale, capace di dialogare con il web, parte dalla Poligrafici Printing...

    i sette vantaggi di un flyer multi-modale1 razionalizzazione delle tirature2 trasparenza sulle copie stampate3 verifica e miglioramento della distribuzione4 possibilit di analizzare la redemption delle offerte5 stabilire un contatto col cliente via mobile6 alimentare la profilazione del cliente fidelity7 risparmiare sui costi di stampa

    stampa di flyerin un unico passaggio si stampano la quadricromia e i dati variabili (in copertina e nelle pagine interne).

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    Nellottica dellintegrazione tra stampa e web, il volantone multi-modale proposto da Poligrafici Printing si presenta come unapplicazione esclusiva e di grande interesse per i buyer della GDO, capace di offrire una gamma completa di strumenti di fidelizzazione, resi possibili dalla personalizzazione dello stampato che lazienda propone in esclusiva ai propri clienti. Grazie alla grande capacit produttiva della Poligrafici Printing, articolata su

    numerosi impianti roto-offset (con e senza forno), operativi 24 ore al giorno per 6 giorni alla settimana, il volantone multimodale diventa la soluzione ideale per rispondere con efficienza a tutte le necessit di comunicazione della GDO: non solo accorcia le distanze tra la produzione e il consumo ma consente di razionalizzare le tirature, quantificare e misurare le promozioni...insomma di interagire a pieno titolo con il cliente in mobilit.

    Poligrafici Printing il polo industriale del gruppo Poligrafici-Monrif (www.monrifgroup.net) che opera nel settore editoria quotidiani, editoria on-line. presente sul mercato nazionale ed europeo attraverso una rete commerciale capillare e una capacit produttiva articolata su numerosi impianti roto-offset. Dalla progettazione grafica alle attivit di ritocco sulle immagini digitali, Poligrafici Printing offre la possibilit di gestire il prodotto stampato anche a partire dalla sua realizzazione creativa. Il parco macchine comprende rotative con e senza forno, per la stampa di carta da giornale standard e migliorato, carte pigmentate, patinatini e carte patinate. Post-stampa e distribuzione sul territorio nazionale e internazionale rappresentano un ulteriore punto di forza. Poligrafici Printing Spa www.poligraficiprinting.it - [email protected]

    il distributore dotato di gps riceve e invia dati di consegna.

    il consumatore sfoglia il volantone, cerca i codici vincenti, si reca nel punto vendita.

    sul punto venditalettura del codice e registrazione delle promozioni.

    5bacK-office gestione dei dati ricevuti; distribuzione e promozione.

    In questo numero di Print un esempio di stampato

    multi-modale della Poligrafici Printing per toccare con

    mano tutte le possibilit di personalizzazione di flyer,

    riviste, cataloghi.

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    Limportanza deLLa fedeLt in un mondo di eccesso di sceLta parma, ottobre 2011: osservazioni e idee dal convegno il futuro del micromarketing

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    In ottobre si te-nuta lundicesima edizione del conve-gno sul Futuro del Micromarketing, lappuntamento pi importante per discu-tere del marketing delle aziende di distribuzione, in particolare delle at-tivit di fidelizzazione dei clienti. Latteso appuntamento orga-nizzato dallUniversit degli Studi di Parma con la collaborazione di importanti aziende che si occupano di soluzioni per la customer loyalty e di fronte a una nutrita platea di operatori della distribuzione italiana. Il tema di questanno stato Il nuovo valore della fedelt nellera delleccesso di scelta e ha rilanciato con forza il valore strategico della fidelizzazione, proprio in questo momento in cui la proliferazione

    dei canali e dei mezzi ha posto i consumatori di fronte a una variet di scelte enormemente superiore a quella del passato anche recente. La fedelt del cliente cessa di essere un pa-radigma di marketing per diventare una mera necessit; il rischio quello di ritrovarsi rapi-damente ai margini del flusso di informazioni che colpiscono in conti-nuazione il pubblico dei consumatori.

    EccEsso di scEltaNellintervento di apertura del convegno, il professor Gianpiero Lugli ha espresso lopi-nione che una maggiore scelta non rappresenta necessariamente un van-taggio per i consumatori e per i produttori. Per i primi leccesso di scelta fonte di insoddisfa-zione, per i secondi lo sforzo verso la diffe-renziazione continua di offerta e prodotto genera diseconomie importanti. Per tutti, la differenziazione esaspe-

    rata dellofferta finisce per consolidare posi-zioni monopolistiche e quindi disequilibrio economico. In sostanza, la prolifera-zione dei prodotti gene-ra sicuramente una forte innovazione, ma anche uno spreco significativo. Nel largo consumo, ad esempio, meno del 3% dei prodotti nuovi lanciati hanno avuto successo, con un eviden-te dispendio di risorse in Ricerca e Sviluppo e in lanci commerciali. C una sola soluzione possibile: puntare sulla relazione con il cliente e quindi sulla fedelt, da sempre un tema molto caro alla distribuzione, sia per le grandi catene tradizionali che per i nuovi Brand Network specializzati.

    comE EvolvE la fEdEltI primi programmi fedelt della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) avevano tutti una logica di mas-sa, attraverso il mec-canismo dellaccumulo

    punti e degli sconti basati sulla fedelt. Il programma di loyalty tradizionale per non differenzia pi, perch sono ormai moltissimi i consumatori che si servono di pi insegne e partecipano in ognuna al programma proposto. Il 75% dei consumatori degli ipermercati fre-quenta almeno 3 punti vendita e il 20% addi-rittura 5! Nel tempo si sono af-fermati (in Italia ancora parzialmente, per la verit) i programmi di loyalty micro, cio differenziati per target di riferimento e con una personalizzazione significativa anche della comunicazione. Nel contesto attuale, laspetto premiante ha ancora grande im-portanza, ma si sta affiancando in modo si-gnificativo la loyalty di servizio, lerogazione di servizi personalizzati che hanno il compito di fa-cilitare la scelta e lorien-tamento dei consuma-

    si svolto di rEcEntE un intErEssantE convEgno dal titolo il futuro dEl micromarkEting, appuntamEnto dEdicato agli EspErti dEl mondo dElla distribuzionE E dEi sErvizi. obiEtt ivo: discutErE dEllE att ivit di f idElizzazionE dEi consumatori in un mondo in cui si rEgistra una prolificazionE infinita di marchE E prodotti. ricErchE, tEstimonianzE di aziEndE EccEllEnti sullE tEmatichE dElla f idElizzazionE, dEl databasE markEting, dEl crm... all incontro ha partEcipato morEno martElloni chE qui di sEguito Esplora E commEnta alcuni dEi tEmi trattati: dai programmi fEdElt alla condivisionE dEl patrimonio informativo con lindustria di marca, dallimportanza dElla pErsonalizzazionE dEi mEssaggi allE novit dEl dirEct markEting, fino allE EspEriEnzE multicanalE dEi nuovi programmi di fidElizzazionE.

    di moreno martelloni

    Consigliere delegato

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    Leccesso di scelta, lesa-sperata differenziazione dellofferta crea non pochi di-sequilibri. In questo contesto occorre puntare sulla relazio-ne diretta con il cliente allo scopo di intensificare la sua fedelt. Ecco dunque i ser-vizi personalizzati che hanno lobiettivo di orientare il con-sumatore nelle scelte dac-quisto. Ancora una volta il direct marketing si rivela un efficace strumento indispen-sabile per spingere i consu-matori sul punto vendita. insomma il fattore chiave dei programmi di fidelizzazione. Altrettanto importanti sono le attivit in store con mate-riali tangibili come campioni, omaggi, buoni sconto.

    tori di fronte al crescere della complessit delle situazioni di acquisto. Leccesso di scelta viene cos utilizzato intelligen-temente come occasione per guidare il consu-matore in un percorso comune e condiviso con linsegna, che genera una fedelt di grande valore e durata. Ancora una volta la so-luzione il passaggio a una comunicazione one-to-one, a un approccio di marketing guidato dalle informazioni sulle preferenze dei consuma-tori. Tutti i relatori del convegno hanno sottoli-neato limportanza della personalizzazione del messaggio e dellofferta. quindi il mondo del

    lunga vita al dirEct markEting

    La comunicazione su carta svolge ancora un ruolo di primo piano nelle strategie di fidelizzazione dei clienti della grande distribuzione.

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    Direct Marketing che viene chiamato in causa, come fattore chiave del successo dei programmi di fidelizzazione della distribuzione. Come ci si poteva aspettare, emersa chia-ramente la tendenza a coinvolgere sempre di pi i mezzi digitali nella pianificazione di contat-ti. In questo contesto, cosa dobbiamo aspet-tarci per il mondo della comunicazione su carta?

    il mailing pEr il markEting dElla distribuzionESecondo lindagine annuale dellOsserva-torio sulla fedelt, tutti i distributori stanno organizzandosi per incrementare in modo significativo la comu-nicazione digitale, in direzione email e social marketeting. Il 60% dei retailers, pe-r, per comunicare usa ancora il Direct Mail, che viene considerato uno strumento fonda-mentale e irrinunciabile. In questo settore, ci so-

    no molti strumenti che devono necessariamente passare da una fase tangibile: la carta fe-delt, i buoni sconto, gli omaggi, i campioni di prodotto. Si tratta di at-tivit che possono essere fatte in store con materiale fisico e che sono molto efficaci an-che come strumento di comunicazione diretta per spingere sul punto vendita (direct mailing o door-to-door di prossi-mit). La comunicazio-ne che viaggia su carta ancora un elemento fondante della strategia di relazione delle azien-de della distribuzione. Anche nella recente ri-cerca AIDiM sullutiliz-zo del Dierct Marketing da parte delle imprese italiane emerso che la distribuzione fa ancora un utilizzo significativo del canale diretto fisico e non ne prevede la so-stituzione radicale con altri sistemi di comuni-cazione. Il mondo del retai-ling appare quindi un

  • settore ancora vitale e importante per il direct mailing. Proprio qui tro-viamo campagne di co-municazione fortemente orientate allinnovazione di formato, anche se sempre naturalmente con una forte attenzione ai costi contatto. Daltra parte le campagne col-legate alle carte fedelt sono sempre piuttosto estese e gli investimenti coinvolti elevati. E cosa ci dobbiamo aspettare per il volanti-no? Il volantino per la Grande Distribuzione non neppure da considerare una spesa promozionale o di co-municazione, ma un vero e proprio costo di funzionamento. Un bu-siness a parte tra distri-butori e produttori che hanno interesse diretto ad apparire in primo piano nei volantini per orientare lacquisto sul punto vendita. Eppure non difficile ascoltare previsioni di fuga dal volantino, spesso percepito come

    inefficiente, anche per criticit lamentate nella distribuzione. Ebbene, dal convegno di Parma il volantino viene ancora promosso dalle aziende. Una ricerca commissio-nata e presentata dalla catena IPER, tra le pi importanti del Nord Italia, riporta che se vero che solo il 60% dei destinatari in prossimit dei punti vendita con-ferma di avere ricevuto il volantino, di questi il 67% legge e il 28% almeno sfoglia il volan-tino. Solo il 5% non legge per nulla. Anche riproporzionata, si tratta di una percentuale di au-dience enorme e attenta ed difficile immaginare un altro mezzo capace di far conoscere a una quo-ta cos ampia di utenti potenziali lofferta di un punto vendita. Il volantino distribuito in prossimit del punto vendita, cos sembra proprio, avr ancora una vita lunghissima, anche se inevitabile una sua evoluzione, ad esempio PB12

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    Marche, prodotti, informazioni e canali di comunicazione si moltiplicano. Da qui nasce la necessit di filtri che semplifichino lesperienza dacquisto. Ecco dunque che i programmi-fedelt indirizzati alla marca, allinsegna, al portale informativo diventano sempre pi preziosi.

    verso la personalizza-zione in digitale dei contenuti specifici, per accorciare i tempi di rea-lizzazione e differenziare la proposta secondo las-sortimento specifico del singolo punto vendita. C ancora molta car-ta nelle carte. Per il successo dei programmi di fidelizzazione i nuovi canali di comunicazione si stanno sovrapponen-do senza sostituirsi, in una esperienza compiu-tamente multicanale.

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    cartoindustria unazienda semPre Pi internazionale

    Nasce in Campania Cartoindustria, ma i confini regionali vanno subito stretti a questazienda cartotecnica che dopo pochi anni dallavvio dellattivit si reinventata nuovi target e prodotti per poter continuare a far sentire la propria voce in un mercato sempre pi competitivo ed esigente. Una sfida difficile intrapresa in concomitanza con una congiuntura complessa ma perseguita con determinazione ed entusiasmo. Giuseppe Brancaccio,

    responsabile marketing, ci racconta la Cartoindustria di oggi.

    Com cambiata la vostra offerta rispetto agli inizi? Cartoindustria nasce con lobiettivo di produrre imballaggi secondari finalizzati al mercato nazionale per conto di multinazionali di alto profilo. Pochi clienti con contratti di fornitura importanti. Ma il vero salto di qualit dellazienda avviene quando, a causa di

    una congiuntura negativa che investe alcuni clienti strategici, Cartoindustria obbligata a reinventare una nuova azienda ristrutturando lofferta di prodotti per penetrare nuovi mercati. Ed cos che a partire dal 2007 comincia a produrre espositori da terra e da banco e tutta la comunicazione in cartotecnica per il POP. Unintuizione che si dimostrata vincente tanto che oggi il packaging rappresenta soltanto il 15% del nostro fatturato.

    Non lo considerate cos remunerativo? Non si tratta solo di una questione

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    economica. Avevamo e abbiamo un parco macchine di primo piano e una competenza pi che qualificata che ci consentiva di realizzare un prodotto pi complesso entrando in un mercato meno affollato di quello precedente.

    stato difficile comunicare allesterno questa inversione di rotta? Abbiamo scelto due strade: la prima stata quella di creare una vetrina virtuale sul web che, oltre a darci visibilit, permette anche di acquistare piccoli quantitativi attraverso la sezione shop. Abbiamo poi individuato alcune manifestazioni fieristiche a carattere internazionale che ci hanno permesso di entrare in contatto con buyer nazionali e stranieri con i quali sarebbe stato altrimenti difficile interagire.

    Qual il vostro punto di forza? Idee, progettazione e servizio. Forse sono tre componenti scontate ma nel nostro

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    Villa Massa scatola scrigno Villa massa. stampa in quadricromia su cartoncino accoppiato con plastificazione opaca. ideazione del progetto: Cartoindustria spa.

    Bellaoggiespositore da terra girevole h 174 cm. stampa in quadricromia su cartoncino board accoppiato. Plastificazione opaca. Base girevole.ideazione del progetto: Cartoindustria spa.

    creative espositore da banco girevole h 50 cm. stampa in quadri-cromia su cartoncino board accoppiato. Plastificazione lucida. Base girevole. ideazione del progetto: Cartoindustria spa.

    caso davvero cos. Al di l dei progetti standardizzati, esprimiamo la nostra competenza nellinterpretare le idee del cliente, progettando soluzioni in linea con le sue esigenze. Questo per noi significa affiancare il cliente rivestendo il ruolo di consulente e partner.

    Pensate di stringere alleanze allestero? Le fiere sono state cruciali anche per entrare in contatto con potenziali distributori esteri. Fermo restando che la produzione rimane saldamente in Campania, siamo costantemente alla ricerca di partner commerciali che ci consentano di avere una base nei paesi che ritieniamo interessanti per la nostra produzione. Abbiamo gi un partner a Malta e a breve sar costituita Cartoindustria Albania. E non ci fermiamo qui.

    Tecnologia, organizzazione, consulenza: qual laspetto pi importante per

    sopravvivere in un mercato sempre pi agguerrito? Non si pu prescindere dalla tecnologia, ma ritengo che laspetto pi interessante sia la proposta della soluzione. questo che fa la differenza. Cos come fa la differenza essere strutturati per gestire la logistica sollevando i clienti dallattivit di consegna ai punti vendita.

    Lespositore pi richiesto? Sempre pi spesso i nostri clienti ci chiedono di utilizzare materiali riciclati o certificati Fsc. Lattenzione allambiente sicuramente maggiore rispetto a pochi anni fa e la nostra azienda da sempre in linea con questo obiettivo. Cerchiamo di limitare al massimo linserimento di elementi non biodegradabili o inquinanti, come ad esempio la plastica o la colla. C poi un ritorno alla sobriet e una maggiore attenzione alle dimensioni. Leccesso non pi di moda...

  • 213 milioni di copie. Questa la produzione annuale di libri in Italia secondo lultimo rapporto dellAIE, lAssociazione Italiana Editori. Oltre un terzo di questi (83 milioni di volumi) prodotto su cinque macchine, le Came-ron. Vera regina della stampa monocolore, questa tecnologia, assimilabile pi alla flessografia che alla offset, davvero unica nel suo genere e, nonostante lenorme importanza che ha nella produzione editoriale, poco conosciuta. I manuali di grafica ne danno brevi cenni, quando non la ignorano del tutto, e persino una ricerca in internet, il mare magnum dello scibile del XXI secolo, d scarsi risultati. In effetti in tutto il mondo ne sono state installate meno di cinquanta, il che significa che il nostro paese possiede oltre il 10% delle Cameron esistenti, a ulteriore conferma del ruolo le-

    ader dellItalia nel settore della stampa. Ci troviamo di fronte a un paradosso: una tecnologia poco diffusa, poco conosciuta, se non da chi vi lavora a stretto contatto (e ne sempre entu-siasta), ma molto utilizzata. E a ragione, visti gli enormi vantaggi che offre. Certo, linvestimento iniziale richiesto notevole, in quanto si tratta di un impian-to costoso, ma che ripaga in termini di produttivit, veloci-t, qualit, costi di esercizio inferiori a quelli di qualunque altra tecnologia. E soprattutto durata. Comprese le Timsons, le pi famose rotative offset per editoria libraria perlopi mono-colore, con un sistema di piega in linea.

    Le cinque cameron itaLianeDove sono dunque le Cameron? Chi ha creduto in questo brevet-to? La prima stata installata

    alla Mondadori Printing (oggi Gruppo Pozzoni) di Cles (TN) nel 1974 (vedi riquadro a pag. 34) e gira ancora dopo 37 anni; usa inchiostri a solvente, per cui necessita di un forno per lasciugatura mentre le sue due sorelle, aggiunte nel 1978 e nel 1983, utilizzano inchiostri ad acqua, pi ecologici e sicuri anche per i lavoratori. Tanto che nello stabilimento si respira pi profumo di carta che odore dinchiostro. Non necessario asciugare in forno n umidificare la carta il che, oltre a un deciso risparmio energetico, evita lef-fetto di ondulazione della carta dei libri per shock termico. Altre due Cameron, leggermente pi grandi, sono installate presso il Nuovo Istituto Italiano di Arti Grafiche di Bergamo (gruppo Bertelsmann/Arvato): le Came-ron trentine hanno una larghezza del cilindro di 100 e 112 cm, le

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    Lorenzo Capitani

    esperto di stampa e [email protected]

    Lunga vita aLLa Cameron

    CIrCA uN TErzO DEI LIBrI PrODOTTI IN ITALIA sONO sTAMPATI su CINQuE MACChINE, TuTTE CAMErON. NON MACChINE uLTIMO MODELLO, suPErACCEssOrIATE E TECNOLOGICAMENTE AVANzATE, MA AL CONTrArIO uN PO VECChIOTTE, MONOCOLOrI MA VELOCIs-sIME, PrECIsE E sOPrATTuTTO IN GrADO DI CONfEzIONArE uN LIBrO fINITO IN uN uNICO PAssAGGIO. LA PrIMA CAMErON ArrIV IN ITALIA NEL 1974: GIOrGIO MONDADOrI LA fECE ArrIVArE A CLEs E DA ALLOrA NON hA MAI sMEssO DI fArE IL suO LAVOrO...

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    due lombarde di 111 e 137 cm, il che consente di raggiungere, a seconda del formato, foliazioni fino a oltre 1.700 pagine contro le 1.200 di Cles. se le tre macchine di Mondadori Printing producono circa 52 milioni di libri lanno, dalle due del NIIAG ne escono circa 31 milioni, tra brossure e blocchi libro destinati allincassatura dei cartonati.

    Dentro La tecnoLogia Ma come funziona la Cameron? Cosa la distingue dalle altre tecnologie di stampa? Print Bu-yer ne ha parlato con Domenico fasoli, direttore di stabilimento alla Mondadori Printing, e con Marcello Vavassori e Giuseppe Maggioni, rispettivamente diret-tore di stabilimento e funziona-rio commerciale di NIIAG. Diciamo subito che le Cameron consentono di stampare e con-fezionare in un unico passaggio

    un intero libro in nero. Ovvero entra carta bianca ed esce un volume finito. La prima fase di lavorazione la preparazione del belt polimerico di stampa. Dal PDf delle pagine viene preparato un film negativo (CTf) dal quale si ottiene per fotosensibilizzazione un polimero morbido che riporta, in positivo, il testo da stampare: immagi-nate una specie di timbro. Le singole pagine, in base alla segnatura e alla piega, vengo-no quindi tagliate e montate manualmente, con semplice bia-desivo, su un nastro plastico tra-sparente, flessibile e resistente detto belt. Limpostazione sempre testa/piede, quindi sem-pre in fibra, con grandi vantaggi sulla qualit del volume. I formati possibili sono i pi vari spiega fasoli anche se i nostri clienti, Mondadori in primis, li hanno ormai ottimizzati

    sulle caratteristiche delle mac-chine, che rimangono comunque molto flessibili: sono possibili segnature con chiusure in 10mi, 12mi, 14mi, 16mi, 20mi con carta dai 50 ai 120 grammi, sempre uso mano, mentre il pun-to di forza lampio ventaglio di foliazioni, sulle nostre macchine si va da un minimo di 80 a un massimo di 1.200 pagine circa. Questo perch, a differenza di altri tipi di macchina da stampa nei quali la matrice fissa (la lastra 70x100, ad esempio, o il giro cilindro), in questo caso larea stampabile variabile. Il belt, infatti, viene chiuso ad anello e ancorato su due cilindri: uno fisso, laltro spostabile a intervalli di pochi centimetri, a seconda delle esigenze di ogni singolo lavoro. sotto una certa distanza non si pu scendere perch i due cilindri si tocche-rebbero, cos come non si pu

    Il belt inchiostrato di una Cameron nel punto in cui le matrici in polimero stampano la banda di carta. Si noti che ogni pagina incollata al belt vero e proprio mediante biadesivo e secondo uno schema di imposizione che consentir, dopo i tagli, le sovrapposizioni e le pieghe, di ottenere il blocco libro di un intero volume. Per ogni giro di belt si otterr un volume.

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    andare oltre i 10 metri circa (il che corrisponde a una lunghezza del belt di ben 20 metri!) per li-miti strutturali della macchina e dellimpianto. Questo per quanto riguarda la lunghezza; la larghez-za del belt invece fissa, ma se non tutto lo spazio utilizzato, si pu scegliere una bobina di carta pi stretta, limitando al massimo gli scarti. Il fattore vincente della Cameron, sotto-lineano Vavassori e Maggioni, la sua capacit di adattarsi a tutti i formati senza spreco di carta. si possono stampare vo-lumi con base di formato da 10 a 21 cm e altezza da 17 a 25 cm: praticamente tutti i formati delleditoria mondiale. Inoltre, altra prerogativa importante delle Cameron quella di poter stampare dalle tirature limitate, per esempio 1.000 copie, alle tirature importanti di centinaia di migliaia di volumi, e arrivare

    a paginazioni, a seconda del formato, fino a 1.728 pagine in un unico giro. Il fatto di avere ununica matrice per lintero libro permette di eliminare gli errori dovuti alla confezione, come le segnatu-re girate o doppie, mentre la mancanza del gap del cilindro riduce ulteriormente il consumo di carta: 3 mm tra una pagina e laltra sono sufficienti speci-fica fasoli mentre gli scarti non superano le 100-200 copie allavviamento. Niente se pen-siamo che il sistema stampa e confeziona tutto in linea. una volta utilizzato, il belt viene avvolto a formare un grosso rotolo, resistente e inalterabile dai fattori ambientali. Accurata-mente conservato in un ordinato archivio, consente in brevissimo tempo di essere recuperato, montato e di procedere cos a veloci ed economiche ristampe,

    cosa che nessunaltra tecnolo-gia in grado di fare senza rifare impianti o matrici.

    entra un fogLio bianco, esce un Libro finito Come accennato allinizio, la Cameron integrata con una brossuratrice in linea o con un sistema di confezionamento del blocco libro destinato alla copertina rigida: nel primo caso linsieme delle segnature, raccolte automaticamente con un sistema di controllo otti-co e meccanico, passa nella linea di legatoria dove gli viene applicato, per gli autori italiani, il bollino della sIAE, quindi la colla e la copertina (anche con alette). Nel secondo caso, dopo lapplicazione del bollino sIAE il blocco libro viene garzato, ri-sguardato, passato nel battidor-so e infine, fuori linea, avviato allincassatrice. La velocit

    La prima Cameron arriv in Italia nel 1974, e fu Giorgio Mondadori a volerla. Le aveva viste girare negli Stati Uniti e aveva capito che era la tecno-logia che serviva alla sua casa editrice per rispondere alle ri-chieste di un mercato sempre pi ampio e diversificato. Era-no gli anni del grande boom delle edizioni paperback, gli anni in cui gli Oscar, lanciati nel 1965, si erano ormai affer-mati come i libri-transistor,

    i libri per tutti: si leggeva sempre di pi e ognuno sce-glieva cosa leg-gere. Ecco allora limperativo per gli editori: aumentare la produttivit, e farlo con macchi-ne flessibili, che facilitassero sia il cambio di lavoro sia la ristampa di

    volumi in fase di esaurimento, rendendoli disponibili in po-chissimo tempo. La Cameron consentiva tutto ci, produ-cendo, in pi, non segnature ma libri finiti, pronti per essere spediti mentre la macchina sta ancora girando, senza sprechi di tempo o di mate-riale. Per ospitare la prima Cameron, tuttora in attivit, fu costruito nel 1974 lo stabili-mento di Cles, in provincia di Trento, che produce ogni anno 70 milioni di volumi suddivisi, tra novit e ristampe, in 9.000 titoli. Un vero tempio della stampa libraria nel quale, ogni giorno, entrano 8 camion carichi di bobine di carta e ne escono almeno 9 o 10 pieni di quegli affascinanti oggetti del desiderio chiamati libri.

    un po Di storia...

    Il primo volume stampato in Cameron da Mondadori Printing nel 1974. A destra, il ragno di raccolta delle segnature che compongono il blocco libro di un volume.

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    delle linee di produzione, tra stampa e rilegatura, si sfrutta in modo ideale con volumi di 360 pagine, specifica fasoli, ma anche per tutte le altre foliazioni notevole: le macchine girano a circa 300 metri al minuto, il che significa decine di migliaia di volumi prodotti ogni giorno. Non solo, si tratta di volumi di qualit. vero che la Cameron viene associata allidea di libri con una produzione di tipo indu-striale, di poco pregio, soprat-tutto perch non in grado di stampare le mezzetinte (per le quali si ricorre alla Timsons) ma solo tratti. si tratta comunque di libri stampati bene, con neri non calcati ma ben definiti, estremamente leggibili, se si usa una carta di qualit. Anche il tipo di piega porta a una confezione di qualit: dalla piega escono infatti solo quarti-ni o schede singole, quindi non

    Alcune fasi della stampa di un libro in Cameron. Da notare (qui sopra) i coni di piega che piegano le bande di carta nei 4ni che compongono i volumi; in questo caso il libro a 14mi.

    ci sono lati chiusi che potreb-bero impedire lo sfiato dellaria e portare alla formazione di antiestetiche grinze. se la Cameron , nelle parole di NIIAG, la tecnologia vincente per leditoria, essa ha, come tutti gli Achille, il suo tallone, che, secondo fasoli, decisa-mente il montaggio del belt, che avviene tuttora manualmente, con tempi lunghi, e ovviamente con un certo rischio di errori: non ci sono programmi di impo-sition come nel CtP delloffset, qui tutto affidato alla compe-tenza delloperatore.

    pochi investimenti in ricercaPurtroppo, essendo cos poche le Cameron esistenti le aziende hanno poco interesse a spingere in ricerca su questo settore; anche i polimeri usati per i belt potrebbero essere miglio-rati: sono di fatto gli stessi di

    quarantanni fa e non consen-tono la riproduzione di grafismi troppo fini o caratteri piccoli, di retini e di lineature superiori alle 30. Detto ci, la Cameron rimane una signora macchina, la regina incontrastata della produzione libraria, in grado di produrre con tempi rapidi e grande flessibilit libri stampati davvero bene. funziona ed pi che attuale ancora nella sua in-stallazione originale, tanta mec-canica e pochissima elettronica, impressionante se si pensa a cosa successo nel frattempo nel settore della stampa. E che questo tipo di tecnolo-gia non abbia ancora finito di scrivere la storia delleditoria lo conferma il fatto che, per tira-ture dellordine delle centinaia di copie, si sta sperimentando lapplicazione di testine per stampa digitale al posto del belt polimerico

  • Sono tutti daccordo: il libro di carta non morir. Ma deve vedersela con la concorrenza delle-book e con la crisi. Ogni editore mette in campo una strategia propria, ma tutti devono rispondere a unesigenza ineludibile: fare libri belli, che vendano e che costino poco.

    Brossura, cartonato & co.Partiamo dalla confezione: c davvero di tutto. Nel gruppo Rcs sono 50 e 50 tra cartonati e brossure specifica Roberto Serino, direttore tecnico di Rcs Libri. Anche il GEMS ha una produzione equamente distribu-ita: Un 60% di brossura e un 40% di cartonati spiega Valerio Morelli, responsabile dellufficio tecnico. Punta pi sulla soft cover Mondadori: Il 78% della produzione in brossura contro il 22% dei cartonati sono i dati forniti da Daniele Fiasca, diretto-

    re tecnico del Gruppo. Confermano la variet del pano-rama anche le legatorie. Luciano Rossi, responsabile commercia-le del Gruppo Padovana, ci dice: Trattiamo ogni tipo di legatura: fresato, cucito, brossure con alette, olandese In mag-gioranza brossure o cartonati cuciti. Simile la produzione di Lego Group; il presidente Giulio Olivotto conferma: Tra le molte legature che trattiamo, dallolandese alle copertine in plastica, la parte del leone la fanno cartonati e brossure. Con una differenza: nello stabilimen-to di Trento, dove abbiamo le rotative, produciamo pi libri in brossura (il 71%), mentre a Vicenza, dove lavorano le piane, la percentuale maggiore, 61%, di cartonati. Cartonato dunque come sinoni-mo di prodotto di alta qualit, che merita una stampa in

    piana? Solo in parte: Feltrinelli, ad esempio, stampa in piana almeno il 50% dei suoi libri, ep-pure raramente li rilega con una copertina rigida: Solo il 10% della produzione del nostro grup-po in cartonato, questa per non una scelta tecnica per lottimizzazione dei costi, ma una scelta editoriale che perse-guiamo da molti anni, ci dice Massimo Pellegrino, direttore tecnico. Allopposto invece la scelta di Newton Compton, che ha da sempre puntato sul prezzo basso pi che sulla preziosit della confezione. Il caporedat-tore Roberto Galofaro, infatti, racconta: I nostri libri sono per la maggior parte (65%) cartona-ti con plancia e sovraccoperta. Il restante 35% si divide tra brossure con e senza alette e molti cartonati con spugna. Per la collana Mammut (volumi anche di 2.000 pagine) siamo

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    Lorenzo Capitani

    esperto di stampa e [email protected]

    i Libri aL tempo deLLe-bookbeLLi fuori, Low Cost dentro

    AbbIAMO ChIESTO AGLI EDITORI qUALI SONO, IN LINEA DI MASSIMA, LE CARATTERISTIChE DEI LIbRI ChE SI PRODUCONO OGGI. PRIMO COMANDAMENTO: COSTI bASSI. LE CONFEzIONI? IL CARTONATO, hANNO DETTO, ANCORA SINONIMO DI qUALIT. POCA ATTENzIONE INVECE ALLINTERNO, A COMINCIARE DALLE CARTE. SI PUNTA TUTTO SULLA COPERTINA, ChE DEVE ESSERE APPARISCENTE E NObILITATA. PERCh LAbITO, SI SA, A FARE IL MONACO.

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    i Libri aL tempo deLLe-bookbeLLi fuori, Low Cost dentro

    passati dallolandese al carto-nato con spugna, pi resistente, ma dallaspetto ugualmente pop.

    Quante copie? Un fattore di cui si deve tenere conto nelle scelte di produzione la tiratura. Ma questa non dipende certo dalla confezione (Morelli), semmai lautore, il titolo, a fare la differenza (Pellegrino). In genere le tirature sono maggiori per i cartonati (circa 20.000 e 10.000 copie, in media, per Mondadori e Rizzoli), perch si tratta perlopi delle novit appena lanciate. Il paper-back invece vive soprattutto di continue ristampe di poche mi-gliaia di copie e, come testimo-nia Galofaro, i numeri sono nel complesso importanti ma spal-mati su tutto il catalogo, anche se poi singoli titoli possono, con le varie ristampe, raggiungere le

    centinaia di migliaia di copie. Limpressione che si stia cercando di fare libri belli, con un certo appeal estetico che ne giustifichi il prezzo di copertina, ma che costino poco. Ridurre il costo industriale concorda Rossi un obbligo dato dalla riduzione delle tirature perch il guadagno spalmato su un nu-mero inferiore di copie. Io noto una tendenza per una grafica pi accattivante delle copertine ma a discapito della qualit dellin-terno: ad esempio sempre pi diffuso luso di carte grosse ma leggere, o vernice di macchina al posto della plastificazione. Drastico il giudizio del suo colle-ga Olivotto: Assistiamo a una decisa riduzione delle tirature e a un peggioramento qualitativo dei libri, a partire dalla scelta delle carte o dalluso di legature fresate e non cucite. La forte ricerca estetica si ferma alla

    grafica della copertina, sempre pi appariscente. Ci sono poi dei progetti editoriali che partono con forti ambizioni e vengono realizzati in maniera pi povera. qualunque modo di ridurre i costi viene esplorato.

    Fattore decisivo: il FormatoInnanzitutto si cerca di otti-mizzare i formati finiti. E se Rossi nota come non ci sia uno standard, anzi si cerca sempre di fare il libro diverso, che spic-chi, con grande pragmatismo Olivotto avverte che non esiste il formato ideale, esistono i formati ideali secondo il tipo di macchina. Per le piane i formati oggi pi diffusi sono il 70x100 e il 120x160. Ne consegue che i formati finiti pi usati sono i sot-tomultipli per 16mi del 70x100, o i sottomultipli per 24mi del 120x160. Per le rotative dipende invece dal giro cilindro,

    Daniele Fiasca, direttore tecnico Gruppo Mondadori Al primo posto metto la legatura, che sia esteticamente e funzionalmente perfetta. Al secondo luniformit con le linee di collana e la buona resa del nero; al terzo una carta e una stampa di qualit.

    Valerio Morelli, responsabile ufficio tecnico GEMS Se dovessi fare un libro secondo i miei gusti lo farei seguendo lantica arte grafica che ho appreso da ragazzo: in tipografia, in piombo con i clich in zinco, su carta patinata classica, in esacromia quasi archeologia, o fantascienza

    Dimmi che libro sogni... Ognuno ha un proprio libro ideale. qual quello dei tecnici che tutti i giorni progettano e seguono la produzione del libro? Ecco cosa ci hanno risposto.

    1 - Esempio di legatura Singer (L.E.G.O.). 2 - Esempio di legatura Flexicover (Gruppo Padovana). 3 - Alcuni titoli degli Oscar Mondadori: pur essendo una collana paperback, questi volumi sono rilegati con copertine cartonate in tela e serigrafate.

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    generalmente un 63 cm. Tutti gli editori hanno operato negli ultimi anni una raziona-lizzazione e uniformazione dei formati, e tutti concordano nel sostenere limportanza di otti-mizzare le scelte con le tecno-logie a disposizione dei fornitori abituali, standardizzando sem-pre pi ogni fase di lavorazione. un lavoro che non finisce mai, per quanto ci sembra di aver raggiunto un livello massimo di industrializzazione del proces-so... si pu sempre migliorare. Lobiettivo chiaro: i libri devo-no differenziarsi per il contenuto e per la copertina, ma non per come sono prodotti sostiene Serino. Il formato ideale? Per leditoriale leggibile, per il marketing diverso, per noi tecnici sottomultiplo del giro macchina scherza (ma non troppo) Morelli. Nella pratica si va dallo storico 10,9x17,8

    della bur, ottimizzato sulla vec-chia 95 su cui erano stampati un tempo i tascabili di Rizzoli, fino ai cartonati con base in maggioranza 14-15 cm e altezza 21-23 circa: non trascurabile il fatto osserva Galofaro che libri in questo formato trovano posto su tutti gli scaffali, anche della GDO, guadagnando in visi-bilit, e quindi in competitivit.

    le copertine I legatori stigmatizzano le scelte di facciata degli editori, cosa dicono questi ultimi? Sembra essere riuscita a quadrare il cerchio Newton Compton: La nostra politica spiega sem-pre Galofaro di mantenere i prezzi bassi senza rinunciare a realizzare bei prodotti, con carte certificate, legature a prova di usura e finiture raffinate. I nostri cartonati, per esempio, hanno tutti allestimenti curati, risguar-

    di stampati, plance in 4 colori, sovraccoperte con plastificazio-ne lucida e sbalzo. E costano quasi tutti 9,90 euro. Anche Daniele Fiasca di Mondadori ha le idee chiare: La tendenza quella di fare libri belli lavorando soprattutto sulle copertine e sul-le sovraccoperte, utilizzando al-meno una forma di nobilitazione (plastificazione, caldo, vernice, serigrafia). Compatibilmente con le indicazioni del marketing e con le linee delle collane, si cerca di razionalizzare sottraen-do le lavorazioni. Soprattutto sul paperback si dovrebbe puntare di pi sulla grafica in alternativa alle lavorazioni speciali. Cauto Roberto Serino che avverte non si pu generalizzare. Ogni libro ha parametri di qualit propri in base al target. Un buon libro di saggistica non ha bisogno di nobilitazioni in copertina perch lacquirente pi interessato al

    4 - Esempio di brossura (Gruppo Padovana). 5 - Esempio di legatura fresata (Gruppo L.E.G.O.). 6 - Esempio di legatura cucita (Gruppo L.E.G.O.).

    Massimo Pellegrino, direttore tecnico Feltrinelli Il packaging ottimale quello che si sposa in modo coerente con il contenuto e lo valorizza. Amo le brossure con ampie alette e i cartonati imbottiti (padded). La carta degli interni deve essere piacevole al tatto e facilitare la lettura. E preferisco usare carta certificata.

    Luciano Rossi, responsabile commerciale Gruppo Padovana Non bisognerebbe mai rinunciare alla carta di qualit. In fondo, oggi chi acquista un libro cartaceo invece che un e-book predilige la sensazione tattile. La percezione di un libro di pregio sicuramente data da una bella carta e meno dalla legatura o dalle nobilitazioni in copertina. 4 5

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    contenuto che al packaging con cui confezionato. Alcuni titoli di varia, invece, devono attirare lattenzione del lettore non abituale. La recente biografia di Ibrahimovic, ad esempio, forse non avrebbe il successo che ha senza la copertina con tutto quelloro. Assai diverso lo stile Feltrinelli, che punta piuttosto alla fidelizzazione del lettore attraverso la creazione di una forte identit e riconoscibi-lit editoriale, mantenendo nel tempo un packaging elegante e sobrio senza tralasciare lo stu-dio di copertine di forte impatto emotivo.

    carta di Qualit (certiFicata) Gi, la carta, lamore confessato di tanti che lavorano nella produ-zione libraria. ancora Fiasca a chiarire i punti nodali: Dora in poi i libri andranno fatti tenendo conto di due fattori ineludibili,

    lavvento degli e-book e le cer-tificazioni ecologiche. bisogna andare sempre pi alla ricerca di una carta bella, di alta qualit. Ed ecologica. Certo, un costo, ma posso permettermelo se ho liberato risorse riducendo le nobilitazioni in copertina. Deve essere una carta bella, piacevo-le al tatto per il lettore e facile da stampare, che quindi faccia risultare anche la stampa di pi elevata qualit. Il tema delle certificazioni molto sentito da tutti gli editori. Feltrinelli, ad esempio, usa per il 95% (lintera produzione stampata in Italia puntualiz-za Pellegrino) carta FSC, che consente di avere un maggiore controllo per tutta la filiera. Carta certificata che non signifi-ca per riciclata, non soddisfa-cente dal punto di vista estetico e delle prestazioni (Pellegrino).

    cosa ci aspetta?Difficile dirlo. Allargare lo sguar-do oltre i confini pu suggerire qualche risposta: allestero i libri si curano molto dal punto di vista estetico, hanno carta bella, stampa curata, grafiche ricercate ma senza nobilitazioni, si punta su unalta personaliz-zazione sulle fascette. Dora in poi conclude Fiasca la dinamica del mercato editoriale tender a caratterizzare ancora di pi alcuni aspetti tecnici del libro cartaceo. Gli e-book offrono oggi unesperienza di alta quali-t di lettura e di estrema facilit duso. Il libro di carta dovr migliorare dal punto di vista qualitativo come confezione, carta e stampa, garantendo cos al lettore affezionato un plus im-portante: la fisicit del supporto e la piacevolezza del contatto tattile e visivo. E quindi dovr per forza essere ben fatto.

    Roberto Serino, direttore tecnico Rcs Libri Direi che molto dipende dallutilizzo: se devo leggerlo in spiaggia, la versione in brossura su carta economica di gran lunga preferibile a quella cartonata stampata su carta pregiata e con una ricca sovraccoperta.

    Giulio Olivotto, presidente Lego Group Cos che fa bello il libro? Per me sono il modo di legarlo, un dorso con costoli, delle belle tele, trance ben fatte, bordi smussati, canaletti proporzionati La qualit deve essere nel progetto prima e nellesecuzione poi.

    Roberto Galofaro, caporedattore Newton Compton Amo le edizioni cartonate, hanno un fascino particolare, ma non le copertine telate, cos antiquate. Sono un romantico e, anche se pu sembrare unovviet, penso che il buon libro sia fatto dal buon contenuto. Se c quello, basta la pi essenziale delle brossure.

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    97 - Esempio di legatura Svizzera. 8 - Esempio di brossura.9 - Esempio di legatura Bodoniana (tutto Gruppo Padovana).

  • IerI. 1998: la fIne del dTP? una evidente provocazione, ma a partire da questa data che Adobe ha cessato lo svilup-po del PostScript, il linguaggio sul quale si innestata la vera grande rivoluzione che ha coin-volto e sconvolto la progettazio-ne grafica ed editoriale nellera dellelettronica. Lo sanno bene gli ultimi sfortunati che solo una decina danni prima aveva-no investito in tecnologie tipo i sistemi di fotocomposizione, divenuti obsoleti allimprovvi-so con lavvento del computer da tavolo, meno costoso, pi agile e che ha permesso a molti di muoversi in settori complessi anche senza essere tecnici o programmatori superesperti. Chi si accorse delle notevoli potenzialit con cui nel Post-Script si potevano descrivere con qualit testo e immagini indipendenti dal dispositivo

    di riproduzione, come monitor e stampante, fu Steve Jobs che si accord con Warnock e Geschke, sviluppatori del PostScript prima e fondatori di Adobe poi, per implementare tale tecnologia nella Apple Laser Writer (1985). La seconda met degli anni 80 e nel corso degli anni 90 quindi stato un fiorire di software a loro modo molto efficaci nel trattamento di tale linguaggio che dal glorioso PageMaker di Aldus per lApple Macintosh, ha visto via via il na-scere di programmi come Free-Hand (Aldus), Illustrator (Adobe) e soprattutto lindispensabile XPress (Quark). Se adattarsi a questa rivoluzione non stato semplice, in quanto formare personale affidabile ha richiesto un giusto tempo, cos come ottimizzare e profilare le macchi-ne, il flusso di lavoro tratto le immagini in Photoshop, gestisco

    la grafica con FreeHand, impa-gino in XPress e invio tutto a Distiller comunque diventato il consolidato modus operandi di molti, al punto da voler negare, o peggio non accorgersi, che nel frattempo qualcosa cambiato. Perch Adobe fece allora una svolta cos radicale, assecon-data e supportata di fatto solo in seguito dai produttori di periferiche di fascia professio-nale? Tralasciando leciti motivi di business, ha ritenuto ben superiori i vantaggi espressi da unaltra tecnologia solo in ap-parenza analoga, quella del PDF (Portable Document Format), ritenendola ormai matura dopo gli esordi del 1993. Al contrario di quello che appare, un normale formato di salvataggio da scegliere tra gli altri, anche PDF un linguaggio di descrizione della pagina indipendente dai dispositivi hardware/software

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    Luca Fiammenghi

    visual designer e docente

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    progetto muLtimediaLe: un viaggio possibiLe

    CerA unA voLTA IL PoSTSCrIPT e, MALGrADo TuTTo, C AnCorA. PoI ArrIvATo IL PDF CHe (SI SPerA) CI ACCoMPAGner Per MoLTI AnnI. neL FrATTeMPo, voLenTI o noLenTI, DovreMo ADoTTAre non PoCHe novIT Per GeSTIre I noSTrI ProGeTTI. e LA rIvoLuzIone SAr PArAGonAbILe A QueLLA DeL DTP. unA CoSA Per CerTA: non CI TrovereMo PI SeDuTI DIeTro A unA SCrIvAnIA, SAreMo CoMe noMADI DIGITALI In CoSTAnTe CoLLeGAMenTo Con I PI DISPArATI DISPoSITIvI. IL TuTTo... SoTTo un CIeLo DI nuvoLe.

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    e piattaforma utilizzata, ma pi snello e duttile. Se il PostScript, infatti, pi assimilabile a un linguaggio di programmazione in quanto deve istruire il comportamento della periferica di riproduzione che a sua volta deve sapere interpretare i dati del processo, il PDF non deve essere interpretato: incorpora e descrive indipendentemente gli elementi di ogni pagina cos come sono. inoltre un formato aperto (dal 2008) per i cui brevetti non si devono pagare royalties ed associabile a uno standard avendo gi per alcu-ni dei sui aspetti lapprovazione ISo; supporta immagini, testo, grafica 2D, 3D e anche elementi multimediali come video, audio e animazioni. Ma il vero cavallo di Troia che ne ha insinuato la necessit dal basso, ovvero dai grafici smanettoni che cominciavano a distribuire file difficili da riprodurre, iniziato da un apparente piccolo pregio: il supporto delle trasparenze, possibile dalla versione 1.4 (Acrobat 5) e stampabile dai pochi che avevano aggiornato le periferiche a partire da Post-Script Level 3, revisione 3015. era il 2001.

    OggI (ma dal 2001): la PrOmessanel momento della svolta non cera solo il PDF ma ben altro: Adobe stava preparando una specie di campo di battaglia con schierati da un lato gli utenti finali, agevolati da poli-tiche commerciali favorevoli, e dallaltro tutti quelli costretti in un modo o nellaltro a dover so-stenere nuovi costi a supporto delle nuove tecnologie. Con un esperimento che nacque proprio in Italia, inser in una Suite pre CS i principali software del grafico a un costo del pacchetto sostenibile ai pi: vi erano in particolare Photoshop 7, Illu-strator 10, InDesign 2 e Acrobat Professional 5. nel frattempo la

    Allineare le impostazioni colore. Prima di utilizzare i programmi della Suite Adobe opportuno allineare le impostazioni colore. Possiamo farlo dal Menu Modifica (Windows) o Nome Applicazione (Mac) di ogni singolo programma. In alternativa da Bridge e in un sol colpo, per Photoshop, Illustrator e InDesign.

    Foto originale e versione lavorata: questa immagine, in alta risoluzione, a livelli e in metodo RGB, sar salvata in formato .psd, con profilo colore incorporato. Successivamente verr importata in InDesign.

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    concorrenza guardava al mondo web in fermento, spendendo per acquisire o sviluppare soluzioni interessanti come fece Macro-media per Flash, Dreamweaver e Fireworks, mentre poi cera chi, come Quark, continuava a ven-dersi a caro prezzo: ma ad ogni modo giocavano da soli. Grazie alla Suite, invece, Adobe faceva una promessa: integra-zione totale. vi implement un efficace motore di gestione del colore univoco funzionale ai profili ICC per ri-conoscere, convertire e mantenere laspetto del progetto; poi inser un modulo per la gestione delle trasparenze negli oggetti vettoriali, il suppor-to allo standard unicode per le font opentype con annessi glifi alternativi e non ultimo PDF Print engine, il motore di esportazio-ne per generare documenti adatti non soltanto alla carta stampata. Se tali funzionalit venivano uti-lizzate spesso in maniera malde-stra, da grafici pi entusiasti per gli effetti che per la tecnologia, molti stampatori non erano da meno, inconsapevoli di quanto fosse innovativo il potenziale della promessa. nacque da qui la pseudo leggenda che asseriva Illustrator va bene, basta che si salvi nella versione 8, oppure InDesign bel giochino... che non serve; ma bastava mettere a punto qualcosa per ricredersi, a cominciare dallo Allineare le im-postazioni colore, modificando quelle predefinite per un uso ge-nerico/web adattato al mercato americano in Photoshop, emula Illustrator 6 per Illustrator e Gestione colore disattivato per InDesign, presenti appena dopo linstallazione dei programmi. Questo vale anche oggi: cosa accade di quella promessa se allineiamo con coerenza le impostazioni colore della Suite attuale? Per chi fa produzione vi innanzitutto un notevole risparmio di tempo nella lavo-razione del progetto grafico, avendo sotto controllo laspetto

    Documento di Illustrator CMYK contenente oggetti trasparenti. Verr salvato in formato nativo .Ai e inserito in InDesign.

    Documento di InDesign con inserita limmagine a livelli, in RGB, di Photoshop, oggetti trasparenti da un documento CMYK di Illustrator e una scritta (colour) dai valori specificati e registrati nel Pannello Campioni.

    Esportazione da InDesign adatta al monitor. Nelle opzioni di Output tutti i colori del documento saranno convertiti in RGB, in particolare nel profilo sRGB, adatto per la maggior coerenza possibile nelle riproduzioni a monitor, stampanti e sistemi operativi diversi.

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  • Esportazione da InDesign allround per carta. A partire dal Predefinito Qualit Tipografica possiamo attivare una retro- compatibilit del PDF alla sua versione 1.3, per poter generare lastre anche dai sistemi non aggiornati. Specificati crocini e informazioni (figure in alto), troviamo per Output (a sinistra) le opzioni di conversione del colore: i file RGB saranno convertiti in destinazione, ad esempio quelle specificate in Impostazioni Colore su ISO Coated Fogra 39, ma potremo sceglierne altre, mentre di quanto CMYK saranno mantenuti i valori numerici. Potremo decidere (consigliabile) se incorporare il profilo o meno. Alla voce Avanzate (a destra) possiamo trasformare in Alta risoluzione gli oggetti trasparenti, ottenendo cos un PDF compatibile allindietro.

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    del colore sempre coerente durante il passaggio tra i diversi programmi. Si lavora poi con un documento fluido, contenente immagini sia rGb che CMYK indifferentemente, da declinare solo al momento dellesporta-zione finale in PDF (grazie a Pdf Print engine) per lesatto media di riproduzione, che sia carta, monitor o documento interattivo. S, interattivo!

    OggI: un nuOvO InIzIO Steve Jobs, dopo lera del Post-Script ci ha lasciato un ricordo: liPad. Pu sembrare un bel p


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