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PropostAC - 46 - Dicembre 2010

Date post: 10-Mar-2016
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PropostAC - Periodico dell'Azione Cattolica di Cesena - Sarsina - Numero 46 - Dicembre 2010
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L ’anno associativo che stiamo viven- do sarà attraversato da un’esperienza che, per quanto “speciale”, fa parte della vita ordinaria dell’Associazione: il cammino assembleare. E’ un intenso momento di corresponsabilità associativa che vedrà tutti impegnati il 29 Gennaio 2011 nel rinnovo delle cariche ad ogni livello. Un momento in cui ogni singolo aderente sarà chiamato ad armonizzare la scelta per l’Ac con la propria responsabilità per la qualità della vita associativa, sia che viva il servizio della responsabilità, sia che viva nella condizione di semplice socio. L’appuntamento assembleare - PER NOI IL PROSSIMO 29 GENNAIO - è parte integrante dei ritmi di vita e di crescita dell’associa- zione, una presa in carico della vita associa- tiva da parte di tutti, perché ancora di più possa offrirsi come luogo e strumento di discernimento e di formazione delle co- scienze, in un’azione instancabile di evange- lizzazione dentro la quotidianità del servizio nella Chiesa locale e per la comunità civile. Per questo il cammino assembleare si fonda sul lavoro di lettura delle tracce tematiche individuate come prioritarie che orienteran- no le scelte del prossimo triennio e saranno attente agli Orientamenti pastorali della Chiesa, con lo sguardo rivolto anche al do- cumento finale della Settimana sociale e alla vita del Paese. Ciò che sta a cuore all’Ac è cercare di far vivere ai propri soci il Batte- simo in maniera consapevole, da laici cri- stiani, capaci di assumere le responsabilità cui sono chiamati in un rinnovato impegno nella Chiesa e nella società civile per essere cittadini degni del Vangelo. La scelta prioritaria è l’educazione, fedeli alla nostra tradizione: educare a partire dal- la fede che è ricerca di Dio e incontro con Dio. Educare a un laicità consapevole capa- ce di vivere una fede incarnata, che fa ama- re Dio e l’uomo insieme, che fa maturare stili di vita improntati al Vangelo e si tradu- ce in forme contagiose di impegno capaci di “fare opinione”. Una fede che spinge a spendersi per la vita, per la giustizia, per la pace e la solidarietà, per il lavoro e per tutto ciò che realizza la dignità umana. La parola “responsabilità” fa da sfondo all’impegno: responsabilità verso se stessi e la propria formazione; verso gli altri con la verità di una testimonianza che si fa luce di speran- za; verso la Chiesa presenza di Dio nel mon- do resa visibile dal nostro essere in comunione; ver- so l a società per cercare di costru- ire una città dove ogni uomo possa sentirsi a casa. L’afferma- zione di Gesù “Voi siete la luce del mondo” guida il nostro cammino. Azione Cattolica di Cesena-Sarsina Numero 46 Dicembre 2010 PropostAC Dicembre 2010 La presidenza diocesana Vivere la fede. Vivere la fede. Vivere la fede. Vivere la fede. Amare la vita Amare la vita Amare la vita Amare la vita BENVENUTO VESCOVO DOUGLAS! L’Azione Cattolica ti accoglie con gioia! “In questa ora esigente non possiamo tacere l’assoluta novità della fede”. (cardinale Bagnasco) Tutta l’esperienza associativa dell’Azione Cattolica può diventare un modello esemplare di democrazia partecipata che educa a crescere nella corresponsabilità facendo ognuno il suo in un’ottica comune, maturando i propri talenti e mettendoli a disposi- zione di tutti in un servizio che di vol- ta in volta si esercita in forme, modi e tempi differenti. In questo senso la vita associativa è già di per sé esperienza di bene co- mune da tradurre in prassi quotidia- na nella vita di tutti i giorni. Gli inca- richi di responsabilità possono essere ricoperti dalla stessa persona per un massimo di due mandati consecutivi. Questo dà la possibilità ad altri di crescere assumendosi delle respon- sabilità e a chi ne ha fatto esperienza di servire l’associazione in un altro modo. Bachelet Adesione pag. 2 Settimana sociale pag. 3 Ero forestiero, mi avete accolto! Consigli per la lettura pag. 4 Incontro nazionale dell’AC pag. 5-6 Tre giorni Gara canora pag. 7-8
Transcript
Page 1: PropostAC - 46 - Dicembre 2010

L ’anno associativo che stiamo viven-do sarà attraversato da un’esperienza che, per quanto

“speciale”, fa parte della vita ordinaria dell’Associazione: il cammino assembleare. E’ un intenso momento di corresponsabilità associativa che vedrà tutti impegnati il 29 Gennaio 2011 nel rinnovo delle cariche ad ogni livello. Un momento in cui ogni singolo aderente sarà chiamato ad armonizzare la scelta per l’Ac con la propria responsabilità per la qualità della vita associativa, sia che viva il servizio della responsabilità, sia che viva nella condizione di semplice socio. L’appuntamento assembleare - PER NOI IL PROSSIMO 29 GENNAIO - è parte integrante dei ritmi di vita e di crescita dell’associa-zione, una presa in carico della vita associa-tiva da parte di tutti, perché ancora di più possa offrirsi come luogo e strumento di discernimento e di formazione delle co-scienze, in un’azione instancabile di evange-lizzazione dentro la quotidianità del servizio nella Chiesa locale e per la comunità civile. Per questo il cammino assembleare si fonda sul lavoro di lettura delle tracce tematiche individuate come prioritarie che orienteran-no le scelte del prossimo triennio e saranno attente agli Orientamenti pastorali della Chiesa, con lo sguardo rivolto anche al do-cumento finale della Settimana sociale e alla vita del Paese. Ciò che sta a cuore all’Ac è cercare di far vivere ai propri soci il Batte-simo in maniera consapevole, da laici cri-stiani, capaci di assumere le responsabilità cui sono chiamati in un rinnovato impegno nella Chiesa e nella società civile per essere cittadini degni del Vangelo. La scelta prioritaria è l’educazione, fedeli alla nostra tradizione: educare a partire dal-la fede che è ricerca di Dio e incontro con Dio. Educare a un laicità consapevole capa-ce di vivere una fede incarnata, che fa ama-re Dio e l’uomo insieme, che fa maturare stili di vita improntati al Vangelo e si tradu-ce in forme contagiose di impegno capaci di “fare opinione”. Una fede che spinge a

spendersi per la vita, per la giustizia, per la pace e la solidarietà, per il lavoro e per tutto ciò che realizza la dignità umana. La parola “responsabilità” fa da sfondo all’impegno: responsabilità verso se stessi e la propria formazione; verso gli altri con la verità di una testimonianza che si fa luce di speran-za; verso la Chiesa presenza di Dio nel mon-do resa visibile dal nostro essere in comunione; ver- so l a società per cercare di costru- ire una città dove ogni uomo possa sentirsi a casa. L’afferma- zione di Gesù “Voi siete la luce del mondo” guida il nostro cammino.

Azione Cattolica

di Cesena-Sarsina

Numero 46

Dicembre 2010

���� PropostAC Dicembre 2010

La presidenza diocesana

Vivere la fede. Vivere la fede. Vivere la fede. Vivere la fede. Amare la vitaAmare la vitaAmare la vitaAmare la vita

BENVENUTO

VESCOVO

DOUGLAS!

L’Azione

Cattolica

ti accoglie

con gioia!

“In questa ora esigente non possiamo

tacere l’assoluta novità della fede”.

(cardinale Bagnasco)

Tutta l’esperienza associativa dell’Azione Cattolica può diventare un modello esemplare di democrazia partecipata che educa a crescere nella corresponsabilità facendo ognuno il suo in un’ottica comune, maturando i propri talenti e mettendoli a disposi-zione di tutti in un servizio che di vol-ta in volta si esercita in forme, modi e tempi differenti.

In questo senso la vita associativa è

già di per sé esperienza di bene co-

mune da tradurre in prassi quotidia-

na nella vita di tutti i giorni. Gli inca-

richi di responsabilità possono essere

ricoperti dalla stessa persona per un

massimo di due mandati consecutivi.

Questo dà la possibilità ad altri di

crescere assumendosi delle respon-

sabilità e a chi ne ha fatto esperienza

di servire l’associazione in un altro

modo.

Bachelet

Adesione

pag. 2

Settimana

sociale

pag. 3

Ero forestiero,

mi avete accolto!

Consigli per la

lettura pag. 4

Incontro nazionale

dell’AC

pag. 5-6

Tre giorni

Gara canora

pag. 7-8

Page 2: PropostAC - 46 - Dicembre 2010

���� PropostAC Dicembre 2010

L ’Assemblea diocesana dell’Azione Cattolica non è mai un mero appunta-

mento burocratico - per rinnova-re i principali incarichi direttivi - né un’autocelebrazione che si ripete in modo meccanico o-gni tre anni. Possiede invece una forte valenza educativa (alla responsabilità e all’amore per la Chiesa) e perfino una dimensione pubblica, un mes-saggio destinato ben oltre le file dell’associazione. Per sot-tolinearlo, si è andata consoli-dando la tradizione di articola-re l’evento in una serie di mo-menti, con taglio e destinatari diversi. C’è la preghiera e l’ascolto, la riflessione e la scelta, il dialogo e la testimonianza. Si spiega così la presenza a Cese-na, il prossimo 28 gennaio, di Giovanni Bachelet, figlio dell’indimenticato Vittorio, che fu presidente nazionale dell’Ac nella stagione post-conciliare e

cadde per mano delle Brigate Rosse, il 12 febbraio 1980, a cau-sa del suo impegno ai vertici del-la magistratura. Nato 54 anni pri-ma a Roma, Vittorio Bachelet fu scelto da Paolo VI, nel pieno del Concilio Vaticano II, per condurre

la storica associazione ecclesiale, guidandola verso un processo di deciso rinnovamento. Con lo stesso stile mite e coraggioso, Vittorio visse la professione co-me un servizio e, divenuto vice-presidente del Consiglio superio-re della magistratura, vi si spese con esemplarità in tempi di forti

tensioni e rivolgimenti. I carnefici lo avvicinarono sulle scale dell’Università, mentre usciva da una lezione tenuta nell’aula “Aldo Moro”. Nel corso dei funerali, celebrati due giorni dopo nella chiesa ro-

mana di San Roberto Bellarmi-no, commosse tutti (compresi gli stessi brigatisti, come poi si seppe) la preghiera del giova-ne Giovanni “anche per quelli che hanno colpito il mio papà perché, senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfa-re, sulle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta, sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri”.

Una lezione appresa crescendo accanto a Vittorio. Le sue ultime parole pubbliche, affidate a un cronista la sera prima di venire ucciso, suonano come un inno alla speranza: “Per conto mio, vivo nella fiducia che piccoli se-gnali possano diventare una grande luce”.

Vittorio Bachelet, Vittorio Bachelet, Vittorio Bachelet, Vittorio Bachelet, testimone di speranzatestimone di speranzatestimone di speranzatestimone di speranza Ernesto Diaco

Scegliere di starci Scegliere di starci Scegliere di starci Scegliere di starci come segno di responsabilitàcome segno di responsabilitàcome segno di responsabilitàcome segno di responsabilità

D icembre 2010. Ritorna l’adesione. Solita barba. Solita noia. Solita tessera

da aggiungere alla collezione. Mi sembra quasi di sentire il già no-to ritornello del presidente par-rocchiale che mi ricorda - svizze-ro - il momento del mio sì. L’ennesimo grillo parlante che martella la mia coscienza, mi sve-glia dal torpore dell’abitudine e ancora una volta, instancabile, mi chiede se ci sto. Adesione a cosa? A chi? Adesione per “stare vicino”. No, aspetta. Non così vicino. Niente sindrome dell’adesivo o del pa-rassita, perché “tanto c’è già qualcuno che traina, che fa e che briga”. Qui c’è in gioco una rela-zione, il che vuol dire che se scel-go di starci, scelgo anche di esse-re persona attiva. Posso rischia-re, anche quest’anno, di accetta-

re “perché si è sempre fatto co-sì”. Posso scegliere di prendermi la responsabilità del mio sì, met-tendomi in gioco con il “mio sa-pore” e la “mia luce”. Sì, ci sto, perché voglio impegnarmi nella sfida che l’Ac anche quest’anno mi rinnova. Sì, ci sto, perché vo-glio assumere il mio impegno nel creare un’esperienza autentica di crescita cristiana. In questo “sì” vorrei riconoscermi persona in una prospettiva di relazione con gli “altri” da me che arricchisco-no con la loro presenza la fami-glia dell’Azione Cattolica. Non più la percezione di me, individuo in un panorama di solitudine, ma nodo essenziale di legami che contribuisce a costruire la storia del popolo di Dio. Una storia che prosegue qui e ora tra coetanei, adulti a cui guardare, piccoli di cui avere cura. Nessuna scusa o nessuna giustificazione per limiti di età, alti o bassi che siano. Per

non cadere nel rischio di arenar-mi a spettatore della quarta fila, non posso pensare di considerar-mi “arrivato”. Il bello è proprio raccogliere questa sfida, nel met-tersi alla sequela del Maestro, anche se la tentazione di sorpas-sarlo sulla strada può essere for-te. Ecco allora che posso sceglie-re l’Ac come modo di essere lai-co. Un modo particolare, perché mi chiede di fare una serie di scelte, a partire dalla mia specifi-ca comunità parrocchiale. Sì, la mia scomoda e antipatica realtà locale. È proprio vero che le altre parrocchie sono sempre meglio della mia?! Il mio scegliere que-sto cammino implica in sé un compito importante di testimo-nianza e una sfida educativa in cui mi viene chiesta continua ve-rifica, per non smettere di for-marmi. Parafrasando Gaber, li-bertà è scegliere di starci e arric-chire del mio l’esperienza di Ac.

Caterina Ceredi

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D al 14 al 17 ottobre a Reg-gio Calabria si è svolta la 46ª Settimana Sociale dei

cattolici Italiani, dal titolo: “Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futu-ro del Paese”. 1200 delegati da 184 diocesi italiane, 177 rappre-sentanti di associazioni e movi-menti e 300 giovani: queste le cifre dell’evento. Fra gli oltre 1600 par-tecipanti, erano presenti sette ce-senati, di cui tre sono soci di Ac: Gilberto Zoffoli, rappresentante per la Diocesi, Stefano Tappi e Ma-nuel Manuzzi, inviati tramite la Pa-storale giovanile.

Cosa vi ha più colpito dai

lavori di quei giorni?

Manuel: La cosa che più mi è rimasta è il clima che ho re-spirato, specie tra i giovani: il brio e la voglia di spendersi, uniti da una stessa passione. É bello sentirsi parte di un’unica Chiesa. Una cosa che mi ha molto colpito è stata la testimonianza di soli-tudine di molte persone pre-senti, impegnate a livello lo-cale in politica, che hanno denunciato una sorta di ab-bandono da parte delle loro comu-nità cristiane in un periodo dove forse ne avrebbero più bisogno. Gilberto: Ho visto tante competen-ze sparse per l’Italia, tanta passio-ne civile e la consapevolezza della situazione attuale. La posta in gio-co è talmente alta - è l’Italia - che non ci si può attardare in ragiona-menti filosofici. L’agenda di spe-ranza ci richiama a un coinvolgi-mento pressante e immediato per il Bene comune. Stefano: Una volta la patria chia-mava alla leva militare, oggi la ge-rarchia ecclesiale chiama alla leva politica e alla conseguente assun-zione di responsabilità. Per essere sale e luce del mondo occorre lot-tare con se stessi, con il mondo e a volte anche con la Chiesa. Porto a casa le parole del Cardinal Bagna-sco: “Ai cattolici con doti di mente e di cuore diciamo di buttarsi nell’agone, di investire il loro patri-monio di credibilità”.

Come è stato lavorare in gruppi,

con gente d’ogni parte d’Italia?

Gilberto: Erano anni che non par-tecipavo a eventi nazionali e ho ritrovato tanti amici dell’Azione cattolica. Un’Ac radicata nelle dio-cesi: tanti che si spendono per la propria città, un’Ac che continua a formare persone attente al sociale, ai luoghi di vita dell’uomo. Un a-spetto da rivedere è stato il distac-co tra le grandi relazioni di fondo iniziali rispetto al dibattito poi svol-tosi nei gruppi. C’è una spinta dal basso che le Settimane sociali de-vono cercare di ritrovare. È stato molto positivo costruire un’agenda con impegni concreti e non dare delle ricette.

Manuel: Il lavoro in nelle assem-blee tematiche è stata una pale-stra di democrazia in cui imparare ad ascoltarsi a vicenda, proponen-do interventi brevi che mettessero a fuoco i problemi e le proposte per risolverli. Io ero nel gruppo “Slegare la mobilità”, nel quale la riflessione si è concentrata su for-mazione, università e ordini pro-fessionali. La tendenza che ho ri-scontrato in molti è stata quella di portare riflessioni su problemi spe-cifici o settoriali: ho sperimentato come sia più facile aggiungere la propria opinione rispetto al trova-re convergenze e unità con le altre persone.

La concretezza è stata uno dei car-

dini della Settimana.

Stefano: Il professore Giuseppe Savagnone ci ha ricordato appunto questo. “La nostra pastorale è co-me una casa a due piani. Il piano superiore, definito il piano nobile,

è quello dove si scrivono docu-menti bellissimi, si fanno convegni e incontri molto arricchenti; in questo piano sembra che tutto va-da bene. Il piano inferiore invece è il piano terra, quello della pastora-le ordinaria, della vita e dei proble-mi quotidiani delle parrocchie e dei gruppi, dove ci sono le chiusure prodotte da inerzie, stanchezze, da una prassi ripetitiva e dove le cose non cambiano neppure dopo un bel documento o un grande conve-gno ecclesiale. Al piano inferiore dobbiamo trovare la forza per cambiare le cose, perché ciò che avviene al piano nobile non ha mai ricadute sul piano terra. Occorre creare una coraggiosa pastorale di

formazione permanente che metta in comunicazio-ne con il territorio: per le strade, nelle piazze, nell’ufficio, nell’officina”.

Cosa portare a casa dopo

un appuntamento tanto

inteso?

Stefano: Dobbiamo essere cittadini responsabili con il Vangelo in tasca, per con-frontarci costantemente con esso nelle scelte quoti-diane, l’agenda alla mano,

per ricordarci gli appuntamen-ti di impegno ordinario per il bene comune presi a Reggio Calabria, e la scala sottobraccio: per elevare la nostra pastorale ordinaria verso l’alto. Manuel: Se le nostre comunità vo-gliono portare il Vangelo nel mon-do di oggi devono offrire spazi in cui confrontarsi da cristiani. Forse il bello di questa Settimana sociale è l'essere stato uno di questi luo-ghi, consapevoli però che l'espe-rienza deve vedere frutti nei nostri luoghi di vita e di lavoro, partendo dal dialogo e dal confronto. Gilberto: Siamo noi la prua della nave che deve costituire la nuova generazione di cattolici italiani. Sono tornato a casa con un’agenda sì, ma veramente di speranza, mi è sembrato che ci fosse una Chiesa non rassegnata, ma che guarda al futuro con speranza e cerca nell’oggi soluzioni concrete spen-dendosi con impegno.

���� PropostAC Ottobre 2010

I partecipanti cesenati alla Settimana sociale a Reggio Calabria

Un’agenda di speranza per l’Italia Un’agenda di speranza per l’Italia Un’agenda di speranza per l’Italia Un’agenda di speranza per l’Italia Claudia Coppari

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���� PropostAC Dicembre 2010

A lle donne e agli uomini, ai giovani e ai ragazzi che vivono in questa terra!

Ci rivolgiamo a voi per condivide-re un appello che facciamo, in-nanzitutto a noi stessi. La nostra storia fatta di un’appartenenza quotidiana alla Chiesa, nel suo volto con-creto della parrocchia,fatta di una formazione aperta alla vocazione sociale che è di o-gni uomo, fatta di un amore a l l ’ u o m o e s p r e ss i o n e dell’amore creatore di Dio, ci spinge, con umiltà, ma anche con coraggio e forza, a rivol-gere questo forte appello. Mai come oggi ci pare com-promessa e tante volte viola-ta la dignità della persona umana che nella concretezza delle diverse realtà trova nel-le relazioni frantumate e di-storte situazioni di degrado non più accettabili. Mai come oggi ci pare che la cittadinanza di ciascu-no debba connotarsi dei caratteri di responsabilità e di condivisio-ne; perché questa città è nostra,

di ciascuno che in essa vive, e chiede un contributo fattivo, pen-sato, condiviso. Mai come oggi ci pare che la testimonianza cristia-na debba superare i contorni

dell’ordinarietà e della tranquilli-tà, per spingersi, con carità e co-raggio, verso gesti concreti ed e-vangelici di accoglienza dell’uomo a noi vicino. E’ la consapevolezza che una trasformazione dell’oggi

è possibile solo se ciascuno si as-sume il proprio pezzo di respon-sabilità, ma anche solo se come comunità cristiana, come comuni-tà civile, come istituzioni tutti in-

sieme si lasciano coinvol-gere e attraversare da u-na rinnovata collaborazio-ne. Per questo chiediamo,in nome di ogni forestiero non accolto, di cambiare il nostro stile delle rela-zioni, di tessere insieme una trama viva di relazio-ni fraterne, di costruire rapporti aperti al dialogo che con mitezza e disinte-resse ricerchino quelle soluzioni, elaborino quei progetti che concreta-mente rendono il bene comune possibile oggi in questa nostra terra, in questa nostra città.

Chiediamo e vogliamo che questa nostra città sia fraternamente ac-cogliente! Noi ci stiamo!

Cesena, 19 febbraio 2010

Noi ci stiamo! Un appello all’impegnoNoi ci stiamo! Un appello all’impegnoNoi ci stiamo! Un appello all’impegnoNoi ci stiamo! Un appello all’impegno

Consigli per la letturaConsigli per la letturaConsigli per la letturaConsigli per la lettura a cura di Ivan Fusconia cura di Ivan Fusconia cura di Ivan Fusconia cura di Ivan Fusconi

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Tra storia e futuro — Cento anni di Settimane sociali dei cattolici italiani

di Ernesto Preziosi

Una storia lunga oltre un secolo, quella delle Settimane sociali, convegni di studio che affrontano questioni cruciali per la vita collettiva coinvolgendo nelle riflessioni non solo esperti e studiosi cattoli-ci, ma anche i “non addetti ai lavori”. Un percorso raccontato diffusamente da Ernesto Preziosi che parte dal 1907 da Pistoia—diocesi che può vantare un vivace movimento cattolico—e arriva fino all’anno del centenario, ancora una volta a Pistoia (in collaborazione con Pisa), nel 2007. Perché ripercorrere oggi brevemente la storia di queste Settimane che, a più riprese, hanno accom-pagnato la ricca e articolata vicenda del cattolicesimo italiano? Perché andare a riprendere i nessi, i legami e i fattori di sollecitazione che quel percorso ha ricevuto e allo stesso tempo ha impresso al

movimento organizzato dai cattolici? Perché richiamare il cammino compiuto dalla Chiesa italiana nella modernità, cammino che ha favorito la crescita e la maturazione del laicato e l’accompagnamento di quelle che sono state le va-rie forme di presenza dei cattolici in politica nel secolo scorso? Vi è un aspetto di studio, di conoscenza, certo, di una pagina nota solo som-mariamente, ma insieme vi è anche un’utile provocazione in termini di attua-lità: analizzare le dinamiche intercorse tra magistero sociale, dottrina sociale, luoghi e strumenti di elaborazione, ruolo del laicato e dell’associazionismo, influsso sulla realtà sociale e politica. Un libro non solo per “addetti ai lavori”, dal quale trarre importanti spunti per una valida riflessione sui temi fondanti delle Settimane sociali dei cattoli-ci italiani. Per ordinazioni dell’editrice Ave, contattare Ivan Fusconi, incaricato diocesano Ave 347 8008531; [email protected]

Palazzo del Ridotto a Cesena, 19 febbraio scorso, serata col vescovo Antonio Lanfranchi e il sindaco Paolo Lucchi (foto A. Giangrasso)

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Immagini e parole

dall’incontro nazionale

dell’Azione Cattolica

con papa Benedetto XVI,

in piazza San Pietro

il 30 ottobre 2010

���� PropostAC Dicembre 2010

Giovanissimi di Azione Cattolica, aspirate a mete grandi, perché Dio ve ne dà la forza.

papa Benedetto XVI

Speranza: l’orizzonte più degno dell’uomo.

Essere sale e mescolarsi alla vita degli altri per dare sapore.

monsignor Sigalini

Diventate grandi se siete capaci di fare della vostra vita un dono per gli altri.

papa Benedetto XVI

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���� PropostAC Dicembre 2010

Il “di più” è essere ragazzi e giovanissimi che decidono di amare Gesù, di essere protagonisti della propria vita, protagonisti nella Chiesa, testimoni della fede tra i vostri coetanei.

papa Benedetto XVI

Agli educatori: Essere educatori significa avere una gioia nel cuore e comunicarla a tutti. Voi sapete bene che non siete padroni dei ragazzi, ma servitori della loro gioia a nome di Gesù, guide verso di Lui. Col cuore sono con voi e rimango con voi! Papa Benedetto XVI

La Benedizione di Dio è la firma del Signore sui nostri sogni

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“C hi ama si educa” è il titolo della Due giorni che, come ormai da alcuni anni con modalità e in tempi diversi, l’area

Famiglie e vita diocesana e l’equipe adulti propongo-no a famiglie, giovani adul-ti e adulti. La tematica della Due gior-ni prende spunto dal testo Chi ama educa (pubblicato da Ave nel 2010) di Franco Miano, presidente nazio-nale di Ac, insignito di re-cente del premio Capri san Michele nella sezione pe-dagogia. Il tema dell’educazione è quanto mai presente, urgente e di grande attualità. Il Papa già da diversi anni lo ha affrontato in tanti suoi discorsi, lo scor-so anno è uscito il testo La sfida educativa a cura del comitato per il progetto culturale della Cei, sono ancora freschi di stampa gli Orientamenti pastorali della Cei 2010-2020 Educare alla vita

buona del Vangelo, anche il vescovo Lanfranchi nella sua lettera pastorale parla di educazione:

per questo ci sembrava quanto mai importante dedicare la Due giorni proprio a questo tema. Ma in che modo? Sicuramente guardando alla fa-miglia, alla coppia, all’adulto come soggetto im-

portante nell’educazione: l’adulto che ama, all’interno della famiglia e della coppia, educa l’altro, fa crescere l’altro, vuole il bene dell’altro, grande o piccolo, coniuge o figlio che sia. Ci aiuterà in questo aspetto antro-pologico il dottor Dario Seghi, psicologo e psico-terapeuta di Ferrara. Non mancheranno anche mo-menti di riflessione legati

alla Parola, guidati invece da suor Tilli Calderoni. Celebrerà la messa dome-nica mattina don Derno, assistente adulti e fami-glie. Come sempre la fraternità e la cordialità ca-ratterizzeranno questi due giorni. Dimenticavamo i bambini e i ragazzi! Sicuramente non potranno mancare! Vi aspettiamo alla Stella Maris (Milano Marittima), sabato 15 e domenica 16 gennaio 2011.

Educare l’altro è farlo crescere Educare l’altro è farlo crescere Educare l’altro è farlo crescere Educare l’altro è farlo crescere Vale e Forfo per l’Area famiglia e vita

Foto della due giorni delle famiglie (gennaio 2010)

���� PropostAC Dicembre 2010

Quando spiritualità e gioco si fondonoQuando spiritualità e gioco si fondonoQuando spiritualità e gioco si fondonoQuando spiritualità e gioco si fondono

D opo la bellissima esperienza dell’incontro nazionale “C’è di +” a Ro-ma, l’Acr è pronta a proporvi una nuova

avventura: la Tre giorni di spiritualità per ragazzi di elementari e medie, che si terrà dal 2 al 4 gen-naio 2011 all’Istituto Emiliani di Fognano. Pur es-

sendo tutti in un’unica struttura, le proposte sa-ranno, come sempre, diversificate per elementari, medie e terza media, per seguire al meglio ogni fascia d’età, secondo le sue esigenze di cammino. Ci accompagnerà come tema il brano dell’anno Ac “Voi siete la luce del mondo”.

Foto della tre giorni ACR dello scorso anno (dicembre 2009)

Valentina Bondi

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D omenica 14 novembre, al Carisport di Cese-na, si è svolta la tradizionale "Gara canora" tra i gruppi giovanissimi della diocesi, a cui

hanno partecipato quattordici gruppi parrocchiali. Con "Ti vorrei sollevare" di Elisa si sono aggiudicati il primo posto i ragazzi della parrocchia di San Pietro apostolo in Solferino (Borello). Novità per questa sedicesima edizione, il premio per la canzone più

ispirata al tema dell’anno associativo. Se l’è aggiudi-cato la parrocchia di Santo Stefano con "I cento pas-si" dei Modena City Ramblers. L’Acr rock band (nella foto sopra) ha inframmezzato le esibizioni propo-nendo vivaci canti del repertorio Acr.

Borello ha vinto la XVI edizione della Gara canoraBorello ha vinto la XVI edizione della Gara canoraBorello ha vinto la XVI edizione della Gara canoraBorello ha vinto la XVI edizione della Gara canora

���� PropostAC Dicembre 2010

A nche quest’anno proponiamo a giovanissi-mi e giovani due importanti momenti di spiritualità.

I giovanissimi vivranno la Tre giorni invernale all’Eurocamp di Cesenatico, dal 27 al 29 dicembre. Rifletteremo insieme su valori importanti come la vita e la famiglia, oltre a crescere spiritualmente grazie a momenti di preghiera e celebrazioni. Il ter-mine delle iscrizioni è fissato per domenica 12 di-cembre. I giovani vivranno la Due giorni sabato 15 e dome-nica 16 gennaio a Sant’Agata Feltria nella bellissi-ma casa delle suore clarisse. Saremo guidati da Er-nesto Diaco in riflessioni riguardanti il tema dell’anno “Voi siete la luce del mondo”. Il termine delle iscrizioni è fissato per il 10 gennaio. Ci scusiamo per il ritardo, ma entro breve per mail e sul sito www.cliccaci.org arriveranno le informa-

zioni sulle quote di partecipazione, indicativamen-te uguali a quelle dell’anno scorso. Per informazioni: Federica Decesari, [email protected], 339 8117763 oppure Stefa-no Tappi, [email protected], 340 6040662.

“Voi siete la luce del mondo e il sale della terra”“Voi siete la luce del mondo e il sale della terra”“Voi siete la luce del mondo e il sale della terra”“Voi siete la luce del mondo e il sale della terra” Federica Decesari

LECTIO DIVINA ITINERANTE Carissimi, invitiamo tutti e ciascuno a partecipare al percorso spirituale con la Lectio divina itinerante che vi pro-poniamo. Gli incontri saranno guidati dal nostro assistente diocesano don Sauro Rossi sulla Parola di Dio del Vangelo di Matteo. L’appuntamento è mensile, tranne gennaio per gli impegni dell’assemblea, e raggiungerà le zone pastorali dove l’Azione Cattolica animerà l’incontro invitando a partecipare tutti i parrocchiani, giovani e adulti, soci e non soci. Chi può è pregato di seguire fedelmente tutte le tappe della lectio nelle diverse parrocchie dove si svol-geranno, proprio come una scuola che insegna a pregare con la Parola.

Gli appuntamenti:

• venerdì 10 dicembre alle 21, chiesa di San Vittore: “Non preoccupatevi”

• venerdì 11 febbraio alle 21, chiesa di Santa Maria Goretti: “La missione dei 12”

• venerdì 11 marzo alle 21, chiesa parrocchiale di Gambettola: “Zizzania, granello di senape, lievito”

• Venerdì 8 aprile alle 21, chiesa di Sant’Egidio: “Il giudizio”

Il Gruppo giovani alla due giorni dello scorso anno a Fognano


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