Date post: | 05-Mar-2018 |
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Psicologia di Comunità e
progettazione in ambito psicosociale
Università di Chieti – Pescaraa.a. 2017-2018
dr. Pietro [email protected]
Programma del corso
Zani B. Psicologia di comunità. Prospettive, idee, metodi. Carocci Editore, 2012
Berti P. Progettare un intervento psicologico. Maggioli editore, 2017
Slide fornite dal docente
Modalità di esame
● Prova scritta su un’ipotesi di progettazione di un intervento sociale
Sarà dato un tema o una problematica sociale, a cui si chiederà di rispondere attraverso un intervento basato su una teoria e/o una metodologia
Il candidato potrà disporre dei libri di testo e dei suoi appunti di studio, ma non potrà utilizzare smartphone o tablet o comunicare con altri
Tempo: due ore
Esempio di traccia d’esame (1)
Il candidato elabori un progetto di ricerca intervento su committenza di un ipotetica scuola media inferiore finalizzato alla prevenzione del bullismo.
Si richiede di elaborare il progetto secondo il seguente schema:
- definizione della problematica e dell’oggetto di intervento
- modelli e fattori psicologici sottesi
- obiettivi e ipotesi dell’intervento
- strumenti, tecniche e metodologia di realizzazione
- metodi di verifica dell’efficacia dell’intervento
Esempio di traccia d’esame (2)
Il candidato elabori un progetto di intervento psicologico volto a sostenere i caregivers di persone che presentano gravi disabilità.
Nell'elaborazione progettuale si dovrà fare riferimento:
1) agli obiettivi da raggiungere;
2) al target e agli attori coinvolti;
3) alle metodologie e agli strumenti da utilizzare
4) alle eventuali altre figure professionali coinvolte nell'intervento oltre allo psicologo;
5) ai metodi di valutazione del progetto;
Esempio di traccia d’esame (3)
Le dinamiche migratorie di questi ultimi decenni hanno cambiato profondamente la demografia di alcune zone; una di queste è la valle XYZ, che grazie alla presenza di insediamenti industriali ha visto aumentare la percentuale di immigrati stranieri fino ad oltre il 30% della popolazione.
Vi viene dato l’incarico di occuparvi di progetti di promozione del benessere nella valle XYZ, nella quale lavorate da poco. Avete quindi l’esigenza di conoscere a fondo il territorio prima di poter pensare a qualsiasi ipotesi progettuale.
Il vostro compito è di descrivere quanto più dettagliatamente possibile il percorso di ricerca che intendete attuare: descrivere le metodologie utilizzate, gli strumenti e le ragioni delle vostre scelte.
Indicatori di valutazione del compito d’esame
● Livello di spiegazione del perché si è deciso di utilizzare una determinata teoria
● Livello di spiegazione del perché si è deciso di utilizzare una determinata metodologia o strumenti
● Coerenza interna dell’ipotesi progettuale
● Coerenza esterna dell’ipotesi progettuale
● Livello di approfondimento nella definizione degli strumenti dell’analisi del contesto
NB: la spiegazione di parti di teoria o di metodologia equivale, come punteggio, a zero (con il libro è facile!)
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La psicologia di comunità:
Area di ricerca e di intervento
si occupa di problemi umani e sociali
è rivolta alla
interfaccia tra individuale e collettivo,
tra psicologico e sociale
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Definizione di “Comunità”
Etimologia
- communis = bene comune
- cum moenia = mura comuni
cum munia = dovere comune
Tradizionalmente è stata definita in opposizione a “società” [cfr. Tönnies, 1887]
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La comunità può essere considerata come:
luogo definito in termini spazio temporali
entità sociale globale in cui i membri sono legati da senso di appartenenza radicato nelle tradizioni
entità sovrindividuale: depositaria di un bene comune che
può garantire e tutelare il singolo civitas dove vigono diritti e doveri comuni
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La Comunità come fatto relazionale:
Relazioni nella comunità-fiducia reciproca, - lealtà generalizzata -organismo vivente-fondato sul sentire comune
Relazioni nella società-fondate su base contrattuale-temporanee e molto fredde-aggregazioni per scopi specifici
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Aree di interesse
1. persone nella comunità (effetti prodotti dall’ambiente) (singoli e membri di organizzazioni sociali)
2. reazione delle persone al cambiamento pianificato
3. gestione dello stress (funzionamento personalità e condizioni socioculturali)
4. effetti prodotti dalle organizzazioni sociali sull’individuo
5. cambiamento sociale attraverso la modificazione di fattori motivazionali e di personalità
6. valutazione della consulenza e dei processi di cambiamento sociale
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I Valori della Psicologia di Comunità
● La difesa dei diritti e degli interessi degli individui e delle comunità, e la condanna di ogni forma di oppressione e di esclusione sociale
● La giustizia, che rimanda ad una distribuzione equa delle risorse della società
● La solidarietà (…) in particolare verso persone e gruppi oppressi e discriminati
● l’autonomia, la liberazione e l’emancipazione delle persone e dei gruppi
(Jodelet, in Zani 2012)
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Principi e modelli di azione
I principi pratici di applicazione prevedono:
● Accompagnamento dei gruppi sociali e degli individui nella ricerca di benessere
● Sostegno alle strutture della comunità affinché incoraggino la partecipazione
● Empowerment individuale, sociale, di comunità
● La difesa della diversità umana e culturale
● Contribuire alla trasformazione e al cambiamento sociale
● Lotta contro la discriminazione di persone e/o gruppi
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Lo Psicologo di Comunità:
● Agisce come professionista senza porsi come l’unico detentore della conoscenza
● Agisce come agente di cambiamento personale e/o di gruppo e/o sociale, come facilitatore dello stesso
● Considera le altre persone coinvolte nel processo come portatrici di saperi e competenze proprie (no “visione dall’alto”)
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Gli approcci teorici della psicologia di comunità:
● Approccio orientato alla promozione della salute
● Approccio Multidisciplinare delle esperienze
● Approccio empirico dell’intervento sociale
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Le sfide attuali della PdC
Francescato e Zani (2010), in Zani 2012, pp.56-61
● L’aumento della povertà e dell’ingiustizia sociale
● La presenza di social divides (etnia, genere, età, ecc.)
● I migranti
● I giovani
● Il gap di genere
● Lo scenario politico
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Il principio fondamentale: LA PERSONA NEL CONTESTO
La Psicologia di Comunità considera gli individui all’interno del contesto e dei sistemi sociali di cui fanno parte o che
li influenzano
Comportamento = adattamento dell’individuo alle risorse dell’ambiente e alle circostanze che si
verificano
(Psicologia ecologica)
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Il contributo di Kurt Lewin (1951)
C = f (P,A)
Il comportamento ( C ) è funzione (f) della persona (P), dell’ambiente (A) e della
loro interazione
L’interazione fra persona e ambiente è chiamato SPAZIO DI VITA
22
Di fronte ad una situazione problematica:
La PSICOLOGIA CLINICA ricerca le determinanti psicopatologiche individuali o familiari, ottenendo informazioni dal cliente
La PSICOLOGIA La PSICOLOGIA DI COMUNITA’ cerca di raccogliere quante più informazioni possibili (quantitative e qualitative) da più fonti per capire il problema e programmare interventi (ecological assessment)
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L’approccio ecologico: i principi fondamentali (Kelly, 1966)
Interdipendenza dei membri di una realtà sociale
Creazione, definizione e distribuzione delle risorse
Adattamento fra individuo e ambiente
Dinamicità dell’ambiente per quanto riguarda i cambiamenti e le trasformazioni
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La psicologia ecologica di R. Barker
Rottura col metodo sperimentale di
laboratorio, a favore dell’osservazione sul
campo del comportamento umano:
l’ambiente “pre-percettivo”
I SETTING COMPORTAMENTALI
Sequenza di comportamenti da attuarsi in
specifiche situazioni: in questi casi, l’influenza dell’ambiente è molto più forte della personalità individuale
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I sistemi di Urie Bronfenbrenner (1979)
Micro-
Meso-
Eso-
Macro-
Microsistema: relazioni prossimali
Mesosistema: gruppi primari
Esosistema: situazioni ambientali complesse
Macrosistema: cultura, ideologie, normative
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Bronfenbrenner
L’ambiente ecologico è dato da una serie
strutture concentriche, che si includono e
si influenzano a vicenda
Determinate zone ambientali
particolarmente favorevoli (o sfavorevoli)
per lo sviluppo individuale sono dette
“nicchie ecologiche”
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Il modello Bio-Psico-Sociale
La condizione di salute è la conseguenza
dell’interazione fra fattori
Biologici, Psicologici, Sociali
Azione fondamentale è la promozione della salute
(non solo lotta alle malattie o prevenzione)
L’evoluzione: l'ICF
Si tratta della classificazione internazionale del funzionamento della disabilità e della salute accettato in sede di Organizzazione Mondiale della salute da 191 paesi.
Questa classificazione approvata nel maggio 2001 serve da standard internazionale per misurare e classificare salute e disabilità
Si Basa sul Modello Bio-Psico-Sociale, che va oltre la semplice diagnosi
Fondamenti dell'ICF
Funzionamento Umano non la sola disabilità
Modello Universale non modello per minoranze
Modello Integrato non solo medico o sociale
Modello Interattivo non progressivo-lineare
Inclusivo del contesto non la sola persona
Equivalenza non causalità eziologica
Applicabilità Culturale non concezione occidentale
Per tutte le classi di età non centrato sull’adulto
Componenti dell’ ICFComponenti dell’ ICF
FunzioniFunzioni&&
StruttureStrutture CorporeeCorporee
Attività Attività & &
PartecipazionePartecipazione
Fattori Fattori AmbientaliAmbientali
BarriereBarriere
FacilitatoriFacilitatori
Funzioni Funzioni
Strutture Strutture
CapacityCapacity
PerformancePerformance
ICF: da Compliance a Concordance
Da un approccio basato sulla malattia ad un approccio basato sulla persona
Da un approccio paternalistico (compliance) ad un approccio che vede come modello l’accordo terapeutico (concordance)
Se non è possibile guarire bisogna prendersi cura del paziente stabilendo con lui le tappe di un’assistenza che garantisca la miglior qualità di vita possibile
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L’attenzione agli Stili di Vita Sani
● Più della metà delle patologie è legata all’adozione di stili di vita non sani (OMS)
Stili di Vita sani
- dormire almeno 7 ore- fare colazione- non mangiare al di fuori dei pasti- fare attività fisica- uso modesto di alcool- non fumare- tenere sotto controllo il peso
Benessere sociale
- istruzione- stabilità lavorativa- soddisfazione nelle relazioni- grado di coinvolgimento nella comunità- rete sociale
Maggiore probabilità di salute anche nel futuro
The Alameda Study
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Dalla prevenzione alla
promozione del benessere
Si parla di fattori di rischio e fattori protettivi sia a livello individuale che sociale
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La Carta di Ottawaper la promozione della salute (1986)
Dalla carta di Ottawa, cosa è cambiato nelle politiche per la salute?
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Gli interventi a livello di comunità
● Promozione del benessere nelle comunità
– Educazione socioaffettiva
– Life skills
– Peer education
– Mentoring
● Interventi a livello di comunità
(es.: modello SPEC di Prilleltensky – pag. 216-217 Zani, Psicologia di Comunità)
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Lo psicologo di comunità
● Partecipant conceptualizer (“teorico partecipante” alla vita della comunità)
Con un approccio multidisciplinare, attraverso il quale ricerca il contatto con altre professionalità
Predilige la ricerca applicata (es.: la ricerca – azione)
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EMPOWERMENTDEFINIZIONE (1)
Processo che mira a favorire l’acquisizione di potere, cioè accrescere la possibilità dei singoli e dei gruppi
di controllare attivamente la propria vita
(Rappaport, 1981)
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EMPOWERMENTDEFINIZIONE (2)
Processo di ampliamento (attraverso il miglior uso delle proprie risorse attuali e potenziali acquisibili)
delle possibilità che il soggetto può praticare e rendere operative.
(Bruscaglioni, 1994)
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EMPOWERMENTDEFINIZIONE (3)
Processo attraverso il quale l’individuo comprende che gli obiettivi/risultati che persegue dipendono dalle
strategie che attiva per raggiungerli.
(Mechanic, 1991)
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EMPOWERMENT: UN CONCETTO MULTILIVELLO(Zimmerman, Rappaport, 1988)
Empowerment psicologico
Empowerment organizzativo
Empowerment sociale e di comunità
Dimensione di processo e dimensione di stato
Variabili interpersonalie individuali
Mobilitazione delle risorse sociali, opportunità
di partecipazione
Variabili sociopolitiche
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EMPOWERMENT
Ovvero passare da uno stato di
IMPOTENZA APPRESA
(learned helplessness)
Ad uno stato di
SPERANZA APPRESA
(learned hopefullness)
PROCESSO DI
EMPOWERMENT
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IMPOTENZA APPRESA
● Sentirsi in “scacco”
● Sfiduciati
● Senza prospettive future
● Ci si sente vittime di eventi incontrollabili
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IMPOTENZAAPPRESA
SPERANZA APPRESA
PROCESSO DI
EMPOWERMENT
PROCESSI DI ATTRIBUZIONE CAUSALE:
•interne/esterne
•mutabili/immutabili
•parziali/globali
PROCESSI DI VALUTAZIONE
Autoefficacia (self-efficacy)
PROCESSI DI PREFIGURAZIONE DEL FUTURO
Locus of control
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COMPONENTI DELL’EMPOWERMENT PSICOLOGICO
EMPOWERMENTPSICOLOGICO
EMPOWERMENTPSICOLOGICO
Percezione di autoefficacia
Percezione di autoefficacia
Percezionedi competenzaPercezione
di competenza
Ideologia dellainfluenza possibile
Ideologia dellainfluenza possibile
Speranza appresaSperanza appresa
Motivazione all’azione
e alla partecipazione
Motivazione all’azione
e alla partecipazione
Attribuzione internaal sé della causalità
Attribuzione internaal sé della causalità
Fonte: Bruscaglioni, 1994
50
FINALITA’ DELL’INTERVENTO ORIENTATO ALL’EMPOWERMENT
● Aiutare le persone ad utilizzare le proprie forze, abilità e competenze verso la conquista di maggior autonomia decisionale.
● Aiutare le persone ad ampliare le proprie possibilità di scelta (Bruscaglioni, 1994)
● Rafforzare il potere di scelta dei singoli, migliorandone le competenze e conoscenze in un ottica non solo terapeutica e riabilitativa, ma politico-emancipatoria (Francescato, Leone, Traversi, 1993)
51
REQUISITI DELL’EMPOWERMENT (KIEFFER, 1981)
Acquisizione di abilità, conoscenze e potere sufficiente da influenzare la propria vita attraverso:
1) Lo sviluppo di un potente senso di sé (sense of self), che promuove il coinvolgimento sociale attivo.
2) La capacità di fare un’analisi critica dei sistemi sociali e politici che definiscono il proprio ambiente.
3) L’abilità di sviluppare strategie di azione e di coltivare risorse per raggiungere i propri scopi
4) La capacità di agire in modo efficace in collaborazione con altri per definire e raggiungere scopi collettivi.
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GLI INTERVENTI DI EMPOWERMENT (KIEFFER, 1981)
a) Riparativo, rivolto a target di popolazione svantaggiati
b) Preventivo (prevenzione primaria)
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COMPONENTI CHIAVE PER IL PROCESSO DI EMPOWERMENT (Cox, Parson, 1994)
Atteggiamenti, valori, credenzeAtteggiamenti, valori, credenze (self efficacy, locus of control interno)
Riduzione dell’autobiasimo, validazione reciproca delle esperienze
Conoscenze e capacità criticaConoscenze e capacità critica (ricollocazione del problema in contesto)
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INTERVENTI DI EMPOWERMENT
DIMENSIONE PERSONALE
lavoro sul singolo (bisogni, risorse)
DIMENSIONE INTERPERSONALE
lavoro sul gruppo(reti di relazione)
DIMENSIONE ORGANIZZATIVA(AMBIENTALE MICRO)
cambiamento
del contesto di riferimento
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EMPOWERMENT quindi vuol dire:
● Responsabilizzazione● Potenziamento● Delega e trasferimento del potere● Condivisione● Aumento di capacità di fare● Sviluppo di potenzialità● Apertura a nuovi mondi possibili● Creatività liberata● Aumento di conoscenza
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EMPOWERMENT SOCIALE DEFINIZIONE
Processo intenzionale e continuo attraverso il quale le persone di una comunità locale possono
accedere più facilmente alle risorse e accrescere il controllo su di esse.
(Cornell, Empowerment Group) Si basa su:
● Rispetto reciproco● riflessione critica,
● attività di cura ● partecipazione di gruppo
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COMUNITA’ COMPETENTE
Una comunità può dirsi competente se:● Ha un repertorio di possibilità e di alternative
(potere)● Sa dove e come ottenere risorse (conoscenza)● Chiede di essere autonoma (motivazione e
autostima)
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Il compito dello psicologo di comunità è sostenere il processo di empowerment sociale favorendo
l’assunzione di responsabilità
ATTRAVERSO
AZIONE SOCIALE
(STRATEGIA POTENZIALMENTE
CONFLITTUALE)
SVILUPPO DI COMUNITA’
(STRATEGIA COOPERATIVA)
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SVILUPPO DI COMUNITA’
● Sviluppare senso di coesione sociale● Sensibilizzare i cittadini● Promuovere leader locali● Usare le competenze dei professionisti per
favorire le esperienze di auto organizzazione sociale
● Favorire reti di collaborazione tra servizi formali e informali
● Accrescere il senso di comunità
64
SENSO DI COMUNITA’(Sarason, 1974, 157)
“La percezione della similarità con gli altri, una riconosciuta interdipendenza, una disponibilità a mantenere questa interdipendenza offrendo o
facendo per altri ciò che ci si aspetta da loro, la sensazione di appartenere ad una struttura
pienamente affidabile e stabile”.
65
Le 4 componenti del SENSO DI COMUNITA’ (McMillan, Chavis, 1986)
● IL SENTIMENTO DI APPARTENENZA
● L’INFLUENZA E IL POTERE
● L’INTEGRAZIONE E LA SODDISFAZIONE DEI BISOGNI
● LA CONNESSIONE EMOTIVA CONDIVISA
71
Due metodi a confronto
Ipotetico – deduttivo
Formulazione di una teoria
Ipotesi teorica da verificare
Rilevazione dei dati
Scoperta di leggi universali
da applicare al particolare
Empirico – induttivo
Osservazione sul campo
Rilevazione di dati
Formulazione di un nesso
Scoperta di leggi
particolari da ricondurre al
generale
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STRUMENTI DI RICERCA
QUANTITATIVI QUALITATIVI
QUESTIONARI, SONDAGGI…
OSSERVAZIONI, INTERVISTE…
Nella ricerca, è sempre auspicabile l’integrazione dei due metodi
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I METODI QUANTITATIVI
I metodi quantitativi vengono utilizzati per
lo più per verificare ipotesi e/o teorie,
rifacendosi al paradigma positivista
74
● I metodi quantitativi hanno come presupposto:
– la trasformazione delle variabili osservate in numeri
– Il pensare che le variabili possano essere isolate e controllate (metodo sperimentale e di laboratorio)
– Il trattamento statistico delle variabili, per capire se gli effetti osservati siano dovuti al caso o all’effettiva covariazione delle variabili
75
I Questionari
● La domanda di un questionario deve essere il più possibile:– Focalizzata su un
argomento– Breve– Chiara
(Lavanco e Novara, pag. 151)
Domande da evitare:
• Troppo lunghe
• Troppo complicate
• che indagano più aspetti
• troppo dirette
• che esprimono giudizi o pensieri
• pensate per mettere in imbarazzo
• che contengano negazioni o doppie negazioni
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Le scale di atteggiamenti
● Indagano l’atteggiamento di una persona nei confronti di un determinato oggetto sociale
● L’atteggiamento è composto da 3 componenti:● Affettiva● Cognitiva ● Comportamentale
Scale LikertScale ThurnstoneScale GuttmanDifferenziale semantico
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I METODI QUALITATIVI
I metodi qualitativi vengono utilizzati per
generare nuove ipotesi, o per scoprire
nuove possibilità interpretative. Si rifanno
al paradigma costruttivista
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I metodi qualitativi nascono dall’insoddisfazione verso i metodi quantitativi, che talvolta riducono eccessivamente la complessità degli avvenimenti, eliminando o attenuando l’effetto di molte variabili
I metodi qualitativi studiano inoltre argomenti che non si potrebbero studiare con l’adozione di metodi quantitativi (es.: lo studio dei casi)
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L’oggetto di studio nella ricerca qualitativa
● È visto nella sua particolarità e unicità, partendo dallo studio dei casi singoli
● È visto nella sua globalità e complessità, non escludendo a priori variabili ritenute irrilevanti
● È studiato nel suo contesto naturale, e non in una situazione artificiale
● Assume il significato che gli danno i partecipanti alla ricerca
80
Le interviste
● Sono classificate in base alla strutturazione predefinita dell’intervista
● Richiede che l’intervistatore sia preparato e adeguatamente formato
● Vi sono diversi tipi di interviste (Lavanco e Novara 2002, pag. 146)
81
I Focus group
● Il Focus group è una intervista – discussione di gruppo, che mira ad indagare le opinioni personali rispetto ad un determinato oggetto, stimolare la discussione rispetto ad esso, condividere una visione di gruppo e proporre (eventualmente) soluzioni ad un problema, o visioni alternative
82
La Ricerca-azione partecipata
Processo di studio e intervento su una comunità, nella
quale si stimola e si favorisce la partecipazione più
ampia possibile delle persone in tutte le fasi
Può utilizzare uno o più metodi di ricerca, sia
quantitativi che qualitativi
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Requisiti per una Ricerca-Azione Partecipata
● Deve svilupparsi all’interno della comunità target
● Ha come obiettivo un cambiamento sociale, la costruzione di una “comunità competente”
● Non ci sono separazioni rigide fra “soggetti” e “oggetti” della ricerca, fra “tecnici” e “cittadini”.
Anche per quanto riguarda la scelta degli strumenti, la raccolta dei dati e la loro interpretazione
● Ogni conclusione di percorso deve dare spunto per una nuova ripartenza
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Il Ruolo dello Psicologo nella RAP
● Aiutare a identificare e circoscrivere il problema
● Assistere nella raccolta dei dati e nella loro interpretazione, fornendo chiavi di lettura
● Collegare la situazione locale con quella più generale
● Aiutare a identificare soluzioni ai problemi
● Diffondere i risultati
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La ricerca – azione (action – research) di Kurt Lewin
Teoria e pratica sono strettamente
collegate, in un rapporto di circolarità a
livelli di complessità sempre maggiori.
Nasce dall’esigenza di conoscere e trasformare la realtà
(Lewin 1946)
86
DIAGNOSI
Definizione del problema, delle ipotesi e degli obiettivi
FASE CONOSCITIVA
Raccolta dati prima dell’intervento
FASE DELL’INTERVENTO
FASE VALUTATIVA
Raccolta dati dopo l’intervento
NUOVO CICLO
Fonte: Zani, Palmonari 1996
Le fasi della ricerca - azione
87
Elementi di novità della ricerca - azione
I dati di ricerca vanno ad impattare sulla teoria, indirizzando lavori successivi
In ogni fase del processo, si auspica la partecipazione più ampia possibile di tutti i soggetti interessati
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Errori da evitare in una Ricerca-Azione
● Non indicare quale sia il gruppo di progetto e da chi è composto: non si lavora mai da soli!
● Prevedere a priori la fase di ricerca e la fase di azione: quest’ultima deve scaturire dalla fase di ricerca, pertanto a priori si possono fare solo ipotesi
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Profilo territoriale Profilo demografico Profilo economico Profilo dei servizi Profilo istituzionale Profilo psicosociale Profilo antropologico (di recente introduzione) Profilo del futuro
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Profilo Territoriale
Vengono esaminati i dati relativi all’aspetto fisico-geografico di una data zona: AMBIENTE NATURALE:
confini clima risorse naturaliINFLUENZANO LO SVILUPPO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE
AMBIENTE COSTRUITO DALL’UOMO infrastrutture reti di comunicazione strutture residenziali urbanizzazione livelli di degrado ambientaleCONSENTONO DI RILEVARE LE SITUAZIONI PROBLEMATICHE LEGATE ALLA STRUTTURA URBANA ( ES. INQUINAMENTO, SOVRAFFOLLAMENTO ECC.)
RAPPORTO AMBIENTE NATURALE /AMBIENTE COSTRUITO DALL’UOMO
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Profilo Demografico
L’attenzione è focalizzata sulle caratteristiche della popolazione
Rilevazioni di stato
POPOLAZIONE
DENSITA’ E AFFOLLAMENTO
DISTRIBUZIONE
INVECCHIAMENTO
Stratificazione sociale
Rilevazioni di movimento
TRASFORMAZIONI NEL TEMPO
MOVIMENTI MIGRATORI
Mobilita sociale
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Profilo Economico
è relativo alla condizione lavorativa e professionale dei vari membri della comunità
CAMBIAMENTI NEL SISTEMA PRODUTTIVO NAZIONALE INTERNAZIONALE;
DISTRIBUZIONE DELL’OCCUPAZIONE NEI DIVERSI SETTORI DI ATTIVITA’ ECONOMICA;
MODIFICAZIONE NELLA TIPOLOGIA DI OCCUPAZIONE;
DISOCCUPAZIONE;
LAVORO SOMMERSO
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Profilo dei servizi
Si raccolgono dati relativamente alla presenza alla distribuzione dei servizi (socio sanitari, educativi, di solidarietà sociale) all’interno della comunità.
SERVIZI EDUCATIVI SCUOLE ATTIVITA’ PARROCCHIALI ASSOCIAZIONISMO
SERVIZI SOCIOSANITARI DI BASE SPECIALISTICI DOMICILIARI VOLONTARIATO ORGANIZZATO COOPERATIVE SOCIALI
SERVIZI RICREATIVO CULTURALI (PUBBLICI PRIVATI) ATTREZZATURE SPORTIVE LUOGHI DI RITROVO DISCOTECHE TEATRI CINEMA BIBLIOTECHE
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Profilo Istituzionale
Organizzazioni specifiche che hanno aspetti normativi e morali
Istituzioni statali (comune, AUSL) istituzioni economiche (imprese, banche) Istituzioni politiche (partiti, club) Istituzioni religiose Forze dell’ordineL’analisi delle caratteristiche strutturali del contesto
deve essere affiancata dall’analisi del modo in cui le persone lo vivono.
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Profilo antropologico
Attraverso la definizione del PROFILO ANTROPOLOGICO E CULTURALE è possibile conoscere storia, tradizioni e cultura di una comunità, ma anche i valori che orientano i comportamenti della persone che la compongono (atteggiamenti nei confronti di particolari problemi della comunità, ad esempio verso la tossicodipendenza, gli anziani, l’immigrazione).
Secondo Martini e Torti (1988), la cultura è rappresentata da <<tutti quei suggerimenti radicati nell’intimo e regolati da norme implicite che spingono gli individui a fare scelte di vita in una maniera che a loro sembra la più banale, la più ovvia, la più scontata e che invece è legata al loro sistema di valori>> (p. 34)
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Profilo psicosociale
Analisi dei legami sociali (vincoli affettivi, Interessi comuni) che caratterizzano la comunità.
GRADO DI INTERAZIONE/INTEGRAZIONE TRA GRUPPI FORMALI E INFORMALI
COLLABORAZIONE E CONFLITTO MAPPATURA DEI SOGGETTI COMPORTAMENTI COLLETTIVI [MOTIVAZIONI ED
ESITI] GRADO DI APERTURA VERSO L’ESTERNO PROCESSI DI CREAZIONE DEL CONSENSO E
DELL’EMARGINAZIONE SENSO DI COMUNITA’
98
Profilo del futuro
Rappresenta il modo in cui una comunità si immagina il futuro, in relazione a tutti gli altri profili
ad esempio, come sarà il futuro della comunità XYZ dopo la chiusura delle industrie più grosse? Quale l’impatto sulle aspettative di qualità della vita?
100
DEFINIZIONE DI RETE SOCIALE
● Insieme specifico di legami tra un insieme definito di persone. (Mitchell, 1969)
Le caratteristiche dei legami aiutano a comprendere e ad interpretare il comportamento sociale delle
persone coinvolte in tali legami
101
DISTINZIONE TRA RETE SOCIALE E RETE PERSONALE
● RETE SOCIALE
insieme dei legami fra tutti i membri di una popolazione
● RETE PERSONALE
insieme dei legami che circondano un singolo individuo
102
LA RETE SOCIALE (Cohen, Wills, 1985)
Essere inserito in una rete sociale permette di : Vivere esperienze positive
Ricoprire, all’interno della comunità, un insieme di ruoli stabili, socialmente riconosciuti e gratificanti
Sviluppare legami e/o rapporti supportivi
103
CARATTERISTICHE DELLA RETE SOCIALE (1)
● STRUTTURA
● INTERAZIONE FRA LE PERSONE
● QUALITA’ DELLE RELAZIONI
● FUNZIONE, OVVERO TIPO DI SOSTEGNO FORNITO
104
CARATTERISTICHE DELLA RETE SOCIALE (2)
STRUTTURA
Comprende variabili morfologiche quali:● Ampiezza: numero di persone incluse nella rete● Densità: grado di interconnessione fra i membri
della rete● Frequenza dell’interazione: frequenza, forza e
intensità dei legami sociali● Clusters; sottoinsieme della rete dove i rapporti tra
i membri sono molto fitti
105
CARATTERISTICHE DELLA RETE SOCIALE (3)
INTERAZIONE TRA LE PERSONE
Comprende variabili che descrivono il tipo di relazione tra i membri.
● Reciprocità o simmetria ● Molteplicità o complessità● Setting ambientale
106
CARATTERISTICHE DELLA RETE SOCIALE (4)
QUALITA’ DELLE RELAZIONI
La vicinanza, la qualità affettiva dei legami (superficiali, di amicizia , di intimità, etc)
107
CARATTERISTICHE DELLA RETE SOCIALE (5)
FUNZIONE
La specifica funzione svolta dai membri della rete (sostegno emotivo, aiuto pratico, informazioni utili, etc)
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LA RETE SOCIALE:
● A-CENTRATA: rete senza un centro, dove tutti i nodi hanno pari importanza (es.: Internet)
● EGOCENTRATA: costruita ponendo al centro una persona, per descrivere e studiarne le relazioni
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UN ESEMPIO DI RETE SOCIALE
PAOLOPAOLO
ANDREAANDREA
LUCALUCA
MARCOMARCO
LE LINEE UNISCONO LE LE LINEE UNISCONO LE PERSONE CHE SI PERSONE CHE SI CONOSCONOCONOSCONO
LA LUNGHEZZA DELLE LINEE È LA LUNGHEZZA DELLE LINEE È PROPORZIONALE ALLA PROPORZIONALE ALLA VICINANZA EMOTIVAVICINANZA EMOTIVA
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EGOEGO
Famiglia/parentelaFamiglia/parentela
AAmmiiccii
Vicini Vicini di casadi casa
Colleghi di Colleghi di lavoro o di lavoro o di
scuolascuola
Operatori sociali Operatori sociali professionaliprofessionali
COSTRUISCI LA TUA RETE SOCIALECOSTRUISCI LA TUA RETE SOCIALE
1. INDIVIDUA I SETTORI PIÙ IMPORTANTI1. INDIVIDUA I SETTORI PIÙ IMPORTANTI
Fonte: Todd (1979)Fonte: Todd (1979)
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EGOEGO
Famiglia/parentelaFamiglia/parentela
AAmmiiccii
Vicini Vicini di casadi casa
Colleghi di Colleghi di lavoro o di lavoro o di
scuolascuola
Operatori sociali Operatori sociali professionaliprofessionali
2. SCRIVI I NOMI DELLE PERSONE CHE COMPONGONO LA RETE, A 2. SCRIVI I NOMI DELLE PERSONE CHE COMPONGONO LA RETE, A SECONDA DELLA LORO VICINANZASECONDA DELLA LORO VICINANZA
MARCOMARCOLUISALUISA
FRANCOFRANCO
CARLACARLA
ANGELAANGELAMARIOMARIO
SOFIASOFIA
112
EGOEGO
Famiglia/parentelaFamiglia/parentela
AAmmiiccii
Vicini Vicini di casadi casa
Colleghi di Colleghi di lavoro o di lavoro o di
scuolascuola
Operatori sociali Operatori sociali professionaliprofessionali
3. UNISCI I NOMI AL CENTRO3. UNISCI I NOMI AL CENTRO
MARCOMARCOLUISALUISA
FRANCOFRANCO
CARLACARLA
ANGELAANGELAMARIOMARIO
SOFIASOFIA
113
EGOEGO
Famiglia/parentelaFamiglia/parentela
AAmmiiccii
Vicini Vicini di casadi casa
Colleghi di Colleghi di lavoro o di lavoro o di
scuolascuola
Operatori sociali Operatori sociali professionaliprofessionali
4. UNISCI I NOMI DELLE PERSONE CHE SI CONOSCONO 4. UNISCI I NOMI DELLE PERSONE CHE SI CONOSCONO
MARCOMARCOLUISALUISA
FRANCOFRANCO
CARLACARLA
ANGELAANGELAMARIOMARIO
SOFIASOFIA
114
L’INDIVIDUAZIONE DELLA RETE SOCIALE
● Vengono studiati alcuni elementi della rete, al fine di capirne i punti di forza e di debolezza:– Dimensione della rete– Tipo di legame (qualità, forza, interazioni..)– Frequenza dei contatti– Reciprocità dei legami e loro durata– Possibilità della rete di suddividersi in unità più
piccole– Eventuali conflittualità fra unità o fra persone
115
CARATTERISTICHE DELLA RETE E POSSIBILITA’ DI SOSTEGNO (1)
● RETE COESA ED OMOGENEA
Buone possibilità e disponibilità di sostegno, ma spesso dipendente dal controllo normativo che la rete richiede (l’individuo, per far parte della rete, deve seguire determinate regole)
117
CARATTERISTICHE DELLA RETE E POSSIBILITA’ DI SOSTEGNO (2)
● RETE FRAMMENTATA
Piccoli gruppi quasi indipendenti fra loro; offre maggiori possibilità di ricevere sostegno, ma meno stabile e diffuso rispetto alla rete coesa
119
CARATTERISTICHE DELLA RETE E POSSIBILITA’ DI SOSTEGNO (3)
● RETE DISPERSA
Rete di persone che per lo più non si conoscono, caratterizzata da relazioni sporadiche e di breve durata. Le possibilità di ricevere sostegno sono minime
121
IL LAVORO DI RETE - OBIETTIVI
● Una volta individuata e rappresentata la rete sociale, è possibile lavorare per raggiungere determinati obiettivi:– Aumentare la consapevolezza delle relazioni
presenti– Valorizzare gli elementi positivi delle relazioni– Minimizzare la dispersione delle risorse della
rete