RACCONTO DELL'ESPERIENZA.
Indice generaleIntroduzione..........................................................................................................................................1
Collaborazione con l'Università.......................................................................................................2Scansione temporale e fasi del progetto..........................................................................................2
Racconto dell'esperienza ...a cura dell'insegnante Stefano Slaviero....................................................3Descrizione del contesto. ................................................................................................................3Perchè Linux?..................................................................................................................................5
Time is on my side!.....................................................................................................................6Soluzioni tecniche ( distribuzioni Linux usate...)............................................................................7Descrizione del midi sequencer.......................................................................................................8
Riguardo l'uso didattico............................................................................................................10Descrizione del software synthesizer.............................................................................................11Possibilità di usare versioni live....................................................................................................14
Valore del progetto per l'acquisizione di competenze informatiche...................................................14Valore del progetto per l'acquisizione di competenze musicali..........................................................15
Prerequisiti raggiunti senza computer............................................................................................15Collegamento alla programmazione curricolare............................................................................16
Ascoltare...................................................................................................................................17Suonare......................................................................................................................................18Uso della notazione...................................................................................................................22Inventare....................................................................................................................................22
Valutazione.....................................................................................................................................23
Introduzione
Il progetto Open Mind nasce dal sogno di trasformare il computer in uno strumento musicale
che possa essere usato dai bambini.
L'idea che un bambino faccia musica con un computer può sembrare strana, ma il valore
didattico di questa esperienza si è rivelato considerevole sotto vari punti di vista, soprattutto per
quanto riguarda l'acquisizione di nuove competenze:
musicali
informatiche
metacognitive.
Per realizzare questo sogno abbiamo dovuto risolvere molti problemi, soprattutto tecnici.
Abbiamo scelto di ricercare le soluzioni attraverso programmi informatici a codice aperto. La scelta
dell'Open Source risulta centrale in questa esperienza. Il titolo nasce proprio da un gioco di parole
che mette in relazione alcune capacità metacognitive, intese come Open Mind ( mente aperta, in
italiano ) attraverso l'uso di software Open Source ( codice aperto, o libero, in italiano).
Si è intrapresa questa esperienza nel segno dell'innovazione che investe il nostro Istituto nel suo
complesso. Creare nei ragazzi delle menti aperte è un obiettivo della nostra scuola.
Proprio il carattere innovativo di questa attività ha reso necessario procedere con una certa
gradualità. Quest'anno si è conclusa la fase iniziale e sperimentale in cui l'insegnante responsabile
ha testato queste soluzioni tecniche all'interno del suo plesso. Proprio nella filosofia dell'Open
Source c'è però la ferma intenzione di diffondere e di trasferire l'esperienza che in questo plesso si
è vissuta. La valutazione di questo esperimento si sta dimostrando infatti positiva da molti punti di
vista.
Collaborazione con l'Università
Il progetto è nato dalla collaborazione con l'Università di Padova in quanto l'insegnante
responsabile sta frequentando il terzo anno del corso on line della Facoltà di Scienze della
Formazione Primaria.
Una collaborazione più stretta si è avuta con il professor Michele Biasutti, titolare del corso di
educazione musicale in questa facoltà.
Il progetto Open Mind sarà infatti l'argomento dell'elaborato finale (a conclusione dei tre
anni di corso) dell'insegnante Stefano Slaviero. Il professor Michele Biasutti sarà il relatore.
Il costante contatto con il mondo accademico è stato uno stimolo importante in tutte le fasi del
progetto, a partire dall'ideazione, la programmazione, l'attuazione fino alla verifica.
Scansione temporale e fasi del progetto.
2008/2009
presentazione del progetto agli insegnanti e ai genitori degli alunni dell'Istituto;
breve corso per i genitori e gli insegnanti interessati a conoscere meglio il mondo dell' Open
Source;
avvio del progetto con le classi quarta e quinta del plesso dell'insegnante incaricato del
progetto;
utilizzo di software Open Source per diverse attività didattiche con particolare attenzione
alla musica.
2009/2010
estensione del progetto agli altri plessi dell'Istituto: le competenze e i risultati ottenuti nel
plesso dell'insegnante responsabile del progetto saranno lo stimolo perchè anche altri
insegnanti possano proseguire in modo sempre più autonomo su questa strada;
eventuale estensione della proposta ad altri Istituti vicini.
Racconto dell'esperienza ...a cura dell'insegnante Stefano Slaviero.
Descrizione del contesto.
Il progetto è partito quest'anno nel plesso di Altissimo, una scuola di montagna con pochissimi
alunni! ( 47 )
Il paese si caratterizza per una forte tradizione musicale: esistono tre attivissimi cori parrocchiali
( uno dei quali coinvolge anche numerosi bambini della scuola), una scuola di campanari e alcune
giovani promesse canore, una delle quali è già arrivata a San Remo!
I bambini sembrano mediamente predisposti per la musica e la motivazione nei confronti di
questa forma di espressione è comunque alta.
Le classi coinvolte sono principalmente la quarta e la quinta.
La classe quarta è composta da nove alunni, alcuni dei quali particolarmente dotati per la
musica. Il percorso di educazione musicale portato avanti negli anni precedenti ha riguardato sia
l'ascolto che la produzione.
La motivazione per la musica è alta e anche gli alunni che in musica incontrano maggiori
difficoltà partecipano abbastanza volentieri alla lezione di musica e la loro motivazione nel tempo
sembra aumentare.
La classe quinta è composta di 12 alunni e anche qui la predisposizione per la musica è piuttosto
variegata. Ci sono bambini molto dotati e alcuni frequentano corsi di musica esterni. Anche i
bambini meno musicalmente dotati presentano una motivazione buona, soprattutto per quanto
riguarda le attività con lo strumento. In questi cinque anni non ho seguito con continuità l'attuale
classe quinta nelle attività di musica e informatica.
Entrambe le classi hanno buone competenze informatiche e questi bambini, soprattutto, sono
abbastanza veloci ad apprendere nuove strategie che sanno utilizzare in modo elastico. C'è una
buona collaborazione anche tra gli alunni più bravi e quelli in difficoltà.
L'acquisto del proiettore ha migliorato di molto la qualità delle lezioni di informatica.
A scuola si utilizzano chitarre, flauti, un basso elettrico, pianole varie, lo stereo, lo strumentario
Orff, uno djembe e i computer dell'aula di informatica.
A settembre sono arrivati dei “nuovi” computer che hanno reso possibile l'inizio del progetto.
Una banca aveva donato cinque computer che usavano Linux come sistema operativo. C'era inoltre
un computer in cui Windows ( nella versione Millenium) non dava più cenni di vita. Inizialmente
questi computer erano in un'aula della scuola Secondaria di primo grado, ma visto che non venivano
utilizzati mi è stato concesso di portarli nel mio plesso. Su questi sei computer ho installato
Mandriva 2006 e la stessa distribuzione è stata installata su un computer già presente nel plesso sul
quale è rimasto anche Windows XP. Ho accettato questi nuovi computer in quanto le loro
caratteristiche corrispondevano a quelle del migliore computer presente nella scuola. Per me è stato
un passo in avanti, anche se si tratta comunque di macchine piuttosto datate: dei Pentium III con
256 di Ram. In sintesi adesso a scuola posso usare 7 computer con processore Pentium III e 256 Mb
di Ram. Di questi sette solo uno funziona anche con Windows ( versione XP), con gli altri è
possibile usare solo Linux. E' stato donato inoltre dai genitori anche un computer attuale
( Processore Duo e 2 Gb di Ram). Per ragioni economiche in questo computer non è istallato
Windows. Ho istallato la versione Linux Mint 5 Elyssa ( una versione un po' più elegante di Ubuntu
8,4). Questo ultimo computer è collegato al proiettore ( anche questo è un acquisto recente).
Questa lunga spiegazione riguardo l'allestimento dell'aula di informatica mi serve per
giustificare il fatto che quest'anno nella mia scuola si usa solo Linux. Non credo che questa sia
la scelta migliore. Personalmente tra Windows e Linux preferisco Linux, ma visto che il progetto si
chiama “Open Mind” credo che non sia il caso di avere atteggiamenti integralisti. Avere possibilità
di scelta e poter percorrere strade diverse penso sia educativamente arricchente. Mi sono già attivato
per fare in modo di avere il prossimo anno dei computer con prestazioni tali da consentire di
utilizzare anche Windows. Personalmente, se ci fossero i fondi, mi piacerebbe usare anche la
tecnologia Mac OS, anche perchè sembra che per la musica questi computer siano insuperabili!
Per una serie di coincidenze ( che io considero comunque fortunate) sono riuscito a far usare
Linux a scuola.
Perchè Linux?
Il primo motivo per cui ho scelto Linux è la gratuità. I midi sequencer funzionano benissimo
con i sistemi Windows e Mac OS, ma bisogna pagarli e il loro costo non è indifferente. Anche nel
caso l'amministrazione scolastica fosse in grado di fornire questi software a pagamento, sarebbe
molto difficile far sostenere a tutte le famiglie il costo di queste licenze per far proseguire il
percorso ai ragazzi anche a casa.
Il secondo motivo è che Linux è un sistema operativo che mi piace molto. Personalmente lo
preferisco di gran lunga a Windows. Secondo me è migliore in termini di prestazioni, di stabilità, di
sicurezza e di possibilità di controllo sul sistema. Inizialmente l'ho scelto per la sicurezza, poi ho
potuto apprezzare anche tutti gli altri vantaggi.
Di Linux mi affascina soprattutto la filosofia che sta alla base del mondo dell'Open Source. Mi
limito qui a dire che l'idea di base è quella di non seguire la logica del profitto, ma quella della
condivisione. Richard Stallman poteva tranquillamente seguire la strada di Bill Gates, ma ha
preferito che i traguardi da lui raggiunti potessero essere condivisi da tutti. Stallman non è diventato
l'uomo più ricco del mondo, ma ha dato origine alla comunità dell'Open Source e per questo ha tutta
la mia stima. Uno dei principi che regola questa comunità è quello del copy- left, in alternativa al
copy-right.La comunità può uilizzare e migliorare il materiale software prodotto, ma nessuno può
utilizzare questi prodotti per venderli. Per fare un esempio io non potrei prendere Open Office,
modificarlo in minima parte e cominciare a venderlo come se fosse mio.
Nel corso di questo progetto ho potuto contare sulla collaborazione di questa comunità e
l'esperienza è stata molto emozionante. Mi sono reso conto che con internet e una sufficiente
conoscenza dell'inglese il mio orizzonte si è allargato a livello planetario: potevo comunicare
giornalmente con membri di questa comunità dalla Romania o dal Giappone.
Questo mi porta direttamente al terzo motivo, che è quello educativo. Nella logica della “testa
ben fatta” penso sia positivo che a scuola si possano conoscere diversi sistemi operativi, senza
nessun pregiudizio. La larga diffusione di Windows non può essere un motivo sufficiente per non
conoscere anche altre possibilità.
A questo punto sarebbe interessante analizzare la resistenza che si incontra quando si propone
questo tipo di software.
Alla domanda:
“Perchè Linux?” si potrebbe cioè rispondere con un'altra domanda:
“Perchè no?”
Non sempre le resistenze incontrate si basano su dati oggettivi, arrivano a volte da persone che
questi software li conoscono pochissimo, e molto spesso conoscono molto poco anche Windows.
Quasi mai queste resistenze arrivano dagli alunni.
Time is on my side!
Questa citazione dei Rolling Stones esprime la mia convinzione che Linux sarà sempre più la
scelta del futuro. Primo perchè Windows funziona sempre peggio; a chi mi dice di trovarsi spaesato
con Open Office chiedo se ha provato la nuova versione di Office. Secondo, perchè Linux diventa
sempre più facile ed efficace. Problemi che qualche anno fa richiedevano competenze quasi da
programmatore ora trovano soluzioni attraverso un'interfaccia grafica sempre più intuitiva. Terzo,
perchè ormai si considerano vecchi dei computer che con Linux possono ancora funzionare bene.
Se in teoria si può lavorare anche con dei Pentium II con 64 Gb di Ram, questo richiede molta
abilità e molte ore di lavoro. I computer che mi sono arrivati a scuola, perchè eliminati da chi non li
riteneva utilizzabili, cominciano ad avere prestazioni compatibili anche con la gestione della
multimedialità e non solo per la scrittura di testi.
Presumo che Linux migliorerà, sia nel riconoscimento dell'hardware che nella facilità d'uso e
che sarà sempre più probabile disporre a scuola di computer scartati da altri, ma con prestazioni
sempre migliori. Dunque... il tempo è dalla mia parte, yes it is!
Il contatto con il mondo accademico mi ha convinto ulteriormente che Linux sia una strada che
si può percorrere. Una delle mie prime lezioni universitarie si è svolta in una meravigliosa aula di
informatica, con dei computer nuovissimi sui quali Windows non c'era; funzionavano tutti con
Fedora. Anche l'esame di informatica è stato su Open Office e non su Office. Tutto questo mi ha
fatto sentire meno solo nella mia passione per Linux!
Soluzioni tecniche ( distribuzioni Linux usate...)
Come dicevo è possibile lavorare anche con dei computer più vecchi, ma dei Pentium III con
256 Gb di Ram sono forse da considerarsi come “lo stretto indispensabile”!
Le distribuzioni tra cui scegliere sono molte. Io a casa uso Ubuntu, ma su questi computer non è
il caso di usarlo perchè, se funziona, le prestazioni sono bassissime, anche con versioni più snelle
come Xubuntu. Per avere una certa uniformità ho istallato su tutti i computer Mandriva 2006, in
italiano e con la versione 2.2 di Open Office in italiano. A questo proposito sto pensando che
potrebbe essere molto interessante far usare ai bambini Open Office in inglese, perchè i termini che
si devono imparare sono quelli sempre più indispensabili anche nella vita. Ma già ci sono molte
resistenze nei riguardi di Open Office, figuriamoci se fosse anche in inglese!
Sul computer collegato al proiettore , quello che usa l'insegnante, ho istallato Linux Mint 5
Elisa, la versione un po' più elegante di Ubuntu 8.4 che è quella che uso anche a casa. Ho preferito
mettere questa versione perchè mi permette di fare molte più cose in modo più semplice. Su questa
versione, a differenza di Mandriva sono istallati il Midi Sequencer e il Software Synthesizer, che
sono un po' il nucleo del mio progetto.
Su tutti i computer è inoltre possibile usare un'altra distribuzione che io per molti aspetti ritengo
geniale. Mi riferisco a dynebolic. Il principale creatore di questa distribuzione è un italiano e il suo
nome d'arte è Jaromil. Ho avuto la possibilità di incontrarlo in rete ed è una persona molto
disponibile e competente. E' stato molto contento di sentire che volevo usare la sua distribuzione a
scuola. Dynebolic nasce proprio per la multimedialità, la musica e l'arte in genere. Oltre a voler
fornire dell'ottimo software gratuito vuole anche essere un sistema in grado di funzionare anche sui
computer meno recenti. Sta trovando una sempre più larga diffusione nei paesi in via di sviluppo;
sto seguendo in questi mesi un ampio dibattito sulla mailing list che riguarda il tentativo di tradurla
nelle lingue ispaniche di tanti paesi in via di sviluppo. I punti di forza di dynebolic ( oltre che
all'ottima gestione in genere della multimedialità) sono le funzioni Dock e Nest che illustrerò
meglio più avanti. Per ora mi basta dire che queste funzioni mettono insieme i vantaggi di una
distribuzione live ( facilità d'uso anche per i non esperti) e una versione istallata ( prestazioni e
stabilità).
Descrizione del midi sequencer.
Alcuni anni fa, quando ho “scoperto” Rosegarden sono stato molto colpito dalla sua grafica
pulita e dal fatto che era in italiano. Il sogno di poter usare questo software a scuola è nato quindi
praticamente in modo immediato. Sinceramente non sono in grado di valutare le potenzialità più
sofisticate del programma perchè in realtà io mi sono limitato ad usare le funzioni più semplici,
senza arrivare ad un utilizzo professionale di chi pensa a produrre un disco o utilizzarlo in situazioni
dal vivo.
La realizzazione del sogno di usare Rosegarden a scuola ha richiesto diversi anni, ma alla fine
sono molto contento dei risultati.
La prima grossa difficoltà dipende dal fatto che non esiste una versione di Rosegarden che possa
funzionare con Windows. A differenza di altri programmi Open Source come ad esempio Open
Office, Audacity o The Gimp ( ottimo programma grafico) , Rosegarden può funzionare solo
all'interno di una versione di Linux. Questo dipende dall'architettura stessa del sistema che gestisce i
segnali midi in modo profondamente diverso. In Linux generalmente si utilizza il sistema ALSA.
La seconda grossa difficoltà dipende dal fatto che la gestione dei segnali midi nei sistemi Linux
rappresenta probabilmente uno dei punti deboli, almeno allo stato attuale. In rete ci sono un sacco di
forum di gente che non riesce a far suonare i sequencer midi usando Linux. Le cose non sono molto
intuitive e non possiamo ancora definire questo aspetto come “user friendly”. Qualche esperto dice
che Linux è “user friendly”, ma purtroppo è molto selettivo nella scelta delle amicizie!
La soluzione di questi problemi è stata possibile grazie al “matrimonio” tra Rosegarden e
ZynAddSubFX il software synthesizer, ma parlerò meglio di questo nel prossimo paragrafo.
Per il momento è sufficiente dire che un file midi è completamente diverso da un altro file
musicale con estensione wave o mp3. Semplificando potremo dire che un file midi non contiene la
musica, ma contiene le istruzioni per far suonare un dispositivo midi. Questo dispositivo midi può
essere interno o esterno al computer stesso. Le dimensioni di un file midi sono quindi molto più
piccole rispetto a un file wave poiché cointiene solo le istruzioni per far suonare un dispositivo midi
che poterebbe essere un Expander o un Software synthesizer come nel nostro caso.
Queste “istruzioni” sono suddivise in tracce separate che corrispondono ai diversi strumenti.
Nell'illustrazione sopra si vede come appare l'interfaccia principale di Rosegarden. Si vedono tre
tracce che appaiono denominate rispettivamente come:
Acoustic Grand Piano
General Midi Device 1
General Midi Device 2
E' possibile visualizzare le tre tracce secondo diverse modalità. Anche se ogni modalità presenta
degli interessanti spunti didattici, quella che ho preferito è stata quella dello spartito, del foglio
Illustrazione 2: Rosegarden: finestra con notazione.
musicale con la notazione classica.
A questo punto il computer diventa uno strumento che ci consente di costruire uno spartito,
composto anche di più tracce, aggiungendo le note una alla volta con il mouse. Tutto diventa
abbastanza intuitivo: una volta selezionata la durata della nota ( usando la barra degli strumenti che
appare a sinistra nell'illustrazione 3) la nota verrà posizionata sullo spartito utilizzando il mouse.
L'operazione richiede in realtà una certa abilità e anche gli alunni più abituati ad usare il
computer richiedono un certo tempo di familiarizzazione per inserire esattamente le note nello
spartito, ma nel giro di pochi giorni tutti sono in grado di avere una precisione sufficiente. In questa
fase di familiarizzazione ho lasciato i ragazzi moto liberi, ognuno metteva le note “a caso”. Il
risultato era comunque sempre divertente e stimolante. Solo in un secondo momento ho cominciato
a proporre delle consegne più precise come ad esempio: costruisci una scala ascendente e
discendente di semiminime.
Ciò che è didatticamente interessante è inoltre che il computer poi sarà in grado di suonare lo
spartito che abbiamo scritto permettendoci di ascoltare le singole tracce simultaneamente o
separatamente.
Riguardo l'uso didattico
Un midi sequencer è un programma che può essere usato per trovare le soluzioni didattiche più
diverse. Di seguito descriverò l'uso che ho deciso di farne io, considerandolo la normale
prosecuzione del mio modo di intendere la musica. Il valore di questo programma sta proprio però
nel fatto di poter essere utilizzato con modalità estremamente variegate e non chiuse. Altri
insegnanti sapranno sicuramente trovare soluzioni alternative rispetto alle mie scelte didattiche,
in base al loro modo di intendere la musica e il suo insegnamento.
L'impatto sulla didattica della musica può essere considerevole, sia sul piano dell'uso della
notazione sia nello sviluppo di nuove competenze che riguardano sia l'ascolto che la produzione.
Particolarmente interessanti, a mio avviso, sono le consapevolezze armoniche: possiamo
sperimentare molto semplicemente se alcune note suonano bene insieme e renderci conto
immediatamente dell'effetto che fa!
Già Emile Jaques Dalcroze ( 1865-1950) “ propose esperienze innovative con lo scopo di
sviluppare l'orecchio musicale, inteso come consolidamento di abilità quali il senso del ritmo della
melodia e dell'armonia1” e io mi ritrovo in pieno in questa “antica” visione della didattica della
1 Michele Biasutti. Comunicare in musica. Edizioni La Biblioteca Pensa MultiMedia. 2007 pag 106
musica. L'armonia mi sembra normalmente l'aspetto meno utilizzato a scuola e questo porta a far
perdere molte occasioni di creatività e di invenzione. Dal momento che io suono il basso elettrico
sono invece molto portato ad acquisire nuove consapevolezze riguardo a come melodia armonia e
ritmo si combinano nella magia di ogni musica. Se devo essere sincero io sono diventato bassista
( già in età adulta) perchè ero convinto che questo mi rendesse un insegnante di musica migliore. Al
di là delle conoscenze teoriche, per insegnare musica penso sia indispensabile affinare alcune
capacità musicali ( genericamente definite “orecchio”) e la pratica strumentale è una via che porta
ad apprendere molte cose, non solo sulla musica,ma che riguardano l'apprendimento in genere.
Anche se rimarrò un bassista mediocre ciò che conta è che il basso elettrico mi ha reso un
insegnante migliore. Sono in grado di capire Emile Jaques Dalcroze quando parlava di “ capacità
dell'insegnante di guidare l'improvvisazione con il pianoforte, proponendo schemi ritmici e
stimolando nei bambini adeguate variazioni2.”
Sentendomi così in sintonia con Dalcroze, mi piace pensare che anche lui avrebbe fatto usare un
midi sequencer ai suoi ragazzi, se l'avesse avuto.
Descrizione del software synthesizer
Il software synthesizer che ho usato è ZynAddSubFX e probabilmente il suo difetto principale
sta nel nome. Per il resto è un programma eccezionale.
Il creatore di ZynAddSubFX è Paul Nasca, un giovane programmatore rumeno. Per rendere un
po' l'idea di come funziona la comunità Linux voglio raccontare questo episodio.
Questa estate avevo qualche problema riguardo alla configurazione del synthesizer e scrissi un
messaggio nella mailing list dedicata al programma. Dopo dieci minuti stavo dialogando
direttamente con Paul Nasca che mi dava tutta la sua disponibilità e si dimostrava molto felice che
un insegnante usasse il suo software a scuola!
ZynAddSubFX rappresenta la soluzione al ( non semplice) problema di far suonare Rosegarden
su un maggiore numero di computer possibile.
Come dicevo un file midi contiene solo delle istruzioni che servono per far suonare qualche
dispositivo. Un sintetizzatore suona quindi le istruzioni che riceve da un programma midi.
Per far suonare Rosegarden quindi io uso ZynAddSubFX. In altre parole Rosegarden suona solo
se prima ho acceso ZynAddSubFX. Questa è l'apparentemente semplice soluzione di un
problema sul quale io ho perso un sacco di tempo!
ZynAddSubFX si presenta con due tipi di interfaccia, credo che a scuola sia molto conveniente
2 Michele Biasutti. Comunicare in musica. Edizioni La Biblioteca Pensa MultiMedia. 2007 pag 107
usare quella più semplice.
Nell'illustrazione 4 vediamo l'interfaccia del programma. Sulla parte destra la selezione degli
effetti che in un primo momento può essere trascurata. In fondo una tastiera di pianoforte che ci
consente anche di trasformare la normale tastiera del computer in una semplice pianola.
La cosa più importante è in realtà la selezione del canale: nell'immagine accanto a dove è scritto
“Part” troviamo selezionato il numero 1 e la spunta sull'opzione “Enabled”.
Attraverso questi programmi potremo far dialogare ZynAddSubFX con Rosegarden. Ad ogni
traccia che abbiamo creato con Rosegarden dobbiamo far corrispondere un canale ( “Part”) di
ZynAddSubFX. Questa associazione avviene in realtà in modo automatico, ma appena avviamo il
programma risulterà attivo solo il primo canale. Se dobbiamo usare tre tracce andremo a selezionare
i canali (Part) 2 e 3 e metteremo la spunta su Enabled. Questo è stato l'aiuto che mi ha dato Paul
Nasca!
A questo punto possiamo decidere che voce dare ad ogni canale, scegliere cioè lo strumento per
ogni traccia.
Per fare questo dobbiamo cliccare sulla finestra appena sotto a quella della scelta della “Part”, la
finestra dove si vedono delle parole a metà.
Cliccando su questo tasto si aprirà la finestra per la scelta dello strumento.
Illustrazione 3: Interfaccia semplice di ZynAddSubFX.
La piccola freccia vicino alla scritta Refresh bank list aprirà un menu a tendina in grado di far
apparire gli strumenti disponibili. Nell'illustrazione 5 avevo selezionato Bass.
Possibilità di usare versioni live
E' possibile provare Linux a casa anche da parte degli alunni e le loro famiglie. In generale le
possibilità sono due:
1. istallare Linux sul proprio computer di casa; questa sarebbe la soluzione migliore, ma
richiede una certa competenza per creare le partizioni del disco fisso; è un'operazione non
priva di rischi!
2. Utilizzare versioni live. Queste versioni si avviano direttamente dal cd e non modificano
minimamente quello che c'è nel disco fisso. E' un modo sicuro di usare Linux e spesso è il
primo passo per provare una distribuzione e quindi, eventualmente, decidere di istallarla. Il
problema di questa seconda possibilità riguarda le prestazioni in quanto utilizzando il cd la
velocità del sistema risulta ridotta ( in funzione alla velocità del supporto usato, il cd
appunto)!
Come ho detto, dynebolic è in grado di coniugare i vantaggi di queste due possibilità.
Per quanto riguarda le versioni live è importante poter avere diverse possibilità. In questo modo
Illustrazione 4: ZynAddSubFX: scelta dello strumento.
aumentano le possibilità di poterle far funzionare su un maggior numero di computer. Non è infatti
detto che tutte le distribuzioni funzionino su qualsiasi computer.
Per i computer più vecchi dynebolic resta probabilmente una scelta obbligata. Computer con
prestazioni più attuali possono utilizzare anche Ubuntu. Con Remastersys ho creato delle immagini
personalizzate che sono in italiano e contengono il software che usiamo a scuola.
Ne ho preparata una versione scarna ed essenziale, che praticamente contiene solo Rosegarden e
ZynAddSubFX. E' così scarna per poter essere usata anche su computer non nuovissimi.
Ho creato anche un'immagine più ricca che contiene tutto il software che ho anche sul mio
computer di casa.
Valore del progetto per l'acquisizione di competenze
informatiche.
L'uso dell'Open Source deve portare a un' Open Mind ( titolo del progetto): la flessibilità e la
trasferibilità delle competenze è una delle esigenze della scuola oggi.
In informatica, e non solo, è impensabile che una competenza possa essere appresa in modo
rigido: il contesto in cui ci troveremo ad applicarla sarà profondamente cambiato nel giro di qualche
anno ( o qualche chilometro). Le resistenze più grandi in questo senso ce le aspettiamo dagli
insegnanti, più che dai bambini o dalle famiglie.
Un “midi sequencer” trasforma la musica in una sequenza di operazioni eseguite da una
macchina. Solo questa affermazione ci rende consapevoli dell'esplosiva potenzialità didattica
( matetica secondo Papert) dello strumento. All'acquisizione di nuove competenze musicali
( armonia, ritmo, melodia, timbro, intensità, stile, notazione musicale...) si affianca una nuova
consapevolezza riguardo al fatto che il computer esegue le nostre istruzioni secondo una certa
sequenza e logica ( che può essere uno spartito musicale).
Questa consapevolezza è molto meno evidente usando un programma di videoscrittura.
Valore del progetto per l'acquisizione di competenze musicali.
Il computer in questo caso ha il grande vantaggio di rendere facilmente percepibili alcuni aspetti
del linguaggio musicale. L'utilizzo di Rosegarden e ZynAddSubFX sembra rientrare nelle
indicazioni che ci da il professor Biasutti: “ Il computer deve essere usato coscientemente come
strumento per realizzare principi e azioni non sintetizzabili con le tecniche tradizionali, stimolando
la comprensione e l'analisi dei problemi. La tecnologia è una risorsa, una possibilità e rappresenta
un punto di partenza, non di arrivo. Essa deve favorire la ricerca di soluzioni creative e divergenti
piuttosto che supplire la mancanza di idee.3”
Personalmente le idee in musica penso non mi siano mai mancate e considero il computer
proprio come uno strumento prezioso nell'allargare il nostro raggio d'azione. In questo non può
certo essere troppo enfatizzato: non rinuncerei mai al canto, alla pratica strumentale o all'ascolto,
ma offre delle occasioni in più. Basti pensare che consente di giocare con la notazione: una
modalità di codifica certo non è immediata nella scuola primaria, ma che ha un grandissimo valore
sull'apprendimento. Senza fare noiosi esercizi di solfeggio si cominciano ad usare le note sul
pentagramma, che immediatamente il computer trasforma in suoni.
Prerequisiti raggiunti senza computer.
Come dicevo le idee non mi mancavano anche senza computer e proprio una serie di attività
“tradizionali” hanno consentito ai miei alunni di poter utilizzare questi programmi con successo.
L'informatica ha quindi consentito di consolidare delle esperienze musicali che avevano acquisito
con altri mezzi; in questo senso parlo di prerequisiti.
Alcuni di questi “prerequisiti” riguardano le finalità stesse dell'educazione musicale.
La musica è un modo per stare insieme, senza rivalità, in cui ognuno può dare il proprio
contributo per migliorare l'insieme, e non sempre chi fa le cose più complesse porta il contributo più
importante ( Miles Davis insegna).
Sia l'ascolto che la produzione ruotano attorno a tre pilastri basilari per la didattica musicale: il
ritmo, l'armonia e la melodia.
Lavorare con questi tre elementi porta a vivere la musica in modo attivo e creativo: non c'è più
il modo giusto e quello sbagliato: ci sono delle regole, che non sempre si rispettano, che ci
permettono di usare il linguaggio della musica.
L'ascolto va di pari passo con la produzione: ogni bravo musicista prima di tutto è un grande
ascoltatore e la progressiva conoscenza di melodia, ritmo e armonia possono portarci ad un
progressiva competenza in questo linguaggio... il percorso non sarà mai concluso, per quanto bravo
possa essere un musicista.
Anche l'ascolto, percorrendo questa via, diventerà sempre più significativo e piacevole, si
impara ad amare la musica.
La musica la facciamo per divertirci e non perché bisogna, se non ci divertiamo è un brutto
3 Michele Biasutti. Comunicare con la musica. La Biblioteca Pensa Multimedia. 2007. pag 146
segno. Questo non toglie che dobbiamo metterci un certo impegno: a volte scopriremo che
maggiore sarà l'impegno maggiore sarà il divertimento.
Suonare insieme è meglio che suonare da soli. La musica è un modo bellissimo per stare con gli
altri perché attraverso la musica ognuno può dare il suo contributo, anche se ha capacità diverse
rispetto ad altri. Non dovrebbero esserci rivalità, perché la musica sia bella dobbiamo collaborare.
L'unica cosa che si richiede è l'impegno, non la capacità. Non occorre suonare sempre e tutti, ma se
non suoni è importante che ascolti, perché anche così puoi imparare molto.
Le regole in musica esistono, ma ci lasciano una grandissima libertà espressiva. La cosa bella è
che ognuno può trovare soluzioni diverse.
Ascoltati quando suoni e quando canti e prova a metterti nei panni dell'ascoltatore.
Le capacità che hai acquisito cantando e suonando ti daranno maggiore comprensione e piacere
nell'ascolto della musica e viceversa, più attentamente saprai ascoltare e più bravo sarai a cantare e
a suonare.
Collegamento alla programmazione curricolare.
Il progetto Open Mind si collega quindi direttamente al mio modo di insegnare musica a scuola.
L'attività didattica in educazione musicale prevede momenti di ascolto, di produzione e di
riflessione che continuano ad inseguirsi in un gioco che ha come elementi base la melodia, il ritmo e
l'armonia. La caratteristica forse più particolare delle mie scelte è quella di trovare un particolare
spazio per l'armonia. Una volta individuate le principali regole dell'armonia è infatti possibile usarle
in modo molto semplice e creativo in ogni attività didattica.
Spiegherò ora brevemente come il computer possa potenziare i vari aspetti della
programmazione didattica in musica. Anche se li ho separati questi aspetti in realtà si intersecano
spesso: ascoltare, suonare, cantare e inventare non sono da vedere in realtà come attività separate.
Ascoltare
Le consapevolezze che si possono acquisire attraverso l'uso didattico di un midi sequencer in
relazione all'ascolto partono dagli elementi fondamentali della musica: le variazioni di altezza e di
durata di una nota sono direttamente percepibili anche dal punto di vista visivo. Potendo modificare
anche il timbro e l'intensità delle note potremo cominciare ad affinare le nostre capacità
discriminatorie riguardo a questi elementi. Più avanti descriverò anche la capacità di discriminare
gli “effetti” che possiamo applicare ad un suono.
Accanto a questi aspetti che riguardano la singola nota è possibile sperimentare il concetto di
tempo, andando a modificare il tempo delle tracce. E' molto interessante far notare come il
cambiamento del tempo possa modificare completamente l'effetto sul piano emotivo della nostra
composizione.
Su un piano più complesso ho utilizzato Rosegarden per proporre una particolarissima modalità
d'ascolto di brani di musica classica. Senza voler fare ingiusti confronti tra l'esecuzione orchestrale
originale e un computer che suona musica classica, credo che questa strada non sia priva di
interesse didattico. In fin dei conti già il confronto tra l'esecuzione umana e quella della macchina
propone interessanti spunti di riflessione. Potremo chiederci: che cosa rende bella un'esecuzione, al
di là della correttezza delle note che suoniamo? Che cosa rende un'esecuzione espressiva?
Io ho provato a far ascoltare alcuni brani di musica classica con Rosegarden, usando il proiettore
dell'aula di informatica. Esiste un sito dal quale è possibile scaricare la versione midi di moltissimi
brani di classica. Io ho scelto Vivaldi con le Quattro Stagioni per l'intento particolarmente
descrittivo di questa musica. Dopo aver fatto conoscere e ascoltare i brani da un normale cd, ho
voluto farli suonare a Rosegarden. Devo precisare che per far questo bisogna regolare
ZynAddSubFX in modo che le tracce suonino in modo appropriato. A differenza con altri midi
sequencer ( io ad esempio con Windows uso Cakewalk) la mappatura degli strumenti non è quella
standard, o almeno io non sono riuscito a impostare questa funzione automaticamente. Intendo dire
che se prendiamo un file midi costruito da altri, se usiamo Rosegarden questo file non suonerà alla
stessa maniera in cui suonava con chi lo ha costruito, a meno che non riusciamo a regolare
ZynAddSubFX nel modo corretto. Per me questo non rappresenta un grosso problema, ma
studiandoci un po' sopra probabilmente si riuscirebbe a trovare una regolazione standard del
software synthesizer. Io per suonare Vivaldi ho scelto dei suoni abbastanza elettronici per due
motivi: primo perchè scegliendo gli archi il confronto con l'orchestra era decisamente impietoso;
secondo perchè era stimolante sentire le Quattro Stagioni suonate da un sintetizzatore da suoni
spaziali e questo portava i ragazzi a concentrarsi maggiormente sugli elementi essenziali che
sostanzialmente erano presenti nello spartito che scorreva davanti ai loro occhi.
Se in classe avevamo imparato a discriminare i suoni in base alle immagini che Vivaldi stesso ci
suggeriva ( lampi, tuoni, pioggia, vento, abbaiare dei cani...), davanti allo spartito suonato da
Rosegarden questi elementi ritrovavano la rappresentazione grafica della notazione. Anche senza
pretendere la lettura vera e propria, anche in modo intuitivo i ragazzi percepivano quali erano gli
elementi che indicavano la durata delle note, la loro altezza e il loro timbro. Le note dello spartito
prendevano letteralmente vita e tutti potevano intuire la potenza di questo linguaggio. Si crea forse
in questo modo la predisposizione motivazionale a decidere di studiarlo nel corso degli anni.
La parte più interessante è stata quella in cui abbiamo provato ad ascoltare le tracce una alla
volta. I ragazzi hanno capito l'importanza dell'insieme e di come anche le parti che sembravano
insignificanti determinavano in realtà una particolare emozione nell'ascolto d'insieme. Questa è una
cosa fondamentale nella musica e nell'educazione in genere: se facciamo qualcosa insieme è
importante il contributo di tutti, nella diversità. La volontà di emergere ad ogni costo è spesso
dannosa. Forse è per questo che suono il basso!
Suonare
Già parlando di ascolto siamo arrivati ad alcune capacità indispensabili durante la produzione:
ascoltare mentre si suona è una delle cose più importanti.
Come dicevo, l'armonia è un elemento centrale nel mio modo di fare musica a scuola. Proverò a
illustrare ora che cosa intendo con questo.
Nel presentare una canzone parto sicuramente dalla melodia che molto spesso viene anche
cantata. A volte con i flauti si riproduce la melodia, ma molto più spesso si ricercano delle linee di
accompagnamento in base alla struttura armonica del brano.
Questo sembra complicato, ma in realtà semplifica molto le nostre proposte didattiche e le
competenze musicali necessarie per intraprendere un percorso del genere non sono certo
stratosferiche. Al di là delle regole, a mio avviso, rimane poi centrale l'orecchio, anche perchè
questo rimane un obiettivo fondamentale nella scuola primaria.
In linea generale prima di presentare la struttura armonica di un brano cerco di rendere in modo
intuitivo il concetto di accordo; vedo che comunque per i ragazzi è semplice intuire che ci sono
delle note che stanno assieme meglio di altre e che basta cambiare di poco una sola nota per
modificare l'effetto globale: distinguono divertendosi l'accordo minore dal maggiore... in questo
caso la mimica facciale dell'insegnante aiuta molto, spesso assieme alla musica bisogna fare un po'
di teatro!
A questo punto passo a presentare la struttura armonica del brano scrivendola alla lavagna.
Naturalmente scelgo delle canzoni abbastanza semplici e regolari dal punto di vista armonico.
Rappresento ogni accordo scrivendo sul pentagramma le tre note che ne rappresentano la tonica,
la terza e la quinta.
Se presentassi “Blowin' in the wind” di Bob Dylan, alla lavagna, o su un cartellone traccerei uno
schema di questo tipo.
E' importante far capire che, ad esempio, se scrivo la nota do è possibile suonarla in diverse
ottave perchè sempre do rimane.
Si ricercano quindi diverse linee di accompagnamento che posso evidenziare alla lavagna
colorando le note in modo diverso.
Per esempio una delle linee più semplici potrebbe essere questa.
Queste linee semplicissime sono di fondamentale importanza per diversi motivi. Primo perchè
nell'insieme risulteranno di grande effetto, anche se da sole dicono davvero poco. Secondo perchè
Illustrazione 5: Blowin' in the wind, struttura armonica della strofa..
Illustrazione 6: Linea di accompagnamento.
avendo pochissime note consentono ai ragazzi di concentrarsi sulla qualità del suono e su possibili
variazioni ritmiche che potrebbero derivare dall'ascolto della melodia o della chitarra. Terzo perchè
rappresentano un rifugio sicuro per chi si perde nel tentativo di provare strade più complesse e
permettono a tutti di suonare, anche se le capacità sono limitate.
Su questo brano io poi solitamente utilizzo una ritmica che richiama la melodia per creare molti
possibili percorsi all'interno della sequenza di accordi.
Alla lavagna non scrivo la ritmica delle note: per me è sufficiente avere la sequenza degli
accordi e sapere che con quelle note si può giocare ritmicamente in modo abbastanza libero. Credo
che già la sequenza degli accordi sia sufficientemente complessa dal punto di vista visivo.
Aiutandomi con il colore dei vari percorsi comincio quindi ad eseguire il brano trovando le
possibili variazioni. Se le tre linee dell'illustrazione 8 corrispondono ad esempio a tre colori ( giallo,
rosso, bianco), possa dare queste consegne:
suoniamo tutti insieme prima il percorso giallo, poi quello rosso e in fine quello bianco;
l'ultima fila suona il percorso giallo, la seconda il rosso e la prima il bianco;
ognuno suona il percorso che vuole cercando di cambiare ogni volta.
Nell'illustrazione 3 si vede lo stesso lavoro proposto con il ritornello della “Ninna Nanna del
Contrabbandiere” di Davide Van De Sfross.
Illustrazione 7: Tre possibili linee sulla ritmica della melodia.
Se le regole dell'armonia sono indispensabili in questo lavoro, altrettanto necessaria è la
capacità di ascoltarsi, in questo caso possiamo chiamarlo orecchio. Gradualmente i ragazzi
acquisiscono questa capacità e cominciano a ricercare un suono sempre più curato. Ognuno capisce
come il suo contributo debba fondersi positivamente con quello degli altri, privilegiando il risultato
finale.
In questo il fatto di suonare la chitarra mi aiuta molto: l'impatto sonoro migliora molto quando i
flauti sono accompagnati da questo strumento. Lo sconforto che spesso ci assale quando mettiamo
insieme più linee suonate dai flauti tende a scomparire magicamente con il suono della chitarra.
Questo penso sia il limite più grande dell'esportabilità delle mie scelte didattiche: io stesso non
so se otterrei questi risultati senza suonare la chitarra!
Usare Rosegarden per fare musica è quindi per me la naturalissima prosecuzione di questo
modo di procedere. Con il computer i ragazzi sono in grado di provare da soli a costruire delle linee
di accompagnamento e di percepirne immediatamente l'effetto complessivo. Il “gioco” è molto
interessante e i ragazzi sono entusiasti dei loro risultati. Solo il fatto di modificare la timbrica o gli
effetti rende ogni composizione molto originale.
Uso della notazione.
Il mio modo di vedere le cose in questo ambito rientrano in quella corrente di pensiero definita
“sound before sign” secondo la quale “ l'insegnamento della notazione deve avvenire
parallelamente alla possibilità di eseguire anche ad orecchio, lasciando aperte più opportunità con
un approccio integrato tra l'esecuzione con e senza spartito.4”
La lettura ha sicuramente una grandissima importanza nell'apprendimento della musica, ma
deve essere proposta con una certa gradualità. Il computer si dimostra in questo uno strumento
molto efficace, soprattutto quando i ragazzi cominciano a creare le loro tracce.
Il grande vantaggio è quello di avere un feedback immediato riguardo all'esattezza delle nostre
scelte riguardo all'altezza e alla durata delle note. Il contesto è molto più motivante rispetto al
normale spartito di carta. In modo molto intuitivo si entra nel linguaggio della musica imparandone
le regole in modo pratico e significativo. Il computer ha inoltre il grande vantaggio di essere un
esecutore forse poco espressivo, ma sempre molto preciso: se qualche cosa non suona bene
possiamo essere certi che abbiamo sbagliato noi!
Anche se penso a me, mi accordo che a volte poter usare un midi sequencer mi garantisce molta
sicurezza. La mia lettura dello spartito è infatti abbastanza carente e, quando voglio essere sicuro
4 Michele Biasutti. Comunicare in musica. La Biblioteca Pensa multimedia. 2007. pag.86.
dell'esattezza di alcune mie trascrizioni, le verifico con Rosegarden. Lo stesso certamente vale
anche per i ragazzi, che in questo modo imparano gradualmente a leggere le note senza imparare ad
odiarle.
Inventare
“Lo sviluppo della creatività è un problema nodale non solo dell'educazione musicale, ma di
tutte le discipline espressive. Si tratta di una dimensione trattata a fondo solo nella dimensione
teorica, senza trovare un adeguato riscontro nella pratica. In campo musicale dovrebbe essere
favorito e incoraggiato un atteggiamento verso il gioco e la sperimentazione di principi e materiali
nuovi.5”
Credo che l'elettronica possa rappresentare egregiamente un materiale nuovo con il quale
giocare e inventare.
Come dicevo considero importante che il primo approccio con software synthesizer e midi
sequencer sia ludico; sicuramente questo sarebbe anche il nostro primo approccio e questa fase ci
consentirebbe di familiarizzare con lo strumento. Come dicevo inserire le note con il mouse
richiede una certa pratica. Successivamente è necessario un momento in cui si acquisiscono le
competenze tecniche e teoriche che ci consentono di creare una serie di tracce che suonano insieme
con un effetto voluto e gradevole.
Raggiunta questa fase i ragazzi possono ritornare nuovamente liberi di sperimentare e spetta a
noi decidere con quali gradi di libertà possono operare: si può andare dalla libertà assoluta al
rispetto per una determinata sequenza di accordi. Riuscire a governare ZynAddSubFX appena
sufficientemente apre una gamma di possibilità sonore davvero interessante, anche con poche note a
disposizione.
E' importante a questo punto dare a tutta la classe la possibilità di ascoltare il lavoro dei singoli.
Normalmente i ragazzi lavorano con le cuffie, ma sono sempre molto orgogliosi di far sentire ciò
che riescono a produrre.
Solo mandando in loop delle semplici sequenze è possibile creare delle basi interessanti sulle
quali creare le proprie invenzioni con strumenti più o meno tradizionali. Io non sono ancora arrivato
a questa fase ma mi sembra uno sviluppo interessante.
5 Michele Biasutti. Comunicare in musica. La Biblioteca Pensa multimedia. 2007. pag.31.
Valutazione
L'argomento della valutazione è sicuramente uno tra i più articolati e complessi nella teoria della
didattica. Basterà questa citazione del professor Galliani per rendere, almeno in parte, la vastità
dell'argomento.
“Nella nostra prospettiva la valutazione è una componente ontologica e metodologica della
scienza didattica – allo stesso modo dell’analisi dei bisogni, della programmazione e della
comunicazione – in quanto disciplina finalizzata ad emettere giudizi sulle azioni formative e di
insegnamento (o complesso di azioni organizzate come programmi o corsi), intenzionalmente
progettate o svolte per
guidare e sviluppare apprendimenti (individuali, collaborativi, organizzativi) nei destinatari,
con effetti sui sistemi formativo, economico e sociale, e fondata sull’uso di metodi e strumenti
propri della ricerca empirica e sperimentale in educazione.”
Ogni progetto e ogni attività didattica in genere deve avvalersi di questo prezioso strumento,
non solo nella fase conclusiva. Non mi sarà possibile trattare esaustivamente tutti gli aspetti legati
alla valutazione in questa mia attività, anche perchè molti si intersecano con dei tipi di valutazione
più generali. La cosa che probabilmente risulta più interessante registrare in queste pagine è tutto
ciò che è più specificamente legato all'uso dei midi sequencer e dei software synthesizer.
Già il fatto che si parli di usare degli strumenti ci porta a intendere che dovremo valutare
l'acquisizione di alcune competenze, più che di alcuni contenuti. Anche se le conoscenze sono
necessarie, il contesto nel quale operiamo non è quello della classica lezione espositiva, ma quella
del laboratorio, nel quale, insieme si tenta di costruire qualcosa.
In questo contesto laboratoriale le informazioni più interessanti vengono colte in itinere
attraverso l'osservazione del processo di apprendimento. Valutiamo il processo di apprendimento
dei nostri alunni attraverso i loro risultati, ma anche attraverso i loro dubbi, le loro domande, la loro
capacità di interagire, i loro giudizi. Di fondamentale importanza è l'aspetto autovalutativo. Come
insegnante cerco di essere abbastanza elastico rispetto alle risposte autovalutative degli alunni.
Queste autovalutazioni sono inoltre un primo passo per successivi progressi metacognitivi da parte
degli alunni: se uno parte dal presupposto che non riuscirà mai ad eseguire un determinato compito,
le sue probabilità di successo effettivamente diminuiscono.
Pensando al titolo del progetto “Open Mind” resterebbe da valutare la più trasversale delle
capacità, ossia quella di avere una mente aperta. La misurazione di questo fattore non è però così
semplice. Io riesco ad immaginare solo l'ipotesi di utilizzare un gruppo di controllo attraverso il
quale testare l'efficacia del progetto in termini di capacità di trovare soluzioni divergenti o soluzioni
a problemi simili, ma non identici, rispetto a quelli ai quali i due gruppi sono abituati. Come
esempio si potrebbe pensare a misurare la capacità di gestire un sistema operativo completamente
sconosciuto (ad esempio il Mac OS) da parte degli alunni abituati a operare solo con Windows,
rispetto a quelli già abituati a diversi sistemi operativi ( Ubuntu, Dynebolic, Windows...). In questo
modo misureremo solo la trasferibilità delle competenze in ambito informatico, ma sarebbe poi
interessante vedere come la mente sia effettivamente aperta in molti campi di esperienza. In questo
caso è molto difficile pensare di riuscire ad isolare il peso dell'esperienza che i bambini hanno fatto
all'interno del progetto, rispetto a tutti gli altri fattori ( non solo scolastici) che possono contribuire
“all'apertura” o meno della mente.
Potendo contare su un ipotetico gruppo di controllo sarebbe interessante misurare la ricaduta
anche sulle competenze musicali ( in tutti gli aspetti che citavo sopra e che non ripeterò qui).
La valutazione attraverso un gruppo di controllo rimane solo un'ipotesi. Gli strumenti realmente
usati sono state delle griglie di osservazione e dei questionari di gradimento e di autovalutazione dei
quali fornisco degli esempi in allegato.
La valutazione complessiva del progetto risulta positiva in base a questi criteri:
ricaduta positiva riguardo alla motivazione ( sia per l'informatica che per la musica);
ricaduta positiva riguardo all'acquisizione di competenze musicali e informatiche;
ottimo gradimento anche da parte delle famiglie;
numero di alunni che sono riusciti ad usare lo stesso software a casa;
interesse esterno per il progetto e buone prospettive rispetto alla possibilità che questa
esperienza si allarghi il prossimo anno.