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rassegna - HOME - Toscana Film Commission · scheletri viventi, niente paura nei cimiteri e niente...

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INDICE RASSEGNA STAMPA

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Pagina I

Si gira in Toscana

05/06/2019 p. 1 PETER GREENAWAY TORNA IN TOSCANA PER IL NUOVO FILMCorriere Fiorentino 1

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Ritaglio stampa ad uso esclusivo dei destinatario, non riproducibile.

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L'intervista Il grande regina Peler Greenaway dal 24 al 30 terrà un workshop sulle prime fasi del nuovo film«Una riflessione sulla possibilità o l'impossibilità di una fine felice. Aspettatevi una celebrazione della città»

«A Lucca ciak sulla monte»di Marco Luceri Come si è sviluppata l'idea so di colpa cristiano. Era un

progetto che coinvolgeva letorri di Lucca, come costruzio-ni prodotte dal conflitto traGuelfi e Ghibellini. In questianni ho ampliato lo sguardo,pensando a un quadro storicopiù grande, dall'età dei Cesari aquelle di Galileo e Puccini, le-gando la storia millenaria diLucca a quella di Pompei, Car-rara, Pisa, Firenze e... NewYork! Aspettatevi una celebra-zione della città, perché saràlei il personaggio principale esopra ogni cosa trionferà il va-lore del genius loti di Lucca, acui si aggiungeranno tutti imiei personali fantasmi creati-vi: cavalli, tartarughe, angeli,statue che si baciano, fino allamorte, intesa come un compa-gno amichevole, saggio e com-prensivo. Come del resto è lastessa Lucca, che è ancora oggiuna città solida, duratura, bel-lissima».

Il progetto del film comin-cerà con un workshop insie-me ad altri giovani amanti del

cinema. Che ruolo avranno leloro idee nella realizzazionefinale del film?

«Dovremo valutare. Ho pas-sato molti anni e girato innu-merevoli film per parlare del-l'Eros, la perenne preoccupa-zione del cinema. Avendo ap-pena compiuto il miosettantasettesimo complean-no, voglio ora considerareThanatos e lasciare che tutti imiei pensieri principali vada-no alla tomba. E questo nono-stante sia certo che il mio pub-blico sarà probabilmente gio-

vane ed estremamente attrattodall'Eros, magari con ottimisti-ci pensieri riguardo all'immor-talità. Lucca Mortis non saràperò un film cupo o pessimi-sta, ma certamente non eviteràargomenti che sono ossessiva-mente attuali; il cinema di oggiè pieno di storie in cui ci sonopessimismo, inquinamento,distruzioni, negatività, politi-ca, suicidi, aborti, eutanasia,perdite, dolori, ingiustizie.Lucca Mortis è la storia di unsaggio e vulnerabile vecchio,che scende a patti con la suamortalità e prova a trovare unavia di uscita senza pena dal-l'esistenza, e chiede al pubbli-co di pensare alla possibilità dipoter raggiungere un risultatosimile».

Il suo lavoro , soprattuttonell'ultimo decennio, si èsempre più orientato verso unmix di arti visive e performati-ve, cinema , pittura , musica,architettura e video , tanto chesi ha difficoltà a definirla an-cora «regista». Sarebbe piùopportuno forse usare «arti-sta visuale». Che ne pensa?

«Il cinema è sempre statoun mix di molte arti e discipli-ne. Avendo realizzato circa ses-santa film dalle più svariate ti-pologie, mi sono reso prestoconto che il cinema è facil-mente decostruibile e spero dicontinuare in futuro a lavoraresu concetti come la non-narra-tività, il tempo presente e lamolteplicità della visione, enon so se possiamo ancorachiamare "cinema" tuttociò...».

di «Lucca Mortis»? Colpisce

«Il cinema è morto. Viva ilcinema». Peter Greenawaycontinua a celebrare il funeraledella settima arte non potendoperò farne a meno. Chi cono-sce l'uomo e l'artista, dall'ani-mo costantemente inquieto,non si stupirà di fronte al suoconcentrato di contraddizioni.E così il grande maestro ingle-se, regista di grandi film comeLo zoo di Venere, Il ventre del-l'architetto o Il cuoco, il ladro,sua moglie e l'amante, torna inToscana, per un progetto chedi morte e di cinema sembraessere pervaso: Lucca Mortis èil titolo della nuova sceneggia-tura che ha messo al centro diun percorso formativo da luistesso ideato insieme a LEA -Lucca Experientia Artis, e conla collaborazione del LuccaFilm Festival Europa Cine-ma. L'idea era nata già nel2013, come evoluzione dell'in-stallazione di «cinema archi-tetturale» The Towers / LuccaHybris, ideata da Greenawaycon le coreografie di RobertoCastello e realizzata in piazzaSan Francesco. Ora, grazie allasinergia tra l'art director diLEA, Domenico Raimondi, e laregista Cristina Puccinelli, ilregista tornerà a Lucca per unworkshop residenziale rivoltoa venti creativi innamorati del-la settima arte. Dal 24 al 30 giu-gno (nei locali dell'ex conventoConvictus) saranno sei giorni astretto contatto con Gree-naway per studiare le fasi di la-voro che porteranno alla rea-lizzazione del film: da una sce-neggiatura che prende formanei luoghi simbolo della città,che egli stesso definisce «unvero set naturale», ai perso-naggi modellati su figure real-mente vissute e sui protagoni-sti delle opere pucciniane. Neabbiamo parlato direttamentecon lui.

la scelta del titolo del film...«Il titolo dovrebbe dare un

indizio sul suo contenuto. Iltermine latino rigor mortisla rigidità della morte do-vrebbe essere presente nellamemoria del pubblico quandoanalizza il titolo: la vita lascia ilcorpo, che diventa rigido pri-ma di rilassarsi, comincia a de-perire e diventa concime nellaterra. E anche se c'è un'ironiasottintesa come sempre nelmio cinema indubbiamenteil tema del film è il dibattitosulla possibilità, o anche l'im-possibilità, di una morte felice.I concetti cristiani di resurre-zione e di immortalità dell'ani-ma sono rapidamente in decli-no in Europa, così come nel re-sto del mondo. Molti di noi so-no consapevoli che dopo lamorte del corpo non ci sarà unaltrove. La domanda è allora:che cosa faremo di fronte albaratro di un nulla infinito?Dall'altra parte però c'è il pro-lungamento dell'età media,che ci consente di posticiparesempre di più l'appuntamentocon la morte; oggi la scienza eil pensiero filosofico stannoprendendo in considerazionele pratiche e il concetto di "im-mortalità". Lucca Mortis non èun film di zombie nientescheletri viventi, niente pauranei cimiteri e niente pathossentimentale ma una seriariflessione sulla prospettiva diuna fine, che sarà comunque ildestino di ognuno di noi. Nonci sarà mai un'eccezione a que-sta regola. La morte è l'unicacertezza che abbiamo nella vi-ta. L'eros che crea la vita e lamorte che se la porta via. Tuttoè negoziabile amore, soldi,arte, scienza, potere ma nonqueste verità».

Che tipo di connessione hacon il suo progetto multime-diale , «The Towers/Lucca Hy-bris»?

«Quello era un progetto diproiezione en plein air sullafacciata della chiesa francesca-na della città, basato sull'ideamedievale dell'inevitabile dan-za della morte indotta dal seri-

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Dopo gli anni del postmo-dernismo , la realtà sembraessere nuovamente tornata alcentro della produzione arti-stica. Oggi si parla molto di«neo-modernità» e di «neo-neorealismo». Lei sembra an-dare sempre controcorren-te...

«Penso che il mio cinemanon lo si possa descrivere certocome "realistico". Lo è nellamisura in cui riferisce al mon-do che ci circonda come termi-ne di riferimento, consideran-do molto della sua sostanza,lingua, sintassi e vocabolario.Ma opera essenzialmente inuna metafora ironica. Nei mieifilm ho raccontato di donneche amano eccitarsi sessual-mente con animali a striscebianche e nere allo zoo, di ge-melli siamesi che vogliono es-sere ricongiunti, di alta cucinacannibale in un ristorante con-temporaneo a quattro stelle, diuna donna che vuole a tutti icosti che i suoi amanti le scri-vano sul corpo, di leader russischiavi di un vampiro del MarNero. Questo non è "realismo".La Natura, o se preferisci, Dio,ha già creato il mondo reale.Come potrebbero competere icomuni mortali? E perché do-vremmo, visto che la nostraimmaginazione è la cosa piùmeravigliosa in tutto l'univer-so? Così meravigliosa, infatti,che abbiamo immaginato econtinuiamo a immaginare glidèi...».

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È la storia diun vecchio

che scendea patticon la suamortalitàe prova atrovare unavia di uscitasenza penadall'esi-stenzaI mieipersonaggisarannomodellatisu figurereali e suiprotagonistidelle operepucciniane

Ci sarannotutti i mieipersonalifantasmicreativi:cavalli,tartarughe,angeli,statue che sibacianoe sopraogni cosatrionferàil valoredel geniusloci di Lucca

In altoil regista PeterGreenawaye soprala TorreGuinigi

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