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Righetto.Isolato.Retidistazioni

Date post: 29-Jun-2015
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Nuovi Abitanti www.nuoviabitanti.it associazione culturale L’ISOLATO E’ UNA RETE DI STAZIONI (torri, antenne, tralicci, fiumi sotterranei, corridoi ecologici, interruttori, flussi di traffico, reti di condotte underground) Gabriele Righetto 1 Un tempo era quasi autosufficiente L’isolato è un luogo di convergenza in cui giungono reti e servizi. Un isolato di un tempo somigliava maggiormente ad “un’isola“ perché ben poco vi arrivava e quasi tutto era prodotto direttamente in loco, non aveva insomma numerose connessioni esterne e le cose che vi giungevano percorrevano le strade oppure i canali, nel caso in cui l’isolato fosse lambito da corsi d’acqua. Le risorse dirette di un isolato stavano nelle dotazioni interne ad esso: gli orti, i giardini, i canali per la pesca (se questi c’erano), le attività artigianali (anche se esse per lo più avevano bisogno che le materie prime fossero trasportate attraverso carri o a spalle). Luogo di stazioni 1 CEU – Università di Padova [email protected] 1
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L’ISOLATO E’ UNA RETE DI STAZIONI(torri, antenne, tralicci, fiumi sotterranei, corridoi ecologici, interruttori, flussi di traffico, reti di condotte underground)Gabriele Righetto1

Un tempo era quasi autosufficienteL’isolato è un luogo di convergenza in cui giungono reti e servizi.

Un isolato di un tempo somigliava maggiormente ad “un’isola“ perché ben poco vi arrivava e

quasi tutto era prodotto direttamente in loco, non aveva insomma numerose connessioni

esterne e le cose che vi giungevano percorrevano le strade oppure i canali, nel caso in cui

l’isolato fosse lambito da corsi d’acqua.

Le risorse dirette di un isolato stavano nelle dotazioni interne ad esso: gli orti, i giardini, i canali

per la pesca (se questi c’erano), le attività artigianali (anche se esse per lo più avevano

bisogno che le materie prime fossero trasportate attraverso carri o a spalle).

Luogo di stazioniOggi un isolato può essere visto in modo più esteso come una stazione o meglio un insieme

di stazioni.

Si dice stazione ‘un luogo dove ci si ferma, ma anche il complesso degli edifici e degli impianti

nei quali si svolgono le operazioni di arrivo e partenza di merci e passeggeri con utilizzo di

mezzi di trasporto. Ed ancora si dice stazione qualsiasi edificio o impianto fisso attrezzato per

l’espletamento di un determinato servizio.”

In questo senso un isolato non è la stazione di un solo servizio, ma di una pluralità, per cui

sarebbe più esatto definirlo un complesso di stazioni.

Infatti è una stazione per le strade che giungono e partono da lui.

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CEU – Università di [email protected]

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E’ una stazione per l’acqua che vi arriva e fuoriesce.

E’ una stazione per la corrente elettrica che vi passa. Per le onde elettromagnetiche che vi

giungono o vi partono con dispositivi radio, televisivi, telefonici. Per le merci che entrano e per i

residui-rifiuti che ne ripartono.

Nel suo insieme un isolato è un piccolo ‘tecnosistema’

Esso funziona almeno a tre livelli:

- presenta stazioni sotterranee

- ha dei terminali dentro gli edifici

- riceve e invia elementi per via aerea

E’ una stazione plurima di Tecnosistemi, ma se gli elementi base dell’ecosistema (aria, acqua,

suolo, energia) non gli arrivano e si mantengono a livello sano, anche il tecnosistema decade.

Ha allora bisogno di avere

- elementi vivi (flora e fauna),

- suolo permeabile

- suolo fertile

- falde freatiche

- aria ventilata

- luoghi soleggiati

Un isolato vivo è un giusto equilibrio di

- stazioni tecnologiche

- stazioni naturali.

Un isolato, in termini ambientali, è un luogo sostenuto da proprie dotazioni

1 – o secondo la natura del suolo e dell’ambiente fisico

Questo costituisce il sostrato primario

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dell’isolato.

2 - o secondo processi costruiti sul luogo e qui

collocati[edifici, macchine, impianti].

Questa costituisce la parte stabile di un isolato

3 - o secondo presenze che vengono dall’esterno o da

lontano e trovano alcune strutture di supporto per

giungere-sostare-agire-ripartire.

Questa costituisce la parte mobile dell’isolato. Essa

è costituita da veicoli che vengono, sostano, vanno. Ma è anche animato da dotti e

condotte che “portano e rinviano” altri elementi:

a ) in forma energetica (rete elettrica, rete del metano, distribuzione di carburanti ed

altri elementi energetici, impianti di riscaldamento e uso del fuoco.

b ) in forma elettromagnetica per scopi informativi e comunicativi (rete telefonica

fissa-mobile-telematica, rete televisiva, rete radiofonica).

c ) in forma materica, riferita a costituenti elementari (aria, acqua, suolo) che si

caratterizzano soprattutto come rete idrica, rete fognaria, impianti di condizionamento

d’aria, sistemi di raccolta e smaltimento di residui solidi (carta, vetro, metalli, tessuti,

frazione umida, materiali/oggetti inerti, ecc.)

Quando elementi energetici, informativi elettromagnetici e materici entrano-sostano-

escono, secondo

- un’organizzazione unitaria,

- coordinata

- con valenza territoriale

allora siamo in presenza di tecnosistemi a rete (elettrodotti, reti distributive, antenne

rice-trasmittenti, acquedotti, reti reflui, ecc.)

Un isolato è pertanto un luogo-stazione in cui confluiscono elementi naturali (ed è

allora da intendere come ecosistema) oppure in cui confluiscono elementi artificiali ed

allora è da intendersi come tecnosistema.

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E’ un ecosistema

In un isolato le parti “naturalistiche” (es. un giardino presentano una articolazione a

strati, ma anche le componenti ‘naturalistiche possono essere lette come ‘stazini’ degli

elementi aria-acqua-suolo-energia-florofauna

Come ecosistema è da intendersi soprattutto nel senso di territorio aperto su cui non

sovrastano elementi costruiti (o almeno non in conformazioni rilevanti).

L’ecosistema è costituito:

- dalla porzione di aria e atmosfera poste nella

dimensione superiore

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- dal suolo su cui insiste e sul quale si innestano

forme viventi vegetali ed animali

- dal sottosuolo in cui è coinvolto e che si

distingue per le sue parti componenti (strato

fertile, falde freatiche, strati sedimentari, roccia

madre, ecc.)

L’ecosistema è allora leggibile come un sistema a strati:

1 –

Il livello esogeo (atmosferico ed extratmosferico) che comprende l’atmosfera nelle sue

componenti (troposfera, stratosfera, mesosfera, termosfera) e la dimensione extratmosferica

che lo interessa (esosfera, magnetosfera, magnetopausa, eliospazio)

2 –

Il livello perigeo che interessa gli aspetti a ridosso e in prossimità della superficie del

suolo che è interessato da:

- acque superficiali

- forme viventi vegetali (erbacee, arbustive, arboree, microfiti, saprofiti, licheni)

- forme viventi animali (di terra, aria, acqua)

3 –

Il livello ipogeo sottostante la superficie del suolo e che comprende lo strato fertile con la

presenza di bioriduttori, elementi merologici, parti radicali delle piante, acque sotterranee e

tutte le stratificazioni geologiche.

Anche l’ecosistema è da intendersi come sistema di stazioni, ossia luogo in cui giungono-

sostano-transitano elementi.

giunge la luce solare e l’insieme di raggi cosmici

arrivano gli elementi meteorici (pioggia, neve, grandine, nebbia, rugiada, ecc. che vanno

ad interessare i viventi stanziali, la fertilità del suolo e il regime delle acque superficiali e

sotterranee.

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vi giungono i venti e si realizzano i fenomeni di ventilazione, con andamenti di aria

calda, fredda, umida, stagnazioni, ecc.

con la fluitazione, le correnti d’acqua o le geodinamiche possono essere spostati

materiali (depositi, decantazioni, deiezioni, interramenti, allagamenti, soprassidenze e

sussidenze, ecc.)

Un ecosistema mantiene i suoi caratteri sani se si configura come sistema aperto, cioè tale da

permettere ricambio e rinnovo degli elementi costitutivi (aria, acqua, suolo, energia e presenza

di esseri viventi)

E’ un TecnosistemaAnche un tecnosistema è un sistema di stazioni, solo che gli elementi (aria, acqua, suolo,

energia ed esseri viventi) dipendono da modalità di erogazione-manutenzione- di tipo

tecnologico, espresse da un insieme artificiale di:

- edifici,

- oggetti/strumenti

- macchine

- impianti

- infrastrutture

- reti.

Alcuni di questi sono statici e stanziali, ossia sono tendenzialmente stabili.

Sono stabili gli edifici, le strutture che consentono la recezione e il rinvio di materiali, di

elementi informativi ed energetici (rubinetti, sanitari, interruttori, lampade, spine; scolmatori,

televisori, radio, recettori telefonici, postazioni informatiche, ecc.).

Appartengono ancora al Tecnosistema stanziale gli elementi che “accolgono” i sistemi mobili

e veicolari: sedi stradali, parcheggi, fermate di mezzi pubblici, garages, ecc.

Esiste poi una Parte Mobile del Tecnosistema, costituita da:

- reti infrastrutturali

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- reti distributive

- reti energetiche

- reti delle telecomunicazioni.

Tale aspetto più propriamente forma il Tecnosistema a rete.

Un isolato si configura anche come tecnosistema dove confluiscono più reti locali: la

stradale, la elettrica, l’energetica, la smaltitrice, l’idrica, la fognaria, la radiotelevisiva, la

postale, la telefonica fissa-mobile-telematica, la distributiva commerciale, ecc.

Il Tecnosistema a Rete

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Un isolato è luogo in cui confluiscono elementi che vengono da lontano per mezzo di

elettrodotti, flussi elettromagnetici, connessioni satellitari, condotte territoriali. N questo

senso partecipa ad un Tecnosistema a Rete.

Negli isolati esso presenta:

- elementi stanziali

- elementi territoriali.

Degli elementi “stanziali” abbiamo già parlato, anche se in maniera succinta: essi costituiscono

i punti-luogo del Tecnosistema in cui si rice-trasmettono elementi di materia-energia-

informazione, trattati tecnologicamente.

Forse però “gli elementi territoriali” del Tecnosistema richiedono qualche parola in più.

Quando un interruttore (che è un elemento stanziale del tecnosistema elettrico) consente o

interrompe il passaggio di corrente elettrica per un certo uso, la questione elettrica ovviamente

non si risolve tutta lì e neppure nell’edificio di riferimento e neppure ancora nell’isolato di

appartenenza.

La questione è molto più vasta e riguarda l’intero insediamento o la città (se l’isolato è relativo

ad un contesto urbano), di fatto interessa un territorio. Ossia una parte di regione, organizzata

in modo coordinato e unitario.

Ecco allora che più propriamente un isolato va inteso come una stazione territoriale che ha:

1 –

come luogo generatore la centrale elettrica, erogatrice di energia specifica

2 –

gli elettrodotti come strade elettriche di collegamento trasporto

3 –

le centrali di trasformazione (o distribuzione) dell’alta tensione in media tensione e tensione

di consumo.

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Le centrali di distribuzione dove avviene la rottura del carico e la ripartizione in porzioni medie

per raggiungere poi il consumatore-utente in porzioni piccole seguono lo stesso criterio per la

diffusione dei materiali e sta alla base del sistema commerciale che ha stazioni distributive

generali (mercati generali), medie (ipermercati), piccole (esercizio commerciale)

4 –

le stazioni in cui “il traffico di energia” elettrica “entra (come una stazione generale) in un

territorio insediato o città, le centraline locali o rionali, le fermate locali (della corrente

elettrica) costituiscono i nodi della rete distributiva dei rioni e isolati

5 –

infine gli edifici o appartamenti, filtrati da contatori specifici che attestano la proprietà o

assegnazione di utenza (e di fatto sono le porte di entrata di una stazione erogatrice),

quantificano un consumo e costituiscono il capolinea o stazione terminale di un

Tecnosistema a rete (elettrico, nell’esempio di riferimento che qui usiamo)

Questo andamento territoriale:

a ) centrale di produzione

b ) sistemi di conduzione territoriale (dotti, condotte, assi viari, canali, frequenze,

ecc.)

c ) stazioni territoriali e locali

d ) fermate locali

costituiscono nell’insieme l’Impianto Generale e strutturale di un Tecnosistema a Rete.

Senza dilungarci troppo possiamo allora dire che questo ragionamento” funziona per analogia

per molti altri Tecnosistemi a Rete:

per il Tecnosistema idrico

per il Tecnosistema fognario

per il Tecnosistema telefonico fisso e mobile

per il Tecnosistema energetico e gas – metano

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per il Tecnosistema smaltimento residui

per il Tecnosistema della posta

per il Tecnosistema radio-televisivo

per il Tecnosistema distributivo-commerciale (produzione-distribuzione-utenza)

per il Tecnosistema trasportistico di passeggeri

Va forse precisato (perché c’è il pericolo che li si sottovaluti) che i Tecnosistemi telefonico e

radiotelevisivo hanno una dimensione territoriale impropria o meglio assai specifica, perché per

funzionare hanno bisogno di supporti a livello satellitare e quindi appartengono alla sfera

esogea.

Possiamo allora dire sinteticamente che un isolato è un Tecnosistema Locale Complesso,

collegato a Reti, in cui opera una molteplicità di subsistemi tecnici.

Sistema Glocale Complesso

Un isolato è un sistema complesso che ha dotazioni locali e partecipa a sistemi globali e

lontani. In tale senso è definibile come Sistema Glocale (Globale + Locale).

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Per comprendere la dimensione strutturale di un isolato occorre essere in grado di:

- analizzare

- interpretare

- connettere

- gestire

- mantenere

- sostenere

un sistema glocale (ossia locale connesso ad un insieme vasto di relazioni globali che si

articola almeno in :

ecosistema e le sue stazioni

Tecnosistema locale e le sue stazioni stanziali

Tecnosistema a Rete Territoriale con le sue Stazioni Estese.

A mo’ di conclusione della parte analitica è bene ricordare che si possono capire in modo

semplice le questioni affrontate in precedenza se le questioni complesse vengono affrontate

passando per gli elementi essenziali del Tecnosistema:

1 - se si considerano i tetti, le grondaie e i sistemi di scorrimento pluviale,

allora si può considerare il rapporto/confine tra ecosistema e tecnosistema riferito ad un

singolo edificio;

2 - analogo discorso può essere articolato per finestre, porte, imposte e aperture

per considerare nel Tecnosistema i fattori dell’ecosistema e cioè:

- Soleggiamento

- Ventilazione

- Umidità

- Microclima

- ecc.

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3 - il sistema idrico locale ha bisogno di applicare leggi fisiche dei vasi comunicanti

e della pressione. Tali fattori, presenti nell’ecosistema sono riconoscibili nel tecnosistema idrico

per mezzo delle torri piezometriche, dei serbatoi, delle autoclavi e della rete distributiva.

4 - Ogni edificio è luogo di stazioni materiali, energetiche ed informative e appartiene

ad un Tecnosistema prossimo (antenne, ripetitori, trasmettitori) e a punti di

ricetrasmissione interna agli edifici.

5 - Ogni Tecnosistema ha una dimensione attraverso la quale appartiene ai vari

livelli:

a ) esogeo (aria, atmosfera ed extratmosferico)

b ) perigeo (gli alzati mediamente modesti degli edifici – eccetto le dimensioni

abnormi dei grattacieli – stanno a ridosso della superficie del suolo.

C ) ipogeo (le fondazioni, le condotte sotterranee, l’insediamento cablato dei vari

tecnosistemi specialistici)

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Tecnosistema parziale da cui si individuano alcuni punti di “stazione”

delle reti e l’interfaccia tra tecnosistema ed ecosistema

Valenza pedagogico-didattica

L’argomento presenta indiscutibilmente alcune difficoltà e complessità. Malgrado questo non si

tratta di questioni che non possono essere affrontate con i bambini e i ragazzi.

Si tratta intanto di introdurre alcune idee semplici o idee chiave con cui avviare l’indagine.

La prima idea-chiave è che ogni luogo è

A - la destinazione di qualcosa.

1 – La luce del sole è orientata in modo da colpire i corpi che può raggiungere.

Se li colpisce in maniera diretta la luce li illumina e li riscalda.

Se la luce non raggiunge un luogo (o un oggetto) esso è in ombra.

Gli oggetti (e l’isolato è un oggetto) presenta parti direttamente esposte alla luce ed altre che

non lo sono o lo sono in modo mediato. In ogni caso ogni oggetto presenta caratteristiche simili

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alla Terra: ha alcune parti a giorno e parti a notte e parti che prendono luce di striscio (luce di

alba e luce di tramonto)

Un isolato è una stazione di luce del sole.

Siccome appartiene al moto della Terra, non è un oggetto fermo, ma risente della rotazione

(conosce gli effetti del giorno e della notte) e della rivoluzione attorno al sole (e quindi è

stazione solare che risente dei cambiamenti stagionali e del posizionamento rispetto

all’emisfero terrestre sud o nord).

2 – la pioggia (come la rugiada, la neve, la grandine, la nebbia e tutti i fenomeni

meteorologici) sono destinati a scendere e colpire il suolo.

L’isolato è una stazione di questo movimento meteorologico.

3 – l’acqua non si ferma sulla superficie se questa è porosa e permeabile allora

l’acqua di un isolato trova la sua stazione nel sottosuolo.

Le parti dell’isolato che sono impermeabili e non lasciano attraversare i liquidi costringono gli

stessi a scorrere altrove, seguendo le pendenze.

Ogni isolato ha quindi anche delle stazioni sotterranee.

4 - se l’acqua viene riscaldata (come ogni elemento che raggiunga un

determinato stato gassoso), essa tende ad evaporare, cioè passa dallo stato liquido a quello

gassoso, divenendo più leggera dell’aria, galleggia sulla stessa e sale.

Un isolato è allora una stazione di partenza dei gas dal suolo all’aria e all’atmosfera. Se gli

elementi non compromettono la composizione standard dell’aria l’assetto rimane sano, se l’aria

si arricchisce di elementi in quantità anomale allora l’isolato diviene stazione di partenza di

inquinanti

5 – L’aria (con la molteplicità di gas che la compongono) tende a scaldarsi e

raffreddarsi. Sui fronti in cui l’aria è fredda e calda si manifestano dinamiche che portano al

miscelamento e allo spostamento. In tal modo si generano i venti e i processi di ventilazione.

Un isolato pertanto è una stazione di transito di gas sotto forma di vento.

6 – I luoghi vivi (cioè dove stanno vegetali e animali) hanno vocazione ad

accogliere forme viventi che si comportano da stanziali o da nomadi o in forma mista.

Perché i viventi siano destinazione di un luogo (e quindi anche di un isolato) gli elementi

costitutivi devono avere una composizione fisico-chimica adatta alla vita.

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Se si immettono sostanze non adatte alla vita (inquinanti) queste possono direzionarsi verso

un luogo, ma se esse permangono in percentuali anomale, allora la vita entra in difficoltà o

deve andarsene (migrazione da fattori tecnologici), sempre che sia possibile un’altra

destinazione.

B )

La seconda idea-chiave è quella di trasformazione.

Gli ecoidi umani sono esseri viventi che

1- trasformano i luoghi secondo le loro esigenze, bisogni e desideri. Si tratta di

trasformazione antropica

2- L’isolato è un luogo di destinazione delle azioni trasformative dei luoghi. Le

azioni degli uomini arrivano, modificano, restano,

recuperano-riparano/distruggono, se ne vanno altrove e abbandonano. L’isolato è

luogo di destinazione delle azioni delle persone. Queste si distinguono dalle

azioni della Terra e degli altri esseri viventi; tali azioni diverse si definiscono

azioni tecniche. L’insieme delle azioni dei diversi esseri viventi, umani e non e

delle dinamiche della Terra producono un oggetto complessivo che si chiama

Paesaggio. L’isolato è un luogo di destinazione delle azioni tecniche ed una

componente del Paesaggio.

3- Dal punto di vista didattico quello che conta è attivare un lavoro con i bambini-

ragazzi sull’idea di sostenibilità (ambientale, culturale, socioeconomica) ossia

di azioni che non degradano l’ambiente, anzi semmai lo valorizzano, rafforzando

identità e risorse. Occorre metterli in condizione di acquisire una mentalità

progettuale. Essa si gioca nella polarizzazione dominio/estromissione

dell’uomo. Entrambi i poli dell’endiade conducono a conseguenze deleterie:

a - gli isolati ridotti a solo tecnosistema

estromettono la vita e si trasformano in deserti

tecnologici

b - gli isolati non messi in condizione di acquisire

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le nuove potenzialità consentite dai cambiamenti culturali, sociali e

tecnologici, si trasformano in luoghi sopravvissuti o diventano cristalli

senza vita o decadono a condizioni senza funzione, cioè socialmente

inerti.

Agire con mentalità progettuale significa prendersi cura dell’isolato (caring)

sia come luogo dei viventi sia come luogo dei tentativi degli ecoidi umani per

inventare la loro condizione di esistenza in termini più significativi (tecnosistema

sostenibile)

Un isolato vive se le sue dimensioni (vita e progettazione) trovano un sistema di

convivenza che elabori una procedura avanzata di evoluzione.

- Scheda operativa –

I servizi – la città come risorsa

- la scoperta delle reti nell’isolato come fatto urbano e come fenomeno interno alle case:

- la rete elettrica e la centralina di trasformazione più vicina – di rione o quartiere, il

traliccio di elettrodotto più vicino

- la rete telefonica fissa (i cavi, le centraline di controllo), la rete mobile e le antenne di

ripetizione

- la rete idrica e i pozzetti di accesso per manutenzione sulle strade – la torre idrica di

sollevamento più vicina

- la rete fognaria: la fossa di casa o di condominio, le condotte sotterranee, il sistema

di depurazione più vicino, il fiume su cui si scarica

- la rete televisiva: le antenne di recezione e il ripetitore regionale di riferimento

- i corridoi ecologici: le fasce di verde che s’incuneano dentro la città in collegamento

al territorio aperto e che consentono il mantenimento di un’adeguata biodiversità

florofaunistica – concetti di green belt e green ring

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- la rete trasportistica (treni, bus, taxi, auto private, natanti, aerei)

- ecc.

Didattica.

La città sostenibile e l’impronta ecologica della città

- educazione alla valorizzazione della risorsa e disincentivo allo spreco

- comprensione della catena energetica dell’insediamento

- lettura dell’insediamento come sistema comunicativo

Attività:

- storie di esperienze o racconti in cui siano implicati aspetti della città organizzata della città

(es. Marcovaldo di Calvino e altri testi letterari più aggiornati)

- reportages fotografici sulle reti presenti negli isolati scelti per il laboratorio urbanistico

- modellini delle reti riferite ad isolati

- modellino sulla distribuzione energetica o comunicativa dell’isolato di studio

- modellino dei collegamenti aerei e ferroviari

- modellino del collegamento della scuola con il centro storico

4 –

La città organizzata in funzioni

- le funzioni interne all’isolato.

- Le parti edificate

- Le parti scoperte

- Le parti dedicate ai servizi

- L’organizzazione degli spostamenti: pedonali, ciclabili, motorizzati

- Le parti dedicate al verde

- Le parti dedicate all’informazione

- Ecc.

- dall’idea delle funzioni presenti in un isolato alle funzioni urbane:

- zona residenziale

- zona produttiva

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- zona dei servizi

- zona commerciale

- zona attrezzature sportive

- zone ricreative

- zone naturalistiche

- scoprire che la città è organizzata per parti e zone significa scoprire anche che l’urbanistica

usa (o ha usato) lo zoning, ossia la definizione e regolamentazione delle zone

- uno zoning troppo rigido e meccanico ha provocato talvolta dei guai al funzionamento e

vivibilità della città

Didattica:

- Vivendo assieme in modo coordinato, collaborativo ed evolutivo ci si

esprime e si vive meglio

- La città è una grande macchina, però bisogna stare attenti a non far

crescere una macchina che ci sottrae la qualità del vivere e cioè aumentare i nostri rapporti

di solidarietà, affetti, emozioni, immaginazioni, progettazioni, assieme ad un forte senso

della natura e dei rapporti con essa.

- riflessioni con i bambini sul concetto di città sana

- scoperta con loro delle parti degli isolati che funzionano e non funzionano

- scoperta assieme agli allievi delle parti della città che funzionano e non funzionano – per

quanto naturalmente è possibile fare con loro

- introduzione elementare all’idea di Piano Regolatore Generale

Attività:

- Colorare la tavola di un isolato distinguendo, con il metodo dello zoning, le parti con

funzioni diverse

- Costruzione di un modello planivolumetrico di un isolato

- Costruzione di una pianta viabilistica che comprenda la scuola e l’area centrale locale di

appartenenza del rione

- Riflessioni e valutazione sullo stato della mobilità

- Ipotesi di Piano particolareggiato del traffico

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