+ All Categories
Home > Documents > Rinchiusi - Commento Critico

Rinchiusi - Commento Critico

Date post: 30-Mar-2016
Category:
Upload: elviro-langella
View: 244 times
Download: 7 times
Share this document with a friend
Description:
Rinchiusi di Pietro Guarnotta Tragicommesia sperimentale e un po' assurda in quindici movimenti e un epilogo. Commento critico di Elviro Langella
19
1
Transcript
Page 1: Rinchiusi - Commento Critico

1

Page 2: Rinchiusi - Commento Critico

2

L’autore Pietro Guarnotta accanto alla moglie Caterina e il figlio Umberto

27 Settembre 2013 ore 9.30 - 2a Tavola rotonda riservata alle scuole presso il Teatro REX di Giarre (Catania) Relatori: Prof. Elviro Langella, Dott.ssa Santy Muscuso

A conclusione dell'incontro, condotto da Isidoro Raciti, interverranno l'Assessore alla Cultura e alle Politiche Scolastiche del Comune di Giarre, Prof. Antonino Raciti; il regista della commedia Rosario Minardi, alcuni attori ed il fumettista Seby Nicotra, realizzatore dell'immagine di copertina del volume.

Page 3: Rinchiusi - Commento Critico

3

________________________________________________________________________ Commento allo spettacolo di Elviro Langella

Ho avuto la graditissima opportunità di assistere allo spettacolo ideato dal prof Pietro

Guarnotta e assieme alla Dottssa Santy Muscuso, di sollecitare nei ragazzi delle scuole

intervenute alcuni spunti di riflessione che sicuramente non mancheranno di incuriosire

ognuno dopo la visione di un soggetto così intrigante.

Isidoro Raciti accanto al regista Rosario Minardi

Rosario Minardi

(LINK al CURRICULUM)

Splendidamente adattato dal regista Rosario Minardi ad uno stile di comunicazione al

passo coi media più congeniali alle giovani platee, la proposta di Pietro Guarnotta è tanto

più interessante dal punto di vista educativo nelle scuole, perché accanto alla morale

intrinseca che si ricava dalla visione del dramma, si stimola i giovani a contestualizzare i

temi di pressante attualità nel nostro tempo ad un panorama di approfondimenti che

rimandano alla letteratura, al teatro, al cinema.

LUANA TOSCANO nella parte di Dulcinea CARLO FERRERI ……………. Dottor Sapienza EVELYN FAMA' ……………. Virginia ALFIO ZAPPALA' ……………. Malebolge IRENE TETTO ……………. Vita EUGENIO PATANE ……………. Felicito Scenografia e costumi di SIMONE RAIMONDO Colonna sonora a cura di MARCO DI MARIA

Page 4: Rinchiusi - Commento Critico

4

i Temi Tra i temi che mi colpiscono particolarmente e meritano una trattazione che ci ripromettiamo di approfondire altrove:

la rappresentazione della Morte negli stereotipi contemporanei di quella che papa

Francesco definisce la “cultura dello scarto” dominata dalla "diffusa mentalità

dell'utile". “La cultura dello scarto che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze di

tanti".

l’Albero del Bene e del Male che allude alla libertà della scelta etica.

l’immoralità che l’autore mette a nudo con ritmo incalzante nel corso dell’intera

performance sempre meno velata. l’ambiguità dei personaggi che l’autore definisce col termine appropriato di “doppiezza” morale, sintomo e causa al contempo, delle scissioni della personalità

dei protagonisti del dramma.

L’autore al fianco della Dott.ssa Santy Muscuso

e dell’Assessore Antonino Raciti

A riguardo, nella sua personale presentazione, il Prof. Pietro Guarnotta chiarisce in

maniera esemplare la chiave per intendere la labilità dei valori morali e la profonda

ambiguità dei suoi personaggi presi a campione del più vasto universo sociale.

Page 5: Rinchiusi - Commento Critico

5

L’ambiguità misura in un continuo, disinvolto istrionismo egocentrico e sfoggio di

convenevoli maschere, le alterne oscillazioni tra l’essere e l’apparire in una vasta gamma

di comportamenti di simulazione per frodare la società.

“La finalità etica del lavoro – spiega l’autore – si concentra sulla lotta contro il

relativismo che sta distruggendo i valori, negando loro il sostanziale attributo di “assoluti”.

La "doppiezza" dei personaggi (soprattutto di Felicito) assume un duplice significato: da un

canto, mostra come fra l’essere (simulatore) e l’apparire (simulato) esistono varie

sfumature di atteggiamenti (simulanti): ipocrisia, menzogna, tornaconto, impostura … tutti

possibili elementi patologici, facilmente attecchiti in una società che, indebolita dalla crisi

dei valori, indossa volentieri maschere fraudolente”. [Pietro Guarnotta]

Per Felicito, incarnato da Eugenio Patanè con un

prodigioso lavoro sull’estensione naturale della voce, la

"doppiezza" rappresenta invece, l’unica chance per sfuggire

alle maglie del sistema (e dell’istituzione scolastica del 2040),

le cui strategie di condizionamento e i cui processi di

manipolazione mentale risparmiano soltanto la sottomessa

passività dei soggetti ritenuti innocui, in quanto incapaci di

contestarne l’autorità né di opporre resistenza. Avviati

quindi, ad un esistenza vegetativa. Per osare un parallelo col cinema d’autore, torna in mente

Stanley Kubrick. Felicito ha il suo omologo nel piccolo

Danny di Shining, il cui unico alleato in un mondo insidioso,

è il fantomatico “bambino che è nella sua bocca” e che parla

in un codice inaccessibile agli adulti.

Un codice che esprime come meglio non si potrebbe, l’essenza stessa della “doppiezza”:

una sorta di cabala che inverte le lettere dell’alfabeto, o piuttosto, le rovescia attraverso il

riflesso di uno specchio svelando il senso nascosto negli eventi. Un codice che addirittura

istruisce i suoi passi e lo salva dalle violente aggressioni fisiche del padre impazzito dalla

forzata segregazione in un hotel isolato dal mondo, depistandolo dentro un labirinto.

SHINING lo specchio, il Doppio

Un codice niente affatto diverso da quello sperimentato

con rigore scientifico da Jacques Perrin sul figlio, il

piccolo Giovanni nel film Prima la musica poi le parole

di Fulvio Wetzl.

Page 6: Rinchiusi - Commento Critico

6

In termini riduttivi, per usare una metafora mutuata dall’etologia, la condotta di

Felicito ricorda quella dell’opossum che si finge morto per poter sopravvivere agli assalti

dei predatori.

Ma il tema della liceità morale della finzione, di un comportamento elusivo, camaleontico o

piuttosto, ipocrita, per sfuggire alla responsabilità di affrontare e lottare la tirannia, il

condizionamento, le censure esercitate da un sistema autoritario, assume risvolti che

interrogano la nostra coscienza, quando ad essere chiamato in causa è il rischio di tradire la

verità e i valori fondamentali.

Il teatro non manca di riproporre alla nostra riflessione casi illustri delle défaillances che il

mondo addita a quei grandi personaggi della storia, la cui scelta etica pur dovrebbe essere al

di sopra di ogni sospetto.

È il caso del Galileo di Bertolt Brecht che abiura davanti ai persuasivi mezzi

dell’Inquisizione, portandosi fino alla tomba il divorante complesso di colpa per il proprio

tradimento alla Verità della Scienza. Il dramma mostra però come una così grande anima,

proprio salvando la pellaccia e rinunciando agli onori della legittima paternità della sua

grande rivoluzione scientifica, sia riuscito a portare avanti sotterraneamente i suoi studi,

nonostante la spietata censura del Sant’Uffizio gli precludesse ogni più elementare libertà di

espressione. Suona strano che proprio il Vangelo su tali questioni, inerenti le finalità perseguite a tutti

costi, per mezzo di poco ortodossi espedienti strumentali, si pronunci con parole che

esortano il buon cristiano a farsi furbo, alla scaltrezza.

“Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di

questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a

mancare, vi accolgano nelle dimore eterne”. Luca 16, 8 / 9

È quanto apprendiamo dalle sorprendenti letture dell’ultima omelia del 22 settembre, in un

brano che sembrerebbe configgere clamorosamente con le affermazioni di quegli stessi

giorni rilasciate da papa Francesco:

"… non puoi servire all'idolo denaro e al Dio Vivente: o uno o l'altro".

"Il denaro è lo sterco del diavolo, ammala la nostra mente con l'orgoglio e ci fa maniaci di

questioni oziose e ci allontana dalla fede, corrompe”.

Naturalmente, tutto rimanda alla capacità di saper discriminare nel proprio giudizio etico, di

saper calibrare la giusta prospettiva tra i fini e i mezzi. In quest’ottica la presunta difformità

di pensiero col nostro pontefice si mostra del tutto inconsistente, quando a conclusione del

passo di Luca si apprende il vero insegnamento:

“Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà

all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona”.

Page 7: Rinchiusi - Commento Critico

7

Temi

L’Ambientazione

Lo spazio scenico è quello di uno dei nostri tanti centri commerciali, santuari

dell’effimero nei cui percorsi obbligati eppur labirintici ci si può imboscare quasi in

anonimato, abbandonandosi gratuitamente al più voluttuoso voyeurismo persi come

Alice di Lewis Carrol, in un interminabile carosello dei consumi che fa dimenticare

per un attimo qualsiasi precarietà e congiuntura economica. E dove talvolta, sembra

addirittura che l’incolmabile vuoto scavato dalla dilagante incomunicabilità nei

rapporti di coppia e il clima di indifferente estraneità tra gli utenti più in generale, sia

esorcizzato d’incanto dal miraggio dei mille oggetti del desiderio in offerta speciale,

e dal rituale di uno shopping spesso del tutto virtuale, a guardare il contenuto dei

carrelli di questi tempi pieni al più, dei generi di prima necessità.

In realtà il sito prescelto del centro commerciale è pensato scenograficamente

dall’autore nello spirito di rigorosa logica della sapiente compositio loci della sua macchina

scenica. È il set funzionale all’autore finalizzato a far scatenare eventi frutto delle

contraddizioni irrisolte in ognuno dei personaggi chiamati ad agire la propria personale

performance sulla scena. Quasi si trattasse di uno psicodramma o piuttosto, del teatro

ontologico-isterico di Richard Foreman. Sì perché l’azione si avvita su ogni personaggio in

un compiacimento narcisistico e l’egocentrismo compulsivo di ognuno non dà spazio ad

alcuna interazione sociale semmai, ad una reciproca fagocitazione ove si avverte a pelle un

malcelato senso di repulsione per il diverso.

La performance è tanto più vera e istintiva in quanto questo set così speciale completamente

scollegato da ogni intrusione e interferenza, legittima ogni arbitrio comportamentale

sottratto temporaneamente alla tirannia dell’occhio giudicante del mondo esterno.

Eppure, la macchina scenica di Guarnotta scattata come un’ineludibile trappola

intorno agli attori, segregandoli nel soggiorno obbligato in questo paese di Bengodi, evoca

un topos e una costruzione minimalista sperimentale che richiamano certi precedenti

letterari e riduzioni teatrali. Il teatro dell’assurdo di Samuel Beckett, ad esempio.

Gli stessi attori di Rosario Minardi col loro marcato cerone che sciamano inesausti

fino alla fine, redivivi come in un trailer di Michael Jackson, non ci richiamano alla mente

Page 8: Rinchiusi - Commento Critico

8

icone ingessate di George Segal? Persi in mezzo a quelle scaffalature finte tra cartelli

pubblicitari nonsense e finti prodotti assemblati con ossessiva ripetitività, posti quasi ad

allestire una pinacoteca di Pop Art premeditatamente confezionata come una bomba ad

orologeria per un blow up finale all’Antonioni (il riferimento è a Zabriskie Point; alla

interminabile sequenza in rallenty ove si vedono volare arredi e oggetti di consumo, a

seguito della deflagrazione di una villa nel deserto della California degli anni della

contestazione studentesca, che simboleggia nel film l’icona di una società costruita

sull’imperialismo economico e sulla violenza).

L’esplosione della villa commentata dai Pink Floyd (https://www.youtube.com/watch?v=42FLWGCoSqU)

Né va ignorata l’ispirazione di una ben conosciuta cinematografia che presceglie i

luoghi più disparati e frequentati: hotel, aeroporti, ville abbandonate ecc. per rappresentare

simbolicamente certe esperienze di sconfinamento dalla realtà ordinaria, talvolta allusive ad

un’autentica condizione di borderline.

Così, pescando nel cinema d’autore, di Kubrick

in particolare, non può sfuggirmi Shining.

Laddove il luogo della segregazione non è un

centro commerciale ma un albergo come tanti;

un luogo abituale e non per questo meno

inquietante nella sua ingannevole familiarità:

l’Overlook Hotel. Come si intuisce dalla lettura

scomposta del suo nome: LOOK (guardare)

OVER (dall’alto), il nome che già fa luce su

quanto di paradossale, surreale, allucinato e

allucinante vedremo. Così, si è indotti a credere

che lo stesso regista faccia suo quel potere,

quella visione surreale dell’artista – lo Shining,

appunto – per sorvegliare dall’alto la sua

macchina scenica del mondo e lacerare il velo

di Maya, penetrando oltre le maschere

indossate dagli attori.

Temi : L’Ambientazione il FRIGORIFERO

Anche l’escamotage di nascondere il cadavere di uno dei protagonisti del dramma nel

frigorifero ha un suo precedente proprio in Shining. Il frigorifero incarna nel dramma di

Guarnotta una metafora di quella che papa Francesco chiamerebbe la “cultura dello scarto”.

E spero che Sua Santità non si adombrerà per la risibile ovvietà della mia obiezione, se

azzardo una rettifica: l’in-cultura dello scarto.

Page 9: Rinchiusi - Commento Critico

9

Scopriremo che il frigorifero più che un luogo

funzionale all’ambientazione, segna piuttosto, il

confine dell’azione scenica e della narrazione. Si

rivela essere una porta oltre la quale non c’è più

storia. Un vero stargate che tenta di mettere in

comunicazione mondi disgiunti, inconciliabili e

forse, irrapresentabili. Una sorta di allegorico

Limbo ove esiliati e reietti, “scartati” dal sistema

possono perfino trovare la via di un’insperata

rinascita, proprio nel momento in cui l’intero

cosmo sociale rappresentato nella messinscena,

collasserà su sé stesso in un fatale processo di

implosione. Prevedibile quanto ineluttabile destino

di un universo sociale che alla stregua dei buchi

neri occultati in qualche galassia, obbediscono

all’inevitabile legge di inerzie e di gravità che

governano oramai stancamente le interne

dinamiche relazionali tra gli uomini.

In realtà, l’occultamento del cadavere del povero malcapitato abilmente tramato da

Malebolge, e ancor prima, in maniera abbastanza goffa dai personaggi, tradisce un

espediente dell’autore intenzionato ad amplificare sempre più la nostra tensione emotiva, la

nostra indignazione alla vista degli effetti di quell’insidioso cinismo che comincia a dilagare

sempre più efferato e sfacciato. In effetti, l’escamotage di Guarnotta sortisce una funzione

del tutto identica a certi filtri narrativi simili a quelli utilizzati da Pier Paolo Pasolini in un

diverso contesto.

Il luogo di segregazione, in questo caso, è

la decadente villa isolata dal resto del mondo,

ove si ambienta il film Salò o le 120 giornate di

Sodoma. Un binocolo posto davanti alla

macchina da presa serve a distanziarci dai poveri

giovani mentre vengono torturati sotto il suo

occhio spietato per compiacere i perversi appetiti

di quattro potenti "Signori" fascisti aderenti

alla Repubblica di Salò.

Page 10: Rinchiusi - Commento Critico

10

L’autore di Rinchiusi ottiene a suo turno, con una punta di raffinato sadismo, tanto

per farci stare sulle spine, di prolungare senza dar sfogo ad alcuna visibile sofferenza,

un’estenuante agonia dello sfortunato dott. Sapienza. E non tarda a farsi strada il sospetto

che tanta inaudita violenza sia fisica che psicologica, accompagnata dalla deplorevole

indifferenza di ognuno degli attori, inneschi paradossalmente una curiosa complicità tra

vittime e carnefici. Qualcosa che porta alla mente la Sindrome di Stoccolma.

La tecnica straniante “… e che si vede da qui !”

C’è un eloquente gesto allusivo di

compiacimento sessuale accennato dal nostro

bravissimo Carlo Ferreri – il dott Sapienza –

mentre si abbandona a disinibiti apprezzamenti,

forse nei vaneggiamenti del deliquio di

un’interminabile agonia in cui oramai si trascina da

giorni, che gioca un irresistibile effetto comico sul

pubblico.

Proprio in quella risata ci sembra poter cogliere il

contagioso effetto della tragicommedia sullo

spettatore che, suo malgrado, sembra finire irretito

anch’egli nella trappola perversa tramata da

Malebolge con la complicità dell’intero stuolo delle

sue disinibite concubine. A questo punto è giusto chiederci, però, quale

diabolico, subdolo meccanismo c’è sotto quella

risata che pur giunge innocente da un semplice

riflesso fisiologico.

Beh, innocente si fa per dire … giacché senza accorgerci, ci riscopriamo anche noi

compiacenti complici della riprovevole condotta dei personaggi in scena.

Ma penso che una domanda così intrigante andrebbe rivolta a chi di comicità se ne intende

davvero. A Totò che notoriamente della risata è il principe.

Perché allora, il pubblico ride?

Senza esitazioni Totò avrebbe risposto: “Perché la gente è cattiva!”

E non parve per niente una battuta a Monica Vitti.

Page 11: Rinchiusi - Commento Critico

11

Sono convinto che proprio Kubrick potrebbe sciogliere l’arcano, commentando il suo

celebre film Arancia meccanica.

A ben guardare, quello di cui stiamo parlando è lo stesso, identico meccanismo che ci porta

inconsciamente ad identificarci con Alex, il drugo di Arancia meccanica dedito

esclusivamente a due interessi: l’esercizio della più inaudita violenza e la musica di Ludwig

van Beethoven che lo mandava in un’indescrivibile trance di onnipotenza.

Proprio Kubrick dichiarò che il pubblico finiva sedotto dall’Ombra nascosta dietro il suo

inquietante personaggio al punto da arrivare a fare il tifo per lui quando è la polizia e il

potere politico a schiavizzarlo per castrare i suoi istinti violenti con la cura “Ludovico”.

Così, il regista constatato il rischio di una dilagante

emulazione delinquenziale di quegli anni, si convinse a

ritirare il film dalla sale nel momento del suo massimo

successo. Nonostante il meritato riconoscimento della critica

alla sua spietata denuncia al sistema complice e istigatore al

tempo stesso di quella violenza che finge di reprimere.

Secondo Kubrick, Alex è il nostro inconscio. Il film voleva

essere quindi, un viaggio nella mente vista nella sua

“doppiezza”, l' Io e l' Es; nell’interiore rapporto conflittuale

con la parte dentro di sé che l’uomo non conosce e che

proietta sul mondo distorcendone pericolosamente la

percezione. È il conflitto irrisolto tra l’Io e l’Ombra che si è

portati a credere maledettamente insuperabile.

… Un’odissea della quotidianità che apre squarci negli abissi psichici dei personaggi

e di ciascuno di noi – così commentava l’Ulisse di Joyce in nostro erudito dott Sapienza –

tutti avremmo bisogno di conoscerci meglio: “nosce te ipsum” …

“Conosci te stesso”. Questo il tormentone che da sempre percorre tutta la filosofia e la

pedagogia. Che equivale a dire “riconoscersi”. Ed è già il vero problema! Giacché non

amiamo riconoscere in noi quella parte “scomoda” da accettare, quell’immagine di noi

incompatibile, e che pertanto rimuoviamo nell’inconscio (come la psicanalisi ci insegna).

E già sarebbe un’importante conquista se l’uomo arrivasse a prendere consapevolezza

dell’immensa portata di energia che gli proviene dalle due fondamentali pulsioni

dell’inconscio istintivo: l’eros e l’aggressività, la libido e la volontà di potenza.

Page 12: Rinchiusi - Commento Critico

12

C’è un libro indispensabile di Carl Gustav Jung che s’impone a riguardo: “Psicologia

dell’Inconscio”. Tanto più interessante per aver attraversato con la sua ricerca scientifica

sulle radici del comportamento umano, l’arco delle due guerre mondiali che hanno messo a

nudo inequivocabilmente con le loro atrocità, la barbarie e i mostri che covano sotto la

cenere delle nostre sedicenti società civili.

Ecco, per quanto incredibile e sfuggente ci giunga l’idea di un eventuale nuovo

conflitto mondiale, potremmo fingere di non ricordare il digiuno del papa di qualche

settimana fa?

Mai come in questo momento, credo nessuno possa smentirmi se affermo che non

possiamo più esimerci dal dare una risposta a questa domanda:

Qual è il ponte che potremo mai sperare di gettare tra le inconciliabili nature

dell’uomo responsabili di ricorrenti minacce per la civiltà?

Ricostruiamo l’uomo recitava il titolo di un libro di Isidoro Raciti editato dal Prof

Pietro Guarnotta. E non vi è dubbio che la risposta al disagio sollevato dalla nostra domanda

arriverà proprio dall’attenzione che porteremo alla cultura in tutte le azioni che essa

promuove nella società: la formazione dei giovani, l’espressione artistica e l’attività

sportiva, la qualità del dialogo e delle relazioni tra l’individuo e la società ecc.

Perché rinasca quel nuovo umanesimo che serva

a “ricostruire l’uomo” auspicato da Isidoro Raciti, ci

viene in questi giorni dal Liceo “Ennio Quirino

Visconti” di Roma un fortissimo segnale nei confronti

della scuola nazionale, mirato a trovare intese per future

soluzioni sinergiche.

Il metodo educativo proposto dal prestigioso liceo tra i

più antichi d’Italia, spazia dalle arti alle scienze alla

musica alla corretta informazione e formazione di una

futura coscienza politica, ed è oggetto dell’intero ultimo

numero della rivista scientifica Galileo che invitiamo a

consultare sul sito www.galileomagazine.com/213/.

Elviro Langella

Page 13: Rinchiusi - Commento Critico

13

CURRICULA

ROSARIO MAINARDI - REGISTA

Rosario Minardi si diploma alla scuola di Teatro “Umberto

Spadaro” di Catania nel 1991.

Il percorso artistico comincia con la giusta trafila in decine di

spettacoli del Teatro Stabile di Catania e in quasi tutti gli altri

teatri e gruppi della città.

Lavora anche nell’ambito del teatro sperimentale e di ricerca.

Fuori dal circuito siciliano ha collaborato anche col Teatro

Stabile di Roma, Teatro Verde Roma, Teatro Aenigma di

Urbino, Teatro Uqbar di Verona, Osmego Dnia di Poznan

Polonia ecc.

Al teatro viene diretto da registi come: Giuseppe Dimartino,

Lamberto Puggelli, Alvaro Piccardi, Armando Pugliese, Lech Rachzak, Guglielmo

Ferro, Gianni Salvo, Giovanni Anfuso, Giuseppe Di Pasquale, Vincenzo Pirrotta ed

altri.

Partecipa, fra gli altri, a spettacoli come:

Dossier Droga (Teatro Stabile Catania), L’Isola di Klee (Teatro Verde Roma), Il Caso

Notarbartolo (Teatro Valle Roma), Il Consiglio D’Egitto (Teatro Stabile di Catania),L’Isola

di Tulipatàn (Piccolo Teatro Ct), Romeo e Giulietta (Teatro Metropolitan Ct), La

Tempesta (Teatro Stabile di Catania), Il Rinoceronte (Piccolo Teatro Ct), Dyonisos (Festival

Segesta), Vlad Tepes (Teatro degli Specchi Ct), La Cattura (Teatro Stabile di

Catania), Cagliostro (Orestiadi di Gibellina), Il Ciclope (Teatro Antico Siracusa), Delitto e

Castigo (Teatro Libero Palermo), La Porta delle Locuste (Osmego Dnia-Festival Poznan

Polonia), La Sagra del Signore della Nave (Teatro Stabile di Roma), Anima Lenta(Orestiadi

Gibellina), Aspettando Godot ( Ass. Gesti), Jeli il Pastore (Piccolo Teatro di Catania) ed

altri.

Ha lavorato accanto ad attori ed attrici come: Turi Ferro, Ida Carrara, Tuccio Musumeci,

Ilaria Occhini, Maddalena Crippa, Sebastiano Tringali, Giancarlo Zanetti, Luca

Zingaretti, Judit Malina, Vincenzo Pirrotta, Anna Bonaiuti, Bob Hoskins ed altri.

Dal 1999 in poi ha partecipato a festival internazionali come: Poznan - Polonia, Barcelona

- Spagna, Merida - Spagna, Lisbona- Portogallo, Berlino - Germania, Karnuntum -

Austria, Bastia - Corsica, Francoforte - Germania, Oporto -Portogallo, Festival del

Teatro Open di Roma, Orestiadi di Gibellina, Festival del Novecento Palermo. Al cinema e in tv ha partecipato alle opere: Il Trittico di Antonello (di F.Crescimone), Il

Commissario Montalbano (di Alberto Sironi), L’Iguana (di Catherine Mc Gilvray), La

Passione di Giosuè l’Ebreo (di Pasquale Scimeca), Eravamo i mille (di Stefano Reali),

Rosso Malpelo (di Pasquale Scimeca), Alla Luce del Sole (di Roberto Faenza), Il Capo dei

Capi (di Alexis Sweet-Enzo Monteleone), Pinocchio (di Alberto Sironi), Le Città

Criminali(di Maurizio Iannelli), Agrodolce (di Registi vari), Le ultime 56 ore (di Claudio

Fragasso).

Page 14: Rinchiusi - Commento Critico

14

Ha lavorato in cortometraggi premiati come: Cavalleria Rusticana, La mia canzone, Il

Prestigiatore, Sgangsters, Tunnel, I debitori, ecc…

LUANA TOSCANO – ATTRICE

Luana Toscano si è diplomata alla scuola Umberto

Spadaro del Teatro Stabile di Catania nel 1991.

Si è formata sotto la guida di Giuseppe Di Martino e

con la sua regia ha fatto i primi lavori da attrice

professionista, come per esempio Pipino il breve.

Da allora ha lavorato con registi come Romano

Bernardi, Walter Manfrè, Armando Pugliese,

Gianni Salvo, Francesco Randazzo, Giancarlo

Zanetti, interpretando ruoli primari come

Filocomasia nel Miles Gloriosus di Plauto,

Cassandra ne La Guerra di Troia non si farà di Jean

Giraudox, Charinus nel Mercator di Plauto, Aitina

ne L'Altalena di Martoglio, Donna Mita nel Liolà di

Pirandello, Poppea nell'Octavia di Seneca, la Criata

Antonia nell'omonimo romanzo di Silvana La Spina,

Irina ne Il Gabbiano di Cechov, Solange nel Le serve di Genet.

Nella sua carriera ha spaziato dal teatro classico a quello di tradizione in vernacolo. Ha

preso parte a fiction televisive come La vita rubata e Il capo dei capi. Affianca alla sua

attività di attrice quella di drammatizzazione negli istituti scolastici.

La Medea, Le Baccanti ed Ippolito, spettacoli da lei curati per il Liceo classico "Michele

Amari" di Giarre, si sono aggiudicati il primo premio in tre edizioni del concorso teatrale

Tindari Teatro Giovani.

CARLO FERRERI – ATTORE

Attore, regista, speaker trainer e insegnante di

recitazione, Carlo Ferreri lavora professionalmente per

teatro cinema e televisione dal 1990.

Distinguendosi come attore poliedrico al fianco di attori

del calibro di Gianrico Tedeschi, Giuseppe Pambieri,

Pippo Pattavina, Daniela Mazzuccato, Luigi Lo Cascio,

Claudio Gioè, Giorgio Tirabassi, Tuccio Musumeci,

Luca Zingaretti, Luigi Burruano, Elio Germano, Mita

Medici, Valeria Ciangottini, lavora per molti anni

stabilmente in compagnie primarie come lo Stabile di

Trieste, lo Stabile di Catania, gli Artisti Associati di

Gorizia, girando in tournèe nazionali e diretto dai più

Page 15: Rinchiusi - Commento Critico

15

importanti registi viventi italiani, come il maestro Antonio Calenda, Armando Pugliese,

Lamberto Puggelli, Franco Però solo per citarne alcuni.

Decine le partecipazioni in cinema e tv, diretto da grandi maestri quali Marco Tullio

Giordana, Enzo Monteleone, Gianluca Tavarelli in film tv come “I 57 giorni”, “Il capo dei

capi”, “Borsellino”, “Una sola debole voce”, “I cento passi”, “Il giovane Montalbano”.

Ha ottenuto numerosi riconoscimenti con il ruolo protagonista nel mediometraggio

“Motore!” di Alessandro Marinaro (vincitore de “La 25.ma ora” di la7 e come miglior attore

al Quadra FilmFest).

Impegnato come protagonista di alcuni importanti spot nazionali come quello del Calcio

Catania o per la Galbani, inoltre protagonista nei panni di Mauro per il film di Alessandro

Di Robilant “Mauro c’ha da fare” finito di girare da poco, che uscirà il prossimo anno.

È anche impegnato in alcune regie teatrali di grande successo, come per lo spettacolo

pluripremiato “Morir di fama” di e con Evelyn Famà e “Libero Amleto” con Saro Minardi.

Da due anni è consulente artistico del prestigioso Teatro Donnafugata.

EVALYN FAMA’ - ATTRICE

Evelyn Famà comincia come danzatrice.

In seguito, diplomandosi all’Accademia d’arte Drammatica

Umberto Spadaro del Teatro Stabile di Catania, affina

qualità interpretative e canore.

Il suo curriculum d’attrice riporta nomi di registi di fama

internazionale come: Marco Baliani, Jean Claude

Penchenat, Eimuntas Nekrosius, Luca Ronconi, Lamberto

Puggelli, Alvaro Piccardi, Franco Però, Armando Pugliese,

Michele Mirabella…

Vince, nel 2001, il “Premio Internazionale Salvo Randone“

(SR) e nel 2004 il premio “Hystrio alla vocazione” (MI).

Tra le tournée nazionali con spettacoli di successo citiamo

“Chantecler” (vincitore di 3 premi olimpici del teatro), “La

Lunga vita di Marianna Ucria” ed “Ecuba” con il ruolo di

Polissena al fianco di Paola Gassman.

Veste anche i panni di Alda in “Tra vestiti che ballano” di Rosso di San Secondo con Ida

Carrara, Mirra in “Mirra” di V.Alfieri, Jane Hopcroft in “Natale in cucina”.

Per il cinema e la televisione interpreta, diretta da G. Albano, il ruolo di Palmira Frisone, nel

film Rai “Il Figlio della luna”.

È protagonista femminile in numerosi cortometraggi comico grotteschi, tra cui il

pluripremiato “Italian Comics” di A. Marinaro.

Ha lavorato per Sky, attrice comica nella sitcom “Phone center Brambilla” (Jimmy channel)

e nel cast di “Bambine Cattive” per 8 puntate andate in onda su Comedy Central.

Protagonista dello spot per la campagna abbonamenti Calcio Catania 2008 e della Lidl 2013

(arance), quest’ultimo diretto da Luca Lucini.

Interpreta un cameo per il film “Motore” Vincitore de “la 25ma ora” in onda su “La7”.

Dal 2007 replica il suo monologo comico “Morir di fama”, regia Carlo Ferreri, riscuotendo

successo di critica e pubblico.

Page 16: Rinchiusi - Commento Critico

16

Rappresentato anche in stagione allo storico Teatro Cafè Sconcerto di Venezia in

collaborazione con Zelig. Con pezzi tratti dal suo show Evelyn ha vinto la 18ma edizione

del Festival Nazionale del Cabaret di Torino ed il Premio Ernst Thole per l’interpretazione

più originale 2009.

Al Premio Calandra 2010 (Tuglie, Lecce) ha ottenuto una menzione speciale (motivazione

“...per la sua straordinaria interpretazione...”) e le assegnano anche il prestigiosoPremio

Rubens - i grandi siciliani nel mondo.

Ha lavorato da protagonista in coppia comica con il popolare attore Nino Frassica nel film

“Un Milione di giorni” di Manuel Giliberti interpretando il ruolo di Carmelina (premio

Chaplin), nella docufiction “La Voce del corpo” di Luca Vullo, riconosciuto Film d’essai, e

nel film di Alessandro Di Robilant “Mauro c’ha da fare” (prossimamente nelle sale).

Ha lavorato con Tullio Solenghi e Maurizio Micheli nell’Operetta “Il Pipistrello” di Strauss,

interpretando un ruolo da mezzo soprano: la "ballerinetta dell'opera" Ida.

ALFIO ZAPPALA’ - ATTORE

Alfio Zappalà, attore, performer e organizzatore eventi

teatrali, inizia la sua formazione artistica alla Scuola

D’Arte Drammatica “Umberto Spadaro” del Teatro

Stabile di Catania, sotto la direzione del regista di prosa e

di lirica Lamberto Puggelli.

Nel suo percorso di formazione ha studiato con molti

nomi del panorama teatrale di ieri e di oggi passando dallo

studio della parola e del verso con Massimo Foschi,

Umberto Ceriani e Franca Nuti, allo studio della voce e

della musica con Lidia Stix, Filippo Piccolo e Carlo

Insolia, al lavoro sul corpo con Donatella Capraro, Gilles

Coullet, Silvana Lo Giudice, Cosmin Manulescu e

Roberto Zappalà, alla Commedia dell’Arte con Ferruccio

Soleri, al Mimo con Marise Flash, alla scherma col

Maestro d’Armi Renzo Musumeci Greco, al teatro siciliano con Tuccio Musumeci e Pippo

Pattavina fino ad incontrare i protagonisti del teatro europeo e contemporaneo

Kalamandalan Karunakaran, Mamadou Dioume, Ewa Benesz e Jean Paul Denizon.

Ha inoltre studiato la cultura teatrale con docenti del calibro di Dario Del Corno, Guido

Nicastro, Fernando Gioviale, Rita Gari e Sarah Zappulla Muscarà.

A teatro è stato diretto fra gli altri da registi come Lamberto Puggelli, Guglielmo Ferro,

Mamadou Dioume, Walter Manfrè, Giovanni Anfuso, Rosario Minardi, Elio Gimbo, Gianni

Salvo, Antonella Caldarella e dalle coreografe Donatella Capraro e Maria Grazia

Finocchiaro.

Ha lavorato tra gli altri affianco ad attori come Massimo Foschi, Mariella Lo Giudice, Anna

Malvica, Pippo Pattavina, Bruno Torrisi, Luana Toscano, Rosario Minardi e Salvo Piro.

Ha inoltre collaborato con diverse Compagnie, di prosa e di teatro danza, siciliane e

nazionali.

Per il cinema, la televisione e la radio ha preso parte fra gli altri al cortometraggio “My

name is Sid” premiato alla 68° Mostra del Cinema di Venezia, sezione Controcampo, per il

soggetto e la sceneggiatura di Ottavio Cappellani con la regia Giovanni Virgilia; è stato

Page 17: Rinchiusi - Commento Critico

17

coprotagonista dello Spot pubblicitario per la Fondazione Siciliana per L’Autismo; ha preso

parte alla realizzazione del programma radio Diari dal Fronte prodotto da ONG Alisei,

Cric di Milano e Ministero Affari Esteri.

Nel suo percorso personale predilige lo studio e la ricerca sul corpo, inteso come strumento

di espressione capace di amalgamarsi alla parola per ritrovare l’originaria espressione

dell’anima nell’ “unos” CORPOVOCE.

In tale direzione volge la propria ricerca artistica.

Ha promosso la nascita dell’ Associazione Culturale “ArchiDrama - Architetture teatrali per

lo sviluppo territoriale” e ne è a tutt’oggi il Presidente. Con ArchiDrama fa parte del

Consorzio “Omegatre - Spazi d’arte essenziali”, per cui è referente delle attività teatrali del

Centro ION di Riposto.

IRENE TETTO - ATTRICE

Irene Tetto nasce a Catania nel 1985. Dopo la

formazione classica al liceo “M. Amari” di Giarre (CT),

si Laurea presso la Facoltà di Lingue e Letterature

straniere e contemporaneamente inizia il percorso presso

la Scuola d’Arte Drammatica “Umberto Spadaro” del

Teatro Stabile di Catania, dove frequenta seminari ed

incontri con artisti come Lamberto Puggelli, Dario Fo,

Jean-Paul Denizon, Vincenzo Pirrotta, Juan-Diego

Puerta-Lopez, Giovanni Anfuso, Donatella Capraro,

Francesco Maria Crudele, Gianpiero Borgia, Ottavio

Rosati ed altri.

Diplomatasi nel 2011, lavora presso il Teatro Stabile di

Catania con Leo Gullotta, Fabio Grossi, Vincenzo

Pirrotta, Giuseppe Dipasquale, Mariella Lo Giudice, Ida

Carrara, Lucia Sardo, Guglielmo Ferro, Magda

Mercatali, Pippo Pattavina, Marcello Perracchio, Ileana

Rigano e altri. Alcuni titoli sono “Sogno di una notte di

mezza estate” (in tournée nazionale), “I giganti della

montagna”, “Il Drago”, “La nave delle spose”, “Sicilian Tragedi”, etc.

Dal 2005 collabora con la compagnia catanese “Buio in Sala”, diretta da Giuseppe

Bisicchia e Massimo Giustolisi, con cui porta in scena “L’importanza di chiamarsi

Ernesto”, “Un curioso accidente”, “Sogno di una notte di mezza estate”, “Pierre et Jean”,

“Così è (se vi pare)”, “Glaucu”, “Scuola per mariti”, “La pianta della parola” e, per

l’Ass. Pi. Da. le fiabe musicali “Il Pifferaio Magico”, “Il Principe Ranocchio” e “Il lago

dei cigni”.

Insieme alla compagnia palermitana Tea(l)tro vince il Premio Giuria Giovani ed il Premio

del pubblico al Festival Internazionale Fantasio Piccoli con una riduzione di “Sogno di una

notte di mezza estate” per la regia di Francesco Romengo.

Prende parte ad installazioni artistiche presso il Museo Fondazione Puglisi-Cosentino nelle

esposizioni “Carla Accardi. Segno e Trasparenza” e “Burri e Fontana. Materia e Spazio”.

Page 18: Rinchiusi - Commento Critico

18

Partecipa come performer per varie manifestazioni in collaborazione con l’Università di

Catania, quali “Parole in versi per l’Unità”, “La settimana della cultura”, “Fare memoria

– L’infinito”, “Il Verso Presente”, “Teatri Riflessi”, etc.

EUGENIO PATANE’ - ATTORE

Eugenio Patanè è nato a Catania nel 1980 e vive a

Riposto, uno dei più storici e caratteristici paesi

marinari dell’area jonico-etnea. Durante gli anni del

liceo avviene il primo incontro con la recitazione

grazie alla frequentazione dei laboratori teatrali

diretti da Antonio Caruso e Donatella Marù. Ha poi

seguito seminari testuali (Sull’arte dell’Attore.

Immaginazione, emozione e sentimento di Nilla Zaira

D’Urso; Il teatro e il suo doppio di Antonin Artaud;

Pietre d’acqua. Taccuino di un’attrice dell’Odin

Teatret di Julia Varley; L’attore invisibile di Lorna

Marshall e Oida Yoshi; Hamlet dal testo alla scena a

cura di Mariangela Tempera; Teoria del dramma

modernodi Peter Szondi; Storia del teatro inglese

dalle origini al 1660 di Anna Anzi; Alfabeto

Pirandelliano di Leonardo Sciascia; L’educazione

Teatrale di Vittorio Gassman e Luciano Salce;

L’amante inanimato di José A. García Blázquez;

Libri da ardere di Amélie Nothomb), stage teatrali

(Dal testo alla scena, dalla scena al testo. La lezione

di Eugène Ionescodiretto da Pippo Pattavina e Anna Malvìca presso il Teatro Stabile di

Catania; Testi teatrali: la lettura, la messinscenaeBollettino dei naviganti verso il 2000di

Antonio Caruso e Donatella Marù; Otto anime in movimento di Giovanni Volpe; Doppia

Scena. Incontri pomeridiani del Teatro Stabile di Catania al Dipartimento di Scienze

Umanistiche dell'Università degli Studi di Catania, nell'ambito del Protocollo d'intesa

stretto tra lo Stabile e l'Ateneo), il workshop di Cinema (2005) durante il Volcano Film

Festdi Torre Archirafi (CT) e il mini Master di alta formazione in recitazione

cinematografica diretto dalla regista e produttrice RAI, Rossella Izzo (2012).

Fra gli spettacoli cui ha preso parte, ama ricordare: Romeo e Giulietta e Amleto di William

Shakespeare; Spirito allegro di Noel Coward; L’uomo, la bestia e la virtù;Pensaci

Giacomino, L’uomo dal fiore in bocca,Cecè e i Dialoghi del Gran Me e del piccolo

me di Luigi Pirandello; Sabato, Domenica e Lunedì di Eduardo De Filippo;Cavalleria

rusticana, I Malavoglia, La caccia al lupoe I misteri del fantasma di Trezza di Giovanni

Verga; Trappola per topi di Agata Christie; Trame d’Adulterio, Pirandello in cerca di

personaggi di Anna Pavone; Ballata Saracena, la leggenda di Hela e di Kirbidi Pino

Correnti;Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare di Luis

Sepúlveda; Insania universale: Intervista alla follia di Dario Consoli; Il tabacco fa

male di Anton Cechov; Scupa! di Guglielmo Ferro; Cuore di Carne di Giovanni Volpe

e Maurice Ravel, il fanciullo del ’900 a cura del M° Claudia Patanè e dell’Orchestra

Sinfonica Giovanile del Mediterraneo.

Page 19: Rinchiusi - Commento Critico

19

È stato anche organizzatore, collaboratore o consulente scenico di varie iniziative culturali,

allestimenti artistici e reading letterari. Tra questi: Io sempre di te scrivo;Sulla ripa del

cielo stellato… Omaggio ad Alda Merini; E sto abbracciato a te… Incanti di Pedro

Salinas; L’uomo e il mare, da Melville ad Ibsen; Per un istante d’estasi – Vita e mistero

di Emily Dickinson. Ha partecipato ai Film-Documentari: Provini d’Amore (Viaggio in

Sicilia per capire l’Italia), prodotto nel 2008 e diretto da Danilo Monte e Cristiano

Zuccotti; Unfinished Italy prodotto nel 2010, per la regia di Benoît Felici.

Autore di poesie, monologhi e brevi racconti pubblicati in antologie e raccolte nazionali,

Eugenio Patanè si occupa soprattutto di letture interpretative, in occasione di eventi culturali

o spettacoli. Fra le presentazioni di libri, ricorda gli Autori: Anna Vasta; Giuseppe Giglio;

Massimo Onofri; Francesco Zarzana; Claudio Bagnasco; Pasquale Musarra; Maria Allo;

Grazia Calanna; Calogero Restivo; Anna Pavone; Salvatore Statello. Nel 2010 ha compilato

la prefazione alla silloge Dall’Invettiva all’Io e nel 2011 la postfazione Fino a farsi

Luce alla silloge Attestati di Morte di Giuseppe Ligresti (Rupe Mutevole Edizioni). Dal

2008 collabora con varie associazioni o consorzi, per la promozione della lettura e per la

diffusione della cultura letteraria.


Recommended