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Salesí~i'ri'i~ RIVISTADELLAFAMIGLIASALESIANAFONDATADADONBOSCONEL1877 ANNO102N .17 SPEDIZIONEINABBONAMENTOPOSTALEGRUPPO2°(70) - 2°QUINDICINA 15SETTEMBRE1978 . forgeviveegenerosealservi2iodellaChiesa inspiritodiautenticatestimonian2acristiana . Paolo VI,3 novembre1976 «E VOI VOLETE BENE AL PAPA?» RICORDANDOPAOLOVI LastoriadeiCooperatoriSalesianièlegataaquelladeiPapidegliultimi100anni ; ilrinnovamentodellaFamigliaSalesiana,ilrilanciodeiCooperatori,avvenutonegli anni60-70,sonolegatialRettorMaggioreDonRiccerieaPapaPaoloVIchediluifu sinceroamicoedellaCongregazioneamatissimoPadre . DonBoscohasempreinsegnatoaisuoifigliadamareilPapadiunamoretutto particolare,assicurandogliassolutafedeltà .Cosìda100anniiPapihannopotuto contaresucentinaiadimigliaiadiCooperatoridituttoilmondo . PaoloVIquestol'hasempresaputo :losicapìinquel3novembre1976quando,pur tantoaffaticato,volleintrattenersiconloroperun'oraintera!Esicapìbenechequella suadomandafinale:«EvoivoletebenealPapa?»eraunadomandaretorica,come quelladellamammaedelpapàaifiglioli,fattaappostapervedersigettarelebracciaal colloesentirsirisponderenellamanieradiPietroaGesù :«Signore,losaichetiamo!» . PapaMontinicihaamatodiunamoretenero,riconoscenteperesserglistati semprefedelianchequandotanticristianilohannoignorato,criticato,offeso .ISale- sianiglisonostativicininellagioiaeneldolore,nell'oradell'esaltazioneeinquella dell'abbandono,dellasolitudine,delmartirio. EccoperchéinS.Pietro,alCongressodelCentenario,ciparlòconilcuorein mano,comeforsemainessunociavevaparlatoprima,quasipresagochequelloerail suotestamentoperiCooperatoriSalesiani :«Figlicarissimi .. .Gaudiummeumetco- ronamea . . .Viincoraggiamoaprotenderviinavanti . . .,assicurandovichelaChiesaè convoiperchévoisietelaChiesa . .. lovidiconelnomediCristo«Siateconnoi,cooperate,lavoratecosìperchésiete veramenteimpegnatiinunaformulachevalelapenadifarepropriaedàcertamentela garanziadelpremiodivino» . Grazie,figlioli!» . PapaPaolo,siamonoiadovertidire«Grazie!» .ICooperatorinontidimentiche- ranno,nonglianzianichetisonostativicinipertantianni,noncolorochenegliultimi 10annisonoentratineinuoviGruppiGiovanilieperiqualiseistatoilPapadelloro primoamoresalesiano . Nondimenticherannoletueultimeparole :«Viinvitiamoadandareavanti,ad esserefedeli,amoltiplicarelavostraattività,adessereripagati,direi,dellastessagioia chedeveesserenelvostrocuore,sapendocicooperatoridiquestagrandeimpresa civile,religiosa,missionariacheèlaFamigliadiSanGiovanniBosco» . . SiamocerticheallatuaentratainParadisoDonBoscotièvenutoincontroper consegnartidipersona .. .l'attestatodiCooperatoreSalesiano,comefacevaconilPapa econiVescovideisuoitempi! LuigiSarcheletti Segret.-coordinatoregenerale «LasciatecheiFanciullivenganoameenon glieloimpedite» . PARTICOLARMENTEINDICATOPERIDIRIGENTIDEICOOPERATORISALESIANI 1,49
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Page 1: Salesí~i'ri'i~biesseonline.sdb.org/1978/197817.pdfSalesí~i'ri'i~ RIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANA FONDATA DA DON BOSCO NEL 1877 ANNO 102 N. 17 • SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE

Salesí~i'ri'i~RIVISTA DELLA FAMIGLIA SALESIANA FONDATA DA DON BOSCO NEL 1877ANNO 102 N. 17 • SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO 2° (70) - 2° QUINDICINA • 15 SETTEMBRE 1978

. forge vive e generose al servi2io della Chiesain spirito di autentica testimonian2a cristiana .

Paolo VI, 3 novembre 1976

«E VOI VOLETE BENEAL PAPA?»RICORDANDO PAOLO VI

La storia dei Cooperatori Salesiani è legata a quella dei Papi degli ultimi 100 anni ;il rinnovamento della Famiglia Salesiana, il rilancio dei Cooperatori, avvenuto neglianni 60-70, sono legati al Rettor Maggiore Don Ricceri e a Papa Paolo VI che di lui fusincero amico e della Congregazione amatissimo Padre .

Don Bosco ha sempre insegnato ai suoi figli ad amare il Papa di un amore tuttoparticolare, assicurandogli assoluta fedeltà . Così da 100 anni i Papi hanno potutocontare su centinaia di migliaia di Cooperatori di tutto il mondo .

Paolo VI questo l'ha sempre saputo : lo si capì in quel 3 novembre 1976 quando, purtanto affaticato, volle intrattenersi con loro per un'ora intera! E si capì bene che quellasua domanda finale: «E voi volete bene al Papa?» era una domanda retorica, comequella della mamma e del papà ai figlioli, fatta apposta per vedersi gettare le braccia alcollo e sentirsi rispondere nella maniera di Pietro a Gesù : « Signore, lo sai che ti amo!» .

Papa Montini ci ha amato di un amore tenero, riconoscente per essergli statisempre fedeli anche quando tanti cristiani lo hanno ignorato, criticato, offeso . I Sale-siani gli sono stati vicini nella gioia e nel dolore, nell'ora dell'esaltazione e in quelladell'abbandono, della solitudine, del martirio.

Ecco perché in S. Pietro, al Congresso del Centenario, ci parlò con il cuore inmano, come forse mai nessuno ci aveva parlato prima, quasi presago che quello era ilsuo testamento per i Cooperatori Salesiani : «Figli carissimi . . . Gaudium meum et co-rona mea . . . Vi incoraggiamo a protendervi in avanti . . ., assicurandovi che la Chiesa ècon voi perché voi siete la Chiesa . . .

lo vi dico nel nome di Cristo « Siate con noi, cooperate, lavorate così perché sieteveramente impegnati in una formula che vale la pena di fare propria e dà certamente lagaranzia del premio divino» .

Grazie, figlioli!» .Papa Paolo, siamo noi a doverti dire «Grazie!» . I Cooperatori non ti dimentiche-

ranno, non gli anziani che ti sono stati vicini per tanti anni, non coloro che negli ultimi10 anni sono entrati nei nuovi Gruppi Giovanili e per i quali sei stato il Papa del loroprimo amore salesiano .

Non dimenticheranno le tue ultime parole : «Vi invitiamo ad andare avanti, adessere fedeli, a moltiplicare la vostra attività, ad essere ripagati, direi, della stessa gioiache deve essere nel vostro cuore, sapendoci cooperatori di questa grande impresacivile, religiosa, missionaria che è la Famiglia di San Giovanni Bosco» . .

Siamo certi che alla tua entrata in Paradiso Don Bosco ti è venuto incontro perconsegnarti di persona . . . l'attestato di Cooperatore Salesiano, come faceva con il Papae con i Vescovi dei suoi tempi!

Luigi SarchelettiSegret.-coordinatore generale

«Lasciate che i Fanciulli vengano a me e nonglielo impedite» .

PARTICOLARMENTE INDICATO PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI SALESIANI

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INCONTRI INDIMENTICABILI CON PAOLO VIi

I -Z Pellegrinaggio nazionale per l'Anno Santo ea del do dell'Associazione.

3-4-5 L'udienza speciale per il Congresso mondiale e l'omaggio dei dirigenti .

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CONSULTA MONDIALE

Atti della sessione svoltasi in Roma dal 15 al 18 Giugno 1978

La nostra Associazione è ani-mata e coordinata a livello mon-diale da una Consulta i cui mem-bri si sono riuniti per la primavolta, da quando essa fu costituitain maniera definitiva, presso laCasa Generalizia Salesiana in Ro-ma, nei giorni 15-18 giugno c .a .

Il VII Successore di Don Bosco,che l'aveva convocata, aperse i la-vori con una relazione nella qualetracciò le linee programmatiche eorientative che debbono guidarela Consulta. Diede poi i necessarichiarimenti ai quesiti postigli daipresenti .

I E' sembrato essere non soltanto utile, bensì necessario, che tutti idirigenti prendessero conoscenza diretta degli Atti della Consulta . Perquesto sono riportate nel presente numero le principali relazioni cheinvitiamo a leggere con particolare attenzione .a

Don Raineri, Consigliere Supe-riore per la Famiglia Salesiana,svolse il tema : « Famiglia Salesia-na e Movimenti Salesiani», ri-spondendo anch'egli ai numerosiinterventi .

Lo stesso Don Raineri trasse le«conclusioni» dei lavori al termi-ne della riunione .

Un lavoro non indifferente fusvolto per definire il Regolamentointerno della Consulta e il « Pianodi lavoro » per i prossimi anni daproporre alla intera Associazione .

Significativo l'incontro familia-re tra la Consulta e il ConsiglioSuperiore, quasi al completo .Presentazione reciproca, parole dioccasione, allegria, contatto tra iRegionali e i Consultori della ri-spettiva zona per una conoscenzapersonale e inizio di lavoro in co-mune .

Regolò i lavori il SegretarioCoordinatore generale Luigi Sar-cheletti.

Il Delegato generale Don MarioCogliandro animò con grande im-pegno i lavori particolarmentenell'aspetto spirituale .

Quanto è riportato qui di seguito è ripresoda Salesiani Ceoperatores' n°7, che riportaappunto gli Atti della Consulta .

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LINEE PROGRAMMATICHE

La relazione del Rettor Maggiore

Saluto ognuno di voi con parti-colare gioia . E' 1a prima volta chemi trovo con la Consulta Mondialedei Cooperatori Salesiani, ched'altra parte è un organismo ab-bastanza nuovo . Vi auguro un fu-turo di crescita qualitativa in vistadella funzione molto vitale che vicorrisponde .

1. La «consulta mondiale»La prima cosa che io vorrei sot-

tolineare è che qui sta funzionan-do la. Consulta Mondiale per iCooperatori. E' un dato di fatto ;sì: la Consulta Mondiale esiste e siriunisce. Questo avvenimento chenoi stessi costruiamo ha la naturadi un evento spirituale ; infatti nonci siamo riuniti per problemicommerciali o politici ma per ilVangelo di Gesù Cristo .

Ecco, questo è molto importan-te. E il Vangelo non ci riuniscesemplicemente per noi, per arric-chire ognuna delle nostre persone(cosa che, per altro, avverrà spon-taneamente), ma per gli altri ; in-fatti la Consulta Mondiale è unorganismo di servizio che assumeuna responsabilità vitale riguardoall'intera Associazione dei Coope-ratori .

La nostra, quindi, è una riunio-ne con proiezione strategica ; nonè un'assemblea qualunque di stu-dio o di approfondimento, ma unaconsulta di orientamento e diprogettazione mondiale per colla-borare con la funzione «capitale»del Rettor Maggiore . Noi siamoqui riuniti con una responsabilitàdi « testa » .

La testa influisce su tutto il cor-po; sembra che lavori meno dellemani e dei piedi; però chi lavoramolto con le mani e coi piedi esenza testa non arriva a costruirenulla di valido . Un'associazionemondiale ha bisogno di testa . Evoi che siete stati convocati a par-4/52

tecipare alla Consulta Mondialedovete imparare a fare da testa .

Sottolineo questo aspettoperché io stesso con i Consiglieristiamo imparando a far da testadentro la Congregazione, la qualenon ci richiede la soluzione im-mediata dei singoli problemi lo-cali, ma le grandi linee di spiri-tualità e di orientamento pastora-le; non c'è bisogno che noi andia-mo a giocare a football all'Orato-rio festivo: ciò è molto bello, emagari abbiamo nostalgia e invi-dia di quelli che lo possono fare,però ci si richiedono altre coseben importanti .

Ecco, io vorrei in questo mo-mento che anche voi assumeste laresponsabilità di testa . L'Associa-zione ha bisogno che nella Con-sulta Mondiale i membri vedanole strategie, l'insieme organico deiproblemi, i grandi orientamenti, lelinee prioritarie da stabilire . Nonc'è nessun grande organismo chefunzioni senza simili riunioni . So-prattutto trattandosi di un'Asso-ciazione di livello mondiale ;perché « mondiale » non vuol diresolo una realtà grande, ma anchecomplessa e pluralista, con diffe-renza di culture, di situazioni po-litiche, di mentalità, di sensibilità.Da qui l'importanza che voi

prendiate coscienza di essereConsulta Mondiale . Il nuovo Re-golamento, con l'articolo rinnova-to 31 bis, dice : Per animare 1Asso-ciazione a livello Mondiale e coor-dinarne le iniziative formative edapostoliche il Rettor Maggiore siavvale, ecc . Io voglio sottolinearequi due verbi : «animare» e«coordinare» . Voi non siete venutiqui primordialmente per organiz-zare strutture : ci sono già ; lo sco-po principale della riunione non èquello: siete qui per studiare duegrandi aree di servizio : « animare »e ì< coordinare », ossia, approfon-dire gli obiettivi, le possibilità e i

mezzi per una aggiornata e ur-gente animazione e coordinazionedei Cooperatori nel mondo . Ani-mare e coordinare : ecco lo scopodei lavori della Consulta! Le ini-ziative da ricercare e da studiare, ele conclusioni a cui arrivare do-vrebbero tradursi in un progettoconcreto di animazione sorrettoda una appropriata coordinazionedi sforzi .

2. Esigenze di un'ora di«rifondazione»Questo lavoro di animare e

coordinare un'Associazione dievangelizzazione a livello mon-diale, rappresenta oggi qualcosadi particolarmente delicato ed ur-gente. Viviamo, infatti, un'ora di«rifondazione» . Non perché noisiamo dei geni creatori, ma perchéil processo evolutivo dei valori edelle idee, delle scienze umane edell'ecclesiologia esigono un ri-pensamento radicale . Anche fuoridel nostro ambito, ad esempio neipartiti politici, oggi si parla facil-mente di rifondazione . Ciò denotal'esistenza di un forte cambio cul-turale ; sta nascendo una nuovaepoca storica, come afferma laGaudium et Spes ; e all'aurora diuna nuova era c'è bisogno, sen-z'altro, di ripensare a fondo le li-nee portanti che assicurano l'i-dentità di una vocazione . Propriocome ha fatto il fondatore quandol'ha iniziata .

Ecco allora: è un lavoro delica-to ed urgente, proprio perché sia-mo in un'ora di rifondazione ; enon abbiam paura di usare questaparola; perché? Perché il concettocui si riferisce non è inventato quiora : saremmo un po' presuntuosise noi, una trentina di persone,cominciassimo a dire : rifondia-mo. Ma sono proprio il CapitoloXIX e soprattutto il Capitolo Ge-nerale Speciale e il Capitolo Ge-nerale XXI che ci parlano di que-sto, per i Cooperatori. Possiamodire che tutta la Vocazione Sale-siana nella Chiesa è in ricerca diquesta rifondazione .

Ciò implica massima fedeltà adon Bosco, precisamente perchévogliamo far vivere il suo carismanella novità dei tempi . Noi rifon-diamo nel senso che dobbiamomettere a tono il patrimonio vo-cazionale di don Bosco coi segnidei tempi. C'è una nuova menta-lità,'c'è una nuova scala di valorinella società; c'è una nuova ma-

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niera di convivenza civile e politi-ca. Proprio per questo, perché ciinseriamo ed assumiamo la nuovacultura, noi dobbiamo curare lamassima fedeltà a don Bosco,pensando alla iniziativa dello Spi-rito Santo in lui .

La sua è una vocazione divinache deve permanere riattualiz-zandosi continuamente . Ora :guardando don Bosco nel suo si-gnificato globale, nella sua mis-sione storica, considerando la suapresenza nel Secolo XIX, senzaguardare ai dettagli di ogni giorno,che cosa scopriamo di caratteri-sticamente vocazionale?

Il XIX è un secolo di forte pro-cesso di secolarizzazione : la so-cietà cresce per una via semprepiù distinta e separata dalla Chie-sa, con la ricerca affannosa dellalaicità dei valori temporali, socialie politici . Si sono sviluppate delleintuizioni profonde circa l'auto-nomia civile ; però di fatto bisognaanche constatare che questo pro-cesso di secolarizzazione è cre-sciuto con l'abbandono e l'ostilitàai valori religiosi, con la costru-zione di una cultura che in praticava diventando atea, preparando lastrada alle ideologie materialiste .

Ora che cosa ha voluto fare loSpirito Santo in don Bosco, inquella situazione storica? C'è unimpegno che don Bosco percepi-sce con assoluta chiarezza, tantonella sua attività che nelle sueidee, come nei suoi scritti, soprat-tutto nelle sue opere più impor-tanti, nel suo capolavoro : la Storiad'Italia . Don Bosco è un santo cheha voluto contribuire al bene dellaSocietà civile. Pensate che hafondato la nostra Congregazionequando le autorità civili soppri-mevano i religiosi, come associa-zioni inutili per la Patria . Don Bo-sco presentava i suoi Salesiani aipolitici e al Ministro Rattazzi co-me un gruppo di cittadini che vo-leva far del bene proprio alla So-cietà civile ; e voi troverete, persi-no nel primo Proemio alle Costi-tuzioni dei Salesiani, delle frasi didon Bosco che, considerando imali della civile Società, si propo-ne di darsi da fare per assicurarleun miglior futuro .Quindi guardate un po' che

magnifica intuizione profetica : lavocazione salesiana è nella Chiesaun servizio per la Società civile . E',poi, quanto dice il Vaticano II,tràttando della Chiesa : servitricedell'umanità . Possiamo dire che

nella vocazione di don Bosco c'èuna speciale sensibilità per quellasvolta antropologica, che si è poiesplicitata chiaramente nel Vati-cano II .Però, ecco quali sono i servizi

che don Bosco dice di dover farealla Società civile : dobbiamo riu-nire concretamente le forze ditutti i buoni («vis unita fortior»)per permeare la nuova culturacon i valori evangelici . Tali valorierano indicati da don Bosco con itermini « la religione » e « lo spiritocattolico» ; assicurare la presenzadella fede cristiana negli ambienti,nelle persone che fanno crescere ivalori democratici, i valori politici,i valori economici, ossia l'evange-lizzazione dei segni dei tempi! Perdon Bosco, senza religione non c'èpossibilità di convivenza umana ;e la storia lo viene confermando inun crescendo drammatico ; guar-diamo ad esempio le vicissitudinidella repubblica italiana . Dunquedobbiamo cercare quei valorievangelici che sono capaci di co-struire la città umana, affinché siapienamente umana.

Oltre questa prima verità sullaindispensabilità della religione,don Bosco aggiungeva una se-conda intuizione operativa : il fu-turo della Società civile sta nellagioventù. Urge, quindi, far cresce-re i valori evangelici nei giovani,preparare onesti cittadini e buonicristiani per la Società del futuro .Quindi il suo impegno pastorale sitraduce in attività educativa, ininiziative culturali, per i giovani eper il popolo, con lo scopo di assi-curare quegli elementi di vitalitàevangelica che conservano allaSocietà civile la sua fisionomiaumana. Perché ormai senza GesùCristo la società si disumanizza .

Ecco allora come noi dobbiamometterci a fare un lavoro di rifon-dazione in fedeltà a don Bosco .Urge animare e coordinàre gruppidi Cooperatori che abbiano carequeste idee, e s'impegnino perchéci sia presenza evangelica nellecose umane, lavorando nell'edu-cazione di cittadini nuovi!

3. Qualità e complementarietàQuesto impegno culturale oggi

è più che mai urgente in tutto ilmondo. E' di Paolo VI la frase cheil dramma della nostra epoca è larottura tra Vangelo e Cultura. Ioho ripetuto questa frase in tantiambienti salesiani, perché penso

che la nostra vocazione ha unaforte dimensione culturale. Imezzi di comunicazione sociale, lastampa, la radio, la televisione, lascuola, l'università, il teatro, lamusica, insomma tutti questi ele-menti culturali, sono per noi lezolle dell'evangelizzazione . La le-'de non vive senza incarnarsi inuna cultura ; dobbiamo perciò sa-per permeare di Vangelo la cultu-ra nuova, seminando nei segni deitempi i valori permanenti' dellasalvezza di Cristo .Per questo oggi come non mai,

nella Chiesa e nel mondo, c'è bi-sogno di «cattolici di qualità» .Non dico semplicemente cristiani,dico. cattolici di qualità . Infatti iCooperatori Salesiani son dei cat-tolici. Con senso di Vangelo, consenso di Chiesa, con il senso dellagerarchia, con il senso del magi-stero, con il senso delle veritàconciliari, che ha bisogno oggianche di saper resistere a dellesottili interpretazioni manipola-trici . Cattolici di qualità nel secolo .

Questa è la specificità : nel se-colo! La vostra è una vocazione«secolare» (anche se ci sono deipreti e dei diaconi permanenti) .Che cosa vuol dire «nel secolo»?Vuol dire nelle attività temporali,in tutte le attività umane : non c'èbisogno qui di elencarle . Immersi

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nelle attività che fanno crescerel'uomo .Guardate : questa vostra di-

mensione secolare dà ai Salesianie alle Figlie di Maria Ausiliatriceun senso formidabile di utilità vo-cazionale, perché nella loro con-sacrazione religiosa si sentono laradice della vostra fecondità nelsecolo .Voglio proprio sottolineare

quest'aspetto : la vostra è una vo-cazione secolare innestata in unavocazione religiosa : è questa unasua caratteristica! Ossia la vostravocazione non è nata né funzionada sé sola ; ma è nata e funziona incomplementarietà con un'altravocazione, quella di consacrazio-ne religiosa dei Salesiani e delleFiglie di Maria Ausiliatrice . Essiinfatti non possono essere deimarziani che lavorano per un cie-lo fittizio e mitico! Essi devonoproprio sentirsi dei servitori del-l'Umanità .

E siccome in una rifondazionetutti siamo in crisi (non solo il lai-co, ma anche il prete, il religioso ela religiosa) sentiamo il bisogno diaiutarci mutuamente . Mentre imigliori tra noi assicurano a voi illievito dello spirito delle beatitu-dini, i migliori tra voi assicurano anoi la destinazione umana delVangelo e ci ricordano che la se-colarizzazione, anche se impor-tante, comporta dei grossi pericolie delle deviazioni di secolarismo . Ilaici di qualità cattolica equilibra-no il processo di secolarizzazionee sanno anche individuare certeestralimitazioni e atteggiamentiche non devono essere assunti nédai religiosi, né dalle suore .

Così ci arricchiamo mutuamen-te in una vocazione complemen-tare, che ha proprio bisogno delnostro essere insieme . Il nome cheesprime bellamente questa nostracomunione è quello di «FamigliaSalesiana», nella quale ogni grup-po arricchisce gli altri ; però ognu-no con il suo ruolo, ognuno con lasua identità, ognuno con la suavocazione specifica .

C'è nella Famiglia un «centroconsacrato», che voi dovete aiu-tare a far sì che sia genuinamentereligioso, a far sì che alimenti dal-la radice il tronco e i rami .

4. Urgenza di formazioneMa per fare una rifondazione, e

per avere dei cattolici di qualità,c'è bisogno di formazione. Allora6/54

quei due verbi «animare» e«coordinare» trovano qui uncampo molto concreto di applica-zione : essere della Famiglia Sale-siana, con qualità, esige un impe-gno di formazione perché la qua-lità non nasce come un fungo, do-po una pioggia, spontaneamente .E' frutto di lavoro, è frutto di in-telligenza, di pianificazione, di at-tività, di iniziative, che noi riunia-mo sotto il termine «formazione» .Per raggiungere il rinnovamentospirituale che esige la crisi storicain cui viviamo è assolutamenteindispensabile l'impegno formati-vo .

Voi ne avete parlato anche nelvostro Congresso : formazioneumana, formazione cristiana, for-mazione salesiana . Io non entronei dettagli di queste aree ; sola-mente ve le ricordo . A me interes-sa concentrare la vostra attenzio-ne su due o tre argomenti globali,che toccano fondo . Io vorrei pre-garvi di dare importanza nei vostripiani di formazione a tre temi oggidi particolare attualità nella no-stra Famiglia: essi stanno muo-vendo tutto il rinnovamento sale-siano; non li invento io, ma ci sonoproposti dai grandi capitoli gene-rali di questi ultimi anni .∎ Il primo tema è « il progetto

apostolico di don Bosco », descrittonelle nostre Costituzioni e nel vo-stro Regolamento .

E' un progetto che c'impegna apregare e ad ascoltare la parola diDio, ma per immetterci apostoli-camente nella problematica uma-na, soprattutto nell'ambito cultu-rale, come vi dicevo prima

E' un progetto di massima at-tualità che non si può affrontarecon superficialità e senza conti-nua preparazione e competentequalificazione .∎ Il secondo tema è « la crite-

riologia pastorale» con cui la Fa-miglia Salesiana realizza questoprogetto : nel nostro gergo sale-siano la chiamiamo «Sistemapreventivo»! Ossia, l'insieme diquei criteri pastorali con cui donBosco ci ha insegnato a trattare inostri destinatari .

Il Capitolo Generale XXI ci lan-cia a riscoprire in sintonia con lescelte antropologiche di oggi igrandi principi del Sistema pre-ventivo. Quali erano gli elementisegreti con cui don Bosco conqui-stava il cuore dei giovani e dellagente del popolo? Andava in car-

rozza, diremmo oggi andava intassì, e non c'era un tassista chenon si confessasse con lui! Comeotteneva questo? Certamente ave-va dei doni particolari, però ci halasciato in eredità un po' di questasimpatia, di questo calore umano,di questo segreto di approccio deicuori, che è una delle caratteristi-che dello spirito salesiano .

Esso risale già a S . Francesco diSales, con la sua goccia di mieleche prende più mosche che nonun barile di aceto. Ecco un im-menso campo di lavoro per laformazione. Guardate: qui noistiamo solo incominciando,perché il CGXXI è finito solo aFebbraio : ciò vuol dire che ci ri-sentiremo, per portare avanti in-sieme e far crescere questo di-scorso .∎ Il terzo tema è quello dello

«spirito salesiano», visto perònella sintesi originale della nostradevozione a Maria Ausiliatrice . Ladimensione mariana non è per noiun intimismo individualista, maun atteggiamento fortemente ec-clesiale, nel senso che io ho cer-cato di spiegare nella circolare chevoi avete ricevuto .

La devozione a Maria Ausilia-trice appare, infatti, in don Boscoe nella vita salesiana come la sin-tesi di tutta una mentalità aposto-lica di tipo esplicitamente eccle-siale, di tutto un impegno per i cetibisognosi, di tutta una difesa dellaChiesa nei momenti di pericolo ;quindi non è una cosetta di senti-mentalismo ; e in essa si sintetizzala ricchezza dello spirito di donBosco. E per questo c'è una spe-ciale urgenza di formazione insintonia con il nostro rilancio ma-riano .L'impegno di formazione in

questi tre temi costituisce una ve-ra crescita in salesianità .

5. Realismo e concretezzasalesiana

Il vostro ultimo Congressomondiale ha delineato degli im-pegni apostolici di presenza effi-cace in tre vasti settori : la fami-glia, la società, la Chiesa . La pro-spettiva è immensa; non sarà ma-gari un po' troppo?

Con questo non voglio criticareil Congresso, perché voi avretecertamente precisato e spiegato .Ciò che voglio insinuare è l'urgen-za per voi qui di essere realisti, di

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essere concreti, di portare a ter-mine delle cose . Siamo figli di unfondatore, don Bosco, che nonviaggiava sulle nuvole . Preferiva ilbene fatto appena appena, chel'ottimo solo detto e non fatto . Elui ripeteva sempre quella famosafrase: «l'ottimo è nemico del be-ne » .

Innanzitutto conviene precisareche il tipo di bene che ci urge fareè quello dell'evangelizzazione . Inquanto Cooperatori salesiani sietechiamati a collaborare per l'edifi-cazione della Chiesa, a riempire diVangelo la vita umana. Siete inse-riti in tutte le attività umane, sen-za escluderne nessuna, proprioperché secolari e protagonisti del-la storia della città ; però portatenel cuore e dentro la testa il palli-no del « DA MIHI ANIMAS », che èil bernoccolo della vocazione didon Bosco. Dunque il primo passonella concretezza è la coscienza didover essere portatori di Vangelo .

Ma poi c'è un secondo elementodi concretezza : quello di essererealisti nel terreno di vita, local-mente: sul posto, sul posto! Cosaintendo dire con l'espressione«sul posto»? Tre cose :

• Prima: cercar di realizzarel'impegno apostolico in comunio-ne e in collaborazione con la Fa-miglia salesiana del posto. Equalche cosa di concreto, perchébisogna entrar a far parte di ungruppo locale, mettersi d'accordo,conoscere persone, riunirsi, fareun programma pratico. Ecco: Fa-miglia salesiana del posto .

Seconda: la Chiesa locale . E'con questo Vescovo, è in questa

Diocesi, è per questa Parrocchia, oper questo Quartiere che noi pro-grammiamo la tale iniziativa . Al-lora diventa concreto tutto il vastoprogramma di lavoro nella fami-glia, nella Società e nella Chiesa,perché si dedicherà ad iniziativeassai pratiche e ben definite, e nona far tutto : infatti è impossibile fartutto. E' anche qui che si toccheràa fondo l'importanza dell'unionedella Famiglia Salesiana e la suautilità per la Chiesa locale .

∎ La terza cosa concreta da fareoggi con indispensabile urgenza èche tutta la Famiglia salesiana,nella Chiesa locale, s'impegni se-riamente a promuovere la pasto-rale vocazionale. E' proprio unodei grandi scopi e compiti dellamissione di don Bosco e dei suoidiscepoli .6. Lo «specifico» della vostra

riunioneVoi siete qui, dunque, come

Consulta Mondiale. Senza dimen-ticare in questi giorni quello cheognuno di voi è e deve fare nellasua Ispettoria o nella sua Parroc-chia, ora deve cercare di entrarenella prospettiva della ConsultaMondiale ed impegnarsi ad attua-re nella sua qualità e posizione di«testa» dell'Associazione, in vistasoprattutto dell'« animazione »,per precisare obiettivi spiritualivocazionali e programmare imezzi per raggiungerli in formarealista e concreta .

Penso che proprio questo costi-tuisca lo «specifico» di questariunione, ed è in consonanza conle priorità di lavoro oggi più ur-

genti nella Chiesa e nella Congre-gazione: iniziativa di animazione .

Infatti l'animazione è la rispo-sta alla visita dello Spirito Santofatta in questi tempi alla suaChiesa, di cui Egli è precisamentel'«anima» . Impegnarsi in pro-grammi di animazione vuol direproprio mettersi in sintonia con loSpirito Santo, diventare dei «pen-tecostali», ossia dei credenti dociliallo Spirito perché hanno i pol-moni ripieni dell'atmosfera dellaPentecoste. Anche noi apparte-niamo al movimento pneumato-logico. Ci sono diversi toni in que-sto movimento ; cerchiamo, in es-so, di conservare il. tono salesiano,che è quello del buon senso, del-l'allegria, dell'entusiasmo, dellapraticità. Però animazione vuoldire per tutti vera sintonia con loSpirito Santo .

E concludoVi auguro buon lavoro, che cre-

sciate qualitativamente nella vo-stra funzione di «testa» e che au-menti il vostro entusiasmo per lavocazione salesiana .Io chiederò con insistenza a

Maria Ausiliatrice un aiuto spe-ciale per voi. Badate che l'ho giàchiesto in altre occasioni perobiettivi non facili, che sono poirisultati assai bene. Questo obiet-tivo, che è già di per sé possibile invista della vostra competenza ebuona volontà, risulterà non solobene, ma benissimo, anche perquesta intercessione fiduciosa edinsistente presso la Madonna .

Tanti auguri e vive grazie per ilvostro lavoro!

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OMELIA SULLE VOCAZIONIdetta dal Rettor Maggiore durante la Concelebra-zione eucaristica (letture bibliche della domenicaXI per annum : Es. 19,2-6 ; Rom. 5,6-11 ; Mt. 9,36-10,8)

Don Bosco ci presenta nelle suedirettive e nel Regolamento ap-posito la figura del Cooperatoresalesiano come una parte essen-ziale della vocazione salesiana. IlCapitolo Generale Speciale ha ap-profondito l'aspetto vocazionaledella figura del Cooperatore, e ilRegolamento nuovo dei Coopera-tori sottolinea con precisione, so-prattutto nell'articolo settimo,questo aspetto profondamentespirituale. Ora, all'ascoltare le let-ture bibliche di questa celebrazio-ne domenicale, in un'assembleacaratterizzata dalla presenza dellaConsulta Mondiale dei Coopera-tori salesiani, viene spontanea unariflessione sui testi che parta daquesta angolatura vocazionale .Siete voi, carissimi cooperatori,che oggi ci invitate a meditare itesti dal punto di vista del concet-to di «vocazione» ; esso oggi, è di-venuto forse l'elemento più vitaledel rinnovamento della FamigliaSalesiana . La liturgia della paroladi questa XI Domenica dell'annosembra scelta apposta per questanostra assemblea .

Realtà storica, iniziativa di Dio

La prima lettura ci situa nel de-serto ai piedi del monte Sinai, nelprologo della grande alleanza del-l'Antico Testamento ; lì percepia-mo che la «vocazione» è unarealtà storica e non una sempliceinclinazione psicologica; in essac'è iniziativa di Dio, e c'è una verascelta fatta da lui. La Bibbia neparla come di una « seduzione », diuna separazione, di una specie diacquisizione che fa divenire l'elet-8/56

to una vera «proprietà» da partedi Dio; il popolo chiamato devedivenire, per questa «seduzione»,un popolo sacerdotale, per serviretutta l'umanità con un ministerospeciale di relazione a Dio per lasalvezza dell'uomo . Ecco : questaprima lettura ci fa pensare a unrealismo profondo e oggettivodella vocazione : dialogo storico,iniziativa di Dio, sentirsi proprietàdel Signore, sedotti da Lui, sepa-rati in certa maniera dagli altri,anche se chiamati da Lui proprioper gli altri; perché si è popolo sa-cerdotale in favore dell'umanità .

La persona di Gesù : Profeta,Liturgo e Re

La seconda lettura ci presentaun passaggio profondissimo diSan Paolo sulla figura di GesùCristo. Noi leggiamo questo pas-saggio dall'angolatura scelta, sot-tolineando la grandissima novità ela maggior chiarezza e concretez-za delle relazioni tra Dio e l'uomonel Nuovo Testamento. Nellanuova alleanza la vocazione sa-cerdotale è Gesù Cristo stesso . Luiè il sacerdote ; non c'è un concettoastratto del sacerdozio ; il Chia-mato, l'Unto è Gesù Cristo, unaPersona che ha riunito nella suavita gli elementi vocazionali deiprofeti, dei sacerdoti e dei con-duttori dell'antico testamento :Lui è il Profeta, Lui è il Liturgo,Lui è il Re. In questi tre aspettipossiamo percepire i contenutidella «vocazione» del nuovo te-stamento .

L'aspetto di PROFETA, ci noti-

fica che tra i contenuti della voca-zione c'è la presenza fontale og-gettiva, sostanziale del vangelo diGesù Cristo, ossia dell'ascolto daparte nostra di ciò che dice Dioall'uomo, per comprenderlo e co-municarlo agli altri . Così il chia-mato è un evangelizzatore .

L'aspetto di LITURGO ci noti-fica un altro dato profondissimo :l'uomo scopre che nella esistenza,nella natura e nella storia c'è tantobene che profluisce dal Padre ;quante realtà bellissime, quantivalori buoni, quante relazioni diamore, quale panorama di spe-ranza! C'è proprio un benefattoreineffabile da ringraziare ; la litur-gia si dedica proprio a questo, afare «eucaristia»! Così il chiama-to, è anche un liturgo, perché ha ilcuore pieno di gratitudine per sé eper gli altri . A ragione la vocazionenel nuovo testamento deve nutriree sviluppare una psicologia dipercezione del bene che viene daDio, ed esprimere un atteggia-mento personale e comunitario diriconoscenza verso il Padre, diadorazione della sua grandezza ebontà, di gratitudine per i suoidoni .

L'aspetto di RE ci notifica undato di comunione e di organiz-zazione che oggi capiamo megliocon la parola COMUNITA' . GesùCristo «Re», è il «politico del be-ne», o meglio il pastore che riuni-sce tutti gli uomini nell'amore . Enon parte per questa riunionedalla simpatia e dall'amicizia, ma,come abbiamo ascoltato da SanPaolo, parte nientemeno che dallasituazione paradossale di peccato .Anche se siamo nemici suoi, an-che se siamo peccatori, anche senon lo vogliamo, anche se diciamodi non credere in lui, lui incomin-cia, e con questo amore apre pocoa poco la possibilità di costruire lacomunità, la chiesa, che dovràestendersi all'umanità riunita nel-l'amore .Ecco nel Nuovo Testamento

che cos'è la vocazione sacerdota-

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le : vangelo ascoltato e testimo-niato, gratitudine liturgica, comu-nità di tutti nell'amore. Sentirsichiamati, avere una vocazione,vuol dire entrare con Gesù Cristoa costruire questa realtà che è in-dispensabile per la storia dell'u-manità, e in vista della consecu-zione del suo fine .

Ogni vocazione è sacerdotale

La terza lettura, il Vangelo, cipresenta l'immensità del lavoroda realizzare (la messe è molta, glioperai sono pochi) e la chiamatadei 12. Tutto il popolo è sacerdo-tale, ogni vocazione è sacerdotale,perché è sempre profetica, litur-gica e comunitaria per tutti . Peròper far funzionare la vocazionesacerdotale di tutti, Gesù Cristostabilisce dei ministeri, e con il suoSpirito suscita diverse e comple-mentari vocazioni perché attuinoe realizzino l'unica grande voca-zione della Nuova Alleanza . IlVangelo' di oggi ci presenta la vo-cazione al ministero fondamenta-le degli Apostoli . Noi sappiamoche ce ne sono tante altre . Nellanostra stessa Famiglia salesiana èbello vedere differenze di voca-zioni di religiosi, istituti secolari,diaconi e sacerdoti diocesani, lai-ci, in svariate mansioni o servizi .Ebbene, tutte queste differenzeall'interno della nostra Famiglia,sono per la Vocazione Salesiana ;allo stesso modo che la vocazionesalesiana e tutte le altre vocazioninella Chiesa sono per la VocazioneCristiana, che è la vocazione delPopolo di Dio che, attraverso ilvangelo, la liturgia e la comunio-ne, porta l'umanità intera alla sal-vezza.

Il Cooperatore è un chiamato

Ecco, se le tre letture dell'odier-na liturgia ci hanno aiutato ad ap-profondire i contenuti della «vo-cazione», non sarà difficile consi-derare la figura del CooperatoreSalesiano nella ricchezza del suo

aspetto vocazionale . L'essere coo-peratore non è semplicementeconseguenza di una educazione inuna casa salesiana (anche se nor-malmente questa educazione do-vrebbe portare a quel livello) maimplica una iniziativa di Dio, per-cepita dalla coscienza di ognunoanche in altre situazioni a cui si dàuna risposta personale . La voca-zione non è semplicemente sim-patia di una convivenza, e neppu-re unicamente nell'attività di col-laborazione ma è una scelta diprogetto di vita ; implica allora, daparte del chiamato, una rispostapersonale a Dio, di libertà interio-re, di adesione concreta, di assun-zione di responsabilità, di impe-gno storico nella realizzazione diuna missione .

Nel dire che il Cooperatore sa-lesiano è un chiamato, o che l'As-sociazione dei Cooperatori ha unavocazione, affermiamo dunquedelle realtà molto profonde, chetoccano il midollo della nostramaniera di operare .

Conclusione: la crescita dellaFamiglia Salesiana, è un proble-ma vocazionale di rinnovamentoin profondità spirituale. Dobbia-mo metterci in stato di saper tro-vare e coltivare le vocazioni . E'importante asserire che l'iniziati-va di Dio passa sempre attraversodelle persone-chiavi .

Come potremo fare un'appro-priata pastorale vocazionale senon riflettiamo in profondità suciò che è la vocazione, su qualisono i suoi contenuti, su qual'è lasua grandezza spirituale e la suapenetrazione di intimità con GesùCristo, sacerdote della Nuova Al-leanza? Noi celebriamo una Eu-caristia particolarmente significa-tiva oggi. Ebbene, mettiamo in-sieme oltre al ringraziamento alSignore, al Padre, per averci datoquesta vocazione, l'intenzione diottenere per tutti i gruppi dellaFamiglia Salesiana, questa spe-ciale grazia: saper rinnovare lapedagogia e l'intelligenza praticadi Don Bosco nella Pastorale vo-cazionale, perché la crescita dellaFamiglia Salesiana, e in particola-re dei Cooperatori Salesiani, nonsarà semplice opera di convivenzae di collaborazione, meno ancorasemplicemente opera di organiz-zazione e di strutture, ma sarà so-prattutto e in primo luogo operad'approfondimento vocazionale .Se tutti nella Famiglia Salesianaimpariamo a fare meglio una verae concreta pastorale vocazionale,la Famiglia Salesiana, e in parti-colare i Cooperatori, rinascerannocon vigore per rispondere allamesse abbondante che c'è oggi nelmondo e per la quale il Signore cichiama .

L'AUGURIO E LA BENEDIZIONEDEL PAPA

REVMO DON EGIDIO VIGANO RETTORE MAGGIORE SDBVIA DELLA PISANA 1111 ROMA

OCCASIONE CONSULTA MONDIALE COOPERATORI SALESIANICHE SI CELEBRA IN ROMA PER STUDIO INERENTE RINNOVA-MENTO ATTIVITA PASTORALI SUA SANTITA SI COMPIACE PERNOBILE INTENTO RICERCA SEMPRE PIU IDONEE FORME APO-STOLATO ESPRIME FERVIDI VOTI AFFINCHE LORO APPROFON-DIMENTO ARRICCHITO SCAMBIO FRATERNO ESPERIENZEISPIRATO PERENNI INSEGNAMENTI VANGELO ET MAGISTEROECCLESIASTICO CONTRIBUISCA A PROMUOVERE EFFICACI SO-LUZIONI AI PROBLEMI SPIRITUALI DEL POPOLO DI DIO IN PAR-TICOLAR MODO DELLA GIOVENTU INVOCA SU SINGOLI PARTE-CIPANTI CONVEGNO DONI ET LUMI SPIRITO SANTO MENTRE DICUORE IMPARTE AD ESSI IMPLORATA PROPIZIATRICE BENE-DIZIONE APOSTOLICA IN ATTESTATO SUA PATERNA BENEVO-LENZA

CARDINALE VILLOT

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1 ° Significato della presenzasalesiana nella Chiesa

1. Ogni carisma è dato allaChiesa in vista di esigenze e diproblemi che deve risolvere percrescere. Se si tratta di problemiduraturi la loro soluzione ha pro-spettive di futuro ed aiuta laChiesa a crescere con l'umanitànella storia .

2. La storia ci aiuta a capirequali carismi sono destinati a du-rare. I grandi movimenti religiosiper esempio nascono da un cari-sma di fondazione dato ad alcuniuomini ; ma non si esaurisconointeriormente per il superamentodelle esigenze da cui sono nati, macontinuano adattandosi, incar-nandosi e rinnovandosi nelle vi-cende storiche successive . Il mo-vimento di redenzione deglischiavi ha un senso anche finita laschiavitù, perché continua la ne-cessità di salvare la dignità e lalibertà delle persone umane daicondizionamenti e dalle servitùche non mancano mai anche ainostri giorni .

3. Ogni movimento spiritualedella Chiesa lascia la sua traccia inessa, perché la fa crescere e que-sta crescita resta acquisita per10/58

FAMIGLIA SALESIANAE MOVIMENTO SALESIANO

di Don Giovanni Raineri

sempre. Così i fermenti che rin-novarono la Chiesa nella crisi delCinquecento hanno prodotto unrinnovamento che dura ancoranella Chiesa .

4. Don Bosco ebbe un carismadi fondazione destinato a durare,in quanto l'emergere di nuoveesigenze di evangelizzazione deigiovani, dei ceti popolari, delmondo del lavoro, della comuni-cazione di massa, durano anche ainostri giorni: sarà sempre neces-sario evangelizzare, educare, pro-muovere umanamente e cristia-namente ambienti e situazioni .

5. Nel carisma di fondazione didon Bosco si trovano, fra altri,questi elementi :

• Lo Spirito Santo, anima dellastoria e della Chiesa, suscita donBosco con le doti umane, le virtù ele grazie necessarie perché possaessere il salvatore della gioventù,in un momento particolarmentedifficile .

• Don Bosco accetta cosciente-mente tale vocazione, dedicando-visi per tutta la vita e con tutte leforze: «Ho promesso a Dio che finl'ultimo mio respiro sarebbe statoper i miei poveri giovani» (MB18,228) .

∎ Don Bosco ha la coscienzachiara che la sua missione nondeve morire con lui, ma ha le pro-spettive di futuro, per cui eglitraccia e realizza, con l'aiuto ma-terno di Maria, un progetto che siva configurando nella sua Con-gregazione come centro propul-sore ed unificatore di «numeroseforze apostoliche», alcune dellequali sorgono dopo di lui ad operadei suoi figli.

• Oltre l'origine, tali forze han-no in comune, sia pure con speci-ficazioni diverse, il modo di viverei valori del Vangelo, il metodo pa-storale, la carità apostolica di donBosco, la missione di essere «se-gno e portatori dell'amore di Dioai giovani, specie ai più poveri»(Costituzioni Salesiane, artt . 1 e 2) .

• Queste «forze apostoliche»insieme formano la Famiglia Sa-lesiana. Una di tali forze è costi-tuita dai Cooperatori ; anzi, dalpunto di vista storico, ne sonoquasi l'origine e la matrice ; sonodei secolari che vivono nel mon-do, ma condividono in questacondizione lo spirito e la missionesalesiana (cfr. R.D.B ., III e IV ;Cost. Sales. Art. 5, CGS 151 esegg .) .

Per questa unità di vocazione,di spirito e di missione, che ha la

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sua origine fontale nel carisma didon Bosco, ogni gruppo della Fa-miglia Salesiana ha come primoimpegno e ragione di essere l'as-similazione dei valori di questocarisma, da incarnare nella pro-pria vita e nella propria attività,come modo originale di realizzareil Vangelo, costruendo in se stessie negli altri il Regno di Dio .

• Ora, siccome il bene è diffu-sivo di sé, ogni seguace di donBosco che viva fedelmente la suavocazione, diffonde nel cuore deidestinatari della missione il desi-derio di attuare il Vangelo nelmodo proprio di don Bosco, di vi-vere cioè i valori dello spirito sa-lesiano (cfr . Costituzioni, Aubry,CGS).

• Partecipe della carità aposto-lica di don Bosco, ogni gruppodella famiglia deve anche condi-videre il suo metodo pastorale co-me attuazione pratica del sistemaeducativo del Fondatore .

• Vanno così aumentando nellaChiesa coloro che si riconoscononel messaggio proprio di don Bo-sco; essi costituiscono un movi-mento spirituale fatto di persone,di famiglie, di gruppi, che nelleloro relazioni di vita, di lavoro, diamicizia, di professione portano ilsegno della spiritualità salesiana el'orientamento apostolico verso igiovani e i ceti popolari .

• Questo movimento spiritualesarà tanto più efficace e evidentequanto più i membri della Fami-glia Salesiana, promotori dellospirito e della missione salesianasono :

1) coerenti con la loro vocazio-ne testimoniandola nella vita, piùche parlandone ;

2) coscienti che il carisma di cuisono portatori è un dono da darealla Chiesa, per la moltiplicazionedei misteri e dei servizi in quellaparte della sua missione salvatriceche riguarda specialmente la gio-ventù e i ceti popolari (cfr . CGS189) ;

3) uniti per comunicarsi a vi-cenda le ricchezze della loro vo-cazione, testimoniare meglio lavastità del carisma di don Bosco ecollaborare per fare più compiu-tamente fronte alle esigenze dellamissione giovanile e popolare(CGS 189) ;

4) protesi alla ricerca di quelleanime che lo Spirito Santo ha po-sto sul cammino di don Bosco edei suoi figli, cercando di scoprirele misteriose affinità spiritualiche, per questo, il Signore ha po-sto nei loro cuori .

6. Il senso storico ed ecclesialedella missione di don Bosco sitrova anche nella dimensione ma-riana della sua vocazione. Ad essalo aveva preparato con sapientesemplicità la catechesi pratica diMamma Margherita . Di questadimensione ci sono innumerevolisegni, noi cogliamo qualche mo-mento del suo divenire dinamico .

1) Il sogno di nove anni «Io tidarò la maestra. .. Colei che tuamadre ti ha insegnato a salutaretre volte al giorno», e che le appa-re come pastorella (1825) .

2) Le raccomandazioni di sua

madre quando va a Chieri equando diventa sacerdote .

3) L'Ave Maria con cui 1'8 di-cembre 1841 comincia la sua mis-sione ; don Bosco ha 26 anni .

4) Il maturare in lui l'attenzioneverso la Vergine protagonista del-la storia della Chiesa, Ausiliatrice,Protettrice del papato, Regina de-gli Apostoli, che culmina con l'i-naugurazione del tempio di MariaAusiliatrice e la diffusione di que-sto culto particolare nel mondo :«inde gloria mea» .

5) La comprensione, al terminedella vita, di quanto la VergineAusiliatrice ha significato per lui,che ha il suo punto più alto nellaSanta Messa celebrata il giornodopo la dedicazione della chiesadel S. Cuore in Roma, nel 1887(MB 18,340) .Questa dimensione diventa così

un elemento essenziale, una pre-senza necessaria in ogni vocazio-ne salesiana. Legata al sorgeredella nostra famiglia, essa è ancheragione del suo fiorire («vedrete imiracoli») e del suo rinnovarsi : ilCG21 la rilancia in fedeltà dina-mica al Fondatore e secondo ilrinnovamento dell'attuazione del-la Chiesa alla presenza e al culto di

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Maria nel Concilio Vaticano II enella « Marialis Cultus » (CGS 105,210, 545, 769 ; CG21 488-491) .

2 ° La storia diventa futuro

1 . Siccome la nostra vocazionesalesiana ci rende protagonisti deldilatarsi nella Chiesa di un movi-mento spirituale salesiano, essodeve essere considerato come ilprimo impegno della nostra voca-zione e missione, sorgente ed ispi-razione e scopo di ogni altro im-pegno .

2. Questo richiede una cono-scenza profonda di don Boscomodello e maestro della nostravita spirituale, quindi della sua vi-ta, dei suoi scritti, delle sue opere,di quanto può illuminare l'ideache lui aveva dei Cooperatori,della Famiglia Salesiana, dellastoria e dell'azione salesiana nelmondo, dei tempi di don Bosco edoggi (stampa ed informazione sa-lesiana) .

3. Per essere fedeli alla nostravocazione è necessario un vivosenso di appartenenza alla fami-glia spirituale di don Bosco, e laconoscenza approfondita del mo-do diverso con cui ogni gruppoattua la unica vocazione salesianaattraverso la comunicazione, loscambio, il dialogo fraterno e fre-quente ; così noi scopriamo com-piutamente il carisma di don Bo-sco, il suo progetto e le dimensionicomplete dello spirito salesianoper attuarli più compiutamentenella Chiesa .

4. E' necessario imitare la con-cretezza e la inventiva di don Bo-sco, la sua capacità di leggere nel-le vicende dei nostri tempi le ur-genze e le esigenze della missionesalesiana per la condizione giova-nile e popolare, le grandi linee dirinnovamento pastorale dellaChiesa oggi, gli strumenti e le tec-niche odierne di evangelizzazione .

5. L'educazione dei giovani hasempre una grande importanza,

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perché i giovani assicurano il fu-turo della Chiesa, della Società,delle istituzioni e movimenti ; sonoloro che costruiscono la civiltà epreparano il futuro ; tra essi si tro-vano le vocazioni. Se ricevono lospirito di don Bosco essi lo porte-ranno nella vita e nell'azione fa-miliare, sociale, professionale, direlazione di amicizia .In questa prospettiva emerge

l'importanza dell'animazione de-gli exallievi come portatori di sa-lesianità e di vocazioni dei Coope-ratori .

6. La scuola, i centri giovanili,gli oratori, i centri professionali, leorganizzazioni giovanili apostoli-che, culturali, di tempo libero, diassistenza, diventano nelle manidi membri della Famiglia Salesia-na luoghi e strumenti di diffusionedello spirito di don Bosco, semi-nari di vocazioni salesiane sacer-dotali, religiose e laicali per tutti igruppi della Famiglia Salesiana .

7. La animazione di alcune ca-tegorie di persone è singolarmen-te utile per il diffondersi dello spi-rito salesiano : sono i responsabilidei giovani, i collaboratori dellenostre attività, gli operatori edu-cazionali, i genitori, gl'insegnanti,i leaders, i sacerdoti, i politici, isindacalisti, i legislatori, i volon-tari dello sviluppo . . . missionarilaici .

8. Ogni membro della FamigliaSalesiana, valorizzando gli atteg-giamenti umani e cristiani dellospirito salesiano : sincerità, sere-nità, servizio, gioia, serietà, atten-zione ai valori umani, simpatia,comprensione, attenzione agli al-tri, amicizia . . . può creare attorno asé un clima di simpatia, con cui«rendere ragione della speranzache è in lui» e suscitare adesioneal movimento salesiano e ai suoivalori .

9. Don Bosco manifestava unsenso vivo della Chiesa con laadesione ai Vescovi e al Papa, congli aiuti ai parroci, con l'ansia

missionaria. Dopo il Concilio Va-ticano II il senso della Chiesa simanifesta anche nell'attenzione enell'inserimento della Chiesa lo-cale, nella comunione con le Co-munità ecclesiali, nel senso dipartecipazione alle vicende dellaChiesa universale, nell'ascolto delmagistero, nell'adesione alla col-legialità episcopale che ha al suocentro il Papa, nella assunzionedei propri ruoli nella Chiesa, nellapromozione del laicato cristianoanche missionario, nella collabo-razione con gli organismi pasto-rali e le loro attività, portandovi lospirito di don Bosco .

10. La Famiglia Salesiana e ilmovimento salesiano sono natiper arricchire la Chiesa con il ca-risma di don Bosco . Ciò si realizzapiù compiutamente se i vari grup-pi lavorano insieme . Siccome iSalesiani e le F .M.A. sono «vinco-lo sicuro e stabile » della vocazio-ne salesiana, e suo centro di unità,specie nella persona del RettorMaggiore, il modo migliore di at-tuare la missione salesiana nellaChiesa è la collaborazione direttadei vari gruppi con la Congrega-zione Salesiana e l'istituto delleFMA. Questo favorisce la «convi-venza» di preghiere e di lavoroprevista dal CGS e inculcata dalCG21 e facilita il lavoro di anima-zione della Famiglia, specie deiCooperatori .

Questa unione non fa « chiesuo-la», ma ci mette tutti insieme alservizio della Chiesa locale eduniversale (CG21, 75 e 79 ; NRC,introduzione e 8 .13) .

11 . Nella storia della salvezza,nelle vicende della Chiesa, nellanostra storia e nel rinnovamentoconciliare, la Vergine Maria ha,come Ausiliatrice, un posto pre-minente ed insostituibile. Nel ri-lancio salesiano il rinnovamentodella devozione all'Ausiliatricedeve essere con iniziative oppor-tune e continue, uno degl'impegnicomuni e più costanti della Fami-glia Salesiana (NRC 18) .

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PIANO DI LAVORO PER IL SESSENNIO1979-1984

Elaborato dalla Consulta mondiale e proposto all'intera Associazione

Anni 1979-80-81 : Dedicati particolarmente all'attuazione e verifica dei deliberati delCongresso mondiale, al rafforzamento e vitalizzazione dell'Associazione nei paesi ove giàopera e alla sua fondazione in tutti gli altri paesi del mondo ove si trovano i Salesiani e leFiglie di Maria Ausiliatrice .

In questi anni, e nel 1982, potranno aver luogo, in concomitanza con la vita dei Centri,convegni di studio e organizzativi a livello ispettoriale, nazionale e internazionale, pren-dendo anche accordi con l'Ufficio centrale per il coordinamento ed eventuali apporti epartecipazione di suoi rappresentanti .

Anno 1982: I Cooperatori si metteranno a disposizione per ogni contributo di studio edi presenza che venisse loro richiesto in occasione dei Capitoli ispettoriali SDB (e inprecedenza FMA) .

Anno 1983 : Altrettanto verrà fatto per quanto riguarda il Capitolo Generale 22° .Anno 1983-84 : Si terranno i precongressi dei CCSS a livello locale, ispettoriale e

nazionale, in preparazione del congresso mondiale (autunno 1984?) .

MEMBRI DELLA CONSULTA MONDIALE

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Italia Teixeira Josè Bruno Gonzalez Chavez EliasAlbert Giovanna LISBOA (Portogallo) GUADALAJARA (Mexico)TERNI Reg.. atlantica F.M.A .Giannantonio Giuseppe Guerrieri de Estrella S .ra Maria Edith Galletti Madre LetiziaROMA ROSARIO de S. FE (Argentina) ROMAOnofri Maria Pia Iglesias Capelli Osvaldo Hector Grasso Madre IdaROMA BUENOS AIRES (Argentina) CHERTSEY-SURREY KT16 8DPSarcheletti Luigi (England)VERONA Martins de Oliveira Bernardo

SAO PAOLO (Brasil) Paternò Madre AnnaTei Angelo CATANIA (Italia)PERUGIA Reg. asiatica Rampini Sr . Maria

D'Souza John ROMAEuropa Centrale BOMBAY (India)Lange Herr Willi S.D.B .MECKENHEIM (Germania Occ .) Lumanlan Emilia

BALIC-BALIC MANILA (Philippines) Raineri D. GiovanniThibaut Jean ROMALIEGE (Belgio) Inglese Cogliandro D . Mario

White John ROMAReg. iberica CHADSTONE Vic . (Australia)Barneto Bianco Isidoro Buttarelli D . ArmandoCORDOBA (Spagna) Reg. pacifico ROMA

Garcìa Vera Antonio Mata Alessandro Calejero D . BlasMADRID (Spagna) GUATEMALA MADRID (Spagna)

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CONCLUSIONI

di Don Giovanni Raineri

E' stata la nostra un'esperienzadi convivenza fraterna dei rappre-sentanti di tutta la Famiglia Sale-siana, che hanno riflettuto, pregatoed agito insieme nella ricerca di li-nee di orientamento per lo sviluppodell Associazione dei Cooperatori.

Le cose di cui abbiamo parlato ele conclusioni a cui siamo arrivatiinsieme le portate con voi nel vo-stro ritorno e cercherete di comu-nicarle capillarmente ai vari livellidei Cooperatori e degli altri gruppidella Famiglia Salesiana .

E, proprio perché questa nostra èstata una esperienza di FamigliaSalesiana, abbiamo avuto il con-forto della parola del Successore didon Bosco e l'incoraggiamento ditutti i Consiglieri Superiori Sale-siani. Sono «segni» che incorag-giano la vostra azione e che da-ranno entusiasmo ai Cooperatori.

La Segreteria esecutiva cercheràdi ordinare, in modo da rendernepiù facile la comunicazione, le ric-chezze salesiane e gli orientamentiche noi abbiamo ricevuto in questigiorni.

Io solo vorrei sottolineare alcunecose di cui si è parlato, o che sonoconnesse con il lavoro che ognunodi noi deve svolgere, per la crescitain qualità, in fervore, ed in quantitàdell'Associazione .

1 . Una prima convinzione cheportiamo con noi è quella che ri-guarda la nostra spiritualità, che èspiritualità dell'azione che deveessere coltivata sull'esempio di donBosco, che non ha mai trascuratola vita interiore, la preghiera, la vita

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liturgica per il lavoro, ma ha inte-grato il suo lavoro nell'unione conDio, perché inviato dal Signore edalla Vergine a costruire il Regno :egli era pertanto continuamente incomunicazione con Lui, celebran-do in ogni momento la liturgiadella vita (NRC 5), che aveva il suoculmine nell'Eucaristia .

2. Proprio perché con don Bo-sco lavoriamo per la costruzionedel Regno, noi dobbiamo imitare ilsuo senso della storia, la sua con-cretezza, l'adattamento alle situa-zioni diverse, la sua capacità di faresuoi tutti i mezzi che il suo tempogli offriva, per il più facile compi-mento della sua missione . Bisognache i Cooperatori sappiano essereattenti alle esigenze delle persone,delle categorie, dei luoghi, leggen-do i «segni dei tempi» per rispon-dere a questi bisogni con le « nuovepresenze che esige la nostra cultu-ra » (CG 21).

3. Come don Bosco aveva ilsenso della mondialità - ed è perquesto che i Cooperatori sono dif-fusi in tutto il mondo - anche noilo dobbiamo coltivare, aderendoalla mondialità del Regno di Dio ;questo, specialmente oggi, vuol di-re pluralismo, comunione di espe-rienze diverse, nella fedeltà ai va-lori fondamentali della vocazionesalesiana. I consultori sono uominiche, assicurando la presenza diquesti valori universali, costruisco-no una comunione, che è tanto piùricca quanto più sono diversi i mo-

di di incarnarli e il rispetto dellecorresponsabilità ai vari livelli.

4. Ricordare sempre che 1 Asso-ciazione è, soprattutto, una propo-sta di ideali, di attività, di condivi-sione di una missione e di uno spi-rito. E' al servizio di questi valoriche dobbiamo pensare all'organiz-zazione, come strumento agile, ef-ficace sicuro di animazione e dicomunicazione, come opportunitàd'incontro e di fraternità per per-sone che condividono lo stessoideale e vogliono sviluppare il sen-so di appartenenza ; essa deve aiu-tare ognuno a vivere la sua voca-zione, ma non deve mai precederele persone e i gruppi, soffocare leiniziative; è per questo che, primadi pensare all'organizzazione, sideve pensare ai Cooperatori e aicentri.

5. Sviluppare il senso di appar-tenenza alla Famiglia Salesiana,cercando di dare il proprio contri-buto alla sua costruzione, alla suacrescita, come famiglia nostra e didon Bosco, come centro di diffu-sione del suo spirito nella Chiesa,come contributo originale che noidiamo alla Chiesa. Per alimentarequesto senso di appartenenza sidevono seguire, tra le altre, questelinee di azione :

∎ incontrarsi per riflettere sullanostra vocazione una e pluralista,per pregare, per studiare le esigenzepastorali e la risposta che insiemepossiamo dare ad esse con una ri-sposta articolata nella Chiesa loca-le ;

• collaborare reciprocamente(CG21, p. 69ss) e responsabilmentenei servizi di ministeri della nostramissione giovanile e popolare ;

realizzare una pastorale vo-cazionale della Famiglia Salesia-na, come coronamento del nostrolavoro educativo in mezzo allagioventù. Don Bosco diceva cheogni giovane che noi incontriamo èinviato dalla Madonna e che in es-so c'è in potenza un germe di vo-cazione. Il Concilio ci dice che ilcristiano è chiamato a prendere ilsuo posto nella costruzione delRegno di Dio anche con l'impegno

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missionario o come laico, o comereligioso o come sacerdote .

6. Abbiamo tracciato un pro-gramma di lavoro, prendendone lelinee dalle conclusioni del Con-gresso Mondiale . Al riguardo diquesto avvenimento, alto e signifi-cativo nel processo di rinnova-mento dell'Associazione, vorrei ri-cordare che esso ha tracciato le li-nee operative che devono ispiraregl'impegni dei Cooperatori e chetutte le sue conclusioni sono im-portanti, rimangono cioè comeuna meta da raggiungere secondoil principio della gradualità, che èuna legge di tutti i progetti umani.Allora più che di scelte riduttive sitratta di cogliere le occasioni, perrealizzare quelle che di mano inmano si rendono possibili, nonperdendo di vista che, nella loroglobalità, esse sono il programmadell'azione dei Cooperatori. Ciòimplica una continua verifica delpunto a cui siamo nella loro attua-zione.

7. Si è parlato molto di forma-zione dei Cooperatori . Oramai iltempo in cui c'era gente preoccu-pata che si volesse fare dei Coope-ratori dei supercristiani, è, speria-mo, definitivamente tramontata.Ognuno di noi sa che i Cooperatorisono una vocazione di Chiesa nel-l'interno della Famiglia Salesiana,una vocazione destinata a darci dei«cristiani di qualità» imbevuti del-lo spirito di don Bosco e impegnaticome gruppi e come singoli, in col-laborazione con altri gruppi dellaFamiglia, o in attività proprie per ilcompimento della Missione giova-nile e popolare di don Bosco ; ognivocazione è una grazia, una sco-perta, un'adesione, una formazio-ne, un'azione, una missione, tuttimomenti che esigono riflessione,idee chiare, impegno, generosità erischio, in una parola, seria for-mazione per un impegno respon-sabile.

8. Non abbiamo avuto tempoper parlare delle modifiche alNuovo Regolamento che il Suc-cessore di don Bosco ha promul-gato il giorno 24 maggio, Festa diMaria Ausiliatrice. Conviene riflet-

tervi sopra, per capire che cosa c'èdi nuovo in esse . A parte che l'Art.34 giustifica l'esistenza di questanostra Consulta e prolunga la spe-rimentazione del NRC per altri seianni, vorrei che non sfuggisse anessuno una serie di orientamentinuovi che essi ci suggeriscono :

la necessità che i Cooperatoris'impegnino per la giustizia «evi-tando ogni forma di disimpegno edi assenteismo» e che si inserisca-no «in strutture sociali, economi-che e politiche, per dare efficacia alloro impegno per la giustizia» (a .10) ;

• una risposta generosa a signi-ficativi inviti della Chiesa e di donBosco e ad esigenze di crescita del-l'Associazione, quali- l'effettiva cura dei sacerdoti,

che non solo prospetta la possibi-lità di nuovi centri, ma che com-porterà l'allargamento della pre-senza dello spirito salesiano nellechiese locali, e un movimento dispiritualità sacerdotale salesiana ;- l'accesso di Cooperatori al

diaconato permanente che allargala presenza di essi nell'azione pa-storale della Chiesa ;- l'assunzione dei ministeri

che in un momento di rifondazionedella Chiesa e della Famiglia Sale-siana rinnovano il dinamismo del-la comunità cristiana delle origini;- l'accentuazione del ruolo

formativo dei salesiani e delleFMA, che allarga l'autonomia or-ganizzativa dei dirigenti laici,maggiormente sottolineata anchedal regolamento interno dellaConsulta .

9. In conseguenza de ll Art. 10mi pare che diventi più urgente unamaggiore attenzione ai lavoratorie alle vocazioni di Cooperatori inmezzo a loro, come il rinnovatoimpegno vocazionale rende parti-colarmente urgente la creazione digruppi sempre più numerosi diGiovani Cooperatori .

10 . Infine la costituzione di unaConsulta Permanente ci ha porta-to ad affermare meglio i suoi com-piti, a fare un passo decisivo versostrutture mondiali più adatte e a

delineare i compiti che i suoi com-ponenti hanno nell'animazionedella Famiglia Salesiana e deiCooperatori, salva sempre l'azionedei Consigli ad ogni livello. Ma hasoprattutto sottolineato la « mon-dialità dell Associazione» e la ne-cessità che essa sia presente in ogniposto dove ci sono case dei Sale-siani o delle FMA, e perché no? diogni gruppo della Famiglia, perchéessa sia veramente tale . Credo cheil significativo incontro con i Su-periori, l'omelia pronunciata dalRettor Maggiore e il suo discorsoprogrammatico ne siano conferme .

11 . Infine il rilancio della de-vozione a Maria Ausiliatrice, con ilsuo significato ecclesiale, operati-vo, sociale e salesiano, metta intutte le cose che abbiamo fatto, ne-gli orientamenti dati verso le metefuture dell'Associazione il segnodella speranza - Maria è la viaverso Cristo, la madre della Chiesa,Colei che ha detto a don Bosco : «asuo tempo tutto comprenderai» -che è certezza dell'aiuto di Dio maanche impegno di lavoro per la suarealizzazione.

Due raccomandazioniimportanti ai Consigliispettoriali e locali

1° CORSO DI QUALIFICA-ZIONE PER ANIMATORI DICENTRI CC: predisporre quan-to è necessario perché il Corsopossa riprendere al più presto losvolgimento del suo programmalì dove fu già iniziato nei mesiscorsi; avviare inoltre l'iniziati-va, con il programma del 1 ° an-no, in quei Centri che ancora nonlo hanno fatto ;

2 ° GRUPPI NUOVI, iniziativache deciderà del domani del-l'Associazione. Suscitarli è se-gno di saggezza, è preoccupa-zione realista di un futuro incer-to, è gesto di amore all'Associa-zione.

Si studi pertanto nelle sedi piùopportune dove, come e con chipromuovere i Gruppi Nuovi .Non tutte le regioni infatti si so-no finora mosse nella direzioneindicata dal Consiglio nazionale .

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BOLLETTINO SALESIANOo

Quindicinale di informazione e di cultura religiosa

S'invia gratuitamente ai Cooperatori, Bene-=

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Tel. 64.70 .241Direttore responsabile : Enzo Bianco

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Redattore : Armando Buttarelli - Viale dei Sale-siani,siani, 9 - 00175 Roma - Tel. (06) 74 .80.433

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Per cambio d'indirizzo inviare anche l'indirizzo precedente

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MICROREALIZZAZIONE-DUETRELEW (Argentina)

∎ UOMINI . . .

« Un invito ad accogliere con fiducioso abbandono i piani di Dio . . . »

Il 24 Luglio scorso, superate finalmente le impreviste difficoltà burocratiche, è partita daMilano per Trelew Daniela Beretta. Un folto gruppo di Cooperatori della Lombardia, con ildelegato ispettoriale Don Strappazzon, le diede il saluto e l'augurio a nome dell'Associazione .

Daniela, che ha visto coronato il suo sogno, ha scritto per noi prima della partenza quantosegue :

« Ecco, è la vigilia della partenza. Non riesco a mettere ordine tra i mille pensieri e le millesensazioni che premono dentro . Entusiasmo e malinconia, chiarezza e dubbio, tranquillità epreoccupazione, fiducia e senso del limite, attesa e abbandono si susseguono e si alternano intumultuose e inafferrabili seguenze.

Anche il parlare e lo scrivere mi sembrano strumenti inadeguati all'espressione . Quelloche riesco a formulare è solo un semplice GRAZIE .

Un grazie al Signore che, attraverso le ombre e le luci del mio cammino, mi ha volutochiamare e chiamandomi ha dato un senso nuovo alla mia vita, ha spalancato le porte della miacasa, ha allargato lo spazio occupato dalla mia tenda, ha `rinnovato' la mia giovinezza .

Poi un grazie a tutti voi che mi avete accompagnato e seguita con la preghiera, l'amicizia,il lavoro e continuate ad incoraggiarmi con la coerenza della vostra vita .

Il mio grazie vuole diventare, per tutti noi, un augurio di pace ed un invito ad accoglieresempre con fiducioso abbandono i piani di Dio perché possiamo diventare, come Don Bosco,testimoni autentici della novità del suo amore .

Unita a voi tutti nella preghiera e nell'affetto vi abbraccio e . . . vi aspetto a Trelew .

Daniela» .

(per chi desidera corrispondere con Daniela, ecco l'indirizzo : Colegio Maria Auxiliadora -San Martin 260- 8100 TrelewChubut-Argentina)

L. 13.608.140

SOLDI. . .E

Costruzione del Centro comunitario U s c i t e

Spedizione materiale vario L . 178.000Offerte pervenute - Situazioneprecedente (al 30 luglio) L. 11 .720.000 Acquisto materiale catechistico » 455.140

GG.CC. di Vietri (Salerno) »

150.000 Spedizione materiale catechistico » 50.000Alunni elementari di Comegliara Viaggio Daniela e documenti vari » 281 .000(Verona) »

92.000 L. 964.140CC ed Ex Allievi di Lecce »

100.000CC Novi Ligure (Al .) »

10.000CC Lombardia » 1 .536.140


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