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Sclerosi multipla e orologio circadiano: scoperto un ...

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Sclerosi multipla e orologio circadiano: scoperto un possibile legame nell’insorgenza della malattia Gli articoli qui riportati sono da intendersi non riproducibili né pubblicabili da terze parti non espressamente autorizzate da Sapienza Università di Roma
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Sclerosi multipla e orologio circadiano: scoperto un possibile legame nell’insorgenza della malattia

Gli articoli qui riportati sono da intendersi non riproducibili né pubblicabili da terze parti non espressamente autorizzate da Sapienza Università di Roma

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Università degli Studi di Roma “La Sapienza” CF 80209930587 PI 02133771002 Capo Ufficio Stampa: Alessandra Bomben Addetti Stampa: Christian Benenati - Marino Midena - Barbara Sabatini - Stefania Sepulcri Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma T (+39) 06 4991 0035 - 0034 F (+39) 06 4991 0399 [email protected] [email protected] www.uniroma1.it

Sclerosi multipla e orologio circadiano: scoperto un possibile legame nell’insorgenza della malattia

Un team di ricercatori della Sapienza ha definito per la prima volta la variazione dell’alternanza luce/buio come fattore scatenante di risposte immunitarie incontrollate, alla base di molte malattie autoimmuni come la sclerosi multipla. Lo studio, che apre nuove prospettive cliniche, è pubblicato sulla rivista Amino Acids

Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato l’esistenza di singolari variazioni nella distribuzione geografica della prevalenza della sclerosi multipla (SM): è ormai accertato che all’aumentare della latitudine aumenti anche la prevalenza di questa malattia autoimmune. Tuttavia, la causa scatenante di tale diversità fino a oggi è rimasta sconosciuta.

Il nuovo studio coordinato da Enzo Agostinelli del Dipartimento di Scienze biochimiche A. Rossi Fanelli della Sapienza identifica nell’orologio circadiano il principale fattore coinvolto e propone un modello eziologico della malattia (che considera cioè anche le cause) coerente sia con questo fattore geografico, sia con altri parametri quali le variazioni etniche, di sesso o dello stile di vita. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Amino Acids della Springer-Verlag GmbH.

“L’assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo del nuovo paradigma, – spiega Enzo Agostinelli – è che aumentando la latitudine, la continua e crescente diversità dell’alternanza luce-buio delle giornate desincronizzi gli orologi circadiani centrali e periferici. Tale alterazione a sua volta può compromettere il sistema immunitario dell'organismo, innescando l'autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla”.

La principale caratteristica degli orologi circadiani è la capacità di rispondere e sincronizzarsi con stimoli ambientali esterni, detti “zeitgebers” (dal tedesco, zeit = tempo, geber = che dà), primo fra tutti la luce (e dunque l’alternanza luce-buio), ma anche la temperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni del ritmo sonno-veglia (jet-lag, ora legale, lavoro notturno).

A supporto della propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato una prevalenza della sclerosi multipla 6,35 volte più alta in presenza di un ulteriore fattore di disturbo circadiano, identificato nell’ora legale, in paesi situati alla medesima latitudine.

“Si è visto – commenta Francesco Gasperoni del Dipartimento di Scienze biochimiche e primo nome dello studio – che la presenza della luce nelle ore notturne, associata ad altri fattori legati allo stile di vita, intensifica notevolmente gli effetti negativi. Tali risultati

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confermano la disfunzione del ritmo circadiano alla base dell'eziopatologia della sclerosi multipla”.

Un’ulteriore validazione arriva dall’osservazione delle poliamine, piccole molecole organiche che, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell'orologio circadiano, tanto che la loro variazione improvvisa potrebbe desincronizzarlo.

Questa ricerca, supportata dalla Sapienza e dalla Onlus International Polyamines Foundation, rientra nello studio di una nuova applicazione terapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle poliamine nella prevenzione di processi neurodegenerativi ed oncologici.

“Considerato che nei soggetti affetti da malattie autoimmuni le poliamine sono presenti in concentrazioni molto elevate – conclude Agostinelli – queste potrebbero essere considerate un ulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettive terapeutiche per la battaglia contro la sclerosi multipla”. Riferimenti: A novel comprehensive paradigm for the etiopathogenesis of multiple sclerosis: therapeutic approaches and future perspectives on its treatment - Gasperoni, F., Turini, P., & Agostinelli, E. - Amino acids 2019, 1-15. DOI 10.1007/s00726-019-02718-1

Info Enzo Agostinelli Dipartimento di Scienze biochimiche “A. Rossi Fanelli”, Sapienza Università di Roma [email protected]

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23 aprile 2019- 15:35

Medicina: studio italiano, ritmo circadianoinfluisce su sclerosi multiplaApre nuove prospettive cliniche, è pubblicato sulla rivista Amino Acids

Roma, 23 apr. (AdnKronos Salute) - Numerosi

studi epidemiologici hanno dimostrato

l’esistenza di singolari variazioni nella

distribuzione geografica della sclerosi

multipla: è ormai accertato che

all'aumentare della latitudine aumenti

anche la prevalenza di questa malattia

autoimmune. Tuttavia, la causa scatenante

di tale diversità fino a oggi è rimasta

sconosciuta. Il nuovo studio coordinato da

Enzo Agostinelli del dipartimento di Scienze

biochimiche A. Rossi Fanelli dell'università

Sapienza di Roma identifica nell'orologio

circadiano il principale fattore coinvolto e

propone un modello eziologico della malattia (che considera cioè anche le cause) coerente sia con

questo fattore geografico, sia con altri parametri quali le variazioni etniche, di sesso o dello stile di

vita. I risultati della ricerca sono pubblicati sulla rivista 'Amino Acids'."L'assunto fondamentale, che ha

portato allo sviluppo del nuovo paradigma - spiega Agostinelli - è che aumentando la latitudine, la

continua e crescente diversità dell'alternanza luce-buio delle giornate desincronizzi gli orologi

circadiani centrali e periferici. Tale alterazione a sua volta può compromettere il sistema immunitario

dell'organismo, innescando l'autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla".La principale caratteristica

degli orologi circadiani è la capacità di rispondere e sincronizzarsi con stimoli ambientali esterni, detti

'zeitgebers' (dal tedesco, zeit = tempo, geber = che dà), primo fra tutti la luce (e dunque l'alternanza

luce-buio), ma anche la temperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni del ritmo sonno-

veglia (jet-lag, ora legale, lavoro notturno). A supporto della propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato

una prevalenza della sclerosi multipla 6,35 volte più alta in presenza di un ulteriore fattore di disturbo

circadiano, identificato nell'ora legale, in paesi situati alla medesima latitudine."Si è visto - commenta

Francesco Gasperoni del dipartimento di Scienze biochimiche e primo nome dello studio - che la

presenza della luce nelle ore notturne, associata ad altri fattori legati allo stile di vita, intensifica

notevolmente gli effetti negativi. Tali risultati confermano la disfunzione del ritmo circadiano alla base

dell'eziopatologia della sclerosi multipla".Un'ulteriore validazione arriva dall’osservazione delle

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poliamine, piccole molecole organiche che, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell'orologio

circadiano, tanto che la loro variazione improvvisa potrebbe desincronizzarlo. Questa ricerca,

supportata dalla Sapienza e dalla Onlus International Polyamines Foundation, rientra nello studio di

una nuova applicazione terapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle poliamine nella prevenzione di

processi neurodegenerativi ed oncologici."Considerato che nei soggetti con malattie autoimmuni le

poliamine sono presenti in concentrazioni molto elevate - conclude Agostinelli - queste potrebbero

essere considerate un ulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettive terapeutiche per la

battaglia contro la sclerosi multipla".

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Il ritmo circadiano in uisce sulla sclerosimultipla

NEUROLOGIA | REDAZIONE DOTTNET| 23/04/2019 17:49

L'alterazione puòcompromettere ilsistema immunitario dell'organismo, innescando l'autoimmunità e, conessa, la sclerosi multipla

Numerosi studiepidemiologicihanno dimostrato l'esistenza di singolarivariazioni nelladistribuzionegeografica dellasclerosi multipla: èormai accertato che all'

aumentare della latitudine aumenti anche la prevalenza di questa malattiaautoimmune. Tuttavia, la causa scatenante di tale diversità fino a oggi è rimastasconosciuta. Il nuovo studio coordinato da Enzo Agostinelli deldipartimento di Scienze biochimiche A. Rossi Fanelli dell' università Sapienza diRoma identifica nell' orologio circadiano il principale fattore coinvolto e proponeun modello eziologico della malattia (che considera cioè anche le cause)coerente sia con questo fattore geografico, sia con altri parametri quali levariazioni etniche, di sesso o dello stile di vita. I risultati della ricerca sonopubblicati sulla rivista 'Amino Acids'.

"L' assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo delnuovo paradigma - spiega Agostinelli - è che aumentando la latitudine, lacontinua e crescente diversità dell' alternanza luce-buio delle giornatedesincronizzi gli orologi circadiani centrali e periferici. Tale alterazione a sua voltapuò compromettere il sistema immunitario dell' organismo, innescando l'autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla". La principale caratteristica degli

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GERIATRIA | REDAZIONE DOTTNET |17/04/2019 21:47

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orologi circadiani è la capacità di rispondere e sincronizzarsi con stimoliambientali esterni, detti 'zeitgebers' (dal tedesco, zeit = tempo, geber = che dà),primo fra tutti la luce (e dunque l' alternanza luce-buio), ma anche latemperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni del ritmo sonno-veglia(jet-lag, ora legale, lavoro notturno). A supporto della propria tesi, i ricercatorihanno evidenziato una prevalenza della sclerosi multipla 6,35 volte più alta inpresenza di un ulteriore fattore di disturbo circadiano, identificato nell' ora legale,in paesi situati alla medesima latitudine.

"Si è visto - commenta Francesco Gasperoni del dipartimento di Scienzebiochimiche e primo nome dello studio - che la presenza della luce nelle orenotturne, associata ad altri fattori legati allo stile di vita, intensifica notevolmentegli effetti negativi. Tali risultati confermano la disfunzione del ritmo circadianoalla base dell' eziopatologia della sclerosi multipla". Un' ulteriorevalidazione arriva dall' osservazione delle poliamine, piccole molecole organicheche, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell' orologio circadiano, tantoche la loro variazione improvvisa potrebbe desincronizzarlo. Questa ricerca,supportata dalla Sapienza e dalla Onlus International PolyaminesFoundation, rientra nello studio di una nuova applicazione terapeutica checoinvolge l' utilizzazione delle poliamine nella prevenzione di processineurodegenerativi ed oncologici. "Considerato che nei soggetti con malattieautoimmuni le poliamine sono presenti in concentrazioni molto elevate -conclude Agostinelli - queste potrebbero essere considerate un ulteriore nuovotarget per lo sviluppo di nuove prospettive terapeutiche per la battaglia contro lasclerosi multipla".

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Medicina: studio italiano, ritmo circadianoinfluisce su sclerosi multipla 3 ore fa Aggiungi un commento gosalute 407 Views 3 Min. Lettura

Roma, 23 apr. (AdnKronos Salute) – Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato l’esistenza di singolari variazioni nelladistribuzione geogra ca della sclerosi multipla: è ormai accertato che all’aumentare della latitudine aumenti anche laprevalenza di questa malattia autoimmune. Tuttavia, la causa scatenante di tale diversità no a oggi è rimasta sconosciuta. Ilnuovo studio coordinato da Enzo Agostinelli del dipartimento di Scienze biochimiche A. Rossi Fanelli dell’università Sapienzadi Roma identi ca nell’orologio circadiano il principale fattore coinvolto e propone un modello eziologico della malattia (checonsidera cioè anche le cause) coerente sia con questo fattore geogra co, sia con altri parametri quali le variazioni etniche,di sesso o dello stile di vita. I risultati della ricerca sono pubblicati sulla rivista ‘Amino Acids’.

“L’assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo del nuovo paradigma – spiega Agostinelli – è che aumentando lalatitudine, la continua e crescente diversità dell’alternanza luce-buio delle giornate desincronizzi gli orologi circadiani centralie periferici. Tale alterazione a sua volta può compromettere il sistema immunitario dell’organismo, innescandol’autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla”.

La principale caratteristica degli orologi circadiani è la capacità di rispondere e sincronizzarsi con stimoli ambientali esterni,detti ‘zeitgebers’ (dal tedesco, zeit = tempo, geber = che dà), primo fra tutti la luce (e dunque l’alternanza luce-buio), maanche la temperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni del ritmo sonno-veglia (jet-lag, ora legale, lavoro

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notturno). A supporto della propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato una prevalenza della sclerosi multipla 6,35 volte piùalta in presenza di un ulteriore fattore di disturbo circadiano, identi cato nell’ora legale, in paesi situati alla medesimalatitudine.

“Si è visto – commenta Francesco Gasperoni del dipartimento di Scienze biochimiche e primo nome dello studio – che lapresenza della luce nelle ore notturne, associata ad altri fattori legati allo stile di vita, intensi ca notevolmente gli e ettinegativi. Tali risultati confermano la disfunzione del ritmo circadiano alla base dell’eziopatologia della sclerosi multipla”.

Un’ulteriore validazione arriva dall’osservazione delle poliamine, piccole molecole organiche che, fra i vari ruoli, partecipanoalla regolazione dell’orologio circadiano, tanto che la loro variazione improvvisa potrebbe desincronizzarlo. Questa ricerca,supportata dalla Sapienza e dalla Onlus International Polyamines Foundation, rientra nello studio di una nuova applicazioneterapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle poliamine nella prevenzione di processi neurodegenerativi ed oncologici.

“Considerato che nei soggetti con malattie autoimmuni le poliamine sono presenti in concentrazioni molto elevate –conclude Agostinelli – queste potrebbero essere considerate un ulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettiveterapeutiche per la battaglia contro la sclerosi multipla”.

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MEDICINA: STUDIO ITALIANO, RITMO CIRCADIANO INFLUISCE SU SCLEROSI

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Roma, 23 apr. (AdnKronos Salute) 15:35

Numerosi studi epidemiologici hannodimostrato l’esistenza di singolariv a r i a z i o n i n e l l a d i s t r i b u z i o n egeografica della sclerosi multipla: èormai accertato che all'aumentaredella latitudine aumenti anche lap r eva l en za d i que s t a ma l a t t i aautoimmune.

Tuttavia, la causa scatenante di tale diversità fino a oggi è rimastasconosciuta.

Il nuovo studio coordinato da Enzo Agostinelli del dipartimento diScienze biochimiche A.

Rossi Fanelli dell'università Sapienza di Roma identifica nell'orologiocircadiano il principale fattore coinvolto e propone un modelloeziologico della malattia (che considera cioè anche le cause) coerentesia con questo fattore geografico, sia con altri parametri quali levariazioni etniche, di sesso o dello stile di vita.

I risultati della ricerca sono pubblicati sulla rivista 'Amino Acids'."L'assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo del nuovoparadigma - spiega Agostinelli - è che aumentando la latitudine, lacontinua e crescente diversità dell'alternanza luce-buio delle giornatedesincronizzi gli orologi circadiani centrali e periferici.

Tale alterazione a sua volta può compromettere il sistema immunitariodell'organismo, innescando l'autoimmunità e, con essa, la sclerosimultipla". La principale caratteristica degli orologi circadiani è lacapacità di rispondere e sincronizzarsi con stimoli ambientali esterni,detti 'zeitgebers' (dal tedesco, zeit = tempo, geber = che dà), primofra tutti la luce (e dunque l'alternanza luce-buio), ma anche latemperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni del ritmosonno-veglia (jet-lag, ora legale, lavoro notturno).

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A supporto della propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato unaprevalenza della sclerosi multipla 6,35 volte più alta in presenza di unulteriore fattore di disturbo circadiano, identificato nell'ora legale, inpaesi situati alla medesima latitudine. "Si è visto - commentaFrancesco Gasperoni del dipartimento di Scienze biochimiche e primonome dello studio - che la presenza della luce nelle ore notturne,associata ad altr i fattori legati al lo st i le di vita, intensif icanotevolmente gli effetti negativi.

Tali risultati confermano la disfunzione del ritmo circadiano alla basedell'eziopatologia della sclerosi multipla". Un'ulteriore validazionearriva dall’osservazione delle poliamine, piccole molecole organicheche, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell'orologiocircadiano, tanto che la loro variazione improvvisa potrebbedesincronizzarlo.

Questa ricerca, supportata dalla Sapienza e dalla Onlus InternationalPolyamines Foundation, rientra nello studio di una nuova applicazioneterapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle poliamine nellaprevenzione di processi neurodegenerativi ed oncologici. "Consideratoche nei soggetti con malattie autoimmuni le poliamine sono presentiin concentrazioni molto elevate - conclude Agostinelli - questepotrebbero essere considerate un ulteriore nuovo target per losviluppo di nuove prospettive terapeutiche per la battaglia contro lasclerosi multipla".

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23/4/2019 0 CommentiNuove scoperte sulla sclerosi multipla

Sclerosi multipla e orologio circadiano: scoperto un possibile legame nell ’ insorgenzadella malattiaUn team d i r i cercator i de l la Sapienza ha def in i to per la pr ima volta la var iaz ionedell’alternanza luce/buio come fattore scatenante di risposte immunitarie incontrollate,alla base di molte malattie autoimmuni come la sclerosi multipla. Lo studio, che aprenuove prospettive cliniche, è pubblicato sulla rivista Amino Acids

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Numerosi studi epidemiologici hanno dimostratol’esistenza di singolari variazioni nella distribuzionegeografica della prevalenza della sclerosi multipla(SM): è ormai accertato che all’aumentare dellalatitudine aumenti anche la prevalenza di questam a l a t t i a a u t o i m m u n e . T u t t a v i a , l a c a u s ascatenante di tale diversità fino a oggi è rimastasconosciuta.Il nuovo studio coordinato da Enzo Agostinelli delDipartimento di Scienze biochimiche A. Rossi Fanelli

della Sapienza identifica nell’orologio circadiano il principale fattore coinvolto e propone un modelloeziologico della malattia (che considera cioè anche le cause) coerente sia con questo fattoregeografico, sia con altri parametri quali le variazioni etniche, di sesso o dello stile di vita. I risultatidella ricerca sono stati pubblicati sulla rivista della “L’assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo del nuovo paradigma, – spiega EnzoAgostinelli – è che aumentando la latitudine, la continua e crescente diversità dell’alternanza luce-buio delle giornate desincronizzi gli orologi circadiani centrali e periferici. Tale alterazione a sua voltapuò compromettere il sistema immunitario dell'organismo, innescando l'autoimmunità e, con essa, lasclerosi multipla”.La principale caratteristica degli orologi circadiani è la capacità di rispondere e sincronizzarsi constimoli ambientali esterni, detti “zeitgebers” (dal tedesco, = tempo, = che dà), primo fratutti la luce (e dunque l’alternanza luce-buio), ma anche la temperatura, il cibo e alcuni segnali socialicome variazioni del ritmo sonno-veglia (jet-lag, ora legale, lavoro notturno). A supporto della propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato una prevalenza della sclerosi multipla6,35 volte più alta in presenza di un ulteriore fattore di disturbo circadiano, identificato nell’ora legale,in paesi situati alla medesima latitudine. “Si è visto – commenta Francesco Gasperoni del Dipartimento di Scienze biochimiche e primo nomedello studio – che la presenza della luce nelle ore notturne, associata ad altri fattori legati allo stile divita, intensifica notevolmente gli effetti negativi. Tali risultati confermano la disfunzione del ritmocircadiano alla base dell'eziopatologia della sclerosi multipla”. Un’ulteriore validazione arriva dall’osservazione delle poliamine, piccole molecole organiche che, fra ivari ruoli, partecipano alla regolazione dell'orologio circadiano, tanto che la loro variazioneimprovvisa potrebbe desincronizzarlo. Questa ricerca, supportata dalla Sapienza e dalla Onlus International Polyamines Foundation, rientranello studio di una nuova applicazione terapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle poliamine nellaprevenzione di processi neurodegenerativi ed oncologici.“Considerato che nei soggetti affetti da malattie autoimmuni le poliamine sono presenti inconcentrazioni molto elevate – conclude Agostinelli – queste potrebbero essere considerate unulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettive terapeutiche per la battaglia contro lasclerosi multipla”.

Fonte: Ufficio Stampa Sapienza Università di Roma

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SALUTE 23 Aprile 2019

Sclerosi multipla e orologio circadiano:scoperto un possibile legamenell’insorgenza della malattiaUn team di ricercatori dell’Università Sapienza di Roma ha definito per la prima volta la variazionedell’alternanza luce/buio come fattore scatenante di risposte immunitarie incontrollate, alla base di moltemalattie autoimmuni come la sclerosi multipla. Lo studio, che apre nuove prospettive cliniche, è pubblicatosulla rivista Amino Acids

di Redazione

Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato l’esistenza di singolari variazioni nella

distribuzione geografica della prevalenza della sclerosi multipla (SM): è ormai

accertato che all’aumentare della latitudine aumenti anche la prevalenza di questa

malattia autoimmune. Tuttavia, la causa scatenante di tale diversità fino a oggi è rimasta

sconosciuta.

Il nuovo studio coordinato da Enzo Agostinelli del Dipartimento di Scienze biochimiche A.

Rossi Fanelli dell’Università Sapienza di Roma identifica nell’orologio circadiano il

principale fattore coinvolto e propone un modello eziologico della malattia (che

considera cioè anche le cause) coerente sia con questo fattore geografico, sia con altri

parametri quali le variazioni etniche, di sesso o dello stile di vita. I risultati della ricerca

sono stati pubblicati sulla rivista Amino Acids della Springer-Verlag GmbH.

«L’assunto fondamentale che ha portato allo sviluppo del nuovo paradigma – spiega

Enzo Agostinelli – è che aumentando la latitudine, la continua e crescente diversità

dell’alternanza luce-buio delle giornate desincronizzi gli orologi circadiani centrali e

periferici. Tale alterazione a sua volta può compromettere il sistema immunitario

dell’organismo, innescando l’autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla».

LEGGI ANCHE: SCLEROSI MULTIPLA, GIANCARLO COMI (NEUROLOGO):

«DISPONIBILE IL PRIMO TRATTAMENTO ORALE PER LA FORMA RECIDIVANTE»

La principale caratteristica degli orologi circadiani è la capacità di rispondere e

sincronizzarsi con stimoli ambientali esterni, detti “zeitgebers” (dal tedesco, zeit = tempo,

geber = che dà), primo fra tutti la luce (e dunque l’alternanza luce-buio), ma anche la

temperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni del ritmo sonno-veglia (jet-

lag, ora legale, lavoro notturno).

A supporto della propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato una prevalenza della

sclerosi multipla 6,35 volte più alta in presenza di un ulteriore fattore di disturbo

circadiano, identificato nell’ora legale, in Paesi situati alla medesima latitudine.

«Si è visto – commenta Francesco Gasperoni del Dipartimento di Scienze biochimiche

e primo nome dello studio – che la presenza della luce nelle ore notturne, associata

ad altri fattori legati allo stile di vita, intensifica notevolmente gli effetti negativi. Tali

risultati confermano la disfunzione del ritmo circadiano alla base dell’eziopatologia della

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sclerosi multipla».

Un’ulteriore validazione arriva dall’osservazione delle poliamine, piccole molecole

organiche che, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell’orologio circadiano, tanto

che la loro variazione improvvisa potrebbe desincronizzarlo.

Questa ricerca, supportata dalla Sapienza e dalla Onlus International Polyamines

Foundation, rientra nello studio di una nuova applicazione terapeutica che coinvolge

l’utilizzazione delle poliamine nella prevenzione di processi neurodegenerativi ed

oncologici.

«Considerato che nei soggetti affetti da malattie autoimmuni le poliamine sono presenti

in concentrazioni molto elevate – conclude Agostinelli – queste potrebbero essere

considerate un ulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettive

terapeutiche per la battaglia contro la sclerosi multipla».

LEGGI ANCHE: RITMI CIRCADIANI, ALIMENTAZIONE E MICROBIOTA

INTESTINALE: TRASCURARLI AUMENTA IL RISCHIO DI MALATTIE

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Medicina: studio italiano, ritmo circadianoinfluisce su sclerosi multipla

di Adnkronos

Roma, 23 apr. (AdnKronos Salute) - Numerosi studi epidemiologici hanno

dimostrato l’esistenza di singolari variazioni nella distribuzione geografica della

sclerosi multipla: è ormai accertato che all'aumentare della latitudine aumenti

anche la prevalenza di questa malattia autoimmune. Tuttavia, la causa scatenante

di tale diversità fino a oggi è rimasta sconosciuta. Il nuovo studio coordinato da

Enzo Agostinelli del dipartimento di Scienze biochimiche A. Rossi Fanelli

dell'università Sapienza di Roma identifica nell'orologio circadiano il principale

fattore coinvolto e propone un modello eziologico della malattia (che considera

cioè anche le cause) coerente sia con questo fattore geografico, sia con altri

parametri quali le variazioni etniche, di sesso o dello stile di vita. I risultati della

ricerca sono pubblicati sulla rivista 'Amino Acids'. "L'assunto fondamentale, che ha

portato allo sviluppo del nuovo paradigma - spiega Agostinelli - è che aumentando

la latitudine, la continua e crescente diversità dell'alternanza luce-buio delle

giornate desincronizzi gli orologi circadiani centrali e periferici. Tale alterazione a

sua volta può compromettere il sistema immunitario dell'organismo, innescando

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l'autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla". La principale caratteristica degli

orologi circadiani è la capacità di rispondere e sincronizzarsi con stimoli ambientali

esterni, detti 'zeitgebers' (dal tedesco, zeit = tempo, geber = che dà), primo fra tutti la

luce (e dunque l'alternanza luce-buio), ma anche la temperatura, il cibo e alcuni

segnali sociali come variazioni del ritmo sonno-veglia (jet-lag, ora legale, lavoro

notturno). A supporto della propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato una

prevalenza della sclerosi multipla 6,35 volte più alta in presenza di un ulteriore

fattore di disturbo circadiano, identificato nell'ora legale, in paesi situati alla

medesima latitudine. "Si è visto - commenta Francesco Gasperoni del dipartimento

di Scienze biochimiche e primo nome dello studio - che la presenza della luce nelle

ore notturne, associata ad altri fattori legati allo stile di vita, intensifica

notevolmente gli effetti negativi. Tali risultati confermano la disfunzione del ritmo

circadiano alla base dell'eziopatologia della sclerosi multipla". Un'ulteriore

validazione arriva dall’osservazione delle poliamine, piccole molecole organiche

che, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell'orologio circadiano, tanto che la

loro variazione improvvisa potrebbe desincronizzarlo. Questa ricerca, supportata

dalla Sapienza e dalla Onlus International Polyamines Foundation, rientra nello

studio di una nuova applicazione terapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle

poliamine nella prevenzione di processi neurodegenerativi ed oncologici.

"Considerato che nei soggetti con malattie autoimmuni le poliamine sono presenti

in concentrazioni molto elevate - conclude Agostinelli - queste potrebbero essere

considerate un ulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettive

terapeutiche per la battaglia contro la sclerosi multipla".

23 aprile 2019

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Medicina: studio italiano, ritmo circadianoinfluisce su sclerosi multiplaApre nuove prospettive cliniche, è pubblicato sulla rivista Amino Acids

Salute

Redazione24 aprile 2019 03:40

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R oma, 23 apr. (AdnKronos Salute) - Numerosi studi epidemiologici hanno

dimostrato l’esistenza di singolari variazioni nella distribuzione

geografica della sclerosi multipla: è ormai accertato che all'aumentare della

latitudine aumenti anche la prevalenza di questa malattia autoimmune.

Tuttavia, la causa scatenante di tale diversità fino a oggi è rimasta sconosciuta.

Il nuovo studio coordinato da Enzo Agostinelli del dipartimento di Scienze

biochimiche A. Rossi Fanelli dell'università Sapienza di Roma identifica

nell'orologio circadiano il principale fattore coinvolto e propone un modello

eziologico della malattia (che considera cioè anche le cause) coerente sia con

questo fattore geografico, sia con altri parametri quali le variazioni etniche, di

sesso o dello stile di vita. I risultati della ricerca sono pubblicati sulla rivista

'Amino Acids'.

"L'assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo del nuovo paradigma -

spiega Agostinelli - è che aumentando la latitudine, la continua e crescente

diversità dell'alternanza luce-buio delle giornate desincronizzi gli orologi

circadiani centrali e periferici. Tale alterazione a sua volta può compromettere

il sistema immunitario dell'organismo, innescando l'autoimmunità e, con essa,

la sclerosi multipla".

La principale caratteristica degli orologi circadiani è la capacità di rispondere e

sincronizzarsi con stimoli ambientali esterni, detti 'zeitgebers' (dal tedesco, zeit

= tempo, geber = che dà), primo fra tutti la luce (e dunque l'alternanza luce-

buio), ma anche la temperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni

del ritmo sonno-veglia (jet-lag, ora legale, lavoro notturno). A supporto della

propria tesi, i ricercatori hanno evidenziato una prevalenza della sclerosi

multipla 6,35 volte più alta in presenza di un ulteriore fattore di disturbo

circadiano, identificato nell'ora legale, in paesi situati alla medesima latitudine.

Medicina: studio italiano, ritmo circadiano influisce su sclerosi multipla

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"Si è visto - commenta Francesco Gasperoni del dipartimento di Scienze

biochimiche e primo nome dello studio - che la presenza della luce nelle ore

notturne, associata ad altri fattori legati allo stile di vita, intensifica

notevolmente gli effetti negativi. Tali risultati confermano la disfunzione del

ritmo circadiano alla base dell'eziopatologia della sclerosi multipla".

Un'ulteriore validazione arriva dall’osservazione delle poliamine, piccole

molecole organiche che, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione

dell'orologio circadiano, tanto che la loro variazione improvvisa potrebbe

desincronizzarlo. Questa ricerca, supportata dalla Sapienza e dalla Onlus

International Polyamines Foundation, rientra nello studio di una nuova

applicazione terapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle poliamine nella

prevenzione di processi neurodegenerativi ed oncologici.

"Considerato che nei soggetti con malattie autoimmuni le poliamine sono

presenti in concentrazioni molto elevate - conclude Agostinelli - queste

potrebbero essere considerate un ulteriore nuovo target per lo sviluppo di

nuove prospettive terapeutiche per la battaglia contro la sclerosi multipla".

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Sclerosi multipla, un possibile legame conl'orologio circadiano24 APRILE 2019di S I M O N E C O S I M I

B E N E S S E R E SALUTE E PREVENZIONE.

All’aumentare della latitudine aumenta anche la prevalenza della sclerosimultipla. Se questo punto di partenza è accertato da diverse indagini,nessuno aveva però indagato le cause scatenanti di tale diversità didistribuzione geografica di questa grave malattia autoimmune.

Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Amino Acids della Springer-VerlagGmbH e coordinato da Enzo Agostinelli del dipartimento di Scienzebiochimiche A. Rossi Fanelli dell’università La Sapienza di Roma, identificaora nell’orologio circadiano il principale fattore coinvolto nell’insorgenza.

Un nuovo studio della Sapienza di Roma lo identificacome il principale fattore coinvolto nell'insorgenzainsieme ad altri elementi che possono mandarlo in tiltcome latitudine, temperatura, alimentazione

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E propone un modello eziologico della malattia (che considera cioè anchele cause) coerente sia con il fattore geografico già individuato che con altriparametri quali le variazioni etniche, di sesso o dello stile di vita.

«L’assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo del nuovoparadigma – spiega Agostinelli – è che aumentando la latitudine, la continuae crescente diversità dell’alternanza luce-buio delle giornate desincronizzigli orologi circadiani centrali e periferici. Tale alterazione a sua volta puòcompromettere il sistema immunitario dell’organismo, innescandol’autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla».

In effetti la principale caratteristica degli orologi circadiani è quella dirispondere e sincronizzarsi agli stimoli ambientali esterni, gli «zeitgebers».Anzitutto la luce, cioè l’alternanza luce-buio, ma anche altri fattori cometemperatura, alimentazione e alcuni altri elementi come le variazioni delritmo sonno-veglia. Dal jet-lag all’ora legale fino agli impieghi notturni.

A quanto pare, i ricercatori italiani hanno individuato una prevalenza dellasclerosi multipla 6,35 volte più elevata in presenza di un ulteriore fattore didisturbo circadiano, identificato nell’ora legale, in Paesi situati allamedesima latitudine. «Si è visto – commenta Francesco Gasperoni deldipartimento di Scienze biochimiche e primo nome dello studio – che lapresenza della luce nelle ore notturne, associata ad altri fattori legati allostile di vita, intensifica notevolmente gli effetti negativi. Tali risultaticonfermano la disfunzione del ritmo circadiano alla base dell’eziopatologiadella sclerosi multipla».

Altro elemento che ha contribuito a validare i risultati dello studio,l’osservazione delle poliamine. Si tratta di piccole molecole organiche che,fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell’orologio circadiano: la lorovariazione improvvisa potrebbe in pratica mandarlo in tilt, portando fra lepossibili conseguenze di questa asincronia anche la sclerosi multipla.

L’indagine, supportata dalla Sapienza e dalla Onlus InternationalPolyamines Foundation, rientra nello studio di una nuova applicazioneterapeutica che coinvolge proprio l’uso delle poliamine nella prevenzione diprocessi neurodegenerativi ed oncologici: «Considerato che nei soggettiaffetti da malattie autoimmuni le poliamine sono presenti in concentrazionimolto elevate – conclude Agostinelli – queste potrebbero essere considerateun ulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettiveterapeutiche per la battaglia contro la sclerosi multipla».

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Medicina: studio italiano, ritmocircadiano in uisce su sclerosimultiplaApre nuove prospettive cliniche, è pubblicato sulla rivista Amino Acids

Roma, 23 apr. (AdnKronos Salute) – Numerosi studi epidemiologici hanno

dimostrato l’esistenza di singolari variazioni nella distribuzione geografica della

sclerosi multipla: è ormai accertato che all’aumentare della latitudine aumenti anche

la prevalenza di questa malattia autoimmune. Tuttavia, la causa scatenante di tale

diversità fino a oggi è rimasta sconosciuta. Il nuovo studio coordinato da Enzo

Agostinelli del dipartimento di Scienze biochimiche A. Rossi Fanelli dell’università

Sapienza di Roma identifica nell’orologio circadiano il principale fattore coinvolto e

propone un modello eziologico della malattia (che considera cioè anche le cause)

coerente sia con questo fattore geografico, sia con altri parametri quali le variazioni

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etniche, di sesso o dello stile di vita. I risultati della ricerca sono pubblicati sulla

rivista ‘Amino Acids’.

“L’assunto fondamentale, che ha portato allo sviluppo del nuovo paradigma – spiega

Agostinelli – è che aumentando la latitudine, la continua e crescente diversità

dell’alternanza luce-buio delle giornate desincronizzi gli orologi circadiani centrali e

periferici. Tale alterazione a sua volta può compromettere il sistema immunitario

dell’organismo, innescando l’autoimmunità e, con essa, la sclerosi multipla”.

La principale caratteristica degli orologi circadiani è la capacità di rispondere e

sincronizzarsi con stimoli ambientali esterni, detti ‘zeitgebers’ (dal tedesco, zeit =

tempo, geber = che dà), primo fra tutti la luce (e dunque l’alternanza luce-buio), ma

anche la temperatura, il cibo e alcuni segnali sociali come variazioni del ritmo

sonno-veglia (jet-lag, ora legale, lavoro notturno). A supporto della propria tesi, i

ricercatori hanno evidenziato una prevalenza della sclerosi multipla 6,35 volte più

alta in presenza di un ulteriore fattore di disturbo circadiano, identificato nell’ora

legale, in paesi situati alla medesima latitudine.

“Si è visto – commenta Francesco Gasperoni del dipartimento di Scienze

biochimiche e primo nome dello studio – che la presenza della luce nelle ore

notturne, associata ad altri fattori legati allo stile di vita, intensifica notevolmente gli

effetti negativi. Tali risultati confermano la disfunzione del ritmo circadiano alla base

dell’eziopatologia della sclerosi multipla”.

Un’ulteriore validazione arriva dall’osservazione delle poliamine, piccole molecole

organiche che, fra i vari ruoli, partecipano alla regolazione dell’orologio circadiano,

tanto che la loro variazione improvvisa potrebbe desincronizzarlo. Questa ricerca,

supportata dalla Sapienza e dalla Onlus International Polyamines Foundation, rientra

nello studio di una nuova applicazione terapeutica che coinvolge l’utilizzazione delle

poliamine nella prevenzione di processi neurodegenerativi ed oncologici.

“Considerato che nei soggetti con malattie autoimmuni le poliamine sono presenti in

concentrazioni molto elevate – conclude Agostinelli – queste potrebbero essere

considerate un ulteriore nuovo target per lo sviluppo di nuove prospettive

terapeutiche per la battaglia contro la sclerosi multipla”.

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